Origine Della Dea

Embed Size (px)

Citation preview

  • 8/8/2019 Origine Della Dea

    1/13

    L ORIGINE DELLA DEAAlessandro Demontis

    L archeologia e la storiografia sono sempre stati soggetti aerrori dettati dall approssimazione delle nozioni acquisibili daireperti, dalla loro non sempre possibile verifica, e da un

    processo messo in atto dagli studiosi stessi, processo che porta aritenere tutto ci che non si comprende come reperto votivo ooggetto di culto.Ci successe con i famosi fegati etruschi, con molte statuinesimili ai gargoyles, e con tanti altri oggetti bizzarri oparticolari nelle fattezze. Basti pensare a tutte quelle statuinerinvenute in mesopotamia risalenti al periodo Ubaid, raffigurantisilouhette femminili longilinee, con seno sostenuto, e testa direttile. Non sapendo come trattarle, gli archeologi ci hanno dettoche sono probabilmente legate al mondo degli inferi.La stessa cosa sta avvenendo, a mio avviso, quando si parla di

    divinit femminili. Ho finora sempre evitato di affrontare largomento, delicatissimo, della Dea Madre, ma a causa del fattoche questo argomento negli ultimi anni sta diventando il fulcro dirivendicazione da parte di movimenti culturali che,legittimamente ma nella maniera sbagliata, reclamano il giustorispetto per la figura femminile, ritengo di non poter pi evitaredi scrivere in merito.E bene intanto segnalare che il grosso di questo movimento vieneda ambienti pagani o neopagani, ambienti che gi in precedenza pid una volta si sono distinti per la loro innata capacit dicreare calderoni culturali mischiando nozioni lontane nello

    spazio e nel tempo per supportare l idea di una Dea precedentea qualsiasi Dio maschile conosciuto. Se questa possibilit puessere effettivamente investigata, lo si deve fare attraversonozioni coerenti nel tempo, e non alla maniera pagana che,parlando di una presunta divinit feminea primeva, ci parla diIside, di Ishtar, di Athena, e dee simili che ben conosciamo, eche ben possiamo racchiudere in un periodo storico sicuramentesuccessivo ai culti marcatamente maschili che conosciamo. Per iloro stessi tratti distintivi tutte queste dee negano tutto ciche di loro viene detto dai pagani. Ognuna di queste dee avevagenitori, progenitori, antenati, sia maschi che femmine. Non

    possono essere utlizzate dunque per identificare la Dea primeva.La Dea dei pagani dunque un costrutto simile al Yahwehgiudaico, un nome comune che racchiude al suo interno tantedivinit di diverse regioni e diverse epoche; ma mentre nel casodel Yahweh giudaico possiamo risalire al suo primo apparire, edidentificarlo chiaramente e definitivamente con il dio sumeroIshkur, o ancora in tempi pi antichi supponendolo essere il dilui padre Enlil, nel caso della Dea questo tentativo non statofatto. E, allo stato attuale, che mi risulti, non esiste nessundocumento in merito che ne identifichi il personaggio.Ma la Dea non proviene solo dall ambiente pagano per fortuna. C

    un movimento di studio archeologico, etnologico e antropologico,che porta avanti un discorso di ricerca non influenzato, almenoufficialmente, da visuali religiose o pseudocultuali. Ed solo da

  • 8/8/2019 Origine Della Dea

    2/13

    questo movimento, del quale fanno parti autorevoli nomi come Marija Gimbutas, Max Dashu e Gwendolyn Leick, che possiamoaspettarci lavori e segnalazioni degni di merito e di analisiapprofondita.Il lavoro della Gimbutas, per quanto limitato prevalentemente allazona esteuropea, ha dato inizio allo studio approfondito di quelle

