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Città di Savona

Per consultare il Programma Generale  · musica isolana e di un insolito Moni Ovadia in veste pluriattoriale. Vincenzo Salemme, invece, scrive direttamente per Vincenzo Salemme, invece,

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Città di Savona

Per consultare ilProgramma Generale

www.teatrochiabrera.it

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Teatro ComunaleC h i a b r e r aSTAGIONE ARTISTICA 2017/18

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l Teatro Chiabrera, uno dei simboli più amati e uno dei luoghi più celebri di Savona, ha da sempre saputo affrontare

e superare a testa alta tanti momenti di difficoltà attraversati dal nostro territorio. Anche in tempi più recenti, a dispetto

delle ristrettezze conseguenti alla nota situazione del bilancio comunale, ha mantenuto la sua programmazione di alto

profilo e grande richiamo, capace di unire la continuità con la tradizione e le esigenze di rinnovamento.

Così anche quest’anno il Teatro Comunale presenta una stagione di elevata qualità, con un ampio programma dal

respiro nazionale e internazionale. Il calendario è ricco di proposte, con un’offerta che contiene drammi, commedie

con una attenzione a tematiche di attualità e ad anniversari di importanti avvenimenti storici. Come già in passato,

è d’obbligo un ringraziamento ai tanti savonesi e appassionati da tutta la Liguria che, con il loro continuo sostegno,

dimostrano amore per le eccellenze culturali e attaccamento al nostro Teatro. Siamo certi che la stagione 2017/18 sarà

in grado di appassionare il pubblico degli amanti della cultura, di Savona e di tutto il territorio, compresi i giovani, che,

ci auguriamo, siano sempre più numerosi nel partecipare alle iniziative messe a calendario.

IL SINDACO

Ilaria Caprioglio

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stagione artistica si compone di quattro rassegne per sessantaquattro rappresentazioni. Oltre alla

ormai consueta contiguità tra teatro, televisione e cinema ed “interscambiabilità” degli attori, la stagione di prosa

offre una significativa presenza di autori italiani contemporanei che, a partire dal loro romanzo o dalla sceneggiatura

cinematografica, sono stati oggetto di adattamenti originali per la scena teatrale o di autori italiani che hanno scritto

direttamente per il teatro. Punto d’incontro tra le due opzioni è Stefano Massini, successore di Luca Ronconi al Piccolo

Teatro di Milano e prolifico autore teatrale. Da una parte si è “cimentato” con “Il nome della rosa” di Umberto Eco,

realizzandone una convincente versione teatrale, e dall’altra ha scritto uno degli spettacoli più fortunati della scorsa

stagione, “L’ora di ricevimento”, passando dal livido Medioevo degli scriptoria monastici alla visione disincantata dei

conflitti interculturali che attraversano le aule scolastiche di un istituto della banlieue di una grande città francese.

Per realizzare “Il nome della rosa” si sono uniti tre teatri stabili (Torino, Genova e del Veneto) che hanno sostenuto il

complesso impianto scenico di Margherita Palli e il nutrito gruppo di attori, tra cui si segnala, almeno, Luca Lazzareschi

(Guglielmo da Baskerville) con la fresca e scorrevole regia di Leo Muscato. Un altro teatro stabile, quello dell’Umbria,

ha affidato a Fabrizio Bentivoglio, ironico e disilluso Prof. Ardeche, il compito di sostenere gli “incontri” settimanali con i

genitori della sua classe, incrocio di culture e razze, con il programma minimo, ma realistico che la scuola possa ancora

contrastare il degrado. Guidati con mano felice da Michele Placido il folto gruppo dei comprimari disegna con gusto

le varie caratterizzazioni etniche, con il risultato di temperare le nubi oscure in arrivo. Ancora due titoli italiani con due

diverse “storie”: Andrea Camilleri ha scritto il romanzo “Il casellante” e ne ha tratto, con Giuseppe Dipasquale, un testo

teatrale nel quale ha “fuso” nella sua immaginifica Vigàta storia e mito ovidiano con appropriato uso del canto e della

musica isolana e di un insolito Moni Ovadia in veste pluriattoriale. Vincenzo Salemme, invece, scrive direttamente per

il teatro, con uno sguardo rivolto a Eduardo De Filippo, “Una festa esagerata!” dove mette allo scoperto, seppure in

modo divertente, il lato oscuro e grottesco della “buona” piccola borghesia. Due gli adattamenti da sceneggiature di

famosi film: Gigliola Fantoni ha provveduto a “Una giornata particolare” di Ettore Scola e Ruggero Maccari dove Giulio

Scarpati e Valeria Solarino, pur misurandosi con la coppia Mastroianni-Loren, hanno dato credibilità alla “piccola”

storia degli esclusi sullo sfondo di un fascismo trionfante e Sergio Pierattini ha portato in scena “Regalo di Natale”

di Pupi Avati con un quintetto alla pari dove, alla fine di un poker notturno tutt’altro che amichevole, i bilanci saranno

in rosso profondo. Eric-Emmanuel Schmitt è autore di romanzi, racconti e testi teatrali, uno dei quali, il fortunato

“Piccoli crimini coniugali” continua ad essere rappresentato sia sulla scena che sullo schermo. Dopo la bella edizione

ospitata con Andrea Jonasson del 2005, viene ora proposto da Michele Placido, anche regista, e Anna Bonaiuto,

per la prima volta in città. Il noto giallista avrà davvero perso la memoria a seguito della caduta non riconoscendo più

né casa né moglie? E lei, stimolandolo a ricordare e raccontandogli del loro matrimonio, starà dicendo il vero o sta

inventando la realtà che vorrebbe (e/o avrebbe voluto)? Vitaliano Trevisan ha invece adattato “Il giocatore” di Fëdor

Dostoevskij, intrecciando la vita del grande scrittore russo che, per debiti, si è impegnato a scrivere il romanzo entro

una data prefissata, insieme a quella vissuta sulla carta dal protagonista (un efficace Daniele Russo) a Roulettenburg,

oggi diremmo un “ludopatico”, per una riflessione, sempre contemporanea, sulle “dipendenze” che affliggono la vita

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degli individui. Ma come le dipendenze, anche le ansie del futuro possono essere superate. La “notte dei cristalli”

del novembre 1938 in Germania si riverbera nella quieta Brooklyn e manda in frantumi, appunto “Vetri rotti” di Arthur

Miller, la vita, apparentemente tranquilla, della ebrea Sylvia (Elena Sofia Ricci) che, attraverso la psicoanalisi, forse,

arriverà a ricomporre. E la seconda guerra mondiale fa da sfondo a “Copenaghen” di Michail Frayn, un gioiello di

scrittura teatrale, una “inchiesta” in un luogo che ricorda un’aula di fisica, dove si incontrano gli scienziati Niels Bohr

(Umberto Orsini), sua moglie (Giuliana Lojodice) e Werner Heisenberg (Massimo Popolizio) per cercare di chiarire che

cosa avvenne nel 1941 nella capitale danese quando, improvvisamente, il fisico tedesco Heisenberg fece visita al suo

maestro Bohr in una Danimarca occupata dai nazisti. Voleva coinvolgerlo nella costruzione della bomba atomica o, al

contrario, metterlo al corrente dei progressi della scienza tedesca perché ne fossero avvertiti gli alleati? E quale altra

“inchiesta” del teatro occidentale più grande di “Edipo Re”? Dopo oltre vent’anni anni Glauco Mauri e Roberto Sturno

riprendono, a beneficio di una nuova generazione, il loro ”Edipo” che mette a specchio la ricerca ferma e lucidamente

angosciante del re a Tebe con la speranza e l’alto sentire pacificato del non più re a Colono. Infine due appuntamenti

si discostano per forme espressive e tema trattato: l’affettuoso omaggio di Ale & Franz e di un valido quartetto di

musicisti alla Milano di Jannacci e Gaber e una originale ricostruzione, senza sconti, che Paolo Mieli fa dei cent’anni

della Rivoluzione d’Ottobre attraverso i suoi protagonisti presenti nel celebre “I funerali di Togliatti” di Renato Guttuso.

Per l’operetta Corrado Abbati continua ad estendere il suo sforzo produttivo ed il repertorio: così, se da una parte

ripropone una collaudata “Vedova Allegra” leháriana, dall’altra offre una fresca messa in scena del meno noto “Gigì” un

musical “parigino” di Frederick Loewe e Alan Jay Lerner tratto dall’omonimo romanzo di Colette e portato sullo schermo

da Vincente Minnelli che ha avuto grande successo nelle recente ripresa a Broadway, mentre Stefano Giaroli ha realizzato

una apprezzata nuova edizione de “La danza delle libellule” l’operetta che deve la sua fama al riuscito incontro di Carlo

Lombardo (suo il piacevolissimo “Fox delle gigolettes”) e le musiche di Franz Lehár. Il Balletto di Milano propone due titoli

che, all’eleganza degli allestimenti tipica della compagnia, aggiunge l’attenzione per la qualità delle coreografie affidando

all’affermato estone Teet Kask (la bella “Anna Karenina” ospitata nel 2016) una non consueta versione de “Il lago dei cigni”

di e ad una giovane coppia italiana, Federico Mella e Alessandro Torrielli, un’animata “Shéhérazade” sulle

note di Rimskij-Korsakov che, fresca del debutto estivo a Rabat, trasmette i profumi e i colori delle notti arabe.

La stagione musicale conserva, soprattutto alla tastiera, il suo carattere internazionale. Torna per la terza volta

(1997, 2006) il francese Michel Dalberto, Premio Clara Haskil e Leeds, non più con l’amato Schubert (del quale

ha inciso, unico, l’opera omnia per pianoforte), ma nell’altra sua veste di grande specialista della musica francese:

affiancherà al “Chiaro di luna” e all’“Appassionata” beethoveniana il Primo Libro dei Preludi di Debussy per il

centenario della scomparsa del grande musicista d’oltralpe. Ospiti per la prima volta, invece, il russo Alexander

Melnikov e l’ungherese Zoltán Fejérvári. Il pianista russo, Premio Regina Elisabetta di Bruxelles, è noto per le sue

scelte musicali spesso inconsuete e l’impegno “intellettuale” dei programmi ed infatti proporrà un “viaggio” tra tre

forme quali gli “Studi Sinfonici” di Schumann, le “Fantasie” brahmsiane e i “Preludi” di Chopin. Al pianista ungherese

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è stato assegnato nel 2016 il Premio Borletti Buitoni Trust che incoraggia i giovani migliori talenti internazionali

ed ha appena vinto il Primo Premio al Concorso di Montreal del 2017. Docente all’Accademia Liszt di Budapest,

presenterà un programma tra la “Waldstein” beethoveniana e la mai troppo ascoltata “Sonata in si minore” del

musicista ungherese. Il consueto concerto orchestrale è dedicato a del quale l’Orchestra Sinfonica

della Radiotelevisione di Kiev eseguirà la “fatale” Quarta Sinfonia mentre Giuseppe Albanese, ormai una consolidata

realtà del pianismo italiano, farà riascoltare, dopo nove anni, il Primo Concerto, probabilmente il più amato tra i concerti

per pianoforte ed orchestra. Per la musica da camera due formazioni di rilievo: il ceco Trio Smetana tra la solarità del

primo Trio di Mendelssohn e la drammaticità del Trio di Smetana e il duo Suyoen Kim, tedesca-coreana, e Dong-

Hyek Lim, coreano, impegnati tra la robusta ed intensa Terza Sonata di Brahms e il “Presto” finale, spavaldamente e

vistosamente virtuosistico, della “Fantasia” di Schubert incisa con successo per la Deutsche Grammophon. Con gli

ultimi due appuntamenti la musica si apre “per gradi” alla parola. Il violinista Guido Rimonda ha ideato “Le Violon Noir”,

un progetto multidisciplinare, inciso per Decca, legato al suo strumento, lo Stradivari “Le Noir” (1727) e alla misteriosa

morte di Jean-Marie Leclair, il più famoso proprietario del violino. Nel concerto il solista presenta i vari brani, da Gluck

a Tartini, da Paganini a Ravel, con aneddoti sugli autori e sulla storia delle composizioni legate ad una dimensione

misteriosa e “perturbante”. Federico Maria Sardelli, flautista e direttore dell’Ensemble Modo Antiquo è tra i massimi

specialisti internazionali della vita e delle opere di Vivaldi. Da questa lunga frequentazione ne è discesa non solo la

riscoperta e la riproposizione di opere del teatro musicale vivaldiano e l’incarico di proseguire la catalogazione dell’intera

musica, ma anche il piacevole “excursus” del romanzo “L’Affare Vivaldi”, Premio Comisso 2015 per la narrativa che

racconta, attraverso le fortunose e sconcertanti vicende di gran parte dei manoscritti del musicista che hanno rischiato

di scomparire, una “costante” della storia italiana in rapporto alla tutela dei beni culturali. Dal romanzo Sardelli stesso

e Luigi Lo Cascio, uno dei volti più noti ed apprezzati del cinema italiano e ospite per la prima volta, ne hanno tratto

una drammaturgia originale che, lontana da erudizioni, si alterna alla musica eseguita e consente all’attore di passare

con sicura scioltezza ed ironia dall’ambientazione di epoca vivaldiana fino al periodo fascista rendendo lo spettacolo

di larga fruizione ad un più vasto pubblico.

IL DIRETTORE DEL TEATRO

Roberto Bosi

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Lo spazio ideale in cui ritrovare equilibrio psicofisico, energia, bellezza e ar monia inter iore. Nel cuore della c it tà, i l luogo dove dedicarsi completamente alla cura della propria persona, dal benessere psicofisico alla bellezza, per coltivare e mantenere, giorno dopo giorno, salute e relax.

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Lido Salus x Aquam. La nuova Stagione del Benessere.

