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1 SCUOLA DELL’INFANZIA Petrarca Buccinasco Programmazione educativa e didattica VIVERE LA NATURA DAL DI DENTRO I quattro elementi Aria Acqua Terra Fuoco una storia di interdipendenza Anno Scolastico 2012- 2013

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SCUOLA DELL’INFANZIA

Petrarca Buccinasco

Programmazione educativa e didattica

VIVERE LA NATURA DAL DI DENTRO

I quattro elementi

Aria Acqua Terra Fuoco

una storia di interdipendenza

Anno Scolastico 2012- 2013

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Indice

I cento linguaggi dei bambini PG 4

La nostra vera natura 5

Buccinasco terra di mezzo 7

Ritorno alla natura come scelta 8

Il linguaggio della meraviglia:lo straordinario nell’ordinario 10

Il nostro tema di programmazione: i 4 elementi 12

Il progetto 14

I pensieri sui bambini 14

Le finalità 16

Il modo di stare dell’ adulto 18

La storia siamo noi 20

Spazi 20

Il metodo di ricerca 23

Input iniziale di programmazione: un “fondo integratore” 25

Creatività 26

Gli elementari 27

I quattro elementi come ingredienti scientifici 31

L’importanza del piccolo gruppo 32

Schema 34

Il metodo come atteggiamento 35

Traguardi di sviluppo 36

Ipotetici percorsi 37

La giornata scolastica 48

Organico 53

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A tutti che

sentono

e ancora sentono

“che il tuono è una cosa

che fa ballare il cielo

che il mare nasce dalla

mamma onda

che il tempo nasce dagli anni

e che le foglie cadono

perché loro si tengono

con una mano sola”

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I cento linguaggi dei bambini

Il bambino

è fatto di cento.

Il bambino ha

cento lingue

cento mani

cento pensieri

cento modi di pensare

di giocare e di parlare

cento sempre cento

modi di amare

cento allegrie

per cantare e capire

cento mondi

da scoprire

cento mondi

da inventare

cento mondi

da sognare.

Il bambino ha

cento lingue (e poi cento cento cento)

ma gliene rubano novantanove.

La scuola e la cultura

gli separano la testa dal capo.

Gli dicono:

di pensare senza mani

di fare senza testa

di ascoltare e di non parlare

di capire senza allegrie

di amare e di stupirsi

solo a Pasqua e a Natale.

Gli dicono:

di scoprire il mondo che già c’è

e di cento

gliene rubano novantanove.

Gli dicono:

che il gioco e il lavoro

la realtà e la fantasia

la scienza e l’immaginazione

il cielo e la terra

la ragione e il sogno

sono cose

che non stanno insieme

gli dicono insomma

che il sento non c’è.

Il bambino dice:

invece il cento c’è Loris Malaguzz

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La nostra vera natura

Tutte le programmazioni iniziano con una domanda importante: chi educhiamo?

In questo momento storico e sociale invece è importante ripensarci tutti come

soggetti da educare.

Assumiamoci tutti la responsabilità del nostro mondo!.

Un’educazione condivisa che pone le mani di tutti su un tavolo rotondo.

La scuola diventa così un luogo in cui si ritrattano insieme le regole di convivenza.

Un luogo in cui si creano legami profondi: insieme verso un nuovo umanesimo.

Un luogo dove si riconosce significato a ciò che si fa e dov’è possibile la trasmissione

dei valori che danno appartenenza, identità, passione.

Quindi, non un rapporto frontale e cattedratico con bambini, genitori e colleghi, ma

circolare, dinamico, complesso, vitale dando senso per costruire i futuri possibili.

Nella straordinaria complessità di avere di fronte proprio quella persona lì, unica,

irripetibile, originale,intera nei suoi aspetti cognitivi, affettivi, relazionali, corporei,

estetici, etici, spirituali, religiosi noi siamo e vogliamo essere scuola.

Insomma incontriamo l’altro da noi e in questa complessità che si gioca la cifra del

nostro compito.

La scuola vera non si raggiunge ma si crea giorno per giorno per poter dire: la scuola

siamo noi, nelle pratiche, nel lavoro quotidiano.

In questo sporcarsi le mani nelle pratiche spesso si lavora dentro il conflitto, si

impara a starci, ad ascoltare, a spostarsi dal proprio punto di vista, a scambiarci gli

occhiali per vedere il mondo dell’altro.

Quindi, il perdono, la pace e l’armonia non sono stati iniziali e preconfezionati ma

accordi da raggiungere e da mantenere. In questo senso ancora di più in quest’ottica è

necessario stipulare un patto, un’alleanza educativa tra insegnanti e tra insegnanti e i

genitori.

Questo dialogo costante è l’unico metodo per creare una comunità che prima è

educativa e poi sociale. Ognuno impara meglio nella relazione con gli altri.

Non basta convivere nella società, ma questa stessa società bisogna crearla

continuamente insieme.

Fino a tempi assai recenti la scuola ha avuto il compito di formare cittadini nazionali

attraverso una cultura omogenea.

Oggi, invece, può porsi il compito più ampio di educare alla convivenza proprio

attraverso la valorizzazione delle diverse identità e radici culturali di ogni bambino/a

La nostra programmazione nasce da un incontro. Non è in prima istanza un documento

per altri.

Nasce da quel noi che sempre ed ancora si va a costruire ogni anno.

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Molto spesso nelle riunioni si parla di cose da fare, ad un certo punto però in un

cerchio in giardino sotto i nodi del glicine ci si guarda e ognuno trova il coraggio di

raccontarsi.

Inizia un fluire di parole e sguardi che affrancano intese iniziate in altri luoghi.

Ciascuno ha un un’immagine di bambino e di scuola. Sempre più la scuola accoglie

l’adulto perché questi a sua volta possa ri - accogliere i bambini.

Dopo tempi di urgenze e continui cambiamenti, in una sorta di stabilità calma si trova

il respiro giusto per ascoltare ed ascoltarsi.

Il rischio di vivere anche a scuola con i ritmi frenetici della società è sempre

presente.

I nuovi documenti ministeriali a volte così lontani dalla presenza di 28 bambini per

sezione non svelano i segreti dello star bene insieme a scuola.

Analizzando il nostro sentire la necessità che emerge da parte di tutti è la poca

possibilità di stare con un numero ridotto di bambini in un clima rilassato e relazionale.

“Perdere tempo” insomma insieme, non produrre, ma essere, costruire storie che si

fanno archivio prezioso per attingere idee, parole, fantasie, giochi.

Creare atmosfere senza climatizzare.

“Richiede attenzione e disponibilità da parte dell’adulto, stabilità e positività di

relazioni umane, flessibilità e adattabilità alle situazioni …”

(Indicazioni Nazionali per i Piani Personalizzati delle Attività Educative).

La volontà di approfondire relazioni, di dare voce a libri, di ascoltare le evocazioni, di

scrivere le narrazioni, di ascoltare i ritmi naturali dei bambini e i nostri si concretizza

con il vivere la dimensione della classe come luogo ed “ambiente educativo di

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esperienze concrete e di apprendimenti riflessivi che integra le differenti forme del

fare, del sentire, del pensare, dell’agire relazionale, dell’esprimere, del comunicare,

del gustare il bello e del conferire senso da parte dei bambini.” (idem)

Quindi così si possono sintetizzare premesse educative del nostro vivere quotidiano:

- relazione personale significativa tra bambini ed adulti

- valorizzazione del gioco come modo di comunicare

- l’esperienza diretta di contatto con la natura, le cose, i materiali.

La Scuola dell’Infanzia è quindi “luogo di incontro, di partecipazione e di cooperazione

delle famiglie, come spazio di impegno educativo per la comunità e come luogo di

promozione che si configura come diritto soggettivo di ogni bambino” (idem).

Buccinasco terra di mezzo

I bambini che vivono a Buccinasco vivono per lo più grandi ritmi di stress.

La loro giornata inizia presto al mattino. Molti di loro si fermano fino a tardi alla

scuola dell’infanzia. Entrambi i genitori lavorano e i bambini vivono sempre meno, in

settimana, la profondità di relazioni parentali.

Spesso vengono coinvolti ad attività pomeridiane sportive. La moda della perfezione

fisica, della competizione culturale ed intellettiva ha contagiato molti adulti.

E’ importante organizzare il vivere educativo e didattico dopo aver letto la situazione

non solo la situazione sociale del territorio come farebbe uno statista, ma come chi

vuole identificare i bisogni e le risorse dei bambini per progettare potenziando così

opportunità di crescita.

Terra di mezzo anche perché siamo localizzati tra la città e le campagne e spesso il

verde che si vede è una ulteriore strutturazione del territorio, senza vivere la

scoperta degli oggetti trovati come doni.

La Natura ha una sua intrinseca saggezza, e vedere delle radici di grandi alberi

soffocate nel cemento o aiuole con cascate di fiori in alternanze ritmiche non è

proprio l’approccio che noi andiamo ad indagare.

La nostra dimensione si rifà a quella ricerca ancestrale di uscire nudi dalla caverna e

di tornare vestiti di oggetti culturali e simbolici creati con altri uomini dopo che si è

tornati dalla battuta di caccia.

E’ proprio per la durezza della sopravvivenza che ci si è messi insieme intorno ad un

fuoco per condividere le fatiche e le gioie.

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Questa linea evolutiva è fondamentale per realizzare il nostro essere uomini, ma oggi

lo stare insieme è difficoltoso anche tra gli adulti.

Viviamo per obiettivi richiesti da tappe sociali e ci risulta sempre più difficile capire

ciò di cui abbiamo veramente bisogno.

Ci troviamo di fronte a bambini stimolati da un punto di vista cognitivo, che già a tre

anni sono abituati a viaggiare, ma che spesso hanno difficoltà a relazionarsi con il

gruppo classe.

Senza uomini consapevoli della loro interdipendenza con tutto e tutti , siamo destinati

a replicare gli errori rafforzando la logica feticistica del sistema, che si nutre proprio

dell’inconsapevolezza

Ritorno alla natura come scelta

La società e con essa la scuola cambia velocemente, ma noi in questo piccolo tentativo

ci fermiamo proprio a riflettere proprio su un tema importante.

E se noi tutti non ascoltassimo? E se anche noi tutti fossimo solo soggetti di

desideri (con accezione negativa) divenuti legge?

Così vinti dalla saturazione dei tempi, degli spazi e dai consumi?

Passare dai bisognifittizi ai de- sideri vivi non è facile. Però sembra la sfida che

raccogliamo ora anche in questo microcosmo che è la Scuola dell’Infanzia Petrarca,

non per cambiare il mondo, ma un pochino noi stessi.

Quindi partiamo proprio da noi, dal nostro raccontarci più profondo, da quella

nostalgia dell’ autentico che ancora ci rende umani.

Il narrarsi rappresenta infatti, da sempre, il luogo d’origine dell’individuo, lo scrigno

dei suoi segreti identitari : la narrazione è il permesso, che ognuno di noi sente di

aver ricevuto, al racconto di sé e del suo mondo, del mondo Altro, della sua

rappresentazione e interpretazione.

