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Sfide etiche della biotecnologia

Sfide etiche della biotecnologia · • ingegneria genetica • psicofarmaci • nanotecnologia (la manipolazione della materia a livello atomico e molecolare) Pratiche già stabilite:

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Sfide etiche della biotecnologia

Sfide etiche della biotecnologia OBIETTIVI:

• ricerca dei fondamenti

• riflessione critica dei fini della biotecnologia

• riflessione sul fenomeno della vita

• la teleologia naturale

Tesi centrale:

• Una delle più gravi sfide della biotecnologia sta nel pericolo che essa sostituisca l’agire morale con il fare tecnico, l’auto-possesso con l’auto-manipolazione

l’auto-comprensione dell’uomo come prodotto

conseguenze per i rapporti con gli altri e con se stesso

Sfide etiche della biotecnologia Modo di riflettere:

• E’ importante distinguere la scienza, science, dal

scienze fiction.

• E’ sempre desiderabile poter fare qualcosa?

• Possiamo chiederci: procedure quali la diagnosi

prenatale, sarebbero in sé desiderabili se si potessero

evitare gli atti cattivi implicati o se questi non fossero

cattivi?

Sfide etiche della biotecnologia Cosa è la biotecnologia?

• i processi e i prodotti che offrono il potere di cambiare e controllare il fenomeno della vita: nelle piante, negli animali e negli uomini

• necessità di un atteggiamento concettuale ed etico: uno spirito tecnologico

• la biotecnologia come modo di empowerment umano, di far crescere i poteri umani tramite tecniche, strumenti e prodotti

Sfide etiche della biotecnologia A che cosa serve la biotecnologia?

• Il fine dichiarato della biotecnologia:

• migliorare e alleviare la condizione umana

• ma: quale aspetto della nostra condizione ha più

bisogno di sollievo?

• La malattia, la sofferenza: il cancro, l’Alzheimer,

le malattie mentali, la depressione, la perdita della

memoria

• Cosa dire della follia, della cattiveria?

• Il miglioramento: la bellezza, la forza,

l’intelligenza, la memoria, la longevità, la felicità

Sfide etiche della biotecnologia A che cosa serve la biotecnologia?

• Come misurare il vero progresso?

• una vita prolungata al costo di meno energia?

• la moderazione della aggressività umana al costo di

una diminuita ambizione?

• il malcontento non è solo un male

Sfide etiche della biotecnologia • Ci sono delle promesse forti della biotecnologia, ma

anche delle preoccupazioni:

• Auto-comprensione umana: la volontà libera, la

responsabilità morale

• eugenetica

• controllo del comportamento dalla parte dello Stato

• terrorismo biologico

Sfide etiche della biotecnologia L’uso della biotecnologia “oltre la terapia”

Metodi:

• ingegneria genetica

• psicofarmaci

• nanotecnologia (la manipolazione della materia a livello

atomico e molecolare)

Pratiche già stabilite:

chirurgia cosmetica, sostanze da aumentare le prestazioni

(performance enhancing drugs), stimolanti

Sfide etiche della biotecnologia L’uso della biotecnologia “oltre la terapia”

Domande:

• Esiste una natura umana? Si può manipolarla?

• Cosa vuol dire essere un essere umano e essere attivo

come essere umano?

• La salute è un bene umano supremo?

Sfide etiche della biotecnologia L’uso della biotecnologia “oltre la terapia”

• La distinzione terapia - enhancement

• La salute come criterio di ciò che è la terapia e ciò che è

oltre la terapia?

• Cosa è la salute?

• WHO: “La salute è lo stato di ben-essere completo sul

livello fisico, mentale e sociale.”

=> ogni intervento sarebbe terapeutico

• i limiti della condizione umana: abbiamo difficoltà ad

accettarli

• i benefici gratuiti di ieri sono già i diritti di oggi (es.

trapianti)

Sfide etiche della biotecnologia L’uso della biotecnologia “oltre la terapia”

• problemi con il miglioramento:

• conseguenze sociali, vantaggi ingiusti

• conseguenze per il nostro carattere, la nostra virtù se

otteniamo i risultati in modo facile attraverso la

biotecnologia e non attraverso i nostri sforzi e/o la

auto-disciplina

Sfide etiche della biotecnologia L’uso della biotecnologia “oltre la terapia”

• Cosa desideriamo ottenere attraverso la biotecnologia?

1. I figli migliori

2. Prestazioni più elevati

3. Corpi senza età (l’immortalità)

4. Anime felici

I figli migliori • Far crescere i bambini: vari sforzi guidati dall’ idea di

ciò che è buono per il figlio

• Ma cosa è meglio per il bambino? Cosa è un figlio

migliore?

• Essere bambino vuol dire “essere-non-ancora”; “essere-

sul-cammino”.

• Paradosso: i genitori amano i loro figli senza condizione

e allo stesso tempo fanno tutto il possibile per cambiarli.

• Il più importante miglioramento che i genitori cercano:

• la promozione della capacità di far senza la loro

guida

I figli migliori • Quali sono i mezzi giusti per “migliorare” i figli?

• la lingua

• atti simbolici

• lode e rimprovero, premio e punizione

• Ma ci sono limiti dati dalla natura stessa: la naturale “attrezzatura” può essere insufficiente.

