65
ASSEMBLEA SOCIALE 2011 PERIODICO DELLA FEDERAZIONE DELLE BANCHE DI CREDITO COOPERATIVO DEL LAZIO UMBRIA SARDEGNA NUMERO 2 ANNO 9 OTTOBRE 2011 FEDERLUS CENTOCINQUANTA ANNI 1861-2011 DALL’UNITÀ D’ITALIA

Orizzonti Numero 2_2011

Embed Size (px)

DESCRIPTION

Orizzonti Numero 2 2011

Citation preview

Page 1: Orizzonti Numero 2_2011

ASSEMBLEA SOCIALE 2011

PERIODICO DELLA FEDERAZIONE DELLE BANCHE DI CREDITO COOPERATIVO DEL LAZIO UMBRIA SARDEGNA

NUMERO 2 • ANNO 9 • OTTOBRE 2011 FEDERLUS

CENTOCINQUANTA ANNI1861-2011 DALL’UNITÀ D’ITALIA

Page 2: Orizzonti Numero 2_2011

DGC M srlyour business solution

R

INNOVAZIONE

IDENTITA’

EFFICIENZA

PROFESSIONALITA’

Information Technology

Network Consulting&

Piazza S. Maria 1

Sacrofano (RM)

Tel. 06 90112371

Cell. 329 4227845

Fax 1782210504

www.dgcom.itE-mail: [email protected]

Page 3: Orizzonti Numero 2_2011

EDITORIALE DEL PRESIDENTEUN MILIARDO DI RAGIONI 3

APPUNTI DEL DIRETTORETEMPO DI GUERRA. TEMPO DI CONCRETEZZA 4

PRIMO PIANOASSEMBLEA SOCIALE 2011. LA FORZA DELL’UNITÀ 8

IL RUOLO DELLA COOPERAZIONE BANCARIA NELL’UNIFICAZIONE ITALIANA 14

DA 2500 ANNI NELLA STORIA 16

PUNTO CONGIUNTURALEIL RILANCIO DELLE (PICCOLE) IMPRESE VINCENTI 20

POLITICA ASSOCIATIVALA VOCE DEI PRESIDENTIVERSO ROMA 2011 24

POLITICHE DI SVILUPPOINSIEME PER CRESCERE 28

FUSIONI IN CORSO 28

TESORI DEL TERRITORIONELL’OLIMPO DEI VINI 30

NON SOLO BCCVIA COL VENTO NELL’AZZURRO 38

IL DIVULGATORE APPASSIONATO 40

LA CHITARRA UNA “RICCHEZZA LIBERA...” 42

DALLA FEDERAZIONEPREVENIRE È MEGLIO CHE CURARE 44

DEDICATO AD AMMINISTRATORI E SINDACI DELLE BCC 46

LA FUNZIONE ANTICICLICA DELLE BCC 47

DAL MOVIMENTOPATTO PER LO SVILUPPO 50

PER CRESCERE INSIEME 51

BANCA AGRILEASING DIVENTA ICCREA BANCAIMPRESA 51

DALLE BCCBCC DI SPELLO E BETTONAIN 1600 ALLA PRIMA FESTA DEL SOCIO DOPO DIECI ANNI 52

BCC DEL VELINOOBIETTIVO FOTOVOLTAICO 52

BCC DI ROMAPIANO CASA 53

LA FESTA DEL SOCIO 54

UN MUTUO CASA TARGATO BCC IN “DON MATTEO 8” 54

BCC DEL TUSCOLOINSIEME ALLE PMI PER AFFRONTARE LE NUOVE SFIDE DEL MERCATO 55

BCC DI BELLEGRALA CONVENZIONE CASSAINTEGRATI, UNA MISURA CONTRO LA CRISI 57

NUOVI ORIZZONTIL’ECONOMIA CRESCE SE ENTRA NELLA RETE 58

RECENSIONIITALIA IN CIFRE 2011 60

S O M M A R I O

Direttore Responsabile:Maurizio Aletti

Immagini:Archivio Edicom, Archivio Federlus,Fabrizio Burelli, Simone Pagano,Microimages Fotolia

Redazione:Alessandro Ceccarelli, Brunella Venier

Hanno collaborato a questo numero:Fabrizio Burelli, Giovanni BattistaGiulianelli, Stefano Rotondi, Nikolay Pouhlev, Sergio Troiani,Giorgio Caporale, Martina Bonaldo

Editore:EDICOM srl, iscritta al R.O.C. n. 8961

Stampa:Iger&Partners

Finito di stampare: ottobre 2011

Tiratura: 2.500 copie

Page 4: Orizzonti Numero 2_2011

Centro Servizi Cooperativi

Un supportoconcreto!

Ce.Se.Coop. Centro Servizi CooperativiViale Oceano Indiano 13/c00144 RomaTel. 065286/1Fax 06 [email protected]

• back-office bancario

• contabilizzazione e quadraturadei conti

• carte di debito e di credito

• assegni

• monetica

• bonifici

• deleghe fiscali

• portafoglio effetti

• rete interbancaria

• rete trasmissione dati

Page 5: Orizzonti Numero 2_2011

Iccrea Holding ha avviato l’operazione di aumento del capitale più importantedella sua storia. Tale importanza si lega strettamente all’eccezionalità delloscenario operativo, attuale e prospettico, in cui si muovono le nostre Banchedi Credito Cooperativo e, di conseguenza, l’intero Gruppo Bancario Iccrea.Si tratta di uno scenario di cui si è detto molto e, purtroppo, molto rimane an-cora da dire per le tante incertezze ancora presenti. Una cosa è sicura: nullasarà come prima. Stanno cambiando i paradigmi economici e finanziari difondo nel mondo intero, nulla è più dato per scontato e nessuno può sentirsial riparo da possibili contagi di crisi. Si stanno ridisegnando gli assetti deipoteri economici e politici su scala planetaria e, in questo enorme scacchiere,l’Italia è alla ricerca di un progetto ancor prima di un ruolo che conti sulpiano internazionale. Un progetto che necessariamente dovrà passare per lamessa in sicurezza definitiva della finanza pubblica, a partire da un drasticoridimensionamento del debito per riconquistare la fiducia dei mercati e deipartner europei. Il debito pubblico è un fardello ormai insostenibile che con-diziona e compromette qualsiasi velleità di ripresa economica del sistemapaese. La nostra Italia non merita il declino che si prospetta e che si concretizzerà in mancanzadi interventi massicci e decisi di risanamento finanziario e rilancio dell’economia, valorizzandoil ruolo propulsivo delle imprese nei diversi comparti d’attività.Tra le imprese del nostre paese, le BCC non intendono arretrare dal proprio ruolo al serviziodei cittadini, delle famiglie, delle piccole imprese. Un ruolo dimostrato nella prima parte dellagrande crisi nel 2008-2009 e che va confermato ora, malgrado le crescenti difficoltà operative.L’ho detto più volte e lo ripeto, sono tre i terreni di sfida: il controllo dei costi, il contenimentodei rischi e il rafforzamento patrimoniale.Ed è anche con questa consapevolezza che dobbiamo rispondere positivamente all’aumento dicapitale di Iccrea Holding. Solo con un gruppo bancario più forte ed efficiente le BCC potrannoconseguire nuove economie di scala, ampliare la gamma dei prodotti e dei servizi, disporre diun supporto a tutto campo sempre più essenziale nel confronto competitivo che va configuran-dosi. Basilea III sembra lontana, ma bisogna prepararsi sin d’ora a garantire l’adeguatezza pa-trimoniale del nostro Gruppo, non foss’altro per mantenere gli standard richiesti dalle agenziedi rating e continuare ad accrescere la visibilità e il riconoscimento sui mercati finanziari inter-nazionali. Sappiamo bene quanto sia importante oggi il riconoscimento di un rating adeguato,soprattutto quando si va a fare provvista sui mercati. Il declassamento del Gruppo implicherebbemaggiori costi di approvvigionamento e un deterioramento dell’immagine e della fiducia neiconfronti del nostro sistema.Per tutti questo motivi, l’obiettivo di Iccrea Holding è il superamento di quota un miliardo dieuro, un livello di capitale indispensabile per far fronte alle risposte che le BCC attendono. Ènecessario quindi uno sforzo straordinario a una richiesta straordinaria, dando prova di re-sponsabilità e solidarietà di gruppo. Valore questo che, da sempre, è nostro punto di forza.

EDITORIALE

3

Un miliardodi ragionidi Francesco Liberati

Page 6: Orizzonti Numero 2_2011

Oggi, martedì 4 ottobre, durante la pausa pranzo, leggo sul sito de Il Sole 24Ore che Goldman Sachs pubblica il proprio scenario sulla crescita globale esull’Area Euro, dipingendo un quadro peggiore rispetto alle precedenti analisi.In particolare, nel 2012 la variazione del PIL italiano dovrebbe essere di segnonegativo di uno 0,4% (entreremmo, quindi, di nuovo in recessione), mentre lamedia della variazione del PIL dell’eurozona è prevista solo al + 0,1% (ovveroin stagnazione). Guardando più in basso, nell’apposito quadrante, vedo che laBorsa sta perdendo il 3,23% e che lo spread Bund-BTP è arrivato a 381,11basis point, lasciando presagire ulteriori downgrade sul nostro debito sovranoda parte delle agenzie di rating. In questo contesto si prevede che la BCE, in-vertendo il percorso di crescita dei tassi di interesse, dovrebbe abbassare ilproprio tasso di riferimento entro l’anno di mezzo punto, portandolo all’1%.Dexia, la grande banca franco-belga, sta perdendo in Borsa il 20% del suovalore ed è sull’orlo del fallimento, i Credit Default Swaps delle banche USAtornano ai livelli del crack Lehman Brothers (per le principali Banche vannodai 400 ai 650 punti base) e la Fiat ha annunciato che uscirà da Confindustria.

Non è una giornata particolare, è un’ordinaria giornata di questo tempo di guerra, quandotutto ciò che sino a ieri sembrava inverosimile, diventa cronaca quotidiana. Sono queste le brutte novità dell’oggi, quando alla fondata speranza di una seppur timidaripresa si sta sostituendo il timore che le condizioni congiunturali, per lo meno nei prossimi12 mesi, debbano ulteriormente deteriorarsi. Non mi soffermo sull’analisi di ciò che sta accadendo nel nostro paese, problema da piùparti sviscerato, né sull’impatto che le recenti manovre finanziarie varate dal Governohanno sul sistema delle BCC, già da altri più autorevolmente e ampiamente illustrate; nonvoglio nemmeno spingermi in avventurose previsioni sul futuro dell’euro, che è ormai ilprincipale oggetto di dibattito in tutte le assise politico-finanziarie mondiali. Sono personaconcreta, interpreto lo svolgimento del mio ruolo nella maniera più concreta possibile ecredo fermamente che questo sia anche il tempo della concretezza. È importante interro-garsi, fare analisi approfondite e scevre da qualsiasi riserva mentale, ma tutto deve esserefinalizzato a rispondere alla domanda “che fare?”, evitando di incorrere nell’errore di chi,dopo essersi posto questa domanda, suggerisce, nella risposta, ciò che gli altri dovrebberofare. Serve a poco e può essere addirittura deleterio, rappresentando, in realtà, un alibi.Questo dell’aspettare che sia qualcun altro a fare qualcosa è un atteggiamento che siriscontra anche ai massimi livelli decisionali, soprattutto in merito all’argomento principe,

APPUNTI DEL DIRETTORE

Tempo di guerra. Tempo di concretezzaMa le guerre si possono anche vincere. Dipende esclusivamente da noi

di Paolo Giuseppe Grignaschi

4

Page 7: Orizzonti Numero 2_2011

qual è l’euro, la sua difesa, il suo salvataggio. Sembra, ormai, quasi dato per scontatoche il soccorso alla crisi dei debiti sovrani possa avvenire solo grazie all’intervento dinazioni più forti della nostra, che in passato sono state più virtuose rispetto alla nostra.Ci si riferisce, in particolare, alla Germania, dalle decisioni del cui Governo e del suoCancelliere Angela Merkel, magari concertate con quello francese, si attende chearrivi la soluzione ai nostri problemi. Difficilmente potrà essere così; guardare aglialtri è importante e imprescindibile in un mondo così fortemente globalizzato, madeve essere fatto con l’intento di apprendere degli insegnamenti, di cogliere dellepossibili opportunità e di individuare degli esempi da seguire, non di andare a cercarequalcuno che venga in tuo soccorso. Dobbiamo essere noi ad avere il coraggio dicambiare, di rimuovere tutte quelle incrostazioni che rendono, di fatto, impossibileprendere decisioni e, nel momento in cui queste vengano prese, comunque di attuarle,e dobbiamo credere nel nostro futuro come Sistema Paese. Solo così potremo uscirnevincitori.Ciò vale anche per il Credito Cooperativo.

Le semestrali delle Associate alla nostra Federazione hanno fatto registrare, nel com-plesso, un buon risultato. Se ci si paragona al resto del Sistema, le nostre performancecontinuano ad essere tra le migliori, se non le migliori in assoluto: anno su anno, laraccolta ha tenuto (+2,2%), gli impieghi sono continuati a crescere (+9,5%) e ilrisultato economico ha fatto segnare, nel semestre, un miglioramento, in quanto laredditività lorda è aumentata del 31,4% e quella netta del 53,82% rispetto allo stessoperiodo dell’esercizio scorso. Le sofferenze continuano a crescere, ma il rapportolordo sofferenze-impieghi è diminuito al 3,9%, il rapporto impieghi-raccolta, pur incostante aumento (abbiamo raggiunto il 75,65%), è ancora su livelli di tutta sicurezzae non ci sono particolari difficoltà sul fronte della liquidità. Il nostro Sistema Interre-gionale continua nel suo percorso di rafforzamento in senso sia orizzontale cheverticale e le Associate, pur in rallentamento rispetto al passato, continuano a pro-grammare aperture di nuove sportelli; inoltre, sono in questo momento in atto dueimportanti operazioni di consolidamento, portate avanti in toto all’interno e con ilsupporto della Federazione, che vedono protagoniste la BCC di Palestrina con la

5

Page 8: Orizzonti Numero 2_2011
Page 9: Orizzonti Numero 2_2011

BCC “S. Felicita M.” di Affile e la Banca di Mantignana C.C. Umbro con la Banca diPerugia C.C., mentre altre sono allo studio, rimanendo, comunque, la difesa dell’au-tonomia della singola Banca il nostro primo obiettivo. Sappiamo, però, che non potremo essere immuni da quanto succede intornoa noi ed all’interno dei nostri territori. Il flusso di nuove sofferenze e, soprat-tutto, la traduzione dell’aumentata rischiosità del credito in perdite che si ri-flettono sui bilanci potrà avvenire ancora con numeri significativi fino a tuttoil prossimo anno. Difficilmente lo spread potrà allargarsi e l’instabilità deimercati finanziari grava, comunque, sullo stock dei titoli di stato che deteniamonei nostri portafogli e, se quelli classificati in AFS non incidono direttamentesul conto economico, lo fanno comunque sul patrimonio contabile e sulla si-tuazione finanziaria, in un contesto di tensioni sul fronte della raccolta maiavvertite prima. Le previsioni per fine anno, quindi, non sono così rosee.

In un siffatto scenario, è importante continuare a lavorare con coerenza e determina-zione su obiettivi e progetti concreti, soprattutto sul fronte organizzativo, controllandoin modo maniacale i costi e i rischi, perseguendo con determinazione e coerenza ilrafforzamento patrimoniale a tutti i livelli e cercando, per quanto possibile, di fare si-stema, perché questo è l’unico modo per difendersi da una congiuntura così sfavorevole.In tempi di guerra vanno messi da parte gli egoismi, i particola-rismi, le antiche rivalità, lottando tutti insieme per un obiettivocomune. Pertanto, va salutata positivamente l’adesione di tutte leBanche all’aumento di capitale delle Federazione, quella al Pro-getto Antiriciclaggio, che consentirà, con l’esternalizzazione delleattività della Funzione alla Federazione, di ottemperare nel modomigliore alle nuove norme entrate in vigore il 1° settembre u.s.,creando economie di scala e non gravando sull’organizzazionedelle singole Associate. Importanti economie di scala sono atteseanche da un ulteriore progetto avviato dalla Federazione sulla creazione di un centroacquisti telematico, che, sulla base dell’utilizzo da parte delle Associate di un catalogoprodotti standardizzato, dovrebbe consentire notevoli risparmi nei costi generali delleBanche. È positivo, inoltre, che le Banche della Federazione vogliano aderire all’aumento di ca-pitale di Iccrea Holding, facendo, in tal modo, la propria parte ed anzi, per quelle che inpassato sono rimaste un po’ alla finestra, anche qualcosa in più. La stessa Federazioneparteciperà all’operazione con una quota superiore a quella spettante in opzione.

Risposte concrete, fiducia (non incondizionata, ma costruttivamente critica) nel Si-stema, volontà di supportare maggiormente quest’ultimo, portando anche al suointerno quell’efficacia e quell’efficienza che la nostra Federazione ha dimostrato neifatti negli ultimi anni, imparando anche da chi ha fatto o sa fare meglio di noi. È conquesto spirito che i Presidenti e i Direttori delle Associate si incontreranno, dal 13 al16 ottobre p.v. a Parigi, con i Vertici del Credit Mutuel; l’evento dovrà essere l’occa-sione propizia per identificare possibili scenari evolutivi del nostro Sistema, atti asuggerire immediate azioni concrete all’interno delle nostra Federazione ed ancheper elaborare proposte efficaci da presentare, poi, sul tavolo nazionale del CreditoCooperativo nell’ambito del prossimo Congresso Nazionale in programma a Romadall’8 all’11 dicembre, con il coraggio di sapersi mettere tutti, se necessario, in di-scussione. Il Credito Cooperativo è qualcosa per cui vale la pena combattere. Ce la dobbiamofare. Dipende esclusivamente da noi.

7

APPUNTI DEL DIRETTORE

Il Credito Cooperativoè qualcosa per cui vale la penacombattere. Ce la dobbiamo fare.Dipendeesclusivamente da noi

Page 10: Orizzonti Numero 2_2011

8

PRIMO PIANO

L’assemblea Federlus si è tenuta quest’anno a Palestrina, sullo sfondo dellecelebrazioni deiCentocinquant’annidell’unificazionedell’Italia. Sede la splendida Sala delle Mostre delMuseo ArcheologicoNazionale Prenestino,un’emozione in più per unmomento celebrativo e non solo

ASSEMBLEA

la forza dell’unioneunità

Page 11: Orizzonti Numero 2_2011

Dopo l’esecuzione del’inno nazionale, i lavori assemblearisono stati aperti con le parole di saluto di Mons. DomenicoSigalini, Vescovo della Diocesi di Palestrina,che ha ricordato come le banche cooperativesiano nate dall’intento pastorale di fornire unservizio fattivo alle comunità, in coerenza coni principi della dottrina sociale della Chiesa.Adolfo De Angelis, Vicesindaco di Palestrina,ha portato il saluto dell’Amministrazione co-munale, ricordando come l’Assemblea Federlussia un evento importante che la Città è felice diospitare. Natale Coccia, Presidente BCC di Pa-lestrina, ha sottolineato come la sede museale

che ospita l’assemblea, in lineacon il tema dominante della riu-nione, “sorga sulle pendici di unmonte che nel mese di maggio1848 è stato lo scenario di quellache è passata alla storia come labattaglia di Palestrina. Garibaldirespinse su questi territori letruppe borboniche che erano salitein difesa del Papa Pio IX controla Repubblica romana, che è statail primo esempio di governo re-

pubblicano in Italia.Un’Italia che per sanaredifferenze economiche,culturali, territoriali chie-deva di divenire unita.Ventidue anni dopol’Unità d’Italia nacque laprima Cassa Rurale e Ar-tigiana a Loreggia, pro-babilmente per gli stessimotivi: la tutela della per-sona e l’abbattimentodelle differenze economi-che e sociali”.

Il Presidente Francesco Liberati ha esorditoricordando come il Movimento cooperativo,e il Credito Cooperativo, in particolare, ab-biano contribuito al percorso di affrancamentoe riscatto di tanta gente dopo l’avvenuta unitàd’Italia, un percorso di cui non si deve perderememoria perché frutto di un impegno collet-tivo tra i più appassionanti della nostra storia.

9

Le BCC di Lazio,Umbria, Sardegnahanno mostratocapacità di sviluppocoerente edequilibrato e hannocontinuato a sostenerel’economia reale

SOCIALE 2011

Page 12: Orizzonti Numero 2_2011

“In questa direzione, noi operatori –donne e uomini – del Credito Coope-rativo dobbiamo avere la consapevo-lezza non solo dell’importante passatodel nostro Movimento, ma soprattutto del compito che èdavanti a noi. Una vocazione, questa, che è insita nel nostromodo di essere e operare e che attuiamo tutti i giorni. I ri-conoscimenti di questo ruolo non sono mancati e anchenel 2010, in un anno di indubbie difficoltà per l’intero si-stema bancario italiano, il Credito Cooperativo delle nostreregioni ha dimostrato ancora una volta una buona tenuta”.Nel complesso, ha detto Liberati, le BCC di Lazio, Umbria,Sardegna hanno mostrato capacità di sviluppo coerente edequilibrato e hanno continuato a sostenere l’economia reale:“i prestiti sono cresciuti nel corso del 2010 del 9,7%, tassodi sviluppo superiore a quello complessivodel Credito Cooperativo (+5,8%) e più chedoppio rispetto a quello registrato per l’in-sieme del sistema bancario (+4,3%), arrivandoa superare i 7,6 miliardi di euro. I dati di im-piego dimostrano come le BCC di Lazio, Um-bria, Sardegna, nonostante le difficoltà ope-rative, proseguano l’assetto di marcia: le no-stre banche, infatti, hanno potuto spingere laleva finanziaria grazie a indici patrimonialiadeguati, a una situazione dei rischi che ri-mane sotto controllo e a una raccolta che hadato segni di ulteriore anche se moderato in-cremento”. La tenuta e l’ulteriore sviluppodelle BCC associate, insomma, è motivo diragionevole soddisfazione, segno della bontàdel lavoro svolto.Ma a fronte di ciò – ha detto Liberati –, siamplia la responsabilità che comporta la ge-stione dell’accresciuta quota di mercato. In questo senso ènecessario porre attenzione a quanto detto dal Governatoredella Banca d’Italia Mario Draghi, che nelle recenti Consi-derazioni Finali della relazione annuale dell’Organo di Vi-gilanza, dopo aver ricordato come le banche di piccola di-mensione anche durante la crisi abbiano fornito sostegnoall’economia, ha anche enfatizzato la necessità di revisionedegli assetti di governo: “In linea con quanto evidenziatodal Governatore, come Federazione abbiamo concentratoe concentreremo sempre più l’impegno per promuovereassetti di governo adeguati, strutture organizzative efficientie sistemi di controllo efficaci”.Il primo fronte è quello degli assetti di governo: in questocampo – ha affermato il Presidente – si sta procedendo se-condo le indicazioni definite dalla Banca d’Italia. Il corponormativo mirato all’adeguamento degli assetti di gover-nance è in fase di recepimento da parte delle nostre banche,e a tale proposito, dopo quella del 2009, è avviata unanuova stagione di adeguamenti statutari e regolamentari

per le Banche di Credito Cooperativocon precipuo riferimento al temadella governance. Altro punto cen-trale è quello dello sviluppo da parte

dei vertici aziendali, e degli amministratori in particolare,di un’adeguata capacità di autovalutazione sul complessodei rischi aziendali. Altri fattori di fondamentale presidiosono il patrimonio e la liquidità. È necessario rafforzareulteriormente gli assetti patrimoniali – ha spiegato Liberati –con una politica mirata da una parte al controllo del rapportocost-income e, dall’altra, a promuovere la crescita del ca-pitale sociale. “È noto come per le nostre banche il rapportocost-income sia strutturalmente più elevato rispetto allebanche ordinarie. Tale peculiarità non può esimerci dal mi-gliorare tale fondamentale rapporto, soprattutto in questi

anni di tensioni economiche. Pertanto, attesoche sul denominatore, ovvero la parte red-dituale, non si potranno attendere incrementirilevanti dati gli andamenti di mercato, èfondamentale agire sul numeratore, ovverosulla parte costi”. L’altra leva per rafforzareil patrimonio deve venire dal capitale sociale,ed è necessaria una partecipazione azionariadei soci più consistente rispetto ai livelli mi-nimi attuali. In quanto alla liquidità, se lebanche FederLUS non ne hanno mai soffertola carenza, oggi la situazione è diversa e po-trebbero innestarsi tensioni rilevanti su que-sto fronte che, quindi, va presidiato e gestitocon strumenti adeguati.Con riferimento ai profili organizzativi, hasottolineato Liberati, “ci sentiamo di condi-videre pienamente l‘esortazione del Gover-natore per promuoverne assetti sempre più

efficienti. L’ho detto e lo ripeto: l’obiettivo di fondo è quellodi consentire alle banche associate di esternalizzare più fun-zioni possibili presso la Federazione e le società di servizilocali e centrali collegate, affinché le stesse BCC possanoconcentrarsi sullo sviluppo commerciale e sulla cura dellerelazioni di territorio. Organizzazione e controlli, in partico-lare, debbono essere sempre più rispondenti alla complessitàoperativa e al presidio degli innumerevoli rischi”. Altro com-parto di impegno riguarda il risk management e i nuoviambiti da presidiare come nel caso delle due leggi 231, nelcampo dell’antiriciclaggio e per prevenire la responsabilitàamministrativa delle banche per tutta una serie di nuovi reati,a partire da quelli contro la pubblica amministrazione.È necessario, ha aggiunto il Presidente, dare il nostro con-tributo per costruire con adeguate strategie il futuro che vaconfigurandosi per il mondo del Credito Cooperativo ita-liano. “Come Federazione, ci siamo sempre mossi e conti-nueremo a farlo secondo tre direttrici. La prima è quelladella coerenza a livello di gruppo, orientando la nostra po-

10

PRIMO PIANO

L’obiettivo di fondo è quello di consentirealle banche associatedi esternalizzare piùfunzioni possibilipresso la Federazionee le società di servizilocali e centralicollegate, affinchéle BCC possanoconcentrarsi sullosviluppo commercialee sulla cura dellerelazioni di territorio

Page 13: Orizzonti Numero 2_2011

litica associativa in sintonia alle scelteche vengono operate a livello di Mo-vimento e interagendo all’internodello stesso. La seconda è volta a sup-portare le BCC nel loro posizionamento di mercato e nellaloro capacità competitiva, anche attraverso analisi e condi-visione di dati comuni. La terza, nel guidarle nelle strategieevolutive fornendo, allo stesso tempo, tutti i possibili serviziesternalizzabili, con particolare attenzione alle funzioni dicontrollo”. Liberati ha concluso l’intervento richiamandofortemente tutte le BCC associate a stringersi intorno allaFederazione per rafforzare il sistema associativo e, attra-verso di esso, ogni singola banca: “Dobbiamo avere mas-sima consapevolezza della nostra vulnerabilità per evitarei pericoli di un lento e strisciante processo di deteriora-mento, dopo i successi degli ultimi anni. Pertanto, dobbiamopuntare ancora più decisamente a fare sistema, ognuno cer-tamente nella propria autonomia, ma non potendo prescin-dere – attraverso la Federazione – uno dall’altro e ognibanca dalle proprie consorelle”.

