Segrete di Bocca N. 24

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  • 8/14/2019 Segrete di Bocca N. 24

    1/7Gianluca Corona

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    DANGELO06

  • 8/14/2019 Segrete di Bocca N. 24

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    numero

    24

    Disegni di Silvio Tomasoni

    Editoriale

    Nasce dalla volont sempre maggio-re di promuovere la giovane ArteContemporanea Italiana, lesigenzada parte della storica libreria Boccadi Milano di diffondere sempre picapillarmente il proprio notiziarioinformativo: Le Segrete di Bocca.La Rivista punta su collaborazionimirate a migliorare i propri contenu-ti, attraverso lavallo e il contributodelle Gallerie dArte, oltre che astringere rapporti di collaborazionecon strutture organizzative di primalinea presenti sul territorio nazionale.Unisciti a questa nuova iniziativa edi-toriale e collabora con Le Segretedi Bocca,Ar tisti in Rivista.

    [email protected]

    Articoli

    Rubriche

    Redattori:Giorgio Lodetti

    Giovanni Serafini

    Collaboratori:Aldo Benedetti

    Donatella BertolettiAndrea Bondanini

    Maurizio BottoniGabriella Brembati

    Grazia ChiesaFranco ColnaghiGianluca Corona

    Sara FontanaAngela Govi

    Emanuele LazzatiAlberto Mari

    Cristina MuccioliMariacristina Pianta

    Roberto PlevanoStefano Soddu

    Testata di:Sergio Dangelo

    Progetto graficoMassimo Petrini

    In copertina:Opera di Gianluca Corona

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    concorso.Dascaniodipinge ossimori.Le sue nature mortesono tuttaltro cheimmagini inerti, og-getti che stanno fer-mi. Sono contempla-zione di un quotidianoche pulsa,narrazioni diordinari misfatti, indizidei tradimenti del

    tempo, dure fatalitche si compiono, co-me appare in Architet-ture, fermento me-

    tamorfico di materiaorganica in cui turgidemollezze di fichi confenditure un po scan-dalose si aprono a insi-nuanti riverberi e giannunciano il loro en-demico destino dimarcescenza; o nel

    tumido grappolo diunuva scura, imperlatacome lucida pelle su-data di schiavi,nel bibli-co viatico di Non cam-miner nelle tenebre; o ancora in Trasparenze,prodigioso contrasto cromatico su un fondodi tenebra di un racimolo dai verdissimi tra-slucidi acini che paiono spellati vivi, gi intac-cati dai guasti della rovina strisciante. So dadove vengo e dove vado afferma sereno unaltro raspetto duva piluccato di fresco che siregge su tre acini dimenticati, con i depreda-

    ti penduli esposti a una ventroniana tempe-sta di luce: vengo da linfe succhiate alla terra,ho ricordi di soli e di lune, di temporali erugiade, di canti di uccelli e concerti di grilli;unultima mano mi butter nella terra da cuisono venuto e alla quale in silenzio ritorno.Una pittura di apparente gracilit compositi-va che consente invece a Dascanio di ricava-re lemozione concentrandosi sulla frugalitdel soggetto,variandone il punto di osserva-zione mentale, immettendovi linarrestabilelavorio del tempo con visionaria padronanzadi colori e di luci, palesando il fascino dimutanti realt mai apparse cos morbosa-mente invitanti. Dipingere una forma dipreghiera, di riconciliazione con il mondo.Larte di Dascanio ancora comunione diemozioni, condivisione di ideali, capacit diintuire lanima delle cose, affermazione diquella passione per la bellezza che ci tienelegati alla vita - filo esile che ci sostiene sulbaratro del nulla - e che ci esorta ad accet-

    tare un nuovo giorno sapendo che non sarabbastanza felice.

    Giovanni Serafini

    le a un grosso fiore sbocciato,mettendo inluce viva il minuscolo dramma di unintimitviolata, inerme preda alla rapina del deside-rio. Gi a colpo docchio le opere diDascanio superano lovviet di unanonimamimesi, riuscendo a disporci in uno stato dimeraviglia e di attenzione per la sua capacitdi rivelare sensazioni nuove e aspetti insolitidi cose note, con un sentimento sottilmenteangosciante di transitoriet della perfezione,di lenta agonia della bellezza.Ci sorprende inseguito lolio su tela Il termine di una buonavita, quel che resta di un limonaccio sfatto,relegato in un angolo,con la pelle vaiolosa ebutterata dei vecchi che, abbandonato dacrepuscolari barbagli giallastri e gi accerchia-

    to dal buio,si accascia vinto,consapevole cheormai per lui finita. Rinnovata emozione ciattende allo scandaglio delle opere parteci-panti al premio Movimento nelle Segrete di

