6
cartografia della bellezza inquieta Rassegna Stampa Maggio 2014 Sacrario di Redipuglia 6 luglio 2014 Cividale del Friuli 19-27 luglio 2014

Rassegna Stampa Maggio 2014

Embed Size (px)

DESCRIPTION

 

Citation preview

Page 1: Rassegna Stampa Maggio 2014

Sacrario di Redipuglia6 luglio 2014

Cividale del Friuli19-27 luglio 2014

cartografi a della bellezzainquieta

Rassegna StampaMaggio 2014

Sacrario di Redipuglia6 luglio 2014

Cividale del Friuli19-27 luglio 2014

cartografi a della bellezzainquieta

Page 2: Rassegna Stampa Maggio 2014

Data:

Pagina:2014

Data: 6 maggio 2014

Pagina: 45

di LUCIANO SANTIN

Un tema elusivo e problemati-co, quello del Bene, sottolinea-to dall’ammiccante claim Be-ne in vista, detta la linea al 27˚Salone del Libro di Torino, chesi terrà da giovedí 8 a lunedí 12maggio al Lingotto Fiere.

Ci sarà un amplissimo ven-taglio interpretativo, dal valo-re etico assoluto, spiazzato dalrelativismo, al lavoro fatto be-ne, con passione e meticolosi-tà, secondo il dettato di PrimoLevi. Accompagnato però damomenti piú di tendenza chepertinenti all’argomento (a co-minciare da quello culinario,che inaugura gli workshop),nonché da molti personaggisulla cresta dell’onda, a comin-ciare dai politici. Ad ospitaregli eventi (parecchie decinepiú quelli del Salone off, diffu-so sul territorio, che assomma-no a 350), sparsi in una trenti-na di location. Ospite d’onorela Santa Sede, la cui partecipa-zione sarà coordinata dal car-dinale Gianfranco Ravasi, pre-sidente del Pontificio Consi-glio della Cultura, con il madri-naggio di Susanna Tamaro, avent’anni da Va’ dove ti porta ilcuore libro cult e trionfo deibuoni sentimenti. Guest star

territoriale, il Veneto, con unciclo di autori che raccontanola loro heimat. Assieme a po-che altre regioni, ci sarà ancheil Friuli Venezia Giulia, conuno spazio dedicato. Si trattadi un ritorno, dopo che perdue anni Pordenonelegge ave-va presidiato da sola l’evento.«A seguito di un incontro conl’assessore Torrenti, è discesala scelta di presentare a Tori-no, ufficialmente, le cinquemassime manifestazioni cultu-rali del Friuli Venezia Giulia:èStoria, Mittelfest, Vicino/lon-

tano, il Premio Luchetta e, ap-punto, Pordenonelegge. Speria-mo che sia l’inizio di un rinno-vato interesse, perché tempoaddietro, tramite l’assessoratoal Turismo, l’ente sosteneva lapresenza del Friuli Vg al Salo-ne. Tre anni fa, poi, era statodeciso che ciò non rientravatra le priorità, e ci siamo andatiper conto nostro», dice Gian-mario Villalta, patron della Fe-sta del libro della Destra Taglia-mento. Un rinnovato interes-se che cade però in un mo-mento di drammatica riduzio-

ne delle risorse: Turismo e Cul-tura hanno infatti stanziatocinquemila euro in due. «Avre-mo, comunque, uno stand de-coroso, di circa sedici metriquadrati, con cinque punti di-stinti, ciascuno dotato di mate-riale informativo. Ci sarannoalcune sedie e uno schermodove gireranno in loop filmatirelativi ai nostri festival. Certo,se guardiamo allo stand del Ve-neto, capiamo che gli è statadestinata una cifra con cui noitireremmo avanti dieci o quin-dici anni», dice ancora Villalta.

Pordenonelegge sarà poi pre-sente con interventi nel setto-re del Cook Book e con la lectiomagistralis di Stefano Bartez-zaghi sull’uso variegato, a vol-te inconsapevole e talora im-proprio, che viene fatto ognigiorno del termine “bene”. Sitratta di iniziative a latere, con-cretatesi prima che si realizzas-se l’accordo con la Regione,grazie alla rete di contatti stabi-lita con il Salone di Torino. Aguardare le partecipazioni dipersonaggi regionali, l’impres-sione è quella di una forte as-

senza del Friuli centrale. Gliautori regionali sono soprat-tutto legati a Trieste: oltre chedalla Tamaro, il capoluogo sa-rà rappresentato da ClaudioMagris, Boris Pahor, MauroCovacich e Piero Dorfles. LaDestra Tagliamento schiereràl’inossidabile Mauro Corona,mentre il solo Fabio Chiusi sa-rà testimonial per l’area di Udi-ne (gli si potrebbe aggiungereforse, il monfalconese DanieleDamele). C’è una doppia ra-gione, secondo Villalta, legataalla cifra e alle scelte: «La pro-vincia di Udine, negli ultimitempi, si è distinta letteraria-mente soprattutto nel campodella poesia, con voci autore-voli, a cominciare da PierluigiCappello. Si tratta purtroppodi un settore che a Torino inte-ressa poco. Poi c’è il fatto che ilSalone ha assunto un’imposta-zione da festival, il piú grandeche c’è, quello che vanta ilmaggior numero di libri, maun festival che privilegia le fi-gure che godono di maggiorevisibilità mediatica. Il Friulicentrale, o perché non gli inte-ressa, o perché non voglionoconcedergliela, l’attenzionedei media non ce l’ha. E que-sto spiega la latitanza».

©RIPRODUZIONERISERVATA

� TORINO

Una montagna di libri: da giove-dì al 12 maggio torna a Torino ilSalone del Libro, uno dei più im-portanti eventi culturali d’Italia,giunto alla 27ª edizione, madri-na Susanna Tamaro che festeg-gia i vent’anni di Va’ dove di por-ta il cuore. Centinaia e centinaiadi editori (53 quelli che espon-gono a Torino per la prima vol-ta) occupano l’enorme spaziodel Lingotto, trenta sale acco-glieranno oltre un migliaio dieventi.

Un programma del quale di-scutiamo con Ernesto Ferrero,direttore della collaudata ker-messe. «Cerchiamo di dare unpanorama il più possibile esau-

riente della produzione librariaiscrivendolo in un contesto cherisulti amichevole, famigliare. IlSalone come casa di quanti –editori, autori, traduttori, librai,bibliotecari, lettori – riconosco-no nel libro un valore irrinuncia-bile. Investiamo sui bambini esui giovani con il Bookstock Vil-lage, cerchiamo di dare spazioalle mutazioni in atto, ai nuovitalenti, a chi continua a lavorarebene, con antica passione arti-gianale. Cerchiamo di crearecollegamenti perché il libro di-venti un fermento vitale. Se il Sa-lone continua a crescere, è gra-zie alla collaborazione, alla pas-sione di tutti. Lo dico sempre: alLingotto si vede l’Italia che vor-remmo: attenta, colta, curiosa,

motivata, con una gran voglia difare qualcosa per un progettocomune».

