Scultura Greca

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scultura greca

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  • SCHEDA 5 - LA SCULTURA: LA RAPPRESENTAZIONE DELLA FIGURAUMANA(Diapositive 1-31)

    Contatti del mondo greco con il vicino Oriente e nascita della statuaria monumentaleLa nascita della statuaria monumentale nel corso del VII sec. a.C. (periodo orientalizzante) non

    , probabilmente, che una delle conseguenze del rinnovato contatto del mondo greco con le civilt delvicino oriente, in particolare lEgitto (C5-1, pg. 2). Fino a circa la met del VII sec. a.C. (orientalizzantemedio) gli artigiani greci non osano superare la piccola o media dimensione (C5-2, pgg. 4-5), conti-nuando a realizzare statuette in bronzo a fusione piena o in terracotta da matrici cave, secondo unatradizione che perdura dal geometrico (IX-VIII secc. a.C.) e che sembra risalire ai periodi minoico(1900-1400 a.C.) e miceneo (1600-1200 a.C.). I rinnovati contatti con il mondo orientale soprattuttoin aree (Creta e le Cicladi) tradizionalmente privilegiate, fin dai tempi della fioritura della civiltminoica, dagli stimolanti apporti della civilt egizia, sembrano invitare i Greci allo sfruttamento deiricchissimi giacimenti di pietre calcaree (pi facilmente lavorabili) e di marmi bianchi (solo in unsecondo momento sfruttati) per la realizzazione di statue di notevoli dimensioni.

    Dedalo, mitico "creatore" della statuariaPer unanime consenso delle fonti letterarie antiche la figura mitica e leggendaria di Dedalo (C5-

    1, pg. 2), ateniese di stirpe ma operante soprattutto a Creta e nelle Cicladi, incarna e simbolizza lafioritura della pi arcaica statuaria monumentale. Ne invalso, nei moderni studi sulla scultura greca,definire dedalico il peculiare stile che si viene definendo nel corso del VII sec. a.C.

    Non mancano oscillazioni in merito alla cronologia precisa dellattivit di Dedalo. Una partedella tradizione sembra fissare solidi sincronismi con le mitiche et di Teseo e di Minosse. Altre fontisembrano invece abbassare considerevolmente la cronologia dellattivit di Dedalo, fino a farne ilcapostipite delle principali scuole della scultura arcaica. Lateniese Endoios sarebbe, cos, un discepo-lo di Dedalo allo stesso modo di Dpoinos e Skyllis, fondatori della scuola sicionia, mentre, nelladescrizione diodorea (I, 98, 5-9), i capolavori dei sam Tlekles e Thedoros non sembrano distinguer-si dalle opere di Dedalo. Queste ultime, del resto, ci vengono descritte, da Diodoro (IV, 76, 1-3), cometipicamente arcaiche, non facilmente distinguibili dai capolavori della scultura di VI sec. a.C.

    Nonostante questi limiti, la definizione di stile dedalico per la statuaria di VII sec. a.C., tenen-do conto della presenza del mitico Dedalo a Creta e nelle Cicladi e quale capostipite delle principaliscuole di scultura greca, si adatta bene a definire uno stile diffuso in maniera piuttosto omogenea intutta la Grecia propria, con differenze regionali e locali ancora non molto sensibili.

    Creta e la fioritura dello stile dedalicoCreta resta, nel VII sec. a.C., e nonostante tentativi di sminuirne il ruolo, lepicentro di questo

    stile dedalico (C5-1, pg. 5). A Creta nel corso della prima met del VII sec. a.C. si definiscono, nellapiccola plastica, i canoni e le regole fondamentali della rappresentazione della figura umana, nelle suevarianti, maschile e femminile, canoni e regole tradotti, a partire dal 650 circa, nelle grandi dimensio-ni. E nel corso della seconda met del VII sec. a.C. che le ricerche e le sperimentazioni degli scultoriportano alla definizione dei due tipi del koros e della kre, ossia del giovane uomo e della giovane

    C 5

    MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVIT CULTURALISOPRINTENDENZA ARCHEOLOGICA DELLA TOSCANA

    SEZIONE DIDATTICA

  • La scultura: rappresentazione della figura umana2

    donna, stanti, che tanta fortuna conoscono nellarte greca fino ad alme-no gli inizi del V sec. a.C.

    Definizione dei tipi del kouros e della korePer pi di un secolo e mezzo, grosso modo fra la fine del VII e gli inizidel V sec. a.C., gli scultori non osano modificare sostanzialmente lo sche-ma-base della figura maschile o femminile immobile, un piede avanza-to, le braccia parallele ai fianchi o portate al petto, la testa eretta. Gliscultori approfondiscono tuttavia e perfezionano, con caparbiet, lostudio dellanatomia del corpo umano (soprattutto nei koroi) e la resadel panneggio (soprattutto nelle krai), sia inseguendo raffinate eleganzedecorativistiche che preoccupandosi di una coerente rispondenza fra strut-tura corporea e panneggio.Gli scultori del VII secolo, ancora alle prese con considerevoli problemitecnici, sono ben lontani dal porsi problemi complessi di resa anatomica.Le figure umane appaiono sostanzialmente prigioniere, nella loro soli-da stereometria, degli originari blocchi sbozzati e squadrati: sulle quat-tro facce del blocco, adeguatamente definite nella loro geometria da unagriglia quadrettata, gli scultori riportano il disegno, eseguito in scala mi-nore, delle quattro vedute principali della figura. La realizzazione dellastatua avviene, va da s, a partire dalle quattro facce principali del bloc-co. Comprensibilmente, un problema che si porr con crescente urgenzaagli scultori, sar quello dellincontro dei quattro piani principali. Fin-ch il problema non verr risolto le figure appariranno sempre, soprat-tutto nella visione di tre quarti, inorganicamente spigolose.Limpressione di rigore geometrico confermata dalla solida costruzio-ne triangolare dei volti maschili e femminili, dai grandi occhi. Al trian-

    golo del volto corrisponde il doppio triangolo della parrucca a ripiani (C5-1, pg. 6) appiattita sullafronte e ricadente, ai lati, in grosse e fitte trecce.

    I corpi maschili appaiono possenti, ben scanditi nella giustapposizione di masse geometriche epoco definiti nella loro anatomia. La resa anatomica si limita a solchi, del resto poco profondi, utili adefinire e delimitare masse pi che a suggerire la complessit della struttura corporea umana (C5-1,fig. 3) (Dia 1). A una vita stretta, spesso sottolineata dal cinturone del perizoma (C5-1, fig.4), corri-spondono un torso possente dalla forma geometrica, triangolare, glutei e cosce carnose progressiva-mente assottigliantisi.

    Le figure femminili appaiono avvolte in pesanti pepli, policromati e spesso riccamente decoratida sottili incisioni (C5-1, fig.1) (Dia 2). La struttura corporea non traspare giacch i pesanti tessutisembrano tutto appiattire e uniformare, suggerendo solo il gonfiore dei seni o, viceversa, lassotti-gliarsi della vita in corrispondenza del cinturone. Sulle spalle si distende, di regola, un pesante mantel-lo che sembra imprigionarle, dispensando spesso lo scultore dal distaccare le braccia dai fianchi (ciche le avrebbe rese pi fragili, compromettendone la salvaguardia). Colpisce la rigida simmetria conla quale il mantello aderisce alle spalle e ricade gi, quasi a evitare ogni movimento espansivo dellebraccia.

    Crisi dello stile dedalicoLo stile dedalico non manca di far sentire il suo influsso sulla plastica degli inizi del VI sec. a.C.,

    Fig.1 - Hra di Samo, daSamo (dedica ad Hra di uncerto Chermyes). Parigi,Louvre n. inv. 686. 560 a.C.circa.

  • La scultura: rappresentazione della figura umana 3

    come testimonia la statuetta plumbea del Museo Archeologico di Firen-ze (C5-1) (Dia 1). Ma qualcosa sembra gi muoversi in direzione di unarinnovata volont di adeguamento al dato naturale e del prevalere ora-mai sempre pi evidente di tendenze locali, con la nascita di scuole re-gionali (C5-2, fig.4).

    Il "sorriso" arcaicoCon lapprossimarsi della met del VI sec. a.C. tende ad affermar-

    si, quasi come segno distintivo del nuovo stile, il discusso sorriso arcai-co. Osservando volti arcaici, indifferentemente maschili o femminili, siha come limpressione di una improvvisa segreta animazione: di quiluso, istintivo, del termine sorriso. Non manca chi interpreta comedato intenzionalmente espressivo il leggero incurvarsi del profilo di boc-che e occhi. Naturalmente, non si pu escludere che gli antichi, osser-vando tali rese scultoree, non provassero, istintivamente, la nostra stes-sa impressione. Va tuttavia tenuto presente che il leggero incurvarsi delprofilo di bocche e occhi, unitamente a una tendenza lineare e continuain tutto il corso del VI secolo ad addolcire e ammorbidire il contrasto framasse e piani incrociantisi, va nel senso di una correzione e di un pro-gressivo adeguamento naturalistico del rigido stereometrismo degli scul-tori dedalici.

    Nascita di scuole regionaliQuesta tendenza, valida in senso generale, si accentua in determi-

    nate aree geografiche (le Cicladi e le coste dellAnatolia), pi sensibilialla lusinga di profili sinuosi e morbidi e di masse affinate e armoniosa-mente proporzionate (Dia 3). LAttica e il Peloponneso rimarranno,ancora per qualche tempo, fedeli a una certa aspra rudezza di tradizione,se vogliamo, dedalica (C5-2, fig.4), salvo subire soprattutto dopo il 530a.C. (Atene in particolare) il fascino delle eleganze ioniche.

    I koroi Milani (C5-2; C5-3) (Dia 4-7), limitatamente al tipo delgiovane stante, illustrano bene le tendenze della plastica arcaica dellaGrecia continentale nel corso della seconda met del VI sec. a.C. Nelle statue maschili il dato anato-mico si arricchisce progressivamente. Appare ancora evidente, tuttavia, in Attica (si veda a questoproposito lApollo Milani) e nel Peloponneso, una certa continuit con la tradizione dellalto arcaismo.Il progressivo approfondirsi delle ricerche anatomiche, grazie anche allimpiego di un materiale, ilmarmo (che contribuisce a esaltare gli effetti di una evoluta indagine anatomica) si traduce, rigida-mente, in un complesso reticolo di solchi e incisioni (Dia 4-5). Viceversa, nelle Cicladi e sulle costedellAnatolia a una pi rigorosa indagine anatomica si preferiscono le lusinghe del chiaroscuro, attra-verso morbidi trapassi di piani accarezzati dalla luce pi che analiticamente definiti da linee marcatedi una geometrica perfezione. Questa tendenza non mancher di influenzare, soprattutto dopo il 530a.C., la plastica della Madrepatria: si consideri lApollino Milani, un documento significativodellinflusso ionico sulla plastica della Grecia continentale alla fine del VI sec. a.C. (Dia 6-7).

