12
S e le parole avessero un costo, probabil- mente, con la crisi incombente, si senti- rebbe più silenzio. Oggi, per effetto dello sviluppo della comunicazione mediatica, tutti parlano, spesso a sproposito, senza motivo, senza titolo e senza rendersi conto del peso che le parole hanno sull’opinione pubblica. Leaders di questa orgia di dichiarazioni solen- ni sono naturalmente i politici che, non con- tenti degli sconquassi che hanno procurato al Paese, imperversano sulla carta stampata e sulla televisione per inondarci di dichiara- zioni che poi smentiscono regolarmente il giorno dopo, di promesse che mai manter- ranno, di improponibili evoluzioni lessica- li che non hanno né capo né coda e che, per certuni, rivelano soltanto presunzione e ignoranza. Un esempio: pochi mesi fa un vice ministro ha dichiarato che l’evasione fiscale a volte può essere un espediente per la sopravvivenza, salvo poi, il giorno dopo, affermare di essere stato frainteso. Quello delle affermazioni smentite è il cavallo di battaglia di molti nostri politici, che non pensano a ciò che dicono o, meglio, non pensano affatto. In questi giorni Tv, stampa e blog parlano sol- tanto di due argomenti: come evitare o deci- dere, a seconda dei punti di vista, la decaden- za di un ex primo ministro e come organizza- re il congresso di un grande partito politico. A parte le dichiarazioni che per ignoranza, masochismo o puro calcolo personale vengono pronunciate dai vari cortigiani, tifosi o benefi- ciari delle decisioni che verranno prese in pro- posito, quello che lascia attoniti è la violenza verbale e l’arroganza di chi, con la menzogna, il ricatto, gli ultimatum ci sta allontanando dal presente e dalla verità. Davvero gli italiani meritano questa classe politica? Davvero non ci sono temi molto più importanti e decisivi sui quali spendere parole di speranza anziché vane promesse, come il taglio delle tasse o come fu, a suo tempo, quella del ponte sullo Stretto di Messina? Tra i parlatori più impegnati ci sono poi quel- li affetti da “congiuntivite” che non è una malattia degli occhi, come può sembrare, ma un’ idiosincrasia lessicale per il “congiuntivo”, modo verbale che riesce indigesto a molti fre- quentatori del video, siano essi politici, pre- sentatori o attori. Un altro bel florilegio di parole, tanto gratui- te quanto false e stonate, sono quelle di colo- ro che provocano disastri, lutti o tragedie e poi chiedono il perdono delle loro vittime o dichiarano di pentirsi per le nefandezze com- messe. Un altro evidente omaggio alla celebre canzo- ne di Mina (Parole…parole…) ci viene dal mondo dello sport, dove i media preferiscono il pettegolezzo, il gossip, l’apologia piuttosto che il giudizio tecnico, il racconto, l’analisi delle varie imprese sportive, contribuendo allo stesso tempo all’esasperazione dei tifosi, il cui grado di aggressività è appunto ingigantito dalle “parole” usate dai giornalisti. Poi ci sono gli imbonitori televisivi che ad ogni piè sospinto ci inondano di pubblicità e, nep- pure a farlo apposta, nelle ore della giornata meno opportune. Non è raro, infatti, all’ora del pranzo o della cena, sentire parlare di panno- lini, di eiaculazione precoce, di disinfettanti per il water, di problemi intestinali. L’elenco dei “parolai” potrebbe poi continuare all’infinito, se facessimo una invasione nel campo della comunicazione multimediale dove, grazie alla tecnologia di ultima genera- zione, ogni individuo può sentirsi per un minuto protagonista della vita sociale e poli- tica e illudersi di poter sovvertire la realtà con le sue parole, con i suoi giudizi, con i suoi appelli. Ma c’è una persona la cui parola, fortunata- mente, ci riempie di speranza e, nella sua semplicità, nella sua concretezza di giudizio, e nel suo essere a suo modo rivoluzionario, ci richiama al mondo reale, alla quotidia- nità, alla modestia. Si tratta di Papa Francesco, che rappre- senta l’assoluta novità di questo secolo e che è destinato ad influenzare le coscien- ze dei politici e la storia stessa dell’uma- nità. Il nuovo Pontefice attribuisce al dialogo - parlare e ascoltare per imparare - una impor- tanza fondamentale nei rapporti quotidiani, nei rapporti tra religiosità e laicismo. Dopo anni di Papi più intenti a dettare risposte, più impegnati a salvaguardare privilegi, eccone finalmente uno incline al dialogo, all’autocri- tica, schierato contro i saccenti e contro il “Dio” denaro, a fianco dei poveri e dei disere- dati. E tutto questo con un linguaggio sempli- ce, ma penetrante e convincente, comprensibi- le a tutti, apprezzato anche dai laici che, come il sottoscritto, sono sempre stati critici verso le gerarchie ecclesiastiche. Ecco quindi una parola che non si perde nel vento, ma che diventa comunicazione vera, stimolo alla comprensione e al dialogo, momento di verità, di speranza, di apprezza- mento per il prossimo e per ciò che ci può inse- gnare. Una parola che non è dogma, che non è soliloquio, che non è pretesa di verità ma che alla verità si accompagna, che non crea miti ma che anzi li combatte. Parole al vento DI RENZO BONOLI SENZA CONFINI NOTIZIARIO DELL’ASSOCIAZIONE CULTURALE E DI PROMOZIONE SOCIALE SENZA CONFINI Anno VII - N° 3-2013 - Registrazione presso il Tribunale di Bologna - n° 7658 del 18/04/06- Tiratura: 1500 copie stampate su carta riciclata Dir., Red. e Amm. sede Via Saffi, 54 - Budrio (BO) - Dir. Resp. Maurizia Martelli - Comitato di red.: Renzo Bonoli, Maria Marzia Lodi, Guido Montebugnoli, Pietro Di Bartolo Per la Vs. pubblicità contattate Renzo Bonoli. Tel. 338 3904582 - www.senzaconfinitaly.com - [email protected] La pagina dell’arte Budrio artistica a pagina 2 Eventi Ballerini per una sera a pagina 4 Storie di ieri Budrio 1960, alla ribalta di Campanile Sera a pagina 9 Il gusto dell’identità Al fèv di mûrt a pagina 11 Le nostre iniziative Mostre, incontri e visite guidate a pagina 12 L’EDITORIALE www.senzaconfinitaly.it senza confini budrio

SENZA CONFINI senza confini budrio spesso a sproposito, senza motivo, senza titolo e senza rendersi conto del peso che le parole hanno sull’opinione pubblica. Leaders di questa orgia

Embed Size (px)

