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SCUOLA SUPERIORE PER MEDIATORI LINGUISTICI (Decreto Ministero dell’Università 31/07/2003) Via P. S. Mancini, 2 00196 Roma TESI DI DIPLOMA DI MEDIATORE LINGUISTICO (Curriculum Interprete e Traduttore) Equipollente ai Diplomi di Laurea rilasciati dalle Università al termine dei Corsi afferenti alla classe delle LAUREE UNIVERSITARIE IN SCIENZE DELLA MEDIAZIONE LINGUISTICA Pet Therapy RELATORI: CORRELATORI: Prof.ssa Adriana Bisirri Prof.ssa Marylin Scopes Prof. Kasra Samii Prof.ssa Claudia Piemonte CANDIDATA: ARIANNA FABBRI MATR. N. 1858 ANNO ACCADEMICO 2014/2015

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SCUOLA SUPERIORE PER MEDIATORI LINGUISTICI

(Decreto Ministero dell’Università 31/07/2003)

Via P. S. Mancini, 2 – 00196 – Roma

TESI DI DIPLOMA

DI

MEDIATORE LINGUISTICO

(Curriculum Interprete e Traduttore)

Equipollente ai Diplomi di Laurea rilasciati dalle Università al termine dei Corsi afferenti alla classe delle

LAUREE UNIVERSITARIE

IN

SCIENZE DELLA MEDIAZIONE LINGUISTICA

Pet Therapy

RELATORI: CORRELATORI:

Prof.ssa Adriana Bisirri Prof.ssa Marylin Scopes

Prof. Kasra Samii

Prof.ssa Claudia Piemonte

CANDIDATA:

ARIANNA FABBRI

MATR. N. 1858

ANNO ACCADEMICO 2014/2015

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A mio padre,

a mia madre,

alla mia famiglia

e ai miei amici.

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Indice

INTRODUZIONE 1

1 STORIA DELLA RELAZIONE UOMO-ANIMALE 3

2. PET THERAPY 5

2.1 COS’È? 5

2.2 STORIA DELLA PET THERAPY NEL MONDO 6

2.2.1 STORIA DELLA PET THERAPY IN ITALIA 10

2.3 LE ATTIVITÀ DELLA PET THERAPY 13

2.4 LE FIGURE NECESSARIE PER LA TERAPIA 16

2.5 QUALI ANIMALI SONO COINVOLTI? 19

2.5.1 DOG THERAPY 26

2.5.2 CAT THERAPY 31

2.5.3 IPPOTERAPIA 33

2.5.4 DELFINOTERAPIA 37

2.5.5 ONOTERAPIA 41

2.5.6 ANIMALI PARTICOLARI 44

2.6 BENEFICI DELLA PET THERAPY 46

CONCLUSIONE 49

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ENGLISH SECTION 51

INTRODUCTION 53

1. HISTORY OF THE RELATIONSHIP BETWEEN HUMANS AND ANIMALS 55

2. PET THERAPY 56

2.1 WHAT DOES IT MEAN? 56

2.2 HISTORY OF PET THERAPY AROUND THE WORLD 57

2.2.1 HISTORY OF PET THERAPY IN ITALY 58

2.3 PET THERAPY ACTIVITIES 59

2.4 PROFESSIONALS INVOLVED IN THERAPY 60

2.5 WHICH ANIMALS ARE INVOLVED? 61

2.5.1 DOG THERAPY 64

2.5.2 CAT THERAPY 65

2.5.3 HORSE THERAPY 65

2.5.4 DOLPHIN THERAPY 67

2.5.5 DONKEY THERAPY 68

2.5.6 UNUSUAL ANIMALS 69

2.6 BENEFITS OF PET THERAPY 70

CONCLUSION 71

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DEUTSCHER ABSCHNITT 73

VORWORT 75

1. GESCHICHTE VON DER BEZIEHUNG ZWISCHEN MENSCH UND TIER 77

2. TIERTHERAPIE 78

2.1 WAS HEIßT DAS? 78

2.2 GESCHICHTE DER TIERTHERAPIE AUF DER GANZEN WELT 79

2.2.1 GESCHICHTE DER TIERTHERAPIE IN ITALIEN 80

2.3 BESTANDTEIL VON PET THERAPY 81

2.4 IN TIERTHERAPIE BETEILIGTE EXPERTEN 82

2.5 WELCHE TIERE SIND BETEILIGT? 83

2.5.1 HUNDETHERAPIE 85

2.5.2 KATZE THERAPIE 87

2.5.3 PFERDETHERAPIE 87

2.5.4 DELPHINTHERAPIE 89

2.5.5 ESEL-THERAPIE 90

2.5.6 UNGEWÖHNLICHE THERAPIE 91

2.6 VORTEILE VON TIERTHERAPIE 92

ABSCHLUSS 93

RINGRAZIAMENTI 95

SITOGRAFIA 97

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Introduzione

“Che cosa vuol dire <addomesticare>?”

“È una cosa dimenticata. Vuol dire <creare legami>…”

“Creare legami?”

“Certo”, disse la volpe. “Tu, fino ad ora, per me, non sei che un

ragazzino uguale a centomila ragazzini. E non ho bisogno di te. E

neppure tu hai bisogno di me. Io non sono per te che una volpe uguale a

centomila volpi. Ma se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno l’uno

dell’altro. Tu sarai per me unico al mondo, e io sarò per te unica al

mondo”.

(Il Piccolo Principe, Antoine de Saint-Exupéry)1

Il legame che si instaura con gli animali è antico quanto il mondo,

da sempre l’uomo ha avuto bisogno degli animali per sopravvivere, tanto

quanto loro hanno bisogno dell’uomo. Questa unione è divenuta sempre

più forte e importante, finché l’uomo non si è reso conto di quanti

benefici ne ottenga. Gli animali con la loro semplicità, bontà ed empatia

riescono ad aiutare tutti, soprattutto coloro che sfortunatamente hanno

avuto difficoltà nella loro vita, magari subendo traumi o essendo nati con

qualche disturbo che gli renda difficile rapportarsi con gli altri o

addirittura con se stessi, e gli impedisca di compiere le azioni quotidiane

comuni. Così dei dottori hanno deciso di dedicare i loro studi per capire

1 Antoine de Saint-Exupery, Il Piccolo Principe, cap XXI,

digilander.libero.it/Gretablu/il_piccolo_principe/pp21.html

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come poter usare al meglio questo rapporto che si viene a creare. Nasce

così la Pet Therapy, un metodo che sfrutta proprio questo legame per

poter portare dei miglioramenti nelle condizioni di alcuni individui che

hanno varie difficoltà e problemi. Gli animali coinvolti in queste terapie

non sono solo i soliti animali domestici, il cane o il gatto, ma anche tanti

altri animali contribuiscono ad aiutare i pazienti in vari modi, ognuno

con la sua peculiarità che lo rende speciale e fondamentale per quel tipo

di terapia e per quel tipo di persona. Ogni terapia infatti viene studiata e

programmata proprio in base alla persona che si ha di fronte, valutando

l’animale più adatto alle necessità, da parte di professionisti qualificati,

come dottori, psicologi, terapisti e istruttori.

Tutte queste terapie ottengono dei risultati sorprendenti sempre se

affiancate da terapie tradizionali. I benefici derivanti da queste terapie

sono a lungo termine e comportano dei miglioramenti duraturi. Bisogna

dire però, che non solo chi ha problemi di vario tipo trae giovamento

dalla compagnia degli animali. Tutti noi possiamo trarre beneficio da

questo tipo di amicizia, che ci fa sentire amati, ci dà sicurezza e aumenta

la fiducia in noi stessi e nel prossimo.

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3

1 Storia della relazione uomo-animale

Sin dagli albori della storia umana c’è un rapporto molto intenso tra

l’uomo e l’animale. All’inizio gli uomini vivevano soprattutto di caccia e

quindi gli animali venivano usati principalmente come sostentamento,

per cibarsi e per coprirsi dal freddo grazie alle loro pellicce. L’uomo

imparò molto grazie alla convivenza con gli animali, osservandoli

apprende come si orientano, come affrontano il freddo e come si

difendono dai predatori. Da quando l’uomo ha cominciato a stabilirsi e a

formare tribù nacquero l’allevamento e l’agricoltura. In questo modo

iniziò la collaborazione tra l’uomo e l’animale. Per esempio la

progressiva intesa tra uomo e cane ci permise di diventare pastori: con

solo due o tre cani si può governare un gregge di cento pecore, così da

avere cibo assicurato senza eccessivo sforzo rispetto alle attività di

caccia. Inoltre, questo permise di avere più tempo per pensare, studiare

le scienze, dedicarsi alle arti e creare leggi. L’uomo imparò a utilizzare

gli animali anche per l'agricoltura, infatti, quando ha iniziato a lavorare i

campi, tendeva a sfruttare moltissimo il lavoro degli animali, ad esempio

per trainare l'aratro o per trasportare carichi

pesanti. Fondamentali per questi compiti

erano i buoi usati per l’appunto per trainare

l’aratro, i muli, che grazie alla loro forza e

resistenza riuscivano a portare grandi pesi

anche in ambienti sfavorevoli. Il bestiame, allora, rappresentava una

forma di ricchezza. Tuttavia, l'utilizzo degli animali in campo lavorativo

è via via diminuito con l'epoca della rivoluzione industriale, cioè con

l'invenzione delle macchine da trasporto e delle catene di montaggio.

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L’importanza degli animali per gli esseri umani è evidente dal fatto

che molti popoli già dell’antichità tendevano a divinizzare alcuni

animali. Molti dei egizi, ad esempio, avevano sembianze animali.

Anubis Ra Haraoeris Tefnut

Un esempio lampante è il gatto per la cultura

egizia. Avevano una venerazione tale che, anche se

accidentalmente si uccideva un gatto, la persona che

aveva commesso tale errore doveva pagare con la sua

vita!

Bastet

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2. Pet Therapy

2.1 Cos’è?

Il termine “Pet Therapy” è stato coniato dallo psichiatra infantile

Boris Levinson intorno agli anni ’60 ed è un neologismo anglosassone.

Questa terapia è basata sull’interazione uomo–animale, è utilizzata

in campo medico, psicologico e educativo ed è impiegata su pazienti

affetti da differenti patologie. Questa nuova tecnica integra e rafforza le

terapie tradizionali e non è considerata una terapia autonoma.

Nonostante il significato principale di pet sia animale domestico, per

quanto riguarda la Pet Therapy vanno annoverati tutti gli animali

addomesticati dall’uomo, quindi il “pet” rappresenta un animale che

desidera e sa interagire attivamente con l'uomo. Gli animali sono

considerati dei co-terapeuti nei processi di guarigione, permettono di

consolidare un rapporto emotivo con il paziente e di facilitare l'approccio

con le varie figure mediche e riabilitative soprattutto nei casi in cui il

paziente non dimostra collaborazione spontanea. Inoltre permettono di

stabilire sia un canale di comunicazione paziente-animale-medico sia

stimolare la partecipazione attiva del paziente. La Pet Therapy è definita

una terapia dolce, per gli effetti benefici che possono essere riscontrati,

sia comportamentali, cognitivi, psicosociali, psichico-emozionali che

fisici, nei pazienti ai quali viene praticata. Il soddisfacimento del bisogno

d'amare, d'affetto e di legami interpersonali è alla base della Pet Therapy.

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2.2 Storia della Pet Therapy nel mondo

Il primo tentativo di terapia assistita da animali fu nel IX secolo a

Gheel, in Belgio, dove degli animali furono coinvolti per curare dei

soggetti disabili. I primi dati scientifici realmente accertati del

coinvolgimento degli animali a scopo terapeutico risalgono al 1792

quando in Inghilterra lo psicologo infantile William Tuke (York Retreat

Hospital) cominciò a curare i propri pazienti con disturbi mentali con

animali di piccola taglia come galline e conigli, incoraggiandoli a

prendersene cura. Cominciò a intuire i benefici e a pensare che se fossero

stati stimolati e incoraggiati da attività come giardinaggio e cura degli

animali, fonti di stabilità ed equilibrio, avrebbero potuto recuperare

l'autocontrollo. Nel 1859 l’infermiera Florence Nightingale osservò che

dei piccoli animali potevano essere ottimi compagni per i malati cronici,

offrendogli dello svago e notò che accudendo gli animali avevano più

cura per loro stessi. La fondatrice dell'assistenza infermieristica

moderna, scriveva: "Un piccolo animale domestico è spesso un ottimo

compagno per i malati, per i casi cronici o a lungo degenza. Un animale

è talvolta il solo piacere di un invalido confinato per anni nella stessa

stanza. Se egli può nutrire e pulire l'animale stesso, dobbiamo sempre

incoraggiarlo a farlo”.

Nel 1867 in Germania fu fondato il Bethel Hospital, dove furono

coinvolti diversi animali come parte integrante del trattamento per il

recupero di malati epilettici. All’interno del centro fu costruita

addirittura la prima fattoria che ospitava cani, gatti, cavalli e animali da

allevamento. Purtroppo non ci sono osservazioni monitorate e registrate

dell’ospedale. Nel 1875 un medico francese, Chessigne, curò dei pazienti

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con problemi neurologici con l’equitazione per l’equilibrio e il controllo

posturale.

Nel 1919 in Francia dei pazienti ritrovavano un clima di serenità e

d’affetto giocando con dei cani nonostante lo stato di shock, i disturbi

mentali e fisici dovuti al primo conflitto mondiale. Lo stesso anno, il

Ministero degli Interni degli Stati Uniti d'America sotto consiglio del

Dott. White decise di introdurre i cani come supporto da affiancare alle

normali terapie in pazienti che, in seguito alla prima guerra

mondiale, presentavano gravi disagi, forme di depressione e

schizofrenia.

Seguendo questa scia nel 1942 si tentò di recuperare i militari

gravemente feriti e con traumi emozionali riportati durante la Seconda

Guerra Mondiale, utilizzando animali da compagnia e d’allevamento. La

Croce Rossa Americana nell’Army Air Corps Convalescent Hospital di

New York, incoraggiò i pazienti a lavorare con cavalli, maiali, pollame.

Furono introdotti anche animali più piccoli come rane, tartarughe e

serpenti.

Nel 1953 il neuropsichiatra infantile Boris Levinson prese in cura

un bambino autistico. Nonostante il bimbo avesse sostenuto numerose

terapie, non aveva ottenuto risultati. La prima volta che lo ricevette in

studio con i suoi familiari, c'era il suo cocker Jingle, che, appena lo vide,

gli si avvicinò e cominciò a leccarlo; il bambino non s’infastidì per quel

gesto d'affetto, anzi iniziò ad accarezzarlo: era la prima volta che il

bambino instaurava una relazione. Notò che ogni volta questo bambino

si dirigeva verso il cane, dimostrandosi più spontaneo e più disponibile a

interagire con lui. Pian piano il dottore s’intromise nel gioco tra il cane e

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il bambino fino a riuscire a instaurare un buon rapporto con il piccolo.

Grazie a questa casualità scoprì l’azione positiva di un animale su un

bambino autistico e iniziò le prime ricerche sugli effetti della compagnia

degli animali in campo psichiatrico. Ne dedusse che l’animale fosse un

mediatore utile a ristabilire i contatti sociali e lo coinvolse in maniera

sistematica nella relazione psicoterapeutica con i suoi piccoli pazienti

ottenendo risultati soddisfacenti.

Nel 1956 in un ospedale del Michigan, il

fotografo Francis Miller, ci lascia

un'importante testimonianza del reparto

pediatrico, dove la compagnia degli animali

per i piccoli degenti era una pratica affermata

e utilizzata.