14-15-16 Novembre, ore 21 (turni A-B-C-D)TEATRO STABILE DELL’UMBRIAFABRIZIO BENTIVOGLIO“L’ora di ricevimento” di Stefano Massini pag. 25

26-27-28 Novembre, ore 21 (turni A-B-C)28-29 Novembre, ore 11.30 (studenti)GLI IPOCRITIGIULIO SCARPATIVALERIA SOLARINO “Una giornata particolare” di Ettore Scola e Ruggero Maccariadattamento teatrale di Gigliola Fantoni pag. 27

14 Dicembre, ore 21 (turno D)PROMO MUSIC/CORVINO PRODUZIONIPAOLO MIELI“Era d’Ottobre” di Paolo Mieli pag. 29

20-21-22 Dicembre, ore 21 (turni A-B-C)TEATRO STABILE DI TORINO-TEATRO NAZIONALE/TEATRO STABILE DI GENOVA/TEATRO STABILE DEL VENETO-TEATRO NAZIONALEEUGENIO ALLEGRILUIGI DIBERTILUCA LAZZARESCHIBOB MARCHESE“Il nome della rosa” di Umberto Ecoversione teatrale di Stefano Massini pag. 31

TEATRO

23-24-25 Gennaio, ore 21 (turni A-B-C)ERRETITEATRO30ELENA SOFIA RICCIGIANMARCO TOGNAZZIMAURIZIO DONADONI“Vetri rotti”di Arthur Miller pag. 33

30 Gennaio, ore 21 (turno D)LA PIRANDELLIANAGIGIO ALBERTIFILIPPO DINIGIOVANNI ESPOSITOVALERIO SANTOROGENNARO DI BIASE“Regalo di Natale”di Pupi Avatiadattamento teatrale di Sergio Pierattini pag. 35

6-7-8 Febbraio, ore 21 (turni A-B-C)7 e 9 Febbraio, ore 11.30 (studenti)*COMPAGNIA MAURI-STURNO/FONDAZIONE TEATRO DELLA TOSCANAGLAUCO MAURIROBERTO STURNO “Edipo” Edipo Re* - Edipo a Colonodi Sofocle pag. 37

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13 Febbraio, ore 21 (turno D)PROMOMUSIC-CORVINO PRODUZIONI/CENTRO D’ARTE CONTEMPORANEA/TEATRO CARCANO/COMUNE DI CALTANISSETTAMONI OVADIAVALERIA CONTADINOMARIO INCUDINE“Il casellante” di Andrea Camilleri e Giuseppe Dipasquale pag. 39

20-21-22 Febbraio, ore 21 (turni A-B-C)COMPAGNIA UMBERTO ORSINI/TEATRO DI ROMAUMBERTO ORSINIMASSIMO POPOLIZIOGIULIANA LOJODICE“Copenaghen” di Michael Frayn pag. 41

28 Febbraio, ore 21 (turno D)PRODUZIONE ITC 2000ALE & FRANZ“Nel nostro piccolo” Gaber, Jannacci, Milanodi Alessandro Besentini, Francesco Villa, Alberto Ferrrari, Antonio De Santis pag. 43

7 Marzo, ore 21 (turno D)7-8 Marzo, ore 11.30 (studenti)FONDAZIONE TEATRO DI NAPOLI-TEATRO BELLINI/TEATRO STABILE DI CATANIADANIELE RUSSOMARCELLO ROMOLOCAMILLA SEMINO FAVRO“Il giocatore” da Fëdor Dostoevskijadattamento teatrale di Vitaliano Trevisan pag. 45

13-14-15 Marzo, ore 21 (turni A-B-C)GOLDENART PRODUCTIONMICHELE PLACIDOANNA BONAIUTO“Piccoli crimini coniugali” di Eric-Emmanuel Schmitt pag. 47

10-11-12 Aprile, ore 21 (turni A-B-C)DIANA OR.I.SVINCENZO SALEMME “Una festa esagerata!”di Vincenzo Salemme pag. 49

TEATRO

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17 Novembre, ore 21LUIGI LO CASCIOENSEMBLE MODO ANTIQUO“L’Affare Vivaldi” pag. 53

25 Novembre, ore 21ZOLTÁN FEJÉRVÁRI pag. 55

15 Dicembre, ore 21 (fuori abbonamento)TAMMY McCANN & THE VOICES OF GLORY pag. 57

16 Dicembre, ore 21ORCHESTRA DELLA RADIOTELEVISIONE DI KIEVVOLODYMYR SHEIKOGIUSEPPE ALBANESE pag. 59

13 Gennaio, ore 21 (fuori abbonamento)BALLETTO DI MILANO“Il lago dei cigni” di Pëtr I. Cajkovskij pag. 61

20 Gennaio, ore 21SUYOEN KIMDONG-HYEK LIM pag. 63

3 Febbraio, ore 21MICHEL DALBERTO pag. 65

17 Febbraio, ore 21ALEXANDER MELNIKOV pag. 67

24 Febbraio, ore 21 (fuori abbonamento)BALLETTO DI MILANO“Shéhérazade... Le Mille e una Notte”musiche di Nikolaj Rimskij-Korsakov e Aram Khachaturian pag. 69

10 Marzo, ore 21CAMERATA DUCALEGUIDO RIMONDA“Le Violon Noir” La musica del mistero pag. 71

24 Marzo, ore 21SMETANA TRIO pag. 73

MUSICA E BALLETTO

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OPERETTA

12 Dicembre, ore 21COMPAGNIA CORRADO ABBATI“La Vedova Allegra” di Victor Leon e Leo Steinmusica di Franz Lehár pag. 77

17 Gennaio, ore 21TEATRO MUSICA NOVECENTO“La danza delle libellule” di Carlo Lombardomusica di Franz Lehár pag. 79

16 Febbraio, ore 21COMPAGNIA CORRADO ABBATI“Gigì - innamorarsi a Parigi” Musical di Alan Jay Lerner sumusiche di Frederick Loewe pag. 81

INFORMAZIONI GENERALI pag. 83

Teatro dell’Opera GiocosaOrchestra Sinfonica di Savona pag. 87

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La casa è lo specchio dell’anima.

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16 Dicembre, ore 21ORCHESTRA DELLA RADIOTELEVISIONE DI KIEVVOLODYMYR SHEIKO/GIUSEPPE ALBANESE

20-21-22 Dicembre, ore 21EUGENIO ALLEGRI/LUIGI DIBERTI/LUCA LAZZARESCHI/BOB MARCHESE“Il nome della rosa” di Umberto Ecoversione teatrale di Stefano Massini

13 Gennaio, ore 21BALLETTO DI MILANO“Il lago dei cigni” di Pëtr I. Cajkovskij

17 Gennaio, ore 21TEATRO MUSICA NOVECENTO“La danza delle libellule” di Franz Lehár

20 Gennaio, ore 21SUYOEN KIM/DONG-HYEK LIM

23-24-25 Gennaio, ore 21ELENA SOFIA RICCI/GIANMARCO TOGNAZZI/MAURIZIO DONADONI“Vetri rotti” di Arthur Miller

30 Gennaio, ore 21GIGIO ALBERTI/FILIPPO DINI/GIOVANNI ESPOSITO/VALERIO SANTORO/GENNARO DI BIASE“Regalo di Natale” di Pupi Avatiadattamento teatrale di Sergio Pierattini

14-15-16 Novembre, ore 21FABRIZIO BENTIVOGLIO“L’ora di ricevimento” di Stefano Massini

17 Novembre, ore 21LUIGI LO CASCIO/ENSEMBLE MODO ANTIQUO“L’Affare Vivaldi” di Luigi Lo Cascio e Federico Maria Sardelli

25 Novembre, ore 21ZOLTÁN FEJÉRVÁRI

26-27-28 Novembre ore 2128-29 Novembre, ore 11.30GIULIO SCARPATI/VALERIA SOLARINO“Una giornata particolare” di Ettore Scola e Ruggero Maccariadattamento teatrale di Gigliola Fantoni

12 Dicembre, ore 21COMPAGNIA ABBATI“La Vedova Allegra” di Franz Lehár

14 Dicembre, ore 21PAOLO MIELI“Era d’Ottobre” di Paolo Mieli

15 Dicembre, ore 21 TAMMY McCANN & THE VOICES OF GLORYGospels & Spirituals

CALENDARIO

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6-7-8 Febbraio, ore 217 e 9 Febbraio, ore 11.30*GLAUCO MAURI-ROBERTO STURNO“Edipo” Edipo re* - Edipo a Colono di Sofocle

3 Febbraio, ore 21MICHEL DALBERTO

13 Febbraio, ore 21MONI OVADIA/VALERIA CONTADINO/MARIO INCUDINE“Il casellante” di Andrea Camillerie Giuseppe Dipasquale

16 Febbraio, ore 21COMPAGNIA ABBATI“Gigì - Innamorarsi a Parigi” di Alan Jay Lerner e Frederick Loewe

17 Febbraio, ore 21ALEXANDER MELNIKOV

20-21-22 Febbraio, ore 21UMBERTO ORSINI/MASSIMO POPOLIZIO/GIULIANA LOJODICE“Copenaghen” di Michail Frayn

24 Febbraio, ore 21BALLETTO DI MILANO“Shéhérazade... Le Mille e una Notte” musiche di Nikolaj Rimskij-Korsakov e Aram Khachaturian

28 Febbraio, ore 21ALE & FRANZ“Nel nostro piccolo” Gaber, Jannacci, Milanodi Alessandro Besentini, Francesco Villa, Alberto Ferrrari, Antonio De Santis

7 Marzo, ore 217-8 Marzo, ore 10.30DANIELE RUSSO/MARCELLO ROMOLO/CAMILLA SEMINO FAVRO“Il giocatore” da Fëdor Dostoevskijadattamento teatrale di Vitaliano Trevisan

10 Marzo, ore 21CAMERATA DUCALE/GUIDO RIMONDA

13-14-15 Marzo, ore 21MICHELE PLACIDO/ANNA BONAIUTO“Piccoli crimini coniugali” di Eric-Emmanuel Schmitt

24 Marzo, ore 21SMETANA TRIO

10-11-12 Aprile, ore 21VINCENZO SALEMME “Una festa esagerata!” di Vincenzo Salemme

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TEATRORAGAZZI 2018

26 Febbraio, ore 10 (turno A)27 Febbraio, ore 10 (fuori abb.)IL BAULE VOLANTE di Ferrara“La Bella e la Bestia”di Roberto Anglisani e Liliana Lettereseda Madame Leprince de Beaumont

regia di Roberto Anglisaniindicato per le scuole elementari

2 Marzo ore 10 (turno B, C)FONDAZIONE TEATRO RAGAZZI E GIOVANI di Torinoin collaborazione con Unione Musicale di Torino

“Va, va, va, van Beethoven” Favola in forma di tema e variazioni

di e regia di Pasquale Buonarota, Alessandro Pisci, Diego Mingollaindicato per il secondo ciclo elementare e medie

20 Marzo, ore 10 (turno D)21 Marzo, ore 10 (turno E)TEATRO DEL BURATTO di Milano“Becco di rame” dal libro di Alberto Briganti

adattamento drammaturgico di Ira Rubiniideazione e messa in scena di Jolanda Cappi, Giusy Colucci, Nadia Milani, Matteo Moglianesi, Serena Croccoindicato per le scuole materne e il primo ciclo della scuola elementare

23 Marzo, ore 10 (turno B, C)TEATRO GIOCO VITA di Piacenza“L’uccello di fuoco” Fiaba per musica, ombre e danza da “L’oiseau de feu” di Igor Stravinskij e le figure di Enrico Baj

regia di Fabrizio Montecchiindicato per il secondo ciclo elementare e medie

26 Marzo, ore 10 (turno A)27 Marzo, ore 10 (fuori abb.)CREST di Taranto“Biancaneve, la vera storia”testo e regia di Michelangelo Campanaleindicato per le scuole elementari

6 Aprile, ore 9.30 (turno D)6 Aprile, ore 10.30 (turno E)GIALLO MARE MINIMAL TEATRO di Empoli“AccaDueO”testo e regia di Vania Pucciindicato per le scuole materne e il primo ciclo delle scuole elementari

17 Aprile, ore 10 (turno B, C)TEATROLINGUAGGI di Fano“Bella da morir!” Aida e il bambino che sognava l’operadedicato all’opera e alla vita di Giuseppe Verdi

ideazione e regia di Fabrizio Bartolucci e Sandro Fabianiindicato per il secondo ciclo elementare e medie

19 Aprile, ore 10 (turno A)20 Aprile, ore 10 (fuori abb.)ACCADEMIA PERDUTA di Forlì“Pollicino”testo di Marcello Chiarenzaregia di Gianni Bissacaindicato per le scuole elementari

3 Maggio, ore 10 (turno D)4 Maggio, ore 10 (turno E)TIB TEATRO di Belluno“C’era 2 volte 1 Cuore” ispirato alle illustrazioni di Raymond Peynet

testo e regia di Daniela Nicosiaindicato per le scuole materne e il primo ciclo della scuola elementare

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22 Teatro 2017/18

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14-15-16 Novembre, ore 21 (turni A-B-C-D)

TEATRO STABILE DELL’UMBRIAFABRIZIO BENTIVOGLIO“L’ora di ricevimento” di Stefano Massinicon Francesco Bolo Rossini, Giordano Agrusta, Arianna Ancarani, Carolina Balucani, Rabii Brahim, Vittoria Corallo, Andrea Iarlori, Balkissa Maiga, Giulia Zeetti, Marouane Zottiscena di Marco Rossicostumi di Andrea Cavallettomusiche originali di Luca D’Alberto - voce cantante di Federica Vincentiluci di Simone De Angelis

regia di MICHELE PLACIDO

“Il professor Ardeche è un insegnante di materie letterarie. Un disilluso, un cinico, uno spietato osservatore e un lucidissimo polemista. Fra le sue passioni svettano Rabelais e il Candide di Voltaire. Peccato che la sua classe si trovi nel cuore dell’esplosiva banlieue di Les Izards, ai margini dell’area metropolitana di Tolosa: un luogo in cui la scuola, al di là di Rabelais e di Voltaire, è una trincea contro ogni forma di degrado. La scolaresca che gli è stata affidata quest’anno è ancora una volta un crogiuolo di culture e razze, con l’incognita sempre in agguato di improvvisi crolli: nella convinzione che il vero trionfo sarebbe portare fino in fondo i suoi allievi senza perderne nessuno per strada, il professor Ardeche riceve le famiglie degli scolari ogni settimana per un’ora, dalle 11 alle 12 del giovedì. Ed è attraverso un incalzante mosaico di brevi colloqui con questa umanità assortita di madri e padri, che prende vita sulla scena l’intero anno scolastico della classe Sesta sezione C, da settembre a giugno. Al pubblico spetta il compito di immaginare i visi e le fattezze dei giovanissimi allievi, ognuno ribattezzato dal professor Ardeche con un ironico soprannome, e ognuno protagonista a suo modo di un frammento dello spettacolo. Sullo sfondo, dietro una grande vetrata, un grande albero da frutto sembra assistere impassibile all’avvicendarsi dei personaggi, al dramma dell’esclusione sociale, ai piccoli incidenti scolastici di questi giovani apprendisti della vita. E il ciclo naturale della perdita delle foglie e della successiva fioritura accompagna lo svolgersi regolare di ogni anno scolastico, suonando quasi come un paradosso davanti a quel mondo, esterno alla scuola, che di anno in anno è sempre più diverso.” (Stefano Massini)

“Penso che siamo tutti d’accordo nel dire che il teatro italiano è poco connesso con il mutare dei tempi, tenendo conto delle trasformazioni della società. Si distinguono i testi dello scrittore e drammaturgo Stefano Massini, che ben raccontano l’evoluzione del tessuto sociale non solo italiano, ma europeo. Per questo, dopo l’avventura di “7 minuti”, che con lo stesso Massini ho adattato per farne un’opera cinematografica, ho accettato con entusiasmo la proposta del Teatro Stabile dell’Umbria, nella figura di Franco Ruggieri, di essere regista a teatro di un altro lavoro di Massini, “L’ora di ricevimento”. Leggendo il testo, ho capito subito che tra il precedente “7 minuti” e “L’ora di ricevimento” c’è un lavoro di continuità sui grandi cambiamenti che stanno accadendo nella storia sociale europea, cambiamenti che ci riguardano tutti. “L’ora di ricevimento” racconta, infatti, con verità e ironia, l’incontro–scontro culturale, sociale e religioso tra le famiglie di una classe di bambini delle periferie delle metropoli europee e un Professore attento e partecipe alla crescita culturale dei suoi allievi, ma che, nel percorso dell’anno scolastico cui assistiamo, si trova a mettere in discussione il modello educativo di una classe intellettuale borghese sempre più spiazzata dai cambiamenti epocali della recente storia contemporanea. Per il ruolo del Professore ho voluto come compagno di viaggio Fabrizio Bentivoglio, un artista di rara intensità e sensibilità con cui ho già collaborato in due miei film come regista: “Un eroe borghese” e “Del perduto amore”.

