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Il cotone
Il cotone è una fibra naturale vegetale a base di cellulosa non lignificata, prodotta da alcune piante dal
genere Gossypium, appartenenti alla famiglia delle malvceae. Si tratta in particolare di una fibra
costituita da peli che emergono, come singole cellule, dall’epidermide dei semi della pianta. La fibra
monocellulare è costituita da diversi milioni di fibrille elementari (lunghi e fini cristalli di cellulosa)
associate a gruppi di centinaia in fasci fibrillari riuniti in strati concentrici. Infatti, all’inizio del suo
sviluppo la cellula assume la forma di un tubicino sottile formato all’esterno da una cuticola protettiva
ricca di cere e pectina e una parete primaria, costituita di cellulosa.
In seguito il tubicino viene progressivamente riempito di cellulosa (parete secondaria, che si ispessisce
progressivamente con deposizione giornaliera di strati concentrici di cellulosa fino a costituire il 90% del
peso della fibra matura). Al centro rimane un piccolissimo canale, detto lume. Quando il seme cessa di
vegetare si secca, le fibre cominciano ad essiccarsi e, attorcigliandosi su loro stesse, provocano l’apertura
del frutto, dal quale fuoriescono in forma di bambagia. A questo punto la fibra non è più tubolare, ma
nastriforme, avvolta su se stessa in una spirale che cambia spesso il senso di torsione. In sezione il lume
diventa quasi lineare e rispecchia quasi regolarmente il contorno delle pareti.
Notizie sulla pianta
-Isolamento termico: le fibre in genere sono fini e flessibili, i filati grossi, voluminosi o arruffati, isolano meglio perché
trattengono più aria;
-Assorbimento di umidità: buono, fino al 20%, inoltre può assorbire il 65% di acqua senza gocciolare;
- Comfort: fibre morbide e fini, piacevoli al tatto;
-Resistenza: buona, soprattutto se bagnato;
- Allungabilità: relativamente buona, tra il 6% e il 10%;
- Elasticità: non è elastico, perciò si stropiccia facilmente;
-Cariche elettrostatiche: scarse, in quanto contiene sempre umidità.
Le caratteristiche del cotone
Dove viene prodotto il cotone
Il cotone è conosciuto come un “tessuto dai mille usi”
poiché con esso si ottiene una fibra con la quale si realizzano tessuti per abiti, rivestimenti per la
casa, corde, imballaggi, accessori medici, fino agli esplosivi. La conoscenza di questa pianta
arbustiva risale a circa 5000 anni fa dove era presente in India e in America Centrale.
Per questo viene coltivato in molte aree del mondo ed è al centro di una vasta ed intensiva
industria. Il cotone viene coltivato in zone ove i climi sono caldi, con alternanza di stagioni
aride e umide. La parte che viene utilizzata è il frutto, ovvero una capsula rivestita di peli lunghi
costituiti da cellulosa dalla quale si ottengono le fibre necessarie per la filatura.
La cartina indica i principali paesi produttori di cotone, di cui quasi 1/4 e' fornito dalla Repubblica Popolare Cinese,
seguita da Stati Uniti e India.
Notevoli anche le produzioni di Pakistan, Brasile, Egitto, Turchia, Messico, Sudan, Iran, Siria, tutti Paesi che basano
sul cotone una buona parte delle loro esportazioni.
La coltivazione “basica“ detta upland e/o cotone americano diffusa ora in tutti i
continenti, prende il nome dagli altopiani degli Stati Uniti dove, grazie allo
sfruttamento della manodopera degli schiavi, vide una fortissima espansione;
questa qualità rappresenta oggi la quota più grande della produzione mondiale.
Tipologie di coltivazione
I long ed extra long staple (Gossypium Hyrsutum, Gossypium Barbadense)
che occupano una quota percentuale nettamente minore, sono coltivati
prevalentemente in Egitto, Stati Uniti (California e New Mexico), Cina e
India. Quantità minori e maggiormente pregiate sono presenti in Perù (Pima),
Israele (Pima Israeliano), Sudan (Barakat), India (Suvin) e Indie Occidentali
(Sea Island Cotton).
