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POLIGONO DI WILLIS POLIGONO DI WILLIS Il Il Poligono di Willis Poligono di Willis è una vasta è una vasta anastomosi presente alla base della presente alla base della scatola cranica . Rappresenta la confluenza di tre Rappresenta la confluenza di tre arterie principali: l' principali: l'arteria basilare , che è formata , che è formata dalla confluenza delle arterie vertebrali destra e sinistra (prime collaterali della dalla confluenza delle arterie vertebrali destra e sinistra (prime collaterali della succlavia), e le due arterie succlavia), e le due arterie carotidi interne (destra e sinistra). Il Poligono di interne (destra e sinistra). Il Poligono di Willis può essere ricondotto ad un eptagono avente come lati: anteriormente le 2 Willis può essere ricondotto ad un eptagono avente come lati: anteriormente le 2 arterie cerebrali anteriori (destra e sinistra) che si uniscono attraverso l'arteria arterie cerebrali anteriori (destra e sinistra) che si uniscono attraverso l'arteria comunicante anteriore; posteriormente le 2 arterie cerebrali posteriori (destra e comunicante anteriore; posteriormente le 2 arterie cerebrali posteriori (destra e sinistra); tra arteria cerebrale anteriore e posteriore di ogni lato c'è l'arteria sinistra); tra arteria cerebrale anteriore e posteriore di ogni lato c'è l'arteria comunicante posteriore. comunicante posteriore. Quindi andando in senso orario troviamo: Quindi andando in senso orario troviamo: 1) 1) arteria cerebrale anteriore di sinistra. di sinistra. 2) 2) arteria comunicante anteriore . 3) arteria cerebrale anteriore di destra. 3) arteria cerebrale anteriore di destra. 4) 4) arteria comunicante posteriore di destra. di destra. 5) 5) arteria cerebrale posteriore di destra. di destra. 6) arteria cerebrale posteriore di sinistra. 6) arteria cerebrale posteriore di sinistra. 7) arteria comunicante posteriore di sinistra. 7) arteria comunicante posteriore di sinistra. Tutti questi rami, ad eccezione dell'arteria cerebrale posteriore, ramo dell'arteria Tutti questi rami, ad eccezione dell'arteria cerebrale posteriore, ramo dell'arteria basilare, derivano dall'arteria carotide interna. Questa vasta anastomosi garantisce basilare, derivano dall'arteria carotide interna. Questa vasta anastomosi garantisce un'equa distribuzione di sangue alle strutture encefaliche, che si realizza attraverso un'equa distribuzione di sangue alle strutture encefaliche, che si realizza attraverso un continuo compenso pressorio tra le arterie carotidi e le arterie vertebrali. un continuo compenso pressorio tra le arterie carotidi e le arterie vertebrali.

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POLIGONO DI WILLISPOLIGONO DI WILLIS

Il Il Poligono di WillisPoligono di Willis è una vasta è una vasta anastomosi presente alla base della presente alla base della scatola cranica.. Rappresenta la confluenza di tre Rappresenta la confluenza di tre arterie principali: l' principali: l'arteria basilare, che è formata dalla confluenza delle , che è formata dalla confluenza delle

arterie vertebrali destra e sinistra (prime collaterali della succlavia), e le due arterie arterie vertebrali destra e sinistra (prime collaterali della succlavia), e le due arterie carotidi interne (destra interne (destra e sinistra). Il Poligono di Willis può essere ricondotto ad un eptagono avente come lati: anteriormente le 2 e sinistra). Il Poligono di Willis può essere ricondotto ad un eptagono avente come lati: anteriormente le 2 arterie cerebrali anteriori (destra e sinistra) che si uniscono attraverso l'arteria comunicante anteriore; arterie cerebrali anteriori (destra e sinistra) che si uniscono attraverso l'arteria comunicante anteriore; posteriormente le 2 arterie cerebrali posteriori (destra e sinistra); tra arteria cerebrale anteriore e posteriore posteriormente le 2 arterie cerebrali posteriori (destra e sinistra); tra arteria cerebrale anteriore e posteriore di ogni lato c'è l'arteria comunicante posteriore.di ogni lato c'è l'arteria comunicante posteriore.

Quindi andando in senso orario troviamo:Quindi andando in senso orario troviamo: 1) 1) arteria cerebrale anteriore di sinistra. di sinistra. 2) 2) arteria comunicante anteriore.. 3) arteria cerebrale anteriore di destra.3) arteria cerebrale anteriore di destra. 4) 4) arteria comunicante posteriore di destra. di destra. 5) 5) arteria cerebrale posteriore di destra. di destra. 6) arteria cerebrale posteriore di sinistra.6) arteria cerebrale posteriore di sinistra. 7) arteria comunicante posteriore di sinistra.7) arteria comunicante posteriore di sinistra. Tutti questi rami, ad eccezione dell'arteria cerebrale posteriore, ramo dell'arteria basilare, derivano Tutti questi rami, ad eccezione dell'arteria cerebrale posteriore, ramo dell'arteria basilare, derivano

dall'arteria carotide interna. Questa vasta anastomosi garantisce un'equa distribuzione di sangue alle dall'arteria carotide interna. Questa vasta anastomosi garantisce un'equa distribuzione di sangue alle strutture encefaliche, che si realizza attraverso un continuo compenso pressorio tra le arterie carotidi e le strutture encefaliche, che si realizza attraverso un continuo compenso pressorio tra le arterie carotidi e le arterie vertebrali.arterie vertebrali.

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POLIGONO DI WILLISPOLIGONO DI WILLIS

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COAGULAZIONE DEL SANGUECOAGULAZIONE DEL SANGUE

Le arterie e le vene hanno pareti più spesse costituite da tre strati concentrici:

1) La tunica intima: è lo strato che si trova a diretto contatto con il flusso sanguigno ed è formato da tessuto endoteliale (epitelio interno) che poggia su fibre elastiche con abbondante sostanza intercellulare.

