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Frustra fit per plura quod potest fieri per pauciora Organo ufficiale studentesco del Liceo Levi di Montebelluna 7 Giugno 2011– Anno IX– liceo Levi-Montebelluna Rasoio di Ockham Anno IX - numero 57 (4) - 7 Giugno 2011 Sommario 3 editoriale, 4 “nuovo liceo”, 5-6 “spettacolo Xanadu”, 7-8 “Rom e Sinti”, 9 “malattie globali” 10 ”gita a Barbiana e Scarperia”, 11-12 “nucleare”, 13–19 “Le nostre rubriche”, 20 “Ipse Dixit”, 21 “L’enigmistica del Levi”, 22 “La Redazione del Rasoio” E….. BUONE VACANZE A TUTTI!!!!!!

Rasoio di Ockham - iisprimolevi.gov.it · 7 Giugno 2011– Anno IX– liceo Levi-Montebelluna Rasoio di Ockham Anno IX - numero 57 (4) - 7 Giugno 2011 Sommario 3 editoriale, 4 “nuovo

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Frustra fit per plura quod potest fieri per pauciora Organo ufficiale studentesco del Liceo Levi di Montebelluna

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Rasoio di Ockham

Anno IX - numero 57 (4) - 7 Giugno 2011

Sommario 3 editoriale, 4 “nuovo liceo”, 5-6 “spettacolo Xanadu”, 7-8 “Rom e

Sinti”, 9 “malattie globali” 10 ”gita a Barbiana e Scarperia”, 11-12

“nucleare”, 13–19 “Le nostre rubriche”, 20 “Ipse Dixit”, 21

“L’enigmistica del Levi”, 22 “La Redazione del Rasoio”

E….. BUONE VACANZE A TUTTI!!!!!!

Come il buon Franklin vuole ricordarci (e come noi siamo felici di constatare) ormai la scuola sta giun-gendo al suo naturale decorso, l’estate sta tornando dalla migrazione invernale e presto la compagnia dei libri sarà sostituita da quella delle zanzare (al mare) o dei mufloni (per gli amanti dei monti); ma come da sempre il fato avverso pone sul cammino dell’eroe l’avversario più pericoloso o il sentiero più arduo proprio quando questi sta per raggiungere l’agognata meta, allo stesso modo su tutti noi in que-sti giorni si sta scagliando la malevola combinazione di insegnanti che hanno bisogno di voti e hanno una settimana circa per ottenerli.

Vorremmo in effetti muovere una rispetto-sa critica al corpo do-centi: non era proprio possibile programma-re compiti e interroga-zioni con un po’ di compassione per i di-scenti in modo da di-luirli negli ultimi mesi di scuola e non negli ultimi giorni? È un problema diffuso bene o male tutte le classi del liceo e reso ancor più gravoso dal fatto che in questo momen-to nella testa di noi poveri e vituperati studenti c’è spazio fondamentalmente per infradito e sdraio e non certo per gli

ultimi capitoli dei libri di testo che, onestamente, a inizio anno non speravamo di incontrare a questo punto del nostro percorso (d)istruttivo.

Visto che stiamo sollevando questioni, ci sembra il caso di sottolineare che, anche per questo numero il contributo da parte degli studenti è stato minimo e limitato ai soliti grafomani, che ringraziamo e spe-riamo non si offendano per l’epiteto che li fa appa-rire come degli squilibrati. Soprattutto, è inquietan-te constatare come questo giornalino continui ad accumulare premi su premi e venga contemporane-amente e totalmente snobbato dai suoi stessi

(presunti) lettori!

Non ci aspettiamo partecipazione di massa, folle accalca-te fuori dalla reda-zione o caselle di posta intasate dall’afflusso di arti-coli, ma neanche questa desolazione!

Ad ogni modo, aven-do omaggiato prima i maniaci delle lette-re, approfittiamo per ringraziare calda-mente coloro che si sono sobbarcati l’onere di fascicolare questo giornalino ad ogni sua edizione e auguriamo una buo-na estate a tutti.

Attenti alle meduse!

Vi ricordiamo che per qualsiasi dubbio o informazione potete contattarci alla e-mail del giornalino

[email protected]

Vi auguriamo una buona lettura

Elisabetta, Miriam, Giulia

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Rasoio di Ockham

Editoriale

“ I mesi della sofferenza sono ormai alle spalle e questo è il momento dell’ultimo editoriale dell’anno” [cit. F. D. Roosvelt]

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NUOVO LICEO: OLTRE OGNI LOGICA DI PARTENUOVO LICEO: OLTRE OGNI LOGICA DI PARTENUOVO LICEO: OLTRE OGNI LOGICA DI PARTENUOVO LICEO: OLTRE OGNI LOGICA DI PARTE

Si sono succedute in questi giorni sulla stampa lo-cale una serie di prese di posizione e dichiarazioni sulla progettazione del nuovo Liceo “Primo Levi” di Montebelluna e, in generale, sulla organizzazione del sistema scolastico nel Montebellunese.

Prese di posizione del Dirigente scolastico dell’Istituto, che, dati alla mano ed esperienza di impegno quotidiano nella nostra realtà scolastica alle spalle, sottolineava la scarsa reale volontà, dimostrata finora dalle forze politiche attualmente al governo della Provincia, di risolvere il problema di carenza di strutture in cui versa l’Istituto Primo Levi e con esso anche altre strutture scolastiche del montebellunese.

Dichiarazioni al limite del piccato da parte del pre-sidente della Provincia che, oltre a vantare meriti non ancora verificabili concretamente, accusava il Preside Pillonetto di essere schierato politicamente e minacciava di invocare addirittura sanzioni disci-plinari contro il preside da parte di Uffici scolastici regionale e provinciale.

Come personale, docente e non-docente, dell’ Isti-tuto di Istruzione Superiore Primo Levi, che da di-versi anni, in varie forme, affianca il Dirigente Sco-lastico in questa lotta per una scuola di qualità, qualità che si raggiunge anche grazie a strutture efficienti e adeguate ai bisogni formativi degli stu-denti, riteniamo del tutto infondate le accuse di “schieramento politico” mossegli dal Presidente della Provincia Muraro. Quanto sostenuto dal pre-side nei suoi interventi resi pubblici dalla stampa è frutto del pensiero, libero da qualsiasi condiziona-mento, e dell’esperienza di persona che si è sem-pre spesa per la scuola pubblica credendo forte-mente nel suo valore formativo, che si è sempre esposta pubblicamente, da quasi 15 anni a questa parte, senza nascondersi dietro sigle di partito, ma cercando il dialogo con le istituzioni e i referenti, anche politici (di qualsiasi parte essi fossero), per una soluzione positiva a problemi sotto gli occhi di tutti.

