Racconti d' Amore

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    Elisabetta Modena

    Racconti

    damore

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    Ogni riferimento a cose e persone puramente causale.

    2008 El i s abe t t a Modenafo to by (http://www.sxc.hu)p roge t t o gra f i co : Fra nc e sco T es sa r i n iPubb l ica to pe r Lu lu P res s(Lu lu En te rp r i s es , 26 -28 Hammersmi th Grove , London W6 7BA) .S tampato p res so :

    Pub l icac iones D ig i ta les , S .A .C/ San F lo renc io , 241018 Sev i l l a , Spa in

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    Indice

    Introduzione ............................................................. 7

    A passo di danza.................................................. 11

    Postfazione a A passo di danza........................... 67

    Una storia semplice ........................................... 75

    Uno scatto per amore ...................................... 189

    Miracolo di Natale ........................................... 207

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    Introduzione

    Per come ormai i miei lettori hanno imparato adapprezzarmi, il genere letterario entro cui mi muovoe lavoro la christian fiction.

    Ebbene, si dir, cosa centrano dei raccontidamore discreti, persino sensibili e delicati, conquesto filone narrativo?

    vero che uno di questi, Miracolo di Natale,

    proprio un racconto di christian fiction; ma gli altritre? Un racconto lungo intriso di suspance che,dunque, sconfina nel giallo, una riattualizzazione,seppur libera, di un romanzo di Jane Austen, e unanarrazione decisamente romantica: che rapportopossono avere con la christian fiction?

    Ebbene, stato utile prima di tutto per me pormiquesta domanda. Perch, rispondendomi, mi sono

    resa conto che questi racconti damore sono un mioiniziale approccio narrativo per tornare a scriveredamore in maniera genuina, spontanea, semplice eprofonda al tempo stesso. Per evitare di scriveredamore creando per forza (come oggi va per lamaggiore) personaggi ed ambientazioni in cui lafanno da padrona rapporti superficiali tra lepersone, sesso, violenza, una concezione

    individualista della persona umana.Io voglio riproporre lamore cristiano. Che prima

    di tutto lamore umano secondo la legge naturale. su questo tipo di amore che Dio infonde la graziadel suo Spirito. Questo amore che diventa Amore descritto bene in Miracolo di Natale; ma anche glialtri racconti, seppur ancora in nuce, hanno dentro

    di loro il germe di questo Amore che vuole condurreluomo alle vette delleternit.Sandra ed Enrico, i protagonisti di A passo di

    danza, riescono a far sbocciare in pieno il loroamore dopo essersi a lungo aspettati. Lattesa

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    fondamentale nellamore, come insegna il Canticodei Cantici.

    Rosanna (la protagonista di Una storia semplice)quando conosce Domenico viene a stimolata da unnuovo modo di vedere le cose, come a dire che,quando si ama veramente, si diventa pronti peruna vita pi matura sotto tutti gli aspetti.

    Fosca, in Uno scatto per amore, innamorandosi diMarco impara a fidarsi di lui, assapora la bellezzadi progettare insieme impegni di vita e di lavoro.

    E Cecilia e Luca, i protagonisti di Miracolo di

    Natale, scoprono come lamore umano si realizzi inpienezza quando si abbracciano Cristo e la suaChiesa.

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    A passo di danza

    racconto liberamente ispirato

    a Persuasion di Jane Austen

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    ome prevedevo, sono arrivata sul luogo delritrovo troppo tardi.

    Alzo gli occhi al cielo sconsolata, mentre miaggiusto gli occhiali da sole che mi penzolano sulnaso e mi riordino i capelli che nella foga dellacorsa si sono scompigliati.

    Mio nipote, invece, si divertito un sacco mentreposteggiavamo lauto precedendo sul filo del rasoioun vecchietto che guidava una Ford pulitissima,poi mentre correvamo a rotta di collo sul

    marciapiede zigzagando tra passeggini, innocentipedoni e signore con cane al seguito, ed infinementre arrancavamo esausti qui, per scoprire chegli altri genitori se nerano gi tutti andati via.

    Possibile che nessuno ci abbia aspettato, zia?esclama Tommaso deluso.

    Io vorrei rispondergli che non sono la fatinaazzurra, che se lui fa i capricci per alzarsi e dopo

    estenuanti trattative io e mia sorella lo mettiamo inpiedi alle nove quando la gita con le famiglie dellasua classe organizzata per le nove e trenta ebbene, io non ho la formula magica per mandarloin bagno, vestirlo, fagli fare colazione, il tutto in soliventi minuti. E non ho neppure il dono di guidare asuper-velocit come certi uomini che hanno giadocchiato il posto appena hanno imboccato la via,ci si infilano dentro e, voil, in un minuto hannogi parcheggiato e sono fuori dalla macchina senzaaver versato una goccia di sudore.

    Tesoro, siamo arrivati in ritardo. Sono gipartiti sbuffo sconsolata ed irritata che nessungenitore della classe si sia accorto che noi nonceravamo. Ma cosa la pago a fare la retta scolastica

    della scuola privata se poi nemmeno larappresentante di classe si accorge che manchiamoallappello io e Tommaso? Diamine, lavevo dettoche lo avrei accompagnato! E pensare che

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    Tommaso ci teneva tantissimo a giocare con Luigi,il suo inseparabile amichetto.

    Ammetto che sono troppo condiscendente conTommaso, che avrei dovuto stanarlo dal letto benprima delle nove, ma da quando vive con me e conmia sorella non me la sento proprio di fare la partedella zia cattiva. I genitori di Tommaso, vale a diremia sorella maggiore e suo marito, sono morti unanno fa in un incidente dauto, mentre tornavanoda una gita. Fortuna ha voluto che Tommaso, cheallepoca aveva quattro anni, fosse dalla nonna con

    me e laltra mia sorella. Siamo tre sorelle in tutto.Lincidente ha distrutto per sempre la miafamiglia. Mia mamma, gi vedova, non se l sentitadi assumersi la responsabilit della crescita diTommaso. Soffro gi troppi disturbi, non potreiseguirlo come si merita ha ammesso pi con sstessa che con noi e con i consuoceri. E poi haattaccato la sua solita litania: Vivo da sola con la

    mia magra pensione, ho appena i soldi giusto per ilcibo e le bollette. Perch non ci pensate tu e tuasorella? In fondo vivete gi insieme, siete adulte estipendiate ha articolato con un sorriso stentato.

    I consuoceri sono divorziati, ragion per cuinessuno dei due ha accettato di prendersi cura diTommaso. Perch io e non il mio ex-marito? haprotestato la nonna paterna. No, scusi rivoltoallassistente sociale per laffidamento congiunto iosono tutto il giorno al lavoro, proprio non potreiprendermi cura di mio nipote ha sentenziato ilnonno paterno.

    Cos lassistente sociale ha interpellato lasottoscritta, la zia materna che, fatte due parolecon la sorella minore per poter contare sul suo

    aiuto, ha deciso di accettare larduo compito diallevare il nipote.Manco a dirlo, appena io e mia sorella abbiamo

    accettato, tutti gli altri della famiglia si sono

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    sperticati in elogi ed in un profluvio dirassicurazioni che ci avrebbero sostenuto edaiutato pure loro. Intanto la patata bollente celeravamo presa io e mia sorella.

    Ma non mi piace pensare a Tommaso come unpeso, perci scaccio questi pensieri che mi ronzanoper la testa e mi occupo di mio nipote. Lo fissoincredula: Tommaso ha appena stampato sullafaccia un sorriso a venti denti (quelli che possiede)e tutto giulivo mi indica con la sua manina tozzache sta arrivando Luigi.

    Io guardo speranzosa dalla parte indicata dallamanina. In effetti un bambino con i capelli ribelliscuri sta trotterellando mano nella mano di unpap. Strano, penso, ho sempre visto la nonna conLuigi, adesso finalmente potr conoscere il padre.Magari riesco a convincerlo a consegnarmi Luigiper portarlo a casa nostra perch giochi conTommaso.

    Ci presentiamo mentre i due compagni inizianosubito a fare la lotta tra di loro. Nel tentativo disepararli ci stringiamo le mani:

    Salve, sono Enrico, il pap di Luigi mi salutalui.

    Ed io sono Sandra, la zia dico mentre gli porgola mano.

    S, naturalmente esprime lui con un cennodeciso del capo, come a farmi capire che conoscebenissimo la situazione di Tommaso.

    Io lo squadro, non posso farne a meno. Lacuriosit forte. un belluomo, alto, pi o menosui trentacinque anni, con due occhi puliti e unviso espressivo. Di primo acchito, mi sembrasimpatico, anche se veste piuttosto seriosamente in

    giacca scura, dolcevita e pantaloni di velluto. Vabbche siamo a Marzo e c fresco, ma per la gitaallAllegra Fattoria a festeggiare il compleanno di

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    un compagno di classe, forse non poteva vestirsipi casual, penso io?

    Prendi me, per esempio e per una frazione disecondo immagino come apparir ai suoi occhi una donna di ventisette anni (anche se lui non sala mia et), dallaspetto curato, in un praticoabbigliamento: maglione, jeans e scarpe da tennis.Capelli lunghi raccolti a coda di cavallo; giusto untocco di mascara e rossetto. Niente male, no?

    Allora, se ne sono andati gi tutti? mormoraEnrico dispiaciuto.

    In effetti s dico, ma Enrico mi zittisce presoda un pensiero che gli rabbuia il volto. Tu sai dovesta questa Allegra Fattoria? Perch io proprio nonlo so.

    In effetti nemmeno io so dove si trovi riescoad articolare non appena faccio mente locale.

    Decidiamo di chiamare la segreteria della scuola; sabato, ma contiamo sul fatto che risponder

    qualche suora che circola per le stanze. Inveceniente da fare, il mio cellulare squilla a vuoto.

    Sfiniti per la fatica che entrambi abbiamoscoperto abbiamo fatto inutilmente per arrivarepuntuali sul luogo dellappuntamento ed esasperatiche nessuno ci abbia aspettato per un banalissimoquarto dora, ci rifugiamo nella pasticceria l vicino.Compriamo ai bimbi due immense brioches allacrema, mentre noi cerchiamo di ragionare di frontea due cappuccini.

    Ci facciamo dare la rubrica telefonica dal barista,e scopriamo che esistono ben cinque fattoriedidattiche sotto la dicitura lAllegra Fattoria. Qualesar quella giusta?

    Enrico comincia a telefonare, sembra sia

    normale per lui fare telefonate, per cui gli chiedocome mai riesca ad adoperare un tono cosprofessionale. Faccio lagente immobiliare, passotutto il giorno al telefono mi spiega.

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    Allultima telefonata facciamo bingo. Scopriamoche la classe di Tommaso e Luigi attesa l, manon ancora arrivata perch c stato un incidentein autostrada, e la polizia stradale ha parlato diunaltra buona mezzora di coda. Fatti due conti,capiamo che dovremmo arrivare pi o meno intempo con gli altri genitori intrappolati in coda. Mispiace per il loro disagio, ma almeno ora la fortunaci sorride.

    Usciamo in fretta dal bar e, su proposta diEnrico, saliamo tutti e quattro sul suo

    monovolume. Che senso ha andare con duemacchine nello stesso posto? ragiona lui.Io accetto entusiasta, anche perch i bimbi sono

    inseparabili, perci ben venga la loro amicizia se mipermette di respirare un pochino e di guadagnareenergie preziose; anche perch ho in mente diporgergli la fatidica domanda. Infatti la intono nonappena cala un po di tranquillit nellabitacolo:

    Ehm perdona la curiosit, tua moglie rimastaa casa?.

