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Per non dimenticare

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Mai dimenticherò quella notte, la prima notte nel campo,

che ha fatto della mia vita una lunga notte e per sette volte

sprangata.

Mai dimenticherò quel fumo.

Mai dimenticherò i piccoli volti dei bambini di cui avevo

visto i corpi trasformarsi in volute di fumo sotto un cielo

muto.

Mai dimenticherò quelle fiamme che bruciarono per sempre

la mia Fede.

Mai dimenticherò quel silenzio notturno che mi ha tolto per

l'eternità il desiderio di vivere.

Mai dimenticherò quegli istanti che assassinarono il mio

Dio e la mia anima, e i miei sogni, che presero il volto del

deserto.

Mai dimenticherò tutto ciò, anche se fossi condannato a

vivere quanto Dio stesso. Mai

dal libro "La notte" di Elie Wiesel

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Una macchia di sporco dentro sudicie mura

e tutto attorno il filo spinato

30.000 ci dormono…

Sono stato bambino tre anni fa.

Allora sognavo altri mondi.

Ora non sono più un bambino,

ho visto gli incendi

e troppo presto sono diventato grande.

Ho conosciuto la paura,

le parole di sangue, i giorni assassinati…

Alla luce di una candela m´addormento

forse per capire un giorno

che io ero una ben piccola cosa,

piccola come il coro dei 30.000,

come la loro vita che dorme

laggiù nei campi,

che dorme e si sveglierà,

aprirà gli occhi

e per non vedere troppo

si lascerà riprendere dal sonno…

Il bambino del ghetto di Terézin

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SE QUESTO E’ UN UOMO

Voi che vivete sicuri

Nelle vostre tiepide case

Voi che trovate tornando a sera

Il cibo caldo e visi amici:

Considerate se questo è un uomo,

Che lavora nel fango

Che non conosce pace

Che lotta per mezzo pane

Che muore per un sì o per un no.

Considerate se questa è una donna,

Senza capelli e senza nome

Senza più forza di ricordare

Vuoti gli occhi e freddo il grembo

Come una rana d'inverno.

Meditate che questo è stato:

Vi comando queste parole.

Scolpitele nel vostro cuore

Stando in casa andando per via,

Coricandovi alzandovi:

Ripetetele ai vostri figli.

O vi si sfaccia la casa,

La malattia vi impedisca,

I vostri nati torcano il viso da voi. Primo Levi

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Un paio di scarpette rosse

C’è un paio di scarpette rosse

numero ventiquattro

quasi nuove:

sulla suola interna si vede ancora la marca di fabbrica

“Schulze Monaco”.

C’è un paio di scarpette rosse

in cima a un mucchio di scarpette infantili

a Buckenwald

erano di un bambino di tre anni e mezzo

chi sa di che colore erano gli occhi

bruciati nei forni

ma il suo pianto lo possiamo immaginare

si sa come piangono i bambini

anche i suoi piedini li possiamo immaginare

scarpa numero ventiquattro

per l’ eternità

perché i piedini dei bambini morti non crescono.

C’è un paio di scarpette rosse

a Buckenwald

quasi nuove

perché i piedini dei bambini morti

non consumano le suole.

Joyce Lussu

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Questo giorno è fatto per ricordare

ricordare ingiustizie

speranze messe a tacere

ricordare vite spezzate

sorrisi ormai cenere

ricordare bocche allattate ad un arido seno

ricordare che dopo il temporale

c'è sempre l'arcobaleno

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Mirko Bardella

Andrea Bei

Alessio Botticelli

Sara Capogna

Riccardo Castaldi

Giulia Cioccio

Angela Conte

Daniele Di Paolo

Chiara Fedeli

Lorenzo Finardi

Alessia Iacobelli

Flavio Leone

Eleonora Onofri

Christian Paris

Alessio Pitorri

Lorenzo Turchetta

Elena Vignoli

CLASSE 1^ B