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LA CONDIZIONE DEI CITTADINI STRANIERI RESIDENTI IN PROVINCIA DI VERCELLI VIII RAPPORTO ANNUALE Provincia di Vercelli Osservatorio Immigrazione Maggio 2011 Report 2011 ____________________________________________________________________________ 1

Report immigrazione Vercelli 2011

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Report sulla situazione dell'immigrazione in provincia di Vercelli - anno 2011

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LA CONDIZIONE DEI CITTADINI STRANIERI RESIDENTI IN PROVINCIA DI VERCELLI

VIII RAPPORTO ANNUALE

Provincia di Vercelli

Osservatorio Immigrazione

Maggio 2011

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1 PREMESSA METODOLOGICA 32. LA QUESTIONE MIGRATORIA NEL CONTESTO NAZIONALE E REGIONALE 53. L’IMMIGRAZIONE NEGLI ANNI DELLA CRISI 74. LA DISTRIBUZIONE DELLA PRESENZA IMMIGRATA IN PROVINCIA DI VERCELLI 11La presenza a livello locale 11Le caratteristiche degli stranieri residenti 15Le nazionalità di provenienza 16Indicatori demografici di integrazione 185. PERMESSI DI SOGGIORNO E NULLA OSTA AL LAVORO 206. IMMIGRATI E LAVORO IN PROVINCIA DI VERCELLI 22Le assunzioni segnalate al CPI 22Gli immigrati e l’imprenditorialità 22Le erogazioni di prestazioni da parte dell’INPS 23Gli infortuni sul lavoro 237. GLI IMMIGRATI E LA SALUTE 24Gli accessi allo sportello ISI (Centro Informazione Salute Immigrati) 258. GLI IMMIGRATI E L’ACCESSO ALLA CASA 269. GLI IMMIGRATI E IL CARCERE DI VERCELLI 2710. LE SECONDE GENERAZIONI IN PROVINCIA DI VERCELLI 30Alcuni dati sui minori in Provincia di Vercelli 30La presenza immigrata nella scuola 31Una riflessione su scuola superiore e formazione professionale 34Gli stranieri in Università a Vercelli 34La Provincia di Vercelli e i laboratori nelle scuole 35Il servizio di mediazione linguistico culturale nel territorio 36Il progetto “ Fotolab - sguardi curiosi di nuovi vicini” 3711. SITOGRAFIA E BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO 3812. Bibliografia 3913. Ringraziamenti 40

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1 PREMESSA METODOLOGICA

Come ormai da tradizione, la Provincia di Vercelli, presenta in queste pagine il proprio rapporto annuale sulle condizioni dei cittadini immigrati residenti sul territorio provinciale. Si tratta dell’ottavo rapporto, a consolidamento di una azione di monitoraggio che dura ormai da diversi anni con l’obiettivo di offrire agli amministratori e ai soggetti che operano sul territorio provinciale, strumenti conoscitivi utili per mappare ed interpretare i fenomeni migratori in corso sul nostro territorio

Il lavoro dell’osservatorio provinciale si colloca in parallelo a quello dell’osservatorio regionale e a quello nazionale realizzato da Caritas, nel tentativo di tenere sempre aggiornato il quadro locale, anche in relazione ai fenomeni osservati sul territorio regionale e nazionale. L’obiettivo è quello di fornire ai decisori locali, agli amministratori e agli operatori del terzo settore, un insieme di dati in grado di ricostruire i trend della presenza straniera, favorendo l’interpretazione dei bisogni e la valutazione dell’efficacia degli interventi sviluppati sui diversi territori. Per questo motivo dove possibile, i dati locali saranno collocati all’interno del più ampio panorama regionale e nazionale, per interpretare in maniera più efficace i fenomeni, in un’ottica di ampio respiro.

In apertura una parte del lavoro è dedicata agli immigrati in tempo di crisi. Non è possibile oggi avviare una riflessione sulle condizioni sociali di una parte della popolazione senza chiedersi se e come le difficoltà economiche generali ne influenzino la condizione. Tanto più che gli immigrati, a parere di molti, sembrano essere la parte debole della popolazione, a rischio, colpita in modo particolare dai processi di riduzione e di peggioramento qualitativo delle occasioni di lavoro. Concorda con questo il CNEL, (Indici di integrazione degli immigrati in Italia, VI rapporto2009), nel periodico rapporto sull’integrazione degli immigrati, che individua gli stranieri tra le fasce deboli che saranno colpite per prime e in modo più pesante dalla crisi. Sulla stessa lunghezza d’onda, l’IRPET (Istituto Regionale per la Programmazione Economica della Toscana, Il lavoro degli immigrati in Toscana oltre la crisi, 2009), afferma che nel corso del 2009 la recessione ha reso visibili i suoi effetti sul mercato del lavoro, colpendo in particolare quei gruppi sociali sui quali in genere si scarica la variabilità del ciclo economico: i giovani, le donne, e anche gli immigrati. Ci chiederemo se e come la crisi influenza la vita degli immigrati oggi a Vercelli, attingendo abbondantemente alle riflessioni proposte dall’Osservatorio Regionale Immigrazione del Piemonte.

Un sezione del report di quest’anno è stata appositamente dedicata alle seconde generazioni e in particolare al laboratorio fotografico che ha visto coinvolti un gruppo di adolescenti. Il percorso svolto, ricco e coinvolgente, ha consentito in questa edizione del lavoro dell’osservatorio di concentrare uno sguardo specifico proprio sui giovani figli di immigrati, presenti in modo sempre più consistente anche nella realtà vercellese. Nella sezione proponiamo alcuni dati e riflessioni sul mondo scolastico, logo naturale di incontro e integrazione delle giovani generazioni. Verrà presentato il lavoro svolto dalla Provincia ai sensi del Piano Provinciale, che dimostra ancora una volta quanto il lavoro di integrazione sia promettente e risponda ad un bisogno crescente che la scuola non esita a sottolineare.

Come tutti gli osservatori basati su dati amministrativi, anche nel nostro caso esistono alcuni limiti nella tipologia e nella qualità dei dati raccolti che ne limitano il potenziale interpretativo. Innanzitutto esiste un problema di comparabilità interna (tra i dati forniti dalle diverse fonti provinciali) ed esterna (tra i dati raccolti ed altre banche dati regionali e

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nazionali); in secondo luogo si sconta la mancanza di una generalizzata cultura del monitoraggio statistico dei fenomeni che rende (anche per la mancanza di strumentazioni adeguate) ogni volta particolarmente gravoso per gli enti produrre dati di tipo quantitativo.

Ciononostante crediamo che, come per gli anni passati, anche per il 2011 il report possa svolgere pienamente il compito che gli viene affidato, stimolando la discussione e l’analisi dei fenomeni migratori e dando strumenti di sostegno alle scelte politiche ed operative che gli enti locali pubblici e del privato sociale sono chiamati a compiere sul territorio provinciale

Il presente report è frutto di un massiccio lavoro di equipe che ha riguardato non solo la struttura provinciale, ma tutto l’insieme dei soggetti che hanno messo a disposizione, come accade oramai da anni, il proprio tempo ed i dati istituzionali in loro possesso.

Un ringraziamento particolare va a tutti coloro che hanno reso possibile la raccolta e l’elaborazione dei dati presentati nel rapporto.

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2. LA QUESTIONE MIGRATORIA NEL CONTESTO NAZIONALE E REGIONALE

L'immigrazione in Italia, come affermano i principali osservatori che di questo si occupano da anni (Istat, Caritas, Censis, Osservatorio Immigrazione Piemonte) sta assumendo una dimensione sempre più strutturale e non può essere annoverata tra i fenomeni marginali o transitori. Come vedremo tale affermazione può essere anche descrittiva della situazione vercellese.

Se utilizziamo uno sguardo europeo sul fenomeno, occorre sottolineare come l’Italia al 1° gennaio 2009 era il quarto paese per numero assoluto di stranieri residenti, dopo Germania, Spagna e Regno Unito. Tuttavia in termini percentuali sul totale della popolazione si collocava solamente all’undicesimo posto.

Secondo i dati Istat più recenti, al 1° gennaio 2011 erano presenti in Italia circa 4.500.000 di stranieri, pari al 7,5% della popolazione totale, con un incremento rispetto all’anno precedente di circa 350.000 persone.

Il Censis nel suo rapporto Sopemi (Immigrazione e presenza straniera in Italia 2009/2010) recentemente presentato afferma come l’età media degli immigrati sia più bassa di quella degli italiani, le donne siano oramai più degli uomini, le nazionalità presenti siano molteplici (200) ma le principali siano rumena, albanese e marocchina. L’integrazione sembra rafforzarsi se pensiamo che sono in notevole aumento matrimoni misti, nascite e concessioni di cittadinanza.