• Pericolo: alcuni mezzi potrebbero minare lo scopo principale dell’educazione (di diventare adulti autonomi), soprattutto se questi mezzi raggiungono qualche effetto senza chiedere sforzi o impegni da parte del figlio.

I figli migliori • Già utilizziamo prodotti tecnologici per perfezionare i

doni della natura: vitamine, lenti, immunizzazioni.

• Scopo fino ad oggi: restaurare e proteggere la salute

• Le nuove tecnologie: migliorare la dotazione naturale

tramite la genetica o i medicinali: designer babies

I figli migliori Il sapere genetico e la tecnologia

• 1953: Watson e Crick: scoperta della struttura DNA

• 2003: conclusione del Human Genome Project:

decifrazione del DNA umano

• Numerosi studi per correlare caratteristiche fenotipi con

la presenza o l’assenza di indicatori genetici.

• Il sapere genetico offre in teoria tre prospettive per

aumentare il controllo genetico

I figli migliori • Il sapere genetico offre in teoria tre prospettive

per aumentare il controllo genetico

1. eliminare il “difettoso”

2. selezionare il “buono”

3. ricostruire per il “meglio”

I figli migliori Valutazioni etiche:

1. Quali promesse e motivazioni?

• generare figli sani

• compassione

• per gli individui afflitti

• per le famiglie afflitte

• ridurre i costi sociali ed economici per la cura degli ammalati

• speranze nel progresso della società umana: eliminare le malattie genetiche

• migliorare le dotazioni naturali dei figli

I figli migliori Valutazioni etiche:

2. Quali pericoli?

• pericoli con i mezzi utilizzati nello screening genetico: per la donna e per il bambino

• Lo screening pre-natale implica necessariamente l’aborto

• interventi diretti nella linea germinale (materiale genetico che può essere trasmesso ad un discendente): rischi incalcolabili

• La sicurezza del paziente: nelle domande del FIV – PGD si pensa solo alla madre come paziente, dimenticando il figlio:

• gli embrioni che saranno distrutti?

• il figlio che nascerà.

I figli migliori Valutazioni etiche:

2. Quali pericoli?

• Cosa accadrà se un giorno la pratica del FIV-PGD

fosse considerata superiore alla procreazione

naturale? Conseguenze per la famiglia e la società

• La procreazione umana diventerebbe un produrre

• Le nuove tecnologie implicano un atteggiamento

di controllo e di pretese e aspettative di perfezione

I figli migliori Sostanze Psicoattive ed educazione

• I genitori possono cercare di migliorare le capacità dei

loro figli tramite la pratica, possono sviluppare gusti,

stimolare interessi, allargare gli orizzonti:

• la lettura

• viaggi

• cultura

• Cercano di migliorare il comportamento dei figli: a casa e

a scuola

• rapporto con l’autorità, come prestare attenzione, come

accettare responsabilità, come gestire lo stress e la

delusione, come praticare il dominio di sé.

I figli migliori Sostanze Psicoattive ed educazione

• Le sostanze psicoattive (“stupefacenti”)

promettono un aiuto. Sappiamo sempre di più del

rapporto tra la neuro-chimica e la genetica e il

comportamento umano: possibilità di cambiarlo.

I figli migliori Sostanze Psicoattive ed educazione

• La diagnosi del Disturbo da Deficit dell’Attenzione e

Iperattività può dipendere dal giudizio soggettivo.

• I sintomi che portano alla diagnosi di Disturbo da Deficit

dell‘Attenzione e Iperattività esistono separatamente e in

vari gradi di severità. Esistono in qualche modo in quasi

tutti i bambini in alcuni momenti della crescita.

• Le cause di ADHD: eventualmente una predisposizione

genetica e fattori ambientali, ma non c’è un criterio

biologico o un esame fisiologico per ADHD.

I figli migliori Sostanze Psicoattive ed educazione

Il potere di influenzare il comportamento dei bambini tramite la biotecnologia solleva delle domande importanti:

1. La domanda della sicurezza

• Ogni droga comporta un rischio per il corpo. Ogni droga efficace ha degli effetti collaterali che possono essere dannosi.

• Una droga abbastanza forte per modificare il comportamento, influenzando il cervello, può essere abbastanza forte per portare dei danni.

• I dati riguardo agli effetti di lungo termine non sono ancora sufficienti

• Per questioni di sicurezza non sembra giustificabile l’uso di queste sostanze per fini non-terapeutici.

I figli migliori Sostanze Psicoattive ed educazione

2. Allevare i bambini: il contesto umano

• I bambini devono imparare certe lezioni difficili. Ma talvolta l’imparare è più importante del contenuto della lezione.

• I genitori: tra controllo oppressivo e negligenza

• La libertà del figlio: droghe che modificano il comportamento dei bambini permetterebbero ai genitori, agli insegnati o ad altri, di intervenire nel sistema neuro-chimico del bambino talora questi si comportasse in un modo non-conforme allo standard sociale.

I figli migliori Sostanze Psicoattive ed educazione

• L’uso comune: cambiamento dello standard

• Necessità sociale: solo per tenere il passo

• Conformismo sociale:

• Il potere di opprimere le inclinazioni e i

temperamenti naturali a nome di un’educazione

migliore diminuirà le differenze e la diversità

tra gli uomini nella società.