Tema di quest’anno, Il bene.«La crisi che stiamo vivendo –dice Ferrero – è una crisi anzitut-to morale e culturale. Nell’epo-ca di un relativismo che tuttotollera e tutto perdona perché èpiù comodo, dobbiamo tornarea stabilire i confini di un’eticaprivata e collettiva, ragionare in-sieme su tante cose. La gestionedei beni culturali e dei beni co-muni, la bioetica, la giustizia,l’economia, la finanza, il lavoro,l’Europa che si è incartata. Cer-cheremo di stilare un’agenda dicose da fare concretamente e dafare bene, al meglio delle nostrecapacità».

Ospite d’onore la Santa Sede:quale ruolo riveste nella culturad’oggi? Papa Francesco fa beneanche all’editoria? Dice Ferrero:«Il cristianesimo è parte inte-grante della storia d’Europa ed’Italia, anche artistica e cultu-rale. La Chiesa ha giocato unruolo essenziale nell’umanesi-mo, tramandando i tesori dellacultura classica. Dice bene il car-dinale Ravasi: arte e fede hannoun’identica radice, sono ricer-ca, tensione conoscitiva, affina-mento di sé. La Santa Sede por-ta al Lingotto uno stand sugge-stivo con un cupolone fatto di li-bri, i tesori artistici delle sue col-lezioni, i volumi della sua Libre-ria Editrice, conferenzieri del ca-libro dello stesso Ravasi in dialo-

go con Claudio Magris, e del se-gretario di stato Pietro Parolin,in dialogo con padre AntonioSpadaro. Quanto a Papa France-sco, è diventato non a caso an-che un fenomeno editoriale.Tra i suoi tanti estimatori e letto-ri, i non credenti sono in primafila»

Quest’anno è presente al Sa-lone anche uno spazio dedicatoalla cucina, CookBook, con tan-to di fornelli veri: un riflesso del-le tante trasmissioni televisive,o un ambito esplorativo che va

incontro a esigenze reali? «Daanni siamo convinti – affermaFerrero – che le cosiddette cultu-re materiali siano lo specchio diuna civiltà, nel bene e nel male.Il cibo è storia, motore di rac-conti, catalizzatore di usi, costu-mi, mentalità, pratiche che siperdono nella notte dei tempi.Un romanzo, insomma, in cui cipossiamo ritrovare. E certo, daleggere anche con un minimo didistacco e ironia».

Francesco Mannoni©RIPRODUZIONERISERVATA

� UDINE

È la storia di un femminicidio,una vicenda tragicamente verache interroga le coscienze. Saràpresentato sabato a Udine il li-bro di Avalon (Fernanda Flami-gni) e di Tiziano Storai Non vo-levo vedere. L’appuntamento èper le 18 alla libreria ModernaUdinese di via Cavour 13. L’au-trice, Fernanda Flamigni, neparlerà con l’assessore regiona-le Loredana Panariti. ModereràAlessandra Zigaina, volto notodella televisione regionale, gior-nalista Rai. La conversazionesarà intercalata con le letture af-

fidate a Federica Zoldan. Trie-ste, marzo 1989. Due giovaniuniversitari si incontrano du-rante l’occupazione della facol-tà. Si innamorano, si fidanzano,si sposano. Ma lui si rivela auto-ritario e instabile. Un rapportoprogressivamente sempre piúdifficile e claustrofobico, stret-to fra l’ostinata convinzione dipoter cambiare il destino e uncrescendo di menzogne, minac-ce e violenza, fino al tragico epi-logo. «Tratto dalla vicenda auto-biografica di uno degli autori -si legge nella nota di presenta-zione –, il libro rappresenta unatestimonianza diretta del di-

storsivo rapporto uomo-donnache trova sempre più spessosbocco nel dramma del femmi-nicidio». Fernanda ricorda ognimomento, l’innamoramento diquell’uomo sempre un po’ di-stante, il matrimonio, i segnalid’allarme che all’epoca non erariuscita a interpretare, le diffi-coltà, le minacce ed i soprusi su-biti, che in un crescendo di or-rore, l’hanno portata a perderela vista oltre che una sorella, permano del proprio marito. Il li-bro porta la prefazione di Su-sanna Camusso e una presenta-zione di Lella Costa (142 pagi-ne, 10 euro).

Friulani grandi assenti al LingottoTrieste capofila con la Tamaro, e Corona per la Destra Tagliamento. La Regione stanzia in tutto 5 mila euro per lo stand

Il manifesto del Salone del libro di Torino dedicato al tema del “bene” e a destra Susanna Tamaro, madrina del festival

torino»il salone del libro

PARLA IL DIRETTORE ERNESTO FERRERO

«Incampocontro la crisimorale e culturale»La Santa Sede ospite d’onore 2014: «Anche Papa Francesco è un fenomeno editoriale»

Fernanda Flamigni il 9 alla Moderna

a udine il romanzo verità “Non volevo vedere”

FernandaFlamigni e il romanzodel femminicidioSabato alla Moderna l’autrice dialogherà con Loredana Panariti e Alessandra Zigaina

SUSHI, WOK & GRILL RESTAURANT

LOCALE RINNOVATO E CLIMATIZZATO

SIAMO APERTI TUTTI I GIORNI

TEL. 0432.480570Via Nazionale, 1 Tavagnacco UD

MARTEDÌ 6 MAGGIO 2014 MESSAGGERO VENETO Cultura e Spettacoli 45

Copia di 4ebee60c52f76b6af5c82bb816fac991

Page 3: Rassegna Stampa Maggio 2014

Data:

Pagina:2014

Data: 13 maggio 2014

Pagina: 35

di Roberto Canziani� MONFALCONE

La guerra è una cosa troppo se-ria per lasciarla in mano ai mili-tari, scriveva Georges Clemence-au, l’artefice del Trattato di Ver-sailles. Meglio lasciare che se neimpossessino gli artisti e la tratti-no come sanno fare loro. Per al-lontanare - adesso che più fre-quenti si fanno le celebrazioni –tutte le bandiere della retorica. Esvelare il lato cinico, mostruoso,perfino surreale, del meccani-smo che le guerre le inventa e lefa. Ma con la vita degli altri. Ci hapensato l’ingegno fervido e sen-sibile di Alfredo Lacosegliaz, mu-sicista ma non solo, a comporreun progetto che in occasione delcentenario ’14-’18 sfida il ritualedelle commemorazioni e metteinsieme documenti visivi e sono-ri per costruire un carillon belli-co di impressionante e mortife-ra bellezza. Una lanterna magi-ca dove cartoline d’epoca, mar-ce e inni nazionali, fotografie,canzoni di trincea, bollettini e di-spacci, preghiere, lettere scritteal chiarore delle granate, si ani-mano in un ingranaggio di lam-pi ed esplosioni di suono, chestritolano e al tempo stesso vivi-ficano la nostra coscienza. “L’in-sostenibile arte della guerra” è iltitolo dell’installazione“semi-tragica” che comincia afunzionare domani mattinaall’Auditorium Comunale diRonchi dei Legionari. E si pro-lunga, neanche a farlo apposta,da mercoledì 14 a domenica 18,per essere poi disponibile in al-tre situazioni o Paesi fino al2018. Così, per non tradire i nu-meri. «Una performance multi-video per l’elaborazione del ri-cordo», spiega ancora Lacose-gliaz, che è rimasto impressiona-to dalla quantità e qualità delletestimonianze con cui collezio-nisti seri o maniaci oltranzisti af-follano Internet. «Dagli elmi bu-cati alle divise ancora sporche,per non parlare del macabro di-vertimento delle cartoline dipropaganda. Un trovarobatoche abbonda in Rete. E inoltre lemarce, gli inni nazionali, l’ecodelle canzoni suonate su una

chitarra fatta con una cassetta dilegno e due corde, nelle inesora-bili attese della trincea».