    casistiche di reperti, murali e incisioni, che indicassero lapresenza del femineo gi in epoche risalenti a 9000 anni fa. Limmane lavoro di Max Dashu, la quale ha raccolto in giro per ilmondo quelle che reputa essere testimonianze certe di cultofemineo (molto interessante il suo lavoro sulle pietre vulva, delquale parleremo pi avanti), e che effettivamente si contano nellordine delle migliaia, indubbiamente il pi autorevoleattualmente esistente in merito. La Leick, dal canto suo, essendouna esperta di storia dell antico medio oriente, ha dato uncontributo enorme alla causa chiarificando agli occhi del profanola figura femminile di Inanna / Ishtar, che servita, per le

    civilt greca e romana, come modello per le principali divinitfemminili. Troviamo dunque inArtemide / Diana, dea della caccia,ma anche in Demetra, dea delle messi e della fertilit, duerappresentazioni di Inanna moglie del defunto Dumuzi, dio pastoreper eccellenza. Troviamo in Afrodite / Venere la dea dellabellezza e della sensualit come controparte di Inanna / Ishtardea dell erotismo, la prostituta degli dei, quella ricordataper le sue evoluzioni nel Gigunu sumero, la casa del piacere.Identifichiamo nella Enio controparte femminile di Ares, chediventa la romana Bellona, la rappresentazione di Inanna come deadella guerra, colei che mosse guerra contro Ebih, e che spinse i

    suoi amanti guerrieri a saccheggiare sia Babilonia che Nippur,facendo affronto a Marduk e ad Enlil, il quale la pundistruggendo Agade, la sua citt.

    Il lavoro di ricerca riguardante l origine primordiale del cultodella Dea, passa prevalentemente attraverso l identificazione dialcuni reperti:

    - le famosissime statuette a forma di donna;- le pietre vulva;- le pitture di figure femminili;

    ma anche attraverso l analisi cronologica di scritti che possanodarci indicazioni su questo ipotetico culto.E bene chiarire subito che il secondo tipo di reperto, quellocostituito da scritti, non supporta minimamente l idea di unculto femineo precedente quello maschile tramandatosi fino aigiorni nostri.Tutti i pi antichi scritti, tutti i pi antichi culti di cuiabbiamo tradizione scritta, a partire dal IV millennio a.C., ciparlano si di tantissime ed importanti divinit femminili (escopriremo quali), ma sempre e comunque in relazione a pi

    importanti divinit maschili, delle quali erano figlie o, inrarissimi casi, mogli. Solo in uno stadio ben avanzato abbiamotestimonianza del nascere di un culto dedito alle figure femminili

  • 8/8/2019 Origine Della Dea

    3/13

    non come subordinate ai relativi consorti, ma come divinitindipendenti con ben precise funzioni.

    E dunque dall archeologia e dall etnologia che dobbiamo cercareindizi riguardanti questo presunto culto.Analizziamo dunque i 3 tipi di reperto giunti fino a noi, cercando

    di stabilire quale sia il loro significato.

    LE STATUETTE DELLE DEE MADRILe statuette chiamate delle dee madri si dividono essenzialmentein due gruppi:* uno, che racchiude i reperti pi antichi, raffigurante donnemolto corpulente, con la pancia prominente, il seno moltoabbondante, le cosce carnose, grossi glutei a pera e, nei raricasi di statue con volto inciso, guance paffute e labbra carnose;* un altro, che racchiude i reperti pi giovani, raffigurantefigure femminili longilinee, sensuali, ben modellate,

    artisticamente pi elaborate, quasi sempre con volto.

    Entrambi i tipi di raffigurazione mostrano queste figuregeneralmente nude o con leggeri veli, ma mentre nel primo caso prevalente l idea dell abbondanza, forse legata alla terra,nel secondo caso prevalente l idea della sessualit / bellezza.Il primo tipo, in effetti, rappresenta pi lo stereotipo dellamatrona anziana, e il secondo quello della giovane nel fioredello sviluppo. Il secondo gruppo spesso mostra queste figureadornate con gioielli.Esempi tipici del primo gruppo sono le famose dee madri

    ritrovate nei siti archeologici britannici, danesi, e in generenordeuropei, figurine generalmente senza testa o con testa senzavolto, con addome e seno pronunciati; esempi del secondo grupposono invece le molte statuine sudamericane o indiane. Neriportiamo qui sotto due esempi:

