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SESSANT’ A NNI DI DIBATTITO SULLA VALORIZZAZIONE MUSEALE IN ITALIA I MUSEI CON TEMPORANEI PATRIZIA DRAGONI EDIFIR, FIRENZE, 2010

SESSANTANNI DI DIBATTITO SULLA VALORIZZAZIONE MUSEALE IN ITALIA I MUSEI CONTEMPORANEI PATRIZIA DRAGONI EDIFIR, FIRENZE, 2010

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Dalla contestazione del museo monumentale di tradizione ottocentesca «la fatica della visita al museo» si passa nel corso del Novecento, attraverso una esigenza insistita di rinnovamento, verso soluzioni di maggiore utilità sociale e di attenzione, nonché di apertura, verso il pubblico.

Il museo oscilla tra:

Vocazione educativa e didattica – contestualizzazione delle opere – allestimenti «period rooms»

Vocazione estetica – impatto emotivo - isolamento dell’opera d’arte

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ANNI 1945-1953CRITERI GENERALI DI RIORDINAMENTO

1953 – Conferenza generale dell’ICOM nelle sale riaperte di Palazzo Bianco a Genova e della Pinacoteca di Brera a Milano in cui nasce il primo documento normativo per i musei italiani «Criteri generali di riordinamento»

www.icom-italia.org

Il «passo avanti» doveva consistere nel potenziare l’UTILITA’ SOCIALE del museo e il rapporto con la scuola, suo interlocutore privilegiato.

Pubblico non più massificato

Valori di efficacia ed efficienza

Rispetto di obblighi e limiti rigorosi codificati nei Criteri generali di riordinamento relativi alla sede, agli allestimenti, ai servizi, alle mostre didattiche.

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LE SEDI

devono garantire:

- la facilità degli accessi

- l’amenità dell’ambiente circostante

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GLI ALLESTIMENTI

rifiutano le ambientazioni storiche (es «period rooms»)

si invitano ad esporre selezionate quantità di oggetti per evitare confusione e stanchezza nei visitatori

l’illuminazione artificiale deve garantire la massima leggibilità dell’opera

didascalie chiare ed esaurienti

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I CRITERI DI ORDINAMENTO E ALLESTIMENTO

Oltre a ribadire l’ormai consolidato orientamento a snellire le esposizioni, allestendo sale essenziali, l’aspirazione all’efficienza sfocia nell’invito a modernizzare, ad evitare la monotonia formale, giacché «anche in questo campo il nitore dei materiali e delle forme schiettamente moderne, lungi dal contrastare con il suggestivo aspetto di vetustà degli oggetti delle collezioni, ne mette in valore, per virtù di contrasto, le caratteristiche, ne sottolinea il pregio e il significato».

È in applicazione di questi principi ispiratori che la museografia italiana raggiunge notorietà internazionale firmata da architetti quali Franco Albini, Carlo Scarpa, i BBPR (Banfi, Belgioioso, Peressutti, Rogers).

In moti rimase il dubbio che questa opera di rifondazione sia stata eccessiva (interessò oltre 150 musei storici) e Andrea Emiliani puntualizzò: «il museo italiano esiste già, non ha bisogno di architetti, ma di restauratori».

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I SERVIZI

Devono essere creati depositi attrezzati e visitabili all’occorrenza

Laboratori di restauro

Laboratori didattici

Spazi espositivi temporanei per mostre e attività educative

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ANNI CINQUANTA

Lo sguardo inizia a spingersi oltre il museo, per osservare il paesaggio e i suoi valori culturali esposti al rischio della precipitosa ricostruzione del dopoguerra.

La salvaguardia e la valorizzazione dei monumenti e del paesaggio si collegavano

- Alle utilità economiche legate al turismo;

- Al tema dell’ambiente, del modello di sviluppo e della qualità della vita.

Anche il tema della tutela si dilata a misura del territorio e si interseca con la questione ecologica.

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ANNI SESSANTA

Il contesto internazionale è caratterizzato da una diffusa domanda di qualità della vita … che richiede politiche pubbliche.

1959 la Francia istituisce il Ministero della Cultura guidato da André Malraux

1964 in Italia viene istituita la «Commissione di indagine per la tutela e la valorizzazione del patrimonio storico, artistico e del paesaggio» presieduta dal senatore Francesco Franceschini

1966 negli USA nasce il National Endowment for the Arts

1968 museo – laboratorio e concezione aperta e dinamica dei musei, inseriti nel paesaggio e nel contesto

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ANNI SETTANTA: MUSEO SOCIALE E MUSEO DEL TERRITORIO

Fra conservazione, contestazione e innovazione si discute di democrazia culturale e di allargamento del concetto di cultura oltre la sfera del patrimonio storico artistico.

Giovanni Urbani sostiene l’importanza dell’innovativo concetto di «conservazione preventiva e programmata» rivolta ai singoli beni e all’ambiente che li ospita.

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ANNI OTTANTA: IL MUSEO COME RISORSA ECONOMICALe istanze relative al «museo sociale» e al «museo e territorio»

persistono e si rafforzano negli anni Ottanta. Il quadro generale tuttavia cambia per una serie di ragioni:

- Crescita della domanda di cultura sia interna sia inerente al turismo internazionale

- Incremento degli investimenti pubblici decisi in favore dei beni culturali nel tentativo di ridurre il tasso di disoccupazione

- Interesse per il valore economico del settore culturale concentrato soprattutto sui musei per la loro eminente funzione di «distribuzione dell’offerta» verso il grande pubblico

- Investimenti sulle nuove tecnologie per la catalogazione dei «giacimenti culturali»

- Valorizzazione dei beni culturali

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ANNI NOVANTA

Anche a causa della contrazione della spesa statale, imposta dall’esigenza di contenere il deficit pubblico e nell’impossibilità di contare sulle risorse economiche erogate negli anni Ottanta, alcuni temi, da lungo presi in esame, quali il rapporto tra tutela e valorizzazione, tra museo e territorio, la governance del museo e la sua proprietà giuridica, nonché le figure professionali sono posti in discussione. Si inizia, grazie al contributo di giuristi ed economisti, ad innovare la gestione dei musei, organizzando reti e sistemi e cercando di decentrare la titolarità delle funzioni amministrative.

Gestione associata, creazione di reti e di sistemi museali (case studies)

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ANNI DUEMILA

D.M. 10/05/2001 Atto di indirizzo sui criteri tecnico-scientifici e sugli standard di funzionamento e di sviluppo dei musei

D.G. 20/12/2002 Criteri e linee guida per il riconoscimento dei musei e delle raccolte museali

D.L. 22/01/2004, n° 41 Codice dei beni culturali e del paesaggio

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I MUSEI AL TEMPO DELLA CRISI

Raccomandazioni ICOM in sei punti:

1. Sistema culturale più cooperante e più integrato

2. Riorganizzazione e razionalizzazione dei sistemi culturali territoriali

3. Moratoria di nuovi musei

4. Uso razionale delle scarse risorse e rivalutazione delle spese per la gestione degli istituti culturali

5. Difesa del capitale umano

6. Sussidiarietà e riforma fiscale a favore degli istituti e delle attività culturali