Nel 1961 nasce la “terapia con gli animali”. Levinson enuncia le

prime teorie plausibili e verificabili che spiegano gli effetti benefici della

compagnia degli animali, e che egli applica nella cura dei suoi giovani

pazienti. Scrive il libro “The Dog as Co-Therapist” (Il cane come co-

terapeuta), dove inventa il termine Pet Therapy. Fu così che nacque

ufficialmente questa terapia, in cui l'animale diventa co-terapeuta nel

processo di guarigione, divenendo mediatore emozionale e stimolando i

processi socio-relazionali.

Nel 1966 in Norvegia, i coniugi Stordahl fondarono un centro per

non vedenti. Il centro ospitò cani e cavalli che furono coinvolti come

elemento fondamentale del regime terapeutico, grazie al supporto di

fisioterapisti e di volontari. Dopo un periodo di cura, i pazienti erano in

grado di sciare e di andare a cavallo. Questo centro in Norvegia è attivo

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tuttora. Nel 1970, negli Stati Uniti, un ospedale psichiatrico nel

Michigan (USA) adotta il primo cane, di nome Skeezer, come aiuto per i

bambini ricoverati, ottenendo risultati veramente incoraggianti.

Nel 1973 Condoret, un veterinario francese, applicò la terapia con

gli animali a bambini con gravi difficoltà di linguaggio e

comunicazione.

Nel 1975 due psichiatri americani, i coniugi Samuel ed

Elizabeth Corson, adottano le teorie di Levinson per curare adulti con

disturbi mentali ed elaborano la “Pet Facilitated Therapy” ( Terapia

facilitata dall’uso di animali da compagnia). Nel frattempo, negli Stati

Uniti iniziano i primi programmi di Pet Therapy nelle carceri e

nei manicomi criminali e Mugford e M’Comisky applicano la Pet

Therapy sugli anziani, studiando l’efficacia degli animali nel favorire le

relazioni sociali tra le persone. Nel 1977 Erika Friedman condusse uno

studio su persone con problemi cardiaci e capì che esiste una

correlazione positiva tra la sopravvivenza e il possesso di animali da

compagnia. Chi soffriva ad esempio d’ipertensione e aveva avuto infarti

e possedeva un animale da compagnia, sopravviveva di più di chi a pari

condizioni non aveva un animale da affezione.

Nel 1981 a Washington viene creata la “Delta Society”,

associazione che studia l’interazione uomo-animale, gli effetti terapeutici

legati alla compagnia degli animali e organizza selezioni di cani e

formazione d’operatori del settore. Nel 1983, nasce l’Istituto Canadese di

Zooterapia che vuole studiare e diffondere la terapia per mezzo degli

animali. Nel 1990 l’Università di Tel Aviv comincia un progetto dedito

allo studio della Pet Therapy. Nel 1992, alcuni studiosi australiani

dimostrano che i proprietari d’animali da compagnia hanno una minore

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pressione del sangue e livelli di trigliceridi e colesterolo assai inferiori

rispetto a chi non li possiede. Nel 2001 il Dipartimento di Geriatria

dell’Università di Saint Louis, degli Stati Uniti, conferma la piena

validità della Pet Therapy per molte patologie degli anziani. Sul Western

Journal of Nursing Research nel 2002 viene pubblicata un'interessante

ricerca sull'uso dei cani con bambini affetti da disturbi dello sviluppo,

che termina affermando che la terapia è un'efficace forma di trattamento.

Inoltre nel marzo del 2003 è stata pubblicata un’altra importante ricerca

che dimostra quanto queste terapie siano utili unendole alle terapie

psichiatriche e mediche di routine.

2.2.1 Storia della Pet Therapy in Italia

Il 6 dicembre del 1987 la Pet Therapy arriva in Italia. A Milano si

svolge il Convegno Interdisciplinare tenuto dalla SCIVAC con titolo “II

ruolo degli animali da compagnia nella società odierna” cui partecipano

esperti di fama internazionale.

A questo seguirà, nel 1991 a Milano, un Convegno Internazionale

dedicato al tema “Antropologia di una passione”, dedicato al rapporto

uomo-animale e al ruolo terapeutico degli animali. Nello stesso periodo

il Veterinario Roberto Marchesini crea una nuova disciplina, la

zooantropologia, il cui obiettivo di ricerca è lo studio del rapporto uomo-

animale negli eventi interattivi e relazionali e la valutazione degli effetti

benefici ottenuti.

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Nel 1995 l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del

Molise “G. Caporale”, partecipa al convegno internazionale di Ginevra

sulle interazioni tra uomo e animale.

Nel 1996 organizza il seminario “La Pet Therapy: gli animali e la

salute dell’uomo” tenuto da Tennis Turner, uno dei maggiori esperti nel

campo in Europa. Lo stesso anno viene anche inserito un programma di

terapia con gli animali presso la Fondazione Robert Hollman (Verbania),

un centro d’intervento precoce per bambini con deficit visivo. Nello

stesso anno a Padova fu creato il progetto “La fattoria in ospedale”:

grazie al quale vengono portati degli animali per rallegrare l’ambiente

ospedaliero.

Nel 1999 a San Patrignano viene organizzato un convegno intitolato

“Il cane in aiuto all’uomo. Alla scoperta della Pet Therapy”, nel quale

l’Università degli Studi di Verona collabora attraverso l’intervento del

Prof. Larocca.

Nel 2001 presso l’Università degli Studi di Verona viene

organizzato dal Prof. Paolo Inghilleri e dalla Dott.ssa Renata Fossati un

seminario intitolato “Il Ruolo degli Animali nella Vita dei Bambini”. Lo

stesso anno a Trento viene organizzato il “ Meeting internazionale sul

cane d’assistenza all’handicap”. Da un punto di vista legislativo il testo

unificato della commissione affari esteri del 2001 pone l’inizio delle

discussioni sul coinvolgimento d’animali come aiuto nelle normali

terapie. Il testo pone le basi affinché sia fatta un’attività rigorosamente

scientifica, previsti requisiti di professionalità in tutte le figure coinvolte

e le strutture che ospiteranno queste attività dovranno avere specifiche

caratteristiche. Inoltre pone le basi per un’adeguata tutela degli animali:

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vengono per la prima volta vietati gli animali selvatici, esotici e cuccioli.

Spetta poi alle regioni definire delle leggi adeguate.

A marzo del 2003 dal Ministero della Salute viene emanato un

decreto (accordo Stato- Regioni) nel quale il Ministro Sirchia promuove

e incoraggia l’applicazione della Pet Therapy su tutto il territorio

nazionale. In seguito, a maggio a Pergine, in provincia di Treno, si

svolge il “Meeting Internazionale: Un Animale per Tutti”.

Nel 2004 Renata Fossati presenta il progetto Argo a Glasgow,

nell’ambito della 10° Conferenza Mondiale sulle AAA/T.

Il Veneto approva la legge n. 3 del 3 gennaio 2005 che prevede la

formazione degli operatori coinvolti nelle attività e predispone un

progetto pilota per l’attivazione di un Centro di Studi e ricerca in materia

di Pet Therapy. Questa struttura, nella quale opererà un’equipe

multidisciplinare, si occuperà dell’accoglienza di bambini in situazione

di disagio psicologico oltre ad adulti con disabilità fisiche e psichiche.

Quest’attenzione a livello legislativo conferisce alla Pet Therapy dignità

scientifica e procedurale; inoltre la svincola dall’anonimato e dal “fai da

te” che per molto tempo ha caratterizzato la natura delle attività svolte,

creando cosi disinformazione e contribuendo spesso a sminuirne

l’autentico valore.

Nel 2009 è stato poi istituito dal Ministero presso l'Istituto

zooprofilattico sperimentale delle Venezie il Centro di referenza

nazionale per gli interventi assistiti dagli animali, che si occupa di creare

linee guida nazionali per gli interventi assistiti dagli animali, studiarne

nuovi campi di applicazione e fare formazione agli operatori.

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2.3 Le attività della Pet Therapy

Verso gli anni ’80 la Pet Therapy fu divisa in tre programmi

distinti:

Le AAA (Attività Assistite da Animali - Animal-Assisted

Activities) non hanno una valenza terapeutica legata a

specifiche patologie, ma comprendono tutti quegli interventi

ludici, ricreativi, di supporto psichico, affettivo ed emotivo

finalizzati al miglioramento della qualità della vita di

persone che per cause e condizioni diverse traggono un

grande beneficio dall’incontro e dal contatto con gli animali

con lo scopo di distrarle da situazioni particolarmente

stressanti, di rilassarle e di divertirle. Questo programma

viene utilizzato per persone “vulnerabili”, come bambini,

anziani, non vedenti, pazienti ospedalizzati, in fase

terminale, psichiatrici o portatori di handicap, detenuti,

tossicodipendenti. Questi non essendo interventi di tipo

terapeutico non hanno una durata specifica e non prevedono

obiettivi programmati, ma sono caratterizzati da creatività e

spontaneità. Possono svolgersi in vari ambienti come:

ospedali, centri socio-terapeutici, comunità alloggio, scuole,

residenze per anziani, centri cinofili, ecc. Il tutto è svolto da

professionisti opportunamente formati, para-professionisti e

volontari di associazioni che lavorano con animali, e con

l’aiuto di animali con precisi requisiti attitudinali e di

capacità.

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Le AAE (Educazione Assistita da Animali - Animal-

Assisted Education) sono progetti con finalità educative,

dell'apprendimento e cognitive (quest’ultime possono

riguardare: facoltà linguistiche, capacità di

rappresentazione, ragionamento, abilità nella risoluzione di

un problema, capacità mnemoniche e il loro uso, utilizzo

della comunicazione non verbale ecc.). Questi progetti sono

diretti da professionisti nel campo dell'educazione

(insegnanti, educatori, ecc.) e si prefiggono degli obiettivi

specifici che sono valutati e documentati nel corso del

programma. Si svolgono in diversi ambienti e sono rivolti a

persone di tutte le età. Per quanto riguarda i progetti

dedicati ai bambini, sono generalmente avviati nelle scuole

(materne o elementari) e consistono in esperienze di

educazione alla conoscenza e al rispetto del mondo animale

in tutte le sue componenti, attraverso l’incontro diretto con

gli animali, la visione di filmati, visite ai parchi, fattorie

pedagogiche. Le AAE sembrano migliorare l’attenzione e

l’apprendimento, il rendimento scolastico, la curiosità e i

rapporti sociali e ridurre fenomeni di devianza, bullismo e

abbandono scolastico;

Le AAT (Terapie Assistite da Animali - Animal-Assisted

Therapy) seguono un programma terapeutico con obiettivi

specifici predefiniti, personalizzato per ciascun paziente e in

cui gli animali sono parte integrante. Hanno come scopo

quello di migliorare la salute dei pazienti, le funzioni

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fisiche, sociali, cognitive e le attitudini comportamentali,

mentali ed emotive. Queste terapie sono considerate delle

co-terapie, infatti, non sostituiscono le terapie normalmente

effettuate per la patologia considerata, bensì le integrano,

rafforzano, supportano e coadiuvano. Il tutto avviene con la

collaborazione di medici che si occupano di queste

patologie e con una serie di obiettivi da raggiungere nel

corso della terapia. Tutti i miglioramenti che si notano nel

paziente saranno documentati, analizzati e valutati

accuratamente. Si applicano preferibilmente in campo

medico-ospedaliero, nel settore psichiatrico e dell'handicap.

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2.4 Le figure necessarie per la terapia

Nel caso delle AAA (Attività Assistite da Animali) le attività

possono essere svolte da singoli o da gruppi, incluse associazioni di

volontari. Nel caso delle TAA (Terapie Assistite da Animali) essendo

più complesso il ruolo svolto dall’animale come co-terapeuta nei

confronti del paziente e per far si che la terapia porti buoni frutti è

importante un lavoro sviluppato da un team interdisciplinare composto

da numerose figure professionali che interagiscono sul campo in modo

complementare, seppur ciascuna con il proprio specifico ruolo. I membri

del gruppo di lavoro partecipano direttamente sia alla progettazione sia

alla valutazione dei programmi e in qualità di operatori collaborano allo

svolgimento dell’attività e delle terapie. Nel team di lavoro dovrebbero

esserci tutte, o la maggior parte delle seguenti figure professionali:

Medico: che definisce il quadro clinico del soggetto, esegue la

diagnosi e prescrive eventuali farmaci, valuta e analizza

l’evoluzione del quadro clinico del paziente, informa la famiglia

del paziente riguardo al suo stato di salute;

Psichiatra o psicologo: che definisce il quadro clinico, la

diagnosi, gli approcci terapeutici, somministra eventuali reattivi

psicologici, osserva il soggetto durante le varie situazioni in cui si

trova, intrattiene rapporti con i familiari dello stesso;

Terapista della riabilitazione: che è necessario nel caso ci siano

pazienti con handicap fisici;

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Insegnante: che individua possibili obiettivi di reinserimento

scolastico o professionale, raggiungibili tramite la Pet Therapy,

cerca di facilitare la socializzazione e l’apprendimento, intrattiene

rapporti con le famiglie, per consolidare le azioni educative e

terapeutiche;

Pedagogista: in quanto esperto dei processi formativi ed

educativi, entra a pieno titolo nell’equipe multi professionale che

progetta e mette in atto interventi Pet Therapy. Il pedagogista si

propone, anzitutto di mediare e facilitare la relazione uomo-

animale-ambiente, nonché di programmare i progetti socio-

educativi e socio-riabilitativi, quindi, di osservare le dinamiche

d’interazione-intervento. Il pedagogista, poiché esperto di strategie

di apprendimento, interazione e socializzazione è chiamato in

prima persona a strutturare e verificare che ogni progetto affondi

le sue radici all'interno di una relazione efficace e significativa

privilegiando gli aspetti di empatia, ascolto attivo e partecipato,

accettazione positiva incondizionata, autenticità e problem

solving. Egli avrà il compito di valorizzare appieno la dimensione

ludica quale strumento d'interazione privilegiato sia fra gli esseri

umani, nella fattispecie con i bambini, sia nel regno animale;

Veterinario: che si occupa di profilassi dell’animale, interviene

nella selezione di quelli adatti al ruolo di co-terapeuta, esegue

visite di controllo sull’animale, collabora nella fase di valutazione

con gli altri membri dell’equipe;

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Etologo: che contribuisce alla scelta dell'animale in base ad

un’analisi accurata delle caratteristiche attitudinali e

comportamentali. In seguito, si occupa di istruire i pazienti,

quando possibile, i loro familiari e gli altri operatori, sul

comportamento degli animali utilizzati, al tipo d’intervento che

possono eseguire e, soprattutto, quanto lavoro possono sostenere.

L'etologo, inoltre, fornisce criteri per valutare e salvaguardare il

benessere dell'animale;

Addestratore e istruttore: che appunto addestrano

adeguatamente l'animale a interagire con il paziente e poi curano il

rapporto che si viene a creare nella coppia co-terapeuta e

paziente. In particolare la fase dell'addestramento è importante

qualora l'animale assista pazienti con particolari handicap fisici;

Operatore di Pet Therapy: favorisce l’instaurarsi di un contatto

naturale tra paziente e animale, deve essere predisposto al lavoro

con gli animali, deve essere in grado di rispettarli e di lavorare in

equipe, secondo un approccio integrato;

Va sottolineato che queste attività non devono mai essere stressanti

per l’animale impiegato.

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2.5 Quali animali sono coinvolti?

Gli animali, in particolar modo quelli domestici fanno compagnia e

amano incondizionatamente il padrone. Grazie alla loro allegria e

vivacità aiutano a non sentirsi mai soli. Alla base del benessere offerto

della Pet Therapy c’è un meccanismo affettivo-emozionale.