    Bocca,ove tra centinaia di tele annichilite dafrusti astrattismi si affaccia la visione felice diPassion con lormai riconoscibile improntacreativa di questo giovane autore.Una mela-grana straziata, esibizione cruenta di visceri,scompiglio di perfezione in un palpitante ros-seggiare di grani divelti da uterini esangui,trafiotti di luce e oscurit riemergenti in com-petizione accanita, ci rimanda a una vaga edolente metafora di disordine di crocifissio-ne, a quella interminabilevia crucische lesi-stenza di ognuno. Passion, passata al vaglio di

    tre giurie tra critici e pubblico,si concorde-mente meritata il primo premio dellaffollato

    Per chi, come il vostro servitore, vive dicoincidenze e di sortilegio, le tavolette diTomasoni non costituiscono sorpresa.Avvezzo alle sue sculture, morbide, piene,quasi degli Arp dopo un diluvio, trovo logi-co il suo riferirsi a un volto (dei volti) checompendia anima e corpo intesi come legrigie avvisaglie cos bene descritte daRedon. Con grande fatica per chi non haancora inteso che lunica arte oggi possibile, deve essere,le tteraria al massimo grado,le figure tormentanti di un tale artista risul-

    teranno difficili, ostiche.Poco si sa di un paesaggio contenuto in unvolto. Poco si immagina di vasi di Pandorache rovesciano temporali. Niente sappiamo

    dei nostri prossimi tredicimila secondi diesistenza; ma il nostro artista ci disegna,dipinge, segna,incide con una tecnica stupe-facente di un Drer redivivo, paesaggio,volto, grinta, seracchi e nuvole, grigi tutti,con la maestria pi sua. Con lui parlandoapprendo che non tanto Kubin, Klinger o,

    tra noi, Bacon, lo attraggono ma maggior-mente le pagine di Shelley (la moglie dilet-

    ta, non il poeta pio) di Poe, di Lovecraft e,in genere, tutto linchiostro rosso come ilmare, rovesciato sulla geografia del mondo.Per capirlo e apprezzarlo, utili letture e lamodestia di saperci presenti ma provvisori,possono essere di ausilio. Tomasoni nondipinge per decorare i salotti buoni; la suacrinolina morde e riflette, di ogni specchioconcavo,il suo doppio.

    Sergio Dangelo

    Le traccediHomoPatiens

    Silvio Tomasoni

    tutti sappiamo riconoscere la bellezzama il vero artista la intuisce con cos

    straordinaria chiarezza da poterlarivelare quale non la vide mai e la sua

    creazione oltrepassa la naturaArthur Schopenhauer

    Per alcuni officianti dellarte, dipingere nelXXI secolo anacronistico.Apostoli di unamodernitintesa come spasmodica inven-zione di nuove formule, non importa se far-neticanti, e non come geniale reinterpreta-zione di una bellezza senza tempo che siesprime nel linguaggio uni-versale della pittura e dellascultura, essi non si accor-gono di essere impaludatiin ridicoli stereotipi vecchidi un secolo che hannoavvilito il campo dellarte. con tali saccenti che il pro-mettente EmanueleDascanio,dopo un brillan-

    te liceo artistico,ha dovutofare i conti costringendosiper alcuni mesi alla fre-quenza di uneminentequanto delusoriaAccademia dove, come

    troppi denunciano, non siinsegna pi nulla salvoinculcare nei plasmabiliallievi vacui stilemi che i pidotati considerano casca-mi di unepoca sciagurata econclusa. Dopo un perio-do da autodidatta studian-do i grandi del passato econfrontandosi con imigliori modelli del pre-sente,Dascanio incontra lafortuna di andare a bottega dal valente eaffermato Gianluca Corona, a sua volta affi-natosi alla straordinaria scuola di MarioDonizetti, espressione di quella immortaleclassicit che distingue i grandi e generosopunto di riferimento di talenti decisi a coniu-gare la bellezza con la coerenza della ragio-ne. con Mandarino, esposto dal lungimiran-

    te Giorgio Lodetti nella prestigiosa vetrinadella Libreria Bocca,che Dascanio si rivela alpubblico.Si tratta di una natura morta,gene-re nel quale egli sembra eccellere, un olio incui il frutto sbucciato protende la suadischiusa offerta di gonfi spicchi maturi simi-

    EmanueleDascanio

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    Limite - olio su tavola - 2009

    Scritti dartista

    oltre - olio su tela - 2009

    Con estremo sprezzo del pericolo pereventuali accuse di culto della personalitGiorgio Lodetti colloca in prima pagina lapropria effigie, opera diimpressionante verosimi-glianza di Gianluca Coronache con questo lavoro dirara e classicissima maestrianon solo ha colto in pieno i

    tratti somatici di un coscomplesso soggetto, ma neha letteralmente trafugato

    lanima per trasfonderla nel palpito vivo delvolto che respira calmo davanti ai nostri occhi,facendone intuire lintelligenza lucida e il feb-brile lavoro della mente,instancabile fucina diiniziative. Gianluca Corona si afferma una voltadi pi tra i veri importanti punti di riferimen-

    to dellarte del nostro tempo, dimostrandoche la sobria eleganza dellaclassicit, condivisa allalta scuo-la di Mario Donizetti, unita allapassione per laffermazionedella bellezza porta a risultatiche lasciano profondamenteammirati.