Un bambino senza racconti, o peggio ancora, senza linguaggio per raccontarsi, è un

bambino perso, incapace di sentire la propria presenza legittimata nel mondo delle

relazioni.

Quando infatti qualcuno si accorge o continua ad accorgersi di noi è evidente che

entriamo nel campo della sua narrazione, nel campo della sua voce, guai, quindi, al

bambino che non è al centro di una narrazione; guai al bambino che non può crescere

all’insegna della sua autostima,che non viene visto ed ascoltato, che non sente intorno

a sé dei narratori, a prescindere dai contenuti della narrazione.

Sono importanti anche le storie professionali e le domande, quando non rimangono più

solo una questione di ognuno, possono portare a modificazioni, nuovi cambiamenti,

nuove contaminazioni.

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Possiamo solo riscoprire la natura della bellezza e del sacro e che tutto ciò ha a che

fare con l’integrazione dell’organizzazione totale, inconscia e conscia che noi siamo.

E’ la scommessa di sperimentare la possbilità di imparare un’empatia con altre

creature e persino con processi biologici ed ecologici, esperire la potenziale umiltà alla

quale una comprensione allargata del sé può indurre il più ristretto “sé conscio”, il

concetto di integrazione di molte parti e livelli della mente.

In realtà ci stiamo avvicinando all’insetto con sacralità, al nostro modo di guardarlo e

di essere guardati con sacralità e a come stiamo in rapporto alla stella nell’universo.

Indagare gli elementari in natura vuol dire fare un lavoro di osservazione,

differenziazione e assimilazione. Tutto ciò è integrazione. Non ci sono parti più

importanti nell’universo. Tutto serve. In questo senso empatia con ciò che ci circonda.

Io sono prezioso perché faccio parte di un Tutto. Ma io non sono un Tutto. Io non sono

il mandala, ne sono uno spicchio.

Questa unificazione di mente e corpo, aria e fuoco, insetto e stella, sono la nostra

responsabilità di essere umani.

In questo senso più che capire o razionalizzare è importante metterci in dialogo,

danzare con questi elementi.

Solo in queste modalità troveremo ecologia della mente, del pianeta, salute, etica con

l’altro, estetica del luogo e legame sacro con il Tutto.

In questo grande cappello si ritrova l’intelligenza del cuore dove si uniscono le varie

parti.

Tutto questo viene dalla storia dell’umanità. Il bambino ripercorre nel suo crescere la

storia dell’umanità tutta però con un grandissimo svantaggio: SENZA sperimentazione

di tutti i suoi sensi (estetica appunto) insieme.

L’uomo era un organismo nel suo ambiente in modo operativo e non prescrittivo. Vuol

dire che oggi si tende a raccontare la vita ai bambini, senza lasciarla vivere …

La nostra riflessione è un piccolo tentativo per dire che forse in tutti i problemi del

linguaggio dei bambini, nel ritrovare i bambini di tre anni sempre più piccoli si deve

patire da una scissione col mondo naturale in prima battuta.

In realtà si parte dal ricordare come in passato l’uomo fosse a stretto contatto con la

natura e con i suoi elementi: alle origini dell’umanità gli uomini hanno trovato nella

terra il loro rifugio e il loro nutrimento, il fuoco li ha scaldati, l’acqua li ha dissetati,

lavati e purificati. E questi elementi da naturali sono diventati sempre più simbolici,

culturali. Ma il prezzo di questo progresso è stato altissimo…

Cosa possiamo fare?

Quando si parla di ritorno alla natura molti pensano a un voler tornare indietro, a una

visione nostalgica e ingenua della vita. Eppure noi oggi, eredi della modernità, noi che

assistiamo sempre più al trionfo della ragione ne siamo pure vittime (viviamo il disagio,

lo stress, malattie psicosomatiche, inquinamento....)

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Dunque possiamo soltanto riscoprire la nostra dimensione naturale attraverso una

scelta, possiamo solo ri- diventare culturalmente natura.

Possiamo riconoscere che ci sono altri modi di accedere al senso che non sono la

razionalità e il calcolo.

La nostra capacità di creare e di comunicare passa attraverso canali diversi da quelli

che la razionalità moderna ha privilegiato.

Per i primi uomini le prime case sono state caverne, la terra e l’acqua sono state le

materie prime usate dall’uomo costruttore, la natura ha offerto all’uomo raccoglitore

la possibilità d vivere nelle varie stagioni.

Ma noi come possiamo far vivere ai bambini il senso, il mistero, l’ascolto di questa

domanda ancestrale?

Sicuramente il nostro canale privilegiato è il linguaggio simbolico, metaforico,

estetico, onirico e poetico. La nostra risorsa è la creatività.

La riuscita è l’integrazione.

La riuscita non è fare, ma la contemplazione del mondo vivente, l’esser-ci in quel luogo

e in quel momento.

Tutto ciò ci permette di essere vivi, di rimanere vivi, strumenti invece unilaterali e

tecnologici ci fanno specializzare ma ci faranno estinguire perché saremo sempre più

sprovvisti di risorse di sopravvivenza emotiva.

Quando si parla dell’evoluzione si dice il cavallo si è evoluto … in realtà si è evoluta la

relazione tra il cavallo e l’erba. Questa è l’ecologia.

Non è possibile insomma stare identici a se sressi, siamo a volte di fronte ad una

complessità enorme.

Il fenomeno del pensiero è simile al fenomeno dell’evoluzione … per prove ed

errori…esplorando.

Tutto si estingue quando è prigioniero di un dilemma, il mondo è fatto a suo modo, non

per singoli fini.

Insomma la Natura ci insegna profondamente il cambiamento, e cioè che qualcosa che

pensavamo fosse vero non lo è. Ma non è proprio questo lo straordinario?

Il linguaggio della meraviglia: lo straordinario nell’ordinario

A tutti noi capita di percorrere le stesse strade ogni giorno ma solo in un attimo si

avvertono certe bellezze e suggestioni perché ci si è fermati meglio ad ascoltare, così

anche noi vogliamo vivere questa scommessa, prendere coscienza per esempio del

giardino ricco di mille tesori, di uno scorcio di finestra dove il sole crea effetti

meravigliosi di luce …

Meraviglia significa riconoscere che ridere e piangere non sono accessori

dell’esperienza umana, da tenere ai margini o da riservare a spazi separati.

Sono modi di accostarsi alla realtà che ci permettono di accedere a dimensioni dove

altre nostre facoltà non arrivano.

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Meravigliarsi significa riconoscere che non tutto è stato previsto ed era prevedibile,

farsi prendere dalla dimensione nascosta delle cose, stupirsi delle facce diverse del

mondo. Ci accorgiamo così che l’altro ha qualcosa che ci manca, che quello che davano

per scontato deve essere messo in questione, che la sicurezza può diventare

soffocante.

La meraviglia ha un rapporto profondo con l’etica perché ci insegna il limite accanto

alla possibilità, ci invita al coraggio di cambiare e ci educa al rispetto di chi è diverso

da noi.

Non abbiamo più un linguaggio per la meraviglia perché viviamo nell’universo delle

immagini, in cui tutto diventa visibile, tutto è già sotto gli occhi, tutto è rapidamente

consumato.

Le cose sono sempre già viste e dobbiamo rincorrere continuamente ad altre

esperienze per darci il brivido delle novità.

Abbiamo perso il linguaggio dei particolari, dei piccoli eventi senza storia, dei gesti

elementari ma carichi di significato.

Per stupirsi occorrono occhi puliti e mente sgombra. I nostri occhi sono sempre più

occupati da un flusso ininterrotto di immagini già confezionate che si sovrappongono

alla possibilità di vedere quello che realmente ci sta davanti, la nostra mente è un

enorme deposito di messaggi, che vanno continuamente analizzati, ordinati, scambiati.

La meraviglia contiene una carica morale perché è anche il contrario di questa aridità,

che è ingombra di oggetti da consumare ma è priva di passione.

Per meravigliarsi bisogna fare spazio dentro di sé, aprirsi a quello che ancora non ha

forma definita, ascoltare i piccoli segnali. Bisogna ridare cittadinanza al vuoto e al

silenzio, riconoscere la parte di mistero che l’esperienza umana conserva.

Nella società dell’informazione tutto è svelato, comunicato, fatto circolare.

Si ha l’impressione che resti sempre meno che non sia già stato detto. Per tutto

esistono istruzioni per l’uso , tutto si può visitare , fotografare o almeno vedere sullo

schermo del proprio televisore.

In una società senza mistero ci sono però ancora voci che ci ricordano che tutto è già

svelato e che non tutto ha necessariamente bisogno di essere detto, visto, consumato.

I bambini e quello che rimane delle culture tradizionali ci indicano ancora il linguaggio

della meraviglia.

Stiamo rapidamente trasformando i bambini in adulti in miniatura e gli indigeni in

pezzi da museo da visitare nelle riserve.

L’arte può diventare solo mercato e la follia può essere segregata in luoghi separati

dalla nostra vita. Ma se queste voci ci venissero a mancare è la nostra umanità come

tale che perderebbe il linguaggio della meraviglia.

Tutto quindi diventa ricerca, esplorazione, tutto si condivide con una modalità

relazionale che le verbalizzazioni dei bambini testimoniano.

La vita di relazione è il colore delle cose.

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Sicuramente poi la ricerca si apre come per una caccia di tesori nel giardino, a casa, ai

boschi, al mare, nei fine settimana.

I materiali portati dai bambini e dalle famiglie contribuiscono a creare una cultura

particolare in classe : una cultura profumata e colorata che non è violenta, costosa -

consumistica e che è chiave simbolica per il creativo più profondo.

A volte questi materiali raccolti a casa vengono portati dai bambini a scuola e il fatto

che i genitori aiutino in questo crea un collegamento tra la vita di casa e quella di

scuola.

Creare con questo materiale povero ha molte finalità implicite tra cui:buona qualità di

contatto percettivo- sensoriale sviluppando così una grande manualità fine, incentiva il

saper aspettare prima di concludere un’attività e di saper sopportare la fatica di

concentrazione .

Quando si è curato molto una “cosa” è normale investire su di essa una sorta di anima ,

di vita che poi non è altro che la proiezione della nostra vita.

Molta sarà quindi la cura che i bambini daranno al mantenimento di tutto questo.

Sentimenti di rispetto, di cura, di aiuto, solidarietà e sensibilità sono impliciti del

mondo naturale insieme anche alla lotta, al cruento, allo sporco e a volte alla morte.

L’ “educazione “ intesa come gentilezza d’animo o come qualcosa di infettivo è un

fenomeno che si diffonde per contagio come l’influenza.

Il nostro tema di programmazione: i 4 elementi

Nel cercare un argomento di programmazione la nostra riflessione si è fermata sul

tema del rapporto tra l’Uomo e la Natura.