Perché la guerra non è sologesto eroico, o dolente sconfit-ta.

«Raccontano che il rancio del-le truppe prevedesse l’aggiuntastrategica di 10 litri di grappa

ogni 50 soldati. In trincea si can-tava. La canzoni di guerra nondovrebbero essere riesumate so-lo in occasione degli anniversa-ri. La guerra esiste sempre».

Il musicista lascia la mano li-bera a un costruttore di paesaggisonori?

«Il teatro ha sempre accompa-

gnato il mio lavoro musicale.Qui si è trattato di animare, gra-zie alla videocomposizione, im-magini statiche ma con un ritmodella visione che, in sé, è musi-ca».

Esiste qualcosa di personaleche leghi Lacosegliaz alla Gran-de Guerra?

«Una memoria mancata. Unadelle sezioni di questa installa-zione si apre con la dedica a unodei miei nonni, Matteo, cadutoin Galizia prima che suo figlio(cioè mio padre) e suo nipote(io) potessero conoscerlo. È il se-gno della mia partecipazione».

©RIPRODUZIONERISERVATA

“L’insostenibile arte della guerra”è stata realizzata grazie alsostegno dell’associazioneculturale Alpe. Trieste e delConsorzio Culturale delMonfalconese, che ospital’installazione all’Auditorium diRonchi (fino a domenica 18, orario10 -12.40 e 16-19.20). Il carillonbellico è diviso in due sezioni:“Kaleidoscope” (con le voci diOrnella Serafini, Adriano Girali,

Maurizio Zacchigna) e “O supremaigiene del mondo” (con i contributidi Moni Ovadia, dello storico FabioTodero, della poetessa AntonellaBucovaz e la testimonianza diBarbara Schiavulli, inviata diguerra). “Evento di pace” aSarajevo (6-9 giugno) e Mittelfest aCividale (19-27 luglio) sono alcunedelle prossime tappe previste.Nella foto, una vignetta d’epocaintitolata “I gas asfissianti”

� FIRENZE

Più di 60 artisti nominati nelle14 categorie sono pronti a sfi-darsi per la seconda edizionedegli Mtv Awards che si terran-no il 21 giugno a Firenze (diret-ta su Mtv Italia (canale 8 delDtt) e su Mtv Music (canale 67del Dtt) dalle 21.10).

Tra gli artisti in nominationspiccano Miley Cyrus, KatyPerry, Eminem, Pharrel Wil-liams, Lady Gaga, One Direc-tion, Laura Pausini, MarcoMengoni, Alessandra Amoro-so, Moreno, Emis Killa e tantis-simi altri. Le votazioni rimar-ranno aperte fino al 20 giugno.

Queste le categorie: Won-der Woman, Super Man, BestBand, Best New Artist, Crodi-no Twist Best New Genera-tion, Vogue Eyewear BestLook, Sammontana Best Fan,Best MTV Show, Best Movie,TwITStar, Best Video, SportHero, Best Artist From TheWorld e Artist Saga. Il voto puòessere espresso sul sito www.mtv.it/mtvawards e sull'appdi Mtv Music, dove sarà possi-bile votare anche l'Artist Saga,categoria in cui i 32 artisti innomination sono stati sceltisu Facebook.

Tra i nominati non solo arti-sti musicali ma anche sportiviappartenenti a varie discipli-ne come il calciatore campio-ne del mondo Andrea Pirlo, laginnasta Carlotta Ferlito, iltennista numero 15 al mondoFabio Fognini e la pluricam-pionessa di nuoto FedericaPellegrini che si sfiderannoper contendersi lo scettro diSport Hero.

Tra le nomination anche al-cuni dei video musicali piùcliccati come “Happy” di Phar-rel Williams, “Wrecking Ball”di Miley Cyrus, “Can't RemberTo Forget You” di Shakira feat.Rihanna e “Jubel” dei Klin-glande.

Non mancheranno i più re-centi film di successo come“The Hunger Games: La Ra-gazza Di Fuoco”, “The Wolf ofWall Street”, “Thor - The DarkWorld” e “Capitan Harlock”.

dove e quando

Alfredo Lacosegliaz ha ideato l’installazione semi-tragica “L’insostenibile arte della guerra” al Comunale di Ronchi dei Legionari

Carillon bellico in due sezioni con Adriano Giraldi, Moni Ovadia, Barbara Schiavulli

AgliMtvAwardssonosessantagli artisti in gara

di ALDO COLONNELLO

«U chì / a se vîf in blance negre / e a se gozaa colours (Qui si vive

in bianco e nero e si urla a colo-ri)». Il luogo è Andreis (Quatrecjases in crous), il paese che Fe-derico Tavan si portava dentroconaffettomaancheconereticodistacco per non rimanerne im-prigionato:

Andrèes. «Quatre cjases incrous / Se no tu fai ad ora ascjampâ/uchìtudeventevecjeetu mour / Un po’ de prâtz / dostremontz/senotuscjampe/notuscjampe pì/ tu deventeAndrè-es (Andreis. Quattro case in cro-ce. Se non fuggi in tempo, qui di-venti vecchio e muori. Qualcheprato, due tre montagne. Se nonfuggi, non fuggi più: diventi An-dreis)».

Quanto di Andreis c’è nella vi-ta e nella conseguente poesia diTavanenellasuanonestirpabilediversità? Quale il“microcosmo” esistenziale di Fe-derico? Per i primi trentadue an-ni la sua autobiografia, ancorainedita, ne è una densa e veritie-

ratestimonianza.Per molti Andreis è anche, o

soprattutto, Federico. RosannaParoni Bertoja ha scritto: «Hosempre amato Andreis. Ma ilsenso gioioso e consapevole del-la mia simpatia per questo stra-ordinario luogo l’ho colto quan-do ho conosciuto Federico. Fe-derico vociante e assillante in Bi-blioteca a Montereale dove ap-prodava con le sue luminose po-esie, tirate fuori spiegazzate dalbuiodelle gòfes (tasche) delgiub-botto. E Federico-poesia l’hoamato a scuola assieme ai bam-bini delle elementari o ai ragazzidelle medie, che lo ascoltavanocon spontanea e naturale sinto-nia di attenzione e affetto. Lo hoammirato,einvidiatoanche,perquella sua capacità di cogliere,con immediatezza e acutezzastraordinarie, senso e problemidel vivere, facendo di Andreis edella sua gente un microcosmoapertoal mondo.Ora quandova-do in Andreis mi viene da escla-maread alta voce: “Senza Federi-co, Andreis è un po’ meno An-dreis!”elochiamo».

