DANTE ALIGHIERI

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AMORE E POESIA NEI POETI DEL DOLCE STILNOVO

Le rime giovanili di Dante furono dedicate ad esaltare, secondo la maniera del Do lce S t i l Novo , una Beatrice, morta nel 1290. !!!!!!!!

Per celebrare Beatrice Dante riunì in un volumetto intitolato Vita Nova (1292-1293) le poesie scritte per lei, facendole precedere da una narrazione in prosa riguardante l’occasione che le aveva ispirate; il genere letterario è quello del prosimetrum.

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Per Dante la poesia acquista valore conoscitivo (la poesia è una forma di conoscenza del Divino e della realtà trascendente) e non vi è più alcuna alcuna distinzione tra poesia ed elevazione spirituale. La poesia serve a perfezionare spiritualmente l’uomo. !La poesia aveva infatti una funzione teologica e dottrinaria in età medievale (cit. Curtius).

LA FUNZIONE TEOLOGICA DELLA POESIA

Il viaggio del pellegrino Dante, voluto da Dio, per intercessione di Beatrice, traccia un percorso di salvezza individuale.

Tramite la poesia della Commedia tale messaggio di salvezza diventa universale, cioè valido per tutti gli uomini.

IL TEMA DEL VIAGGIO

Antologia

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Stile della loda Donna angelo e la funzione salvifica della donna Nuovo pubblico borghese che non conosce il latino

!• Donne ch’avete intelletto d’amore-canzone di soli

endecasillabi, in stile tragico, solenne ed elevato: cinque stanze, l’ultima è il congedo, con Fronte e Sirma collegate tramite la chiave (l’endecasillabo d’attacco della sirma rima con l’ultimo verso della fronte).

!• Tanto gentile e tanto onesta pare-sonetto formato da due

quartine e due terzine.

LA CONCEZIONE POLITICA DI DANTE

e la genesi della Commedia

!!Assieme alle esperienze culturali e stilistiche, decisive furono le esperienze civili e politiche di Dante. !Dopo aver partecipato alla battaglia di Campaldino (1289), Dante dal 1295 si dedicò con slancio all’attività politica. !Erano anni di grandi rivolgimenti politici e sociali, legati alla crisi delle due grandi istituzioni del medioevo: il Papato e l’Impero !!!

IL TEMA POLITICO

Da un lato si vedrà l’estremo tentativo teocratico di Bonifacio VIII infrangersi contro la possente realtà degli Stati nazionali, ! dall’altro,vedremo il tentativo di restaurazione imperiale di Enrico VII di Lussemburgo fallire miserevolmente di fronte all’opposizione dei Comuni italiani.

IN QUESTA REALTA’ COMPLESSA E CONTRADDITTORIA SI INSERISCONO I C O M U N I N E L L ’ I T A L I A C E N T R O -SETTENTRIONALE, USURPANDO I DIRITTI DELL’IMPERATORE (LE REGALIE)

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L’età comunale fu un’età di conflitti tra le classi: i l popo lo g ra s so ( bo r ghe s i a banca r i a , manifatturiera, mercantile), il popolo minuto e i magnati. !

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NB. Questi ultimi erano i residui della grande feudalità, grandi proprietari terrieri, nobili di origine feudale, famiglie divise tra loro da odi secolari (si pensi alla divisione tra le due grandi famiglie magnatizie fiorentine dei Cerchi e dei Donati).

Le tre classi, dunque, si paralizzavano a v icenda e nessuna riusciva a prevalere sa sola, nessuna riusciva a stabilire un’alleanza solida e stabile con un’altra.

BONIFACIO VIII

A complicare notevolmente il quadro politico erano poi i propositi e le ambizioni del pontefice Bonifacio VIII, deciso a trasformare il papato in una monarchia teocratica con a capo il Pontefice. !

InToscana Bonifacio fece sentire la sua presenza intervenendo nelle dinamiche interne del Comune di Firenze

Nel 1301, Bonifacio richiamò in Italia un avventuriero francese Carlo di Valois, il quale, sotto la veste di paciere, determinò la vittoria dei guelfi neri che impadronendosi del comune di Firenze, condannarono all’esilio i principali esponenti della parte avversa, tra cui lo stesso Dante. !DANTE S I CONVINCE CHE S IA NECESSARIA LA RESTAURAZIONE DELL’AUTORITA’ DELL’IMPERATORE

I LIMITI DEI COMUNI !