Il Direttore GeneralePaolo Grignaschi haconcentrato l’attenzionesulla congiuntura econo-mica nelle nostre tre re-gioni. Nel 2010 – hadetto – l’economia lazialeaveva mostrato un recu-pero rispetto al 2009. Pur-troppo nel 2011 l’anda-mento tende sostanzial-mente alla stagnazione.Lo stesso vale per l’Um-bria e per la Sardegna. Se

in una prima fase della crisi economica, insomma, le nostretre regioni si erano comportate meglio rispetto alla medianazionale, oggi sembra che ci si avvii verso un fenomenoinverso. Quanto all’andamento delle BCC, “è vero che c’èstata una contrazione di utile, anche se minore rispetto alsistema nazionale, ma vi è da rilevare che il ROE (anche seforse per noi non è indicatore fondamentale) dell’insiemedelle BCC FederLUS (che è stato pari al 3,73%) è il mi-gliore a livello di sistema del Credito Cooperativo. Lamedia del ROE del sistema del Credito Cooperativo è statodell’1,88%, e in tre regioni i ROE sono addirittura negativi”.Il dato è quindi confortante ma bisogna comunque tenerealta la guardia. Per quanto riguarda le quote di mercato, idati dimostrano che c’è un incremento sia nei depositi sianegli impieghi nelle nostre tre regioni. Sul fronte del Bilancio Sociale e di Missione i dati sonopositivi: basti osservare che nei nostri territori nel 2010 iltotale del valore aggiunto prodotto calcolato secondo le

metodologie elaborate da Federcasseammonta a ben 403 milioni, una cifrasenza dubbio di tutto rispetto. Sul-l’andamento della gestione della Fe-

derazione Grignaschi ha notato che il conto economico2010 presenta la restituzione di contributi alle banche socieper ben 400.000 euro, pari al 15,61% del totale dei contri-buti stanziati: da cinque anni i contributi netti sono in co-stante diminuzione e ormai la maggior parte delle attivitàdella Federazione è sostenuta direttamente dalle bancheremunerando i servizi offerti e non attraverso i contributi. Grignaschi ha poi illustrato il lavoro svolto dal personaledella Federazione nel corso dell’anno, sottolineando comele iniziative di comunicazione e marketing siano sempre alcentro delle attività della nostra Federazione: “noi investiamomolto su questo, così come investiamo nell’innovazione delleattività. Abbiamo creato un nuovo sito internet, è stata avviatala nuova intranet, abbiamo anche rinnovato la rivista e ab-

biamo tenuto il convegno an-nuale di dicembre che ha ri-scosso un notevole successo”. Il Direttore ha sottolineato lacentralità, per le BCC, deiprogetti per lo sviluppo el’adeguamento organizzativoin relazione alle esigenze diadattamento ai profili norma-tivi. Ciò ha richiesto l’elabo-razione, all’interno della Fe-derazione, di schemi docu-mentali per la regolamenta-zione interna che quest’annosi è incentrata sul progetto deicontrolli interni. Inoltre è statoulteriormente sviluppato ilprocesso incassi e pagamenti,

che è stato fortemente impattato dalla nuove direttive, inparticolare dalla PSD (Payment Service Directive). Impor-tanti sono anche le attività che si svolgono per rafforzare lacapacità di presidio commerciale, e ciò al fine di sostenerelo sviluppo verticale che viene richiesto alle BCC. Partico-lare attenzione è stata spesa per la Formazione e sviluppodelle risorse umane, con un’offerta formativa che si arric-chisce di anno in anno: sono stati organizzati percorsi siadi specializzazione sia di formazione su temi chiave e sonostati allestiti dei veri e propri master, il primo dei quali sul-l’organizzazione, con il contributo anche di Sef Consulting. Il Direttore ha infine ricordato l’importanza dell’assistenzatecnica, dell’internal audit e della funzione compliance, eha sottolineato il buon lavoro in materia di attività di vigi-lanza cooperativa che viene svolta su delega del Ministeroattraverso Federcasse, un’attività che ormai sta per entrarenel terzo biennio.

11

Il conto economico2010 presenta la restituzione di contributi allebanche socie perben 400.000 euro,pari al 15,61% del totale deicontributi stanziati:da cinque anni i contributi nettisono in costantediminuzione

Page 14: Orizzonti Numero 2_2011

Il Presidente Iccrea Holding GiulioMagagni ha rilevato come il contestoeconomico sia piuttosto preoccupante,con il Credito Cooperativo che iniziaa risentirne direttamente: “I numeri ci stanno facendo sof-frire e noi soffriamo con i nostri territori”. Bisogna reagireprendendo come riferimento l’indicatore cost-income: sul-

l’income si fa fatica a in-tervenire e dunque si deveiniziare a intervenire suicosti. Magagni ha sotto-lineato come vi siano nelsistema troppi soggetti(415 banche di creditocooperativo, 15 federa-zioni, 4 sistemi informa-tici, un gruppo bancario):è necessario iniziare aconcentrare, nell’ambitodelle federazioni, tuttoquello che è possibile. Èanche importante – ha ag-

giunto il Presidente Iccrea Holding – che il Movimentoinizi a parlare la stessa lingua: “abbiamo quattro sistemiinformatici diversi che ci creano enormi difficoltà a realiz-zare economie ed efficienze che sono alla base della ge-stione di un sistema che ci sta dando strumenti fondamentalicome il Fondo di Garanzia Istituzionale”. È poi necessario

capitalizzare ulteriormente ilgruppo: “Oggi abbiamo 720milioni di capitale e non è piùammissibile che un gruppocome il nostro abbia un ca-pitale di questo tipo”, perchésolo attraverso il sostegno dipatrimonio si può dare soste-gno alle banche. Pertantoverrà presentato alla Federa-zione il progetto riguardantela richiesta di capitale, “per-ché vogliamo riuscire a con-cretizzarlo entro l’anno”. Ilgruppo bancario – ha con-

cluso Magagni – ha comunque iniziato in questi anni unpercorso di efficentamento, ed è necessario evidenziare cheda tempo i bilanci vengono chiusi in utile, quindi con unaforte capacità di affrontare positivamente i problemi.

Il Direttore di Iside Claudio Brazzolotto ha ricordato chequest’anno si celebra il decennio della fondazione di Iside,dieci anni molto importanti e di successo anche grazie alcontributo della Federazione: adesso “si apre una nuovaera, e la struttura raccoglie quello che ha seminato negli

anni precedenti”. Il lavoro svolto haprodotto nuove possibilità e nuovistrumenti messi a disposizione delMovimento. Certo, ha detto Brazo-

lotto, “tutto questo ha un prezzo: oggi le banche sono obe-rate da mille impegni e fanno fatica a distogliere risorsedalla normale operatività per investire su questi nuovi stru-

menti. Attesa questa si-tuazione, abbiamo coin-volto le federazioni –compresa la vostra – fa-cendole sedere intorno aun tavolo per capire cosaavremmo potuto fare peraiutare le banche. La no-stra idea è stata recepita”.Peraltro – ha concluso ilDirettore – c’è in serbouna sorpresa importante,che dovrebbe andare invigore alla fine del 2011e che cambierà radical-

mente il sistema informatico: “questa è la nuova fase chesi apre. Il vento è cambiato e riteniamo di non essere secondia nessuno sul mercato. Siamo tutti molto ottimisti sul futurodi Iside”.

Il Vicepresidente VicarioFederlus Maurizio Ca-pogrossi ha rilevato comesiano maturi i tempi peruna nuova stagione delCredito Cooperativo, av-viandosi a conclusione lastagione aperta nel 1993con la nascita del TestoUnico Bancario. In questianni sono cresciuti i soci,sono aumentati gli spor-telli, sono nate nuovebanche: “Per quello che

riguarda la nostra Federazione, basti pensare che il 25%delle nostre Banche di Credito Cooperativo sono state fon-date dopo il 1993”. Oggi, ha detto Capogrossi, abbiamo difronte un nuovo panorama: provvedimenti sempre più strin-genti che pesano in modo inversamente proporzionale alledimensioni delle banche e nuove regole sul capitale. Tuttociò apre un contesto in cui ci sono alcune banche che, aprescindere dal loro operato, sono too big to fail, troppograndi per fallire. Si rischia però di avere come contraltarebanche too small to survive, troppo piccole per sopravvi-vere, anche se sane: “forse dovremmo accettare un ripen-samento sulla dimensione di alcune nostre banche, divenute

12

PRIMO PIANO

Magagni: bisognareagire prendendocome riferimentol’indicatore cost-income: sull’incomesi fa fatica aintervenire e dunquesi deve iniziare aintervenire sui costi

Page 15: Orizzonti Numero 2_2011

troppo piccole per stare da sole. Que-sta – ha concluso Capogrossi – saràprobabilmente la stagione che ci at-tende”.

Il Presidente di FedercasseAlessandro Azzi si è detto certoche il Credito Cooperativo ha dato risposte adeguate alle ri-chieste delle comunità e dei territori. E le assemblee delleBCC, in particolare quelle svoltesi a maggio, lo hanno con-fermato: “abbiamo portato conti economici che sono statila metà, in termini di utili, rispetto a quelli dell’anno prima,che a loro volta erano stati inferiori a quelli dell’anno pre-cedente. Ma i nostri soci hanno detto che questo è ciò che siattendono da noi, che c’è saggezza nell’impegno dei consigli

di amministrazione e delledirezioni delle BCC acontinuare ad erogare cre-dito in questo momento dicrisi. Se nel 2009 e nel2010 le Banche di CreditoCooperativo hanno incre-mentato gli impieghi del6-7% all’anno, il dato me-dio di sistema è stato in-torno al 2%”.Di questo bisogna essereorgogliosi, e ricordare chesi sono comunque incre-mentati i

numeri: oggi, ha detto Azzi, possiamo van-tare 1 milione e 600 mila soci, 6 milioni diclienti, 150 miliardi di raccolta diretta, 145miliardi di impieghi, il 13% degli sportellibancari in Italia. In questo anno, poi, tre-centomila italiani si sono riuniti nelle as-semblee delle banche di Credito Cooperativomanifestando concretamente cos’è la demo-crazia economica, la partecipazione, il coin-volgimento. Ma non bisogna farsi prenderedalla vertigine del successo – ha ammonitoil Presidente di Federcasse – perché questeassemblee, soprattutto quelle delle Federa-zioni, sono state l’occasione anche di fare la rassegna deiproblemi. In primis c’è l’innovazione normativa, “una moleincessante di normative, di leggi, di regolamenti che hauna ricaduta particolarmente problematica su chi ha l’or-goglio di fare una banca in termini di piccola dimensione”. Ci sono poi problemi di redditività, di deterioramento dellaqualità del credito; il margine di interesse che non crescecomporta che l’utile complessivo del sistema del CreditoCooperativo, che nel 2007 viaggiava tra il miliardo e mezzoe i due miliardi di euro, si è ridotto a circa trecento milioni:“Per fortuna, come buone formichine, in anni lontani ab-

biamo messo fieno in cascina, maevidentemente non sappiamo fino aquando riusciremo a reggere in que-sta situazione perché si affacciano

anche per noi problemi di capitalizzazione”. Ci troviamopertanto di fronte a problemi che ci sono sempre stati – hacontinuato Azzi – ma che oggi richiedono risposte in terminidiversi per quanto riguarda i costi e per quanto riguardal’insostenibilità della frammentazione del Credito Coope-rativo: “Gestire le nostre masse con quattrocento soggetti,quante sono le BCC, inevitabilmente comporta dispersionienormi in termini di costi, ma noi non vogliamo diventareuna banca sola, vogliamo fare una rete, un sistema di banchelocali. È allora necessario mantenere le nostre autonomiema allo stesso tempo di efficientare sempre più in un per-corso di esternalizzazione che abbatta i costi del manteni-mento della pluralità dei soggetti”.Azzi ha poi richiamato l’attenzione su tre temi che debbonoessere affrontati nel prossimo futuro. Lo statuto tipo delleBCC è stato una grande conquista del nostro Movimento,ha detto, ma da rimodernare. “Abbiamo quindi proposto, diconcerto con Banca d’Italia, quella modifica a ventidue deicinquanta e rotti articoli dello statuto tipo, all’insegna dellaprudenza, della trasparenza, della chiarezza dei ruoli, delleincompatibilità. Dobbiamo dare una risposta: due terzi delleBCC in sede di assemblee ordinarie hanno fatto la straordi-naria e lo hanno applicato; anche il restante terzo dovràfarlo entro la fine dell’anno”. Ha poi ricordato come per

fare sistema occorrano gli strumenti di sistema:“il Fondo di Garanzia dei Depositanti è uno stru-mento efficacissimo, ma per tempi ordinari;siamo in tempi straordinari, occorre avere capa-cità di monitoraggio tempestivo ed interventosulle banche di Credito Cooperativo che non ri-spondono a logiche di sana e prudente gestione”.Il terzo tema toccato da Azzi ha riguardato l’au-mento di capitale della Holding: “Non potremocontinuare a stare sul mercato e ad aspettare ri-sposte che la singola BCC non può dare allesfide della concorrenza senza avere dietro unafabbrica che ci dia prodotti e servizi adeguati”. Il Presidente Azzi ha concluso dando appunta-

mento al prossimo congresso nazionale di dicembre allaFiera di Roma e richiamando le parole che il GovernatoreDraghi ha pronunciato il 31 maggio, con le quali ha affer-mato che la ripresa dell’Italia non potrà che essere moralee politica prima che economica: “Sono davvero convintoche la crescita non è soltanto un valore economico – hadetto – e che non dipenderà soltanto dalla nostra capacitàdi gestire al meglio fattori e contesti produttivi, la crescitascaturirà dalla qualità delle nostre banche e dalla fiduciache riusciremo a generare all’interno e all’esterno dellanostra realtà dalla condivisione di valori e di speranze”.

13

Azzi: oggi possiamovantare 1 milione e 600 mila soci, 6 milioni di clienti,150 miliardi diraccolta diretta, 145miliardi di impieghi,il 13% degli sportellibancari in Italia

Page 16: Orizzonti Numero 2_2011

Sintesi dell’intervento del prof. Giulio Sapelli, ordinario di Storia economica pressol’Università Statale di Milano

Il tipo di unificazione che ha avuto l’Italia è stato affattodiverso dagli altri. L’Italia ha avuto una precoce unifi-cazione culturale, fatta però solo dall’Italia dei dotti.Dante scrive in volgare ma nel De monarchia invoca unimperatore tedesco essendo convinto che da soli gli ita-liani non si sarebbero mai unificati, Petrarca dà stile ec-cezionale alla nostra lingua ma lo fa alla corte di Francia,Machiavelli scrive quell’opera straordinaria che è Il Prin-cipe e descrive, in un libro pieno di malinconia e di an-goscia, l’impossibilità che un imperatore si formi nelseno dell’Italia. Inoltre, l’Italia è un paese che si unificatardivamente soprattutto per effetto della congiunturadiplomatica internazionale.Di contro, nel mondo alcuni Stati hanno vissuto una pre-cocissima unificazione e in particolare le grandi monar-chie assolute. L’unità nella Spagna non è sorta senzaconflitti: la reconquista sta a indicare proprio che la no-biltà castigliana (quella che ancora oggi polemizza congli autonomisti baschi e catalani) ha dovuto riconquistare

la Spagna invasa dai Mori; si è dunque trattato diuna riconquista con le armi, con la fede, però pre-coce. Passando alla storia della Francia, la sua uni-ficazione risale a Carlo Magno, a Carlo Martello,al Sacro Romano Impero. Altro impero a precoceunificazione, sia pur controversa e caratterizzatada scismi religiosi, è stato quello inglese.Vi è poi la nascita di nazioni piccolissime in con-seguenza al crollo dei tre grandi imperi zarista, ot-tomano e austroungarico. Si tratta di piccoli Staticaratterizzati da gruppi intellettuali molto forti eche ancora oggi creano enormi problemi, ad esem-

pio, nell’Europa centrale; piccoli Stati che litigano con-tinuamente tra loro perché non hanno avuto, al contrariodell’Italia, una grande tradizione culturale.Come viene allora unificata l’Italia? Viene unificata inmodo asincrono: innanzi tutto grazie al ruolo della mo-narchia francese che ha bisogno del Piemonte per arginarel’impero austroungarico e che quindi consente agli italianidi prendersi il Lombardo-Veneto; in secondo luogo perl’intervento del regno di Inghilterra. L’idea degli inglesi,che non volevano che la Francia dominasse il Mediterra-neo, era di creare un nuovo Stato: l’Italia unita. In sintesi, siamo il frutto di due grandi cose: da un latoun gioco della diplomazia internazionale, dall’altro latola presenza dell’unica autorità morale nel nostro paese(la Chiesa Cattolica). In questa difficile situazione percui l’Italia si unifica tardi e soprattutto soltanto per effettodi una contingenza diplomatica, capita qualcosa di stra-ordinario. Quella stessa potenza morale che non era piùuna potenza temporale, cioè la Chiesa Cattolica, con la

14

PRIMO PIANO

Il ruolo della cooperazionebancarianell’unificazione italiana

la forza dell’unioneunità

Page 17: Orizzonti Numero 2_2011

Rerum Novarum mette in moto un pro-cesso di cittadinanza sociale. Pensare dicreare un’organizzazione sindacale sa-rebbe stato un percorso troppo difficileperché ci si sarebbe dovuti opporre alsocialismo. C’è invece qualcosa di piùfacile, che è proprio frutto della dottrina sociale dellaChiesa: l’associazionismo. L’idea è straordinariamentemoderna. La cooperazione di credito discende da duegrandi filoni che oggi, anche per l’intelli-gente azione del Presidente Azzi, si stannonon dico unificando ma certamente par-lando: quello delle banche popolari equello delle banche di Credito Coopera-tivo. Il filone delle banche popolari èl’espressione di una corrente liberale e so-ciale (Luzzati, modello Raiffeisen) rivoltapiù che altro a una classe media, anchemedio-alta. Il filone delle banche di Cre-dito Cooperativo, invece, nasce dal senodel cristianesimo sociale tedesco e au-striaco (Wollemborg) e ha al centro so-prattutto il credito alle piccole e medie im-prese, agli artigiani: è cioè una coopera-zione popolare, quella che don LuigiSturzo denominava “le mezze maniche”.Questa straordinaria forza in Italia ha avutoun ruolo aggregativo portentoso, molto piùforte di quello che poteva esservi in Ger-mania o in Francia o in Spagna, già unifi-cate in modo consolidato. Una prova? Il

fascismo, che ha annichilito ogni forma di libero asso-ciazionismo, non tocca le banche di Credito Cooperativo.Certo, le fascistizza, le burocratizza creando un ente percui i soci non possono più eleggere il loro presidente,però capisce che anche per una dittatura è un elementodi unificazione straordinaria del paese. Dopo la fine della Resistenza la cooperazione vede unosviluppo strepitoso e, ciò che interessa maggiormente,si sviluppa con due movimenti alternativi. Da una parte,si sviluppa quando c’è la crescita: ad esempio, dopo lacrisi coreana del 1951, la cooperazione di credito ha

avuto uno sviluppo eccezionale in Italia;lo stesso è accaduto quando iniziammo auscire dalla recessione del 1964; in questiultimi anni, poi, ha fatto un salto enorme.Dall’altra parte però – e questa è la cosainteressante e nuova – la cooperazione dicredito si sviluppa anche nei momenti dicrisi, rispondendo ai bisogni che la clienteladelle banche capitalistiche non vede piùsoddisfatti. E ciò che è accaduto in questoultimo decennio è sintomatico.Questa unificazione ha prodotto tre cose.Prima cosa: spesso l’unità di una nazioneè fondata dall’intreccio tra gli interessi ela condivisione di valori comuni. In Italia

questo è stato sempre molto raro: ebbene, in relazionealla cooperazione, notiamo che molte di queste virtù,invece, esistono. Seconda cosa: le banche di credito coo-

perativo sono state un formidabile elementodi resistenza economica nei momenti di crisiche, in un paese così precariamente unitocome il nostro, avrebbero potuto provocarescissioni e separazioni molto forti. Terzacosa: la banca cooperativa – come la coo-perazione in generale – è una delle ultimesperanze che i giovani hanno in un mo-mento cruciale come questo. La crisi non èsolo economica, è anche evidentemente mo-rale, è una crisi di aspettative e i giovani at-tendono. Attendono non solo dei maestrima anche una via maestra per capire chel’economia si può fare, come dice l’enci-clica “Caritas in veritate”, in molti modi,suonando strumenti diversi: c’è l’impresaprivata, c’è l’impresa pubblica, c’è il noprofit e c’è l’impresa cooperativa. Per que-sto la responsabilità cresce perché è la re-sponsabilità che abbiamo verso i ragazzi ele ragazze ai quali dobbiamo dare una ri-sposta.