2) La tunica media: è formata da diversi strati di fibre muscolari lisce disposte ordinatamente e intercalate da fibre elastiche e collagene.

3) La tunica avventizia: è anch’essa costituita da fibre elastiche e collagene, ma intercalate da tessuto connettivo.

La parete dei grossi vasi arteriosi ha però uno spessore maggiore ed è più elastica

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IMMAGINI DEI VASIIMMAGINI DEI VASI

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COAGULAZIONE DEL COAGULAZIONE DEL SANGUESANGUE

La La coagulazionecoagulazione del del sangue è il risultato di una serie di è il risultato di una serie di processi nei quali, all'interno o all'esterno di un processi nei quali, all'interno o all'esterno di un vaso sanguigno si viene a formare un si viene a formare un coagulo o un o un trombo. Il processo di coagulazione è unico, ma si può . Il processo di coagulazione è unico, ma si può distinguere una sua versione distinguere una sua versione fisiologica che è detta che è detta EMOSTASIEMOSTASI e conduce alla riparazione di una ferita, e conduce alla riparazione di una ferita, mentre la versione mentre la versione patologica della coagulazione, la della coagulazione, la TROMBOSI, può portare a conseguenze anche gravi., può portare a conseguenze anche gravi.

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COAGULAZIONE DEL SANGUECOAGULAZIONE DEL SANGUE

La coagulazione del sangue consiste in una complessa e ordinata La coagulazione del sangue consiste in una complessa e ordinata sequenza di reazioni enzimatiche che avvengono a livello della lesione sequenza di reazioni enzimatiche che avvengono a livello della lesione vascolare, e portano alla trasformazione di una proteina solubile il vascolare, e portano alla trasformazione di una proteina solubile il fibrinogenofibrinogeno in in fibrinafibrina

Per far sì che il fibrinogeno venga attivato esistono Per far sì che il fibrinogeno venga attivato esistono due vie,due vie, una una intrinseca ed una estrinseca.intrinseca ed una estrinseca. Queste due vie Queste due vie

differiscono tra di loro principalmente per:differiscono tra di loro principalmente per: l'agente iniziale che le attiva; l'agente iniziale che le attiva; il numero di fattori coinvolti nella cascata. il numero di fattori coinvolti nella cascata.

La via estrinseca è più rapida per il minor numero di fattori che vi La via estrinseca è più rapida per il minor numero di fattori che vi prendono parte. prendono parte.

Le due vie si congiungono, originando Le due vie si congiungono, originando la via comunela via comune, che ha inizio con , che ha inizio con l'attivazione del fattore X. l'attivazione del fattore X.

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COAGULAZIONE DEL SANGUECOAGULAZIONE DEL SANGUE

Emostasi normale Emostasi normale La cascata della coagulazioneLa cascata della coagulazione L'emostasi normale è l'effetto di alcuni processi che, se ben regolati, svolgono due L'emostasi normale è l'effetto di alcuni processi che, se ben regolati, svolgono due

importanti funzioni: importanti funzioni: mantenere il sangue in uno stato fluido nei vasi normali; mantenere il sangue in uno stato fluido nei vasi normali; indurre un tappo emostaticoindurre un tappo emostatico in modo rapido e ben localizzato in modo rapido e ben localizzato presso la sede del presso la sede del danno al vasodanno al vaso. Questo tappo emostatico rappresenta una formazione transitoria, in . Questo tappo emostatico rappresenta una formazione transitoria, in condizioni fisiologiche, necessaria per permettere ai meccanismi di condizioni fisiologiche, necessaria per permettere ai meccanismi di riparazione delle ferite di riparare la lesione. Nel caso di trombosi, il trombo che si di riparare la lesione. Nel caso di trombosi, il trombo che si è formato presso la lesione tarda a distaccarsi e può tendere all'aumento di volume, è formato presso la lesione tarda a distaccarsi e può tendere all'aumento di volume, aumentando la sua potenziale pericolosità.aumentando la sua potenziale pericolosità.

Danno endoteliale Danno endoteliale L'iniziale danno alla superficie interna del vaso provoca il rilascio da parte delle L'iniziale danno alla superficie interna del vaso provoca il rilascio da parte delle

cellule dello stesso tessuto di alcuni fattori chiamati cellule dello stesso tessuto di alcuni fattori chiamati endoteline, che inducono il , che inducono il restringimento del vaso a livello della lesione, in modo tale da contrastare restringimento del vaso a livello della lesione, in modo tale da contrastare l'eventuale perdita di materiale.l'eventuale perdita di materiale.

Emostasi primariaEmostasi primaria Sempre l'endotelio secerne il fattore di Sempre l'endotelio secerne il fattore di von Willebrand ( (vWF) che fa aderire ad ) che fa aderire ad

esso le piastrine; queste espellono esso le piastrine; queste espellono ADP e e trombossano A2, con l'effetto di , con l'effetto di richiamare altre piastrine.richiamare altre piastrine.

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COAGULAZIONE DEL SANGUECOAGULAZIONE DEL SANGUE

Emostasi secondaria Emostasi secondaria Questa fase è caratterizzata dalla stabilizzazione dell'aggregato, Questa fase è caratterizzata dalla stabilizzazione dell'aggregato,

grazie all'attivazione della fibrina. In questo frangente l'endotelio grazie all'attivazione della fibrina. In questo frangente l'endotelio secerne il secerne il fattore tissutale (TF) e le piastrine espongono sulla loro (TF) e le piastrine espongono sulla loro superficie particolari superficie particolari fosfolipidi, favorendo l'adesione. Il processo di , favorendo l'adesione. Il processo di attivazione della fibrina segue invece un meccanismo a catena che attivazione della fibrina segue invece un meccanismo a catena che vede la partecipazioni di molti più fattori. La fibrina si trova vede la partecipazioni di molti più fattori. La fibrina si trova normalmente sotto forma di fibrinogeno che non può dar luogo ad normalmente sotto forma di fibrinogeno che non può dar luogo ad un aggregato. Per far sì che il fibrinogeno venga attivato esistono un aggregato. Per far sì che il fibrinogeno venga attivato esistono due vie, una intrinseca ed una estrinseca, ma la divisione tra queste due vie, una intrinseca ed una estrinseca, ma la divisione tra queste non è così netta, poiché elementi dell'una possono influenzare non è così netta, poiché elementi dell'una possono influenzare l'attivazione dell'altra. Queste due vie differiscono tra di loro l'attivazione dell'altra. Queste due vie differiscono tra di loro principalmente per:principalmente per:

l'agente iniziale che le attiva; l'agente iniziale che le attiva; il numero di fattori coinvolti nella cascata. il numero di fattori coinvolti nella cascata.

