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Sociologia Economica niversità di Torino (sede di Biella) cdl Servizio Sociale (a.a.2007-2008) prof. Domenico Carbon Programma Parte I L’integrazione tra economia e società: la lezione dei classici Parte II Nascita, affermazione e crisi del modello regolativo fordista Parte III Il superamento dello stato sociale keynesiano, la riaffermazione del pluralismo regolativo e la varietà dei sistemi di welfare

Programma Parte I L’integrazione tra economia e società ... · La sociologia economica nasce alla fine del 1800, in Germania con le opere di Sombart e Weber, ... Differenze concettuali

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Sociologia Economica

Università di Torino (sede di Biella) cdl Servizio Sociale (a.a.2007-2008) prof. Domenico Carbone

Programma

Parte I

L’integrazione tra economia e società: la lezione dei classici

Parte II

Nascita, affermazione e crisi del modello regolativo fordista

Parte III

Il superamento dello stato sociale keynesiano, la riaffermazione del pluralismo regolativo e la varietà dei sistemi di welfare

Sociologia Economica

Università di Torino (sede di Biella) cdl Servizio Sociale (a.a.2007-2008) prof. Domenico Carbone

Cos’è la sociologia economica

Secondo la definizione fornita da Gallino la sociologia economica è da intendere come quel ramo della sociologia volta a spiegare:

- l’emergere, il consolidarsi e il mutare dei comportamenti istituzionali che hanno rilevanza nel determinare la struttura delle attività volte alla produzione e allo scambio di risorse

- l’influenza esercitata sui comportamenti istituzionali dalle attività economiche

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Quando nasce la sociologia economica

La sociologia economica nasce alla fine del 1800, in Germania con le opere di Sombart e Weber, e si sviluppa principalmente come critica alle generalizzazioni astratte dell’economia neoclassica rivendicando un ruolo fondamentale delle istituzioni sociali nell’analisi economica.

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Differenze concettuali tra economia e sociologia economica: AttoreAttore

L’ attore nella prospettiva economica è un soggetto tendenzialmente isolato e legato ad altri soggetti solo indirettamente, per esempio attraverso il meccanismo della domanda e dell'offerta

Economia Sociologia economica

Per la sociologia economica, invece, l'attore è in relazione con altri attori ed è parte di un gruppo e della società.

Questa concezione è valida anche anche per quei sociologi – come Weber – che partono nelle loro analisi concettuali dall'individuo.

Per la sociologia economica l’homo economicus rappresenta, quindi, soltanto una versione parziale del ben più complesso homo sociologicus, cioè dell’uomo sociale che opera in contesti in cui valgono criteri sociali, norme e valori molto diversi da quelli meramente economici

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Differenze concettuali tra economia e sociologia economica: Azione

Gli economisti si concentrano principalmente su un tipo specifico di azione, l'azione economica razionale, ovvero un'azione che, dato un insieme stabile di preferenze, cerca quelle alternative che massimizzano l'utilità per l'individuo o il profitto per l'impresa.

Gli economisti considerano la razionalità come un assunto dal quale partire per costruire un modello di azione cui il soggetto farà riferimento.

Quindi nella prospettiva economica l’azione è interpretata in termini di individualismo e utilitarismo

Economia Sociologia economica

Per i sociologi invece, gli individui agiscono sempre all'interno di un contesto, con delle tradizioni e dei valori che influenzano anche l'azione economica

Ovviamente anche i sociologi usano il concetto di razionalità, ma ad esempio Weber usa il concetto in numerosi modi (razionalità rispetto allo scopo, rispetto al valore, etc.).

La razionalità è per i sociologi, dunque, un concetto variabile che insieme ad altre variabili concorrono a definire l'azione.

In questa prospettiva l’utilitarismo e l’individualismo, sono sempre frutto della socializzazione i cui effetti cambiano nel tempo sia per le mutate condizioni socio-economiche, sia per le manipolazioni che i socializzatori inseriscono nel processo stesso di socializzazione

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Differenze concettuali tra economia e sociologia economica: Vincoli all’azione

Gli economisti vedono le azioni economiche vincolate soprattutto dalla scarsità di risorse (comprese quelle tecnologiche), lasciando poco spazio ad altre variabili.

Gli attori sociali sono considerati indipendenti e tendenzialmente asociali.

Questa concezione è funzionale, ovviamente, alla costruzione di modelli analitici puliti e depurati dai c.d. fattori di disturbo (i rumori).

Economia Sociologia economica

I sociologi ed in particolare i sociologi economici vedono le azioni economiche vincolate sia dalla scarsità delle risorse, sia dalla struttura sociale, sia dalle strutture di senso che gli individui attribuiscono all’azione stessa.

