34
__________________________________________________________________________________________________________________________________________________________ Azienda UL.SS. n. 8 - via Forestuzzo, 41 - 31011 Asolo (TV) - tel. 0423/5261 - fax 0423/526308 - c.f. e p. i.v.a. 00896810264 - www.ulssasolo.ven.it servizio di prevenzione e protezione - via Ospedale, 18 - 31033 Castelfranco Veneto (TV) - tel. 0423/731909 - fax 0423/732222 - e mail: [email protected] Codifica ………….. Regione del Veneto AZIENDA U.L.SS. N. 8 ASOLO PROCEDURA AZIENDALE PER IL RISCHIO BIOLOGICO NELLE ATTIVITA’ TERRITORIALI Rev. 0 del ………… Preparato da dr.ssa Patrizia De Matteis dott. Paolo Menna dr.ssa Alessandra Luisa Amorena dott.ssaNadia Cavalli,Gabriella Daneluzzo,Polo carla Ruolo Medico Competente del Lavoro Responsabile Servizio Prevenzione Protezione dirigente veterinario infermiere Data Giugno 2009 In collaborazione con U.O. territoriali Approvato da: dr.ssa Paola Corziali Ruolo Direttore Sanitario Data Luglio 2009

PROCEDURA AZIENDALE PER IL RISCHIO BIOLOGICO · PDF fileservizio di prevenzione e protezione - via Ospedale, 18 - 31033 Castelfranco Veneto ... Per rischio biologico non si intende

  • Upload
    hahuong

  • View
    221

  • Download
    2

Embed Size (px)

Citation preview

__________________________________________________________________________________________________________________________________________________________Az ienda UL.SS. n. 8 - via Fores tuzzo, 41 - 31011 Asolo (TV) - te l. 0423/5261 - fax 0423/526308 - c .f. e p . i.v.a . 00896810264 - www.ulssasolo .ven. itservizio di prevenzione e protezione - via Ospedale, 18 - 31033 Castelfranco Veneto (TV) - tel. 0423/731909 - fax 0423/732222 - e mail: [email protected]

Codifica …………..

Regione del Veneto

AZIENDA U.L.SS. N. 8 ASOLO

PROCEDURAAZIENDALE

PER IL RISCHIOBIOLOGICO NELLE

ATTIVITA’ TERRITORIALI Rev. 0 del …………

Preparato da

dr.ssa Patrizia De Matteisdott. Paolo Menna

dr.ssa Alessandra Luisa Amorena

dott.ssaNadia Cavalli,GabriellaDaneluzzo,Polo carla

Ruolo

Medico Competente del LavoroResponsabile Servizio PrevenzioneProtezionedirigente veterinario

infermiere

DataGiugno 2009

In collaborazione con U.O. territorialiApprovato da:dr.ssa Paola Corziali

RuoloDirettore Sanitario

DataLuglio 2009

__________________________________________________________________________________________________________________________________________________________Az ienda UL.SS. n. 8 - via Fores tuzzo, 41 - 31011 Asolo (TV) - te l. 0423/5261 - fax 0423/526308 - c .f. e p . i.v.a . 00896810264 - www.ulssasolo .ven. itservizio di prevenzione e protezione - via Ospedale, 18 - 31033 Castelfranco Veneto (TV) - tel. 0423/731909 - fax 0423/732222 - e mail: [email protected]

2

INDICE

Premessa pag. 4

Il rischio biologico pag. 5

La trasmissione delle malattie pag. 6

Le precauzioni universali pag. 8

Lavaggio delle mani pag. 9

Dispositivi di protezione individuale pag. 9

Gestione di aghi e taglienti pag. 12

Trattamento di dispositivi e materiali riutilizzabili pag. 13

Pulizia, sanificazione e disinfezione di superfici e ambienti pag. 13

Gestione e trasporto del materiale biologico pag. 14

Trattamento effetti letterecci pag. 14

Smaltimento dei rifiuti pag. 15

Misure di protezione per manovre ad alto, medio e basso rischio pag. 16

La sorveglianza sanitaria pag. 17

Le vaccinazioni pag. 18

Gestione infortunio a rischio biologico pag. 19

D.Lgs. 81/08: Obblighi dei lavoratori, formazione del personale pag. 21

Riferimenti bibliografici pag. 22

__________________________________________________________________________________________________________________________________________________________Az ienda UL.SS. n. 8 - via Fores tuzzo, 41 - 31011 Asolo (TV) - te l. 0423/5261 - fax 0423/526308 - c .f. e p . i.v.a . 00896810264 - www.ulssasolo .ven. itservizio di prevenzione e protezione - via Ospedale, 18 - 31033 Castelfranco Veneto (TV) - tel. 0423/731909 - fax 0423/732222 - e mail: [email protected]

3

Rischio professionali e Medicina Veterinaria

Introduzione pag. 23

Rischi fisici pag. 24

Rischi chimici pag. 24

Rischio biologico pag. 25

Valutazione del rischio biologico pag. 26

Le zoonosi pag. 27

Leptospirosi pag. 27

Mal rosso pag. 28

Brucellosi pag. 29

Febbre Q pag. 29

Tubercolosi pag. 30

Dermatofizie (micosi) pag. 30

Psittacosi Ornitosi pag. 31

Idatidosi pag. 31

Escherichie coli produttori di verocitossine pag. 31

I rischi emergenti pag. 31

Rischio da allergie pag. 33

Dispositivi di protezione individuale pag. 34

Bibliografia pag. 34

__________________________________________________________________________________________________________________________________________________________Az ienda UL.SS. n. 8 - via Fores tuzzo, 41 - 31011 Asolo (TV) - te l. 0423/5261 - fax 0423/526308 - c .f. e p . i.v.a . 00896810264 - www.ulssasolo .ven. itservizio di prevenzione e protezione - via Ospedale, 18 - 31033 Castelfranco Veneto (TV) - tel. 0423/731909 - fax 0423/732222 - e mail: [email protected]

4

PREMESSA

L’esposizione ad agenti infettanti può causare infezione e malattia.

Le conseguenze possono essere diverse in relazione alla natura dell’agente, alla via di infezione ed alla recettività

dell’ospite. L’infezione può essere localizzata o generalizzata e i sintomi possono comparire dopo pochi giorni o dopo

mesi e anni. Le conseguenze possono essere lievi o molto gravi, temporanee o persistenti.

Diversi microrganismi vengono considerati poco patogeni o innocui ma spesso anche questi possono provocare malattia

in soggetti deboli o immunodepressi.

Il D.Lgs. 81/08 affronta in maniera specifica il rischio conseguente all’esposizione ad agenti biologici, non solo per le

attività che ne comportano l’utilizzo diretto ma anche per quelle in cui la loro presenza è occasionale, come nell’attività

assistenziale nei luoghi di ricovero e cura.

Gli operatori sanitari durante l’attività lavorativa corrono il rischio di acquisire infezioni da agenti biologici patogeni

venendo a contatto con i pazienti o con i loro liquidi biologici.

La conoscenza di questo rischio, degli agenti biologici che lo determinano, della loro modalità di trasmissione, delle

precauzioni da adottare è fondamentale per prevenirlo.

RISCHIO BIOLOGICO

Per rischio biologico non si intende qualsiasi esposizione a materiale

biologico, ma è più utile indirizzare l’attenzione sul fatto che vengano

eseguite o meno le procedure a maggior rischio di esposizione, quali le

exposure prone procedures (EPP) (Commissione Nazionale per la Lotta

contro l’AIDS, 1995; Coggiola e Meliga, 2000; UKDepartment of

Health, 2002c).

AGENTE BIOLOGICO

__________________________________________________________________________________________________________________________________________________________Az ienda UL.SS. n. 8 - via Fores tuzzo, 41 - 31011 Asolo (TV) - te l. 0423/5261 - fax 0423/526308 - c .f. e p . i.v.a . 00896810264 - www.ulssasolo .ven. itservizio di prevenzione e protezione - via Ospedale, 18 - 31033 Castelfranco Veneto (TV) - tel. 0423/731909 - fax 0423/732222 - e mail: [email protected]

5

IL RISCHIO BIOLOGICO

In ambiente sanitario i microrganismi patogeni con i quali gli operatori sanitari entrano più

frequentemente in contatto sono:

Virus dell’epatite B (HBV)

Virus dell’epatite C (HCV)

Virus dell’AIDS (HIV)

Micobacterium tubercolosis (TBC).

Il rischio biologico può essere effettivo o potenziale.

Rischio effettivo:

E’ presente nelle attività in cui avviene un uso deliberato o intenzionale di agenti biologici quali: le

attività di ricerca o sperimentazione, le attività di laboratorio e le prove biologiche su animali o cellule.

Rischio potenziale:

Nelle attività in cui la presenza di agenti biologici è un’evenienza possibile, vi è un potenziale rischio

di esposizione ad agenti biologici. La maggior parte delle strutture sanitarie è compresa in questa

seconda categoria: ospedale, territorio, domicilio.

Tutti i soggetti a cui viene fornita assistenza sanitaria unitamente ai relativi effetti personali, devono

essere considerati potenzialmente infetti ed infettanti.

I momenti e le situazioni a maggior rischio sono le seguenti:

Tutte le attività che comportano l’utilizzo di oggetti appuntiti;

Iniezioni intramuscolari, prelievi, terapie infusionali;

Lo smaltimento di aghi, taglienti, biancheria e rifiuti;

La detersione e disinfezione di materiale tagliente;

La manipolazione e il trasporto di materiale biologico;

Le attività chirurgiche, incluse le medicazioni;

Le attività di laboratorio;

Tutte le manovre invasive compiute sul paziente.