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ENDOTELINEENDOTELINE

Le endoteline (ET) sono una famiglia di polipeptidi ad azione vasocostrittrice e ipertensiva. Le endoteline (ET) sono una famiglia di polipeptidi ad azione vasocostrittrice e ipertensiva. Vengono prodotti dall’endotelio vascolare (da cui deriva il nome) e svolgono un ruolo Vengono prodotti dall’endotelio vascolare (da cui deriva il nome) e svolgono un ruolo omeostatico nella regolazione del flusso ematico periferico e della pressione arteriosa.omeostatico nella regolazione del flusso ematico periferico e della pressione arteriosa.

Oltre ad essere un potente vasocostrittore, l’ET è anche un potente mitogeno, implicato nei Oltre ad essere un potente vasocostrittore, l’ET è anche un potente mitogeno, implicato nei meccanismi di rimodellamento vascolare e della matrice extracellulare.meccanismi di rimodellamento vascolare e della matrice extracellulare.

Esistono tre isoforme di ET, la ET-1, la ET-2 e la ET-3 che si legano a due recettori specifici, Esistono tre isoforme di ET, la ET-1, la ET-2 e la ET-3 che si legano a due recettori specifici, ETA e ETB, con funzioni contrapposte:ETA e ETB, con funzioni contrapposte:

recettori ETArecettori ETA: si localizzano sulla membrana delle cellule muscolari lisce delle pareti vasali e la : si localizzano sulla membrana delle cellule muscolari lisce delle pareti vasali e la loro attivazione determina vasocostrizione e ritenzione di Na+loro attivazione determina vasocostrizione e ritenzione di Na+

recettori ETBrecettori ETB: si localizzano sulla membrana delle cellule endoteliali e la loro attivazione : si localizzano sulla membrana delle cellule endoteliali e la loro attivazione determina la liberazione di ossido nitrico (NO), con conseguente vasodilatazione e natriuresi. E’ determina la liberazione di ossido nitrico (NO), con conseguente vasodilatazione e natriuresi. E’ un meccanismo che tende a compensare gli effetti dell’attivazione dei recettori ETA.un meccanismo che tende a compensare gli effetti dell’attivazione dei recettori ETA.

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NO (OSSIDO NITRICO)NO (OSSIDO NITRICO)

Nell'organismo umano l'ossido di azoto (Nell'organismo umano l'ossido di azoto (fattore di rilascio endotelio-derivatofattore di rilascio endotelio-derivato , dall', dall'acronimo inglese inglese EDRFEDRF) viene sintetizzato a partire da ) viene sintetizzato a partire da arginina e ossigeno per azione di e ossigeno per azione di enzimi noti col noti col nome di nome di ossido nitrico sintetasi..

Possiede la capacità di agire sulla Possiede la capacità di agire sulla muscolatura liscia dei vasi sanguigni provocando liscia dei vasi sanguigni provocando vasodilatazione con conseguente aumento del flusso ematico e funzione vasodilatazione con conseguente aumento del flusso ematico e funzione omeostatica.Oltre ad .Oltre ad essere un potente vasodilatatore, inibisce anche l'adesione e l'aggregazione piastrinica.essere un potente vasodilatatore, inibisce anche l'adesione e l'aggregazione piastrinica.

La La nitroglicerina è un classico esempio di è un classico esempio di farmaco che agisce per metabolismo primario con che agisce per metabolismo primario con rilascio di ossido nitrico. Es. infarto miocardico.rilascio di ossido nitrico. Es. infarto miocardico.

La nitroglicerina migliora la perfusione del miocardio per vasodilatazione coronarica (effetto La nitroglicerina migliora la perfusione del miocardio per vasodilatazione coronarica (effetto positivo sul vasospasmo coronarico); riduce lo stress sulla parete cardiaca, induce dilatazione dei positivo sul vasospasmo coronarico); riduce lo stress sulla parete cardiaca, induce dilatazione dei vasi epicardici e favorisce la redistribuzione del flusso ematico nelle zone ipossiche e ischemiche vasi epicardici e favorisce la redistribuzione del flusso ematico nelle zone ipossiche e ischemiche del cuore.del cuore.

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NITROGLICERINANITROGLICERINA

La nitroglicerina è il farmaco di scelta nel trattamento dell'attacco acuto anginoso per la rapidità La nitroglicerina è il farmaco di scelta nel trattamento dell'attacco acuto anginoso per la rapidità d'azione (entro pochi minuti) e per la breve durata (20-30 minuti). Il farmaco è somministrato per d'azione (entro pochi minuti) e per la breve durata (20-30 minuti). Il farmaco è somministrato per via sublinguale sottoforma di confetti da spezzettare o di spray. Nelle sindromi coronariche acute, via sublinguale sottoforma di confetti da spezzettare o di spray. Nelle sindromi coronariche acute, la nitroglicerina è indicata nelle prime 24-48 ore in caso di infarto miocardico e insufficienza la nitroglicerina è indicata nelle prime 24-48 ore in caso di infarto miocardico e insufficienza cardiaca, infarto anteriore destro, persistente ischemia o ipertensione; dovrebbe essere continuata, cardiaca, infarto anteriore destro, persistente ischemia o ipertensione; dovrebbe essere continuata, oltre le 48 ore, se il paziente manifesta angina ricorrente o congestione polmonare persistente. Il oltre le 48 ore, se il paziente manifesta angina ricorrente o congestione polmonare persistente. Il farmaco è impiegato nell'infarto farmaco è impiegato nell'infarto

