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Quell’ “ATTIMO” nella MEMORIA… pubblicato 12/mar/2013 12:15 da redazione nerosubanco [ aggiornato in data 12/mar/2013 12:27 ] di Valeria D’Antuono La mattina dell’11 gennaio 2013, alle ore 9:30, io ed i miei compagni della 2^C, insieme alle classi 1^C (della Scuola Secondaria di Cugnoli) e alla 5^ C (della Primaria), ci siamo diretti verso l’ I.T.A.S. di Alanno per assistere ad una rappresentazione sul tema della SHOAH. I nostri accompagnatori sono stati il prof.re Adriano Di Profio, il prof.re Nicola Paciocco e la maestra Valentina D’Orazio. Arrivati a destinazione, abbiamo preso posto nell’Aula Magna dell’Istituto dove c'era uno schermo di proiezione come quello dei cinema. Ad attenderci abbiamo trovato le classi quinte, le prime e le seconde medie di Alanno C.U e Alanno Scalo. Quando abbiamo finito di sistemarci ed il silenzio ha preso il sopravvento, un signore vicino ad un computer si è presentato, dicendoci di chiamarsi Teodoro Franco e di far parte della “Compagnia Teatrale della Shoah”. Poi ci ha raccontato che le vicende che stavamo per conoscere erano tutte vere perché facevano riferimento alla vita, triste e difficile, di un suo familiare deportato nei campi di concentramento insieme ai genitori, ai fratelli e alle sorelle. Ha continuato affermando che questo signore, di nome Nedo Fiano, riuscì a tenere duro e a sopravvivere e che oggi , attraverso le testimonianze che ci ha lasciato, tutti possono conoscere le brutalità dei lager. La speranza è che nessuno dimentichi quel che è accaduto e che gli errori-orrori del passato costituiscano un utile insegnamento per il futuro. Il signor Teodoro ha così cominciato a proiettare sullo schermo gigante il titolo della rappresentazione: “L'Attimo”. Noi inizialmente non ne abbiamo compreso la motivazione, però, in un secondo momento ci siamo resi conto che la scelta non era casuale. Il signor Teodoro è passato poi ad illustrarci delle immagini su Nedo e la sua famiglia: la cattura da parte dei tedeschi, il loro massacrante viaggio su un treno merci, la separazione fra uomini e donne una volta arrivati nel campo di concentramento, le umiliazioni e le sofferenze psicofisiche…insomma la non-vita nei lager e la speranza della morte percepita come una liberazione ed un sollievo. Le immagini piuttosto crude, ma alquanto significative, erano accompagnate da un commento espresso in modo così partecipato e sentito che alcuni compagni, seduti accanto a me, mi sussurravano di avere l’impressione che il narratore avesse vissuto in prima persona l’esperienza del lager. Ed avevano ragione! Le immagini scorrevano inesorabili, fino a quando ho finalmente capito il perché del titolo: “ l'Attimo”. Di attimi, in quell’ora, ce ne sono stati tanti, ma solo uno è stato determinante per comprendere un concetto molto importante! Nel racconto, quando sono giunti gli americani a liberare gli ebrei deportati nei campi di concentramento, per la prima volta Nedo ha visto i soldati tedeschi in preda al panico: erano disorientati e non sapevano cosa fare. Uno di questi aveva buttato la sua arma a terra e, così, Nedo aveva avuto

Quell’ “ATTIMO” nella MEMORIA… · fratelli e alle sorelle. Ha continuato affermando che questo signore, di ... la cattura da parte dei tedeschi, il loro massacrante viaggio

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Quell’ “ATTIMO” nella MEMORIA…pubblicato 12/mar/2013 12:15 da redazione nerosubanco [ aggiornato in data 12/mar/2013 12:27 ]