    La fortuna del tipo della kore in Ionia e nelle CicladiComprensibilmente prediletto dagli scultori greco-orientali, per le possibilit moltiplicate di

    Fig.2 - Kre di Antnor,dallAcropoli di Atene (dedicaprobabile del ceramistaNarchos). Atene, MuseodellAcropoli n. inv. 681. 520 a.C.circa.

  • La scultura: rappresentazione della figura umana4

    raffinati giuochi chiaroscurali, il tipo della kre. Al pesante peplo si sostitu-isce, intanto, con sempre maggiore frequenza, il leggero chitone, spessocoperto da un sottile epblema.

    Gi gli scultori di Samo, intorno al 570-560 a.C., animano di sottilipiegoline accarezzate dalla luce i chitoni e gli epiblmata delle loro krai(fig.1) influenzando, parzialmente, la plastica di Efeso e Mileto a est e diNasso e Atene (tramite Nasso) a ovest. Oltrepassata la met del secolo siafferma, nel mondo greco-orientale, e, dopo il 530 a.C., ad Atene il tipocanonico della kre vestita di chitone e mantello, indossato, questultimo, inmodo da coprire la spalla destra e passare sotto lascella sinistra (fig.2) (Dia8). Si introduceva cos, per la prima volta, nella plastica monumentale unelemento di prepotente dissimmetria. Lobliquit sostanziale del mantellooffriva agli scultori un insperata occasione di sperimentare audaci giochichiaroscurali, alternando pieghe oblique a pieghe verticali, solchi sottili eprofondi a depressioni leggere e ampie, superfici curve a superfici piatte.

    Pur nella concreta realt delle scuole regionali queste tendenze sonocomuni alla plastica delle isole e della Ionia e non mancheranno di accen-tuarsi alla fine del VI secolo determinando il sorgere di una tendenzamanieristica di estenuata raffinatezza tecnica e formale (fig.3).

    L'influsso ionico dopo il 530 a.C.Linflusso degli scultori greco-orientali, come

    si accennato, non mancher di farsi sentire nellaMadrepatria: ad Atene, il periodo compreso fra il 530 e il 500 segna il cul-mine dellinfluenza ionica. Mentre laustero stile attico della prima metdel VI sec. a.C. cede il passo al raffinato stile della Ionia, artisti greco-orientali si trasferiscono ad Atene protetti e invitati dai tiranni. Tra di essi,di origine probabilmente ionica Endoios, mentre non mancano maestrigiunti da Paro e da Chio come Archermos. Linflusso della plastica ionica siestender progressivamente alla Beozia e alla Grecia centro-settentrionale.La severa Sparta, nel Peloponneso, accoglie artefici ionici quali Thedorosdi Samo e Bathykls di Magnesia, che lasceranno unimpronta significativanelle coeve arti minori della Laconia.

    Tendenze manieristiche e severo incipiente fra 510 e 480 a.C.La fine del VI secolo, mentre tendenze decisamente manieristiche

    sembrano dominare le arti figurative, vede lentamente affermarsi un movi-mento di reazione agli eccessi della corrente ionizzante. I decenni compre-si fra il 500 e il 480 a.C. vedranno lentamente ma inesorabilmente affermar-si e definirsi nelle sue caratteristiche essenziali lo stile severo. Ad Atene,gi nel decennio 510-500, in coincidenza significativa con il mutamentocostituzionale e la nascita della democrazia, allinterno stesso della corren-te manieristica alcuni scultori abbandonano timidamente il sorriso arcaicoconferendo a bocche e occhi quella espressione apparentemente severa chedefinisce il nuovo stile (fig.4) (Dia 9).

    Intorno al 500-490 a.C., pur senza rinunciare a decorativistiche

    Fig.3 - Kre 594,dallAcropoli di Atene. Ate-ne, Museo dellAcropoli n.inv 594. 510 a.C. circa.

    Fig.4 - Kre 674 (detta an-che Limbronciata),dallAcropoli di Atene. Ate-ne, Museo dellAcropoli n.inv. 674.

  • La scultura: rappresentazione della figura umana 5

    eleganze di matrice tardo-arcaica, gli scultori mostrano una duplice ten-denza: mentre statue di fanciulle si fanno decisamente pi rare, si tende acontenere lo slancio e lallungamento delle figure correggendolo con unsano irrobustimento della struttura corporea (fig.5). Daltra parte, la rinun-cia agli effetti di puro decorativismo si traduce in una crescente semplifica-zione e in un rinnovato gusto per una asciutta essenzialit. A lungo andaree dopo il 480 circa, queste tendenze determineranno labbandono del tradi-zionale costume ionico, sostituito dal pesante peplo: appaiono cos nel pe-riodo 480-460 a.C. quelle solenni peplophroi (fig.6) cos tipiche del pipuro stile severo.

    La ponderazioneSe il tipo della kre era apparso come il pi rappresentativo del gusto del

    pieno e tardo arcaismo, il tipo del koros torna a essere il prediletto dagliscultori del severo. Lindagine anatomica si approfondisce grazie a un rin-novato contatto con il dato naturale. Alcune tipiche stilizzazioni arcaiche(vita stretta, glutei e cosce carnose che determinavano un caratteristico pro-filo ondulato con accentuate concavit econvessit) sono corrette determinando piorganiche proporzioni. La struttura corporeasi fa pi potente, le masse muscolari pi rile-vate. Questa radicale correzione del canone ar-caico si accompagna, generalmente, a una pre-

    dilezione per morbidi, misurati e chiaroscurati trapassi di piani che, per laprima volta, si sposa, coerentemente, a una struttura corporea anatomica-mente indagata.

    Di pari importanza la tendenza evidente, a partire dal 480, di infon-dere il ritmo della vita e del movimento al tipo del koros sperimentandoper la prima volta un genere elementare di ponderazione (fig.7). Il pesodel corpo viene scaricato su di una gamba portante determinando la leg-gera flessione dellaltra gamba e originando una catena di reazioni nellastruttura muscolare del torso nonch un significativo gioco di dissimmetrie(C5-5) (Dia 10-11).

    Il Canone di PolicletoPolicleto interverr, a partire dal 460, a perfezionare e razionalizzare

    le esperienze degli scultori della generazione precedente realizzando, nelcelebre Dorforo (fig.8), la pi perfetta rivisitazione, ormai nel momentodi trapasso fra severo e classico, del tipo del koros (C5-6).

    Lo scultore argivo (non si dimentichi che il Peloponneso con centriquali Argo, Corinto e Sicione fu allavanguardia nelle sperimentazionidello stile severo) accompagn la creazione del Dorforo alla composi-zione di un fondamentale trattato tecnico, intitolato Canone: lo Scultorevi esemplificava, attraverso il Dorforo, soprannominato Canone, la pro-pria idea del bello attraverso la messa a punto di una serie di precetti e ladefinizione di una teoria delle proporzioni ideali. Il ritmo chiastico che

    Fig.5 - Kre 159,dallAcropoli di Atene. Atene,Museo dellAcropoli n. inv.159. 500-490 a.C. circa.

    Fig.6 - Peplophros. Roma,Museo Nazionale Romano(delle Terme) n. inv. 8577.Copia romana da originaledel 470-460 a.C. circa.

  • La scultura: rappresentazione della figura umana6

    caratterizza, nel Dorforo, la corrispondenza fra la gamba portante e il bracciodisteso, la gamba flessa e il braccio piegato al gomito doveva trovare, altres, neltrattato tecnico policleteo una adeguata teorizzazione (Dia 12-14).

    Lesemplarit del canone policleteo, cos profondamente aristocratico nellarigorosa matematicit, incontr il favore, come era facile aspettarsi, delle aristo-crazie peloponnesiache (e non solo). Esso rappresent, tuttavia, una prigione perPolicleto e per la florida scuola policletea (Dia 15), attiva nel Peloponneso finoalla met del IV sec. a.C. La critica darte antica non manc di sottolineare lamonotonia e ripetitivit delle creazioni policletee. Una volta individuato il cano-ne della bellezza ideale, non rimaneva molto spazio per lapprofondimento dellaricerca e la sperimentazione.

    Il superamento del canone policleteo, nel senso di una rinnovata volont diesplorare e sperimentare, , come vedremo, un merito di Lisippo.

    Le tendenze dell'arte attica fra severo e classicit: Mirone e Fidia(460-430 a.C.)

    Se la strada imboccata da Policleto era destinata a rivelarsi senza uscita, pilibero e impetuoso lo sviluppo delle tendenze e dei movimenti artistici nellademocratica Atene. Ad Atene, con la nascita delluniverso formale fidiaco, lericerche e le sperimentazioni degli scultori non si incentrano pi, con puntigliosainsistenza, sulla chiusa figura umana, analiticamenteindagata nella sua struttura anatomica, quanto sulleinterrelazioni fra il corpo umano e lo spazio circostante(C5-8). Lo stesso Policleto ebbe modo di soggiornaread Atene nel periodo 440-430 a.C. e ne rimase visiva-mente impressionato. Unopera emblematica della ma-turit dello scultore argivo, il Diadmeno, pare una con-

    creta correzione del canone policleteo condotta sotto linflusso della rivolu-zione formale fidiaca.

    La tendenza era gi viva, ad Atene, grosso modo negli anni in cuiPolicleto realizzava il Dorforo. Se di Klamis non possiamo, purtroppo,dire molto, gi Mirone (C5-4) appariva alla critica darte antica, in confrontoa Policleto, pi vario nel ritmo pur se totalmente disinteressato a una ricercadi tipo espressivo (fig.9) (Dia 16-17). Fidia, invece, collaborando con Pericleallillustrazione degli alti ideali dellAtene democratica giunta al culminedella sua potenza imperiale, realizza in scultura quanto Polygnotos (C6-1,pg. 7), pittore di caratteri, esploratore del mondo interiore degli eroi delmito, aveva realizzato in pittura.

    Manierismo postfidiaco (430-400 a.C.)Accusato di aver sottratto oro alla Citt, nella realizzazione della sta-

    tua criselefantina di Athna Parthnos, e processato, Fidia abbandona Atenealla vigilia dello scoppio della Guerra del Peloponneso. Rimangono gli allie-vi diretti: il pi tradizionalista e, talvolta, arcaizzante Alkamnes (Dia 18) elallievo prediletto Agorkritos. Ed nellambito della bottega di Agorkritos

    Fig.7 - Koros 689 (det-to anche Lefebo diKrtios), dallAcropolidi Atene. Atene, MuseodellAcropoli n. inv. 689.490-480 a.C. circa.

    Fig.8 - Dorforo (portatoredi lancia), da Pompei. Na-poli, Museo Nazionale n. inv.6011. Copia romana da ori-ginale di Policleto del 450-440 a.C. circa.

  • La scultura: rappresentazione della figura umana 7

    che sembrano affermarsi, ancora impercettibilmente, tendenzemanieristiche. Gli scultori individuano nelle sorprendenti realizza-zioni di Fidia un modello esemplare. Non rimane loro che prosegui-re sulla strada segnata dal maestro, approfondendo, semmai, certericerche e sperimentazioni fidiache.