    Enrico sembra arrossire imbarazzato, volta latesta indietro per controllare che in quel momento ibambini non stiano ad ascoltare (per fortuna sisono piazzati sugli ultimi due posti e si sono accesila mini-tv portatile), poi ammette con un candoredisarmante: In effetti la madre non c, cio non rimasta a casa. Proprio non c.

    Oh, mi spiace tantissimo. Quanto tempo fa successo? domando un po interdetta.

    Enrico scoppia a ridere. Io lo guardo strana,senza capire. Mi sento una stupida.

    No, non hai capito sorride divertito. La miaex-ragazza mi ha lasciato quando rimasta incinta

    di Luigi. Non voleva la gravidanza. C voluta tuttala mia insistenza per farla capitolare: alla fine lhaportata a termine, ma con il preciso accordo che,

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    dopo il parto, lei sarebbe stata libera ed io avreicresciuto da solo Luigi.

    Io rimango basita per una buona manciata diminuti. Infatti lui che riprende: Sandra, staibene? Ti ho rivelato una notizia shock? Pensavoche lo sapessi. Alcuni genitori lo sanno.

    No, non sapevo nulla. Altrimenti non mi sareiazzardata a domandarti una cosa simile.

    Non preoccuparti, sono passati sei anni daallora. La madre di Luigi non lha riconosciuto, tornata a casa dai genitori. Non ti nascondo che il

    suo comportamento mi ha inflitto una feritamortale, ho fatto di tutto purch lei non abortisse.Pensa che dopo averlo partorito, con il tagliocesareo naturalmente, non lha mai voluto vedereaveva troppa paura di rendersi conto di non averepi la forza di staccarsene.

    Vuoi dire che non ha mai pi visto Luigi?.Mai pi.

    Ma almeno ti ha chiesto qualcosa di lui: comesta, come cresce, come vive?.

    No. Nulla di nulla. Te lho detto: lei comemorta per Luigi, penso che non reggerebbe il pesodella consapevolezza. La lontananza fisica ementale tutto, in casi come questi. Per, in tuttaonest, non so come faccia a guardarsi dentro. Nonho mai capito come funzioni la sua coscienza.

    Vuoi dire che sarebbe stato pi facile per lei seavesse abortito?.

    No! Non dirlo nemmeno per scherzo! Laborto un omicidio! Almeno cos lei ha salvato la vita aLuigi! Di questo gliene sar sempre grato!.

    Ma a che prezzo! sospiro. Poi mi vieneimprovviso un dubbio atroce: Ma possiamo parlare

    di queste cose alla presenza di tuo figlio? domandosottovoce.Luigi sa che la sua mamma non c pi. Lui

    pensa che sia morta dandolo alla luce. Non capisce

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    la parola aborto, e poi i nostri discorsi non gliinteressano. Senti come urlano lui e tuo nipote,sembra proprio che si siano scelti un cartoneanimato azzeccato!.

    Gi, speriamo sia come dici tu.

    *** *** *** *** *** *** ***

    Questo il modo in cui ho conosciuto Enrico.Ho pensato spesso a quellincontro, mi sono pure

    trovata a fantasticare su quel benedetto ritardo: se

    io e mio nipote non fossimo arrivati tardi non avreiavuto loccasione di conoscere lui e suo figlio.Daltro canto, se le cose fossero andate per il versogiusto, magari ora non sarei qui a fare la baby-sitter di Luigi. Eh s, perch da quando quelfatidico sabato ci siamo conosciuti, una cosa hatirato laltra, abbiamo cominciato a portare i dueaffezionati amichetti al parco, poi ci siamo

    incontrati a casa delluno o dellaltra, finch daparte di Enrico scattata la domanda delledomande: Mia madre stanca di tenere tutti ipomeriggi Luigi, potresti portarlo a casa con te eTommaso qualche volta? Io passerei a prenderloquando stacco dal lavoro. Me lha chiesto con unmodo di fare talmente dolce e disarmante che nonho potuto rifiutare. E poi Enrico ha cominciato astarmi simpatico, troppo simpatico, anche sequesto solo adesso me ne rendo conto hagiocato a mio sfavore.

    Non so se lui si sia reso conto di piacermi, e seabbia calato lasso sapendo bene che difficilmentegli avrei detto di no.

    Ad ogni modo, ormai un mese che tre giorni su

    cinque alla settimana Luigi viene a casa nostra.Liniziativa ha riscosso talmente successo che Luigi quasi pi contento quando viene da noi (cos pu

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    giocare fino ad ora di cena), piuttosto che quando ascuola compare la nonna.

    Da quando ho cominciato ad aiutare Enrico,per, io mi sento pi fragile.

    Allinizio credevo che anche lui provassequalcosa per me, al punto da giustificare la suarichiesta di appoggio. Per quale ragione midomanderebbe di stare con suo figlio, se non glistessi almeno un po simpatica e non si fidasse dime? mi frullava in testa. Mai e poi mai avreicreduto che stesse cercando solo una tata per suo

    figlio. Col passare dei giorni, per, ho cominciato aricredermi.Se Enrico si sgravato di unincombenza se

    cos si pu definire la crescita di un figlio e purilassarsi sapendo di non incombere pi come unacalamit sulle spalle dei suoi genitori, io hoassunto un ruolo nuovo, una responsabilit, e sonosicura che il mio nuovo status di baby-sitter-tutto-

    fare non neutrale ai suoi occhi. Enrico non miguarda pi come se io fossi una donna e lui unuomo, ma come se io fossi una sua dipendente e luiil mio datore di lavoro.

    E pensare che ho accettato credendo di starglipi vicino! S, non c che dire adesso gli sonotalmente vicina che mi d per scontata!

    Mi sono sfogata con mia sorella, che mi haconsigliato di mandare a quel paese lui e tutta lasua famiglia (tranne Luigi naturalmente), ma nonme la sento. Sia perch Enrico ha bisogno di me,sia perch Luigi si affezionato a noi e nutrefiducia nei miei confronti. Per lui sono diventata preoccupantemente lunica figura femminile diriferimento insieme alla sua maestra.

    La nonna troppo vecchia per essere la miamamma mi ha spiegato un giorno con un tonoineccepibile. Mi ha mostrato un disegno che avevaappena terminato con estrema cura: in una casa

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    grande quanto il foglio cerano disegnati il pap, io,lui e Tommaso. Gli ho chiesto se si rendeva contoche io non sono la sua mamma, ma solo la suababy-sitter. Mi ha risposto: Ma certo che lo so! Tusei Sandra! La mia mamma non c pi, volata incielo.

    Intanto questa situazione mi diventainsopportabile ogni giorno di pi.

    Ho notato che comincio a perdere peso, micadono i capelli pi frequentemente sto lottandoper non essere invisibile ma temo di non sapere

    come riuscirci!

    *** *** *** *** *** *** ***

    I giorni scorrono lenti e si tramutano insettimane, le settimane in mesi, i mesi in stagioni.

    Sandra ha trascorso interamente lautunno elinverno con la nuova famiglia allargata.

    Lunico cambiamento consistito nella casa doveil trio Sandra-Luigi-Tommaso stato: a volte acasa di Sandra, altre volte a casa di Enrico.Qualche volta sua sorella le ha dato il cambio ma ilpi delle volte ha svolto da sola, egregiamente, ilsuo compito.

    La sua attivit diventata un vero e proprio

    secondo lavoro, con il cui stipendio ben nutrito eregolamentato da un contratto a tempoindeterminato (al riguardo Enrico si dimostratomolto generoso) ha potuto concedersi diversisvaghi, rifarsi il guardaroba, regalarsi il Capodannoper s e sua sorella a Parigi, iscriversi in palestraed al cineforum, pi altre cose ancora.

    Nel contempo, Enrico le ha annunciato di aver

    iniziato ad uscire con una conoscente incontrata acasa di amici, una donna separata senza figli.

    Sandra ha pianto tutte le sue lacrime, dopodichse ne fatta una ragione; in pi, conti alla mano,

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    ha visto che non le conveniva perdere il suosecondo introito finanziario. Cos si stampata infaccia un sorriso luminoso ed ha continuato alavorare, ingoiando il rospo di finire appisolata suldivano a casa di Enrico (qualche volta, daltrondebisognava pure che qualcuno mettesse a lettoLuigi) finch lui non fosse rientrato dal tournotturno di locali dove si lasciato intrattenere conla sua nuova fiamma.

    In fondo Enrico appartiene alla categoria deiragazzi-padre, una manciata di sparuti uomini con

    un figlio alle costole senza che una madre labbiavisto crescere, e senza che una donna sia stata loroaccanto nel bene o nel male si giustificataSandra con se stessa per dare una spiegazione alcomportamento di Enrico.

    La primavera alle porte, per, ora incombe contutta la sua calda e spumeggiante vitalit,arieggiando i punti pi oscuri e nascosti delle

    strade, dei palazzi, delle terrazze, dei giardini.Anche lo spirito indomito di Sandra sembra

    essersi risvegliato dal letargo invernale, e in unalimpida giornata di Aprile sta rigirando tra le manila sua lettera di licenziamento.

    Sta soppesando pro e contro della sua scelta:certo deve dire addio ai jeans che ha adocchiato inquel negozietto in centro, e non pu pi fare unsacco di altre cose; sentimentale com, sente puredi tradire il patto di lavoro che lei ed Enrico hannostretto insieme. Ma la felicit di osservare la facciadi Enrico al momento in cui gli comunicher la suadecisione rappresenta un motivo immensamentevalido per compiere questa mossa; si sforza diconvincersi che ne varr sicuramente la pena.

    Anzi, potrebbe spedirgliela in ufficio. Perchspendere tanta fatica consegnandogliela dipersona?

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    Lunica cosa rimasta da fare a Sandra dipreparare Luigi alla notizia.

    In un pomeriggio assolato di fine Aprile, appenadopo Pasqua, Sandra decide di portarlo ai giardinipubblici per rivelargli che quella settimana sarebbestata lultima trascorsa insieme.

    Luigi, sai, parto per un viaggio luned prossimo.E non so quanto star via gli dice per affrontare laquestione.

    Non sa come altro spiegargli la verit.Luigi di colpo si fa serio. Cosa vuol dire?.

    Che ritorner a prenderti la nonna quando escida scuola.Ma io non voglio! protesta.Sandra lo stringe forte. Amore, non sempre

    possiamo fare quello che vogliamo mi spiacetanto gli spiega con la voce rotta dallemozione,mentre alcune lacrime fanno capolino ad imperlarleil viso.

    Luigi comincia ad innervosirsi: Tu vai via perchmio pap esce con quella signora che a te nonpiace, vero?.

    la prima volta che Luigi tira fuori la storiadellamica del padre. Sandra rimane di sasso.

    No Luigi, lamica del tuo pap non centra. Iodevo partire lo stesso, sia che il tuo pap abbia unaspecie di fidanzata, sia che non ce labbia.

    Ma se fossi tu la vera fidanzata del papcomincia a piagnucolare.

    Luigi, io sono solo la tua baby-sitter.Non giusto!.Sandra sospira.Mi prometti una cosa?.Uhm cosa? singhiozza.

    Che non dici nulla al tuo pap di quello che cisiamo detti oggi. Glielo dico io. Altrimenti lui sipotrebbe preoccupare.

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    Si allontanano dal parco mentre Luigi continuaimperterrito a mormorare Non giusto, non giusto!.

    Per Sandra quello uno dei momenti pi bruttidella sua vita.

    Quella sera stessa Enrico tornato a casa pipresto del soli to per fare una sorpresa a suo figlio.