Ho “conosciuto” Federico agli

inizideglianni’80.Neènataunalunga amicizia, anche con, rari,momenti di contrasto. L’ultimavolta che ci siamo incontrati èstato qualche giorno prima delsuo andare altrove. Sentiva chestava riavvicinandosi a sua ma-dre, morta “guardando lassù”con i suoi figli negli occhi, quan-do lui aveva dodici anni. Mi salu-tò con una luce particolare negliocchi. Dentro c’era l’altro Federi-co, quello di sempre, non quellorinchiuso nella gabbia farmaco-logica: «Genocidio - A colpi dipsicofarmaci / i matz / i’ stanscomparìnt. / Al é restât nomeFederico / fin ch’al resist. ( Geno-cidio - A colpi di psicofarmaci imatti si vanno estinguendo,E’ ri-

masto solamente Federico, finoaquandoresiste»).

C’è stato un periodo in cui Fe-derico era ‘accompagnato’ daiservizi sociali da una“psichiatressa”, capace di ascol-tare e di rendersi trasparente. Alei, anche a lei, potrebbero esse-re dedicate le parole di Federico:Ai da stâ dentre ai tiô vuoe parjôdeme (Devo stare dentro i tuoiocchipervedermi).

Unmercoledì incontro Federi-cosulla piazzadi Montereale Val-cellina. Gli domando: «Perchénon sei andato a Maniago dallatua psichiatressa?». «La hannotrasferita...». «Per quale moti-vo?», gli chiedo… «La ho guari-ta...».

Padre David Maria Turoldouna sera in un incontro in stradaa Maniago ascoltò commosso lalettura da parte di Federico dellapoesia, che secondo lui avrebbedovuto scandalizzare un prete(Diu / Dio , ora in Cràceles cròce-les). Padre Davide invece, consorpresa di Federico, lo abbrac-ciò dicendogli: «Questa è poesia,poesiavera!Poesiareligiosa».

Quella di Tavan è anche canto

allasacralità della vita, di qualsia-si vita: quella di un fiore, di unafoglia, di un filo d’erba, di unubriacone, di un povero disgra-ziato. Sempre fuori dalle righedellanormalità “normale”il viag-gio di Federico Tavan nelle intri-cate boscaglie del vivere. Ma checosa è la “normalità”? E’ l’accon-sentire alle suggestioni televisivee al dilagante conformismo acri-tico? Oppure è la libertà di anda-

re per sentieri altri e nuovi, nonsegnalati, come Federico Tavan,“nostrapreziosa eresia”, ferman-dosi a sintî l’erba c’acres ( a senti-rel’erbachecresce)?

La poesia di Federico ha giàaiutato e aiuterà sicuramentetanti altri a trovare il loro volto di-menticato.

Per me Federico è stato, è, unregalodellavita.

©RIPRODUZIONERISERVATA

Lacosegliaz canta l’arte della guerraDa domani a domenica a Ronchi dei Legionari performance multivideo sul Primo conflitto mondiale

Il poeta di Andreis Federico Tavan fotografato da Danilo De Marco

LA MOSTRA

FedericoTavan, aVicino/lontano la suaeresia fatta di versiOggi, nella chiesa di San Fran-cesco dalle 21, il Festival Vici-no/lontano di Udine presen-ta “Federico Tavan. Nostrapreziosa eresia”. Letture, poe-sie, proiezioni, teatro e musi-che nel segno del poeta di An-dreis. Sarà proiettato il corto-metraggio “Al Poeta de li pan-tianes”, video di Paolo Canta-rutti e Francesco Lodolo.

MARTEDÌ 13 MAGGIO 2014 IL PICCOLO Cultura e Spettacoli 35

Copia di 4ebee60c52f76b6af5c82bb816fac991

Page 4: Rassegna Stampa Maggio 2014

2014

Data: 15 maggio 2014

Pagina: 16

Kultura četrtek, 15. maja [email protected]

Voda, prostor, tišina. Med stavki. Toni.

Tina Lešničar

Kakšnih vplivov ste bili deležni v mladosti, ki so nato izoblikovali vašo glasbeno osebnost?Ko si mlad, prihajajo vplivi do tebe v različnih obdobjih. Seveda nisem bil samo v jazzu. Poslušal sem Led Zeppelin, Jimija Hendrixa pa tudi Black Sabbath. Zelo so mi bili všeč zgodnji Deep Purple. Predvsem nikoli nisem razmišljal o žanrih, kam spada vsa ta glasba. Takoj ko začneš govoriti o žanrih, to zmanj-ša potencial glasbe. Zato ne mo-rem reči, da sem bil 'čisto v tem ali onem bendu', lahko pa rečem, da sem bil čisto v glasbi.

Kaj pa Miles Davis, Chet Baker, Jon Hassell ...?Seveda sem šel skozi vso njihovo glasbo, začenši z Milesom. Nekaj časa, v poznih sedemdesetih, sem bil popolnoma v Freddieju Hub-bardu in Woodyju Shawu. Ampak to je šlo hitro mimo mene. Glasbo namreč dojemam zelo osebno in njihova glasba ni bila nikoli tako 'moja'. Začel sem se ozirati bolj za tradicionalno glasbo – danes ji pravijo glasba sveta. Popolnoma so me prevzeli, na primer, zvoki nekaterih severnoafriških pihal.

Najbrž je na vašo glasbo precej vplivalo tudi okolje, v katerem ste odrasli. Voda, gozdovi, narava ... Kot otrok ste živeli na majhnem norveškem otoku. Čudno, ampak vsakič, ko se vrnem na rodni otok, se mi zdi okolica vse lepša. Takrat pa sem bežal od tega. Seveda okolje vpliva na tvojo oseb-nost in te oblikuje. Če bi odraščal v namibijski puščavi med Pigmejci, bi gotovo igral popolnoma druga-če. Ko ste že omenili vodo ... da, voda je morda element, ki je precej vplival name. Kot tudi prostor – v smislu ambienta. Pa tudi tišina. Med stavki. Toni.

Pa barve, oblike in zvoki narave? Organske strukture so osnova in vodilo zvočnih svetov, ki jih ustvarjate s pomočjo sintetičnih elementov.Zanimajo me kontrasti. Kako jih lahko prepletem. Iščem organski

pristop k temu, kako stapljati na-sprotja, da začnejo sodelovati. Zato me zanima stapljanje digitalnega in analognega, elektronskega in akustičnega. Ne gre za to, da bi po-skušal zmešati ali hkrati uporabiti ta dva načina. Bolj gre za zasledo-vanje specifičnega zvoka, ki mi je všeč. Ko ga najdem, ga raziskujem dalje in pri tem uporabljam različ-na orodja.