    Agorkritos ma soprattutto il pi giovane Kallmachos prediligo-no, di gran lunga, tipi femminili, secondo una tendenza che riscon-triamo nella coeva ceramografia attica (C7-7). Le ricerche fidiachesul panneggio, in particolare certi virtuosistici effetti di trasparenza(il cosiddetto panneggio bagna-to) riscontrabili tuttora in alcunestupende figure partenoniche

    (fig.10), rappresentano un punto di arrivo irrinunciabile perAgorkritos e Kallmachos. Se il primo non esaspera il propriomanierismo attenendosi con maggior fedelt ai modelli fidiaci,Kallmachos figura emblematica del manierismo postfidiaco. At-tivo soprattutto dopo il 420 a.C., egli il pi radicale esponente delnuovo indirizzo artistico. Soprannominato katatextechnos (=distrut-tore dellarte nelle minuzie), usa abbondantemente, per la prima volta,il trapano corrente per scavare profondi solchi nei panneggi dellesue figure (fig. 11) (Dia 19). Agli effetti coloristici di un violentochiaroscuro si accompagna un significativo disinteresse per la strut-tura corporea. Non manca chi segnala in Kallmachos il manifestar-si di tendenze decisamente arcaizzanti: il panneggio, nei suoi inna-turali svolazzi, ricorda un certo gusto per il puro decorativismo ri-scontrato in alcune krai del tardo arcaismo.

    Lo stile semplice (400-360 a.C.)Con laffermarsi del cosiddetto stile semplice, il nuovo se-

    colo (il IV secolo) non manca di esprimere la propria condanna de-gli eccessi manieristici, per quanto certi raffinati calligrafismi persi-stano fino ad almeno il 380 circa.

    Fig.9 - Discobolo (lanciatore di di-sco), dallEsquilino. Roma, MuseoNazionale Romano (delle Terme) n.inv. 126371. Copia romana da origi-nale di Mirone del 450 a.C. circa.

    Fig.10 - Hesta, Dione, Afrodite, dal frontone est del Partenone. Londra,British Museum. 440-430 a.C.

    Fig.11 - Menade danzante, bassorilie-vo. Roma, Museo dei Conservatori n.inv. 1094. Copia romana da originaledi Kallmachos del 410-400 a.C. circa.

  • La scultura: rappresentazione della figura umana8

    Prassitele e Skopas (360-340 a.C.)Il IV secolo dominato da personalit quali Prasstele e Skpas,

    per non dire di Lisippo, che non mancano di influenzare durevolmenteun certo artigianato: ad Atene le stele funerarie rappresentano un do-cumento significativo dellinflusso dei grandi maestri, come testimo-nia la testa di vecchio, frammento di stele funeraria attica, conservatanel Museo Archeologico di Firenze (Dia 20).

    Con lateniese Prassitele il nudo femminile, per la prima volta in-tegrale, nella celebre Afrodite Cndia (fig.12) (Dia 21), diviene log-getto di una approfondita indagine anatomica. Il gusto per certe formepiene e carnose, per morbide rotondit, per delicati giochi chiaroscurali,per la virtuosistica rifinitura dellepidermide, non manca di influenza-re la creazione dei tipi maschili prassitelici. Lo scultore preferisce unastruttura corporea, per la prima volta, non asciutta e possente. La pre-dilezione per curve e sinuosit si accentua nelle tipiche figure giovani-li (si veda lApollo Sauroktnos) che si appoggiano ad alti sostegnideterminando una accentuata obliquit generale.

    Skpas pone decisamente laccento sullespressivit dei volti esul pthos realizzando teste squadrate dai grandi occhi infossati e pen-sosi, mentre le bocche, per la prima volta, si aprono a denunciare unin-tima sofferenza (fig.13).

    Lisippo (350-310 a.C.)Lisippo, partendo da una giovanile adesione alle teorie artistiche

    policletee, riforma, finalmente, nel Peloponneso, il canone. Al mag-giore slancio delle figure, inteso a correggere limpressione di una ec-

    cessiva massiccia costruzione delle statue policletee, corrisponde, specularmente, una predilezioneper unanatomia pi asciutta e meno astrattamente rilevata. Daltra parte, alla ponderazione chiusadelle figure policletee corrisponde un movimento di conquista cen-trifugo dello spazio circostante (fig.14) (Dia 22). La ricerca espres-siva avviata da Skpas prosegue e si accompagna a un trattamen-to pi naturalistico, quasi impressionistico, delle superfici (parti-colarmente le chiome). Alla teoria delle corrette proporzioni for-mulata da Policleto Lisippo risponde affermando che altri(=Policleto) hanno preso a modello luomo quale mentre luipreferiva prendere a modello luomo quale sembra essere, unacoraggiosa difesa delle nuove tendenze illusionistiche che si af-fermeranno pienamente nellet ellenistica (III-I secc. a.C.).

    La corrente lisippea e la nascita dell'universo forma-le ellenistico

    Lisippo diverr lartista ufficiale della corte macedone, la-vorando prima per Filippo II, poi per Alessandro Magno e per iDiadochi. I suoi numerosissimi allievi (Dia 23), al servizio deiDiadochi e attivi fino ai primi decenni del III sec. a.C., determi-

    Fig.12 - Afrodite Cndia. Roma,Musei Vaticani n. inv. 812. Copiaromana da originale di Prassiteledel 350-340 a.C. circa.

    Fig.13 - Testa di guerriero, dal frontoneovest del tempio di Athna Alea a Tegea.Atene, Museo Nazionale. Opera diSkpas e bottega. 350-340 a.C. circa.

  • La scultura: rappresentazione della figura umana 9

    narono il sorgere di una corrente lisippea largamente dominante nel pri-mo ellenismo. La diffusione della cultura greca conosce in questo perio-do una rapida accelerazione: la lingua greca, un dialetto attico debitamenteadattato, diviene la lingua comune, la cosiddetta koin, di una miriadedi popoli. La corrente lisippea gioca un ruolo fondamentale nella crea-zione, a livello di arti figurative, di un linguaggio comune, di una vera epropria koin artistica.

    Le correnti dell'arte ellenisticaI tre secoli dellellenismo (III-I secc. a.C.), lungi dal poter essere liqui-dati come i secoli grigi della diffusione di un linguaggio uniforme pro-prio perch comune, sono attraversati da correnti, movimenti e tendenzeartistiche quanto mai varie e contradditorie. Sembra, oramai, che nessunlimite astratto e teorico sia pi posto allattivit artistica umana. Losser-vazione della natura si spinge sino a un definitivo apprezzamento, comeoggetto di imitazione artistica, della natura vegetale e animale (C5-7)(Dia24) nonch delle individuali fattezze umane (nascita del ritrattofisiognomico (Dia 25-26)).Atene, molto conser-vatrice, rimane fedelea un linguaggio artisti-co di impronta chiara-mente tardo-classica,prassitelica con influs-si scopadei e lisippei(Dia 27-28) che nonmanca di trovare ag-ganci e consonanzecon certa artealessandrina.

    Nei centri dellAsia Minore, soprattutto Rodie Pergamo, nel corso del III e II sec. a.C. si afferma-no tendenze decisamente barocche, esasperandoradicalmente il sempre vitale filone scopadeo(fig.15) (Dia 29).

    Ad Alessandria, sensibile alle lusinghe del fi-lone prassitelico, si afferma una corrente realistica,se non veristica. Gli scultori indagano, con compia-cimento, la vita miserabile delle classi subalterne,prediligendo soggetti di genere (la vecchia ubriaca,lanziano decrepito pescatore) nonch losservazionedi certe anomalie fisiche o etniche: si considerinole frequenti statuette di bambini negri (uno splendi-do esemplare esposto nella sala XII del Museo Ar-cheologico di Firenze (Dia 30)).

    Fig.14 - Apoxymenos (atleta chesi deterge). Roma, Musei Vaticanin. inv. 1185. Copia romana da ori-ginale di Lisippo del 330-320 a.C.circa.

    Fig.15 - Laocoonte, dallEsquilino. Roma, Musei Vaticanin. inv. 1059, 1064, 1067. Copia di et tiberiana (14 d.C.-37 d.C.), opera degli scultori rodii Agesandro, Polidoro eAtenodoro, da originale di scuola rodia o pergamena dellamet circa del II sec. a.C.

  • La scultura: rappresentazione della figura umana10

    Il movimento di reazione neoclassicaNella sempre tradizionale Atene, nel corso della seconda met del II sec. a.C., accolto con favo-

    re dalla critica darte coeva, si afferma un movimento di reazione neoclassica alle pretese degenerazionibarocche e patetiche nonch realiste e veriste dellarte ellenistica (Scheda 6, par.10). Gli artisti atticitornano a guardare ai modelli della classicit (Fidia, nonch i manieristi postfidiaci) mentre ilprassitelismo appare tuttora vitale e, accanto alla corrente classicista, si afferma una corrente arcaistica.

    Il loro influsso si accrescer nel corso del I sec. a.C. e sar fondamentale nel determinare gliindirizzi dellarte romana del tempo: del resto, artisti ateniesi sono attivi a Roma gi a partire dallaseconda met del II sec. a.C. Contemporaneamente fiorisce ad Atene un artigianato artistico moltoattivo, al servizio della sempre pi esigente clientela romana. Per lesportazione si realizzano copie evarianti di celebri capolavori, bassorilievi quale quello esposto nel Museo Archeologico di Firenzeche riproducono parzialmente pi ampie composizioni (C5-8) (Dia 31), nonch capitelli, elementiarchitettonici finemente lavorati e crateri marmorei decorativi di giardini.

    La parabola dellarte greca sembra chiudersi con questa nostalgica rivisitazione dellarte classi-ca. E tuttavia, le correnti pi vitali dellarte ellenistica non si estingueranno e continueranno a operarenelloriente ellenizzato, non mancando di influenzare, soprattutto in certi periodi, lo sviluppo di ten-denze anticlassiche nella coeva arte romana.