La lavorazione del cotone
Dopo la raccolta, generalmente effettuata a macchina, si effettua l’essicazione, con il fine di asciugare il cotone, che al
momento del suo raccolto presenta molta umidità. Con l‘apposita macchina sgranatrice segue la sgranatura tramite la
quale i semi vengono separati dalle fibre. Il cotone essiccato e sgranato viene poi pressato in balle. Nella prima fase
della filatura le balle vengono aperte e le fibre allentate.
Nella fase detta “mischia“ si miscelano diverse qualità di cotone per passare poi alla pulitura attraverso la battitura.
La lavorazione del cotone
Il processo di cardatura dei fiocchi ha lo scopo di sgrovigliare le fibre e di porle
parallelamente le une alle altre sulla carda (cilindro munito di punte metalliche).
La cardatura si effettua in tre passaggi: stiratura, prefilatura, che consiste in una
seconda stiratura dei nastri per conferire agli stessi una leggera torsione e
trasformarli in stoppini o lucignoli, e la filatura.
Nel processo di pettinatura si effettua un passaggio in più, oltre quelli descritti per la
cardatura. Infatti i nastri di carda dopo essere stati accoppiati e stirati vengono
trattati con la pettinatura che consiste nell’eliminazione delle fibre troppo corte e
delle impurità e avviene prima della prefilatura.
L’impatto ambientale di una t-shirt di cotone
2649.79 litri di Acqua
0.09 kg di fertilizzanti
0.05 kg di pesticidi
0.54 kg di carburanti fossili
2.7 kg di CO2
0.05 kg di altri gas
In generale produce 8.3 Kg di
emissioni di CO2 ogni 50
lavaggi/asciugamenti Conseguenze
Le conseguenze della produzione del cotone
Caso esemplare dei danni provocati dalla produzione intensiva del
Cotone a causa dei grandi quantitativi di acqua impiegati per l'irrigazione è il Lago d’Aral. Da
quando l'economia del paese è stata orientata alla produzione intensiva del cotone, è stato
sfruttato il bacino idrico del “Mare” di Aral attingendo acqua dal lago e dai suoi affluenti. Esso
ha perso la gran parte del suo volume idrico con conseguente disagio per le popolazioni che
vivevano sulle sue sponde. Nell'arco di circa 20 anni la superficie del lago si è dimezzata e la
sua massa d'acqua ridotta dei 2/3. Il conseguente aumento della salinità ha causato la scomparsa
di flora e fauna acquatica e, quindi, posto fine alla florida industria della pesca (che un tempo
impiegava 60.000 persone). Il sale oggi rappresenta anche un problema per i terreni irrigati (si
evidenzia, infatti, la presenza di crostoni di sale dovuti ad eccessiva evaporazione di acqua).
Cos’è il fair trade ?
Cos’è il fair trade ?
Il fair trade è il Commercio Equo e Solidale. Esso vuole riequilibrare i rapporti
con i Paesi economicamente meno sviluppati, migliorando l'accesso al mercato
e le condizioni di vita dei produttori svantaggiati. Garantisce, infatti, ai
produttori un giusto guadagno e condizioni di lavoro dignitose. Elimina le
intermediazioni speculative e sostiene, con il prefinanziamento, progetti di
autosviluppo.
Il marchio "Fairtrade" garantisce che i prodotti siano stati lavorati senza
causare sfruttamento e povertà nel Sud del Mondo e siano stati acquistati
secondo i criteri del Commercio Equo e Solidale.
Il 60% del cotone commercializzato nel mondo viene coltivato da circa 40
milioni di piccoli produttori di Africa e Asia. Grazie al circuito Fairtrade i
produttori si organizzano insieme e definiscono relazioni commerciali di
lungo periodo. Inoltre viene loro assicurato un margine di guadagno
aggiuntivo da investire in progetti per lo sviluppo delle comunità.
A livello globale, le organizzazioni che producono cotone certificato Fairtrade sono 33, principalmente localizzate in India e Africa centrale e occidentale.
Elevata qualità della fibra e ridotto impatto ambientale delle coltivazioni sono gli elementi che distinguono il prodotto di queste organizzazioni. Le lavorazioni
del cotone certificato "Fairtrade" ed i prodotti in cotone certificati "Fairtrade", facilitano lo sviluppo di un contesto in cui i produttori lavorano nel rispetto
dell'ambiente e della biodiversita' locale, utilizzando processi a basso impatto ambientale.