15

La Rerum Novarummette in moto unprocesso dicittadinanza sociale.Pensare di creareun’organizzazionesindacale sarebbestato un percorsotroppo difficile perchéci si sarebbe dovutiopporre al socialismo.C’è invece qualcosa di più facile, che èfrutto della dottrinasociale della Chiesa:l’associazionismo.L’idea èstraordinariamentemoderna

Page 18: Orizzonti Numero 2_2011

Palestrina è collocata su uno sperone del MonteGinestro e sorge sull’antica Praeneste, città latinacelebre in antichità per il Santuario della FortunaPrimigenia, che gli studi più recenti datano agliultimi decenni del II secolo a.C. La sua posizione,che le consentiva il controllo di numerose vie(come la Labicana e la Latina), ne accrebbe l’im-portanza e la ricchezza, come attestato dai notevolicorredi orientalizzanti della sua necropoli, datatial VII secolo avanti Cristo. La sua fondazione ènarrata da parecchie leggende: il geografo di etàimperiale Strabone attesta come fondatore Tele-gono, figlio di Ulisse e di Circe, oppure l’eroeeponimo Prainestos, figlio del re Latino e nipotedi Ulisse. Virgilio, invece, lega la città alla figuradi Ceculo, creduto figlio del dio Vulcano e ritro-vato in fasce presso alcuni fuochi che gli avreb-bero occultato la vista. Nel 499 a.C. si alleò conRoma, ma pochi anni dopo le si ribellò. Dopo

16

PRIMO PIANO

Da 2500anni nella storiaL’antica “Praeneste” e il Tempio della Fortuna Primigenia

Page 19: Orizzonti Numero 2_2011

una strenua resistenza, la città venne definitivamenteconquistata da Roma nel 338 a.C. La sua posizione stra-tegica, dominante la Valle del Sacco, passaggio obbligatonei collegamenti tra il Lazio e l’Italia meridionale, nefavorì la fioritura, attestata dalla costruzione di un foroe, soprattutto, del santuario oracolare dedicato alla For-tuna Primigenia, tra i capolavori dell’architettura romanadi epoca repubblicana. Nel 90 a.C. gli abitanti di Prae-neste ottennero la cittadinanza romana. Ma nell’82,avendo parteggiato durante la guerra civile per Mario,la città fu punita atrocemente da Lucio Cornelio Silla,che in quell’occasione sterminò tutti i cittadini maschi einstallò una colonia militare. A partire dal Medioevo fusede suburbicaria, con patrono Sant’Agapito Martire.Tra i suoi vescovi si contano ben cinque cardinali dive-nuti in seguito papi. Possedimento storico dei Colonna,fu coinvolta da questi nelle lotte contro il papato, subendodisastrose conseguenze. Nel 1525 diede i natali a Gio-vanni Pierluigi da Palestrina, tra i maggiori compositori

17

Page 20: Orizzonti Numero 2_2011

italiani del Rinascimento. Durante la Seconda guerramondiale il centro storico venne distrutto da un dram-matico bombardamento. Ciò permise, però, di rimetterein luce l’antico santuario della Roma repubblicana. OggiPalestrina fa parte della provincia di Roma, ma è comu-nemente considerato uno dei centri più importanti dellaCiociaria storica.

Il nucleo originario del Museo Archeologico è costituitodalle raccolte della famiglia Barberini. I reperti, rinvenutinegli scavi ottocenteschi delle loro tenute prenestine,vennero esposti in alcune sale del palazzo di famiglia aPalestrina, costruito attorno al 1500 sopra la parte altadel santuario della Fortuna Primigenia. Successive inte-grazioni con pezzi provenienti dalMuseo Etrusco di Villa Giulia e dairestauri del santuario dopo i bom-bardamenti dell’ultimo conflittomondiale, diedero vita al museo sta-tale nel 1956. Recentemente, dopoil ritrovamento di numerosissimomateriale presso il santuario di Er-cole e dopo la donazione della col-lezione Pietro Giuseppe Tomassi, ilmuseo è stato ulteriormente riordi-nato con criteri cronologici e topo-grafici, in sedici sale disposte su trepiani, e inaugurato nel 1998. Il primo piano è ricco di otto sale,che ospitano la statuaria romana pro-veniente dai luoghi di culto prene-stini, inquadrata nel periodo II sec.a.C. - III sec. d.C. Nella prima salavi sono alcune sculture dedicate alculto della dea Fortuna; fra le altreuna statua colossale in marmo bigio,raffigurante probabilmente Iside, maprecedentemente attribuita alla deaFortuna Primigenia e considerata unoriginale tardo-ellenistico. Nella salasuccessiva altra statuaria ellenisticatestimonia il contatto culturale edeconomico fra i mercanti prenestinie la Grecia nel II e I sec. a.C., e ilconseguente richiamo di artisti elle-nici a Preneste. Da segnalare, fra lealtre, una statuetta femminile acefala(originale ellenistica) in marmo greco, vestita di chitonee himation. La terza sala ospita esempi di ritrattisticaispirata ai modelli ellenistici del realismo. Notevole lastatua loricata del I sec. d.C. Nella quarta sala è sistemata

18

PRIMO PIANO

Page 21: Orizzonti Numero 2_2011

l’importantissima “Triade capitolina”, scultura raffigu-rante Giove, Giunone e Minerva, rinvenuta durante unrecente scavo abusivo presso Guidonia e recuperata inseguito dalle forze dell’ordine. La scultura è l’unicoesemplare in eccellenti condizioni, con tutte le tre statueintatte. Seguono due sale dedicate alla statuaria in etàimperiale: la prima sala contiene sculture del periodoaugusteo (il cosiddetto “Rilievo Grimani”, raffiguranteuna cinghialessa che allatta i suoi piccoli, facente partedella decorazione di una fontana), mentre la secondacontiene reperti più recenti (II sec. d.C.), come, peresempio il rilievo raffigurante il trionfo partico di Traiano,ed altri ritratti femminili dalle complesse acconciature.La sala VII è dedicata alle epigrafi, rinvenute in grandequantità a Preneste, tutte risalenti a un periodo compresotra II sec. a.C. e II sec. d.C. L’ultima sala del primopiano mostra reperti di monumenti dedicati ad altri cultireligiosi (Ercole, Giove Ottimo Massimo, Atena). Nonmancano i culti esotici del II-III sec. d.C., con scultureraffiguranti Mitra tauroctono e Serapide. Al secondopiano la visita prosegue con materiali provenienti dallenecropoli prenestine, in particolare quella di Colombella,la più grande. Nella prima sala vengono mostrati i corredipiù antichi del periodo orientalizzante (VII sec. a.C.),pertinenti a tombe scavate nel XIX sec., mentre cippi esegnacoli dell’epoca romana, provenienti da Colombella,sono esposti nella sala seguente. Nella sala XI si proseguecon corredi funerari del V sec., caratterizzati da ciste

bronzee, contenitori nuziali di oggetti da toe-letta, di forma cilindrica, decorati con scenemitologiche o di vita quotidiana. La sala XIIospita mostre temporanee e contiene tre mo-saici pavimentali di età repubblicana e impe-riale. Nelle due sale seguenti vengono espostireperti provenienti dall’importante santuariodi Ercole, rinvenuto nella parte bassa dellacittà, probabilmente connesso con la transu-manza delle greggi verso l’Abruzzo. Terre-cotte architettoniche e altro materiale fittilepermettono di stabilire una frequentazione deltempio a partire dal VI sec fino al II sec. a.C.Al terzo piano un’unica sala ospita il grandeed importantissimo mosaico nilotico dell’80a.C., proveniente dal pavimento dell’absideche si apriva sul fondo dell’aula prospiciente

il Foro prenestino. Si tratta del più grande mosaico elle-nistico esistente, insieme a quello di Alessandro il Grandenel museo di Napoli. L’opera mostra, con molti dettaglidi carattere naturalistico, l’idea esotica che i romani ave-vano dell’Egitto ellenistico. È anche, dunque, un inte-ressantissimo documento culturale dell’epoca.

19

Il nucleo originariodel MuseoArcheologico di Palestrina è costituito dalleraccolte dellafamiglia Barberini.I reperti furonorinvenuti durantegli scaviottocenteschi nelle loro tenuteprenestine

Page 22: Orizzonti Numero 2_2011

20

PUNTO CONGIUNTURALE

“Restiamo un paese industriale? La nostra forza sono leaziende? Il credito deve servire alla crescita industriale?”.Queste le parole e gli interrogativi con cui il Prof. GiacomoVaciago chiudeva il suo intervento al convegno della nostraFederazione nel dicembre dello scorso anno, evidenziandola forte vocazione industriale dell’Italia ed esortando, trale righe, a seguire quella strada per uscire dalla crisi, tor-nando a creare ricchezza e benessere.Il rapporto tra industria e benessere, anche in confronto adaltre regioni europee, è stato l’oggetto di uno studio conte-nuto negli “Scenari industriali” di Confindustria pubblicatoa giugno 2011. Proprio ciò che contraddistingue l’Italia è la forza del le-game – presente anche negli altri Paesi europei – tra gradodi industrializzazione e livello del benessere raggiunto;cioè, la maggiore o minore presenza del manifatturiero èdecisiva nel determinare la ricchezza dei suoi abitanti. Que-sto legame – sottolineano gli economisti del centro studiConfindustria – è l’altra faccia del dualismo economico ecivile tra nord e sud del Paese: il mezzogiorno è rimasto

Il rilancio delle (piccole)imprese vincenti È necessario valorizzarela vocazione industriale dell’Italia, che resta uno dei paesi avanzati amaggiore densità manifatturiera.Obiettivo, uscire della crisi

Page 23: Orizzonti Numero 2_2011

arretrato anche perché non si sono create le condizioniper la sua industrializzazione.A livello nazionale due importanti caratteristiche distin-guono l’Italia dagli altri paesi europei. In primo luogo,nonostante l’affermarsi di nuovi paesi produttori abbiaprofondamente cambiato la geografia dell’industria glo-bale, l’Italia resta uno dei paesi avanzati a maggiore vo-cazione manifatturiera. Nel 2007, ultimo anno prima dellarecessione, produceva più del 13% del valore aggiuntoUE dell’industria in senso stretto, che comprende oltrealla manifattura le attività estrattive e la produzione (e di-stribuzione) di elettricità, gas e acqua. Se si considera ildato pro-capite, fra i grandi paesi del Vecchio Continenteè tuttora seconda solo alla Germania, anche se a livellomondiale la crisi l’ha retrocessa nel 2010 dietro Giapponee Corea del Sud; comunque, resta ai vertici mondiali.In secondo luogo, in Italia coesistono due macro-regioni

notevolmente diverse e distanti. Cioè esi-ste un vero e proprio dualismo economico.Che è cosa diversa dalla distanza di red-dito tra le regioni più ricche e quelle piùpovere (che è ampia anche in altre nazionieuropee) e dal livello aggregato di disu-guaglianza nella distribuzione del reddito.Il dualismo è ben rappresentato dai se-guenti dati: l’Italia è l’unico paese euro-peo che abbia contemporaneamente unreddito pro-capite simile a quello dellamedia continentale, una quota rilevantedella sua popolazione (il 29%) che vivein province con un reddito pro-capite in-feriore al 75% della media UE e una quotaaltrettanto rilevante (il 26%) che risiedein province con livelli di PIL pro-capitesuperiori al 125% della media. In Spagna,

dove il PIL pro-capite è solo leggermente inferiore aquello italiano, la popolazione che vive in province abasso reddito (inferiore al 75% di quello UE) è menodel 6%. In Francia, che invece ha un reddito pro-capitemaggiore, solo l’8,5% della popolazione vive in diparti-menti (l’equivalente delle province italiane) con redditoalto (PIL per abitante maggiore del 125% della mediaUE). La quota di cittadini che vivono in regioni riccheè invece simile a quella italiana (rispettivamente 25%e 27%) nel Regno Unito e in Germania (dove ilreddito pro-capite è però notevolmente più alto).La vocazione industriale dei territori italiani, ri-spetto a quelli europei, è misurabile con il valoreaggiunto dell’industria per abitante. I conti eco-

21

Se il rilancio delmanifatturiero simostra l’unica via diuscita per imboccarela tanto auspicatastrada della crescita,quale tipo ditransizione verso ilpost-crisi si staosservando neimodelli di businessdelle nostre impresedi successo?

Page 24: Orizzonti Numero 2_2011

nomici europei su base provinciale (ESA95 Eurostat)rivelano il dominio tedesco: Wolfsburg e Ingolstadt, sedirispettivamente della Volkswagen e dell’Audi, sono leprime due province industriali nella UE e si trovano en-trambe in Germania. A livello più aggregato, la primaregione è invece Groninga nei Paesi Bassi, grazie so-prattutto all’estrazione di gas naturale per cui è nota, se-guita da Stoccarda e Tubinga. È tedescaanche la macro-regione con la maggiorevocazione industriale, il Baden-Württem-berg, sede di grandi imprese manifatturierecome Daimler, Porsche, Bosch. Nonostantele province italiane non siano ai primissimiposti europei, la vocazione industriale delPaese è confermata dal fatto che la loro po-sizione è migliore nella classifica pro-capitedel valore aggiunto dell’industria che inquella del reddito: Milano, la provincia ita-liana con il PIL procapite più alto, è soloall’88° posto UE; mentre Lecco, prima inItalia nell’industria, è 61ma in Europa. Ilquadro è simile a livello più aggregato: laregione più ricca per abitante, la Lombar-dia, è al 29° posto, mentre la stessa Lom-bardia è 17ma in quanto a vocazione industriale; il NordOvest e il Nord Est, che per il reddito pro-capite si col-locano rispettivamente al 20° e al 21° posto, sono inveceal 12° e al 13° nella classifica del valore aggiunto indu-striale per abitante (vedi tabella).Si conclude nelle analisi, che il manifatturiero rimane la“sala macchine” della crescita economica: nelle regioni

dove l’industria ha aumentatoil suo peso relativo il PIL ècresciuto di più. Una spiega-zione di ciò è che nel mani-fatturiero, attraverso l’inno-vazione introdotta nei prodotti e nei processi, si general’aumento di produttività anche per gli altri settori (l’in-

formatizzazione dei servizi non si sarebbemai prodotta senza il manufatto computer!).Tanto più che nel manifatturiero si effet-tuano ricerca e sviluppo che stanno allabase dell’innovazione. Ma se il rilancio del manifatturiero si mo-stra in questo senso l’unica via di uscitaper imboccare la tanto auspicata stradadella crescita, quale tipo di transizioneverso il post-crisi si sta osservando nei mo-delli di business delle nostre imprese disuccesso?Per questo fine, altra analisi interessantecontenuta in un’altra sezione degli “Scenariindustriali” è quella realizzata grazie aduno studio condotto dalla SOSA utilizzandola banca dati di informazioni strutturali ri-

guardanti la piccola impresa manifatturiera, con un fat-turato fino a 7,5 milioni di euro, e ottenute dai questionaridegli Studi di Settore, patrimonio informativo che coprel’intero universo di questa classe dimensionale di im-prese, asse portante del nostro sistema produttivo.Lo studio permette di individuare empiricamente i diversimodelli di business con cui le piccole imprese manifat-

22

PUNTO CONGIUNTURALE

Nonostante leprovince italiane nonsiano ai primissimiposti europei, la vocazioneindustriale del Paeseè confermata dal fattoche la loro posizione è migliore nellaclassifica pro-capitedel valore aggiuntodell’industria che in quella del reddito

Page 25: Orizzonti Numero 2_2011

turiere si rivolgono al mercato, com-parandone a livello di settore le per-formance e l’evoluzione nel periodo2004-2009. Lasso temporale in cuisi è verificata, dapprima una gra-duale ripresa che si configuravacome la fine del periodo di stagna-zione iniziato nel 2001, e poi la peg-giore recessione degli ultimi ot-tant’anni.Dalla grande varietà dei comporta-menti osservati sono stati indivi-duati alcuni fenomeni generali, cheinteressano tutti i settori manifattu-rieri considerati. Il profilo di busi-ness della piccola impresa manifat-turiera è identificabile attraversouna lista di variabili strutturali. Que-ste rappresentano fattori chiave chedescrivono sinteticamente i princi-pali elementi della catena del valoreattraverso cui le imprese configu-rano la loro organizzazione per af-frontare la concorrenza. Il mix par-ticolare in cui vengono combinatiper effetto delle decisioni assunte

da ciascuna impresa conduce a una specifica configura-zione dell’attività.Partendo dall’articolazione dei modelli di business indi-viduati per i settori manifatturieri qui esaminati, l’analisisegue i percorsi di spostamento delle imprese tra un mo-dello di business e l’altro, negli anni 2004-2009 e in cia-scun settore, attraverso la costruzione di matrici di tran-sizione. A questo scopo, per ogni settore i modelli dibusiness sono stati classificati in ordine crescente dicomplessità 4: le matrici sono state cioè costruite met-tendo al primo posto, nelle righe e nelle colonne, il mo-dello di business più semplice e in sequenza le formevia via più complesse.Le risultanze dell’analisi delle matrici di transizione evi-denziano che nelle piccole imprese i modelli di successohanno le stesse caratteristiche di quelli adottati dalleaziende di medie e grandi dimensioni. E sono quelli svi-luppati attorno a catene del valore più complesse e chetrovano i fattori competitivi fondamentali nella capacitàdi gestire marchi, mercati esteri e forza commerciale enell’abilità di coordinare efficientemente tempi e qualitàdelle lavorazioni esternalizzate ad altri subfornitori.Cioè, per vincere le sfide del mercato occorre essere im-presa vera, indipendentemente dalle dimensioni. A.C.

23

Page 26: Orizzonti Numero 2_2011

Pianifichiamo un nuovo“percorso”Franco PiermariniPresidente della BCC di Spello e Bettona

Sono passati 6 anni dall’ultimo Congresso di Parma; siparlava di capacità di “navigare controcorrente, di Au-tonomia e Coesione”; di capacità di essere “differenti”.In questi anni si può ben dire di essere stati coerenti conla nostra “missione”, e ciò ci è stato riconosciuto dal“mercato” ma anche a diversi livelli Istituzionali. Mal-grado il breve lasso temporale, però, la rapida e consi-stente mutazione degli eventi registrata in particolarenegli ultimi anni, rende quantomai opportuna una rifles-sione congiunta e la pianificazione di un nuovo “per-corso” che come dice bene il nuovo slogan, ci consentadi individuare un “futuro da scrivere” tutti insieme.

Competitività In tema di competitività la sfida attienela ricollocazione delle risorse umane in una più intensaattività di assistenza e consulenza della clientela e in unminore assorbimento di risorse nelle attività ammini-strative e di controllo; lo snodo centrale resta nell’utilizzodi un sistema informatico più evoluto ed efficiente nella

24

POLITICA ASSOCIATIVA

LA VOCE DEI PRESIDENTI

Verso “Roma 2011”Il prossimo 8 dicembre prenderà avvio il Con-gresso Nazionale del Credito Cooperativo che,dopo sei anni da Parma, riunirà le varie realtà– a più livelli – del nostro Movimento per fareil punto sullo stato attuale ma, soprattutto, perdisegnare il futuro delle BCC italiane.

Lo scorso mese di marzo sono partiti i lavoridi programmazione ed elaborazione finaliz-zati a definire la Vision “Credito Cooperativo2020” propedeutica a traguardare la configu-razione prospettica della BCC e, di conse-guenza, dell’insieme del Credito Cooperativo– BCC e rete – tra un decennio.

I lavori stanno procedendo sulla base della co-stituzione di tre cantieri: 1. Scenario; 2. As-setto BCC; 3. Sistema a Rete.

Quattro le aree di primaria strategicità sullequali ci si è concentrati:

la Competitività quale capacità di reggere ilconfronto con i concorrenti e di eccellere neipropri mercati di riferimento;

il Profilo Identitario quale capacità di essereconcretamente aderenti ai valori ed ai principicaratterizzanti il Credito Cooperativo;

l’Adeguatezza delle Norme quale capacità dirispondere in maniera efficace e coerente allediverse richieste regolamentari;

la Solidità quale capacità di mantenere unsano equilibrio economico – patrimoniale nellungo periodo.

Su ciascuna area abbiamo voluto sentire lavoce dei nostri Presidenti.

Page 27: Orizzonti Numero 2_2011

prestazione dei servizi bancari e nella capacità di faresistema per attenuare gli impatti economici e organizza-tivi nell’esecuzione degli adempimenti regolamentari,di vigilanza, di controllo interno e gestionale. Occorrein sostanza, la capacità di “liberare risorse” e riqualificarela nostra azione commerciale orientandola in modo piùprofessionale ed intenso al recupero di quote di mercatoche ci permettano di migliorare il nostro funding e con-seguentemente di continuare a svolgere, attraverso l’as-sistenza finanziaria a imprese e famiglie, quella funzionesocio-economica di “volano” per la “crescita e la ripresa”del nostro sistema paese.

Profilo Identitario Nel corso dell’ultimo decennio è in-dubbio che le singole BCC hanno beneficiato dell’im-portante sforzo costantemente perseguito a livello fede-rativo nel creare un’“identità di gruppo” che ha consentitodi associare “l’agire locale con il pensare globale”, fa-vorendo quindi un’immagine forte, sicura, vicina, com-petente e completa delle relazioni e dei servizi offerti. Èquindi una strada “irreversibile”, anzi da mantenere epotenziare in stretta sintonia con le strutture federative equelle operative riconducibili alla capogruppo IccreaHolding, con l’obiettivo di far decollare al più prestoanche il fondo di garanzia Istituzionale. Ne conseguonoquindi benefici a livello competitivo e territoriale che sitraducono nella capacità di trasmettere sicurezza del ri-sparmio, contatto sempre più stringente con l’economiareale e le sue esigenze di sostegno finanziario, traspa-renza dei rapporti con la clientela, presa di distanza nettadalla finanza speculativa o di solo trading. Caratteristicheche costituiscono i drivers sui quali continuare a incana-lare i valori fondanti del Credito Cooperativo.

Adeguatezza delle Norme La BCC con il supportodell’attività di compliance esternalizzata alla propria Fe-derazione cerca di rispondere in modo efficace, coerentee tempestivo all’“alluvione” normativa che sta continua-mente interessando il settore bancario. In quest’otticastiamo predisponendo il modello organizzativo ai sensi

della normativa 231/01 che monitorerà, verificherà e ra-zionalizzerà i presidi regolamentari. Abbiamo tuttaviastringente necessità che ciò sia supportato dalla efficienzadegli strumenti di gestione e di controllo messi a dispo-sizione dai sistemi informativi che devono rapidamenteintegrarsi ed evolversi nella loro strutturazione e neitempi di risposta richiesti dalla regolamentazione e dalleesigenze di mercato.

Solidità L’ampliamento della base sociale anche conformule partecipative aperte al mercato che prevedanola remunerazione del capitale di rischio, il potenziamentodei rapporti con la clientela e l’espansione dei mercati-territori serviti, la selezione sempre più attenta nella as-sunzione del rischio e nella gestione del business, il fra-zionamento di impiego e raccolta, lo sviluppo a regimedi nuove aree di business con i “prodotti e servizi” di si-stema, la conseguente continua crescita e qualificazionee sensibilizzazione del “personale” non solo dal puntodi vista tecnico ma anche “comunicativo-relazionale-comportamentale, costituiscono la direzione obbligataper conseguire il consolidamento del patrimonio, il fi-nanziamento dello sviluppo, il mantenimento dell’equi-librio economico.

Ma soprattutto, come ci ha recentemente ricordato ancheMario Draghi, va recuperato, a tutti i livelli il senso delbene comune, troppo spesso relegato a “predica inutile”.Va riscoperto “l’agire per il bene di tutti” al di là degliinteressi particolari o di fazione. Potremo trarre una lezione positiva da una “crisi” checontinua ad attanagliarci solo se sapremo mantenere unautentico spirito unitario, in cui si saldano le ragioni didiverse componenti e generazioni del Paese.Mi sia consentito infine un particolare saluto ai “GiovaniSoci”, motore e futuro anche del nostro Sistema, ai qualiè stato rivolta una particolare attenzione per favorirne lapartecipazione e che vedranno uno specifico spazio de-dicato con il Forum previsto per il pomeriggio dell’8 di-cembre.