    GLOSSARIO

    Afrodite Cndia - Capolavoro emblematico di Prassitele, realizzato, su commissione della citt di Cnido, per il localetempio di Afrodite intorno al 350-340 a.C.Agorkritos - Scultore greco, nativo di Paro, allievo prediletto di Fidia e attivo soprattutto nel periodo 430-415 a.C.Alessandria - Capitale del regno tolemaico dEgitto, fondata da Alessandro Magno nel 331 a.C. allestremit nord-occi-dentale del delta del Nilo, non lontano dal villaggio egiziano di Racoti.Alessandro Magno - A. III (detto il Grande o, appunto, M.). Re di Macedonia fra il 336 e il 323 a.C., morto a Babiloniadopo la conquista dei vasti territori dellimpero persiano.Alkamnes - Scultore greco, nativo di Lemno, allievo di Fidia e attivo ad Atene nel periodo 430-415 a.C.: prediletto dalpartito di Nicia, realizza statue di culto per templi la cui costruzione, avviata nel periodo 449-432 a.C., era rimasta interrot-ta per lo scoppio della Guerra del Peloponneso.Amicle - Villaggio della Laconia, non lontano da Sparta, sede di un celebre santuario di Apollo.Anatoliche, coste - Coste dellAsia Minore occupate, nel corso dei secoli bui del cosiddetto Medioevo Ellenico (XI-VIII secc. a.C.), da genti greche parlanti diversi dialetti: eolico a nord (Troade, Lesbo), ionico al centro (Efeso, Mileto),dorico a sud (Alicarnasso, Rodi).Anticlassiche, tendenze - Ritorno, in polemica con predominanti tendenze classicistiche, ai modelli dellarte ellenistica.Antonina, et - Et degli imperatori Antonini: Antonino Pio (138-161 d.C.), Lucio Vero (161-169 d.C.), Marco Aurelio(161-180 d.C.), Commodo (180-192).Apollo Sauroktnos - Letteralmente Apollo che uccide la lucertola. Emblematico capolavoro di Prassitele degli anniintorno al 350 a.C., raffigurante un giovanile Apollo mollemente appoggiato a un alto tronco dalbero sul quale si arram-pica una lucertola: il dio sta stuzzicando lanimale con la punta di una freccia.Arcaistica, corrente - Recupero e rivalutazione dellarte del tardo arcaismo, largamente permeata di ionismo. La tenden-za si afferma a partire dalla fine del II sec. a.C., ad Atene, e comporta il ritorno a motivi e stilemi decorativi arcaicinellillusione di un recupero nostalgico e totalizzante dello stile arcaico.Arcaizzanti, tendenze - Ripetizione di stilemi e motivi decorativi arcaici capaci di conferire un aspetto venerabile a figurescolpite, nel corso del V e IV secc. a.C., in uno stile, per il resto, essenzialmente coerente con i canoni della classicit: sivedano, a titolo di esempio, le cariatidi dellEretteo, scolpite da Alkamnes e bottega, che rivitalizzano il tipo della kre.Archermos - Scultore originario di Chio, attivo soprattutto a Paro, Delo e Atene nel periodo compreso fra il 550 e il 520a.C. circa.Athna Parthnos - Colosso criselefantino (=in oro e avorio su anima lignea), realizzato da Fidia per la cella del Partenone.Pare che fosse terminato gi nel 438 a.C., sei anni prima della chiusura del cantiere partenonico. Rappresentava la deaprotettrice di Atene come vergine (parthnos=vergine) armata: la dea sorreggeva, nella destra protesa, la statua di una

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    vittoria alata.Attica - Regione amministrata da Atene.Barocche, tendenze - Certe affinit con il barocco europeo del XVII secolo e in mancanza di un termine antico adeguato,giustificano luso del termine barocco antico per determinate correnti dellarte ellenistica.Bathykls di Magnesia - Scultore greco, originario di Magnesia sul Meandro (citt sita fra Efeso e Mileto), attivo, perquanto ne sappiamo, soprattutto a Sparta, in cui realizza il celebre trono istoriato di Apollo per il santuario del dio adAmicle.Beozia - Regione della Grecia centro-meridionale fra Delfi e lAttica.Calligrafismo - Eleganze ornamentali che, prescindendo dal dato naturale, danno limpressione di una certa decorativaastrattezza, spesso accentuata da una particolare accuratezza grafica e/o compositiva.Canone - Dal greco kann=regolo,canna. Complesso di regole e precetti teso alla definizione di un tipo, detto appuntocanonico, di bellezza ideale cui lartista si attiene scrupolosamente.Capitello - Elemento di trapasso e raccordo strutturale fra colonna e architrave.Chiaroscuro - Rilievo particolare conferito a unimmagine dipinta o scolpita dal gioco delle luci e delle ombre capaci disuggerire la rotondit di un corpo nello spazio attraverso il variare, improvviso ovvero modulato, della loro reciprocaintensit.Chistico, ritmo - Composizione armonica delle membra in un corpo stante: alla gamba portante corrisponde il bracciodisteso, alla gamba flessa il braccio piegato al gomito. La distribuzione incrociata delle membra ricorda, cos, la formadella lettera dellalfabeto greco chi, da cui chiasmo, ritmo chiastico.Chio - Isola dellEgeo, a sud di Lesbo, prospiciente Eritre sulla costa anatolica.Chitone - Abito, sia maschile che femminile. Il chitone maschile, corto oppure lungo sino alle caviglie, era stretto alla vitada una cintura e munito di corte maniche. Il chitone femminile, a maniche lunghe, risultava allacciato sulla parte superioredel braccio e forma pieghe sopra la cintura.Cicladi - Arcipelago dellEgeo, a nord dellisola di Creta: le Cicladi sembrano disporsi in cerchio (=kyklos) intorno alliso-la sacra di Delo.Clstene - Membro della nobile famiglia degli Alcmenidi, grazie allappoggio del santuario oracolare di Delfi riesce, inun primo momento, ad abbattere la tirannide di Ippia (511-510 a.C.) e, in un secondo momento, a sbarazzarsi del rivaleIsgora che godeva, tra laltro, dellappoggio del re di Sparta Cleomne. Eliminato Isagora, sotto larcontato dellalcmenideAlcmeone (507-506 a.C.) C. ispira la riforma democratica degli ordinamenti cittadini.Cratere marmoreo - Elegante vaso marmoreo, di forma troncoconica, su alto piede e munito di basse anse, deriva sicura-mente da prestigiosi prototipi metallici. Generalmente ornato di raffinati rilievi in uno stile, spesso, arcaizzante.Criselefantino - Letteralmente realizzato in oro e avorio. Riferito a statue, spesso colossali, realizzate in avorio e inlamine auree battute su di unanima lignea.Critica darte - Ramo della ricerca storico-artistica che si propone lanalisi e la valutazione storica e formale di unoperadarte (secondo parametri diversi a seconda delle premesse estetiche o ideologiche).Decorativismo - Risalto volutamente dato, in unopera darte, ai motivi decorativi.Demetrio Falero - Uomo politico ateniese (circa 350-280 a.C.), filosofo peripatetico, amico di Teofrasto, filomacedone,govern Atene per dieci anni (317-307 a.C.) fino alla conquista della Citt per opera di Demetrio Poliorcete. Riparato adAlessandria dEgitto, alla corte del re Tolomeo I, ivi fond la celebre Biblioteca divenendone il direttore.Diadochi - Letteralmente successori. Dopo la morte di Alessandro Magno si spartiscono le conquiste del Macedone: aTolomeo I tocca lEgitto, a Cassandro la Macedonia, ad Antigono Monoftalmo la Siria, a Seleuco le estreme conquisteorientali.Diadmeno - Letteralmente atleta che si incorona. Opera emblematica della maturit di Policleto realizzata dopo ilsoggiorno ateniese dellartista.Diodoro - Storico greco nativo di Agirio, in Sicilia. Visse sotto Cesare e Augusto. Autore di una Storia Universale (Biblio-teca) in quaranta libri dalle origini fino alla conquista della Britannia (54 a.C.).Dpoinos e Skyllis - Scultori greci. Secondo Plinio (XXXVI, 9) sarebbero nati a Creta intorno al 580 a.C., si sarebberotrasferiti, quindi, a Sicione fondandovi la locale scuola di scultura. Nessuna opera sopravvissuta pu essere loro attribuita.Disegnativo - Aggettivo, dipendente dalle tecniche del disegno.Dorforo - Letteralmente portatore di lancia. Opera emblematica di Policleto realizzata, intorno al 450 a.C. Rappresen-terebbe, secondo unipotesi formulata nel recente passato, Achille.Efeso - Celebre citt della Ionia prospiciente lisola di Samo.Endoios - Scultore di probabile origine greco-orientale, trasferitosi dopo il 530 a.C. ad Atene ove risulta attivo per unventennio sino alla caduta della tirannide dei figli di Pisistrato (511-510 a. C.), operando al servizio di aristocratici e ricchimeteci (=stranieri residenti) greco-orientali.Epblema - Velo sottile che ricopre parzialmente il chitone e il mantello di alcune krai arcaiche, per esempio la celebre

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    Hra di Samo.Fidia - Scultore ateniese attivo, grosso modo, a partire dal 460 a.C., impegnato nel cantiere partenonico fra il 448 ed il 432a.C. Costretto ad abbandonare Atene alla viglia dello scoppio della guerra del Peloponneso, ripara in Elide ove realizza, aOlimpia, il colosso criselefantino di Zeus.Fidiaco - Aggettivo, da Fidia.Filippo II - Re di Macedonia fra il 360 ed il 336 a.C., padre di Alessandro Magno.Fisiognomico, ritratto - Effigie tendente a riprodurre di un dato personaggio i tratti somatici e, attraverso di essi, caratteree spiritualit (dal greco physis=natura e gignskein=conoscere).Fusione piena - Tecnica applicata per la realizzazione di statuette e di votivi miniaturistici in bronzo: il bronzo fusoriempie lo stampo senza lasciare alcuna cavit interna.Genere, soggetti di - Soggetti tratti dallosservazione acuta del quotidiano, ricondotto tuttavia nellambito di uncampionariato di situazioni figurate noto alla cultura coeva.Geometrico - Stile che si viene definendo nel corso dei secoli IX e VIII a.C. Predilige la ripetizione simmetrica e paratatticadi motivi decorativi astratti e la riproduzione semplificata e geometrica della struttura del corpo umano e animale instatuette e votivi bronzei e fittili.Grecia centro - settentrionale-Essenzialmente la Tessaglia e le regioni immediatamente confinanti: area culturalmenteattardata e fortemente influenzata, nelle arti figurative, dalla Ionia, si manterr fedele, per buona parte del V sec. a.C., amoduli tardo-arcaici di chiara matrice greco-orientale.Greco-orientali, scultori - Scultori formatisi in Ionia e nelle isole dellEgeo prospicienti le coste anatoliche.Illusionistiche, tendenze - Volont di rappresentazione del reale cos come appare e cos come i sensi, pur ingannevoli,suggeriscono.Impressionistico, trattamento - Trattamento non incisivo e metallico bens naturalisticamente sommario, soprattuttonella resa delle chiome.Ionia - Regione dellAnatolia occupata da stirpi greche parlanti un dialetto particolare, il dialetto ionico; confinanti, anord, con lEolia e, a sud, con la regione dorica di Alicarnasso.Ioniche, eleganze - La Ionia e in genere le coste dellAnatolia e le isole prospicienti vedono fiorire, nel corso del VI sec.a.C. soprattutto, una raffinata civilt: per i Greci del continente la Ionia la patria del buon gusto.Ionismo - Influsso esercitato, a livello di arti figurative (e non solo), dalle citt della Ionia, soprattutto in certe areegeografiche e in certi periodi.Klamis - Scultore greco del periodo severo, attivo negli anni compresi fra il 467 e il 441 a.C., ad Atene, in Beozia e aDelfi: nonostante ripetuti tentativi non stato ancora possibile individuare con sicurezza, nella tradizione copistica, alcunadelle opere che vengono attribuite al maestro dello stile severo dalle fonti letterarie.Koin - Aggettivo greco, di genere femminile, comune. Indica la lingua comune, una sorta di dialetto attico rivisto ecorretto, diffusa nel mondo ellenizzato dalle conquiste di Alessandro il Macedone.Koroi Milani - Originali in marmo di periodo arcaico, il cosiddetto Apollo (540-530 a.C.) ed Apollino (520-510a.C.), donati al Museo Archeologico di Firenze dal suo direttore L.A. Milani (1854-1914).Laconia - Regione del Peloponneso meridionale amministrata da Sparta.Lisippo - Scultore greco, nativo di Sicione e attivo soprattutto nella seconda met del IV sec. a.C. Oper al servizio dellacorte macedone divenendo il ritrattista ufficiale di Alessandro Magno.Manierismo - Tendenze manieristiche si affermano, generalmente, in seguito a periodi particolarmente creativi e innova-tivi: gli artefici sispirano a una maniera considerata esemplare, approfondendo ed esasperando certe ricerche avviatedagli artefici della generazione precedente.Matrice - Negativo che consente la riproduzione, meccanica e ripetuta nel tempo, di un determinato oggetto, per esempiouna statuetta fittile: con il passare del tempo la matrice si consuma sino a divenire inutilizzabile.Miceneo, periodo - Trae nome dalla citt di Micene, in Argolide e designa il periodo, grosso modo compreso fra il 1600e il 1200 a.C., della fioritura, nel continente greco, di unevoluta civilt palaziale.Mileto - Celebre citt della Ionia a sud di Efeso.Minoico, periodo - Minosse, mitico re di Cnosso, d nome alla singolare civilt palaziale fiorita nellisola di Creta fra il1900 e il 1400 a.C.Minori, arti - Ceramica, oreficeria, per esempio. Distinte dalle cosiddette arti maggiori (architettura, pittura su tavola o adaffresco, statuaria monumentale, toreutica). Si preferisce, a ragione, dire arti applicate.Minosse - Mitico re di Cnosso, padre di Arianna: Dedalo avrebbe costruito per il re cretese il celebre Labirinto (la dimoradel mostruoso Minotauro partorito da Pasifae, moglie di Minosse, accoppiatasi con un toro).Mirone - Scultore greco, nativo di Eleutere, localit posta al confine fra Attica e Beozia, attivo per lo pi ad Atene. Opereimportanti di Mirone, realizzate prima dellapertura del cantiere partenonico nel 448 a.C., si conservavano sullAcropoli diAtene (il Perseo, il gruppo di Athna e Marsia).