Siamo nella connessione tra il Macrocosmo- Universo e il Microcosmo- Uomo, anzi si

tiene presente l’Intero e gli Interi.

Di questo si vuole prendere e far coscienza sia come nostro viaggio esplorativo

affinchè si favorisca il rispetto di sé, degli altri e dell’ambiente; di stimolare il

processo d’integrazione dei diversi nella valorizzazione delle diversità vista come

norma e reale risorsa, nel rispetto della propria ed altrui unicità.

Siamo negli “elementari” di ogni-Uno e dell’Uno.

Si può considerare l’ Elemento da varie angolazioni e diverse stratificazioni di senso.

L’elemento fisico, simbolico, emotivo, estetico e relazionale.

L’acqua è l’elemento del grembo materno, è quello il luogo in cui galleggiando senza

peso ci formiamo, è il ricordo del primo bagno nel mare da piccoli, è quel bicchiere di

acqua fresca in quell’arsura estiva. E’ quel dipingere muovendo il colore tra l’acqua

sussurrando agli acquerelli una destinazione che però sempre loro scelgono.

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Nei sentimenti e nelle emozioni è quel fluire delle cose quando tutto sembra scorrere

e capiamo che anche noi allora siamo fatti di acqua, di vita primordiale. Possiamo

arrivare ovunque grazie all’acqua.

Quando coltiviamo e innaffiamo le piante le andiamo a nutrire con un grande elemento

prezioso.

Dal rubinetto, al mare, al ruscello alla pozzanghera viviamo sempre in questo elemento.

La terra è la culla dove noi abitiamo, il basso è la direzione della caduta, della semina,

e la nascita di quel rizoma in cui c’è tutto il nostro essere, così come nella pianta.

L’aria è il primo respiro quando nasciamo, è il nostro primo esserci è la finestra sul

mondo. E’ apertura, radura, visione dall’alto. L’aria è il volo, l’andare verso, la libertà.

L’aria è verso.Ogni volta che dopo grandi tensioni ricominciamo a respirare

profondamente sentiamo la gioia di ritrovarci come esseri viventi e respiranti.

Noi con la nostra presenza creiamo una dimensione, un profumo, un suono, un canto,

una differenza.

Il fuoco è il primo abbraccio della mamma, è l’incontro tra il cerchio sacro degli amici,

è l’elemento delle visioni sciamaniche, è la forza che va verso l’alto, che scalda, cuoce e

purifica. Il fuoco è movimento e creazione.

Il bambino (l’uomo) ha dentro di sé gli elementi, infatti prima di nascere è avvolto dal

calore della madre-(terra) e da liquido amniotico nutrimento per il corpo e la mente

(acqua) nascendo compie il primo respiro e vede la luce (aria- fuoco).

Il rapporto fra l’uomo e i 4 elementi è profondamente cambiato nel corso della storia

in quanto egli stesso ha trasformato i paesaggi abitativi e lavorativi da esclusivamente

naturali e naturistici in luoghi lontani dalla natura e innaturali. L’osservazione del

bambino in un momento di gioco libero in giardino ci mostra sempre la sua propensione

a tutto ciò che è natura : scavare con le mani nella terra, raccogliere come tesori

sassi, radici, cortecce riempiendosi le tasche… appiccicarsi le dita con le gocce di

resina profumata colata da alberi di pino… preparare torte di fango decorate con

legnetti e fili d’erba odorosi… raccogliere nonostante il divieti fiorellini e trifogli per

fare un dono alla maestra.

Vogliamo partire da questa spontaneità per creare culture condivise.

La nostra scelta è nata dalla presa di coscienza del fatto che in passato si vivesse un

rapporto con gli elementi della natura molto più stretto e profondo in quanto

indispensabili alla vita considerandoli spesso divinità da adorare e rispettare, che

molte volte avevano sembianze e caratteristiche umane.

Aria acqua terra e fuoco furono considerati radice di vita.

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La terra ha ospitato i primi esseri umani dando loro rifugio, nutrimento offrendo

gratuitamente cibo all’uomo raccoglitore e materie prime all’uomo costruttore.

L’acqua ha dissetato, lavato e purificato …

Il fuoco ha scaldato e difeso …

L’aria ci ha fatto alzare il naso portandoci in piedi …

Ovviamente le motivazioni formative che hanno ispirato la proposta progettuale sono

apparentemente semplici ma che mantengono il senso del nostro procedere: suscitare

curiosità ed interesse per i 4 elementi e favorire la presa di coscienza della loro

importanza, potenziare capacità di osservazione e di analisi della realtà naturale, ed

atteggiamenti di ricerca.

In ultimo infine favorire l’acquisizione di abilità di tipo scientifico.

Il progetto

Programmare nella scuola materna significa obbligatoriamente porsi nell’ottica della ricerca, assumere una progettualità che non obbedisca a rigidi schematismi che si fanno essi stessi contenuto, ma che sia in grado di inventare un progetto educativo dove l’inizio del cammino può essere ovunque, la direzione qualsiasi, i passi disegnabili, le tappe arbitrarie, l’arrivo imprevedibile, ma dove pertanto tutto è coerente. (A. Munari)

Il progetto didattico della scuola dell’infanzia superando impostazioni metodologiche

adultocentriche o inopportuni precocismi si impone di creare le canalizzazioni per

garantire a tutti i bambini occasioni informative che favoriscono lo sviluppo cognitivo,

affettivo, relazione corporee e che consentano loro di esprimere pienamente le

proprie potenzialità.

In questo senso non è inutile sottolineare che l’idea progettuale che si va a costituire

è una linea teorica ed intenzionale, perché necessita ancora dell’incontro con l’altro

soggetto di ricerca condivisa: i bambini.

I passi insomma, per dirla alla Munari, sono ancora da disegnare, in quanto essendo una

relazione educativa condivisa è fondamentale per conoscersi il periodo da settembre a

dicembre che è il periodo di inserimento per i bambini di tre anni ed anche un periodo

di analisi per i bambini dell’ultimo anno affinchè si possano prevedere aree da

potenziare in caso di problematiche o lacune.

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L’incontro fra “culture diverse”che ognuno di noi è, ha saputo generare l’idea di un

essere umano integrale, capace di concentrare nella singolarità del microcosmo

personale i molteplici aspetti del macrocosmo umano.

L’incontro con gli altri, i diversi da noi ci offre continuamente la fatica di ripensarci

non come un’identità finita ma sempre nella possibilità di essere altro con l’altro.

In questo senso cittadinanze, una declinazione al plurale non sarà più un noi e loro, ma

un noi da creare.

Per educare a questa cittadinanza unitaria e plurale a un tempo, una via privilegiata è

proprio la conoscenza e la trasmissione delle nostre tradizioni e memorie nazionali:

non si possono realizzare appieno le possibilità del presente senza una profonda

memoria e condivisione delle radici storiche.

Anche nella scuola significa imparare a conoscersi e a sentirsi riconosciuti come

persona unica e irripetibile, ma vuol dire anche sperimentare diversi ruoli e diverse

forme di identità: figlio, alunno, compagno, maschio o femmina, abitante di un

territorio, appartenente a una comunità.

Sviluppare il senso della cittadinanza significa scoprire gli altri, i loro bisogni e la

necessità di gestire i contrasti attraverso le relazioni, il dialogo, l’espressione del

proprio pensiero, l’attenzione dal punto di vista dell’altro, il primo riconoscimento dei

diritti e dei doveri; significa porre le fondamenta di un abito democratico, eticamente

orientato, aperto al futuro e rispettoso del rapporto uomo- natura.

Altra finalità della scuola dell’infanzia è la competenza.

Sviluppare la competenza significa imparare a riflettere sull’esperienza attraverso

l’esplorazione, l’osservazione e l’esercizio al confronto; descrivere la propria

esperienza e tradurla in tracce personali e condivise, rievocando, narrando e

rappresentando fatti significativi; sviluppare l’attitudine a fare domande, riflettere,

negoziare i significati.

La via della conoscenza è la pratica, il fare, i campi dell’esperienza, infatti dimensioni

di esperienza.

I campi di esperienza sono luoghi del fare e dell’agire del bambino orientati dall’azione

consapevole degli insegnanti e introducono ai sistemi simbolico- culturali.

Nella pratica l’esperimento, la manipolazione, il gioco, la narrazione, le espressioni

artistiche e musicali sono infatti altrettante occasioni privilegiate per apprendere per

via pratica quello che successivamente dovrà essere fatto oggetto di più elaborate

conoscenze teoriche e sperimentali.

Si può riempire in corso d’opera di esperienze e di saperi, di quelli che conosciamo, ma

soprattutto, di quelli che ancora ci sfuggono.

Il progetto educativo è come un viaggio … ci sono più possibilità di variare, è facile che

si possa cambiare strada, fermarsi un po’ di più o un po’ meno …

Perché considerando i bambini come soggetti co- costruttori siamo in questa apertura,

siamo veramente nel centro del nostro complesso compito: accompagnare per mano la

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storia di ogni- uno costruendo insieme non la storia ma una che è sempre diversa ma è

condivisa.

Ne deriva un rinnovato e più complesso rapporto teoria- pratica, non lineare e non

meramente applicativo, ma interattivo e circolare.

Si sente una reciprocità tra chi insegna e chi apprende. Entrambi i soggetti sono in

posizione attiva e interagiscono tra loro per costruire conoscenza con i loro compiti e

con le loro responsabilità.

E poi questa tematica narrativa è tre grandi dimensioni importanti insieme, l’aspetto

cognitivo, affettivo e relazionale.

Così semplicemente sintetizzabile:

IO SENTO

(sto per ascoltare con e in tutti i sensi: sensoriali e immaginali)

CON EMOZIONE

INSIEME AGLI ALTRI

COSTRUENDO LA MIA STORIA

E CONDIVIDENDO LE “NOSTRE”.

Si fa strada l’idea di un laboratorio non solo e non tanto come spazio fisico, ma

soprattutto come luogo della mente dell’insegnante … e non solo.

Il laboratorio è in realtà uno stile coinvolgente sia per gli insegnanti che per i bambini.

Si incontrano i saperi caldi, i saperi che toccano il cuore e la mente.

Le finalità

- Identità: IO scopro la mia vera voce e sento che ho emozioni da

condividere con gli altri

- Autonomia: si pensa che l’autonomia sia il saper fare ma se non si sa di

saper essere non si ha stima di sé e quindi si lascia fare agli altri

- Competenza: è una modalità del fare. In un’epoca di perfezionismi si perde

il gusto del fare come finalità in se stessa. In questo percorso è molto

importante non tanto il risultato estetico ma l’attraversamento.

Importanza decisiva in questa prospettiva l’assume l’esperienza corporea:

il respiro, la capacità di saper vivere le emozioni come legame con gli altri

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- Cittadinanza è il luogo dello stare insieme. Non è solo dove si nasce ma

dove si vive. E’ la possibilità che si ha di poter costruire un nuovo mondo,

anzi nuovi mondi.

