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S. Natale 2018 Diamo Voce Comunità Parrocchiale S. Donnino Martire GESU’ AL CENTRO Cari Amici, l’attesa del Natale comporta inevitabilmente una certa frenesia: le feste, gli auguri, gli addobbi… La vicinanza col capodanno completa l’opera, con l’ansia del cenone da preparare e le feste vissute a ripetizione, fino alla nausea. Ma poi arriva l’Epifania, che “tutte le feste si porta via”, e con esse l’affanno festaiolo. Tutto bello (abbiamo bisogno di dimenticare anche per poco i problemi della quotidianità), ma ad un certo pun- to si avverte il bisogno di un po’ di silenzio e di interio- rità. Meno male che c’è il presepe. Immagino le famiglie radunate attorno alla capanna, intente nella preparazio- ne del segno del Natale per eccellenza e secondo tradi- zione. Innanzitutto: capanna o grotta? Per la verità il vangelo di Luca, che leggiamo nel nuovo anno liturgi- co, parla solo di mangiatoia. Quindi ogni soluzione va bene! Collocata la capanna, o grotta, si parte generalmente dalle statuine più complicate ed insidiose, perché più numerose e vagamente instabili: le pecore. Gesù avreb- be usato l’immagine della pecora perduta per descrive- re la misericordia di Dio e la pazienza nel cercare anche l’anima più lontana. Ecco perché occorre collocare pecore vicine e pecore lontane. Sono quelle destinate immancabilmente a ca- dere in continuazione, e in continuazione, con pazienza, rialzate. Anche noi, come loro, siamo destinati a cadere, per gli scossoni del peccato. Ma Dio viene a cercarci, ci ricon- duce all’ovile, ci dona speranza e sicurezza, rimetten- doci “in piedi”. La confessione natalizia serve anche a quello. Insieme alle pecore, i pastori. A loro, per primi, viene dato l’annuncio della nascita di Gesù. Perché proprio a loro? Perché i pastori, nella notte, era- no gli unici a vegliare per la sicurezza del gregge. Possono ascoltare la voce degli angeli, che annunciano una grande gioia. “Gloria in excelsis Deo”, general- mente scritto sul cartiglio degli angeli, in un latino sin- tetico ed efficace. Ogni domenica anche noi, ripetendo le stesse parole, diamo voce alla meraviglia e alla speranza. Pecore, pastori, angeli. La tradizione aggiunge statuine con i mestieri più diversi, legati alla cultura nostrana. Difficile trovare nel Vangelo una figura che gira a ma- no la polenta nel paiolo, o una donna che lava la bian- cheria nel mastello con la lisciva… Mestieri di altri tempi, ma non fino a Gesù! Immanca- bile il falegname, questa volta vicino al mestiere di Giuseppe e di Gesù stesso, quello dei primi tempi. La fantasia si sbizzarrisce (c’è chi pone la statuina del campione di calcio del momento…), finché si giunge alla Sacra Famiglia. Allora qui si cambia tono! Collocati bue ed asino (nei Vangeli non sono descritti, ma nei profeti qualche im- magine c’è), è la volta di Giuseppe, e soprattutto di Ma- ria. Molti seguono la tradizione di allestire il presepe nel giorno a lei dedicato, l’Immacolata, l’otto dicembre, quasi a “consacrare” il presepe, e con esso tutta la fami- glia, alla Madre di Dio. Tutto è pronto, manca solo il bambinello. Si collocherà il giorno di Natale. E’ la poesia della tenera statuina, che con la sua presenza illumina tutto il presepe e la casa. E’ la gioia, quella vera. E’ la serenità, quella tanto cercata. Al centro della man- giatoia, con le braccia spalancate (perché il lui tutte le nazioni sono accolte) Gesù è il centro. Pochi giorni ancora, e l’arrivo di Magi, con l’immancabile stella, segna la completezza del diorama natalizio. Siamo all’Epifania, e tutte le feste si porta via. E con esse anche il presepe, riposto nello sgabuzzino fino all’anno prossimo, per l’Immacolata. E Gesù? Anche se non è più posto in una grotta (o in una capanna), rimane però nella nostra vita. Al centro. Il vostro parroco, don Antonio, che porge a tutti, soprattutto agli ammalati, i migliori auguri di sereno Natale.