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    Nasso - Isola delle Cicladi che esercit, per un certo tempo, il controllo dellisola sacra di Delo.Neoclassica, reazione - Condanna puristica delle presunte degenerazioni dellarte ellenistica in nome di una pregiudizialepreferenza per lo stile sublime del periodo classico.Nicia - Uomo politico ateniese (prima del 469-413 a.C.), dirige la politica di Atene dopo la morte di Pericle (429 a.C.).Nemico del demagogo Cleone, guida il partito moderato negli anni della cosiddetta Guerra Archidamica (prima fasedella Guerra del Peloponneso). Favorevole a una rapida conclusione delle ostilit riesce, nel 421, a concludere la pace conSparta. Eletto stratego per il 416-415, si oppone alla spedizione in Sicilia caldeggiata da Alcibiade: N. muore nel 413,prigioniero dei Siracusani, dopo aver assistito alla disfatta dellesercito ateniese.Nicia, Pace di - Stipulata nel 421 a.C., conclude la prima fase della Guerra del Peloponneso (la cosiddetta GuerraArchidamica). La guerra fra Atene e Sparta riprender sei anni dopo, nel 415, con la spedizione contro Siracusa.Orientalizzante, periodo - Coincide, essenzialmente, con il VII sec. a.C., periodo nel quale il mondo greco riallaccia icontatti con le civilt del Vicino Oriente venendone decisamente influenzato.Panneggio bagnato - Con tale circonlocuzione sintendono i raffinati effetti di trasparenza nel trattamento del panneggio:il panneggio, in determinati casi, aderisce allepidermide, dando limpressione di essere come bagnato.Paro - Isola delle Cicladi famosa per le cave di marmo bianco.Parrucca a ripiani - Acconciatura prediletta dagli scultori del periodo dedalico: i capelli ricadono compatti, ai lati delvolto, segnati da ondulazioni orizzontali.Pthos - Sentimento intenso, intima sofferenza suggerita dallo schiudersi della bocca e dallespressione degli occhi, pro-fondamente incavati nelle orbite.Peloponneso - Regione della Grecia separata dal continente greco propriamente detto da una sottile striscia di terra,listmo di Corinto. Epicentro della civilt micenea, sviluppatasi, soprattutto, a Pilo e in Argolide; in periodo storico vi siparla ovunque, eccetto che in Arcadia, un dialetto dorico. Tra le citt pi importanti segnaliamo: Sparta, Argo, Corinto,Sicione.Peloponneso, Guerra del - Scontro epocale fra Atene, Sparta e i rispettivi alleati, apertosi nel 431 e conclusosi con la resaincondizionata di Atene nel 404.Peplo - Veste di lana molto pesante priva di maniche, formata da un lungo rettangolo di stoffa, ripiegato pi volte, ricaden-te sui piedi e stretto ai fianchi da una cintura.Peplophroi - Sost. greco; letteralmente indossatrici di peplo.Pergamo - Citt della Misia (Anatolia settentrionale) non lontano dalla Trade: capitale di un regno ellenistico autonomo,sotto la dinastia degli Attlidi. Lultimo re, Attalo IV, morendo nel 133 a.C. lasci in eredit il regno ai Romani. Questiultimi lo trasformarono nella Provincia dAsia.Pericle - Eminente uomo politico ateniese, membro, per parte di madre, della nobile famiglia degli Alcmenidi, diresse lapolitica di Atene, dopo lostracismo di Cimone (461 a.C.), fino alla morte, per peste, avvenuta nellautunno del 429 a.C.Perizoma - Fascia di stoffa o altro materiale cinta ai fianchi, il cui uso documentato a Creta, attraverso le arti figurative,nel periodo minoico.Policleto - Scultore argivo attivo, grosso modo, fra il 460 ed il 420 a.C.Polygnotos - Pittore greco, nativo dellisola di Taso (Egeo settentrionale), attivo ad Atene nel periodo 480-460 a.C.Ponderazione - Distribuzione del peso del corpo su di una gamba portante mentre laltra si piega allaltezza del ginocchio:lo squilibrio si ripercuote sulla struttura muscolare del torso, determinando una generale impressione di irrequietezza, purnella sostanziale staticit dellimpostazione generale.Proporzione - Il termine italiano, di origine latina, traduce il greco symmetra=commisurazione armonica delle parti, tradi s e rispetto al tutto.Rodi - Isola prospiciente le coste meridionali dellAnatolia. Riesce a mantenere la propria indipendenza nei secolidellellenismo.Skpas - Eminente scultore greco, nativo di Paro, impegnato dopo il 353 a.C., insieme ad altri maestri pi anziani (Timtheos)e pi giovani (Leochres e Bryaxis) nella realizzazione dei fregi scolpiti del Mausoleo di Alicarnasso.Stele funeraria - Monumento funerario consistente in una lastra litica o marmorea ornata di rilievi. Ad Atene questa classedi monumenti documentata nel periodo 560-510 a.C. circa e nel periodo 430-320 a.C. circa. Specifici provvedimentipresi alla fine del VI sec. a.C. da Clstene e alla fine del IV sec. a.C. da Demetrio Falero, contro il lusso e lostentazionedi ricchezza, segnano linterruzione della produzione di stele funerarie.Stereometria - Parte della geometria che ha per oggetto lo studio e la misurazione dei solidi. Nel linguaggio storico-artistico il termine usato per definire la riproduzione semplificata e astratta della struttura del corpo umano, affidata allagiustapposizione di potenti masse geometriche.Stilizzazione - Semplificazione geometrica e astratta del dato naturale.Tlekles e Thedoros - Scultori di Samo, figli di Rhikos, operanti tra il secondo e il terzo quarto circa del VI sec. a.C.Thedoros, in particolare, sarebbe stato attivo al servizio del tiranno di Samo Policrate e del gran re di Persia Ciro. Avrebbe

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    lavorato anche in Grecia, in particolare a Sparta.Teseo - Mitico re di Atene, figlio di Egeo (v. C2-2).Thedoros - Cfr. voce del glossario Tlekles e Thedoros.Tiranno - Capo carismatico che si impone, allinterno di una comunit cittadina, con la forza delle armi oppure appog-giandosi a una fazione o a un determinato ceto sociale, i nuovi ceti sociali emergenti che aspirano a un riconoscimentopolitico della loro posizione nella comunit.Trapano corrente - Strumento che consente agli scultori di velocizzare il loro lavoro scavando solchi profondi e ombrosinel panneggio: a una visione distanziata produce gradevoli effetti coloristici.Veristica, corrente - Corrente viva nell Ellenismo: si compiace di osservare e riprodurre gli aspetti pi crudi della realt,ambienti umili e sordidi, anomalie fisiche, tipi etnici barbarici.

    BIBLIOGRAFIA

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  • La scultura: rappresentazione della figura umana 15

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    Per quanto concerne la personalit degli scultori nominati nella presente scheda si consiglia di consultare le relative vocidellEnciclopedia dellArte Antica nonch dellEnciclopedia Universale dellArte.Si consiglia inoltre la lettura di R. BIANCHI BANDINELLI, Greca, arte in Enciclopedia dellArte Antica III, Roma1960, pgg. 1005-1055.

    DIDASCALIE DELLE DIAPOSITIVE

    1) Koros postdedalico, originale greco in piombo Firenze, Museo Archeologico. Piano I, Sala XIV, Vetrina A. N. inv. 99044. Alt. m 0,115. DaTigani (Samo). Mancano la mano destra, i ginocchi e i piedi. Si notino il volto triangolare e lapesante chioma, la potente ma semplificata articolazione delle membra (torso triangolare, vitastretta, cosce carnose). Si noti la forte impressione di monumentalit fornita dalla diapositiva macontraddetta dalleffettiva, ridottissima dimensione della statuetta: in effetti caratteristica deldedalico, nel quale la tipica netta articolazione della membra fornisce al fruitore una sorprenden-te impressione di monumentalit (quasi mai confermata dalle effettive dimensioni dellopera).