Oggigiorno è immigrato poco meno del 10% del totale degli occupati (a Brescia è straniero un lavoratore su 5, a Milano 1 su 7) e il 3% del totale degli imprenditori; ogni anno quasi 40.000 persone di origine straniera diventano cittadini italiani (fino ad oggi questo fenomeno ha portato un incremento di circa 350.000 elettori); sul territorio nazionale sono presenti 750.000 minori di origine straniera dei quali 450.000 nati in Italia (64.000 solo nel 2007); nella scuola è straniero uno studente ogni sedici; 1 matrimonio ogni 10 coinvolge un partner italiano e uno straniero, 2 ogni 10 sono contratti da partner entrambi stranieri; 120.000 famiglie straniere hanno comperato casa nel nostro Paese nell’ultimo anno di riferimento dei dati Caritas; il gettito fiscale assicurato dagli immigrati nel 2006 è stato di 3 miliardi e 749 milioni di euro.

Questi dati sono indicativi di un presenza dei cittadini di origine straniera all’interno della popolazione e della società italiana, che, accanto ai ben noti problemi derivanti dalle situazioni di illegalità e marginalità, si caratterizza per la sua rilevanza all’interno delle dinamiche produttive, e per la progressiva stabilizzazione della permanenza.

Dopo essere stato per una lunga fase della propria storia un paese di emigrazione, l’Italia si sta riscoprendo un paese di forte immigrazione, con un aumento della popolazione straniera nell’ordine delle 300-350 mila unità all’anno che porta il nostro Paese ad avere una intensità migratoria proporzionalmente più ampia di quella degli Stati Uniti.

Il contributo che deriva dalla presenza degli immigrati appare cruciale anche in relazione alle dinamiche demografiche che caratterizzano il nostro Paese e che vedono un progressivo invecchiamento della popolazione frutto della duplice spinta derivata dalla carenza della natalità e dall’aumento della durata della vita media. I demografi hanno più volte messo in guardia dagli effetti di medio-lungo periodo di questi fenomeni che sbilancerebbe profondamente il rapporto tra lavoratori attivi e pensionati mettendo profondamente in crisi le basi economiche dello stato sociale.

Si tratta dunque di un fenomeno che va monitorato con attenzione e governato con

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strumenti che consentano il contrasto dell’illegalità e l’integrazione di quell’ampia quota di soggetti che rappresentano un valore economico e culturale anche per i nostri territori e si denotano come una delle componenti più attive e propositive della popolazione residente.

A livello regionale anche nel 2008 (ultimo anno di cui possediamo dati Regionali elaborati dall’Osservatorio Immigrazione), afferma lo studio Immigrazione in Piemonte, rapporto 2009 (IRES 2010), il Piemonte segue le dinamiche generali delle province settentrionali: ha una percentuale di residenti stranieri superiore alla media nazionale ma Biella e il V.C.O. sono due eccezioni. Torino ha una percentuale di residenti stranieri superiore alla media, ma ha una crescita minore di molte altre province italiane. La popolazione straniera in Piemonte è concentrata della nella città di Torino, ove risiede uno straniero su tre, e nella sua provincia, ove risiede uno straniero su cinque. A inizio 2009 Asti si conferma la provincia piemontese con la più alta percentuale di stranieri tra i residenti, seguita da Alessandria, Cuneo e Torino. Vercelli conferma la sua situazione di poco sotto alla percentuale regionale di immigrati sul totale residenti, confermando di collocarsi con Biella e VCO in posizioni di minor presenza straniera rispetto alle altre province. In complesso le cancellazioni sono aumentate in numero e in rapporto alle iscrizioni, ma soprattutto per trasferimenti in Italia o per acquisizione della cittadinanza. I trasferimenti di stranieri verso altre province italiane, proporzionalmente numerosi nel Biellese e nel V.C.O. segnalano probabilmente che gli stranieri reagiscono alle difficoltà occupazionali in queste aree trovando altrove in Italia casa e lavoro.

In Piemonte, e in provincia di Vercelli, non disponiamo di stime sulla numerosità dei regolari non residenti né degli irregolari. Per questi ultimi si può considerare che, in seguito alla possibilità di regolarizzare la posizione di lavoratori domestici (legge 3 agosto 2009, n. 102, articolo 1-ter) in Piemonte sono state presentate 15.000 domande, di cui 486 in provincia di Vercelli. Poiché vi sono fondati motivi per ritenere che la domanda di emersione sia stata presentata solo per una quota ignota, ma decisamente inferiore alla totalità dei lavoratori stranieri privi di permesso di soggiorno, la cifra indica il numero minimo di irregolari presenti a metà 2009.

Queste considerazioni sono molto simili a quelle espresse a livello nazionale: al 1° gennaio 2008 il Piemonte aveva iscritti nelle liste anagrafiche 310.543 cittadini di origine straniera con un incremento del 23% rispetto all’anno precedente, in gran parte legato all’aumento dei cittadini di origine rumena, divenuti comunitari all’inizio del 2007. A livello generale, in Piemonte gli stranieri rappresentano il 7,1% del totale della popolazione.

Le proiezioni demografiche dell’IRES (Tursi, Migliore, 2009) evidenziano come, nel caso di saldo migratorio nullo nei prossimi anni la popolazione regionale diminuirebbe complessivamente di 300 mila unità con un aumento della componente anziana ed una riduzione della popolazione nella fascia più produttiva (20-44 anni) di ben 530 mila soggetti.

Anche nella nostra regione, quindi, la rilevanza della presenza straniera appare notevole per il futuro del sistema produttivo, ed appare quindi importante il fenomeno di stabilizzazione delle presenze in atto in questi anni.

Ciò detto la presenza straniera in Piemonte è fortemente disomogenea con una alta concentrazione in provincia di Torino (53% del totale degli stranieri presenti in regione secondo i dati Caritas) ed una incidenza sul totale della popolazione residente che varia tra l’8,4% della provincia di Asti e il 4,5% del Verbano Cusio Ossola. In questo contesto la provincia di Vercelli presenta un dato leggermente inferiore alla media regionale sia per quanto riguarda l’incidenza della popolazione straniera sul totale dei residenti (6,2%), sia per quanto riguarda l’incremento percentuale di stranieri residenti registrato nel 2007 (+16,1%, contro un dato regionale del 23,15).

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In media con il dato regionale è, invece, quello relativo alla percentuale di minorenni e alla percentuale di nati da genitori stranieri.

A livello regionale la progressiva stabilizzazione delle presenze straniere evidenza alcuni importanti cambiamenti nei bisogni della popolazione immigrata, particolarmente evidenti per quanto riguarda l’integrazione delle seconde generazioni presenti da più tempo in Italia e che, fino ad oggi, hanno trovato risposta prevalentemente all’interno delle istituzioni scolastiche.

Secondo i dati Inail citati nel rapporto Caritas 2008, i settori in cui si è registrato il maggior numero di assunzioni di stranieri in Piemonte sono stati quello delle costruzioni e dei servizi alla famiglia, confermando un trend presente da diversi anni.

Sul fronte del lavoro è importante sottolineare anche che alla fine del primo semestre 2007 il Piemonte era la terza regione d’Italia per numero di incidenza delle imprese straniere sul totale delle imprese attive (3,8%). Anche questo dato conferma la tendenza alla stabilizzazione della permanenza, che si rafforza nella scelta di dare vita ad una propria attività imprenditoriale.

3. L’IMMIGRAZIONE NEGLI ANNI DELLA CRISI

Riflettendo su fenomeni sociali è doveroso chiedersi, relativamente agli ultimi anni, se e come la recente crisi economica ha inciso sulla vita degli immigrati.

Sembra confermato, afferma lo studio Immigrazione in Piemonte, rapporto 2009 (IRES 2010) che “anche in una fase di congiuntura economica negativa le minori opportunità di lavoro non si traducono in modo immediato e automatico in un blocco degli arrivi o in esodi di massa. L’occupazione degli stranieri è cresciuta nel 2009 (ISTAT, 2010, Occupati e disoccupati. IV trimestre 2009, Comunicato stampa, Roma). Occorre considerare che si tratta in molti casi di persone già occupate che emergono sia attraverso provvedimenti di regolarizzazione, sia tramite i “decreti flussi”. Molte persone registrate nel corso del 2008-2009 erano quindi già in Italia o hanno realizzato progetti migratori concepiti prima della crisi. Comunque una popolazione così numerosa, composita e stabilizzata come quella degli stranieri in Italia genera flussi di ingresso non strettamente correlati alla congiuntura economica (ricongiungimenti familiari, matrimoni, nuove nascite, iscrizioni a corsi di studio ecc…).

Come insegna l’esperienza storica, l’introduzione di più severi limiti ai trasferimenti può indurre a consolidare la presenza invece di favorire nuovi spostamenti. Infine, gli effetti della crisi nei paesi di origine o di possibile ulteriore destinazione possono scoraggiare gli spostamenti“.

L’osservatorio provinciale sull’immigrazione, a diretto contatto con i servizi socio assistenziali ai quali la Provincia offre un servizio di mediazione, conferma quanto riportato dall’Osservatorio Immigrazione su scala regionale: “Sono stati ripetutamente segnalati come conseguenza della crisi difficoltà da parte delle famiglie a sostenere le spese ordinarie, oltre che a rimborsare i mutui per la casa o per il consumo, contratti negli anni precedenti. È possibile che alcuni adolescenti abbiano interrotto o abbreviato il percorso scolastico per cercare una fonte di reddito. Sono segnalati casi di famiglie che rientrano nel paese di origine o che inviano i figli presso parenti per ridurre le spese. È probabile che aumenti il ricorso al lavoro autonomo o ad assunzioni fittizie per conservare il permesso di soggiorno, ma è difficile dire se e quanto il fenomeno sia diffuso“.