Citation preview

Se le parole avessero un costo, probabil-mente, con la crisi incombente, si senti-rebbe più silenzio. Oggi, per effetto dello

sviluppo della comunicazione mediatica, tuttiparlano, spesso a sproposito, senza motivo,senza titolo e senza rendersi conto del pesoche le parole hanno sull’opinione pubblica.Leaders di questa orgia di dichiarazioni solen-ni sono naturalmente i politici che, non con-tenti degli sconquassi che hanno procurato alPaese, imperversano sulla carta stampata esulla televisione per inondarci di dichiara-zioni che poi smentiscono regolarmente ilgiorno dopo, di promesse che mai manter-ranno, di improponibili evoluzioni lessica-li che non hanno né capo né coda e che,per certuni, rivelano soltanto presunzione eignoranza.Un esempio: pochi mesi fa un vice ministro hadichiarato che l’evasione fiscale a volte puòessere un espediente per la sopravvivenza,salvo poi, il giorno dopo, affermare di esserestato frainteso. Quello delle affermazionismentite è il cavallo di battaglia di molti nostripolitici, che non pensano a ciò che dicono o,meglio, non pensano affatto.In questi giorni Tv, stampa e blog parlano sol-tanto di due argomenti: come evitare o deci-dere, a seconda dei punti di vista, la decaden-za di un ex primo ministro e come organizza-re il congresso di un grande partito politico.A parte le dichiarazioni che per ignoranza,masochismo o puro calcolo personale vengonopronunciate dai vari cortigiani, tifosi o benefi-ciari delle decisioni che verranno prese in pro-posito, quello che lascia attoniti è la violenzaverbale e l’arroganza di chi, con la menzogna,il ricatto, gli ultimatum ci sta allontanando dalpresente e dalla verità.

Davvero gli italiani meritano questa classepolitica? Davvero non ci sono temi molto piùimportanti e decisivi sui quali spendere paroledi speranza anziché vane promesse, come iltaglio delle tasse o come fu, a suo tempo,quella del ponte sullo Stretto di Messina?Tra i parlatori più impegnati ci sono poi quel-li affetti da “congiuntivite” che non è unamalattia degli occhi, come può sembrare, maun’ idiosincrasia lessicale per il “congiuntivo”,modo verbale che riesce indigesto a molti fre-quentatori del video, siano essi politici, pre-sentatori o attori.

Un altro bel florilegio di parole, tanto gratui-te quanto false e stonate, sono quelle di colo-ro che provocano disastri, lutti o tragedie epoi chiedono il perdono delle loro vittime odichiarano di pentirsi per le nefandezze com-messe. Un altro evidente omaggio alla celebre canzo-ne di Mina (Parole…parole…) ci viene dalmondo dello sport, dove i media preferisconoil pettegolezzo, il gossip, l’apologia piuttostoche il giudizio tecnico, il racconto, l’analisidelle varie imprese sportive, contribuendo allostesso tempo all’esasperazione dei tifosi, il cuigrado di aggressività è appunto ingigantitodalle “parole” usate dai giornalisti.Poi ci sono gli imbonitori televisivi che ad ognipiè sospinto ci inondano di pubblicità e, nep-pure a farlo apposta, nelle ore della giornata

meno opportune. Non è raro, infatti, all’ora delpranzo o della cena, sentire parlare di panno-lini, di eiaculazione precoce, di disinfettantiper il water, di problemi intestinali. L’elenco dei “parolai” potrebbe poi continuareall’infinito, se facessimo una invasione nelcampo della comunicazione multimedialedove, grazie alla tecnologia di ultima genera-zione, ogni individuo può sentirsi per unminuto protagonista della vita sociale e poli-tica e illudersi di poter sovvertire la realtà conle sue parole, con i suoi giudizi, con i suoiappelli.Ma c’è una persona la cui parola, fortunata-mente, ci riempie di speranza e, nella suasemplicità, nella sua concretezza di giudizio,e nel suo essere a suo modo rivoluzionario,ci richiama al mondo reale, alla quotidia-nità, alla modestia.Si tratta di Papa Francesco, che rappre-senta l’assoluta novità di questo secolo eche è destinato ad influenzare le coscien-

ze dei politici e la storia stessa dell’uma-nità. Il nuovo Pontefice attribuisce al dialogo- parlare e ascoltare per imparare - una impor-tanza fondamentale nei rapporti quotidiani,nei rapporti tra religiosità e laicismo. Dopoanni di Papi più intenti a dettare risposte, piùimpegnati a salvaguardare privilegi, ecconefinalmente uno incline al dialogo, all’autocri-tica, schierato contro i saccenti e contro il“Dio” denaro, a fianco dei poveri e dei disere-dati. E tutto questo con un linguaggio sempli-ce, ma penetrante e convincente, comprensibi-le a tutti, apprezzato anche dai laici che, comeil sottoscritto, sono sempre stati critici versole gerarchie ecclesiastiche.Ecco quindi una parola che non si perde nelvento, ma che diventa comunicazione vera,stimolo alla comprensione e al dialogo,momento di verità, di speranza, di apprezza-mento per il prossimo e per ciò che ci può inse-gnare. Una parola che non è dogma, che nonè soliloquio, che non è pretesa di verità mache alla verità si accompagna, che non creamiti ma che anzi li combatte.

Parole al vento

DI RENZO BONOLI

SENZA CONFINI

NOTIZIARIO DELL’ASSOCIAZIONE CULTURALE E DI PROMOZIONE SOCIALE SENZA CONFINI

Anno VII - N° 3-2013 - Registrazione presso il Tribunale di Bologna - n° 7658 del 18/04/06- Tiratura: 1500 copie stampate su carta riciclataDir., Red. e Amm. sede Via Saffi, 54 - Budrio (BO) - Dir. Resp. Maurizia Martelli - Comitato di red.: Renzo Bonoli, Maria Marzia Lodi, Guido Montebugnoli, Pietro Di BartoloPer la Vs. pubblicità contattate Renzo Bonoli. Tel. 338 3904582 - www.senzaconfinitaly.com - [email protected]

La pagina dell’arte

Budrio artistica

a pagina 2

Eventi

Ballerini per una sera

a pagina 4

Storie di ieri

Budrio 1960, alla ribalta diCampanile Sera

a pagina 9

Il gusto dell’identità

Al fèv di mûrt

a pagina 11

Le nostre iniziative

Mostre, incontri e visite guidate

a pagina 12

L ’ E D I T O R I A L E

www.senzaconfinitaly.it senza confini budrio

L A PA G I N A D E L L ’A R T E

Quando alcuni mesi fa Pier Luigi Mioli pro-pose, a noi dell’Associazione “SenzaConfini, di concorrere al “restauro” o,

per meglio dire, alla bonifica della Sala Rosa,abbiamo aderito con entusiasmo, perché cosìcome si presentava la sala espositiva era inde-cente e non più all’altezza della fama che l’a-veva consacrata come un sito ideale e ambitoper le manifestazioni artistiche. L’Amministrazione Comunale, ovviamente,aderì di buon grado all’iniziativa, anche perchédelle spese per il ripristino della sala se nefacevano carico le due Associazioni proponen-ti, Senza Confini e Rosso Magenta.Per di più, oltre al risanamento delle pareti,bisognose di tinteggiatura e di riparazione, ledue Associazioni si sono fatte carico della rea-lizzazione di una decina di cubi utili per l’e-sposizione di sculture. In questo ambiente,così trasformato e reso luminoso e accattivan-te dalle opere realizzate dagli amicidell’Associazione Rosso Magenta, è stato pro-prio Pier Luigi Mioli, coadiuvato nell’allesti-mento dalla dr.ssa Elena Zuccheri, ad inaugu-rare la nuova stagione di mostre con un’espo-sizione di fotografie e sculture che ha visto lapresenza di un folto pubblico che ha dimostra-to di apprezzare la “performance” di Mioli.