    2) Dama di Auxerre, originale greco in calcare Parigi, Louvre. N. inv. 3098. Alt. m 0,65. Integra salvo una deturpante abrasione della metsinistra del volto. Tipico prodotto del dedalico cretese databile al 640 a.C. circa. Si notino il voltotriangolare, la pesante parrucca a ripiani, il mantello simmetricamente ricadente sulle spalle. Ladama indossa il caratteristico pesante peplo dedalico, stretto alla vita da una cintura, ornato dasottili incisioni e ravvivato, in passato, da una vivace policromia. La struttura corporea non tra-spare: i pesanti tessuti sembrano tutto appiattire e uniformare, suggerendo solo il gonfiore deiseni o, viceversa, lassottigliarsi della vita in corrispondenza del cinturone.

    3) Testa femminile, originale greco in marmoFirenze, Museo Archeologico. Piano II, Corridoio. N. inv. 91226. Alt. m 0,24. Tracce dirilavorazione. Mancano il naso e parte del lato sinistro del volto. Originale di scuola greco-orien-tale databile al 575-550 a.C. circa. Segno di alto arcaismo appare la chioma voluminosa e com-patta (lunghe trecce a perle ricadenti sulle spalle). Per quanto vistose tracce di rilavorazioneintorno agli occhi, alla bocca e in corrispondenza del restauro, poi eliminato, del naso impedisca-no una valutazione corretta del pezzo, il volto paffuto e carnoso, la morbidezza dei trapassichiaroscurali non lasciano dubbi sullattribuzione del marmo a scuola greco-orientale. Il leggeroincurvarsi del profilo di bocca e occhi (il cosiddetto sorriso arcaico), unitamente a una tendenzalineare e continua in tutto il corso del VI secolo ad addolcire e ammorbidire il contrasto fra massee piani incrociantisi, va nel senso di una correzione e di un progressivo adeguamento naturalisticodel rigido stereometrismo degli scultori dedalici. Questa tendenza, valida in senso generale, siaccentua in determinate aree geografiche (le Cicladi e le coste dellAnatolia), pi sensibili allalusinga di profili sinuosi e morbidi e di masse affinate e armoniosamente proporzionate. Certeasimmetrie nella costruzione del volto suggeriscono un rotare della testa verso destra: si trattereb-be allora, verosimilmente, non della testa di una kre bens di una Sfinge.

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    4) Apollo Milani", originale greco in marmo Firenze, Museo Archeologico. Piano II, Corridoio. N. inv. 99042. Alt. m 1,39. Mancano le gam-be al di sotto del ginocchio. La testa ricongiunta. Naso e mento sono di restauro. Il koros,databile al 540-530 a.C. circa, un tipico prodotto del pieno arcaismo, probabilmente di scuolaattica. Il progressivo approfondirsi delle ricerche anatomiche -grazie anche allimpiego di unmateriale, il marmo, che contribuisce a esaltare gli effetti di una evoluta indagine anatomica- sitraduce, rigidamente, in un complesso reticolo di solchi e incisioni. Il koros denuncia gi inalcune morbidezze chiaroscurali un certo influsso della plastica ionica.

    5) Apollo Milani, visione posteriore

    6) Apollino Milani, originale greco in marmo Firenze, Museo Archeologico. Piano II, Corridoio. N. inv. 99043. Alt. m 0,66. Mancano la testa,le braccia nonch le gambe al di sotto del ginocchio. Il koros, databile al 520-510 a.C. circa,riconducibile a scuola beotica, significativo punto dincontro di tendenze e influssi attici e insula-ri, un tipico prodotto del tardo arcaismo. Agile struttura corporea accarezzata dalla luce, rifiutodi qualsiasi eccessiva astrattezza disegnativa e di una troppo insistita definizione anatomica. Lin-flusso della plastica ionica si fa forte nella Grecia continentale soprattutto dopo il 530 a.C. AdAtene, nel periodo compreso fra il 530 e la fine del VI secolo, operano sicuramente artefici greco-orientali protetti e invitati dai tiranni. Linflusso della plastica ionica si estender progressiva-mente alla Beozia e alla Grecia centro-settentrionale. La stessa severa Sparta, nel Peloponneso,accoglie artefici ionici quali Thedoros di Samo e Bathykls di Magnesia.

    7) Apollino Milani, visione posteriore

    8) Kre di Antnor, originale greco in marmo Atene, Museo dellAcropoli. N. inv. 681. Alt. m 2,01. DallAcropoli. Ricomposta da pi fram-menti. Mancano il naso, lavambraccio destro, le dita della mano sinistra. La kre, databile al 520a.C. circa, viene di solito ricongiunta a una base coeva recante il nome del dedicante, Narchosil ceramista e dellartefice, Antnor figlio di Eumres. Antnor si rivela, qui, artista alquantoconservatore. La kre indossa chitone e mantello obliquo, la mano destra protesa a reggere unof-ferta, la mano sinistra abbassata a stringere un lembo del chitone secondo la nuova moda ionica.E tuttavia, la struttura anatomica possente e alquanto mascolina nonch un certo aspetto severo,poco propenso a inseguire ioniche eleganze, sono un chiaro retaggio del passato. Evidentementealcuni maestri attici reagiscono in maniera critica allimperante moda ionica, anticipando percerti versi tendenze destinate a emergere con chiarezza solo un ventennio pi tardi.

    9) Kre Imbronciata, originale greco in marmoAtene, Museo dellAcropoli. N. inv. 674. Alt. m 0,92. DallAcropoli. Mancano entrambi gliavambracci e le gambe sotto il ginocchio. La kre, datata al 500 a.C. circa, un tipico prodotto,probabilmente di scuola attica, del periodo di trapasso fra il tardo arcaismo e il primo severo, nonancora immune dagli influssi della corrente manieristica affermatasi dopo il 520 e, soprattutto,dopo il 510. Indossa chitone e mantello obliquo. Si noti la struttura longilinea del corpo, i delicatigiochi chiaroscurali del panneggio e lespressione malinconica del volto. La fine del VI secolo,mentre tendenze decisamente manieristiche sembrano dominare le arti figurative, vede lenta-mente affermarsi un movimento di reazione agli eccessi della corrente ionizzante. I decenni

  • La scultura: rappresentazione della figura umana 17

    compresi fra il 500 e il 480 a.C. vedranno lentamente ma inesorabilmente affermarsi e definirsinelle sue caratteristiche essenziali lo stile severo. Ad Atene, gi nel decennio 510-500, in coinci-denza significativa con il mutamento costituzionale e la nascita della democrazia, allinternostesso della corrente manieristica alcuni scultori abbandonano timidamente il sorriso arcaicoconferendo a bocche e occhi quellespressione apparentemente severa che definisce il nuovostile.

    10) Torso maschile, probabile originale greco in bronzoFirenze, Museo Archeologico. Piano I, Sala XIII. N. inv. 1638. Alt. m 0,94. Dal mare di Livorno.Mancano la testa, le braccia, la gamba destra e gran parte della gamba sinistra. Probabile origina-le del 480-470 a.C. circa. Pregevole documento del primo stile severo. Si noti il tentativo dispezzare la rigida frontalit arcaica e di sperimentare un tipo elementare di ponderazione: bracciodestro proteso in avanti, gamba sinistra portante, testa rotata verso destra. Se il tipo della kre eraapparso come il pi rappresentativo del gusto del pieno e tardo arcaismo, il tipo del koros tornaa essere il prediletto dagli scultori del severo. Lindagine anatomica si approfondisce grazie a unrinnovato contatto con il dato naturale. Alcune tipiche stilizzazioni arcaiche sono corrette deter-minando pi organiche proporzioni. La struttura corporea si fa pi potente, le masse muscolaripi rilevate. Di pari importanza risulta la tendenza, evidente a partire dal 480, dinfondere il ritmodella vita e del movimento al tipo del koros sperimentando per la prima volta un genere elemen-tare di ponderazione. Il peso del corpo viene scaricato su di una gamba portante determinando laleggera flessione dellaltra gamba e originando una catena di reazioni nella struttura muscolaredel torso nonch un significativo gioco di dissimmetrie.

    11) Torso maschile, visione posteriore

    12) Idolino, copia o rielaborazione romana in bronzoFirenze, Museo Archeologico. Piano I, Sala XIII. N. inv. 1637. Alt. m 1,48. Da Pesaro. Integro:superfici parzialmente corrose e ammaccate. Copia o rielaborazione, di et augustea (27 a.C.-14d.C.), di un tipo statuario policleteo. Si tratta, presumibilmente, di un lampadforo, di una statuaporta-lampade (il tralcio di vite cui venivano appese le lampade attualmente conservato alBargello). Nonostante questi limiti e pur in presenza di un allungamento generale delle membra edi una resa anatomica asciutta, la statua documenta bene le ricerche policletee: ponderazione ecomposizione chiastica delle membra. Policleto interviene, a partire dal 460, a perfezionare erazionalizzare le esperienze degli scultori della generazione precedente realizzando, nel celebreDorforo, la pi perfetta rivisitazione, ormai nel momento di trapasso fra severo e classico, deltipo del koros. Lo scultore argivo accompagn la creazione del Dorforo alla composizione diun fondamentale trattato tecnico, intitolato Canone: lo Scultore vi esemplificava, attraverso ilDorforo, soprannominato Canone, la propria idea del bello attraverso la messa a punto di unaserie di precetti e la definizione di una teoria delle proporzioni ideali. Il ritmo chiastico che carat-terizza, nel Dorforo, la corrispondenza fra la gamba portante e il braccio disteso, la gamba flessae il braccio piegato al gomito doveva trovare, altres, nel trattato tecnico policleteo unadeguatateorizzazione.

    13) Idolino, visione posteriore

    14) Amazzone di Policleto, bronzetto di et romanaFirenze, Museo Archeologico. Non esposta. N. inv. 2293. Alt. m 0,28. Di restauro: ambedue le

  • La scultura: rappresentazione della figura umana18

    braccia e la base. Il bronzetto riproduce uno dei pi celebri capolavori dello scultore argivo rea-lizzato per Efeso in gara con i pi famosi scultori del tempo: Policleto partecip insieme a Fidiae Kreslas a un vero e proprio concorso, risultandone il vincitore. LAmazzone di Policletoindossa un corto chitone allacciato alla spalla destra il quale lascia scoperto il seno sinistro; essasi appoggiava con lavambraccio sinistro a un sostegno mentre il braccio destro, sollevato, sipiegava sulla testa. Ponderazione e composizione chiastica delle membra.

    15) Narciso, copia romana in marmoFirenze, Museo Archeologico. Sezione Topografica (Roselle). N. inv. R114329. Alt. m 0,95.Mancano la testa, le braccia, le gambe da sotto il ginocchio. Copia romana da originale della finedel V sec. a.C. (410-400 a.C.) di scuola policletea. Il giovane si appoggiava a un sostegno con ilbraccio sinistro mentre il braccio destro si piegava dietro la schiena. Si noti la molle carnositdella struttura anatomica che si sposa bene con la posa aggraziata. Ponderazione di tipo policleteo.Lesemplarit del canone policleteo, cos profondamente aristocratico nella rigorosa matematicit,incontr il favore, come era facile aspettarsi, delle aristocrazie peloponnesiache (e non solo).Esso rappresent, tuttavia, una sorta di prigione per Policleto e per la florida scuola policletea,attiva nel Peloponneso fino alla met del IV sec. a.C. La critica darte antica non manc di sotto-lineare la monotonia e ripetitivit delle creazioni della scuola policletea. Una volta individuato ilcanone della bellezza ideale, non rimaneva molto spazio per lapprofondimento della ricerca eper la sperimentazione.