Occorre segnalare come la precarietà lavorativa incida sulle condizioni di vita degli immigrati ancor più che degli italiani. Infatti se uno straniero perde il lavoro è necessario

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che lo ritrovi entro 6 mesi, in caso contrario il permesso di soggiorno viene considerato scaduto.

Durando M. 1 si chiede: “cosa avviene in questo contesto (di crisi n.d.r) alla popolazione straniera? Quali sono gli effetti di questa “gelata” del mercato su una componente notoriamente fragile e particolarmente esposta all’andamento della domanda, anche per i meccanismi burocratici che ne garantiscono la presenza regolare nel nostro paese, almeno per i cittadini extracomunitari? I dati confermano la contrazione del mercato per i cittadini siano essi stranieri o italiani. Tuttavia possono essere individuate delle specificità: ad esempio la crisi ha colpito in misura maggiore gli immigrati dalle nazioni dell’Europa dell’Est incluse negli ultimi anni tra i paesi membri della UE.”

Altro dato interessante è che le assunzioni di immigrati nell’ambito dell’agricoltura vedono un incremento rispetto all’anno precedente. Il ramo agricolo, almeno nella sua componente di lavoro stagionale qui rappresentata, non pare toccato dalla crisi, mostrando una lieve crescita della domanda di lavoro (+2,5%) con una sostituzione di manodopera italiana con manodopera straniera, che ormai copre più del 60% delle procedure di assunzione.

Ancora “La performance degli immigrati è migliore di quella degli italiani, in termini proporzionali, su tutti i fronti, salvo che per gli avviamenti maschili e per quelli a tempo determinato, dove lo scarto è comunque limitato. Le differenze più nette, a vantaggio degli stranieri, riguardano, agricoltura esclusa, le assunzioni femminili, quelle degli ultracinquantenni, il part time e il tempo indeterminato, variabili che appaiono tutte in sostanza interconnesse, dipendenti dall’unica altra area di attività, oltre all’agricoltura, che pare non risentire della fase recessiva, cioè il lavoro domestico (+7%), caratterizzato da una forte presenza femminile, un esteso ricorso al part time e a contratti a tempo indeterminato e con un significativo reclutamento di persone in età matura (quasi i tre quarti delle donne straniere con più di 50 anni si collocano presso le famiglie che alimentano la domanda di questo comparto).”

La flessione della domanda di lavoro straniera non si ripartisce in modo omogeneo sul territorio regionale, ma è rilevabile con più forza là dove le attività industriali assumono un rilievo maggiore. Vercelli in materia di mercato del lavoro si pone nella media regionale, non spiccando né per grave crisi occupazionale degli immigrati (come accade a Torino o Novara a causa del settore industrial) né per risultati particolarmente positivi (come nel caso di Cuneo e dello sviluppo in agricoltura.

Riportiamo infine le conclusioni del Presidente della Camera di Commercio dott.Verri sul mercato del lavoro a Vercelli: “Dalla lettura congiunta dei dati emerge come mantenere gli stessi occupati pre-crisi sarà difficilissimo, forse impossibile nel breve termine. Occorre esserne consapevoli per iniziare a programmare interventi di riqualificazione professionale e di nuove strategie di sviluppo territoriale. Sarà, inoltre, necessario progettare delle politiche di formazione e riqualificazione professionale che tengano conto delle prospettive delle persone cui i servizi verranno offerti: da un lato, infatti, si prospettano casi in cui vi sia una ristrutturazione aziendale o una cessazione o fallimento delle imprese e pertanto la persona in questione dovrà essere ricollocata sul mercato anche con una professionalità diversa (soprattutto se proveniente da una realtà produttiva a basso contenuto tecnologico); dall’altro, si possono prospettare casi in cui il periodo della cassa integrazione è più breve ed è previsto il rientro della persona in azienda (se quest’ultima ha effettuato investimenti e cambiamenti nel ciclo produttivo).”

Per un dettaglio sui dati relativi a immigrati e lavoro in provincia di Vercelli vedi il paragrafo che segue dedicato, come accade da anni, a questo tema.

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1 Osservatorio Regionale del Mercato del lavoro, in La domanda di lavoro rivolta ai cittadini stranieri ne! ’anno de!a crisi (in Piemonte Immigrazione, IRES 2010)

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PARTE PRIMA:

I DATI QUANTITATIVI

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4. LA DISTRIBUZIONE DELLA PRESENZA IMMIGRATA IN PROVINCIA DI VERCELLI

La presenza a livello localeUn primo fondamentale punto di partenza per comprendere il fenomeno

dell’immigrazione, consiste nel definirne la portata numerica. A questo scopo, l’osservatorio della Provincia di Vercelli, come ogni anno, ha chiesto alle anagrafi comunali di compilare una scheda riassuntiva con i dati relativi alla popolazione straniera residente.

Seguendo la linea interpretativa dell’ultimo dossier Caritas, tali dati sottostimano probabilmente il fenomeno, in quanto non tengono conto di coloro che pur in regola con il permesso di soggiorno, non sono registrati come residenti. Ciò comporta che il valore rilevato (13.050 soggetti nel 2010) potrebbe sottostimare di circa il 10% il fenomeno, che si potrebbe quindi assestare attorno alle 14.000 unità.

La tabella 1 evidenzia come negli ultimi sei anni la popolazione straniera sia cresciuta, arrivando a raddoppiare la sua consistenza percentuale rispetto al totale della popolazione residente.

Tabella Cittadini stranieri in provincia di Vercelli negli anni

Anno Totale stranieri presenti

% rispetto al totale della popolazione residente

2003 7.350 3,32004 8.056 4,52005 8.822 4,92006 9.351 5,22007 10.967 6,112008 11.818 6,562009 11.881 6,572010 13.050 7,35

L’incremento della popolazione straniera all’interno del territorio vercellese si inserisce in una dinamica demografica che esprime una sostanziale stabilità nel tempo, ma che, in realtà maschera una lenta, ma costante riduzione della popolazione autoctona che in sei anni è diminuita di circa 3.000 unità. Si tratta per lo più dell’onda lunga del processo di denatalità in corso nel nostro Paese da diversi anni, che sta portando ad un progressivo invecchiamento della popolazione autoctona e ad una contrazione della quota di popolazione in età attiva, con la conseguenza di una progressiva riduzione della forza lavoro autoctona disponibile.

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Figura Popolazione residente in Provincia di Vercelli. (Valori assoluti, distinzione per cittadini italiani e stranieri)

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50000

100000

150000

200000

2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010

Cittadini ItalianiCittadini StranieriTotale residenti

L’analisi dei dati all’interno delle tre macroaree territoriali in cui viene tradizionalmente suddivisa la provincia (diverse e omogenee al loro interno per questioni socio-economiche e ambientali) mostra alcune variazioni significative: la bassa Vercellese sembra tornata attrattiva per la popolazione immigrata, che aumenta anche nelle altre aree anche se in misura ridotta.

In particolare il dato riferito alla città di Vercelli potrebbe essere significativo di una serie di flussi interni che, a fronte della crisi economica ed occupazionale, portano ad un maggior inurbamento rispetto al passato da parte della componente straniera della popolazione residente: il capoluogo che vede la presenza di quasi 1 immigrato ogni 10 cittadini è certamente l’area della provincia che concentra la maggiore densità di immigrati, con le conseguenze che ne derivano anche in termini di richiesta di servizi specifici (istruzione, salute, informazione, ecc).

Facendo riferimento alla sola città di Vercelli, infatti, il tasso di crescita della popolazione straniera appare significativo, soprattutto se si sposta il confronto a partire dal 2003. Allora gli stranieri residente erano meno di 3.000, pari al 6,3% della popolazione. Dopo sette anni sono diventati circa 4.700 e rappresentano il 9,9% del totale della popolazione, con un incremento netto in valori assoluti di circa 1700 unità.

Tabella Presenza di immigrati in aree territoriali della provincia negli anni 2008-2009-2010

Totale popolazione residente

Aree territoriali 2008 2009 2010

Valsesia 47.274 47.127 47.531

Bassa vercellese 85.779 86.703 83.072

Città di Vercelli 47.082 46.966 46.979Totale 180.135 180.796 177.582

residente

Popolazione straniera 2008 2009 2010Valsesia 2.487 2.643 2.801

Bassa vercellese 5.417 4.849 5.580Città di Vercelli 3.914 4.389 4.669

11.818 11.881 13.050

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% di stranieri sul totale della popolazione residente

totale 2008 2009 2010

Valsesia 5,3 5,6 5,9Bassa vercellese 6,3 5,6 6,7Città di Vercelli 8,3 9,3 9,9

Totale 6,56 6,57 7,35

L’analisi dei dati demografici consente di dare una lettura specifica anche della situazione dei singoli comuni, individuando quali sono i comuni in cui vi sono i maggiore insediamenti di stranieri residenti. Come nella scorsa edizione, per facilitare la lettura e l’interpretazione dei dati, abbiamo suddiviso i comuni della provincia in tre fasce: quelli con più di 3000 abitanti, quelli con un numero di abitanti compreso tra 500 e 3000 e quelli con meno di 500 abitanti.