S. Natale 2018 Diamo Voce - cicognoloeventi.altervista.orgcicognoloeventi.altervista.org/parrocchia/main/DiamoVoce/pdf/... · Pecore, pastori, angeli. La tradizione aggiunge statuine

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S. Natale 2018

Diamo Voce Comunità Parrocchiale S. Donnino Martire

GESU’ AL CENTRO Cari Amici, l’attesa del Natale comporta inevitabilmente una certa frenesia: le feste, gli auguri, gli addobbi… La vicinanza col capodanno completa l’opera, con l’ansia del cenone da preparare e le feste vissute a ripetizione, fino alla nausea. Ma poi arriva l’Epifania, che “tutte le feste si porta via”, e con esse l’affanno festaiolo. Tutto bello (abbiamo bisogno di dimenticare anche per poco i problemi della quotidianità), ma ad un certo pun-to si avverte il bisogno di un po’ di silenzio e di interio-rità. Meno male che c’è il presepe. Immagino le famiglie radunate attorno alla capanna, intente nella preparazio-ne del segno del Natale per eccellenza e secondo tradi-zione. Innanzitutto: capanna o grotta? Per la verità il vangelo di Luca, che leggiamo nel nuovo anno liturgi-co, parla solo di mangiatoia. Quindi ogni soluzione va bene! Collocata la capanna, o grotta, si parte generalmente dalle statuine più complicate ed insidiose, perché più numerose e vagamente instabili: le pecore. Gesù avreb-be usato l’immagine della pecora perduta per descrive-re la misericordia di Dio e la pazienza nel cercare anche l’anima più lontana. Ecco perché occorre collocare pecore vicine e pecore lontane. Sono quelle destinate immancabilmente a ca-dere in continuazione, e in continuazione, con pazienza, rialzate. Anche noi, come loro, siamo destinati a cadere, per gli scossoni del peccato. Ma Dio viene a cercarci, ci ricon-duce all’ovile, ci dona speranza e sicurezza, rimetten-doci “in piedi”. La confessione natalizia serve anche a quello. Insieme alle pecore, i pastori. A loro, per primi, viene dato l’annuncio della nascita di Gesù. Perché proprio a loro? Perché i pastori, nella notte, era-no gli unici a vegliare per la sicurezza del gregge. Possono ascoltare la voce degli angeli, che annunciano una grande gioia. “Gloria in excelsis Deo”, general-mente scritto sul cartiglio degli angeli, in un latino sin-tetico ed efficace. Ogni domenica anche noi, ripetendo le stesse parole, diamo voce alla meraviglia e alla speranza. Pecore, pastori, angeli. La tradizione aggiunge statuine con i mestieri più diversi, legati alla cultura nostrana. Difficile trovare nel Vangelo una figura che gira a ma-