• Tutti devono comportarsi nel modo eguale:

diminuita tolleranza

I figli migliori Sostanze Psicoattive ed educazione

3. La “medicalizzazione” dell’educazione:

• Pericolo di sostituire la lingua e i metodi dell’educazione morale con la lingua e i metodi della medicina

• La maggioranza dei figli che sono irrequieti e iperattivi con il passaggio del tempo imparano a comportasi meglio: tramite l’istruzione e l’esempio, con la lode e il rimprovero

• I medicinali psicoattivi evitano questo processo e mirano direttamente al cervello senza passare tramite il processo dell’imperare.

I figli migliori Sostanze Psicoattive ed educazione

3. La “medicalizzazione” dell’educazione:

• L’educazione morale mira principalmente alla formazione

del carattere e non all’atto esterno; ciò che conta di più è il

processo di imparare.

• Il bambino cui comportamento buono segue dalle droghe

forse non imparerà il dominio di sé. Potrebbe infatti

pensare che questo non sia necessario.

• Chiunque fa uso delle droghe stimolanti tratta la

irrequietezza dell’adolescenza come una sfida medica

invece di una sfida morale e in questo modo priva il suo

figlio da una parte essenziale dell’educazione.

Prestazioni più elevati • Non abbiamo solo il desiderio di migliorare i

nostri figli, ma anche noi stessi.

• Cerchiamo le prestazioni elevati in tantissime

attività.

• La tecnologia ci potrebbe aiutare a migliorare le

capacità del nostro corpo e della nostra mente:

• droghe

• modificazioni genetiche

• interventi chirurgiche (anche quelli che

impiantano degli apparecchi nel corpo)

Prestazioni più elevati • Che cosa vuol dire “prestazione superiore?”

• “superiore” a ciò che ho fatto prima

• “superiore” a ciò che ha fatto mio contendente

• “superiore” al meglio

• “superiore” a ciò che avrei fatto senza ulteriore

stimolazione o aiuto tecnologico

Prestazioni più elevati • Cosa vuole dire “prestazione” o “performance”?

• implica il fare attivo di ciò che facciamo

• esprime in un modo attivo ciò che siamo: esseri viventi corporali: vivere vuol dire essere attivo, essere in atto; sistemi organici eseguono le loro funzioni.

• Nel caso dell’uomo: non si tratta solo del funzionamento dell’organismo ma anche delle attività umane scelte liberamente.

• Performance: suggerisce un rapporto con altri: spettatori, competitori

Prestazioni più elevati • Cosa vuole dire “prestazione” o “performance”?

• implica il fare attivo di ciò che facciamo

• esprime in un modo attivo ciò che siamo: esseri viventi corporali: vivere vuol dire essere attivo, essere in atto; sistemi organici eseguono le loro funzioni.

• Nel caso dell’uomo: non si tratta solo del funzionamento dell’organismo ma anche delle attività umane scelte liberamente.

• Performance: suggerisce un rapporto con altri: spettatori, competitori

• La prestazione elevata: l’idea dell’attività umana eccellente.

• Eccellere come esseri umani: esercitare i poteri umani in un modo sia eccellente che umano

Prestazioni più elevati • Nel campo dell’atletica come in tanti altri campi di vita, il

mezzo più importanti per migliorare le prestazioni è la pratica / l’allenamento.

• Allenarsi vuol dire essere attivo; implica l’aspirazione.

• Si acquisisce tramite la pratica e gli sforzi dei miglioramenti in quei poteri e capacità che si usano nell’allenamento.

• L’atto da essere perfezionato è perfezionato nella sua attualizzazione. E poi la capacità di essere migliorato è essa stessa migliorata dal suo uso.

• Nessuna misura di allenamento può superare la mancanza inalterabile di dotazioni naturali.

Prestazioni più elevati • In quanto identità corporale, la nostra identità è sempre in

qualche grado indipendente della nostra volontà

• Le nostre capacità corporali sono “dati”.

• Le nostre capacità finite e i nostri corpi limitati rendono possibili la nostra identità.

• Se cerchiamo le prestazioni superiori tramite l’allenamento, il modo in cui i nostro corpo è attivo è intimamente connesso all’esperienza del nostro corpo come il nostro corpo.

• Nel caso degli interventi che scavalcarono l’esperienza umana e effettuano la loro magia biologica in un modo diretto, il modo silenzioso in cui lavora il nostro corpo è più alienato dal senso della nostra operosità.

Prestazioni più elevati • La domanda della salute

• il rischio alla salute e la realtà di effetti collaterali

• Steroidi: tumori dei reni, alta pressione del sangue,

infertilità

• Per tanti nuovi mezzi non ci sono ancora dati

sufficienti per valutare i rischi

• Essere un atleta non deve implicare l’accettazione di

una morte prematura o di una malattia severa.

• tante attività sportive comportano dei rischi intrinseci:

il pugilato, il calcio, lo sciare.

• rischi intrinseci versus rischi superflui

Prestazioni più elevati • La domanda dell’equilibrio umano

• Le droghe che danno una capacità facilmente possono

togliere un’altra: l’incremento della capacità di

sopportare il dolore potrebbe portare al decremento

della capacità di sperimentare il piacere fisico.

• Isolando un potere umano portano ad un disequilibrio.

