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Osservatorio settoriale: LE MACCHINE UTENSILI
Trend passati e Possibili evoluzioni
Quale lo stato di salute del settore Macchine
Utensili?
Vol.2 - Focus-on: Centri di lavoro Febbraio 2015
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Il Report intende fornire una panoramica sullo
stato di salute del business italiano delle Macchi-
ne Utensili, analizzando il triennio 2011-2013,
prendendo come riferimento un panel di azien-
de che rappresenta circa il 90% del fatturato to-
tale di settore per lanno 2013, che stato ritenu-
to quindi rappresentativo dellandamento del
business in generale.
Il seguente volume evidenzia in particolare le
dinamiche dal passato ad oggi del comparto
Centri di Lavoro (2011-2013) e va a stimare e pre-
vedere i suoi possibili trend futuri (2014-2016).
Il documento si compone di due sezioni:
La prima, Il settore delle macchine utensili in
Italia, finalizzata alla descrizione delle dinami-
che reddituali e finanziarie del settore nel suo
complesso grazie alla costruzione di un bilancio
di settore. Tale sezione ha la finalit di studiare
le dinamiche complessive del business e poter
cos identificare i punti di forza e di debolezza
generali.
La seconda, Il comparto dei Centri di Lavoro
ha lobiettivo di evidenziare le performance eco-
nomico-finanziarie ottenute dal comparto Centri
di Lavoro (vengono analizzati i risultati aggregati
delle realt che si concentrano nella produzione
degli impianti).
La nostra analisi si focalizza principalmente sulla
comprensione delle dinamiche reddituali e finan-
ziarie delle aziende considerate, cercando di co-
glierne aspetti utili per individuare le strategie
sottostanti. In particolare saranno approfonditi i
seguenti temi:
il rapporto tra le performance ottenute dalle
aziende e la loro dimensione, indagando pos-
sibili relazioni positive o negative;
la dinamica del RONA (redditivit del capitale
investito) come risultato delle scelte di Volu-
me Strategy piuttosto che di Value Strategy,
definendo rispettivamente maggiore impor-
tanza al grado di rotazione del Capitale Inve-
stito piuttosto che alla redditivit delle ven-
dite;
il grado di controllo sulle dinamiche finanzia-
rie, quindi la capacit di controllare il grado
di liquidit e di gestirne la relazione tra ri-
schio finanziario e rischio operativo.
Gli obiettivi del lavoro sono quindi quelli di capi-
re se e come gli scenari prospettati per il settore
nel suo complesso siano generalizzabili per le
sottoclassi in cui abbiamo diviso il campione a
nostra disposizione e di indagare se esistano nic-
chie di eccellenza o aree caratterizzate da parti-
colari criticit.
EXECUTIVE SUMMARY
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Il settore nel suo complesso
LE MISURE REDDITUALI LE MISURE FINANZIARIE
DAL 2011 AL 2013
INCREMENTO DEL VOLUME DAFFARI PARI AL 2,6%
45,5%
24,5%
30%
Medio piccole Medio grandi Grandi
39,1%
43,6%
17,3%
Accessori Centri di lavoro Tecnologia
NUMERO DI AZIENDE PER COMPARTO NUMERO DI AZIENDE PER CLASSE DIMENSIONALE
Dinamiche differenti di fatturato e ROE. Dal 2011 al 2013 la redditivit del capitale proprio (ROE) incrementa di un punto percentuale; tutta-via fa registrare una dinamica altalenante: cresce nel corso del 2012, grazie a performance di ge-stione straordinaria, e si riduce nellesercizio 2013 (lincremento del triennio si eliminerebbe com-pletamente considerando il ROE al netto di tale gestione; replicando landamento evidenziato dal RONA). Diminuzione della redditivit del capitale investi-to fisso netto, che nel 2012 decresce di circa 5 punti percentuali e si stabilizza nel corso del 2013. Contrazione dovuta ad un calo della redditivit delle vendite (ROS). Le aziende diminuiscono la propria marginalit unitaria al fine di mantenere su livelli accettabili i volumi di vendita. Dinamiche dei costi: Buona capacit di razionalizzazione dei costi
connessi ai consumi; Crescente peso dei costi di struttura.
Circolo virtuoso della gestione della liquidit. Capacit delle aziende di coprire le uscite a breve
termine generate dalle passivit correnti con le entrate generate dalle poste maggiormente liqui-
de delle attivit correnti.
Circolo vizioso della gestione delle condizioni di incasso e pagamento.
I giorni medi delle dilazioni di pagamento conces-se dai fornitori sono inferiori ai giorni medi con-
cessi ai creditori per tutto il triennio.
Rischio finanziario e rischio operativo contenuti, ma in crescita.