C’è un diritto alla voce, al poter dire come poter essere con gli altri. Noi

siamo perché siamo con gli altri.

C’è anche un diritto al silenzio. Un diritto a non dire ad ogni costo, un

diritto semplice dello stare in sé, dello stare nel vuoto come spazio

creativo.

Tutti questi aspetti visti da vicino sono fondanti per la crescita di ogni

bambino.

Nell’attuazione si cerca di utilizzare strumenti mediatori didattici, ludici,

iconici e simbolici.

I pensieri sui bambini

E’ ormai ampiamente condivisa tra i docenti l’idea che i bambini sono persone

competenti, che entrano nella scuola con un patrimonio di esperienze, di conoscenze e

teorie intorno al mondo e alla realtà e che sono individui sociali capaci di gestire e

costruire relazioni.

“La competenza può essere definita come l’insieme delle conoscenze, abilità e

atteggiamenti che consentono a un individuo di ottenere risultati utili al proprio

adattamento negli ambienti per lui/lei significativi … e che si manifesta come capacità

di affrontare e padroneggiare i problemi della vita attraverso l’uso di abilità cognitive

e sociali”…

Questa idea di bambino competente e costruttore della propria conoscenza si

richiama alle più accreditate teorie psicopedagogiche e alle neuroscienze:

GARDNER, secondo cui gli individui sono portatore di una molteplicità di intelligenza

tutte ugualmente importanti per la crescita personale e relativamente indipendenti

l’una dall’altra e che possono essere sviluppate dall’educazione scolastica attraverso i

sistemi simbolico- culturali

BRUNER, uomini sono rivestiti di cultura, individui cioè che costituiscono protesi

culturali per ricercare il significato delle cose e delle esperienze, il sapere codificato

in discipline viene inteso come amplificatore delle capacità umane.

Poiché il bagaglio di saperi e conoscenze è infinito è necessario dare la priorità

all’economia cioè a ciò che è significativo al transfer, cioè a ciò che può servire per

conoscere altre cose e alla struttura generale delle discipline

VIGOTSKY, secondo cui lo sviluppo non deve essere inteso come evoluzione ma come

processo dialettico tra sviluppo biologico e cultura: la conoscenza non si forma

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attraverso la giusta posizione e l’aggiunta di nuove nozioni, ma attraverso unità

significative di esperienza attraverso cui i bambini ristrutturano le conoscenze

precedenti e apprendono atteggiamenti, modalità di comunicazione, ruoli

Costruttività quindi intesa come procedere interconnesso di conoscenza e cultura. È

prima di tutto indivuduale, come percezione, azione e riflessione, e di gruppo, con gli

altri, i pari, diventando un socio/costruttismo.

Il modo di stare dell’adulto.

Un modo di stare dell’adulto che si fa accompagnamento coinvolto ma discreto, che via

via si modula in base alle ricerche dei bambini. L’insegnante non è colei che lascia fare,

non più o non solo la regista dell’azione, che distribuisce i ruoli e sa come si svolgerà la

storia: sa porsi come interprete attenta alle azioni e alle relazioni, predispongono

contesti che consentano alle storie di esplicitarsi.

Le scelte sono condivise e i contesti sono progettati, regolati dalle insegnanti, non

controllati o normati: l’insegnante propone delle regole, rimanendo disponibile a

interpretarle nelle diverse situazioni.

Sono importanti gli atteggiamenti di leggerezza dell’insegnante, offrendo aiuti

concreti in situazioni di scoraggiamento, nuovi stimoli che consentano all’azione di

svilupparsi ulteriormente. E’ disponibile a coinvolgersi senza prevaricare o invadere,

conferma e rafforza l’azione del singolo e la rilancia nel gruppo.

I bambini devono e possono poter sbagliare, provare, trasformare; l’errore è risorsa e

opportunità.

L’insegnante facilita la cooperazione, accogliere l’imprevisto, dà rilevanza all’ascolto

dei bambini, si pone in sintonia con le loro emozioni, valorizza le diversità, dà loro

fiducia.

Una persona diventa una persona grazie agli altri. Il pensare dell’insegnante è quindi un pensiero capace di sentire.

Si pone domande sul suo fare, cerca e percorre sentieri che consentano alla sua

esperienza di trasformarsi in competenza.

La volontà di approfondire relazioni, di dare voce a libri, di ascoltare le evocazioni, di

scrivere le narrazioni, di ascoltare i ritmi naturali dei bambini e i nostri si concretizza

con il vivere la dimensione della classe come luogo ed ambiente educativo di

esperienze concrete e di apprendimenti riflessivi che integra le diverse forme

dell’esistenza.

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La storia siamo noi

Inizia a Settembre da una classe da costruire, bambini, insegnanti e genitori con tanta

voglia di iniziare un viaggio che è sempre un grande passaggio.

C’è stata una grande ricerca di materiali per allestire una sezione che si riapre e che

ha la caratteristica di essere sempre simbolicamente itinerante in quanto quasi ogni

anno le sezioni cambiano età dei bambini.

Ogni spazio, ogni modalità di accoglienza è studiata.

Ci sono vuoti e pieni, solidità e morbidezze, silenzi e parole: tutto ha un senso.

C’è quindi un tentativo di progettare gli spazi.

Spazi

Si è quindi cercato di progettarli in maniera alternativa a quella tradizionale,meno

rigida, più soft, aperta all’indeterminazione dell’esperienza. Consiste nel pensare

l’ambiente non come uno spazio monologico, strutturato secondo una cornice formale e

un ordine funzionale, ma come luogo in cui possono condividere più dimensioni anche

fra loro contrapposte, un ambiente ibrido in cui le relazioni che si istituiscono gli

danno forma e identità.

Uno spazio che si costruisce quindi non attraverso la selezione e la semplificazione

degli elementi, ma attraverso la funzione di polarità distinta (dentro e fuori),

formalità e flessibilità, materialità e immaterialità dando vita a complessità, ma anche

di privacy, di pausa dal ritmo generale.

Si parla quindi di spazio relazionale. Si intende uno spazio integrato, nel quale le

qualità non sono di natura estetica, ma prestazionale e cioè che la qualità non deriva

da una teoria, ma da un modo di vedere, leggere, studiare e interpretare la realtà e di rappresentarla con coscienza critica. Nello spazio relazionale, infatti, è predominante

la questione delle relazioni che esso permette, delle molteplici attività specializzate

che vi possono attivare, delle informazioni e dei filtri che vi si possono attivare. Lo

spazio-ambiente è quindi il III° insegnante di sezione. La sua identità costituisce la

qualità della vita scolastica, come ambiente sereno, non violento. È un’immagine di

semplicità che si vuole trasmettere ma non di trascuratezza.

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L’obiettivo sarà quello di costruire e organizzare spazi che consentano al bambino :

- esprimere le sue potenzialità, le sue competenze, le sue curiosità

- esplorare, di ricercare da solo e con gli altri, coetanei e adulti

- sentirsi costruttore di progetti e del progetto più ampio che è il progetto educativo

che nella scuola si realizza

-poter rinforzare la sua identità, anche sessuale, autonomia e sicurezza

-poter fare e comunicare con gli altri

-vedere rispettata la sua identità e privacy

all’insegnante

-di sentire coadiuvato e integrato nel suo rapporto con i bambini e i genitori

-di sentirsi sostenuto nella realizzazione di progetti, nella loro organizzazione e

documentazione

-di potersi incontrare con adulti, colleghi, genitori, personale ausiliario

al genitore

-di essere accolto, informato

-di potersi incontrare con altri genitori e insegnanti per una reale collaborazione

La sezione turchese è composta da vari spazi.

La qualità di un ambiente è data da: forma organizzazione funzionale e di

polisensorialità

La forma:

Angolo cartoleria dove si può vivere la grafica, e lasciare tracce di sé con i pastelli,

pennarelli, matite.

angolo costruzione dove si inventano i mondi fantastici

tasche o mobiletti a caselle porta cose personali

angolo lettura (racconto di storie con i libricini)

casetta ( giochi simbolici, faccio finta che…)

angolo morbido (il corpo nel bisogno tuffi, relax…)

Organizzazione funzionale

Sicuramente l’adulto/insegnante ha un’idea di bambino, di scuola e quindi di spazi.

L’adulto deve essere sempre attento ai cambiamenti, ai bisogni dei bambini negli spazi

che cambiano per le età e storicamente.

Questo comporta una flessibilità nel tempo e nella mutabilità per rispondere

all’evoluzione di tutti i processi di apprendimento dei bambini.

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POLISENSORIALITA’

Come coinvolgimento della totalità dei sensi.

Si permette così ai bambini di rivivere in un ambiente con diverse e molteplici

sensazioni –l’esplora

-discriminazione (come percezione della differenza delle parti)

-interpretazione della realtà attraverso i sensi per costruire conoscenza e memoria

personale e di gruppo

L’utilizzo degli spazi è segnato da regole di convivenza:

-i bambini si dividono in piccoli gruppi per angolo a fare delle prove di relazioni, a

negoziare, a scambiare oggetti portati da casa, a progettare i giochi e i ruoli che

avranno quel giorno.

-forza trainante della narrazione: in modo diverse, in diverse situazioni, i bambini

amano tessere racconti e storie proiettandosi in mondi immaginari o simulando quelli

reali

Nel salone o nello spazio motricità è interessante notare quanto importanti siano i

mondi virtuali dei personaggi mass-mediali. Nel grande spazio ci si “scatena” in

movimenti del corpo variati e materiali che attribuiscono salti e battaglie.

I maschi sono comunque più nomadi rispetto alle bambine, che tendono a costruire

luoghi nei luoghi.

Interessantissimo è anche il gioco dei travestimenti in/psicomotricità.

Si crea una grande suggestione tra mantelli colorati e torri di cuscini morbidi.

Bastano infatti alcuni elementi cromatici e materiali facilmente spostabili per

costruire simbolicamente luoghi diversi e permettere ai bambini di proiettarsi in

nuovi mondi e relazioni. È questo uno degli spazi (insieme all’angolo morbido) per

rasserenarsi e ricaricarsi di energia. È un riparo, una tana nella quale andare a

sostare quando avviene una saturazione da relazioni. Con questa scelta per piccoli

gruppi si imposta uno stile di comportamento e di relazioni sociali che porta a una

convivenza alta e civile degli spazi comuni.

I bambini alla scuola dell’infanzia vivono nel gruppo. Costruiscono il gruppo classe e poi

in seguito anche quello di salone.

Le difficoltà di relazione gruppali sono le difficoltà più grosse che accompagnano

ciascuno di noi per l’intera vita.

Iniziare a costruire questo linguaggio nel gruppo da piccoli vuol dire da grandi meglio

armonizzarsi con le molti parti di noi.

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Il metodo di ricerca

Formativa è l’esperienza vissuta nel gruppo che avvia al metodo di ricerca con:

Osservazione

Sperimentazione

Discussione

Non si deve inoltre penalizzare l’errore, ma intenderlo come una maggiore rilevanza

alla capacità di risposte e come auto correzione.