• Il rischio di compromettere l’insieme della vita umana

per una parte isolata

Prestazioni più elevati • La domanda del senso dell’attività umana

• Cosa vuol dire essere attivo come essere umano in un

modo eccellente?

• Il rapporto tra atto ed agente: la prestazione atletica

dipende sia dall’attività che dall’identità dell’agente.

• Per esempio: la corsa. Non dipende solo dal risultato: il

meglio tempo

• ma anche da chi lo fa: un essere umano e non un

leopardo

• e da come lo fa: correndo e non su pattini a rotelle

• Per valutare l’eccellenza atletica guardiamo a tutte e

tre: che cosa si fa, chi lo fa e come si lo fa.

Prestazioni più elevati • La domanda del senso dell’attività umana

• Atti umani e atti dell’uomo: non tutti gli atti compiuti

da persone sono atti personali

Corpi senza età

Corpi senza età • Il corpo si invecchia; le sue capacità declinano

• La nostra vita ha una fine

• Sogno umano: superare l’invecchiare, sfidare la

morte

• Scienziati avevano qualche successo nel

prolungare la vita di alcune specie di animali

• La domanda da porci in questa parte del corso:

Quali sono le possibile tecniche per prolungare

la vita e quali sarebbero le loro immaginabili

conseguenze ed implicazioni etiche?

Corpi senza età Il significato di “corpi senza età”

• In quanto misuriamo l’età con il semplice passaggio di anni vissuti, l’invecchiare non si lascia fermare

• Ma l’invecchiare ha anche due altre facce:

• Le nostre capacità fisiologiche e mentali diminuiscono

• La nostra comprensione e il nostro giudizio si migliorano

• E’ l’invecchiare del nostro corpo che vogliamo fermare.

Corpi senza età Il significato di “corpi senza età”

• La corruzione del corpo implicato nell’invecchiare ci parla della morte

• La morte è la barriera naturale più grande al completo auto-dominio umano

• Immortalità: attributo divino

• Essere soggetti alla morte: attributo che definisce la condizione umana: “esseri mortali”

• Il processo scientifico contro l’invecchiamento non mira esplicitamente all’immortalità. Comunque tratta della condizione mortale come se fosse una tra altre malattie.

• Nessun punto naturale per la ricerca di fermasi

Corpi senza età Il significato di “corpi senza età”

• La finitudine della nostra potenza e del nostro

tempo: parte integrale della nostra condizione

come essere viventi corporali. Parlare di corpi

senza età è quasi una contraddizione in termini.

• Sottrarsi dal tempo e dall’invecchiare sarebbe

fuggire dal nostro essere corporale

• Non si tratta solo di aggiungere anni alla vita ma

anche di aggiungere vita agli anni.

Corpi senza età Tre vie generali per realizzare il prolungamento della

vita

1. ridurre le cause della mortalità tra i giovani

2. combattere le malattie tra i vecchi

3. rallentare il processo dell’invecchiamento

Corpi senza età Nota bene:

• L’invecchiamento non è soltanto una domanda di un’età

avanzata: non produce soltanto l’età anziano ma anche il

ciclo di vita stesso

Corpi senza età Considerazioni etici: Effetti per la società

1. Le generazioni e le famiglie

• Rapporti tra le generazioni: costruiti intorno al ciclo di

vita.

• Il mondo è rinnovato con ogni nuova generazione, ma

rimane radicato solidamente nell’esperienza e nella

sapienza dei vecchi.

• Il bisogno dei giovani e dei molto vecchi fa sì che sempre

c’è più o meno una generazione che è la generazione

guida, responsabile sia per quelli che vengono sia per

quelli che partono.

Corpi senza età 2. Innovazione, cambiamenti, rinnovamento

• La vita economica e politica: poche ragioni per ritirarsi

• benefici dalla sapienza ed esperienza

• difficoltà nell’adattarsi a nuove situazioni; poco

innovazione

• Le convinzioni formate all’inizio della vita rimangono

• L’innovazione seria è il compito di una nuova generazione

• L’apertura e freschezza della società: dopo un po’ di

tempo smettiamo a vedere al mondo con occhi freschi.

• Poche sorprese, speranze deluse e sogni incompiuti:

ambizione diminuita, fatica, cinismo

Corpi senza età Considerazioni finali

• L’invecchiamento è davvero una malattia?

• La finitudine della vita umana non è forse

nient’altro che un problema da risolvere?

• Lo scopo della medicina è di perfezionarci?

• Ma l’essere umano, anche quando è sano, non è

mai un essere perfetto. E’ proprio l’essere

imperfetto, è il nostro rapporto mai soddisfatto con

la realtà, che fa nascere in noi le nostre aspirazioni

più profondi e le nostre conquiste più grandi.

Verso una filosofia dell’organismo

Verso una filosofia dell’organismo

• Una filosofia dell’organismo: non come una

branca secondaria della filosofia, ma come una via

maestra all’ontologia?

Verso una filosofia dell’organismo

• Dov’è che l’essere si rivela?

• Jonas pone al centro delle sue riflessioni

l’organismo vivente

• La domanda fondamentale di ogni ontologia degna

di questo nome deve quindi essere: “Che cos’è la

vita?”

Verso una filosofia dell’organismo

1. Il panvitalismo

• La prima, e in un certo senso “naturale”, visione

del mondo fu l’animismo o panvitalismo: il mondo

è vivente.