__________________________________________________________________________________________________________________________________________________________Az ienda UL.SS. n. 8 - via Fores tuzzo, 41 - 31011 Asolo (TV) - te l. 0423/5261 - fax 0423/526308 - c .f. e p . i.v.a . 00896810264 - www.ulssasolo .ven. itservizio di prevenzione e protezione - via Ospedale, 18 - 31033 Castelfranco Veneto (TV) - tel. 0423/731909 - fax 0423/732222 - e mail: [email protected]

6

LA TRASMISSIONE DELLE MALATTIE

Gli operatori sanitari possono contrarre infezioni, in seguito

all’esposizione ad agenti biologici in ambito lavorativo per via:

► Area

► Droplets

► Cutanea

► Parenterale

► Entrale

VIA AEREA

La trasmissione degli agenti patogeni avviene attraverso nuclei di goccioline

aerodisperse provenienti da residui di particelle e goccioline evaporate contenenti

microrganismi che rimangono sospesi nell’aria e che possono essere dispersi dalle

correnti d’aria all’interno di una stanza o attraverso grandi distanze (morbillo, varicella,

tubercolosi).

ATTRAVERSO DROPLETS

Alcune malattie virali (influenza) o batteriche (tubercolosi, pertosse, meningite) possono essere trasmesse attraverso

goccioline di grandi dimensioni (droplets) emesse dal paziente quando parla, tossisce, starnutisce o durante manovre

invasive (broncoscopia, aspirazione endotracheale). Perché si verifichi il contagio è necessario un contatto molto

ravvicinato.

__________________________________________________________________________________________________________________________________________________________Az ienda UL.SS. n. 8 - via Fores tuzzo, 41 - 31011 Asolo (TV) - te l. 0423/5261 - fax 0423/526308 - c .f. e p . i.v.a . 00896810264 - www.ulssasolo .ven. itservizio di prevenzione e protezione - via Ospedale, 18 - 31033 Castelfranco Veneto (TV) - tel. 0423/731909 - fax 0423/732222 - e mail: [email protected]

7

CUTANEA

Alcune infezioni possono diffondersi attraverso un contagio cutaneo direttamente (da cute a cute) o

indirettamente (attraverso effetti letterecci).

Da pazienti infetti con agenti biologici infettivi che vivono e si replicano negli strati della pelle.

Il personale a maggior rischio espositivo è rappresentato nei reparti di degenza.

VIA PARENTERALE

La via parenterale riguarda la trasmissione di agenti biologici in grado di provocare malattie attraverso il sangue o

liquidi biologici contenenti sangue infetto.

Ogni qualvolta l’operatore preveda il contatto con sangue o con altri liquidi biologici, deve sempre utilizzare

appropriate misure di barriera e adottare le precauzioni universali.

Il rischio di infezione in ambito sanitario può essere favorito da manovre o procedure non corrette e mancato utilizzo

dei dispositivi di protezione Individuale (DPI).

VIA ENTERALE

Nella trasmissione orofecale l’agente infettante entra nell’organismo attraverso la

bocca e viene eliminato (dai soggetti malati o portatori) con le feci. Queste malattie

(es. salmonellosi, epatite A) si diffondono:

per ingestione di alimenti contaminati da soggetti malati o portatori che non

__________________________________________________________________________________________________________________________________________________________Az ienda UL.SS. n. 8 - via Fores tuzzo, 41 - 31011 Asolo (TV) - te l. 0423/5261 - fax 0423/526308 - c .f. e p . i.v.a . 00896810264 - www.ulssasolo .ven. itservizio di prevenzione e protezione - via Ospedale, 18 - 31033 Castelfranco Veneto (TV) - tel. 0423/731909 - fax 0423/732222 - e mail: [email protected]

8

osservano le elementari norme di igiene personale (es. lavare accuratamente le mani dopo l’uso del bagno);

per ingestione di prodotti della terra, verdure, ortaggi, che sono stati coltivati in terreni irrorati da acque

inquinate da feci e che vengono consumati senza adeguato lavaggio o cottura;

per ingestione di frutti di mare crudi o non sottoposti ad adeguata cottura oppure pescati o coltivati in acque

marine inquinate da scarichi fognari.

LE PRECAUZIONI UNIVERSALI (D.M 28/09/90)

Definizione

Sono misure da adottare per prevenire l’esposizione parenterale, cutanea e mucosa nei casi in cui si preveda un

contatto accidentale con liquidi biologici.

A chi sono indirizzate

A tutti gli operatori sanitari la cui attività professionale può comportare un contatto con sangue e materiali

biologici di pazienti durante prestazioni sanitarie in ambito ospedaliero, territoriale e domiciliare.

A quali pazienti devono essere applicate

A tutti i pazienti, indipendentemente dalla diagnosi e dall’età.

Quando devono essere applicate

Sia durante l’esecuzione di procedure assistenziali, diagnostiche e terapeutiche che prevedono un possibile

contatto accidentale con liquidi biologici, sia quando si maneggiano strumenti o attrezzature che possono esser

contaminati con sangue o altri materiali biologici.

Materiali infettanti

Sangue

Secrezioni genitali maschili e femminili

Liquor

Liquidi: pleurico, pericardico, peritoneale, sinoviale, amniotico

Tessuti

Tutti gli altri materiali (feci, urine, secrezioni nasali, escreato, saliva, lacrime, sudore, vomito, latte

materno) sono considerati infettanti se sono visibilmente contaminati con sangue.

Che cosa prevedono

1. Lavaggio delle mani;

2. Uso dei dispositivi di protezione individuale;

3. Gestione aghi e taglienti;

4. Decontaminazione, pulizia, disinfezione, sterilizzazione di presidi e attrezzature;

__________________________________________________________________________________________________________________________________________________________Az ienda UL.SS. n. 8 - via Fores tuzzo, 41 - 31011 Asolo (TV) - te l. 0423/5261 - fax 0423/526308 - c .f. e p . i.v.a . 00896810264 - www.ulssasolo .ven. itservizio di prevenzione e protezione - via Ospedale, 18 - 31033 Castelfranco Veneto (TV) - tel. 0423/731909 - fax 0423/732222 - e mail: [email protected]

9

5. Pulizia, sanificazione, disinfezione di superfici e ambienti;

6. Ttrasporto campioni biologici

7. Trattamento effetti letterecci;

8. Smaltimento rifiuti.

1. LAVAGGIO DELLE MANI

Il lavaggio frequente delle mani è riconosciuto come la più importante misura per ridurre il rischio di

trasmissione di microrganismi da una persona all’altra o da una localizzazione all’altra nello stesso paziente.

Lavarsi le mani è un’operazione semplice, ma deve avvenire secondo alcune regole.

Lavaggio sociale e/o antisettico:

1) insaponare le mani accuratamente (dita, palme, dorso, polsi, unghie) per almeno 10 secondi; sciacquare con

acqua corrente in modo completo;

2) in caso di imbrattamento con liquidi organici, procedere al lavaggio con acqua e sapone per almeno 30

secondi seguito da antisepsi (usare prodotti a base di Clorexidina 4%, PVP J) in modo completo, sciacquare con

acqua corrente, asciugare bene con salviette in carta monouso;

3) chiudere i rubinetti, se non presenti i dispositivi di azionamento a leva o a pedale, con salviette di carta

monouso.

E’ necessario lavare la mani prima e dopo:

Contatto con ferite;

Procedure invasive;

Tra operazioni su pazienti diversi;

In tutti i casi in cui si sospetti di essere venuti a contatto con liquidi biologici.

2. DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (DPI)

Qualsiasi attrezzatura destinata ad essere indossata e tenuta dal lavoratore allo scopo di proteggerlo contro uno o

più rischi presenti nell’ambiente di lavoro, suscettibili di minacciarne la sicurezza o la salute, nonché ogni

complemento o accessorio destinato a tale scopo.

I DPI sono impiegati quando i rischi non possono essere evitati o ridotti in misura sufficiente.

__________________________________________________________________________________________________________________________________________________________Az ienda UL.SS. n. 8 - via Fores tuzzo, 41 - 31011 Asolo (TV) - te l. 0423/5261 - fax 0423/526308 - c .f. e p . i.v.a . 00896810264 - www.ulssasolo .ven. itservizio di prevenzione e protezione - via Ospedale, 18 - 31033 Castelfranco Veneto (TV) - tel. 0423/731909 - fax 0423/732222 - e mail: [email protected]

10

Guanti

I guanti, barriera fisica tra la cute delle mani e l’ambiente esterno, rappresentano un DPI indispensabile per

prevenire i rischi in ambito sanitario, escluse le lesioni dovute ad aghi e taglienti.

I guanti devono essere indossati:

quando si eseguono manovre in cui è prevedibile il rischio di contatto con sangue od altro liquido

biologico;

durante l’esecuzione di procedure di accesso vascolare (prelievi, iniezioni, posizionamento di dispositivi

di accesso vascolare...);

durante l’esecuzione di prelievi su lobi auricolari, talloni e dita di neonati e bambini;

durante l’addestramento del personale all’esecuzione di prelievi;

quando si maneggiano strumenti appuntiti e taglienti;

quando la cute delle mani presenta lesioni.

Il personale deve indossare guanti di misura adeguata e di tipo idoneo alla prestazione da eseguire:

guanti monouso sterili per tutte le procedure che determinano il contatto con aree del corpo

normalmente sterili;

guanti monouso non sterile per le procedure diagnostiche o assistenziali che non richiedono tecniche

asettiche;

guanti in gomma per uso domestico per le operazioni di pulizia ambientale e per la decontaminazione

dello strumentario.

I guanti devono essere sempre rimossi al termine della procedura e non vanno mai indossati nei corridoi, negli

ascensori, nelle aree di riposo, nella mensa e negli uffici per salvaguardare la salute di colleghi e utenti.

Devono essere immediatamente sostituiti quando si rompono, si pungono o si lacerano.

L’Azienda fornisce agli operatori diversi tipi di guanti per le diverse tipologie di rischio.

Per esposizione a liquidi biologici i guanti vanno sempre usati per ogni contatto con materiali potenzialmente

infetti; sono da preferire guanti depolverati o privi di lattice per evitare allergie all’operatore e al paziente.