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OSSIDO NITRICOOSSIDO NITRICO

Un'ulteriore meccanismo responsabile degli effetti biologici dell'ossido nitrico è la sua capacità di Un'ulteriore meccanismo responsabile degli effetti biologici dell'ossido nitrico è la sua capacità di "nitrosilare" i residui di cisteina delle proteine, effettuando cosi' una modulazione di tipo "redox". "nitrosilare" i residui di cisteina delle proteine, effettuando cosi' una modulazione di tipo "redox". Proteine cellulari sensibili a questa modificazione includono alcuni canali ionici, enzimi biosintetici Proteine cellulari sensibili a questa modificazione includono alcuni canali ionici, enzimi biosintetici e del e del metabolismometabolismo..

Questo composto assolve diverse altre Questo composto assolve diverse altre funzioni fisiologichefunzioni fisiologiche, tra le quali:, tra le quali: viene sintetizzato dai viene sintetizzato dai macrofagi durante la durante la risposta immune e può contribuire ad un diretto effetto e può contribuire ad un diretto effetto

battericida;battericida; ha un ruolo nel ciclo di crescita del ha un ruolo nel ciclo di crescita del capello;; determina il turgore del determina il turgore del pene durante la fase di durante la fase di erezione.. L'intervento dell'ossido nitrico L'intervento dell'ossido nitrico in patologia in patologia è anch'esso riconosciuto in svariate situazioni:è anch'esso riconosciuto in svariate situazioni: è uno dei mediatori del danno cellulare è uno dei mediatori del danno cellulare ossidativo che si verifica nella riperfusione dopo un' che si verifica nella riperfusione dopo un'

ischemia (es. cerebrale o cardiaca o intestinale); (es. cerebrale o cardiaca o intestinale); è una delle molecole citotossiche che provoca fenomeni neurodegenerativi (dimostrato nel morbo di è una delle molecole citotossiche che provoca fenomeni neurodegenerativi (dimostrato nel morbo di

Parkinson e nella Parkinson e nella sclerosi multipla);); è il principale mediatore del collasso cardiocircolatorio che si ha nello shock settico causato da è il principale mediatore del collasso cardiocircolatorio che si ha nello shock settico causato da

batteri Gram-negativi;batteri Gram-negativi; è uno dei cofattori che provocano la morte delle cellule del pancreas, in caso di diabete autoimmune è uno dei cofattori che provocano la morte delle cellule del pancreas, in caso di diabete autoimmune

(di tipo I).(di tipo I).

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COAGULAZIONE DEL SANGUECOAGULAZIONE DEL SANGUE

Si distinguono quattro vasi:Si distinguono quattro vasi: La fase vascolare è il primo evento finalizzato ad arresare l’emorragia. E’ rappresentata da una immediata La fase vascolare è il primo evento finalizzato ad arresare l’emorragia. E’ rappresentata da una immediata

contrazione delle cellule muscolari liscie della parete vascolare.contrazione delle cellule muscolari liscie della parete vascolare. La fase piastrinica è il momento immediatamente successivo. Avviene una adesione delle piastrine nel sito di La fase piastrinica è il momento immediatamente successivo. Avviene una adesione delle piastrine nel sito di

danno vascolare e il rilascio di segnali chimici (i più importanti dono il trombossano A2 e il PAF, fattore attivante danno vascolare e il rilascio di segnali chimici (i più importanti dono il trombossano A2 e il PAF, fattore attivante le piastrine) e fisici (turbolenza del flusso ematico) che stimolano l’adesione del fattore le piastrine) e fisici (turbolenza del flusso ematico) che stimolano l’adesione del fattore von Willebrand (vWF) von Willebrand (vWF) con con una glicoproteina (recettore Ib) presente sulle membrane delle piastrineuna glicoproteina (recettore Ib) presente sulle membrane delle piastrine ..

Il vWF funge da ponte molecolare, legando le piastrine con il collagene. con un recettore presente sulla Il vWF funge da ponte molecolare, legando le piastrine con il collagene. con un recettore presente sulla membrana delle piastrine . Le piastrine così attivate esprimono sulla loro superficie un altro recettore, detto membrana delle piastrine . Le piastrine così attivate esprimono sulla loro superficie un altro recettore, detto IIb/IIIa il quale lega il fibrinogeno. Ogni molecola di fibrinogeno può legare due recettori piastrinici IIb/IIIa il quale lega il fibrinogeno. Ogni molecola di fibrinogeno può legare due recettori piastrinici IIb/IIIa, generando una cascata di aggregazione di nuove piastrine, che a loro volta vengono attivate, IIb/IIIa, generando una cascata di aggregazione di nuove piastrine, che a loro volta vengono attivate, rilasciando ulteriori mediatori chimicirilasciando ulteriori mediatori chimici

La fase plasmatica è una cascata di eventi finalizzata a trasformare il fibrinogeno in coagulo, ovvero in una densa La fase plasmatica è una cascata di eventi finalizzata a trasformare il fibrinogeno in coagulo, ovvero in una densa trame proteica costituita da fibrina. Questa fase è caratterizzata da una serie di eventi a cascata con una successione trame proteica costituita da fibrina. Questa fase è caratterizzata da una serie di eventi a cascata con una successione molto specifica tale da impedire che un enzima possa attivare solamente quello successivo nella catena di eventi. molto specifica tale da impedire che un enzima possa attivare solamente quello successivo nella catena di eventi.

Avvenuta la riparazione del vaso prende via il fenomeno della fibrinolisi. Il plasminogeno, viene trasformato in Avvenuta la riparazione del vaso prende via il fenomeno della fibrinolisi. Il plasminogeno, viene trasformato in plasmina dall’attivatore tissutale del plasminogeno (t-PA). La plasmina è un enzima litico che degrada il coagulo plasmina dall’attivatore tissutale del plasminogeno (t-PA). La plasmina è un enzima litico che degrada il coagulo di fibrina e ripristina, la situazione antecedente alla lesione vascolare.di fibrina e ripristina, la situazione antecedente alla lesione vascolare.