    Statua femminile europea,datazione presunta:20.000 a.C. circa

    Statua femminile indiana,datazione presunta: 200

    a.C. circa

  • 8/8/2019 Origine Della Dea

    4/13

    Cosa possiamo dire di questi reperti? Intanto, la primissimaconsiderazione da fare, che niente ci indica che queste figurefossero divinit, n che fossero oggetto di qualsivoglia culto.Questa ipotesi in effetti stata avanzata arbitrariamente daalcuni antropologi, tra i quali appunto la Gimbutas, e poi fattapropria da tanti altri. La Gimbutas sostenne che l europaneolitica (tra il 6500 a.C. e il 3500 a.C.) era pervasa da unculto matristico incentrato sulla figura femminile,successivamente sradicato dalle invasioni Kurgan che portarono lacultura dell uomo guerriero e una societ patristica epatriarcale. La Gimbutas per ammetteva che il periodo matristiconon necessariamente doveva essere matriarcale, cio nonnecessariamente vi doveva essere la supremazia societaria ereligiosa della donna. Probabilmente sulla scia del suddettoerrore commesso dagli studiosi, di identificare come oggetto diculto tutto ci che non si riesce a spiegare, le innumerevoli

    dee madri furono e sono ritenute dunque oggetti di culto, iconelitiche che rappresentavano una presunta divinit femminileadorata dalle popolazioni dei luoghi ove questi reperti venneroritrovati. Questa possibilit ovviamente non da scartare (neriparleremo i avanti), ma appare non supportata da evidenzearcheologiche, ed appare appunto solo una ipotesi noncomprovabile.Ma anche accettando che quelle statue fossero veramenteraffigurazioni di divinit, niente pu indicare che queste fosseroprimeve. Anche accettandone la valenza religiosa, niente indicache il culto femineo fosse staccato da uno maschile o ad esso

    precedente. L idea della Gimbutas infatti stata moltocriticata, e la studiosa stessa stata accusata da svariatiautori (tra i quali il pi eminente fuAndrew Fleming) per la suaeccessiva selezione nei reperti di studio. La Gimbutas in sostanzamostrava nei suoi lavori e analizzava a sostegno della sua tesitantissimi reperti femminili rinvenuti negli scavi, nascondendouna uguale quantit di figure asessuate o maschili rinvenuti neglistessi siti archeologici.La nostra idea, in effetti, che niente ci autorizza a pensareche ci fosse nel neolitico una predominanza della figurafemminile, e che niente ci autorizza a pensare che queste statue

    rappresentassero divinit n fossero oggetto di culto. Una criticasimile fu posta, e rimase senza risposta, da Peter Ucko, il qualeasser che, per quanto se ne sa, quelle statuette potevano essere perfino bambole o giocattoli neolitici.. Se ci pu farsorridere, si tenga presente che sono tantissimi i casi di tombenelle quali son stati rinvenuti oggetti riconosciuti come giochi,passatempi, rudimentali strumenti musicali o bambole. Alcuneaddirittura con residui di trucco nel volto o frammenti di pelleutilizzata come vestito.Una posizione simile sostenuta da Douglas Bailey, capoarcheologo dell Universit di Cardiff, specializzato nell

    analisi di reperti dell europa balcanica, che nel suoPrehistoric Figurines analizza i reperti come rappresentazioniantropomorfe e come miniature. Bailey affronta il tema della

  • 8/8/2019 Origine Della Dea

    5/13

    errata attribuzione, a molti reperti, del ruolo dirappresentazione della Dea Madre e segnala come la Gimbutas,nell analizzare le figurine piatte e bianche a forma di donnacreate con ossa di animali (che avevano al posto delle orecchiedue buchi, forse per portarle appese al collo con un laccio -mostrate qui sotto), le definisca rappresentazioni della Bianca

    Dea della Morte, senza che ci fosse nessuna evidenza di unaassociazione a culti relativi ai morti o a rituali di morte.