L’uso dei guanti non sostituisce il lavaggio delle mani. I guanti contaminati possono diventare un veicolo

di trasmissione di microorganismi patogeni.

__________________________________________________________________________________________________________________________________________________________Az ienda UL.SS. n. 8 - via Fores tuzzo, 41 - 31011 Asolo (TV) - te l. 0423/5261 - fax 0423/526308 - c .f. e p . i.v.a . 00896810264 - www.ulssasolo .ven. itservizio di prevenzione e protezione - via Ospedale, 18 - 31033 Castelfranco Veneto (TV) - tel. 0423/731909 - fax 0423/732222 - e mail: [email protected]

11

Filtranti facciali

Sono DPI che proteggono l’operatore dall’esposizione ad agenti biologici trasmissibili per via ematica e per via

aerea/droplets. Nel primo caso proteggono le mucose del naso e della bocca da schizzi di sangue e liquidi

biologici, nel secondo caso proteggono dall’infezione di malattie quali tubercolosi e meningite meningococcica.

I DPI vengono suddivisi in:

1. FFP1, esposizione a rischio biologico generico;

2. FFP2, esposizione ad agenti biologici con trasmissione via aerea/droplets;

3. FFP3, in caso di manovre invasive in malattie infettive a trasmissione via aerea/ droplets

(TBC, aviaria, SARS).

Le mascherine chirurgiche non sono DPI: rappresentano una tutela del paziente, ma hanno scarsa efficacia

per la protezione degli operatori da agenti biologici a trasmissione aerea.

Visiere e occhiali

Vengono utilizzate in caso di possibile esposizione del volto a materiale biologico, per proteggere le mucose

della bocca del naso e degli occhi da schizzi o aerosol di liquidi biologici. La trasmissione di patogeni quali

HBV, HCV e HIV è stata dimostrata specialmente durante interventi chirurgici, irrigazioni, estubazioni, uso di

apparecchiature con sangue sotto pressione, a seguito di massicce contaminazioni di mucose tra le quali più a

rischio è quella congiuntivale.

Gli occhiali da vista non sono DPI perchè non coprono adeguatamente gli occhi.

__________________________________________________________________________________________________________________________________________________________Az ienda UL.SS. n. 8 - via Fores tuzzo, 41 - 31011 Asolo (TV) - te l. 0423/5261 - fax 0423/526308 - c .f. e p . i.v.a . 00896810264 - www.ulssasolo .ven. itservizio di prevenzione e protezione - via Ospedale, 18 - 31033 Castelfranco Veneto (TV) - tel. 0423/731909 - fax 0423/732222 - e mail: [email protected]

12

Abbigliamento di protezione

Sovracamici, tute, manicotti, ecc., devono essere indossati per procedure assistenziali che possono causare

imbrattamento esteso di sangue o altri liquidi biologici.

Se contaminati, devono essere sostituiti immediatamente.

3. GESTIONE DI AGHI E TAGLIENTI

Gli strumenti appuntiti, affilati e taglienti devono essere maneggiati con cautela per prevenire ferite accidentali.

Durante la manipolazione

Porre la massima attenzione agli interventi svolti in regime di urgenza;

Non indirizzare mai la punta di taglienti verso parti del corpo;

Non tentare di raccogliere taglienti se stanno cadendo; i taglienti caduti a terra raccoglierli con le pinze;

Non passare i taglienti di mano in mano, se possibile;

Non portare in tasca taglienti;

Nella manipolazione usare guanti monouso.

Durante lo smaltimento

Non disconnettere manualmente gli aghi dalla siringa

Non reincappucciare gli aghi dopo l’uso

Gli aghi, i bisturi, le lame monouso non devono essere reincappucciati, né disinseriti, né volontariamente

piegati o rotti;

Dopo l’uso aghi e taglienti devono essere eliminati in contenitori resistenti, rigidi, impermeabili, con

chiusura ermetica che deve:

o essere assemblato correttamente

o trovarsi nelle immediate vicinanze

o essere riempito al massimo per ¾ di capacità;

Non deve mai essere travasato il contenuto da un contenitore all’altro.

__________________________________________________________________________________________________________________________________________________________Az ienda UL.SS. n. 8 - via Fores tuzzo, 41 - 31011 Asolo (TV) - te l. 0423/5261 - fax 0423/526308 - c .f. e p . i.v.a . 00896810264 - www.ulssasolo .ven. itservizio di prevenzione e protezione - via Ospedale, 18 - 31033 Castelfranco Veneto (TV) - tel. 0423/731909 - fax 0423/732222 - e mail: [email protected]

13

4. TRATTAMENTO DI DISPOSITIVI E MATERIALI RIUTILIZZABILI

Tutti gli oggetti e le attrezzature sanitarie utilizzati o potenzialmente contaminati con sangue o materiali

biologici vanno adeguatamente lavati, disinfettati ed eventualmente sterilizzati.

Prima di procedere alla disinfezione o alla sterilizzazione è d’obbligo un’adeguata pulizia.

La classificazione di Spaulding permette di stabilire quando è sufficiente pulire e/o disinfettare un dispositivo

riutilizzabile e quando, invece, è necessario sterilizzarlo.

Dispositivi non critici: contatto con cute integra (es. termometri): detersione e disinfezione

Dispositivi semi-critici: contatto con mucose integre (es. endoscopi): detersione e disinfezione ad alto livello

Dispositivi critici: contatto con tessuti sterili e mucose non integre (es. laparoscopi): detersione e sterilizzazione.

5. PULIZIA, SANIFICAZIONE E DISINFEZIONE DI SUPERFICI ED AMBIENTI

Schizzi di sangue o altri liquidi biologici su superfici di lavoro devono essere prima rimossi e successivamente

l’area deve essere decontaminata mediante un prodotto a base di cloro, utilizzando i guanti durante le manovre

di pulizia e disinfezione.

Qualunque sia il rischio dell’area di ricovero del malato, è fortemente raccomandato detergere e, dove indicato,

disinfettare le superfici ambientali, il letto e i suoi accessori, le attrezzature nelle vicinanze e tutte le altre

superfici che più frequentemente vengono toccate.

La disinfezione, che deve essere preceduta dalla sanificazione (detersione), è indicata per superfici di ambienti

che ospitano malati con malattie infettive, suscettibili a infezioni o sottoposti a procedure invasive. Al termine

delle operazioni di pulizia e disinfezione ambientale, tutto il materiale utilizzato deve essere lavato, disinfettato

e posto ad asciugare in un ambiente pulito.

__________________________________________________________________________________________________________________________________________________________Az ienda UL.SS. n. 8 - via Fores tuzzo, 41 - 31011 Asolo (TV) - te l. 0423/5261 - fax 0423/526308 - c .f. e p . i.v.a . 00896810264 - www.ulssasolo .ven. itservizio di prevenzione e protezione - via Ospedale, 18 - 31033 Castelfranco Veneto (TV) - tel. 0423/731909 - fax 0423/732222 - e mail: [email protected]

14

6. GESTIONE E TRASPORTO DEL MATERIALE BIOLOGICO

I campioni biologici e i prelievi bioptici vanno collocati e trasportati in contenitori a valigetta chiusi, che

impediscano eventuali perdite e rotture accidentale. E’ necessario:

Indossare i guanti;

Lavare accuratamente le mani dopo l’uso dei guanti;

Non toccare mai i campioni con le mani nude, anche se chiusi in contenitori;

Controllare che il campione sia ermeticamente chiuso;

Controllare che la parte esterna del contenitore non sia contaminata;

Posizionare i campioni negli appositi supporti;

Non inserire le richieste all’interno del contenitore, ma trasportarle a parte.

Non toccare con i guanti oggetti che non fanno parte della procedura che si sta eseguendo (computer,

telefoni, interruttori, ecc.);

7. TRATTAMENTO EFFETTI LETTERECCI

La biancheria sporca deve esser maneggiata il meno possibile e senza scuotimenti per evitare la contaminazione

degli ambienti e delle persone.

Non deve mai essere appoggiata sul pavimento od altra superficie (rischio di contaminazione).

La raccolta va effettuata tenendo la biancheria distante dal corpo e va inserita immediatamente nel sacco che

deve essere tenuto vicino al letto.

__________________________________________________________________________________________________________________________________________________________Az ienda UL.SS. n. 8 - via Fores tuzzo, 41 - 31011 Asolo (TV) - te l. 0423/5261 - fax 0423/526308 - c .f. e p . i.v.a . 00896810264 - www.ulssasolo .ven. itservizio di prevenzione e protezione - via Ospedale, 18 - 31033 Castelfranco Veneto (TV) - tel. 0423/731909 - fax 0423/732222 - e mail: [email protected]

15

Per maneggiare, trasportare e trattare la biancheria usata contaminata con sangue, liquidi biologici, secreti ed

escreti, prevenire l’esposizione di cute e mucose e la contaminazione della divisa indossando guanti e

sovracamice.

8. SMALTIMENTO DEI RIFIUTI

Il “rifiuto sanitario” è qualsiasi materiale solido, liquido o gassoso che sia scartato in quanto inutile per ogni

ulteriore utilizzo e che sia collegato con le attività di diagnosi, terapia e riabilitazione delle strutture sanitarie.

I rifiuti sanitari sono classificati in:

Urbani e assimilabili agli urbani, quali quelli provenienti dai servizi generali, dagli uffici, magazzini,

cucine;

Speciali non pericolosi o pericolosi quali quelli provenienti dai reparti, sale operatorie, ambulatori,

laboratori.

Sono considerati rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo quelli che sono stati contaminati da sangue o altri

liquidi biologici. I rischi di natura infettiva connessi allo smaltimento del rifiuto sanitario sono conseguenti a

ferite da taglio o da punta.

Alle diverse classi di rifiuto ospedalieri corrispondono diverse modalità di raccolta e smaltimento.