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COAGULAZIONE DEL SANGUECOAGULAZIONE DEL SANGUE

Per evitare un’attivazione patologica, quindi non desiderata, della cascata della coagullazione, Per evitare un’attivazione patologica, quindi non desiderata, della cascata della coagullazione, esistono meccanismi di controllo.esistono meccanismi di controllo.

L’antitrombina: inibisce la trombina e il fattore X attivato.L’antitrombina: inibisce la trombina e il fattore X attivato. la proteina C della coagulazione: per mezzo della proteina S della coagulazione, inibisce il fattore la proteina C della coagulazione: per mezzo della proteina S della coagulazione, inibisce il fattore

V attivato e il fattore VIII.V attivato e il fattore VIII. il TFPI (Tissue Factor Pathway Inibitor): legandosi al fattore X attivato blocca il complesso TF-il TFPI (Tissue Factor Pathway Inibitor): legandosi al fattore X attivato blocca il complesso TF-

fattore X.fattore X. La fibrina: esercita un feed-back negativo sull’attivazione della trombina.Quindi con la La fibrina: esercita un feed-back negativo sull’attivazione della trombina.Quindi con la

formazione del il tappo coagulativo, aumenta lo stimolo allo spegnimento della cascata formazione del il tappo coagulativo, aumenta lo stimolo allo spegnimento della cascata coagulativa.coagulativa.

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COAGULAZIONE DEL COAGULAZIONE DEL SANGUESANGUE

I FATTORI DELLA COAGULAZIONEI FATTORI DELLA COAGULAZIONE I fattori coagulanti sono 13, indicati da un I fattori coagulanti sono 13, indicati da un

numero romano e da un e da un nome. Comprendono numerose . Comprendono numerose proteine plasmatiche, in gran parte sintetizzate dal fegato proteine plasmatiche, in gran parte sintetizzate dal fegato e presenti nel sangue come precursori inattivi, ed una e presenti nel sangue come precursori inattivi, ed una proteina tessutale (tissue factor) normalmente assente dal proteina tessutale (tissue factor) normalmente assente dal plasma in genere, presente nelle cellule delle superfici plasma in genere, presente nelle cellule delle superfici epiteliali, delle capsule di rivestimento degli organi, dei epiteliali, delle capsule di rivestimento degli organi, dei glomeruli renali, della corteccia cerebrale, nei miociti glomeruli renali, della corteccia cerebrale, nei miociti cardiaci.cardiaci.

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COAGULAZIONE DEL COAGULAZIONE DEL SANGUESANGUE

NUMERAZIONENUMERAZIONE DENOMINAZIONEDENOMINAZIONE FORMA FORMA ATTIVATAATTIVATA

TIPO DI TIPO DI COMPOSTOCOMPOSTO

VIAVIA

II FIBRINOGENOFIBRINOGENO FIBRINAFIBRINA PROTEINAPROTEINA COMUNECOMUNE

IIII PROTROMBINAPROTROMBINA TROMBINATROMBINA SERINA SERINA PROTEASIPROTEASI

COMUNECOMUNE

IIIIII FATTORE TISSUTALEFATTORE TISSUTALE COFATTORECOFATTORE ESTRINSECESTRINSECAA

IVIV CALCIOCALCIO ELEMENTO ELEMENTO CHIMICOCHIMICO

COMUNECOMUNE

VV PROACCELERINAPROACCELERINA COFATTORECOFATTORE COMUNECOMUNE

VIVI ACCELLERINAACCELLERINA COMUNECOMUNE

VIIVII PROCONVERTINAPROCONVERTINA CONVERTINCONVERTINAA

SERINA SERINA PROTEASIPROTEASI

ESTRINSECESTRINSECAA

VIIIVIII FATTORE FATTORE ANTIEMOFILICO AANTIEMOFILICO A

COFATTORECOFATTORE INTRINSECINTRINSECAA

IXIX FATTORE FATTORE ANTIEMOFILICO BANTIEMOFILICO B

SERINA SERINA PROTEASIPROTEASI

INTRINSECINTRINSECAA

XX FATTORE DI STUARTFATTORE DI STUART SERINA SERINA PROTEASIPROTEASI

COMUNECOMUNE

XIXI PTAPTA SERINA SERINA PROTEASIPROTEASI

INTRINSECINTRINSECAA

XIIXII FATTORE DI FATTORE DI HAGEMANHAGEMAN

SERINA SERINA PROTEASIPROTEASI

INTRINSECINTRINSECAA

XIIIXIII TRANSGLUTAMINASITRANSGLUTAMINASI ENZIMA ENZIMA COMUNECOMUNE

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COAGULAZIONE DEL COAGULAZIONE DEL SANGUESANGUE

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La coagulazione per sola via intrinseca può verificarsi in La coagulazione per sola via intrinseca può verificarsi in condizioni patologiche, all'interno di vasi la cui condizioni patologiche, all'interno di vasi la cui superficie endoteliale sia danneggiata. Anche la via superficie endoteliale sia danneggiata. Anche la via estrinseca, pur avendo il vantaggio di essere veloce, da estrinseca, pur avendo il vantaggio di essere veloce, da sola non porta alla formazione di un coagulo stabile, se sola non porta alla formazione di un coagulo stabile, se non viene rafforzata dall'attivazione della via intrinseca.non viene rafforzata dall'attivazione della via intrinseca.

Il principale meccanismo attraverso cui viene iniziata la Il principale meccanismo attraverso cui viene iniziata la cascata coagulativa in vivo è rappresentata cascata coagulativa in vivo è rappresentata dall’interazione del fattore VII con il fattore tissutale dall’interazione del fattore VII con il fattore tissutale esposto dalla lesione vascolare .esposto dalla lesione vascolare .