    Figurina femminilein osso,Gumelnia, 4600 -3900 a.C.

    Il problema , dunque, secondo Bailey e Ucko, quello dello

    stabilire COSA effettivamente quei reperti mostrino.Sorge a questo punto una domanda: come si pu stabilire da unarappresentazione artistica quando un personaggio pu o no essereconsiderato una figura divina? In molti esempi di steli, murales,statue, incisioni, generalmente si riconosce come divinit unpersonaggio assocciato a elementi celesti (presenza di stelle opianeti), elementi naturali (es: fuoco o corsi d acqua), aparticolari animali, o elementi che trovano un riscontro nellamitologia orale o scritta che ci giunge dal popolo cui quelreperto viene attribuito, o dai successivi che con questo popolohanno avuto contatto. Nel caso della pi antica civilt

    conosciuta, i sumeri, l elemento distintivo della divinit era uncorpicapo cornuto, elemento che ritroviamo anche nel centroamericae nell europa del nord. Questo elemento, per i sumeri, trovariscontro negli innumerevoli testi che ci descrivono gli dei,identificati anche da un particolare modo di scrivere il loro nome(con un glifo, traslitterato dingir e rappresentato da unastella, posto davanti al nome), come legati al cielo, aglielementi, a certi animali o alle stelle / costellazioni / pianeti.Cos per esempio il capo supremo degli dei sumeri, Enlil, eraassocciato al toro, suo figlio Ninurta all aquila, suofratellastro Enki al serpente o ai pesci, e veniva spesso

    raffigurato con corsi d acqua che nascevano dalle sue spalle.Bene nel caso di queste dee madri non abbiamo niente di tuttoci. Tutto ci che abbiamo sono i reperti stessi, senza incisioni

  • 8/8/2019 Origine Della Dea

    6/13

    o segni contestuali, senza abbinamenti o associazioni, e senzanessun riferimento mitologico giuntoci dalle popolazionicoinvolte. Sta quindi evidentemente alla possibilit di affrontareuno studio multidisciplinare il riuscire a identificare ci cheabbiamo davanti, e questa possibilit non si presenta con i piantichi reperti di figure femminili dal 9000 a.C. (alcuni

    antropologi sostengono che in realt i primi esempi vadano datatia 25.000 anni fa circa) fino a tutto il periodoVinca (4200 a.C.).

    LE PIETRE-VULVALe pietre vulva, lungamente e dettagliatamente trattate dallastudiosa Max Dashu, sono un fenomeno antropologico e archeologicosenz altro degno di nota. E innegabile che molti dei reperticatalogati in questa maniera abbiano una forte somiglianza con iltriangolo pubico, e l associazione con la figura femminile civiene amplificata nei casi di incisioni a vulva tinte o copertedi pittura ocra o rossa, rappresentante il flusso mestruale. E

    innegabile dunque che le pietre o le incisioni di questo tiposiano un reale riferimento al femineo. Mostriamo qui di seguitoalcune di queste pietre-vulva.

    Se questi esempi possono tranquillamente essere accettati comeeffettive rappresentazioni di una vulva (nel caso della prima si

    tratta di una incisione di intera figura femminile, dunque nonabbiamo nessun dubbio), e in tanti casi sopravviva in alcunecomunit primitive una ritualistica femminile che coinvolge questireperti, alcuni altri casi evidenziati dalla studiosa sonopiuttosto arbitrari, specialmente quando ella segnala comeraffigurazioni di vulva evidenti formazioni naturali, per esempioingressi di caverne o pietre spaccate, come nel caso della pietradi Murrieta in California, raffigurata pi sotto. In alcuni altricasi la studiosa presenta disegni effetuati a mano per esempio daindios. A mio avviso per questo genere di reperti non va tenutoin considerazione perch nato con uno scopo ben determinato,

    appunto quello di rappresentare una vulva, che ci certo inquantofacente parte di un rituale o comunque di una pratica religiosache ancora si perpetua, mentre altrettanto certo non il discorso

  • 8/8/2019 Origine Della Dea

    7/13

    che stiamo affrontando sulle pietre vulva sulle quali appuntoindaghiamo, poich su di esse non abbiamo nessun lascito atestimonianza che quello fosse effettivamente il modo in cui eranointese dai popoli del passato.