__________________________________________________________________________________________________________________________________________________________Az ienda UL.SS. n. 8 - via Fores tuzzo, 41 - 31011 Asolo (TV) - te l. 0423/5261 - fax 0423/526308 - c .f. e p . i.v.a . 00896810264 - www.ulssasolo .ven. itservizio di prevenzione e protezione - via Ospedale, 18 - 31033 Castelfranco Veneto (TV) - tel. 0423/731909 - fax 0423/732222 - e mail: [email protected]

16

MANOVRE AD ALTO RISCHIO MISURE DI PROTEZIONE

Incanulazione via arteriosa eprelievi arteriosi

Usare guanti, sovracamice, visiera o occhiali protettivi e filtrante facciale

Intubazione naso-oro-tracheale Utilizzare, quando possibile, materiale monouso

Tracheotomia aspirazione endotracheale

In caso di rottura di guanto, puntura o taglio rimuovere e sostituire il guantonon appena possibile

Cambio cannule tracheostomicheSeguire i protocolli di disinfezione ad alto livello e disterilizzazione dello strumentario

Punture esplorative e/oevacuative in cavità e organi

Non reincappucciare gli aghi, nè rimuoverli dalle siringhe o manipolarlisenza guanti

Endoscopie e amniocentesi Osservare le norme relative alla raccolta, all’eliminazione e al trasporto deimateriali di rifiuto

MANOVRE A MEDIO RISCHIO MISURE DI PROTEZIONE

Usare guanti, sovracamice, visiera o occhiali e filtrante facciale■ Medicazione di ferite chirurgiche,ulcere, piaghe In caso di rottura di guanto, puntura o taglio rimuovere e sostituire il

guanto appena possibile

Non reincappucciare gli aghi, né rimuoverli dalle siringhe, né manipolarli senzaguanti

■Tecniche che prevedano la possibilità dischizzi di sangue e/o materiale biologico

In caso di prelievo con sistema vacutainer, eliminare tutto il sistema dopol’uso

■ Incanulazione di vie venose centrali eperiferiche

In caso di prelievo con siringa, al termine dell’operazione eliminareimmediatamente l’ago nell’apposito contenitore

■ Prelievi venosiPer il trasporto, immettere subito i campioni in appositocontenitore. Inviare i moduli di richiesta separatamente dai campioni

■ Lavaggio di materiali e strumenticontaminati con materiale biologico

Seguire le procedure di decontaminazione, di pulizia e di disinfezionedello strumentario

■ Iniezioni intramuscolariOsservare le norme relative alla raccolta, all’eliminazione e altrasporto dei materiali di rifiuto

Al termine dell’iniezione, eliminare immediatamente siringa ed agonell’apposito contenitore

■Svuotamento contenitori diliquidi organici

Per il lavaggio di strumenti usare guanti di gomma robusti,sovracamice e visiera

__________________________________________________________________________________________________________________________________________________________Az ienda UL.SS. n. 8 - via Fores tuzzo, 41 - 31011 Asolo (TV) - te l. 0423/5261 - fax 0423/526308 - c .f. e p . i.v.a . 00896810264 - www.ulssasolo .ven. itservizio di prevenzione e protezione - via Ospedale, 18 - 31033 Castelfranco Veneto (TV) - tel. 0423/731909 - fax 0423/732222 - e mail: [email protected]

17

LA SORVEGLIANZA SANITARIA (art. 41 D.Lgs. n. 81/08)

Controllo sanitario in funzione dei rischi specifici presenti nell’ambiente di

lavoro effettuata dal Medico Competente.

E’ necessaria per:

tenere sotto controllo la salute del lavoratore;

scoprire il più precocemente possibile eventuali effetti di fattori

di rischio;

prevenire ulteriori danni alla salute.

E’ importante anche per codificare i soggetti che, per cause patologiche o genetiche, presentano anomalie a carico

dei vari apparati (ipersuscettibili).

La sorveglianza sanitaria prevede un complesso di indagini cliniche cui devono essere sottoposti i lavoratori che

svolgono attività per le quali è riconosciuta un’esposizione a particolari rischi per la salute, nella fattispecie dei

lavoratori della sanità per la loro esposizione lavorativa a rischio biologico.

Gli accertamenti e le visite

Gli accertamenti e le visite vengono eseguiti dal Servizio del Medico Competente Aziendale.

Il D.Lgs. 81/08 stabilisce che è obbligo dei lavoratori sottoporsi ai controlli sanitari previsti dal presente decreto

legislativo o comunque disposti dal medico competente: la non ottemperanza comporta sanzioni per i lavoratori.

Le visite mediche per i lavoratori esposti possono essere:

Preventive, intese a constatare l’esistenza di controindicazioni al lavoro, al fine di valutare l’idoneità del

lavoratore alla mansione specifica;

Periodiche per controllare lo stato di salute ed esprimere il giudizio l’idoneità del lavoratore alla

mansione specifica;

Su richiesta del lavoratore, qualora sia ritenuta dal medico competente correlata ai rischi professionali o

MANOVRE A BASSO RISCHIOMISURE DI PROTEZIONE

■ Tricotomia

■ Clistere

■ Pulizia cavo orale*

■ Cateterismo vescicale

Usare guanti

(*eventuale protezione respiratoria)

Se materiale non monouso, seguire le procedure di decontaminazione, di pulizia e didisinfezione del materiale usato

__________________________________________________________________________________________________________________________________________________________Az ienda UL.SS. n. 8 - via Fores tuzzo, 41 - 31011 Asolo (TV) - te l. 0423/5261 - fax 0423/526308 - c .f. e p . i.v.a . 00896810264 - www.ulssasolo .ven. itservizio di prevenzione e protezione - via Ospedale, 18 - 31033 Castelfranco Veneto (TV) - tel. 0423/731909 - fax 0423/732222 - e mail: [email protected]

18

alle sue condizioni di salute suscettibili di peggioramento a causa dell’attività lavorativa svolta, al fine di

esprimere il giudizio l’idoneità del lavoratore alla mansione specifica;

In occasione del cambio mansione del lavoratore;

Alla cessazione del rapporto di lavoro nei casi previsti dalla legge.

Le visite mediche, a cura e spese del datore di lavoro, comprendono gli esami clinici e biologici e indagini

diagnostiche mirati al rischio, ritenuti necessari dal medico competente.

Le vaccinazioni

Le vaccinazioni si distinguono in:

obbligatorie, prescritte da una specifica norma di legge;

raccomandate per particolari categorie di lavoratori, su base volontaria;

disponibili, su specifica richiesta del personale.

La vaccinazione antiepatite B è raccomandata per tutto il personale sanitario. E’ un vaccino ricombinante

somministrato in tre dosi a 0, 1 e 6 mesi. La valutazione della risposta anticorpale è suggerita a distanza di 1-2

mesi dall’ultima dose del ciclo vaccinale. Generalmente non dà luogo a complicanze.

La vaccinazione antiepatite A è raccomandata per il personale sanitario che presta assistenza nelle unità

operative di gastroenterologia, pediatria, malattie infettive e per gli addetti alla manipolazione degli alimenti. La

somministrazione prevede due dosi a 0 e 6-12 mesi.

La vaccinazione antitetanica è d’obbligo per gli addetti alle manutenzioni e alle pulizie, è consigliata per gli

addetti alla cucina, per i veterinari e per il personale di pronto soccorso. Le dosi di richiamo devono essere

somministrate ogni 10 anni. Nel caso l’operatore sanitario risulti non vaccinato, invitarlo a sottoporsi all’intero

ciclo vaccinale (tre dosi a 0, 1 6-12 mesi).

La vaccinazione antiinfluenzale è consigliata a tutto il personale sanitario. E’ necessaria la rivaccinazione

annuale, prima dell’inizio della stagione epidemica. La vaccinazione antinfluenzale trova la sua motivazione

soprattutto per evitare il verificarsi del contagio da operatore sanitario a paziente.

Test cutaneo alla tubercolina (I.D. Mantoux) e QuantiFeron TB test

Lo screening per la Tubercolosi va effettuato mediante accertamento tubercolinico (intradermoreazione secondo

Mantoux). Il test, eseguito al momento dell’assunzione ed in caso di stretto contatto con pazienti affetti da TB

__________________________________________________________________________________________________________________________________________________________Az ienda UL.SS. n. 8 - via Fores tuzzo, 41 - 31011 Asolo (TV) - te l. 0423/5261 - fax 0423/526308 - c .f. e p . i.v.a . 00896810264 - www.ulssasolo .ven. itservizio di prevenzione e protezione - via Ospedale, 18 - 31033 Castelfranco Veneto (TV) - tel. 0423/731909 - fax 0423/732222 - e mail: [email protected]

19

attiva, va letto a 48 e 72 ore. A volte, per confermare un esito negativo, può essere indicato ripetere il test a

distanza di 8 settimane. Il test è negativo se l’indurimento dermico è < di 5 mm.

Il QuantiFERON®-TB o QFT), che misura il rilascio d’interferone-gamma nel sangue intero incubato per una

notte con il derivato proteico purificato (PPD) di M. tuberculosis e con antigeni di controllo, è utilizzato per la

diagnosi di tubercolosi latente.

GESTIONE INFORTUNIO A RISCHIO BIOLOGICO

Gli operatori sanitari, in relazione alla mansione svolta, sono soggetti al rischio di contatto accidentale con

liquidi biologici potenzialmente infetti. La contaminazine può avvenire per:

contatto accidentale di cute o mucose;

punture, tagli o ferite causati da presidi appuntiti o taglienti utilizzati nell’attività assistenziale.

Classificazione del livello di rischio di infezione per modalità di esposizione

Alto rischio:

lesione profonda, sanguinante, per puntura con ago cavo;

contatto diretto con virus concentrato in laboratorio di ricerca.