di Valeria D’Antuono La mattina dell’11 gennaio 2013, alle ore 9:30, io ed i miei compagni della 2^C, insieme alle classi 1^C (della Scuola Secondaria di Cugnoli) e alla 5^ C (della Primaria), ci siamo diretti verso l’ I.T.A.S. di Alanno per assistere ad una rappresentazione sul tema della SHOAH. I nostri accompagnatori sono stati il prof.re Adriano Di Profio, il prof.re Nicola Paciocco e la maestra Valentina D’Orazio. Arrivati a destinazione, abbiamo preso posto nell’Aula Magna dell’Istituto dove c'era uno schermo di proiezione come quello dei cinema. Ad attenderci abbiamo trovato le classi quinte, le prime e le seconde medie di Alanno C.U e Alanno Scalo. Quando abbiamo finito di sistemarci ed il silenzio ha preso il sopravvento, un signore vicino ad un computer si è presentato, dicendoci di chiamarsi Teodoro Franco e di far parte della “Compagnia Teatrale della Shoah”.Poi ci ha raccontato che le vicende che stavamo per conoscere erano tutte vere perché facevano riferimento alla vita, triste e difficile, di un suo familiare deportato nei campi di concentramento insieme ai genitori, ai fratelli e alle sorelle. Ha continuato affermando che questo signore, di nome Nedo Fiano, riuscì a tenere duro e a sopravvivere e che oggi , attraverso le testimonianze che ci ha lasciato, tutti possono conoscere le brutalità dei lager. La speranza è che nessuno dimentichi quel che è accaduto e che gli errori-orrori del passato costituiscano un utile insegnamento per il futuro. Il signor Teodoro ha così cominciato a proiettare sullo schermo gigante il titolo della rappresentazione: “L'Attimo”. Noi inizialmente non ne abbiamo compreso la motivazione, però, in un secondo momento ci siamo resi conto che la scelta non era casuale. Il signor Teodoro è passato poi ad illustrarci delle immagini su Nedo e la sua famiglia: la cattura da parte dei tedeschi, il loro massacrante viaggio su un treno merci, la separazione fra uomini e donne una volta arrivati nel campo di concentramento, le umiliazioni e le sofferenze psicofisiche…insomma la non-vita nei lager e la speranza della morte percepita come una liberazione ed un sollievo.Le immagini piuttosto crude, ma alquanto significative, erano accompagnate da un commento espresso in modo così partecipato e sentito che alcuni compagni, seduti accanto a me, mi sussurravano di avere l’impressione che il narratore avesse vissuto in prima persona l’esperienza del lager. Ed avevano ragione! Le immagini scorrevano inesorabili, fino a quando ho finalmente capito il perché del titolo: “ l'Attimo”. Di attimi, in quell’ora, ce ne sono stati tanti, ma solo uno è stato determinante per comprendere un concetto molto importante! Nel racconto, quando sono giunti gli americani a liberare gli ebrei deportati nei campi di concentramento, per la prima volta Nedo ha visto i soldati tedeschi in preda al panico: erano disorientati e non sapevano cosa fare. Uno di questi aveva buttato la sua arma a terra e, così, Nedo aveva avuto modo di raccoglierla e di impugnarla. Adesso era armato, era il più forte e avrebbe potuto vendicarsi di tutte quelle torture e ingiustizie che aveva subito insieme ad altri milioni di persone innocenti, colpevoli solo di appartenere alla razza ebrea. Un attimo che dev’essergli sembrato un’eternità; un attimo in cui sparare verso il proprio aguzzino sarebbe risultato comprensibile, umano. Eppure in quell’attimo ha scoperto di essere davvero diverso, non in quanto ebreo, ma perché incapace di uccidere, incapace di rinnegare la “cultura della vita” a cui era stato educato e che l’esperienza del lager gli aveva rafforzato. Al termine dello spettacolo, io e i miei amici siamo rimasti un po'scossi, ma consapevoli che gli “attimi” vissuti quella mattinata ci hanno stimolato delle riflessioni importanti sulla natura umana. Insieme al nostro prof.re di Lettere Adriano Di Profio abbiamo approfondito in classe le tematiche affrontate nella mattinata e abbiamo anche deciso di girare uno spot proprio sul tema della Shoah. Ricordare è infatti un compito che spetta a ciascuno di noi perché dimenticare è come uccidere una seconda volta i milioni di ebrei morti ingiustamente. Come disse Primo Levi: “Dimenticare vuol dire negare”. Questo credo sia stato l'obiettivo della rappresentazione: illuminare la memoria di noi ragazzi su questo tragico aspetto del passato con l’augurio che la luce della consapevolezza rimanga sempre accesa.

di Valeria D’Antuono La mattina dell’11 gennaio 2013, alle ore 9:30, io ed i miei compagni della 2^C, insieme alle classi 1^C (della Scuola Secondaria di Cugnoli) e alla 5^ C (della Primaria), ci siamo diretti verso l’ I.T.A.S. di Alanno per assistere ad una rappresentazione sul tema della SHOAH. I nostri accompagnatori sono stati il prof.re Adriano Di Profio, il prof.re Nicola Paciocco e la maestra Valentina D’Orazio. Arrivati a destinazione, abbiamo preso posto nell’Aula Magna dell’Istituto dove c'era uno schermo di proiezione come quello dei cinema. Ad attenderci abbiamo trovato le classi quinte, le prime e le seconde medie di Alanno C.U e Alanno Scalo. Quando abbiamo finito di sistemarci ed il silenzio ha preso il sopravvento, un signore vicino ad un computer si è presentato, dicendoci di chiamarsi Teodoro Franco e di far parte della “Compagnia Teatrale della Shoah”.Poi ci ha raccontato che le vicende che stavamo per conoscere erano tutte vere perché facevano riferimento alla vita, triste e difficile, di un suo familiare deportato nei campi di concentramento insieme ai genitori, ai fratelli e alle sorelle. Ha continuato affermando che questo signore, di nome Nedo Fiano, riuscì a tenere duro e a sopravvivere e che oggi , attraverso le testimonianze che ci ha lasciato, tutti possono conoscere le brutalità dei lager. La speranza è che nessuno dimentichi quel che è accaduto e che gli errori-orrori del passato costituiscano un utile insegnamento per il futuro. Il signor Teodoro ha così cominciato a proiettare sullo schermo gigante il titolo della rappresentazione: “L'Attimo”. Noi inizialmente non ne abbiamo compreso la motivazione, però, in un secondo momento ci siamo resi conto che la scelta non era casuale. Il signor Teodoro è passato poi ad illustrarci delle immagini su Nedo e la sua famiglia: la cattura da parte dei tedeschi, il loro massacrante viaggio su un treno merci, la separazione fra uomini e donne una volta arrivati nel campo di concentramento, le umiliazioni e le sofferenze psicofisiche…insomma la non-vita nei lager e la speranza della morte percepita come una liberazione ed un sollievo.Le immagini piuttosto crude, ma alquanto significative, erano accompagnate da un commento espresso in modo così partecipato e sentito che alcuni compagni, seduti accanto a me, mi sussurravano di avere l’impressione che il narratore avesse vissuto in prima persona l’esperienza del lager. Ed avevano ragione! Le immagini scorrevano inesorabili, fino a quando ho finalmente capito il perché del titolo: “ l'Attimo”. Di attimi, in quell’ora, ce ne sono stati tanti, ma solo uno è stato determinante per comprendere un concetto molto importante! Nel racconto, quando sono giunti gli americani a liberare gli ebrei deportati nei campi di concentramento, per la prima volta Nedo ha visto i soldati tedeschi in preda al panico: erano disorientati e non sapevano cosa fare. Uno di questi aveva buttato la sua arma a terra e, così, Nedo aveva avuto modo di raccoglierla e di impugnarla. Adesso era armato, era il più forte e avrebbe potuto vendicarsi di tutte quelle torture e ingiustizie che aveva subito insieme ad altri milioni di persone innocenti, colpevoli solo di appartenere alla razza ebrea. Un attimo che dev’essergli sembrato un’eternità; un attimo in cui sparare verso il proprio aguzzino sarebbe risultato comprensibile, umano. Eppure in quell’attimo ha scoperto di essere davvero diverso, non in quanto ebreo, ma perché incapace di uccidere, incapace di rinnegare la “cultura della vita” a cui era stato educato e che l’esperienza del lager gli aveva rafforzato. Al termine dello spettacolo, io e i miei amici siamo rimasti un po'scossi, ma consapevoli che gli “attimi” vissuti quella mattinata ci hanno stimolato delle riflessioni importanti sulla natura umana. Insieme al nostro prof.re di Lettere Adriano Di Profio abbiamo approfondito in classe le tematiche affrontate nella mattinata e abbiamo anche deciso di girare uno spot proprio sul tema della Shoah. Ricordare è infatti un compito che spetta a ciascuno di noi perché dimenticare è come uccidere una seconda volta i milioni di ebrei morti ingiustamente. Come disse Primo Levi: “Dimenticare vuol dire negare”. Questo credo sia stato l'obiettivo della rappresentazione: illuminare la memoria di noi ragazzi su questo tragico aspetto del passato con l’augurio che la luce della consapevolezza rimanga sempre accesa.