Un’altra artista budriese sta facendo parlare disé. Si tratta di Vanna Modelli che nelle setti-mane scorse ha partecipato con enorme suc-cesso di pubblico e di critica, alla manifesta-zione “Innovation” (dal 15 al 29 settembre)realizzata nella galleria “Forme d’arte” aVenezia, a due passi da Palazzo Grassi.Di lei scrive Mara Campaner, curatrice dell’e-sposizione: “Le figure modellate da Vanna sonofigure astratte in chiave emblematica, aderen-do ad un naturalismo informale, al quale con-ferisce un po’ di liricità. Queste forme ricche divibrazioni cromatiche si avvalgono di una ste-sura complessa, dove le aggregazioni di mate-ria e di colore pervengono a una dinamica par-ticolare, per cui all’interno e all’esterno dell’im-magine la fluttuazione della pennellata sullasuperficie ondulata provoca contrasti come se sitrattasse di un sisma sotterraneo”.

Un capitolo a parte merita l’iniziativa chel’Associazione “Senza Confini” realizzerà nelmese di ottobre a Bologna (Quartiere S.Stefano– Conservatorio del Baraccano) e a Budrio (SalaRosa di Palazzo Medosi Fracassati).Si tratta di una mostra di immagini della foto-grafa e giornalista colombiana Zoraida Dìazche, nella sua importante carriera professiona-le, ha testimoniato lo storico incontro aL’Avana tra Papa Giovanni Paolo II° e FidelCastro, ha accompagnato in Patagonia la prin-cipessa Diana, illustra-to il ritorno di Ma -radona alla Bombo neradi Buenos Aires e rea-lizzato splendidi servi-zi sulla guerriglia e sulnarcotraffico in Colom -bia. Fino a qualche decen-nio fa, quella ritrattaed esposta nella mostraera l’immagine dellaColombia e Medellinera la città più perico-losa del mondo, teatrodel dominio di PabloEscobar, morto nel1993, capo indiscusso dei narcotrafficanti.Oggi la capitale d’Antoquia viene definita unadelle città più innovative del mondo per il suoprogetto di integrazione urbana. Ma mille chi-lometri più a sud, sulla Cordigliera andina, èancora guerra tra i militari del Governo e le

Forze Armate rivoluzionarie di Colombia(FARC). Si tratta della guerriglia più antica elongeva di tutto il Latino-america che in temadi narcotraffico muove qualcosa come 300milioni di dollari ogni anno.Zoraida Diaz e la sua fotocamera hanno saputocogliere e interpretare le vicende tragiche delpaese con immediatezza e trascendenza. Il suo linguaggio è ancorato nella naturalezzadel “momento decisivo” che riesce a captare eporta lo spettatore dentro al contesto dell’im-magine, conferendole una dimensione narrati-va efficace e realistica.Le fotografie di Zoraida riflettono la suaprofonda familiarità con la dimensione umana

e sociale della Colombia e riscattano la quoti-dianità ritraendo fatti e personaggi chediventano icone e che sembrano poter entra-re nella storia se non addirittura nell’eter-nità. Le istantanee esposte nelle mostre, chele Associazioni “Francesco Francia” e “Senza

Budrio artistica

DI RENZO BONOLI

Zoraida Diaz e una delle sue splendide fotografie del servizio sulla guerriglie e il nar-cotraffico in Colombia.

L’inaugurazione della Sala Rosa, ristrutturata col contri-buto delle associazioni Rosso Magenta e Senza Confini.

Una delle opere di Vanna Modelli esposte alla manife-stazione “Innovation” realizzata a Venezia nella galleria“Forme d’Arte”.

L A PA G I N A D E L L ’A R T E

Confini” hanno organizzato al Conservatorio“Il Baraccano” di Bologna e alla “Sala Rosa”di Budrio, interpretano alla perfezione quelloche Roland Barthes ha definito “aplastar deltiempo” riferendosi alla foto storica: Zoraida èl’artefice di un richiamo ad un nuovo tempo,quello della esistenza umana fugace ed effi-mera.

Proseguendo la nostra attività in campo arti-stico, in collaborazione con Cristiano Galassi,abbiamo organizzato alcune mostre in SalaRosa.La prima mostra in programma (1-10 novem-bre) è quella di Daniele Cestari, artista bon-denese, le cui opere rappresentano al megliol’habitat dell’uomo contemporaneo, le metro-poli che vedono scorrere la vita nelle loro arte-rie. Quasi mai, nei suoi lavori, compare la figu-ra umana, come se fuggisse, infastidita, dalcampo visivo dell’opera, lasciandosi intuiresolo grazie alla presenza di automobili con ifari accesi o da qualche finestra illuminata. Lascelta pittorica dell’artista di rivolgersi ad unapittura monocromatica e le pennellate veloci edecise, senza ripensamenti, che delineanoarchitetture mai del tutto definite rafforzanole sensazione di trovarsi avvolti in un ambien-te quasi metafisico, dove tutto appare blocca-to come in un’istantanea. (Cristiano Galassi).Nel prossimo novembre sono in programmaaltre due mostre. Una di Fabrizio Fabbri, arti-sta nato a Palazzuolo sul Senio (FI) nel 1954 eresidente a Castenaso. Diplomato al Liceo arti-stico di Bologna nel 1973, Fabbri sperimentavarie tecniche pittoriche e collabora, con i suoifumetti e vignette, con riviste tra cui Cuore,Frigidaire, Zut, Emme ed Ellin Selae. Una sua

opera “Le cartoline di Kryzx” è stata esposta alPadiglione Italia della 54^ Biennale d’Arte diVenezia.L’altro artista in mostra è un budriese d’adozio-ne, che da anni ci delizia con le sue opere par-ticolari, Gianfranco Comai, nato a La Spezianel 1935. “Allievo del maestro Breviglieri, dagli anni ’70si allontana dalla pittura classicamente descrit-tiva per avvicinarsi, grazie ai suoi studi sulcubismo di Braque e Picasso e sul futurismo diBoccioni e Severini, ad una figurazione conta-minata da scomposizioni geometriche che con-finano a volte con l’astrazione e da un forteimpatto cromatico. Il sapiente dosaggio deicolori, soprattutto giocando tra i complementa-ri, rende la pittura di Comai un puzzle tonale diforte impatto visivo” (Cristiano Galassi).