Medio rischio:

puntura con ago o ferita sanguinate con presidio, visibilmente contaminato da sangue;

esposizione di cute lesa o della congiuntiva a sangue o liquidi biologici, visibilmente contaminati da

sangue.

Basso rischio:

lesione superficiale, non sanguinante;

esposizione di lesione in fase di cicatrizzazione o di mucosa non congiuntivale a sangue o liquidi

biologici, visibilmente contaminati da sangue;

contatto prolungato di una vasta area cutanea con sangue;

ferita da morso.

Nessun rischio documentato:

contaminazione di piccola superficie di cute integra con sangue;

lesioni con presidi non visibilmente contaminati da sangue.

Fattori aggravanti qualsiasi livello di rischio:

ferita profonda;

puntura d’ago cavo utilizzato per prelievo;

presenza di sangue in quantità visibile sulla superficie del presidio implicato nell’incidente;

__________________________________________________________________________________________________________________________________________________________Az ienda UL.SS. n. 8 - via Fores tuzzo, 41 - 31011 Asolo (TV) - te l. 0423/5261 - fax 0423/526308 - c .f. e p . i.v.a . 00896810264 - www.ulssasolo .ven. itservizio di prevenzione e protezione - via Ospedale, 18 - 31033 Castelfranco Veneto (TV) - tel. 0423/731909 - fax 0423/732222 - e mail: [email protected]

20

contaminazione congiuntivale.

In caso di contaminazione con i seguenti liquidi biologici:

Sangue o qualsiasi altro materiale biologico che contenga visibilmente sangue

Tessuti

Liquido cerebrospinale, sinoviale, amniotico, pleurico, pericardico, peritoneale

Sperma o secrezioni genitali femminili

Materiale di laboratorio contenente HIV

o di infortunio con:

Ferita o puntura con ago o tagliente;

Contaminazione di mucose o cute lesa;

Contaminazione massiva e/o prolungata a materiale ad elevata concentrazione virale

COSA FARE SUBITO – SEMPRE

In caso di puntura o taglio aumentare il sanguinamento della ferita e detergere con acqua e sapone, quindi

procedere alla disinfezione accurata della ferita con clorossidante elettrolitico (tipo Amuchina al 5%), o con

prodotto a base di PVPJ (tipo Paniodine, Betadine).

In caso di contatto con il cavo orale procedere a risciacqui con clorossidante elettrolitico (tipo Amuchina 5%),

oppure con Acqua Ossigenata 10 vol.

In caso di contatto con le congiuntive procedere ad abbondante risciacquo delle mucose con acqua o soluzione

fisiologica.

Recarsi in Pronto Soccorso, per la notifica dell’infortunio, al massimo entro 4 ore e, in seguito, presso il

Servizio del Medico Competente.

Accertamenti sierologici sull’operatore:

Per tutti i soggetti infortunati

Ac anti-HCV, Ac anti-HIV 1-2, Ac anti-HBs.

Per l’operatore gli accertamenti, a tempo 0, sono disposti dall’unità

operativa di Pronto Soccorso.

__________________________________________________________________________________________________________________________________________________________Az ienda UL.SS. n. 8 - via Fores tuzzo, 41 - 31011 Asolo (TV) - te l. 0423/5261 - fax 0423/526308 - c .f. e p . i.v.a . 00896810264 - www.ulssasolo .ven. itservizio di prevenzione e protezione - via Ospedale, 18 - 31033 Castelfranco Veneto (TV) - tel. 0423/731909 - fax 0423/732222 - e mail: [email protected]

21

In seguito l’operatore verrà seguito dal Servizio del Medico Competente, per le prodedure di follow-up.

Accertamenti sierologici sul paziente(se identificabile)

Ac anti-HCV, Ac anti-HIV 1-2, HbsAg.

Gli accertamenti per il paziente fonte vengono disposti dal medico

dell’unità operativa di ricovero.

DECRETO LEGISLATIVO 81/08: OBBLIGHI DEI LAVORATORI

Il Decreto Legislativo n° 81/08, identifica alcuni obblighi a cui sono soggetti i lavoratori, in particolare gli

addetti alle attività assistenziali che devono:

Osservare le norme di protezione e adottare le misure idonee per il controllo delle infezioni;

Usare, nelle circostanze previste, i dispositivi di protezione individuale messi a loro disposizione

(guanti, filtranti facciali, occhiali, visiere, ecc.);

Informare immediatamente il Dirigente di U.O. dell’accidentale esposizione a sangue o ad altri liquidi

biologici, allo scopo di mettere in atto gli opportuni provvedimenti;

Segnalare tempestivamente al Preposto i casi in cui i DPI e altro materiale di rilevanza in termini di

sicurezza (es. contenitori rigidi dei rifiuti speciali) risultino in esaurimento o non idonei;

Sottoporsi, dove previsto, agli accertamenti sanitari preventivi e periodici (visite mediche, esami

ematochimici, ecc.) presso il Servizio del Medico Competente.

FORMAZIONE E INFORMAZIONE DEL PERSONALE

Il personale deve ricevere informazione/formazione sui rischi specifici cui è esposto in relazione all’attività svolta,

sulle normative di sicurezza e sulle disposizioni aziendali in materia:

all’assunzione in servizio

al trasferimento o cambiamento di mansioni

all’introduzione di nuove attrezzature di lavoro, di nuove procedure lavorative, di nuove sostanze e

preparati pericolosi.

Per ogni unità operativa deve essere individuata una figura incaricata dell’informazione e dell’

addestramento del personale.

Ogni nuovo dipendente che entra a far parte di una unità operativa deve ricevere informazioni:

sui rischi in cui può incorrere rispetto al posto di lavoro e alle mansioni;

__________________________________________________________________________________________________________________________________________________________Az ienda UL.SS. n. 8 - via Fores tuzzo, 41 - 31011 Asolo (TV) - te l. 0423/5261 - fax 0423/526308 - c .f. e p . i.v.a . 00896810264 - www.ulssasolo .ven. itservizio di prevenzione e protezione - via Ospedale, 18 - 31033 Castelfranco Veneto (TV) - tel. 0423/731909 - fax 0423/732222 - e mail: [email protected]

22

sulle misure da adottare per evitarli o ridurli (modalità d’uso dei DPI, manovre e procedure corrette,

precauzioni da adottare, ecc.);

sulle procedure che riguardano gli incidenti a rischio biologico;

sui diritti e doveri dei lavoratori in materia di sicurezza e salute sul posto di lavoro;

sui servizi aziendali incaricati della sicurezza e della salute sui luoghi di lavoro (Servizio di Prevenzione e

Protezione, Servizio di Sorveglianza Sanitaria, CIO);

sui nominativi dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza.

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

1. Centers For Disease Control And Prevention. (1996). “Draft Guidelines for isolation precautions in

hospitals”. Am J Infect Control; 24 (1): 24-52.

2. Ministero della Sanità. Decreto 28/9/90. “Norme di protezione dal contagio professionale da HIV nelle

strutture sanitarie ed assistenziali pubbliche e private”.

3. D.Lgs. n. 81/08. “Attuazione dell’articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della

salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro”.

4. De Matteis P. “Il libretto del nuovo assunto”. Azienda Ulss 8 Asolo. 2008

5. Società Italiana di Medicina del Lavoro e Igiene Industriale (SIMLII). (2005). “Rischio biologico per i

lavoratori della sanità: linee guida per la sorveglianza sanitaria”. Casa editrice PI-ME. Pavia. 2005

6. Linee guida per l’uso del test Quantiferon test TB per la diagnosi di tubercolosi latente Gerald H.

Mazurek MD Margarita E. Villarino MD division of tuberculosis elimination national center for hiv, std and

tb prevention centers for disease control and prevention

__________________________________________________________________________________________________________________________________________________________Az ienda UL.SS. n. 8 - via Fores tuzzo, 41 - 31011 Asolo (TV) - te l. 0423/5261 - fax 0423/526308 - c .f. e p . i.v.a . 00896810264 - www.ulssasolo .ven. itservizio di prevenzione e protezione - via Ospedale, 18 - 31033 Castelfranco Veneto (TV) - tel. 0423/731909 - fax 0423/732222 - e mail: [email protected]

23

RISCHI PROFESSIONALI E MEDICINA VETERINARIA

INTRODUZIONE

Quanto disposto nel D. Lgs. 81/08 sul miglioramento della sicurezza e salute dei lavoratori sul luogo di lavoro,

coinvolge tutte le attività produttive e non fa certo eccezione per i veterinari.

Infatti, detta normativa rappresenta per i veterinari ben più di un interesse puramente speculativo, in particolare

per quelli che operano a vario titolo nell'ambito di strutture produttive che prevedono obbligatoriamente la

presenza o la supervisione dei veterinari stessi, sia come beneficiari della normativa stessa, sia come

responsabili della sua applicazione..

Del resto, fra le attività industriali considerate insalubri con rischio per la sicurezza e la salute umana

paragonabile a quello delle industrie chimiche e degli impianti nucleari sono già comprese almeno 7 attività che

coinvolgono i veterinari: allevamenti di animali, stalle di sosta, macelli, allevamenti di larve, scuderie, maneggi,

salumifici e impianti di trasformazione delle carni, le attività di clinica e chirurgia nei confronti di animali

d’affezione ed esotico.

Anche nelle attività suddette, dunque, il datore di lavoro è tenuto ad adottare, nell'esercizio dell'impresa, tutte le

misure necessarie a "..tutelare l'integrità fisica e la personalità morale dei prestatori di lavoro" (art. 2087 c.c.),

anche attraverso l'applicazione delle acquisizioni più recenti e più aggiornate sull'argomento.

La valutazione dei rischi è un procedimento articolato che mira ad individuare i rischi per la sicurezza e la

salute dei lavoratori esistenti in una azienda considerando la probabilità che un certo evento accidentale accada

in relazione alla entità del danno conseguente al verificarsi dell'evento accidentale stesso; all'azione di

valutazione deve seguire l’identificazione e l'attuazione di misure preventive e protettive idonee al fine di

salvaguardare la sicurezza e la salute dei lavoratori.