La scarsità è, quindi, un elemento tra i tanti e l'azione economica viene influenzata dalle definizioni culturali di ciò che è economico e fino a che punto.

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Differenze concettuali tra economia e sociologia economica: Economia e Società

Per gli economisti il mercato e l'economia sono i soli elementi fondanti delle loro analisi.

La società è al di fuori del modello di analisi.

Ovvero gli economisti presuppongono parametri sociali stabili, come anche un sistema politico stabile, etc.

Economia Sociologia economica

Per i sociologi, al contrario l'economia è una componente organica della società.

Ad esempio Parsons e Smelser vedono l'economia come un sottosistema di un più ampio sistema sociale.

I sociologi ritengono, quindi, quanto meno semplicistico vedere le istituzioni economiche come mere risposte a questioni di costo.

Esse sono complesse costruzioni sociali che vanno poste in essere, legittimante, adattate,etc.

Per la sociologia economica, infatti, il mercato resta incorporato nelle istituzioni sociali ed è impossibile ricostruire i fenomeni economici, ma anche, cambiamenti storici, politici ecc. nel quadro dell’astratto dogma dell’utilità economica

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Differenze concettuali tra economia e sociologia economica: Scopo dell’analisi e metodologie

Per gli economisti lo scopo dell'analisi economica è la spiegazione e soprattutto la prevedibilità, raramente la descrizione.

Gli economisti partono dai modelli

Gli economisti costruiscono i loro modelli basandosi su astrazioni o su dati prodotti ufficialmente (es. dati della contabilità nazionale).

Gli economisti tendono alla costruzione di modelli interpretativi universalmente validi (es. la teoria dell’equilibrio generale del mercato)

Economia Sociologia economica

I sociologi, al contrario hanno come scopo la descrizione e la comprensione, mai la prevedibilità.

I sociologi partono dai fenomeni.

I sociologi producono quasi sempre i propri dati (es. fanno indagini a campione, interviste, etc.) e coprono la maggior parte degli aspetti dei fenomeni analizzati

I sociologi tendono a mostrare la particolarità e l’unicità del fenomeno.

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Il contesto

Le differenza principale alla base delle due discipline può essere individuata nel fatto che la sociologia economica, a differenza dell’economia (soprattutto neoclassica), considera il contesto come un elemento strutturante qualsiasi azione e processo economico.

Cos’è il contesto?.

per contesto si possono intendere tutti gli eventi che indicano ad un individuo qual è l'insieme di alternative all'interno del quale esso deve compiere la sua scelta successiva.

In sostanza, il contesto è l'insieme di opportunità e di vincoli, come anche di codici di riferimento all'interno dei quali un soggetto conduce la propria esistenza e attraverso i quali dà senso alle proprie azioni

Ne consegue che, un fenomeno resta inspiegabile fintanto che il campo di osservazione non è abbastanza ampio da includere il contesto.

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Nella prospettiva socio-economica, quindi, ogni attività economica viene plasmata dalla logica del sociale all'interno della quale è inserita.

L'attività economica non è, quindi, più espressione di una scelta individualistica, ma di una funzione comunitaria. Ovvero di una funzione che investe l'intera comunità sociale all'interno della quale essa ha luogo.

L’analisi economica come analisi “contestualizzata”

Considerare il contesto permette, in sostanza, di qualificare l'insieme di relazioni di senso e/o sociali che contribuiscono a spiegare perché un fenomeno assume certe caratteristiche piuttosto che altre.

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Alcune precisazioni terminologiche

Molto spesso, anche nelle opere degli autori classici, alcuni termini che costituiscono il centro delle loro analisi non sono opportunamente distinti e vengono usati, in alcuni casi impropriamente, come sinonimi termini che hanno significati diversi. È opportuno, quindi, prima di affrontare il pensiero di alcuni degli autori più importanti della disciplina definire bene alcune “locuzioni” con cui viene definita la società da loro analizzata

Il termine "società industriale", al quale ci si riferisce implicitamente con industrialismo, venne coniato all'inizio del XIX sec. da Saint-Simon (1760-1825) ed implica, in una sua accezione ristretta, la trasformazione del lavoro umano mediante l'applicazione di fonti inanimate di energia all'attività produttiva e la concentrazione dei lavoratori e delle macchine in un luogo circoscritto.

Con il termine “società capitalista” ci si riferisce, invece, ad un sistema di produzione contraddistinto da un livello elevato di razionalizzazione dell'impresa economica (Weber) nel quale la forza lavoro è una merce scambiata sul mercato con il capitale (Marx).