Problemi che incidono direttamente e pesante-mente anche sulla nostra professionalità di lavora-tori della scuola: non è facile dover fare lezione in aule sovraffollate, non adatte a studenti di scuole superiori (pensiamo al prefabbricato o alla sede di Guarda Alta), e che, oltretutto, non garantiscono i requisiti minimi di sicurezza, anche questo bene primario per utenti e lavoratori; non è facile pro-grammare attività laboratoriali, ormai indispensa-bili per l’efficacia della didattica, quando devi spo-starti da una sede all’altra per raggiungere il labo-ratorio, non è facile gestire attività extracurricolari pomeridiane seguite da molti alunni quando devi “comprimerti” in spazi talora inadeguati. Non è facile, eppure il nostro Liceo è riuscito e riesce a garantire quotidianamente tutto questo con risul-tati apprezzabili, come testimoniato dai dati OCSE-PISA 2006. E se questo è possibile, è soprattutto grazie alla presenza e all’impegno quotidiano del dirigente scolastico che ha sempre profuso tempo e energie per sostenere la didattica, i progetti della scuola e tutte le attività ad essi legate, forte della sua profonda convinzione nel valore insostituibile della formazione per “cittadini in crescita” quali sono gli studenti delle scuole superiori, ben oltre qualsiasi logica di parte.

Montebelluna, 30/05/2011

Seguono 94 firme

Personale docente e non docente I.S.I.S. “Primo Levi” - Montebelluna

Pubblichiamo il documento, sottoscritto da 94 componenti del personale docente e non docente del nostro liceo,

che ha fatto seguito alle polemiche di fine maggio innescate dalle dichiarazioni dell’allora candidato sindaco di

Montebelluna, Marzio Favero sulla situazione scolastica del montebellunese e in particolare sulle prospettive

per la nuova sede del nostro liceo.

Il documento è stato inviato alle redazioni de La tribuna di Treviso e de Il Gazzettino.

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AL VIA IL TRADIZIONALE SPETTACOLO DI AL VIA IL TRADIZIONALE SPETTACOLO DI AL VIA IL TRADIZIONALE SPETTACOLO DI AL VIA IL TRADIZIONALE SPETTACOLO DI

FINE ANNOFINE ANNOFINE ANNOFINE ANNO

Sempre presso l’auditorium della biblioteca Comunale mercoledì 8 e giovedì 9

giugno

Xanadu - Il buio oltre la siepe

Nell’edizione di quest’anno si parlerà della paura.

Paura.

Che cos’è la paura? È tremarella e brividi? È su-dore e preoccupazione?

No! La paura è solo un’illusione. Finché non ti alzi e diventi padrone del tuo essere e più gran-de della paura, ne resterai schiavo per tutta la vita. Non importa dove vai o con chi sei, essa sarà sempre con te, non c’è luogo dove nascon-derla.

VOI DI CHE COSA AVETE PAURA?

DI UN SUONO INASPETTATO?

DEL BUIO?

DEI FANTASMI FORSE?

DELLA MORTE?

O DELLA PAURA STESSA?

Questo spettacolo ci aiuterà a fare chiarezza.

Le interpretazioni della paura sono varie.

Per la psicoanalisi la paura è imputabile alla ri-mozione di contenuti inconsci che manifestano il loro effetto portando l’individuo ad evitare una certa situazione.

Nel comportamentismo, l’origine della paura va ricercata nell’associazione con un’esperienza spiacevole precedentemente provata, rievocata dall’oggetto della paura.

Attualmente, la più moderna psicoterapia co-gnitivo-comportamentale sostiene che il di-sturbo derivi da un cattivo apprendimento che può avvenire per condizionamento classi-co o per apprendimento sociale.

Certo è che la paura è il sentimento umano più vecchio della storia. Prima della scoperta del fuoco gli uomini da soli nelle buie e umide caverne cercavano di non avere paura raccon-tandosi delle storie, di caccia, di amori e an-che di morte.

La paura sembra avere molte cause. Paura della perdita, del fallimento, paura di essere feriti e così via, ma in definitiva ogni paura è la paura che l’ego ha della morte, dell’annullamento. Per l’ego, la morte è sem-pre dietro l’angolo.

Anche in un normale litigio, il bisogno di avere ragione e dimostrare che l’altra persona ha torto è dovuta alla paura della morte. Se per caso abbiamo torto, il nostro senso del sé ba-sato sulla mente viene seriamente minacciato di annullamento. Avere torto significa morire. Per questo si sono rotti innumerevoli rapporti personali.

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Possiamo accettare di essere vittime di queste paure e negarci la soddisfazione dell’amore, del-le amicizie e delle ambizioni che ci cambiano la vita, oppure decidere di affrontarle per capirle e per tentare di sconfiggerle. I libri che verranno presentati in questo spettacolo ci aiuteranno in questo percorso.

Vi aspettiamo numerosi anche alla replica serale di mercoledì 8 giugno alle ore 20.30.

La Comunità di Lettori Ostinati

Ci siamo interrogati nei primi incontri sulle nostre paure. Ci siamo resi conto che la paura si manife-sta sotto molte forme.

Abbiamo paura del dolore, di perdere le persone care e di rimanere soli.

Soffriamo della paura di amare, di legarsi a qualcu-no e poi magari di rimanere soli.

Paura del futuro, di non riuscire a realizzare i pro-pri sogni.

Paura di non essere all’altezza delle aspettative, soprattutto quelle dei nostri genitori, di deluderli.

Paura di essere giudicati, soprattutto dai nostri compagni e di non essere capiti.

Paura di una malattia seria e di non riuscire a tor-nare alla normalità fisica.

Perfino le paure quotidiane come quella di lasciare acceso il gas, o di arrivare in ritardo a scuola.

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Mercoledì 23 e giovedì 24 marzo, nell’auditorium della Biblioteca Co-munale di Montebelluna, ha avuto luogo una conferenza tenuta dal prof. Luca Bravi dell’Università Tele-matica di Chieti su un tema alquan-to particolare e poco conosciuto: la persecuzione del popolo Rom du-rante il nazismo ed il fascismo. Ma per capire il motivo per cui que-sto popolo fu ingiustamente stermi-nato bisogna ripercorrere la sua storia, in un viaggio che inizia nel 1000 d.C.: intorno a questa data, infatti, i popoli Rom decisero di spo-starsi dalla loro terra originaria, l’India del Nord, alla ricerca di nuovi luoghi in cui stanziarsi; nel loro pe-regrinare hanno inevitabilmente accumulato un bagaglio di costumi e tradizioni molto ricco e vario, uni-co al mondo, che conservano ancor oggi. Arrivato in Europa, il gruppo si divise: coloro che si fermarono nelle regioni orientali vennero denomina-ti “Rom”; quelli che, invece, prose-guirono verso il Nord Europa e il Nord Italia vennero chiamati “Sinti”; quelli che, ancora, si spinsero fino in Spagna “Zigani”. È anche per questo motivo che queste popolazioni sono state definite “un mondo di mondi”. È quindi da quasi settecento anni che Europei autoctoni e popolazioni Rom condividono la stessa terra, la stessa storia e le stesse tragedie. Nei confronti dei cosiddetti “zingari” (come sono sempre stati chiamati dalla cultura maggiorita-ria), infatti, si crearono nel tempo gli stessi stereotipi che caratterizza-rono gli Ebrei: il regime nazista di Hitler non fece altro che farsi porta-