PENSIERI...“L’Attimo”Il giorno 23 Gennaio,la nostra scuola ha assistito alla rappresentazione teatrale “L’attimo”, interpretata dal commediografo Teodoro Franco.Ci sono stati mostrati video e immagini reali sulla condizione degli ebrei nel campo di concentramento e di sterminio di Auschwitz.Il documentario, ha dato voce al diretto protagonista: Nedo Fiano, il quale presenta dall’inizio fino all’ultimo “attimo” la sua “avventura” ad Auschwitz, i brutali modi dei nazisti e la vita degli ebrei compromessa da quest’ultimi.Il protagonista racconta che appena arrivato al campo fu separato dalla sua mamma e dalle sue sorelle; la sua sopravvivenza e quella del fratello furono dovute alla conoscenza della lingua tedesca.Nedo venne portato nel luogo dei forni, dove aveva il compito di tagliare i capelli ai cadaveri, successivamente nei luoghi d’arrivo dove avrebbe dovuto sistemare e selezionare gli oggetti contenuti nelle valigie e sfruttare la conoscenza del tedesco per comunicare con i nuovi arrivati.Il protagonista narra anche della sorella più piccola , sopravvisuta al contrario degli altri bambini.La parte,però, che mi ha colpita di più è stata l’ultima,in cui Nedo dice di aver visto i soldati togliersi le divise e indossare gli abiti civili, per tornare a casa,dalle loro famiglie, davanti ai suoi piedi c’era una pistola che avrebbe potuto afferrare e sparare ai tedeschi, ma non lo fece. Ecco qui le differenze: l' umiltà e il cuore contro la cattiveria e la freddezza.Il documentario attraverso le immagini ci ha mostrato cosa davvero è successo invitando lo spettatore a ricordare e a riflettere su quanto è stato affinchè tutto ciò non accada più.Ho apprezzato molto questa rappresentazione perchè mi ha fatto capire davvero ciò che è successo,con immagini reali e vivide,mi ha insegnato che “perchè il male possa trionfare è sufficente che il bene non faccia nulla” (Edmund Burke). Marialaura 3C"SHOAH"La shoah è un avvenimento che ha segnato per sempre la vita dell’uomo.La rappresentazione ci ha emozionati tutti perché per capire il vero senso della shoah bisogna capire le sofferenze di coloro che l’hanno vissuta.All’inizio dello spettacolo l’autore che dava la voce al sopravvissuto, descrive la sua famiglia ed il loro carattere, parla della difficoltà all’abituarsi alle legge razziali che privava gli ebrei di tutto. Dopo le leggi razziali furono creati dei luoghi dove gli ebrei avrebbero dovuto “vivere”.Venivano chiamati ghetti: luoghi desolati dove abitavano solo Ebrei. Da qui a presto gli ebrei furono deportati in dei “campi di lavoro” che in realtà erano campi di uccisione di massa.All’inizio della sua vita nel campo dovette lavorare nei forni crematori mentre suo fratello come traduttore dal tedesco in diverse lingue.Mentre Nedo lavorava per i tedeschi la sua famiglia è stata massacrata.La sorella è stata aiutata da una dottoressa che lavorava presso la struttura dove venivano rinchiusi i bambini per essere sottoposti ad esperimenti scientifici.A poco a poco i tedeschi abbandonarono i vari campi di sterminio per via dell’avanzata dell’armata Russa e Americana e liberandosi dell’uniforme si mimetizzarono tra i civili.