    Una volta entrato si accorge subito che non cnessuno ad aspettarlo; sinfastidisce, ma capisceche Sandra non pu certo prevedere che lui

    sarebbe tornato a casa prima del solito.Il planning settimanale prevedeva che quelpomeriggio Sandra rimanesse a casa di Luigi;perci immagina che, visto i l bel tempo, i bambinisiano riusciti ad averla vinta e a trascinare la lorozia-baby-sitter al parco. Spera solo che tornino infretta, perch ha in mente di portare Luigi asaltare sui maxi-giochi gonfiabili del centrocommerciale, a divertirsi insieme mangiando pizzae patatine fritte e bevendo Coca-Cola.

    C la borsa di Sandra buttata sul divano, igrembiuli di scuola dei bambini appoggiati alloschienale delle sedie, i piatti con i residui dellamerenda abbandonati sul tavolo. Enrico nota ildisordine, gli fa persino tenerezza osservare tutta

    quella confusione, immagina che Sandra sia uscitada qualche parte con Luigi e Tommaso e non si siapresa la briga di mettere in ordine.

    Poi la vede.Una strana lettera spunta dalla borsa lasciata

    aperta.Enrico ha un presentimento, uno di quei pensieri

    che, a rigor di logica, non ha alcun senso chevengano in mente, ma che invece si materializzanodal nostro subconscio, o da chi per esso, e non cimollano pi.

    La prende.

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    Non ancora sigillata.Sfila la pagina dattiloscritta.Legge il foglio e rimane impietrito.Non pu essere pensa. Anzi, no, non un

    pensiero, un suono lacerante, un ultra-suono chevibra di continuo nella sua testa e fa male, tantomale.

    Si accascia sul divano, non riesce a pensare anulla. Vuoto totale.

    E finita pensa. Dovr ricominciare a portareLuigi dai miei non voglio Ma perch?!

    La chiave gira nella toppa e la porta si apre.Grida di bimbi entusiasti si diffondono per la

    stanza: Adesso posso guardare il mio dvd?esclama la voce di Luigi, mentre lo scalpiccio di

    passi rumorosi si arresta difronte alla scarpiera.Prima passate dal bagno a lavarvi mani e

    faccia che al parco vi siete tutti sporcati! grida

    una voce adulta in r isposta.Poi lei si ferma di scatto perch si accorge di

    essere vista.Ciao Enrico!.Ciao mormora lui.Sandra non pu fare a meno di osservare che

    Enrico tiene la lettera in mano. Ha la faccia pi

    buia del nero pesto.Lhai letta! Volevo consegnartela di personaper spiegartela se me ne dai la possibilit.

    Perch lhai scritta? Te ne vuoi andareveramente? Non ti pago abbastanza?

    Sandra sorride. Non questo che voglioriprendermi la mia libert. Tutti i pomeriggi tengoi bambini, non ce la faccio pi. una

    responsabilit troppo grossa per me, sono stanca.Finch si trattato solo di Tommy io e mia sorellace la siamo cavata egregiamente, ma adesso che si aggiunto Luigi, e che mio nipote e tuo figlio

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    hanno cominciato a gravare quasi esclusivamentesu di me, io sento che sto scoppiando. E non solo questione di avere un po di vacanza per poi

    riprendere il lavoro, proprio che non sono picontenta.Intanto Luigi fa capolino dal bagno. Corre da

    suo padre e gli sussurra allorecchio:Non lhai ancora capito?! Sandra va via perch

    tu hai la fidanzata! Mi porter lei al parco daadesso in poi?.

    In quel momento Enrico capisce che i bimbi

    sanno pi degli adulti.Guarda il figlio negli occhi, scorge la sua

    faccina adorna del sorriso fiducioso verso ilgenitore: Oh, non preoccuparti Luigi. Quellasignora non la mia fidanzata. Sandra non ce la

    pu portar via nessuno, a meno che non sia lei chevoglia andarsene per un valido motivo. Ma se

    solo per quello che dici tu, non serve che se nevada.Dopo aver detto cos, Enrico leva lo sguardo e

    lo poggia sugli occhi di lei. Ha gli occhi lucidi perle emozioni contrastanti che fanno a pugni dentrodi lui.

    Ha sempre saputo di essere attratto da lei, manon ha mai voluto farglielo capire per la paura che

    lei, prima o poi, se ne andasse come aveva gifatto la sua ex.

    Sandra rimane impassibile.Ti andrebbe di parlare con me se portassi Luigi

    dai nonni? Ti porto a cena fuori, cos stiamo unpo tranquilli e abbiamo tempo per noi. Devoparlarti. Ci sono cose che non ti ho mai dettoprima.

    Sandra fa cenno di s con la testa. Sorrideappena, seria.

    Enrico se ne accorge, si rattrista ma pensa che,almeno, lei ha accettato.

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    Passo a prenderti fra mezzora, va bene?.Ti aspetto.Sandra inizia a raccogliere la borsa e le sue

    cose, Enrico nota come si muova a pr oprio agio inquella casa, mentre Luigi le si getta al collosalutandola affettuosamente:

    Allora verrai anche domani a prendermi ascuola?! Farete pace tu e pap v ero?!.

    Sandra non sa proprio cosa rispondere.Non so Luigi, davvero non lo so. Tu d le tue

    preghiere e vedremo se il cielo aiuter me ed il

    tuo pap gli sussurra nellorecchio perincoraggiarlo. Ma non vuole che Enrico senta,

    perch non si faccia nessuna illusione. Per,Luigi, se domani vedessi la nonna al mio posto,sappi che ti voglio un sacco di bene. Capito?.

    Luigi la scruta con i suoi occhi grandi, puliti ,innocenti. Dal metro e dieci della sua altezza.

    Sandra vorrebbe abbracciarlo e riempirlo dibaci, ma si trattiene, si volta ed infila la portachiudendosela alle spalle.

    *********************

    E la loro prima volta a cena. Sandra imbarazzata, e un po lo anche Enrico.

    Hanno scelto una pizzeria che conoscono in unposto carino della citt, e adesso sono a tavolaintenti a manovrare con forchetta e coltello sulpiatto. Lui serve il vino, sono educati ma lontanianni luce tra loro nonostante siano uno di fronteallaltra.

    La realt: a volte la cosa pi difficile da decifrare.La conversazione langue, largomento cruciale non

    viene mai affrontato nemmeno per sbaglio. Tutti edue sono presi dalle loro preoccupazioni, dallereciproche recriminazioni; non riescono a portare agalla nel dialogo ci che sta loro pi a cuore.

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    Paura, orgoglio, stanchezza, rabbia covano neiloro animi e lasciano ben poco spazio alchiarimento, alla speranza, alla riappacificazione.La tenerezza, a volte preludio allamore, comeombra indiscreta vaga dentro di loro per smorzarsidefinitivamente nelle loro teste.

    Lamore, un sentimento cos forte e delicato allostesso tempo, come fare per proteggerlo? Peralimentarlo?

    Bevono il caff come fosse una liberazione.Escono dal locale con sentimenti contrastanti,

    qualcosa si sono detti, ma il pi ancora avvolto inun fecondo silenzio.Occorrerebbe chiarirsi, entrambi sentono che

    questo il momento o mai pi.Iniziano a passeggiare per il vialetto della

    pizzeria, puntellato da abeti lussureggianti, dalbagliore dei lampioni e dal chiaro di luna.

    E lei a prendere la parola per prima:

    E una serata piacevole, calda. Luigi dorme dainonni?.

    S. Lho chiesto loro come favore.Che bravi che sono stati. E cosa hai spiegato per

    domandare loro un favore cos grande?.Enrico si ferma e si mette di fronte a lei. Che

    dovevo salvare la mia famiglia.Ah s?.Proprio cos.Ma io cosa centro con te e Luigi? Siete voi due

    che formate la famiglia!.Dal primo momento che ti ho vista ho tanto

    desiderato che anche tu ne facessi parte. Ma nonho mai osato fartelo capire per la paura di perderti,di perderti anche per sempre, come mi gi

    capitato una volta. Non c nulla tra me e la miacollega, nulla pi di una semplice frequentazione.Non voglio che tu e Luigi pensiate che io mi voglia

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    costruire un futuro con lei. Non assolutamentevero afferma Enrico con la massima sincerit.

    Rimane il fatto che sono stanca. Non ho pi lamia vita, Enrico. E quasi sei mesi che passo lamattina al lavoro, e dedico tutti i pomeriggi eadesso anche le sere a tuo figlio. E tutte le cene chegli ho preparato e che ti sei mangiato anche tu? Etutte le volte che lho messo a letto perch tu erifuori a conoscere gente? E tutte le volte che eri alcinema? Per non parlare di mia sorella che stancadi passare da te a prendere Tommy solo perch io

    devo rimanere a casa tua ad aspettare che torni.Sapessi quante volte sono stata sul punto dimollare Luigi non mio figlio e nemmeno un mioparente!.

    Per ti ho pagato tutto quello che ti spettava. Tiho anche fatto un regolare contratto, perch nonvolevo approfittare della tua bont danimo.

    Per adesso non ce la faccio pi Enrico. Voglio

    uscire anchio qualche pomeriggio a fare le miecose, voglio conoscere gente, voglio avere una storiadannazione! Ti rendi conto che da sei mesi chenon vedo un uomo tranne te?! Non giusto!

    Adesso mi sembri Luigi, quando esclama: non giusto!. Enrico fa una pausa per dosare le parolecorrettamente: Senti Sandra, sincerit persincerit. Qui ci stiamo giocando il nostro futurocon questa serie di recriminazioni che sono tuttegiuste, a seconda dei vari punti di vista. Ritorniamoallinizio, al nostro incontro. Tu mi hai colpito, aveviuna qualit che non avevo trovato in nessuna altradonna, era come se sapessi leggermi dentro con unintuito speciale e vedessi il mio stato danimo, ibisogni miei e di mio figlio. Cos mi sono avvicinato

    sempre di pi a te, finch mi sono proprioappoggiato chiedendoti di fare da baby-sitter aLuigi. Per era anche lunico modo che mi eravenuto in mente per stare con te senza che

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    uneventuale storia potesse sciupare il nostro stareinsieme. Capisci? Io volevo stare con te, ma avevopaura di quello che sarebbe potuto succedere,avevo gi paura in partenza che la storia tra noipotesse finire e di ritrovarmi di nuovo col cuorespezzato. Cos ci ho rinunciato, e mi sono detto chese tu fossi stata solo la baby-sitter, non ci avrestimai lasciato. Che stupido che sono stato, vero?.

    Sandra ascolta con occhi e orecchi incollati alviso di Enrico, capisce i motivi che lo hanno spintoa comportarsi in quel modo. La invade un moto

    irrefrenabile di gioia per quello che lui le ha appenarivelato.Allora tutto a posto esclama mi sembra che

    tu ti sia appena dichiarato, ti pare? afferma con gliocchi che le brillano, ebbri di felicit.

    Enrico la fissa fortemente, vorrebbe stringerla as e baciarla, toccarla, ormai niente pi lo trattieneeccetto la paura. Paura di che, si domanda? Gi il

    fatto di non riuscire a rispondersi gliela faaumentare. uno stato danimo palpabile, agitazione, tremore, confusione, logorio mentale,paranoia.

    Perch, pur desiderando Sandra con tutte le sueforze, ha davanti a s solo limmagine di Sandrababy-sitter e non quella di loro due che stannoinsieme? Come se una parte di lui si rifiutasse dirigiocare le carte della sua vita e gli offrisse semprela stessa posta in gioco: lui con Luigi. E nessunaltro in grado di fargli vincere la partita a carte coldestino.