Dante scorge anzitutto il limite corporativo di quella civiltà, di quelle piccole patrie comunali a cui erano inevitabilmente connessi continui sommovimenti !

Dante coglie anche l’altro elemento che farà da freno allo sviluppo di tutta la nostra storia: il potere politico della Chiesa, l’illecito intervento del Papa nelle contese terrene che contribuiva a rendere più acute le divisioni e rendeva impossibile ogni soluzione unitaria.

In diverse opere (Commedia e De Monarchia) Dante spiega quali dovrebbero essere i rapporti tra l’Impero e la Chiesa.

Dante afferma che entrambe le autorità derivano direttamente da Dio, e sono perciò entrambe prive di ogni forma di subordinazione reciproca.

Entrambe sono infat t i dest inate a l la realizzazione dell’uomo, nel rispetto della sua duplice natura, insieme materiale e spirituale.

Antologia • Monarchia, III, 16 - la Monarchia è l’unica tra le opere teoriche di

Dante a essere stata completata. Essa è stata scritta in latino e raccoglie in forma organica le idee politiche dell’autore. Queste si trovano espresse anche in altri luoghi dei suoi scritti e in particolare nella Commedia e in particolare nel Paradiso è possibile ravvisare numerosi punti di contatto. L’opera è divisa in tre libri, ognuno dei quali è dedicato ad un aspetto diverso del tema centrale ovvero la necessità, storica, filosofica, teologica, della monarchia universale. Il terzo libro in particolare ai rapporti tra l’Impero e la Chiesa. Dante afferma che entrambe le autorità derivano direttamente da Dio, e sono perciò tutt’e due prive di ogni forma di subordinazione reciproca. Entrambe sono infatti destinate alla realizzazione dell’uomo , nel rispetto della sua duplice natura, insieme materiale e spirituale.

!• Commedia, Paradiso, canto

Antologia

• Commedia, Paradiso,

SCIENZA E FEDE: Amor che ne la mente mi ragiona

Quando Dante compose il Convivio, trattato rimasto incompiuto, egli riprese e, al contempo, diede un’interpretazione retrospettiva di un episodio della Vita Nova: l’episodio è quello della donna pietosa che prova compassione per il poeta dopo la morte di Beatrice, non una donna reale, ma una figura che va allegoricamente intesa come la Filosofia; e che la Filosofia possa assolvere benissimo al ruolo di consolatrice degli affanni è l’autorità di Boezio ad autorizzarlo. !Il Convivio, enciclopedia del sapere medievale, doveva essere strutturato in trattati, il primo introduttivo e gli altri a commento di altrettante canzoni; si hanno solo quattro trattati.

!LA CONCEZIONE DELLA STORIA E IL SINCRETISMO NELLA

COMMEDIA

La concezione dantesca della storia è assai diversa da quella moderna: nel medioevo infatti la storia è c o n s i d e r a t a i n t e r m i n i provv idenz ia l i , come i l realizzarsi di un disegno divino al centro del quale sono collocate l’Incarnazione e la Rivelazione. !

In una prospettiva del genere tutti i personaggi e tutti i fatti storici, anche quelli precedenti o estranei alla civiltà cristiana, vanno interpretati alla luce della concezione cristiana della storia.

La civiltà medievale assorbì e rielaborò i frutt i del la c iv i l tà c lass ica e precristiana e tale operazione di assorb imento prende i l nome di sincretismo, pertanto la classicità diventa una vera e propria prefigurazione del Cristianesimo.

LA CONCEZIONE FIGURALE COME CHIAVE INTERPRETATIVA DELLA COMMEDIA

I l v i agg io che Dante compie attraverso i tre regni dell’oltretomba lo porta al cospetto di anime di tutte le condizioni, di tutte le epoche, di tutte le provenienze. !I diversi interlocutori pongono alla ribalta, di volta in volta, temi e considerazioni differenti, tali da esprimere l’essenza specifica della propria vita: nella concezione cristiana e medievale, il mondo terreno è solo un’ ombra e annuncio del mondo vero dell’aldilà il cui ordine è stato stabilito da Dio.