TEATROFoto: Alessandro Botticelli

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26-27-28 Novembre, ore 21 (turni A-B-C)28-29 Novembre, ore 11.30 (studenti)

GLI IPOCRITIGIULIO SCARPATI / VALERIA SOLARINO “Una giornata particolare” di Ettore Scola e Ruggero Maccariadattamento teatrale di Gigliola Fantoni

con Giulio F. Janni e con Anna Ferraioli, Matteo Cirillo, Paolo Minnielli, Federica Zacchia

regia di NORA VENTURINI

6 maggio del 1938, giorno della visita di Hitler a Roma. In un comprensorio popolare, Antonietta, moglie di un usciere e madre di sei figli, prepara la colazione, sveglia la famiglia, aiuta nei preparativi per la parata. Una volta sola, inavvertitamente, apre la gabbietta del merlo che va a posarsi sul davanzale di un appartamento di fronte al suo. Bussa alla porta, ad aprirle è Gabriele, ex annunciatore dell’EIAR che sta preparando la valigia in attesa di andare al confino perché omosessuale. Antonietta, donna ignorante e plagiata dall’affascinante figura di Mussolini, rispecchia in pieno il ruolo di donna del “regime” dedita alla famiglia, succube del marito e “mezzo di produzione” per la macchina bellica. È rapita dal fascino discreto di Gabriele e, inconsapevolmente, tenta di conquistarlo mentre lui è costretto a confessare la sua omosessualità causa anche del suo licenziamento. Mentre la radio continua a trasmettere la radiocronaca dell’incontro tra Hitler e Mussolini, Antonietta e Gabriele si rispecchieranno l’una nell’altro condividendo la solitudine delle loro anime. Gabriele regala ad Antonietta un libro (I tre moschettieri) che rappresenta il simbolo di una speranza ovvero che le donne possano affrancarsi dalla loro condizione di “schiave” in cui erano state relegate dal regime fascista, attraverso la conoscenza e la cultura.

“Abbiamo deciso di mettere in scena ‘Una giornata particolare’, superando timori e scrupoli verso il capolavoro cinematografico originale, perché a ben guardarla la sceneggiatura di Scola e Maccari nasconde una commedia perfetta. Un ambiente chiuso, due grandi protagonisti, due storie umane che si incontrano in uno spazio comune in cui sono “obbligati” a restare, prigionieri. Fuori il mondo, la Storia, di cui ci arriva l’eco dalla radio. Un grande evento che fa da sfondo a due piccole storie personali, in una giornata che sarà particolare per tutti: per Gabriele, per Antonietta, per la sua famiglia che si reca alla parata, per gli Italiani che festeggiano l’incontro tra Mussolini e Hitler, senza sapere quanto fatale sarà per i destini del Paese. Unità di tempo, unità di luogo. E due personaggi che, grazie al loro incontro, cambiano, si trasformano sotto i nostri occhi, scoprono una parte nuova di sé stessi, modificano il loro sguardo sulla realtà che li circonda. Antonietta, asservita ai figli e al marito, grazie a Gabriele mette in discussione le sue certezze sul regime, inizia a dubitare sulle verità propagandate dal fascismo, acquista maggiore rispetto di sé stessa, assapora un modo diverso di stare con un uomo. Gabriele, omosessuale licenziato dalla Radio e in procinto di essere spedito al confino, costretto tutta la vita a fingere e a nascondersi, con Antonietta finalmente si sente libero, esce allo scoperto, per la prima volta si sente accettato, apprezzato e amato per quello che è. Ignorante e sottomessa lei, colto e raffinato lui, apparentemente diversissimi, si sentono, si annusano, si riconoscono. Sono due umiliati, due calpestati, sono due ultimi. Nel giorno del ballo, sono le due Cenerentole rimaste a casa. E la loro storia è la storia, purtroppo sempre attuale, di coloro che non hanno voce, spazio, rispetto, e sui destini dei quali cammina con passo marziale la Storia con la S maiuscola.” (Nora Venturini)

TEATROFoto: Oreste Lanzetta e Iole Capasso

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14 Dicembre, ore 21 (turno D)

PROMO MUSIC/CORVINO PRODUZIONIPAOLO MIELI“Era d’Ottobre” di Paolo Mieli

coordinamento tecnico Angelo Generali

La scena di “Era d’Ottobre” si apre con le immagini del film di Eisenstein dedicato alla rivoluzione bolscevica e, successivamente, con il quadro “I funerali di Togliatti” di Renato Guttuso. È da quel dipinto che, per raccontare i cento anni dalla Rivoluzione russa (1917-2017), Paolo Mieli prende spunto provando a spiegare perché alcuni dei grandi protagonisti della storia, lunga un secolo, del comunismo (Lenin, Stalin, Togliatti, Dolores Ibarruri, Ho Chi Minh) sono rappresentati e altri (Trotzky, Krusciov, Mao, Fidel Castro, Che Guevara, Dubcek) no. A ognuno di questi personaggi è dedicato un ritratto nel corso di un racconto che incrocia la guerra civile spagnola, il secondo conflitto mondiale, la destalinizzazione, i gulag, il dissenso sovietico, le lotte di liberazione, la rivoluzione cinese, quella cubana, la rivolta d’Ungheria, la primavera di Praga, la guerra di Corea e quella del Vietnam. Per concludere il tutto con la stagione di Gorbaciov nonché con il crollo del muro di Berlino (1989). E con un omaggio, in teatro, a questi cento anni di storia.

Paolo Mieli è giornalista, saggista ed esperto di storia; nasce da una famiglia di origini ebraiche, il padre è Renato Mieli, importante giornalista e fondatore dell’ANSA. Già dall’età di 18 anni inizia a lavorare per i quotidiani cominciando presso «L’Espresso», dove lavorerà per circa un ventennio. Milita parallelamente in movimenti politici sessantottini che lo influenzeranno in campo giornalistico. Negli anni Settanta frequenta la facoltà di Storia moderna e presto inizia a lavorare per «Repubblica» fino a quando, negli anni Novanta, approda a «La Stampa», di cui diviene anche direttore. Dal 1992 al 1997 e dal 2004 al 2009 dirige il «Corriere della Sera». Dal 2007 Mieli diventa direttore editoriale del gruppo RCS e, dopo la scomparsa di Indro Montanelli, si occupa della rubrica giornaliera “Lettere al Corriere”, dove dialoga con i lettori su temi prevalentemente storici. Nel 2008 Mieli lascia la direzione della testata per assumere l’incarico di presidente di RCS Libri. Da alcuni anni tiene regolarmente un seminario sulla “Storia dell’Italia Repubblicana” presso la facoltà di Scienze Politiche, Economiche e Sociali dell’Università degli Studi di Milano. È membro del comitato scientifico della Fondazione Italia USA e della Fondazione SUM, legata all’Istituto Italiano di Scienze Umane. In ambito televisivo è presente nelle trasmissioni storiche di Rai 3 curando la presentazione di alcune puntate di “La grande storia” e gli editoriali di “Correva l’anno”.

TEATRO

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TEATRO

20-21-22 Dicembre, ore 21 (turni A-B-C)

TEATRO STABILE DI TORINO-TEATRO NAZIONALE/TEATRO STABILE DI GENOVA/TEATRO STABILE DEL VENETO-TEATRO NAZIONALEin accordo con Gianluca Ramazzotti per Artù e con Alessandro Longobardi per Viola Produzioni

“Il nome della rosa” di Umberto Ecoversione teatrale di Stefano Massini (© 2015)

regia e adattamento di Leo Muscatocon (in o. a.) Eugenio Allegri, Giovanni Anzaldo, Giulio Baraldi, Luigi Diberti, Marco Gobetti, Luca Lazzareschi, Bob Marchese, Daniele Marmi, Mauro Parrinello, Alfonso Postiglione, Arianna Primavera, Franco Ravera, Marco Zannoniscene Margherita Pallicostumi Silvia Aymoninoluci Alessandro Verazzimusiche Daniele D’Angelovideo Fabio Massimo Iaquone, Luca Attiliiassistenti alla regia Alessandra De Angelisassistente scenografa Francesca Grecoassistente costumista Virginia Gentili

con il sostegno di FIDEURAM - Intesa Sanpaolo Private Banking“Il nome della rosa” di Umberto Eco è pubblicato da Bompiani

“Il nome della rosa” di Umberto Eco, tradotto in 47 lingue, ha vinto il Premio Strega nel 1981 e la sua versione cinematografica è stata diretta da Jean-Jacques Annaud nel 1986, protagonista Sean Connery. La prima trasposizione teatrale di questo straordinario best seller è di Stefano Massini, scrittore e tra gli autori teatrali più apprezzati in Italia e all’estero, autore di “Lehman Trilogy”. La regia è affidata a Leo Muscato che dirige un cast di grandi interpreti, in un crossover generazionale che non mancherà di animare un testo scritto per la scena ma all’altezza del grande romanzo. Muscato, che alterna regie di prosa a quelle liriche, ha trovato nel romanzo di Eco una sfida appassionante e, nei suoi ‘Appunti per una messa in scena’, scrive: «Dietro ad un racconto avvincente e trascinante, il romanzo di Umberto Eco nasconde una storia dagli infiniti livelli di lettura; un incrocio di segni dove ognuno ne nasconde un altro. La struttura stessa del romanzo è di forte matrice teatrale. Vi è un prologo, una scansione temporale in sette giorni, e la suddivisione di ogni singola giornate in otto capitoli, che corrispondono alle ore liturgiche del convento. Ogni capitolo è introdotto da un sottotitolo utile a orientare il lettore, che in questo modo sa già cosa accade prima ancora di leggerlo; quindi la sua attenzione non è focalizzata da cosa accadrà, ma dal come. Questa modalità, a noi teatranti ricorda i cartelli di brechtiana memoria e lo straniamento che ha caratterizzato la sua drammaturgia. La scena si apre sul finire del XIV secolo. Un vecchio frate benedettino, Adso da Melk, è intento a scrivere delle memorie in cui narra alcuni terribili avvenimenti di cui è stato testimone in gioventù. Nel nostro spettacolo, questo io narrante diventa una figura quasi kantoriana, sempre presente in scena, in stretta relazione con i fatti che lui stesso racconta, accaduti molti anni prima in un’abbazia dell’Italia settentrionale. Sotto i suoi (e i nostri) occhi si materializza un se stesso giovane, poco più che adolescente, intento a seguire gli insegnamenti di un dotto frate francescano, che nel passato era stato anche inquisitore: Guglielmo da Baskerville. Siamo nel momento culminante della lotta tra Chiesa e Impero, che travaglia l’Europa da diversi secoli e Guglielmo da Baskerville è stato chiamato per compiere una missione, il cui fine ultimo sembra ignoto anche a lui. Su uno sfondo storico-politico-teologico, si dipana un racconto dal ritmo serrato in cui l’azione principale sembra essere la risoluzione di un giallo [...]».

Foto della compagnia: Andrea Guermani

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23-24-25 Gennaio, ore 21 (turni A-B-C)

ERRETITEATRO30ELENA SOFIA RICCI / GIANMARCO TOGNAZZI / MAURIZIO DONADONI“Vetri rotti” di Arthur Miller

regia di ARMANDO PUGLIESE

Brooklyn, novembre 1938. Sylvia Gellburg, ebrea, casalinga, viene improvvisamente colpita da un’inspiegabile paralisi agli arti inferiori. Il medico, Herry Hyman, suo coetaneo e conoscente, è convinto della natura psicosomatica del male e, al tempo stesso, è sentimentalmente attratto dalla donna, mentre il marito di Sylvia, Phillip, non riesce ad accettare quanto sta accadendo. Ben presto emerge che Sylvia è ossessionata dalle notizie delle persecuzioni contro gli ebrei in Germania, ma forse l’angoscia della protagonista per quegli avvenimenti si somma ad altre fonti di frustrazione ed inquietudine. È come se vivessero e parlassero per conto di tutti di un qualcosa che è più vita e attualità quotidiana che letteratura o teatro: la paura, della malattia, del dolore fisico, di quello psicologico, la paura del futuro... È appena avvenuta la ‘Notte dei cristalli’ nella lontana e barbara Europa. Sylvia, donna bella, amata e protetta, non sa darsi pace: continua a leggere la notizia sui giornali, continua a guardare l’immagine di due ebrei anziani costretti a pulire un marciapiedi con uno spazzolino da denti, mentre la folla intorno, guarda e ride. Sylvia sente, come una medium, che sta succedendo qualcosa di grande e terribile. Ma intorno a lei non se ne accorge nessuno.

Miller, trattando il tema immenso dell’Olocausto, torna pacatamente indietro alla ricerca delle proprie percezioni e sensazioni di allora, ambientando questa sua nuova commedia in una Brooklyn isolata e provinciale, soddisfatta della propria mediocrità mescolando elementi di mélo, una simbologia evidente, un’impeccabile suspense e una fluida teatralità della struttura di cui peraltro è maestro. (Masolino D’Amico)

La prima ufficiale di “Broken Glass” ha avuto luogo al Long Wharf Theatre di New Haven il 1° marzo 1994. L’edizione italiana ha debuttato a Bologna il 28 febbraio 1995, per la regia di Mario Missiroli, con Valeria Moriconi nella parte di Sylvia Gellburg.

TEATRO

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30 Gennaio, ore 21 (turno D)

LA PIRANDELLIANAGIGIO ALBERTI / FILIPPO DINI / GIOVANNI ESPOSITOVALERIO SANTORO / GENNARO DI BIASE“Regalo di Natale” di Pupi Avatiadattamento teatrale di Sergio Pierattini

regia di MARCELLO COTUGNO

“Éthos andrópoi dâimon” (Il carattere di un uomo è il suo destino) Eraclito Nel suo saggio “I giochi e gli uomini”, il sociologo Roger Caillois suddivide i giochi in quattro categorie: “agon” o competizione, “alea” o caso, “mimicry” o maschera, “ilinx” o vertigine. Il poker, secondo molti, si avvicina all’idea del gioco perfetto, poiché racchiude in sé tutte e quattro queste anime. “Nulla come il gioco del poker vi rivela - sostengono il filosofo Rovatti e il sociologo Dal Lago - la persona morale di chi vi sta di fronte (e la vostra a loro)”. Il poker è anche un nobilissimo gioco tra gentiluomini, un rito moderno in cui mostrarsi per quello che non si è, proprio come in una rappresentazione teatrale: quanto più la maschera è forte e impenetrabile, tanto più sarà difficile comprendere i nostri punti. Ci troviamo in una villa, la notte di Natale. Quattro amici, Franco, Ugo, Lele e Stefano, che non si vedono da dieci anni, incontrano quello che è designato ad essere il “pollo” da spennare: l’avvocato Sant’Elia, un uomo sulla sessantina, ricco e ingenuo, che sembra addirittura trovare consolazione nel perdere. In realtà è il presunto “pollo” a trovarsi di fronte quattro uomini che nella vita hanno giocato col destino e che, in un modo o nell’altro, hanno perso. Originariamente ambientato negli anni ‘80, il testo è stato trasposto nel 2008, anno in cui la crisi economica globale si è abbattuta sull’Europa segnando profondamente la società italiana. In risposta a recessione e precariato, il gioco d’azzardo vive una stagione di fulminante ascesa, e - dalle slot che affollano i bar e al boom del poker texano - si moltiplicano i luoghi e le modalità in cui viene praticato. I soldi facili sono la chimera inseguita anche dai nostri protagonisti, in un crescendo di tensione che ci rivela mano dopo mano come, al tavolo verde, questi uomini si stiano giocando ben più di una manciata di fiches. Cinque attori di grande livello, Gigio Alberti, Filippo Dini, Giovanni Esposito, Valerio Santoro e Gennaro Di Biase, si calano in una partita che probabilmente lascerà i loro personaggi tutti sconfitti, a dimostrazione di come alcuni valori fondamentali delle relazioni umane - amicizia, lealtà e consapevolezza di sé - stiano dolorosamente tramontando dal nostro orizzonte. D’altro canto, già Aristotele, tra i primi filosofi a riconoscere il valore dell’amicizia (“l’amicizia è una virtù indispensabile all’uomo: nessuno sceglierebbe di vivere senza amici”), metteva in guardia gli uomini nello scegliere bene i propri amici, poiché interessi materiali possono facilmente prendere il sopravvento sul sentimento. Con la sua stringente contemporaneità e la sua universalità fuori dal tempo, la parabola di “Regalo di Natale” è allora il trionfo del singolo sul collettivo, è la metafora del successo di uno conquistato a spese di tutti, è il simbolo di una teatralità doppia e meschina, è un’amara riflessione su come stiamo diventando. O su come forse siamo già diventati. Se il poker è lo specchio della vita, il teatro è il luogo dove attori e spettatori si possono rispecchiare gli uni negli altri. E due specchi messi uno di fronte all’altro generano immagini. Infinite.” (Marcello Cotugno)

TEATROFoto: Michele De Punzio

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6-7-8 Febbraio, ore 21 (turni A-B-C)7 e 9 Febbraio, ore 11.30 (studenti)*

COMPAGNIA MAURI-STURNO/FONDAZIONE TEATRO DELLA TOSCANAGLAUCO MAURI / ROBERTO STURNO “Edipo” Edipo Re* - Edipo a Colono di Sofoclecon Ivan Alovisio, Elena Arvigo, Laura Garofoli, Mauro Mandolini, Roberto Manzi, Giuliano Scarpinatoscene e costumi Marta Crisolini Malatesta musiche Germano Mazzocchetti

regia di ANDREA BARACCO “Edipo Re”

regia di GLAUCO MAURI “Edipo a Colono”

A distanza di oltre vent’anni la Compagnia Mauri-Sturno riporta in scena i due capolavori di Sofocle, per analizzare più compiutamente il mito immortale di Edipo, affidando la regia a due diversi registi: Glauco Mauri, per “Edipo a Colono” e Andrea Baracco per “Edipo Re”. Due registi, due generazioni a confronto, esempio di collaborazione e di continuità, oltre che condizione indispensabile per il futuro del teatro.