COAGULAZIONE DEL SANGUECOAGULAZIONE DEL SANGUE

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COAGULAZIONE DEL COAGULAZIONE DEL SANGUESANGUE

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COAGULAZIONE DEL COAGULAZIONE DEL SANGUESANGUE

MECCANISMI DI CONTROLLO DELLA MECCANISMI DI CONTROLLO DELLA COAGULAZIONECOAGULAZIONE

I piu’ importanti sistemi specifici che presiedono al I piu’ importanti sistemi specifici che presiedono al controllo della coagulazione sono rappresentati dagli controllo della coagulazione sono rappresentati dagli inibitori degli enzimi della coagulazione:inibitori degli enzimi della coagulazione:

Antitrombina (inibisce la trombina e il fattore Xa)Antitrombina (inibisce la trombina e il fattore Xa) Heparin cofactor II inibisce solo la trombinaHeparin cofactor II inibisce solo la trombina Sistema della proteina C che inattiva i fattori Va e VIIIa Sistema della proteina C che inattiva i fattori Va e VIIIa TFPI inibitore del fattore tissutaleTFPI inibitore del fattore tissutale

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COAGULAZIONE DEL COAGULAZIONE DEL SANGUESANGUE

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COAGULAZIONE DEL SANGUECOAGULAZIONE DEL SANGUE

FIBRINOLISIFIBRINOLISI Il momento finale dell’emostasi è la Il momento finale dell’emostasi è la fibrinolisifibrinolisi che rimuove i che rimuove i

depositi di fibrina, permettendo la dissoluzione del tappo emostatico depositi di fibrina, permettendo la dissoluzione del tappo emostatico definitivo ed il ripristino dell’integrità vascolare.definitivo ed il ripristino dell’integrità vascolare.

Due reazioni:Due reazioni: Attivazione del proenzima plasmatico il PLASMINOGENO IN Attivazione del proenzima plasmatico il PLASMINOGENO IN

PLASMINA da enzimi specifici detti “attivatori del plasminogeno” PLASMINA da enzimi specifici detti “attivatori del plasminogeno” t-PA.t-PA.

Degradazione e solubilizzazione della fibrina formatasi a livello Degradazione e solubilizzazione della fibrina formatasi a livello vascolare o di un trombo ad opera della PLASMINA.vascolare o di un trombo ad opera della PLASMINA.

L’azione della plasmina sulla fibrina porta alla formazione di un L’azione della plasmina sulla fibrina porta alla formazione di un gruppo di frammenti solubili, gruppo di frammenti solubili, i prodotti di degradazione della i prodotti di degradazione della fibrina (FDP).fibrina (FDP).

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TROMBOSITROMBOSI

Viene comunemente definita come Viene comunemente definita come trombositrombosi la la

massiva coagulazione del sangue dei vasi.massiva coagulazione del sangue dei vasi. Esistono trombosi venose ed arteriose.Esistono trombosi venose ed arteriose.

I fattori predisponenti alla trombosi vengono I fattori predisponenti alla trombosi vengono riassunti nella cosiddetta “triade di Virchow”:riassunti nella cosiddetta “triade di Virchow”:

A) alterazioni delle pareti dei vasi o del cuoreA) alterazioni delle pareti dei vasi o del cuore B) rallentamento della corrente sanguignaB) rallentamento della corrente sanguigna C) modificazioni dei costituenti del sangueC) modificazioni dei costituenti del sangue

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TROMBOSITROMBOSI

DIFFERENZA TRA TROMBO E COAGULODIFFERENZA TRA TROMBO E COAGULO il trombo,il trombo, è un accumulo di piastrine, fibrina, globuli è un accumulo di piastrine, fibrina, globuli

rossi e bianchi, all'interno di un vaso; è aderente alla rossi e bianchi, all'interno di un vaso; è aderente alla parete vascolare, ha consistenza friabile ed una parete vascolare, ha consistenza friabile ed una superficie irregolare, una struttura disomogenea e, per superficie irregolare, una struttura disomogenea e, per definizione, si forma solo in vivo (cioè all'interno di un definizione, si forma solo in vivo (cioè all'interno di un organismo vivo); organismo vivo);

il coagulo,il coagulo, differentemente, si localizza fuori dal vaso, è differentemente, si localizza fuori dal vaso, è facilmente rimovibile, ha una superficie liscia e levigata facilmente rimovibile, ha una superficie liscia e levigata ed una consistenza elastica, è resistente alla trazione e si ed una consistenza elastica, è resistente alla trazione e si può formare anche in vitro (cioè anche all'esterno di un può formare anche in vitro (cioè anche all'esterno di un organismo vivo). organismo vivo).

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TROMBOSITROMBOSI

ALTERAZIONI DEI VASIALTERAZIONI DEI VASI

1. 1. Le alterazioni dei vasi (disendotelizzazione) rappresentano un Le alterazioni dei vasi (disendotelizzazione) rappresentano un punto di inizio ed uno stimolo alla aggregazione piastrinica che è il punto di inizio ed uno stimolo alla aggregazione piastrinica che è il momento iniziale del processo di emostasi. Le cause di momento iniziale del processo di emostasi. Le cause di un’alterazione dei vasi puo’ essere:un’alterazione dei vasi puo’ essere:

l’usura per il continuo sforzo meccanico cui sono sottoposte le l’usura per il continuo sforzo meccanico cui sono sottoposte le biforcazioni delle grosse arteriebiforcazioni delle grosse arterie

le lesioni aterosclerotichele lesioni aterosclerotiche le lesioni infiammatorie delle vene (flebiti), le lesioni infiammatorie delle vene (flebiti), Le lesioni da anossia e da stasiLe lesioni da anossia e da stasi le lesioni infiammatorie dell’endotelio parietale e valvolare del le lesioni infiammatorie dell’endotelio parietale e valvolare del

cuore (endocardite)cuore (endocardite)