GRANDE SUCCESSO PER “LA VALIGIA DEL PITTORE”

Farà molto discutere l’opera teatrale che haper protagonista il pittore Enrico Visani,nostro socio e conterraneo di Dino Campana,per il quale l’artista ha sempre avuto unagrande ammirazione pur non avendolo maiconosciuto.Lo spettacolo, ispirato al libro di TobaldoLorini, “Incontri con i grandi maestri del ‘900”,pubblicato nel 2007 da Polistampa, ci mostraun Visani inedito, interpretato sul palcosceni-

co dall’attore Massimiliano Boretti, che dialogacon il grande poeta di Marradi e con alcunigrandi pittori come De Chirico, Guttuso eAnnigoni ai quali ha dato voce un altro bravoattore e regista come Marco Paoli.Visani, che prima di diventare un pittore difama internazionale, ha svolto parecchimestieri, tra i quali il pasticcere e il cantantelirico (tenore, nel 1951, nell’Operetta “La regi-na delle Dolomiti”), in questa rappresentazio-ne teatrale non compare fisicamente, ma vieneinterpretato da un attore, appunto Boretti, cheattraverso il serrato dialogo con Dino Campana(Marco Paoli) discute di arte, di musica e dietica. La scenografia è costituita da splendidi dipin-ti realizzati per l’occasione da Visani, mentrelo spettacolo si apre con la proiezione di ungradevolissimo filmato in bianco e nero chenarra l’immaginario incontro tra un giovanissi-mo Visani e il poeta Dino Campana. Non manca neppure la parte musicale, curatada Ivo Ippoliti, dove la cantante Sofia Goriinterpreta con passione alcune poesie diCampana.Ora lo spettacolo, andato in scena a Scarperia,con un buon successo di pubblico, sarà repli-cato all’inizio di novembre a Marradi, patria dientrambi i personaggi, ma, parlando conVisani, sono sorti alcuni dubbi sul personaggiodi Dino Campana che, così come descritto einterpretato, appare ad alcuni, e allo stessoVisani, piuttosto distante dalla realtà e potreb-be suscitare, proprio a Marradi, le critiche dicoloro che il poeta hanno conosciuto e fre-quentato.

DI BOnDI FABRIZIO

Via Cesare Battisti, 5 - 40054 BUDRIO (BO)Tel. e fax 051 80.80.10

E-mail: [email protected]

FRENI

AMMORTIZZATORI

CAMBIO OLIO

CENTRO ASSISTENZA PNEUMATICI

Un momento dello spettacolo “La valigia del pittore”,ispirato al libro di Tobaldo Lorini “Incontri con i grandimaestri del ‘900”. Sulla scena, l’artista Enrico Visani,interpretato dall’attore Massimiliano Boretti, dialoga conMarco Poli, nei panni del conterraneo Dino Campana,discutendo di arte, musica e di etica.

L’artista Daniele Cestari, con le sue opere monocromati-che, mette a nudo l’habitat dell’uomo contemporaneo, ilquale fugge dal campo visivo dell’opera.

Ristorante

il GiardinoBudrio

Cucina classica bolognese

Convention e matrimoni

La tradizione si rinnova

Mi piace svegliarmi presto la mattina equando ancora la vita riposa uscire dicasa per godere del silenzio, dello spa-

zio e della prima luce, che sgomitando a faticanella penombra, spolvera il cielo e illuminaanche i pensieri.A quell'ora e con quei presupposti, sono solopensieri leggeri, quelli che alimentano il cuore,lo mantengono acceso e per utilizzare un ter-mine attuale, connesso.La leggerezza, così come la semplicità, è unamedicina per l'anima ma nell'attualità è svalu-tata e praticarla significa evadere, liberarsi

dalla trappola inconscia del tempo che correpiù veloce dei pensieri.Questo è il punto di partenza che accomunaMauri e me, così diverse all'apparenza maaltrettanto uguali negli intenti.Tutto ciò come premessa per condividere ilsignificato della nostra attività che ha comeobiettivo quello di rivalutare il sano diverti-mento, le relazioni sociali disinteressate, l'ami-cizia, la comunicazione più semplice che ciobbliga all'uso dei sensi.“Ballerini per una sera” è il prossimo eventoche abbiamo pensato e “costruito” come sem-pre in allegria.Abbiamo rovistato tra i ricordi di chi, con unpizzico di nostalgia, ama raccontare partendoda “Una volta...”.“Ricordo Giorgio Gaber e Ombretta Colli, unevento importante, si ballava all'aperto, nel cor-tile del Giardino e la Giuliana era la più brava,ballava il twist muovendosi come un giunco..."Anna racconta con la grazia e la delicatezzache le appartengono, socchiude gli occhi emuove le mani come se tracciasse i contorni

delle immagini richiamate dalla memoria.“...indossavamo solo abiti da sera, eravamo ele-gantissime e si ballava in coppia, mica comeadesso che si fanno i balli di gruppo e i passisono gli stessi per tutti! Noi eravamo creativi, improvvisavamo, c'eraarmonia con il partner, era uno scambio di emo-zioni...”L’idea di ricreare l’atmosfera dei famosi veglio-ni al Giardino ci ha coinvolte a tal punto cheora pensiamo seriamente di approfondire iltema del ballo...Del resto, la danza favorisce la salute mentale,aumenta l’autostima, le abilità sociali e comu-nicative e può anche sviluppare la fiducia ealleviare i timori relativi all’esibirsi davanti aun pubblico. Non solo: ballare in coppia o da soli è unavalvola di sfogo per rilassarsi ma anche permantenersi in forma: è un ottimo allenamen-to per cuore e polmoni, stimola la circolazio-ne, previene disturbi alla colonna vertebrale ein un’ora si possono bruciare fino a 350 calo-rie...

“Ballerini peruna sera”

DI FAUSTA LAMBERTINI

E V E N T I

Ti piacerebbe assaporare il brivido di reci-tare? Hai semplicemente bisogno di unascusa per uscire qualche sera e ritagliar-

ti due ore di evasione e spensieratezza?

Se è così sappi che l’Associazione Culturale“Gli amici del veterinario” organizza:“MISKDARIDERE”, Laboratorio Comico Teatrale.“Il comico è un modo diverso di guardare e difar guardare il mondo – spiega Gian PieroSterpi, che condurrà le 15 sedute del corso –.È ciò che ci circonda e rende possibile un saltorispetto alla quotidianità, ma dentro la quoti-dianità: mentre facciamo la spesa, o prendia-mo l’autobus, esagerando le situazioni realifacciamo comicità e, più che il riso, creiamoun momento di rottura rispetto al senso comu-ne, un momento di capovolgimento di regole,convenzioni e convinzioni, dando vita ad unasituazione di vitalità particolarmente intensa”.

Comici un po’ si nasce ma poi si diventaCertamente il comico, per far ridere, costrui-sce la propria soggettiva abilità; c’è il comicobravo ad ironizzare sui comportamenti comu-ni della gente, quello abile nei travestimenti,quello nell’alterazione delle parole, sul raggi-ro dei significati... Di certo un comico deveessere capace di rinunciare di essere un Séintero, e non è detto che debba essere neces-sariamente spensierato o allegro, tant’è veroche spesso la figura del comico non è deltutto semplice e tantomeno leggera; ricordia-moci di Noschese, di Tognazzi, di WalterChiari...Insomma, ognuno di noi può avere un lato

comico, anche nascosto, da faremergere e coltivare. Il laboratorio di comunicazione tea-trale (la locandina è interpretata nelbozzetto dall’ironico disegnatorebolognese Giorgio Serra, alias “Mati -tac cia”) è rivolto ad un pubblico diragazzi ed adulti dai 17 anni in su enon ha la pretesa di formare attoriprofessionisti, ma di stimolare,mediante un approccio ludico, l’e-spressività, la comunicazione verba-le e gestuale di ognuno attraverso laformazione di un gruppo di lavoro.