- Inoltre sia con il laboratorio di cucina gli elementi di fisica elementare.

- e con quello di materiale naturale dove la classificazione di piante ci inserisce

meglio in un ordine stagionale.

Rientra quindi nella prospettiva scientifica il senso di

Temporalità

Simultaneità

Ordine

Sicurezza

Misurazione della durata

I laboratori creativi, come pensare con le mani dove si concretizzano le aree

disciplinari, sottendono un’intenzione educativa che si sforza di mantenere alcune

intuizioni:

L’attività viene sempre proposta in forma di gioco, per consentire al bambino di

familiarizzare spontaneamente con il materiale o la situazione presentata.

L’azione diretta sugli elementi, sui materiali o sugli oggetti suggerisce la

scoperta delle caratteristiche proprie.

Le modificazioni e le trasformazioni degli elementi costituiscono il gesto

creativo vero e proprio.

Si valorizza l’intero percorso del bambino dove realizza i propri prodotti,

riconoscendo le capacità, stile e tempi di ciascuno.

Attività vissuta come gioco e mai omologate.

Importanza della verbalizzazione.

Identificazione dei personaggi del procedimento.

Estrinsecazione dei vissuti su quanto prodotto o sul processo

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Artista perché affina il suo senso

estetico

Un bambino è contemporaneamente Artigiano perché si impossessa di

un procedimento

Scienziato perché scopre un

rapporto causa- effetto.

Un bambino è soprattutto un individuo creativo.

Nel contatto con l’ambiente il bambino vive lo spazio e il tempo in maniera reale.

a) Esplorazione ed osservazione dell’ambiente.

b) Individuazione di caratteristiche specifiche di piante e animali.

Ciclo delle stagioni = diversi tesori in rapporto alle stagioni.

La madre terra ci nutre e ci sostiene, tutto in un ritmo meraviglioso che è quello

stagionale.

È questa l’occasione per conoscere bosco

mare

montagna

campagna

collina.

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Si punta in questa area quindi al

Esplorare ( le cose, il tempo, la natura)

Scoprire

Manipolare

Creare (Messaggi, forme)

Sistematizzare (Ordine / misura)

Input iniziale di programmazione: un “fondo integratore”

Sicuramente l’inizio della nostra programmazione è una storia che accomuna tutta

scuola intera.

Si presenterà uno spettacolo teatrale che sarà un input potente e pervasivo perché si

inizi a creare un mondo comune.

Importante sarà subito raccogliere le parole dei bambini come evocazione di emozioni

e vissuti: la storia è l’inizio, il mentre e la fine di un percorso.

Evoca emozioni, sensazioni, ricordi personali con rievocazioni al proprio vissuto più

profondo. Si entra nel mondo dell’immaginario e del fantastico.

C’è un mero apprendimento all’ascolto con un naturale

appropriazione di nuovi termini e conoscenze di altri significati con un

arricchimento lessicale;

memorizzazione;

si apprezza il gusto di inventare una storia e di raccontarla ad altri;

La storia narrata e vista inoltre può diventare ancora rappresentazione teatrale: si

diventa come … ci si veste di tutti i ruoli … ci si trucca e la storiaa stessa diventa viva

e reale ancora di più perché prende caratteri personali.

Si entra così nelle dinamiche di ruoli e di comportamenti sociali.

In queste occasioni si impara a vivere e canalizzare l’aggressività verso obiettivi

costruttivi.

Si acquisisce sempre più la fiducia nelle proprie capacità di comunicazione e di

espressione, nella disponibilità a riconoscere il diritto degli altri alle proprie idee ed

opinioni, nell’impegno a farsi un’idea personale ed a manifestarla; nello sforzo di

ascoltare e comprendere, nella disposizione a risolvere i conflitti con le possibilità di

esprimere le medesime esperienze in modi diversi.

C’è una grande scoperta: il linguaggio a più voci.

Molta importanza motivazionale ha il ritmo, l’evocazione creata anche dai silenzi.

Le attività drammatico- teatrali sono finalizzate allo sviluppo di processi regolati di

identificazione. Proiezione mediante interventi che coinvolgono i bambini nella

partecipazione, ne arricchiscono l’esperienza su diversi piani.

Si attivano così molteplici tracciati di crescita di ordine

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cognitivo (ricostruzione temporale delle diverse modalità di espressione)

affettivo (invenzione fantastica) promovendo così l’apprendimento e la formazione

integrale.

In sintesi le attività didattiche sono :

giochi simbolici liberi e guidati

giochi con trucchi e travestimenti, burattini e marionette

drammatizzazioni

narrazione

L’adulto – insegnante è mediatore tra realtà e fantasia.

Il bambino fa teatro rivivendo l’affettivo e l’emotivo promovendo:

autonomia

riconoscendo emozioni e sentimenti

rafforzamento della fiducia, simpatia.

Creatività

La creatività non è da ritenersi una facoltà mentale distinta ma una caratterizzazione

del nostro modo di pensare, conoscere e decidere.

Pare emergere da esperienze multiple, da un favorito sviluppo delle risorse

personali, dall’acquisizione di un senso della libertà che si svincola, senza paura, dal

già noto e classificato

Pare esprimersi attraverso processi cognitivi e dimensioni affettive e immaginative

profonde la cui alleanza rafforza le capacità di ristrutturare i campi di previsione

e applicazione e di arrivare a soluzioni impreviste

Pare trovare i suoi luoghi più favorevoli nelle situazioni interpersonali quando la

negazione e il confronto aperto delle azioni e delle idee diventano elementi decisi

di sviluppo

Attiva indirettamente la sua potenza se gli adulti e gli insegnanti sono meno

consumatori di scienze o prescrizioni pedagogiche e invece più osservatori,

interpreti di problemi e cercano di essere attenti più che ai risultati alle

procedure della mente dei bambini nei diversi campi del fare e del capire

Predilige amicizie con l’immaginazione e la fantasia quanto più si è convinti che

hanno un ruolo moltiplicatore,trasfigurativo e unificatore delle attività intellettuali

ed espressive

Richiede che alla vecchia scuola del conoscere si connetta la scuola dell’esprimersi

aprendo varchi ai cento linguaggi dei bambini

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Gli elementari

L’elemento acqua e la pittura

Come ricreare la natura con creatività?

Le attività grafiche, pittoriche e plastiche introducono il bambino ai linguaggi della

comunicazione di espressione visiva, partendo dallo scarabocchio e dalle prime

concettualizzazioni grafiche per attivare una più matura possibilità di produzione,

fruizione, utilizzazione e scambio di segni tecniche e prodotti.

L’esigenza prioritaria è di far acquistare una padronanza dei vari messaggi e delle

varie tecniche che consenta di avvalersi di quelli più corrispondenti alle intenzioni del

bambino stesso.

Gli itinerari di attività tengono conto della maturazione delle capacità percettive,

visive e manipolative e della necessità di attuare un approccio educativo rivolto a tutti

i linguaggi e mirato all’apprendimento di specifiche abilità.

Va in ogni caso valorizzata la diversità degli stili personali escludendo qualsiasi

intervento che possa indurre l’intervento di stereotipie.

La natura inoltre è una grande fonte di ispirazione poetica ed artistica.

Per i 3 anni il colore è materia in senso estetico- emozionale ed evocativo.

Per i 3 / 4 anni è il mondo fantastico- immaginativo

Per i 4 / 5 anni è più propriamente una rappresentazione progettuale, che si incarna

nella copia del vero e nel vedere rappresentate le proprie capacità.

L’elemento terra e la manipolazione come ricerca e costruzione creativa con il

materiale naturale

Manipolazione e cucina.

Come percorso di ricerca; come esplorazione di ambienti

naturali e spunto per creazioni artistiche.

Bisogna infatti abituare i bambini a guardarsi intorno: a ricercare nelle pietre, nei

pezzi di corteccia o nelle nervature delle foglie le linee, i colori, i contorni e le forme

esteticamente interessanti. E magari confrontare le loro scoperte con le produzioni

artistiche.

L’educazione dei bambini all’estetica della natura può avvenire, anche attraverso il

collezionismo che ci offre l’occasione per custodire e valorizzare grandi e piccole cose

dalle forme curiose.

Le conchiglie del mare, i ciottoli del fiume o i sassolini, cortecce noci o un bottino di

rami e radici contorte sono lo spunto per giocare con la natura.

È pure quel mondo fantastico e reale, è pure un sogno di gioia (dove si danza, si ride, si

scappa) ma è pure di paura (dove c’è lo sconosciuto e l’altro).

Tutto ha sensazioni, profumi e stimoli per creare decorazioni fantastiche.

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E’ importante in questi percorsi la forza e il legame del gruppo che si è andato a

costituire nella prima parte dell’anno.

Disponibilità a collaborare:

amicizia

sostegno

per una equilibrata e corretta identità con una vera assunzione di ruolo per

rompere gli stereotipi.

Manipolazione come scoperta di tutti i materiali.

Le mani sono strumenti di pensiero per raccogliere le emozioni,

le sensazioni e le immagini.

Importantissimo è ancora in questa area l’abilità di:

esplorazione

manipolazione

motricità fine

osservazione con l’impiego di tutti i sensi.

È questa l’occasione di fare esperienza di materiali mai conosciuti.

Soprattutto per i bambini di 3/4 anni è una bellissima esperienza di contatto

sensoriale con i materiali

creativa con travasi, costruzioni chevivono un attimo

(castelli di sabbia o giochi col fango)

Si può manipolare:

terra o terriccio

sabbia

acqua

farina (bianca, gialla, gesso)

granaglie

paglia, fieno, sale.

Si può inoltre creare con:

pongo

didò

das

creta

argilla

fanghiglia

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La cucina inoltre può essere un mondo importante per sperimentare sensorialmente,

scientificamente ed esteticamente la manipolazione.

Il cucinare è un movimento alchemico di mettere insieme le parti creando l’opera, ciò

che si cucina.

Ci sono tutti gli elementi, i prodotti della terra, l’acqua per lavarli, il fuoco per cuocerli

e l’aria che ci porta i profumi delle cose buone.

La cucina è per i bambini un luogo attraente, ma che solo raramente possono

frequentare perché ritenuto per loro pericoloso.

E tuttavia per molti bambini è forse uno dei pochi ambienti dove potrebbero ancora

partecipare direttamente a un processo di trasformazione articolato e completo,

realizzato in modo artigianale. La cucina più che un laboratorio è un atelier polivalente,

nel quale stimolare e incrementare le abilità più disparate. Constatare che il freddo

solidifica e che il calore scioglie, li porta a scoprire rapporti di causa – effetto.

Seguire le indicazioni di una ricetta familiare con una sequenza logica.

Come negli altri spazi dedicati alla manipolazione, i bambini possono esercitare la loro

manualità impastando, modellando, utilizzando utensili, ma la cosa prodigiosa è che qui

l’attività si conclude con la degustazione di quanto prodotto.