    Giovanni Serafini

    I locali di Via Molinodelle Armi, chiamati"Le Segrete di Boc-ca", sono sede delciclo di incontri cul-

    turali "Pensieri e Pa-

    role", programma dieventi che ha preso ilvia nell'ottobre del 2008 ed ormai giun-

    to quasi al termine della sua prima stagio-ne. L'idea di destinare lo spazio ad una

    serie di eventi anche molto diversi traloro, nata dal desiderio di occuparsid'arte e di cultura a trecentosessanta

    gradi, cercando di sviluppare e favorire lecontaminazioni tra un genere e l'altro. Lemostre di arti figurative fanno da cornice adibattiti su vari argomenti,a letture di poesiee testi in prosa, a momenti musicali e picco-

    li saggi di danza e di teatro, il tutto in unambiente ricco di libri e opere d'arte, giluogo ideale per le nostre iniziative.Gli appuntamenti sono sempre il lunedpomeriggio, a cadenza settimanale,un ritro-vo fisso per quanti desiderano scambiareopinioni su vari temi e conoscere semprecose nuove. L'ambiente ,infatti, molto fami-liare, lontano da impostazioni accademiche,questo per facilitare il dialogo e l'interazione

    tra pubblico e relatore.Il modello al quale ci siamo ispirati quellodei vecchi Salotti della borghesia e nobiltdei tempi passati, dove si discorreva di artee cultura, si ammiravano opere nuove e

    dove spesso nascevanonuove idee.In questi mesi il pubblicoha dimostrato moltointeresse per le nostreiniziative e speriamoquesto sia solo l'inizio diun nuovo camminoaccompagnati da unfolto nucleo di artisti,sempre desiderosi dicollaborare con noi pro-ponendo le loro ultimecreazioni.

    Barbara Frigerio

    Storia di copertina

    Gianluca Corona - foto Giancarlo Pagliara

    Vi aspettiamo all'evento dell'anno

    ASTAOpere dalla Collezione Bocca

    Luned 5 ottobre 2009 ore 21.00esposizione dal 14 al 30 settembre 2009

    Segrete di BoccaVia Molino delle Armi 5 (interno) - Milano

    Prenotazione obbligatoria

    02.86462321- 02.860608 - 02.58302093

    [email protected]

    www.libreriabocca.com/eventodelmese.asp

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    ne, di quello libero forte e autonomo cidice il suo stare in basso alla tela delmondo, non certo al centro, preso a sber-loni dai suoi problemi quotidiani e ri sol-vibili se considerati uno alla volta, ma gi-ganteschi e annichilenti nella loro modu-lare ripetitivit, nellineluttabilit inutil-mente prevista del loro puntuale accadi-mento: uno si guarda allo specchio e cosamonitora? La ma-turit? I segni despres-sione? Il chilometraggio dellesperienzache d patente alla saggezza? No. No no.Vede tabula rasa. l, nello smascheramento, che si con-densa lessenza dellironia inventata daSocrate -che il realismo ellenistico ci tra-manda come patrono degli stempiati -. Un pugno in un occhio (ben rappresentatocon quello stile fumettistico che da un podi anni lartista coltiva) che fa dellominoun rinunciatario realista e ateista prati-cante del culto del corpo, della societdellimmagine. A differenza de Il boscaio-lo, Calvizie suscita tenerezza, simpatia evicinanza con un retrogusto di amarezza perlaria acciaccata e anagraficamente afflitta. Il boscaiolo armato fino ai denti - aguzzicome quelli del barracuda - invece, chiamaspietatezza, sadismo. Non si limita a f are ilsuo mestiere in tuta da lavoro: ne gode conuna risata sguaiata per unazione atrocequanto facile e impunita. Qualcuno devepur fare il lavoro sporco. Qualche altro nonvede lora, per. Niente disprezzabile per

    lo sguardo di questo pittore, se una calvizieincipiente e un boscaiolo raggiante dimenar lascia riescono a portare alla luce igiacimenti di inquietudine, di disagio o diaggressivit che si camuffano dentro unatesta che ha perso il suo corpo - in genere siallude al contrario - o in una divisa da ope-ratore ecologico.

    Cristina Muccioli

    Si sta sulla quarantina come su frontemaschile i capelli. Diotallevi sottrae luomoin carne ossa e acrilico allastrazione lumi-nosa dellascesi, del bello in s, del buonoin s, della contiguit con il metafisico, conil divino e con lavvenire invisibile e alluci-nato di confortanti e rigogliose speranze.Allattenzione per lanima, lartista sosti-tuisce quella per il suo contenitore, il corpo.Il quale pescato e raffigurato nel voltocon pochi, definitivi tratti nei cambiamentiche lo inchiodano ai prolegomeni del decli-no. Il fondo asciutto, senzaltre figure nsfumature. Decollata, ad occhi chiusi, leg-germente piegata di lato, la testa si rasse-gna malvolentieri a confermare la ti tolazio-ne: Calvizie. La cornice tricologia carta da zucchero si assottiglia, il fondo verdeschiaccia e assedia la nuca. Sulla fronte dueampie anse danno inizio a quella che sar, per luomo, una vera e propria deforesta- zione. con luso raffinato e ben oliatodella macchina ironica, che Diotallevinarra pittoricamente quel che non siamo,quel che non vogliamo, come scrivevaMontale.Dellanimale sociale ci dice la sua solitudi-