Se riuscirà a raggiungere almeno 15iscritti, il corso si terrà con cadenzasettimanale (il mercoledì...probabil-mente!) dalle 20.30 alle 22.30, pres-

so il Palazzetto dello Sport di Budrio. Durante le singole lezioni si alterneranno asorpresa una serie di ospiti provenienti dalmondo del cabaret televisivo, che dimostre-ranno “in pratica” l'argomento trattato nellaserata. Se, poi, tra gli aspiranti attori emerge-ranno particolari inclinazioni, ci sarà la pos-sibilità di aggiungere seminari più approfon-diti su argomenti specifici, tenuti da profes-sionisti del settore.

PROGRAMMA DEL CORSO

1. GIOCHIAMO AL TEATRO2. LA FANTASIA...LA MEMORIA3. PENSARE, SCRIVERE E...FARE,

UN PERSONAGGIO

4. IL CORPO COMICO*5. IL GIOCO DEGLI EQUIVOCI6. LA COMICITÀ DI COPPIA*

7. ALTRE FORME DI COMICITÀ (IMPRO-MAGIACOMICA-COMICITÀ MUSICALE ECC.)*

8. LA BATTUTA, L'ANEDDOTO, LA BARZELETTA*9. TEMPI COMICI. LA COMICITÀ TELEVISIVA*

10. COMICITÀ, SATIRA. CABARET*• SAGGIO FINALE A SCELTA DEI PARTECIPANTI

• RIFLESSIONI E GIUDIZI FINALI

* Prevista la presenza di un ospite/attore di cabaret

La serata di presentazione gratuita è fissataper il 23 ottobre alle ore 21 presso ilPalazzetto dello Sport di Budrio.Perditempo NON astenersi!

Ermes Manferrari - 335 5341615Silvia Sallioni: 349 5717284 [email protected]

E V E N T IDisegno di “Matitaccia”.

Conduttore del laboratorio comico teatrale èGian Piero Sterpi, attore bolognese che davent'anni ormai calca le scene del cabaret sia inteatro che in TV. Nel 1999 fonda la CompagniaTeatrale PIU’oMENO, che si dedica prevalente-mente al teatro classico brillante e dal 2003scrive, dirige e interpreta insieme ad altri com-ponenti della Compagnia spettacoli di cabaret edi teatro comico: Casting - Il grande Zanarini- Il conteDINO - SANDRObar e le Tigri diMompracem -Ultimo spettacolo al P.I.P.P.A.- ...la prima MOKA bella che ho avuto dallaRITA... - 2051: Odissea nello Spizio.Con alcuni personaggi tratti da questi spettacoli è vincitore di festival e rassegne nazionali dicabaret: nel 2006 il Festival Nazionale del Cabaret di Torino; nel 2007 il concorso di cabaretLocomix della Rep. di S.Marino e il Festival Cabaret Emergente diModena; nel 2008 il Premio W.Chiari-Sarchiapone di Cervia e nel 2011, con la Compagnia“PIU'OMENO”, la commedia “Ultimo spettacolo al P.I.P.P.A.” vince il Premio speciale delpubblico al Trofeo “Città di Mordano”. Tra le tante apparizioni in TV, nel 2008, Gian PieroSterpi è protagonista di una puntata della sit-com “MEDICI MIEI” in onda su “Italia 1” conEnzo Iachetti, Giobbe Covatta, Eleonora Pedron ed Elisabetta Canalis altre trasmissioni tele-visive. Dal 2012 fa parte del Laboratorio Zelig di Bologna e lo stesso anno, col ruolo di PaoloGuerra partecipa al film di Marco Limberti Oggi a te...domani a me con Omar Fantini, DiegoCasale, Maria Grazia Cucinotta, Giancarlo Giannini e Anna Falchi.

Piero Sterpi, nei diversi ruoli che assume negli spet-tacoli di cabaret.

C O N S I G L I AT I

DI SANDRA BERTOCCHI

Trascorse le vacanze, con il mese disettembre sono ricominciate le inizia-tive culturali dell’associazione Senza

Confini. In questa occasione, come da pro-gramma, sabato 21 settembre 2013, accom-pagnati dalla Prof. Micaela Lipparini cisiamo recati a visitare il ComplessoMonumentale di San Michele in Bosco(Chiesa e Biblioteca), che comprendeanche L’Istituto Ortopedico Rizzoli.Come tutti i Bolognesi sanno, il com-plesso è situato in posizione decentrata,ma dominante, quanto basta per goderedi aria buona e di una splendida vistapanoramica sulla città sottostante,luogo ideale per rigenerare mente e spi-rito.

Un complesso del XII secolo

Le origini di tale complesso risalgonoagli inizi del XIII secolo con l’insedia-mento di una comunità eremitica allaquale subentrano nel 1364 i monaci olive-tani.Tale posizione strategica determina neisecoli l’alternanza sul colle di presenzereligiose e militari (i Canetoli nel 1429 nefanno il loro quartier generale nella lottacontro i Bentivoglio).La Chiesa, che si affaccia sul Belvedere, èuna costruzione rinascimentale che conser-va reminiscenze romaniche e gotiche risa-lenti alle precedenti costruzioni.All’interno conserva la suggestiva suddivi-sione tra la parte destinata ai fedeli e quel-la un tempo riservata ai monaci che risulta

nettamente sopraelevata rispetto allaprima.Quattro cappelle laterali elegantementedecorate arricchiscono la ”chiesa dei fede-li”. In due di queste cappelle sono sepoltiFrancesco Rizzoli, Alessandro Codivilla eVittorio Putti, artefici dello sviluppo e delsuccesso dell’ Istituto Ortopedico che occu-pa l’antico monastero.Dalla Chiesa si accede al Dormitorio, che sisviluppa lungo la galleria nord-sud su cuisi affacciavano le celle dei monaci (oggitrasformati in studi medici) e che, con isuoi 162 metri, è il vano architettonicopiù lungo di Bologna.L’ultima porzione di tale corridoio è occu-pata dalla Biblioteca Umberto I e dalloStudio-Biblioteca privati del Prof VittorioPutti, da lui donati all’istituto alla suamorte.

Le tre sale della Biblioteca UmbertoI° sonoriccamente decorate dalla pittura ad affre-sco del pittore reniano Domenico MariaCanuti(per le figure), e dello svizzeroEnrico Haffner (per l’ornato).La sala centrale che un tempo ospitaval’antico scriptorium dei monaci, conservalo splendido Mappamondo, opera del mona-co Rosini da Lendinara (1762).La biblioteca attuale, formatasi dopo lanascita degli Istituti Ortopedici Rizzoli,grazie ad una serie di cospicue donazioni,a partire dai lasciti dei Professori Rizzoli e

Putti, rappresenta oggi una delle più com-plete e rare collezioni librarie esistenti incampo ortopedico arricchita da modelliprotesici e magnifici strumenti chirurgici.Durante questo percorso guidato abbiamoavuto la rara opportunità e il privilegio dipoter visitare anche lo Studio Privato delProf Vittorio Putti, grazie alla Prof ssaAnna Viganò curatrice della biblioteca.Una grande emozione per noi “sconfinati”poter varcare la soglia di questo luogo inti-mo, colmo di sapere e di amore per lascienza.Il Prof Putti, figlio di un chirurgo e nipotedel poeta Panzacchi, ereditò dall’uno l’a-more per la città e per la Medicina, dall’al-tro l’amore per la Poetica.Egli fu, infatti, oltre che un eccellente chi-rurgo, un appassionato bibliofilo e unminuzioso collezionista di tutto ciò che

aveva attinenza con il mondo dellamedicina, come è testimoniato dallapresenza sugli scaffali della sua bibliote-ca-studio privata di una edizione dellibro di Celso acquistato su una banca-rella nel 1904.Il professore selezionava con molta curai libri da acquistare, ricercandoli dagliantiquari di tutto il mondo.