“Edipo Re” e “Edipo a Colono” sono due capolavori fondamentali nella storia dell’uomo, per gli interrogativi che pongono alla mente e per la ricchezza di umanità e di poesia che ci donano. La storia di Edipo è la storia dell’uomo, perché racchiude in sé tutta la storia del suo vivere. “Edipo Re” e “Edipo a Colono”, due opere scritte in epoche diverse della vita di Sofocle, sono qui combinate per esprimere poeticamente e raccontare compiutamente la “favola” di Edipo alla ricerca della verità. Alla fine del suo lungo cammino Edipo comprende se stesso, la luce e le tenebre che sono dentro di lui, ma afferma anche il diritto alla libera responsabilità del suo agire. Egli è pronto ad accettare tutto quello che deve accadere finanche la sua distruzione purché sia fatta luce. Solo nell’interrogarsi comincia la dignità di essere uomini. È questo che Sofocle con la sua opera immortale dice a tutti noi. Convinti che il Teatro sia un’arte che può e deve servire “all’arte del vivere” affrontiamo queste due opere classiche per trovare nelle radici del nostro passato il nutrimento per comprendere il nostro presente, questo è il nostro impegno e il nostro desiderio.” (Andrea Baracco, Glauco Mauri)

TEATROFoto: Manuela Giusto

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13 Febbraio, ore 21 (turno D)

PROMOMUSIC-CORVINO PRODUZIONI/CENTRO D’ARTE CONTEMPORANEA/TEATRO CARCANO/COMUNE DI CALTANISSETTAMONI OVADIA / VALERIA CONTADINO / MARIO INCUDINE“Il casellante” di Andrea Camilleri e Giuseppe Dipasqualedal romanzo di Andrea Camilleri, Sellerio Editore - Palermo

con Sergio Seminara, Giampaolo Romaniae con i musicisti Antonio Vasta, Antonio Putzuscene di Giuseppe Dipasqualemusiche originali di Mario Incudine con la collaborazione di Antonio Vastacostumi di Elisa Saviluci di Gianni Grassola canzone “La crapa avi li corna” è di Antonio Vasta

regia di GIUSEPPE DIPASQUALE

Sulla linea ferroviaria che costeggia il mare a sud di Porto Empedocle passano solo due treni al giorno, quello che va da Vigàta a Castelvetrano e l’altro che fa il percorso inverso. I due treni si incrociano ogni giorno a Sicudiana. Lì, stretto tra la campagna e la spiaggia, sta il casello di Nino Zarcuto. La casa è piccola, la cucina al piano terra e la camera da letto al piano alto, più un orticello coltivato e il pozzo dell’acqua. Ma Minica, la giovane moglie del casellante, la cura come un gioiello. La vita di Nino è semplice e serena: alzare il passaggio a livello, curare l’orto e gli animali e, qualche volta, una suonata dal barbiere del paese insieme all’amico Totò, uno alla chitarra e l’altro al mandolino, per guadagnare qualche soldo. Ma nel 1942 arriva la guerra. Lungo la linea ferroviaria gli alleati bombardano, si teme uno sbarco nemico dal mare. Il Genio civile vuole fortificare, vengono mandati i soldati a costruire dei bunker lungo la costa. Il casellante li accoglie con ospitalità. Ma durante l’assenza di Nino – detenuto in carcere dal gerarca fascista del paese, che vede complotti al Duce anche in un concerto – qualcuno va a bussare alla porta di casa dove Minica è rimasta da sola. Accade quello che Nino temeva, quello che molte donne subiscono in guerra. Minica, dopo aver vissuto sul suo corpo la tragedia della violenza, è diventata assente. Si limita a vegetare, addirittura a un certo punto si crede albero e inizia a innaffiarsi i piedi piantati nella terra. Aspetta la metamorfosi, il giorno in cui le spunteranno le radici e inizierà finalmente a dare i suoi frutti... “Il Casellante” è, fra i racconti di Camilleri, uno dei più struggentemente divertenti del ciclo cosiddetto mitologico. Secondo a “Maruzza Musumeci” e prima de “Il Sonaglio”, questo racconto ambientato nella Sicilia di Camilleri, terra di contraddizioni e paradossi, narra la vicenda di una metamorfosi. Ma questa Sicilia è la Vigàta di Camilleri che diventa ogni volta metafora di un modo di essere e ragionare le cose di Sicilia. Una vicenda affogata nel mondo mitologico di Camilleri, che vive di personaggi reali, trasfigurati nella sua grande fantasia di narratore. Una vicenda emblematica che disegna i tratti di una Sicilia arcaica e moderna, comica e tragica, ferocemente logica e paradossale ad un tempo. “Il Casellante” è il racconto delle trasformazioni del dolore della maternità negata e della guerra, ma è anche il racconto in musica divertito e irridente del periodo fascista nella Sicilia degli anni Quaranta. Personale, originalissima e sperimentale, la lingua di Camilleri calca e ricalca, in una teatralissima sinfonia di parlate, una meravigliosa “sicilitudine”, tra neologismi e modi di dire mutuati dal dialetto e rielaborati in chiave colta. Al secondo anno di repliche lo spettacolo si è fatto apprezzare per la inconsueta presenza di Moni Ovadia, disinvolto nel passare dal ruolo centrale di narratore a ruoli secondari come quelli della buffa mammana, del giudice e del barbiere, Valeria Contadino, intensa Minica, e Mario Incudine, al cui estro compositivo si devono le incalzanti musiche di scena.

TEATROFoto: Antonio Parrinello

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20-21-22 Febbraio, ore 21 (turni A-B-C)

COMPAGNIA UMBERTO ORSINI/TEATRO SI ROMAin collaborazione con CSS Teatro Stabile di Innovazione del FVG

UMBERTO ORSINI / MASSIMO POPOLIZIO / GIULIANA LOJODICE“Copenaghen” di Michael Fraynscene di Giacomo Andricocostumi di Gabriele Mayerluci di Giancarlo Salvatorimusiche di Andrea Liberovici

regia di MAURO AVOGADRO

In un luogo che ricorda un’aula di fisica, immersi in un’atmosfera quasi irreale, tre persone, due uomini e una donna, parlano di cose successe in un lontano passato, cose avvenute tanto tempo prima, quando tutti e tre erano ancora vivi. Sono Niels Bohr (Orsini), sua moglie Margrethe (Lojodice) e Werner Heisenberg (Popolizio). Il loro tentativo è di chiarire che cosa avvenne nel lontano 1941 a Copenaghen quando improvvisamente il fisico tedesco Heisenberg fece visita al suo maestro Bohr in una Danimarca occupata dai nazisti. Entrambi coinvolti nella ricerca scientifica, ma su fronti opposti, probabilmente vicini ad un traguardo che avrebbe portato alla bomba atomica, i due scienziati ebbero una conversazione nel giardino della casa di Bohr, il soggetto di quella conversazione ancora oggi resta un mistero e per risolverlo la Storia ha avanzato svariate ipotesi. L’asse portante attorno al quale ruota lo spettacolo è dunque il motivo per cui l’allievo andò a Copenaghen a trovare il suo maestro. Essendo Heisenberg a capo del programma nucleare militare tedesco voleva, in nome della vecchia amicizia, offrire a Bohr, che era mezzo ebreo, l’appoggio politico della Gestapo in cambio di qualche segreto? O al contrario essendo mosso da scrupoli morali, anche se tormentato dalle conseguenze che sarebbero potute ricadere sul destino della sua patria martoriata e che lui amava pur non essendo nazista, tentava di rallentare il programma tedesco fornendo a Bohr, che era schierato con gli alleati, informazioni sull’applicazione dei fondamenti teorici della fissione? Su questi presupposti l’autore dà vita ad un appassionante groviglio in cui i piani temporali si sovrappongono, dando un valore universale alle questioni poste dai protagonisti. Fatto sta che le diverse ipotesi fatte all’epoca vengono qui enunciate una dopo l’altra e quindi vengono messi in scena diversi incontri tra i due fisici, con diversi andamenti. Viene quindi a tradursi metaforicamente, come struttura portante dell’impianto drammaturgico, quel Principio di Indeterminazione e di Complementarietà pronunciati molte volte nella pièce e così determinanti per l’elaborazione della teoria della relatività ad opera di Einstein. Non è possibile una sola verità oppure una sintesi efficace delle diverse verità perché una verità è semplicemente un punto di vista, il punto di vista di chi l’ha enunciata. Tutto è umano, niente è assoluto. Si possono avere solamente risposte indeterminate e quindi la somma degli scenari possibili e ciò vale anche per quell’incontro tra i due fisici. Il Novecento, così come la vita umana sono fatti di tante zone grigie, di tanto silenzio, ma finché esisterà l’uomo si cercherà sempre, in mezzo al vuoto che ci circonda e alla polvere sollevata, la traccia rarefatta di una particella di chiarezza e di verità che, comunque, ci salverà. Inutile dire che il grande valore del testo di Frayn, divenuto ormai un classico contemporaneo del teatro, non sarebbe emerso in modo così mirabile senza un trio di attori di grande spessore che sanno mettere la evidenza i diversi piani di lettura e interpretare i personaggi dando risalto alle loro infinite sfaccettature psicologiche.

TEATROFoto: Tommaso Le Pera

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28 Febbraio, ore 21 (turno D)

PRODUZIONE ITC 2000ALE & FRANZ“Nel nostro piccolo” Gaber, Jannacci, Milanodi Alessandro Besentini, Francesco Villa, Antonio De Santis e Alberto Ferraricon Luigi Schiavone, chitarra elettrica/acustica, Fabrizio Palermo, chitarra basso e voce, Francesco Luppi, tastiere e voce, Marco Orsi, batteria

regia di ALBERTO FERRARI

si ringrazia la Fondazione Giorgio Gaber

“Il punto di partenza, le tappe di un percorso, l’ambizione di una condivisione. Gaber, Jannacci sono tutto questo per noi. Sono il racconto di un mondo visto dalla parte di chi ha il coraggio, con le proprie idee, di vedere dentro la vita di ognuno. Raccontare le piccolezze, le sconfitte, le paure che ci accompagnano. Il coraggio di vivere storie non sempre vincenti. La forza di trasmettere emozioni vere: i fallimenti di una vita, la delusione degli ideali, la conoscenza profonda di sentimenti penetranti, come l’amore. La gioia della vita. Gaber e Jannacci son questo, per noi. Sono la scintilla da cui vedere l’uomo come il centro di tutto. Conoscere il suo mondo. Vederlo mentre ci gira intorno. Un mondo, sofferto e gioioso, colorato e grigio, assolato e buio. Ma sempre, e comunque un mondo vero, reale. Senza timori, senza remore. Gaber e Jannacci sono soprattutto la capacità di farci vedere che chi si muove e vive accanto al nostro fianco, chi cammina nelle strade, chi respira la nostra stessa aria, sono uomini, persone,uguali a noi. Perché un amore andato male è una storia che abbiamo sentito mille volte, e mille volte ancora sentiremo. Perché le emozioni non finiscono mai. Tutto questo porteremo con noi, sul palco la voglia di mostrare come un percorso tanto profondo come quello di Jannacci e Gaber, abbia a sua volta aiutato e guidato la riflessione di tanti altri artisti. Mostrare al pubblico come: in quei pensieri, in quelle parole, in quelle note, ci sia anche il punto di partenza della nostra storia. Vorremmo raccontarvi la fortuna di aver potuto respirare la stessa aria che Gaber e Jannacci respiravano. L’aria di Milano.”

TEATROFoto: Giacomo Saviozzi

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7 Marzo, ore 21 (turno D)7-8 Marzo, ore 10.30 (studenti)

FONDAZIONE TEATRO DI NAPOLI-TEATRO BELLINI/TEATRO STABILE DI CATANIADANIELE RUSSO / MARCELLO ROMOLO / CAMILLA SEMINO FAVRO“Il giocatore” da Fëdor Dostoevskijadattamento teatrale di Vitaliano Trevisan

con Paola Sambo, Alfredo Angelici, Martina Galletta, Alessio Piazza, Sebastiano Gavassoscene Roberto Creacostumi Chiara Aversanodisegno luci Salvatore Palladino

regia di GABRIELE RUSSO

“Il giocatore” è la terza tappa della “Trilogia della libertà”, le tre produzioni della Fondazione Teatro di Napoli - Teatro Bellini incentrate sul concetto di libertà e di perdita della stessa. Dopo l’opprimente ospedale psichiatrico di “Qualcuno volò sul nido del cuculo” diretto da Alessandro Gassmann e la società distopica dominata dalla violenza del visionario “Arancia Meccanica” diretto dallo stesso Gabriele Russo (ospitati nel 2016), è la volta della Roulettenburg posseduta dal gioco di Dostoevskij. Anche in questo caso, la grande letteratura si fa teatro; così, “Il giocatore”, scritto nel 1866, viene riletto e adattato per il teatro da Vitaliano Trevisan. L’allestimento è in costante bilico tra dramma e commedia e un cast affiatato ci trascina in una spirale fatta di azzardo, di passioni e di compulsioni che porta dritti in quel (non) luogo dove il desiderio si trasforma in ossessione e non si limita più a governare i protagonisti, ma finisce per soggiogarli. Una rilettura metaforica e contemporanea; «il gioco non è solo l’oggetto centrale dell’opera, ma è presente - come spiega Gabriele Russo - in forma di metafora o di allusione, ovunque. È nelle relazioni ossessive tra i personaggi, nei continui “rilanci” a cui le circostanze li costringono, nelle vane speranze a cui sono aggrappati e che li fanno stare sospesi; come si è sospesi quando si è in attesa che la pallina cada sul rosso o sul nero. Così si arriva alle analogie con l’oggi e con ciò che è il gioco d’azzardo nella nostra società: quando vedremo la “baboulinka” o il giocatore perdere tutti i loro soldi al casinò, forse per un attimo ci dimenticheremo che si tratta dei personaggi di Dostoevskij e vedremo, più genericamente una vecchina, sola, in preda al vizio del gioco o un giovane compulsivo perso in un video poker. Per amplificare e sostenere il dialogo con l’oggi senza perdere il rapporto con il testo e con la narrazione, ho scelto un’ambientazione che fosse “atemporale”, creata da contaminazioni fra passato e presente, antico e moderno; questo vale per la scena, per i costumi, per le musiche e, naturalmente, per il linguaggio».