La rappresentazione è stata molto interessante e commovente, ma anche molto triste perché ci ha mostrato quanto dolore hanno provato coloro che hanno vissuto questo inferno. N. CARBONE, G. DE GRISANTIS, L. TROIANO E A. SANTAMARIA (3 c)

“L’Attimo”In occasione dalla Shoah noi alunni della scuola secondaria di primo grado,abbiamo assistito a una rappresentazione teatrale riguardante questo tema,nel teatro della nostra scuola.Attraverso un filmato e alcune foto,l’attore Teodoro Franco che fa parte della “Compagnia della Memoria”, ci ha teletrasportati in quei giorni,in quegli anni di morte senza fine.Egli interpretava Nedo Fiano,un uomo catturato dai tedeschi e finito ad Auschwitz,un campo di concentramento e di sterminio.Questo filmato è iniziato con il discorso di Mussolini sulla superiorità della razza e delle leggi razziali. La cosa che più mi ha colpito è stata vedere tutta quella gente acclamarlo senza pensare a cosa davvero volessero dire quelle parole.Dopo, Nedo, ha cominciato a presentare la sua famiglia: la mamma, il papà, le sorelle e il fratello.Sua sorella, terrorizzata dall’arrivo dei tedeschi,prese la sua roba e scappò; ma mentre scendeva le scale, incontrò i tedeschi.Non pensando, risalì velocemente le scale e ritornò dentro casa, ma in questo modo condusse i tedeschi dalla sua famiglia. Entrati, portarono via tutti e li buttarono come bestie in un treno che li avrebbe portati ad Auschwitz. In quel treno rimasero per giorni interi senza mangiare e senza bere,c’era una sola finestra e neanche molto grande. Stavano tutti ammassati e facevano a turno per dormire, il bagno era una coperta sotto alla quale si trovavano i loro escrementi.Arrivati ad Auschwitz, li fecero scendere di corsa facendo lasciare loro tutti i bagagli.Entrati nel campo, i tedeschi, li divisero in due file:quella della vita e quella della morte. Nedo si trovò in quella della vita insieme a suo padre.Loro dormivano in delle baracche, tutti ammassati ed essendo in tanti, si stringevano e dormivano tutti su un lato e se uno di loro si girava tutti erano costretti a farlo. Ogni mattina all’alba e ogni sera c’era l’appello che durava ore. Dopo andavano a lavorare. I bambini venivano usati per fare esperimenti e questa sorte toccò anche a sua sorella.Successivamente ci sono state mostrate immagini dei campi, di cadaveri buttati nella fosse e di come i denti, i capelli, tutte le scarpe; niente veniva buttato! Era impressionante, eravamo alibiti.Alla fine di queste immagini, il messaggio a noi ragazzi, cittadini del futuro affinchè tutto ciò che è accaduto non possa più succedere, è stato espresso in una sola parola: “EDUCAZIONE”

M. Bianco 3 C ”LA SHOAH”Il 23 Gennaio 2013 noi ragazzi abbiamo partecipato ad un documento sulla Shoah, quella gigantesca persecuzione dell’ebreo.Il tutto è stato interpretato dalla “Compagnia della memoria” , in cui l’attore Teodoro Franco dava voce alla testimonianza di Nedo Fiano, un ebreo sopravvissuto allo sterminio.E’ il 18 Settembre 1938 quando Mussolini, dà inizio alla sua politica antisemita: gli ebrei, considerati di razza inferiore, sono costretti a denunciare la loro appartenenza alla razza ebraica e ad abbondare il diritto di avere una vita dignitosa.Nedo Fiano, presenta, inizialmente, in modo calmo,dolce,tranquillo la sua famiglia composta dai suoi due genitori, da due fratelli, morti in guerra per la patria e da varie sorelle, tra le quali, Giuditta: la sorella di animo spensierato e ribelle.Nedo Fiano in quel periodo viveva in un ghetto di Roma con la sua famiglia.Purtroppo i tedeschi , arrivarono anche lì e,per colpa di una Giuditta impaurita furono catturati e deportati ad Auschwitz-Birkenau.E’ qui, che Nedo Fiano, viene separato dalla sua famiglia e a causa di un camion affollato, che si pensava portasse ad un nuovo campo di concentramento, rimane a piedi con un tragitto di 10 km da percorrere.Nel campo di concentramento,gli viene affidato il compito di tagliare i capelli ai cadaveri delle donne.Si dice,infatti, che i tedeschi utilizzassero il resto dei corpi umani per produrre di tutto: il grasso umano, ad esempio, era utilizzato come sapone.Dopo aver vissuto in condizioni igienico-sanitarie pessime, subendo vari maltrattamenti e dopo aver combattuto con varie malattie, è il 1943 e Mussolini, si dimette, finalmente!Successivamente impauriti dall’arrivo degli Americani, i tedeschi, bruciano ogni traccia e scappano insieme agli ebrei sopravvissuti.Durante questo tragitto,i tedeschi si travestono con abiti comuni, disarmandosi.Casualmente, cade la pistola del comandante a Nedo Fiano.Era giunta l’ora di vendicarsi, ma…Nedo Fiano, emblema della grandezza dell’animo umano, sapendo che non spettava a lui giustiziare la morte degli ebrei, non gli sparò, ma gli augurò utto i l male, le angosce, le malattie e le sofferenze possibili.In tutto furono uccisi circa 1.000.000 di ebrei tra i quali 230.000 bambini.Anche loro, segno di purezza e di animo giovane dovettero pagare!Una malignità, um odio assurdo: come si può pensare che una razza possa essere superiore ad un’ altra, come si può essere tanto crudeli da far perdere la gioia di vivere?Come si può annientare la dignità umana?Una situazione inspiegabile, assurda!Una situazione da non dimenticare!Avvenimenti che non devono accaderemai più! T.Diomeda, 3^ D