Tra le più importanti collezioni private del mondo

Per la qualità delle opere, tale raccolta èritenuta dagli esperti una delle piùimportanti collezioni private del mondo.Nella donazione si possono poi ammira-re anche ritratti di medici famosi, stru-

menti chirurgici che vanno dall’età romanafino al 1800, autografi di medici del passa-to (per es. Luigi Galvani) e, soprattutto,due splendidi manichini smontabili in avo-rio del 1500, utilizzati in Europa per l’inse-gnamento, ed in Cina per la diagnosi.In un mondo in continua trasformazioneche avviene con ritmi travolgenti grazieanche alle nuove tecnologie informaticheassume un grande valore poter visitarequesti luoghi magici, che conservano latestimonianza di grandi passioni e amoreper la scienza e l’innovazione.

Un luogo amato:San Michele in Bosco

Nel 1762 Padre Rosini da Lendinara portò finalmente a compi-mento il maestoso mappamondo, ancora oggi presente in biblio-teca, avvalendosi delle descrizioni di cartografi e viaggiatoriesperti.

B U D R I O O G G I

MZ ASPIRATORI Via Certani, 7 - Budrio (BO)

DI GUIDO MONTEBUGNOLI

Che cosa dire della raccolta differenziataporta a porta? Dopo la prima fase dellaprimavera scorsa, che ha riguardato la rac-

colta della plastica e della carta, il prossimonovembre è prevista la seconda differenziazio-ne per l’umido, le potature e gli sfalci e per ilresiduo secco (l’indifferenziato): per l’umidodovrà essere esposto un bidoncino individualeda 20 litri, con una chiusura antirandagismo,per il residuo secco un contenitore rigido da30 litri, mentre per le potature e gli sfalcisaranno forniti appositi sacchi.Abbiamo visto in giro per Budrio banchetti emanifesti per la raccolta di firme promossa dalmovimento budriese “Noi per Budrio”, al fine disospendere la partenza della seconda fase. Perché? Facciamo il punto: i promotori dellaproposta di sospensione ritengono che, daparte dell’Ammini strazione, non siano stateconsiderate le numerose situazioni di carenzadi spazio domestico per lo stoccaggio tempora-neo dei rifiuti e che le frequenze di raccoltadelle frazioni umide (2 volte alla settimana) esecche (1 volta alla settimana) siano da consi-derarsi insufficienti. Inoltre i pannolini/pannoloni dovrannoessere conferiti presso punti di raccoltaappositamente istituiti (piccoli cassonet-ti appositi) presso luoghi ben precisi nelcapoluogo e nelle frazioni, come asili,centri sociali, altri luoghi di aggregazio-ne organizzati.Si tratterà quindi di cassonetti “presidia-ti”, disponibili solo negli orari di apertu-ra delle strutture che li ospitano, inmodo da evitarne un uso scorretto. Ciò che chiede quindi la petizione non èdi fermare la raccolta porta a porta, cheè necessaria per rispondere alle direttiveUe, ma la sospensione della partenzadella seconda fase per individuare e atti-vare, prima possibile, una raccolta portaa porta in modo sostenibile, con il minordisagio e il minor costo possibili per i cit-tadini.

Amministrare=condividereUn commento a queste rimostranze?Certamente i cittadini dovrebbero innanzituttoincolpare se stessi... Non dimentichiamoci chea Budrio c’è ancora chi aspetta la notte per but-tare per strada i rifiuti ingombranti, piuttostoche andare alla stazione ecologica di giorno.Se si è giunti a questo punto è perchè la rac-colta differenziata volontaria, quella in cuisono i cittadini a portare i rifiuti nei cassonet-ti, non ha portato buoni risultati, con un 40%contro il 65% imposto dall’Unione Europea.Forse un po’ di responsabilità ce l’ha anchel’Ammini strazione per non aver fatto abbastan-za nella promozione mediante campagne dicomunicazione e incentivi a sostegno della rac-colta differenziata... Se la raccolta porta aporta procede senza il consenso dei cittadini, ilrischio può essere un fallimento, come è avve-nuto in diversi comuni italiani; per i cittadinisignificherebbe buttare alle ortiche altre risor-se pubbliche e incorrere in sanzioni salate checi arriveranno dalla Regione per l’inadempien-za. E se ciò avvenisse, le soluzioni sarebberodue: o la multa verrà messa nei bilanci comu-nali togliendo risorse per altre attività, oppureverrà fatta ricadere sulle tariffe da applicareper il calcolo delle bollette. Insomma, alla finesaranno sempre i cittadini a scontarla.La cosa che ci si augura è che l’Ammini -strazione tenga conto di questa richiesta eaccetti di rivalutare la situazione, ascoltandocon la giusta considerazione le proposte chegiungono da altre parti. Fermo restando i dove-

ri di ogni cittadino nel farsi carico della gestio-ne dei propri rifiuti, non si può ignorare il fattoche, all’interno delle proprie abitazioni, essidovranno gestire quattro (carta, plastica, orga-nico, indifferenziata) o cinque (pannolini/pan-noloni) contenitori per rifiuti, dovendo peraltro fare i conti con la fermentazione e la pro-duzione di odori sgradevoli. Anziani e disabilisi troveranno ancor maggiormente in difficoltàdovendo gestire sacchi per la raccolta che nelcorso della settimana raggiungono pesi edimensioni importanti.Se fosse possibile individuare soluzioni miglio-rative senza ostacolare il progetto complessivodi raccolta con soddisfazione da parte dei cit-tadini, sarebbe un bel risultato per un’istituzio-ne democratica: prova di una effettiva volontàdi condivisione delle scelte e di vero senso diresponsabilità dell’Amministrazione.

Raccolta rifiutiporta a porta

I banchetti di raccolta firme del movi-mento “Noi per Budrio” sono attiviper tutto il mese di ottobre nei giorni:• martedì dalle 8.30 alle 12.00 al mer-cato(angolo Via De Gasperi-Via PapaGiovanni XXIII)•sabato dalle 9.00 alle 12.30 alla Coopdi Budrio•domenica dalle 9.30 alle 12.00 in piaz-za Filopanti (angolo CARISBO)•domenica 27 ottobre raccolta firmeanche a Mezzolara

Gli incontri pubblici organizzati dal Comune di Budrio per la seconda fase della raccolta

Annino Magli, nostro valente collabora-tore e fonte inesauribile di materiali distoria budriese, è riuscito a trovare nel

suo archivio un vecchio articolo del 1960, (18Agosto) dedicato a Budrio, tratto dal periodi-co Eva.Ve lo regaliamo invitandovi a riconoscere alcu-ne persone ritratte nelle foto e a rivivere que-sto spaccato di costume del tempo.