Tabella Cittadini stranieri residenti: gli 8 comuni con la maggiore presenza di stranieri in valore assoluto (comuni con più di 3.000 abitanti).

Comuni

Totale popolazione

straniera residente al 31 dicembre 2010

% di stranieri rispetto alla popolazione

residente (2009)

% di stranieri rispetto alla popolazione

residente (2010)

VERCELLI 4.669 9,35 9.94BORGOSESIA

859 5,78 6,44

SANTHIA'601 6,91

6,62

CRESCENTINO 557 6,93 6,89

SERRAVALLE SESIA 492 9,48

9,53

GATTINARA534 5,77 6,40

LIVORNO FERRARIS 468 10,30 10,34

VARALLO 483 5,97 6,36

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Tabella Cittadini stranieri residenti: i 4 comuni con la maggiore presenza di stranieri in valore assoluto (comuni tra 500 e 3.000 abitanti)

Comuni

Totale popolazione

straniera residente al 31 dicembre 2010

% di stranieri rispetto alla popolazione

residente 2009

% di stranieri rispetto alla popolazione

residente 2010

SAN GERMANO VERCELLESE

255 13,6714,29

ALICE CASTELLO 233 8,11 8,58

BORGO D'ALE 194 6,90 7,34

BORGO VERCELLI 162 6,09 6,83

Tabella Cittadini stranieri residenti: i 4 comuni con la maggiore presenza di stranieri in valore assoluto (comuni con meno di 500 abitanti)

Comuni

Totale popolazione

straniera residente al 31 dicembre 2010

% di stranieri rispetto alla popolazione

residente 2009

% di stranieri rispetto alla popolazione

residente 2010

VILLARBOIT32 4,89

6,52

OLDENICO 22 8,49 8,53ALBANO

VERCELLESE 26 6,14 7,60

RIVE 20 3,65 4,23

Se invece di basarci sui valori assoluti, esaminiamo i dati in percentuale rispetto alla popolazione residente, il comune con la maggiore densità di stranieri residenti è San Germano Vercellese, che strappò a partire dal 2009 il primato detenuto da Collobiano.

Le cause delle forti differenze nella concentrazione della popolazione straniera a livello comunale sono molteplici e possono avere a che fare con la presenza di una forte offerta di lavoro in quello specifico territorio, con una disponibilità di abitazioni a basso costo, con la presenza di una comunità etnica e/o parentale in grado di dare sostegno ai nuovi arrivati.

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Tabella Cittadini stranieri residenti: graduatoria dei 5 comuni con la maggiore presenza di stranieri in percentuale sulla popolazione residente

ComuniTotale popolazione

straniera residente al 31 dicembre 2009

% di stranieri rispetto alla popolazione

residenteSAN GERMANO

VERCELLESE 255 14,29

TRINO 887 11,63FORMIGLAIANA 61 10.72FONTANETTO PO 130 10,47LIVORNO

FERRARIS468 10,34

Le caratteristiche degli stranieri residenti

In tutte le rilevazioni precedenti, la percentuale di maschi è sempre stata (di poco) superiore a quella delle femmine. Nel 2009, invece, il dato si ribalta, evidenziando, per la prima volta una prevalenza della componente femminile su quella maschile. Tale tendenza risulta confermata nel 2010, anche a conferma dei trend nazionali . Vedi la già citata indagine Sopemi (Immigrazione e presenza straniera in Italia 2009/2010)

Tabella Gli immigrati in provincia di Vercelli: distribuzione per sesso e per anno (% sul totale di stranieri residenti)

2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010

Maschi 51 51 51 53 53 52 48 47

Femmine

49 49 49 47 47 48 52 53

20102009200820072006200520042003

0% 25% 50% 75% 100%MaschiFemmine

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Anche dai dati del 2010 si conferma che è soprattutto la fascia d’età centrale e più produttiva (quella tra I 19 e I 60 anni) a raccogliere la maggior parte degli stranieri residenti sul territorio provinciale. Non sembra confermata la tendenza del 2009 che avrebbe visto diminuire la numerosità in valori assoluti dei minorenni.

Confermata invece la tendenza rilevata in passato che vede un aumento della numerosità e della quota di stranieri residenti con un’età superiore ai 60 anni, che sono raddoppiati in 5 anni.

Tabella Gli immigrati in provincia di Vercelli: distribuzione percentuale per fasce d’età e per anno della rilevazione

2005 2006 2007 2008 2009 2010

Meno di 18 anni 2.203 2.393 2.682 2.878 2.805 3.084

Da 19 a 60 anni 6.315 6.612 7.940 8.555 8.654 9.358

Più di 60 anni 304 346 345 385 414 608

2010

2009

2008

2007

2006

2005

0% 25% 50% 75% 100%

Meno di 18 anniDa 19 a 60 anniPiù di 60 anni

Le nazionalità di provenienza

Gli stranieri residenti sul territorio della provincia di Vercelli rappresentano, come oramai da anni, un vero e proprio spaccato del mondo, con più di 120 nazionalità presenti, suddivise nei cinque continenti. E’ la conferma della disomogeneità del fenomeno migratorio di cui si parla anche a livello nazione (SOPEMI 2010).

La provenienza degli stranieri residenti sul territorio provinciale, differenziandola per macroaree geografiche, si presente analoga a quella dell’anno 2009, prevedendo che il 54% del totale degli stranieri presenti siano di origine europea, a fronte del 34% di africani e del 6% di asiatici e del 6% di americani.

Entrando più nel dettaglio dei singoli paesi di provenienza, la tabella che segue individua le otto nazionalità più presenti e le raffronta rispetto al dato 2008 e del 2009. L’elenco delle nazioni è praticamente identico negli anni. Importante però è l’osservazione circa le variazioni della numerosità riferita ai singoli paesi presi in esame che mostra differenze piuttosto significative. Solamente la Tunisia presenta una leggera flessione delle presenze, anche se le recenti rivolte nord africane potrebbero influenzare notevolmente questo dato negli anni a venire.

Tabella Andamento 2008-2010 delle presenze di immigrati

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per le 8 nazionalità più numerose presenti in provincia di Vercelli2008 2009 2010

Marocco 3.096 2.863 3.114Romania 2.213 2.370 2.513Albania 2.001 1.883 2.033Cina 536 527 615Ucraina 408 503 740Tunisia 242 280 268Peru' 233 239 261Senegal 291 238 292

0

1.000

2.000

3.000

4.000

2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010

MaroccoRomaniaAlbania

L’analisi per genere dei cittadini stranieri presenti evidenzia notevoli differenziazioni tra i cittadini dei diversi paesi.

Figura Stranieri residenti sul territorio provinciale per nazionalità. Elenco delle 5 nazionalità più presenti nel 2010 e distribuzione per genere

UCRAINA

CINA

ALBANIA

ROMANIA

MAROCCO

0% 25% 50% 75% 100%maschifemmine

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L’analisi per età e per nazionalità conferma la scarsa, anche se in aumento, presenza di anziani in tutte le diverse comunità etniche. La presenza più diffusa è tra i cittadini di origine albanese mentre la quota più alta di minorenni si trova tra i marocchini in primo luogo, seguono tunisini e albanesi. La composizione per età della popolazione immigrata muta in relazione a diversi fenomeni. I flussi migratori, infatti, si concentrano generalmente tra le persone di giovane età (o comunque in età lavorativa) che rappresentano la gran parte delle presenze straniere sul territorio vercellese. Con il passare del tempo, tuttavia, non solo si assistono a fenomeni di invecchiamento della popolazione immigrata (ricordiamo che le prime ondate migratorie nel nostro Paese sono degli anni ’80), ma aumentano i ricongiungimenti per cui l’immigrato che ha un lavoro stabile ed una abitazione si riunisce con la moglie e con i figli, ma, a volte, anche con i genitori della famiglia di origine.

Allo stesso modo, è risaputo che tra la popolazione straniera gli indici di natalità sono nettamente superiori a quelli della popolazione italiana, per quanto le statistiche più recenti mostrino la presenza di fenomeni di riduzione della natalità anche nella popolazione straniera residente.

Indicatori demografici di integrazione

Come oramai tradizione dell’osservatorio prendiamo in considerazione due indicatori demografici di integrazione che in qualche misura sono rivelatori del progressivo ingresso dei cittadini stranieri nella nostra società. Si tratta

1) del numero dei matrimoni misti

2) delle richieste di cittadinanza italiana

Per quanto riguarda il numero dei matrimoni il primo dato da sottolineare è quello relativo ad una forte variabilità negli anni, che ha portato il numero totale dei matrimoni da 633 nel 2007, a 509 nel 2008, a 646 nel 2009 per poi scendere nuovamente a 541 nel 2010.