Gli animali in sé non possono curare ma attraverso il loro affetto e

amore, aiutano le persone a rilassarsi, rendendole più sicure. Quando ci

si trova a vivere condizioni di malessere e disagio, gli animali possono

aiutare ad affrontarle con più serenità. La relazione che s’instaura tra

uomo e animale, fa nascere la funzione di accadimento, cioè il profondo

bisogno delle persone di prendersi cura di un altro essere vivente. Ogni

specie di animale può dare un aiuto ad alleviare malessere e disagio, ma

non tutti hanno la stessa valenza affettiva.

È importante che sia il medico a stabilire quando bisogna

intervenire con la Pet Therapy, e spetta sempre a lui la scelta

dell'animale più idoneo in base alle esigenze psicologiche, fisiche e

relazionali del paziente. Non solo, ma una volta che si è individuato il

tipo di animale, c’è un’ulteriore analisi da fare che permette di

individuare, all’interno della specie prescelta, quel particolare animale

che racchiuda in sé le caratteristiche peculiari adatte alla persona in

questione.

La Pet Therapy va applicata da personale specializzato che può

essere psicologo, neurologo, medico, educatore, assistente o anche

veterinario. Nell’applicare la medesima terapia bisogna garantire il

rispetto nei confronti degli animali. Infine le fondamenta essenziali per

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applicare saggiamente la Pet Therapy sono le seguenti: passione e amore

per gli animali e rispetto delle loro esigenze, competenze specifiche per

questo tipo di lavoro, attitudini personali, e convinzione nel credere

nell’efficacia di questa terapia.

Vediamo alcune caratteristiche degli animali utilizzati nelle terapie:

Cane: è l’animale più

largamente impiegato come

co-terapeuta, in particolare

alcune razze sono considerate

ormai eccellenti per la Pet

Therapy, come il Golden e

Labrador Retriver per la loro

docilità e socievolezza. Sono

coinvolti nella cura di anziani ospiti di case di riposo, disabili, persone

con sindrome autistica, bambini con difficoltà comportamentali,

singolarmente o in gruppo. Mediante la sollecitazione al gioco e l’offerta

di compagnia, stimola i pazienti all’interazione. Grazie al rapporto che si

instaura di profonda complicità e affetto, il paziente può imparare i

pilastri su cui si poggia una relazione solida. Inoltre può aiutare a

rafforzare l’autostima, può avere un forte influsso nelle cure di disturbi

emotivi e in situazione di disagio sociale o relazionale funge da sicura

base affettiva. Durante la cura di disturbi psico-fisici può collaborare se

impiegato in attività di dog-agility.

Gatto: è utilizzato come co-terapista per la sua indipendenza.

Infatti, le difficoltà del gatto di fidarsi e affidarsi al genere umano

stimolano la costanza nei rapporti, un impegno prolungato per

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raggiungere scopi concreti e l’autocontrollo, giacché i gatti non amano i

contatti invadenti. Tuttavia i

gatti amano farsi coccolare, si

affezionano molto al padrone e

la loro presenza aiuta a sentirsi

meno soli. Infatti, sono indicati

nei casi di persone che vivono

sole e che, per malattie o per l’età, devono stare molto a casa. Stare in

compagnia di un gatto e il contatto fisico con quest’ultimo aiuta per i

disturbi legati allo stress, alla depressione, alla sindrome ansiogena e alle

problematiche comunicative-relazionali. Inoltre, grazie alle loro

compostezza, possono essere un ottimo aiuto per le persone ansiose e

agitate. Il contatto con il pelo del gatto è piacevole e distensivo, questo fa

si che accarezzare i gatti agisca sul battito cardiaco e sulla pressione

sanguigna. Inoltre, le fusa dell’animale dovute alle attenzioni rivolte

possiedono un ulteriore effetto calmante. Si può fare Pet Therapy anche

interagendo con più gatti, come nei gattili, prendendosi cura di loro e

dandogli da mangiare; questo permetterà, con il tempo, di ottenere la

loro fiducia e di farli avvicinare sempre più.

Cavallo: è un animale dall’indubbio fascino con il quale si può

creare forte legame. Grazie a

questo può essere d’aiuto per casi

di disagio e disturbi emotivo-

relazionali. Tuttavia è utilizzato

soprattutto nella cura di disturbi

muscolari, neurologici, post-

trauma e nelle disabilità con forte componente fisica. L’ippoterapia, che

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sia medica, riabilitativa o psicologico-educativa, è praticata in strutture

attrezzate, con il supporto di personale specificatamente preparato e

addestrato. A beneficiarne sono soprattutto bambini con sindrome

autistica, con sindrome di Down, persone con problemi motori e

comportamentali. Pet Therapy con i cavalli non significa solo cavalcarli,

la terapia ha inizio imparando le nozioni base per la cura dell’animale,

come strigliarlo, pulire i box. Questo avvicinamento permetterà che

cresca la fiducia per l’eventuale monta in sella.

Criceti, conigli e porcellini d’india: osservarli, accarezzarli e

prendersene cura può essere di grande

beneficio per bambini che stanno

attraversando una fase difficile della

crescita. Sono adatti anche per persone

con problemi psicologici lievi e

relazionali, come ad esempio i

detenuti.

Tartarughe: sono impiegate nelle sindromi collegate allo stress,

come calmanti in grado di ridurre ansia e

sintomi depressivi. In generale il loro

bisogno di essere curate porta a un

maggiore senso di responsabilità e un

minore senso di inadeguatezza.

Uccelli: principalmente canarini e pappagallini, sono dei potenti

antistress grazie al loro potere di stimolare allegria e migliorare l’umore.

Non hanno bisogno di particolari cure e perciò sono adatti per persone

tendenzialmente nervose, che hanno poco tempo o stressate. Questa

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caratteristica è anche molto pratica per la Pet Therapy nelle carceri, in

quanto possono alloggiare in luoghi chiusi e stretti. Aiutano a ridurre

l’aggressività. Negli Usa uno studio ha rivelato che sono diminuite le

violenze tra detenuti e i tentativi di

suicidio, inoltre si stabiliva una

maggiore cooperazione tra reclusi e

guardie carcerarie. Il loro canto può

essere un ottimo rimedio per rilassarsi.

La brevità della loro vita rende le

persone che vi sono a contatto più

responsabili e più consapevoli della realtà, insegnando loro a gestire

meglio la quotidianità. Non è facile instaurare un rapporto con questi

animali, ci vuole un approccio delicato e questo fa si che chi si diventi

più gentili, protettivi, amichevoli e altruisti. Prendersi cura di loro

aumenta il grado di responsabilità e di soddisfazione. Inoltre, studi

condotti su gruppi di anziani, che si sentono inutili e sono spesso soli e

demotivati, hanno rilevato l’effetto benefico derivante dal prendersi cura

abitualmente di uccelli, in particolare pappagalli. Sono fonte di stimoli,

capaci di ridonare entusiasmo, voglia di vivere e qualche sorriso in più.

Pesci: è stato evidenziato che l’osservazione dei pesci di un

acquario può contribuire a ridurre la

tachicardia e la tensione muscolare,

agendo così da antistress. Infatti, i loro

colori e il loro nuotare possono aiutare a

rilassarsi. Non richiedono molte cure

quindi sono adatti per persone sempre

impegnate, stressate o nervose.

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Delfino: riesce a suscitare gioia e allegria. È utilizzato come co-

terapista per il trattamento della depressione, per persone con disturbi

relazionali, disordini mentali, problemi

nella sfera emozionale e affettiva; il

delfino è un mammifero molto evoluto,

perciò sa riconoscere e interpretare il

linguaggio del corpo e riesce a

comunicare anche in presenza di problemi. La terapia con i delfini in

alcuni casi è stata molto efficace nel miglioramento psicologico dei

pazienti con sindrome autistica, favorendo l’adattamento sociale. Si

possono fare interventi di gruppo, quindi con un’interazione e un

avvicinamento minimo con l’animale oppure con un contatto fisico, ma

in questo caso è necessario saper nuotare.

Asini: sono animali molto docili e

pazienti. Sono piacevoli da accarezzare,

di taglia ridotta e sono molto lenti nei

loro movimenti. Queste loro

caratteristiche permettono di creare una

relazione progressiva e rassicurante e per

questo sono destinati maggiormente a persone con disabilità motorie,

con disturbi psichiatrici o comportamentali. Comunque, sono inseriti

anche in progetti educativi, di gruppo e impiegati in attività ricreative.

Capra: riesce a instaurare un ottimo

rapporto affettivo con l’uomo tanto da

sentirne la temporanea mancanza, per cui

viene utilizzata nella Pet Terapy a scopo

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terapeutico soprattutto in bambini con disturbo da deficit e iperattività,

ma anche con bambini aventi problemi cognitivi e psicosociali. Oltre a

garantire la sostituzione di affetti mancanti o carenti, è particolarmente

adatta a favorire i contatti inter-personali offrendo spunti di

conversazione, d’ilarità, e di gioco, l'occasione, di interagire con gli altri

per mezzo suo. Può attenuare particolari condizioni di stress e di

conflittualità e può rappresentare un valido aiuto per pazienti con

problemi di comportamento sociale e di comunicazione, specie se

bambini o anziani, ma anche per chi soffre di alcune forme di disabilità e

di ritardo mentale e per pazienti psichiatrici.

Mucche: Allevare bovini e

vitelli, seguire la preparazione e

somministrazione degli alimenti,

sistemare le stalle e pulire le

mangiatoie aiuta persone con

problematiche psichiatriche, che avranno l'opportunità di avere un

proprio ruolo in un ambiente lavorativo, accudire un altro essere vivente

e accrescere la propria autostima e ridurre i livelli di isolamento sociale.

Pecora: degli studi hanno rivelato

l'attitudine della pecora all'interazione positiva

con persone affette da autismo e schizofrenia.

Inoltre, grazie alla sua simpatia, è in grado di

alleviare ansia e depressione nei bambini,

mettendoli velocemente a loro agio, riducendo

pensieri negativi e paure e aumentando la loro

fiducia e autostima.

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2.5.1 Dog Therapy

I cani sono sempre stati definiti i migliori amici dell’uomo. Il

rapporto che si può instaurare con loro è sincero e incondizionato, è un

legame duraturo e intenso. I cani hanno un carattere socievole e

soprattutto non discriminano nessuno. Amano essere toccati,

accarezzati e vogliono l’affetto di chiunque senza pregiudizi,

caratteristica che purtroppo spesso manca all’essere umano, per questo

suscitano immediatamente la spontaneità in chi ne viene a contatto, sono

privi di qualsiasi forma di finzione. I cani leggono il linguaggio

corporeo, come l’espressione del viso e gli atteggiamenti fisici, e

percepiscono, attraverso le secrezioni ormonali, i diversi stati emotivi

dell’uomo. Ansia, sofferenza, depressione, preoccupazione, nostalgia e

tristezza. A questi stati, il cane, risponde con il

contatto fisico, con il gioco, con le coccole, con il

calore e la vicinanza. I cani amano giocare,

facilitando nel malato la riscoperta della vivacità

e delle relative sensazioni benefiche, oltre alla

dimensione della socialità.

Il cane può essere utilizzato, nelle terapie TAA, con lo scopo di

ottenere dei miglioramenti clinici. Per esempio per il percorso

riabilitativo di un bambino che soffre di dislessia, le sedute con il cane

saranno ben programmate in accordo con il logopedista, e saranno

stabiliti dei passi che, a parere dell’operatore sanitario, il bambino può e

deve compiere. Il Pettherapysta, stabilirà come e quali esercizi fare per

arrivare ai risultati desiderati. Ed ecco che il cane trasforma una seduta di

riabilitazione in una seduta di educazione ai comandi di base.

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Le AAA sono invece attività in cui il cane diviene un aiuto, un

soggetto che regala momenti piacevoli, porta a fare nuove esperienze,

diverte, rilassa, rassicura, emoziona. Ad esempio, la visita degli operatori

di Pet Therapy assieme ai loro cani alla casa di riposo portano momenti

di svago e di leggerezza, emozioni e nuovi stimoli, nuovi e dolcissimi

soggetti con cui interagire. Emozioni e momenti di cui spesso gli anziani

in questo tipo di strutture hanno bisogno. Tutte le persone anziane, ad

esempio, che vivono in una casa di riposo, possono trovare in un animale

non solo la compagnia e l’amorevolezza che spesso gli manca, ma anche

ritrovare il buonumore e l’allegria.

La Pet Therapy è una terapia molto

importante da affiancare, spesso, alle

classiche terapie utilizzate a scopo di

guarire o migliorare la situazione di un

paziente anziano. Un cagnolino,

soprattutto se cucciolo, è un vortice di coccole, giochi e divertimento e

ogni persona anziana, ovviamente amante degli animali, riuscirà a farsi

coinvolgere appieno.

I cani sono molto importanti nella cura della demenza senile. Uno

studio condotto in Italia, nel Centro Diurno Alzheimer Amaducci di

Sesto Fiorentino, dall’Unità di Ricerca in Medicina dell’Invecchiamento

dell’Università di Firenze ha rivelato che la presenza di due cani nel

centro ha diminuito le manifestazioni di ansia e aumentato le emozioni di

piacere e la soglia d’interesse, due parametri fondamentali per la

valutazione della condizione e della qualità della vita di questi pazienti.

Durante le sedute con Muffin, un Barboncino, e Gynni, un Golden

Retriever, i pazienti hanno mostrato anche un risveglio delle attività

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motorie, che di solito sono minime fino a passare molto tempo in stato di

immobilità. Ci sono state quindi modifiche positive sia dell’umore sia

del comportamento e, cosa molto importante, lo studio ha evidenziato

che queste modifiche in positivo non sono scomparse al termine delle

sessioni con i due cani, ma sono perdurate nel tempo, con variazioni

ancora percepibili a distanza di diverse ore. La conclusione dello studio è

che la Pet Therapy è in grado di stimolare il coordinamento

psicomotorio, di fornire motivazione, di aiutare a relazionarsi. I risultati

di questa ricerca hanno confermato ancora una volta il potere che gli

animali hanno sull’essere umano. L’empatia che si genera tra gli uomini

e i cani ha un effetto positivo che risveglia l’attenzione e crea una

risposta emotiva che non sarebbe facile da ottenere con altri metodi,

soprattutto con l’intervento esclusivo degli esseri umani che spesso,

anche involontariamente, pongono delle barriere emotive nei confronti

dei malati.

I cani riescono, inoltre, a fiutare il cancro, potrebbero dare una

mano non solo nella terapia ma anche nella diagnosi del cancro. Il primo

caso riconosciuto è del 1989: un dalmata, dopo aver ostinatamente

annusato per mesi un neo sulla gamba della sua padrona, ha permesso

che se ne riconoscesse la natura maligna. Alla descrizione di questo

avvenimento sulla rivista medica Lancet sono seguite una serie di

analoghe testimonianze che hanno portato poi alla validazione

scientifica. L'olfatto di un cane, infatti, supera di centomila volte in

potenza quello umano. E i tessuti cancerosi, a causa del loro particolare

metabolismo (che produce idrocarburi ed elevate concentrazioni di

composti azotati), hanno un odore particolare che si manifesta anche nel

fiato e nelle urine dei pazienti. Solo cani dall'odorato molto fine, però,

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sono capaci di accorgersene, come ha dimostrato uno studio che si è

avvalso di cinque cani addestrati a distinguere campioni di fiato emessi

da persone sane e da malati di cancro. I cani hanno valutato 55 campioni

di aria espirata da malati di cancro ai polmoni, 31 provette di donne con

carcinoma mammario e 83 di aria espirata da soggetti sani.