S T O R I E D I I E R I

S T O R I E D I I E R I

Campanile sera è il titolo di un gioco televisivo andato in onda la primavolta il 5 novembre 1959 sul Programma Nazionale della RAI (ora Rai 1). Veniva trasmesso il giovedì sera alle 21 ed era condotto da Mike Bongiorno,Renato Tagliani ed Enzo Tortora.Si trattava in pratica di un quiz, con domande rivolte a concorrenti di unpaese del Nord Italia e di una località del Sud, alle quali venivano abbinateanche prove atletiche.In questo modo il pubblico veniva a conoscenza della realtà dei piccoli paesiitaliani ed infatti il filmato che dava inizio alla puntata del quiz descrivevail paesaggio e la realtà produttiva dei comuni in gara.Budrio si confrontò con Senigallia e, oltre ad un nutrito gruppo di espertiche gareggiarono per le materie culturali (vedi sopra, “Gli esperti”), parte-cipò ad una prova atletica con una squadra di pallavolo, che andò a giocarein trasferta. Tra gli atleti: Gigi Bisognin, Vittorio Canè, Ettore Zuccheri,Renzo Bonoli, Paolo Rizzi e altri ragazzi budriesi. Nella gara, Budrio, pur-troppo, ebbe la peggio... Arrigo Barattoni, per l’occasione, disegnò la bel-lissima cartolina a fianco, stampata dal Comune in centinaia di copie.

Via Beroaldi, 29 - 40054 BUDRIO (BO)Tel. 051/801532-802521 Fax 051/808193

www.fondiariabudrio.it - [email protected] Codice Fiscale e Partita I.V.A. 02081801207

BIANCHERIA PER LA CASA

S.p.A.

CENTERGROSS BLOCCO 1 - 40050 funo di ARGELATO (BO) - Tel. 0516647194 - Fax 051 862876 - [email protected]

S PA Z I O G I O VA N I

DI TIBERIO VENTURA

Lparola futuro si cerca di evitarla, fa paura.Quasi come se fosse stata tolta dal voca-bolario italiano, soprattutto da quello dei

giovani. Il futuro, in Italia, sembra una portanel vuoto che non si ha il coraggio di aprire. Lagente intossicata da questa aria di rassegnazio-ne smette di fare progetti e si lascia trasporta-re da una corrente dinegativismo che sta ane-stetizzando la sua vita.

La crisi economica nonriduce solamente i conti inbanca del popolo italiano,ma ne aspira anche leforze e le passioni. Mentrela Spagna e la Greciahanno lottato e continua-no a battersi per rimpadro-nirsi del futuro, che èstato loro sottratto, i gio-vani italiani rimangono aguardare, come se l’apatiae l’astensionismo fosserodiventati il miglior scudo per difendersi da unasocietà, che non è pronta ad accoglierli. Non cisi rende conto di quanto siano vitali il coinvol-gimento e l’informazione, per poter sopravvive-re alla rassegnazione e disporre delle armi perriconquistare la speranza. Il deterioramento delrapporto tra giovani e politica non è solamen-te frutto del loro disinteresse, ma anche di unaclasse dirigente che propone una politica privadi valori e soprattutto dimostra ai giovani dinon essere parte dei loro progetti.

È ovvio che se il paese toglie la spina ai giova-ni, cioè al proprio motore, le sorti di questosono ferme, bloccate. Allora si vive nel presen-te, a testa bassa, senza aspettative. Sognare èun vizio che non c’è più concesso, un rischiotroppo grande da correre. Si comincia a rim-

piangere un passato che non c’e più, rimanen-do avvinghiati al presente senza rendersi contoche l’unica via d’uscita sono la propensione alfuturo e la fuga dall’immobilismo politico, eco-nomico e culturale, che il paese sta vivendo.

Le giovani generazioni sono consapevoli ditutto ciò, si chiedono se l’Italia sia ancora unanazione per giovani o se siano rimasti intrap-polati nei meccanismi di un paese arruginito,stanco. Non si sentono più una risorsa, ma ilfardello di un paese che non è più in grado diusufruire delle loro capacità e conoscenze, eche li considera come un peso numerico a cuifar fronte. A questa situazione i giovani rispon-dono imparando non soltanto ad essere italia-ni, ma a sentirsi cittadini europei, allargando ipropri confini territoriali, sconfiggendo limitilinguistici e culturali. L’Europa diventa una

piattaforma di lancio per gio-vani in viaggio in cerca delproprio futuro, in grado dimischiarsi con diverse culturee capaci di adattarsi. Non sitratta più delle cosiddette"fughe di cervelli" o "dei talen-ti", bensì di ragazzi che voglio-no prendere in mano il lorofuturo, costruendolo, accesidalla speranza che non si trat-ti di una porta nel vuoto ancheper loro.

I paesi più colpiti dall’esodosono Spagna, Italia e Grecia. Alcontrario, le mete più ricercate

dai giovani italiani sono Inghilterra eGermania, dove la crisi non è profonda comenei paesi del Sud europa. È interessante osservare anche come i diversipaesi europei investono diversamente sulleproprie giovani generazioni. La Danimarca offreai danesi l’opportunità di intraprendere glistudi universitari senza richiedere tasse e perincentivare anche gli studenti che hanno diffi-coltà economiche, lo Stato provvede per lorocon un piccolo stipendio. In questo modo ilpeso economico delle vite degli studenti si spo-sta sullo stato e non più sulle famiglie, garan-tendo un’istruzione accessibile e aperta. Anche l’Olanda si accolla parte dei costi dell’u-niversità, in modo da offrire la possibilità aigiovani olandesi di poter intraprendere glistudi universitari, ma allo stesso tempo ha

deciso di garantire questa offerta solo agli stu-denti in pari con gli esami, basando il patto traStato e studenti sulla meritocrazia.Proprio in questo momento storico in cui alcu-ni paesi soffrono di più la crisi economica,l’Europa diventa una piattaforma di salvataggioper i giovani che si sentono cittadini, non piùsoltanto del loro paese, ma anche del mondo,senza imporsi confini territoriali e mentali. I giovani che lasciano il proprio paese, a voltetemporaneamente, non lo fanno per voltargli lespalle o per abbandonarlo, ma compiono sem-plicemente un gesto spontaneo in ricerca delproprio futuro.

inoltre,

Addio Italia...i giovani emigrano in cerca di un futuro

I numeri dell’emigrazione professionale

Secondo i dati ISTAT, nel 2011, 50.000 ita-liani hanno detto addio all’Italia, viaggiandosoprattutto verso la Germania (circa 7.000),la Svizzera (circa 6.000) e la Gran Bretagna(circa 5.000). Paesi seguiti da: Francia, USA,Spagna, Brasile, Argentina, Australia eVenezuela. E nel 2012 la dose è rincarata.

L’AIRE (l’Anagrafe della popolazione ItalianaResidente all’Estero) indica che la fasciaanagrafica più interessata dal fenomeno èquella tra i 20 e i 40 anni e che gli emigratiitaliani di questa fascia sono passati da27.616 del 2011 a 35.435 nel 2012: 57%uomini, 43% donne. A livello geograficoparliamo soprattutto di: 13.156 persone pro-venienti dalla Lombardia, 7.456 dal Veneto,7.003 dalla Sicilia, 6.134 dal Piemonte,5.952 dal Lazio e 5.240 dalla Campania.

Si dice addio all’Italia soprattutto per illavoro, per iniziare un percorso di crescita,per essere apprezzati, per veder riconosciutii propri studi, per ritrovare quell’entusiasmoche l’Italia uccide nella precarietà, nelladisoccupazione, nelle porte chiuse in facciaai giovani in cerca di futuro.