Figura Numero di matrimoni misti sul totale dei matrimoni celebrati nel 2007, 2008, 2009 e 2010 in provincia di Vercelli

0

150

300

450

600

matrimoni misti matrimoni non misti

471

72

543

103

414

95

567

66

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Figura Numero di matrimoni misti sul totale dei matrimoni celebrati nel 2010 in provincia di Vercelli

matrimoni non misti471

matrimoni misti72

Per quanto riguarda la concessione della cittadinanza, il Ministero dell’interno ha reso noto i dati sulle concessioni di cittadinanza italiana per provincia di residenza nel 2009. Va segnalato che mentre in passato predominavano le concessioni per matrimonio, ora sono più numerose quelle per residenza, ovvero rese possibili dall’aver soggiornato regolarmente un dato numero di anni, almeno dieci per gli extracomunitari.

Di seguito i dati delle concessioni di cittadinanza relativi alle Province piemontesi (IRES 2010.

Nel 2010 risulta concessa la cittadinanza in provincia di Vercelli a 305 persone, delle quali 137 maschi e 168 femmine. In prevalenza si tratta di marocchini (112), albanesi (92).

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5. PERMESSI DI SOGGIORNO E NULLA OSTA AL LAVORO

La Questura e la Prefettura di Vercelli, rappresentano un osservatorio privilegiato per l’analisi dei flussi di stranieri regolari presenti sul territorio provinciale. E’ dai loro uffici, infatti, che transitano le richieste di permesso di soggiorno, il rilascio delle carte di soggiorno, i nulla osta per l’ingresso in Italia per motivi di lavoro, di ricongiungimento familiare, etc…

Il numero di permessi di soggiorno rilasciati dalla Questura di Vercelli nel 2010, registra un aumento di 761 permessi di soggiorno rispetto all’anno precedente.

La dimensione diacronica evidenzia come in pochi anni il numero di pratiche evase dalla Questura di Vercelli in relazione ai permessi di soggiorno si sia ridotto passando dalle 4.160 del 2005 alle 3.562 del 2010.

Da sottolineare in ogni caso il forte aumento in valori assoluti che ha caratterizzato l’ultimo anno.

Tabella Numero pratiche evase per permessi di soggiorno

AnnoNumero

di

pratiche2004 4.358

2005 4.160

2006 4.405

2007 3.325

2008 3.003

2009 2.801

2010 3.562

Fonte: Questura di Vercelli, Ufficio Immigrazione,2010

La tabella che segue mostra il numero di pratiche evase per permessi di soggiorno in base alle nazionalità. Evidente come nel 2010 vi si registri un aumento delle pratiche relative a cittadini Ucraini. Torna ad essere rilevante il numero di pratiche relative a cittadini albanesi e marocchini.

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Tabella Numero pratiche evase per permessi di soggiorno per nazionalità (dettaglio delle nazionalità con il più alto numero di permessi)

2005 2006 2007 2008 2009 2010

Marocco 1488 1218 864 1005 828 1055

Albania 973 791 574 610 486 601

Romania Dnp 731 323* -* -* -*

Ucraina 242 218 259 221 228 348

Cina 262 249 152 253 202 264

Perù Nd Nd Nd Nd 101 122

Moldavia Nd Nd Nd 103 97 101

* dal 2007 i cittadini romeni sono comunitariFonte: Questura di Vercelli, ufficio immigrazione

La tabella che segue mostra il numero di richieste pervenute allo sportello Unico dell’Immigrazione della Prefettura di Vercelli. Da evidenziare una significativa diminuzione di nulla osta per motivi di lavoro. Aumentano invece, a riprova di una crescente stanzialità, le richieste per ricongiungimento familiare.

Tabella Richieste pervenute allo sportello Unico dell’Immigrazione della Prefettura di Vercelli

Da luglio 2005 2006 2007 2008 2009 2010

Richieste nominative di Nulla Osta al lavoro

2.043 1.119 790 --* 449263

Richieste nominative di Nulla O s t a a l r i c o n g i u n g i m e n t o

familiare

119 238 330 226 161197

Permessi di soggiorno per studio

o formazione professionale, c o n v e r t i t i i n p e r m e s s o d i

soggiorno per lavoro subordinato

Nd Nd Nd Nd 4 4

Permessi di soggiorno per

sportivi stranierind nd nd nd 1

4

Fonte: Prefettura di Vercelli, sportello unico immigrazione

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6. IMMIGRATI E LAVORO IN PROVINCIA DI VERCELLI

Tenendo presente il paragrafo precedente che riguarda le ricadute della crisi sugli immigrati, approfondiamo ora qualche dato locale, di cui possediamo le serie storiche documentate negli anni.

Le assunzioni segnalate al CPILa tabella che segue ci consente di confrontare le situazioni degli ultimi anni nelle province piemontesi (IRES 2010). Come spesso accade per il fenomeno immigrazione, il territorio di Vercelli risulta interessato da un numero consistente di assunzioni di migranti, pur non essendo il territorio che segnala la maggior presenza, registrando un 18,8% sul totale: più di Biella, VCO, Torino e Novara, ma molto meno di Asti, Cuneo e Alessandria. Il dato si colloca comunque al di sotto del dato medio regionale (21,2%).

Allo stesso tempo continua il trend di espansione degli avviamenti riferiti alla componente femminile della popolazione straniera. Purtroppo però, questo dato non consente di inferire considerazioni più ampie rispetto alla partecipazione femminile al mercato del lavoro, in quanto potrebbe essere derivare principalmente dai diversi criteri di classificazioni applicati negli ultimi due anni dal Ministero del Lavoro in relazione ai contratti di assistenza familiare.

Gli immigrati e l’imprenditorialità

I dati forniti dalla Camera di Commercio di Vercelli mostrano che nel 2010 sul territorio provinciale sono state avviate 1.147 imprese (erano 1.400 nel 2008) di cui 230 avviate da imprenditori stranieri.

Allo stesso tempo le imprese cessate sono state 776, di cui 90 gestite da stranieri.

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Tabella Imprese presenti in provincia di Vercelli2008 2009 2010

Imprese avviate nell’anno 1.400 1.060 1.147

Di cui da parte di cittadini stranieri 224 198 230

Imprese cessate nell’anno 1.320 906 776

Di cui da parte di cittadini stranieri 120 116 90

Le erogazioni di prestazioni da parte dell’INPS

Purtroppo i dati relativi risultano frammentati. Siamo solamente in grado di presentare nella tabella che segue le prestazioni richieste presso la sede INPS di Borgosesia.

Tabella Pratiche avviate nel 2010 presso l’Agenzia INPS di BorgosesiaPRESTAZIONI N° complessivo pratiche

(italiani + stranieri)Numero pratiche stranieri

DISOCCUPAZIONE 926 83MOBILITA' 163 2MATERNITA' 43 7TUBERCOLOSI 0 0A.N.F. 70 60PENSIONE SOCIALE 13 1ISCRITTI LAVORO DOMESTICO

120(*) 100

A.N.F. LAV. DOMESTICO 36 32

(*) il dato comunicato non è quello effettivo perché non si riesce al momento a quantificare le domande pervenute al Call Center per via telematica.

Gli infortuni sul lavoro

La concentrazione di domanda di manodopera immigrata per i cosiddetti “lavori delle 5P”, pesanti, precari, pericolosi, poco pagati, penalizzati socialmente, spiega la maggior incidenza di infortuni tra gli uomini. (IRES 2010)

La tabella che segue mostra l’incidenza di infortuni tra i soggetti provenienti da paesi con forte propensione migratoria. Il Piemonte, pur non essendo tra le prime regioni, mostra comunque un elevato numero di infortuni, fenomeno che necessiterebbe una

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attenta attività di prevenzione e informazione.

7. GLI IMMIGRATI E LA SALUTE

In premessa ad una riflessione sulla condizione migrante e la salute, sembra utile ricordare che “Le condizioni di salute degli immigrati tendono a peggiorare nei Paesi che li accolgono come conseguenza delle condizioni non ottimali in cui si trovano a vivere (malnutrizione, sfruttamento, impiego in lavori pericolosi e precari, timore di rivolgersi alle strutture sanitarie): dal noto effetto migrante sano si sta passando all’effetto migrante esausto.” (IRES Piemonte 2010)

Se questo è vero, le strutture sanitarie saranno sempre più coinvolte nell’intercettare e risolvere le questioni di salute che i migranti portano, a meno che si inizi una vera attività di prevenzione, assumendosi collettivamente (enti pubblici, privati, ecc) la responsabilità di rimuovere tutti quei fattori che sono causa dei nuovi malesseri.

Altrettanto pregnante è quanto emerge dalla ricerca sui percorsi di salute dei migranti a Torino (Associazione il Nostro Pianeta, 2010). L’indagine aveva come obiettivo di indagare gli effetti della legge n. 94 del 15 luglio 2009, “Disposizioni in materia di sicurezza pubblica” che ha introdotto il nuovo reato di ingresso e soggiorno illegale nello Stato italiano, sull’accesso degli immigrati ai servizi sanitari. L’indagine conclude che “la diminuzione di accessi è differenziata tra i vari servizi, ma ciò che più è rilevante è la variazione nella tipologia delle prestazioni richieste. La presenza si mantiene costante per i servizi in cui si accede tramite invio, come ad esempio la Psicologia Transculturale; per contro, sembra si sia avuta una ripresa per i servizi di pronto soccorso, ai quali in molti casi è impossibile non rivolgersi; per gli altri presidi viene rilevata una diminuzione importante rispetto a gli interventi di diagnosi precoce e di prevenzione (ambulatori MST, consultori familiari e SERT), alla compliance per le patologie dismetaboliche, infettive o a rischio di cronicizzazione: questo è un elemento preoccupante soprattutto per i consultori pediatrici. Infine per gli interventi dove è importante la componente riabilitativa (ad esempio SERT), per i quali si verifica una difficoltà a proseguire i percorsi tale da pregiudicarne gli esiti.