    Si accascia su di una panchina lungo il vialetto.Lo sguardo puntato per terra, spento, deluso,vuoto. Dalla farfalla che era come se, a

    rallentatore, fosse ritornato il baco che non avrebbepi dovuto essere.Sandra lo scruta incredula.

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    Qualcosa mi sfuggenon capisco balbetta. Sivergogna a dire: Ma mi ami o no?.

    Mi hai appena detto che che io sonoimportante per te tenta di imbastire delle paroleche abbiano tra loro un senso compiuto.

    Oh s, cos. Ma non riesco a fare di pi. Dioche stupido! Non riesco a fare il passo se ti pensoaccanto a me, e non pi accanto a Luigi, il miocervello va in tilt e vedo tutto nero. Collegamentospento, capisci? Time out! Buffo, vero? Tu sei tuttoquello che desidero, ma non riesco a volerti

    abbastanza per iniziare una nuova vita.Sandra si siede e gli prende le mani. Sono fredde. seria. Chiedimi se vuoi che io diventi la tua

    ragazza. Chiedimelo adesso e poi aggiunge nontemere, non ti mangio mica scherza per allentarela tensione.

    Sfiorandogli il viso con le dita gli solleva la testa.Il pensiero non vuole cedere alla concreta

    possibilit che Enrico labbia condotta fino l, inpizzeria e poi nel vialetto, solo per sincerarsi che ilgiorno dopo lei sarebbe tornata a fare la baby-sitter.

    Nel buio appena rischiarato dalla luna e dalladebole fiamma dei lampioni a gas, gli occhi diEnrico sono vacui, la sua anima sembragalleggiarvi chiusa dentro, impalpabile,imprigionata in un groviglio di paure.

    La bocca rimane chiusa. La lingua serrata dentrole sue labbra morbide.

    Sandra accetta il responso in silenzio, conprofonda mortificazione.1

    I suoi occhi si inumidiscono, ma poich nonvuole farsi vedere piangere davanti a lui raccoglie in

    1 Le frasi in corsivo sono tratte da Persuasion di Jane Austen (Garzanti,2001). In alcuni punti potrebbero cambiare soltanto i nomi propri,liberamente adattati ai nomi del racconto.

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    fretta la sua borsa appoggiata alla panchina e sialza.

    Aspetta lui lafferra per la mano, ma lei conuno strattone si divincola. Torna indietro senzaaggiungere altro, senza voltarsi a guardarlo.

    un addio.Arrivata in pizzeria si fa chiamare un taxi e si fa

    riaccompagnare a casa.Finalmente a casa, scoppia in un pianto

    liberatorio.A sua sorella che, accorsa, le domanda cosa sia

    successo, risponde:Stasera ho chiuso definitivamente un capitolodella mia vita.

    Fai sul serio?. La sorella non ha mai fatto il tifoper Enrico.

    Dai che ce lhai fatta! Ma perch piangi anzichfesteggiare?.

    Sandra, allora, comincia a raccontare.

    La sorella ascolta in silenzio. Le parole a lei careassomigliano ad una via di mezzo tra lo sfogo,lautoanalisi, la ricostruzione della storia, la volontdi oblio.

    Alla fine la sentenza, implacabile: Lo sai, vero,che anche ladultero di solito dice allamante: tiamo, amore mio, ma per ora non posso fare pi dicos; dobbiamo continuare a vederci in questomodo. una stilettata.

    Non eravamo amanti puntualizza Sandraimporporandosi.

    Sorellina, lo so! Ma lui si comportato con tecome se tu fossi la sua amante, evidentemente.

    Continui a confonderti: semmai lamante era latipa di turno che lui si portava a casa.

    Invece eri tu: capiscimi, non che fossi la suaamante in senso stretto. Ma eri la sua passionesegreta, lidea nascosta, quella che non si ha ilcoraggio di portare in evidenza. E allora la si tiene

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    nascosta, e si conduce una doppia vita. unasituazione di comodo. Capisci cosa voglio dire?.

    A Sandra si spalancano gli occhi in quelmomento, come se intravedesse un mondo aparte, un mondo parallelo della cui esistenza fino aprima non si era minimamente accorta.

    Sorellina, i sentimenti sono passi di danza,delicati, leggiadri, sfiorano il cuore e lo elevano,oppure lo torturano e lo abbruttiscono. Basta unniente per sbagliare passo.

    E questa dove lhai presa?.

    farina del mio sacco. E guarda che non ti cedoi diritti dautore se vuoi usarla anche tu.Come hai ragione! mormora Sandra in preda

    allo sconforto, ma consapevole che quella anchela verit, lunica verit possibile.

    ***********************

    Passa lestate con le sue giornate calde,interminabili, pesantemente afose. Sandra si concessa ogni sorta di distrazioni, ritornata afrequentare amici e conoscenti, ha fatto un viaggioesotico con sua sorella, ha speso abbondantementein ozi e vizi.

    Mente a tutti, ma non pu mentire a s stessa,non il tipo. Dentro di s sa che la sua storia conEnrico ibernata, e che solo il tempo potr direcosa le porter la parziale schiarita di quella sera,se nuovi orizzonti di vita o una lenta agoniainvernale.

    Si trattato, forse, di uno di quei casi in cui sonosolo gli eventi a decidere se un consiglio buono ocattivo si detta parafrasando Anne Elliot.

    Qual stato il consiglio che ha seguito? Quellasera il cuore le ha suggerito di troncare ognirelazione con Enrico. Di non rivederlo pi. Si lasciata persuadere dalle circostanze che, forse,

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    sarebbe stato meglio cos. Meglio non farsi pirisentire, meglio non chiedere pi notizie, meglionon tergiversare oltre. Col tempo ha finito per

    catalogare il pensiero del mancato fidanzamentocome una scelta avventata, che probabilmente nonsarebbe riuscita. Da punti troppo diversi

    partivano, e la distanza tra loro era ancorainsanabile. Le divergenze inconciliabili.

    Ora, deve ricominciare a vivere, per come ne capace.

    Sarebbe stato un cattivo partito, Sandra

    sentenzia la sorella imperturbabile quando la vederimuginare sul suo passato. Un uomo con un figlioda crescere, con un carattere instabile, introverso,che tra te e suo figlio ha scelto suo figlio. Comeavrebbe potuto amarti come meriti? E non finitaqui: pensa se, prima o poi, si fosse fatta viva la veramadre del bambino. Ricordati che lui erainnamorato di lei, chiss cosa sarebbe potutosuccedere tra di voi.

    Sandra ogni volta che la sorella parte in quartacon queste recriminazioni, tergiversa e difendeEnrico.

    Non ti star mai a sentire. Dici un mucchio distupidaggini. Non conosci Enrico come lhoconosciuto io!.

    Per ti ho interpretato io il suo comportamentoquando ha chiuso la storia con te.Semmai lho chiusa io. Lui avrebbe voluto che

    continuasse tutto come prima, come nulla fosse.Appunto. Lamante segreta.E smettila! si schermisce Sandra incollerita ed

    amareggiata. Un triste connubio, non c che dire.Lunica consolazione che le data il pensare di

    aver rinunciato alluomo che ama per il bene di lui.Incredibile, ma vero. Se lui non stato capace didichiararsi fino in fondo, perch non ancora

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    pronto a questo passo. Non devo forzare la mano,devo saper aspettare e sperare.

    Se non fosse stata intimamente convinta dipensare al bene di lui pi che al suo, bendifficilmente sarebbe riuscita ad imporsi quellarinuncia. La convinzione di essere stata prudente e

    pronta a sacrificarsi soprattutto per giovare a luicostitu il suo maggiore conforto.

    **********************

    Non si sa come, ad un certo punto le caldegiornate estive smettono di essere cos lunghe comeci si era abituati, ed il tepore del solleone cede ilpasso ad una fresca brezza serale. I giorni siaccorciano, imbrunisce pi in fretta. Spuntano leprime giacche la mattina presto e la sera tardi, lefoglie cambiano colore e cadono dagli alberi.

    Senza sapere esattamente come sia arrivato,

    autunno. Almeno questa la sensazione di Sandrain un giorno come tanti di fine settembre, in cui alle prese con una pubblicazione in vista delmaster. I giorni trascorrono uguali gli uni agli altri:lavoro, universit, biblioteca, casa. Libreria,qualche volta. Le pagine del suo libro aumentanoman mano che i mesi si raffreddano. Alsopraggiungere dellinverno la mole giconsistente, passano Natale e Capodanno ed hasuperato della met il contenuto prefissato, arrivacarnevale che ha quasi terminato il lavoro. PerPasqua dovrebbe aver finito tutto, pronta perconsegnare il libro alle stampe e partire per ilmaster entro Giugno, pubblicazione al seguito.

    Di Enrico non ha pi avuto notizie.

    Occasionalmente lha intravisto in giro, a volteaccompagnato da altre donne. Si sono scambiatisaluti imbarazzati e brevi convenevoli alluscitadalle riunioni a scuola dei bimbi; le sono capitati i

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    consueti ho sentito, mi hanno detto, lo saiche raccolti senza volerlo dalle frasi di altrigenitori o, semplicemente, giunti da chiss dovealle sue orecchie.

    Ormai sono passati otto mesi ed ognuno di lorodue, a suo modo, si gettato la storia alle spalle.Enrico ha ripreso ad appoggiarsi a sua madre intutti gli aspetti della vita che riguardano Luigi,mentre Sandra proiettata con limmaginazione inEuropa. Si scelta un master lontano da casa peraprirsi a nuovi orizzonti.

    Uno ha indurito il cuore, laltra ha indurito lamente.Luno, Enrico, non ha perdonato di essere stato

    trattato male; ai suoi occhi, Sandra lavevaabbandonato e deluso; non solo, cos facendo avevadato prova di una debolezza di carattereinsospettata. Era convinto che Sandra si fossepersuasa, chiss come, che le conveniva rinunciare

    a lui; peggio, a lui e a Luigi. Da allora, infatti, nonsi era pi fatta viva.

    Al contrario, Sandra ha anestetizzato il cervello.Siccome non riesce a smorzare i sentimenti, halavorato su ci che domina meglio:lautoconvincimento.

    passato, passato! seguitava a ripetersi inuna sorta di nervosa gratitudine. Il peggio

    passato!. Cominci a ragionare, tra s e s, disforzarsi di resistere ai sentimenti. Tuttavia,conoscendo come lei credeva di conoscere ilcarattere di Enrico, trovava impossibile che anchelui, quelle rare volte che sincrociavano, nonriandasse con il pensiero ai ricordi che liriguardavano da vicino.

    Nessuno dei due, per, immaginava di esserefonte di cos grande sofferenza per laltro. Inapparenza, si comportavano da perfetti estranei.Anzi, peggio che estranei, perch mai pi avrebbero

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    potuto avvicinarsi e conoscersi. Era uno straniarsiper sempre.

    Una tale situazione sarebbe probabilmente statadefinitiva se il destino, o il caso per qualcuno, o lamano di Dio per qualcun altro, non si fossepreoccupato di rigiocare lui le carte che quella seraEnrico non aveva giocato.

    Strano come in una giornata piovosa diprimavera, appena dopo Pasqua, un uomo ed unadonna possano scoprire che il loro passato non

    mai stato loro cos vicino da sfiorarli di spalle,quasi da toccarli. Da lasciarne traccia nei loroanimi.

    Il cielo riversa sui passanti acqua a catinelle, furioso, fa presagire che la pioggia aumenter. Leruote delle macchine schizzano spruzzi dacquasporca scorrendo veloci sulle strade.