Pur essendo diversi i contesti nei quali i veterinari operano (allevamenti, ambulatori, mattatoi e stabilimenti di

trasformazione di prodotti di OA, ecc.) e tenendo ben presente che il documento di valutazione dei rischi per

una determinata azienda deve essere costruito in maniera specifica per l'azienda stessa, i rischi con i quali i

veterinari si trovano più spesso a fare i conti sono i seguenti e si possono così classificare:

__________________________________________________________________________________________________________________________________________________________Az ienda UL.SS. n. 8 - via Fores tuzzo, 41 - 31011 Asolo (TV) - te l. 0423/5261 - fax 0423/526308 - c .f. e p . i.v.a . 00896810264 - www.ulssasolo .ven. itservizio di prevenzione e protezione - via Ospedale, 18 - 31033 Castelfranco Veneto (TV) - tel. 0423/731909 - fax 0423/732222 - e mail: [email protected]

24

RISCHI FISICI

morsi, graffi e traumi causati dagli animali per manipolazione e contenimento degli animali stessi.

Attraverso morsi e graffi possono essere trasmessi agenti biologici patogeni;

ferite da strumenti taglienti e aghi;

traumi per cadute su superfici appena lavate, per sollevamento, ammassamento, spinta di carichi

pesanti, sacchi e animali.

RISCHI CHIMICI

Derivanti dall'impiego di:

farmaci in generale ;

anestetici gassosi come alotano e isofluorano; la dispersione di tali composti chimici nella sala

operatoria dipende da vari fattori, fra cui il tipo di apparecchiatura d'erogazione, i sistemi di

convogliamento ed eliminazione dei gas, la qualità e l'entità della ventilazione della sala, tenendo anche

conto dell'emissione del gas inalato da parte dell'animale anestetizzato attraverso le vie respiratorie. Pur

non esistendo dati statistici relativi alla concentrazione di tali gas nelle sale operatorie dei veterinari, è

possibile ipotizzare, sulla base delle note concentrazioni degli stessi nelle sale ospedaliere,

un'esposizione non indifferente. Le caratteristiche toxocinetiche degli anestetici alogenati ne

determinano una rapida diffusione nei tessuti con susseguente lenta dismissione, ed è nota l'ipotesi della

mutagenicità di tali agenti, probabilmente legata alla formazione di radicali liberi; gli anestetici sono poi

imputati di disturbi del sistema nervoso centrale e periferico, del fegato (soprattutto l'alotano) e del rene;

__________________________________________________________________________________________________________________________________________________________Az ienda UL.SS. n. 8 - via Fores tuzzo, 41 - 31011 Asolo (TV) - te l. 0423/5261 - fax 0423/526308 - c .f. e p . i.v.a . 00896810264 - www.ulssasolo .ven. itservizio di prevenzione e protezione - via Ospedale, 18 - 31033 Castelfranco Veneto (TV) - tel. 0423/731909 - fax 0423/732222 - e mail: [email protected]

25

detergenti e disinfettanti utilizzati per la detersione e la disinfezione di locali, attrezzature e strumenti

per la prevenzione delle malattie infettive e diffusive, delle infezioni post operatorie e iatrogene;

possono presentare pericolosità per contatto (ustioni), inalazione (infiammazione delle mucose delle vie

respiratorie e oculocongiuntivali); particolare attenzione va riservata ai prodotti che causano effetti

tossici, cancerogeni e teratogeni (es. formalina); nell'impiego di tali presidi attenersi scrupolosamente

alle indicazioni di uso della casa produttrice indicate nella scheda tecnica del prodotto, effettuare

diluizione corretta, non miscelare prodotti diversi; per la prevenzione utilizzare sistemi di protezione,

quali guanti, maschera, occhiali.

RISCHIO BIOLOGICO

Particolare interesse per i veterinari per " tutte le attività lavorative nelle quali vi è rischio di esposizione ad

agenti biologici".

L'agente biologico viene definito come "qualsiasi microrganismo ... che potrebbe provocare infezioni, allergie o

intossicazioni". Gli agenti biologici vengono poi suddivisi in quattro gruppi in funzione del livello di rischio che

comportano, e cioè:

Tabella 1: AGENTI BIOLOGICI IN FUNZIONE DEL LIVELLO DIRISCHIO

gruppo 1agenti che presentano poche probabilità di causare malattiein soggetti umani

gruppo 2agenti che possono causare malattie in soggetti umani ecostituiscono un rischio per i lavoratori, ma nei confronti deiquali esistono efficaci misure di profilassi e terapia

gruppo 3

agenti che possono causare malattie gravi in soggetti umanie costituiscono un serio rischio per i lavoratori; tali agentipossono propagarsi nella comunità ma nei loro confrontiesistono efficaci misure di profilassi e terapia

gruppo 4

agenti che possono provocare malattie gravi in soggettiumani , costituiscono un serio rischio per i lavoratori,presentano un elevato rischio di propagazione nellacomunità e di norma non sono disponibili efficaci misure diprofilassi e terapia

Il datore di lavoro di un'azienda ,che presenti rischi di esposizione ad agenti biologici di varia natura per i

lavoratori, come è il caso di tutte le aziende zootecniche in generale, le aziende agricole, gli ambulatori ed i

laboratori veterinari, è obbligato a tenere in considerazione questi rischi all'atto della valutazione.

__________________________________________________________________________________________________________________________________________________________Az ienda UL.SS. n. 8 - via Fores tuzzo, 41 - 31011 Asolo (TV) - te l. 0423/5261 - fax 0423/526308 - c .f. e p . i.v.a . 00896810264 - www.ulssasolo .ven. itservizio di prevenzione e protezione - via Ospedale, 18 - 31033 Castelfranco Veneto (TV) - tel. 0423/731909 - fax 0423/732222 - e mail: [email protected]

26

Il datore di lavoro è tenuto a documentarsi, anche consultando la ASL ed il medico competente, sulle malattie

che possono essere contratte a causa degli agenti biologici, sui potenziali effetti allergici e tossici degli agenti,

su eventuali ulteriori situazioni che possono influire sul rischio e sul sinergismo dei diversi gruppi di agenti

biologici utilizzati. Così, oltre al procedimento di valutazione generale di tutti i rischi presenti in azienda, il

D.Lgs. 81/08 impone la predisposizione della valutazione specifica dei rischi di natura biologica e del relativo

documento.

VALUTAZIONE DEL RISCHIO BIOLOGICO

E difficile valutare il rischio biologico: una valutazione condotta razionalmente considera il rischio R come il

prodotto della probabilità P del verificarsi di un evento per le conseguenze negative D o danno che esso

comporta.

Per il rischio biologico da zoonosi mancano i dati necessari per valutare la probabilità che si verifichi l'infezione

o la malattia. Difficile è anche esprimere l'entità del danno atteso; infatti le conseguenze dell'esposizione ai più

comuni agenti zoonosici possono variare dalla semplice sieroconversione, alla malattia con manifestazioni

sintomatologiche estremamente variabili fino all'insorgenza di postumi irreversibili o fino alla morte.

Il danno è infatti condizionato da:

dose infettante ricevuta;

patogenicità del ceppo;

stato immunitario dell'uomo;

__________________________________________________________________________________________________________________________________________________________Az ienda UL.SS. n. 8 - via Fores tuzzo, 41 - 31011 Asolo (TV) - te l. 0423/5261 - fax 0423/526308 - c .f. e p . i.v.a . 00896810264 - www.ulssasolo .ven. itservizio di prevenzione e protezione - via Ospedale, 18 - 31033 Castelfranco Veneto (TV) - tel. 0423/731909 - fax 0423/732222 - e mail: [email protected]

27

presenza di fattori di rischio quali trattamenti o infezioni intercorrenti, bambini, stato fisiologico

(gravidanza).

ZOONOSI

L'OMS ha riconosciuto le zoonosi quali causa di malattie professionali (WHO Fact Sheet December 1997) e la

lotta alle zoonosi è uno dei compiti storici della veterinaria ed uno dei principali motivi della presenza dei

Servizi veterinari nel Sistema Sanitario Nazionale. Il D.Lgs. 81/08 rende obbligo di legge la valutazione del

rischio biologico e la lotta alle zoonosi professionali.

Il rischio biologico è strettamente correlato allo stato epidemiologico degli animali allevati e macellati che varia

per le modificazioni ambientali, per il tipo di attività zootecniche praticate e le loro modalità, per i mutamenti

intervenuti nelle popolazioni degli animali portatori, domestici e selvatici, ecc.

Il Servizio veterinario deve collaborare, per quanto di competenza, coi Servizi di tutela della salute nei luoghi di

lavoro per l'applicazione del D.Lgs. 81/08 in allevamenti, macelli, laboratori di trasformazione carni,

ambulatori, stabulari ed in genere in tutte le attività che comportano contatti con animali o loro prodotti. Fonte

del pericolo sono gli animali e controllare la sanità animale rappresenta la prevenzione alla fonte del problema.

La conduzione dell'allevamento, i trattamenti vaccinali o terapeutici, l'esecuzione delle profilassi, la scelta e

manutenzione dei ricoveri sono fattori di controllo delle patologie animali e quelle degli operatori e

consumatori. Il medico del lavoro si confronta con le malattie nell'uomo e dispone degli strumenti per

contrastarne le conseguenze ma ha evidenti difficoltà ad intervenire con la rimozione delle cause del problema.

LEPTOSPIROSI

Deriva dall'infezione della spirocheta Leptospira interrogans e l'eventuale conseguenza medico legale è

estremamente importante in rapporto alla possibilità di danno nefrologico o epatico grave, ovvero alla

possibilità dell'evento morte. In ambiente umido la sua resistenza a temperatura ambiente è molto elevata

(mesi); uno dei principali serbatoi dell'infezione, con

mantenimento quindi della possibilità di diffusione della malattia, è il topo.