I migranti privi di permesso di soggiorno si rivolgono ai servizi sanitari quasi

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esclusivamente quando la gravità dell’evento non lascia loro alternative, ad esempio per traumi da lavoro e ferite, e – anche in questi casi – con molta prudenza: preferiscono talvolta non rischiare la loro presenza in Italia.”

Insospettisce ad esempio la diminuzione relativa di IVG (interruzioni volontarie di gravidanza) intraospedaliere tra le donne straniere, specie di alcune nazionalità, e sul corrispettivo aumento dei loro accessi in ospedale per emorragie da aborto spontaneo, nonché sull’utilizzo di farmaci in grado di indurre l’interruzione della gravidanza. (IRES 2010).

Si potrebbe concludere che coloro che vivono nell’illegalità non sentono minacciata la loro precarietà dalle ultime scelte legislative: semplicemente hanno la percezione di vivere fuori legge e questa permane. Gravi gli effetti, invece, su quella fascia di persone migranti, con permesso di soggiorno, che hanno scelto di vivere nella legalità. In questi casi le minacce alla propria sicurezza sono molte (a partire dalla perdita di lavoro e conseguentemente dello stesso permesso di soggiorno) ed è costantemente presente la possibilità di cadere nel baratro, di fare un passo falso che potrebbe portare alla perdita del minimo benessere raggiunto. E’ all’interno di questa fascia di migranti che si stanno diffondendo fenomeni di dipendenza da alcol e droga, piuttosto che problema psicologici.

Possiamo dunque a buon titolo affermare che la questione dei migranti e della salute riflette i problemi che il nostro sistema normativo sta generando: solamente con un rinnovato impegno (informativo, rendendo accessibili i servizi, ecc) è possibile garantire a migranti che desiderano vivere nel nostro paese, contribuendo al suo sviluppo, la possibilità di farlo con tranquillità e con una buona condizione di vita.

Per un approfondimento sui dati Regionali riferiti ai ricoveri ospedalieri dei migranti, rimandiamo al Rapporto IRES Piemonte 2010.

Gli accessi allo sportello ISI (Centro Informazione Salute Immigrati)

Grazie all’ottima collaborazione con lo sportello ISI anche quest’anno siamo in grado di fornire i dati delle frequenze di immigrati presso lo stesso. Ricordiamo che lo sportello ISI ha rappresentato fino ad ora un importante punto di riferimento per la popolazione straniera presente sul territorio provinciale in quanto, in questi anni, gli stranieri temporaneamente presenti hanno trovano una struttura in grado di assisterli a prescindere dalla loro regolarità con le norme per l’ingresso ed il soggiorno.

La tabella che segue mostra come il numero di iscritti per la prima volta nell’anno 2010 sia salito a 228.

Tabella Numero di Stranieri Temporaneamente Presenti iscritti per la prima volta al Centro ISI di Vercelli o che si sono rivolti alla struttura occasionalmente

Anno

2007 2008 2009 2010

Numero di STP iscritti per la prima volta nell’anno 207 179 134 228

Numero di Europei non iscrivibili (cittadini neocomunitari) iscritti per la prima volta nell’anno

-- -- 45 38

Passaggi di stranieri non in regola con le norme per l’ingresso ed il soggiorno

824 850 794 701

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La distribuzione per nazionalità degli iscritti conferma i dati generali sulla presenza in provincia.

Tabella Stranieri Temporaneamente Presenti iscritti al centro ISI per nazionalità e anno (principali nazionalità presenti)

20052006 2007 2008 2009 2010

Romania198

300 375 411 Più di 400 430

Marocco228

257 295 322 330 360

Ucraina85

121 165 195 Più di 200 224

Albania122

141 152 171 180 220

8. GLI IMMIGRATI E L’ACCESSO ALLA CASA

All’interno della popolazione immigrata sono generalmente numerose le situazioni di bisogno di sostegno sociale per quanto riguarda l’accesso alla casa, il sostegno economico e, più in generale gli interventi di tipo sociale. In questo paragrafo ci soffermiamo in modo specifico sulla questione abitativa.

Alcuni testimoni privilegiati contattati nella fase di redazione del report ci hanno riportato come la normativa sia spesso lacunosa, ad esempio, nel definire le condizioni abitative minime che danno la possibilità di accedere al permesso di soggiorno. Sembra ad esempio che la certificazione abitativa che deve essere rilasciata dal comune venga prodotta dalle diverse amministrazioni con modalità diverse (ad esempio la pratica avrebbe costi diversi a seconda delle amministrazioni comunali che la rilasciano).

Grazie alla collaborazione con il Comune di Vercelli siamo in grado di tracciare una evoluzione degli anni dell’offerta abitativa di alloggi popolari.

Gli ultimi anni hanno visto una progressiva crescita del numero di alloggi popolari assegnati dal Comune di Vercelli a cittadini italiani e stranieri che avevano presentato la domanda e i cui requisiti erano in regola con i regolamenti di assegnazione degli alloggi. Si è passati dai 53 alloggi assegnati nel 2006 a 90 nel 2010. Parallelamente alla crescita di disponibilità degli alloggi si è registrato un aumento della quota di abitazioni assegnata a nuclei familiari di origine straniera che è passata dal 19 al 31%.

Aumentano notevolmente le assegnazioni a cittadini di origine marocchina. Restano

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contenute le assegnazioni ad albanesi e rumeni. Nel corso degli anni vi sono state assegnazioni anche a cittadini di altre nazionalità che però si caratterizzano per essere sporadiche.

Tabella Assegnazione di case popolari per nazionalità del nucleo familiare destinatario

2006 2007 2008 2009 2010

Totale assegnazioni nell’anno 53 68 74 80 90Assegnazioni a famiglie di stranieri 10 15 17 15 32

% di assegnazioni a famiglie di stranieri sul totale delle assegnazioni 18,9 22,1 23 18,8 35,5%Nazioni degli stranieri assegnatari

Marocco 9 9 7 10 23Cina 1 - - - -

Albania - 3 2 2 4Algeria - 2 4 - -Polonia - 1 1 - -Nigeria - - 2 - 2

Santo Domingo - - 1 - -Romania - - - 2 3

Perù - - - 1 -

9. GLI IMMIGRATI E IL CARCERE DI VERCELLI

Non dimentichiamo che il tessuto sociale della città di Vercelli prevede anche la presenza di una Casa Circondariale. Le tabelle che seguono restituiscono la presenza di immigrati nel 2010 in questo specifico contesto.

Tabella Presenza di detenuti stranieri nella Casa Circondariale di Vercelli anno 2010

Casa Circondariale

capienza

istituto detenuti italiani

detenuti

stranieri

presenza

totaleVercelli 206 219 164 383

Tabella Presenza di detenuti stranieri nella Casa Circondariale Vercelli ,anno 2010, suddivisi per genere e principali nazionalità

Nazionalità di

Provenienza Maschi Femmine TotaleMagrebina 69 3 72Romania 22 2 24Albania 19 2 21

Sud America 7 0 7Cina 4 1 5

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PARTE SECONDA:

L’ATTENZIONE PER LE SECONDE GENERAZIONI

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10. LE SECONDE GENERAZIONI IN PROVINCIA DI VERCELLI

A partire dal V rapporto sull’Immigrazione in Provincia di Vercelli, l’Osservatorio ha arricchito l’indagine demografica e quantitativa focalizzando l’attenzione su fenomeni relativi ai cittadini stranieri e ritenuti via via interessanti. Sono state realizzate interviste qualitative sugli inserimenti negli asili nido, sui progetti speciali avviati in ambito scolastico, sul mondo del lavoro, sull’associazionismo di stranieri e sul sistema dei servizi socio assistenziali.

La Provincia di Vercelli, quest’anno, ha voluto dedicare parte delle attività del Piano Provinciale Immigrazione 2010 2011 proprio alle seconde generazioni, prevedendo non soltanto una azione di ricerca ma anche attività sperimentali realizzate nell’ambito dell’educazione formale (scuola) e non formale (tempo libero) Tale attenzione è motivata dal fatto che i giovani figli di immigrati sono presenti in misura crescente sul nostro territorio. Avere una attenzione privilegiata per le seconde generazioni significa anche lavorare sull’integrazione sociale, provare a individuare con anticipo sintomi di disagio sociale ed economico, spesso connesso alla privazione dei diritti, individuando nei giovani (immigrati e non) gli anticipatori culturali del futuro. L’attenzione alle seconde generazioni è per altro anche una chiara indicazione Ministeriale, è stato infatti varato in data 4 giugno 2010 dal Consiglio dei Ministri il Piano per l’integrazione nella sicurezza “Identità e incontro”, all’interno del quale si stabiliscono i cinque assi attorno ai quali ruota il modello italiano di integrazione degli immigrati, che sono:

educazione e apprendimento; lavoro; alloggio e governo del territorio; accesso ai servizi essenziali; minori e seconde generazioni.