tore dei sentimenti negativi del popolo tedesco. In primo luogo, incaricò lo psichiatra infantile Ro-bert Ritter di condurre studi scientifici sui popoli Rom per veri-ficare per quale motivo queste popolazioni, nonostante l’origine ariana, avessero perso la “purezza della razza”. Lo “scienziato” allora rese pubblico che due erano i fat-tori ereditari (e quindi non elimi-nabili) che rendevano gli zingari inferiori: l’istinto al nomadismo e l’asocialità. Su queste “verità scientifiche” il nazismo baserà la sua azione distruttrice: in un de-creto del 6 giugno 1936, detto contro la piaga zingara, si decide-va l’obbligo di stabilizzazione in luoghi preposti, i campi di sosta forzata riservati ai Rom; fu così che il 16 luglio nacque il primo campo, quello di Berlino Mar-zahn. Dal 1936 al 1938 le condi-zioni igieniche in questi luoghi peggiorarono, ma, nonostante i numerosi casi di malattie conta-giose, l’Ufficio Igiene comunicò che “gravi perdite di vite umane nella zona di confine ci preoccu-pano solo in quanto minaccia alla popolazione non zingara”. L’8 di-cembre 1938 Heinrich Himmler, capo delle SS, emanò un decreto con il quale stabiliva per legge che la piaga zingara, per le conoscen-ze acquisite grazie alle ricerche di biologia razziale, doveva essere considerata una questione di raz-za. 8 giorni dopo tutti gli zingari, Rom e Sinti, furono internati ad Auschwitz-Birkenau: da questo momento la storia (fino ad ora

parallela) di zingari ed Ebrei si unirà. Il settore in cui stavano i Rom, infatti, era adiacente a quello riservato agli ebrei maschi e perciò si crearono forme di aiuto e di amicizia fino a prima inimmaginabili. Di questi anni si possiedono anche alcune testimonianze di Rom soprav-vissuti, tra le quali particolarmente rilevante è quella di Otto Rosemberg, sinto tedesco nato nel 1927 nella Prussia orientale: dal suo libro “La lente focale” (2002) si è potuto ap-prendere che il settore BIIe, quello degli zingari, essendo l’unico visitato dalla Croce Rossa, presentava condi-zioni di vita meno dure rispetto alle altre parti del campo. Ma anche qui non mancavano scene vergognose, come i campi gioco per bambini die-tro ai quali c’erano montagne di mor-ti accatastati l’uno sull’altro; i Rom, inoltre, erano le cavie preferite del “dottor” Joseph Mengele. Il tempo, comunque, passava e gli zingari rima-nevano sempre lì. Così Himmler deci-se che era giunto il momento della liquidazione totale della popolazione Rom: nel maggio 1944 le SS entraro-no nel campo, ma gli zingari oppose-ro la più grande forma di resistenza mai verificatasi in un campo di ster-minio e riuscirono a cacciare le SS. Himmler, tuttavia, non si rassegnò e, dopo aver fatto trasportare altrove tutti i Rom ancora abili al lavoro, la notte del 2 agosto fece sterminare tutti gli altri 20.000 zingari che rima-nevano: tutti in una notte! Questo sterminio di massa è stato definito dai Rom colti “porrajmos” (cioè “grande divoramento”).

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A questo punto è interessante no-tare come gli autori del porrajmos NON siano stati condannati: il dot-tor Robert Ritter, a capo delle ri-cerche scientifiche sulle popolazio-ni zingare, dopo la guerra tornò indisturbato ad esercitare la pro-fessione di psichiatra infantile ed anzi fu lodato dal governo tedesco per la sua profonda conoscenza in fatto di Rom; Adolf Wurth, suo col-laboratore, continuò a lavorare per lo Stato tedesco fino agli anni ’70 e l’assistente Eva Justin venne assol-ta da tutte le accuse; l’unico con-dannato per crimini contro gli zin-gari è stata una guardia semplice. In Italia la situazione per gli zingari non era certo migliore. Anche nel nostro Paese erano presenti nume-rosi campi di concentramento, atti-vi dall’11 settembre 1940, i più im-portanti dei quali a Prignano sulla Secchia (Modena), Agnone (Isernia), Tossicia (Teramo) e Go-

nars (Udine). Nessuno ne sa nulla, tanto che a Prignano sopra il vec-chio campo ora si erge il Municipio (dove nel 2010 è stata posta una targa a memoria dello sterminio dei Rom), ad Agnone il campo è diven-tato una casa di cura per anziani ed a Tossicia si è persa ogni traccia di quel che è successo lì settant’anni fa. Fortunatamente, i testimoni non sono mancati e così Milka Goman ha potuto raccontare la sua espe-rienza ad Agnone, Anita Belinati a Prignano, Mirko Levak e Hugo Hol-lenreimer ad Auschwitz. Nonostante tutto, nella legge del 2000 che istituisce la Giornata della Memoria (27 gennaio) non si men-zionano le popolazioni Rom, che in Italia continuarono e continuano ad essere isolate dal resto della socie-tà; quei pochi che sono riusciti ad integrarsi non rivelano le loro radici rom o sinte e così gli antichi stereo-tipi sugli zingari, nomadi e asociali,

continuano ad esistere. Il mondo dei mondi dei Rom rappresenta la minoranza più presente nell’Unione Europea ed in Italia si dichiarano Rom 150.000 persone (lo 0,2% della popolazione italiana). Forse è arri-vato il momento, sia da parte dello Stato e della società italiani che da parte delle popolazioni Rom, di cambiare: segnali incoraggianti arri-vano dal Consiglio dell’UE e dal mol-te sue istituzioni, ma in Italia poco si sta facendo per risolvere un proble-ma che è ancora presente. Il “razzismo democratico” che si sta attuando in Italia non favorisce l’eliminazione degli stereotipi nei confronti degli zingari e, finché si continuerà a rinchiuderli nei campi nomadi ed essi continueranno a volerci stare, non si arriverà mai ad una risoluzione lungimirante che permetta l’integrazione delle due popolazioni, Italiani e Rom.