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Alcune precisazioni terminologiche

Durante il nostro corso faremo riferimento ad altri due termini fondamentali che definiscono la società al centro dell’analisi socio-economica:

Società ad economia di mercato. È una definizione derivata dall’analisi di Polanyi, a cui farò molto spesso riferimento, e che chiama in causa il ruolo preponderante assunto dallo “scambio di mercato” come meccanismo di allocazione delle risorse

Con il termine “Società moderna” , infine, ci si riferisce, all’insieme di modi di produzione, sistemi di valori e meccanismi di regolazione sociale che contraddistinguono la società occidentale dalla XIX secolo in avanti.

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Il pensiero classico della sociologia economica: l’oggetto di analisi

I sociologi classici si sono occupati di un problema centrale nelle loro analisi: la transizione da una società tradizionale ad una società industriale (moderna, capitalista, ad economia di mercato).

L’analisi di questa transizione riguarda, inevitabilmente il modo in cui società ed economia si rapportano

L’autore che pone esplicitamente al centro della propria analisi questa transizione è Ferdindand Toennies nella sua opera più famosa Gemeinschaft und Gesellschaft(Comunità e Società) del 1887

La categorizzazione di Toennies è problematica e spesso affetta da etnocentrismo. Tuttavia essa mostra lo sforzo compiuto per definire in termini analitici come sia avvenuta la strutturazione storica delle vicende umane e come, mediante il mutamento socio-culturale avvenuto all'interno della civilizzazione occidentale, si sia affermata la modernità.

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Il pensiero classico della sociologia economica: Comunità e Società

Toennies definisce le due categorie analitiche ne seguenti termini:

La comunità è un gruppo sociale individuabile, prevalentemente, in termini territoriali, all’interno della quale le relazioni sociali sono derivanti dalla discendenza, dal sesso, dai rapporti di sangue, di parentado di amicizia.

La vita di comunità implica il possesso e godimento di beni comuni.

La vita familiare rappresenta la base generale dei suoi modi di vita, caratterizzati soprattutto da relazioni di reciprocità e da un'economia domestica.

la società è caratterizzata da un sottosistema economico differenziato e autonomo, originato dalla separazione tra agricoltura, commercio e industria.

In essa domina la razionalità strumentale la conoscenza fondata su basi scientifiche.

L’azione individuale è orientata al perseguimento di interessi individualistici.

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Il pensiero classico della sociologia economica: Karl Marx

Marx ha incorporato nel suo impianto teorico alcune intuizioni dell'economia classica, in particolare di Ricardo, storicizzandole, ovvero collocandole nel contesto specifico del tempo e reputandole valide solo per tale periodo storico. Non più, quindi, leggi naturali ed universali come pretendevano gli economisti, ma leggi con un preciso significato in quel particolare contesto: che è il capitalismo borghese così come si era sviluppato nel XIX secolo

Marx basa questa storicizzazione su una specifica concezione della società e della storia utilizzando nell'analizzare le relazioni tra economia e società due coppie di concetti fondamentali

1) forze produttive-rapporti sociali di produzione;

2) struttura-sovrastruttura.

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Marx: forze produttive-rapporti sociali di produzione

Secondo Marx per produrre le condizioni della propria esistenza, gli uomini entrano in relazioni necessarie, indipendenti dalla loro volontà, che corrispondono e dipendono da uno specifico stadio dello sviluppo delle forze produttive materiali. In altre parole si tratta di rapporti sociali fondati sui rapporti di produzione.

Le forze produttive sono concretamente: le macchine, il lavoro le conoscenze tecniche, etc.

I rapporti sociali di produzione sono concretamente: i diritti di proprietà (che ne sono l’espressione giuridica), i rapporti di classe, i meccanismi di distribuzione della ricchezza prodotta, etc.

Ogni modo di produzione comporta quindi anche un modo in base al quale gli individui si relazionano definito dalla posizione in cui essi si trovano nel processo produttivo.

Si tratta in sostanza di una “concezione materialistica della storia”

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Marx: la concezione materialistica della storia

L’uomo, in quanto tale, secondo Marx, si distingue dagli animali dal momento in cui inizia a produrre i mezzi per il suo sostentamento. I modi di tale produzione sono essenzialmente legati alle condizioni offerte dalla natura stessa. Quindi ciò che gli individui sono, dipende dalle condizioni materiali della loro produzione

Da questa concezione derivano due implicazioni fondamentali nel rapporto tra economia e società:

a) la sostituzione del postulato della scelta libera e razionale degli economisti con un assunto maggiormente deterministico: le forze radicate nel modo di produzione si impongono agli individui che non sono quindi soggetti liberi di scegliere ed a-sociali come vorrebbero gli economisti classici.