L'esperimento, ripetuto nove volte, ha dato esiti sorprendenti: i cani

hanno risposto con esattezza nel 90 per cento dei casi.

Il cane riesce a essere un trasmettitore di messaggi, in altre parole

riesce a fare da tramite tra paziente e medico o tra paziente e il resto del

mondo. Per chi è affetto da autismo, per persone iperattive o che

soffrono di scatti d’ira, la compagnia di un animale riesce a stimolare in

modo del tutto naturale un miglioramento della condizione psicofisica,

soprattutto se si associa la Pet Therapy ai consigli medici. Nel corso del

tempo, la Dog Therapy ha portato a un graduale miglioramento dei

sintomi dei pazienti, con una maggiore attenzione verso il mondo

esterno, una maggior cautela e una sviluppata capacità di relazionarsi.

Anche solo il fatto di giocare con la palla, di spazzolare il cane o

di lavarlo, aiuta a sentirsi non solo più attivi ma anche più felici. Sembra

tutto un gioco e l’allegria degli animali diventa così contagiosa da

riuscire a rendere allegri i pazienti. Anche in situazioni particolari, come

la perdita di una persona cara, possono essere affrontate meglio se si ha

accanto un cagnolino in grado di tirar su di morale, di dare affetto e

calma alla persona interessata.

La depressione, invece, si cura giorno dopo giorno avendo accanto

un piccolo amico peloso. Chi parla con un animale si sente meno solo e

riesce a dar voce a tutte le proprie paure, allontanandole. Lo stesso vale

per la socialità, per l’interazione e per la responsabilità che si acquisisce

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possedendo un animale domestico. I doveri nei confronti di un cane o di

un altro animale diventano piccoli rituali che fanno bene e che aiutano a

darsi forza.

Occorre ricordare che se basta la semplice presenza di un cane per

renderci più felici, la Pet Therapy non consiste solo in questo, ma per

essere davvero tale necessità di figure professionali specifiche, che

vanno dal medico al terapista della riabilitazione allo psicologo al

conduttore e, ovviamente, al cane, il vero protagonista di questo tipo di

attività. Bisogna ricordare, inoltre, che non tutti i cani sono adatti alla

Dog Therapy, infatti, gli animali impiegati in queste terapie sono

accuratamente selezionati prima di tutto dal punto di vista sanitario, cioè

devono essere perfettamente sani, poi dal punto di vista psichico. Per

assicurare un’ottima riuscita della Dog Therapy c’è bisogno di soggetti

equilibrati e privi di qualsiasi forma di stress. Non esistono criteri di

scelta specifici per la selezione dei cani, le terapie sono molto

diversificate quindi di volta in volta verranno scelti cani con

caratteristiche appropriate.

Ovviamente, la Pet Therapy non è una terapia a sé stante, infatti, è

associata alle terapie tradizionali al fine di potenziarle e di migliorare la

risposta del paziente, soprattutto quando si tratta di soggetti apatici o

particolarmente restii ad aprirsi. L’empatia che il cane genera in queste

persone aiuta i terapisti a entrare in contatto col paziente, perché il cane

rompe facilmente tutte quelle barriere esistenti tra gli esseri umani e

agisce nel profondo, questo anche grazie al linguaggio non verbale,

caratteristica comunicativa a cui noi esseri umani siamo ancora

fortemente legati, anche se non riusciamo spesso a gestirla

adeguatamente.

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2.5.2 Cat Therapy

Sono tante le storie e le leggende tramandate in cui il gatto è

considerato un animale divino, misterioso, spesso è amato altre volte

odiato. Molti pensano che il gatto abbia preso l’iniziativa di essere

addomesticato e spiegano così il motivo che ha indotto l’uomo a

sensazioni ed emozioni diverse e contrastanti sul gatto. È un animale

divertente che affascina grandi e piccoli, dona energie positive ed

emozioni nuove, i suoi comportamenti fanno incuriosire l’uomo, ma ad

alcuni la sua indipendenza spaventa, pensano che non abbia alcun

bisogno del padrone, che sia insensibile e non si affezioni. I sentimenti

dell’uomo verso il gatto sono, quindi, vari. L’uomo prova per questo

piccolo felino amore, paura, odio mentre altre volte il gatto sprigiona un

vero fascino, spesso simbolo di femminilità.

Chi ha avuto la fortuna di incontrare un gatto e convivere con lui

rimarrà incantato per sempre, il gatto

facilmente diviene per l’uomo una

dipendenza: è colmo di amore ed

emozioni quando ci guarda e ci fissa

dolcemente per chiederci qualcosa

silenziosamente. Ha uno sguardo

simile al nostro, essendo frontale e non laterale come gli altri animali.

Ha delle caratteristiche che lo rendono prezioso per la Pet Therapy.

Grazie alla piccole dimensioni, alla formidabile flessibilità del suo

corpo agile e al suo morbido pelo, il gatto viene facilmente tenuto in

braccio per essere coccolato e la sua percettibile voglia di coccole, voglia

di ricevere, rassicura l’uomo che ha un estremo bisogno di sentirsi amato

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e colma quel vuoto interiore che spesso rende tristi e depressi. Coccole è

l’equivalente in lingua inglese di Petting, un insieme di dolcezza, carezze

e emozioni che rassicurano l’uomo e lo rendono felice.

Il gatto presenta, come abbiamo prima evidenziato, numerosi e

importanti aspetti che esaltano le sue qualità specifiche come induttore di

emozioni e come stimolatore dell’uomo a livello psichico. Un esempio

vero e simbolico si ha nei nostri momenti tristi, nei momenti di stress

dove spesso si resta soli con i propri pensieri, si può notare come il gatto

senza alcuna pretesa terrà compagnia accoccolandosi al fianco, sulle

gambe o magari ai piedi, stando vicino e sprigionando in silenzio un

amore unico e vero.

Gli spericolati giochi e comportamenti del gatto fanno sorridere

l’uomo rendendolo curioso e attento a ogni suo movimento. Questo

rapporto stimolante e interessante assume un’elevata importanza nella

vita dell’uomo, rendendolo rilassato e incuriosito. Questi comportamenti

sono posti alle prime posizioni per quanto riguarda la riuscita di una Pet

Therapy. Le fusa del gatto inoltre sono efficaci per alleviare lo stress,

dimenticarsi dei problemi soprattutto se a stretto contatto con il corpo,

così come avviene nel gatto, le sue fusa rassicurano in momenti tristi e

bui, donano allegria gratuita e vera, una serenità interiore ma tutto sta nel

lasciarsi andare, nel sapersi isolare e nel ricercare in quei momenti solo

la compagnia dell’amato gatto. Tra gli esercizi per ritrovare la calma, ad

esempio, c’è anche il semplice accarezzare un gatto. Questa semplice

operazione riesce a stabilizzare la pressione sanguigna e tutte le ansie

scompaiono di colpo, non appena iniziano le fusa.

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Importante è la scelta del gatto, ognuno ha il proprio modo di

donare amore. Si può scegliere un gatto sperduto e bisognoso cercandolo

in un gattile o se si desidera un gatto particolare, con delle particolari

caratteristiche, si può decidere di adottare un gattino di razza. La scelta

della razza deve essere fatta non solo per l’aspetto del gatto ma bisogna

essere in grado di stabilire quale gatto si addice di più al bisogno

d’amore, analizzando anche il comportamento con l’aiuto di allevatori e

standard. Spesso alcune razze hanno comportamenti molto diversi

rispetto ad altre. Importante assumersi la responsabilità di curare il gatto,

di allontanarlo dai pericoli, di sfamarlo, coccolarlo, rispettare i suoi spazi

e le sue abitudini. Nel rispetto del gatto bisogna ricordare che nessun

animale deve essere considerato un pupazzo, senza emozioni o

sentimenti, al quale poter fare di tutto, come se fosse un peluche,

facendogli male o non curandolo. Se ci sono bambini è importante

stabilire regole precise di convivenza e insegnargli il rispetto per gli

animali, che li aiuterà ad imparare il rispetto per gli altri.

2.5.3 Ippoterapia

L'ippoterapia (dal gr. ἱππος = cavallo e therapeia = cura), meglio

detta Terapia con il Mezzo del Cavallo (TMC) è l'insieme di tecniche

mediche che utilizzano il cavallo per migliorare la salute di un umano.

L'ippoterapia, o equitazione a scopo terapeutico, ha origine

empiriche antiche perché il cavallo, con le sue straordinarie doti di

sensibilità, di adattamento, di intelligenza è ritenuto, da sempre, e non a

torto, "straordinaria medicina".

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L’uso del cavallo fu intuito in epoche remote e la prescrizione

dell’equitazione a scopo terapeutico si riscontra già nell’opera “Libro

delle diete” di Ippocrate di Coo (460-370 a.C.), considerato il padre della

medicina, che consigliava lunghe cavalcate per combattere l'ansia, lo

stress e l'insonnia. Una prima documentazione scientifica sull'argomento

la dobbiamo al medico Giuseppe Benvenuti (1759). Alla fine della prima

guerra mondiale il cavallo è entrato nei programmi di riabilitazione,

inizialmente in Scandinavia e in Inghilterra, poi in numerosi altri paesi.

In Italia l'ippoterapia è stata introdotta, in modo coerente e

metodologicamente corretto, nel 1975 dalla dottoressa belga Danièle

Nicolas Citterio che ha fornito un notevole impulso alla diffusione e al

corretto uso terapeutico del cavallo attraverso anche l’opera

dell’Associazione Nazionale Italiana per la Riabilitazione Equestre

(ANIRE).

L’ippoterapia è un insieme di interventi

e di attività organizzate che utilizza il

cavallo, opportunamente scelto e preparato,

con finalità educative, riabilitative e di

integrazione sociale. Viene svolta da

un’equipe composta da psicologi, educatori

ed educatori specializzati.

L'aspetto fondamentale e particolare che distingue questo

trattamento dagli altri più tradizionali è la presenza della forte spinta

motivazionale che induce il paziente a diventare protagonista attivo della

sua terapia. Questo metodo non si focalizza sull’aspetto deficitario della

persona ma si concentra sulle sue potenzialità, non viene applicato “sul

soggetto” ma è praticato “dal soggetto”, impedendo che si isoli o subisca

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passivamente. Tra il soggetto e il cavallo si instaura un particolare

rapporto attraverso la comunicazione non verbale, uno scambio di gesti

che lascia “parlare il corpo”, creando sensazioni piacevoli e rassicuranti,

fortemente coinvolgenti sotto l’aspetto emotivo e relazionale.

Nonostante le diverse attività, il fulcro dell’intervento è fatto di relazioni

che entrano in gioco tra la persona, il cavallo e l’operatore e che è una

relazione d’aiuto in quanto viene vissuta in una situazione dove

l’operatore facilita l'emergere di abilità residue dell’individuo che si

trova in difficoltà. Il desiderio di "far muovere il cavallo" fa sì che i

cavalieri eseguano volentieri le azioni indicate dal terapeuta e li sollecita

a una partecipazione di tutto l’organismo nelle sue componenti sia

fisiche che psichiche. Questa terapia si rivolge a bambini, adolescenti,

adulti e anziani con difficoltà su vari piani (motorio, cognitivo, affettivo,

relazionale o sensoriale). Anche l'abbigliamento richiesto, sia agli

operatori che ai ragazzi, non sottolinea il fatto che si sta svolgendo

un'attività terapeutica psicologica e/o motoria.

Diverse persone possono trarre beneficio da questa terapia: chi ha

un ritardo psicomotorio, chi soffre di disturbi dell’apprendimento,

disturbi generalizzati dello sviluppo (spettro autistico), disturbi

generalizzati dello sviluppo da deficit dell’attenzione e del

comportamento, da nutrizione, ansia da separazione, disturbo reattivo

dell’attaccamento, persone con ritardo mentale o difficoltà relazionali,

sindromi depressive, affette da stress post-traumatico, disturbi

psichiatrici, quali schizofrenia, disturbi dell’umore, alimentari, di

personalità o d’ansia. Per ogni caso viene creato un progetto che tiene

conto della persona e delle sue potenzialità.

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E’ un intervento che ha sempre una spiccata qualità ludico-

ricreativa e prevede diverse attività:

Ippoterapia propriamente detta costituisce l’approccio iniziale al

cavallo e al suo ambiente, si svolge quindi prima a terra attraverso

la cura e la pulizia dell’animale che favorisce la consapevolezza

delle necessità di un altro essere vivente e getta le basi per uno dei

processi di socializzazione e relazione fondamentali, l’empatia, e

successivamente sull’animale accompagnato da un istruttore. E'

riservata dunque a disabili incapaci di mantenere la posizione in

sella e di condurre il cavallo in modo autonomo.

Riabilitazione equestre: È una fase avanzata della cura. In essa il

paziente controlla direttamente il cavallo attraverso le proprie

azioni;

Equitazione sportiva per disabili rappresenta il raggiungimento di

una notevole autonomia del soggetto, con possibilità di svolgere

normale attività di scuderia e di equitazione, a volte agonistica.

Nell’Ippoterapia devono essere stabiliti e rispettati gli orari degli

incontri, la frequenza e la durata degli stessi, il modo di muoversi nel

maneggio ma soprattutto di relazionarsi con le altre persone presenti e

questo insieme di regole costituisce per la persona uno spazio sociale

indispensabile ai fini del contenimento emotivo e dello sviluppo di una

propria indipendenza e autodeterminazione.

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2.5.4 Delfinoterapia

Di solito pensando alla Pet Therapy, i primi animali che vengono in

mente di certo non sono i delfini, tuttavia la delfinoterapia ha un ruolo

speciale, legato senza dubbio alle straordinarie qualità empatiche di

questi splendidi mammiferi, animali dotati di intelligenza e di sensibilità

spiccate.

L'amicizia tra i delfini e l'uomo è antica, esiste da quando i primi

popoli si accorsero che questi animali, a differenza di altri pesci,

sentivano un particolare legame con l’uomo tanto da essere pronti a

socializzare, a difenderlo e salvarlo se in difficoltà in mare. Esiste un

bellissimo racconto mitologico che sottolinea quanto sia radicato e

profondo il rapporto di amicizia e gratitudine che lega esseri umani e

delfini. Si tratta della leggenda sulla fondazione della città di Delfi, nella

Grecia antica, ad opera di Icadio, figlio di Apollo. Il giovane, durante un

viaggio in mare fece naufragio e venne salvato da un delfino il quale,

trasportandolo sulla sua groppa, lo riportò a terra depositandolo alle

prendici del monte Parnaso, dove, in suo onore, Icadio fondò la città di

Delfi.

La delfinoterapia, conosciuta anche come DAT (Dolphin Assisted

Therapy = Terapia Assistita con i Delfini), è fatta di interazioni giocose,

contatto tattile e visivo. Nacque negli anni ’70, grazie a David Nathanson

e Betsy Smith, docenti presso la Florida International University di

Miami. I due ipotizzarono che grazie al contatto coi delfini, giocosi e

allegri di natura, si potessero migliorare gli effetti delle terapie mediche

comuni e dei farmaci somministrati a pazienti malati. La stessa

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conformazione del delfino, con la bocca che sembra sempre sorridere, è

in grado di trasmettere la serenità necessaria alle cure cui sottoporsi.

In Italia venne introdotta nel 1993 grazie all'associazione Arion, che

la mise in pratica nell'Acquario-delfinario di Rimini.

La delfinoterapia consiste essenzialmente nel nuotare con gli

animali, toccarli, giocare e lasciarsi portare aggrappandosi a loro. Gesti

semplici ma in grado di avere degli effetti miracolosi.