Seveda so pri tem raziskovanju vključeni sodelujoči glasbeniki s svojo tankočutnostjo. Posebej bobnarjem, s katerimi sodelujem, predstavlja tak pristop igrišče, na katerem lahko uporabljajo različna orodja, da odpeljejo zgodbo v dru-gačne smeri.

Ste tak pristop ubrali tudi na zadnjem albumu Switch, ki ga je, kot pravite, navdihnila Joni Mitchell?

Switch je nastajal zelo analogno. Pri ustvarjanju so me vodili naslovi in posamezni verzi iz besedil Joni Mitchell. Pa tudi ritmika njenih besedil in glasbe. Vedno sem čutil izredno spoštovanje do njenega ustvarjanja. Ustavila sem se v mote-lu Kaktus, da bi sprala s sebe prah in zaspala na čudni blazini svoje popo-tniške mrzlice. Njena pesem Amelia je navdihnila mojo Strange Pillows. Drugi svoji skladbi sem naslovil Quiet Corners pa Bathroom ...

Že naslov albuma Switch (stikalo, zamenjava), ki ga boste predsta-vljali nocoj na koncertu, sugerira preobrat, spremembo. Ob izidu ste povedali, da ste se hoteli pre-pustiti oziroma opustiti nekatere stvari. Katere?Morda je sprememba ta, da sem uporabil nove inštrumente. V zad njih letih sem precej razmi-

šljal, da bi v naslednji projekt vključil pedal steel kitaro. Zvok tega inštrumenta me spominja na umirjeno valovanje oceana. Ima tisti melanholični prizvok. Zanimalo me je, kako bi se moja trobenta zlila s tem zvokom, in izkazalo se je, da skupaj funkcio-nirata precej dobro. K temu sem dodal še hibridni klavir, ki, če pogledate v njegovo notranjost, je videti kot zastarela vesoljska ladja iz Doktorja Whoja. Na koncertih tega inštrumenta ne uporablja-mo, ker je zelo občutljiv in bi se ob premetavanju po letališčih go-tovo uničil.

Morten Qvenild, ki na albumu igra klavir, se nam pridruži samo na koncertih na Norveškem, ko mu urnik to dopušča. Njegov man-ko na koncertih nadomesti basist Jo Berger Myhre, ki je vsestranski inštrumentalist in s svojim arze-

nalom glasbil skrbi za dinamiko zvoka v bendu.

Že v prvi skladbi je slišati tudi bendžo. Zanimiva izbira za vašo ambientalno glasbo.Če bi mi kdo pred desetimi leti re-kel, da bom v svojo glasbo vključil bendžo, bi se mu smejal. Ampak Geir Sundstøl, ki igra pedal steel ki-taro in bendžo, ima zelo specifičen pristop do vsakega inštrumenta, ki ga igra, zato je tudi zvok bendža uporabljen na poseben način.

Kaj iščete pri ustvarjanju?Morda ravnotežje.

Popoln zvok?Nikoli ne razmišljam tako. Popol-nih zvokov je veliko. Iščem nekaj, česar še nisem našel. Česar še ni-sem ustvaril. Potem hočem biti pri izvedbi, ekspresiji tega kar se da na-

tančen. Da bi čim bolje zadel stanje, v katerem sem v danem trenutku.

Sodeč po albumu Switch ste zdaj precej umirjeni, celo melanholični.Hm ... No, starejši sem. Ne vem, če sem ravno umirjen. Na svet gledam drugače kot pred petnajstimi leti. Včasih sem pomirjen sam s sabo in s tem, kar sem do zdaj ustvaril. Še vedno rad raziskujem zvok troben-te, predvsem pa se trudim, da se ne bi ponavljal. Pravzaprav je ravno s tem povezano vse moje ustvarjanje. Zato rad sodelujem pri multimedij-skih projektih, kot je recimo Lucid Dream, ki ga bomo v Nemčiji pred-stavili konec maja. Gre za svetlobno in zvočno instalacijo v gozdu, pri kateri bo obiskovalec petinštiride-set minut ponoči hodil po gozdnih poteh s pomočjo GPS in zaznaval vizualne in slušne dražljaje.

Vaša glasba v poslušalcu vedno vzbudi mentalne slike. Kaj pa, ko slike že obstajajo, recimo v filmu ali gledališču, in vaša glasba pride kasneje? Kako gradite glasbeno atmosfero v filmu? Vas navdihne-jo liki, odnosi med njimi, zgodba?Pred kratkim sem ustvaril glasbo za predstavo norveškega nacio-nalnega baleta. Ugotovil sem, da je pristop podoben kot pri filmu. Delal sem glasbo za film Into the White, ki ga je režiser Petter Næss posnel po resnični zgodbi o dveh letalih, ki sta med drugo svetov-no vojno strmoglavili na severu Norveške. Posadki sta preživeli in nemški ter angleški vojaki so se zatekli v zapuščeno kočo v divji-ni. Pri tem filmu sem bil posebej pozoren na to, da z glasbo opišem pokrajino in napetost med liki. A tudi tu sem se, kot vselej, dr-žal načela, manj je več. Ključna sta pravi tajming in ravnotežje. V filmu Edy francoskega režiserja Stéphana Guérin-Tilliéja ima moja glasba, recimo, posebno vlogo. Pravzaprav nastopa kot lik.

Kakšen vpliv imate na didžeje, ki remiksajo vaše skladbe in jih vključijo na komercialne chill out kompilacije?Pri remiksih nimam veliko vpliva, saj lahko kdorkoli sname skladbo z interneta in jo predrugači. Pustim, da naredijo, kar hočejo. Včasih se izcimi kaj groznega, včasih pa je ka-kšna stvar prav navdihujoča, saj vza-mejo moj zvočni zapis in ga popelje-jo v popolnoma drugo smer. To mi včasih da nove zamisli in mojemu ustvarjanju odpre nove možnosti.

Pravijo, da ste s prvim samo-stojnim albumom Khmer (1997) postavili temelje skandinavskemu ambientalnemu jazzu. Treba se je zavedati, da vse prihaja od nekod. Enako lahko trdimo za Stockhausna in Milesa Davisa, ki sta se medsebojno glasbeno nav-dihovala, pri Davisu pa se čuti tudi vpliv Sly and the Family Stone pa Clarka Terryja, kot je slišati. Pozneje je veliko stvari s konca sedemdese-tih navdihnilo klubsko glasbo de-vetdesetih. Kako se je glasba pri nas razvijala, je povezano tudi s tem, kar se je dogajalo na Norveškem v šestdesetih in sedemdesetih letih z Janom Garbarekom, Jonom Chri-stensenom, Arildom Andersenom ... vsi so eksperimentirali.

Gre za razvoj, za reference, a na-čin, kako so prvine zložene skupaj, naredi stvar svežo. Beseda sveže mi je bolj všeč kot novo. Svež zvok je nastal, ker izhajamo iz druge glas-bene tradicije, ne iz afroameriške, ki ji sicer z veseljem prisluhnem in jo globoko spoštujem, ampak na tem koncu sveta izhajamo iz druge kulture in imamo drugačen pristop k življenju.