Ermes Pozzobon II D

MALATTIE GLOBALIMALATTIE GLOBALIMALATTIE GLOBALIMALATTIE GLOBALI

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Nonostante il processo di globalizzazione vanti sviluppi

di carattere economico e sociale,dall’allargamento del

mosaico culturale e multietnico alla fenomenale capilla-

rità della rete finanziaria che permette lo spostamento

di ingenti capitali,esso favorisce il contatto a livello pla-

netario di malattie di varia natura e il conseguente con-

tagio. Infatti per queste patologie è stato coniato il ter-

mine,nel 1973, “malattie della globalizzazione”. Questa

uniformazione microbica ha avuto origine

già nei secoli precedenti,all’epoca

delle grandi navigazioni,nel mo-

mento in cui nasceva il com-

mercio su vasta scala e le

città si avviavano ad una

economia aperta, che

portava alla transizione

di individui biologici

che fungevano fa vei-

coli trasportatori di

malattie,oltre a quella

relativa a merci di vario

genere. Questo è il caso

dell’endemia di pe-

ste,riscontrata a partire dal

XIV secolo,e della sifili-

de,infezione derivata dai rapporti

sessuali con le donne amerin-

die,intrattenuti dai conquistadores spagnoli.

Non è però una realtà così lontana dalla nostra. Dopo

l’epidemia del vaiolo,debellata completamente solo

nel 1979 (infatti gli ultimi ceppi sono conservati presso

due laboratori,uno statunitense e l’altro russo), lo scop-

pio di una ugualmente preoccupante patologia nel 1981

ha preso il suo posto,mettendo in crisi i buoni propositi

e i progetti ottimistici che gli scienziati riservavano per il

2000. L’ AIDS,o sindrome da immunodeficienza acquisi-

ta,è infatti derivante da un virus che ha come cellule

bersaglio quelle del sistema immunitario,fondamentali

per la risposta a diversi tipi di agenti patogeni. Ne conse-

gue quindi l’aumento del rischio di contrarre infezioni e

malattie,anche letali. Uno degli aspetti più allarmanti

riguarda la sua latenza,cioè l’assenza di sintomi veri

e propri per un arco di tempo che va dalle 4-6 setti-

mane ai 6 mesi,in cui l’individuo infetto può avviare

un contagio. E’ sufficiente uno scambio di fluidi cor-

porei come quelli di natura sessuale o sanguigni.

L’AIDS comunque non è la sola delle cosiddette

“malattie della globalizzazione”. Anche l’epatite cro-

nica,di tipo B o C,rientra in questa categori-

a,mietendo,secondo i dati della statisti-

ca, un milione di vittime ogni an-

no. Sono stati riscontrati inol-

tre casi di miasi

(deposizione sottocuta-

nea di uova di mo-

sca),larva migrans

(penetrazione sotto-

cutanea di larve) e

turga penetrans

(pulce che si infiltra

sotto le unghie dei

piedi,sollevandole tra

spasmi e febbri),tutti

di provenienza esoti-

c a , t r o p i c a l e .

Devono essere anche consi-

derati i tumori originati da virus

cancerogeni,come il retino blasto-

ma (riguardante la retina dell’occhio),che

colpiscono un numero rilevante di individui.

Il problema di questo tipo di malattie è la loro dupli-

ce natura,che spesso rende difficile la scoperta di

una cura decisiva: sono da considerarsi “vecchie”

perché si trasmettono attraverso i contatti tra gli

individui biologici (tra uomo e uomo,animale e uo-

mo,vegetale e animale); ma anche

“nuove”,per l’evoluzione dei morbi e quindi le loro

mutazioni,spesso molto rapide.

Elisabetta Zavarise III B

Rasoio di Ockham

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Rasoio di Ockham

I giorni 15 e 16 aprile 2011, noi studenti di alcune classi del biennio (ID, IIA, IIB) del Liceo Primo Levi di Montebelluna, siamo usciti dalle mura scola-stiche per effettuare un viaggio d’istruzione in Toscana. Il primo giorno, partiti dalla nostra scuola verso le ore 11, abbiamo potuto visitare nel pomeriggio le storiche città di Volterra e San Gimignano, ricche di noti e splendidi monumenti e architetture. Dopo aver pernottato in un hotel a Poggibonsi, il secondo giorno (16 aprile) siamo stati tra i fortunati partecipanti all’inaugurazione del “Sentiero della Costituzione” a Barbiana, se-de della scuola di Don Lorenzo Milani. Questo presbitero ed educatore italiano, nato nel 1923 e morto nel 1967, è stato una figura controversa della Chiesa cattolica negli anni cinquanta e ses-santa ed oggi è ricordato per il suo impegno civi-le nell'educazione dei poveri. Questo progetto sulle leggi della Costituzione italiana, sorto in occasione dell’anniversario dei 150 anni dell’unità d’Italia, è stato pensato e promosso dalla Fondazione Don Lorenzo Milani, dal comu-ne di Vicchio e dall’Istituzione culturale Don Lo-renzo Milani. La mattina, siamo giunti ai piedi della montagna da cui ha inizio il percorso di 44 bacheche con gli articoli della Costituzione illu-strati dai disegni di ragazzi di alcune scuole italia-ne che per l'occasione hanno collaborato al pro-getto. Dopo aver cantato l’inno di Mameli, noi studenti, assieme alle tante altre persone pre-senti, abbiamo iniziato la camminata lungo il sen-tiero che era lo stesso che aveva fatto Don Milani nel suo primo giorno a Barbiana. Don Milani, che non era nato cristiano ma vi si era convertito all’età di 20 anni e che, poco dopo la conversio-ne, era entrato in seminario, si era da subito scontrato con la mentalità della Chiesa e della

curia: egli non riusciva a comprendere le ragioni di certe regole e prudenze che ai suoi occhi erano lontanissime da quanto diceva il Vangelo. Ed infat-ti, è proprio a causa di alcuni screzi con la curia di Firenze, che egli fu mandato a Barbiana, dove ini-ziò una scuola a tempo pieno rivolta soprattutto alle classi popolari. Lungo il cammino, abbiamo potuto notare l’art. 43 illustrato da una classe del nostro Liceo che non era venuta in gita; giungendo poi nei pressi della scuola, dove abbiamo osserva-to alle bacheche da noi illustrate dell’art. 51 e dell’art. 52. A questo punto, sono intervenuti, as-sieme ad altri, il Presidente della Fondazione Don Milani, Michele Gesualdi, e il Presidente della Cor-te Costituzionale, Ugo De Siervo, che hanno ricor-dato l’importanza che aveva la Costituzione per Don Milani e che deve avere al giorno d’oggi per noi tutti come punto di riferimento. Non poteva mancare nei loro discorsi, la nota all’opera fonda-mentale della scuola di Barbiana, “Lettera a una professoressa”, in cui i ragazzi della scuola denun-ciavano il sistema scolastico che favoriva l’istruzione delle classi più ricche. Abbiamo visitato internamente la scuola e potuto osservare tutti gli strumenti usati dagli allievi; inoltre, la scritta in rosso “I CARE” ci ha ricordato quello che era il motto di Don Milani, cioè “m’importa, ho a cuo-re…” (in contrapposizione al “me ne frego” fasci-sta). Infine siamo andati a vedere il piccolo cimite-ro, poco lontano dalla scuola, dove è stato sepolto anche Don Milani, dopo essere morto nel 1967 a causa di una malattia. Dopo aver mangiato qual-cosa, siamo scesi per prendere la corriera alla vol-ta della cittadina di Scarperia, dove abbiamo visto alcuni monumenti del luogo. Infine, abbiamo ri-preso la corriera per tornare a casa, stanchi ma contenti.