In questo modo si giustifica e trova un immediato riscontro di utilità non solo il

procedimento, ma anche un regno abitato da mille strani marchingegni da azionare

girando manovelle, alzando e abbassando leve, ruotando manopole, con grande

interesse e divertimento. Le ricette possono essere stagionali.

Psicomotricità e musica: una va di integrazione

Si promuove la presa di coscienza del valore dell’essere corporeo inteso come una

delle espressione della personalità e come condizione

funzionale

relazionale, socializzante

cognitiva – creativa

comunicativa

pratica

E’ importante fermarci a pensare come in questa area andiamo a fare un lavoro sottile

di intelligenza emotiva e relazionale.

Siamo nella memoria profonda, dove si sono strutturati nodi psicologici importanti,

quindi è necessario avere coscienza come insegnanti dello strumento fondamentale se

pur invisibile che lo strumento psicomotorio ci offre.

Invisibile perché a meno che non si faccia una ripresa non abbiamo traccia, ma è un

vissuto importante

Il bambino in età della scuola dell’infanzia controlla globalmente gli schemi motori

dinamici generali e dispone di una ricca capacità di comunicazione non verbale ed

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impara, in base alla padronanza del loro corpo a rappresentare simbolicamente la

realtà, a trasformarla in esperienza integrante, ad accorgersi di poter dare ai

movimenti dei significati che anche altri possono capire.

Persegue inoltre la capacità di progettare ed attuare la più efficace strategia materia

e di intuire e anticipare quella degli altri le dinamiche degli oggetti nel corso delle

attività collettive.

L’insieme delle esperienze materie corporee correttamente vissute costituisce un

significato contributo per lo sviluppo di un’immagine positiva di sé.

Si entra così in contatto, con la parte più profonda di noi dove l’emozione, il movimento

e il ritmo sono aspetti di un’unica entità.

Con un percorso musicale si possono individuare mondi musicali interni a noi, esterni

nella natura e costruirne altri condivisibili.

E’ importante costruire suoni riconoscibili insieme e partendo dal proprio suono a

quello della natura in un unico ritmo.

La ricerca sensoriale del suono è cosa molto concreta.

Si comincia col non più muoversi sul suono esterno, ma su quello prodotto dalla voce o

da un oggetto sonoro. La valenza comunicativa dei suoni viene rinforzata dall’azione gestuale e dal movimento

nello spazio, i suoni acquistano più significati, evocano stati emotivi. La dimensione

immaginaria della musica, viene così dilatata, rielaborata in un continuo dialogo con se

stessi per esprimere sensazioni ed emozioni. Poi pian piano si passa al simbolico.

Il suono – il silenzio

il ritmo è come:l’espiro e l’inspiro,il continuo e il discontinuo, la presenza e l’assenza

Da un punto di vista didattico si cerca nella natura vera gli innumerevoli suoni-rumori:

-il rumore del cinguettio

-del mare

-del temporale

e ancora si può ricreare tutto questo creando strumenti musicali fatti a mano, come il

bastone della pioggia.

Esplorazione

Produzione

Ascolto

Uso di strumenti = registratori

I 4 elementi come ingredienti scientifici

Scientifico propriamente per i bambini di 5 anni come osservazione come

rielaborazione dei fenomeni naturali.

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Gli elementi naturali come acqua, aria e calore, hanno da sempre suscitato l’interesse

dell’uomo al punto che, nell’antichità, erano a fondamento di sistemi filosofici-

scientifici.

La curiosità, il piacere di sperimentare e di verificare, il mettere in discussione le

convinzioni correnti sono requisiti indispensabili per qualunque scoperta; queste

caratteristiche fanno dei bambini gli scienziati ideali perché essi continuamente

elaborano i modelli che utilizzano per rappresentarsi la realtà. Non esistono infatti

teorie definitive. Attraverso giochi divertenti si possono proporre stimoli e indizi per

sollecitare osservazioni autentiche e originali da parte dei bambini su fenomeni quali il

galleggiamento e l’affondamento; esempio:

la scoperta che

l’aria ha un volume, un peso e si muove secondo una direzione;

il freddo rapprende e il calore scioglie, ma a volte può avvenire esattamente

l’opposto;

tenendo in mano un ghiacciolo dopo un po’ brucia.

Esempi:

chi riesce a muovere più rapidamente con dei soffi poderosi un

foglio di carta arricciato;

soffiare con una cannuccia dentro una bacinella piena d’acqua per

produrre un maremoto o una tempesta;

far scoppiare i sacchetti di carta o riempire d’aria una busta di

plastica e farci poi qualche buchino per vederla sgonfiare a poco a

poco;

col vento si può giocare con gli ombrelli e utilizzarli come

paracadute … terrestri, o tenere dei veli tesi immaginando di

essere in una barca a vela;

scoprire le possibili evoluzioni di un lungo nastro;

se piove si può andare sotto le grondaie con un ombrello o mettere

barche e foglie dentro le pozzanghere;

un sassolino alla volta nella vaschetta di polistirolo, puoi provare

ad affondare le navi e se ti affidi a un dato per determinare il

numero dei sassolini da aggiungere, puoi giocare a una battaglia

navale veramente originale;

galleggiamento: gonfiare un palloncino e provare a tenerlo

sott’acqua, magari aiutandoti con dei pesi: quanti ne servono …

luce – ombra: si disegna con la pila al buio (es. costellazioni).

È interessante lasciare nel bambino o stimolare sempre più, la voglia di capire e

domandare, di creare relazioni, ordine, corrispondenze. Si elaborano e verificano così

previsioni, anticipazioni e ipotesi.

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Importanza fondamentale ha la modalità di domanda e non tanto la risposta, perché

ognuno ha un proprio processo individuale di ricerca.

L’importanza del piccolo gruppo

Il bambino apprende interagendo con il suo ambiente, trasformando attivamente le

sue relazioni con il mondo degli adulti, delle cose, degli eventi e, in forma originali, con

i coetanei. In questo senso partecipano alla costruzione di sé e dell’altro da sé.

L’interazione tra bambini e bambini ha un valore fondamentale nelle esperienze dei

primi anni di vita. È un bisogno, un desiderio, una necessità vitale che ogni bambino

porta con sé, e chiedono di essere appagati attraverso la predisposizione di situazioni

favorevoli. L’interazione dei bambini attraverso piccoli gruppi consente negoziazioni e

dinamiche comunicative più frequenti, accattivanti, produttive e comunque diverse e

non meno importanti di quanto possa offrire l’interazione adulto-bambino.

Il che riconosce che gli auto- apprendimenti o i co- apprendimenti dei bambini hanno

un loro specifico ruolo dell’organizzazione delle condotte e delle idee che sono il fine

dei processi e delle strategie promozionali dell’educazione infantile.

L’interazione tra bambini mette in gioco condotte sociali, emozionali, comunicative e

cognitive. Saranno le variabili dei contenuti e delle forme dei processi interattivi a

delineare qualità e quantità, modificazioni e coordinazioni di punti di vista così da

approdare a risultati cui molto più raramente pervengono bambini che lavorano

isolatamente.

Ogni interazioni può pertanto produrre reattività diverse che si identificano

nell’arricchimento dei rapporti interpersonali, della capacità di ascolto e risposta,

delle modificazioni mimiche e linguistiche, della riscoperta dei coetanei, delle prese di

coscienza di quanto si è uguali e diversi, dell’acquisizione di nuove curiosità e

conoscenze e di appropriazione simboliche. Un’esperienza che pare espellere da sé

esiti svantaggiosi e che comunque fornisce tutti una larga possibilità di apprendimenti

e aggiustamenti.

Perché gli scambi assumono più facilmente un carattere cooperativo è bene che le età

e i livelli di maturazione e sviluppo dei bambini partecipanti non differenziano di molto.

Secondo teorie di psicologia sociale le interazioni tra bambini sono sede naturale di

conflitti cognitivi e di altri possibili conflitti che investono altre sfere della

personalità, creati dal confronto e dalle differenze delle azioni, delle attese, delle

idee.

Andranno a considerarsi gli elementi della natura (Aria)---(Acqua)---(Terra)---(Fuoco)

nelle stagioni

Autunno

Inverno

Primavera

Estate

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Le finalità dei piccoli gruppi sono:

Percorsi di esperienze

Socializzanti come opportunità di socializzazione

Per numero ridotto per meglio valorizzare sia l’aspetto cognitivo-relazionale-

affettivo

Per veri bisogni dei come risposta esauriente ai veri bisogni dei

Bambini

bambini e come cogliere osservazione nell’attività

maggior razionaliz di esperienze, contenuti, spazi e processi di

zazione-coscienza apprendimento

conoscenza

come accordo finalità e progetti

un’opportunità uscita della situazione come classe

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DIVERSI LINGUAGGI PER UN UNICO PROGETTO

NEI QUATTRO ELEMENTI: ARIA

ACQUA

TERRA

FUOCO

E NELLE STAGIONI CON RITMI NATURALI

LA FIABA

Giocare con le parole, indovinelli, filastrocche, discorsi, conversazioni (emozioni e sentimenti), trucco, drammatizzazione, far teatro…produzioni fantastiche e reali (come la propria storia) e appello…

... il sé

CUCINA

Cucina come pasticciamento e come esperienza di fisica elementare

MATERIALE NATURALE

Manipolare, pasticciare con i materiali naturali dopo averli cercati in esplorazioni.

Interesse biologico come piante e animali.

Si creano con i tesori naturali oggetti d’arte fantastici

IL COLORE

Ci si tuffa nel colore, i colori della natura nelle stagioni con varie tecniche dopo osservazioni nella realtà

MANIPOLAZIONE

Come sentire, sensoriale e percettivo di materiali anche artificiali e di tipo diverso

SCIENTIFICO

scientificità, esperimenti, ipotesi di fenomeni naturali come formulazione e realizzazione…Come atteggiamento e abilità

MUSICA

Canto, ascolto di suoni naturali e riproduzioni con strumenti costruiti con materiale naturale. Attività ritmico-motoria

DANZA

Movimento, tracce musica e danza. Espressione del corpo come ritmo che entra nella natura. Gioco-dramma come espressione

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Il metodo come atteggiamento

Prima di tutto scrivere un testo programmatico vuole essere uno strumento che

significa che si sta facendo una cosa seria” come seriamente i bambini giocano.

Il nostro metodo consiste proprio nel primario ascolto dei bambini, crediamo che le

loro parole, idee, pensieri e progetti sono ascoltati e presi sul serio dagli adulti.

Si vuole dire con foto e grafiche (opere d’arte) quello che sta avvenendo a scuola. È

questa un’esperienza di comunicazione multipla.