25

Page 28: Orizzonti Numero 2_2011
Page 29: Orizzonti Numero 2_2011

La sana e prudente gestione come espressione del “nostro essere”Luciano Sgarbossa Presidente della BCC di ArboreaCompetitività Da sempre, per chi non opera in regimedi monopolio, è un fondamentale requisito strategicoche vale sia per l’artigiano che per la multinazionale,oggi più che mai vista la globalizzazione in atto e specieper gli intermediari finanziari.Difficile stabilire la priorità delle componenti la compe-titività, considerato che i prodotti offerti non sono scin-dibili in pieno dall’aspetto consulenziale e dal serviziopiù in generale. Più nel dettaglio, almeno all’interno delmercato domestico, si evidenziano:– la possibilità di offrire prodotti di tipo sartoriale, nelsenso di poterli adattare, più che i concorrenti, alle ne-cessità del cliente; certamente, specie nel campo degliinvestimenti, può darci delle chances in più, anche intermini di prezzo;– la conoscenza del mercato retail può essere considerataun vantaggio competitivo che però, a parer mio, è semprepiù esile e risicato dato che l’accorpamento di varie strutturesta disperdendo la specificità della nostra clientela e, almenosotto questo aspetto, non ci si distingue dai big bancari;– la consulenza, che intendo sopratutto come disponibi-lità al dialogo e ad un esame congiunto delle esigenzedella clientela, credo sia il punto nevralgico cui tuttidobbiamo tendere e cui dedicare energie;– il servizio offerto, nel senso più ampio del termine,

che costituisce e costituirà anch’esso motivo discrimi-nante con la concorrenza.Nell’Istituto che ho l’onore di presiedere le peculiaritàsopra esposte sono applicate e la crescita della quota dimercato senza soluzione di continuità induce a credereche siamo sulla strada giusta.Profilo identitario La necessità di rispettare le ormainumerose regole impone scelte operative ed organizzativeche in qualche occasione ci fanno perdere di vista quelleche sono le motivazioni del nostro essere e del nostroesistere. Non ce lo possiamo permettere: a lungo andarele soluzioni di breve periodo e di breve respiro portereb-bero alla nostra confusione nell’agglomerato bancariopiù ampio che finirebbe per inglobarci.Questo per dire che intendere il socio come il vero pa-trimonio della banca non deve essere una frase ad effettoma deve costituire il nostro credo, anche a costo di nonrispettare perfettamente il confronto cost/income, datoche le attenzioni al socio, in termini di tempo, ovviamentecostano.

Adeguatezza alle norme Mi pare che alle varie richiesteregolamentari si sia data risposta efficace ed efficiente,grazie al supporto della nostra Federazione, oggetto diapprezzamento anche da parte della Vigilanza. Dobbiamoproseguire diritti nella strada, fin qui intrapresa, di strettacollaborazione tra BCC e Federazione.

Solidità Per poter esplicare al meglio quanto ho primadetto è necessaria una condizione: un solido patrimonioche derivi da un perfetto equilibrio economico.Non dobbiamo mai dimenticare che in questo mondo fi-nanziariamente impazzito, senza una ferrea applicazionedi sani principi gestionali le nostre strutture – fosseroanche “grandi” – potrebbero essere spazzate via dallasera alla mattina. Quindi è giusto procedere in una ope-ratività che consenta di accrescere i capitali a presidiodei rischi insiti nell’attività, ma senza pretendere di farlovelocemente e/o accollandosi rischi eccessivi o perveniread una “leva” elevata.Certo la sana e prudente gestione può non farci apparirecome grandi banchieri e/o manovratori di capitali e farciinvece apparire finanche pavidi e non amanti del rischio,ma il nostro essere è un altro.

Dobbiamo perseguire la solidità con lavoro paziente econtinuo (come le formiche che tanto hanno da inse-gnarci). I risultati sicuramente si vedranno e ci consen-tiranno di lasciare buone aziende ai nostri figli.

27

LA VOCE DEI PRESIDENTI Verso “Roma 2011”

Page 30: Orizzonti Numero 2_2011

Nei primi mesi del 2011, dopo aver sentito il pareredelle sedi locali della Banca d’Italia, ai sensi dell’art.7 dello Statuto Federativo, si sono poste le basi perdue importanti operazioni di concentrazione tra BCCAssociate alla nostra Federazione.In particolare, in data 28 febbraio 2011, è stata fir-mata la lettera d’intenti che avvia il progetto di fu-sione per incorporazione della BCC di Perugia nellaBCC di Mantignana – Credito Cooperativo Umbro.Lo scopo di tale operazione è quello di dare vita adun istituto di credito più solido, in grado di risponderesempre meglio alle esigenze della clientela nonché difronteggiare la crisi economica attuale. L’accordo è stato siglato nei nuovi uffici della sededistaccata della Federlus a Perugia, alla presenza deipresidenti delle due BCC Antonio Marinelli e AlfredoEttore Mignini, dei direttori generali Marcello Mor-landi e Angelo Barbanera, del presidente della Fe-derlus Francesco Liberati e del direttore della stessaPaolo Giuseppe Grignaschi. La banca nascente sarà la Banca di Mantignana e diPerugia – Credito Cooperativo Umbro e la sede legalesarà quella dell’attuale filiale del centro storico diPerugia in Piazza IV novembre, mentre quella am-ministrativa sarà presso l’attuale sede di Mantignana. Analogamente, in data 27 giugno 2011, è stata siglatala lettera d’intenti che formalizza l’avvio dell’iter difusione per incorporazione della BCC “S. Felice Mar-tire” di Affile nella BCC di Palestrina.L’accordo è stato siglato a Roma presso la sede dellaFederlus, attori dell’incontro i presidenti Natale Coc-cia di Palestrina e Mariano Alesi di Affile, dei direttoriSergio Castellazzi per Palestrina e di Carlo Giordanidi Affile, dei presidenti del Collegio Sindacale MarcoAngelini di Palestrina e Gustavo Alimontani di Affilee sempre dei vertici della Federlus Liberati e Gri-gnaschi. Le due fusioni avranno luogo presumibil-mente a partire dal nuovo anno e la Federlus in questoperiodo continuerà a supervisionare e assistere leBCC interessate lungo tutto l’iter dei progetti, con-vinta che queste saranno un sicuro successo per l’in-tera Federazione e un importante contributo allo svi-luppo economico dei territori in cui le BCC operano.

B.V.

Aggregazioni per il rafforzamento del sistemaFusioni in corsoIl perdurante momento di difficoltà economica, accentuatodall’attuale situazione dei mercati finanziari, sta obbli-gando gli amministratori delle BCC a ridisegnare, o per-lomeno a rivedere, le strategie aziendali. In taluni casi èmaturata l’idea, ovviamente già in gestazione, di realizzareuna fusione che permettesse di affrontare il futuro construtture più adeguate. È ciò che gli organi amministratividelle associate di Perugia e di Affile hanno deciso trovandonelle consorelle di Mantignana e di Palestrina, rispettivamente,la disponibilità necessaria per il raggiungimento dello scopo.I due progetti di fusione prevedono infatti l’incorporazionedella BCC di Perugia in quella di Mantignana e della BCC diAffile in quella di Palestrina. Le due iniziative sono giunte alla conclusione della prima fasedei lavori allorchè sono state inviate alla Banca d’Italia le do-mande per ottenere le necessarie autorizzazioni: ciò è avve-nuto il 15 luglio per le BCC di Mantignana e di Perugia e il26 luglio le BCC di Palestrina e di Affile.Il processo per addivenire a una fusione è complesso ed è rego-lato dal codice civile, dal Testo Unico bancario e dalle normeemanate dalla Banca d’Italia. In proposito, le BCC coinvoltehanno ritenuto opportuno e conveniente ricorrere all’assistenzae alla consulenza della Federlus che è stata chiamata ad affian-care le associate nella programmazione nonchè nella predispo-sizione della documentazione prevista dalla normativa sul tema.In particolare, l’attività è stata ripartita tra l’Area “Consulenzae Formazione” e l’Area “Assistenza e Verifica”. La prima ha re-

28

POLITICHE DI SVILUPPO

INSIEME PER CRESCEREFirmate le lettere di intenti per due importanti progetti di fusione

Page 31: Orizzonti Numero 2_2011

datto il “piano industriale” delle banche risul-tanti dalla fusione, l’altra ha definito i tempi, ha redatto la do-cumentazione giuridica, ha prestato la consulenza per laredazione delle situazioni patrimoniali delle BCC coinvolte e sioccuperà in seguito della complessa applicazione del principiocontabile internazionale “IFRS 3”.Ma procediamo con ordine. Innanzitutto, si è tenuto contodelle esigenze delle BCC che hanno ritenuto di fissare la de-correnza giuridica di entrambe le fusioni al 1° gennaio 2012,il che ha reso necessario procedere speditamente per raggiun-gere tale obiettivo. Sia le banche di Mantignana e di Perugiache quelle di Palestrina e di Affile hanno inizialmente sotto-scritto delle lettere di intenti dove hanno fissato gli accordi trale parti. Sulla scorta dei contenuti, sono stati quindi predispostii rispettivi “progetti di fusione”, tenendo conto degli elementiminimali previsti dall’art. 2501 ter del c.c.; di questi partico-lare importanza rivestono il “rapporto di cambio” delle azionie le modifiche statutarie necessarie per rispettare la rappresen-tatività dei soci della banca incorporata almeno nel periodotransitorio individuato tra le parti.Sono state inoltre redatte le “relazioni degli organi ammini-strativi” volte a giustificare e illustrare, sia da un punto di vistagiuridico che economico, il progetto di fusione e in particolareil rapporto di cambio delle azioni. Quest’ultimo, nelle fusioniin cui sono coinvolte società cooperative, avviene “alla pari”in quanto le riserve da esse accumulate nel tempo non sononella disponibilità dei soci né durante la vita sociale, né in casodi perdita della qualità di socio, né infine in caso di sciogli-mento della medesima società. Pertanto, posta l’integrità del

capitale sottoscritto e versato, il valore dello stesso viene in-tegralmente riconosciuto e concambiato, appunto,“alla pari”: cioè ad ogni singola azione si ricono-sce il medesimo valore nominale per il quale èstata emessa.Si è sopra accennato anche alla necessità di inte-grare lo statuto con delle norme, definite “transi-torie”, atte a regolamentare la vita della bancarisultante dalla fusione che necessitano anch’essedi specifica approvazione da parte dell’Organo diVigilanza. Di solito, dette norme stabiliscono il di-verso grado di rappresentatività negli organi so-ciali delle banche partecipanti, con una prevalenzarilevante, nei casi specifici, di soci provenientidalle banche incorporanti. Nelle due fusioni incommento, il periodo transitorio è stato limitato acirca un mandato. L’Area “Assistenza e Verifica” si è inoltre occu-pata di redigere per tutte le banche interessate,delle bozze di delibera consigliare e un fac similedi lettera da inviare alla Banca d’Italia per richie-dere l’autorizzazione alle modifiche statutarie eper addivenire alla fusione.Tra le numerose attività che le BCC hanno dovutoespletare vi è anche la predisposizione, in quantoobbligatoria, di una situazione patrimoniale, re-datta osservando le medesime norme previste peril bilancio d’esercizio; questa, come dispone l’art.

2501 quater del codice civile, non deve essere antecedente dioltre 120 giorni rispetto al giorno in cui il progetto di fusioneviene depositato presso i locali delle banche. Per le fusioni inargomento, le “situazioni” sono state redatte alla data del 30giugno 2011, con l’assistenza richiesta da quasi tutte le parte-cipanti, per la quantificazione del carico fiscale e della movi-mentazione delle imposte “differite”.Attualmente si è in attesa della (auspicata) autorizzazione dellaBanca d’Italia la quale è tenuta a pronunciarsi entro 90 giornidalla ricezione della domanda. Considerate le differenti datenelle quali le domande sono state inviate, l’iniziativa Manti-gnana-Perugia avrà la risposta entro il 13 ottobre e quella diPalestrina-Affile entro il 24 dello stesso mese.Nel frattempo l’Area “Assistenza e Verifica”, anche attraversoappositi incontri con le banche e con i notai che saranno chia-mati a redigere i verbali e gli atti di fusione, sta curando laprogrammazione degli ulteriori adempimenti da effettuareprima delle assemblee straordinarie delle banche partecipantie di quelli che devono essere predisposti dopo le assemblee,ma entro la data di decorrenza delle fusioni.Inoltre, come componenti della Commissione Tributaria dellaFederazione Italiana, l’Area partecipa attivamente ai lavori perla predisposizione di un apposito documento che fornisca cor-rette indicazioni per l’applicazione del principio contabile in-ternazionale “IFRS 3”. Ci riproponiamo di aggiornare i lettorisui passi che verranno compiuti dopo la pubblicazione di que-sto articolo.

Sergio Troiani

29

Il processo di fusionebancaria è complessoed è regolato dal codice civile, dal Testo Unicobancario e dallenorme emanate da Bankitalia. Le BCCcoinvolte hannoritenuto opportunoricorrereall’assistenza dellaFederlus, chiamata ad affiancare le associate nella programmazionenonchè nellapredisposizionedella documentazioneprevista

Page 32: Orizzonti Numero 2_2011

Nell’Olimpo dei viniLa zona del Cesanese, tra Olevano e Affile, con una produzione autoctonadi vino di qualità è ormai riconosciutadagli enologidi Marco Testi

Una “regione” assai composita: la morfologiadolce dei monti Ruffi e la valle del Gioven-zano (il maggior affluente dell’Aniene) anord-ovest, i filari del Cesanese nella zonaest e sud-est, e il Parco Regionale dei montiSimbruini a nord. È la zona che custodisce alsuo interno la cultura del vino doc, la tradi-zione di una rara qualità di oliva, la Rosciola,la bellezza di improvvisi panorami carsici, lastoria suggerita dalle vestigia proto-latine, ro-mane e alto-medioevali. Qui gli Equi si ar-roccavano e si scontravano con le tribù latinee soprattutto, nel IV secolo, con Roma, chelentamente risaliva con i suoi eserciti per go-vernare pascoli e vie di comunicazioni, comeil passo Stonio. Da questo incontro-scontronascono insediamenti importanti come Tre-bula Suffenas, Carseoli, Alba Fucens, questeultime due in zone più lontane. Legumi e cereali devono essere state le primeforme di coltivazione, alle quali poi si sonoaffiancate quelle della vite e dell’olivo con larealizzazione delle ville rustiche, come quellaattribuita ad Orazio presso Licenza (ma vi èuna attribuzione al poeta latino anche di unapiccola villa a Tivoli, di fronte alle cascate).Nel medioevo, soprattutto grazie all’attivitàdell’abbazia di Subiaco, inizia l’attività di in-castellamento che favorisce anche la rinascitadi coltivazioni e attività artigianali. Le attivitàpiù diffuse, soprattutto nella massa dominica,

30

TESORI DEL TERRITORIO

Affile, rocca proto-storicarealizzata conblocchi poligonali,una parte dei qualiè ancora visibile, fu importanteavampostoimperiale e monastico nel medioevo

Affile, Bellegra, Paliano

Page 33: Orizzonti Numero 2_2011

quella sotto il diretto controllo del feudatario o dell’abateerano quelle della coltivazione dei cereali, del mosto,delle olive, della canapa, del lino, delle ghiande. In epoca moderna appaiono attività commerciali, carbo-nifere, produzione di legna da taglio, allevamento delbaco da seta, ovviamente viticoltura, produzione di olioe in alcune zone patate e cereali. Ma, come si diceva,l’area di cui parliamo è talmente vasta che ci obbliga aduna breve carrellata personalizzata, nel rispetto delle in-dividualità storiche ed economiche, a partire dalla roccamedioevale di Cerreto dove esiste una particolare festadella Gatta, animale il cui sacrificio salvò il paese dal-l’assedio dei briganti di Marco Sciarra, e dove la gastro-nomia offre caciotta e ricotta e i dolci tipici denominaticiammillitti. Dobbiamo passare poi per Gerano, ai piedidel quale è possibile ammirare l’antica chiesetta di santaAnatolia (del X secolo): dal 9 al 10 luglio si svolge unaimportante festa con pellegrini e zingari – particolar-mente devoti alla santa – che creano un incredibile mo-saico di folklore, colori, musiche e danze tradizionali.Altrettanto famosa è l’Infiorata in onore della Madonna

31

Page 34: Orizzonti Numero 2_2011

del Cuore. Viene allestita dal lontano 1750, nella dome-nica seguente la festa del 25 aprile, quando la piazza delpaese si riempie di un tappeto artistico costituito esclu-sivamente da petali di fiori. Sempre sul versante empolitano troviamo San Vito Ro-mano, con il palazzo Theodoli con la sua facciata chericorda il profilo di una nave, dominante sulla valle delSacco, uno dei centri degli Equi: qui vi è una importantepresenza ambientale, quella della Macchiarella, un ca-stagneto secolare, aperto al pubblico e curato dal comune.Da ricordare, il 3 febbraio, la festa di San Biagio con lafiera e con la distribuzione delle caratteristiche ciambelleall’anice, e la festa patronale di san Vito con l’Infiorata.I Morzellitti e le ciambelle sono celebrate chicche culi-narie locali, assieme alle Nusche, prodotto esclusiva-mente sanvitese, fette di grandi zucchine essiccate, ma-rinate attraverso un particolare procedimento nel periodonatalizio. Visto che stiamo parlando di vino, è d’obbligo fare unacapatina ad Olevano, sul monte Celeste, di cui abbiamola prima citazione nella Bolla di Papa Giovanni XII(958), produttore importante di Cesanese. Olevano inrealtà era abitato già in epoca pre-romana, come dimo-strano le possenti mura poligonali ai piedi del castello

32

TESORI DEL TERRITORIO

In prima linea per lavalorizzazione del “Cesanese”

Mariano AlesiPresidente dellaBCC di AffileQuanto è importante sul pianoeconomico questa produzione ti-pica e quale è il mercato di rife-rimento del vino Cesanese?Anzitutto è opportuno evidenziareche le tre Doc sono strettamentelegate tra loro per il fatto di preve-dere all’interno dei propri discipli-nari l’utilizzo della stessa tipologiadi vitigno, il Cesanese di Affile.

Questo vitigno, che nasce nel nostro piccolo borgo di Affile, unpaese di montagna di appena 1500 abitanti, ha origine antichissime.La tradizione popolare fa addirittura risalire questo nome ai tempidella Roma antica quando i coloni romani, molto spesso veteranidi guerra cui venivano affidati piccoli appezzamenti di terra, avvia-rono un’intensa opera di disboscamento per fare spazio a splendidivigneti, (il termine cese, da cui Cesanese, era utilizzato per indicarequesti luoghi disboscati). Vera o no che sia questa tradizione,quello che è certo è che la storia di Affile è un tutt’uno, o quasi,con la storia del suo vitigno. Si pensi che persino lo stemmaaraldico del paese è rappresentato da una tralcio di vite dai grappolineri con un aspide attorcigliato sul tronco. Segni tangibili di un le-game profondo tra il popolo di Affile e il suo vino, confermatodalle vaste produzioni di Cesanese di Affile che si avevano fino aiprimi del ‘900 nel nostro territorio e dalle medaglie e riconoscimentiottenuti dal nostro vino negli anni ’30 alle manifestazioni di Parigi,Bruxelles, Roma e Milano. In quegli anni ogni affilano possedevaun piccolo appezzamento di terra nel quale produceva il suo Cesa-nese, che con grande orgoglio amava offrire a viaggiatori e amici.Nonostante questi importanti traguardi, dal 1973, epoca in cuinasce la nostra doc insieme alle altre due di Piglio e Olevano, peroltre 30 anni non c’è mai stata alcuna produzione ufficiale di Cesa-nese di Affile Doc. Se tale situazione si fosse protratta ulteriormente,nel momento in cui anche gli ultimi contadini fossero andati inpensione avremmo sicuramente assistito alla scomparsa definitivadi questo prodotto e della sua storia millenaria.Come Banca abbiamo dunque ritenuto fondamentale impegnarciaffinché questo importante patrimonio non andasse disperso, nonsolo per gli aspetti di carattere economico, ma anche per il valore

Page 35: Orizzonti Numero 2_2011

Colonna sulle quali poi si è innestato il centro medioe-vale. Ma Olevano è stata, come Tivoli, Anticoli, Subiacoe Palestrina, oggetto d’arte: i grandi paesaggisti d’Otto-cento sono spesso venuti qui a raffigurare le bellezzedei luoghi: Arthur John Strutt, Jean-Baptiste CamilleCorot, Carlo Knebel, che nel 1849 immortalò l’ingressodi Garibaldi nel paese, Joseph Anton Koch, Franz Theo-bald Horny, sepolto proprio ad Olevano, e tanti altri.Non è un caso che nel centro storico vi sia un Museo-Centro studi sulla pittura di paesaggio nel Lazio. Lafesta patronale di Santa Margherita il 23 luglio e quelladi san Rocco il 15 e 16 agosto, e, ovviamente, la Sagra

del Vino Cesanese ad agosto sono gli ap-puntamenti da non mancare, perché in essiconvivono tradizioni, religiosità popolare estoria, ivi compresa quella dell’economiadalle origini ai nostri giorni. A proposito:dal 2007 è stata ufficialmente riconosciutala Strada del Vino Terra del Cesanese diOlevano Romano, comprendente il comunedel paese e in parte quello di Genazzano.Un po’ più in alto, arroccato sui monti Affi-lani, ecco Affile, terra di confine tra Ernicied Equi, rocca proto-storica realizzata con

33

storico, culturale e sociale che esso rappresenta. Oggi la produzione che il nostro territorio può assicurare è vera-mente minima, se confrontata alle altre realtà enologiche italiane,e anche rispetto ai territori delle altre due vicine doc, molto piùsviluppate e ampie della nostra. Al momento risultano impiantatiper finalità commerciali circa 6 ettari di terreno in tutta la doc diAffile e stimiamo che ne potrebbero essere lavorati al massimo20, considerando le caratteristiche orografiche del territorio, moltodifficile da lavorare, e la necessità di soddisfare condizioni minimedi economicità nella produzione.Tuttavia questo per noi non rappresenta un elemento di ostacolo,ma anzi è motivo di profondo orgoglio, poiché ci chiama ad esserecustodi della memoria storica di questo antico vitigno, anche neiconfronti della altre due Doc, e responsabili di una parte fonda-mentale della storia di Affile e della sua comunità. Noi confidiamoche con il recupero di questo antico prodotto, nuovi stimoli possanoessere offerti ai nostri giovani e al territorio, in una prospettiva piùampia di sviluppo sostenibile e di recupero delle antiche produzionilocali.

Quali sono le prospettive del settore del vino e quale è il ruolodella Banca a supporto dei produttori?Il ruolo della nostra Banca è stato di primo piano fin dal 2003,quando insieme al Comune di Affile e a un gruppo di volontari ab-biamo dato vita al progetto di recupero del Cesanese. L’obiettivodel progetto è stato in un primo momento quello di recuperare ivecchi vigneti, mai registrati fino ad allora, e poi di promuovere lanascita di realtà produttive sul territorio che potessero dare nuoveprospettive di lavoro e di sviluppo ai giovani.