Sembra che il verso dei delfini sia composto da ultrasuoni che

vanno dai 20 mila ai 150 mila Hertz, in grado di stimolare la produzione

di endorfine nel cervello. Inoltre, secondo gli studi effettuati dagli

specialisti americani, confermati dalla pratica, l'interazione con questi

splendidi animali stimola l'attivazione dell'area cerebrale deputata

alla comunicazione degli affetti e delle emozioni legate ai sentimenti. Per

tale ragione la delfinoterapia è utilissima come aiuto a uscire dal proprio

guscio di isolamento per i bambini e gli adolescenti affetti da

autismo, problemi di concentrazione o apprendimento, disturbi e

disabilità psico-fisiche, e naturalmente in caso di depressione clinica.

Entrare in contatto con un

delfino, nuotare con lui e

accarezzarlo stimola la

capacità di comunicare,

soprattutto quando ci si

immerge in acqua insieme a

lui.

Tutte le persone con disabilità fisiche e psichiche possono trarre un

grande giovamento dall’interazione con i delfini, ad esempio chi ha

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ritardi mentali o i bambini con la sindrome di Down, chi soffre di

disturbi della coordinazione o è affetto da spasticità. Ma la delfinoterapia

è molto efficace anche come cura per la riabilitazione fisica dopo traumi

e incidenti o a seguito di malattie degenerative che colpiscono le

articolazioni, oppure casi di disagio motorio post operatorio, in quanto,

grazie ad essa, si risolvono più velocemente problemi di deambulazione,

problemi di coordinazione e armonia del movimento.

I delfini sono animali affettuosi con una straordinaria attitudine alla

socialità, istintivamente sono portati ad aiutare le persone in difficoltà,

soprattutto se minori, di cui percepiscono il disagio. Nuotare e

giocare con questi mammiferi dall'intelligenza superiore, oltre a

stimolare le aree cerebrali dell'affettività e della comunicazione e ad

aiutare la riabilitazione fisica e quindi permettere un recupero più rapido

della capacità di movimento, ha effetti notevoli sull'umore. La capacità

dei delfini di interpretare dati nuovi e di agire di conseguenza, può

spiegare l’impressione che essi capiscano l’umore delle persone con cui

entrano in rapporto. Grazie alla loro sensibilità sono in grado di

comprendere il linguaggio del corpo degli esseri umani: se ne deduce

facilmente la genialità di coinvolgerli nel trattamento dei bambini molto

fragili, con esigenze particolari e altrettanto sensibili. Chi si è immerso

con loro, infatti, li descrive timidi con chi ha timore, giocosi con chi è

più attivo e tranquilli con chi è rilassato. Il cervello del delfino è molto

sviluppato ed è capace di riconoscere quasi 50 suoni, parole e simboli

diversi; sa riconoscere anche l’ordine delle parole all’interno di una frase

e sa reagire di conseguenza qualora l’ordine, e quindi il comando, viene

pronunciato in un modo o nell’altro dall’addestratore.

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Il gioco con il delfino e il contatto fisico, apportano un livello

diverso di comunicazione anche alle persone più chiuse in se stesse. Per

questo motivo, vengono impiegati per gettare un ponte comunicativo,

con le persone affette da autismo, con le quali riesce a entrare in

contatto, spezzando la gabbia dell’isolamento e rompendo quella spirale

di ripetitività dei comportamenti tipica di coloro che sono affetti da tale

malattia. Infatti, i delfini essendo molto intelligenti riescono ad assumere

ogni volta comportamenti giocosi diversi e originali che stimolano

queste persone. E’ stato rilevato che l’autismo e la depressione meglio si

prestano a questa terapia. Per ottenere risultati più evidenti, come

migliorare le relazioni interpersonali, soprattutto per quanto riguarda

l’autismo, l'età migliore per cominciare è tra i quattro e i cinque anni

d'età. Ma i problemi di isolamento non sono le uniche patologie curabili

con l’aiuto dei delfini. I ricercatori del Dolphin Plus Centre in Florida,

hanno sottoposto con successo alla delfinoterapia anche i malati

terminali, i paraplegici e le persone che hanno patito gravi amputazioni

nonché ragazzi ciechi e sordociechi. Alcuni eventi di cronaca hanno

dimostrato come il delfino sia utilissimo anche nelle manovre di

soccorso: questi mammiferi trasportano i bagnanti in pericolo a riva,

quasi capissero che l’uomo non può respirare sott’acqua. Essendo in

grado di decifrare il linguaggio del corpo, interagiscono con l’uomo in

maniera originale e profonda. Riassumendo, quindi, il delfino è in grado

di aumentare l’autostima del soggetto, la capacità di memorizzare

informazioni e di elaborarle, l’attenzione, la fiducia in se stessi, la

coordinazione motoria, le facoltà linguistiche, la percezione di sé nello

spazio e di migliorare il rapporto con gli individui che lo circondano.

Insomma, davvero una Pet Therapy speciale. In Italia la delfinoterapia si

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pratica nel delfinario di Rimini, come anticipato, e

nello Zoomarine presso il bioparco di Roma, specificamente destinata ai

bambini affetti da autismo.

Purtroppo però ci sono anche delle critiche per quanto riguarda

questa terapia, in quanto, i delfini vengono portati via dal loro habitat

naturale e rischiano di non venir tutelati o addirittura sfruttati. Per questo

bisogna rispettare le norme igieniche e controllare bene che non vengano

contagiati da malattie trasmissibili da parte dell’uomo e soprattutto,

vivendo nei mari ed avendo bisogno di spazio per muoversi, è necessario

che i delfinari siano molto grandi. Bisogna rispettarli dato che sono così

preziosi per l’uomo.

2.5.5 Onoterapia

L'onoterapia è un tipo di Pet Therapy diffusa in Francia, Stati Uniti

e Svizzera, praticata utilizzando asini. Solo di recente si sta diffondendo

nei centri di riabilitazione italiani.

É un tipo di terapia molto coinvolgente che non consente mai di

restare passivi o di isolarsi. Può essere destinata a chi soffre di disturbi

della personalità, a cardiopatici e ipertesi, a chi ha handicap motori, a

malati psichiatrici, detenuti, sieropositivi, audiolesi, non vedenti, persone

con problemi di ansia, stress, solitudine, accettazione e disarmonia

emotiva.

Offre il grande vantaggio di adattarsi a persone di ogni età, grazie

all’indole pacata degli asini. Viene spesso suggerita per i bambini

iperattivi o autistici, ad anziani depressi lievi, a persone con scarsa

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autostima, stressate dall'ansia del giudizio altrui. L'onoterapia, se

associata a cure psicologiche, funziona anche nei casi di disturbi

alimentari o di tossicodipendenza.

Grazie alle sue caratteristiche, l'asino viene impiegato per le terapie:

la taglia ridotta, il profilo

arrotondato, la morbidezza al tatto, la

grande pazienza, calma, tranquillità,

mansuetudine e sensibilità, la

lentezza nei movimenti e la tendenza

ad andature monotone. È un animale

forte, al contempo dolce, ma mai aggressivo, è indipendente e

collaborativo, coraggioso, intelligente ed empatico.

Per entrare in comunicazione con il paziente si passa attraverso il

sistema asino-persona-operatore. L'operatore svolge due importanti

funzioni: facilitare la comunicazione e condurre l'animale.

Questa terapia o co-terapia, in quanto affianca delle terapie già in

corso, è un intervento strutturato e gestito in modo individuale sul

paziente da un equipe multidisciplinare. Assume un valore terapeutico in

quanto è programmato, gestito e seguito da figure professionali che

mano a mano verificano ciò che realmente sta accadendo e gli eventuali

miglioramenti.

La relazione paziente-animale coinvolge totalmente le persone sia a

livello fisico, tramite il contatto con l'animale, sia a livello psichico,

attraverso l'incontro, il coinvolgimento, le emozioni, le sensazioni, le

paure vissute o superate, l'affetto e il legame, sia a livello energetico,

cioè l'attrazione o la repulsione dell'animale.

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L'asino, mediante la sua vicinanza, aiuta il paziente a ridurre il suo

stress, alleviare le difficoltà emotive e migliorare la sua comunicazione

Questo approccio permette anche di ritrovare certe emozioni nascoste o

sepolte, imparando a riconoscerle per poi provare ad esprimerle, gestirle

e controllarle.

I percorsi di cura con l'asino prevedono all’inizio la conoscenza

dell'animale, attraverso il tatto, valorizzando la mano come strumento di

comunicazione e affetto, poi esercizi in serie e giochi che favoriscono

linguaggio, responsabilità e concentrazione. I miglioramenti, spiegano i

terapeuti, ci sono, ma a oggi l'onoterapia non è riconosciuta dalla

comunità scientifica.

L’onoterapia è adatta anche a chi vuole semplicemente staccare la

spina perché riporta al contatto con la natura, allontanando lo stress

quotidiano e i rumori delle città, riscoprendo ritmi di vita più idonei al

proprio equilibrio. La cura antistress inizia con l'avvicinamento graduale

all’animale, la pulizia, le carezze e la preparazione alla passeggiata nei

boschi. Lentamente si passa a un livello di conoscenza reciproca che

culmina nella salita in sella.

Instaurato un rapporto di fiducia, ci si abbandona sul dorso

dell'asino e lo si coccola piano, con movimenti leggeri su collo e schiena.

In brevissimo tempo si è pronti per fare gite, trekking, raduni, corsi e

attività di maneggio. Tutto però sempre sotto la supervisione di esperti

onoterapeuti.

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2.5.6 Animali particolari

Nel Regno Unito una famiglia ha deciso di adottare una puzzola che

fa parte di un programma di Pet Therapy al Critterish Allsorts, dove

vengono educati diversi tipi di

animali alle terapie assistite che

poi si svolgeranno in ospedali,

scuole, case di cura e ospizi.

Grazie al suo carattere, la puzzola

è molto amata dai pazienti che

incontra ed è veramente d’aiuto

per loro. È molto divertente, affettuosa e adora le coccole. Si mette in

braccio ai malati e si lascia accarezzare per ore. Dona il suo amore e la

sua fiducia in cambio di coccole.

Per i reparti pediatrici e riabilitativi di Providence nell’Oregon,

invece, gira un altro animale inconsueto per la Pet Therapy, ma che

come tutti gli animali dona amore

e conforto. Si tratta del lama. Il

pelo morbido, soffice e delicato,

lo sguardo dolce e intelligente, la

bocca grande e simpatica li rende

avvicinabili. Sono addestrati per questo genere di terapie e portano

sollievo e gioia a tutti coloro che sono costretti a rimanere a letto a causa

di operazioni, terapie e malattie di varia entità, oppure sono costretti

sulla sedia a rotelle. Il contatto diretto e lo sguardo sono importanti per le

terapie.

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In America una signora che soffre di depressione ha un’animale

molto speciale a farle compagnia: un canguro, rimasto paralizzato a

causa di una frattura del

collo, che gli ha provocato

dei problemi celebrali. Ha

bisogno di costanti cure,

in quanto non riesce a

camminare e a mangiare

da solo. Grazie alla sua presenza e al tempo che bisogna dedicargli, le

condizioni psicologiche della donna sono migliorate. Inoltre, è di

compagnia anche per le persone anziane di una casa di riposo che lo

accolgono con gioia, passando il tempo ad accarezzarlo e coccolarlo.

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2.6 Benefici della Pet Therapy

Oggi, nonostante molti ritengono non

igienico e poco salutare questo rapporto

uomo-animale d’affezione, la scienza, gli

studi, le statistiche e i nostri stessi psichiatri

ci riferiscono che il contatto con gli animali fa

bene alla salute, e questo non è più una

novità. Curarsi con gli animali è divenuto un metodo se non alternativo,

ma un grosso aiuto per la riuscita di molte terapie.

La scienza ha capito e analizzato quelle situazioni dove l’uomo

ammirava il suo animale, lo rispettava e aveva con lui rapporti di affetto

e amicizia. Questo ha fatto sì che con il tempo, il rapporto uomo-animale

è stato oggetto di ricerche approfondite anche e soprattutto a livello

scientifico. Da questi studi sono stati elencati una serie di cure, effetti

positivi derivati da semplici azioni che agiscono a livello emozionale o

psichico.

Gli animali sono ottimi stimolatori di sorrisi e di risate, infatti

spesso capita che combinino qualche guaio che ci diverte e fa si che

migliori il nostro umore.

Migliore è il rapporto tra uomo e animale maggiori sono i benefici.

Questo lo confermano gli studi effettuati da Herbert Benson che

rilevano un miglioramento del 75% dei casi d’insonnia e una

diminuzione della infertilità femminile causata da effetti psicosomatici.

Un rapporto uomo-animale su base tranquilla, rassicurante, rilassante

interviene nella produzione di adrenalina e altri ormoni causa del buon

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umore e della tranquillità interiore. Aumenta inoltre la produzione

di endorfine (molecole che il cervello elabora sotto l'influsso di

emozioni) queste sostanze sono capaci di innalzare le difese immunitarie

e donare più alta resistenza al corpo umano, contro le infezioni.

Un grosso aiuto per gli anziani o i bambini, non solo a livello

psichico, ma anche a livello fisico, perché la salute mentale facilita

notevolmente la salute fisica. Inoltre un animale da accudire obbliga a

muoversi e la sedentarietà è uno dei grandi nemici dell’età matura o dei

bambini di oggi. Nei bambini, nei loro primi anni di vita, il contatto

diretto con gli animali favorisce un sistema immunitario più forte e

resistente.

Gli studi hanno rilevato quanto sia calata la percentuale di suicidio

in quelle famiglie che possedevano animali in casa. Ogni persona che

costruisce un rapporto intenso, interpersonale con un animale, donando

amore e ricevendone allo stesso modo, un amore gratuito e non critico

aumenta l’autostima e l’amore verso se stessi, un grosso aiuto che

permette all’uomo più introverso di aprirsi al mondo esterno.

Parlare e rapportarsi con l’animale provoca un abbassamento di

pressione del sangue, ciò che non accade se il nostro interlocutore è una

persona, questo perché temiamo la critica, spesso parliamo quasi

stessimo affrontando un esame con il nostro interlocutore. Inoltre, il

senso di compagnia data da un animale d’affezione con il quale abbiamo

un vera amicizia, un rapporto di stima e fiducia ci aiuta a superare

maggiormente piccoli disturbi che il nostro organismo avverte in

periodi di stress, irrequietezza, nervosismo contribuendo a ridurre l’uso

di farmaci quali tranquillanti.

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In America esiste un programma chiamato

Gentle Carousel Miniature Therapy Horses che

utilizza una razza particolare di pony, molto

piccola, per far compagnia a tutti, che siano adulti

o bambini. Questi pony vengono utilizzati in

ospedale, negli ospizi, per bambini che hanno

subito traumi o che vivono in orfanotrofi o per

sostenere i veterani di guerra.

In Italia esistono degli ospedali che hanno un programma simile e

accettano che i pazienti ricevano visite da vari animali domestici. Questi

rendono più piacevole il periodo di convalescenza e la permanenza in

queste strutture.

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Conclusione

È ormai noto che il legame tra uomo e animale è fondamentale per

entrambi e porta benefici a tutti coloro che decidono di crearlo. Per

quanto riguarda la Pet Therapy si sono riscontrati enormi progressi e

stupefacenti miglioramenti nei pazienti che sotto consiglio dei medici e

degli psicologi hanno iniziato questa terapia, affiancata dalle terapie

tradizionali. Vengono utilizzati diversi tipi di animali, dai più comuni ai

più particolari, ognuno con delle caratteristiche e qualità specifiche che

aiutano il paziente a superare i suoi limiti, a migliorare le sue condizioni

generali e le condizioni di vita.