Realizzare una documentazione sistematica dei processi e dei prodotti del lavoro dei

bambini e con i bambini offre tre funzioni chiave:

fornisce ai bambini una memoria concreta e visibile di quello che avevano detto e

fatto, che può servire come punto di partenza per il successivo passo

nell’apprendimento

fa sì che gli insegnanti creino un metodo di ricerca per il miglioramento e il

rinnovamento continuo

offre ai genitori informazioni dettagliate su quello che succede a scuola e non solo

al proprio bambino, ma al gruppo di bambini che costituisce il gruppo di un progetto

La stessa finalità si ottiene con l’utilizzo di videocassette, registrazioni e mostre

permanenti.

Tutto questo è soggetto a riesame, verifiche e sperimentazioni.

Guardando le foto si avverte che si cerca di vivere un’educazione basata sulla

relazione, su un’immagine del bambino ricca e forte, e del ruolo dell’insegnante basato

sull’ascolto dei bambini. È la documentazione di una storia di vita.

Inizia così la nostra storia condivisa.

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TRAGUARDI DI SVILUPPO DELLE COMPETENZE DI

RIFERIMENTO

PER IL CAMPO DI ESPERIENZA “LA CONOSCENZA DEL MONDO”:

· Coglie le trasformazioni naturali

· Osserva i fenomeni naturali e gli organismi viventi sulla base di criteri o ipotesi, con

attenzione e sistematicità

· E’ curioso, esplorativo, pone domande, discute, confronta ipotesi, spiegazioni,

soluzioni, azioni. Utilizza un linguaggio appropriato per descrivere le osservazioni o le

esperienze.

PER IL CAMPO DI ESPERIENZA “IL SE’ E L’ALTRO”:

· Riflette, si confronta, discute con gli adulti e con gli altri bambini, si rende conto

che esistono punti di vista diversi e sa tenerne conto;

Ascolta gli altri e dà spiegazioni del proprio comportamento e del proprio punto di

vista;

Dialoga, discute e progetta confrontando ipotesi e procedure, gioca e lavora in modo

costruttivo con gli altri bambini.

PER IL CAMPO DI ESPERIENZA “IL CORPO IN MOVIMENTO”:

· Esercita le potenzialità sensoriali, conoscitive, relazionali, ritmiche ed espressive

PER IL CAMPO DI ESPERIENZA “LINGUAGGI, CREATIVITÀ, ESPRESSIONE”:

· Comunica, esprime emozioni, racconta, utilizzando le varie possibilità che il linguaggio

del corpo consente. Inventa storie e si esprime attraverso diverse forme di

rappresentazione e drammatizzazione. Si esprime attraverso il disegno, la pittura e

altre attività manipolative e sa utilizzare diverse tecniche espressive.

· Esplora i materiali che ha a disposizione e li utilizza con creatività;

E’ preciso, sa rimanere concentrato, si appassiona e sa portare a termine il proprio

lavoro;

Formula piani di azione, individualmente ed in gruppo, e sceglie con cura materiali e

strumenti in relazione al progetto da realizzare;

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Ricostruisce le fasi più significative per comunicare quanto realizzato.

PER IL CAMPO DI ESPERIENZA “I DISCORSI E LE PAROLE”:

· Sviluppa fiducia e motivazione nell’esprimere e comunicare agli altri le proprie

emozioni, le proprie domande, i propri ragionamenti attraverso il linguaggio verbale,

utilizzandolo in modo differenziato e appropriato nelle diverse attività;

Sviluppa un repertorio linguistico adeguato alle esperienze e agli apprendimenti

compiuti nei diversi campi di esperienza;

Racconta, inventa, ascolta e comprende le narrazioni e la lettura di storie, dialoga e

discute, chiede spiegazioni e spiega, usa il linguaggio per progettare le attività e per

definire le regole

IPOTETICI PERCORSI DIVISI PER ETA’

PERCORSO DIDATTICO FORMATIVO PER I BAMBINI DI 3 ANNI

CAMPO DI ESPERIENZA “LA CONOSCENZA DEL MONDO”

- Compie azioni in successione e le verbalizza (prima/dopo)

- Ricorda e ricostruisce ciò che si è fatto visto o sentito

- Ripercorre insieme alle insegnanti e ai compagni le esperienze vissute

- Mostra interesse per i fenomeni naturali

- Esegue semplici esperimenti

- Individua semplici relazioni causa-effetto

- Pone domande, manifestando prime forme di curiosità e interesse

CAMPO DI ESPERIENZA “IL SE’ E L’ALTRO”

- E’ disponibile a collaborare in gruppo e aiutare gli altri nell’eseguire un compito

- Manifesta primi comportamenti di condivisione e collaborazione

CAMPO DI ESPERIENZA “IL CORPO IN MOVIMENTO”

- Utilizza i sensi per osservare, esplorare e manipolare oggetti

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CAMPO DI ESPERIENZA “LINGUAGGI, CREATIVITÀ, ESPRESSIONE”

- Mostra curiosità e interesse

- Osserva con curiosità e attenzione le azioni degli altri e prova a ripetere

- Esplora tecniche diverse e sperimenta con curiosità

- Manipola materiali amorfi e/o strutturati attribuendovi significato personale

- Utilizza il corpo e la voce per imitare, riprodurre, inventare

- Esprime e comunica emozioni e stati d’animo attraverso il linguaggio corporeo

CAMPO DI ESPERIENZA “I DISCORSI E LE PAROLE”

- Descrive e racconta esperienze vissute, brevi racconti e situazioni, mostrando

fiducia nelle

proprie capacità

- Mostra di comprendere quanto ascoltato, eseguendo, ripetendo e individuando

personaggi e

azioni

- Esprime e comunica emozioni, sentimenti e stati d’animo

COMPETENZE IN USCITA ::

Ciascun bambino, nel rispetto dei suoi tempi e modi di apprendimento dovrà, essere in

grado di:

- Conoscere e individuare le caratteristiche principali dei quattro elementi (fuoco,

aria, terra,

acqua)

- Osservare, mostrare interesse e rispetto per l’ambiente, i fenomeni naturali, il

susseguirsi degli

eventi.

- Eseguire semplici sperimentazioni

- Rievocare e rielaborare verbalmente le esperienze vissute mostrando sempre

maggiore

coerenza nell’esposizione

- Leggere immagini

- Ascoltare, comprendere, rievocare e raccontare testi narrativi inerenti ai quattro

elementi

- Esplorare i materiali e usarli con creatività

- Esprimersi attraverso la drammatizzazione

- Apprendere le prime regole di convivenza necessarie alla vita sociale

LINEE METODOLOGICHE:

- Sfondi motivanti: storie e narrazioni fantastiche sui 4 elementi

- Didattica laboratoriale: attività proposte nel grande, medio e piccolo gruppo.

- Approccio ludico e attività in intersezione.

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- l’apprendimento attraverso l’associazione con il movimento

· Rappresentazione grafica del fuoco con diverse tecniche grafico-pittoriche

· Lettura di immagini e conversazioni

· Attività di drammatizzazione e giochi motori

· Ascolto e memorizzazione di canti e filastrocche

ESPERIENZE CON IL FUOCO

· Fuoco da osservare: luce, colore e

calore della fiamma di una candela

· Racconti e storie sull’elemento fuoco

· I Colori del Fuoco

· I pericoli del fuoco

· Fuoco per cucinare

· Fuoco per riscaldare

· Racconti e storie sull’aria

· Aria per respirare

· Aria per volare

· Rappresentazione grafica dell’aria con

diverse tecniche grafico-pittoriche

· Lettura di immagini e conversazioni

· Attività di drammatizzazione e giochi

motori

· Ascolto e memorizzazione di canti e

filastrocche

ESPERIENZE CON L’ARIA:

· Aria per giocare (palloni; girandole;

aquiloni, bolle di sapone)

· Aria per dipingere : la tecnica dello

spruzzo

· Racconti sull’elemento terra

· Terra per nascere e vivere

· I colori della terra

· Rappresentazione grafica dell’elemento

terra con diverse tecniche graficopittoriche

· Lettura di immagini e conversazioni

· Attività di drammatizzazione e giochi

motori

· Ascolto e memorizzazione di canti e

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filastrocche

ESPERIENZE CON LA TERRA:

· Terra per giocare : pasticciamento e

attività di manipolazione (creta)

· Semplici esperienze di semina

· Racconti sull’elemento acqua

· Acqua per lavarsi

· Acqua per dissetarsi

· Rappresentazione grafica dell’elemento

acqua con diverse tecniche graficopittoriche

· Lettura di immagini e conversazioni

· Attività di drammatizzazione e giochi

motori

· Ascolto e memorizzazione di canti e

filastrocche

ESPERIENZE CON L’ACQUA

· Acqua per giocare : schiuma, bolle di

sapone, giochi di travaso.

· Acqua per dipingere: l’acqua colorata

PERCORSO DIDATTICO FORMATIVO

PER I BAMBINI DI 4 ANNI

CAMPO DI ESPERIENZA “LA CONOSCENZA DEL MONDO”

- Osserva ed esplora i fenomeni naturali mostrando curiosità e interesse

- Coglie la successione ciclica di alcuni eventi e fenomeni naturali (prima/dopo)

- Coglie e ricerca le cause di trasformazione di alcuni elementi

- Esegue semplici esperimenti

- Esprime le proprie opinioni circa la spiegazione di un fenomeno. Analizza fatti ed

eventi ponendo domande

- Individua il rapporto causa/effetto in situazioni e fenomeni

- Collabora alla ricostruzione di esperienze utilizzando varie forme di documentazione

- Comincia a porre domande in relazione ad un problema osservato e formula ipotesi di

soluzione

CAMPO DI ESPERIENZA “IL SE’ E L’ALTRO”

- Svolge attività di gruppo mostrandosi disponibile alla collaborazione

- Si confronta con gli adulti e i coetanei chiedendo spiegazioni e raccontando vissuti

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CAMPO DI ESPERIENZA “IL CORPO IN MOVIMENTO”

- Utilizza i sensi come strumenti di discriminazione percettiva e individua le proprietà

percettive delle

cose

CAMPO DI ESPERIENZA “LINGUAGGI, CREATIVITÀ, ESPRESSIONE”

- Mostra sempre maggiore curiosità e interesse

- Osserva con curiosità e attenzione le azioni degli altri e prova a ripetere

- Inventa situazioni e brevi drammatizzazioni

- Riproduce elementi della realtà attraverso la manipolazione, il disegno e la pittura

CAMPO DI ESPERIENZA “I DISCORSI E LE PAROLE”

- Descrive un fenomeno, un evento una situazione con lessico adeguato o specifico

- Mostra di aver compreso quanto ascoltato, eseguendo, ripetendo e commentando

fiabe, storie e racconti

- Riesprime e ricostruisce esperienze e narrazioni individuando elementi, stati

d’animo, personaggi, azioni e

luoghi in sequenza temporale.

COMPETENZE IN USCITA:

Ciascun bambino, nel rispetto dei suoi tempi e modi di apprendimento dovrà, essere in

grado di:

- Conoscere e individuare le caratteristiche principali dei quattro elementi (fuoco,

aria, terra,

acqua)

- Osservare, mostrare interesse e rispetto per l’ambiente, i fenomeni naturali, il

susseguirsi degli

eventi.