INSIEME PER RIFLETTEREMercoledì, 23 gennaio per celebrare la Giornata della Memoria, la nostra scuola si è riunita in sala teatro per assistere allo spettacolo teatrale de “La Compagnia teatrale della Memoria”, intitolato “L’ Attimo”. Nello spettacolo,

l’attore interpretava un ebreo vissuto all’epoca della dittatura di Hitler, Nedo Fiano, sopravvissuto ai campi di sterminio e, mentre veniva proiettato un video sull’Olocausto, lui ne era la voce narrante. Una citazione mi ha particolarmente toccato: “Affinchè il male vinca basta che i buoni non facciano niente” (Edmund Burke), perché ritengo che uno dei mali della nostra società sia proprio l’indifferenza verso tutto ciò che è ingiusto. L. Savino 3 D

1° CIRCOLO DIDATTICO "GIUSEPPE SETTANNI"

26 gennaio 2011RAPPRESENTAZIONE TEATRALE SULLA SHOAH “L’ATTIMO”A CURA DELLA "COMPAGNIA TEATRALE DELLA MEMORIA"Nell'ambito del progetto "I giovani ricordano la Shoah" sabato 26, ha avuto luogo nell’Aula Magna della Scuola Settanni la rappresentazione teatrale sulla Shoah “L’attimo”, a cura della Compagnia della Memoria con Valentina Lenoci e Teodoro Franco, per la regia di quest’ultimo.Mentre sullo schermo scorrevano le tristi immagini dei lager, dei forni crematori, dei treni dei deportati, gli attori, con partecipazione vera e sentita, hanno interpretato i testi.Perché l’attimo? L’attimo è quello in cui l’aguzzino decide di porre fine alla vita della sua vittima, ma è anche quello in cui la vittima vorrebbe giustiziare il proprio aguzzino, è attimo quello in cui si comprende che si ha o non si ha il diritto di decidere della vita degli altri, è un attimo quando si decide di uccidere o di lasciar vivere.I passi recitati e le letture sono state tratte dai libri di Liliana Segre, Settimia Spizzichino e Nedo Fiano, tre dei pochi deportati sopravvissuti alle torture della follia tedesca, che dedicano la loro esistenza a testimoniare quanto accaduto perché non si abbia a ripetere mai più.Gli alunni delle classi quinte hanno seguito con commozione la rappresentazione, riflettendo sulle ideologie dei Totalitarismi e particolarmente sulle Leggi razziali emanate dal Fascismo il 5 settembre 1938 che imponevano l’espulsione dalle scuole degli alunni e degli insegnanti ebrei.È accaduto, quindi potrebbe accadere ancora: il genocidio degli Ebrei, assume nel contesto della storia del Novecento un significato emblematico per la pianificazione sistematica dello sterminio, per le crudeli forme di persecuzione, per la segregazione, la deportazione, l’annientamento.

Titolo ScuoleAperte 2009 Azione A “I Giovani e le Istituzioni”Nell'ambito delle attività di Scuole Aperte 2009, Azione A “ I Giovani e le Istituzioni” e del Laboratorio “ Legalità e Cittadinanza” sabato 30 gennaio 2010, ha avuto luogo, nell’Auditorium della sede centrale la rappresentazione teatrale sulla Shoah “L’attimo”, a cura della

Compagnia della Memoria con Annabella Tedone, Silvia Modugno e Teodoro Franco, regista e interprete. Mentre sullo schermo scorrevano le tristi immagini dei lager, dei forni crematori, dei treni dei deportati, gli attori, con partecipazione vera e sentita, hanno irecitato testi, passi e letture tratte dai libri di Segre, Spizzichino e Fiano, tre dei pochi deportati, sopravvissuti alle torture della follia tedesca, che dedicano la loro esistenza a testimoniare quanto accaduto perché non si abbia a ripetere mai più.Perché l’attimo? L’attimo è quello in cui l’aguzzino decide di porre fine alla vita della sua vittima, ma è anche quello in cui la vittima vorrebbe giustiziare il proprio aguzzino, è attimo quello in cui si comprende che si ha o non si ha il diritto di decidere della vita degli altri , è un attimo quando si decide di uccidere o di lasciar vivere. Gli alunni hanno seguito con commozione la rappresentazione, riflettendo sulle ideologie dei Totalitarismi e particolarmente sulle Leggi razziali emanate dal Fascismo il 5 settembre 1938 che imponevano l’espulsione dalle scuole degli alunni e degli insegnanti ebrei.E’ accaduto, quindi potrebbe accadere ancora: il genocidio degli Ebrei, assume nel contesto della storia del Novecento un significato emblematico per la pianificazione sistematica dello sterminio , per le crudeli forme di persecuzione, per la segregazione, la deportazione, l’annientamento.

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lunedì, 24 settembre, 2012

La Compagnia della memoria

24 GENN2012Nelle diverse sedi della Pascoli, in mattinata si è ripetuto lo spettacolo della Compagnia Teatrale della Memoria" dell'attore Teodoro Franco evento teatrale in vista dell'ormai prossimo "Giorno della Memoria" impostato su testimonianze di cittadini italiani, sopravvissuti alla deportazione e alla prigionia nel campo di sterminio di Auschwitz, estratte dall'archivio della "Shoah Foudation Institute for Visual History and Education" creato da Steven Spielberg. Storie attraverso le quali sono rivissuti i momenti più significativi di quella drammatica esperienza: il momento dell'emanazione delle leggi razziali in Italia, gli inutili tentativi di fuga, la deportazione, la separazione dalle proprie famiglie, la miracolosa sopravvivenza ad Auschwitz, la liberazione con l'arrivo dei soldati alleati. Storie vere di italiani aventi come torto quello di essere nati ebrei. I ragazzi sono stati fortemente colpiti dai racconti e dalle immagini dei campi di sterminio; soprattutto si sono soffermati su una frase di Nedo Fiano, protagonista e sopravvissuto all'olocausto, emblematica dello stato d'animo dei deportati: "da Auschwitz si esce con le gambe ma si resta col cuore, con l'anima..... si è sempre là insomma". E venerdi 27, giorno della memoria, saranno proposti altri e nuovi approfondimenti storici, musiche, poesie, testimonianze, drammatizzazioni e coreografie, con l’intento di diffondere nei ragazzi il concetto che certe tragedie non devono più verificarsi.