Quindi, da ciascun animale si può trarre beneficio. Non importa che

tipo di animale sia, ognuno ci dà qualcosa, ci dona il suo amore

incondizionato e la sua fedeltà, ci aiuta a superare le nostre difficoltà e

aumenta la nostra autostima così che riusciamo ad affrontare meglio la

quotidianità. Questo vale per tutti noi, in quanto la compagnia di un

animale non fa bene solo ha chi ne ha una necessità specifica ma a tutti

coloro che vogliono avere un amico fidato.

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English section

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Introduction

“What does that mean--'tame'?"

"It is an act too often neglected," said the fox. It means to establish ties."

"'To establish ties'?"

"Just that," said the fox. "To me, you are still nothing more than a little boy

who is just like a hundred thousand other little boys. And I have no need of

you. And you, on your part, have no need of me. To you, I am nothing more

than a fox like a hundred thousand other foxes. But if you tame me, then we

shall need each other. To me, you will be unique in all the world. To you, I

shall be unique in all the world . . ."

(The Little Prince, Antoine de Saint-Exupéry)2

The relationship between humans and animals is very old; humans have

always needed animals to survive. This relationship became stronger and

stronger and more important until humans understood the benefits that come

from it. Animals, which are simple, good and empathic, can help everybody,

especially those who are affected by some kind of trauma, or were born with

some disorder or disturbance, to establish a relationship and to do everyday

activities. Doctors decided to study this relationship and its benefits. In this

way, Pet Therapy was born. This method exploits this relationship to improve

the living condition of humans. There are various animals involved in this

2 Antoine de Saint-Exupéry, The Little Prince, chapter XXI,

http://www.angelfire.com/hi/littleprince/framechapter21.html

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kind of therapy, each with its peculiarity and characteristics that are suitable

for the patient. Every patient has a specific program that is tailor-made for

them, approved and implemented by qualified professionals, such as doctors,

psychologists, therapists and instructors.

All these therapies have to be supported by traditional therapies to achieve

good results. They have long-term benefits. All of us can benefit from having

an animal as a friend as animals make us feel loved, secure and self-confident.

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1. History of the relationship between

humans and animals

At the beginning humans animals to procure food to eat and hides to

cover themselves. Farm and agriculture were born when people started to

live in tribes. This is when the collaboration between humans and animals

began. Humans became shepherds thanks to

the relationship between man and dog and

this gave them time to think, study sciences,

dedicate themselves to art and create laws.

Animals were used as an aid in agriculture,

but their utilization in this sector gradually became less important

especially with the advent of the industrial revolution and the invention of

machines, mass production and improved transport systems.

The importance of animals is evident already in ancient times, when

humans tended to deify some animals. Many Egyptian gods looked like

animals and a glaring example is the cat, which was very important and

venerated.

Anubis Ra Haraoeris Tefnut Bastet

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2. Pet Therapy

2.1 What does it mean?

The term "Pet Therapy" was coined by child psychiatrist Boris Levinson

in the 60s and is an Anglo-Saxon neologism. This therapy is based on the

interaction between man and animal and it is used in the medical,

psychological and educational field and on patients with different pathologies.

This new technique completes and reinforces traditional therapies and it is not

considered an autonomous therapy. All domesticated animals are part of Pet

Therapy. The animals are considered co-therapists in the healing process,

which allows them to consolidate an emotional relationship with the patient

and to facilitate the approach with the various medical and rehabilitative

figures, especially in cases where the patient does not demonstrate

spontaneous collaboration. Pet Therapy is defined as a gentle therapy thanks to

the behavioural, cognitive, psychosocial, psycho-emotional and physical

beneficial effects on patients who undergo this kind of treatment. The

fulfilment of the need to love, the need for affection and interpersonal ties is at

the basis of Pet Therapy.

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2.2 History of Pet Therapy around the

world

The first attempt at animal-assisted therapy took place in the IX century

in Gheel, Belgium, where animals were used to nurse people with disabilities.

The first scientific data and documented use date back to 1792, when in

England the child psychologist William Tuke decided to nurse his patients

with mental disorders with the aid of small pets. In 1859, the nurse Florence

Nightingale observed that small animals could be excellent friends for people

suffering from chronic diseases, providing great comfort and companionship,

and she noticed that if patients took care of the animals, they took better care

of themselves.

In 1867, in Germany, at the Bethel Hospital, many different animals

were used as part of the therapy for people with epilepsy. In 1875, a French

doctor integrated horse riding in the treatment of his patients with neurological

problems as it improved their balance and postural control.

In 1919, in France, patients suffering from shock and mental and

physical disorders due to the First World War, found their serenity again by

playing with dogs.

In the same year, the US Ministry of Interior decided to include dogs in

the treatment of patients that had disorders like depression and schizophrenia

due to the First World War.

In 1942, seriously injured soldiers and those with psychological trauma

due to World War II were nursed with the aid of animals.

In 1953, the child neuropsychiatrist Boris Levinson was treating an

autistic child who created a relationship with him thanks to the presence of a

dog. Levinson then decided to study the effects of the company of animals in

the psychiatric field.

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In 1961, Animal Assisted Therapy was born. Levinson advanced the first

plausible and verifiable theories. He wrote the book “The Dog as a Co-

Therapist”, where for the first time he used the term Pet Therapy.

In 1966, in Norway, the spouses Stordahl founded a centre for the blind.

After a period of therapy with dogs and horses, their patients could ski and

ride a horse.

In 1975, two American psychiatrists, the spouses Corson, developed “Pet

Facilitated Therapy”. In the meantime, in the USA the first Pet Therapy

programs in prisons and criminal mental hospitals were introduced. Pet

Therapy was used also for the elderly and for people with heart problems.

In 1981, in Washington, the “Delta Society”, an association that studies

the interaction between humans and animals, and the therapeutic effects

related to the company of animals, and selects dogs and trains handlers was

founded. Between 1983 and 2003, research was conducted around the world

(Tel Aviv, Australia, and the USA) that highlighted how the company of

animals was beneficial for patients with various pathologies and disorders.

2.2.1 History of Pet Therapy in Italy

On the 6th of December 1987, Pet Therapy was at the centre of a

conference in Italy for the first time. In 1991, the veterinary surgeon, Roberto

Marchesini, created a new discipline, zoo-anthropology. In 2001, the

consolidated law of the Commission of Foreign Affairs prepared the ground

for the involvement of animals as an integration to standard therapy. The law

covers all aspects of animal-assisted therapy comprising the safeguard of the

animals involved. In 2003, the Ministry of Health encouraged the

implementation of Pet Therapy throughout the nation.

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2.3 Pet Therapy activities

In the 80s, Pet Therapy was divided into three programs:

AAA (Animal-Assisted Activities) that include all those recreational

and play-based activities and psychological, sentimental and emotional

support aimed at improving the quality of life of people who, for

various causes and conditions, can benefit from the companionship and

contact with animals to distract them from stressful situations, and to

relax and amuse them. It is used for children, the elderly, the blind, the

disabled, prisoners and drug addicts. These therapies take place in

different places, where professionals and volunteers are present, and

have neither a specified duration nor a planned goal.

AAE (Animal-Assisted Education) that are projects with educational,

learning and cognitive aims. Progress is assessed and documented

during the program. These projects are coordinated by teachers and

educators, and aims at improving attention and social relationship.

AAT (Animal-Assisted Therapy) that has planned goals and is tailor-

made for each patient. Animals are an essential part of this therapy,

whose purpose is to improve the patients’ health, and their physical,

social and cognitive functions and behavioural, mental and emotional

attitudes. This therapy is considered a co-therapy and doctors are

involved to help the patients achieve the goals. All improvements are

carefully analysed, assessed and documented.

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60

2.4 Professionals involved in therapy

The activities are executed by an interdisciplinary team, which interacts

in a complementary way. The team should include all the following

professionals:

Doctor

Psychiatrist or psychologist

Rehabilitation therapist

Teacher

Educationalist who facilitates the relationship between patient, animal

and environment.

Veterinary

Ethologist who contributes to the choice of the animal and to creating a

relationship between patient and animal.

Instructor

Pet Therapy operator

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2.5 Which animals are involved?

Animals, through their affection and love, help people to relax, and gain

self-confidence. They also help them to face illness with serenity.

It is important that the doctor decides when to intervene with Pet

Therapy and chooses which is the animal most suitable under the patient’s

psychological, physical and relational needs.

Passion and love for the animals and respect for their needs, specific

competences for this job, personal attitudes, certainty on the effectiveness of

this therapy are the foundations of Pet Therapy.

Here are some characteristics of the animals used during the therapy:

Dogs: dogs are the most frequently

used animals as co-therapist, especially

certain breeds, such as the Golden and

Labrador Retriever. They can help the

elderly who are in nursing homes, the

disabled, people with autism, and

children with behavioural difficulties.

Patients are encouraged to interact with the dog that always wants to play and

wants attention. Moreover, the love of a dog is unconditional and this helps to

reinforce the self-esteem of people.

Cats: cats are used as co-

therapists for their independence.

They are suitable for people who live

alone and who have to stay at home

because of illness or advanced age.

Physical contact with the cat helps patients with stress, depression, anxiety or

relationship problems. A cat’s purring has a calming effect.

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Horses: horses are used

especially in the treatment of

neurological, post-trauma and muscle

disorders, and physical disabilities.

Children with autism or Down

syndrome, people with motor

impairment or behavioural problems

can benefit from these therapies. The therapy starts with the care of animals.

Hamsters, rabbits and guinea pigs: these

species are suitable for people with

psychological and relational problems, such as

prisoners and children.

Birds: birds have an anti-stress effect thanks

to their power to stimulate happiness and enhance

mood. They do not need special care and therefore

are suitable for nervous people. They also help to

reduce aggression and their song helps patients to

relax.

Turtles: turtles are used in syndromes

associated with stress, they are soothing and

help to reduce anxiety and symptoms of

depression. In general, their need to be

taken care of increases the patients’ sense of

responsibility and lessens their sense of

inadequacy.

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Fish: Observing fish in an aquarium can help

reduce the tachycardia and muscle tension, and can be

an anti-stress activity.

Dolphins: dolphins are used as a co-

therapists for the treatment of depression, for

people with relational or mental disorders or

sentimental and emotional problems. They help

patients with autism by facilitating their social

adaptation.

Donkeys: donkeys are very docile and patient. They are mostly used for

people with physical disabilities, and psychiatric or behavioural disorders.

Goats: goats are mainly used for

children with deficit disorder and

hyperactivity, but also for children with

cognitive and psychosocial problems. Goats

can help people under stress and patients

with social, behaviour and communication

problems, but also disabled and psychiatric

patients.

Cows: cows helps people with psychiatric problems. Looking after a

cow increases the patients’ self-esteem and reduces social isolation levels.

Sheep: sheep help people with autism and

schizophrenia. In addition, sheep alleviate anxiety and

depression in children, increasing their self-confidence and

self-esteem.

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2.5.1 Dog Therapy

The relationship established with a dog is sincere and unconditional,

long-lasting and intense. Dogs are friendly; they love being petted, and they

want to be loved by anyone without prejudice. They perceive the different

emotional states of humans, such as anxiety, pain, depression or sadness.

Dogs can help dyslexic children and can improve

the health of the elderly.

Dogs are very important in the treatment of senile

dementia. According to a study conducted in Italy,

Dog Therapy can increase attention, stimulate psychomotor coordination,

provide motivation, help people to relate and decrease their anxiety.

Dogs can detect cancer, so besides their therapeutic use they can help to

diagnose this disease.

A dog can be an intermediary between

patient and doctor, or between patient and

the rest of the world. For those suffering

from autism, temper tantrums, or

hyperactivity, a pet animal can stimulate, in

a natural way, an improvement of mental

and physical conditions, especially if you

combine Pet Therapy with medical treatment.

Depression can be cured, day after day, with the company of a pet.

Interacting with a dog helps a person to feel less alone and overcome fears.

Dogs involved in these therapies must be in top form both form a

physical and mental point of view.

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2.5.2 Cat Therapy

Cats are entertaining animals that attract both the young and the elderly.

They generate positive energy and new emotions. The behaviour of this

animal arises people’s curiosity.

Cats are small and independent animals;

this is why they are suitable for the home. It is

not difficult to take care of them and they can

be a good friend for people who are lonely,

the elderly and children, or people that have

many commitments.

Cats want to be cuddled, petted and loved. This reassures the patient who

has a great need to feel loved and fills the inner emptiness that often makes

people feel sad and depressed.

A cat’s purring can relieve stress, reassure and give serenity and joy;

petting it lowers heart rate and blood pressure.

2.5.3 Horse Therapy

Horse therapy is a set of medical techniques that uses horses to improve

peoples’ health.

Horses are very sensitive, intelligent and have a strong ability to adapt.

The use of horses for therapeutic purposes was first recommended by

Hippocrates of Kos (460-370 BC), considered the father of medicine, who

advised long rides to combat anxiety, stress and the insomnia. The physician

Giuseppe Benvenuti (1759) supplied the first scientific documentation. At the

end of World War I, horses were used in rehabilitation programs; in Italy

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horse therapy was introduced in 1975 by the Belgian physician, Dr Danièle

Nicolas Citterio, and through the Italian National Association for Equestrian

Rehabilitation (ANIRE).

The patient becomes an active protagonist of this therapy. This method

focuses on the potentiality of a person and this

therapy is not applied "on the patient" but it is

practiced "by the person”. This project aims at

creating a relationship between the person, the horse

and the operator. The operator helps patients to

demonstrate their residual capabilities. The desire to

"make the horse move" means that the riders do

what the therapists say. This therapy is used in a

wide range of health problems and is suitable for children, adolescents, adults

and the elderly.

This therapy is used as part of the treatment for people with autism,

mental retardation or relational difficulties, depressive syndromes, post-

traumatic stress, and psychiatric problems such as schizophrenia, and mood,

eating, personality or anxiety disorders. After analysing and assessing each

case separately, the therapy is tailor-made for the patient according to his/her

potentiality.

This therapy includes many activities:

• Hippotherapy, which include grooming, feeding and ground exercises

and then riding a horse, accompanied by an instructor. It is used for the

disabled who are unable to maintain a correct position in the saddle and ride

the horse independently;

• Therapeutic Riding, when the patients directly controls the horse

through their actions;

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• Competitive Riding for the Disabled, when the patient has achieved

autonomy and can compete in horse races.

The frequency, duration and times of the therapeutic sessions should be

established and strictly adhered to.

2.5.4 Dolphin Therapy

Dolphins are intelligent and sensitive. Dolphin Assisted Therapy means

playing with this animal and having a tactile and visual contact with it. It was

used for the first time in Miami in the ’70s and was introduced in Italy in 1993

in the aquarium and dolphinarium in Rimini.

The patient has to swim, touch, pet and play with this animal. Simple

actions that are beneficial to patients in many ways.

The sounds emitted by dolphins are ultrasonic and they stimulate the

production of endorphins in the brain. The interaction with these animals

activates the area of the brain

related to feelings. Dolphin

Therapy helps children and

adolescents with autism, with

concentration or learning

disorders, with mental and

physical disabilities, and, of

course, in the case of clinical depression it helps patients emerge from their

state of isolation. This therapy is also used for physical rehabilitation after

injuries, accidents or diseases.

Dolphins help people in difficulty, especially children, and they

understand the language of humans. Researchers at the Dolphin Plus Centre in

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Florida have successfully used Dolphin Therapy for terminally ill, paraplegics,

people who suffered severe amputations, and blind and deafblind children.

Dolphins are also very useful in rescue operations.

Dolphins can increase patients’ self-esteem, ability to learn, attention,

self-confidence, motor coordination and self-perception in space, and improve

their relationships with others.