Il Ministero definisce le seconde generazioni come “giovani che sono figli di stranieri nati in Italia o giunti nel nostro paese nei primi anni di vita. Si tratta di una nuova tipologia di soggetti che, a differenza delle prime generazioni di migranti, matura aspettative sia da parte della famiglia che dalla società nella quale vivono, modi di vita, competenze e valori simili a quelli della popolazione autoctona, presentando tuttavia specificità e problematiche”

Alcuni dati sui minori in Provincia di Vercelli

Prendiamo avvio nella nostra riflessione dalle tabelle che seguono, che mostrano la percentuale dei minorenni stranieri sul totale dei minorenni, confrontando la situazione fra le province piemontesi.

Vercelli si presenta con una percentuale elevata (11,1%) analoga a quella di Torino ma comunque al di sotto del dato regionale complessivo.

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Per quanto invece riguarda la percentuale degli stranieri sui nuovi nati registrati in anagrafe, Vercelli si colloca al terzultimo posto, con una percentuale (15,7%) decisamente al di sotto della media (17,3%)

La presenza immigrata nella scuola Gli alunni con cittadinanza non italiana costituiscono oltre il 10% degli studenti iscritti

nelle scuole del Piemonte; la loro incidenza varia secondo il grado e l’ordine di scuola frequentato: si passa da un’incidenza percentuale di oltre il 10% nella scuola primaria a una di circa il 7% nelle scuole secondarie di secondo grado (Rapporto Immigrazione, IRES

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2010). Vedi tabella che segue.

La situazione provinciale appare variegata: le province di Biella e del V.C.O. presentano una minore incidenza percentuale rispetto ad Alessandria, Asti, Cuneo, Novara; infine, Torino e Vercelli, in tutti gli ordini di scuola, hanno l’incidenza percentuale maggiore. Analizzando i dati per provincia si può osservare che le scuole della provincia di Alessandria, Asti e Cuneo, soprattutto quelle del primo ciclo di istruzione, presentano valori superiori alla media regionale, mentre le province di Biella e del V.C.O. sempre inferiori. Infatti, se si prende in considerazione la scuola primaria, Alessandria ha una percentuale media del 15,3%, il V.C.O. del 5,9%, con una media regionale dell’11,4%.

Gli alunni iscritti nelle scuole primarie di Alessandria sono bambini arrivati in Italia in età prescolare (generazione 1,75) e in età 6-12 (generazione 1,5), infatti su 100 alunni con cittadinanza in età scolare tra i 6 e i 12 anni in media circa 35 sono nati in Italia, mentre quelli della fascia di età superiore (secondaria di primo grado) il 12% . Al contrario le province di Biella e del V.C.O. si distinguono per la presenza di alunni con cittadinanza non italiana nati in Italia, per esempio nella provincia di Biella su 100 alunni con cittadinanza in età scolare tra i 6 e i 12 anni in media circa 58 bambini sono nati in Italia, mentre appartenenti alla fascia di età superiore (secondarie di primo grado) il 28%.

Le province del Piemonte Orientale – Biella, Vercelli, Novara – vivono di più la presenza delle seconde generazioni rispetto alle altre. In generale si può osservare che il fenomeno delle seconde generazioni ha subito un incremento regionale positivo in tutti gli ordini di scuola (primaria 19,32%, media 30,38%, superiore 18,25%), mentre analizzando gli arrivi in corso d’anno le variazioni sono meno consistenti e per alcune province anche in diminuzione.

La distribuzione degli allievi sul territorio piemontese risulta influenzata, oltre che dall’intensità dei flussi migratori, anche dalla differente grandezza demografica delle province: metà degli stranieri frequenta le scuole della provincia di Torino i cui residenti costituiscono circa la metà di tutta la popolazione regionale. Dal punto di vista dell’incidenza percentuale sul totale studenti, invece, è la provincia di Asti ad avere tra i banchi di scuola la quota più ampia di stranieri, ben il 14%, seguita di stretta misura da Alessandria (13,6%). Cuneo, Vercelli, Torino e Novara sono le province che presentano una quota di allievi stranieri vicina alla media regionale (10,5%), mentre nel Biellese e nel V.C.O. continuano a osservarsi le quote meno elevate (rispettivamente 8,5% e 5,4%). Nel complesso, in tutto il territorio piemontese si registra un aumento di allievi stranieri sia in valori assoluti sia in percentuale.

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Facendo riferimento alle sedi scolastiche, (Rapporto Immigrazione IRES 2010) si osserva come la percentuale di scuole che ospitano fino al 10% di allievi stranieri sia simile in Piemonte e in Italia (rispettivamente 49,3% e 47,5%). Il Piemonte, tuttavia, si discosta dalla media nazionale sia per la quota più contenuta delle sedi “senza allievi stranieri” (12,6% contro il 26,2%) sia, all’opposto, per il maggior peso di scuole con quote di stranieri superiori al 10%. In particolare, le scuole che superano il 30% di presenza straniera in Piemonte costituiscono il 4,4% del totale, contro il 2,8% della media italiana.

La cartina che segue consente di mostrare la distribuzione degli studenti stranieri ogni 100 iscritti nei comuni del Piemonte.

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Una riflessione su scuola superiore e formazione professionaleInteressante proprio in merito alla frequenza della scuola superiore, l’Osservatorio

Immigrazione Regione Piemonte conclude che “se si guarda alla partecipazione agli studi superiori in ciascun anno di corso si osserva come le differenze tra autoctoni e allievi stranieri inizino e crescano muovendo dalla seconda classe in poi. In prima superiore tutti iragazzi di 15 anni sembrano essere a scuola, ma già in seconda, nonostante l’innalzamento dell’obbligo a 10 anni, il tasso di scolarizzazione scende al 94% per gli italiani e all’80% per gli stranieri. Occorre considerare che una parte di questi ragazzi non risulta a scuola perché termina l’obbligo scolastico in corsi di formazione professionale. Nella terza superiore il tasso si abbassa ulteriormente (rispettivamente 90% e 75%) ma il gap tra italiani e stranieri si mantiene stabile. La maggiore differenza invece si registra nell’ultimo biennio: in quinta gli iscritti con cittadinanza straniera costituiscono solo un terzo dei 18enni stranieri residenti, contro un tasso del 77% degli italiani.”

Come è noto molti stranieri, nei loro percorsi di vita funambolici, frequentano i corsi della formazione professionale. Questo avviene spesso perché tali percorsi vengono ritenuti maggiormente accessibili e promettenti per il futuro, fornendo delle conoscenze pratiche e immediatamente spendibili nel difficile mercato del lavoro. In alcuni casi tali scelte vengono avvallate dalle famiglie, preoccupate nel non elevare troppo le aspettative dei figli, che potrebbero esserne amaramente frustrate. In altri, in realtà sono il risultato del funzionamento scolastico italiano che tende ad orientare i giovani stranieri verso percorsi ritenuti più semplici. Su 550 studenti del 2010 nei corsi biennali o triennali della formazione professionale (per esempio operatore meccanico, operatore dei servizi all’impresa, operatore dell’alimentazione, ecc) 86 sono allievi stranieri. E’ proprio valorizzando questa presenza forte che il progetto del laboratorio fotografico è stato proposto cin la collaborazione dei Centri di Formazione Professionale.

Altra considerazione deve invece riguardare i corsi della Formazione Professionale che prevedono una forte prevalenza straniera. Si tratta dei corsi di Elementi di Assistenza Familiare e OSS (56 stranieri su 70 iscritti) e di Mediatore Culturale (15 allievi su 17) In questi casi gli allievi sono spesso adulti, frequentemente donne. In questo senso la Formazione Professionale incide fortemente sulla vita personale e professionale di molte persone migranti.

Gli stranieri in Università a Vercelli

Come ogni anno siamo in grado di rilevare il numero di stranieri iscritti all’Università, facendo particolare riferimento alla facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università Amedeo Avogadro sede di Vercelli. Ricordiamo che dal 2009 siamo in presenza di una generale contrazione del numero complessivo degli iscritti stranieri all’università (vedi VII report della Provincia di Vercelli)

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Tabella Numero di studenti stranieri iscritti all’Università Amedeo Avogadro nella Facoltà di Lettere e Filosofia sede Vercelli anno 2010

Anno 2010numero totale degli

iscrittidi cui

stranieri% dei studenti

iscrittiFacoltà Lettere e Filosofia 1207 43 3,6%

Per quanto riguarda le nazionalità si conferma la potenzialità attrattiva che il nostro ateneo presenta in particolare nei confronti di giovani albanesi.

Tabella Numero di studenti stranieri iscritti all’Università Amedeo Avogadro nella Facoltà di Lettere e Filosofia sede Vercelli anno 2010 suddivisi per stato di

provenienzaStato di

provenienza IscrittiGrecia 1Francia 1Albania 13Romania 6

Repubblica Moldova 3Costa d’Avorio 2

Camerun 1Rep. Dominicana 1

Germania 1Svizzera 1Croazia 3Turchia 2Marocco 1Tunisia 1

El Salvador 1Perù 1

Venezuela 1Brasile 1India 1Cina 1

La Provincia di Vercelli e i laboratori nelle scuole La Provincia di Vercelli, tra le azioni a supporto dell’integrazione delle giovani

generazioni di immigrati, ha proposto per la seconda annualità un laboratorio, con la presenza qualificata di animatori interculturali. Numerose sono le scuole che hanno fatto richiesta dell’intervento, a dimostrazione che gli insegnanti riconoscono il bisogno di interventi qualificati sul gruppo classe che facilitino i processi di integrazione.