Domenica 27 gennaio si celebra il Giorno della Memoria.26 gennaio ·

Il 27 gennaio si celebra la giornata della memoria, tale giorno coincide con la data in cui, 68 anni fa, nel gennaio del ’45, le truppe sovietiche entrarono nel campo lager di Auschwitz in Polonia, liberandolo. Il 27 gennaio è il giorno in cui occorre fermarsi per inchinarsi al ricordo di chi non c’è più e di coloro che , sopravvissuti, hanno potuto o ancora possono raccontare l’orrore estremo dell’internamento nei lager e le atrocità che vi si compivano. Occorre ricordare perché la follia umana non è né cominciata né terminata con Auschwitz; Ancora nel novecento si è perpetrato il genocidio del popolo armeno , si è assistito alle vittime dei gulag, all’ uccisione dei Khmer rossi in Cambogia , alla pulizia etnica in Jugoslavia e in Ruanda, all’uccisione da parte di Saddam Hussein dei curdi. Occorre ricordare che alla base di ogni politica di sterminio c’è sempre l’assenza di democrazia e l’insorgere di ideologie nazionaliste e razziali. E’ per tale ragione che la scuola ogni anno, in occasione della giornata della memoria, dedica dei momenti di riflessione al dramma della Shoah, affinché i ragazzi possano prendere coscienza delle atrocità di un recente passato e ripensare ai valori della pace, della giustizia, della convivenza civile. «Fare memoria» a scuola significa occuparsi anche di quanto succede oggi ed evitare il nascere di nuove forme d'intolleranza . Gli alunni delle classi V della scuola primaria e tutti gli alunni della scuola secondaria di 1° hanno commemorato la persecuzione dei cittadini ebrei e di tutti coloro che hanno subito la deportazione, la prigionia e la morte, nonché di chi si oppose al progetto di sterminio nazista, sacrificando la propria libertà e la propria vita, assistendo in modo attento e composto all’interpretazione curata dalla “Compagnia della Memoria”. Il regista Teodoro Franco, mentre scorrevano immagini forti ma efficaci della deportazione , dei lager, dei forni crematori, ha interpretato i testi di chi ha potuto, salvandosi, raccontare …

« CASERTA, 28 Gennaio 2010,F.I.P.E.SINDACATO ITALIANO BALNEARI – CASERTACASERTA -MATTEOLI CANDIDA VENTRIGLIA ALLE REGIONALI 2010 CON IL PDL »

di Giovanna Pezzera

Ancora dibattiti, riflessioni e il minuto di silenzio per ricordare la Shoah. La scuola media ‘Gravante’ di Grazzanise aveva iniziato nei giorni scorsi a preparare gli alunni a questo momento. Un approfondimento che ha avuto il suo culmine il 26 scorso quando tutti gli alunni della ‘Gravante’ hanno assistito ad una drammatizzazione di questa pagina nera della Storia dell’Umanità. La ‘Compagnia della Memoria’ si è esibita in due spettacoli consecutivi, uno per gli alunni dei plessi di Brezza e Santa Maria la Fossa ed uno per quelli del centro. Aula Magna piena di ragazzi, giovanissimi che conoscevano solo per sentito dire cosa fossero i campi di concentramento, che dinanzi alle immagini proiettate ed ai racconti interpretati con emozione e

partecipazione vera e sentita, hanno lasciato cadere la patina di superficialità e menefreghismo proprie della loro età ancora tendente al gioco, da vivere all’insegna della spensieratezza e sui loro volti, nei loro occhi era tangibile l’orrore per quanto avevano modo di osservare dalle foto mostrate. ‘L’attimo’ il soggetto presentato dalla compagnia che ha chiuso la performance con questa ‘parola’: l’attimo in cui una vittima ha la possibilità di giustiziare il proprio aguzzino, l’attimo in cui si comprende che non si ha diritto di decidere sulla vita altrui, l’attimo che fa la differenza tra le persone, tra chi uccide e chi lascia vivere. Annabella Tedone; Silvia Modugno e Teodoro Franco i ‘lettori’ delle pagine tratte dai libri di Segre; Spizzichino e Fiano, tre dei pochi sopravvissuti alle torture della follia tedesca. “E’ un momento per ricordare –aveva detto la dirigente scolastica, prof.sa Farina, nell’introdurre la giornata e sottolineando come ancora oggi vi sono tante persone perseguitate e segregate- ma è soprattutto un momento di preghiera e la preghiera va fatta in silenzio’. Un momento di silenzio e di ascolto, quell’ora in cui alla ‘Gravante’ si è dato voce, grazie alla preparazione ed organizzazione della prof.sa Angela Nespoli, figura strumentale della scuola, ai racconti della sofferenza, del dolore, del terrore, della morte ma anche della vita seppure per pochi, gli stessi che hanno trovato la forza di parlarne e riportare, rivivendo quel periodo, l’orrore subito. Con coraggio, perché non si dimentichi. Giovanna Pezzera, giornalista pubblicista