Ci troviamo così dopo circa 8 anni di intenso lavoro con quattronuove realtà imprenditoriali che oggi operano sul territorio per laproduzione di Cesanese di Affile doc, una delle quali conta addirit-tura 60 soci e copre una dimensione vitata di circa 3 ettari divigneto. Numeri significativi per una zona come la nostra, che daanni vive una situazione di grave ritardo economico e una totaleassenza di nuove iniziative imprenditoriali.Come istituto di credito e banca locale abbiamo dunque ritenutoimprescindibile fornire il nostro supporto per l’avvio e la prosecu-zione nel tempo di questa iniziativa, vedendo nel Cesanese di Affileuna occasione di rilancio dell’intera zona. Abbiamo dunque messoa disposizione del territorio le nostre risorse e soprattutto le nostrecompetenze economiche, organizzative e operative, per garantireche le nuove realtà si sviluppassero in maniera sana e con pro-spettive di sviluppo adeguate.Oggi il settore del vino, come tanti altri settori, è chiamato a ri-spondere a regole di mercato ferree e molto esigenti. È dunque necessario che anche piccole aziende come le nostre siano prontead affrontare le sfida della concorrenza, che sempre più spessovalica i nostri confini nazionali. Non basta dunque essere solo deibravi produttori di vino, o degli ottimi contadini. Servono multidi-sciplinarietà, lungimiranza, capacità relazionali e imprenditoriali.Riteniamo che questi siano ingredienti essenziali, che la nostrabanca può offrire grazie al patrimonio di competenze accumulatoin questi anni, alla possibilità di offrire servizi di supporto tecnicoed economico adeguati e alla profonda conoscenza che ha del ter-ritorio.Oltre al vino, quali altre produzioni – agricole e non – sonotipiche del territorio? Quale sostegno la Banca offre loro?

Olevano in realtàera abitato già inepoca pre-romana,come dimostrano le possenti murapoligonali ai piedidel castelloColonna, sulle qualipoi si è innestato il centro medioevale

Page 36: Orizzonti Numero 2_2011

blocchi poligonali, una parte dei quali è ancora visibile,nonché importante avamposto imperiale e monastico nelmedioevo: la più antica testimonianza del periodo è lachiesa di Sant’Angelo supra cisternam, iniziata sottol’impero di Ottone III nel X secolo. Da non perdere al-cuni appuntamenti novembrini che hanno la gola comeregina indiscussa: la Sagra del Cacciatore, dove si pos-sono gustare i celebri rigatoni con il cinghiale e la Sagradel Fallone, focaccia rustica di farina gialla e sale, conripieno di verdure. E, ovviamente, di domenica, la sagradel vino Cesanese. Più a nord, ecco uno dei luoghi preferiti dai cultori delparapendio, il monte Scalambra, sui cui è coricato Ser-rone, raggiungibile uscendo dall’autostrada Roma-Na-poli ad Anagni, un altro dei punti nodali del vino Cesa-nese, testimoniato dalla importante cantina sociale edalla presenza dei vari tipi di questo vino esposti nei ne-gozi che popolano il paese. Ma non solo gastronomia egioielli enologici: Serrone è celebre anche per il Museodei costumi di teatro, che raccoglie i costumi che unadelle “firme” sartoriali della Tv, Beatrice Minori, ha do-nato al suo paese. Sono gli originali costumi di scenaindossati dai mostri sacri del teatro italiano.

34

TESORI DEL TERRITORIO

Il progetto di “Recupero del Cesanese di Affile” rappresenta pernoi un modello di sviluppo sostenibile a elevato impatto sociale epotenzialmente estendibile ad altre realtà produttive e imprendito-riali. Ci auguriamo infatti che esso possa fungere da esempio e darichiamo per i nostri giovani, per riportarli sul territorio, o non farlifuggire, e ridare loro nuove prospettive occupazionali e di vita. Il nostro desiderio è infatti che il progetto di recupero del Cesanesevenga preso come riferimento per la realizzazione di iniziative simili,riguardanti non solo il vino ma anche altre produzioni locali. Il territorio di Affile e della Valle dell’Aniene, nel quale operiamo daanni e che conosciamo molto bene, presenta delle enormi poten-zialità purtroppo tuttora inespresse. Si pensi ad esempio ai fagioli,presenti nella zona di Vallepietra, alle cipolle di Marano Equo, aimarroni di Arcinazzo Romano, ad alcune pro-duzioni emergenti quali ad esempio lo zaffe-rano, l’olio e il miele… Per non parlare delturismo, che tramite lo sviluppo di questeproduzioni, da aggiungere all’ottima offertanaturalistica e culturale dei nostri territori,potrebbe sicuramente ricevere enormi bene-fici. Oggi il turista, il viaggiatore, è in cercadi sensazioni profonde e vere, vuole farel’esperienza del territorio che visita, vuoletoccarlo con mano, anche attraverso la co-noscenza dei prodotti e delle tradizioni, perpoi portare con sé un ricordo, una parte del-l’esperienza vissuta. È dunque fondamentale che il territorio possaoffrire servizi e prodotti in grado di risponderea questa esigenza. Oltretutto i prodotti locali,

se esportati fuori dal territorio in cui nascono, rappresentano il mi-glior biglietto da visita e il miglior elemento di richiamo per pro-muovere il territorio e le sue bellezze.

Consapevoli delle ricaduteestremamente positive che lamessa in moto di un tale cir-colo virtuoso potrebbe avereper le nostre comunità, comebanca ci siamo resi disponibiliper fornire tutto l’aiuto e il sup-porto possibili. In primo luogonella fase di start up, in cui ri-sultano fondamentali l’accre-scimento delle competenzeimprenditoriali, il rafforza-mento dei legami tra tutti isoggetti potenzialmente inte-ressati, la definizione e condi-

visione di strategie comuni. In secondoluogo nella fase di sviluppo, in cui è impor-tante che l’imprenditore si senta parte attivadi una rete che lo aiuti ad affrontare con se-renità e prontezza le tante sfide quotidiane. Del resto tutto ciò è insito nella nostra stessaidentità cooperativa, dove il fare insieme,l’amore per il territorio, lo sguardo attentoalle nuove generazioni, rappresentano gliassi portanti di un percorso che nel tempopuò dimostrarsi sicuramente vincente e ingrado di affrontare qualsiasi avversità.

Esiste un legameprofondo tra il popolodi Affile e il suo vino,confermato dallevaste produzioni di Cesanese chesi avevano fino aiprimi del ‘900

Page 37: Orizzonti Numero 2_2011

35

BELLEGRAAnche Bellegra (uno dei centri più alti della zona, con i suoi 815 metri sul livello del mare) haavuto il destino di terra di confine tra le popolazioni degli Equi e degli Ernici prima, e poi traqueste etnie autoctone e i romani, con il nome di Vitellia, che era poi, nella sua denominazionecompleta, Civitas Vitellia, per contrazione divenuta Civitella. Il nome attuale è recente: solonel 1880 il consiglio comunale ratificò il cambio del nome in Bellegra, in ricordo del centromedioevale di Belecre. Le mura ciclopiche rimaste ancora in piedi sono testimoni di questopassato di confine tra culture diverse, come anche la presenza di un tempio della Dea Bona –un culto assai antico continuato poi anche in età classica: ne rimane una testimonianza analogaa Tivoli, sul monte Arcese. Non solo storia umana, però: anche la geologia fa la sua parte gra-zie alla Grotta dell’Arco, a 4 chilometri dal paese, tra la valle Cupa e Le Cese, dove fino aiprimi del Novecento esisteva un lago poi prosciugato, all’origine di questo interessante feno-meno carsico – di agevole accesso- che assume una veste assai suggestiva nell’arco naturaledi pietra che dà il nome all’intero sistema. Le grotte sono rinomate anche per il panorama distalattiti e stalagmiti e la fauna, soprattutto anfibi, tipica di questo habitat. La religiosità haqui un importante punto di riferimento: immerso nel verde, a circa due chilometri da Bellegraecco apparire il convento di san Francesco. Era parte di una proprietà benedettina poi donataal santo di Assisi. Il santuario divenne luogo di vocazioni e chiamate alla santità, oltre che divisite papali, come quella di Giovanni XXIII nel 1959. Anche oggi è meta di cammini vocazio-nali, di pellegrinaggi e di meditazione: tra l’altro è possibile visitare le originarie celle e am-mirare un pezzo importante di storia francescana grazie alla riapertura di un importante museo. Una delle manifestazioni più importanti di Bellegra è la festa delle Tacchie ai funghi porcini:le Tacchie sono un piatto di antica tradizione, tramandato da madre in figlia: acqua, farina euova, taglio irregolare fatto rigorosamente a mano, con il condimento succulento dei porciniche in questo periodo (siamo nel secondo e nel terzo week-end del mese di ottobre) pullulanosulle montagne. Se restate in paese non mancate alla festa patronale di San Sisto II, con unaprocessione solenne, dal 5 al 6 agosto e la fiera tradizionale nel centro storico il 7.

Immerso nel verde, a circa due chilometrida Bellegra eccoapparire il convento di San Francesco, meta di camminivocazionali, di pellegrinaggie di meditazione

Garanzia per la qualità

Gianluca NeraPresidente dellaBCC di Bellegra

Quanto è importante sul pianoeconomico questa produzione ti-pica e quale è il mercato di rife-rimento del vino Cesanese?La produzione del vino Cesanese è

importantissima. Non soltanto per aspetti strettamente economici: ilCesanese è una produzione che caratterizza il nostro territorio, il cuinome collega immediatamente all’immaginario della Valle del Saccoe, in parte, dell’Aniene. È un marchio di fabbrica, una garanzia per laqualità della vita nei nostri paesi. La sua distribuzione, non moltoampia fino a pochi anni fa, delimitata prevalentemente all’area pro-vinciale e regionale, si è dilatata nel corso del tempo su tutto il terri-torio nazionale e internazionale. Ci sono delle aziende vitivinicole,

molto attente alla qualità del prodotto, che esportano il vino Cesanesein tutto il mondo. Non ci si deve meravigliare di trovare una bottigliadi Cesanese in un’enoteca di New York.Quali sono le prospettive del settore del vino e quale è il ruolodella Banca a supporto dei produttori?Credo che i produttori sappiano benissimo cosa il mercato richiedeloro. La tendenza del consumo di vino spinge verso produzioni diqualità. Ricerche documentate dicono che di vino se ne beve sempremeno ma si fa molta attenzione a che il prezzo che si paga per unabottiglia trovi un effettivo riscontro nella qualità del prodotto. LaBanca di Credito Cooperativo di Bellegra è stata sempre vicinissimae attenta nel supportare le esigenze dei produttori: è da cinquan-t’anni che si è a stretto contatto con loro e la fiducia reciproca chetutt’ora caratterizza il legame credo sia la dimostrazione di un buonlavoro svolto.Oltre al vino, quali altre produzioni – agricole e non – sonotipiche del territorio? Quale sostegno la Banca offre loro?Di produzioni agricole potenzialmente importanti nel nostro Terri-torio ce ne sarebbero eccome, purtroppo non sono lontanamenteparagonabili, a livello di fama, commercializzazione e distribuzione,a quella del vino. Un esempio su tutti: l’olio d’oliva. Di ottima qualitàe bassissima acidità, non ha mai avuto occasione di dimostraretutto il suo potenziale. La Banca sarebbe felicissima di supportareun’iniziativa imprenditoriale coraggiosa e lungimirante per la com-mercializzazione di questo prodotto.Per quanto riguarda la galassia di altri prodotti tipici e locali la BCCsupporta attivamente tutti gli enti, pro-loco e associazioni, impegnatinell’organizzazione di sagre e manifestazioni varie che hanno l’ob-biettivo di mostrare l’unicità, la semplicità e la genuinità del nostroterritorio.

Page 38: Orizzonti Numero 2_2011

36

TESORI DEL TERRITORIO

PALIANOIn questa ideale soglia tra ovest ed est benedettino ecco, a quota 470 metri sul livellodel mare e con più di ottomila abitanti, Paliano, il luogo della Selva per antonomasia,ideata nel 1974 dal principe Antonello Ruffo di Calabria, che ha fortemente voluto la rea-lizzazione del celebre parco aviario – negli anni d’oro annoverava duecento specie diversedi uccelli – di 470 ettari che, dopo anni di abbandono, è stato recentemente riaperto alpubblico. Se qui la produzione vinicola la fa da protagonista con il vino Cesanese del Pi-glio, divenuto dal 2008 docg (denominazione di origine controllata e garantita), non dob-biamo dimenticare la presenza della Rosciola, una antica e rarissima qualità di oliva conla quale si produce l’olio extravergine di Paliano, dallo spiccato sapore aromatico. Sevolete mangiare un prodotto doc del posto, allora fatevi preparare la pizza gialla al mat-tone, farcita da cicoria ed erbe pazze (verdure selvatiche come crespigne, borragine,pimpinella), la pasta acqua e farina. Da non tralasciare anche le Pataccacce o gnocchilunghi, preparati semplicemente con acqua e farina.Anche gli animali sono da sempre molto importanti nella vita di Paliano: molte aziendeagricole sono specializzate in allevamenti di bovini, ovini, asini e cavalli, suini (a pro-posito di questi ultimi, si è stabilito in zona un allevamento di maiale nero garganico, untipo di carne piuttosto ricercata) con produzione di latte di diverso tipo e anche di yogurt,formaggi e dolci derivati. Ovviamente numerose le aziende produttrici di vino Cesanese(ma anche Passerina del Frusinate e Moscato secco) e di olio di oliva Rosciola. Terrafertile e generosa, quella della zona, che permette anche una intensiva produzione orto-frutticola, che si riversa anche nei mercati della capitale.

Guardare al mercatointernazionale

Giulio CapitaniPresidente dellaBCC di Paliano

Quanto è importante sul pianoeconomico questa produzione ti-pica e quale è il mercato di rife-rimento del vino Cesanese?Il Cesanese del Piglio è innanzituttoun DOCG, è prodotto nell’area deiComuni di Piglio, Serrone, Paliano,Affile, Roiate e Olevano Romano,e a tutt’oggi, nel nostro territoriovanta l’unica DOCG rossa dell’in-tera Regione Lazio.Le sue peculiare caratteristiche lorendono un vino unico in tutta Ita-

lia. Peraltro, il nostro vino sta ottenendo numerosi riconoscimentia livello Nazionale e non solo. Tramite l’ASPIN (Agenzia internazio-nale della Camera di Commercio), per esempio, sono state orga-nizzate incoming di buyer con Paesi del Belgio, Danimarca e Nor-vegia.Riteniamo infatti che sia di strategica importanza, per le aziendevitivinicole della nostra Provincia, introdursi in quei mercati votatiall’alta qualità, realizzando un salto in avanti, costruendo il nostroapproccio al mercato unico europeo.

Quali sono le prospettive del settore del vino e quale è il ruolodella Banca a supporto dei produttori?Le aziende vitivinicole DOCG che io conosco sono principalmente:Antica Cantina Mario Terenzi, Bosco Castello, Cantina Sociale delPiglio, Casale della Loria, Coletti Conti e Giovanni Terenzi.Alcuni di questi produttori sono soci e clienti del nostro istituto, ilquale è da sempre al loro fianco nel sostenerne gli sforzi.

Oltre al vino, quali altre produzioni – agricole e non – sonotipiche del territorio? Quale sostegno la Banca offre loro?L’olio è sicuramente un altro prodotto di punta del nostro territorio,con ambiti di eccellenza come l’oliva Rosciola. A tal proposito, nel mese di giugno-luglio il Consiglio Comunale diPaliano, con votazione unanime, ha approvato il marchio DOC sul-l’olio di oliva Rosciola.In questo senso, è mia intenzione organizzare, proprio con la Fe-derlus, un convegno sui prodotti tipici del nostro territorio, chesono appunto quelli illustrati in questo numero di Orizzonti: il Ce-sanese DOCG e l’olio di oliva Rosciola.

Page 39: Orizzonti Numero 2_2011

37

gnolo e con un profumo ampio e intenso, che accompagna primirobusti, carne e formaggi stagionati, e che sopporta piuttostobene l’invecchiamento. La fama di alcuni borghi della zona, comeOlevano Romano, è dovuta anche alla diffusione di questo vinoche lentamente fu apprezzato da nobili ed artisti, i quali univanol’utile al dilettevole: i soggetti pittoreschi e il gusto vellutato delrosso Cesanese. Caratterizzata da acino piccolo e maturazionetardiva, questa vite si trovava fino a poco tempo fa legata alle fa-mose e gloriose canne incrociate, sostituite oggi da sostegni piùmoderni ma probabilmente meno poetici. Nel 2000 è stato creatoun consorzio che promuove la diffusione e la conoscenza di que-sto vino. Il riconoscimento della Strada del vino Cesanese, di cuiparliamo in queste stesse pagine, ha avuto la sua parte nel-l’ascesa di questo vitigno alle vette del settore enologico: nellazona di Olevano e Affile si vanta una produzione di 250.000 bot-tiglie l’anno.

VINO CESANESEC’è un paradiso dei vini, un olimpo delle divinità enologiche,che comprende nomi aristocratici: Barolo, Sagrantino, Pinot,Vernaccia, Brunello. A questi, adesso, bisognerà aggiungere ilCesanese, vino autoctono del Lazio, che si è conquistato l’am-bito posto grazie ai riconoscimenti degli esperti e al successodi pubblico, nelle varianti secca e dolce (in questo caso deveessere consumato entro la primavera successiva alla sua pro-duzione), amabile o frizzante, ma sempre rigorosamente rossa.Il Cesanese di Affile è stato infatti scelto tra i migliori vini ita-liani, uno per regione, per realizzare la “Bottiglia dei 150 annidell’Unità d’Italia”. La bottiglia è stata presentata in occasionedell’importante Vinitaly – salone internazionale dei vini – a Ve-rona. Il vitigno Cesanese diAffile e Cesanese co-mune può essere in-crociato con altrivitigni, ma rigorosa-mente entro il limitedel 10 per cento, nondi più. È un vino, come si di-ceva, rosso tendenteal granato con il pas-sare del tempo, conun sapore morbidoleggermente amaro-

Page 40: Orizzonti Numero 2_2011

Via col ventonell’azzurro

Giovanni BattistaGiulianelli, Direttore Generaledella BCC di Barbarano Romano: la passione per il volo si imparada piccoli

Non ricordo esattamente da quando è iniziata la mia pas-sione per il volo, però ho un ricordo indelebile. Erano iprimi anni ‘60, quindi avrò avuto 7 o 8 anni, e mio padre,dieci anni trascorsi in aeronautica compreso il periodobellico, mi portò a vedere l’aeroporto di Fiumicino, dapoco inaugurato. Allora era possibile accedere alla terrazzasopra l’aerostazione e vedere molto da vicino gli aerei,tanti ancora ad elica, nel sottostante piazzale. Se ci pensoli rivedo ancora e risento il rombo dei motori.La prima volta che ho volato è stato nel 1971 con unvecchio bimotore Douglas DC3 dell’Aeronautica Mili-tare. Poi, terminato il liceo, mi sono iscritto ad un corsodi pilotaggio presso l’Aero Club di Viterbo ed ho conse-guito il brevetto di pilota civile nel 1973, a 20 anni. Ilsogno di diventare pilota di linea, mi ricordo, svanì inpoco tempo. Infatti subito dopo è iniziata la crisi. Allora

si chiamava “austerity”. Molti ricorderanno la crisi delpetrolio, le macchine che potevano circolare a domenichealterne. Chi acquistava un’automobile non si preoccupavadel modello o del colore ma guardava soltanto l’ultimacifra del numero di targa.Le compagnie aeree non soltanto non assumevano piùpiloti ma addirittura licenziavano quelli in servizio. Que-sto era lo scenario. Considerato che volare da professio-nista era semplicemente impensabile mi sono posto lafatidica domanda: “da grande che vuoi fare?” La risposta che mi sono dato mi ha portato a “pilotare”un personal computer alla BCC di Barbarano Romano.Comunque ho continuato a volare fino agli anni ‘80quando altre priorità, il matrimonio e l’acquisto dellacasa (leggi mutuo) prima, e la nascita dei figli poi, mihanno indotto a riporre il brevetto in un cassetto. La passione è comunque rimasta e, anche con il brevettoormai scaduto, ho continuato e frequentare il mondodegli aerei. Qualche mese fa, per una fortuita coinci-denza, ho rivisto il mio vecchio istruttore di volo Va-lentino Poli, uno dei padri dell’acrobazia aerea in Italiasia a motore che a vela. Un vero professionista. Ripren-

38

NON SOLO BCC

Conosciamoci meglio

Page 41: Orizzonti Numero 2_2011

dere a volare è stata cosa immediata. Attualmentesto frequentando un corso sia teorico che pratico fi-nalizzato alla rivalidazione del brevetto alla normativaJAR. Come nel mondo bancario anche in questocampo le normative proliferano. Il problema sarà poiconciliare il lavoro con l’attività di volo e la fami-glia.In conclusione invito tutti i colleghi Bancari a provarealmeno una volta l’esperienza di un volo con un aereo“da turismo”, che dà la possibilità di godere di unavisuale a 360°. Il passaggio dal grigiore di un ufficioall’azzurro del cielo, dal fastidioso squillo del telefonoal fruscìo del vento farà sicuramente bene allo spi-rito.

39

La prima volta che hovolato è stato nel1971 con un vecchiobimotore Douglas DC3dell’AeronauticaMilitare. Poi, terminato il liceo,mi sono iscritto ad uncorsi di pilotaggiopresso l’Aero Club di Viterbo ed hoconseguito il brevettodi pilota civile nel 1973, a 20 anni

Page 42: Orizzonti Numero 2_2011

Il divulgatoreappassionatoStefano Rotondi, Risk Controller della BCC di Genzano, ha realizzato un mini portale internet con oltre mille pagine di informazioni e una “tiratura” di circa 5.000 visitatori diversi al giorno

Le persone si dividono sostanzialmente in due categorie:quelli che vivono per lavorare e quelli che lavorano pervivere. Io appartengo sicuramente al secondo gruppo,cioè a coloro che fanno del lavoro il loro principalemezzo di sussistenza ma a cui piace fare tutt’altro, enon vedono l’ora di farlo (nota per il Direttore: il cheovviamente non significa che del lavoro non gliene im-porti niente).Mi chiamo Stefano Rotondi e lavoro presso la BCC diGenzano di Roma, bancain cui rivesto la carica diRisk controller e Respon-sabile della istituenda fun-zione antiriciclaggio, non-ché delle relative segnala-zioni all’UIF. Le miegrandi passioni extra-lavo-rative sono costituite dal-l’insegnamento didattico edal giornalismo. Mi consi-dero cioè un divulgatore dimaterie tecniche ed econo-miche, perché cerco di dif-fondere nelle lezioni inaula ed attraverso i media– da quelli tradizionalicome la stampa e la radioai new media che utiliz-zano la rete Internet – leconoscenze acquisite in al-

cuni campi, anche molto diversi tra loro. Le materie chemi piace condividere con gli altri spaziano infatti dal-l’economia politica ed aziendale alla statistica e mate-matica, dal diritto tributario, commerciale ed interna-zionale alla filosofia e comunicazione, fino ad arrivareaddirittura alla semiotica testuale (niente paura: è moltopiù difficile il nome che il contenuto). Oltre chiaramenteai settori riguardanti strettamente la banca e senza con-siderare argomenti molto più prosaici (e per i quali misento un esperto), come la fiction cinematografica e te-levisiva e la narrativa mondiale. Ho iniziato questa attività per una serie di coincidenze,risalenti ai tempi della mia prima Laurea (in Economiae Commercio alla Sapienza di Roma) quando, una voltadato un esame, non facevo come gli altri che passavanoall’esame successivo, ma riscrivevo il libro della materia– ovviamente in maniera più sintetica e, diciamo, “a let-tura facilitata” – così da venderlo agli studenti, futuriesaminandi nella stessa materia. Questi ultimi preferivanoil mio testo a quelli ufficiali e, non ci crederete, ma an-davano pure bene agli esami! Chiaramente tale businessnon era visto di buon occhio dai professori, che se aves-sero saputo chi fossi me l’avrebbero sicuramente fattapagare. Poi è iniziata l’avventura delle docenze in scuoleprivate ed in noti istituti di preparazione universitaria.Un’attività in seguito proseguita con i master ed i corsidi alta formazione professionale e che in parte continuatutt’ora, perché insegno occasionalmente in corsi di qua-lificazione per apprendisti, lavoratori in cassa integra-zione ed in mobilità.