    Per fortuna i negozi sono in piena apertura, sono

    solo le cinque del pomeriggio. Enrico uscitopresto dal lavoro perch deve passare in libreria. una vita intera che non mette piede in libreria. Maha promesso a suo figlio un libro che Luigi ha vistoa casa di amichetti, e non riuscito a dirgli di no.Cos, stanco della routine di lavoro, alle cinquemeno un quarto ha infilato impermeabile edombrello e ha messo piede dentro la libreria,inzuppato fradicio ma contento.

    C caldo nella libreria, laria che si respira diun bel tepore e latmosfera quella dei luoghi in cuisi sta bene. Enrico si mescola allandirivieni dipersone che affollano i vari locali, gli occhi glicadono ogni tanto qua e l, indifferentemente,senza un motivo preciso o un interesse particolare.

    Poi la nota. Poco distante da lui, immersa nellalettura di un romanzo che tiene delicatamenteaperto a met sulle proprie mani, c Sandra. Icapelli sono pi lunghi, le cadono sciolti sulle

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    spalle, morbidi, di un castano luminoso. La vista sprofondata nella lettura, tutta la sua posturaemana raccoglimento interiore. La visione glisembra precisa e perfetta come un quadro di unpittore fiammingo. attratto, come se lei fosse ilmagnete e lui il minerale di ferro. Quale incredibileforza abita luniverso che spinge due persone areincontrarsi come fosse la prima volta bench fosse per loro non si darebbero pi una secondapossibilit?

    Dun tratto si passa le dita fra i capelli per

    mettere a posto una ciocca ribelle, e cos facendoalza per un attimo gli occhi esattamente verso ladirezione in cui appostato Enrico quasi in trans.Nei suoi occhi vibra un lampo di indecisione, poilespressione si atteggia a calcolata misura. Larassegnazione evidente.

    Ciao.Ciao.

    Cosa stai leggendo?.Lei gli alza il libro. Persuasione. Jane Austen.Oh, capisco.Come puoi capire? le balena nella mente. Hai

    mai letto niente di suo?.No.Allora devi assolutamente cominciare. Prenditi

    qualche suo libro visto che sei qui. E come staLuigi?. Nel pronunciare il nome del bambino unanota di tenerezza nella voce.

    Benone. Sono qui per lui. Vuole il librodellultimo cartone animato della Disney.

    Ah, s, lho visto. l in fondo e allunga ilbraccio verso una precisa direzione.

    Ovviamente, lei sa dov. Sai sempre tutto dei

    bambini, grazie. E Tommaso?.E tutto a posto, la sua vita scorre tranquilla trala scuola, il gioco, i pasti, le favole, la tv, le nanne.

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    Lo sai anche tu come sia la vita dei bambini, nondevono preoccuparsi di niente.

    Beati loro.S, alcuni di loro sono fortunati.E tu come stai? chiede titubante.Passa un attimo prima che lei risponda.Sai che far un master?. una fantastica notizia! Ti faccio le mie sincere

    congratulazioni. Un master un bel traguardo,specialmente dopo la laurea. Lhai sempre detto cheti sarebbe piaciuto.

    Uno dei traguardi le sale alla mente. Leisorride.Beh, allora ciao gli dice.Ciao. In quel saluto c un universo intero:

    orgoglio ferito per lessersi sentito abbandonato dinuovo con un figlio, quella notte, non-senso deifatti della vita, rabbia, volont di riscatto, cuore chesanguina e che miracolosamente spera. In che cosa

    spera?Appena otto mesi trascorsi sono sembrati lunghi

    come otto anni.Si sorridono per circostanza, poi lei torna a

    inclinare leggermente la testa sulla pagina chestava leggendo e che per tutto il colloquio rimastaaperta nella stessa posizione. Enrico vorrebbeattraversare il corridoio che li separa, strapparlequel dannatissimo libro e indurla ad uscire con lui.Parlare. Spiegare ci che non si sono ancora detti.Ma come fare? La sua attenzione riattirata dailibri disposti sul bancone, dedica loro qualchenoiosissimo minuto. Sfiora con le dita le copertinedei libri, quasi contenessero la sapienza che gliserve per fermare Sandra per sempre e ricondurla a

    lui. Si ricorda che deve prendere il libro per Luigi,cos si dirige verso il fondo della libreria dove clangolo dei bambini. Lo trova subito, ce n una

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    pila intera altissima. Torna a scrutare in direzionedi Sandra ma lei sparita.

    Col cuore in gola la cerca per tutta la libreria.Niente. Deve essere uscita in quel breve lasso ditempo. Una tristezza indicibile lo afferra, non riescea scrollarla di dosso. Paga col bancomat, afferralombrello ed esce fuori sotto unacqua torrenziale.

    Enrico!. Una voce lo chiama.Lui si volta in direzione della voce. Sandra che,

    per ripararsi dalle intemperie, sta sotto la tenda delbar li accanto.

    Il suo viso assume unespressione di gioia.Sandra! Cosa ci fai l?.Le parole gli arrivano intercalate da raffiche di

    vento e spruzzi violenti dacqua. Ho visto cheuscivi. Ti va un caff o devi tornare in ufficio?.

    Sia benedetto il caff, siano benedetti gli italianiche lo bevono ogni momento! Certo che mi va!Anzi, cos mi scaldo per bene.

    Con un braccio le cinge la vita e le apre la portadel bar. Adesso prendere liniziativa dopo cheSandra ha rotto il ghiaccio facilissimo. Gli pare diessere tornato lEnrico di sempre, quello che avevaun sacco di confidenza con Sandra.

    Un anno lungo da passare comincia leiseduta ad uno dei pochi tavolini liberi. Cosa haifatto in tutto questo tempo?.

    Otto mesi per la precisione. Te ne sei andataotto mesi fa.

    Va bene, otto mesi. Adesso come stai?.Ho lavorato sodo; c stato parecchio da fare.Intendi dire che hai venduto tante case?. Le

    sue labbra si piegano in un sorriso. In quelmomento sente linutilit di tutti i suoi

    ragionamenti per convincersi che Enrico non lamerita:per chi nutre sentimenti memori e tenaci ottomesi sono pi che nulla.

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    S, certo. E poi affitti, mutui, riscatti ipotecari,investimenti edilizi sembra che questanno lagente che ha soldi si sia buttata sul buon sano einossidabile mattone.

    Beh, sarai contento!.Enrico assume unespressione sorniona. Certo,

    ho fatto un bel gruzzoletto. E tu che mi dici?.Sandra sospira. Parto per Praga. Ho vinto un

    master in pubbliche relazioni.Mi piacerebbe venire a salutarti prima che tu

    parta.

    Unombra attraversa lo sguardo di Sandra. Cqualcosa che non va?. per via di Tommaso, quelle volte che ti vede

    attacca a dire che vuole venire a trovare Luigi.Allora perch non siete mai venuti?.C da chiedermelo?.Capisco, scusa. Per intanto Sandra si

    irrigidita.

    Hai qualcuno? le domanda Enrico.No. E tu?.Neanchio.Pausa, imbarazzo, occhi che vagano per il locale

    in cerca di soprammobili come isole di pace su cuiposare lo sguardo, anche se dopo una similerivelazione Enrico, che non sta pi nella pelle,passa ad un tono pi accorato: Dai Sandra,riprendiamo a frequentarci, che male c? Io vorreistare di pi con te, lo sai che lho sempre voluto.Stavamo cos bene io e Luigi quando ceri tu, legiornate ci sono sembrate tristi e monotone daquando te ne sei andata.

    In realt qualche telefonata, per, lho fatta aLuigi accenna con un sorriso tirato.

    Qualche telefonata? ripete come un pappagallo.Quante?.Un po.

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    Luigi non mi ha mai detto nulla! strabuzza gliocchi. Per adesso capisce anche il motivo dellaritrovata tranquillit, da poco, di suo figlio.

    Glielho fatto promettere io di non dirti nulla.Era il nostro segreto.

    Da quanto gli telefoni? accigliato.Da tre, quattro mesi; non saprei con precisione.In un attimo Enrico diventa geloso e arrabbiato.

    Si sente tradito, gli pare di unevidenza matematicache lei e Luigi si sono coalizzati contro di lui. Anzi,si sente doppiamente tradito: la prima volta quando

    lei li ha lasciati, la seconda adesso che viene ascoprire che Luigi e Sandra si telefonano dinascosto. Alla fine, a suo modo Sandra ha ancorapotere su loro due.

    Mi avete messo da parte. Perch?.Perch sei tu che mi avevi gi messo da parte

    quella sera, Enrico. Non ricordi pi? Non mi haichiesto se avrei voluto far parte della tua, della

    vostra vita in maniera seria, definitiva, e ti assicuroche anche per me, stando cos le cose, quella serasignificava la fine di tutto. Poi successo chequalche tempo dopo Luigi mi ha cercato al telefono,e siamo stati a parlare tanto insieme. Lui piangevaed io lo rassicuravo. Alla fine ci siamo promessi chegli avrei telefonato tutte le settimane. E cos hofatto.

    Veleno bollente scorre per le vene di Enrico. furente. Non lho mai saputo.

    Perch non lhai mai capito.Quante altre cose non ho capito secondo te?.Non so Enrico, non so cosa ti passi per la

    mente.Beh, te lo dico io: in questo momento sono

    deluso, vuoto. Vengo a sapere che, per interi mesi,tu e mio figlio vi parlavate perch non me lavetedetto? Non mi sarei opposto!... E pensare che nonmi sono mai accorto di nulla!.

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    Enrico, non devi fartene una colpa; quandotorni a casa, Luigi, poco dopo, va a letto; al sabatoed alla domenica spesse volte lo lasci dai nonni;come credi che stia tuo figlio? ovvio che tiracconta solo quello che lui sa ti fa piacereascoltare.

    per questo che mi hai domandato di bere uncaff insieme? Volevi toglierti un peso dallostomaco?.

    Lei sorpresa. Assolutamente no. Mi devicredere.

    Va bene, ti credo. Perch allora?.Come perch?! Perch voglio parlarti, vederecome stai, vedere se si pu ricucire qualcosabutta l.

    Ma adesso Enrico ha perso lentusiasmo. Cosac da ricucire se non si parte dalla verit?.

    Sandra si arrabbia. E va bene, allora, partiamoda questa tanto osannata verit. Avanti, c altro

    che devi chiedermi? Perch io ho una lista lunga unchilometro di cose da domandarti! pronuncia adenti stretti, incollerita.

    Hai intenzione di frequentare me o Luigi? buttal sarcastico Enrico.

    Sei un cretino. Ti ho tenuto nascosta questacosa solo per Luigi, perch non volevo soffrisse pidi cos. E per rispetto verso me stessa. Devo purproteggermi da te, non trovi? Quella sera, alla fine,tu non mi hai voluto con te.

    Eh? COSA? S che ti avrei voluto, te lho anchedetto! che non mi sentivo pronto per quello chemi chiedevi tu!.

    Oh poverino, e cosa avremmo dovuto fare?Quando mai ti saresti deciso? E intanto cosa sarei

    stata: la tata di Luigi o la tua fidanzata? O tutte edue?.Daccordo, lo ammetto. Ho peccato di

    indecisione. Per poi tu sei sparita.

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    Lhai avuta la tua occasione. Era da parecchioche aspettavo quel momento. Non potevo darti altrotempo. E fiducia.

    Hai lasciato che io e Luigi ci dovessimoarrangiare.

    Certo! Che altro potevo fare per farti capire lasituazione?!.