L’oltretomba dunque non è come nella concezione classica un’ombra del mondo terreno. E. Auerbach ha indagato e utilizzato questa concezione figurale come chiave interpretativa della Commedia.

LA STRUTTURA DELLA COMMEDIA

Il poema ha una struttura complessa che si articola intorno al numero tre che nella concezione simbolica basso medievale indica la Trinità: !

tutto il poema è strutturato in 3 cantiche (Inferno, Purgatorio Paradiso)

!ogni cantica è divisa in 33 canti (33 multiplo del numero tre)

più un canto introduttivo per un totale di 100 canti !

3 sono le guide che accompagnano Dante nel suo viaggio nell’Oltretomba: Virgilio che rappresenta la ragione, Beatrice che rappresenta la fede, San Bernardo

!la terzina è metricamente l’unità di misura della Commedia: i versi endecasillabi sono infatti raggruppati in strofe/stanze di tre versi ciascuno.

L’Inferno

L’INFERNO SI PRESENTA COME UN ENORME CONO ROVESCIATO CREATO DALLA CADUTA DI LUCIFERO. TALE VORAGINE E’ COSTITUITA DA 9 CERCHI O GIRONI INFERNALI. !LUCIFERO SI TROVA CONFICCATO AL FONDO DELLA VORAGINE. !L’INFERNO E’ PRECEDUTO DA UN ANTI-INFERNO DOVE SONO PRESENTI GLI IGNAVI, MENTRE NEL LIMBO COLORO CHE SONO MORTI SENZA AVER RICEVUTO IL BATTESIMO

Il PurgatorioLA VORAGINE INFERNALE, PROVOCATA DALLA CADUTA DI LUCIFERO, HA DATO VITA, NELL’EMISFERO OPPOSTO, AL MONTE DEL PURGATORIO DIVISO IN SETTE CORNICI. !Q U I L E A N I M E R I M U O V O N O L E T E N D E N Z E PECCAMINOSE ATTRAVERSO IL CANTO E LA PREGHIERA. !CIO’ CHE CARATTERIZZA LE ANIME PURGANTI E’ UNO STATO D’ANIMO DI COSTANTE ATTESA. !IL PURGATORIO E’ L’UNICO REGNO CHE CONOSCE L’ALTERNANZA DEL GIORNO E DELLA NOTTE.

NELL’INFERNO E NEL PURGATORIO LE PENE SONO INFLITTE SECONDO LA LEGGE DEL CONTRAPPASSO OVVERO UNA RELAZIONE DI ANALOGIA-SOMIGLIANZA TRA LA PENA E LA COLPA OPPURE DI CONTRASTO

ES.Per analogia- L’immersione nella palude di fango, sterco e pece è la rappresentazione figurata della condizione vischiosa e ambigua dei golosi, degli adulatori, dei corrotti

ES Per contrasto- Gli ignavi che sulla terra non hanno seguito alcun ideale sono costretti a correre in eterno dietro una bandiera senza senso

Il ParadisoIL PARADISO E’ COSTITUITO DA NOVE CIELI CONCENTRICI, MA TUTTI SONO CONTENUTI DALL’EMPIREO CHE E’ LA SEDE DI DIO E DEI BEATI: I BEATI SONO DIVISI NEI VARI CIELI, IN BASE ALLA LORO DISPOSIZIONE AL BENE, IN RAPPORTO AL GRADO DI BEATITUDINE: PIU’ VICINO E’ IL CIELO ALL’EMPIREO PIU’ SI E’ VICINI A DIO. ! TUTTAVIA LE ANIME BEATE HANNO TUTTE LA LORO SEDE NATURALE NELL’EMPIREO. !IL PARADISO E’ PURA LUCE E PURO SUONO. !PER ESPRIMERE CON REALISMO L’INEFFABILE E LA VERTIGINE DEL DIVINO, DANTE SFIDA I LIMITI DEL LINGUAGGIO POETICO, INVENTANDO NUOVI TERMINI, NEOLOGISMI, ATTRAVERSO L’USO DI PREFISSI E SUFFISSI CHE ALTERANO LA PAROLA PRIMITIVA. ES Transumanar non si poria per verba !

il tempo di Dante…