TEATROFoto: Francesco Squeglia

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13-14-15 Marzo, ore 21 (turni A-B-C)

GOLDENART PRODUCTIONMICHELE PLACIDO / ANNA BONAIUTO“Piccoli crimini coniugali” di Eric-Emmanuel Schmitt

regia di MICHELE PLACIDO

Sull’altalena del matrimonio fra impercettibili slittamenti del cuore e tradimenti conclamati si consuma la vita dei due protagonisti. Un sottile, brillante gioco al massacro a due voci inventato dal drammaturgo più amato d’oltralpe. Gilles e Lisa, una coppia come tante. Da ormai quindici anni si trovano a vivere un, apparentemente, tranquillo menage familiare. Lui, scrittore di gialli, in realtà non è un grande fautore della vita a due, convinto che si tratti di un’associazione a delinquere finalizzata alla distruzione del compagno/a. Lei, moglie fedele, è invece molto innamorata e timorosa di perdere il marito, magari sedotto da una donna più giovane. Un piccolo incidente domestico, in cui Gilles, pur mantenendo intatte le proprie facoltà intellettuali, perde completamente la memoria, diventa la causa scatenante di un sottile e distruttivo gioco al massacro. I tentativi di Lisa di aiutare il compagno a riappropriarsi della sua identità e del loro vissuto comune diventano un percorso bizzarro, divertente e doloroso, che conferma il sospetto di molti che anche la coppia più affiatata non è che una coppia di estranei. Gilles e Lisa avranno un bel da fare per cancellare l’immagine di sé che ciascuno ha dell’altro, attraverso rivelazioni sorprendenti, scoperte sospettate, ma sempre taciute, rancori, gelosie, fraintendimenti mai chiariti, in una lotta senza esclusioni di colpi, sostenuta, per fortuna loro, da una grande attrazione fisica che li tiene avvinti.Il testo di Schmitt è un veloce e dinamico confronto verbale tra i due protagonisti, un susseguirsi di battute, ora amorevoli ora feroci, ora ironiche ora taglienti, uno scontro che si genera dove una grande passione inespressa cerca un modo per sfogarsi. Il battibecco è necessario, vitale. Il confronto incessante, il dire apertamente quello che era percepito da tempo, la consapevolezza chiara ed intelligibile di alcune realtà e verità prima solo intuite sono momenti necessari alla vita di coppia, per permettere a due persone di crescere insieme, di rispettarsi, di convivere.

TEATROFoto: Tommaso Le Pera

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TEATRO

10-11-12 APRILE, ore 21 (turni A-B-C)

DIANA OR.I.SVINCENZO SALEMME “Una festa esagerata!” di Vincenzo Salemme con Nicola Acunzo, Vincenzo Borrino, Antonella Cioli, Sergio D’Auria, Teresa Del Vecchio, Antonio Guerriero, Giovanni Ribò, Mirea Flavia Stellato

regia di VINCENZO SALEMME

La storia narra di una famiglia borghese di oggi, composta da padre, madre e figlia coinvolta nell’organizzazione del debutto in società della giovane Mirea. Ed ovviamente, non potrebbe esserci nulla di più semplice se non fosse che il padre (Vincenzo Salemme), uomo di valori morali (leggermente) presuntuoso e amante del teatro, deve confrontarsi con una moglie (Teresa Del Vecchio) “affamata” di popolarità e di scalata sociale, disposta a tutto pur di incassare soldi e fare la vita da “borghese milanese” scendendo a compromessi con la politica locale. In tutto ciò non possono mancare le pedine degli imprevisti. Una figlia (Mirea Flavia Stellato) a cui Gennaro Parascandalo cerca di insegnare i valori come l’amore e il rispetto, ma è molto più presa dai beni materiali confondendo amore e soldi; un furbo-napoletano che cerca di fare l’indiano a servizio dei padroni di casa; un neo-portiere del palazzo (Antonio Guerriero) impegnato nelle elezioni di condominio; un prete (Nicola Acunzo) alternativo “da strada” e la storia di un vecchio amore (Antonella Cioli) che continua a tornare nella vita del protagonista e che ne è trama portante.

“Una festa esagerata!” nasce da un’idea che avevo in mente da tempo, uno spunto che mi permettesse di raccontare in chiave realistica e divertente il lato oscuro e grottesco dell’animo umano. Non dell’umanità intera ovviamente, ma di quella grande melassa/massa dalla quale provengo, quel blocco sociale che in Italia viene definito “piccola borghesia”. Volevo parlare delle cosiddette persone normali, di coloro che vivono nascondendosi dietro lo scudo delle convenzioni, coloro che vivono le relazioni sociali usando il codice dell’ipocrisia come unica strada per la sopravvivenza. Sopravvivenza alle “chiacchiere”, alle “voci”, ai sussurri pettegoli e sospettosi dei vicini. E sì, perché io vedo la nostra enorme piccola borghesia come un grande condominio, fatto di vicini che si prestano lo zucchero, il termometro e si scambiano i saluti ma che, al contempo, sono pronti a tradirsi, abbandonarsi e, in qualche caso estremo, anche a condannarsi a vicenda. Non è la prima volta che questo ventre antico del nostro paese viene messo in commedia, ma l’idea dalla quale parto mi sembra molto efficace in questo momento storico fatto di conflitti internazionali, guerre di religione e odi razziali. La barbarie, temo, nasconda sempre dietro un alibi. Ognuno trova sempre una buona ragione per odiare l’altro. Ma quel che temo ancora di più è l’odio che si nasconde dietro il velo sorridente della nostra educazione. Temo il buio del nostro animo spaventato. Temo la viltà dettata dalla paura. Temo il sonno della ragione. Spero che questa commedia strappi risate e sproni al dialogo. Un dialogo tra persone. Che si rispettano e, seppure con qualche sforzo, provino a volersi bene.” (Vincenzo Salemme)

Foto: Federico Riva

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50 Musica e Balletto 2017/18

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17 Novembre, ore 21

REGGIO INIZIATIVE CULTURALI

LUIGI LO CASCIOENSEMBLE MODO ANTIQUO Federico Maria Sardelli, flauto dritto e traversiere Raffaele Tiseo, violinoPaolo Cantamessa, violinoBettina Hoffmann, violoncello Gianluca Geremia, tiorba“L’Affare Vivaldi” concerto reading

drammaturgia di Luigi Lo Cascio e Federico Maria Sardellidal libro “L’Affare Vivaldi” di Federico Maria Sardelli (ed. Sellerio)

Musiche di VIVALDI

Luigi Lo Cascio affianca da anni il palcoscenico al set cinematografico. Ha lavorato con registi teatrali quali Ronconi, Cecchi, De Capitani, Patroni Griffi, Tiezzi ed esordito al cinema con “I cento passi” di Marco Tullio Giordana con il quale ha poi realizzato “La meglio gioventù”. Ha collaborato con registi cinematografici quali Comencini, Piccioni, Avati, Bellocchio, Lee, Tornatore, Martone, Virzì, Archibugi. A teatro ha scritto ed interpretato “La tana” da Kafka, ha rivisitato “Le Baccanti” di Euripide, “Otello” di Shakespeare e “Il sole e gli sguardi” dedicato a Pasolini. Tra musiche inedite del giovane Vivaldi, eseguite da Modo Antiquo, Luigi Lo Cascio riscrive e interpreta il testo di Sardelli raccontando la storia, l’itinerario attraverso i secoli, dei manoscritti di Vivaldi, di come hanno rischiato di sparire nel nulla e di come sono stati ritrovati e da chi. La fortuna delle “Quattro stagioni” di Vivaldi ha reso il nome del compositore familiare al grande pubblico al punto forse di costituire un ostacolo alla conoscenza più ampia della sua opera, vasta e complessa e anche gli appassionati di Vivaldi che apprezzano le sue composizioni orchestrali e la musica vocale, sia sacra che profana, spesso non sanno che grandissima parte dell’opus vivaldiana è rimasta per secoli sepolta nella biblioteca di famiglie aristocratiche più o meno decadute, e che avrebbe potuto non veder mai la luce. Quello che rende lo spettacolo particolare e fruibile anche ad un più vasto pubblico, è che questa materia, potenzialmente oggetto di dotte dissertazioni e grande erudizione, è trattata dall’attore con deliziosa levità e fine ironia. Lo Cascio coniuga il linguaggio e il registro narrativo con un umorismo contemporaneo e con una straordinaria interpretazione dell’ambientazione che passa dall’epoca vivaldiana fino al periodo fascista, in ogni momento con una lingua adatta e allo stesso tempo leggera.

Federico Maria Sardelli, alla testa del quintetto di musicisti sul palco, è un personaggio eclettico ed irriverente. Studioso, fra i massimi al mondo, della vita e delle opere di Antonio Vivaldi, è un protagonista della rinascita del teatro musicale vivaldiano dei nostri tempi con diverse sue prime rappresentazioni, incisioni ed edizioni mondiali di numerose opere vivaldiane inedite. Dal 2007 Peter Ryom lo ha incaricato di continuare la sua monumentale opera di catalogazione della musica di Antonio Vivaldi e da quel momento Federico Maria Sardelli è il responsabile del Vivaldi Werkverzeichnis (RV). Artista poliedrico è in grado di esprimersi molto egregiamente con la penna, con gli strumenti da disegno, con la bacchetta di direttore (ha fondato l’Ensemble “Modo Antiquo” e ha diretto orchestre come il Gewandhaus di Lipsia, la Kammerakademie Potsdam, il Maggio Musicale Fiorentino...) e con il flauto, il suo strumento.

Foto: Sandro Michaelles (Federico Maria Sardelli) MUSICA E BALLETTO

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25 Novembre, ore 21

ZOLTÁN FEJÉRVÁRI, pianoforteJ. S. BACHConcerto Italiano in fa magg. BWV 971

BEETHOVENSonata n. 21 in do magg. op. 53 “Waldstein”

LISZT/WAGNERMorte d’amore di Isotta

LISZTSonata in si min.

Primo Premio al Concorso di Montreal del 2017 e del Borletti Buitoni Trust Fellowship 2016, Zoltán Fejérvári ha tenuto recital in Europa e negli USA esibendosi in prestigiose sala da concerto quali Carnagie Weill Hall a New York, Kimmel Center di Filadelfia, Biblioteca del Congresso di Washington, Gasteig di Monaco, Lingotto di Torino, Palau de Musica di Valencia, Biblioteca Nazionale di Buenos Aires, Accademia Liszt di Budapest. Come solista ha collaborato con Budapest Festival Orchestra, Hungarian National Orchestra, Verbier Festival e con direttori quali Ivan Fischer, Zoltàn Kocsis e Gábor Takács-Nagy. Zoltàn Fejérvári è altresì un grande appassionato della musica da camera. Ha collaborato con i quartetti Keller e Kodaly e nel corso del 2018 si esibirà anche con l’Elias Quartet, con i cellisti Ivan Monighetti, Gary Hoffman, Istvan Vardai, Frans Helmerson e Steven Isserlis, con il cornista Radovan Vlatkovic. Ha partecipato al progetto della Kronberg Academy “Chamber Music Connects the World”, al Prussia Cove’s “Open Chamber Music”, alla “Lisztomania” a Chateauroux, al Festival Pianistico di Tiszadob e all’Encuentro de Musica di Santander. Su invito della pianista Mitsuko Uchida, ha partecipato al Festival di Marlboro nelle estati dal 2014 al 2016. Il suo disco con la “Malédiction” di Liszt con la Budapest Chamber Symphony è stato premiato con il “Gran Prix du Disque” nel 2013. Nel 2014 ha inciso un secondo Cd dedicato alle sonate di Mozart per violino con il violinista Ernõ Kállai edito da Hungaroton. Il pianista Andras Schiff ha scelto Zoltán Fejérvári per il suo progetto”Building Bridges”, ideato per la valorizzazione dei migliori giovani talenti del pianoforte e, grazie a questa iniziativa, nella stagione 2017/18 si esibirà a Berlino, Bochum, Bruxelles, Zurigo e Ittingen. Dal 2014 Zoltán Fejérvári è docente presso il Dipartimento di musica da Camera dell’Accademia Liszt di Budapest.

MUSICA E BALLETTOFoto: Balasz Borocz

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15 Dicembre, ore 21 (fuori abbonamento)

TAMMY McCANN & THE VOICES OF GLORYGOSPELS & SPIRITUALS

TAMMY McCANN ha iniziato la sua carriera come musicista classico, ma sin da piccola il Gospel ed il Jazz riempivano il suo cuore. Dopo aver calcato per anni i palchi europei con la sua formazione Gospel nei primi anni 2000 si dedica intensamente al Jazz ove riesce ad esprimere a fondo il proprio eccellente talento vocale.Nominata “Best Jazz Vocal Performance” per diversi anni dal “Chicago Tribune”, Tammy è un’interprete jazz internazionalmente riconosciuta, che ha una voce potente, affettuosa e emotivamente carica, dipinge immagini e racconta storie unendo la tecnica vocale classica e l’estetica del Vangelo con il Jazz per creare un suono completamente del tutto proprio. Il critico d’arte di “Chicago Tribune”, Howard Reich ha scritto “Una voce che si diffonde in tutti i registri, a tutti i tempi, in tutte le occasioni... una voce che ispira la meraviglia!”

McCann ha entusiasmato il pubblico nei festival e club di tutto il mondo così come nelle principali sedi del Jazz come Birdland, The Blue Note, Lincoln Center e la Jazz Showcase di Chicago. Dopo anni ritorna al primo amore, il Gospel, riproponendo con la rinnovata formazione The Voices of Glory, lo spettacolo dal titolo “Tribute to Mahalia Jackson”, ancora una volta accompagnata al piano dal Maestro William Kilgore.

MUSICA E BALLETTOFoto: Mary Rafferty

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16 Dicembre, ore 21

ORCHESTRA DELLA RADIOTELEVISIONE DI KIEVVOLODYMYR SHEIKO, direttoreGIUSEPPE ALBANESE, pianoforteCAJKOVSKIJConcerto n. 1 in si bem. min. op. 23 per pianoforte e orchestraSinfonia n. 4 in fa min. op. 36

L’ORCHESTRA DELLA RADIO TELEVISIONE DI KIEV ha al suo attivo oltre ottantacinque anni di attività e di successi in tournée realizzate in tutto il mondo. Ha iniziato l’attività concertistica nel 1929 prima a Kharkov (la precedente capitale dell’Ucraina) trasferendosi poi a Kiev. Nel corso della sua pluridecennale attività, l’Orchestra è stata diretta dai più importanti direttori russi (da Klimov a Rozhdestvenskij) e si è contraddistinta per il rilievo dato alla conservazione e valorizzazione delle tradizioni musicali dell’Europa orientale, con un archivio che comprende più di diecimila incisioni di composizioni orchestrali effettuate a Kiev in uno dei più grandi studi di registrazione a livello europeo. L’incessante attività istituzionale in patria ed oltre confine e la partecipazione a vari prestigiosi Festival musicali ha consentito all’Orchestra di raggiungere lo status di migliore compagine strumentale della nazione.