    Pietra di Murrieta, California

    Le pietre vulva sono viste dai sostenitori della tesi del cultofemineo come rapresentazione della Dea in qualit di origine dellavita, evidentemente legata al parto ma anche all aspettosessuale, tanto che nel sito stesso della Dashu son presenti moltilinks di carattere femminista pi legato al sesso e allasessualit che alla figura della dea generatrice. Un altro legame

    attribuito alla vulva come rappresentazione della Dea quellorelativo ala terra. La madre terra incarna il poteregeneratore / rigeneratore della Dea.Di questo legame, effettivamente, potrebbe esserci giunta tracciaanche in forma scritta, tramite i sumeri. Il termine che indicaterra infatti era KI, e veniva rappresentato, sia nella formapittografica che in quella cuneiforme, con segni molto simili auna vulva.

    Periodo Uruk IV(3300-3000 a.C.)

    I dinastico(2800 a.C.)

    III dinastico(2300 a.C.)

    Hammurabi (1700a.C.)

    Anche in questo caso per, non siamo in presenza di nulla che cidica chiaramente che tutti questi simboli fossero riferiti a una opi divinit. Nel caso del KI sumero, comunque, questo termine eraanche il nome di una dea, dunque lecito, se effettivamente ilpittogramma nasce come rappresentazione di una vulva, legare talesimbolo al culto di questa dea. Se ammissibile pensare che le

  • 8/8/2019 Origine Della Dea

    8/13

    popolazioni che hanno inciso nella pietra raffigurazioni di vulveavessero una grande considerazione del fenomeno della generazioneda parte della femmina, niente autorizza a pensare che taleconsiderazione fosse un vero e proprio culto, n che fosseattribuibile all adorazione di una figura divina. Potremmo anchetrovarci semplicemente davanti a casi di omaggio al pi grande

    mistero, quello della nascita.Indubbiamente comunque il fenomeno della sacra vulva, come laDashu lo chiama, va ridimensionato anche in termini quantitativi;se sopratutto nei casi di rappresentazioni di personaggi femminilia figura intera, con la vulva aperta e le mani a spalancarla, lidentificazione del soggetto fuori da ogni dubbio, nel caso dimolte rappresentazioni del tipo incisorio ci troviamo di fronte adubbie interpretazioni. Non mancano comunque, come abbiamo visto,molti casi in cui si pu benissimo riconoscere l intento diincidere una vulva nella pietra. E questo aspetto, purtroppo pocoindagato, meriterebbe di essere portato alla conoscenza della

    gente perch mostra come nell antichit questo simbolo fosseimportante.

    LE PITTURE RUPESTRIVeniamo ora al tema delle rappresentazioni pittoriche, di solitosu pietra o su pareti di roccia, ritrovate nei pi diversi angolidel mondo. Senza troppo dilungarci, riportiamo qui di seguitoalcuni di questi reperti, tra i pi riconoscibili.

    Niente pu far sorgere il dubbio sul fatto che si tratti di figurefemminili, ma il modo in cui queste figure vengono interpretate soggettivo. La prima immagine, per esempio, ci presentata comefigura femminile che d origine alla Via Lattea, evidenteriferimento al latte che fuoriesce dal seno della donna ritratta.Ma da dove viene l associazione con la Via Lattea? Perch propriola Via Lattea? Una simile descrizione fatta della seconda foto,la quale mostra un reperto australiano identificato come la deadella grande e bianca via lattea. La terza figura, provvenientedall India come la prima, mostrerebbe ancora un altra dea della

    via lattea, molto simile a una ben nota rappresentazioneegiziana.Ma questi riguardanti la presunta via lattea solo alcuni esempi,