2.5.5 Donkey Therapy

Donkey Therapy is widespread in France, the USA and Switzerland.

This therapy is useful for people

who have personality or eating

disorders, heart diseases and

hypertension, physical disabilities and

for psychiatric patients, prisoners, HIV

positives, the deaf, the blind, for people

with anxiety and stress problems, or

people who suffer from loneliness, depression, autism and hyperactivity.

Donkeys are used for therapeutic purposes thanks to their qualities. In

fact, they are calm, patient, slow, sweet, emphatic and intelligent.

Donkey Therapy involves the patient both physically, through contact

with the animal, and mentally, through emotions and feelings.

Donkey Therapy is also suitable for those who want to take a break from

daily stress and the chaos of city life.

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2.5.6 Unusual animals

In the UK, a skunk is part of a Pet Therapy

program at Critterish Allsorts, where many animals

are trained to assists therapeutic treatment provided

in hospitals, schools, nursing homes and hospices.

the patients love the skunk and it really helps them a

lot. It is very funny, affectionate and loves to cuddled.

In Oregon, llamas, which are sweet, smart and funny, are used for Pet

Therapy. They are trained as therapy animals to

be used in the treatment of people who are

bedridden following operations, for people

suffering certain diseases or wheelchair users.

In America, a woman suffering from

depression has a partially paralyzed kangaroo,

as a therapy pet. Taking care of the kangaroo

and helping it to rehabilitate, has eased her

depression. This kangaroo is also a friend of

the elderly in a local nursing home.

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2.6 Benefits of Pet Therapy

The friendship between humans and animals is healthy. Animals are an

important help for the positive outcome of a therapy.

Some studies highlighted how animal-assisted therapy is important both

at emotional and psychological level.

Pets make everybody smile and laugh. They are often naughty and get

into trouble and this makes people laugh and puts them in a good mood.

A human-animal relationship improves insomnia in 75% of cases,

decreases female infertility and increases the production of adrenaline and

other hormones that improve mood and inner tranquillity. It also increases the

production of endorphins that can reinforce the immune system.

Having a pet helps to reduce the sedentary lifestyle for the elderly or

children. The immune systems of young children become stronger and more

resistant thanks to contact with animals.

Studies have shown that the suicide rate is lower in families who have

pets. In fact, animals increase peoples’ self-esteem and self-love.

Relationships with animals reduce blood pressure and help to decrease

stress, restlessness, nervousness.

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Conclusion

There is no doubt that the relationship between humans and animals is

essential and benefits both humans and animals. As far as Pet Therapy is

concerned, studies have shown that when used along with traditional treatment

under the supervision of physicians and psychologists, great improvement is

seen in patients at both physical and psychological level. All kinds of animals

are used In Pet Therapy, each with their particular characteristics and qualities

that can help patients forget their pain, problems and limitations, and therefore

improve their condition and quality of life.

Friendship with any animal has its benefits. No matter what kind of

animal it is, each one gives us something. All animals give us their

unconditional love and loyalty and help us to overcome our difficulties and

increase our self-esteem. The relationship with an animal is important for all

of us, not only for people that have a specific need but also for all those who

want to have a trusted and faithful friend.

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Deutscher Abschnitt

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Vorwort

»Was heißt 'zähmen'?«

»Das ist eine in Vergessenheit geratene Sache«, sagte der Fuchs. »Es

bedeutet: sich 'vertraut machen'.«

»Vertraut machen?«

»Gewiß«, sagte der Fuchs. »Du bist für mich noch nichts als ein kleiner

Knabe, der hunderttausend kleinen Knaben völlig gleicht. Ich brauche dich

nicht, und du brauchst mich ebensowenig. Ich bin für dich nur ein Fuchs, der

hunderttausend Füchsen gleicht. Aber wenn du mich zähmst, werden wir

einander brauchen. Du wirst für mich einzig sein in der Welt. Ich werde für

dich einzig sein in der Welt...«

(Der kleine Prinz, Antoine de Saint-Exupéry)3

Die Beziehung zwischen Mensch und Tier ist sehr alt, Menschen haben

immer Tiere benötigt, um zu überleben. Diese Beziehung hat sich immer

stärker und wichtiger, bis der Mann realisierte der Nutzen, der wie bekommen.

Die Tiere mit ihrer Einfachheit, Freundlichkeit und Empathie können jedem

helfen. Im Besonderen können sie denjenigen, die Trauma erlitten haben oder

mit einer Geisteskrankheit geboren worden sind helfen.

3 Antoine de Saint-Exupéry, Der kleine Prinz, Kapitel XXI,

http://roman-hartmann.de/Prinz_de/html/kapitel_21.html

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Ärzte entschlossen deshalb dieses Verhältnis und dessen Nutzen zu

studieren. Auf diese Weise wurde die Pet Therapie geboren. Diese Methode

nutzt diese Mensch-Tier Beziehung aus um die Lebensbedingungen der

Menschen zu verbessern. Es gibt verschiedene Tiere die sich für diese

Therapie eignen, alle mit ihrer Eigentümlichkeit und Eigenschaften, die für

den Patienten geeignet sind. Jeder Patient hat ein spezielles Programm, das für

ihn geeignet ist, erstellt und wird von qualifizierten Fachleuten wie Ärzte,

Psychologen, Therapeuten und Ausbilder verfolgt.

Alle diese Therapien werden von traditionellen Therapien unterstützt, um

gute Ergebnisse zu erzielen. Sie haben langfristige, positive Nutzten. Diese

Freundschaft kann uns allen helfen, wir fühlen uns geliebt, sicher und

selbstbewusst.

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1. Geschichte von der Beziehung

zwischen Mensch und Tier

Am Anfang jagten Menschen die Tiere, um etwas zu essen zu haben, und

verwendeten ihre Pelze um sich zu zudecken. Bauernhofe und Landwirtschaft

sind entstanden, als die Menschen begannen in Stämmen zu leben. Auf diese

Weise begann die Zusammenarbeit zwischen Mensch und Tier. Der Mensch

wurde ein Schäfer, dank der Beziehung zwischen Mensch und Hund. Die

Tiere wurden als Hilfsmittel in der Landwirtschaft verwendet, aber im Laufe

der Zeit, durch die industrielle Revolution wurde die Verwendung von Tieren

in der Landwirtschaft immer weniger wichtig.

Schon bereits in der alten Zeit, waren die Tiere von großer Bedeutung. Sie

wurden sogar zu Göttern erhoben, wie z. B. im alten Ägypten, wo die Götter

zum Teil Mensch und Tier waren. Ein weiteres Beispiel ist die Katze, die sehr

wichtig war und verehrt wurde.

Anubis Ra Haraoeris Tefnut Bastet

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2.Tiertherapie

2.1 Was heißt das?

Der Begriff "Pet therapie" wurde vom Kinderpsychiater Boris Levinson

in den 60er Jahren geprägt und ist ein angelsächsischer Neologismus. Diese

Therapie basiert auf der Interaktion zwischen Mensch und Tier, und sie wird

im medizinischen, psychologischen und pädagogischen Bereich eingesetzt und

bei Patienten mit verschiedenen Erkrankungen benutzt. Bei dieser neuen

Technik handelt es sich nicht um eine eigenständige Therapie, sondern sie

ergänzt die traditionellen Therapien. Alle domestizierten Tiere können bei der

Therapie benutz werden.

Die Tiere, als Co-Therapeuten im Heilungsprozess, können eine

emotionale Beziehung mit dem Patienten erstellen. Das erleichtert den

Therapieansatz der verschiedenen medizinischen und rehabilitativen Figuren,

insbesondere in den Fällen in denen der Patient nicht spontan mitarbeitet. Pet-

Therapie ist als eine sanfte Therapie definiert und dient zur Förderung von

positivem, kognitivem, psychosozialem und psychoemotionalem Verhalten.

Die Grundlage der Pet-Therapie ist die Befriedigung der Notwendigkeit zu

lieben und fördert Zuneigung und zwischenmenschliche Beziehungen.

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2.2 Geschichte der Tiertherapie auf der

ganzen Welt

Der erste Versuch der tiergestützten Therapie war im XIX Jahrhundert in

Gheel, in Belgien. Im Jahre 1792 beschloss der Kinderpsychologe William

Tuke in England, mit kleinen Haustieren die psychischen Störungen seiner

Patienten zu pflegen. Im Jahr 1859 bemerkte die Krankenschwester Florence

Nightingale, dass kleine Tiere ausgezeichnete Begleiter für chronisch Kranke

sind und Unterhaltung bieten können. Und sie bemerkte, dass, wenn die

Patienten Tiere pflegten, sie sich auch besser selbst um sich kümmerten.

Im Jahr 1867 wurde in Deutschland das Krankenhaus Bethel gegründet,

wo die Therapie mit Tieren für Menschen mit Epilepsie verwendet wurde. Im

Jahr 1875 nahm ein französischer Arzt, Patienten mit neurologischen

Problemen in Behandlung.

Im Jahr 1919 in Frankreich fanden Patienten unter Schockzustand, d.h.

mit geistigen und körperlichen Störungen, verursacht durch den Ersten

Weltkrieg, ihre Gelassenheit im Spiel mit Hunden wieder.

Im selben Jahr beschloss das US-Innenministerium, Hunde als Hilfe zur

normalen Therapie für alle Patienten mit Störungen, wie Depression und

Schizophrenie, zu verwenden.

Im Jahr 1942, nach dem Zweiten Weltkrieg wurden schwerverletzte

Soldaten und Soldaten mit emotionalem Trauma, dank Tieren gerettet.

Im Jahr 1953 stellt der Neuropsychiater Boris Levinson eine Beziehung

mit einem autistischen Kind, dank der Anwesenheit eines Hundes her.

Im Jahr 1961 wird die „Pet Therapie“ geboren. Levinson schrieb das

Buch "Der Hund als Co-Therapeut", wo er den Begriff Tiertherapie zum

ersten Mal verwendet.

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80

Im Jahr 1966 gründete das Ehepaar Stordahl in Norwegen ein Zentrum

für Blinde. Nach einer Zeit der Therapie mit Hunden und Pferden konnten ihre

Patienten Ski fahren und reiten.

Im Jahr 1975 entwickelten zwei amerikanische Psychiater die "Pet

erleichterte Therapie". In der Zwischenzeit wurde in den USA damit

begonnen, die ersten Programme dieser Tiertherapie in Gefängnissen und

psychiatrischen Kriminalkliniken zu verwenden. Tiertherapie wurde auch für

ältere Menschen und für Menschen mit Herzproblemen angewendet.

Im Jahr 1981 wurde in Washington, die "Delta Society" gegründet, ein

Verein, der die Interaktion zwischen Mensch und Tier studierte. Zwischen

1983 und 2003 wurde auf der ganzen Welt (Tel Aviv, Australien, USA) nach

dem Nutzen der Gesellschaft von Tieren in verschiedenen Situationen

geforscht.

2.2.1 Geschichte der Tiertherapie in Italien

Am Am 6. Dezember 1987 erreicht die Pet-Therapie Italien. Im Jahr

1991 gründet der Tierarzt Roberto Marchesini eine neue Disziplin: Zoo-

Anthropologie. Im Jahr 2001, bereitet der Wortlaut des Gesetzes der

Kommission für auswärtige Angelegenheiten die Grundlagen für die

Beteiligung von Tieren als Hilfe der Standardtherapie vor. Das Gesetz sieht

vor, dass man die verschiedenen Bedingungen respektieren muss, und dass

die, bei der Therapie beteiligten Tiere geschützt sind. Im Jahr 2003 beschließt

das Ministerium für Gesundheit, dass die Umsetzung der Tiertherapie in der

ganzen Nation gefördert werden soll.

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2.3 Bestandteil von Pet Therapy

In den 80er Jahren wurde die Tiertherapie in drei Programme unterteilt:

• Das AAA (Tiergestützte Aktivitäten) umfasst alle freizeitlichen und

spielerischen Interventionen. Ebenfalls soll psychologische, sentimentale und

emotionale Unterstützung darauf abzielen, die Lebensqualität von Menschen

zu verbessern, denen es aus verschiedenen Gründen schlecht geht. Der

Kontakt mit Tieren soll sie von belastenden Situationen ablenken, sie

entspannen und amüsieren. Das gilt für Kinder, ältere Menschen, Blinde,

Behinderte, Gefangene und Drogenabhängige. Diese Aktivitäten finden an

verschiedenen Orten statt, wo Profis und Freiwillige vorhanden sind, und

haben weder eine bestimmte Dauer noch ein geplantes Ziel.

• Die AAE (Tiergestützte Bildung) sind Projekte mit erzieherischem und

kognitivem Ziel, die während des Programms ausgewertet und dokumentiert

werden. Diese Projekte sollen soziale Beziehungen verbessern.

• Die AAT (Tiergestützte Therapie) hat geplante Ziele und ist für jeden

Patienten personalisiert. Tiere sind ein wesentlicher Bestandteil in dieser

Therapie, deren Zweck die Gesundheit der Patienten ist. Sie sollen der

Verbesserung der physischen, sozialen und kognitiven Funktionen dienen und

außerdem die mentalen und emotionalen Einstellungen verbessern. Bei dieser

Co-Therapie müssen die Patienten den Ärzten folgen, um ihre Ziele zu

erreichen. Alle Verbesserungen werden sorgfältig analysiert, ausgewertet und

dokumentiert.

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2.4 In Tiertherapie beteiligte Experten

Die Aktivitäten werden von einem interdisziplinären Team durchgeführt,

das in komplementärer Weise interagiert. In der Arbeitsgruppe sollten alle

folgenden Experten vorhanden sein:

• Arzt

• Psychiater oder Psychologen

• Rehabilitation Therapeut

• Lehrer

• Pädagoge, der die Beziehung zwischen Patient, Tier und Umwelt

erleichtert.

• Tierarzt

• Pathologe, der bei der Wahl des Tieres beiträgt und eine Beziehung

zwischen Patient und Tier schafft.

• Abrichter

• Tiertherapie Betreiber

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2.5 Welche Tiere sind beteiligt?

Tiere, die durch ihre Zuneigung und Liebe den Menschen helfen,

Krankheit mit Gelassenheit zu bewältigen.

Es ist wichtig, dass der Arzt entscheidet, welches Tier für die

psychischen, physischen und relationalen Bedürfnisse des Patienten das

geeignetste ist.

Leidenschaft und Liebe für die Tiere und die Achtung ihrer Bedürfnisse,

spezifische Kompetenzen für diesen Job, persönliche Einstellungen, Sicherheit

über die Wirksamkeit dieser Therapie sind die Grundlagen der Tiertherapie.

Hier einigem Eigenschaften der Tiere die die bei der Therapie eingesetzt

werden können:

Hund: : ist das am häufigsten verwendete

Tier als Co-Therapeut, vor allem bestimmte

Rassen, Golden und Labrador Retriever. Es kann

älteren Menschen helfen, die im Pflegeheim

sind, Behinderte, Menschen mit Autismus,

Kinder mit Verhaltensstörungen. Die Patienten

werden aufgefordert, mit dem Hund zu kommunizieren, der immer bereit ist.

Außerdem will der Hund immer Liebe geben, die das Selbstwertgefühl der

Menschen zu stärken hilft.

Katze: wird als Co-Therapeut für seine

Unabhängigkeit verwendet. Katzen sind

geeignet für Menschen, die allein leben und

die wegen Krankheit oder fortgeschrittenen

Alters zu Hause bleiben müssen. Der physische Kontakt mit der Katze hilft

Patienten mit Stress, Depression, Angst oder Beziehungsproblemen. Das

Katzenschnurren hat eine beruhigende Wirkung.