• In un mondo che è vivente, la morte incombe

come il grande mistero.

• Il cadavere è l’inspiegabile per eccellenza.

• L’unica soluzione a questo mistero è una

spiegazione che lo elimina: la morte non è reale, è

semplicemente un rito di passaggio

Verso una filosofia dell’organismo

2. Il dualismo

• A seguito delle grandi scoperte cosmologiche, si arriva a un cambio completo di paradigma. La Terra stessa, il Sole e le stelle certamente non sono viventi.

• Nel cosmo sterminato, nelle vaste distese di spazio che gli scienziati hanno scoperto, la vita è l’eccezione assoluta e straordinaria

• Il metodo scientifico, che con il suo uso dell’analisi e delle misurazioni fissa il nuovo standard della conoscibilità, è molto più adatto per trattare della materia morta che degli esseri viventi

Verso una filosofia dell’organismo 2. Il dualismo

• Un essere vivente non si presta agevolmente all’analisi e alla descrizione matematica.

• Mentre il non vivente è facilmente conoscibile, il vivente rappresenta un’eccezione strana e misteriosa.

• Nell’“ontologia della morte” la norma generalizzata è la materia morta.

• Occorreva trovare un’alternativa al panvitalismo.

• Nella ricerca di una visione coerente del mondo in cui la norma è la morte, ci sono due opzioni:

• spiegare ciò che è vivente in termini di ciò che è morto,

• o almeno, nel caso che vi sia un’eccezione residuale, spiegare quest’ultima.

Verso una filosofia dell’organismo

2. Il dualismo

• Per la validità di qualsiasi norma, conviene ridurre

al minimo le eccezioni alla norma stessa.

• Va visto in questo contesto il tentativo di

Descartes di interpretare gli animali come pure e

semplici macchine.

• Per Descartes, gli animali agiscono come se

avessero una certa interiorità, una certa

soggettività, ma alla fin fine non sono che degli

automi.

Verso una filosofia dell’organismo 2. Il dualismo

• Animale automa: Descartes deve ammettere una sola eccezione alla norma universale della materia morta.

• L’eccezione è l’essere la cui interiorità è direttamente data a me, e che sono io stesso nel mio vissuto.

• Descartes ha poi cercato di spiegare questa eccezione introducendo la divisione fra res cogitans e res extensa, fra la “cosa pensante” e la “cosa estesa”, cioè fra la mente e il corpo.

• Alla fine, il corpo è una macchina abitata da una cosa pensante, che è l’unica cosa che possiede una “interiorità” o soggettività, sebbene non si possa più chiamarla propriamente “vivente”.

Verso una filosofia dell’organismo

2. Il dualismo

• La vita viene ridotta alla coscienza: un fenomeno

misterioso che si può mettere fra parentesi.

• una condivisione del lavoro: la scienza della natura

non ha bisogno né di affermare, né di negare la

coscienza, perché il suo oggetto è un altro: la

materia che si può misurare, analizzare,

dissezionare e ricomporre, cioè la materia morta.

Verso una filosofia dell’organismo

2. Il dualismo

• Ma la scienza naturale non può mantenere a lungo

questa posizione “agnostica” riguardo alla

coscienza.

• Fra i suoi oggetti ve n’è uno che la costringe a fare

una scelta.

• E’ il corpo vivente, il quale è sia essere materiale,

sia un’entità che mostra segni di interiorità.

• Il corpo vivente testimonia del fatto che in ultima

analisi le due sfere non sono separate, e che non

esistono separatamente l’una dall’altra.

Verso una filosofia dell’organismo

2. Il dualismo

• Il problema principale del dualismo mente-corpo di Descartes: la questione dell’interazione.

• Come interagiscono fra loro mente e corpo, che in base a quest’ipotesi sono due sostanze diverse, e di tipo molto diverso?

• Descartes situa il punto d’interazione nella ghiandola pineale.

• L’occasionalismo è un costrutto filosofico elaborato dai seguaci di Descartes: In “occasione” di ogni moto della mente, nientedimeno che Dio stesso provvede al moto del corpo.

Verso una filosofia dell’organismo 2. Il dualismo

• Riduzione della vita alla coscienza

• Introduzione della tensione fra mente e materia

• Il dualismo si dissolve in un monismo su ciascun versante della sua polarità: l’idealismo o il materialismo.

• Due opzioni:

• interpretare tutto come coscienza, e dire che ciò che viene esperito come materia non è che una delle sue modalità;

• sostenere che tutto è materia, e che ciò che viene esperito come coscienza non è che una modalità della materia, un epifenomeno (come il suono delle corde della chitarra)

Verso una filosofia dell’organismo

3. Idealismo

• un costrutto filosofico dotato di coerenza interna, e

come tale non falsificabile in modo significativo

• Ma proprio qui sta la sua debolezza.

• Benché coerente in se stesso, l’idealismo è

intrinsecamente solipsistico.

• Se tutta la realtà è in ultima analisi coscienza o

mente, sorge il problema di come menti diverse

possano individuarsi o interagire.

Verso una filosofia dell’organismo

3. L’idealismo

• Se cominciamo dalla coscienza, non usciremo

dalla coscienza.