Giulia Bonetto II B

LA GITA A BARBIANA E SCARPERIALA GITA A BARBIANA E SCARPERIALA GITA A BARBIANA E SCARPERIALA GITA A BARBIANA E SCARPERIA

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Rasoio di Ockham

“Sa quando è stato costruito l'ultimo reattore in America? Nel 1979, trent'anni fa! E sa quanto conta il nucleare nella produzione energetica francese? Circa il 20 per cento. Ma i costi altissimi dei loro 59 re-attori sono stati sostenuti di fatto dal governo, dallo Stato, per mantenere l'arsenale atomico. Ricordia-moci che per costruire una centrale nucleare occorrono 8-10 anni di lavoro, e che la tecnologia propo-sta si basa su un combustibile, l'uranio appunto, di durata limitata. Poi resta, in tutto il mondo, il pro-blema delle scorie. Non esiste un nucleare sicuro. O a bassa produzione di scorie. Esiste un calcolo del-le probabilità, per cui ogni cento anni un incidente nucleare è possibile: e questo evidentemente au-menta con il numero delle centrali. Si può parlare, semmai, di un nucleare innovativo". Così Carlo Rub-bia, fisico e premio Nobel nel 1984, in un’intervista rilasciata a La Repubblica, si esprime sulla questione nucleare. Leggendo le sue affermazioni, si possono cogliere i principali problemi in cui, affrontando il tema nucleare, è inevitabile imbattersi. Da un punto di vista eco- nomico, la programma-zione, la costruzione e poi la costante manu-tenzione delle centrali nucleari presentano un costo piuttosto ele- vato. È infatti vero che, considerando solamente la produ-zione di energia, c’è un risparmio in ter-mini economici ri- spetto ad altre fonti rinnovabili e non; tuttavia, una centra-le nucleare, dato l’elevato rischio che comporta, necessita di maggiori e più nume-rosi interventi di manu- tenzione e sicurezza. Prima la Finlandia e poi il Canada, che producono buona parte dell’energia richiesta dal loro fabbiso-gno nazionale a partire dall’uranio, hanno dichiara-to che effettivamente i costi necessari per una centrale nucleare si sono dimostrati tre vol- te superiori rispetto alle previsio-ni! Il secondo problema è rappresentato dai tempi di costruzione, lunghi ed onerosi: si tratta infatti di cir-ca dieci anni. Tuttavia, in un decennio il mondo cambia, si evolve, le tecnologie migliorano e gli stan-dard di sicurezza richiesti naturalmente aumentano. Una centrale considerata “sicura” oggi potrebbe quindi essere assai pericolosa nel 2020. Il terzo problema con cui bisogna necessariamente confrontarsi è quello relativo al combustibile utiliz-zato per produrre energia, vale a dire l’uranio. L’uranio è una fonte di energia non rinnovabile, ovvero è destinato ad esaurirsi entro un periodo stimato dai 46 ad un massimo di 78 anni (se si considerano anche le riserve militari, il periodo si dilata dai 55 agli 85 anni): ciò significa che nel 2100 non sarà più possibile vedere una centrale che si serva dell’uranio per produrre energia. Inoltre, come insegna la dura legge del mercato, se un prodotto non è disponibile in grande quantità, il suo costo aumenta, e a deciderlo saranno gli Stati che hanno più giacimenti d’uranio.

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Ma immaginiamo un mondo utopistico in cui il denaro non sia un problema, i tempi siano molto più brevi e l’uranio si trovi in abbondanza. Resta il problema di ciò che l’uranio inevitabilmente produce assieme all’energia, cioè le cosiddette “scorie radioattive”, materiale di scarto molto nocivo sia per l’uomo che per l’ambiente. Dal momento che le scorie non possono smaltirsi ed anzi sono destinate a rimanere presenti nell’ambiente per millenni, quali soluzioni sono state trovate a riguardo dalle na-zioni che hanno centrali nucleari? Non considerando tutte quelle “illegali” (rilascio in mare, presso luoghi sperduti, ecc.) si è pensato di nasconderle sottoterra con la speranza che da lì non siano causa di problemi per l’umanità. Ma anche in questo caso, come sostiene Rubbia, “Ci liberiamo di un pro-blema passandolo in eredità alle generazioni future, perché queste scorie saranno attive per millenni. A mio parere queste scorie rappresentano delle bombe ritardate. Le nascondiamo pensando che non ci saremo per risponderne personalmente.” A queste quattro problematiche bisogna aggiungerne una che riguarda il nostro Paese, l’Italia. Come pensiamo, infatti, di riuscire a gestire delle centrali nucleari e tutte le scorie radioattive che esse pro-ducono se non siamo nemmeno in grado di smaltire i rifiuti “ordinari” che produciamo nelle nostre case, dai quali, tra l’altro, potrebbe essere ricavata una considerevole quantità di energia? Come pen-siamo di costruire le centrali, se alla prima scossa che muove la terra crolla un’intera città? Fatte queste considerazioni, il recente catastrofico “incidente” di Fukushima ha riportato sotto gli oc-chi di tutti un problema mondiale. Possibile che servisse proprio un disastro di tali dimensioni per far comprendere a molti la pericolosità del nucleare ed indurre il Governo italiano ad indire una morato-ria sulla costruzione di nuove centrali? È sì vero che il progresso dell’umanità è sempre avvenuto an-che a scapito di ingenti perdite umane e gravi disastri ambientali, ma fino a che punto si può spingere l’uomo? Vale veramente la pena correre un rischio tanto alto per soddisfare le nostre (troppo) eleva-te richieste energetiche? Nonostante gli esperti continuino a proclamare la sicurezza delle centrali, l’uomo è e sarà sempre impotente di fronte alle forze della natura. Forse bisognerebbe ripensare a quel che diceva Albert Einstein in proposito: «Non esiste il benché minimo indizio che faccia pensare che l'energia nucleare diverrà mai accessibile, perché questo comporterebbe essere in grado di scin-dere l'atomo a comando.»

Ermes Pozzobon IID

Rasoio di Ockham

Le nostre rubriche

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Rasoio di Ockham

Film: Black Swan

Anno: 2010 (USA)

Regia: Darren Aronofsky

Attori: Natalie Portman, Vincent Cassel, Mila Kunis, Winona Ryder, Barbara Hershey, Kristina Ana-pau, Benjamin Millepied, Ksenia Solo, Janet Montgomery.

Genere: Drammatico, Thriller

Presentato in anteprima assoluta come film d’apertura alla Mostra del Cinema di Venezia 2010, si tratta del quinto lungometraggio diretto da Darren Aronofsky.