L'ingestione è la principale via di trasmissione; le spirochete possono comunque penetrare nell'organismo

attraverso le mucose o parti abrase della cute.

Nella pratica veterinaria il contatto con urine dell'animale infettato (cani, gatti, bovini, suini) durante la visita

dell'animale, interventi chirurgici, prelievi ematici rappresenta il momento fondamentale della possibile

trasmissione, così come il potenziale contatto con fluidi uterini durante il parto, da cui il fondamentale uso di

guanti e maschere.

__________________________________________________________________________________________________________________________________________________________Az ienda UL.SS. n. 8 - via Fores tuzzo, 41 - 31011 Asolo (TV) - te l. 0423/5261 - fax 0423/526308 - c .f. e p . i.v.a . 00896810264 - www.ulssasolo .ven. itservizio di prevenzione e protezione - via Ospedale, 18 - 31033 Castelfranco Veneto (TV) - tel. 0423/731909 - fax 0423/732222 - e mail: [email protected]

28

La leptospirosi costituisce il rischio più importante nell'allevamento suino, particolarmente nelle regioni del

paese dove l'infezione tra i suini risulta diffusa (Lombardia, Emilia, Umbria); visto che l’urina degli animali

infetti costituiscono la fonte di infezione principale, le operazioni di lavaggio di capannoni, mezzi di trasporto,

sale macellazione che comportano la formazione di aerosol possono rappresentare un momento di rischio.

MAL ROSSO

Il mal rosso, sostenuto da Erysipelothrix Rhusiopathiae, è un'altra infezione notevolmente diffusa tra i suini in

Italia e può costituire un rischio per allevatori e veterinari, ma la categoria professionale più colpita è quella dei

macellatori.

L’Erysipelothrix Rhusiopathiae determina nell'uomo una lesione cutanea detta erisipeloide ma anche artriti,

meningiti ed endocarditi valvolari particolarmente gravi. Nella trasmissione dell'infezione all'uomo assumono

particolare importanza sia la macellazione di suini infetti che la lavorazione e il consumo delle relative carni.

Il D.Lgs. 18 aprile 1994 n. 286 "Attuazione delle direttive 91/497/CEE e 91/498/CEE concernenti i problemi

sanitari in materia di produzione e ed immissione sul mercato di carni fresche prevede l'esclusione dalla

macellazione di suini affetti da mal rosso. Purtroppo la presenza di setole abbondanti o animali non

perfettamente puliti impediscono spesso di individuare le classiche lesioni esantematiche alla vista ante mortem.

I suini con lesioni cutanee clinicamente manifeste vengono poi facilmente individuati e distrutti in sede di visita

post mortem, ma solo dopo essere stati manipolati dagli operai.

A questo va aggiunto che alcune forme di questa infezione sono praticamente in apparenti e che l'agente si

localizza a livello di tonsille , placche di Peyer e cripte della valvola ileo cecale anche in animali

apparentemente sani. Per tutti questi motivi una visita veterinaria accurata non può offrire protezione assoluta

agli addetti di un macello.

__________________________________________________________________________________________________________________________________________________________Az ienda UL.SS. n. 8 - via Fores tuzzo, 41 - 31011 Asolo (TV) - te l. 0423/5261 - fax 0423/526308 - c .f. e p . i.v.a . 00896810264 - www.ulssasolo .ven. itservizio di prevenzione e protezione - via Ospedale, 18 - 31033 Castelfranco Veneto (TV) - tel. 0423/731909 - fax 0423/732222 - e mail: [email protected]

29

BRUCELLOSI

La brucellosi è la più conosciuta ed importante zoonosi per allevatori, veterinari, macellatori ed addetti ai

laboratori di diagnosi.

La brucellosi in Italia è una malattia a bassa prevalenza negli allevamenti bovini di molte regioni grazie al piano

specifico di profilassi e di eradicazione della infezione brucellare (L. 615 del 9 Giugno 1964 "Bonifica sanitaria

degli allevamenti dalla tubercolosi e dalla brucellosi”; D.M. 3 Giugno 1968 "Piano nazionale per la brucellosi

bovina") che ha portato, dopo circa 30 anni, alla quasi scomparsa del problema da molte aree del Paese.

La sua importanza come rischio professionale è senza dubbio diminuita in questo settore, mentre persiste

elevata nell'allevamento ovi caprino, dove l'infezione tra gli animali è più diffusa. Tuttavia il rischio non si può

definire trascurabile, particolarmente in quelle aree dove l'incidenza si mantiene anche tra i bovini.

Brucella abortus rappresenta la specie del genere Brucella più diffusa in questa specie animale.

Non è comunque da escludere anche la possibilità di una infezione da Brucella melitensis che, anche se

riscontrata più frequentemente tra gli ovicaprini, può colpire anche i bovini.

In allevamento la manipolazione di feti o placente in occasione di aborti e il contatto con secrezioni vaginali,

deiezioni, carcasse di animali infetti rappresentano i fattori di rischio principali; per il veterinario pubblico è un

fattore di rischio anche la puntura accidentale durante l'attività di prelievo di sangue agli animali per i piani di

profilassi.

La recente apertura al commercio di animali vivi da Paesi dell'Europa orientale ove le situazioni

epidemiologiche sono poco note ed i sistemi veterinari sono relativamente affidabili, accentua i rischi di

infezione per macellatori, allevatori e veterinari.

FEBBRE Q

La Febbre Q causata da Coxiella burnetii si trasmette dall'animale infetto (bovini, pecore, capre) all'uomo per lo

più attraverso l'aereosol infetto durante il parto, per quanto cariche cospicue di tali agenti possano essere

presenti anche nel latte, sangue, urine, feci, secrezioni orali e nasali; un'altra possibile via di trasmissione è

rappresentata dal morso di zecca infetta.

Gli aereosol infetti rappresentano una fonte di rischio per gli addetti all'allevamento e alla macellazione di

animali. Negli anni '50 ha dato origine a numerosi focolai di malattia in Italia. Indagini sierologiche effettuate in

Puglia e in Polonia (Baldelli R. e coll. 1995, Tylewska e coll. 1991) risulterebbe che l'esposizione professionale

agli agenti della Febbre Q riveste una notevole importanza ma la rarità attuale delle segnalazionidi di malattia

sta probabilmente a significare che per lo più potrebbe trattare di infezioni asintomatiche o accompagnate da

sintomi non caratteristici, difficilmente distinguibili da quelli di altre patologie.

__________________________________________________________________________________________________________________________________________________________Az ienda UL.SS. n. 8 - via Fores tuzzo, 41 - 31011 Asolo (TV) - te l. 0423/5261 - fax 0423/526308 - c .f. e p . i.v.a . 00896810264 - www.ulssasolo .ven. itservizio di prevenzione e protezione - via Ospedale, 18 - 31033 Castelfranco Veneto (TV) - tel. 0423/731909 - fax 0423/732222 - e mail: [email protected]

30

TUBERCOLOSI

Rappresenta un rischio professionale quasi mai quantificabile per i casi umani in quanto difficilmente si arriva

ad una tipizzazione del micobatterio responsabile, ciò non consente quindi di distinguere le infezioni da M.

bovis da quelle di M. tuberculosis sicuramente più frequenti, ma non legate alla trasmissione da parte dei

bovini.

In ogni caso il problema della recrudescenza a livello mondiale di infezione tubercolare nell'uomo, merita

particolare attenzione.

L'OMS nei suoi più recenti rapporti segnala milioni di casi umani nonostante le campagne di eradicazione in

corso da decenni in quasi tutti i Paesi, Italia compresa (L. 615 del 9 Giugno 1964. "Bonifica sanitaria degli

allevamenti dalla tubercolosi e dalla brucellosi).

Nel caso della tubercolosi, attualmente la popolazione a maggior rischio è rappresentata da soggetti affetti da

virus HIV responsabile della immunodeficienza acquisita. Rifugiati e immigrati che trovano impiego nelle

aziende zootecniche, sono talvolta costretti a vivere in condizioni di estremo disagio economico e per questo

possono essere vittime di infezione tubercolare. Ricordiamo che si possono avere casi di positivizzazione alla

prova della tubercolina in bovini venuti a contatto con persone affette dalla forma tubercolare umana.

Le fonti di infezione possono essere le più diverse: l'infezione può passare da uomo a uomo, dagli animali

all'uomo, tra specie animali diverse (es. bovino-suino) all'uomo. Alimenti non adeguatamente trattati

termicamente possono essere una fonte di infezione importante.

Tutto ciò impone una sorveglianza permanente anche a livello d'allevamento e, successivamente, di centri di

macellazione al fine di segnalare immediatamente al servizio di prevenzione casi di tbc animale per l'adozione

di misure tese a proteggere l'uomo ed eradicare la malattia dalle popolazioni animali.

DERMATOFIZIE (MICOSI)

Tali malattie si trasmettono per contatto diretto con l'animale infetto o anche per via indiretta attraverso oggetti

contaminati per contatto con l'animale.

La distribuzione è variabile a seconda delle specie, nell'uomo si manifestano soprattutto nella sedi di contatto.

Notevolmente diffuse tra i bovini sono le micosi sostenute da Tricophyton verrucosum che possono colpire

anche gli operatori.

PSITTACOSI ORNITOSI

È certamente una malattia eccezionale nella professione veterinaria, ma data la via di trasmissione attraversa le

clamidie disperse nell'aria dai volatili non è impossibile; è sicuramente più frequente negli allevatori.