VOLODYMIYR SHEIKO ha studiato al Conservatorio di Kiev. Kappelmeister all’Opera Nazionale di Kiev si è perfezionato al Teatro Bolshoi di Mosca sotto la guida di Fuat Mansurov e dal 2005 è direttore principale ed artistico dell’Orchestra della Radiotelevisione di Kiev. Sotto la sua direzione l’Orchestra ha realizzato oltre duecentocinquanta registrazioni di musiche ucraine ed internazionali a favore del Fondo Nazionale della Radio, effettuando negli ultimi anni numerose tournée in Europa e Asia. Nel corso della sua carriera, Sheiko è stato insignito di varie onorificenze dallo Stato Ucraino per l’intensa opera svolta a favore della diffusione musicale fino al recente titolo di “Artista del Popolo” (2015).

GIUSEPPE ALBANESE, tra i più richiesti pianisti della sua generazione, è stato invitato per recital e concerti con orchestra da autorevoli ribalte internazionali quali, tra gli altri, Metropolitan Museum, Rockfeller University e Steinway Hall di New York; Auditorium Amijai di Buenos Aires, Cenart di Mexico City, Konzerthaus di Berlino, Mozarteum di Salisburgo, St. Martin in the Fields di Londra, Salle Cortot di Parigi, Filarmonica di San Pietroburgo, Filharmonia Narodowa di Varsavia. Ha collaborato con direttori del calibro di Christian Arming, John Axelrod, James Conlon, Dmitri Jurowski, Julian Kovatchev, Alain Lombard, Anton Nanut, Daniel Oren, George Pehlivanian, Donato Renzetti, Hubert Soudant, Pinchas Steinberg, Jeffrey Tate, Jurai Valcuha, Jonathan Webb ecc. Tra i festival, di particolare rilievo gli inviti al “Winter Arts Square” di Yuri Temirkanov a San Pietroburgo, al Castleton di Lorin Maazel (USA), all’Internazionale di Brescia e Bergamo e al MiTo SettembreMusica, alla Biennale Musica di Venezia, al Festival di Colmar, a En Blanco y Negro di Mexico City, al Festival di Sintra (Portogallo) e al Tongyeong Festival (Corea). In Italia ha suonato per tutte le più importanti stagioni concertistiche (incluse quelle dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di S. Cecilia e della RAI di Torino) e in tutti i più importanti teatri, in particolare delle Fondazioni liriche. Insegna attualmente Pianoforte al Conservatorio “Tartini” di Trieste.

MUSICA E BALLETTO

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13 Gennaio, ore 21 (fuori abbonamento)

BALLETTO DI MILANO“Il lago dei cigni” di Pëtr I. Cajkovskijcoreografia di Teet Kask

scenografia di Marco Pesta

costumi di Ákos Barát

Il Balletto di Milano, diretto da Carlo Pesta, vanta un nucleo stabile di danzatori accuratamente selezionati provenienti dalle migliori scuole e accademie, in grado di coniugare ad una tecnica impeccabile notevole versatilità e indubbia capacità espressiva. Molti sono i grandi artisti e coreografi ospitati nella storia della Compagnia tra cui spiccano nomi importanti del panorama internazionale come Carla Fracci, Oriella Dorella, Serge Manguette, Marco Pierin, Alessandro Molin, Gheorghe Iancu, Vittorio Biagi, Giuseppe Carbone, Micha Van Hoecke. Ospite abituale del Teatro, dagli apprezzati “Romeo e Giulietta”, “Cenerentola”, “Soirée Ravel: Boléro” al “W Verdi” e “Anna Karenina” delle passate stagioni, il complesso si presenta in una duplice veste confrontandosi prima con il “Lago” cajkovskijano e poi con “Shéhérazade” affidate il primo all’affermato estone Teet Kask e il secondo a Federico Mella e Alessandro Torrielli, due giovani e promettenti coreografi italiani.

Dopo le numerose creazioni per compagnie internazionali e la sua prima coreografia in Italia con “Anna Karenina”, Teet Kask torna a collaborare con il Balletto di Milano. Il coreografo estone vanta un curriculum importante e prestigioso. Nato nel 1968, ha lavorato con Estonian National Opera Ballet Company, Royal Swedish Ballet e Norwegian National Ballet. Dal 1996 Kask è attivo come coreografo. Nel 1999 il sondaggio della critica di Ballet International/Tanz Aktuell International lo ha nominato “outstanding dancer” per il suo lavoro creativo nella stagione 1998/99. Nel 1999 il suo lavoro “Ursula X”, è stato finalista al Concorso Internazionale di Coreografia Classica a Parigi. Kask ha conseguito un master in coreografia alla City University London/Trinity Laban Conservatoire of Music and Dance. Nei sui lavori Kask utilizza sia l’estetica della danza classica sia espressioni moderne affiancando nuove sperimentazioni. È un artista unico nel suo genere di sintesi tra classico e contemporaneo e vanta coreografie per Nina Ananiashvili, Norwegian National Ballet, Vanemuine Theatre Ballet tra i tanti.

Questa nuova versione in due atti del coreografo estone Teet Kask segue la celebre storia del capolavoro della letteratura ballettistica, ma si distingue per alcuni dettagli in chiave più contemporanea. Un “Lago” che trova l’attualizzazione nella messinscena e ambientazione, ma in cui non mancano la tradizionale magia degli atti bianchi e i virtuosismi della danza classica. La produzione si contraddistingue per quell’eleganza e creatività della Milano internazionale, caratteristiche che si ritrovano anche nei costumi di Ákos Barát: abiti sofisticati e tutù dalle linee morbide ispirati alla moda dei grandi stilisti, preziosi nei tessuti dalle nuances di tinte pastello. Nel processo di stilizzazione di palazzi borghesi italiani del XVIII e XIX secolo, l’allestimento di Marco Pesta prende forma ispirandosi alle contemporanee strutture ed installazioni organiche ed è caratterizzato da linee pulite ed essenziali.

MUSICA E BALLETTO

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20 Gennaio, ore 21

SUYOEN KIM, violinoDONG-HYEK LIM, pianoforteMOZARTSonata in si bem. magg. KV 378

BRAHMSSonata n. 3 in re min. op. 108

SCHUBERTFantasia in do magg. D 934

SUYOEN KIM, nata a Münster (D), ha ricevuto le prime lezioni di violino all’età di cinque anni da Houssan Mayas e a nove ha proseguito gli studi alla Hochschule di Detmold con Helge Slaatto, completandoli nel 2008. Si diploma poi nel 2010 con Ana Chumachenco alla Hochschule für Musik di Monaco e fino al 2012 partecipa ai corsi come giovane solista, promossi dall’Accademia di Kronberg. Nel 2003 vince il primo premio al Concorso Internazionale Leopold Mozart di Augsburg, nel 2006 si aggiudica il primo premio al Concorso Internazionale Joachim di Hannover e nel 2009 il quarto premio al Concorso Regina Elisabetta del Belgio. Come solista, Suyoen Kim ha collaborato con direttori di grande pregio internazionale: Kurt Masur, Eliahu Inbal, Myung-Whun Chung, Jan Latham-Koenig, Peter Ruzicka. Kim ha suonato con rinomate orchestre quali Deutsche Kammerphilharmonie Bremen, Hermitage Theatre Orchestra St. Petersburg, Copenhagen Philharmonie, Münchner Symphoniker, Bayerische Kammerphilharmonie, Orchestre Philharmonie de Strasbourg, Württembergisches Kammerorchester Heilbronn e Seoul Symphony Orchestra. Incide in esclusiva per la Deutsche Grammophon, con la quale ha pubblicato alcune sonate di Mozart con il pianista Evgeny Bozhanov,, le Partite e Sonate di J. S. Bach, la Fantasia e la Sonata per violino di Schubert con il pianista Dong-hyek Lim e il Concerto e le Romanze di Beethoven. Suyoen Kim suona un violino Stradivari del 1702 gentilmente messo a sua disposizione dalla Nippon Foundation.

DONG-HYEK LIM, nato a Seoul, ha iniziato gli studi al Conservatorio Nazionale Coreano. All’età di dieci anni si è trasferito in Russia quale più giovane studente mai ammesso al Conservatorio di Mosca, dove ha studiato con Lev Naumov (un allievo del leggendario Heinrich Neuhaus). Successivamente Lim ha continuato gli studi in Germania alla Hochschule für Musik di Hannover con Arie Vardi. Nel 2001, a soli quindici anni, è diventato il più giovane concorrente di sempre a vincere il Primo Premio al Concorso Long-Thibaud-Crespin. Ha vinto premi anche al Concorso Busoni (2000), all’Hamamatsu International Piano Competition (2001), al Concorso Regina Elisabetta (2003), al Premio Chopin (2005) e al Premio Cajkovskij (2007). Lim ha continuato a studiare, in particolare con Emmanuel Ax alla Juilliard School di New York. Dong-Hyek Lim ha suonato in molte delle più prestigiose sale da concerto internazionali: Lincoln Center a New York, Walt Disney Hall a Los Angeles, Wigmore Hall a Londra, Salle Pleyel e Théâtre des Champs-Élysées a Pargi, Konzerthaus a Berlino, Palais des Beaux-Arts a Bruxelles, Tonhalle a Zurigo, Sala Grande del Conservatorio a Mosca, Mann Auditorium a Tel Aviv, Suntory Hall a Tokyo, Philharmonic Hall a Osaka. Lim ha partecipato inoltre a numerosi Festival quali Verbier, Chopin, Ruhr Piano, La Roque d’Anthéron, Montpellier Radio France, Jacobins Festival (Toulouse), Progetto Martha Argerich a Lugano e Beppu (Giappone). L’ultima incisione per la EMI è dedicata a Chopin.

MUSICA E BALLETTOFoto: Songwook Lee (Dong-Hyek Lim)

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3 Febbraio, ore 21

MICHEL DALBERTO, pianoforteBEETHOVENSonata n. 14 op. 27 n. 2 “Chiaro di luna”Sonata n. 23 op. 57 “Appassionata”

DEBUSSY12 Preludi, Libro I

Nato a Parigi in una famiglia del Delfinato francese d’origini piemontesi, MICHEL DALBERTO si è affermato sulla scena musicale internazionale vincendo nel 1975 il Primo Premio ai concorsi Clara Haskil, Mozart a Salisburgo ed al concorso di Leeds nel 1978. Allievo del grande maestro Vlado Perlemuter al Conservatorio di Parigi, l’artista è l’unico ad aver inciso tutta l’opera pianista di Schubert, della quale è uno degli interpreti più apprezzati, così come delle opere di Mozart, di cui ha eseguito tutti i concerti per pianoforte. Fin dagli inizi della sua carriera, Dalberto è stato invitato a esibirsi con prestigiose orchestre e con direttori quali Erich Leinsdorf (Orchestre de Paris), Wolfgang Sawallisch (Orchestre de la Suisse Romande), Charles Dutoit (Orchestra National de France) , Sir Colin Davis (Orchestra del Concertegebouw), Yuri Temirkanov (Orchestra di S.Cecilia), Daniele Gatti. È stato ospite dei Festival di Lucerna, Aix-en-Provence, Vienna, Edimburgo, Schleswig-Holstein, Firenze, La Roque d’Antheron. Artista molto apprezzato anche in Italia, ha suonato per le più famose società di concerti: S. Cecilia, Società del Quartetto e Serate Musicali di Milano, Unione Musicale di Torino, Maggio Musicale di Firenze, Teatro La Fenice, Teatro Comunale di Bologna, Teatro San Carlo, Orchestra della RAI di Torino. Camerista assai richiesto, Dalberto collabora con i violinisti Boris Belkin e Renaud Capuçon, il violista Yuri Bashmet, i cellisti Gautier Capuçon, Truls Mork e Lyn Harrell, i cantanti Barbara Hendricks, Jessy Norman, Nathalie Stutzman e Stephan Genz. Con la casa discografica francese Aparté ha recentemente iniziato a registrare dal vivo un ciclo dedicato alle opere di Debussy, Fauré, Franck. Il primo progetto, dedicato a Debussy, è stato registrato e filmato al Teatro Bibiena di Mantova nel Maggio 2015, premiato con il Diapason D’Or, il secondo, dedicato a Fauré è stato appena pubblicato. La sua ampia discografia, realizzata per Erato, Denon e EMI, ha ottenuto i più alti riconoscimenti: Grand Prix du Disque, Grand Prix de l‘Académie Charles-Cros, Choc de la Musique, ffff di Télérama. Professore al Conservatorio di Parigi dal 2011, l’artista ha insegnato all’Accademia Pianistica di Imola e tiene numerose “masterclass” in Germania, Inghilterra, Giappone, Corea, Cina, Stati Uniti. Michel Dalberto è stato per quindici anni Direttore Artistico dell’Accademia Festival a Les Arcs (Savoia). Dal 1991 al 2009 è stato inoltre Presidente della giuria del Concorso Clara Haskil di Vevey (Svizzera), dov’è attualmente membro del Comitato organizzativo e nel 1996 è stato nominato dal Governo Francese Cavaliere de l’Ordre National du Mérite.

MUSICA E BALLETTOFoto: Caroline Doutre

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17 Febbraio, ore 21

ALEXANDER MELNIKOV, pianoforte

SCHUMANNStudi Sinfonici op. 13

BRAHMS7 Fantasie op. 116

CHOPIN 24 Preludi op. 28

ALEXANDER MELNIKOV si è diplomato al Conservatorio di Mosca con Lev Naumov. Uno dei momenti più importanti del suo percorso formativo a Mosca è stato l’incontro con Svjatoslav Richter, il quale da lì in poi lo ha regolarmente invitato a vari festival in Russia e Francia. Ha vinto numerosi premi in concorsi prestigiosi quali lo “ Robert Schumann” di Zwickau (1989) e il “Regina Elisabetta” di Bruxelles (1991). Conosciuto per le sue scelte musicali spesso inconsuete, Alexander Melnikov ha sviluppato sin dal principio della sua carriera un forte interesse per la prassi esecutiva filologica. In questo ambito è stato influenzato dal lavoro compiuto da Andreas Staier e Alexei Lubimov. Si esibisce regolarmente con importanti ensemble quali Freiburger Barockorchester, Concerto Köln, Akademie für Alte Musik di Berlino e l’Orchestre des Champs-Élysées. Come solista Alexander Melnikov ha suonato con importanti orchestre tra cui Royal Concertgebouw di Amsterdam, Gewandhaus di Lipsia, Philadelphia Orchestra, NDR Sinfonieorchester, HR-Sinfonieorchester, Russian National Orchestra, Münchner Philharmoniker, Filarmonica di Rotterdam, BBC Philharmonic, NHK di Tokyo e con direttori quali Mikhail Pletnëv, Teodor Currentzis, Charles Dutoit, Paavo Järvi, Philippe Herreweghe e Valery Gergiev. La sua collaborazione con l’etichetta discografica Harmonia Mundi è fiorita anche grazie alla sua partner di recital, la violinista Isabelle Faust, ed è culminata con la vittoria nel 2010 del Gramophone Award e dell’ECHO Klassik per la registrazione delle Sonate di Beethoven. Questo album ha ricevuto anche la nomination ai Grammy. La loro registrazione più recente è una raccolta con le Sonate di Brahms. La registrazione dei “Preludi e Fughe” di Shostakovich ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui il BBC Music Magazine Award, lo Choc de Classica e il Jahrespreis der Deutschen Schallplattenkritik; nel 2011 è anche stata nominata dal BBC Music Magazine come uno dei “50 Greatest Recordings of All Time.” La sua discografia include inoltre opere di Brahms, Rachmaninov, Shostakovich e Scriabin. Insieme a Isabelle Faust, Jean-Guihen Queyras, Pablo Heras-Casado e i Freiburger Barockorchester, Alexander Melnikov ha inciso una trilogia di CD contenente i Trii e il Concerto di Schumann; il secondo album, con il Concerto e il Trio n. 2, è stato pubblicato nel settembre 2015. Prosegue la collaborazione con la Mahler Chamber Orchestra, i Freiburger Barockorchester e la Tapiola Sinfonietta, orchestre di cui è partner fisso. Tra gli appuntamenti passati i concerti con la Camerata Salzburg e Louis Langrée alla Mozartwoche di Salisburgo, con la Seattle Symphony Orchestra e la Vancouver Symphony Orchestra, così come concerti alla Wigmore Hall di Londra, al Muziekgebouw di Amsterdam, al De Singel di Anversa, all’Opéra di Digione e al Palau de la Música Catalana di Barcellona.