    16) Torso maschile, copia romana in marmoFirenze, Museo Archeologico. Piano II, Corridoio. N. inv. 13830. Alt. m 0,87. Mancano testa,braccia e gambe. Copia da originale bronzeo del 450 a.C. circa. Il torso ampio e possente, lasicura definizione della struttura muscolare che rifugge da ogni tipo di sottolineatura eccessiva-mente disegnativa ma non da una certa voluta semplificazione di sapore astratto, rendono proba-bile lattribuzione delloriginale a Mirone. Il braccio destro, prepotentemente sollevato, contribu-isce a definire, con efficacia, la spazialit della figura e ha fatto pensare al gesto trionfale diPrseo che esibisce la testa recisa di Medusa. Se la strada imboccata da Policleto era destinata arivelarsi senza uscita, pi libero e impetuoso lo sviluppo delle tendenze e dei movimenti artisti-ci nella democratica Atene. Ad Atene le ricerche e le sperimentazioni degli scultori non si incentranopi, con puntigliosa insistenza, sulla chiusa figura umana, analiticamente indagata nella sua strut-tura anatomica, quanto sulle interrelazioni fra il corpo umano e lo spazio circostante. La tendenzaera gi viva, ad Atene, grosso modo negli anni in cui Policleto realizzava il Dorforo. Se di Klamisnon possiamo, purtroppo, dire molto, gi Mirone appariva alla critica darte antica, in confrontoa Policleto, pi vario nel ritmo pur se totalmente disinteressato a una ricerca di tipo espressivo.

    17) Torso maschile, visione posteriore

    18) Cariatide, copia romana in marmoFirenze, Museo Archeologico. Non esposta. N. inv. 13708 Alt. m 2,23. Restaurata come Demetra.Di restauro: testa, braccia, ginocchio destro e piedi. Copia romana da originale del 420-415 a.C.circa. Una delle celebri cariatidi realizzate da Alkamnes e bottega per la celebre loggettadellEretteo (=tempio di Atena Polide) sullAcropoli di Atene durante la Pace di Nicia (421-415a.C.). Tipicamente alcameniana la ripresa di tipologie e motivi arcaici: la cariatide, che sostitu-

  • La scultura: rappresentazione della figura umana 19

    isce la colonna in funzione di sostegno dellarchitrave, conosce una certa fortuna in periodoarcaico e non si distacca dal tipo della kre. Come una kre arcaica, la cariatide di Alkamnesstringe con la sinistra un lembo della veste. Si notino, inoltre, le lunghe trecce di sapore arcaicoche ricadono sulle spalle e sul petto. Tipicamente alcameniano appare il peplo ombreggiato daprofondi e fitti solchi. Allievo del grande Fidia Alkamnes attivo, per lo pi ad Atene, nelterzultimo e penultimo decennio del V sec. a.C., particolarmente nel periodo della Pace di Nicia.Accusato di aver sottratto oro alla Citt, nella realizzazione della statua criselefantina di AthnaParthnos, e processato, Fidia era stato costretto, come noto, ad abbandonare Atene alla vigiliadella Guerra del Peloponneso. Erano rimasti gli allievi diretti: il pi tradizionalista e, talvolta,arcaizzante Alkamnes e lallievo prediletto Agorkritos. Nellambito della bottega di Agorkritos(e di Alkamnes) sembrano affermarsi, ancora impercettibilmente, tendenze manieristiche. Gliscultori individuano nelle sorprendenti realizzazioni di Fidia un modello esemplare. Non rimaneloro che proseguire sulla strada segnata dal maestro, approfondendo semmai certe ricerche esperimentazioni fidiache.

    19) Menade danzante, rilievo marmoreo di et romanaRoma, Museo dei Conservatori. N. inv. 1094. Alt. m 1,43. Copia romana parziale da originale diKallmachos del periodo 410-400 a.C. La menade, vestita di chitone, allacciato alla spalla destrae cinto alla vita, e di mantello, la chioma racchiusa in un skkos (una specie di cuffia), impugnanella destra un coltello e nella sinistra un pezzo di carne animale appena tagliata. Si noti ilmanieristico trattamento del panneggio, inorganicamente svolazzante. Kallmachos figuraemblematica del manierismo postfidiaco. Attivo soprattutto dopo il 420 a.C., egli il pi radicaleesponente del nuovo indirizzo artistico. Soprannominato katatextechnos (=distruttore dellartenelle minuzie), usa abbondantemente, per la prima volta, il trapano corrente per scavare profondisolchi nei panneggi delle sue figure. Agli effetti coloristici di un violento chiaroscuro saccompa-gna un significativo disinteresse per la struttura corporea. Non manca chi segnala in Kallmachosil manifestarsi di tendenze decisamente arcaizzanti: il panneggio, nei suoi innaturali svolazzi,ricorda un certo gusto per il puro decorativismo riscontrato in alcune krai del tardo arcaismo.

    20) Testa di vecchio, originale greco in marmoFirenze, Museo Archeologico. Piano II, Sala X. N. inv. 13780. Alt. m 0,27. Tracce di rilavorazione.Frammento di stele funeraria attica databile al 340 a.C. circa. La bella testa di vecchio attribuitaal cosiddetto Maestro dellIlisso, artigiano ateniese molto dotato, aggiornato sugli sviluppi dellaplastica coeva, influenzato, soprattutto, da Lisippo e Skpas. Si notino il trattamento quasiimpressionistico delle chiome, lespressione pensosa, lo sguardo profondo. Il vecchio, raffigura-to stante e appoggiato a un bastone oppure seduto, doveva fronteggiare la figura del defunto,probabilmente un giovane, stringendogli la mano destra (dexosis) oppure contemplandolo silen-ziosamente. Il IV secolo dominato da personalit quali Prassitele, Skpas e Lisippo, che nonmancano dinfluenzare durevolmente un certo artigianato: ad Atene le stele funerarie rappresen-tano un documento significativo dellinflusso dei grandi maestri.

    21) Afrodite Cndia di Prassitele, copia romana in marmoRoma, Musei Vaticani. N. inv. 812. Alt. m 2,05. Ricomposta e variamente integrata. Copia roma-na delloriginale marmoreo realizzato dallo scultore ateniese per il santuario di Afrodite nelliso-la di Cnido, nel 350-340 a.C. circa. La dea, completamente nuda, si prepara al bagno lasciandoricadere le vesti sulla hydra posta alla sua sinistra che funge, tra laltro, da vero e proprio soste-

  • La scultura: rappresentazione della figura umana20

    gno per la figura. Con lateniese Prassitele il nudo femminile, per la prima volta integrale nellacelebre Afrodite Cndia, diviene loggetto di una approfondita indagine anatomica. Il gusto percerte forme piene e carnose, per morbide rotondit, per delicati giochi chiaroscurali, per lavirtuosistica rifinitura dellepidermide, non manca di influenzare la creazione degli stessi tipimaschili prassitelici. Lo scultore preferisce una struttura corporea, per la prima volta, non asciut-ta e possente. La predilezione per curve e sinuosit si accentua nelle tipiche figure giovanili, chesi appoggiano ad alti sostegni determinando una accentuata obliquit generale.

    22) Apoxymenos di Lisippo, copia romana in marmoRoma, Musei Vaticani. N. inv. 1185. Alt. m 2,05. Ricomposto e variamente integrato. Copiaromana da originale bronzeo del 330-320 a.C. circa. Opera emblematica della maturit di Lisippo,Latleta che si deterge con lo strigile rappresenta una radicale rottura con la tradizione policletea,sempre viva nel Peloponneso alla met del IV sec. a.C. Al maggiore slancio delle figure, inteso acorreggere limpressione di una eccessiva massiccia costruzione delle statue policletee, corri-sponde, specularmente, una predilezione per unanatomia pi asciutta e meno astrattamente rile-vata. Daltra parte, alla ponderazione chiusa delle figure policletee corrisponde un movimento diconquista centrifugo dello spazio circostante. La ricerca espressiva avviata da Skpas prosegue esi accompagna a un trattamento pi naturalistico, quasi impressionistico, delle superfici (partico-larmente le chiome). Alla teoria delle corrette proporzioni formulata da Policleto Lisippo rispon-de affermando che altri (=Policleto) hanno preso a modello luomo quale mentre lui preferi-va prendere a modello luomo quale sembra essere, una coraggiosa difesa delle nuove tendenzeillusionistiche che si affermeranno pienamente nellet ellenistica (III-I secc. a.C.).

    23) Tyche di Antiochia, bronzetto di et romanaFirenze, Museo Archeologico. N. inv. 2341. Piano I, Sala XII, Vetrina B, secondo ripiano dalbasso. Alt. m 0,19. Mancano la figura giovanile di Oronte (la personificazione del fiume diAntiochia) che spuntava dalla roccia subito sotto la figura di Tyche nonch lattributo stretto dallamano destra di Tyche (una spiga). Si tratta della riproduzione in scala ridotta del colosso diEuthychdes (allievo di Lisippo) attivo ad Antiochia intorno al 300 a.C. circa. Il bronzetto raffigu-ra la personificazione della Fortuna (=Tyche) di Antiochia, capitale del regno dei Selucidi, postaalla foce del fiume Oronte (attuale Turchia centromeridionale). La dea, avvolta nel mantello,siede, accavallando le gambe, su uno spuntone roccioso: porta la corona turrita (qualificanteattributo di ogni personificazione di una comunit cittadina), si appoggia con la sinistra allospuntone roccioso e stringeva nella destra una spiga, simbolo di prosperit. Tipicamente lisippeoappare il libero atteggiarsi della figura nello spazio lungo una molteplicit sorprendente di diret-trici di movimento. I numerosissimi allievi di Lisippo, al servizio dei Diadochi e attivi fino aiprimi decenni del III sec. a.C. determinarono il sorgere di una corrente lisippea largamente domi-nante nel primo ellenismo. La diffusione della cultura greca conosce in questo periodo una rapidaaccelerazione: la lingua greca, un dialetto attico debitamente adattato, diviene la lingua comune,la cosiddetta koin, di una quantit di popoli. La corrente lisippea gioca un ruolo fondamentalenella creazione, a livello di arti figurative, di un linguaggio comune, di una vera e propria koinartistica.

    24) Protome equina, originale greco o copia romana in bronzoFirenze, Museo Archeologico. N. inv. 1639. Piano I, Sala XIII. Alt. m 0,81. Mancano i finimentimetallici. Si conservano tracce della doratura. Originale del periodo tardo-ellenistico oppure co-

  • La scultura: rappresentazione della figura umana 21

    pia romana da originale ellenistico. Equanto resta di un probabile monumento equestre (unaquadriga?). Si noti il trattamento veristico delle superfici con il reticolo delle vene ben evidenziato.Nel periodo ellenistico nessun limite astratto e teorico sembra sia pi posto allattivit artisticaumana. Losservazione della natura si spinge sino a un definitivo apprezzamento, come oggettodi imitazione artistica, della natura vegetale e animale nonch delle individuali fattezze umane(nascita del ritratto fisiognomico; v. Dia 25-26, 28).