    Basta recriminazioni sbotta Enrico ad un certopunto. Non ne posso pi.

    Neanchio, se per questo.Amici?. Gli allunga una mano.

    Lei lo guarda dritto negli occhi, il suo sguardo sferzante. Amici no. Chiamami quando vuoiriprendere dal punto in cui eravamo rimasti.

    Si alza, paga il suo caff ed esce a passo speditodal bar. Tutto succede in pochi secondi, Enricoquasi nemmeno capisce cosabbia detto di male;comincia a riprendersi poco dopo dallo shock. Finoad un secondo prima lei era l di fronte a lui, ora

    non cera pi. Solo perch lui aveva pronunciato laparola amici. Evidentemente era unaltra la parolache Sandra voleva sentirsi dire. Laveva capito. Eratrascorso quasi un anno e, nonostante tutto, eracome se le cose tra loro due fossero rimaste fermesempre allo stesso punto.

    Amici no gli risuonavano in testa le parole diSandra. Se non amici, cosa potevano diventareallora? Non riusciva ancora ad ammettere con sestesso che la parola fatidica era unaltra. E avevapoco tempo, perch la rabbia e lavvilimentomontavano dentro di lui come lalta marea che nonlascia scampo.

    ************************

    Il mese di Maggio non avrebbe potuto protrarsipi a lungo.

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    Enrico aveva fatto balenare la possibilit dirifarsi vivo prima della partenza di Sandra, ragionper cui lei passava da uno stato di perennerassegnazione ad un altro di manifesta agitazione;si diceva che con Enrico era finita prima ancora dipoter cominciare, ma daltronde sperava anche chelui si convincesse dei suoi errori e le chiedesse diiniziare una nuova storia tra loro due, questa voltaseriamente.

    Sandra lo capiva: non poteva perdonarla ma nonpoteva essere insensibile. Sebbene la condannasse

    per ci che riguardava il passato e la considerassecon estremo e ingiusto risentimento, tuttavia, perqualche motivo a lei sconosciuto, Enrico seguitavaad essere attratto da lei.

    Il momento fatidico giunge unassolata mattinain cui, a sorpresa, Sandra si vista recapitare unbouquet di fiori con in mezzo un biglietto: Ti va unpranzo al nostro bar (quello da cui sei sparita alla

    velocit della luce)?.

    Ora sono di nuovo a quel bar.Quanto starai via?.Sei mesi.Sono tanti.Lo so.Ci mancherai molto.Sandra guarda commossa Luigi, la sua manina

    stringe la mano forte e sicura del pap. Ha losguardo fiero e tenero al tempo stesso, un bambinoche vuol farsi vedere diverso da come invece .

    Anche voi mi mancherete tanto, tutti e due.Enrico abbozza non credere che non vogliastare con voi, questo lhai capito ormai, vero?.

    S, credo di s. Per difficile per me capirti.Sospira. Anche per me. difficile parlare lastessa lingua.

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    Come mai cosi difficile? Perch non riusciamoa stare insieme?.

    Sandra scrolla il capo: Forse non ancoragiunto il momento per noi. E si ritrova a pensare: come se non avessimo ancora trovato il modo dicapirci fino in fondo, veramente. Ognuno di noicerca di stanare laltro senza riuscirci.

    Possibile che il tempo sia cos crudele con noi?.Il tempo fa solo il suo mestiere.Sei mesi non mi passeranno mai.Senti, nemmeno a me passeranno se per

    quello. Ma cosa ci posso fare, devo pur vivere, nontrovi? Ci scriveremo, se vuoi. Mi racconterai comestate. E di nuovo pensa: E quando torner,constateremo se le nostre vite potranno incrociarsiancora.

    Lo spero.Anchio.C una stretta di mani che pi di una tenera

    amicizia, ma non ancora il suggello di un amoreconclamato. La constatazione per lui di guardare alei ancora come punto di riferimento gli fa sentirein quella stretta di mani il suo orgoglio ferito. Perquesto cortese ma non ancora cordiale, nonsincero fino in fondo. Non c nessun sorriso,nessun calore umano, solo reciproci confini bendefiniti ad alleviare lintima sofferenza del cuore.

    Passer, tutto passer.

    ***********************

    Praga, citt dai mille colori riflessi nelleceramiche di cui sono piene le vetrine dei negozi,dai cieli azzurri che si specchiano nelle acque del

    Danubio; la vita scorre intensa per Sandra. Ilmaster le fa conoscere un settore a cui siappassiona, si fa nuovi amici, la vita sembrarilanciarle quelle gioie di cui si sentita privata

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    durante lanno con Enrico. Si fa pi bella e leggera,il colorito aumenta, perde qualche chilo, gliammiratori si destano.

    Decide di vivere per vivere. Il cuore le sembramuoversi al ritmo dei valzer viennesi, piano,elegantemente; i passi di danza sono misurati, lamusica conosciuta. Batte sempre per Enrico, ma saanche che lui forse destinato ad un giro divalzer gi concluso.

    Sei mesi. mezzo anno. Tutto pu succedere in

    mezzo anno: che Sandra si sia trovata bene a Pragae sia tornata entusiasta dellesperienza vissuta, chela ruota della fortuna abbia preso a girare per leitanto da farle trovare un nuovo lavoro che le piacetantissimo. Che in questi mesi Tommaso siacresciuto al punto che Sandra scopra in lui,rientrata a casa, nuovi atteggiamenti, nuovi statidanimo e nuove ombre del carattere. Che sua

    sorella abbia cambiato fidanzato. E che Enrico nonsi sia fatto sentire durante questa prolungataassenza se non con brevi mail.

    Tutto cambia, la vita scorre senza posa e, a volte,senza senso. Delusioni, sofferenze, amori, pianti,irruzioni di felicit, gioie, amicizie, noia, fatica lavita il susseguirsi di tutto questo, ma unsusseguirsi mai monotono, mai lo stesso copione,mai un dja-vu. A volte ripetitiva, s; per, a contifatti, c da ammettere che gli avvenimenti non sisusseguono mai uguali gli uni agli altri. La vitamuove sempre un passo di danza nuovo: puessere eseguito bene o male, eseguito al momentogiusto o fuori tempo massimo; a volte anticipiamonoi il passo, altre volte lui che ci sorprende e ci

    trova impreparati. Alcune volte dovrebbe essere unArabesque invece si finisce per compiere unAttitude: del resto, quando manca il coreografo, difficile da soli scegliere il passo esatto.

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    cos che una sera di Gennaio, a casa di Enricoe Luigi, si sarebbe potuto assistere un balletto benarchitettato, se solo ci fosse stata un minimo dicoreografia. Ma si sa, la vita d e toglie senza sosta,senza ripensamenti.

    Enrico sta buttando gi la pasta. Con unorecchio ascolta la tv sintonizzata sul canale del tg,laltro orecchio tirato per ascoltare Luigi che, dalsalotto, sta parlando al telefono con Sandra. Hacapito che lei gli sta raccontando qualcosa dellasua permanenza a Praga.

    Quand che mi porti il regalo, quand!. Luigi imperioso, sta facendo rumore puntando i piedi.Poi meraviglia. Beellooo! Sandra, mi piace

    tantissimo, grazie!.Silenzio. Poi di nuovo brontolii: troppo fra tre

    giorni, non puoi portarmelo prima? Ti prego.Altro silenzio.Luigi, la pasta nel piatto! grida dalla cucina

    Enrico. Fai presto senn si raffredda!.Luigi non sembra sentire lappello del padre.

    Sandrina, passa di qui prima di andare alcinema attacca con un lugubre tonolamentevole.

    Enrico dalla cucina si agita.Guarda che non ti riscaldo le penne! Vieni

    subito, Luigi, senn mi arrabbio tantissimo!.Passi di qui, mi allunghi il regalo e poi vai al

    cinema guarda che so dov il cinema, ci siamoandati insieme tre volte, ricordi?.

    Luigiii!!!. dove c il negozio dei maglioni e il bar in cui

    mi compravi le caramelle, qui vicino.Enrico compare in salotto con il mestolo in

    mano, alzato.Conto fino a tre poi arriva il mestolo sul tuofondoschiena! Uno.

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    La faccia di Luigi si illumina di un tenero sorrisomentre lorecchio sta incollato alla cornetta deltelefono e i suoi occhi guardano spaventati il padre.

    Due.Grazie Sandrina, bacione bacione anchio!.Tre!.Luigi depone immediatamente la cornetta come

    avesse appena riposto la cosa pi preziosa chepossiede.

    Eccomi, arrivo pap!. Corre in cucina per saliresulla sua sedia.

    Cosa ti ha detto Sandra?.Che prima di andare al cinema passa di qua adarmi il regalo. Me lha promesso. euforico.

    Enrico scocca unocchiata allorologio in cucina.Sono le diciannove e venti. Calcola che, se il filminizia alle venti, entro breve sar da loro.

    Vabb, intanto mangia che senn si raffredda ilsugo e la pasta non pi buona.

    Papi, sei contento che viene Sandra? chiedeLuigi tra un boccone e laltro.

    Anche Enrico comincia a mangiare, puressendogli di colpo passato lappetito.

    Certo, solo vorrei averlo saputo prima, cos mipreparavo.

    Perch devi prepararti? domanda stupito.Enrico si scruta i vestiti. Sono in tuta da

    ginnastica, ho i capelli unti e sono stanco dopo unagiornata di lavoro avrei voluto essere pipresentabile, tutto qui.

    Ma Sandra ci conosce, lei ci vuole bene coscome siamo.

    S, lo so.Papi, posso chiederle se qualche volta possiamo

    andare anche noi al cinema con lei?.Perch vuoi che andiamo al cinema tutti e tre?Non vuoi andarci solo con lei o solo con me?.

    Insieme pi bello.

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    Enrico pensa che questaffermazione sia di unadisarmante chiarezza.

    S, glielo chiederemo.Cos mi piace!.Gli occhi di Enrico si posano con infinito amore

    paterno sul figlio mentre questi spazzola il piatto efa la scarpetta con il pane; si chiede come siapossibile che gli basti cos poco per essere felice.Un regalo. La promessa di un cinema.

    E di colpo gli viene in mente che non ha maifatto un regalo a Sandra. Si d dello stupido

    egoista.Poco dopo suona il campanello. Luigi si precipitaad aprire la porta e a correre gi, lungo le scale delcondominio. Fa sempre cos ogni volta che vienequalcuno a trovarli. la gioia di aspettarequalcuno o qualcosa.

    Sandra arriva tenendo per mano Luigi. Nellaltramano tiene i cordoni di una bella borsa di cartone

    con ghirigori particolari. Trasuda aria di Praga.Sandra, accomodati! esclama, in piedi sulla

    soglia di casa. Si scosta per farli entrare.Grazie Enrico, sto qui poco, Luigi al telefono

    non mi ha lasciato altra possibilit che venireimmediatamente sorride. Soprattutto sorride aLuigi, che di fatti si slancia verso il pacco cheSandra gli sta allungando. Poi corre in cucina pertagliare con le forbici i nastri ed aprirlo.

    Sandra, ti trovo benissimo! Laria di Praga ti hagiovato! afferma Enrico sorpreso di trovarla cosbella, fresca, piena di vita e di energia. Non lha maivista truccata cos bene, e vestita cos a modo. Ilsuo volto si copr di un violento rossore.

    Sandra gli sorride. Per la prima volta da quando

    hanno ripreso a frequentarsi, Sandra sente che deidue lei a tradire una meno intensa emozione. Hasu di lui il vantaggio di essere preparata.