Nils Petter Molvær, norveški trobentač Nocoj se bo v Kinu Šiška predstavil glasbenik, ki ustvarja intenzivne zvočne krajineV zadnjem času doživljamo pravo norveško invazijo. Pred kratkim smo v Ljubljani gostili norveškega trobentača Arveja Henriksena, še več skandinav­ske kreativnosti se nadejamo na Ljubljana jazz festivalu, na povabilo Braneta Rončela pa se v Kino Šiška nocoj vrača trobentač Nils Petter Molvær. Raziskovalec zvočnih polj med jazzom in elektroniko bo predstavil novi album Switch.

Foto

pro

mo

Marijan Zlobec

Prireditelji posebej stavijo na Kon-gresni trg, ki naj bi letos pokazal vse svoje kvalitete, kot jih doslej v celoti, zlasti glede akustike, ozvo-čenja, snemanja, razporeditve dis-plejev, razvrstitve občinstva ..., še ni. Bo pa direktor festivala Darko Brlek vseeno tvegal, ne nazadnje je razpisal mednarodni natečaj za novo ozvočenje in tehnologijo ureditve zvočne in videopodobe trga, za kar je dobil štiri kandidate oziroma ponudbe.

Vrhunec 62. Ljubljana festivala bo 7. julija s koncertom Verdije-vega Requiema pod dirigentskim vodstvom slavnega italijanskega dirigenta Riccarda Mutija. V Lju-bljani bo sicer že tretja zaporedna izvedba; po Ravenni (5. julija) in Sredipolju (Redipuglia, 6. julija), ko bosta dogodka potekala kot vsako-letni »koncert prijateljstva«, letos bosta posvečena stoti obletnici za-četka prve svetovne vojne in spo-minu na žrtve vseh svetovnih vojn. Zato se je Riccardo Muti odločil za povečanje svojih umetniških kapacitet oziroma nastopajočega ansambla glede na prve zasedbe, objavljene pred meseci.

Muti je povabil še glasbenike iz najbolj znanih in najboljših orkestrov na svetu, ki bodo pri-šli tudi v Ljubljano. Med njimi so Berlinski in Dunajski filharmo-

niki, Filharmonični orkester iz Sankt Peterburga, Philharmonia Orchestra iz Londona, Nacionalni orkester Francije iz Pariza, Simfo-nični orkester Teatra Royal de La Monnaie iz Bruslja, Čikaški sim-fonični orkester, pa še Mladinski orkester Luigi Cherubini, orkester gledališča Giuseppe Verdi iz Trsta ... V Ljubljani se jim bo pri-družila še Slovenska filharmonija. Med zbori so Slovenski komorni zbor in zbor Akademije za glasbo, zbor Furlanije - Julijske krajine, zbor gledališča Giuseppe Verdi iz Trsta ... Solisti bodo sopranistka Tatiana Serjan, mezzosopranist-ka Daniela Barcellona, tenorist Saimir Pirgu in basist Riccardo Zanellato.

Ljubljanski koncert ne bo po-litično obarvan v smislu obletnice prve svetovne vojne (za to oble-tnico pripravlja Muti poseben kon-cert na trgu v Kobaridu leta 2017 v spomin na konec oziroma zadnjo ofenzivo soške fronte z združeni-mi orkestri vojaških godb!), zato pa bo posvečen deseti obletnici smrti Carlosa Kleiberja, Mutijeve-ga osebnega in družinskega prija-telja, ki je bil poročen s slovensko baletnico Stanislavo Brezovar in je pokopan na Konjšici nad Savo. Koncert bo vendarle tudi političen, saj se bodo spomnili, da je Italija s prvim julijem postala predsedujo-ča svetu Evropske unije.

Slavna mezzosopranistka Elīna Garanča prvič v LjubljaniPrav tako vrhunski glasbeni dogo-dek na Kongresnem trgu bo že dan zatem, 8. julija, ko bo v Lju-bljano prvič prišla slovita operna in koncertna pevka Elīna Garan-ča. Pripravlja večer opernih arij ob spremljavi Simfoničnega orkestra RTV Slovenija (dirigent bo Karel Mark Chichon). Vrhunec bodo ari-je iz Bizetove Carmen ...

Med koncerti v Gallusovi dvora-ni Cankarjevega doma težko pri-čakujemo enega izmed najbolj-ših svetovnih orkestrov, Kraljevi orkester Concertgebouw iz Am-sterdama pod vodstvom dirigenta Marissa Jansonsa in s solistom, pianistom Jean-Yvesom Thibau-detom (1. septembra). Gre za prvo gostovanje tega orkestra pri nas.

Privlačnost prireditev na Kon-gresnem trgu bo letos večja kot do-slej, če pomislimo, da se bo festival začel 1. julija s priljubljeno in znano scensko kantato Carmina Burana Carla Orffa z orkestrom Slovenske filharmonije, orkestrom in zborom SNG Opere in baleta Ljubljana, Slovenskim komornim zborom, Akademskim zborom Ivan Goran Kovačić iz Zagreba in zborom Na-rodnega gledališča iz Sarajeva s solisti – vsi pod dirigentskim vod-stvom Uroša Lajovca. Dan poprej bodo nastopajoči gostovali na naj-večjem trgu v Trstu (Piazza Unità), kjer je prostora za deset tisoč lju-di. S tem koncertom bo Ljubljana vrnila lansko gostovanje tržaških glasbenikov pri nas.

In odpovedano?Pred letom napovedano prvo gostovanje ene najprestižnejših oper na svetu, Dunajske državne opere, je bilo odpovedano zaradi finančnih težav. Iz istega razloga v Ljubljani letos poleti ne bomo videli druge polovice Wagnerjeve-ga Nibelunškega prstana v izved-bi Marijinega gledališča iz Sankt Peterburga. Darko Brlek meni, da bomo Prstan videli leta 2016, prav tako so preložili gostovanje Držav-ne opere, bodo pa zato Wagnerjevo opero Lohengrin izvedli Zagrebča-ni (10. julija) v Križankah pod diri-gentskim vodstvom Nikše Bereze. Valerij Gergijev bo predvidoma spet prišel k nam prihodnje leto, tako z baletom kot s koncertom.

Vsakoletna predstavitev pro­grama Ljubljana festivala v Rdeči dvorani ljubljanskega magistrata je praznični dogodek. Letos je potekala v senci sprva napovedanih, pozneje pa odpovedanih do­godkov zaradi težkih ekonom­skih razmer. A kljub temu se bliža vsebinsko bogat festival.

Riccardo Muti na Kongresnem trgu62. Ljubljana festival Kriza je oklestila proračun in program, nekatere dogodke pa prestavila

Festivalsko poletje v Ljubljani in Mariboru

Riccardo Muti prihaja k nam tudi v spomin na deseto obletnico smrti slovitega dirigenta Carlosa Kleiberja. Foto Reuters

Peter Rak

Po njegovih besedah finančna konstrukcija še ni končana, ven-dar padec vlade ne bi smel ogrozi-ti nedavno doseženega dogovora z ministrstvom za kulturo o do-datnem sofinanciranju. »Pogovo-ri potekajo nemoteno, saj gre za tekoče vladne posle, upamo, da bo vlada sprejela ustrezen sklep že prihodnji teden; odprta ostaja višina sredstev oziroma dogovor o ustrezno visokem finančnem vložku mariborske občine,« je po-udaril Vladimir Rukavina.