    25) Ritratto di Omero, copia romana in bronzoFirenze, Museo Archeologico. Piano I, Sala XIII. N. inv. 1646. Alt. m 0,41. Dal mare della Meloria(v. Dia 26). Le superfici sono fortemente corrose per la lunga permanenza in mare. Copia romanada originale databile al 200 a.C. o poco dopo, di probabile scuola asiana (Rodi?). Si tratta, eviden-temente, di un ritratto di ricostruzione: il poeta, cieco, vi raffigurato con gli occhi parzialmentechiusi, il volto spirituale e ispirato, segnato da rughe e profondi solchi, ombreggiato dai foltiriccioli della barba e della chioma.

    26) Ritratto di Apollonio Rodio, copia romana in bronzoFirenze, Museo Archeologico. Piano I, sala XIII. N. inv. 1647. Alt. m 0,43. Dal mare della Meloria(v. Dia 25). Le superfici sono fortemente corrose per la lunga permanenza in mare. Copia roma-na da originale della fine del III sec. a.C. (Apollonio Rodio soggiorna a Rodi, al termine della suavita, negli ultimi anni del III sec. a.C.) di probabile scuola rodia. Il poeta epico, lOmero dellapoesia ellenistica, vi raffigurato pensoso, il profilo secco e asciutto, la barba corta e la chiomanon folta aderente al cranio.

    27) Minerva dArezzo, copia romana in bronzoFirenze, Museo Archeologico. Piano I, Sala XI. N. inv. 248. Alt. m 1,55. Da Arezzo, in unareanon lontana dal fro dellantica citt. Di restauro: braccio destro e gran parte del corpo subitosotto lgida. Copia romana di una variante della prima et ellenistica (inizio del III sec. a.C.) diun tipo riconducibile a Prassitele o alla sua cerchia. La dea Athna porta un elmo corinzio solle-vato a scoprire il volto e indossa ungida simmetrica (una specie di corazza squamata a protezio-ne del petto munita, al centro, di una maschera gorgonica). Atene, molto conservatrice, rimanefedele a un linguaggio artistico dimpronta chiaramente tardo-classica, prassitelica con influssiscopadei e lisippei che non manca di trovare agganci e consonanze con certa arte alessandrina.

    28) Il filosofo Ermarco seduto, copia romana in marmoFirenze, Museo Archeologico. Non esposto. N. inv. 70989-92250. Alt. m 1,04. Manca la manodestra. Copia di et antonina da originale di scuola attica della met circa del III sec. a.C. Ermarco,discepolo del filosofo Epicuro, alla morte del maestro nel 270 a.C. assume la direzione (=scolarcato)del Giardino (la scuola di Epicuro aperta nella casa del filosofo ateniese): lErmarco meditantedi Firenze faceva parte di un gruppo di almeno tre statue comprendente, oltre a Ermarco, Epicuroe Metrdoro (morto nel 278-277 a.C.), gruppo esposto verosimilmente nel Giardino. I tre filo-sofi erano rappresentati seduti, avvolti nel mantello, il volto ombreggiato dai riccioli della chio-ma e della barba, assorto in profondi pensieri.

    29) Testa di satiro auleta, copia romana in marmoFirenze, Museo Archeologico. Non esposta. N. inv. 13731. Alt. m 0,35. Abrasioni e scheggiature.Copia romana da originale bronzeo di scuola rodia o pergamena del III-II secc. a.C. Il satiro,

  • sorprendente per vitalit espressiva, il volto incorniciato dai riccioli irrequieti della barba e dellafolta chioma, sta suonando il doppio flauto (lo strumento musicale, ovviamente, non si conser-vato ma se ne osservano tracce significative nella cavit della bocca). Lespressione del volto,singolarmente nobile, ricorda in parte il ritratto di Socrate eseguito da Lisippo: non si dimentichiche gli antichi rintracciavano nel volto del filosofo ateniese tratti silenici. Nei centri dellAsiaMinore, soprattutto Rodi e Pergamo, nel corso del III e II sec. a.C. saffermano tendenze decisa-mente barocche, esasperando radicalmente il sempre vitale filone scopadeo.

    30) Testina di negro, bronzetto originaleFirenze, Museo Archeologico. Piano I, Sala XII, Vetrina B, terzo ripiano dal basso. N. inv. 2288.Alt. m 0,065. Mancano ansa, collo e bocca trilobata. Tipico prodotto di bottega alessandrina del IIsec. a.C. circa. La testina di giovane negro (nubiano?) non altro che la parte espansa (il corpo)di un vasetto miniaturistico (una brocchetta). Ad Alessandria, sensibile alle lusinghe del filoneprassitelico, si afferma una corrente realistica, se non veristica. Gli scultori indagano, con com-piacimento, la vita miserabile delle classi subalterne, prediligendo soggetti di genere (la vecchiaubriaca, lanziano decrepito pescatore), nonch losservazione di certe anomalie fisiche o etni-che.

    31) Rilievo neoattico, in marmoFirenze, Museo Archeologico, prestito di Elisa Frontali Milani. Piano II, Sala IX. Senza n. inv.Alt. conservata m 0,39, lung. conservata m 0,58. Frammentario, superfici abrase. Copia parzialeeseguita, probabilmente, da officina attica, del rilievo con strage dei figli di Nobe che decorava iltrono dello Zeus criselefantino di Fidia a Olimpia (dopo il 431 a.C.). Una Nibide in fuga e unNibide raggiunto da una freccia di Apollo o di Artemide. Nella sempre tradizionale Atene, nelcorso della seconda met del II sec. a.C., accolto con favore dalla critica darte coeva, si affermaun movimento di reazione neoclassica alle pretese degenerazioni barocche e patetiche nonchrealiste e veriste dellarte ellenistica. Gli artefici attici tornano a guardare ai modelli della classicit(Fidia, nonch i manieristi postfidiaci) mentre il prassitelismo appare tuttora vitale e, accanto allacorrente classicista, safferma una corrente arcaistica. Il loro influsso si accrescer nel corso del Isec. a.C. e sar fondamentale nel determinare gli indirizzi dellarte romana del tempo.

    Ciclostilato a cura della Sezione Didattica della Soprintendenza ai Beni Archeologici della Toscana,via della Pergola, 65 - Firenze

  • LO STILE DEDALICO

    Koros postdedalico, in piombo. Firenze, Museo Archeologico n.inv. 99044. 610 a.C. circa.

    1) In che senso la plastica greca di VII sec. a.C. pu essere definitadedalica? Chi Dedalo?

    2) Quale ruolo giocano i rinnovati contatti del mondo greco con le civilt del Vicino Oriente nellanascita della prima statuaria monumentale greca?

    3) L'isola di Creta rappresenta l'epicentro dello stile dedalico. Perch?

    4) Considera attentamente il koros postdedalico conservato nel Museo Archeologico di Firenze. Sa-presti definire le caratteristiche essenziali dello stile dedalico?

    5) Perch, nonostante le limitate proporzioni, le sculture dedaliche danno (specie se riprodotte) un'im-pressione di monumentalit?

    C 5

    Scheda di verifica n. 1

  • LO STILE ARCAICO

    Apollo Milani, in marmo. Firenze, Museo Archeologico n. inv. 99042.540-530 a.C. circa.

    1) Considera attentamente lApollo Milani conservato nel MuseoArcheologico di Firenze. Quali ti sembrano le principali conquiste del-la plastica greca di periodo arcaico e in che direzione muovono le ri-cerche degli scultori arcaici?

    2) Che cosa si intende per sorriso arcaico ?

    3) In che senso si pu parlare, per il periodo arcaico, di scuole regionali?

    4) Quali sono le tendenze della plastica della Madrepatria nella seconda met del VI sec. a.C.? In chesenso si pu parlare di influenza ionica?

    C 5

    Scheda di verifica n. 2

  • LA PONDERAZIONE

    Torso maschile. Firenze, Museo Archeologico, n.inv.1638.

    1) Che cosa si intende per ponderazione?

    2) Quando e come nella plastica della Madrepatria cominciano a ma-nifestarsi tendenze severe?

    3) In che senso si parla di stile severo? Sapresti darne una definizione?

    C 5

    Scheda di verifica n. 3

  • C 5

    POLICLETO

    Idolino, in bronzo. Firenze, Museo Archeologico n. inv. 1637. Copia orielaborazione di et augustea (27 a.C.-14 d.C.) di un tipo statuariopolicleteo.

    1) Che cosa rappresentava il Dorforo?

    2) Qual il significato della parola canone? In che senso si parla dicanone policleteo?

    3) Policleto interviene a razionalizzare le esperienze degli scultori del-la generazione precedente. In che senso?

    4) Il soggiorno ateniese di Policleto segna una svolta significativa nella carriera dello scultore argivo.Perch?

    Scheda di verifica n. 4

  • C 5

    MIRONE

    Torso maschile, in marmo. Firenze, Museo Archeologico n. inv.13830. Copia romana da originale bronzeo del 450 a.C. circa.

    1) Secondo la testimonianza di Plinio il Vecchio Mirone apparivaritmicamente pi vario rispetto a Policleto. Perch?

    2) In che direzione muovono le ricerche degli scultori attici delperiodo di trapasso fra il severo e la classicit?

    Scheda di verifica n. 5

  • LISIPPO

    Apoxymenos di Lisippo, in marmo. Roma, Musei Vaticani n. inv. 1185. Co-pia romana da originale bronzeo del 330-320 a.C. circa.

    1) Lisippo riforma nel Peloponneso il canone di Policleto. Come?

    2) Io prendo a modello gli uomini quali appaiono e non quali sono. Secon-do voi che cosa intendeva dire Lisippo con queste parole?

    3) In che senso la rivoluzione formale lisippea gioca un ruolo fondamentale nel determinare (per lomeno agli inizi) gli indirizzi della plastica di periodo ellenistico?

    C 5

    Scheda di verifica n. 6

  • C 5

    LA CORRENTE BAROCCA

    Laocoonte, in marmo. Roma, Musei Vaticani n. inv. 1059,1064, 1067. Copia di et tiberiana (14 d.C.-37 d.C.) da ori-ginale di scuola rodia o pergamena della met circa del IIsec. a.C.

    1) Qual il significato storico-artistico del termine pthos?

    2) In che senso si pu parlare di barocco antico? Secondo voi perch gli storici dellarte anticaricorrono, talvolta, a termini propri del linguaggio storico-artistico moderno?

    3) Considerate attentamente il Laocoonte dei Musei Vaticani. Quali vi sembrano i tratti pi rivoluzio-nari del barocco antico?

    Scheda di verifica n. 7