    Psicotricologiadella vita

    quotidiana

    per eresia, dei Becchi a gas e del Restau-ro delle ostriche,surreale tentativo di forni-re struttura ossea a un ostinato e testorianorestauro delle carni,recupero di una esaltan-

    te dignit personale e delicata memoria diantiche consuetudini.Bellandi ha superato larabbiosa rivalsa politica dei compagni diCorrente per farsi narratore di un raccontoesistenziale che spazia dal delicato spaziali-smo dei paesaggi lacustri al raffinatismo geo-metrico degli interni di bar, con la stessaincantata musicalit delle opere di Afro, laleggerezza rarefatta di accostamenti delleossessive composizioni di Gorky: le tele diBellandi posseggono lindelebile capacitintrospettiva di lastre radiografiche che regi-strano le emozioni umane scavando licono-grafia di superficie per formulare una diagno-si di vita. Ecco prendere corpo il ciclo delleCrocifissioni, in cui le forme della croce edel corpo di Cristo si confondono in un tur-binio di delicati colori amalgamati in un vor-

    tice che ci solleva dalle ceneri dellamorte. Lo stesso movimento ascensio-nale ritroviamo nelloriginale ciclo de Lemacerie di guerra dove i personaggisembrano camminare sui resti di unacasa bombardata, avvitandosi in unasorta di faticosa risalita verso il tetto chericorda limpianto scenografico dellaPietdel Pontormo:si rimane affascinatidalla grazia di un ritmo compositivoquasi manieristico,rivolto a suggerire unaaltrettanto pietosa e originale deposizio-ne, privata del classico simbolo dellacroce, concentrata sulla posa sofferta einconsueta dei protagonisti. Bellandi rea-lizza poi negli anni Settanta una serie diritratti dedicati ai Grandi del mondodellArte, di tutti coloro che hannoespresso un metodo di sopravvivenza e

    trovato il coraggio di esprimerlo, supe-rando anchessi simboliche crocifissionie macerie di guerra: il ritratto Omaggioa Thomas Elio sembra un principe delle

    tenebre:quel corpo in elegante comple-to nero e papillon riassume in poche raf-finate pennellate il lucido disorientamen-

    to esistenziale dellintera umanit. Bellandimostra ancora fede nella figura demiurgicadellartista e dipinge lopera che il riassun-

    to della sua vita e del suo impegno, Quebien resiste (Come resiste bene): lArteresiste nella sua lotta di demistificazione dellarealt, di rottura di un cristallo di incomuni-cabilit.Lestrema magrezza del corpo dellul-

    timo Bellandi, ormai consunto dalla malattia,ricalca il ciclo de Lalbero del fico: la foto-grafia che lo ritrae accanto a una sua croci-fissione, il viso scavato a innestarsi sulla figu-ra di Cristo, quasi in una preghiera di com-miato,sembra prolungarne limmagine in una

    tragica contiguit di sembianze e riassumerelintensit del suo sguardo nelle doloroseparole di Pavese La morte verr e avr i

    tuoi occhi o cara speranza, quel giornosapremo anche noi che sei la vita e sei ilnulla.

    Aldo Benedett i

    Ars Bellandilarte di combattere ovveroil mestiere di sopravvivere

    Senza titolo - olio su tela - 1964Omaggio a T. Eliot - olio su tela - 19 71

    SATELLITEgarza su telaio, colore acrilico, 40 x 50 cm

    Libreria BoccaGEOMETRIE

    VARIABILI30 settembre

    11 ottobre 2009ISADI BATTISTA

    Giorgio Bellandi, di genitori lucchesi, non trad le aspettative di uno spirito ribelle eanticonformista: fu cos che si allontandalle ultime esperienze di Corrente, avver-

    tendo la limitatezza di una contrapposizioneformale, quasi una moda accademica per-meata di un realismo sociale e di un impe-gno politico che si ponevano a met strada

    tra il superato Novecentismo e il nuovodilagante Astrattismo. Bellandi trover rifu-gio nel Realismo esistenziale milanese diVaglieri, Ceretti, Romagnoni, raggiungendoesiti pi vicini allamara denuncia dellincon-sistenza umana prerogativa delle opere diFerroni.Prendono forma i cicli di Processo

    Calvizie - acrilico su tela - 2002

    [email protected]

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    Domenico Montalto, noto critico e storico dellarte,

    in veste di Direttore Artistico della neonata Associazione artistico culturale

    Enciclopedia dArte Italiana, presenta il portale:

    www.enciclopediadarte.com

    visitato da oltre 140.000 utenti di Internet nei primi 4 mesi dellanno, si pone come:

    strumento dove visionare gratuitamente biografie di artisti con le relative quotazioni,

    di facile utilizzo e di rapida consultazione per collezionisti ed amanti dellarte;

    canale privilegiato per gli Artisti che desiderino far conoscere o mettere in maggior risalto

    le proprie creazioni con una pagina dedicata alle proprie opere, alla biografia, alle quotazioni

    e alle recensioni;

    veicolo informativo per documentarsi in tempo reale sui maggiori protagonisti dellarte

    italiana e sui numerosi artisti di talento non ancora entrati nel circuito ufficiale dellarte.