Chi ha avuto modo di entrare in contatto con le sue opere sa già che introspezione, psicosi e tormen-to sono le sfumature più ricorrenti nell’eccentrico canovaccio espressivo del cineasta newyorchese; così come avrà notato una certa semplicità e linearità espositiva sul piano più convenzionale e super-ficiale delle sceneggiature, oltremodo intricate e controverse nella loro martellante ricerca di signifi-cati più reconditi.

Non è da meno quest’ultima fatica registica che, da frammenti lontanamente rielaborati de “Il lago dei cigni” di Ciajkovskij, trae spunto per l’ennesimo viaggio dantesco fra le pieghe più oscure e con-torte del precario equilibrio identitario ed esistenziale, diventando metarappresentazione del ballet-to stesso nella vita della giovane danzatrice protagonista.

Nina è una giovane ragazza la cui unica ragione di vita è rappresentata dalla danza e dalla ricerca del-la perfezione professionale. L’occasione per la ballerina di crescere artisticamente e imporre il suo nome nel mondo del balletto, arriva quando Thomas Leroy, il direttore artistico di un’importante compagnia newyorkese, decide di sostituire la sua prima ballerina con Nina per la prima stagionale de “Il lago dei Cigni“. La nuova interprete è un cigno bianco praticamente perfetto, ma la sua eccessi-va morigeratezza le impedisce di abbandonarsi completamente alla forza oscura del cigno nero, un ruolo al quale la collega Lily, più inesperta, ma sensuale, riesce ad avvicinarsi con maggior disinvoltura, minacciando così la posizione di Nina all’interno della rappresentazione. Davanti a questa minaccia la protagonista inizierà un viaggio alla ricerca del suo lato oscuro.

Darren Arofonsky applica la tecnica artigianale usata con successo in “The Wrestler” al rarefatto universo del balletto classico, esplorando le nevrosi e lo psicodramma sessuale di una ballerina sospesa tra trionfo e fallimento. Natalie Portman, nel non facile ruolo della protagonista, si impegna a fondo, e per lo spettatore la questione è quanto si è disposti a seguire il film nella sua lenta discesa verso la distruzione per amore dell’arte.

In Black Swan, non una, ma due ballerine sottoscrivono l’idea che per l’arte è lecito spingersi fino al sacrificio estremo. E questo può far pensa-re che lo stesso Aronofsky sia dello stesso avviso.

All’opposto qualcuno ricorderò la famosa battuta di Hitchcock a un’attrice che si preoccupava molto per la sua interpretazione: “Ingrid, è solo un film”. Probabilmente la verità sta nel mezzo, ma Aronofsky ha confermato di essere un regista serio, impegnato nell’esplorazione dei limiti.

Giulia Zilio III B

Cinema

Rasoio di Ockham

TITOLO: Hunger Games

AUTORE: Suzanne Collins

CASA EDITRICE: Mondadori

“Sprofondo in un incubo dal quale mi risveglio

ripetutamente solo per trovare ad attendermi un

terrore più grande. Tutte le cose che temo di più

si manifestano in dettagli talmente vividi da to-

gliermi ogni dubbio sulla loro realtà. Ogni volta

che mi risveglio, penso finalmente è finita, ma

non è mai così. E’ solo l’inizio di una nuova fase

della tortura.”

Un reality show imposto dall’alto, da un governo centrale che controlla in maniera dispotica 12 distretti, e nessuno può sottrarsi. Anzi, bisogna festeggiarlo con entusiasmo. Ogni anno vengono sorteggiati in diretta TV due “tributi” per distret-to: gli hunger games hanno inizio! 24 ragazzi che dovranno scontrarsi fino alla morte, come anti-chi gladiatori e solo uno alla fine vincerà. La lotta può durare giorni, settimane … Katniss Everdeen è una di questi ragazzi e ce la metterà tutta per sopravvivere, per tornare a casa nel suo povero distretto dalla madre e dalla sorella e per dimo-strare a Capital City che lei non è solo una loro pedina.

Il romanzo ha riscosso subito un grande succes-so in America e, solo da poco, anche in Italia. Una storia avvincente che può essere paragona-to solo ai tremendi “L’uomo in fuga” e “La lunga marcia” di Stephen King.

Miriam De Martin III B

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Libri

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Ragazzi, vi consiglio di prendervi un’agenda e di cominciare ad annotarvi un po’ di date perché fra tutti gli artisti che stanno per fare uscire un nuovo album o che stanno per esibirsi nella nostra zona, ci sarà sicuramente qualcuno che valga la pena di ascol-tare!

CONCERTI:

I Beady Eye, la reincarnazione degli Oasis senza Noel, suoneranno il 9 giugno all’Heineken Jammin Festival a Parco Giuliano (Mestre).

I Coldplay, amatissima alternative rock band britannica, si esibiranno il 9 giugno sempre sul palco dell’Heineken Jammin Festi-val a Parco Giuliano (Mestre).

I Negramaro, la band salentina, suoneranno il 10 giugno all’Heineken Jammin Festival a Parco Giuliano (Mestre).

Vasco Rossi, che dopo tanto successo e una pausa è pronto per tornare a calcare i palchi, suonerà invece l’11 giugno come ultima esibizione dell’Heineken Jammin Festival a Parco Giuliano (Mestre).

Zucchero, ormai diventato un esportatore doc della musica italiana, si esibirà per ben cinque giornate di seguito all’Arena di Verona il 2, 3, 4, 6, 7 giugno.

I Korn aggiungono una nuova data al loro tour italiano il prossimo 28 giugno all'Anfiteatro Camerini di Piazzola sul Brenta.

I Deep Purple tornano in Italia, accompagnati da un’orchestra, il 18 luglio all’Arena di Verona.

Sting e l’Orchestra Sinfonica di Venezia saranno in concerto in Piazza San Marco il 29 luglio.

ALBUM IN USCITA:

è uscito il 29 marzo il nuovo album “S.C.O.T.C.H.” di Daniele Silvestri. Quindici tracce più una bonus track e tante collaborazio-ni: la più insolita con Andrea Camilleri.

Per aiutare le vittime del terremoto e dello tsunami in Giappone, oltre 30 dei più grandi nomi della musica contemporanea hanno unito le forze per l’uscita mondiale di Songs For Japan, straordinaria compilation contenente 38 hit e classici.

È uscito il 22 marzo il nuovo album di Noemi “RossoNoemi” che contiene anche il brano “Vuoto a perdere” scritto per lei da Vasco Rossi e Gaetano Curreri.

I Green Day pubblicano il loro nuovo lavoro in studio. Da oggi, infatti, la rock band multi-platino sarà nei negozi di dischi con l’album live Awesome As Fuck composto da un cd e un dvd.

L’8 marzo ha segnato il ritorno della cantante canadese Avril Lavigne con la pubblicazione del suo quarto album “Goodbye

Lullaby” anticipato dalla hit “What The Hell”. In quest’album, Avril, come al solito ha spaziato tra ballad romantiche e malinco-niche e pezzi un po’ più ritmati, divertenti. Quasi tutte le tracce riflettono tematiche della sua vita personale.