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TROMBOSITROMBOSI

RALLENTAMENTO DELLA CORRENTE RALLENTAMENTO DELLA CORRENTE SANGUIGNASANGUIGNA

Rende piu’ difficile la frammentazione dell’aggregato Rende piu’ difficile la frammentazione dell’aggregato piastrinico, facilita l’accumulo di altre piastrine sulla piastrinico, facilita l’accumulo di altre piastrine sulla superficie lesa e permette la liberazione dei fattori superficie lesa e permette la liberazione dei fattori piastrinici necessari per la formazione della trombina.piastrinici necessari per la formazione della trombina.(biforcazione arteriose, sacche aneurismatiche, valvole (biforcazione arteriose, sacche aneurismatiche, valvole venose, negli arti inferiori di pazieni degenti a letto da venose, negli arti inferiori di pazieni degenti a letto da lungo tempo, dopo interventi chirurgici, insufficienza o lungo tempo, dopo interventi chirurgici, insufficienza o scompenso cardiaco)scompenso cardiaco)

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TROMBOSITROMBOSI

MODIFICAZIONI DEI COSTITUENTI DEL SANGUEMODIFICAZIONI DEI COSTITUENTI DEL SANGUE

Alterazioni della funzionalità piastrinica Alterazioni della funzionalità piastrinica (IPERCOAGULABILITA’)(IPERCOAGULABILITA’)

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TROMBOSITROMBOSI

ASPETTI MICROSCOPICI E MACROSCOPICIASPETTI MICROSCOPICI E MACROSCOPICI CLASSIFICAZIONE DEI TROMBI CLASSIFICAZIONE DEI TROMBI I trombi vengono classificati in base a tre caratteristiche: I trombi vengono classificati in base a tre caratteristiche:

la la loro composizioneloro composizione in elementi corpuscolati e fibrina, in elementi corpuscolati e fibrina, le le loro dimensioniloro dimensioni e la loro e la loro sede.sede.

In base alla In base alla composizionecomposizione si distinguono si distinguono tre tipitre tipi di di trombi, dovuti ai diversi effetti possibili della velocità trombi, dovuti ai diversi effetti possibili della velocità del flusso ematico e della rapidità della coagulazione:del flusso ematico e della rapidità della coagulazione:

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TROMBOSITROMBOSI

In base alla In base alla composizionecomposizione si distinguono si distinguono tre tipitre tipi di trombi, dovuti ai di trombi, dovuti ai diversi effetti possibili della velocità del flusso ematico e della diversi effetti possibili della velocità del flusso ematico e della rapidità della coagulazione:rapidità della coagulazione:

bianchi:bianchi: formati da piastrine, fibrina e pochi formati da piastrine, fibrina e pochi globuli rossi e pochi e pochi globuli bianchi, peculiari delle arterie, dove il flusso veloce non , peculiari delle arterie, dove il flusso veloce non permette di catturare globuli rossi; permette di catturare globuli rossi;

rossi:rossi: formati da piastrine, fibrina e molti globuli rossi e molti formati da piastrine, fibrina e molti globuli rossi e molti globuli bianchi, peculiare delle vene, per la lentezza del flusso; globuli bianchi, peculiare delle vene, per la lentezza del flusso;

variegativariegati: sono trombi con zone chiare e zone rosse alternate, dovuti : sono trombi con zone chiare e zone rosse alternate, dovuti ad un lento processo di aggregazione piastrinica che ha intrappolato ad un lento processo di aggregazione piastrinica che ha intrappolato alcuni globuli rossi, nei momenti di bassa velocità del flusso alcuni globuli rossi, nei momenti di bassa velocità del flusso ematico, condizione che si verifica dopo ogni contrazione a livello ematico, condizione che si verifica dopo ogni contrazione a livello del cuore e del primo tratto dell'del cuore e del primo tratto dell'aorta. .

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TROMBOSITROMBOSI

In base alle dimensioni si distinguono in trombi:In base alle dimensioni si distinguono in trombi: ostruttivi: che occludono l'intero lume del vaso; ostruttivi: che occludono l'intero lume del vaso; parietali: che non occludono tutto il vaso; parietali: che non occludono tutto il vaso; a cavaliere: situati sullo sprone di una a cavaliere: situati sullo sprone di una

biforcazione. biforcazione.

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TROMBOSITROMBOSI

A seconda della posizione assunta si distinguono:A seconda della posizione assunta si distinguono: Trombi Trombi parietali o muraliparietali o murali che aderiscono alla parete e che aderiscono alla parete e

non occludono il vaso sanguignonon occludono il vaso sanguigno Trombi Trombi occludentioccludenti che occupano tutto il lume del vaso che occupano tutto il lume del vaso Trombi Trombi polipoidi polipoidi aderenti alla parete e beanti nel lume aderenti alla parete e beanti nel lume

vasale.vasale.

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TROMBOSITROMBOSI

Infine i trombi si possono ancora suddividere per Infine i trombi si possono ancora suddividere per sede:sede:

arteriosi:arteriosi: sono quelli che causano gli sono quelli che causano gli infarti, , presenti in particolare presso le presenti in particolare presso le coronarie, le , le arterie cerebrali e degli arti inferiori; arterie cerebrali e degli arti inferiori;

venosi:venosi: sempre occlusivi, si formano in sede di sempre occlusivi, si formano in sede di sfondamenti della parete del vaso (sfondamenti della parete del vaso (varici) o di ) o di ulcere, presenti in particolare negli arti inferiori; , presenti in particolare negli arti inferiori;

intracardiaci:intracardiaci: localizzati in particolare negli atri. localizzati in particolare negli atri.

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EMBOLIAEMBOLIA

L'L'emboliaembolia è l'ostruzione di un' è l'ostruzione di un'arteria o di una o di una vena, , causata da un corpo estraneo al normale flusso causata da un corpo estraneo al normale flusso sanguigno, che viene denominato sanguigno, che viene denominato emboloembolo e che può e che può essere un coagulo di sangue, una bolla d'aria, o altre essere un coagulo di sangue, una bolla d'aria, o altre formazioni simili.formazioni simili.