Occorre inoltre ricordare che tale progettualità è stata affiancata all’ormai tradizionale servizio di mediazione interculturale scolastica. Rileviamo che anche tale offerta riscuote successo e viene oramai considerata un servizio consolidato.

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Di seguito i dati e i numeri dei gruppi classe coinvolti nelle attività laboratoriali:

Tabella I laboratori nelle scuole della provincia di Vercelliclassi tot. alunni n° alunni

stranieri3°A San Germano4°A San GermanoSezione 1 Scuola dellʼInfanzia San GermanoSezione 1 Scuola dellʼInfanzia San Germano5°A Serravalle5°B Serravalle4°A Vercelli – Carducci5° C Vercelli -Ferrarini4°D Santhià - Collodi4° A Santhià - Pellico4° C Trino V.se - Primaria5° A Trino V.se - Primaria3° Valduggia - Primaria3° Serravalle S. - Secondaria di Primo gradototale

11 414 516 921 819 318 520 918 618 422 621 528 519 418 3

263 76

Il servizio di mediazione linguistico culturale nel territorio

La Provincia di Vercelli, anche con il recente Piano Immigrazione, ha scelto di continuare ad offrire un servizio di mediazione culturale mettendolo a disposizione di scuole, servizi socio assistenziali, sportelli informativi.

Presentiamo di seguito alcuni dati relativi a tale servizio nel corso dell’anno 2010.•Sono state erogate 1200 ore di mediazione presso consultori, Centri ISI, Ospedali.•Sono state erogate più di 1300 ore presso gli sportelli infopoint di Livorno Ferraris,

Crescentino, Trino V.se, Borgosesia, Santhià, Saluggia, Gattinara, Consorzio CISAS di Santhià, Consorzio CASA di Gattinara, Vercelli.

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Tabella Scuole che hanno usufruito dei moduli di mediazione linguistico culturale e le lingue attivate

Istituto comprensivo Ferraris Vercelli albaneseIstituto professionale B. LaninoIstituto comprensivo G. LignanaIstituto professionale LombardiIstituto superiore AlciatiIstituto tecnico CavourIstituto comprensivo C. SerraIstituto tecnico FaccioIstituto comprensivo BaranzanoIstituto superiore Lagrangia

Vercelli albanese spagnoloTronzano rumeno cinese marocchino romVercelli araboVercelli cineseVercelli albanese moldavo rumenoCrescentino marocchino rumenoVercelli moldavo ucrainoSerravalle S. cinese marocchino spagnoloVercelli cinese

Il progetto “ Fotolab - sguardi curiosi di nuovi vicini”

Come accennato in precedenza, dedichiamo attenzione al laboratorio fotografico che ha visto impegnati giovani immigrati di seconde generazioni. Il progetto “Fotolab - sguardi curiosi di nuovi vicini”, ha previsto l'attivazione di un laboratorio di fotografia finalizzato alla produzione di un mostra fotografica realizzata da giovani stranieri residenti in provincia di Vercelli. L’azione ha consentito a adolescenti immigrati e figli di immigrati di raccontare di sé, del proprio rapporto con il territorio (la provincia di Vercelli, il comune di residenza…) e della propria visione di futuro, valorizzando e sviluppando, grazie al contesto della formazione non formale, le competenze tecniche, sociali e relazionali dei ragazzi coinvolti.

Il materiale prodotto costituisce un allegato del presente VIII Rapporto Annuale “La condizione dei cittadini stranieri in provincia di Vercelli”, prodotto dall’Osservatorio Immigrazione della Provincia di Vercelli.

Obiettivi del progetto erano indagare il punto di vista degli adolescenti stranieri su di sè, sulla comunità nella quale vivono, su quale percezione di futuro hanno, favorendo l’espressione e lo scambio di punti di vista tra adolescenti stranieri e tra loro e la comunità nella quale vivono

Il metodo che è stato utilizzato nello svolgimento dei laboratori è Photovoice (Wang e Burris, 1994), un innovativo metodo di ricerca-azione partecipata che incorpora il processo di documentazione fotografica con la pratica dell'empowerment.

Photovoice fornisce ai partecipanti l'opportunità di esprimersi, produrre racconti sulla propria vita quotidiana, rappresentare migliorare la propria comunità utilizzando il linguaggio delle immagini.

Affidando la macchina fotografica, strumento principale di tale metodologia, ai membri della comunità, le persone coinvolte in un progetto Photovoice sono messe nella condizione di esprimere, attraverso la 'concretezza' e l'impatto emotivo del linguaggio visuale, il proprio sapere, le proprie abilità ed esperienze e rivestono un ruolo fondamentale durante l'intero processo, fino alla presentazione dei risultati e dell'attuazione del cambiamento sociale.

Un processo Photovoice condotto con gli adolescenti italiani e immigrati rappresenta quindi un'opportunità per i giovani di costruire e confermare le loro capacità, di commentare le loro esperienze e conoscenze, sviluppare competenze sociali e pervenire ad una maggiore comprensione delle sfumature e della complessità della realtà sociale che li circonda.

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L'utilizzo della tecnica fotografica si è dimostrato particolarmente vantaggioso nel coinvolgere la popolazione giovanile nella ricerca per le seguenti caratteristiche:

- è familiare e facile da padroneggiare- è divertente, tangibile e centrato sul partecipante- consente di sentirsi apprezzati e presi sul serio- fornisce autonomia narrativa e costruisce un prodotto tangibile- è un utile supporto per aiutare i giovani ad approfondire anche questioni astratte- offre la possibilità di mettere in luce luoghi salienti per i giovaniL'esposizione finale dei prodotti (anche rivisti sociologia visuale (Faccioli, Losacco

2010) rappresenta l'opportunità per i giovani di informare la comunità dei loro pensieri sulla comunità stessa. E' quindi fondamentale considerare il loro ruolo nella società e, di conseguenza, il coinvolgimento fondamentale di adulti di riferimento e 'di potere' nel progetto.

Di seguito presentiamo le fasi del lavoro svolto e una tabella che specifica i prodotti realizzati

Tabella Fasi e prodotti del progetto Fotolab

Gennaio - Febbraio· Progettazione laboratorio e contatti con le scuole professionali di Vercelli e Borgosesia· Costituzione gruppo di adolescenti italiani e stranieri (gruppi informali da gruppi classe), presentazione delle finalità del laboratorio e dello strumento Photovoice

Febbraio - Aprile· Attivazione del laboratorio di fotografia con due gruppi

Maggio · Lavoro di post-produzione e realizzazione mostra e pubblicazione

Prodotti del progetto NumeroFoto 40 foto

Partecipanti 18 giovani

Mostra fotografica 1Pubblicazione (in formato ebook) 1

11. SITOGRAFIA E BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO

Sitografia nazionalewww.stranieri.itwww.piemonteimmigrazione.it

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www.portaleimmigrazione.itwww.g2.itwww.tuttostranieri.itwww.istat.itwww.dossiercaritas.it

Sitografia regionalewww.regionepiemonte.itwww.unito.itwww.torinointernazionale.itwww.irespiemonte.itwww.meltingpot.itwww.sp.unipmn.itwww.immigrazioneoggi.itwww.migrantitorino.it

12. Bibliografia

CCIAA Torino: L’integrazione in piazza. Commercianti stranieri e clientela multietnica nei mercati urbani (maggio 2010)

Caritas Italiana/Migrantes: Immigrazione Dossier Statistico 2010

INPS: Un fenomeno complesso: il lavoro femminile immigrato (2008)

ISTAT Approfondimenti: L’integrazione nel lavoro degli stranieri e dei naturalizzati italiani (dicembre 2009)

Regione Piemonte. Osservatorio dell’Immigrazione. Rapporto 2009

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13. Ringraziamenti

Il presente report ha potuto essere realizzato solo grazie al fattivo contributo di tutti gli enti e gli operatori che hanno collaborato con l’osservatorio inviando tempestivamente i dati richiesti. Non tutti i dati ricevuti hanno potuto essere inseriti nel rapporto finale. In ogni caso a tutti coloro che hanno collaborato va il più sentito ringraziamento dell’equipe di lavoro.

Per i dati strutturali hanno contribuito:• ASL 11 Vercelli e sportello ISI• ATC Vercelli• Comuni della Provincia di Vercelli (Uffici demografici e Politiche Sociali)• C.S.A.• Camera di Commercio• Centro per l’Impiego• Inail sede di Vercelli• INPS sede di Vercelli e Borgosesia• Prefettura di Vercelli• Questura di Vercelli• Ufficio Scolastico Provinciale• Università degli Studi Amedeo Avogadro

Un ringraziamento particolare a tutti quei soggetti che hanno accettato di incontrare ed essere intervistati dall’equipe di lavoro.

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