MUSICA E BALLETTOFoto: MolinaVisuals

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24 Febbraio, ore 21 (fuori abbonamento)

BALLETTO DI MILANO“Shéhérazade... Le Mille e una Notte”balletto in due atti su musiche di Nikolaj Rimskij-Korsakov e Aram Khachaturiancoreografie di Federico Mella e Alessandro Torrielli

scenografia di Marco Pesta

Prima italiana per “Shéhérazade” con la coreografia di Federico Mella e Alessandro Torrielli, giovani e talentuosi artisti cresciuti in seno alla Compagnia. Sono le notti arabe, dense di atmosfere e sonorità vibranti, ad ispirare l’allestimento in due atti di “Shéhérazade” che letteralmente significa “figlia della città”. Ed è proprio questa appartenenza ad una comunità che i due coreografi hanno scelto straordinariamente di mettere in scena. Protagonisti del primo atto sono infatti le vie e i mercati della Medina, animata dai suoi abitanti che ne restituiscono profumi e colori e sui quali si abbatte una triste sorte. Nel secondo atto la famosa silloge favolistica troverà ampio respiro e vivacissima resa abilmente narrata sulle note sublimi di Aram Khachaturian, scelto per affiancare la ben nota suite di Nikolaj Rimskij-Korsakov. Atmosfere esotiche si ritrovano nei preziosi allestimenti di Marco Pesta e nei bellissimi costumi realizzati con tessuti originali.

MUSICA E BALLETTOFoto: MolinaVisuals

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10 Marzo, ore 21

CAMERATA DUCALEGUIDO RIMONDA, violino e direttore“Le Violon Noir” La musica del misteroLOCATELLI Sinfonia funebre in fa min.GLUCKDanza degli spiriti beati da “Orfeo e Euridice”TARTINI Sonata in sol min. “Il trillo del diavolo” (versione per violino e archi di R. Zandonai)RAVEL Pavane pour une infante défuntePAGANINI Le streghe op. 8WILLIAMS Tema da “Schindler’s List”WIENIAWSKI Légende in sol min. op. 17PAGANINI “Maria Luisa - Granduchessa di Parma”. Tema e variazioni

Se c’è un colore che rappresenta tutto ciò che è occulto, nascosto, misterioso è sicuramente il nero. Da qui nasce “Le Violon Noir”, un progetto multidisciplinare nato da un’idea di Guido Rimonda legata al suo strumento, lo Stradivari “Le Noir” (1721) e alla misteriosa morte del proprietario più celebre del fascinoso violino: Jean-Marie Leclair. Rimonda presenta ogni brano con interessanti aneddoti sullo strumento, sugli autori e sulla storia delle composizioni celebri legate ad una dimensione misteriosa e piena di fascino.La CAMERATA DUCALE nasce nel 1992 come prima formazione musicale in assoluto dedicata alla valorizzazione dell’opera di Giovanni Battista Viotti, compositore e violinista italiano del tardo Settecento. Nel 1998 ha inizio il Viotti Festival durante il quale è stato eseguito un repertorio estremamente vasto: dal 1700 ai giorni nostri, con solisti quali Lonquich, Faust, Accardo, Lortie, Mintz, Ughi, Spivakov, Maisky, Lucchesini, Galliano, Carmignola e molti altri. Parallelamente al Viotti Festival, la Camerata Ducale è ospite anche in importanti stagioni concertistiche nazionali alle quali si vanno a sommare le tournées all’estero. GUIDO RIMONDA, studi al Conservatorio di Torino e specializzazione con Corrado Romano a Ginevra, costituisce nel 1992 la Camerata Ducale e nel 1998 fonda a Vercelli il Viotti Festival di cui è direttore musicale. Oltre a tale attività è presente in importanti sale concertistiche in Italia e all’estero con al suo attivo oltre mille concerti come violino solista e direttore. È stato assistente di Giuliano Carmignola e Franco Gulli presso la Scuola di Alto Perfezionamento musicale di Saluzzo e insegna violino al Conservatorio di Novara. La sua attività discografica conta oltre 30 CD per Chandos, EMI e Decca con la quale dal 2012 sta realizzando il Progetto Viotti (integrale in 15 CD delle composizioni per violino e orchestra, con numerosi inediti e prime registrazioni mondiali) attualmente giunto al quinto CD. Per Decca sono nati altri progetti discografici come “Le Violon Noir” (2013) e “Voice of peace” (2015).

MUSICA E BALLETTOFoto: Buat

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24 Marzo, ore 21

SMETANA TRIOJitka Cechová, pianoforteJirí Vodicka, violinoJan Pálenícek, violoncello HAYDNTrio in sol magg. Hob. XV/25 “All’ongarese”

MENDELSSOHNTrio in re min. op. 49

SMETANATrio in sol min. op. 15

Il TRIO SMETANA, fondato dal leggendario pianista Josef , è oggi uno dei più importanti ensemble cechi. La sua attività intensa lo vede presente sulle principali scene musicali nazionali e internazionali (Francia, Germania, Svizzera, Gran Bretagna, Benelux, Italia, Giappone, Brasile, USA, Canada, Corea del Sud, Egitto). Dal 2000 incide esclusivamente per Supraphon. Questa collaborazione ha riscosso una serie di prestigiosi riconoscimenti sia in patria che all’estero: il CD con opere di Smetana, Suk e Novák ha ricevuto apprezzamenti dalle riviste francesi Diapason e Le Monde de la Musique, un’altra registrazione con opere di ha avuto il BBC Music Magazine Camera Award per il 2007 e il francese Diapason D’Or. Gli ultimi CD, del 2014 e 2016, includono opere di Ravel e Shostakovich e la registrazione completa dei Trii di Martinu che ha vinto nel 2016 il Diapason D’Or e nel 2017 il BBC Magazine Award quale “Disco dell’Anno”.

ha studiato al Conservatorio di Praga con Jan Novotný, in seguito all’Accademia delle Arti con Peter Toperczer e quindi con Eugen Indjic a Parigi, Vitali Berzon a Friburgo, Rudolf Kehrer a Weimar e Eugen Indjic e Lazar Berman a . È stata premiata in numerosi concorsi internazionali e apprezzata dalla critica come solista in molti paesi europei, in Sud Africa, Sud America e Giappone. Si esibisce regolarmente in prestigiosi palcoscenici internazionali e festival sia in patria che all’estero (Edimburgo, Graz, Parigi, Francoforte, Baden-Baden, il Festival Bodensee, Primavera di Praga, etc.).

è uno dei violinisti cechi più illustri. Fin da giovanissimo ha vinto numerosi concorsi tra cui il Concorso Internazionale “J. Kocian” di Praga e nel 2004 il Concorso Internazionale “Louis Spohr” a Weimar. Dal 2010 insegna al Conservatorio di Praga. È solista stabile della Philharmonic Orchestra e suona regolarmente con la Filarmonica di Praga, l’Orchestra Sinfonica di Praga, l’Orchestra Nazionale del Teatro di Praga e altre. Molti dei suoi concerti sono stati registrati dalla Radiotelevisione Ceca.

ha studiato al Conservatorio e all’Accademia delle Arti di Praga con Saša e Miloš Sadlo. Ha studiato musica da camera con il padre Josef e nella classe di Josef Vlach, primo violino del Vlach Quartet. Ha partecipato a numerosi concorsi internazionali ottenendo importanti premi. Come solista suona regolarmente con le più importanti orchestre ceche, tra cui l’Orchestra Sinfonica di Praga, l’Orchestra Sinfonica della Radio di Praga, l’Orchestra Filarmonica di Ostrava, la Suk Chamber Orchestra, la Filarmonica di Stato di Brno. Ha insegnato per molti anni al Conservatorio di Praga e all’Accademia di Arti Sceniche di Praga.

MUSICA E BALLETTO

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74 Operetta 2017/18

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OPERETTA

12 Dicembre, ore 21

COMPAGNIA CORRADO ABBATI“La Vedova Allegra”di Victor Leon e Leo Stein

da un soggetto di Henri Meilhacmusica di Franz Lehár con Corrado Abbati

adattamento e regia di Corrado Abbati

Nel 1861, il commediografo e librettista francese Henri Meilhac (lo stesso della Carmen di Bizet), scrisse un piacevole vaudeville che però divenne famosissimo solo molti anni dopo, nel 1905, grazie alla musica di Franz Lehár: era nata “La Vedova Allegra”.

“Non si offenda, ma questa non è musica”. Questa frase, dettata dallo stesso Lehár, apparve incisa sulle medaglie omaggio che la direzione del Teatro An der Wien offrì in occasione della trecentesima replica de “La Vedova Allegra”: una rivincita che il musicista volle concedersi nei confronti della direzione del teatro stesso e dei critici, che la sera della prima gli avevano rivolto quello scettico e non lungimirante apprezzamento. Ma forse avevano ragione. “La Vedova Allegra” non è musica, è molto di più: è una emozione, una esperienza sensitiva che si stampa a lungo nella memoria di chi l’ascolta.

“La Vedova Allegra” è un capolavoro di genuina ispirazione dove i protagonisti sono coinvolti in un vorticoso e divertente scambio di coppie, di promesse, di sospetti e di rivelazioni. Un parapiglia che, come è naturale che sia in una operetta, al termine si ricompone nel migliore dei modi con il matrimonio fra la bella vedova Anna Glavari e l’aitante diplomatico Danilo. Così, nel finale, tutti cantano la celeberrima marcetta “È scabroso le donne studiar!” in una Parigi elegante e spensierata, come elegante e spensierata vuole essere questa edizione, dove si va da Maxim (ancora oggi simbolo mondano-turistico parigino), si danno nomi capricciosi alle donnine che allietano le serate piccanti dei diplomatici, si cantano valzer pervasi da un erotismo scintillante, si ballano indemoniati can-can e si ama con assoluta gaiezza in una atmosfera spensierata e contagiosa che assimila attori e pubblico. Ed è in questa sinergia che l’operetta vola sulle ali del canto, della danza, della prosa, della maschera, del gesto, facendosi teatro perfetto o, in modo meno presuntuoso, perfettamente teatrale. E dopo più di cento anni la storia della Vedova Allegra è ancora qui fra di noi ed è ancora oggi uno degli spettacoli più rappresentati al mondo; cosa è dunque successo? Nulla nella partitura di Lehár, molto in chi capisce che si può tranquillamente accettare quella dimensione intellettuale della nostalgia che rende più sereni... Buon divertimento. (Corrado Abbati)

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OPERETTA

17 Gennaio, ore 21

TEATRO MUSICA NOVECENTO“La danza delle libellule”libretto di Carlo Lombardomusica di Franz Lehár Orchestra “Cantieri d’Arte”

direttore Stefano Giaroli

regia di Alessandro Brachetti

Dopo aver frequentato il Conservatorio di Napoli, Carlo Lombardo divenne direttore d’orchestra della compagnia d’operetta Maresca e da subito comprese che l’operetta avrebbe potuto trovare un suo pubblico anche in Italia. A ventidue anni scrisse il suo primo lavoro, “Un viaggio di piacere”, a cui seguirono altri quattro titoli che non ebbero alcuna risonanza. Con l’avvento di Lehár, Lombardo si trovò spiazzato: il gusto viennese aveva invaso la nostra penisola. I tentativi di avviare un tipo di operetta nazionale erano parsi timidi e incerti. Non potendo combattere ad armi pari i prodotti che venivano dall’estero, Carlo Lombardo decise di stringere alleanza con questi. Per ottenere il permesso di rielaborare le loro operette, scelse compositori poco noti in Italia, come Weinberger, Eysler e Ziehrer. Ben presto fondò una propria compagnia che si giovava delle più grandi stelle dell’operetta di quel periodo, oltre che di messinscene fra le più ricche viste a quei tempi. Il periodo d’oro di Lombardo cominciò con il 1917 allorché debuttò ”La duchessa del Bal Tabarin”, tratta da ”Majestät Mimi” di Bruno Granichstaedten a cui seguì , nel 1918, “Madama di Tebe”. Altro trionfo. Nel 1922 mise a segno due autentici “colpi” da maestro: “Scugnizza” e “La danza delle libellule”. Quest’ultima proveniva da un lavoro che Lehár scrisse nel 1916, “Der Sterngucker”, e che fu accolto con qualche riserva. Carlo Lombardo ne operò una revisione aggiungendovi altro materiale lehariano e, con il nuovo titolo, appunto, di “La danza delle libellule” ne fece un successo internazionale. Seppur criticata per la semplicità del libretto, l’operetta possiede ritornelli orecchiabili ed assai piacevoli e continua ad essere presente nel repertorio delle compagnie italiane. Il pubblico ricorda il fox-trot delle gigolettes, il duetto “Bambolina”, la danza sul ghiaccio finto, la recita al castello e segue con interesse le solite schermaglie d’amore anche se certo del lieto fine.

In breve l’argomento: il ricco Piper si è appropriato del castello di Nancy e del titolo di Duca. Vuole mettere in scena nel salone del castello una commedia da lui scritta anche per corteggiare la belle Elena vedova Cliquot; coinvolge in questa recita i suoi amici Pommery e Gratin e le loro mogli Carlotta e Tutù. Al gruppo si aggiunge Bouquet Blum un simpatico disoccupato in cerca d’occupazione. All’improvviso arriva Carlo, un cacciatore, attorno al quale subito aleggiano, come delle libellule, Elena, Carlotta e Tutù entrando in competizione tra loro per chi conquisterà per prima il cuore del cacciatore. Piper e i mariti avvertono il pericolo, minacciano Carlo di farlo arrestare come cacciatore di frodo e questi si vedrà costretto a svelarsi come unico e vero Duca di Nancy. La rivalità fra le donne si fa più agguerrita fino a quando Carlo, grazie all’aiuto di Bouquet, sposerà colei che aveva da subito rapito il suo cuore: Elena.

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OPERETTA

16 Febbraio, ore 21

COMPAGNIA CORRADO ABBATI“Gigì - innamorarsi a Parigi”Musical di Alan Jay Lerner su musiche di Frederick Loewecon Corrado Abbati

adattamento e regia di Corrado Abbati

“Gigì” è l’omonimo famoso racconto di Colette trasportato in musical dagli stessi autori di “My Fair Lady” (A. J. Lerner e F. Loewe) e coperto da una miriade di riconoscimenti tra cui nove premi Oscar. La storia è dolce e romantica, piena di buoni sentimenti e di arguta ironia. Gigì è una ragazza parigina allegra e spensierata, ma destinata a diventare una cortigiana. Gaston è invece un annoiato e giovane viveur che conduce una vita gaudente fra locali alla moda e belle donne che però non lo divertono quanto la spontaneità e l’ingenuità di Gigì. La nonna e la zia di Gigì riescono alla fine a trasformarla in una ragazza raffinata, ma Gaston rimpiange la vecchia Gigì. Quindi tutto finito? No, vivere con la nuova Gigì vuol dire comunque vivere sempre con la sua Gigì. E vissero felici e contenti.