29/01/10Grazzanise. Shoah, dibattiti e riflessioni alla “Gravante”

Ancora dibattiti, riflessioni e il minuto di silenzio per ricordare la Shoah. La scuola media ‘Gravante’ di Grazzanise aveva iniziato nei giorni scorsi a preparare gli alunni a questo momento. Un approfondimento che ha avuto il suo culmine il 26 scorso quando tutti gli alunni della ‘Gravante’ hanno assistito ad una drammatizzazione di questa pagina nera della Storia dell’Umanità. La ‘Compagnia della Memoria’ si è esibita in due spettacoli consecutivi, uno per gli alunni dei plessi di Brezza e Santa Maria la Fossa ed uno per quelli del centro. Aula Magna piena di ragazzi, giovanissimi che conoscevano solo per sentito dire cosa fossero i campi di concentramento, che dinanzi alle immagini proiettate ed ai racconti interpretati con emozione e partecipazione vera e sentita, hanno lasciato cadere la patina di superficialità e menefreghismo proprie della loro età ancora tendente al gioco, da vivere all’insegna della spensieratezza e sui loro volti, nei loro occhi era tangibile l’orrore per quanto avevano modo di osservare dalle foto mostrate. ‘L’attimo’ il soggetto presentato dalla compagnia che ha chiuso la performance con questa ‘parola’: l’attimo in cui una vittima ha la possibilità di giustiziare il proprio aguzzino, l’attimo in cui si comprende che non si ha diritto di decidere sulla vita altrui, l’attimo che fa la differenza tra le persone, tra chi uccide e chi lascia vivere. Annabella Tedone; Silvia Modugno e Teodoro Franco i ‘lettori’ delle pagine tratte dai libri di Segre; Spizzichino e Fiano, tre dei pochi sopravvissuti alle torture della follia tedesca. “E’ un momento per ricordare –aveva detto la dirigente scolastica, prof.sa Farina, nell’introdurre la giornata e sottolineando come ancora oggi vi sono tante persone perseguitate e segregate- ma è soprattutto un momento di preghiera e la preghiera va fatta in silenzio’. Un momento di silenzio e di ascolto, quell’ora in cui alla ‘Gravante’ si è dato voce, grazie alla preparazione ed organizzazione della prof.sa Angela Nespoli, figura strumentale della scuola, ai racconti della sofferenza, del dolore, del terrore, della morte ma anche della vita seppure per pochi, gli stessi che hanno trovato la forza di parlarne e riportare, rivivendo

quel periodo, l’orrore subito. Con coraggio, perché non si dimentichi. Giovanna Pezzera, giornalista pubblicista

A CERRETO SANNITA

L'attimoScritto da Administrator Lunedì 01 Febbraio 2010 15:04

Nell'ambito del progetto Scuole Aperte sabato 30, ha avuto luogo, nell’Auditorium della sede centrale la rappresentazione teatrale sulla Shoah “L’attimo”, a cura della Compagnia della Memoria con Annabella Tedone, Silvia Modugno e Teodoro Franco, per la regia di quest’ultimo.Mentre sullo schermo scorrevano le tristi immagini dei lager, dei forni crematori, dei treni dei deportati, gli attori, con partecipazione vera e sentita, hanno interpretato i testi.Perché l’attimo? L’attimo è quello in cui l’aguzzino decide di porre fine alla vita della sua vittima, ma è anche quello in cui la vittima vorrebbe giustiziare il proprio aguzzino, è attimo quello in cui si comprende che si ha o non si ha il diritto di decidere della vita degli altri , è un attimo quando si decide di uccidere o di lasciar vivere.I passi recitati e le letture sono state tratte dai libri di Segre, Spizzichino e Fiano, tre dei pochi deportati sopravvissuti alle torture della follia tedesca, che dedicano la loro esistenza a testimoniare quanto accaduto perché non si abbia a ripetere mai più.Gli alunni hanno seguito con commozione la rappresentazione, riflettendo sulle ideologie dei Totalitarismi e particolarmente sulle Leggi razziali emanate dal Fascismo il 5 settembre 1938 che imponevano l’espulsione dalle scuole degli alunni e degli insegnanti ebrei.E’ accaduto, quindi potrebbe accadere ancora: il genocidio degli Ebrei, assume nel contesto della storia del Novecento un significato emblematico per la pianificazione sistematica dello sterminio , per le crudeli forme di persecuzione, per la segregazione, la deportazione, l’annientamento.

Il Sannio (quotidiano)Lunedì 01 febbraio 2010 IL PRIMO QUOTIDIANO DI BENEVENTO CERRETO SANNITA / IN SCENA ALL’AUDITORIUM PER IL PROGETTO SCUOLE APERTE