no la polenta nel paiolo, o una donna che lava la bian-cheria nel mastello con la lisciva… Mestieri di altri tempi, ma non fino a Gesù! Immanca-bile il falegname, questa volta vicino al mestiere di Giuseppe e di Gesù stesso, quello dei primi tempi. La fantasia si sbizzarrisce (c’è chi pone la statuina del campione di calcio del momento…), finché si giunge alla Sacra Famiglia. Allora qui si cambia tono! Collocati bue ed asino (nei Vangeli non sono descritti, ma nei profeti qualche im-magine c’è), è la volta di Giuseppe, e soprattutto di Ma-ria. Molti seguono la tradizione di allestire il presepe nel giorno a lei dedicato, l’Immacolata, l’otto dicembre, quasi a “consacrare” il presepe, e con esso tutta la fami-glia, alla Madre di Dio. Tutto è pronto, manca solo il bambinello. Si collocherà il giorno di Natale. E’ la poesia della tenera statuina, che con la sua presenza illumina tutto il presepe e la casa. E’ la gioia, quella vera. E’ la serenità, quella tanto cercata. Al centro della man-giatoia, con le braccia spalancate (perché il lui tutte le nazioni sono accolte) Gesù è il centro. Pochi giorni ancora, e l’arrivo di Magi, con l’immancabile stella, segna la completezza del diorama natalizio. Siamo all’Epifania, e tutte le feste si porta via. E con esse anche il presepe, riposto nello sgabuzzino fino all’anno prossimo, per l’Immacolata. E Gesù? Anche se non è più posto in una grotta (o in una capanna), rimane però nella nostra vita. Al centro.

Il vostro parroco, don Antonio, che porge a tutti, soprattutto agli ammalati,

i migliori auguri di sereno Natale.

VERSO L’UNITÀ PASTORALE Col nuovo anno pastorale, e per la nostra parrocchia con l’arrivo del nuovo parroco, si è dato inizio al percorso che porterà alla nascita di una nuova Unità Pastorale, fra le parrocchie di Cicognolo, Pieve san Giacomo e Cap-pella Picenardi.

Nel progetto diocesano – “Perché tutti abbiano la vita, in abbondanza” – il Vescovo Antonio traccia i connotati essenziali dell’unità di più parrocchie: “Le unità pastorali non serviranno a nulla, non ci daranno la gioia di un risveglio della fede se le vivremo solo come riorganizzazione del territorio, peggio se elaborata a tavolino senza farne comprendere a tutti il senso. Se invece saranno l’occasione per essere davvero più uniti, capaci di condivi-dere anche storie ed esperienze diverse, come in un crescente mosaico di bellezza e fraternità, ci permette-ranno di mettere da parte le attuali frustrazioni e di assaporare quanto è vera la parola dell’Apostolo Gio-

vanni: dal nostro amore ci riconosceranno”.

È il tessuto ordinario della vita delle famiglie e delle parrocchie – so-prattutto quelle di dimensioni medio piccole – che chiede di ritrovare energia e prospettiva. Occorre riconoscere che “è tramontato il modello di cristianità” che per secoli si è concretizzato nella formula “una par-rocchia – un parroco”: la fedeltà al presente induce ogni comunità cri-stiana a comprendere che “solo l’unità è pastorale”.

Queste le fasi che compongono il progetto: la proposta alle comunità parrocchiali coinvolte (un anno di confronto con gli operatori pastorali, e con le assemblee delle comunità cristiane); la vera e propria prepara-zione affidata a un presbitero moderatore e a un gruppo di lavoro inter-parrocchiale (chiamati a promuovere la mappatura dei settori pastorali ed incontri comune, per il tempo di un altro anno); cui seguirà la fase

della costituzione dell’Unità e un successivo tempo di cinque anni di accompagnamento e verifica, da par-te del Vicario Episcopale per la pastorale e una commissione permanente diocesana.

Il Consiglio Pastorale unitario, formato dai rappresentanti di tutte le parrocchie, curerà la programmazione comune nelle quattro aree individuate come prioritarie: l’ascolto del mondo giovanile, la cosiddetta comu-nità educante composta dalle famiglie, la presenza nel mondo con lo stile della carità e del servizio, l’animazione della cultura della comunicazione.

La nuova unità pastorale Pieve san Giacomo-Cicognolo-Cappella, ha av-viato il primo anno, quello dell’individuazione degli ambiti da mantenere nell’identità di ogni singola parrocchia e quelli da vivere in maniera uni-taria. Sarà un processo lungo, ma essenziale per rivivere il Vangelo in un mondo che cambia e che vede, soprattutto nei giovani, il frantumarsi di confini e distanze fra paesi. Un’opportunità per vivere la comunione co-me elemento fondamentale per la vita cristiana. Dove perverremo non ci è ancora dato capire, ma sarà il frutto dell’ascolto delle singole realtà par-rocchiali, per far emergere bisogni ed attese comuni. Nessuna illusione e nessuna preclusione, solo un sano realismo, dettato dalle esigenze vive del Vangelo, da incarnare in una cultura in continuo divenire.