  • 8/8/2019 Origine Della Dea

    9/13

    ve ne sono altri per cui vengono trovate diverse associazioni, sitrovano per esempio pitture o incisioni rupestri collegate allacaccia o alla nascita. Altri addirittura legati a riferimentistellari, come nel caso della Orejona raffigurata mentre scendedalle stelle. E bene comunque ricordare come in genere in questotipo di reperti (salvo sporadici casi come appunto l Orejona)

    manchi qualsiasi dettaglio che permetta di stabilire chi siarappresentato e con quale intenzione. Insomma, anche in questocaso parlare di culto e di divinit una scelta arbitraria.

    Abbiamo fin qui analizzato i tre tipi di reperti archeologici picomunemente utilizzati per studiare il fenomeno dell originedella Dea e l ipotesi di una cultura matristica precedentequella patristica. Ci siamo rivolti a un arco di tempo lontanomillenni dalla nascita della prima civilt, e questo gi di per sedeve far riflettere. La prima civilt finora riconosciuta come

    organizzata, i sumeri, compaiono nel IV millennio con un pantheone un corpus di dottrine paragonabili a una religione, ma di stampocompletamente diverso da quello che i sostenitori del culto dellaDea dipingono. Di fatto, mentre questo presunto culto vieneproposto come qualcosa di spirituale, sappiamo ormai che leprime forme di culto erano estremamente materiali e pratiche, esolo dopo si sono evolute verso un percorso pi spirituale.Con il IV millennio e l avvento dei sumeri abbiamo anche lapossibilit di consultare testimonianze scritte, e per la primavolta, oltre alla scrittura veria e propria, anche testimonianzeiconografiche che lasciano pochi dubbi, al contrario delle

    statuette e delle incisioni / pitture di cui abbiamo parlatofinora. E, paradossalmente, da qui che possiamo partire perstabilire come sia nata la figura della Dea come nome comune cheracchiude diverse figure e i loro attributi.La mitologia e l iconografia sumera ci parlano di una deaprimordiale, chiamata Namma, definita come creatrice dei primidei. A lei si deve, secondo il mito sumero del diluvio, lanascita delle prime citt. Ma Namma era si una dea primeva, masolo nei confronti della Terra e non era la prima divinitesistente. Namma infatti era partner di An, il dio del cielo.Dalla loro unione nasce Ea, il signore delle acque.

    Altri miti, successivi di migliaia di anni, e risalenti all epocababilonese, ci parlano della Creazione ad opera di Tiamat, ladea delle acque salate. Ma Tiamat consorte diApsu, che vienechiamato il primevo. Ancora una volta dunque il primo dio non una divinit femminile ma maschile. In un mito ittita che parladella regalit, e di come questa discese dal cielo, ci vieneraccontato che addirittura prima di Anu (compagno di Namma)esistevano altri dei, tra i quali viene nominato Alalush, delquale Anu era coppiere.Insomma prima della prima dea di cui abbiamo traccia c eranointere generazioni di altre divinit maschili e femminili. Il

    prototipo della dea madre, per, non n Namma n Tiamat, mapi probabilmente la dea sumeraNinmah (grande signora), figlia diAN (Anu - cielo) e KI (Antu - terra), la quale responsabile, su

  • 8/8/2019 Origine Della Dea

    10/13

    richiesta degli dei lavoratori, della creazione del primo uomo.Viene aiutata dalle Sud o Dee della nascita, il ch indica cheseppur lei viene ricordata come la grande madre, in realt vifurono svariate madri. Per intenderci, Ninmah (che i sumerichiamavano affettuosamente Mami) la Hator egizia,rappresentata da una mucca, esattamente come Ninmah in tarda et.