__________________________________________________________________________________________________________________________________________________________Az ienda UL.SS. n. 8 - via Fores tuzzo, 41 - 31011 Asolo (TV) - te l. 0423/5261 - fax 0423/526308 - c .f. e p . i.v.a . 00896810264 - www.ulssasolo .ven. itservizio di prevenzione e protezione - via Ospedale, 18 - 31033 Castelfranco Veneto (TV) - tel. 0423/731909 - fax 0423/732222 - e mail: [email protected]

31

Diffondono tale infezione anche gli uccelli da allevamento; la malattia è per lo più ad andamento benigno:

sindrome influenzale, solo raramente con complicazioni polmonari e neurologiche.

IDATIDOSI

Ha come via tipica di trasmissione quella investiva, ma non è impossibile che il professionista si infetti curando

il cane che, leccandosi, può portare le uova con la saliva o sul pelo.

Un'efficace prevenzione è costituita dalla protezione delle mani durante la pratica professionale e dal lavaggio

accurato delle stesse.

La manifestazione patologica classica è rappresentata dalle tipiche cisti a fegato e polmone. E’ una malattia

legata all'allevamento ovino e a condizioni socio culturali particolari.

E. COLI produttori di verocitossine

Sono ceppi di Coli che producono verocitossine, che determinano nell'uomo sindromi emolitiche uremico-

emorragiche che hanno portato a morte alcuni bambini anche nel nostro Paese.

Tale agente troverebbe nel bovino, e forse in altre specie, il reservoir asintomatico.

L'infezione si trasmetterebbe all'uomo attraverso carni poco cotte o altri cibi, tra cui succhi di

frutta, yogurt e verdure contaminati da feci di bovino.

I ceppi produttori di verocitotossine sono presenti nell'intestino degli animali, soprattutto bovini, e sono stati

isolati anche da capi conferiti per la macellazione. Si sta indagando se tali ceppi costituiscano un rischio per gli

addetti alla macellazione.

I RISCHI EMERGENTI

E’ necessario a questo punto ricordare nuovi e potenziali rischi di malattie trasmissibili dagli animali all'uomo

finora poco conosciuti ma che sono saliti prepotentemente alla ribalta internazionale.

Si tratta degli agenti non convenzionali responsabili di encefalopatie spongiformi nell'uomo (Creutzfeld Jacob,

Kuru, sindrome di Stressman Scheinker, Insonnia fatale familiare) e negli animali (Scrapie, Encefalopatia

spongiforme bovina, Encefalopatia spongiforme felina, ecc).

Si è prospettata recentemente, in seguito agli oltre centomila casi di malattia nei bovini (BSE) verificatisi dal

1985 ad oggi in Inghilterra, il passaggio dell’infezione dagli animali all'uomo, determinando in quest'ultimo un

forma finora sconosciuta, ora definita variante giovanile di Creutzfeld Jacob (vCJD).

__________________________________________________________________________________________________________________________________________________________Az ienda UL.SS. n. 8 - via Fores tuzzo, 41 - 31011 Asolo (TV) - te l. 0423/5261 - fax 0423/526308 - c .f. e p . i.v.a . 00896810264 - www.ulssasolo .ven. itservizio di prevenzione e protezione - via Ospedale, 18 - 31033 Castelfranco Veneto (TV) - tel. 0423/731909 - fax 0423/732222 - e mail: [email protected]

32

Nel nostro Paese non sono stati evidenziati casi di BSE ad eccezione di 2 bovini provenienti dalla Gran

Bretagna, prontamente abbattuti e distrutti.

Il rischio per veterinari, allevatori, addetti alla macellazione, macellai e consumatori è bassissimo in termini di

probabilità di esposizione all'agente BSE, ma la gravità del problema richiede comunque che venga preso in

forte considerazione; vedi l'adozione di tutta la serie di misure sanitarie di protezione contro le encefalopatie

spongiformi trasmissibili.

Moltissime sono le misure adottate e realizzate dai Servizi Veterinari, fra le principali ricordiamo:

Negli allevamenti:

divieto assoluto di somministrare farine di carne a tutti gli animali d'allevamento che sono tenuti,

ingrassati o allevati per la produzione di alimenti;

vigilanza e controllo dell'alimentazione animale: dalle materie prime per alimenti zootecnici, ai mangimi

finiti, dai luoghi di produzione e di commercializzazione fino alla somministrazione negli allevamenti;

accurati e sistematici controlli di laboratorio sui mangimi per escludere l'uso di farine di carne;

sistematica sorveglianza e controllo di tutti gli animali dalla nascita, anche in tutti i loro spostamenti,

fino all'immissione sul mercato della carne, attraverso un sistema di identificazione e tracciabilità

informatizzato (sistema dell'anagrafe bovina e della tracciabilità delle carni);

controllo di tutti gli animali morti in allevamento, qualunque sia la causa, con prionic-test, esame di

laboratorio che consente con molta rapidità di escludere la presenza del prione modificato nel cervello

degli animali.

Al mattatoio:

tutti gli animali prima della macellazione vengono visitati da un veterinario e solo se sani vengono

macellati;

tutti gli animali, una volta macellati, vengono visitati (ispezione veterinaria) prima di destinare le loro

carni al consumo alimentare umano;

in via del tutto precauzionale vengono comunque eliminate tutte quelle parti, chiamate parti a rischio

specifico che, negli animali malati come constatato dagli scienziati, possono contenere il prione

(cervello, occhi, tonsille, colonna vertebrale con il midollo spinale e i gangli spinali, intestino); la

rimozione della colonna vertebrale viene effettuata rispettando dettagliatissime prescrizioni;

tutte le parti a rischio specifico degli animali vengono incenerite;

__________________________________________________________________________________________________________________________________________________________Az ienda UL.SS. n. 8 - via Fores tuzzo, 41 - 31011 Asolo (TV) - te l. 0423/5261 - fax 0423/526308 - c .f. e p . i.v.a . 00896810264 - www.ulssasolo .ven. itservizio di prevenzione e protezione - via Ospedale, 18 - 31033 Castelfranco Veneto (TV) - tel. 0423/731909 - fax 0423/732222 - e mail: [email protected]

33

esame del cervello, organo "bersaglio" in tutti i capi bovini di età superiore ai 24 mesi, come previsto

per legge. L'esame consente con molta rapidità di poter escludere la presenza del prione modificato nel

cervello degli animali; ·

etichettatura delle carni, che consente di far conoscere al consumatore: numero identificativo

dell'animale, paese di nascita, paese di allevamento, luogo di macellazione.

Si deve essere pronti, in caso di comparsa anche nel nostro Paese, ad adottare in toto le misure già adottate in

Inghilterra e Francia, i due Paesi per ora maggiormente colpiti da CJD e BSE.

Si ricorda, tra l'altro, come le emergenze sanitarie legate al consumo di prodotti di origine animale che hanno

caratterizzato quest'ultimo decennio, in particolare la BSE, hanno messo in risalto l'importanza della polizia

sanitaria al fine di evitare ogni rischio per la salute pubblica

quella degli animali.

Questo obiettivo è al centro del REGOLAMENTO COMUNITARIO 1774/2002 che fissa le norme di polizia

sanitaria applicabili alla raccolta, al trasporto, al deposito, alla manipolazione e alla trasformazione e

all'eliminazione dei sottoprodotti di OA.

Si tratta di un regolamento che ha un fortissimo impatto su tutta la filiera della carne e che proibisce

l'introduzione nella catena alimentare di carcasse animali e di sottoprodotti di OA declassati; le uniche materie

prime di OA autorizzate per la produzione di mangimi sono quelle provenienti da animali dichiarati idonei al

consumo umano a seguito di un'ispezione sanitaria.

Il Regolamento prevede, inoltre, metodi per l'utilizzazione o l'eliminazione di prodotti di OA, nonché

disposizioni più rigorose in materia di controllo e di tracciabilità. Il Regolamento fissa, infine, le condizioni alle

quali i sottoprodotti di OA e i prodotti derivati possono essere importati da Paesi terzi.

RISCHIO DA ALLERGIE

Il contatto e la manipolazione di animali può determinare la comparsa di numerose forme cliniche allergiche.

Tali malattie professionali colpiscono dall'11% al 44% del personale che ha contatto quotidiano e stretto con gli

animali; il personale si sensibilizza per inalazione di allergeni sospesi nell'atmosfera o a seguito di abrasioni,

graffi o morsi. Gli allergeni sono costituiti da proteine della saliva, urina, feci, siero, forfora del pelo, piume.

__________________________________________________________________________________________________________________________________________________________Az ienda UL.SS. n. 8 - via Fores tuzzo, 41 - 31011 Asolo (TV) - te l. 0423/5261 - fax 0423/526308 - c .f. e p . i.v.a . 00896810264 - www.ulssasolo .ven. itservizio di prevenzione e protezione - via Ospedale, 18 - 31033 Castelfranco Veneto (TV) - tel. 0423/731909 - fax 0423/732222 - e mail: [email protected]

34

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE

Elmo per carichi sospesi

Guanti

Visiere

Occhiali

Archetti paraorecchi

Tappi in silicone e tappi monouso

Filtranti facciali

Calzature antinfortunistiche

Giubbotti termici con cappuccio

Sopracamice monouso idrorepellente

Tuta in tyvec

Soprascarpe, soprastivali monouso

Guanti antitaglio in maglia metallica leggera

BIBLIOGRAFIA

Bresciani G.1 - Zannetti G.2. “Il veterinario e il "pianeta sicurezza" definito dal D.Lgs. 626/1994.

Ghinzelli M., Cancellotti F.M. “La tutela della salute e sicurezza sul lavoro nel settore agrozootecnico: il

ruolo del veterinario”; Professione Veterinaria: 10/2000

Rapa A. "Le malattie professionali del veterinario"; Il Progresso Veterinario: 12/2000

Birello S., Mazzeo M. "Come valutare i rischi nelle aziende suinicole"; Rivista di Suinicoltura: 3/1996

Semeraro M.T. "L.626: chi è il responsabile"; Professione Veterinaria: 5/2000

Gagnone G. "Rischio biologico negli tabulari, possibili rischi di contagio, prevenzione" USL 42, Pavia