Kratki stikiNa mariborski občini oziroma na mestnem svetu bodo morali po mnenju članov sveta Narodne-ga doma že enkrat odločiti, ali je ohranitev festivala v interesu mesta ali ne, in če bo odgovor pri-trdilen, je skrajni čas, da se uredi sistemsko financiranje tega pro-jekta. Do kratkih stikov prihaja že redno, kot se je pokazalo na zadnji seji, »mestni svet beži od reševanja te problematike«, ven-dar se bodo morali prej ali slej soočiti z njo. Ne nazadnje so lani na občini interventno zagotovili štiristo tisoč evrov dodatnih sred-stev, letos bodo prav tako morali najti dodaten denar, program pa je po besedah predsednika sveta

Andreja Verliča racionaliziran do skrajnih meja.

Prizorišč bo tako letos manj, če bi ukinili še osrednji veliki oder na Dravi, bi to pomenilo popolno de-gradacijo festivala in posledično še manjše zanimanje sponzorjev. O morebitni spremembi zasno-ve in terminov se svet ne more opredeljevati, na vprašanje, zakaj se festival ne financira predvsem z evropskimi sredstvi, pa člani sveta niso znali zadovoljivo odgo-voriti.

Prav tako ostaja nerešena pro-blematika vsakoletnega nove-ga postavljanja infrastrukture. »Načelni dogovor je bil, da bodo stalna prizorišča urejena do leta 2012, torej do izvedbe projekta EPK, vendar se to ni zgodilo, idej-ni načrti pa so za zdaj zaradi po-manjkanja denarja neizvedljivi,« je povedal Verlič.

Narodni dom posluje brez nepravilnostiKar zadeva namigovanja o do-mnevnih finančnih nepravilno-stih oziroma pomanjkljivostih pri poslovanju Narodnega doma, je Verlič prepričan, da so to zgolj natolcevanja, saj vsako leto naja-mejo zunanjo revizijsko hišo, ki doslej še ni odkrila napak. Prora-čun Narodnega doma je lani zna-šal nekaj manj kot štiri milijone evrov, program izvaja sedemin-trideset zaposlenih, za njihove plače pa se namenja okoli petina proračuna. Po mnenju članov sve-ta to ni preveč, še zlasti, ker je v zadnjih letih ta javni zavod hočeš nočeš moral sprejeti pod okrilje še vrsto drugih institucij, naza-dnje Naskov dvorec, v katerem je bil sedež EPK.

Biti ali ne biti – pogodbe pa čakajo Festival Lent V Narodnem domu čakajo na sklep vlade oziroma ministrstva»Z nekaterimi izvajalci si še ne upamo podpisati pogodb, vendar izvedba letošnjega Festivala Lent ni več vprašljiva,« je včeraj dejal Vladimir Rukavina, di­rek­tor Narodnega doma Maribor.

»Če bi mi kdo pred desetimi leti rekel, da bom v svojo glasbo vključil bendžo, bi se mu smejal.«Nils Petter Molvær

Page 5: Rassegna Stampa Maggio 2014

2014

Data: 24 maggio 2014

Pagina: 19

di Marco Ballico� TRIESTE

Riccardo Muti dirigerà gratuita-mente il concerto “Requiemper le vittime di tutte le guerre”di Giuseppe Verdi, davanti aquattro capi di Stato, domenica6 luglio al Sacrario di Redipu-glia, ma gli spettatori pagheran-no un biglietto.

Di quanti euro lo si saprà solola prossima settimana: martedìa Roma è in programma un ap-puntamento chiarificatore. Ma,sin d’ora, l’assessore regionalealla Cultura Gianni Torrentispiega che il contributo di 2.500spettatori, in sostanza quelliche avranno a disposizione unposto a sedere, è inevitabile.Questione di costi tecnici da co-prire per circa 250mila euro.Ma non è nemmeno escluso, inquesto caso entrano in gioco idiritti Siae e le norme sulla sicu-rezza, che qualche euro possaessere chiesto pure a chi assiste-rà al concerto in piedi, presumi-bilmente 6mila persone.

Si racconta che Muti nonl’abbia presa troppo bene. Nonper un evento che il maestrovuole come una festa di popolo.Se io non mi faccio pagare, sa-rebbe stato il messaggio rivoltoalla Regione dal direttore d’or-chestra, perché dovrebbero far-lo i cittadini? L’assessore allaCultura, però, fa sapere che èandata in modo un po’ diverso:«Con Muti non c’è alcun proble-

ma, anzi ci vedremo martedì aRoma per un incontro che defi-nirà ogni particolare». Fatto stache, secondo fonti molto atten-dibili, l’artista non ha graditoche della vicenda del biglietto apagamento si sia parlato sullastampa prima che tutto fosse uf-ficiale.

Nella capitale, rende notoinoltre Torrenti, si ritroverannoil ministero della Difesa, il com-missariato generale per le ono-ranze ai caduti in guerra (Onor-

caduti) e il Ravenna Festival, or-ganizzatore del concerto di lu-glio, momento principale dellaventicinquesima edizione dellarassegna romagnola dedicata alcentenario della prima guerramondiale. «Stiamo lavorandoper un accordo che soddisfi tut-ti: promotori, artisti, Rai e go-verno». Un accordo che conter-rà anche l’importo del biglietto.Torrenti precisa appunto che,se la parte artistica del concertoverrà sostenuta da contributi

statali e dalla Fondazione ra-vennate, si tratta di far fronteanche a 250mila euro di costitecnici, con Mittelfest che, nellaserata del 6 luglio, fornirà unasorta di collaborazione copro-duttiva a Ravenna Festival: «Cisaranno gli interventi della Fon-dazioni bancarie, anche di Ge-nerali, ma l’entrata a pagamen-to potrà servire ad abbattere lespese. Ciò consentirà anche achi arriva da lontano di potereavere certezza del posto a sede-

re». Complessivamente ce nesaranno 2.500 (si punta anche apresenze dall’estero), mentre al-tri 6mila spettatori si godrannolo spettacolo in piedi. «Anche inquesto caso, potrebbe essere ri-chiesto un piccolo contributoper obblighi di Siae e di sicurez-za. Una sorta di filtro per evitareproblemi di ordine pubblico,possibili nel caso di un afflussosenza controlli in un’area mol-to particolare come Redipuglia.Ma solo martedì, anche sul

quantum, potremo essere piùprecisi».