    Ninmah era per i babilonesi la prima dea assocciata alla Vergine,attributo che le fu poi rubato da Inanna. Ninmah era unamediatrice nelle faide familiari, una abilissima stratega epacificatrice, nonch una curatrice. Oltre ad essere il prototipodella dea madre anche sicuramente il prototipo della deaguaritrice e della dea amministratrice. Perch allora nonguardare proprio a questo pantheon per cercare l origine dellafamosa Dea? Di fatto, anche iconograficamente, possiamoidentificare due fasi ben distinte nell arte mesopotamica cherappresentava le dee. Una fase dedicata alle vecchie dee, cioquelle di prima generazione, nate dai cieli e da questi discese, e

    una seconda fase, quella delle dee giovani nate sulla Terra.Questa suddivisione combacia perfettamente con un altro tipo disuddivisione: quella in base alla silouhette femminile. Levecchie dee della prima generazione venivano tutte ricordatecome matrone corpulente, paffutte, di enorme statura. Oltre aNinmah, ricordiamo anche Gula, il cui nome significa grande egrossa, anche lei rappresentata come corpulenta.

    Ninhursag / Ninmah Gula / Bau

    Le giovani dee invece, della seconda e terza generazione, natesulla terra, venivano rappresentate come donne affascinanti, dicorporatura pi minuta e sinuosa, come possiamo vedere dallerappresentazioni di Inanna,Ninsun, Ereshkigal eNinkasi:

  • 8/8/2019 Origine Della Dea

    11/13

    Inanna Ninsun Ereshkigal Ninkasi

    Abbiamo inoltre, con l avvento della seconda e terza generazionedi dee, la vera e propria attribuzione di ruoli a queste figurefemminili indipendentemente dalla loro relazione con divinitmaschili e, allo stesso tempo, si inizia a delineare unapromozione di divinit femminili come artefici dei destini degliuomini. Ricordiamo che mentre i primi re di Sumer sostenevano diessere del seme reale di questo o quel dio, improvvisamente dalperiodo accadico iniziamo ad avere re nutriti dal sacro seno diquesta o quella dea. Le vecchie dee vanno in pensione e le nuove

    avanzano: abbiamo cos Inanna che prende il posto della deaNinmah, tanto che in alcuni templi ella viene raffigurata come deacorpulenta, segno distintivo delle prime dee (Ninmah e Gula),atribuendole il ruolo di generatrice e madre (bench lamitologia attribuisca a Inanna solo un figlio, Shara) oltre chequello di concubina e di amante di innumerevoli dei e re.In questo periodo in cui si ha la specializzazione dellegiovani dee e l attribuzione di ruoli e competenze, abbiamodunque la Ninkasi dea della birra, laNidaba astrologa, laNisabadea della scrittura, la Ereshkigal dea degli inferi e della magia,ma, ancora pi importante, abbiamo i primi esempi di semidei di

    origine divina derivante da linea femminile, come Lugalbanda eGilgamesh, e i primi re eletti da dee, come Sargon amante diInanna.Abbiamo dunque qui, a mio avviso, svariate indicazioniiconografiche e mitologiche che ci permettono di identificare iprototipi che hanno portato alla nascita del concetto della Dea,e sta di fatto che le pi importanti dee spesso mischiate erimischiate senza cautela dal movimento di seguaci della Dea,particolarmente quelli di stampo pagano, e quindi Asherah,Astarte, Diana, Afrodite, Persefone, Athena, Iside, Ishtar, Oshun,e altre, sono nate dalle interpretazioni successive che le civilt

    del II e I millennio a.C. hanno dato delle dee mesopotamicheappena viste.Ma questa rivoluzione non riguarda solo le divinit. Riguarda

  • 8/8/2019 Origine Della Dea

    12/13

    anche gli uomini e le donne mortali. E nel 2280 a.C. circa cheabbiamo il primo esempio di sacerdotessa a cui viene dato ilcompito di redigere documenti per gli dei, con Enheduanna,sacerdotessa lunare del dio Sin, che redice il famoso Inno dellecase degli dei, un documento talmente importante che scribisuccessivi, sia uomini che donne, vi hanno aggiunto del loro

    mantenendo lo stile originale dettato dalla sacerdotessa. Ed all incirca nel 1800 a.C. che abbiamo il consolidarsi dellatradizione sacerdotale femminile di Babilonia, con unasuddivisione gerarchica inNaditu, Shagitu, Kulmashitu, Qadishtu eUbgabtu.