A causa di questa emigrazione il Paeseinvecchia e perde una generazione; si impo-verisce culturalmente perché la “generazio-ne perduta”, vittima della disoccupazionegiovanile, è anche la più istruita;inoltre, ci sarà una ricaduta sul PIL delPaese di partenza.

Assicurati alla vita Agenzia Generale di BUDRIO

di ZUCCHELLI AURELIO

Diamo vita ad una nuova rubrica di ricette“stagionali” della nostra tradizione chevorremmo raccogliesse le specialità delle

nonne budriesi, quelle che si ritrovano nei vec-chi ricettari dimenticati e ingialliti scritti amano e che col tempo rischiano di andar per-dute...

Cominciamo con la ricetta delle fave dei mortidella signora Albertina Pondrelli, classe 1909,per molti a Budrio semplicemente “l’Albertina”.Chi non avesse mai conosciuto la sua storia,deve sapere che l’Albertina cominciò a fare damangiare a casa dai contadini, per festeggiare i“bamboz”, un’usanza che poi si è perduta. Erail pranzo che gli sposi organizzavano perfesteggiare la nascita del primo figlio nella

stessa casa in cui si era tenuto il pranzo dinozze e con gli stessi invitati.In seguito andò a lavorare presso l’osteria dellazia, a Cento, all’inizio di via Passo Pecore e,dopo la guerra, cominciò a preparare pranzi dinozze per proprio conto, in casa di famigliecontadine, nelle trattorie dell’Olmo, diDugliolo, di Prunaro, di Castenaso e all’albergoItalia, da Cacciari. In tanti anni della sua produzione casalinga haannotato su un quaderno le ricette dolci dellanostra tradizione. Le più “famose” hanno datovita ad un libro, pubblicato dall’assessorato allacultura del Comune di Budrio nel 2005, annodella sua scomparsa. Il libro è consultabile inbiblioteca.

Non dimenticate di recuperare le migliori ricet-te delle vostre nonne fatte di sapori dimentica-ti. Inviatecele, attribuendo ad esse un nome eun cognome, e le pubblicheremo per condivi-derle con i nostri lettori.

Per questi biscotti tipici di tante regioni italia-ne, la tradizione vorrebbe che fossero consuma-ti il 2 novembre “giorno dei morti”. Infatti, laloro forma ovoidale ricorda quella delle fave (dacui prendono il nome) che in antichità veniva-no mangiate dopo i funerali delle persone care.

IngredientiZucchero g 100 - Farina 00 g 100 - Mandorleintere g 100 - Burro g 30 - Un uovo - Un bic-chierino di alchermes - Lievito per dolci –Scorza di limone grattugiata.

PreparazioneBagnare le mandorle in acqua bollente, sbuc-ciarle, asciugarle, farle tostare in forno modera-tamente caldo, indi tritarle col coltello il piùfinemente possibile assime a un pizzico di vani-glia. In una terrina lavorare l’uovo con lo zuc-chero ed il burro fino ad ottenere una crema.Aggiungere, sempre mescolando, il trito prepa-rato in precedenza, la farina a pioggia, il lievi-to, il liquore e la scorza di limone. Si otterrà unimpasto che sarà lavorato fino a renderlo piùuniforme possibile. Prelevare con un cucchiinoda caffè delle piccole quantità dell’impasto eformare delle palline che saranno disposte,dopo averle schiacciate e sagomate come unafava, sul piano di cottura ricoperto di carta daforno, avendo cura di mantenerle separate leune dalle altre. Cuocere in forno a 160 °C percirca 20 minuti. A cottura terminata spolveriz-zare con zucchero vanigliato.

NoteIl liquore può essere variato secondo i gusti;in Veneto, ad esempio, si usa logicamente lagrappa!

Al fèv di mûrt

I L G U S T O D E L L ’ I D E N T I T À

Chi volesse le soluzioni può richiederle a:[email protected]

Giochiamoinsieme

I nostri incontri e visite guidate

L’Associazione ha programmato una serie di visite ad alcunecittà d’arte della nostra regione, precedute da serate di intro-duzione e approfondimento, curate dalla dr.ssa MicaelaLipparini che ormai da tempo collabora alla realizzazione deinostri programmi culturali:

MARTEDÌ 5 NOVEMBRE 2013

TERRAFERMA Proiezione del film TERRAFERMA di Emanuele Crialese, che haper oggetto le tragiche vicende degli sbarchi di profughi aLampedusa.

Torri dell’Acqua, Via Benni, 1 - Budrio (BO)

MERCOLEDÌ 6 NOVEMBRE 2013 – ORE 20,45

STORIE E TESTIMONIANZE DELLA RIMINIDEI MALATESTASala “S” della Biblioteca Comunale in via Garibaldi 35, Budrio

SABATO 9 NOVEMBRE 2013

VISITA GUIDATA A RIMINI

MERCOLEDÌ 15 GENNAIO 2014 – ore 20,45

STORIA E TESTIMONIANZE DELLAFERRARA DEGLI ESTENSISala “S” Biblioteca Comunale in via Garibaldi, 35 - Budrio

SABATO 18 GENNAIO 2014 - ore 20,45

VISITA GUIDATA A FERRARA

La quota di partecipazione per ogni appuntamento,comprendente la presentazione e la visita guidata allecittà d’arte come da programma, è di 30 € a persona.Per chi desiderasse abbonarsi alle tre visite, la quota èdi 80 € complessivi, da versare anticipatamente all’attodell’iscrizione.

Le nostre mostre

DALL’1 AL 10 NOVEMBRE 2013

SENTIMENTALE DESCRIZIONE DI CITTÀmostra del pittore DANIELE CESTARI nell’ambito del Ciclo“ContemporaneaMente”, in collaborazione con il Comune di Budrio - Inaugurazione domenica 3 novembre 2013alle ore 17,30 – Curatore: Cristiano Galassi

Sala Rosa di Via Marconi 3/B - Budrio (BO)

DAL 16 AL 24 NOVEMBRE 2013

FABRIZIO FABBRI E G. FRANCO COMAIMostra di pittura - Inaugurazione sabato 16 novembre2013 alle ore 17,30 – Curatore: Cristiano Galassi

Sala Rosa, Via Marconi 3/B - Budrio (BO)

DAL 23 DICEMBRE 2013 AL 6 GENNAIO 2014

FRANCO ZAGARI... FOTOGRAFO Mostra del fotografo budriese organizzata in collaborazione con Gli amici delle Arti e il Circolo Pertini di Budrio.

Curatori della mostra: Maurizio Montanari, Fernando Pazzaglia e Alberto Cocchi

Inaugurazione:

23 dicembre ore 17

Sala Rosa di Via Marconi 3/B -Budrio (BO)

Per adesioni e prenotazioni,

telefonare ai seguenti numeri:

� 338 3904582

� 3486554080

Supermercato di MolinellaVia Podgora 31 - Tel.051-882775

Supermercato di BaricellaVia Roma 199 - Tel.051-879146

Supermercato di BudrioVia Verdi 4 - Tel.051-801644

L E N O S T R E I N I Z I AT I V Ewww.senzaconfinitaly.it