    LAssociazione fornisce un supporto qualificato agli Artisti aderenti, tramite accordi

    con Enti, altre Associazioni, Gallerie, Curatori ed operatori autorevoli nellambito artistico,

    come nel caso della Libreria Bocca, allo scopo di creare un network a carattere nazionale

    per agevolare gli Artisti pi qualificati e meritevoli.

    ti capolavori della vegetazione tropica-le. Aggiungere afflato artistico alla lus- sureggiante flora amazzonica pu sem-brare una gara blasfema con linesauri-bile fantasia del Dio creatore. Eppure la Leoni con le sue coloratissime opere simisura con la sconfinata abilit dellanatura non solo per catturarne le cromee gli incredibili intrecci, ma riuscendo atrarne anche unaura di incantato splendo-re che infonde nelle sue figurazioni. In que- ste sue ultime creazioni la Leoni aggiungealla consumata bravura una vena di malin-conia lieve, dinconsapevole rimpianto,nelle evanescenze di colore negli sfondidelicati, nel ripiegarsi rassegnato di unafoglia, nei semi che si staccano dalla madre

    e si disperdono per creare nuova vita o voltia disseccare dimenticati sulla terra. Nonsolo tripudio di colori e di esotiche formequindi, ma anche sommesso rimando allacaducit delle cose e allinstabilit dellabellezza, mai meglio esemplificata che daun fiore.

    Giovanni Serafini

    stato un piacere ritrovare nel maggio scorso le rigogliose opere di MargheritaLeoni esposte nella gloriosa cornice dellaGalleria Salamon e scoprire una specie dinuovo corso espressivo di questa interes-sante e gi nota giovane artista bergamascache ha eletto laffascinante Brasile a suaseconda residenza. La passione per la bota-nica e una squisita sensibilit pittoricahanno portato la Leoni alla felice creazionedi un genere che trasfigura in arte gli infini-

    Margherita Leonialla Galleria SALAMON

    Allagoptera campestris- acquerello su carta - 2009

    In Coda,Life is Now,Sabato Pomeriggio, sonosoggetti, situazioni, ambientazioni, momenti,fermo immagine di un giovane artistagenovese, Francesco Tromba, narratoredella quotidianit. Ci siamo conosciuti ungiorno in Libreria, e dopo aver visto alcuneopere originali dipinte ad olio, prevalente-mente con i toni del grigio, non manca diattrarre losservatore con colori accesicome il rosso, il blu o il giallo, che utilizzaper evidenziare particolari. Illustratore delquotidiano cittadino, anche se nel suorepertorio, Francesco non disdegna i pae-saggi, i tramonti e le passeggiate della sua

    meravigliosa Liguria. Un particolare interes-sante sono: i soggetti, i formati, i tagli e leinquadrature scelti. Isoggetti, non sempre,sono le citt,o solo lepersone,ad un attentoosservare comprendiche lartista pi inte-ressato ai gesti e alleabitudini. La sua pro-duzione, senza perde-re di intensit, passa dapiccoli a grandi forma-

    ti. I soggetti dipinti so-no i pi disparati, ungesto, una situazione,un movimento.Le inquadrature molte volte sono di spalle,

    taglia volutamente dallopera le estremit,quando gli interessa un movimento il suosoggetto si focalizza su un particolare, come

    le gambe in New York in bici, una camminataper ritornare in ufficio in Verso lUfficio, una

    vespa parcheggiata eammaccata in VespaRossa. Il ciclo dellemetropoli un calvariodi intrecci metropolita-ni che ogni giorno,potremmo sperimen-

    tare personalmente,con nostro divertimen-

    to. A Francesco va ilplauso di aver trovatoun pozzo dal qualeattingere attraverso lasua fantastica creativit,infinite future opere

    che potranno incuriosirci e stupirci, grazieanche alle sue qualit artistiche.