    Che conclusione trarre dunque alla luce di queste analisi? Ilculto della dea sicuramente esistito, e per lungo tempo stato importantissimo e testimoniatissimo da centinaia dicomposizioni letterarie e iconografiche giunteci nel corso dimillenni. I tentativi di affossare l esistenza di questo culto

    non possono trovare supporto, poich se da un lato i pi antichireperti non ci danno indicazioni univoche, i reperti degli ultimi5000 anni mostrano senza ormbra di dubbio che ledivinit femminilierano elegibili e di fatto elette a entit venerabili.Indubbiamente questo culto ha generato realt localizzate, dicarattere prevalentemente regionale, nelle quali si aveva unaprevalenza della figura divina femminile (basti pensare allacivilt di Harappa, nell Indo, incentrata per oltre un millenniosulla figura di Ishtar / Inanna e dove fu proprio il consorte dilei, Dumuzi, ad essere subordinato). Meno certo che questiculti fossero esclusivamente femminili, e che in tutti i casi la

    dea adorata in questa o quella regione fosse innalzata al ruolodi dea suprema al di sopra della sua genealogia maschile. Uncaso di questo genere la Inanna adorata a Babilonia a partire dacirca il 1200 a.C., infatti qui la Inanna adorata non la Inannasumera, ma una rappresentazione di Sarpanit, moglie del dionazionale Marduk, esattamente come a Kutha veniva adorato Nergalcome rappresentazione di Enlil. Non testimoniato, e quindi nonaccettabile, che prima del IV millennio ci siano state realtsocietarie incentrate su un culto religioso organizzato di stampomatristico. Niente esclude che ci fossero comunit matristiche intermini societari, ma niente supporta l idea di un culto divino

    di questo genere. Come abbiamo visto, il grosso dei casi diriferimenti ipotizzati come a divinit femminili prima del IVmillennio estremamente controverso, ambiguo, se non in alcunicasi addirittura fraudolento.A partire dal III millennio poi, dopo un millennio circa nel qualele figure femminili erano si riconosciute, ma subordinate in tuttoe per tutto ai corrispettivi maschili, e dunque prive di funzionie attributi particolari (salvo i due casi esemplari di Gula eNinmah), si inizia a delineare la attribuzione alle giovani deedei ruoli essenziali per lo sviluppo delle societ. A queste deeviene regalata (o concessa) la meritata attenzione e

    responsabilit, vengono elevate a soggetti di culto, rese capacidi influire sulla storia delle popolazioni. Gli antichi dei ingenerale si allontanano sempre pi, Enlil ed Enki si fanno da

  • 8/8/2019 Origine Della Dea

    13/13

    parte lasciando lo spazio ai figli e nipoti, Ninurta, Nanna eIshkur, Utu e Inanna da una parte, e Marduk, Ningishzida e Nabudall altra.Dopo circa mezzo millennio, a cavallo del XV secolo a.C. si hannodue avvenimenti importanti: la nascita della civilt egea, da cuinasce quella greca, che tanto ha dato alla attuale idea della

    Dea, e l affermazione del Yahwismo.E in un certo senso la nascita del Yahwismo segna, purtroppo, linizio del declino di questo culto femminile. L ebraismo seguitoal Yahwismo infatti si tramanda esclusivamente per lineapatristica, un culto maschile, nel quale la donna viene relegatadi nuovo al ruolo di serva. Ci peggiora con l avvento delcristianesimo, e successivamente dell Islam, religioni che neiconfronti del culto femminile (salvo il caso di Maria) hannocondotto una vera e propria crociata fino a quei tempi oscuri noticome Medio Evo in cui addirittura la donna considerataportatrice di peccato, e il solo ricordo dei tempi in cui le

    divinit erano anche femminili veniva considerato eresia.