Bambino dell’orfanotrofio di Kpedomé

Le suore nel nuovo Centro di alfabetizzazione e formazione femminile a Kovié

don Richard e don Justin celebrano la prima S.Messa in Togo

La falegnameria con i nuovi macchinari

Cari amici e benefattori, in primo luogo grazie al Signore per tutto ciò che ci ha concesso di vivere in questo anno ap-pena trascorso, ma grazie anche a tutti voi, strumenti delle Sue mani, che avete aiutato i nostri piccoli orfani a crescere, ad andare a scuola, a essere curati. Che Dio vi colmi dei suoi benefici, vi conceda la salute e vi aiuti nella realizzazione dei vostri progetti. Che il nuovo anno 2019 vi porti gioia e pace. Che il Signore vi benedica e vi conservi nella Sua divina Grazia. Sr. Marthe Yekima Herma

Sr.Laurence Bitoka e tutte le Suore Notre Dame de Nazareh

Carissimi amici, Natale è festa e buona notizia. Momento per continu-are a meditare su Dio fatto uomo. Sorgente di grazia e di gioia perchè il Redentore no-stro è tra di noi per portarci la pace. In questa occasione festosa tutta la nostra missione vi ringrazia dal profondo del cuore per il sostegno e lo sguardo amorevole nei nostri confronti. Per questo nuovo anno che sta per iniziare auguria-mo a tutti voi una salute solida e imploriamo la bene-dizione di Dio su ciascuno. Che Gesù Bambino porti la pace e l'armonia nelle vostre famiglie. Vi assicuriamo le nostre preghiere e vi salutiamo con affetto

don Emanuele, don Justin, don Richard

e tutti i Missionari di Gesù e di Maria

FILO DIRETTO CON DON EMANUELE

CALENDARIO DELLE FESTE NATALIZIE 2018-2019

SABATO 22 DICEMBRE ore 15.00 Confessioni per i ragazzi

DOMENICA 23 DICEMBRE Orario festivo delle Messe (8.30-11.00) ore 15.00 Confessioni

LUNEDI’ 24 DICEMBRE ore 15.00 –17,00 Confessioni ore 22.30 S. Messa solenne

MARTEDI’ 25 DICEMBRE Natale del Redentore Orario festivo delle Messe (8.30-11.00)

MERCOLEDI’ 26 DICEMBRE Santo Stefano Orario festivo delle Messe (8.30-11.00)

DOMENICA 30 DICEMBRE Santa Famiglia ore 11.00 Santa Messa, con Benedizione di tutte le famiglie

LUNEDI 31 DICEMBRE ore 17.30 Santa Messa festiva in suffragio dei defunti del 2018 ore 20.30 Cenone in oratorio (iscrizioni entro il 20 Dicembre)

MARTEDI’ 1° GENNAIO 2019 Santa Maria Madre di Dio ore 11.00 Santa Messa ore 18.30 Santa Messa

DOMENICA 6 GENNAIO Epifania ore 8.30 Santa Messa ore 11.00 Santa Messa ore 16.00 Benedizione dei bambini e premiazione del concorso presepi

DOMENICA 13 GENNAIO Battesimo di Gesù Conclusione del Tempo di Natale

CONCORSO PRESEPI

In Oratorio è possibile iscriversi al concorso dei presepi.

Una “giuria” passerà nelle vacanze natalizie a visionare ogni presepe. La premiazione avverrà durante

la benedizione dei bambini, il giorno domenica 6 Gennaio

alle ore 16.00 in Chiesa.