• Se non c’è altro che mente, allora non ci sarà posto

per diverse cose: resterò per sempre intrappolato in

me stesso.

• Il solipsista, nel momento stesso in cui difende la

sua posizione, cade in una contraddizione

performativa, perché un argomento presuppone

per sua stessa natura l’altra persona, alla quale è

rivolto e che dovrebbe convincere.

Verso una filosofia dell’organismo

4. Il materialismo

• In quanto monismo, il materialismo cerca di

spiegare ciò che viviamo come interiorità, mente o

coscienza, in termini di cause materiali.

• Quelli che ci sembrano stati mentali, come la

rabbia, la gioia, l’amore, la convinzione, ma anche

lo stesso pensiero, non sono altro che epifenomeni

di stati materiali, cioè fenomeni che

accompagnano gli stati materiali ma che non

hanno essi stessi una rilevanza causale.

Verso una filosofia dell’organismo

Critica al materialismo:

• Lo stesso scienziato o filosofo che propone il

materialismo come valida visione del mondo vorrebbe

farlo perché convinto che è vera.

• Ma se fosse vera, allora il scienziato dovrebbe pensare le

sue stesse convinzioni come vere per via di certi processi

neuronali che avvengono nel suo cervello.

• Avanzando la sua posizione è convinto di ritenerla vera

perché vi è arrivato dopo una riflessione razionale.

• Il materialismo nega la possibilità dell’argomentazione

razionale: è il cretese che chiama tutti i cretesi bugiardi.

Verso una filosofia dell’organismo

• La vita: metabolismo e struttura teleologica

• Che cos’è il metabolismo?

• Analogia con le macchine: rifornire di carburante

una macchina e rifornire di sostanze nutrienti un

organismo

• Una “teoria combustiva del metabolismo” è

completamente inadeguata.

Verso una filosofia dell’organismo

Differenza tra organismo e macchina: 1. L’organismo

e libertà

• La macchina rimane inalterata. Ciò che cambia

essenzialmente è il carburante, non la macchina

stessa.

• metabolismo: a cambiare non è soltanto il

“combustibile”, ma l’organismo stesso.

• Le sostanze nutrienti entrano a farne parte. Le sue

cellule muoiono di continuo e si rinnovano di

continuo. Effettivamente, siamo ciò che

mangiamo.

Verso una filosofia dell’organismo

• Il sistema che metabolizza è anche il sistema che emerge

da quel processo: ne è costruito e mantenuto. Quindi

l’oggetto e l’agente del metabolismo sono lo stesso.

• Mediante il suo metabolismo, l’essere vivente è il

processo del suo stesso divenire, e combina identità con

cambiamento continuo.

• In qualsiasi momento, l’organismo metabolizzante è

identico alla sua materia, ma nel momento successivo la

sua materia è già cambiata, mentre l’organismo è rimasto

lo stesso.

Verso una filosofia dell’organismo

• Ciò che dà identità all’essere vivente nel tempo non è la

sua composizione materiale, che sta cambiando

continuamente,

• ma la sua forma: quella che Aristotele chiamava la sua

“anima”.

• Per Aristotele, “anima” si riferisce al principio vitale

dell’organismo, quello che fa la differenza fra un cane

vivo e un cane morto.

• In questo senso non soltanto gli esseri umani, ma anche i

cani e i gatti e persino le piante hanno l’anima: sono vivi

Verso una filosofia dell’organismo

• L’anima dell’organismo gode di una certa indipendenza dalla materia, in particolare riguardo a questa materia.

• Che l’organismo consista ora proprio di queste molecole è accidentale.

• Potrebbe essere fatto di altre molecole, benché dello stesso tipo, ma materialmente diverse e presto lo sarà.

• La libertà dell’organismo rispetto alla sua materia, ignota a qualsiasi macchina

Verso una filosofia dell’organismo

Differenza tra organismo e macchina: 2. L’organismo e

necessità

• Una macchina può funzionare, ma non vi è costretta. Può

essere – ed essere inattiva.

• Per un organismo il “processo di combustione”, mediante

il quale trasforma la materia in se stesso, è una necessità.

Perché sia, deve essere attivo.

• Per un organismo essere è vivere. Vivere significa essere

in attività: metabolizzare.

• Quando il loro metabolismo si ferma, cessano di vivere e

quindi cessano di essere.

• La ‘dialettica’ della libertà organica tra libertà e necessità

Verso una filosofia dell’organismo

• Nella dialettica tra libertà e necessità per la prima volta

l’essere si presenta in modo enfatico.

• La loro libertà nei confronti della loro materia costitutiva

impone loro la necessità di mantenere in funzione il

processo metabolico.

• La libertà degli esseri viventi è una libertà contrassegnata

dal bisogno e precaria.

• Soltanto per gli esseri viventi il non-essere è una vera

possibilità.

• La sopravvivenza diviene essa stessa un compito e quindi

un interesse.

• L’“esistenza come interesse”: trascendenza e relazionalità.

La teleologia della natura • Il metabolismo – la bisognosità dell’essere

vivente: implica il concetto di teleologia naturale.

• L’interesse come modalità di esistenza dell’essere

vivente

• L’essere vivente si interessa alle cose, che ha fini e

scopi, il che implica che questi fini a loro volta

abbiano certi effetti sull’essere stesso.