40

NON SOLO BCC

Il contenuto del sito èin grado di soddisfaretutti i palati, da quellipiù raffinati a quellisemplicemente allaricerca di svago ecuriosità. Per i primisegnalo una dispensasull’ICAAP che, neiprimi tempi diapplicazione diBasilea 2, si èposizionata al 10°posto nella classificadegli articoli piùconsultati con circa24.000 letture

Conosciamoci meglio

Page 43: Orizzonti Numero 2_2011

Dall’insegnamento didattico al giornali-smo il passo è stato breve: prima articolisu periodici locali ed interventi da opi-nionista per radio del territorio, poi ilgrande salto di qualità grazie alle impor-tanti amicizie allacciate durante la mia se-conda Laurea in Scienze della Comuni-cazione (tra cui giornalisti Rai e Mediaset). Tali cono-scenze mi hanno portato a scrivere per influenti quoti-diani nazionali, sui quali i miei articoli appaiono spessofirmati con uno pseudonimo. Nel 2001 infine il mio avvicinamento, quale mezzo didiffusione delle informazioni, al medium di nuova gene-razione per eccellenza: Internet. Fui infatti chiamato apartecipare, da un notorio portale web, ad uno dei primiprogetti italiani di formazione a distanza (oppure, con

dicitura anglosassone, di e-learning). Attraverso unapiattaforma informatica estremamente all’avanguardiafornivo lezioni ed assistenza on line agli studenti iscrittiai corsi telematici. Questa produttiva esperienza mi hapermesso di prendere confidenza con gli strumenti in-formatici e, soprattutto, con la rete delle reti, portandomia chiedere: perché accontentarmi di una platea limitatadi ascoltatori, quando per la mia attività di divulgazioneposso avere, teoricamente, un pubblico infinito?È nata così l’idea di realizzare un mio sito web personale,un po’ più di un blog ed un po’ meno di un portale, ini-zialmente molto artigianale e poi via via sempre piùevoluto e colmo di informazioni e risorse didattiche (non

solo mie, ma anche dei vari col-laboratori che si sono succedutinel tempo). Vi ho inizialmente ri-versato tutte le “riscritture” dellematerie universitarie sulle qualiavevo sostenuto esami. Sono natiin questo modo corsi completi(per esempio quello di economiapolitica o di contabilità) chehanno ancora adesso il pieno gra-dimento degli studenti universi-tari, per la facilità con cui sonoaffrontati argomenti di per sémolto ostici. Terminati i miei ap-punti da studente ho continuatoa crearne altri in settori nei qualimi sento ferrato, alternando di-spense lunghe ad articoli più no-zionistici ma pur sempre, a mioavviso, di grande interesse, ed in-cludendovi man mano altri e di-versi argomenti, magari relativia letture che mi hanno partico-larmente colpito.Con il passare del tempo questaproduzione di risorse ad hoc peril web ha fatto diventare il sito inquestione, www.studiamo.it, unmini portale con oltre mille pa-

gine di informazioni ed una “tiratura” di circa 5.000 vi-sitatori diversi al giorno. Per un giornalista queste cifre,ma soprattutto la possibilità di diffondere il proprio pen-siero a tutti quelli che dimostrano interesse, costituisconouna grande soddisfazione. Attualmente la platea di visitatori si è ampliata: non solostudenti, imprenditori, professionisti, ovviamente ban-cari, ma pure semplici privati alla ricerca di notizie utili.Come dimostrano le dettagliate statistiche del sito, anche

41

Page 44: Orizzonti Numero 2_2011

l’area geografica dei frequentatori si è estesa, travali-cando i confini nazionali per arrivare in tanti altri Paesi.Mi fa veramente piacere ad esempio sapere che gli ap-punti di economia politica sono stati letti nella città diBerkeley in California da 9 persone, per un tempo mediodi 25 minuti ciascuno (probabilmente, mi piace pensare,da qualche studente italo-americano della locale famosaUniversità). Negli ultimi anni peraltro ho arricchito ilsito con dei programmi in excel molto interessanti, cheriscuotono particolare gradimento. Il contenuto del sito è quindi in grado di soddisfare tuttii palati, da quelli più raffinati a quelli semplicementealla ricerca di svago e curiosità. Per i primi segnalo unadispensa sull’ICAAP che, nei primi tempi di applicazionedi Basilea 2, si è posizionata al 10° posto nella classificadegli articoli più consultati con circa 24.000 letture. Almomento, una sintesi delle novità di Basilea 3 ha rag-giunto in 4 mesi i 3.000 lettori. Da citare anche il pro-gramma per predisporre, con estrema facilità, il bilancioprevisionale delle piccole banche, usato per esempio dauna Raiffeisen trentina. Inoltre ci sono corsi completi dieconomia politica, contabilità aziendale, scienza dellefinanze, diritto commerciale e legislazione del lavoro.Solo per elencarne alcuni tra quelli con più audience.Per coloro che sono alla ricerca di curiosità, oltre ai tan-tissimi articoli su vari argomenti di interesse generale,c’è il programma che sviluppa le scritture contabili,quello per il calcolo dell’Irpef ed anche un programmache indica le quote ereditarie in tutti i casi di successione. Desta parecchia curiosità pure il programma per scoprirese i dati contenuti in un documento contabile – bilancio,dichiarazione dei redditi, ecc. – sono veri o falsi (sembraincredibile ma è vero: è fondato su una serissima fun-zione matematica), nonché quello per scommettere sugliincontri sportivi e vincere a colpo sicuro (sembra incre-dibile ma è vero anche questo). Inoltre ci sono il pro-gramma per il campionato di calcio, per l’analisi di bi-lancio e per l’elaborazione e la stampa della busta pagadi colf e badanti. Insomma di tutto e di più, basta aprire il browser e navi-gare (cosa che se faceste, mi farebbe alquanto piacere).In Studiamo.it c’è dunque gran parte di me e la sua ge-stione riempie notevolmente il mio tempo libero, chequest’anno sarà purtroppo molto limitato perché in bancami aspetta una stagione lavorativa particolarmente in-tensa. Ho infatti finito tutte le ferie (ne ho prese tantissimein estate), non ho più la banca ore ed ho sprecato pure igiorni di malattia, perché sono stato male davvero!

Stefano Rotondiwww.studiamo.it

La chitarra,una “ricchezzalibera…”Nikolay Pouhlev, Auditor di Federazione.Una passione diffusa in grado di regalare emozioni uniche

Quando mi hanno chiestodi scrivere un articolo suun mio particolare inte-resse al di fuori dell’am-bito lavorativo, sapevo be-nissimo che si sarebbe trat-tato della mia passione perla musica, ma non sapevominimamente cosa ne sa-rebbe uscito fuori. In re-altà, anche ora, dopo averriletto queste righe conti-nuo a domandarmi se sitratti di una piccola storia

che possa coinvolgere, oppure no. So di non esserel’unico nel nostro mondo cooperativo ad avere una fortepassione per la musica e per uno strumento come la chi-tarra, e nemmeno pretendo di saperne più di altri, manonostante questo ho deciso di dire la mia sull’argo-mento. Una delle cose più affascinanti della passione per la mu-sica è che dopo averla condivisa con diverse persone,diviene chiaro che ognuno ha una visione completamentepersonale in merito, la vive in modo diverso e ne traeemozioni e sensazioni esclusivamente a lui note. Manon potrebbe essere diversamente, in quanto a propositodi note, anche se ce ne sono soltanto sette, dietro a quelpiccolo numero primo si cela un universo.

42

NON SOLO BCC

Conosciamoci meglio

Page 45: Orizzonti Numero 2_2011

Fra gli appassionati di uno strumento musicale, ci sonocoloro che vivono con la musica in senso professionalee coloro che con-vivono con essa, un po’ come con larispettiva compagna di vita (che bisogna stare attenti anon far ingelosire troppo). Quelli del primo macro-gruppo, di norma conoscono le note scritte a menadito esono in grado di eseguire alla perfezione un pezzo mu-sicale senza averlo mai ascoltato. C’è un bellissimo afo-risma di Niccolò Paganini che rappresenta questo tipodi persone: “Se non studio un giorno me ne accorgo io.Se non studio due giorni, se ne accorge il pubblico”.Ecco, questo è uno dei motivi per cui faccio parte delsecondo macrogruppo. Ho infatti iniziato in modo com-pletamente autonomo (ed anche un po’ tardino) a 17anni, ascoltando musica, leggendo dei manuali per chi-tarra e l’anno dopo ho seguito un corso di teoria e praticaper circa nove mesi. Per il resto, solo esercizi autodidat-tici nel tempo libero. Tutto ciò, mi ha comunque con-sentito di suonare in alcune formazioni musicali esplo-rando una vasta gamma di sonorità dell’immenso genererock, partendo da classici, come i Led Zeppelin, PinkFloyd, The Doors, Jimi Hendrix e Deep Purple (ma nonsolo), attraversando sfumature alternative come PearlJam, Soundgarden, Faith no More, Alice in Chains, StoneTemple Pilots e Rage Against the Machine, toccando

anche alcune estremità contemporaneedel genere in questione come i Korn,Limp Bizkit, Deftones e System of aDown, fino ad arrivare a dilettarmi attual-mente, con un duo acustico (con cui rie-sco tutt’ora a fare una tantum delle seratedal vivo) personalizzando in chiave assi-milabile al funk-rock, canzoni di artistidella scena pop come Prince, Stevie Won-der, Michael Jackson e Madonna, senzatuttavia trascurare il “duca bianco” delglam rock David Bowie, oppure i Re delsynth-pop Depeche Mode. Il tutto, ovvia-mente, accompagnato da una discretadose di pezzi originali, che mi hanno per-messo di partecipare anche ad alcune ras-segne musicali di interesse nazionale(come Arezzo Wave). Ma trattasi di unbel po’ di tempo fa. Tornando a parlare della mia passione perla chitarra, ho scoperto che in fondo perme non è così importante suonare dal vivo(cosa che comunque mi piace fare), o di-ventare famoso (anche se confesso che, asuo tempo, non mi sarebbe dispiaciuto),ma semplicemente il fatto di avere la for-

tuna di possedere e di conservare tale passione, che iodefinisco “ricchezza libera”, che non dipende cioè dal-l’andamento dell’economia o dei mercati finanziari eche non si logora nel tempo, anzi può solamente au-mentare. Suonare la chitarra, anche solo per mezz’oraalla sera è un po’ come andare in palestra, fare unapartita di calcetto o di tennis, è rigenerante. E la cosabuona è che la puoi suonare a tutte le età e non ci saràmai un medico che ti potrà imporre di smettere, potraiabbandonarla per un periodo e poi riprenderla senza cheti vengano dei crampi muscolari e sarà sempre un’espe-rienza diversa e piena di sorprese. In questo periodo ad esempio, mi sento sempre più at-tratto dall’idea di unire la passione per la chitarra conun’altra decisamente più recente, cioè quella per la tec-nologia. Quindi, a parte il classico amplificatore valvo-lare, corredato di alcuni effetti analogici indispensabili,ed oltre ai tradizionali programmi di editing musicaleper il personal computer, mi sto per cimentare nell’esplo-razione dei nuovi confini musicali tracciati dall’industriarivoluzionaria dei dispositivi touch screen (facilmenteindividuabili con la parola “Cupertino”), nel tentativo difondere i due universi (come molti hanno già fatto) e faruscire fuori qualcosa di completamente originale. Sperodi riuscirci!

43

Page 46: Orizzonti Numero 2_2011

Responsabilitàamministrativa degli Enti

Prevenire è meglio che curareIl Decreto legislativo 8 giugno2001 n. 231 ha introdotto nel no-stro ordinamento il principio di“Responsabilità Amministrativadegli Enti” per reati commessinell’interesse dell’Ente da soggettiche rivestono una posizione api-cale, ovvero da soggetti sottopostialla loro vigilanza, prevedendosanzioni di carattere amministra-tivo e pecuniario. La ratio del Le-gislatore, oltre che l’adeguamentodell’ordinamento giuridico italianoalle convenzioni internazionali inmateria di responsabilità degli enti,è stata quella di coinvolgere gli entisia nella politica di prevenzione, sianella responsabilità per le condottedei singoli facenti parte dell’orga-nizzazione, rappresentando pertantoun fondamentale mezzo volto a ga-rantire una generale correttezza edeticità del mercato. La progressiva introduzione dinuove fattispecie di reato nell’am-bito del D.Lgs. 231 riapre periodi-camente l’attenzione delle aziendeverso la materia e richiama gli inte-ressi di diversi soggetti che a variotitolo partecipano alla sempre piùarticolata rete di responsabilità edobblighi determinati nel tempo dallegislatore. Giova ricordare chel’unica possibilità per poter benefi-ciare dell’esimente dall’imputazionedella responsabilità amministrativaderivante dalla commissione di unreato rilevante ex D.Lgs. 231/01, èdimostrare di aver adottato, primadella commissione del reato, ed at-

tuato un modello di organizzazione,gestione e controllo.Le oramai numerose sentenze inter-venute in materia di applicazione deldecreto 231 non hanno praticamentemai interessato Enti che avessero giàadottato i Modelli, anzi la loro as-senza è stata spesso inserita tra leragioni di condanna. L’adozione deimodelli organizzativi richiede alleaziende investimenti economici edorganizzativi sia per l’impianto, siasoprattutto per il corretto funziona-mento, considerato anche che, tra irequisiti esimenti dallaresponsabilità del-l’ente, la normativa faspecifico riferimentoal fatto che il compitodi vigilare sull’osser-vanza del modello,nonché di curarnel ’agg io rnamento ,venga affidato ad unOrganismo di Vigi-lanza dotato di auto-nomi poteri di inizia-tiva e di controllo. Ciò detto, ne conse-gue l’esigenza di in-dividuare soluzioni

che permettano l’ottimizzazione, intermini di risorse investite e risultatiperseguiti, del progetto di impiantodel Modello e del conseguente avviodell’attività del citato Organismo diVigilanza. Naturalmente, a frontedei costi di impianto e funziona-mento, i benefici devono essere va-lutati in una visione più ampia del-l’esimente da responsabilità, e cor-relati all’opportunità di rafforza-mento del sistema dei controlli in-terni e dei presidi sui processi orga-nizzativi anche attraverso una mi-

gliore qualificazionedelle risorse umane. Il recepimento delleprevisioni del decreto231 può pertanto es-sere considerata un’oc-casione per una pro-fonda innovazione delprofilo organizzativoaziendale, trasfor-mando quello che sa-rebbe una decisione diimplementazione amero scopo difensivoin un momento di ri-pensamento degli as-setti organizzativi e di

44

DALLA FEDERAZIONE

Il recepimento delleprevisioni del decreto231 è un’occasioneper una profondainnovazione delprofilo organizzativoaziendale,trasformandoun’implementazione amero scopo difensivoin un momento diripensamento degliassetti organizzativi edi governance

Page 47: Orizzonti Numero 2_2011

governance. La Federazione, nel-l’ambito delle attività di gestionedei servizi comuni a favore delleproprie Associate, intende avviareun progetto finalizzato alla defini-zione e implementazione del Mo-dello di Organizzazione Gestione eControllo ex D.Lgs. 231/01 con iseguenti obiettivi:– dare uno strumento di prevenzione

alla realizzazione degli illeciti rile-vanti ai sensi del Decreto, assicu-rando la conformità alla normativaesterna;– rafforzare il sistema di gestionedei rischi e creare sinergie ed eco-nomie di scala e di scopo derivantidallo sviluppo di soluzioni organiz-zative e di controllo comuni alle di-verse BCC aderenti al progetto.

La possibile metodologia di lavoropotrebbe prevedere la realizzazionedi tre fasi progettuali i cui ambiti diattività e risultati sono di seguito ri-portati:La definizione del Modello 231comporta la necessità di analizzareed aggiornare i processi di lavorointeressati, al fine di formalizzareadeguatamente i regolamenti ed iprotocolli posti a presidio dei rischi-reato identificati; in tal senso, la Fe-derazione intende avviare la proget-tazione di un servizio organizzativoche supporti nel continuo le Asso-ciate nell’attività di realizzazione epersonalizzazione dei regolamenti eprocedure di lavoro. Si prevede diampliare il perimetro normativo edi processo sino ad ora curato, inte-grando ed aggiornando anchequanto già attualmente messo a di-sposizione.Per quanto concerne l’effettivo fun-zionamento del Modello, l’ulterioreattività che la Federazione intenderealizzare consta nell’affiancamentodelle banche nella fase di istituzionedell’Organismo di Vigilanza attra-verso l’individuazione di professio-

nisti ed esperti nei con-fronti dei quali potrà essererealizzata, in maniera ac-centrata, un’attività di ag-giornamento rispetto agliscenari normativi di inte-resse e che costituiranno unnetwork al quale le Asso-ciate potranno accedere ot-timizzando i costi ed itempi per l’istituzionedell’OdV. Ciò permette-rebbe l’ottenimento di si-gnificative economie anchenei budget di spesa per lafase di avvio e funziona-mento del Modello Orga-nizzativo 231/01 delleBCC Federlus.

45

Giorgio Caporale

Page 48: Orizzonti Numero 2_2011

Il contesto regolamentare, i nuovie sempre più turbolenti scenari incui le BCC operano, impongonoun livello di attenzione ed un coin-volgimento sempre maggiore daparte di tutti gli attori della vitaaziendale. Di qui la necessità che,anche attraverso l’aggiornamentoformativo, le competenze e la pro-fessionalità di chi partecipa al go-verno della Banca siano coerenticon la sempre maggiore comples-sità gestionale. Inoltre, la partecipazione del Con-siglio di Amministrazione ad attivitàformative, rientra nell’impegno as-sunto dagli Amministratori di svol-

gere pienamentecon senso di re-sponsabilità, vo-lontà e consapevo-lezza, la propria at-tività. La stessaCarta dei Valori(Art. 10) definiscela cura della propriaformazione e quali-ficazione professio-nale, un dovere acui gli Amministra-tori non possonosottrarsi per ottem-perare al mandatofiduciario ricevutodai soci.In tal senso la Fe-derazione ha predi-sposto, ad integra-zione delle attivitàseminariali/conve-gnistiche tradizio-nalmente svolte, unvero e proprio cata-logo di incontri for-mativi interazien-dali dedicati agliAmministratori eSindaci. Il programma pre-vede due differentipercorsi, dedicati ai:

Componenti delConsiglio di Am-ministrazione - ilpercorso formativo,composto da 5 gior-nate aula (4 dedicateall’intero consigliod’Amministrazioneed una rivolta esclu-sivamente ai NeoAmminis t ra tor i )esamina ed appro-fondisce, alla lucedelle recenti evolu-zioni della norma-tiva di riferimento,

46

DALLA FEDERAZIONE

CATALOGO FORMATIVO 2011-2012PER AMMINISTRATORI E SINDACI

Attività formative per i membri del Consiglio di AmministrazioneIl percorso formativo esamina ed approfondisce,alla luce delle recenti evoluzioni della normativadi riferimento, alcuni degli aspetti più nuovi e ri-levanti relativi ai compiti del Consiglio di Ammi-nistrazione nell’ambito delle attività di supervi-sione ed indirizzo strategico della Banca di CreditoCooperativo.

Attività formative per i Membri del Collegio SindacaleIl percorso formativo è focalizzato sull’approfon-dimento dettagliato del ruolo del Collegio Sinda-cale alla luce delle recenti evoluzioni della nor-mativa di riferimento, mediante le quali l’Autoritàdi Vigilanza ha ulteriormente valorizzato la fun-zione dello stesso organo ampliando le attribu-zioni ad esso demandate.

GENNAIO 2012LUN MAR MER GIO VEN SAB DOM 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 1516 17 18 19 20 21 2223 24 25 26 27 28 2930 31

FEBBRAIOLUN MAR MER GIO VEN SAB DOM 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 1213 14 15 16 17 18 1920 21 22 23 24 25 2627 28 29

MARZOLUN MAR MER GIO VEN SAB DOM 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 1112 13 14 15 16 17 1819 20 21 22 23 24 2526 27 28 29 30 31

GIUGNOLUN MAR MER GIO VEN SAB DOM 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 1213 14 15 16 17 18 1920 21 22 23 24 25 2627 28 29 30

LUGLIOLUN MAR MER GIO VEN SAB DOM 1 2 3 4 5 6 7 8 9 1011 12 13 14 15 15 1718 19 20 21 22 23 2425 26 27 28 29 30 31

AGOSTOLUN MAR MER GIO VEN SAB DOM 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 1415 16 17 18 19 20 2122 23 24 25 26 27 2829 30 31

OTTOBRELUN MAR MER GIO VEN SAB DOM 1 2 3 4 5 6 7 8 910 11 12 13 14 15 1617 18 19 20 21 22 2324 25 26 27 28 29 3031

NOVEMBRELUN MAR MER GIO VEN SAB DOM 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 1314 15 16 17 18 19 2021 22 23 24 25 26 2728 29 30

DICEMBRELUN MAR MER GIO VEN SAB DOM 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 1112 13 14 15 16 17 1819 20 21 22 23 24 2526 27 28 29 30 31

FORMAZIONE COLLEGIO SINDACALEFORMAZIONE PER CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE

APRILE 2011LUN MAR MER GIO VEN SAB DOM 1 2 3 4 5 6 7 8 9 1011 12 13 14 15 16 1718 19 20 21 22 23 2425 26 27 28 29 30

MAGGIOLUN MAR MER GIO VEN SAB DOM 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 1516 17 18 19 20 21 2223 24 25 26 27 28 2930 31

SETTEMBRELUN MAR MER GIO VEN SAB DOM 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 1112 13 14 15 16 17 1819 20 21 22 23 24 2526 27 28 29 30

www.federlus.it

Formazione

Dedicato ad Amministratori e Sindaci delle BCC

Titolo evento Destinatari Durata evento (giornate aula/ore) Data

Attività oggetto di delega e relazioni con le funzioni delegate Amministratori BCC 1/5 h I sessione - 12 maggio 2011II sessione - 18 novembre 2011

Sistema dei Controlli Interni e flussi informativi attesi Amministratori BCC 1/5 h I sessione - 16 giugno 2011II sessione - 6 dicembre 2011

Processo interno di determinazione dell’adeguatezza patrimoniale (ICAAP) Amministratori BCC 1/5 h I sessione - 16 settembre 2011II sessione - 6 febbraio 2012

Il ruolo del Consiglio di Amministrazione nell’ambito del processo di concessione del credito

Amministratori BCC 1/5 h I sessione - 12 ottobre 2011II sessione - 23 marzo 2012

L’Identità Cooperativa ed il ruolo dell’Amministratore della BCC - CR: workshop introduttivo per i Neo Amministratori

Neo - Amministratori BCC 1/8 h Sessione unica - 8 luglio 2011

Titolo evento Destinatari Durata evento (in giornate) Data

Ruolo del Collegio Sindacale nella Corporate Governance aziendale e nel Sistema dei Controlli Interni

Collegio sindacale 1 20 maggio 2011

Metodologie e strumenti per le attività di controllo del Collegio Sindacale Collegio sindacale 1 24 giugno 2011

Ruolo del Collegio Sindacale in materia di Antiriciclaggio e finanziamento al terrorismo

Collegio sindacale 1 6 ottobre 2011

Ruolo del Collegio Sindacale nel processo ICAAP e nella disciplina dei “fidi a soggetti col-legati”

Collegio sindacale 1 25 novembre 2011

Ruolo del Collegio Sindacale nella produzione dell’informativa contabile di periodo Collegio sindacale 1 19 gennaio 2012

CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE

COLLEGIO SINDACALE

Page 49: Orizzonti Numero 2_2011

alcuni degli aspetti più nuovi e rile-vanti relativi ai compiti del Consi-glio di Amministrazione nell’ambitodelle attività di supervisione ed in-dirizzo strategico della Banca diCredito Cooperativo.

Componenti del Collegio Sindacale -il percorso formativo,suddiviso in 5 giornateaula, è focalizzatosull’approfondimentodettagliato del ruolodel Collegio Sindacalealla luce delle recentievoluzioni della nor-mativa di riferimento,mediante le qualil’Autorità di Vigilanzaha ulteriormente valo-rizzato la funzionedello stesso organoampliando le attribu-zioni ad esso deman-date.

In termini di modalità di erogazionedelle attività, è data la possibilità dipartecipare a tutto il percorso for-mativo, oppure seguire la singolagiornata oggetto di interesse da partedel Consigliere o del Sindaco, sce-gliendo per tal via anche l’investi-mento che la BCC vuole fare.