Il ricorso al debito non sembra essere uno stru-mento utilizzato;
Irrigidimento delle strutture aziendali che po-trebbe portare ad un ulteriore diminuzione
della marginalit in caso di insaturazione degli impianti produttivi.
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IL COMPARTO DEI CENTRI DI LAVORO: IL PASSATO
Le imprese di Grandi dimensioni influenzano il comportamento dellintero comparto, poich generano circa l84% del suo fatturato. Le imprese di Medio-Grande dimensione sono le uniche ad incrementare il livello di redditivit dei mezzi propri, orientandosi verso strategie di mark-up ( in altri termini sviluppando capacit di creazione del valore spendibile sul mercato attra-verso un differenziale di prezzo). Le imprese di Grandi dimensioni, che optano per strategie di volume, mantengono i pi alti livelli di RONA del comparto; mentre le aziende Medio-Piccole, che necessitano di un ridisegno strategi-co, sono le sole a registrare una diminuzione di entrambi gli indici. Dalle dinamiche dei costi si pu osservare che : Le realt di Grandi dimensione affiancano alla
propria produzione un forte utilizzo dei servizi esterni;
Le imprese Medio-Grandi investono sulle strutture tecnologiche di produzione;
Le aziende Medio-Piccole investono sulle com-petenze umane.
Criticit nella gestione finanziaria del comparto nel suo complesso, nello specifico da monitorare
la struttura debitoria in termini temporali (debiti a breve Vs debiti a medio-lungo termine).
Buona gestione delle condizioni commerciali (sia
di vendita sia di acquisto) per tutte le classi di-mensionali. A ciascun livello i tempi medi di paga-
mento dei debiti sono superiori ai tempi medi di incasso dei crediti.
Le realt di Grande dimensioni riescono a ribalta-re il circolo vizioso del 2012 in virtuoso.
Rischio finanziario e operativo del comparto ten-
denzialmente basso. Le imprese di Grandi dimensioni non subiscono
particolari variazioni. Per le realt minori:
Contrazione del rischio finanziario, grazie alla generazione di cassa dalla gestione operativa; Sostanziale costanza del rischio operativo.
DAL 2011 AL 2013
INCREMENTO DEL VOLUME DAFFARI PARI AL 4,2%
31,3%
29,2%
39,6%
Medio piccole Medio grandi Grandi
4,47% 5,05% 5,02%10,86% 10,72% 10,97%
84,67% 84,23% 84,01%
0%
20%
40%
60%
80%
100%
2011 2012 2013
Medio piccole Medio grandi Grandi
LE MISURE REDDITUALI LE MISURE FINANZIARIE
NUMERO DI AZIENDE PER CLASSE DIMENSIONALE COMPOSIZIONE DEL FATTURATO PER CLASSE DIMENSIONALE
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IL COMPARTO DEI CENTRI DI LAVORO: IL FUTURO
Continuo aumento sia del ROE che del RONA per le societ di Medio-Grandi dimensioni che rag-giungono i livelli pi alti di comparto per en-trambi gli indici. Le societ di Grandi dimensioni otterranno
risultati migliori facendo attenzione a gestire correttamente i processi dacquisto sfruttan-do laumento del potere contrattuale derivato dallaumento dei volumi;
Le imprese Medio-Grandi manterranno gli otti-mi risultati raggiunti se sapranno mantenere alta la qualit dei propri prodotti e la perce-zione di differenziazione di essi da parte dei clienti;
Le realt di Medio-Piccole dimensioni si do-vranno impegnare sul continuo monitoraggio delle scelte strategiche da effettuare in termi-ni di investimenti e/o logiche produttive che non le orientino verso scelte produttive di bas-sa qualit.
Sar necessario mettere in atto un processo di razionalizzazione delle strutture debitorie per far
fronte alla necessit di intervenire sulle scelte di miglioramento tecnologico e di gestione delle
condizioni di vendita e acquisto. Le aziende di Grandi dimensioni continueranno a
mantenere un contenuto livello di rischio finanzia-rio, in quanto gi fortemente strutturate nella gestione del debito e diversificate in termini di
flussi di cassa; Le realt di Medio-Grande dimensione potranno
ridurre il rischio finanziario attraverso una attenta e corretta gestione dei flussi di cassa operativi;
lattenzione dovr essere posta sullo sfruttare al massimo la forza contrattuale;
Le societ di Medio-piccole dimensioni registre-ranno un aumento del rischio finanziario causato
dalla continua necessit di investimento, se lin-cremento del fatturato non sar correttamente
pianificato e gestito.
DAL 2013 AL 2016
INCREMENTO DEL VOLUME DAFFARI PARI ALL 11,7%
7,31%5,59% 4,84%
21,40%
23,59%25,48%29,92%
19,6