- Eseguire semplici sperimentazioni

- Rievocare e rielaborare verbalmente le esperienze vissute mostrando sempre

maggiore

coerenza nell’esposizione

- Leggere immagini

- Ascoltare, comprendere, rievocare e raccontare testi narrativi inerenti ai quattro

elementi

- Rielaborare graficamente in forma autonoma e/o guidata le esperienze vissute e le

storie

ascoltate

- Esplorare i materiali e usarli con creatività

- Esprimersi attraverso la drammatizzazione

- Apprendere le prime regole di convivenza necessarie alla vita sociale

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LINEE METODOLOGICHE

- Sfondi motivanti: storie e narrazioni fantastiche sui 4 elementi

- Osservazione di fenomeni e sperimentazioni.

- Didattica laboratoriale: attività proposte nel grande, medio e piccolo gruppo.

- Attività in intersezione

- Approccio ludico

- Uscite didattiche

- esecuzione di movimenti e gesti relativi all’attività per

l’apprendimento attraverso l’associazione con il movimento

· Rappresentazione grafica del fuoco con

diverse tecniche grafico-pittoriche

· Lettura di immagini e conversazioni

· Attività di drammatizzazione e giochi

motori

· Ascolto e memorizzazione di canti e

filastrocche

ESPERIENZE COL FUOCO

· Fuoco da osservare: forme e colori della

fiamma di una candela

· Giochi e esperienze di luce e ombre

· Racconti e storie sul fuoco

· I Colori del Fuoco

· I pericoli del Fuoco

· Fuoco per cucinare

· Fuoco per riscaldare

· Fuoco per illuminare

· Racconti e storie sull’aria

· Aria per respirare

· Aria per volare

· Rappresentazione grafica dell’aria con

diverse tecniche grafico-pittoriche

· Lettura di immagini e conversazioni

· Attività di drammatizzazione e giochi motori

· Ascolto e memorizzazione di canti e

filastrocche

ESPERIENZE CON L’ARIA:

· Aria per giocare (palloni; girandole; aquiloni,

bolle di sapone)

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· Aria per dipingere : la tecnica dello spruzzo

· Racconti sull’elemento terra

· Terra per nascere e vivere

· Rappresentazione grafica dell’elemento terra

con diverse tecniche grafico-pittoriche

· Lettura di immagini e conversazioni

· Attività di drammatizzazione e giochi motori

· Ascolto e memorizzazione di canti e

filastrocche

ESPERIENZE CON LA TERRA:

· Terra per sperimentare: Semina

· Terra per esplorare: uscite in giardino,

osservazioni dell’ambiente

· Terra per giocare : pasticciamento e attività

di manipolazione (creta)

· Racconti sull’elemento acqua

· Acqua per conoscere : il ciclo

dell’acqua

· Acqua per vivere: dissetarsi, lavarsi…

· Rappresentazione grafica dell’elemento

acqua con diverse tecniche graficopittoriche

· Lettura di immagini e conversazioni

· Attività di drammatizzazione e giochi motori

· Ascolto e memorizzazione di canti e

filastrocche

ESPERIENZE CON L’ACQUA

· Acqua per sperimentare: gli stadi dell’acqua

· Acqua per giocare : schiuma, bolle di sapone,

giochi di travaso.

· Acqua per dipingere: l’acqua colorata

ATTIVITA’ E CONTENUTI

PERCORSO DIDATTICO FORMATIVO

PER I BAMBINI DI

5 ANNI

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OBIETTIVI FORMATIVI

CAMPO DI ESPERIENZA “LA CONOSCENZA DEL MONDO”

- Esplora, osserva e manipola la realtà circostante con attenzione e interesse

- Comprende l’aspetto ciclico e/o irreversibile di alcuni fenomeni o eventi naturali

(prima/dopo)

- Riconosce, descrive e confronta aspetti e fenomeni di eventi naturali

- Discrimina le proprietà percettive delle cose e verbalizza con termini appropriati

- Comprende e descrive i passaggi fondamentali dei processi di trasformazione.

- Esegue semplici esperimenti, operando previsioni circa gli esiti

- Propone modalità di ricerca delle cause di un problema o di un fenomeno.

- Argomenta situazioni e processi utilizzando gli schemi

chi/cosa/dove/come/quando/perchè

- Collabora alla documentazione di ciò che si è visto, fatto o sentito utilizzando vari

strumenti (foto,

registrazioni, immagini)

- Pone in relazione il ricordo e la documentazione verificandone la congruenza

- Prende in considerazione tutte le ipotesi di soluzione dei problemi, valutando e

negoziando con gli altri

quelle più adeguate

CAMPO DI ESPERIENZA “IL SE’ E L’ALTRO”

- Partecipa alle attività di gruppo collaborando attivamente con i compagni

- Coglie l’importanza del contributo degli altri per il raggiungimento di un obiettivo

comune

CAMPO DI ESPERIENZA “IL CORPO IN MOVIMENTO”

- Esplora, osserva e manipola la realtà utilizzando i canali sensoriali.

CAMPO DI ESPERIENZA “LINGUAGGI, CREATIVITÀ, ESPRESSIONE”

- Osserva con attenzione e chiede spiegazioni

- Usa l’espressività linguistica e corporea per raccontare ed inventare esperienze reali

o fantastiche

- Esegue consegne in base ad istruzioni avute

CAMPO DI ESPERIENZA “I DISCORSI E LE PAROLE”

- Comprende consegne, narrazioni, comunicazioni più complesse

- Riesprime correttamente e coerentemente e ricostruisce verbalmente esperienze,

narrazioni e situazioni

individuando elementi, stati d’animo, personaggi, azioni e luoghi in sequenza temporale.

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Competenze in uscita:

Ciascun bambino, nel rispetto dei suoi tempi e modi di apprendimento dovrà, essere in

grado di:

- Conoscere e individuare le caratteristiche principali dei quattro elementi (fuoco,

aria, terra, acqua)

- Osservare, mostrare interesse e rispetto per l’ambiente, i fenomeni naturali, il

susseguirsi degli eventi.

- Eseguire semplici sperimentazioni

- Rievocare e rielaborare verbalmente le esperienze vissute mostrando sempre

maggiore coerenza

nell’esposizione

- Leggere immagini

- Ascoltare, comprendere, rievocare e raccontare testi narrativi inerenti ai quattro

elementi

- Rielaborare graficamente in forma autonoma e/o guidata le esperienze vissute e le

storie ascoltate,

passando dall’esplorazione senso-percettiva alla rappresentazione simbolica del

vissuto

- Esplorare i materiali e usarli con creatività

- Esprimersi attraverso la drammatizzazione

- Apprendere le prime regole di convivenza necessarie alla vita sociale

Linee metodologiche:

- Sfondi motivanti: storie e narrazioni fantastiche sui 4 elementi

- Osservazione di fenomeni e sperimentazioni.

- Didattica laboratoriale: attività proposte nel grande, medio e piccolo gruppo.

- Approccio ludico

- Attività in intersezione.

- Uscite didattiche

- esecuzione di movimenti e gesti relativi all’attività per l’apprendimento

attraverso l’associazione con il movimento

· Rappresentazione grafica del fuoco con

diverse tecniche grafico-pittoriche

· Lettura di immagini e conversazioni

· Attività di drammatizzazione e giochi

motori

· Ascolto e memorizzazione di canti e

filastrocche

ESPERIENZE CON IL FUOCO

· Fuoco da osservare: Colori e forme della

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fiamma di una candela

· Fuoco per sperimentare: proviamo a

costruire il nostro Vesuvio

· Esperienze di luce ed ombre

· Racconti, storie e leggende sul fuoco:

Le origini dell’uomo e la scoperta del

fuoco ; Fuoco per difendersi, fuoco

per cucinare.

· L’Energia del Fuoco: fuoco per

riscaldare, fuoco per illuminare

· Fuoco per distruggere (La professione

del vigile del fuoco)

· Fuoco dalla terra: scopriamo un

vulcano

· Racconti e storie sull’aria

· Aria per respirare

· Aria per volare

· L’energia del vento

· Rappresentazione grafica dell’aria con

diverse tecniche grafico-pittoriche

· Lettura di immagini e conversazioni

· Attività di drammatizzazione e giochi motori

· Ascolto e memorizzazione di canti e

filastrocche

ESPERIENZE CON L’ARIA:

· Aria per sperimentare : costruiamo girandole

e aquiloni

· Aria per dipingere : la tecnica dello spruzzo

· Racconti sull’elemento terra

· Terra per nascere e vivere

· Racconti sull’elemento acqua

· Acqua per conoscere : il ciclo

dell’acqua

· Acqua per vivere: dissetarsi, lavarsi…

· L’energia dell’acqua

· Rappresentazione grafica dell’elemento

acqua con diverse tecniche graficopittoriche

· Lettura di immagini e conversazioni

· Attività di drammatizzazione e giochi motori

· Ascolto e memorizzazione di canti e

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filastrocche

ESPERIENZE CON L’ACQUA

· Acqua per sperimentare: gli stadi dell’acqua,

esperimenti di galleggiamento, permeabilità e

impermeabilità

· Acqua per dipingere: l’acqua colorata

ATTIVITA’ E CONTENUTI

· Rappresentazione grafica dell’elemento terra

con diverse tecniche grafico-pittoriche

· Lettura di immagini e conversazioni

· Attività di drammatizzazione e giochi motori

· Ascolto e memorizzazione di canti e

filastrocche

ESPERIENZE CON LA TERRA:

· Terra per sperimentare: Semina

· Terra per esplorare: uscite in giardino,

osservazioni dell’ambiente·

Terra da manipolare: esperienze con la creta

Page 47: SCUOLA DELL’INFANZIA - icspadrepinopuglisi.edu.it · SCUOLA DELL’INFANZIA Petrarca ... Ognuno impara meglio nella relazione con gli altri. ... Ma io non sono un Tutto. Io non

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ORGANICO PETRARCA

La scuola è costituita da otto sezioni

SEZIONI n. iscritti DOCENTI

Azzurra 25 Pisot Carla- Serranò Fortunata

Blu 25 Albanesi Grazia- Chiesa Elda

Arancione 25 Galassi Antonella- Papa Emma

Rossa 28 Barbaro Rosalba- Conconi Nadia

– Patrizia Marilù Pagano

Turchese 28 Ariolo Maria Grazia-

Moretto Rossella

Gialla 25 Garavaglia Nadia-

Garzella Cristina

Verde 25 FuniatiMaura- Furlani Loredana

Rosa 28 Pugliese Ortenzia- Ulino Carmela

Insegnante di religione: Murray Manuela Alberta

Insegnanti di sostegno statale: Iurato Jolanda (arancione e blu)

Vitale Assunta (azzurra e gialla)

Assistenti comunali: Cipriano Marion (blu)

Padula Raffaella (gialla)

Papeo Veronica (azzurra)