    Giorgio Lodetti

    Francesco

    Tromba

    New York in bici - olio su tela - 2008

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    In questo periodo di celebrazioni del cente-nario del Futurismo assistiamo alla museifica-zione del pi importante movimento delNovecento e forse alla disillusione di quelmiraggio di trasformazione, allassorbimentodi quella caffeina dEuropa che stataormai metabolizzata dai disastrosi esiti di dueguerre: la velocit,il dinamismo si sono spo-gliati della primitiva irruenza per lasciar spa-zio a movimenti eredi della stessa volont difare dellArte un mezzo di contaminazionedella vita pi interiorizzato e meno declama-

    torio, figli del desiderio di appropriarsi diqualsiasi mezzo espressivo, anche il piinconsueto, per arrivare a toccare lanimoumano,in una sorta di Impressionismo spa-ziale che si espande in mille angolazioni.Cos si spiegano le compenetrazioni visive di

    Boccioni,le destrutturazioni fisiche e tempo-rali di Balla, le visioni aeree di Dottori, maanche i tagli spaziali di Fontana, esotericaintuizione di una quarta dimensione, le lineedi forza cromatiche di Dorazio, gli accosta-menti materici dei sacchi di Burri, compostimosaici di materiali poveri che riassumono il

    disagio della vita. Le sperimentazioni audacidel Paroliberismo di Nanni Balestrini incampo letterario, la Body Art di Manzoni ele rappresentazioni dissacratorie di EnricoBaj sono gli epigoni di una sperimentazioneglobale che raccoglie gli esiti pi sorprenden-

    ti. proprio Baj, con le sue Dame eGeneralie i suoi grotteschi collages polima-

    terici, che ci riporta al tema della mostra diGiovagnoli: I Generali dellartista milaneseconducono alla formulazione di uno spirito

    Dalla seconda met del Novecento lespe-rienza dellarte profondamente mutata:da forme pi o meno standardizzate, darappresentazioni che in qualche modo coin-volgono i sentimenti delluomo si venutaad accentuare una espressione concettuale.

    Alla illustrazione di favole, di storie, disanti, di vita e battaglie quotidiane delluo-mo, attraverso un processo di astrazione

    sempre pi accentuato, larte pervenuta amessaggiare concetti. Non sempre evidenti

    senza la relativa spiegazione verbale, macome larte grande del passato non habisogno di conoscere la favola antica, comela Tempesta di Giorgione dalle troppeinterpretazioni, cos non necessario cono-

    scere delle tante idee suggerite da un operaconcettuale, quale sia quella direttrice del-lartista, pur avendo oggi la possibilit diinterrogarlo. Ora esaminiamo la foto qui alato: siamo a Patos Marinza, in Albania,dove la compagnia petrolifera canadese

    Bankers Petroleum Ltd. ha rilevato la con-cessione petrolifera di 32 km quadrati dallacompagnia statale albanese Albpetroleum.

    La vasta area, con le vecchie strutture dei pozzi, degradata per incuria, per tecnolo- gie arretrate e coperta da centinaia di pozzi, andava restituita allambiente siaecologicamente sia esteticamente. Lartista

    Eltjon Valle, nato nella vicina Kucova nel1984, fu incaricato di proporre un segnaleestetico di rilievo. Cos, dopo la bonifica-

    zione del terreno, quasi a contrasto col pas- sato, stese attorno alle bocche coperte deivecchi pozzi, una coltre bianca di sassi.Questo fu linizio di una operazione che lo

    port dal 11 giugno - 11 novembre 2007 aun intervento nellambito dei Sites speci-

    fic, un progetto curato da Anna LuciaMaria Fraschetti per Public Art a Triestee dintorni, catalogo Silvana Editoriale,lungo il confine con la Slovenia. In quel-lambito Valle nella sua installazionePetrol Pax ha montato una antica

    pompa di petrolio proveniente da Marinza sul lungomare di Muggia, a fronte diTrieste al confine con la Slovenia. La

    pompa si profila sullo sfondo del porto diTrieste e sulla struttura della Ferriera diSan Servolo. Lintervento di Valle stato

    documentato nella 52esima Biennale diVenezia del 2007 al Padiglione del-lAlbania a Venezia per scelta di RubensShima Direttore della Galleria Nazionaledi Tirana e Commissario per il Padiglione

    Albanese di Venezia. In seguito dal07.11.08 - 07.12.08 la Galleria Nazionaledi Tirana gli ha offerto una importantemostra non solo dei suoi dipinti ma riassun-tiva dellintervento iniziale a Patos

    Marinza. Valle da una parte ha subito il fascino, sin dallinfanzia, di questo petro-lio, fonte di ricchezza e nello stesso tempodi degrado dei luoghi dove nato, e lo hausato persino nei suoi dipinti assieme ai

    suoi colori a olio. Nellintervento estetico sul campo lo ha dovuto eliminare ma haconservato le vecchie pompe dando loronuova vita come sculture, e lo sono vera-mente, al di l della loro antica funzionali-t. Cos Valle suggerisce un percorso dal-lantico alloggi ancorato alla sua terra,qui simbolo delle terribili tensioni geopoli-tiche delloro nero e di un attento interesse

    per il paesaggio, salvando lopera passatadelluomo, depurata delle sue scorie.