Il 6 luglio a Redipuglia saran-no invitati il presidente della Re-pubblica, Giorgio Napolitano,assieme ai capi dello Stato diAustria, Slovenia e Croazia. Ilprogramma prevede che Mutidiriga i giovani dell’orchestraLuigi Cherubini, da lui fondata,il coro del Friuli Venezia Giulia,oltre a musicisti e coristi del tea-tro Verdi di Trieste e di presti-giose formazioni internazionalidi paesi che presero parte allaGrande Guerra. Al di fuori diquelli della Cherubini, che re-sterà col suo nome, gli altri mu-sicisti costituiranno la Europe-an Spirit of Youth Orchestra. Levoci soliste saranno quelle delsoprano Tatiana Serjan, delmezzosoprano Daniela Barcel-lona, del tenore Saimir Pirgu,del basso Riccardo Zanellato.L’evento sarà trasmesso, pochigiorni la sua realizzazione, daRai1. Il Requiem di Verdi saràeseguito, con i medesimi inter-preti, pure il giorno precedente,nel palazzo Mauro De André diRavenna. Per Muti si tratteràdella seconda volta in regione adistanza di quattro anni. Il 13 lu-glio 2010 il maestro napoletanodiresse il “Concerto dell’amici-zia” in piazza Unità, anche inquell’occasione davanti ai presi-denti di Italia, Slovenia e Croa-zia. Pochi mesi dopo Muti di-venne cittadino onorario.

©RIPRODUZIONERISERVATA

Il concerto diMuti diventa a pagamentoAl Sacrario di Redipuglia il 6 luglio ci sarà di sicuro un biglietto per i posti a sedere. Il maestro invece dirigerà gratis

Il direttore d’orchestra Riccardo Muti

L’assessore Gianni Torrenti

‘‘Le spiegazioniDELL’ASSESSORE

Serve a coprirecosti tecnici, diritti Siaee norme sulla sicurezza

SABATO 24 MAGGIO 2014 IL PICCOLO Regione 19

Copia di 4ebee60c52f76b6af5c82bb816fac991

Page 6: Rassegna Stampa Maggio 2014

2014

Data: 31 maggio 2014

Pagina: VII (inserto)

di LUCIANO SANTIN

Grandi carte di carattere am-bientale, quelle che il Friuli Ve-nezia Giulia può giocare sul ta-volo del turismo internaziona-le. Un luogo che, per ricchez-za ed equilibrio, è un «piccolocompendio dell’universo», co-me scrisse Nievo, ribadendo ilconcetto di «quasi teatro cheabbia fatto l’arte e non natu-ra» espresso da Erasmo da Val-vasone.

Ma anche un luogo dove fi-niscono, e insieme iniziano, ilNord e il Sud, l’Est e l’Ovest,con peculiarità che sono di pa-esaggio, di flora e fauna, comedi popoli, lingue, religioni, tra-dizioni. Di cultura, insomma;un mélange che ha avuto unadelle massime espressionimondiali a Trieste, e che datempo è stato valorizzato intutte le sue articolazioni e sfac-cettature sul territorio.

«La Regione da cinquant’an-ni investe sul turismo tenendoconto della cultura. Per quan-to riguarda la regione, cioè ilterritorio, l’intreccio tra le pre-senze sul territorio e la culturaè però una costante di sempre.La storia che è passata per diqui, lasciando le sue impron-te», dice Diego Carpenedo, exsenatore Dc, e a fine anni 70 as-sessore regionale alla cultura,con esperienze nel settore turi-stico. «Pensiamo ad Aquileia,duemila anni fa seconda città

della penisola dopo Roma,pensiamo a Napoleone, cheda generale dell’armata d’Ita-lia spiccò di qui il suo volo. Perlui il Tagliamento fu quelloche il Rubicone fu per Cesare.Ma di esempi se ne potrebbe-ro fare tanti. E poi c’è il discor-so delle manifestazioni cultu-rali, che offrono opportunitànotevoli. Negli anni 60, da pre-sidente di azienda turistica,nella mia Carnia, subito istituiiun premio letterario, e uno ar-

tistico».«Sono diventato assessore

al turismo esattamentevent’anni fa, e già allora erachiaro come gli eventi fosserouna strada importante per in-nervare l’attrattiva turistica eassicurare ricadute significati-ve sotto il profilo delle presen-ze», ricorda Cristiano Degano,in seguito responsabile dellasanità e vicepresidente. «Erada poco nato Mittelfest, cuidemmo impulso, consci

dell’importanza di una colla-borazione con le realtà conter-mini. Infatti la candidaturaolimpica trinazionale finì perdare spazio anche a sinergieculturali. Poi, anche se non daassessore, ho visto nascereèStoria, su cui abbiamo inve-stito. In seguito sono venutiPordenonelegge, vicino/lonta-no, il Premio Luchetta».

«Occorre far conoscere evendere l’esperienza che si ot-terrà nel luogo visitato, e la co-

sa vale anche dal punto cultu-rale», riflette Josep Ejarque, ilguru del marketing turistico,richiamato con la sua Four Tu-rist a dare indicazioni alla Re-gione. «Come il Veneto e ilTrentino, il Friuli Venezia Giu-lia, per il periodo tra il 2014 e il2018, ha in mano delle ottimecarte da giocare sul tavolo delturismo della memoria. Manon va dimenticato che si trat-ta di un turismo specializzato,che attrae gli appassionati.

Tutto il turismo culturale è dinicchia, accezione da nonprendere in senso negativo,perché ha una redditività mag-giore per il territorio».

«L’offerta culturale in chia-ve turistica non deve ipotizza-re un flusso che si muove conuna sola motivazione, ma pen-sare a un’integrazione tra gliinteressi», conclude l’assesso-re regionale alla cultura, Gian-ni Torrenti. «Oggi nessuno stapiù ad abbrustolirsi in spiag-gia dieci ore, perché fa male.Quindi accanto a Grado e a Li-gnano vanno proposti castelli,musei, eventi culturali e di in-trattenimento, serate enoga-stronomiche. Anche se sul pia-no economico non siamocompetitivi con i paesi in viadi sviluppo, in questo modoabbiamo la possibilità di inter-cettare il turismo di massa». Ilfatto di essere piccoli aiuta.Precisa Torrenti: «I monti so-no a un’ora di macchina daicentri balneari. Un ex dipen-dente del ministero dell’Eco-nomia, passato ai nostri ufficiromani, ha trascorso qui ilponte 25 aprile-1º maggio, èstato al Collio, al Far East FilmFestival, a Grado e a Cividale.Ed è rimasto stupefatto dalledistanza urbane, da quantotutto sia vicino a tutto. “Pensache da Cividale ad Aquileia,con la maratona, ci si va addi-rittura a piedi”, gli ho detto».

©RIPRODUZIONERISERVATA

Cultura e turismo, il FvgpiccolomabelloUn settore in cui la Regione investe da 50 anni. Torrenti: «Non solo mare. Castelli, musei, festival ed enogastronomia»

Cividale, scrigno di memorie longobarde, durante il Palio di San Donato. A destra, le vestigia di Aquileia romana, 2000 anni fa seconda città italica dopo Roma

SABATO 31 MAGGIO 2014 MESSAGGERO VENETO 50 anni di Consiglio regionale VII

Copia di 4ebee60c52f76b6af5c82bb816fac991