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Pferd: wird bei der Behandlung von

neurologischen und hauptsächlich

körperlichen Behinderungen verwendet, und

außerdem bei post-Trauma Patienten und

Patienten mit Muskelstörungen. Kinder mit

Autismus oder Down-Syndrom, Menschen mit motorischen

Beeinträchtigungen oder Verhaltensproblemen können auch von diesen

Therapien profitieren. Die Therapie beginnt mit der Pflege von Tieren.

Hamster, Kaninchen und Meerschweinchen: eignen sich für

Menschen mit psychischen und Beziehungsproblemen, wie Gefangene und

Kinder.

Vögel: sind Anti-Stress dank ihrer Fähigkeit Glück

zu stimulieren und die Stimmung zu verbessern. Sie

brauchen keine besondere Pflege und sind daher geeignet

für nervöse Menschen. Ihr Singen fördert die Entspannung und hilft

Aggressionen zu reduzieren.

Schildkröte: werden im Zusammenhang mit

Stresssyndrom und Depression verwendet und helfen

Angst zu reduzieren. Normalerweise erhöht ihr

Pflegebedarf das Gefühl der Verantwortung und

reduziert das Gefühl der Unzulänglichkeit.

Fische: Fische in einem Aquarium beobachten, kann helfen, den

schnellen Herzschlag und Muskelverspannungen zu reduzieren, und wirkt

auch als Anti-Stress.

Delphin: wird als Co-Therapeut zur Behandlung von Depressionen,

sentimentalen und emotionalen Problemen verwendet. Weiterhin kann er den

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Menschen mit Beziehungs- oder psychischen Störungen helfen und erleichtert

bei Patienten mit Autismus ihre soziale Anpassung.

Esel: ist sehr gelehrig und geduldig. Die Esel sind vor allem für

Menschen mit körperlichen Behinderungen, psychischen- und

Verhaltensstörungen geeignet.

Ziege: wird vor allem bei Kindern mit

Defizit-Störung, Hyperaktivität, und kognitiven

und psychosozialen Problemen verwendet.

Ziegen können auch bei Menschen unter Stress,

Menschen mit Kommunikationsproblemen, aber

auch bei Behinderten und psychisch Kranken eingesetzt werden.

Kuh: hilft Menschen mit psychischen

Problemen; indem sie ein Tier betreuen, erhöht sich

Selbstwertgefühl, und reduziert die soziale

Isolation.

Schafe: hilft Menschen mit Autismus und

Schizophrenie. Zudem helfen die Schafe Angst und

Depression zu lindern und bei Kindern erhöhen sie ihr

Selbstvertrauen und ihr Selbstwertgefühl.

2.5.1 Hundetherapie

Die Beziehung mit einem Hund ist aufrichtig und bedingungslos,

langlebig und intensiv. Hunde sind freundlich, lieben gestreichelt zu werden

und schenken jedem unvoreingenommen Liebe. Sie nehmen verschiedene

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emotionale Zustände des Menschen, wie Angst, Schmerz, Depression oder

Traurigkeit war.

Der Hund kann legasthenen Kindern helfen

und die Gesundheit der älteren Menschen

verbessern.

Hunde sind sehr wichtig bei der Behandlung

von seniler Demenz. Laut einer Studie in Italien

durchgeführt, kann Hundetherapie die Aufmerksamkeit erhöhen, die

psychomotorische Koordination stimulieren und Angst verringern.

Hunde können Krebs schnüffeln und dies könnte sehr nützlich sein,

sowohl für die Therapie und zur Diagnose.

Der Hund kann ein Vermittler

zwischen Patient und Arzt sein, oder

zwischen Patienten und dem Rest der Welt.

Für diejenigen, die an Autismus,

Wutausbrüchen oder Hyperaktivität leiden,

kann das Haustier auf natürliche Weise eine

Verbesserung der psychischen und

physischen Bedingungen stimulieren, vor allem, wenn man Pet Therapie mit

medizinischer Beratung verbindet.

In Gesellschaft eines Haustieres kann ein Depression Tag für Tag geheilt

werden. Das Arbeiten mit dem Hund hilft einer Person sich weniger allein zu

fühlen und alle Ängste zu entfernen.

Hunde, die bei diesen Therapien verwendet werden, müssen perfekt und

körperlich und geistig gesund sein.

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2.5.2 Katze Therapie

Die Katze ist ein lustiges Tier, das Jung und Alt anzieht. Sie schenkt

positive Energie und neue Emotionen. Das Verhalten dieses Tieres weckt

menschliche Neugier.

Katzen sind klein und unabhängig. Aus

diesen Gründen sind sie geeignet, zu Hause zu

bleiben. Es ist nicht schwer, sich um sie zu

kümmern, und sie können ein guter Freund für

einsame oder ältere Menschen sein. Sie helfen

aber auch Kindern oder Menschen, die viele

Verpflichtungen haben.

Die Katze liebt es gestreichelt zu werden. Das füllt die innere Leere, die

oft traurig macht und deprimiert.

Das Katzenschnurren kann Stress lindern, beruhigen und Freude geben.

Das Streicheln kann die Herzfrequenz und den Blutdruck senkten.

2.5.3 Pferdetherapie

Die Pferdetherapie benutzt verschiedene medizinische Techniken, um die

Gesundheit des Menschen zu verbessern.

Das Pferd ist sehr empfindlich, intelligent und hat eine starke Fähigkeit

zur Anpassung.

Die Verwendung des Pferdes zu therapeutischen Zwecken ist bereits von

Hippokrates von Kos, als der Vater der Medizin (460-370 vor Christus)

empfohlen worden. Er hat zu langen Ritten geraten, um Angst, Stress und

Schlaflosigkeit zu bekämpfen. Der Arzt Giuseppe Benvenuti (1759) liefert die

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erste wissenschaftliche Dokumentation. Am Ende des Ersten Weltkrieges wird

das Pferd in Rehabilitationsprogrammen verwendet. In Italien wird die

Pferdetherapie im Jahr 1975 von der belgischen Dr. Danièle Nicolas Citterio

und auch durch die italienische Nationale Vereinigung für Reiter

Rehabilitation (ANIRE) eingeführt.

Der Patient wird ein aktiver Protagonist der Therapie. Diese Methode

konzentriert sich auf die Potentialität des

Patienten, er ist kein passiver Bestandteil der

Therapie, aber nimmt aktiv an ihr Teil. Dieses

Projekt zielt darauf ab, eine Beziehung zwischen

Patienten, Pferd und Therapeut zu schaffen. Der

Therapeut hilft dem Patienten, der in

Schwierigkeiten ist, die verbleibenden Fähigkeiten

zu demonstrieren. Der Wunsch, "das Pferd im

Bewegung zu setzen " bedeutet, dass der Reiter tut, was der Therapeut sagt.

Diese Therapie hilft bei Kindern, Jugendlichen, Erwachsenen und ältere

Menschen mit verschiedenen Problemen.

Diese Therapie eignet sich für Menschen mit Autismus, geistiger

Behinderung, Beziehungsproblemen, depressivem Syndrom,

posttraumatischem Stress, psychischen Störungen, wie Schizophrenie,

affektivem Leiden, Essstörungen, Persönlichkeits- oder Angststörungen.

Dieses Projekt dient der Analyse der einzelnen Person und um ihre

Potentialität zu steigern.

Diese Therapie umfasst viele Aktivitäten:

• Hippotherapie: umfasst Pflege, Fütterung, Bodenübungen und das von

einem Ausbilder begleitete Reiten. Sie wird für Behinderte verwendet, die

nicht in der Lage sind, die Position im Sattel zu halten und das Pferd

selbständig führen;

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• Therapeutisches Reiten: während dieser Therapie kontrolliert der

Patient das Pferd direkt durch seinen Aktionen;

• Sport Reiten: wenn der Patient eine bestimmte Autonomie erreicht hat,

kann er wettbewerbsfähiges Reiten ausüben.

Wenn die Länge und die Häufigkeit des Treffens festgelegt ist sollte so

eingehalten werden.

2.5.4 Delphintherapie

Delfine sind intelligent und sensibel. Delphintherapie bestehet aus dem

Spiel mit dem Tier und taktilem und visuellem Kontakt. Sie wurde zum ersten

Mal in Miami in den '70 verwendet, und in Italien im Jahr 1993 im Aquarium

und Delphinarium in Rimini vorgestellt.

Der Patient soll schwimmen, berühren, streicheln und mit diesem Tier

spielen. Einfache Maßnahmen, die Patienten helfen und viele Vorteile für sie

haben.

Die Laute die Delphine ausstoßen

bestehen aus Ultraschallwellen, die die

Produktion von Endorphinen im Gehirn

stimulieren. Delphintherapie ist eine Hilfe

für Kinder und Jugendliche mit Autismus,

Konzentrations- oder Lernstörungen, mit geistigen und körperlichen

Behinderungen, und, natürlich, im Falle einer klinischen Depression kann der

Kontakt mit Delfinen aus der Isolation heraus helfen. Diese Therapie wird

auch für die physische Rehabilitation nach Verletzungen, Unfällen oder

Krankheiten eingesetzt.

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Delfine helfen Menschen in Schwierigkeiten, vor allem Kindern, und sie

verstehen die Sprache des Menschen. Forscher an der Dolphin Plus Center in

Florida, haben erfolgreich die Delphintherapie für Schwerkranke,

Querschnittgelähmte, Menschen mit schweren Amputationen, blinde und

taube Kinder verwendet. Delfine sind auch bei Rettungseinsätzen sehr

nützlich.

Der Umgang mit Delphinen kann das Selbstwertgefühl erhöhen, die

Aufmerksamkeit stimulieren. Weiterhin kann er die motorische Koordination

des Patienten und die Selbstwahrnehmung im Raum und die Beziehung zu den

anderen verbessern.

2.5.5 Esel-Therapie

Esel-Therapie ist weit verbreitet in Frankreich, den USA und der

Schweiz.

Diese Therapie ist nützlich für Menschen, die Persönlichkeits- oder

Essstörungen haben, Herzkrankheiten und

Bluthochdruck. Außerdem hilft sie bei

körperlichen und psychiatrischen

Behinderungen, Autismus und

Hyperaktivität. Sie wird auch eingesetzt

bei Gefangenen, HIV-positiven, Tauben

und Blinden, Menschen mit Angst- und

Stress Problemen, oder Menschen, die an Einsamkeit oder Depressionen

leiden.

Esel werden für die Therapie aufgrund ihrer Eigenschaften verwendet. In

der Tat sind sie ruhig, geduldig, langsam, süß, einfühlsam und intelligent.

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Diese Therapie verwickelt die Patienten sowohl physisch, durch den

Kontakt mit dem Tier als auch mental, durch die Emotionen und die Gefühle.

Esel-Therapie eignet sich auch für diejenigen, die eine Pause vom

täglichen Stress und vom Chaos der Stadt brauchen.

2.5.6 Ungewöhnliche Therapie

In Großbritannien ist ein Stinktier Teil eines

Programms, Pet-Therapie bei Critterish Allsorts,

wo viele Tiere abgerichtet werden. Diese Therapie

wird in Krankenhäusern, Schulen, Pflegeheimen

und Hospizen verwendet. Das Stinktier wird von

den Patienten geliebt und ist für sie sehr hilfreich. Es ist sehr lustig, liebevoll

und liebt es zu kuscheln.

In Oregon, wird das Lama für die Pet-

Therapie verwendet. Es ist süß, klug und lustig.

Auch diese Tiere sind für diese Therapien

abgerichtet worden. Sie helfen bettlägerigen

Menschen nach Operationen, Behandlungen und Krankheiten oder denen die

einen Rollstuhl verwenden.

Eine Frau, in Amerika, die unter Depressionen leidet, pflegt zu Hause ein

Känguru, das wegen einer Halsfraktur gelähmt ist.

Diese Freundschaft verbesset ihren

psychologischen Status. Das selbe Känguru ist

auch ein Freund der älteren Menschen in einem

Pflegeheim.

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2.6 Vorteile von Tiertherapie

Die Freundschaft zwischen Mensch und Tier ist gesund. Die Tiere sind

eine wichtige Hilfe für die Therapie.

Einige Studien haben deutlich gemacht, wie wichtig die Tiere als

Bestandteil der Therapie sind, sowohl in der emotionalen als auch

psychologischen Ebene.

Haustiere bringen alle Menschen zum Lächeln und zum Lachen. Oft

helfen Haustiere mit ihre drolligen Art die Stimmung zu verbessen.

Die Beziehung zwischen Mensch und Tier erhöht die Produktion von

Serotonin, die Stimmung verbessern und innere Ruhe geben. Außerdem wird

auch die Produktion von Endorphinen erhöht, welche das Immunsystem

stärken können.

Ein Haustier gibt älteren Menschen und Kindern den Anreiz zu mehr

Bewegung. Dank dem Kontakt mit Tieren wird das Immunsystem von

Säuglingen stärker und widerstandsfähiger.

In der Tat erhöhen Tiere das Selbstwertgefühl und die Selbstliebe.

Die Beziehung mit Tieren bewirkt eine Verringerung des Blutdrucks und

hilft Stress, Unruhe und Nervosität abzubauen.

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Abschluss

Es ist bekannt, dass die Beziehung zwischen Mensch und Tier

wesentliche Vorteile für beide hat. Die Patienten, die gleichzeitig mit der

traditionellen Therapie und der Pet Therapie, nach dem Rat von Ärzten und

Psychologen behandelt wurden, hatten wichtige Verbesserungen. In der

Tiertherapie sind verschiedene Arten von Tieren beteiligt, die jeweils mit

ihren spezifischen Eigenschaften und Qualitäten dem Patienten helfen, über

seine Grenzen hinaus zu gehen und seine allgemeinen Lebensbedingungen zu

verbessern.

Freundschaft mit jedem Tier hat seine Vorteile. Egal, um welche Art von

Tier es sich handelt, gibt jedes uns etwas. Alle Tiere geben uns ihre

bedingungslose Liebe und Treue und helfen uns, unsere Schwierigkeiten zu

überwinden und erhöhen unsere Selbstachtung. Die Beziehung zu einem Tier

ist wichtig für uns alle, nicht nur für Menschen, die einen besonderen Bedarf

haben, sondern auch für all jene, die einen vertrauenswürdigen Freund haben

wollen.

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Ringraziamenti

I miei ringraziamenti vanno alla mia relatrice, la professoressa Adriana

Bisirri, nonché Direttrice della mia università, e ai miei correlatori, la

professoressa Marylin Scopes, docente di inglese, il professore Kasra Samii,

docente di tedesco, e la professoressa Claudia Piemonte, docente di

informatica. Un grazie a tutti gli insegnanti che in questi tre anni, con

professionalità e simpatia, mi hanno insegnato molto.

Un grazie alla famiglia e a tutti gli amici e alle amiche con cui ho

condiviso momenti davvero piacevoli e divertenti. Un grazie alle persone che

mi sono state più vicine in questi anni e soprattutto, mi hanno supportato in

questo ultimo periodo.

Un grazie alle amiche di sempre, Beatrice Nasini, Veronica Federici,

Carlotta Nardi e alle nuove amicizie Marcello Iozzia, Valentina Caruso,

Carmen Perri e tutte le altre persone speciali incontrate durante questo

percorso.

Un ringraziamento speciale ai miei genitori, che nonostante mi abbiano

lasciato troppo presto, mi hanno trasmesso la loro forza d’animo.

Specialmente un grazie a mio padre che mi ha insegnato a non arrendermi mai

e mi ha inculcato il suo amore per la cultura, per la conoscenza e soprattutto

per la vita!

Grazie, Thank you, Danke Schön, Obrigada!

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