• L’essere vivente è affetto dai suoi fini. In altre

parole, se ha dei fini, questi influenzano il suo

comportamento.

La teleologia della natura • Gli scopi fungono da cause “finali”.

• Le cose sono mosse dai loro fini.

• Aristotele: il mondo intero è mosso da Dio. Non come un orologio è mosso dall’orologiaio, ma nel modo in cui l’amante è mosso dall’amato.

• Benché Dio stesso sia immobile, egli è il motore dell’intero universo come fine ultimo verso cui tendono tutte le cose.

• Gli sforzi degli esseri viventi per mantenere in vita se stessi e la loro specie si possono interpretare come espressione del loro desiderio di partecipare del divino.

La teleologia della natura • In epoca medievale: il mondo era visto piena di

scopi.

• La presenza di fini e scopi nel creato servì a San

Tommaso d’Aquino come premessa nella

formulazione della sua quinta via.

• Tutte le cose agiscono in vista dei propri fini.

• Doveva esservi un essere che vi ha inserito questo

senso e questi fini, ed è l’Essere che chiamiamo

Dio.

La teleologia della natura • Epoca moderna: è illecita l’attribuzione alla natura

delle stesse inclinazioni e tendenze appropriate

soltanto all’essere umano: antropomorfismo

• Senso comune scientifico: soltanto gli esseri umani

agiscono in vista di fini.

• La natura in se stessa non ha fini, e leggere dei fini

nella natura è procedere in modo non scientifico.

• Hans Jonas: la teleologia non è stata abbandonata

perché dimostrata falsa.

La teleologia della natura • Il motivo per l’abbandono sta semplicemente nel

fatto che essa appare non produttiva.

• Francesco Bacone, le cause finali sono sterili: non

aiutano né a produrre né a predire niente.

• Alimentano la nostra pigrizia. Ci accontentiamo

troppo facilmente di spiegazioni “inutili” e quindi

non indaghiamo ulteriormente.

• La vera conoscenza, per Bacone, doveva essere

“fruttuosa”, cioè produttiva. Sapere è potere; il

potere di produrre.

La teleologia della natura • Come siamo arrivato ad un’idea di conoscenza che

non guarda più le cose per ciò che sono, ma per ciò

che si ne può fare?

• Ad un certo punto, agli albori della modernità, si

sia deciso che le uniche cose che possiamo

conoscere sono quelle che abbiamo fatto noi

stessi.

• Hannah Arendt: l’invenzione del telescopio.

La teleologia della natura • Galileo Galilei ha dimostrato che la Terra ruota

intorno al Sole e non viceversa.

• Come modello teorico l’idea esisteva già da prima.

• Galileo è riuscito a dimostrare pubblicamente che

quella teoria corrispondeva alla realtà dei fatti.

• La scoperta provocò una crisi epistemologica

nell’Europa colta: dimostrò che i sensi ci

ingannavano da tempo immemorabile e che quindi

non ci si poteva più affidare ai sensi per entrare in

contatto con la realtà.

La teleologia della natura • Un sintomo di questa crisi: l’ossessione della

modernità per la certezza assoluta.

• Descartes e il metodo del dubbio sistematico.

• Afferma che la conoscenza uguale la certezza.

• Risultati curiosi: non è più certo dell’esistenza del

mondo materiale e sente il bisogno di dimostrare

l’esistenza del mondo materiale con l’aiuto

dell’idea di Dio, della cui esistenza, a sua volta, è

apoditticamente certo grazie alla prova ontologica.

• La prova ontologica è di tipo logico, non

cosmologico.

La teleologia della natura • Descartes colloca la certezza e quindi la

conoscenza nella coscienza.

• I nessi logici, i costrutti della coscienza, forniscono

comode certezze senza bisogno di eccessivi

affermazioni ontologiche.

• Due mele più due mele fa quattro mele, che esse

siano reali o sognate.

• La filosofia si volge alla coscienza.

• E’ qui anche una delle radici dell’innalzamento

della matematica a regina delle scienze.

La teleologia della natura • Ma altri filosofi e scienziati furono più pratici di

Descartes.

• Anziché dare la colpa delle difficoltà sulla soglia dei

nostri sensi, ne accusarono invece la natura

• La soluzione: se la natura non svela liberamente i suoi

segreti, bisogna farla uscire allo scoperto con

stratagemmi, o per mezzo di strumenti ed esperimenti

• Gli esperimenti sono sempre una verifica pratica di come

una certa cosa agisce e reagisce in certe condizioni.

• Quindi conoscere una cosa significa in ultima analisi poter

immaginare “ciò che possiamo farne quando l’abbiamo”,

per dirla con Thomas Hobbes.

La teleologia della natura • Anche Aristotele conosceva il metodo sperimentale, ma a

lui non pareva molto utile.

• Riteneva che la conoscenza ci mettesse in contatto col

modo in cui le cose sono di per sé, senza intervento

umano: la fisica è qualcosa di simile alla ricerca

comportamentale.

• L’esperimento risponde solo a domande i cui termini sono

stati fissati da noi stessi.

• Arendt: sospetto che gli scienziati moderni non facciano

conoscenza della natura, ma soltanto di se stessi

La teleologia della natura • In termini moderni il modo perfetto di conoscere qualcosa

sarebbe non soltanto conoscerne il comportamento in certe condizioni, ma conoscere anche le condizioni del suo nascere.