Dalla scuola di Amici alle classifiche di vendita. Francesca Nicolì, così come i suoi compagni Virginio e Annalisa, ha pubblicato il suo debut album. L’EP è uscito ieri con il titolo di “Kekka” e contiene sette brani di cui sei inediti e la cover del brano di Cateri-na Caselli “Sono bugiarda”.

Per celebrare i 150 anni dell’Unità d’Italia è stato pensato il cofanetto “1861 ~ 2011 Viva l’Italia La musica della nostra storia” pubblicato dalla Rhino. Al suo interno si possono trovare le canzoni che meglio rappresentano storicamente la musica italiana.

È uscito il 12 aprile il nuovo album dei Foo Fighters “Wasting Light”. Un lavoro che conterrà 11 brani inediti. l’album, il settimo per la band, è stato registrato interamente su nastro analogico nel garage della casa di Grohl a San Fernando Valley, in Califor-nia. L’approccio senza computer, da ritorno alle origini, è sfociato nel lavoro più valido e coerente della band in oltre 15 anni di carriera.

E’ uscito il nuovo album, dal titolo “Il sogno eretico” del cantautore e rapper pugliese Caparezza. Un disco che fotografa anche il totale disinteresse della “vecchia” classe politica italiana nei confronti dei giovani e del loro futuro.

Gli Evanescence sono pronti a lanciare un nuovo album nel 2011. Alcune anticipazioni rilasciate dal batterista Will Hunt hanno preannunciato un disco ricco di sorprese e interessanti novità. Gli Evanescence avevano già annunciato di trovarsi in studio registrazione per il terzo album. Non resta che rimanere in attesa del nuovo album degli Evanescence, la cui uscita è prevista per la metà del 2011.

Alessandra Gonnella V A Ginnasio

Eventi: nuovi album in uscita, concerti in zonaEventi: nuovi album in uscita, concerti in zonaEventi: nuovi album in uscita, concerti in zonaEventi: nuovi album in uscita, concerti in zona

Rasoio di Ockham

Musica

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Cheese Cake Pan di stelle

Molto facile da fare, essendo una ricetta a freddo. INGREDIENTI

per la base: 400 gr biscotti tipo pan di stelle 100 gr burro per la crema: 600 gr formaggio tipo Philadelphia (va bene anche il light) 150 gr zucchero 100 gr cioccolata fondente tritata 200 ml panna montata vaniglia 4 biscotti pan di stelle per la decorazione e poca cioccolata tritata extra.

PREPARAZIONE:

Per la base tritate i biscotti.

Mescolateli con il burro fuso e stendeteli sulla base di una teglia su cui prima avrete messo della carta for-no (tagliatela a cerchio preciso per la base).

Premete bene e mettete in frigo per mezz'ora.

Montate la panna non troppo soda e tenetela da parte.

Mescolate il formaggio con lo zucchero, la cioccolata, la vaniglia e infine la panna.

Versate la crema sui biscotti e mettete in frigo per al-meno 3 ore.

Prima di servire sformate il dolce, guarnite con cioccola-ta tritata e biscotti sbriciolati.

Alessandra Gonnella V A ginnasio

Oltre che sui libri siamo bravi anche ai fornelliOltre che sui libri siamo bravi anche ai fornelliOltre che sui libri siamo bravi anche ai fornelliOltre che sui libri siamo bravi anche ai fornelli

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Cucina

Ridere ridere ridere ancora…!

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Ognuno ha bisogno di una moglie al suo fianco perché c’è una caterva di cose che vanno male e per le quali non si può dare colpa al governo.

Jacob M. Braude

No, non sono in sovrappeso, è che ho diciotto centimetri in meno di altez-za.

Shelley Winters

CAMERIERE: Abbiamo praticamente di tutto sul nostro menu.

CLIENTE: Vedo. Adesso me ne può portare uno pulito?

Jacob M. Braude

Il Paradiso lo preferisco per il clima, l’Inferno per la compagnia.

Mark Twain

Robin Hood rubava ai ricchi per dare ai poveri, poi rubava ai poveri per dare ai ricchi, infine ai ricchi e poveri per dare ai matia bazar.

Anatolj Balasz

Il mondo ha sempre riso delle proprie tragedie ed è questo l’unico modo in cui è riuscito a sopportarle; di conseguenza tutto ciò che il mondo ha trattato in maniera seria appartiene al lato comico delle cose.

Oscar Wilde

Mi avevano detto che lei adorava la Jacuzzi, sapete quelle vasche con le bollicine, gli idromassaggi… allora ho sparso la voce che ce l’avevo. Ma non era vero. Però con questa scusa sono riuscito a invitarla a casa mia. Io speravo che fosse una scusa anche per lei. Invece no. Era venuta col costume da bagno, voleva proprio la Jacuzzi. Allora ho messo due dozzine di Alka Seltzer nella vasca da bagno. Una figura di merda!

Claudio Bisio

Una volta ho fatto l’amore per un’ora e quindici se-cindi filati. ma era quando abbiamo spostato gli oro-logi per l’ora legale.

Paolo Limiti

Non so ripararmi la macchina, anche se ho interpre-tato dei personaggi che lo sanno fare.

Kevin Costner

“Anche le formiche ne l loro piccolo s’incazzano”

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Oroscopo Top-Astri

Oroscopo di giugno 2011:

ARIETE Mercurio passa in Gemelli, transito ideale per il lavoro e le finanze, allargatevi nella vostra attività, guadagnerete di più. Luna è diventata passionale,

questa sera perdetevi in un interminabile ab-braccio.

TORO Mercurio passa nel settore del patrimonio, un favore non da poco visto che siete ancora alle prese con questioni immobilia-ri. Intensi contatti sociali. Non pensate solo al lavoro, gli amici

vi aspettano allegri.

GEMELLI Mercurio arriva nel segno e vi mette naturalmente subito in movimento, combinazioni e incontri fortunati durante i viaggi. Guardate con ottimismo

al vostro futuro professionale e sentimentale. Figli in arrivo.

CANCRO

Luna è diventata bella, libe-rate i sentimenti e le emozio-ni chiude in fondo al cuore. Transito positivo se dovete fare miglioramenti in casa,

diplomazia invece nei rapporti di lavoro. Du-rante un viaggio, passione.

LEONE Sarà fortunato il nuovo in-flusso di Mercurio, che assi-sterà a lungo le imprese pra-tiche, ma oggi siete contra-stati da Venere, evitate ritmi

troppo serrati. Tensione improvvisa in fami-glia, rapporti con le donne.

VERGINE Non è il momento di rivelare i progetti in fase di elabora-zione, trattate in segreto, Mercurio non sarà affidabile per qualche giorno. Ma la

bella stagione non è affatto finita, le amicizie vi riscaldano.