Nei casi più gravi in cui l'embolia interessi un'arteria, Nei casi più gravi in cui l'embolia interessi un'arteria, l'embolia può provocare la morte del soggetto colpito.l'embolia può provocare la morte del soggetto colpito.

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EMBOLIAEMBOLIA

CLASSIFICAZIONECLASSIFICAZIONE L'embolia viene classificata sia in base all'apparato colpito che al L'embolia viene classificata sia in base all'apparato colpito che al

tipo di corpo estraneo scatenante.tipo di corpo estraneo scatenante. A seconda del fattore scatenante si parla di:A seconda del fattore scatenante si parla di: embolia gassosa, quando l'embolo sia causato da una bolla di gas , quando l'embolo sia causato da una bolla di gas

(ad.es.: aria). A tale tipo di embolia è particolarmente esposto chi (ad.es.: aria). A tale tipo di embolia è particolarmente esposto chi pratichi immersioni subacque, infatti nel caso in cui non vengano pratichi immersioni subacque, infatti nel caso in cui non vengano rispettati i tempi di decompressione, l'improvvisa variazione di rispettati i tempi di decompressione, l'improvvisa variazione di pressione può portare alla formazione di bolle d'aria nel circolo pressione può portare alla formazione di bolle d'aria nel circolo sanguigno. Analogamente, la stessa cosa può succedere nel caso di sanguigno. Analogamente, la stessa cosa può succedere nel caso di volo ad alta quota in una cabina non pressurizzata. In generale volo ad alta quota in una cabina non pressurizzata. In generale comunque, eccezion fatta per i casi succitati, l'anossia gassosa è un comunque, eccezion fatta per i casi succitati, l'anossia gassosa è un evento molto raro. evento molto raro.

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EMBOLIAEMBOLIA

Embolia Embolia lipidicalipidica (chiamata anche liquida, adiposa o grassosa), (chiamata anche liquida, adiposa o grassosa), quando l'embolo è costituito da un ammasso di grasso. I lipidi infatti quando l'embolo è costituito da un ammasso di grasso. I lipidi infatti essendo essendo idrofobici e quindi insolubuli nel sangue idrofilo si e quindi insolubuli nel sangue idrofilo si dispongono a contatto a formare una micella che provocherà dispongono a contatto a formare una micella che provocherà l'ostruzione del vaso. Tale embolia si verifica specialmente come l'ostruzione del vaso. Tale embolia si verifica specialmente come effetto collaterale nel caso di eventi traumatici al bacino e agli arti effetto collaterale nel caso di eventi traumatici al bacino e agli arti inferiori. inferiori.

Embolia Embolia da liquido amnioticoda liquido amniotico, nelle donne durante la gravidanza , nelle donne durante la gravidanza può accadere che del liquido amniotico venga spinto nel circolo può accadere che del liquido amniotico venga spinto nel circolo sanguigno materno. sanguigno materno.

Embolia Embolia setticasettica. .

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EMBOLIAEMBOLIA

Embolia Embolia tumoraletumorale. . tromboembolotromboembolo,, quando un trombo si stacca dalla parete del vaso quando un trombo si stacca dalla parete del vaso

che lo contiene e migra in altra regione del circolo potendo ostruire che lo contiene e migra in altra regione del circolo potendo ostruire altri vasi in distretti più importanti. Le più frequenti embolie venose altri vasi in distretti più importanti. Le più frequenti embolie venose sono le embolie polmonari, quelle arteriose sono caratteristiche sono le embolie polmonari, quelle arteriose sono caratteristiche dell'ictus cerebrale. dell'ictus cerebrale.

In generale la causa più frequente di embolia sono coaguli In generale la causa più frequente di embolia sono coaguli sanguigni, quali quelli che si formano sulla parete cardiaca che ha sanguigni, quali quelli che si formano sulla parete cardiaca che ha subito un infarto miocardicosubito un infarto miocardico

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EMBOLIAEMBOLIA

A seconda dell'apparato colpito si distinguono in:A seconda dell'apparato colpito si distinguono in: embolia cerebraleembolia cerebrale,, un embolo in un'arteria che irrora il un embolo in un'arteria che irrora il

cervello è una delle cause più frequenti di ictus. cervello è una delle cause più frequenti di ictus. embolia polmonareembolia polmonare,, molto spesso per una trombosi molto spesso per una trombosi

venosa profonda origina un trombo, una parte del quale venosa profonda origina un trombo, una parte del quale si stacca e viene trasportata nel flusso sanguigno fino ad si stacca e viene trasportata nel flusso sanguigno fino ad ostruire un'arteria polmonare, provocandovi l'embolia. ostruire un'arteria polmonare, provocandovi l'embolia.

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EMBOLIAEMBOLIA

Sintomatologia Sintomatologia I sintomi connessi all'embolia dipendono molto dal I sintomi connessi all'embolia dipendono molto dal

grado di ostruzione provocato dall'embolo e dalla grado di ostruzione provocato dall'embolo e dalla velocità con cui esso entra in circolo. Per l'embolia velocità con cui esso entra in circolo. Per l'embolia polmonare il soggetto potrebbe presentare dolori al polmonare il soggetto potrebbe presentare dolori al torace, affanno e svenimenti. L'embolia cerebrale torace, affanno e svenimenti. L'embolia cerebrale provoca invece effetti diversi a seconda della parte del provoca invece effetti diversi a seconda della parte del cervello che non viene irrorata dal sangue.cervello che non viene irrorata dal sangue.

Terapia Terapia La terapia consiste nel rimuovere l'embolo dove La terapia consiste nel rimuovere l'embolo dove

possibile, con un'operazione chirurgica (embolectomia) possibile, con un'operazione chirurgica (embolectomia) oppure attraverso farmaci che sciolgano i coaguli di oppure attraverso farmaci che sciolgano i coaguli di sangue ed evitino il loro formarsi.sangue ed evitino il loro formarsi.