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    Grazie, s, stata una rigenerazione per me. Ladistanza a volte salutare, rimette le cose nellagiusta proporzione.

    Enrico si chiede se stia parlando di loro due, manon osa domandarglielo.

    Ti sei trovata bene l? Raccontami, vuoi cheintanto ti prepari un caff?.

    Sandra continua a sorridere. Grazie che questavolta sei tu ad offrirmi il caff. Lo accetto moltovolentieri, lo sai che mi piace!.

    S, ti sempre piaciuto. E si avvia in cucina

    dove Luigi ha gi sfasciato il pacco incartato conuna stupenda carta per tirare fuori dalla scatolauna confezione di soldatini in miniatura, con tantodi cavalli, armi ed altro materiale simile.

    Gli hai regalato lesercito? scherza Enrico.A Praga cera pieno di questi giochi di legno,

    sono robusti e ben costruiti. Ne ho preso unoanche per Tommaso, ci gioca per ore e ore.

    Benissimo, basta che non mi dichiari guerra.Beh, tu difenditi!.E come potrei?.Ti presto qualche carro armato di mio nipote,

    ma guarda che il massimo che posso fare, perora.

    Scoppiano a ridere.Mi costruir un armamento segreto allora.Papi, ti ho sentito! grida dal salotto Luigi,

    mentre sta disponendo in file regolari la fanteria,dietro cui ha gi piazzato la cavalleria. Dopo giochicon me, vero, pap?.

    Questa la fatidica domanda che nessun padrevorrebbe sentire alle otto di sera, dopo una giornatadi massacrante lavoro sospira Enrico.

    Daltronde se non giochi ti senti in colpa.Esatto.

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    Non hai scampo. Forse hai qualche speranza dicavartela in fretta se ricorri allaviazione. Ho notatoche manca nella confezione.

    Vuoi dire i miei modellini di aereo? esclamainorridito. Mai!.

    Allora non hai speranza, il gioco sar lungo.Tieni, ecco il caff. Allunga una tazzina dai

    colori allegri verso di lei.Sandra ci versa dentro un cucchiaino di

    zucchero e lo sorseggia.Mentre gira il cucchiaino nella tazzina, Enrico la

    vede armeggiare nella borsa a tracolla.Che c?.Ho una cosa anche per te, visto che sono qui te

    la do subito. Arrossisce impercettibilmente mentreparla, pi forte di lei.

    Enrico si sente un verme, gli ritorna in menteche lui non le ha mai fatto alcun regalo. Infattiattacca basito:

    Sandra, non dovevi se penso che io non ti homai regalato niente mi sento molto avvilito, sai?tenta di sorridere.

    Anche lei gli sorride, ma ora ha assuntounespressione seria.

    Ricambierai il pensiero per il mio compleanno.Ci conto. Gli porge un pacchetto minuscolo, benconfezionato.

    Chiss cos?. Inizia subito a scartarlo.Lho trovato frugando per le bancarelle del

    mercato a Praga.Bella citt, vero?.Stupenda afferma con gli occhi umidi. Si sta

    commuovendo ma Enrico non se ne accorge,immerso nel disfare il pacchetto.

    Sorpresa. Dal velluto blu che regge nella suamano esce un fermacravatte placcato doro, a formadi ramoscello. molto delicato, la silouhettegraziosa, elegante.

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    Mi hai preso un ramoscello dulivo per fare pacetra di noi? commenta Enrico; nonostante la burla,il tono sincero ed emozionato. stupendo, nonho parole. Grazie Sandra!.

    Si china a baciarle la guancia.Non c di che risponde imbarazzata. Ho

    pensato che ti stesse bene. Domani lo indosso allavoro, grazie ancora.

    Prego. Lulivo borbotta non mi venuto inmente che fosse ulivo.

    A me s, guarda le foglie. Le porge il

    fermacravatta che, in effetti, adesso che lo vedemeglio simile ad un ramoscello dulivo.Davvero splendido.Non potevi trovare di meglio.Lei fa per andarsene: ora che vada, il cinema

    inizia alle otto in punto.Vai sola?.No, vado con un amico.

    Ah. solo un amico, se minviti ad uscire esco

    anche con te si sforza di scherzare.Non mi far attendere allora. Poi si ricorda:

    Anzi, mi sa che dovrai uscire con due uomini: mee Luigi. Me lha fatto promettere che te lavreichiesto.

    Va benissimo. Lo sai che vi voglio bene.Anche noi te ne vogliamo.Sandra sospira. ora che vada.Torna presto a trovarci.Tu invitami che vengo.Luigi, vieni a salutare Sandra che via via!

    chiama Enrico.

    Luigi molla tutti i soldatini e corre adabbracciarla.Ciao Sandra! le si attacca al collo.

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    Lei ride divertita. Luigi, basta, smettila! Ah, ahciao Luigi!.

    Sandra non vedeva nulla, non pensava nulla delcinema. La sua felicit veniva dal cuore. Gli occhi lesplendevano, le gote ardevano di rossore, ma lei nonse ne rendeva conto. Pensava solo allultimamezzora. Tutto rivelava che il cuore di Enrico stava

    finalmente ritornando a lei; che la rabbia, ilrisentimento, il desiderio di evitarla non cerano pi;che cera, al loro posto, qualcosa di pi dellamiciziae della stima: la tenerezza del passato. S, un po

    della tenerezza del passato! Non le riusciva,contemplando tale mutamento, a interpretarloaltrimenti. Lui lamava: doveva essere cos.

    notte fonda. Luigi nella sua cameretta dormecon la luce accesa. Ha ancora paura del buio.

    Enrico chino sul tavolo in cucina. Scrive. Nonsa da quanto tempo non gli succede di avvertire

    lesigenza di scrivere. Per riordinare le idee.Rivedere Sandra in mezzo a quelle mura di casa alui cos intime e familiari gli ha messo il cuore insubbuglio. Sente il bisogno di mettere nero subianco qualcosa, una sorta di pagina di diario chepoi forse strapper e getter nel cestino. Maintanto le parole gli affiorano come balsamo capacedi addolcire lamarezza della sua vita.

    C in lui come una nuova indefinibileconsapevolezza.

    Carissima Sandra, mia dolcissima amica, pozzosegreto da cui attingo i miei sospiri damore, io quiti confesso che non ho amato altri che te. Fin daquando ci conoscemmo quando cominciasti a

    frequentarci io mi accorsi che mi piacevi. Mipiacevano i tuoi modi delicati, la tua pelle, il tuosorriso, la tua figura esile, la tua gentilezza, la tua

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    sensibilit, la tua dolcezza. Tutto avevi che mipiaceva.

    Per questo ebbi paura.Fu per paura che quella sera in pizzeria non ebbi

    il coraggio di dirti ci che ti aspettavi da me, fu perquesta mia pazzesca codardia che non ti cercai pi.Sparii.

    Fu un momento stupendo il rivederti in libreriaquella giornata che pioveva a dirotto benedettapioggia che ci costrinse a starcene un po al riparoin quel bar, a parlare di noi!

    Ma io ero ancora ottuso e troppo orgoglioso. Eroferito, perch mi rendevo conto che tu eri sempre,involontariamente, il mio segreto metro di paragoneper ogni cosa: per le altre donne, per come dovevocomportarmi con mio figlio, per quello che dovevofare, dire e anche solo pensare. Quando te neandasti, rimasi l da solo a sforzarmi di ripetere:Amici no Ha detto: amici no, ma le parole che

    volevi tu non venivano ancora fuori dalla miamente. Meglio, il cuore le intuiva ma la volont sioffendeva e, sprezzante, tornava a piegare il mioessere ai suoi comandi. Solo, nientaltro che solosarei stato. E sai perch?

    Perch la mia testa mi diceva che non mimeritavo una seconda possibilit. Che non sareiriuscito a tenerti stretta a me. Che lamore unfuoco di paglia, che brucia e poi passa. Che unaseconda volta avrei fallito, avrei fatto qualcosa percui tu saresti stata delusa di me e te ne sarestiandata, come la madre di Luigi. E questo sarebbestato un dolore troppo acuto da sopportare dinuovo. Meglio tagliare in partenza la possibilit chesuccedesse di nuovo.

    Capisci perch sono cos restio con te? Perch michiudo a riccio? Chiss cosa devi pensare di meSe solo potessi se solo riuscissi

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    Dimmi come si fa, amore mio, ad amartiveramente? Non ho ancora trovato la risposta.

    Enrico depone la penna e si massaggia letempie. Guarda la lettera, poi prova limpulsobruciante di accartocciarla e gettarla via. Con unosforzo sovrumano si trattiene. La prende, la piegain quattro parti, la depone nel portafoglio.

    Va a letto. Chiss se dormir.

    ************************

    una domenica sera e a teatro c la prima deltour invernale dei Nomadi. A Enrico sono semprepiaciuti. Ora l che si aggira confuso per il foyer,ha in mano il biglietto che gli ha offerto un suocliente, un tipo per cui lui ha sgobbato sodo peruna grande casa colonica che questi ha comprato,cos, come regalo, gli ha procurato un biglietto peril concerto. In poltronissima.

    Devono ancora aprire le porte del teatro, per cuitutti si accalcano nellampio salone dingresso. uno dei teatri minori della citt, non tanto spaziosoma ben tenuto, pulito, in cui c sempre un vivacegiro di gente. noto come i Nomadi preferiscanoesibirsi in luoghi dove si senta a pelle lo strettorapporto con il loro pubblico.

    I suoi occhi si posano di qua e di l, ammira lerifiniture tirate a lucido, i grappoli di persone cheparlano animatamente; osserva come vestita lagente, come appare sciolta, rilassata. Non come luiche se ne sta in disparte, a disagio, col pensieroche corre a Luigi lasciato con la nonna. Lemozionegaloppa, l dentro difficile placare il senso disolitudine con cui pure abituato a convivere.

    Finalmente le porte si aprono e una maschera loaccompagna lungo la platea. Giungono al suoposto: ventesima fila, niente male. Abbastanza dilato. Gli sembra un ottimo posto, per quel che ne

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    capisce lui. Fa mente locale che lindomani devetelefonare al suo anfitrione per ringraziarlo.

    Il concerto inizia, la musica si spande perlampiezza della sala. potente, avvolgente. Enricochiude gli occhi e la assapora. Conosce tutte lecanzoni, una per una. Ne gusta ogni nota. Lamusica compie il piccolo miracolo di farglidimenticare che accanto a lui stanno seduti deiperfetti sconosciuti. Per il tempo dellesecuzione deibrani tutto possibile: che lui sia il vagabondo acui lass rimasto Dio, che sia laviatore de gli

    aironi neri, che sia linnamorato di Jenny, lamicodella canzone per unamica, il cuore che soffre digelosia in un pugno di sabbia.

    Passa il primo atto senza quasi che se neaccorga.

    Durante la pausa decide di prendere un caff. Sialza per dirigersi verso il bar del foyer, facendosigentilmente largo tra i presenti.

    Un caff, per piacere ordina al baristaaffaccendato tra la macchina del caff e il bancone.

    Enrico, che comincia ad essere stanco, tira gliocchi verso una figura in abito rosso. strano, glipare di conoscerla. leggermente di spalle, il voltoben truccato, il vestito rosso liscio le lascia scopertele ginocchia e le gambe. Sta ridendo con il suoaccompagnatore, si capisce che tra i due cconfidenza.

    Enrico continua a guardarla, incuriosito dellafamiliarit che emana da quella donna. Forse cosche dovrebbe essere lamicizia, pensa, un uomo eduna donna che parlano, divertendosi tra loro. Leiscrolla per un attimo la testa indietro, ride. I capelliondeggiano. Poi si volta per tornare in sala. l che

    la riconosce. Sandra. Con un altro uomo.Anche lei lo riconosce subito.