Gli incontri realizzati ad oggi (seigiornate aula, quattro dedicate agliAmministratori BCC e due dedicateai Membri del Collegio Sindacale)hanno visto una crescente parteci-pazione. Sono state registrate, in-fatti, 133 presenze (107 gli Ammi-nistratori e 26 i sindaci) per un com-plessivo di 14 BCC interessate dalleattività formative. Sette infine, leBCC che hanno aderito all’interopercorso.L’intera offerta formativa è rappre-sentata all’interno dell’area riservatadel sito www.federlus.it. All’internodel sito, oltre alla possibilità di con-sultare il catalogo delle attività for-mative, gli eventi e gli incontri va-levoli ai fini dell’ottenimento deicrediti formativi, è stata creataun’apposita procedura per la regi-strazione dei crediti formativi in li-bretti elettronici che sostituiscono

quelli cartacei. Ogni Amministratorecon utenza potrà vi-sualizzare in qualsiasimomento il proprio li-bretto formativo cheriporterà tutte le infor-mazioni già presentiin quello cartaceo,con i relativi creditiformativi ottenuti nelmandato in corso.Gli Amministratoriche non hanno la pos-sibilità di accedereall’area riservata delsito della Federazionepotranno richiedere ilproprio libretto forma-

tivo al referente formazione dellaBCC di appartenenza, al quale èdata la possibilità di visualizzare estampare tutti i libretti formativi de-gli Amministratori della propriabanca.

Comunicazione, marketing e relazioniesterne

La funzioneanticiclicadelle BCCIl Bilancio Sociale e di Missione èlo strumento che mette in evi-denza il valore sociale generatoda un’azienda e rappresenta lasua legittimazione nell’ambientesocio-economico dove agisce.La Federazione è ormai solita redi-gere tale documento per rappresen-tare il valore sociale prodotto datutte le associate. Il 2010, comenoto, ha visto una contrazione dellaredditività economica netta del 37%circa su base annua. Ciononostanteil valore aggiunto globale netto pro-dotto dalle nostre BCC ha subito –rispetto ai valori dl 2009 – un de-cremento limitato al 6,9% ca. Ciòevidenzia la scarsa correlazione tragli utili economici prodotti e il va-lore sociale delle proprie attività e,dunque, il carattere “anticiclico”dell’impegno delle Associate sul ter-ritorio, in un contesto di così intensatrasformazione e instabilità econo-mica e finanziaria. Il valore aggiunto

Gli incontri realizzatiad oggi hanno vistouna crescentepartecipazione. Sono state registrate,infatti, 133 presenze(107 gliAmministratori e 26 i sindaci) per untotale di 14 BCC interessate alle attività formative.Sette le BCC chehanno aderitoall’intero percorso

Martina Bonaldo

Brunella Venier

47

Alessandro Ceccarelli

Page 50: Orizzonti Numero 2_2011
Page 51: Orizzonti Numero 2_2011

globale lordo stimato di circa 403milioni è idealmente ripartito fra ivari portatori di interesse del CreditoCooperativo nel seguente modo: allerisorse umane è attribuito un valoredi 156,7 milioni, alla comunità lo-cale 15,4 milioni, alla collettivitàcirca 29,8 milioni, allo sviluppo lo-cale 44 milioni, come contributo alsistema cooperativo 1,2 milioni edai soci, che sono il fondamentalepatrimonio delle Banche di CreditoCooperativo, sono rivolti circa 156milioni del valore aggiunto stimatoprodotto.I soci delle nostre BCC sono in co-stante aumento. A fine 2010 erano,infatti, 56.489. Essi sono rappresen-tati principalmente da famiglie con-sumatrici (59,5%) e famiglie pro-duttrici (18,9%). Le altre categorie

sono formate per il 7,1% da im-prese, per il 10,7% da artigiani e peril 3,9% da altro.Anche i clienti sono aumentati ri-spetto all’anno precedente, passandodai 684.356 del 2009 ai 686.736 nel2010.Gli sportelli attraverso cui le BCCoperavano a fine 2010 erano 309,mentre nel 2009 erano 298; i POSinstallati 13.754 e gli ATM 353.I dipendenti e i collaboratori rap-presentano il nostro fattore criticodi successo. A loro è dedicata co-stante attenzione investendo sullecompetenze e sulla formazione; nelcorso del 2010 le ore di formazionesono state 99.337 (nel 2009 eranostate 78.099). A fine anno i dipen-denti erano 2.204, di cui 1.382 uo-mini e 822 donne; di questi 1.474

sono diplomati e 723 laureati. L’etàdel nostro personale è tendenzial-mente bassa. Infatti il 33,9% del per-sonale ha un età non superiore a 35anni, il 34,1% un’età compresa tra i36 e i 45 anni e solo l’6,5% ha unetà superiore a 55 anni.Gli Amministratori delle nostre ban-che sono 247, di cui 156 diplomati,76 laureati. Di questi il 31,6% è im-prenditore, il 23,5% professionista,il 17,3% lavoratore dipendente, il17,5% pensionato, il 5,3% impren-ditore agricolo e il 4,9% artigiano.Infine, per quanto riguarda sponso-rizzazioni ed erogazioni liberali allecomunità locali, le BCC del Lazio,Umbria e Sardegna, hanno erogato5.035 milioni di euro per un totaledi 3.891 iniziative. Ciò è dovuto alfatto che la responsabilità socialedelle Banche di Credito Cooperativoè prevista nello statuto, guida le li-nee strategiche delle banche, èl’obiettivo costante dei piani opera-tivi ed è insita nei comportamentidelle persone che vi lavorano. Laricchezza creata resta nel territorioe questo non solo perchè la quasitotalità degli investimenti economiciper lo sviluppo dell’economia è ri-volto alla comunità locale, ma per-chè il patrimonio delle aziende è edè destinato a rimanere un bene ditutta l’area di riferimento.

49

Page 52: Orizzonti Numero 2_2011

Patto per lo SviluppoAccordo strategico tra Federcassee R.ete. Imprese Italia per soste-nere le imprese artigiane, del com-mercio, del turismo e dei servizi

Il 29 giugno Federcasse e R.ete.Imprese Italia, l’associazione cuifanno capo le 2.600.000 micro,piccole e medie imprese aderentia Confartigianato, CNA, Casarti-giani, Confcommercio, Confeser-centi, hanno siglato a Milano un“Patto per lo sviluppo”. Obiettivouna serie di interventi di sostegnoin ambiti ritenuti prioritari per losviluppo delle imprese del settoreartigiano, del commercio, del tu-rismo e dei servizi. L’accordo, firmato dal presidente diFedercasse, Alessandro Azzi, e dalpresidente di R.ete. Imprese Italia,Giorgio Guerrini, individua nel so-stegno agli investimenti (start upimpresa, internazionalizzazione,green economy, sviluppo delle ag-gregazioni territoriali e delle reti diimpresa, ecc.), nella fornitura di li-quidità (miglioramento nella ge-stione del circolante, anticipazionesu crediti nei confrontidella Pubblica Ammini-strazione) e nel riequi-librio della struttura fi-nanziaria delle imprese(incentivi alla capitaliz-

zazione, allungamento della duratadei finanziamenti a medio lungo ter-mine, sospensione dell’ammorta-mento dei crediti in essere) gli am-biti di intervento prioritario. Parti-colare attenzione viene riservataall’obiettivo di favorire, attraversol’intesa, lo sviluppo della impren-ditorialità giovanile e femminile. Le BCC e Iccrea BancaImpresa, difronte a specifiche esigenze, po-tranno inoltre progettare e realizzaresoluzioni finanziarie mirate, in ag-giunta ai servizi e ai prodotti che ilsistema del Credito Cooperativo giàdestina al sostegno delle micro, pic-cole e medie imprese artigiane, delturismo, del commercio e dei ser-vizi. Un segmento di clientela versoil quale le BCC italiane erogano sta-bilmente oltre il 17% del totale deicrediti ricevuti dall’industria banca-ria. Nell’accordo viene inoltre espli-citamente sancito il comune impe-gno – ai fini di migliorare l’analisidel merito creditizio delle aziendeinteressate – a valorizzare le infor-mazioni qualitative (soft informa-tion) e a studiare proposte coerentiche, in tale direzione, possano esserepresentate alle Autorità di vigilanza.Viene altresì costituito un “Comitatopilota” in rappresentanza delle due

organizzazioni per monitorare co-stantemente lo stato di avanzamentodell’accordo.“Il Credito Cooperativo è il primoalleato delle imprese italiane”, hadetto il presidente di FedercasseAlessandro Azzi. “La dimensioneassociativa e la caratteristica fede-rativa che caratterizzano il sistemaFedercasse e di R.ete. Imprese Italiarendono del tutto particolare edunico questo accordo. Molte delleaziende rappresentate da R.ete. Im-prese Italia sono difatti anche sociedi BCC. Attraverso questo snodo –ha aggiunto Azzi – vogliamo per-tanto qualificare e reinterpretare ilrapporto banca-impresa nei territori,valorizzando al massimo le sinergiepotenziali che insieme possiamoraggiungere”.Per il presidente di R.ete.Imprese,Giorgio Guerrini, “l’accordo conFedercasse rappresenta un traguardoimportante per noi, impegnati comesiamo a costruire un dialogo diffusoe rinnovato con il mondo bancarioper offrire risposte sempre più a mi-sura delle specifiche esigenze cre-ditizie delle micro, piccole e medieimprese. L’intesa siglata oggi am-plia e consolida lo stretto rapportotra le banche di territorio ed il tes-

suto produttivo del Paese,caratteristica che è da sem-pre il motore della crescitadi questa tipologia di isti-tuti di credito e delle Pmiitaliane”.

50

DAL MOVIMENTO

Page 53: Orizzonti Numero 2_2011

51

Banca Agrileasing diventa IccreaBancaimpresaBanca Agrileasing da banca monoprodotto,che erogava leasing al sistema del CreditoCooperativo, è diventata Iccrea Bancaimpresa,ossia la banca corporate del Credito Coope-rativo e sarà l’altra articolazione del GruppoBancario Iccrea, accanto a Iccrea Banca chesi occupa da sempre del segmento istituzio-nale.Il processo di trasformazione, iniziato nel2005, si concluderà quest’autunno e vedràla realizzazione di una campagna lancio delnuovo brand realizzata ad hoc.Il rebranding, che si traduce in un nuovonome, nuovo logo e nuova identità aziendale,ha ottenuto in giugno il definitivo via liberaautorizzativo da parte dell’Autorità di Vigi-lanza. Il nome, scelto di concerto con la ca-pogruppo Iccrea Holding, nasce per identi-ficare il nuovo posizionamento di mercatodi Banca Agrileasing, che negli ultimi anniha arricchito la sua offerta con altri prodottie servizi bancari dedicati alle imprese, inparticolare PMI, inclusa l’attività nel seg-mento estero. L’attuale ragione sociale, purgodendo di un importante capitale reputa-zionale, non risultava più coerente rispettoal business complessivo della banca.Il cambio di denominazione si accorda conil progetto che il gruppo bancario Iccrea haavviato nel 2009 per acquisire una nuovaidentità e una maggiore chiarezza comuni-cativa nei confronti del mercato. I criteri se-guiti nella scelta sono stati quelli di una de-nominazione chiara e comprensibile dal pub-blico finale, una più forte corrispondenza trala ragione sociale e il business e, non da ul-timo, l’esigenza di valorizzare l’appartenenzaal Sistema del Credito Cooperativo.Seguendo questi principi si è scelto di inserireil prefisso “Iccrea” nella nuova ragione so-ciale della banca. Un nome importante ericco di identità per il sistema del CreditoCooperativo.

Per crescere insiemeSiglato accordo fra Assopopolari e Federcasse

Lo scorso 8 giugno Federcassee l’Associazione Nazionale frale Banche Popolari (Assopopo-lari) hanno siglato un Patto diConsultazione e collaborazionepermanente, al fine di rafforzaree valorizzare ulteriormente lafunzione di rappresentanza e ditutela dei valori e degli interessidelle banche cooperative ita-liane, istituzionalmente svoltadalle due Associazioni di cate-goria. Lo scopo è quello di svi-lupparne il ruolo di “parte so-ciale” e garantire il credito allePMI e alle famiglie sulla basedei valori comuni e nel rispettodelle proprie identità ed autono-mie. “È nello spirito di servizioverso territori, soci e clienti – hadetto il presidente di Assopopo-lari, Carlo Fratta Pasini – che ledue realtà rappresentanti leanime della cooperazione ban-caria del nostro Paese, hanno de-ciso di mettere a fattor comunele rispettive conoscenze, compe-tenze e capacità organizzative edi estendere i rispettivi sistemi di relazioni con le istituzioni ita-liane, comunitarie ed internazionali nonché con gli organismi dirappresentanza del movimento cooperativo”. “Questa iniziativasi inserisce nel processo in atto di rafforzamento delle forme dirappresentanza e delle reti di imprese e valorizza la funzionedelle banche di territorio particolarmente necessaria in questadelicata fase congiunturale” ha a sua volta sottolineato il Presi-dente di Federcasse, Alessandro Azzi, ricordando il generale ri-conoscimento della funzione anticiclica e di sostegno all’econo-mia reale da parte delle piccole banche. Banche Popolari coope-rative e Banche di Credito Cooperativo costituiscono due tipi diintermediario diversi dalla “Banca Spa” ammessi nell’ordina-mento italiano, entrambi caratterizzati da una governance che sibasa sui principi del voto capitario, del limite al possesso azionarioe del gradimento per l’ammissione a socio.

Alessandro Azzi

Carlo Fratta Pasini

Page 54: Orizzonti Numero 2_2011

BCC DI SPELLOE BETTONAIn 1600 alla prima festadel socio dopo dieci anni

Rafforzare il senso di appartenenzae favorire la conoscenza fra i soci.È con questo spirito che la BCC diSpello e Bettona ha organizzato,dopo 10 anni, la festa del socio de-dicando agli oltre 1600 intervenutiuna serata all’insegna della musicae della convivialità, nella suggestivaVilla Fidelia di Spello. “Abbiamovoluto organizzare un evento sem-plice per continuare a svolgerequella funzione aggregativa fra lepersone che sono il vero patrimoniodi una banca come la nostra”: questele parole con cui il PresidenteFranco Piermarini ha salutato tuttigli intervenuti e avviato i festeggia-

menti del 3 luglio. L’evento, patro-cinato dalla Provincia di Perugia edal Comune di Spello, ha visto lapartecipazione di molte autorità lo-cali, tra le quali Sandro Vitali, Sin-daco di Spello, e Donatella Porzi,Assessore alla cultura della Provin-cia di Perugia. Nel corso della serata sono stateconsegnate tre targhe celebrative aquei soci che hanno maturato i 45anni di iscrizione alla compaginesociale della BCC. “Lo scopo dellafesta è quello di tenere viva la com-pagine sociale che non solo si è tra-sformata da una realtà strettamenterurale ad una composta da piccolee medie imprese – ha sottolineato ilVice Presidente della banca LucioCampagnacci –, ma che, negli ultimiotto anni, si è anche triplicata”.“Momenti come questi, in cui i no-stri soci si scambiano opinioni ri-guardo l’economia del territorio ola crisi economica che stiamo attra-versando – ha aggiunto Campa-gnacci –, rappresentano un elementoimportante per lo spirito istituzio-nale della nostra banca”.Grande successo ha riscosso la festagrazie anche alla partecipazione didiversi artisti. Ad allietare i nume-rosi intervenuti vi sono stati, infatti,i momenti musicali, a cominciaredal concerto in onore dei 150 annidell’unità d’Italia, con oltre gli 80

artisti delle bandemusicali di Spello,Costano e Pietra-fitta dirette dalmaestro GiuseppeCicchetti. Presenti,inoltre, il tenorePaolo Scarponi,David Sotgiu e lacantautrice Ma-riella Nava, chehanno ripropostoinni e brani dei piùfamosi compositoriitaliani.

BCC DEL VELINOObiettivofotovoltaico

In molti fra amministratori, sindacie professionisti hanno partecipatoalla giornata dedicata all’energia pu-lita e al fotovoltaico che si è svoltaa Petrella Salto nella provincia diRieti. Grandi sono le opportunità, direttee indirette, offerte dal fotovoltaico:occupazione, servizi, riqualifica-zione di spazi ed edifici, nuove pro-spettive di ricerca, maggior benes-sere e qualità della vita. Al convegnoè intervenuto Andrea Benedetto, do-cente presso la facoltà di Ingegneriadell’Università Roma Tre e Presi-dente del comitato tecnico di Le-gambiente, il quale ha sottolineatol’importanza di vincere la sfida cul-turale più che tecnica per arrivaread un modello di energia guidatodalla domanda più che dall’offerta,onde evitare di produrne più del ne-cessario. “Cambiare si può e si deve,anche per rispettare quanto previstodal protocollo di Kyoto, ratificatodall’Italia nel 2002”: lo ha sottoli-neato, invece, l’avvocato Annarita

52

DALLE BCC

Page 55: Orizzonti Numero 2_2011

Quirini illustrando le ultime novitànormative in ordine allo snellimentodell’iter burocratico, normative na-zionali che superano quelle regionalie che per questo “le varie regionid’Italia devono recepire, poiché adoggi, per quanto riguarda l’energiapulita, ci troviamo in netto ritardorispetto ad altri paesi Europei”. Ri-guardo alla provincia di Rieti un in-centivo di tipo economico per l’in-stallazione degli impianti fotovol-taici, con la possibilità di prestitipersonali, viene dalla BCC del Ve-lino, che, come ha illustrato il re-sponsabile Area Crediti della BCC,Maurizio Iannello, offrirà un pro-dotto finanziario sotto forma di mu-tuo chirografario, tramite il quale sipotrà accedere al credito con un im-patto sulla spesa familiare pari azero, essendo il costo coperto dalGse (gestore servizio energia). “Ab-biamo creato un prodotto che calibral’importo della rata all’importo delcontributo” ha spiegato Iannello: laBCC offrirà, infatti, un prestito per-sonale con rate costanti e la duratavariabile in base alle esigenze dellaclientela, sia persone fisiche che im-prese.

BCC DI ROMA/1Piano casa: 100 mln euro per finanziamenti a famiglie e piccole imprese

La Presidente della Regione Lazio,Renata Polverini, e il Presidentedella Banca di Credito Cooperativodi Roma, Francesco Liberati, hannopresentato il 14 settembre scorso,presso la Sala Tevere della Giuntaregionale, l’intervento attraverso cuila BCC di Roma mette a disposi-zione un plafond da 100 milioni dieuro per famiglie e piccole impreseche vogliono usufruire delle oppor-tunità del nuovo Piano Casa varatodalla Regione Lazio. Le 120 agenzie della Banca distri-buite in tutta la regione e, soprattutto

a Roma e provincia, sono operativeper fornire dettagli sulle forme tec-niche di finanziamento, che sono es-senzialmente due: mutuo chirogra-fario a 10 anni sino a 70 mila euro,oppure mutuo fondiario sino a 25anni per un importo massimo di 200mila euro.Con questa iniziativa la Banca diCredito cooperativo di Roma offreil proprio contributo per l’attuazionee la realizzazione degli obiettivi delPiano Casa. Attraverso questo stru-mento creditizio, in linea con lo spi-rito del provvedimento approvatodalla Regione, viene data una rispo-sta adeguata alle esigenze delle fa-miglie e delle piccole imprese e, piùin generale, un impulso al rilanciodel tessuto produttivo e all’occupa-zione nel Lazio, in una fase con-giunturale estremamente delicata.

Maggiori dettagli informativi sulsito www.bccroma.it

53

Page 56: Orizzonti Numero 2_2011

BCC DI ROMA/21° maggio 2011:assemblea e festa del socio alla nuova Fiera di Roma

Grande la partecipazione per ilpranzo cooperativo, che ha visto lapresenza dei soci delegati e delleloro famiglie. Oltre 5mila le personenel grande padiglione 14 della Fieradi Roma, che da quest’anno prendeil nome di PALABCC Roma a se-guito del rapporto di collaborazioneinstaurato tra la Banca e la grandestruttura convegnistica. Emozio-nante l’esecuzione dell’Inno di Ma-meli, cantato da tutti i presenti a ce-lebrazione del 150 anni dell’Unitàd’Italia.

BCC DI ROMA/3Un Mutuo Casa targato BCC in “Don Matteo 8”

Con la forma del “product place-ment”, il Credito Cooperativo com-parirà in uno dei prossimi episodidella fiction di Rai Uno “Don Mat-teo 8” (in fase di realizzazione eprogrammata il prossimo autunno).D’intesa con gli Autori della fortu-nata serie televisiva è stato indivi-duato un tema di grande “popola-rità” e diffusione quale il “mutuocasa” (ed il sostegno di una BCCnel favorire la scelta del prodottomigliore), come quello attraverso ilquale veicolare il marchio “BCCCredito Cooperativo” e, con esso,le sue qualità/specificità.

54

DALLE BCC

Il “product placement”Il “product placement” costituisce una interessante tecnica di comunicazione che prevedeil posizionamento di un prodotto – e/o del marchio ad esso collegato – all’interno, general-mente, di un’opera audiovisiva (ma anche all’interno di un videogioco, di una piece teatrale,di un brano musicale, di un programma televisivo o radiofonico) a scopo pubblicitario.Visivo, verbale, o integrato, il product placement negli ultimi anni sembra trovare sempremaggior spazio, sia per la sempre crescente apertura del mercato ai film statunitensi – dovesi utilizza sin dagli anni quaranta – sia per le recenti previsioni legislative, europee editaliane, che negli ultimi anni hanno iniziato a regolamentarlo. In Italia, il product placement èstato introdotto dal Decreto Legislativo n. 28 del 2004, la cosiddetta Legge Urbani sul Ci-nema. Attualmente, il posizionamento di prodotto è disciplinato anche dal Decreto Romanin. 44 del 2010, che lo ha esteso anche ai programmi televisivi, nell’ambito del recepimentodella Direttiva sui Servizi Media Audiovisivi, prevedendo, con l’art. 15, l’inserimento diprodotti come articolo 40 bis del Testo unico della radiotelevisione – decreto legislativo 177del 2005.

Page 57: Orizzonti Numero 2_2011

In particolare, per chi conosce agrandi linee le vicende della fortu-nata fiction, è il capitano dei cara-binieri Tommasi (l’attore SimoneMontedoro) – nella volontà di spo-sarsi con la figlia del collega, il ca-pitano Cecchini (Nino Frassica) – acercare un mutuo casa idoneo allesue necessità. Lo troverà presso unabanca che si segnala (come emergedal dialogo tra i protagonisti) per

professionalità e disponibilità (qua-lità della relazione). Come nello stile della fiction, ci sa-ranno poi una serie di equivoci e si-tuazioni paradossali che il capitanocondivide proprio con il marescialloe che renderanno il racconto grade-vole e divertente. Le scene di nostro interesse sonostate girate il 22 luglio, presso la fi-liale posta nella sede centrale dellaBCC di Roma (Via Sardegna), sceltadopo adeguati sopralluoghi dellacasa di produzione (Lux/Vide Film)per la sua funzionalità e comoditàdi accesso (la maggior parte dellescene della fiction, difatti, vengonogirate a Roma). Nella fiction sarà ben visibile e pre-sente – nelle sequenze in questione– il marchio logo BCC Credito Coo-perativo, mentre non sarà ovvia-mente riconoscibile nessuna BCCin particolare, essendo il nostroobiettivo promuovere la presenza ela qualità della relazione di unaBanca di Credito Cooperativo sulterritorio.