    Andrea Bondanini

    di ribellione ad ogni manifestazione di pote-re e arroganza, suffragato dal surrealista uti-lizzo dei materiali pi disparati. La ribellionedi Giovagnoli pi esistenziale, rivolta alladissacrazione della vita intera, riscatto cro-matico da un destino segnato dallombradella morte, di un declino orfano anche deiricordi: questa la risposta di impronta futu-rista del Nostro, levoluzione dalla fabbricadel ricordo delle opere della stagione pre-cedente, le arabescate spiagge di Rimini conombrelloni e bagnanti in nostalgici costumianni Cinquanta,al laboratorio delle emozio-ni della recente produzione, improntato allasognante leggerezza di allegoriche papere inun indeclinabile invito a gustare ogni lieve eincerto sussulto di vita: in un ambiguo giocodelle parti sono proprio le Papere a guidarcicon infantile entusiasmo ad uninaspettatavittoria,non i cupi generali che invece rievo-cano fantasmi di sconfitta, simili a ritratticommemorativi su lapidi di guerra.Quasi per una magica complicit fonetica edestetica i graziosi marinaretti felliniani delprimo Giovagnoli assumono ora un nuovo

    ruolo di stampo marinettiano, non costrui-scono solo castelli di sabbia a immagine delGrand Hotel,ma alzano palette e secchielli aurlare un assalto gioioso alla vita sullonda diuna esuberanza istintiva.Le acqueforti Damee Generali che accompagnavano nel 1964 lapresentazione delle poesie del poeta surrea-

    lista francese Benjamin Peret (divenute poiuna splendida mostra presso la FondazioneMarconi di Milano) si sono oggi trasformatenelle Papere di Giovagnoli, che sembranoemulare e inseguire i Gabbiani della poesia diCardarelli:Non so dove i gabbiani abbiano ilnido,ove trovino pace. Io son come loro inperpetuo volo ....... il mio mestiere viverebalenando in burrasca.

    Aldo Benedetti

    Paperee Generali

    sogni e incubi di un marinaretto

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    Eltjon Valle

    Marinz - Progetto ambiantale

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    FIORI DI DEVOZIONEolio su cartone telato, 45 x 35 cm

    The general - tecnica mista su tela - 2009

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    Ricordiamo tutti il famoso discorso cheKennedy tenne il 12 aprile del 1959. Era sulla crisi. Il Presidente con un riusci-tissimo ed efficace stratagemma linguistico-retorico spieg che la parola cinese weijifosse formata da due ideogrammi, uno indi-cante il pericolo e laltro lopportunit. Filologicamente losservazione non regge.I linguisti hanno poi appurato che la secon-da parte della parola-ideogramma segnalapiuttosto un acuirsi possibile del pericolo, il suo acme.Poco importa per, perch concettualmenteincludere unopportunit di cambiamento emiglioramento di fronte al pericolo reggeancora, regge eccome. Quando una doman-da smette di essere tale, quando non viene pi posta come domanda, allora diventa

    problema, ci insegnava Carlo Sini. La totale assenza di interrogazione profon-da sulle cose, non ci permette di percepire iproblemi. Ormai dire che c crisi diven-tata una fiche verbale che produce assuefa-zione, sconforto passivo, indifferenza finchnon ci tocca personalmente.Se ci fermassimo a pensare, se ci soffermas- simo a guardare, ci chiederemmo perchsiamo arrivati a questo, ci confronteremmo,ognuno con le proprie competenze e risorse,ci porremmo salvificamente il problema.Salvificamente perch soltanto riconoscen-dolo senza minimizzare e senza gonfiarne icontorni, potremmo affrontarlo e trovaresoluzioni possibili. Quando capita di par-larne con gli artisti, non c negazione mapropositivit. Non li ascoltiamo perch lar-tista da alcuni decenni afono, la suavoce negata e considerata ininteressante,a differenza del suo fare, del suo realizzare,possibilmente in sintonia gregaria con lamoda ultima del momento, e come osserva-va con amarezza e piglio ironico da intellet-tuale di razza lartista Sergio Dangelo,armonica con salotti buoni.Gli artisti sono innanzitutto progettisti,prima di tutto ideatori. La realizzazione tecnico-pratica impor-tantissima, certo. Ma solo la conseguenza fattiva di quello che stato visto come

    edos, come visione e forma, dallocchiorazionale e creativo della mente. Proviamonoi altri spettatori a riaffidare agli artisti, proprio in tempo di crisi, un progetto diripresa, di ri-nascimento culturale, esteticoe anche economico. Basterebbe una mostradi soli progetti e bozzetti di artisti che con-siderano il rifacimento, la ristrutturazione(o restauro), oppure il rinnovamento di areeurbanistiche ed extraurbane in stato didegrado. Magari per gli attentati che le guerre non risparmiano nemmeno a edificie opere d'arte, a strade e ponti, magari perl'incuria, l'ignavia e l'assuefazione allosquallore. La progettabilit una dimensione cheriguarda lessere umano, una sua possibi-lit prima che una potenzialit ambientale.Noi Italiani in particolar modo, cos ricchima anche curvi sotto il peso di un passatograndioso, siamo stati sempre molto solleci-ti nel restaurare anche le pi modeste tra leopere antiche, ma colpevolmente incurantinei confronti del nuovo che ci accingevamoa costruire. Abbiamo rinunciato totalmenteall'idea di bellezza, prima ancora che allasua concretizzazione. Auspico che agli arti-sti vengano affidati i nostri ospedali di peri-