La Shoah al centro della rappresentazione Della ʼCompagnia della memoriaʼ Laboratorio “Legalità e Cittadinanza”(ag) Per non dimentica- re....”Dimenticare significa ne- gare –disse in un’intervista Primo Levi; se dimenticassimo ciò che è stato è come se uccidessimo i morti, non possiamo e non dob- biamo sottrarci al dovere della memoria”.La Legge 211 del luglio 2000 istituisce il 27 gennaio “Giorno della memoria” in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni subite dal popolo ebraico e per commemorare i deportati militari e politici italiani nei campi di concentramento : da dieci anni sono organizzate cerimonie, ini- ziative, incontri e momenti co- muni di narrazione dei fatti e di riflessione, in modo particolare nelle scuole.Anche quest’anno l’Istituto “Carafa-Giustiniani” ha ricordato la Shoah con una serie di signifi- cative iniziative.Il 27 gennaio in tutte le classi sono state fatte letture di brani e di testimonianze che hanno invi-tato gli allievi a riflettere sulla storia europea recente , sui Tota- litarismi, sul genocidio, sullo sterminio degli Ebrei, ma anche sull’intolleranza verso quanti, oppositori politici, minoranze etniche come quella degli zingari, minoranze religiose, malati di mente, portatori di handicap, hanno subito la stessa sorte nei lager.Successivamente in collegamento TV è stato ascoltato l’intervento di Liliana Segre, uno dei pochi sopravvissuti al famigerato cam- po di sterminio di Auschwitz, dove fu deportata all’età di soli tredici anni. “Nel lager ho sentitola vergogna del pudore violato... passavamo nude davanti a file di soldati....sapevamo la brutale umiliazione che ci privava della nostra dignità...”Nell’ambito delle attività di Scuole Aperte, sabato 30, inol- tre, ha avuto luogo nell’Auditorium della sede cen- trale la rappresentazione

teatrale sulla Shoah “L’attimo”, a cura della Compagnia della Memoria con Annabella Tedone, Silvia Modugno e Teodoro Franco, per la regia di quest’ultimo.Mentre sullo schermo scorreva- no le tristi immagini dei lager, dei forni crematori, dei treni dei deportati, gli attori, con parteci- pazione vera e sentita, hanno interpretato i testi.Perché l’attimo? L’attimo è quello in cui l’aguzzino decide di porre fine alla vita della sua vittima, ma è anche quello in cui la vittima vorrebbe giustiziare il proprio aguzzino, è attimo quel-lo in cui si comprende che si ha o non si ha il diritto di decidere della vita degli altri , è un atti- mo quando si decide di uccidere o di lasciar vivere.I passi recitati e le letture sono state tratte dai libri di Segre, Spizzichino e Fiano, tre dei po- chi deportati sopravvissuti alle torture della follia tedesca, che dedicano la loro esistenza a testi- moniare quanto accaduto perché non si abbia a ripetere mai più. Gli alunni hanno seguito con commozione la rappresentazio- ne, riflettendo sulle ideologie dei Totalitarismi e particolarmente sulle Leggi razziali emanate dal Fascismo il 5 settembre 1938 che imponevano l’espulsione dalle scuole degli alunni e degli insegnanti ebrei.E’ accaduto, quindi potrebbe accadere ancora: il genocidio degli Ebrei, assume nel contesto della storia del Novecento un significato emblematico per la pianificazione sistematica dellosterminio , per le crudeli forme di persecuzione, per la segrega- zione, la deportazione, l’annientamento.Il genocidio si alimenta con il razzismo, con l’intolleranza, con il sopruso che , in forme diverse, sono presenti ancora oggi in tante parti del mondo. Occorre l’impegno di tutti perché ogni uomo possa godere della propria libertà : il ricordo della Shoah e la memoria di tutti i crimini commessi contro l’umanità de- vono aiutare l’uomo contempo- raneo a ricercare e perseguire la fratellanza tra i popoli, pur nel rispetto delle diversità. Promuo- vere la cultura della tolleranza, del rispetto, del dialogo interraz- ziale,interculturale e interreligio- so: questo è lo spirito secondo cui bisogna ricordare per non dimenticare; la forza della me- moria può dar vita a un mondo più civile e più giusto dove l’amore deve prevalere sull’odio e il coraggio sulla paura.

Scuola elementare Settanni di Rutigliano (Bari)

26 gennaio 2011RAPPRESENTAZIONE TEATRALE SULLA SHOAH “L’ATTIMO”A CURA DELLA "COMPAGNIA TEATRALE DELLA MEMORIA"Nell'ambito del progetto "I giovani ricordano la Shoah" sabato 26, ha avuto luogo nell’Aula Magna della Scuola Settanni la rappresentazione teatrale sulla Shoah “L’attimo”, a cura della Compagnia della Memoria con Valentina Lenoci e Teodoro Franco, per la regia di quest’ultimo.Mentre sullo schermo scorrevano le tristi immagini dei lager, dei forni crematori, dei treni dei deportati, gli attori, con partecipazione vera e sentita, hanno interpretato i testi.Perché l’attimo? L’attimo è quello in cui l’aguzzino decide di porre fine alla vita della sua vittima, ma è anche quello in cui la vittima vorrebbe giustiziare il proprio aguzzino, è attimo quello in cui si comprende che si ha o non si ha il diritto di decidere della vita degli altri, è un attimo quando si decide di uccidere o di lasciar vivere.I passi recitati e le letture sono state tratte dai libri di Liliana Segre, Settimia Spizzichino e Nedo Fiano, tre dei pochi deportati sopravvissuti alle torture della follia tedesca, che dedicano la loro esistenza a testimoniare quanto accaduto perché non si abbia a ripetere mai più.Gli alunni delle classi quinte hanno seguito con commozione la rappresentazione, riflettendo sulle ideologie dei Totalitarismi e particolarmente sulle Leggi razziali emanate dal Fascismo il 5 settembre 1938 che imponevano l’espulsione dalle scuole degli alunni e degli insegnanti ebrei.

È accaduto, quindi potrebbe accadere ancora: il genocidio degli Ebrei, assume nel contesto della storia del Novecento un significato emblematico per la pianificazione sistematica dello sterminio, per le crudeli forme di persecuzione, per la segregazione, la deportazione, l’annientamento.