“….gli uomini fanno la storia, ma non la fanno in modo arbitrario, in circostanze scelte da loro stessi, bensì dalle circostanze che essi trovano immediatamente davanti a sé.”

b) l’economicizzazione della società, ovvero basare i rapporti sociali sulle modalità di strutturazione del sistema economico.

Secondo Marx infatti l’insieme delle forze produttive e dei rapporti sociali di produzione costituiscono la struttura della società

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Marx: struttura/sovrastruttura

Sulla struttura fondante della società poggia la sovrastruttura che corrisponde agli assetti giuridici e politici, come anche filosofici e alla quale corrispondono forme determinate di coscienza sociale.

Questa sovrastruttura, per definizione è determinata dalla struttura, ovvero dal modo di produzione della vita materiale che condiziona in generale il processo sociale, politico e spirituale della vita

Non è la coscienza degli uomini a determinare il loro essere ma, al contrario, il loro essere sociale che determina la loro coscienza.

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Marx: Il cambiamento sociale

Ciascuna Struttura sociale ha al proprio interno una contraddizione e produce conflitto sociale tra classi dominanti e classi subalterne

Pur esprimendosi esplicitamente a livello sovrastrutturale (con l’ideologia, la politica etc.) il conflitto sociale è sempre generato dalle contraddizioni a livello dei rapporti sociali di produzione

“La storia di ogni società è storia di lotte di classe” (Manifesto del Partito Comunista, 1848)

Marx individua quattro tipi di società che si sono succedute nella storia e ognuna di esse si fondava su un modo di produzione dominante:

- società antica, basata sulla schiavitù- società feudale, basata sulla servitù della gleba - società borghese, basata sul lavoro salariato- società asiatica, basata sulla subordinazione dei lavoratori agricoli allo Stato.

Materialismo dialettico

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Marx: la fine del capitalismo borghese

Nella società capitalista il conflitto sociale si esprime tra borghesia e proletariato

Sono due le contraddizioni che Marx individua alla base della struttura sociale capitalista

La prima è direttamente legata al plusvalore: vale a dire a quel valore che eccede il costo di ogni singola produzione e che rappresenta il profitto dei capitalisti. A questo livello la contraddizione si esprime in sfruttamento di classe che è destinato a generare la lotta di classe e l’affermazione della società comunista

La seconda contraddizione è interna alla classe dominante e deriva dalla ricerca esasperata del profitto insita nel modo di produzione borghese capitalista.La rincorsa costante al profitto genera, inevitabilmente, crisi di sovrapproduzione con conseguente caduta del saggio di profitto e crisi economiche

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Marx: le critiche

La teoria marxista presenta un’eccessiva subalternità al paradigma di mercato

Sottovaluta il ruolo e l’importanza delle altre classi sociali: ceto medio

Sottovaluta l’importanza ed il ruolo di mediazione del conflitto giocato dalle nuove istituzioni regolative: partiti, sindacati, Welfare State

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Weber: la centralità dell’azione sociale

Anche l’analisi del rapporto economia-società che propone Weber parte dalla distinzione tra Comunità e Società.

Secondo Weber, una relazione sociale deve essere definita "comunità" se, e nella misura in cui, la disposizione dell'agire sociale poggia - nel caso singolo o in media o nel tipo puro - su una comune appartenenza soggettivamente sentita (affettiva o tradizionale) degli individui che ad essa partecipano.

Una relazione sociale deve essere definita "associazione" se, e nella misura in cui la disposizione dell'agire sociale poggia su una identità di interessi, oppure su un legame di interessi motivato razionalmente (rispetto al valore o rispetto allo scopo)

Scopo dell’analisi weberiana è quello di dimostrare che i comportamenti degli uomini nelle diverse società sono intelligibili solo nel quadro della concezione generale che gli uomini si sono fatti dell’esistenza, ovvero rispetto ai loro valori di riferimento.

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Weber: valori e visione del mondo

I valori sono per Weber parte integrante della Weltanschauung (visione ed interpretazione del mondo). Tale interpretazione che è importante se si vuole comprendere il comportamento degli individui e dei gruppi, in particolare il loro comportamento economico.

Secondo Weber, quindi, il capitalismo non poteva affermarsi soltanto come modo di produzione. La sua affermazione coincide con una nuova “visione del mondo” che diventa progressivamente dominante nella cultura dei paesi occidentali.

A tale visone del mondo si collegano valori specifici da cui derivano le azioni, individuali e collettive ed anche il comportamento economico.