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Rasoio di Ockham

BILANCIA Insieme all’amore, aspet-tando l’amore, verso l’amore... Le stelle che inci-dono sulla vita sentimenta-le parlano al vostro cuore,

creano una situazione anche molto ecci-tante. Conquiste. Non fissatevi sul lavoro.

SCORPIONE Vi assomiglia molto, Luna in Gemelli, non si ferma davanti a niente. Se avete deciso di arrivare ed una persona, un traguardo, voi

ci arriverete. Tutto va fatto con leggerezza, senza esaurire forze fisiche.

SAGITTARIO Inizia una danza d’amore molto vivace, anche diver-tente, ma cercate di non di-ventare troppo possessivi o gelosi. Non dovete nemme-

no provocare la gelosia degli altri. Collabo-razioni agitate, non insistete troppo.

CAPRICORNO Luna perde il carattere pas-sionale ma diventa interes-sante per il lavoro o la profes-sione, studio; presto anche per gli affari. Ci sono impor-

tanti lavori in casa, eventi famiglia, che chie-dono attenzione.

ACQUARIO Positivi segnali nel campo pratico. Se vi è possibile anti-cipate un colloquio, una ini-ziativa. Luna si trova nel pun-to più bello del vostro orosco-

po, insieme al bellissimo Giove porta qualcosa di dolce in amore.

PESCI Capitani coraggiosi, voi riusci-te a navigare anche con Luna negativa, ma perché insistere oggi quando Lunedì sarà

un’altra Luna, straordinaria per gli affari? Ri-lassatevi, possibilmente lontano dalle donne di casa.

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CANNONIERI

“Punto di cosa? Metti un aggettivo! Meridionale! Sennò è punto croce! Battutaccia!” “Mio figlio! Che vuol dire? Capisco, è sangue del mio sangue,piume delle mie piume, avrebbe detto Paperon De

Paperoni!” “Sono veramente stanco, per amor della didattica cercherò di raschiare il fondo del barile..Mi sono dato del barile

da solo!”

“Ditemi che la musica non vi emoziona e vi caccerò da quella porta come servi infedeli!” “Mi inquino,come dice Pumba nel Re Leone.”

“Dentro l’Europa l’Italiuzza è una caccola pelosa.” “Queste prove di evacuazione già producono in me l’effetto suggerito dal nome...”

“...è una questione che mi fa incazzare come un ippopotamo con l’ernia!” “Principio sta prima,altrimenti sarebbe secondipio…l’ho inventata ora!”

“Datemi una donna bella finchè volete ma capra, io non la tocco neanche con una pertica!” “Puoi stare ferma con quei piedini? Una deve pedalare mentre spiego…”

“Se uno ha il talento musicale non potete farlo studiare legge, altrimenti diventa un avvocato stonato! Questa non è fredda come battuta, è artica!”

Prof: “Io da Platone sono andato a scuola!” Alunno :”Non li dimostra!” Prof: ”No, non sono così vecchio… Beh, li porto bene!”

DE SANTI ”…Se voi pensate di crocifiggere una persona... anche se è una cosa che non si dovrebbe fare, ma non si sa mai!”

“La Maddalena è una donna che ha avuto esperienze diciamo (colpo di tosse) di escort… si dice così ora!”

STOCCO ”Gli ossicini interni dell’orecchio sono omologhi delle branchie degli uccelli… Aaah! No! Pesci!”

UMBRIACO Li volete vedere i compiti? Ho fatto un Tour de France (tour de force).

MONICO Socrate aveva capito come vendere fumo alla gente!

ANDOLFATO

alunna: Questa è una canzone di Raffaella Carrà! prof: Guarda che i due Beatles che sono ancora vivi si rivoltano nella tomba.

MARTINI

La tua ignoranza non ti deprime?

Ipse dixitIpse dixitIpse dixitIpse dixit

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Rasoio di Ockham

Frase 7 2 3

Enigmistica del LeviEnigmistica del LeviEnigmistica del LeviEnigmistica del Levi

ORIZZONTALI – 1. Rosso più giallo. – 9. Lo è chi si muove con scioltezza, con disinvoltura. – 13. L’insieme dei petali di un fiore. – 14. Il contrario di affamate. – 16. Lo prende chi se ne va. – 17. Far cadere di sella, disarcionare. – 19. Sud-sud-ovest. – 20. Possiede le tre reti televisive pubbliche. – 21. Il contrario di sporco. – 23. Il cane più grande che ci sia. – 25. Non è né sì né forse. – 26. In mezzo all’urlo. – 27. Sulle auto aretine. – 28. Lo sono gli animali che vivono intorno al Polo Nord. – 30. Lo si dice rispondendo al telefono. – 32. L’unica nazione del sud-est asiatico che non ha sbocchi sul mare. – 33. Compagno di Tizio e di Sempronio. – 35. Così sia. – 37. Ros-so più blu. – 38. Volto, faccia. – 40. All’interno, dentro. – 42. Sugli autobus di Latina... – 43. ...su quelli di Teramo... – 44. ...e su quelli di Agrigento. – 45. Non le viene permesso di spostarsi. – 49. Fiori ornamentali da balcone. – 51. L’articolo di scoiattolo e struzzo. – 52. In un lustro ce ne sono cinque. – 53. Cessione in cambio di denaro. – 54. Adoperate, non più nuove. – 55. Costoso, non a buon prezzo. – 56. Danno prova di grande coraggio.

VERTICALI – 1. Se è buona non altera i suoni. – 2. Viola meno blu. – 3. Rosso più arancione più giallo più verde più azzurro più blu più viola. – 4. Io e te. – 5. Sale dell’acido clorico. – 6. L’articolo di cavallo e dromedario. – 7. Acqua e piante in mezzo al deserto. – 8. Cin-que sta a penta come sei sta ad... – 9. Sta nell’arcobaleno tra il verde ed il blu. – 10. Arancione meno rosso. – 11. Prima dell’oggi e molto prima del domani. – 12. Sulle auto di Enna. – 15. Alt montagn dell’Ital settentrional. – 18. Lo Stato di Zidane e D’Artagnan. – 22. Aggiustano gli orologi. – 24. Teheran ne è la capitale. – 25. Il Santo patrono di Bari. – 29. Invenzioni Senza Valore. – 30. Animata da nobili sentimenti, devota. – 31. Macchioline scure sulla pelle. – 34. Stop ! – 36. Il nome del regista Forman. – 38. Giallo più blu. – 39. Lo è chi viene canonizzato dalla Chiesa. – 41. Malattia “giovanile” della pelle. – 43. Il dieci di Shakespeare. – 45. Verde meno giallo. – 46. Il gatto della Regina Elisabetta. – 47. Sulle targhe di Ancona. – 48. Accompagna il tac negli orologi. – 49. Prefisso usato per ciò che riguarda la Terra. – 50. Aria di Scozia. – 53. La targa dell’auto di Giulietta e Romeo

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La redazione del Giornalino Rasoio di Ockham

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