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    Ciao Enrico! Anche tu qui? chiede serena. lemblema della tranquillit e della fiducia neglialtri.

    Ciao. Lui invece rigido e sospettoso. Nellosforzarsi di non sembrarlo, stona ancora di pi.Un cliente mi ha dato il biglietto. Davvero un granbel concerto! Tu come stai?.

    Bene sorride. Poi indica laccompagnatore: Lui Pietr, ci siamo conosciuti a Praga. qui per unoscambio universitario.

    Ah, adesso tocca a lui venire in Italia!.

    S, cos.Meno male che ci sono gli scambi.Sandra saccorge del turbamento di Enrico, del

    suo commento detto in tono sarcastico, ma rimanerilassata. Adesso dobbiamo andare. Se dopo haitempo, possiamo andare a bere qualcosa insieme.Pietr davvero di compagnia.

    Pietr accenna di s col capo. Si stringono le mani

    goffamente e si salutano.Andare a bere qualcosa insieme col ceco no

    che non ci vengo rimugina Enrico rimasto solo.In un attimo si fatto spento, la mente annebbiata,il cuore in tumulto e la volont fradicia.

    Geloso di Pietr! S, era questa lunica spiegazioneintelligibile.

    Paga la consumazione e si avvia verso il suoposto. cos poco abituato allambiente che nonsaccorge che in giro rimasto solo lui, e quandoarriva davanti alle porte della sala le trova chiuse.

    Signore, in ritardo. Non pu pi entrare.Come?.Il concerto gi iniziato. Mi spiace. la regola.E adesso cosa faccio?.

    Suppongo che lunica cosa che le rimanga sia diandare a casa.Dopo aver protestato inutilmente, Enrico fa

    dietrofront deluso e scoraggiato.

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    Non c nulla per cui valga la pena di restare,sentenzia dentro di s. Un fruscio rosso desta lasua attenzione. Si dirige verso la zona delguardaroba, dove ha visto andare fruscio rosso.

    Sorpreso, si trova davanti Sandra che si stainfilando il cappotto.

    Enrico, cosa c? Te ne vai anche tu?.Tu dove stai andando? domanda esterrefatto.Mi ha mandato un messaggio mia sorella.

    Tommaso sta male. Ha la febbre alta, lo portiamo alpronto soccorso.

    Vuoi che venga con voi? le chiede mentre anchelui afferra la sua giacca e se la infila.Grazie, sei un vero amico. Luigi con la

    nonna?.S. Dai che andiamo con la mia macchina!.S, io e mia sorella siamo troppo agitate per

    guidare. Dove hai la macchina?.Qui vicino, dietro il teatro, in una via laterale.

    Benissimo.Sono in strada, lei sottobraccio a lui, che corrono

    verso la macchina.A quanto hai detto che ha la febbre?.Oltre i 40 gradi. Ma da un giorno e mezzo che

    ce lha altissima e non scende. per questo che loportiamo al pronto soccorso.

    Fate bene. Dai che in un attimo siamo l.Passiamo da casa nostra a prendere Tommaso e

    mia sorella allora.Perfetto.In poco tempo tutti e quattro sono allospedale,

    in sala dattesa. Tommaso, febbricitante, inbraccio alla zia, mentre Sandra ed Enrico aspettanoin piedi, ansiosi che il pediatra si liberi delle altre

    visite. incredibile come anche di notte ci sia gentein Pronto Soccorso Pediatrico. Altre famiglie conaltrettanti bambini che stanno male; negli occhi deigenitori la stessa profonda angoscia.

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    Dun tratto esce uninfermiera e viene versoSandra.

    Voi siete i prossimi. Intanto qualcuno di voivada allaccettazione e compili i moduli. Cosquando il pediatra vedr il bimbo sarete gi aposto dice consegnando loro un plico di carte.

    Sandra lo prende, ringrazia e comincia adinfilarsi il cappotto per correre difilato versolaccettazione. Non le passa per la testa di chiederead Enrico di andare con lei. Solo, senza pensarci,prima che si allontani Enrico le offre le chiavi della

    macchina ed il portafoglio:Laccettazione lontana, prendi la macchina. Equalora ti servissero dei soldi non si sa mai eccoil mio portafoglio.

    Grazie, ma non dovrebbe servire obbiettaSandra, che respinge il portafoglio ma accetta lechiavi.

    Tienilo, magari c un ticket da pagare, o una

    telefonata da fare e ti serve la carta prepagata tutto nel portafoglio insiste Enrico.

    Daccordo, faccio come dici. In questi casi laprudenza non mai troppa.

    Anche la sorella accondiscende.Enrico guarda Sandra allontanarsi: una parte di

    s, che sfugge alla sua coscienza vigile, sa che inquel portafogli c ancora una lettera che non stata stracciata. Quella parte spera che succedalinsperabile.

    Che dire di pi? Sta di fatto che allaccettazioneSandra scopre che deve pagare un ticket, e nellosfilare le banconote attratta da quel foglio benpiegato. Intuisce che possa essere una lettera; dipi, una lettera rivolta a lei. Da qualche parte

    dentro di s sa che cos.La legge e ogni parola la trasporta in un mondodi estasi e felicit.

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    Poi la ripiega e la ripone perfettamente dove lhatrovata, col cuore in subbuglio, battiti di gioiapurissima si mescolano allagitazione per la sorte diTommaso.

    Torna che tutto sembra come lha lasciato. Suasorella, Tommaso ed Enrico. Sembrano proprio unafamiglia.

    Finalmente il turno di Tommaso.Un quarto dora basta a trasformare

    lapprensione in calma. Tutto finito bene. Adessosono tutti pi sereni.

    Enrico in macchina le sta accompagnando acasa.Grazie per quello che hai fatto dice Sandra.S, grazie. Da sole avremmo avuto meno self-

    control riprende la sorella.Non c di che ragazze conferma. Sono felice

    che Tommy abbia trovato la cura giusta adesso.Il silenzio dellabitacolo accompagna Enrico

    mentre guida. Un silenzio che si avvolge insieme aquella notte nera, una notte dinverno umida efredda, un silenzio rotto dal fatto che uno di queiquattro cuori in realt colmo di indicibile gioia.Una gioia tale che potrebbe persino arrivare adincrinare quel silenzio.

    Tommy si fida di noi afferma ad un certo puntoSandra, e mentre lo dice gli accarezza la fronte. Sache ci siamo e che faremmo tutto per lui, e questa la sua sicurezza. Che lo amiamo.

    Tutti si commuovono, specialmente Enrico.Anchio farei qualunque cosa per mio figlio. E

    allo stesso modo voglio tanto bene al nostroTommy.

    Fidarsi tutto gli dice Sandra.

    Chiss perch, Enrico intuisce che dietro quelleparole si possa celare dellaltro. Ma non osachiedere.

    Arrivati a casa si salutano.

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    Arrivederci ragazze. Date un bacio da parte miaa Tommy.

    Buonanotte.Buonanotte.

    **************************

    C un messaggio di Sandra sulla segreteriatelefonica di Enrico. Lo aspetta insieme ai suoiamici di Praga se ha voglia di bere una birra e farequattro chiacchiere.

    Enrico spegne la segreteria con lo stomacoindurito dalla tensione, sa che non ci passerebbenemmeno una goccia di birra, figuriamoci unalattina. Quanto a voglia di parlare, poi, anchepeggio.

    Guarda sul polso lorologio: le diciannove.Telefona a sua madre per chiederle se pu ritardaredi unora, il tempo di vedere Sandra al bar, insieme

    ad amici in comune. Immagina che Luigi protesterperch vorr venire anche lui, ma la nonna saprgestire gli scoppi dumore del nipotino.

    Incassato il s della nonna, infila cappotto,sciarpa e berretto e si dirige a piedi verso il locale.Non dista molto da casa sua, Sandra fa bene ognicosa, lo invita in un posto che non sia difficile daraggiungere.

    Lungo la strada nota le vetrine dei negozi, lamerce in saldo. Dalle esposizioni nei negozi lamente corre ad analizzare s stesso: anche lui unottimo acquisto? Sono merce in saldo lui e Luigi?No, certo che no. Ma facile dirlo, pi difficilecrederlo.

    Nota la gente che gli sfila accanto. Chi preso

    dalla fretta di rincasare, chi si attarda nei negoziper fare le ultime spese, chi chiacchiera, chirisponde al cellulare, chi corre per non perderelautobus che sintravvede infondo alla via, chi

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    sospettoso, chi distratto, chi curioso scruta lui. Ilmondo uno scrutarsi a vicenda.

    Dieci minuti a passo spedito gli sono pi chesufficienti per arrivare puntuale al luogo del ritrovo.Dieci minuti di monologo con s stesso e diosservazione della quotidiana scena di umanitattorno a lui. Tanto basta.

    Spinge la porta per entrare e subito invaso daunaria di allegria, di frizzante vivacit. Sente lamusica, una bella canzone orecchiabile, con le notedella chitarra elettrica nei punti giusti e la tastiera

    che sembra quella di Elton John. Lumore di Enricoschizza su quasi da solo. Respira profondamente,gi si gusta quella piacevole ora di libert.

    Fruga con lo sguardo tra le persone in cerca diSandra, dellodioso Pietr e degli amici di Praga. Maquanta gente arrivata da Praga, si chiede?Speriamo di riuscire a parlarle da solo almeno unpo, pensa.

    Tra un crocchio e laltro di amici ai tavoli,coppiette e gente varia, finalmente la intravede. infondo alla sala, ad un tavolo dangolo con duerobuste panche sulle quali sono sedute una decinadi persone che parlano e ridono. Sul tavolo sonoaccatastate patatine, e disposte una lunga serie dilattine.

    Enrico guarda quel quadretto commovente digiovent e non ha il coraggio di avvicinarsi. Ritornalombra della consapevolezza, che cio nessunabirra potr cancellare ci che , che un uomosenza una donna con un figlio da crescere.

    Poi pensa che anche lui uno di loro, un uomogiovane che ha voglia di divertirsi, di stare insiemead altri, di amare di nuovo.

    Vede le teste che si voltano tra loro, parlano escherzano, sente il chiasso, annusa laria pregna dibuon umore, quasi tocca la felicit, capisce che il

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    momento ora, adesso gli data la sua secondachance.

    Torna a concentrarsi su Sandra, la distingue trale altre figure, si domanda se lo stia cercando oalmeno aspettando.

    Poi lidea, pazzesca ed improvvisa come untemporale estivo. Mavvicino lentamente. Se nelmentre, lei si volta, mi vede e mi chiama perpresentarmi agli altri, Sandra sar mia.

    Scopriamo lamore quando sappiamo diappartenere a qualcuno.

    Non pot esserci momento pi bello, intenso,pieno, giusto, a lungo desiderato e sospirato.Benedetto ed atteso come lacqua nel deserto.Immensamente meraviglioso. Fonte di paroletrattenute e gioia indicibile.

    Gli occhi di Enrico incrociarono quelli di lei, e luisi sent chiamato per nome. Il braccio di lei siallung per stringergli la mano appena le fu vicino;

    quello che vide fu solo sorriso.Posso accompagnarti a casa? Avrei una cosa da

    discutere con te le sussurra allorecchio, dopoesserle venuto cos vicino da farla arrossire.

    Sandra, sorpresa, acconsente.Ma ormai sono i loro occhi, muti, a parlare. Ad

    annunciare che quel che c f