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Weber: lo spirito del capitalismo

Scopo dell’analisi Weberiana diventa, quindi, la ricostruzione del capitalismo come idealtipo a partire dalla visione del mondo che lo contraddistingue

Secondo Weber la Weltanschauung del capitalismo occidentale coincide con la razionalizzazione della condotta di vita

In Economia e società (1922) Weber definisce il capitalismo come:“..una forma di organizzazione economica che consente il soddisfacimento dei bisogni attraverso imprese private che producono beni per il mercato sulla base di un calcolo di redditività del capitale da investire e che impegnano forza lavoro salariata formalmente libera”

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Weber: il ruolo dell’etica protestante

Weber, come è noto, individua nella concezione della vita individuale come vocazione (beruf) dei calvinisti, il perno etico attorno a cui si è consolidato e costruita la visione del mondo capitalista. Secondo questa concezione “l’individuo ha il dovere di lavorare”

La beruf calvinista deriva, molto schematicamente, dai seguenti principi religiosi:

1) Dio è assoluto e trascendente. Ha creato il mondo e gli uomini (finiti come sono) non possono coglierne lo spirito;

2) Dio (onnipotente) ha predestinato ognuno di noi alla salvezza o alla dannazione senza che gli individui possano cambiare con il loro atteggiamento tale destino;

3) il mondo è stato creato per la gloria di Dio;

4) L’uomo, indipendentemente dal suo destino, deve lavorare per la gloria di Dio per creare il suo regno su questa terra; ne ha l’obbligo morale.

5) le cose terrestri appartengono al peccato la salvezza è data dalla grazia divina.

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Weber: il ruolo della città occidentale

Secondo Weber l’etica protestante da sola non spiega la nascita e l’affermazione del capitalismo occidentale. Molti altri fattori hanno contribuito a creare il contesto ideale per l’affermazione di questo modello sociale. Tra questi un ruolo fondamentale è da attribuire alla caratteristiche della città occidentale le cui caratteristiche distintive possono essere sintetizzate nei seguenti punti:

- Presenza di un carattere di comunità politica unitaria in cui gli appartenenti alla comunità stessa godono di uno specifico diritto di cittadinanza riconosciuto agli individui in quanto tali e non in quanto appartenenti a determinati gruppi sociali (famiglie clan ecc.).

- Assenza di problemi di amministrazione di beni primari scarsi (es. l’acqua)

- Presenza del cristianesimo

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Marx e Weber: punti di vista comuni

• Così come Marx, anche Weber pensa che l’essenza del capitalismo è la ricerca del profitto tramite il mercato.

• Come Marx anche Weber insiste sulla presenza di lavoratori giuridicamente liberi che vendono la propria forza lavoro al proprietario dei mezzi di produzione. Entrambi identificano gli elementi di conflitto che questo può comportare.

• Come Marx anche Weber sottolinea che l’impresa capitalistica moderna utilizza mezzi sempre più potenti rinnovando costantemente le tecniche per accumulare profitti aggiuntivi. Il progresso tecnico è in questa prospettiva il risultato (non necessariamente voluto, ma ottenuto) della concorrenza dei produttori.

• Come Marx anche Weber amplia la visione tra economia e società rispetto a quella degli economisti classici, storicizzando il capitalismo e considerando contingenti le relazioni tra forze economiche e sociali

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Marx e Weber: le differenze

• La differenza principale tra Weber e Marx è che per Weber la caratteristica principale del capitalismo è la razionalizzazione burocratica che non può non svilupparsi, qualsiasi sia la forma della proprietà dei mezzi di produzione (quindi anche nell’ambito di società socialiste).

• Se Marx voleva identificare le leggi dell’evoluzione del capitalismo (per mostrarne il crollo), Weber selezionò alcuni aspetti del capitalismo cercando certe congruenze e relazioni tra gli stessi, senza voler formulare un teoria generale del cambiamento.

• Pur sottolineando insieme a Marx l’importanza dei rapporti materiali e del conflitto, come anche l’importanza della vendita della forza lavoro, Weber rifiuta la formulazione monolitica di Marx, osservando che gli interessi economici sono solo uno dei fattori presenti nella società capitalista e coesistono con interessi ideali e la lotta per il dominio anche politico. La relazione tra ambito politico ed economico non è univoca.

• Weber non vuole rovesciare l’interpretazione marxiana, ma complessificarla per uscire da una causalità deterministica per pervenire ad una causalità multipla all’interno della quale più prospettive sono possibili. Weber non mira affatto a determinare un rapporto di causa effetto tra etica protestante e spirito del capitalismo ma vuole solamente mostrare quali sono state le affinità elettive tra i due fenomeni sociali.