• L’esperimento perfetto sarebbe la produzione della cosa stessa.

• Sapere che cosa sia una nebulosa cosmica significa essere in grado di costruirne una, a condizione di essere abbastanza capaci e di disporre delle componenti necessarie.

• Possiamo davvero conoscere soltanto ciò che abbiamo fatto noi stessi.

La teleologia della natura • Data questa nuova impostazione, propria della scienza

moderna, la conoscenza, per essere autentica, deve avere

una qualche applicazione.

• Scienza e tecnologia vanno necessariamente di pari passo.

• Il secondo modo di reagire alla moderna crisi

epistemologica è ridurre la conoscenza al potere:

conoscenza, scienza, è potere, e in particolare potere di

produrre.

• La conoscenza è diventata pratica.

La teleologia della natura • Se questo è l’ideale della conoscenza, allora è chiaro che

non c’è posto per la teleologia, la conoscenza dei fini.

• E’ lo scienziato, infatti, che stabilisce i fini.

• Prendere in considerazione presunti fini inerenti alle cose che lo scienziato cerca di manipolare non farebbe che ostacolare il processo scientifico e sarebbe inutile dal punto di vista dei suoi risultati.

• La natura, un tempo considerata mater, è oggi considerata mera materia, e alla fine la materia è ridotta a materiale per la produzione sperimentale.

• La scomparsa della teleologia: Pensare alla dinamica interna della cosa stessa non può che essere una distrazione, in un contesto in cui desideriamo introdurla in una dinamica che stabilita da noi stessi.

La teleologia della natura • Si paga un prezzo per aver trascurato o negato la

teleologia.

• Vedere fini intrinseci alla natura significa vedere la

natura in modo antropomorfo. Ma poi anche gli

esseri umani appartengono alla natura e corrono il

rischio di diventare il loro stesso antropomorfismo.

La teleologia della natura Teleologia e libertà

• Non possiamo limitare la teleologia ai soli esseri

umani.

• O dobbiamo ammetterla almeno per l’intero regno

del vivente, compresi gli esseri umani e gli

animali, oppure, volendo negarla agli animali e

agli altri essere viventi, dobbiamo negarla anche

agli esseri umani.

• Ma perché è così importante la teleologia?

• Soltanto un essere che è capace di avere degli

scopi può essere libero.

La teleologia della natura • In assenza di fini dati, non sarebbe possibile fornire una

giustificazione razionale delle proprie scelte perché si sarebbero aboliti tutti i criteri che lo consentirebbero.

• Per spiegare le proprie scelte, restano allora due modi. Il primo modo è dire che sono arbitrarie o in ultima analisi assurde.

• Quel che conta, allora, non è ciò che è scelto, ma il fatto che è scelto. Quanto più enfaticamente e autenticamente scelgo, tanto meglio è.

• Questa è la via del moderno esistenzialismo, che, seppure tacitamente, reintroduce almeno una cosa che è un dato o che è “un bene”, e che può servire da criterio per la bontà delle proprie scelte: l’autenticità o la risolutezza della propria scelta, l’affermazione della pura volontà nel suo atto di volere.

La teleologia della natura • La volontà si compiace del suo stesso esercizio e

dell’abbondanza della sua forza. Non importa che cosa

vuole: importa solo il fatto che vuole.

• Che non vi sia criterio per ciò che sceglie è riconosciuto

come assurdo e anzi affermato come tale.

• Tuttavia, anche al culmine della volontà che vuole volere,

per il grande esistenzialista francese Jean-Paul Sartre,

resta una certa nausea, mentre per il suo compatriota

Albert Camus il problema più grande della filosofia è

perché non commettere suicidio. Così, la conseguenza

ultima è il nichilismo.

La teleologia della natura • L’altro modo di spiegare le scelte che sono rimaste senza

criteri razionali a motivarle è spiegarle in termini causali, e quindi abbandonare l’idea stessa di libertà.

• In assenza di criteri che possano motivare le mie azioni, la cosa più plausibile sarebbe partire dal presupposto che le mie scelte siano causate dai processi chimici in atto nel mio cervello o dagli influssi del mio ambiente.

• Perché preferisco avere due braccia e non uno solo si può spiegare in termini di processi neuronali ed equilibri chimici.

• Può darsi che qualcun altro, in cui questi processi si svolgono in modo diverso, abbia altre preferenze. Ma là dove c’è o pura e semplice assurdità, o determinazione totale, non può esservi libertà.

La teleologia della natura • Ciò che abbiamo cercato di sostenere è che perché sia

possibile la libertà, devono essere dati almeno alcuni fini, che servono poi da parametri entro i quali si può esercitare la libertà in modo che abbia senso.

• L’essere per cui la vita è un bene, ad esempio, può, in base alla sua precedente accettazione di questo dato, promuovere, coltivare e difendere liberamente e creativamente questo bene, ed è quindi molto più libero di un essere per cui non c’è niente che sia bene, che non ha nulla da promuovere, coltivare o difendere, e che alla fin fine è morto.

• L’interesse è proprio il segno distintivo della vita. Gli esseri viventi sono esseri interessati, cioè che hanno interesse per certe cose, che si tratti del gatto che s’interessa al topo, o al filosofo che s’interessa a un’accesa discussione.