BCC DEL TUSCOLOInsieme alle PMIper affrontare le nuovesfide del mercato

Grazie all’impegno del Vice Presi-dente Mauro Ginepri e del DirettoreGenerale Amedeo Ianniccari, in col-laborazione con il Direttore Gene-

rale di Promo.Ter (Ente di Forma-zione di Confcommercio Roma)Massimo Di Raimondo, nei mesi dimaggio e giugno sono state realiz-zate presso la sede di S. Cesareo treedizioni del Corso di Formazioneper le Piccole e Medie Imprese, de-nominato “Le PMI di oggi e lenuove sfide del mercato: contributialla formazione per la nuova im-presa che verrà”. L’iniziativa, chesi è avvalsa del contributo della Ca-mera di Commercio Industria Agri-coltura e Artigianato e di EBITRoma, ha previsto per ciascuna edi-zione tre moduli della durata com-plessiva di venti ore, distribuite sucinque giornate ed articolate sulletematiche emergenti nella vita delle

55

Claudio Ceccarelli

Page 58: Orizzonti Numero 2_2011

PMI, e cioè innovazione e marke-ting, pianificazione e gestione finan-ziaria, ricambio generazionale. Lascelta è stata coerente con gli obiet-tivi individuati in fase di progetta-zione. La conduzione di una PMI richiede,infatti specifiche abilità nel gestirele complessità di logiche economi-che ma anche sociali, in un contestonon particolarmente formalizzato eistituzionalizzato. Peraltro, l’attualecrisi economica e la pervasività dellaconcorrenza hanno evidenziato l’im-portanza sia di un marketing efficacenel monitorare il contesto e l’anda-mento del settore di riferimento, siadi un’efficiente gestione finanziaria,economica ed organizzativa delle ri-sorse aziendali. Non bisogna poi dimenticare che lePMI presentano al proprio interno,oltre alla maggior parte dei problemipropri della grande impresa, l’ulte-riore elemento di complessità datodalla importanza dei rapporti per-sonali e, spesso, familiari nel con-testo lavorativo. A tal proposito va

sottolineato cheil passaggio ge-nerazionale è unmomento parti-colarmente deli-cato nella vitadell’impresa fa-miliare, coinvol-gendo aspetti le-gali, economico-finanziari e psi-cologici, atti-nenti alla sferaaffettiva ed emotiva dei protagonisti.Poichè, secondo recenti dati, neiprossimi 10 anni il 40% delleaziende si troverà ad affrontare ilpassaggio generazionale, il feno-meno deve essere considerato digrande interesse.Pertanto, l’intervento formativo hainteso rispondere alle esigenze deltessuto imprenditoriale di riferi-mento con l’obiettivo di: • consolidare ed accrescere le com-petenze gestionali necessarie per af-frontare con prospettiva di successoi cambiamenti del mercato e le con-

nesse criticità (“prevedere e proget-tare”);• acquisire maggiore consapevo-lezza degli strumenti finanziari di-sponibili per pianificare e soddisfarein modo ottimale i diversi fabbiso-gni di reperimento dei fondi e di ge-stione delle risorse a sostegno dellevarie fasi dell’avviamento, dellacontinuità e dello sviluppo dell’at-tività imprenditoriale (“ben ragionachi ben distingue”);• fornire spunti di riflessione e me-todi operativi idonei a garantire l’in-

tegrità dell’azienda a con-duzione familiare duranteil trasferimento transgene-razionale, individuando ledinamiche relazionali e ne-goziali sottese ai fattori or-ganizzativi e i fattori di ri-schio del cambio di leader-ship interna (“continuare eintanto cambiare”).Durante l’intervento, im-prontato ad una forte inte-rattività, è stata richiesta aipartecipanti una collabora-zione attiva per l’acquisi-zione di supporti metodo-logici finalizzati a verifi-care, con finalità conosci-tive ed operative, alcuniaspetti “impliciti” di naturagestionale e comportamen-tale della loro impresa. In

particolare ha suscitato interesse lapossibilità di “esplorare” la identitàorganizzativa dell’ impresa stessa,correlandola alle competenze richie-ste al ruolo dell’imprenditore e deisuoi collaboratori per assicurare lacoerenza tra aspettative e realtà. Nel corso delle tre edizioni, con-dotte per l’attività formativa d’aulacon la collaborazione di Luigi Ru-giero, Marco Manariti e DomenicoSinopoli della società Techniplant,hanno partecipato più di 50 iscritti,ai quali è stato rilasciato un attestatodi frequenza.

56

DALLE BCC

L’attuale crisieconomica e la pervasività della concorrenzahanno evidenziatol’importanza sia di un marketingefficace nel monitorareil contesto e l’andamento del settore di riferimento, sia di un’efficientegestione finanziaria,economica ed organizzativa delle risorse aziendali

Page 59: Orizzonti Numero 2_2011

BCC DI BELLEGRALa Convenzione Cassaintegrati, una misura contro la crisi

La situazione di crisi sta ge-nerando processi di ristrut-turazione, riorganizzazioneo chiusure di aziende perfronteggiare i quali si ricorrea diversi strumenti, fra iquali, la Cassa Integrazione Guada-gni Straordinaria (Cigs). Proprio acausa della precaria situazione eco-nomica, le imprese interessate dainterventi di Cigs generalmente nonsono in grado di anticiparne il trat-tamento ai propri lavoratori, deter-minando, così, una difficoltà di ca-rattere finanziario per i lavoratoristessi e le loro famiglie.In collaborazione con le Organizza-zioni Sindacali, disponibili a diffon-dere l’iniziativa anche ad altri istitutidi credito (BCC – CRA e ABI) e al-tre sigle sindacali nazionali, è statapertanto studiata la possibilità di in-tervenire con forme di anticipa-zione, da parte della BCC di Belle-gra, del trattamento economico cheil lavoratore vanta nei confrontidell’Inps.La convenzione ha per oggetto laconcessione di credito a lavoratoridipendenti in cassa integrazioneguadagni straordinaria, e/o in de-roga, residenti nel territorio di com-petenza della Banca. La proceduraper accedere alla convenzione è laseguente: individuati, d’intesa conle Organizzazioni Sindacali, i lavo-ratori interessati al servizio, laBanca concederà, a condizioni age-volate e limitatamente al periodo diattesa dell’integrazione salariale,una disponibilità finanziaria mensileal lavoratore secondo quanto previ-

sto nella Convenzione Nazionale, anome del quale verrà aperto un ap-posito conto corrente di preleva-mento e rimborso dedicato all’ini-ziativa. La Banca si impegna ad ap-plicare quanto previsto dalla Con-venzione Nazionale, ferma restandola propria piena autonomia nella va-lutazione circa la sussistenza dellecondizioni di merito creditizio perl’apertura di credito in conto cor-rente.La Banca fornirà alleOrganizzazioni Sinda-cali la rendicontazionedelle aperture di cre-dito in conto correnteconcesse ai lavoratoriin Cigs e Cigsd. L’an-ticipazione dell’inden-nità spettante avverràtramite l’apertura dicredito in conto cor-rente apposito, se ri-chiesto dalla Banca,con disponibilità cre-scente per frazioni mensili, per unmassimo di sette, ognuna non supe-riore all’80% della retribuzione per-cepita in servizio al netto degli onerisociali e fiscali (massimo 900 euromensili), per un importo comples-sivo non superiore a 6.000 euro.L’apertura di credito cesserà con ilversamento da parte dell’INPS del-l’indennità Cigs e/o Cigsd – che

avrà effetto solutorio del debito ma-turato, ovvero all’esito negativo delrelativo iter amministrativo.In caso di mancato accoglimentodella richiesta di integrazione sala-riale straordinaria, ovvero del suopagamento diretto, la Banca potràrichiedere l’importo dell’intero de-bito relativo all’anticipazione al la-voratore, che provvederà ad estin-guerlo entro quindici giorni dalla ri-chiesta. In caso di inadempimentodel lavoratore, la Banca potrà richie-dere l’importo al datore di lavororesponsabile in solido, che provve-

derà entro quindicigiorni. In caso di inter-vento del datore di la-voro quale responsa-bile in solido, l’interodebito refuso dal da-tore di lavoro costituiràanticipazione del trat-tamento economicocomplessivamente do-vuto dal datore di la-

voro al lavoratore stesso. La Con-venzione scade il primo agosto2012. In caso di proroga, la Bancaaderente avrà facoltà di comunicarein qualunque momento la propriadecisione di revocare l’adesione,sempre fermo restando il completa-mento delle anticipazioni già in atto.

57

La convenzione ha per oggetto la concessione di credito a lavoratoridipendenti in cassaintegrazionestraordinaria e/o in deroga residentinel territorio di competenza della Banca

Page 60: Orizzonti Numero 2_2011

L’economia cresce se entra nella Retedi Alessandro Ceccarelli

L’economia di Internet nel 2009era pari a 28,8 miliardi di euro,ovvero l’1,9% del Pil. Nel 2010 haraggiunto in Italia un valore dicirca 31,6 miliardi di euro, parial 2% del Pil. Questi dati si rica-vano da “Fattore Internet”, il rap-porto commissariato da Google aThe Boston Consulting Group. Seinternet fosse un settore, il suocontributo alla crescita del Pil sa-rebbe stato dell’8% nell’ultimoanno. La componente consumo hacontribuito a circa il 50% del to-tale, ovvero 14,5 miliardi di euronel 2009 e 17,4 nel 2010. Circa il65% del consumo è dato dall’ac-quisto di prodotti, servizi e conte-nuti on line. Tra i prodotti e serviziil turismo è quello più rilevantedavanti a informatica, elettronicadi consumo, assicurazioni e abbi-gliamento. Gli investimenti delsettore privato in tecnologie legateal web ammontavano a 10,6 mi-liardi nel 2009 e sono aumentatedi un altro mezzo miliardo nel2010. Questo valore include prin-cipalmente gli investimenti fattidalle società di telecomunicazioniper la costruzione della rete equelli sostenuti dalle altre impreseprivate per dotarsi di strumenta-zione per l’accesso ad internet.Il valore dei prodotti comprati nelmondo reale ma per i quali si sonocercate informazioni in Rete è, in-vece, di 17 miliardi di euro nel2010, pari ad una spesa di circa600 euro per utente.

Le PMI attiveon line crescono e guadagnano di piùL’indagine della The Boston Con-sulting Group, realizzata su 1.000piccole e medie imprese italiane, hainoltre individuato le on line attive(possiedono un sito ed effettuanoattività di marketing virtuale o di e-commerce), on line (dotate di una

pagina web ma non fanno ne mar-keting ne e-commerce), offline(prive persino di un sito ma possonoavere una connessione a internet).Le on line attive hanno registratonell’ultimo triennio un incrementoannuo dei ricavi del + 1,2% controil trend negativo delle altre due ca-tegorie (- 2,4% per quelle on line e– 4,5% per quelle offline). Il 65%delle aziende on line attive ha affer-mato di aver migliorato la propriaproduttività grazie all’uso della Retecontro il 28% di quelle on line e il

58

NUOVI ORIZZONTI

Page 61: Orizzonti Numero 2_2011

25% di quelle offline.L’incidenza delle vendite interna-zionali è mediamente il 14% per lerealtà on line attive. Per le on line ele offline il dato si riduce, rispetti-vamente, al 7,7% e al 4,1%.Internet ha avuto un impatto positivoanche sull’occupazione: negli ultimi5 anni, il 34% delle aziende on lineattive ha riportato un incremento delpersonale; un dato molto superiorea quello delle offline (11%). Altroaspetto interessante legato all’im-patto sulle risorse umane è dato

dalla creazione di nuove figure pro-fessionali. Esperti di siti web, com-munity manager per i social net-work, gestori dei portali di e-com-merce, sono i ruoli più richiesti sulmercato del lavoro.

59

Nel 2010 l’economiadi Internet haraggiunto in Italia unvalore di circa 31,6miliardi di euro, parial 2% del Pil. Gli investimenti del settore privato in tecnologie legate al web nel 2009ammontavano a 10,6 miliardi e sonoaumentate di un altromezzo miliardo nel 2010

La connessionediventa mobileQuesta decade sarà segnata an-che dall’esplosione del consumodi dati attraverso gli smartphone.In questo senso il 2010 è statoun anno di conferme. A livellomondiale la velocità delle con-nessioni mobili in downstream èmediamente raddoppiata mentreil traffico dati è più che triplicato(+260%), anche a seguito del-l’aumento della penetrazione deitablet, che consumano quasi 5 volte più banda degli smart-phone. A trainare questa crescital’interesse degli utenti per i vi-deo, per i quali hanno utilizzatoil 49,8% della banda a disposi-zione dei loro telefonini. Ma nonsolo: gli oltre 10 miliardi di ap-plicazioni scaricate e acquistatein tutto il mondo hanno costituitoun ulteriore impulso al consumodi internet in mobilità. Trend de-stinati a proseguire grazie all’av-vento del LTE, la connessioneultra broadband per mobile.Questo tipo di tecnologia, cheporterebbe smartphone e tableta navigare fino a una velocitàmassima di 100 Mbps, sarà a di-sposizione in tempi relativa-mente brevi. È infatti previstoche il governo indichi entro fine2011 un’asta per l’assegnazionedelle frequenze, con un ricavoprevisto di almeno 2,4 miliardidi euro, per renderle così dispo-nibili agli operatori entro fine2012.

Page 62: Orizzonti Numero 2_2011

60

RECENSIONI

Italia in cifre2011Siamo un paese in estinzione?In questo secondo appuntamentocon la rubrica di “Orizzonti” dedi-cata alle recensioni abbiamo decisodi non realizzare la classica recen-sione di un libro tra quelli propostiin libreria, ma ci siamo invece de-dicati a leggere con attenzione ed aragionare, in particolare, su uno deilavori di ricerca che l’Istat pubblicaannualmente: “L’Italia in cifre”.Nell’occasione delle celebrazionirelative ai 150 anni dell’unità d’Ita-lia infatti, anche l’Istituto Nazio-nale di Statistica a voluto farequalcosa di particolare, propo-nendo una integrazione del lavoroche realizza annualmente, costi-tuita dall’evidenza delle principalitrasformazioni che hanno caratte-rizzato questi primi 150 di vita delPaese. A tali evidenze abbiamo ag-giunto gli ultimi ag-giornamenti relativial bilancio demo-grafico 2010 e alcambiamento delleforme familiari.Ne esce un quadro“chiaro”, cioè di fa-cile lettura ma chepone profondi ed in-quietanti interroga-tivi sul futuro delPaese. L’Italia unitacomincia la sua sto-ria con circa 26 mi-lioni di residenti.Quasi un secolodopo, a seguito del primo censi-mento post bellico del 1951 gli ita-liani ammontano a 47 milioni: civorranno altri 50 anni per superarela soglia dei 60 milioni. A fine 2010i residenti italiani erano infatti 60,6

milioni. 150 anni fa ibambini fino a 5 annirappresentavano il13% della popola-zione; oggi tale valoreè sceso sotto il 5%.Sempre alla nascitadella nazione unita,solo l’1% della popo-lazione era rappresen-tata da ultra ses santa -cin quenni; oggi questaquota è salita al 10%.L’indice di vecchiaia(rapporto tra anziani egiovani) era pari nel

1861 a 38,9; 129,3 nel 2001 e nel2021 l’Istat lo prevede pari a 169,5.Anche per il 2010 il saldo naturale(differenza tra chi nasce e chi muore)è stato negativo, in particolare sononati quasi 7.000 bambini in meno,

registrando il valore piùbasso dal 2003. Altro capi-tolo importante è quello re-lativo alle trasformazionidelle forme familiari, dadove si evince che le fami-glie sono poco più di 25 mi-lioni, con 2,4 componentiper famiglia; nel 1861erano 4,7. Il tasso di fecon-dità (numero di figli perdonna) ha toccato un altrominimo e si è portato a 1,3.Nel 1862 il numero di ma-trimoni per 1.000 abitantierano 8,2; nel 2009 sonostati 3,8. Di numeri ce nesarebbero molti e tutti rive-latori di evidenti tendenzeo di sottili dinamiche. Tut-tavia, al di la del singoloaspetto demografico, credoche una considerazionevalga su tutte: siamo unPaese che si avvia al-l’estinzione... La lieve ripresa demogra-fica timidamente emersanel periodo 2006-2008,

anche se sostenuta soprattutto dal-l’apporto degli immigrati, sembraessersi dissolta. Diminuendo l’in-fluenza degli immigrati (le cui abi-tudini familiari si allineanovelocemente a quelle del paeseospitante) e crollando la feconditàdelle giovani coppie, la tendenza simostra ineluttabile. Nonostante ciò, nelle analisi, neiproclami, nei dibattiti di questigiorni, la demografia trova uno spa-zio ancora troppo limitato: come sifa a parlare di ripresa della produ-zione industriale, di incrementodella produttività, di ricerca e svi-luppo, e in generale di prospettiveeconomiche, se i protagonisti di unPaese stanno scomparendo?

Alessandro Ceccarelli

150 anni fa i bambini fino a 5 annirappresentavano il 13%della popolazione; oggi tale valore è scesosotto il 5%. Nel 1861 solo l’1% della popolazione era rappresentata da ultrasessantacinquenni;oggi questa quota è salita al 10%

Page 63: Orizzonti Numero 2_2011
Page 64: Orizzonti Numero 2_2011
Page 65: Orizzonti Numero 2_2011

ACQUISITION

PORTFOLIOMANAGEMENT

PLANNINGAND DEVELOPMENT

Soluzioni per la gestione profittevoledei mercati retail e imprese.

CRIF AL SERVIZIO DI BANCHE DI CREDITO COOPERATIVOE BANCHE TERRITORIALI

Leader in Italia nelle soluzioni a supporto dell’erogazione e gestione del credito, CRIF è da oltre 20 anni al fianco delle Banche di Credito Cooperativo e delle Banche Territoriali nelle loro scelte di business.

Grazie all’esperienza maturata e alla profonda conoscenza delle dinamiche di mercato, CRIF coniuga nella propria gamma completa di soluzioni un patrimonio informativo unico sui segmenti di clientela privati e imprese - informazioni creditizie e business information - avanzati sistemi di supporto decisionale e servizi fruibili in outsourcing e consulenza sia a livello strategico che operativo.

Il sistema delle Banche di Credito Cooperativo e delle Banche Territoriali, che nella congiuntura economica negativa ha confermato il ruolo di importante sostegno alle famiglie e al tessuto imprenditoriale, avverte oggi con forza la necessità di rispondere al mutevole scenario del credito dotandosi di informazioni accurate e puntuali e di nuovi potenti strumenti di valutazione e di gestione, che aggiungano e creino valore nell’intero ciclo della relazione con il cliente.

Attenta a queste esigenze, CRIF ha sviluppato soluzioni innovative che spaziano dalla sempre più ricca gamma di servizi informativi disponibili grazie a EURISC 2.0 ai nuovi alert, indicatori di sostenibilità finanziaria e di benchmarking basati su analisi territoriali e storiche. Le soluzioni CRIF forniscono un efficace supporto decisionale sin dalla pianificazione delle azioni di marketing e sviluppo commerciale,

all’acquisizione della clientela, alla gestione del portafoglio fino al recupero degli eventuali crediti insoluti. Tra queste, Portfolio Explorer 2.0, la nuova generazione di servizi di gestione del portafoglio basati su dati batch, e Full Monitor, la funzionalità di Operational Risk Advisor che consente di monitorare contemporaneamente tutte le anagrafiche presenti nei Report Impresa e Persona di CRIF.

Con investimenti significativi in progetti e attività dedicate, CRIF è partner di riferimento delle BCC e delle Banche Territoriali e mette a costante disposizione il proprio know-how e competenze specialistiche, con l’obiettivo di accompagnare le risorse di direzione e di rete degli Istituti in un percorso conoscitivo integrato, grazie ad attività di formazione (training, seminari, ecc.) e informazione (workshop direzionali, convegni) sulle tematiche relative alla gestione profittevole del rischio di credito e al marketing finanziario.

Per fare è necessario conoscere. Per conoscere è necessario avere gli strumenti più adatti alle proprie esigenze e un partner specializzato che aiuti a sfruttarne al meglio le potenzialità.

DEBT COLLECTION

www.crif.com

CRIF AL

fial anni 0 2e oltre ogazione erdell’

alia Itin ader eL

ANC

Cdi anche Bdelle o fiancCR , oeditcrdel tione sgesua oluzioni snelle

E BVIZIO DI B L SER

OR

o insediti cro aftpordel

quisizione acall’

o editCrda è RIF

o tppor

CHE TERRITANCHE DI CREDIT B

IALI

olio ftorP, etsquea rTluti. de o uperecral fino oglio a ela, tcliendella ione

AOOPERO C EDIT

O

, 02.er Exploruali tenveegli

tione sgealla

TIVA

em tsisati anzvaed crormazioni fin

di ti egmenssui a pun oluzioni spnella oniuga c

delle a enzcsonocsperieeall’azie Gr

e di buseltco slord e o ativooperCfial anni 0 2e oltr

decisioo tsuppordi mi orm fins sbusinee ditizie

impe ati privela tclieno ormativfinatrimonio

omplcgamma opria proatcmerdi dinamiche e opralla e a aturmata enz

. ss ineorialerritTTerritanche Belle

Cdi anche Bdelle o fianc

C CBdelle detività at

tsevinon C

ona d sere Panale e tutt

d e tenonscfunzionalità la

oglio aftporgea vnuola o insediti cr

e onalemation

- esepro unicdi a te

CRIF , oonda fo

nelle lio editCr

or erritTanche Bdelle e d tner arpè CRIF , eatedic

in ativi significti timen

. di CRIF . eRnei ti enseprafiche agr

empotonce arormonitdi Risk ational Operdi alità

e ch, atbdati su ati asbo di ervizi sdi azione ener

olio ftorP, etsquea rTluti.

e ttmee riali o terimenrifdi e ti togepr

a seImprt pore tamenaneor

che or dvisA, orr, Monitull F

del tione sge, 02.er Explor

rispdi sità senec, orialeenditimpre tsose tantimpor

negata onomicecerTanche Bdelle

a Bdelle ema tsisIl

o egicattrello slivoin fruibili ervizi s

em tsisati anzva-

csole vemutal e ponderofon coggi e tervvatal e amiglie falle egno

ru il o ermatfoncha a tivongicnella che oriali, rit

ooperCo editCrdi anche

.oativ che operonsulenzce cingoursout

decisioo tsuppordi mi

e a oeditcralla e elativr

shop orkw(aining, tr(

, oategrtindegli e terompcacdi

etompece e tantsoca

C CBdelle

enario cla a zro sutsetdi uolo a urtune o ativ

a sia a ze onale

ting finanziarioemark l d ole vetfitoprtione sgea

su egni) vonczionali, edirine c.) eceminari, s

di tività atad azie gro sorcperun in uti titIs

didi e sorrisle e agnaro c, tichespecialise enz

opri pril sizione dispoe or erritTanche Bdelle e

.di chio risdel

ematiche tlle ormazionefnormazionef

o citivsonoco di e zione ero tivtobiel’n w -howknoo e ttmee riali

C EURISa azie grd gamma a cricpiù

atvinnooluzioni se tsquea a tenttA

.eton il cliencnee alorveino crdi e azione alutvdi e uali tpune antdoo editcrdel

aindic, talervi nuoai 0 2.disp ormativi finervizi sdi

sdalla aziano spche etivvilusha CRIF , esigenze

ela rdella ciclo o ertell’inaggiung che , tionesge

trumesti entpovi nuo acormazioni findi si ndo

fruaiuti a ssigeoprie prar ssenecè

nè e arfer P

di ori atponibili

e emprso atupp

azione e gano

di ti ene aturcc

entarne al meglio le pottspectner arpun e e genz

p ti trumensgli e ervaio e P. eercsonocario ssenec

nzialità.che o atzcializalle ti adatiù

e ercsonocer

QUISITICA

t emarkdi azioni sin decisionale

ofCRIF oluzioni sanalis su ati asb

finenibilità tsosC EURISa azie gr

ON

ommecviluppo se ting azione pianificdalla

sue acficfeun ono cornisorichtse oriali errittsi

benchmdi e nanziariaaindic, talervi nuoai 0 2.

, cialeerdelle

o tppore L. he

arkingdi ori at

crif.www

omc.f

QUISITICA

dei meoluzioni pe S

GEMENTMANAOLIOTFPOR

ON

.eseail e imprteati rc rolevetfitotione prs er la ge

OLT CDEB

TIONCLE

OPMENTVELAND DEPLANNING

OLT CDEB

TIONCLE