    divenire esemplificazione della condizioneumana attuale, in preda a violenze e sopru- si di ogni genere. Un omaggio a tutti gliuomini che subiscono oltraggio, carcere,supplizio per le loro idee. Pervase da una connotazione politica e sociale sono anche le Crocifissioni con-temporanee di Vedova, che attraversoquelle pennellate decise e violente mette in scena le sofferenze e le ingiustizie delleramoderna.Lo stesso Chagall, esponente per eccellenzadella cultura ebraica, rappresenta in alcunisuoi dipinti la figura di Cristo in croce, con- siderandola simbolo della tragedia delmondo, mostrando, cos, in modo ancora

    pi esplicito, quanto questiconografia siaentrata a far parte del patrimonio culturalecontemporaneo, distaccandosi sempre dipi dalla valenza cattolica, pur conservan-do il suo significato pi profondo e spiritua-le. Di diversa accezione sono i suggestivicrocifissi di Dal, facenti parte del cosiddet-to Misticismo nucleare, che si prefissavadi rappresentare i soggetti della tradizionerivisti attraverso le nuove scoperte scientifi-

    che, come Crocifissione(corpus hypercubus), an-che se forse lopera piprofonda rimane il Cristodi San Giovanni dellaCroce attraverso la quale Dal confessa la sua ricer-ca di assoluto: "Il Cielonon si trova n in alto n inbasso, n a destra n a sinistra, il Cielo si trovaesattamente al centro del-l'uomo che ha Fede... Oraio non ho ancora la Fede etemo di morire senzaCielo".

    Barbara Frigerio

    feria, le nostre nuove piazze nate vecchie enude, simili pi a una rotonda stradale, inostri parchi senza fontane e senza statue sucui i bambini adorano arrampicare, le postee le stazioni dei treni che sono spesso spet-trali anonimi casermoni.La parola agli artisti, proprio adesso, s, inperiodo di recessione e stallo, come ha fattol'Argentina recentemente: schiacciata e tra-volta dalla crisi pi inclemente dopo quellache nel '29 colp gli Stati Uniti (e fu allorache venne costruito l'Empire State Buil-ding), Buenos Aires ha accolto i designers egli artisti, gli architetti e gli urbanisti felicidi liberare l la loro creativit, facendonenuova e bellissima meta turistica. Il ponte pedonale de la Mujer progettato daSantiago Calatrava attraversa il porto conun balzo di leggerezza e dinamicit, ungrande fiore di alluminio si schiude all'albae si apre al tramonto (scultura mobile di Eduardo Catalano) per Plaza de Las Naciones Unidas. Sono solo esempi di unametropoli che ama le sue tradizioni come ilguardare al domani, o il progettare che dirsi voglia. Nel 1951 Ossip Zadkine realizz il suo Monumento alla citt distrutta per

    Rotterdam. un monumento molto signifi-cativo non solo esteticamente, ma anche eti-camente. Larte interpreta le cadute e ledistruzioni come sola e insuperata ha fattoGuernica, o lUrlo di Munch.Ferma in un blocco sagomato la memoria ela piet, la rabbia e il dolore, la volont diricordare, di sognare con la ragione.E di sperare sospesi su un ponte. Perch la speranza autentica, come scrive-va il grande Ernst Bloch ne Il principio spe-ranza , non ha a che fare con una blanda e

    Esteticadella crisi

    Non c tema pi bello di una crocefissio-ne, tanto vero che esso affrontato per pidi mille anni milioni di volte. Questa fra- se, pronunciata da Picasso durante unaconversazione amichevole con Guttuso, ci pu far comprendere quanto alcuni temipropri della religione cristiana siano entra-ti ormai a far parte dellimmaginario icono-

    grafico di tutti noi, anche a prescindere dauna volont di rappresentazione prettamen-te religiosa.Nel corso del novecento sono stati molti gliesempi in tal senso, dallo stesso Picassoautore di un intenso dipinto nel 1930, pre-corritore dal punto di vista compositivo diGuernica , a Guttuso, la cui Crocifissionedel 1941, definita eretica dalla Chiesa per il corpo nudo della Maddalena, puessere considerataun vero e proprioomaggio alluomo. In questultimo di- pinto, infatti, nonesente dal punto divista compositivo darimandi allarte del passato, emerge tut-ta la contempora-neit e la laicit del-lautore. Nello sfon-do si vedono i restidi una citt bombar-data; il dramma del-la morte di Cristoviene collocato ainostri giorni per

    La spiritualitnellarte

    Elementi iconograficiLa crocifissione

    Ossip Zadkine - Rotterdam

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    liquiditaroria consolazione, ma capace dimuovere il pensiero schiacciato dalle contin-genze al di l dellimmediatezza del proble-ma, della crisi, dellimpasse.

    Cristina Muccioli

    Salvador Dal

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    CLAUDIOMAGRASSI

    FIGURA IIolio su tavola cm 21 x 31 - 2009

    www.c

    laudiomagrassi.it