“A sessant’anni dalla nascita di questo musical (1958) ho pensato di riportarlo in Italia (a Broadway il suo revival è un grande successo!) e per la prima volta nella sua versione originale valorizzando (finalmente!) lo spartito di Gigì: una partitura raffinata, gradevole, allegra e orecchiabile e mai banale: Loewe con poche pennellate musicali ci riporta con straordinaria arguzia alle atmosfere parigine di primo 900. Altro punto di forza di questo Musical è il lusso dell’ambientazione e lo sfarzo dei costumi che sicuramente non mancherà in questa edizione in una rielaborazione immaginifica e con quel tocco di classe che sottolinea da tempo le nostre produzioni. Ma il lavoro non si è fermato ad una elegante messa in scena, bensì a valorizzare quelle che sono, a mio parere, i veri punti di forza di questo Musical: lo sviluppo e l’evoluzione dei personaggi e le tante, spettacolari scene di massa. Questa Gigì vorrei dunque che fosse, anche per voi, come respirare una boccata di aria pura.” (Corrado Abbati)

Nella Parigi del primo novecento vive e, nonostante qualche annetto, si diverte ancora il gentiluomo Honoré Lachaille fido consigliere del suo ricco e raffinato nipote Gaston che, annoiato dalla vita, dal lusso, dalle tante donne, passa molto del suo tempo a casa di madame Alvarez, da lui chiamata affettuosamente “Mamita”con la quale vive la nipote Gilberte soprannominata Gigì, una spensierata e precoce adolescente. Mamita è molto protettiva e attenta verso la ragazza perché l’ha cresciuta lei. Mamita, seguendo la tradizione di famiglia, manda Gigì dalla raffinata sorella Alicia per essere educata come cortigiana e farle imparare le buone maniere. Per zia Alicia l’amore e la ricchezza sono una sicurezza per il futuro della nipote Gigì. La ragazza inizialmente non capisce perché le viene fatto imparare tutto questo ed è impacciata e disinteressata. Le piace di più passare il suo tempo giocando a carte con Gaston che, battuto, deve mantenere la promessa di portare la ragazza e la nonna al mare. Una volta al mare Gigì e Gaston passano molto tempo insieme mentre Honoré e Mamita ricordano dolcemente i loro tempi passati quando erano fidanzati. Una volta ritornati dalla breve vacanza Gigì riprende la sua vita infelice dalla zia. Un giorno Gaston, vedendo Gigì elegantissima con un meraviglioso abito che ne fa una signora, la prende in giro dicendole che così vestita è solo ridicola e se ne va in malo modo, salvo poi ritornare e chiedere a Gigì di andare con lui a prendere un te per farsi perdonare, ma Mamita non è d’accordo. Infatti quell’atto potrebbe danneggiare la reputazione futura di Gigì. Gaston, perciò, vaga infuriato per le strade di Parigi e, rendendosi conto di essersi innamorato perdutamente di Gigì torna da lei e le chiede di sposarlo promettendole una vita piena di agi e di lusso. Gigì in un primo tempo rifiuta, ma poi, rendendosi conto che vivrebbe una vita infelice senza di lui, perché innamorata anch’essa, alla fine accetta. E qui forse la storia potrebbe essere finita, ma...

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82 Abbonamenti

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BIGLIETTERIA Dal 16 ottobre l’orario di biglietteria è, dal lunedì al sabato (escluse le festività), dalle ore 10 alle 12 e dalle 16 alle 18.30 e un’ora prima degli spettacoli. Per informazioni e prenotazioni: tel. 019820409, fax 01983105075, e-mail [email protected]

INTERNET È possibile confermare ed acquistare gli abbonamenti e i biglietti della stagione artistica direttamente dal sito www.teatrochiabrera.itsecondo le date specificate per ciascuna rassegna.

TEATROBUS Per gli spettacoli in abbonamento dei Turni A-B-C e d’Operetta è in funzione un servizio gratuito di andata e ritorno tra il Teatro e le fermate indicate sul territorio con appositi segnali.

TEATROABBONAMENTO TURNI A-B-C La biglietteria del Teatro effettuerà la conferma degli abbonamenti dal 16 al 23 ottobre (escluso il 22). Il 24 ottobre sarà possibile, per tutti coloro che hanno confermato con riserva di cambiamento, avere la prelazione di scelta sui posti rimasti disponibili nelle serate. Il 25 ottobre inizierà la vendita dei nuovi abbonamenti. Il 27 ottobre inizierà la vendita dei nuovi abbonamenti per 4 spettacoli a turno libero.

PREZZI:Abbonamento:Poltrona di platea, balconata e palco . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . € 215 Ridotto giovani fino a 30 anni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . € 105Galleria numerata . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . € 145Ridotto giovani fino a 30 anni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . € 75

Gli abbonati al ciclo di 8 spettacoli potranno acquistare l’abbonamento ridotto al Turno D (5 spettacoli) al prezzo di € 60 e il biglietto per “L’Affare Vivaldi” al prezzo di € 10.

Abbonamento a 4 spettacoli a turno liberoGli abbonati, al momento dell’acquisto, dovranno farsi assegnare il posto per gli spettacoli: “Una giornata particolare”, “Vetri rotti”, “Piccoli crimini coniugali” e, a scelta, tra “Edipo”, “Copenaghen” e “Una festa esagerata!”.Poltrona di platea, balconata e palco . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . € 100 Galleria numerata . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . € 60

Abbonamento mattutino a 3 spettacoli riservato agli studenti delle scuole medie superioriPosto unico. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . € 20

Abbonamento serale a 4 spettacoli riservato agli studenti delle scuole medie superiori “L’ora di ricevimento”, “Il nome della rosa”, “Edipo” e “Copenaghen”. Si potrà scegliere all’interno dei tre turni. Per coloro che acquistano anche l’abbonamento mattutino, “Edipo” è sostituito da “Vetri rotti”.Poltrona di platea, balconata e palco . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . € 38Galleria numerata . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . € 27

Abbonamento a 4 spettacoli riservato ai giovani fino a 30 anni“Il nome della rosa”, “Edipo”, “Copenaghen” e, a scelta, tra “Piccoli crimini coniugali” e “Vetri rotti”. Si potrà scegliere all’interno dei tre turni. Poltrona di platea, balconata e palco . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . € 38Galleria numerata . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . € 27

Biglietto singolo spettacolo:Poltrona di platea, balconata e palco . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . € 28Ridotto giovani fino a 30 anni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . € 17Galleria numerata . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . € 21 Ridotto giovani fino a 30 anni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . € 12Posto unico rappresentazioni mattutine riservate agli studenti. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . € 10

Spettacolo “L’Affare Vivaldi”Posto unico. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . € 22Ridotto abbonati prosa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . € 10Ridotto giovani fino a 30 anni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . € 12

Vendita biglietti:Spettacolo “L’ora di ricevimento” e “L’Affare Vivaldi”:- acquisto in biglietteria e on-line dal 08/11/2017 - prenotazione telefonica e e-mail dal 09/11/2017

Tutti gli altri spettacoli:- acquisto in biglietteria e on-line dal 20/11/2017 - prenotazione telefonica e e-mail dal 21/11/2017

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ABBONAMENTO TURNO DLa biglietteria del Teatro effettuerà la conferma degli abbonamenti dal 30 ottobre al 4 novembre (escluso il 1). Al momento dell’acquisto sarà possibile farsi assegnare il posto per lo spettacolo “L’ora di ricevimento”, compreso nella stagione di prosa, scegliendo tra le rappresentazioni del 14-15-16 novembre. Il 6 novembre sarà possibile, per coloro che hanno confermato con riserva di cambiamento, avere la prelazione di scelta sui posti rimasti disponibili. Il 7 novembre inizierà la vendita dei nuovi abbonamenti.

PREZZI:Abbonamento:Poltrona di platea, balconata e palco . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . € 90 Galleria numerata . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . € 65

Gli abbonati potranno acquistare il biglietto per “L’Affare Vivaldi” al prezzo di € 10.

Abbonamento riservato agli studenti delle scuole superiori per gli spettacoli del Turno D e per 4 spettacoli compresi nella stagione di prosa:“L’ora di ricevimento”, “Il nome della rosa”, “Edipo” e “Copenaghen”. Si potrà scegliere all’interno dei tre turni. Per coloro che acquistano anche l’abbonamento mattutino, “Edipo” è sostituito da “Vetri rotti”.Poltrona di platea, balconata e palco . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . € 95 Galleria numerata . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . € 70

Abbonamento riservato ai giovani fino a 30 anni per gli spettacoli del Turno D e per 4 spettacoli compresi nella stagione di prosa:“Il nome della rosa”, “Edipo”, “Copenaghen” e, a scelta, tra “Piccoli crimini coniugali” e “Vetri rotti”. Si potrà scegliere all’interno dei tre turni. Poltrona di platea, balconata e palco . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . € 95 Galleria numerata . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . € 70

Biglietto singolo spettacolo:Poltrona di platea, balconata e palco . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . € 20 Galleria numerata . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . € 17

Spettacolo “L’ora di ricevimento”Poltrona di platea, balconata e palco . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . € 28 Galleria numerata . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . € 21

Vendita biglietti:Spettacolo “L’ora di ricevimento” e “L’Affare Vivaldi”:- acquisto in biglietteria e on-line dal 08/11/2017 - prenotazione telefonica e e-mail dal 09/11/2017

Tutti gli altri spettacoli:- acquisto in biglietteria e on-line dal 20/11/2017 - prenotazione telefonica e e-mail dal 21/11/2017

Teatro RagazziABBONAMENTIEntro il 15 novembre tutte le scuole interessate faranno avere al Teatro le richieste numeriche e i turni desiderati a mezzo e-mail: [email protected] o fax: 01983105075 unitamente al nominativo dell’insegnante a cui fare riferimento. I posti saranno assegnati d’ufficio, secondo i criteri applicati nelle scorse stagioni, dando la precedenza alle scuole della città solo nel caso che la disponibilità risultasse inferiore alle richieste. La biglietteria osserverà l’orario 10-12/16-18.30. Gli abbonamenti assegnati dovranno essere ritirati dal 1 al 13 dicembre (escluse le festività). La vendita di singoli abbonamenti a posto unico numerato inizierà il 14 dicembre alle ore 10.Per le scuole elementari sono previsti due turni in abbonamento. Ogni turno si compone di 3 spettacoli a data prefissata con posto unico numerato al prezzo di € 10. Il turno A comprende: 26/02, 26/03, 19/04. Il turno B comprende: 02/03, 23/03, 17/04. Per le scuole medie è previsto, in abbonamento, il turno C composto da 3 spettacoli a data prefissata con posto unico numerato al prezzo di € 10. Il turno comprende gli spettacoli del 02/03, 23/03, 17/04.Per le scuole materne sono previsti due turni in abbonamento, D e E. Ogni turno si compone di 3 spettacoli a data prefissata con posto unico numerato al prezzo di € 10. Il turno D comprende: 20/03 alle ore 10, 06/04 alle ore 9.30, 03/05 alle ore 10. Il turno E comprende: 21//03 alle ore 10, 06/04 alle ore 10.30, 04/05 alle ore 10.

BIGLIETTILe richieste di acquisto devono pervenire solo a partire dal 1 dicembre 2017. Se inviate in data precedente non saranno prese in esame. Dalla data indicata sarà possibile acquistare i biglietti per tutti gli spettacoli in programma. La prenotazione può avvenire per fax o e-mail. Per l’assegnazione dei posti vale l’ordine cronologico di presentazione della richiesta. Singolo spettacolo posto unico numerato € 4.

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Musica e BallettoABBONAMENTILa biglietteria del Teatro effettuerà la conferma degli abbonamenti dal 16 al 23 ottobre (escluso il 22). Il 24 ottobre sarà possibile, per tutti coloro che hanno confermato con riserva di cambiamento, avere la prelazione di scelta sui posti rimasti disponibili. Il 25 ottobre inizierà la vendita dei nuovi abbonamenti. Abbonamento musicaPosto unico. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . € 90Associazioni Musicali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . € 75Ridotto giovani fino a 30 anni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . € 35Biglietto concerto:Posto unico. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . € 17 Ridotto giovani fino a 30 anni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . € 12Posto unico Concerto Orchestra Ucraina e Lo Cascio/Modo Antiquo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . € 22 Ridotto giovani fino a 30 anni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . € 12Biglietto balletto:Posto unico. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . € 25 Scuole di danza e Ridotto giovani fino a 30 anni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . € 15 Vendita biglietti: Concerto Lo Cascio/Modo Antiquo e Fejérvári- acquisto in biglietteria e on-line dal 08/11/2017 - prenotazione telefonica e e-mail dal 09/11/2017

Tutti gli altri concerti e balletti- acquisto in biglietteria e on-line dal 20/11/2017- prenotazione telefonica e e-mail dal 21/11/2017

OperettaABBONAMENTILa biglietteria del Teatro effettuerà la conferma degli abbonamenti dal 23 novembre al 29 novembre (escluso il 26). Il 30 novembre sarà possibile, per tutti coloro che hanno confermato con riserva di cambiamento, avere la prelazione di scelta sui posti rimasti disponibili nelle serate. Il 1 dicembreinizierà la vendita dei nuovi abbonamenti.

PREZZIAbbonamento:Poltrona di platea, balconata e palco . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . € 55 Galleria numerata . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . € 40 Singolo Spettacolo:Poltrona di platea, balconata e palco . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . € 22 Galleria numerata . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . € 17Vendita biglietti:Tutti gli spettacoli: - acquisto in biglietteria e on-line dal 05/12/2017- prenotazione telefonica e e-mail dal 06/12/2017

La Direzione del Teatro si riserva la facoltà di modificare il programma per cause tecniche e di forza maggiore.Per consultare il programma generale: www.teatrochiabrera.it

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ORCHESTRA SINFONICA DI SAVONATEATRO DELL’OPERA GIOCOSA

12 OTTOBRE, ORE 10.30 (ANTEPRIMA SCUOLE)

14 OTTOBRE, ORE 20.30

“LE NOZZE DI FIGARO”Musica di Wolfgang Amadeus MozartDirettore Giancarlo De LorenzoRegia, scene e costumi Primo Antonio PetrisOrchestra Sinfonica di Sanremo

23 NOVEMBRE, ORE 10.30 (ANTEPRIMA SCUOLE)

23 NOVEMBRE, ORE 20.30

“IL TELEFONO”Musica di Giancarlo MenottiDirettore Antonio Tappero MerloRegia Lorenzo CodignolaOrchestra del Conservatorio “N. Paganini” di Genova

“L’ATTESA”Musica di Mikael TariverdievRegia Mariya ChamkinaPianoforte Dario Bonuccelli

18 DICEMBRE, ORE 21

“OGNI FAVOLA È UN GIOCO”Giovani StarsAccademia Musicale di SavonaOrchestra Sinfonica di SavonaEnrico Pesce, direttore

Per informazioni:

Teatro dell’Opera Giocosa www.operagiocosa.it

Orchestra Sinfonica di Savona www.orchestrasavona.it

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Novembre 2017

Credits

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Città di Savona

Per consultare ilProgramma Generale

www.teatrochiabrera.it