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La proprietà intellettuale degli articoli è delle fonti (quotidiani o altro) specificate all'inizio degli stessi; ogni riproduzione totale o parziale del loro contenuto per fini che esulano da un utilizzo di Rassegna Stampa è compiuta sotto la responsabilità di chi la esegue; MIMESI s.r.l. declina ogni responsabilità derivante da un uso improprio dello strumento o comunque non conforme a quanto specificato nei contratti di adesione al servizio. FEDERAZIONE ORDINI DEI FARMACISTI Rassegna Stampa del 18/02/2015

Ordine dei Farmacisti di Salerno

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Page 1: Ordine dei Farmacisti di Salerno

La proprietà intellettuale degli articoli è delle fonti (quotidiani o altro) specificate all'inizio degli stessi; ogni riproduzione totale o

parziale del loro contenuto per fini che esulano da un utilizzo di Rassegna Stampa è compiuta sotto la responsabilità di chi la esegue;

MIMESI s.r.l. declina ogni responsabilità derivante da un uso improprio dello strumento o comunque non conforme a quanto

specificato nei contratti di adesione al servizio.

FEDERAZIONE ORDINI DEIFARMACISTI

Rassegna Stampa del 18/02/2015

Page 2: Ordine dei Farmacisti di Salerno

INDICE

IN PRIMO PIANO

18/02/2015 Taranto Oggi

I VOLONTARI DELLA 'SACRO CUORE' ALLA RACCOLTA DEL FARMACO9

17/02/2015 Il Sole 24 Ore Sanità

Liberalizzazioni? Chissà...10

SANITÀ NAZIONALE

18/02/2015 Corriere della Sera - Nazionale

Partite Iva, stop al rincaro dei contributi13

18/02/2015 Corriere della Sera - Nazionale

Epatite C, nuovi farmaci gratis Lorenzin: «È una rivoluzione»15

18/02/2015 Corriere della Sera - Nazionale

Genova, neonato muore in sala parto A Catania l'autopsia della piccola Nicole16

18/02/2015 Corriere della Sera - Nazionale

Farmacie e cooperative alleate nei servizi17

18/02/2015 Il Sole 24 Ore

Dall'affaire-Stamina dura lezione al Parlamento18

18/02/2015 Il Sole 24 Ore

A Latina il farmaco contro l'epatite C20

18/02/2015 La Repubblica - Nazionale

Liberalizzazioni, braccio di ferro nel governo21

18/02/2015 La Repubblica - Nazionale

Dai telefoni al gas, cambiare utenza è un salasso22

18/02/2015 La Repubblica - Nazionale

La fine di Daniel e la responsabilità24

18/02/2015 La Stampa - Nazionale

Perché curiamo tanto e si guarisce poco25

18/02/2015 La Stampa - Nazionale

«La cultura del sonno si impara» Nasce il primo sito made in Italy27

Page 3: Ordine dei Farmacisti di Salerno

18/02/2015 Il Messaggero - Nazionale

Medicina Epatite C, arriva la nuova cura un miliardo per i farmaci28

18/02/2015 Il Messaggero - Nazionale

La bellezza contro il male29

18/02/2015 Il Messaggero - Nazionale

Regina Elena, nuovi marcatori per terapie alla testa e al collo31

18/02/2015 Il Messaggero - Nazionale

A lezione per sei mesi32

18/02/2015 Il Messaggero - Nazionale

Diagnosi precoce e rinforzo cornea: terapie innovative salvano la vista33

18/02/2015 Il Messaggero - Nazionale

Il miele, antibiotico naturale34

18/02/2015 Il Messaggero - Nazionale

Il direttore Aifa: «Pillola dei 5 giorni solo dietro ricetta per le minorenni»35

18/02/2015 Il Giornale - Nazionale

Le nuove frontiere dell'immunoterapia: controllerà molte cellule neoplastiche36

18/02/2015 Il Giornale - Nazionale

Il gigante della biomedica37

18/02/2015 Il Fatto Quotidiano

Sanità in Puglia, assolto Vendola38

18/02/2015 Il Fatto Quotidiano

MILLEPROROGHE, I SOLITI FAVORI E (TANTE) RETROMARCE39

18/02/2015 Il Fatto Quotidiano

Epatite C, ritardi nella distribuzione del nuovo farmaco41

18/02/2015 Avvenire - Nazionale

Braccio di ferro sulle liberalizzazioni42

18/02/2015 Avvenire - Nazionale

Bebè morto in sala parto Anche qui si indaga43

18/02/2015 Avvenire - Nazionale

Autopsia sul corpicino di Nicole44

18/02/2015 Avvenire - Nazionale

Napoli, muore un'altra bimba Caos all'ospedale Santobono45

18/02/2015 Il Manifesto - Nazionale

Canapa medica in Toscana, nuove evidenze46

Page 4: Ordine dei Farmacisti di Salerno

18/02/2015 Il Mattino - Nazionale

Epatite C svolta per la cura47

18/02/2015 Il Mattino - Nazionale

Il direttore Aifa: «Pillola dei 5 giorni solo dietro ricetta per le minorenni»48

18/02/2015 Libero - Nazionale

Nel Meridione muoiono il 30% di bambini in più49

18/02/2015 Libero - Nazionale

Napoli, stroncate 2 bimbe in 2 giorni50

18/02/2015 Il Secolo XIX - Nazionale

Retromarcia sulle partite Iva, vecchi minimi ma solo nel 201551

18/02/2015 Il Tempo - Nazionale

Arriva un nuovo farmaco per combattere l'epatite C52

18/02/2015 ItaliaOggi

Autonomi, contributi al 27%54

18/02/2015 DailyNet

pharma Dompé, una finestra digitale sulla biofarmacia italiana56

18/02/2015 Il Garantista - Nazionale

Milleproroghe, graziate tv e partite Iva57

18/02/2015 Donna Moderna

QUAL E' IL TUO FONDATINTA IDEALE?58

18/02/2015 Donna Moderna

ho detto AddIo ALLe macchie60

18/02/2015 Donna Moderna

arriva la medicina a piccole dosi62

17/02/2015 Il Sole 24 Ore Sanità

Così i nuovi «Livelli» ridisegnano i servizi63

17/02/2015 Il Sole 24 Ore Sanità

Farmaci ospedalieri: il rosso sfiora il miliardo70

17/02/2015 Il Sole 24 Ore Sanità

Premiata la «cartella digitale»72

VITA IN FARMACIA

17/02/2015 Corriere della Sera - Milano

«Ci hanno chiesto di tagliare anche gli esami del sangue»77

Page 5: Ordine dei Farmacisti di Salerno

17/02/2015 La Repubblica - Genova

Dalla Terra dei Fuochi all'ospedale Gaslini i viaggi della speranza dei bimbiavvelenati

78

17/02/2015 La Repubblica - Palermo

Neonata morta a Catania la clinica sotto accusa Sanità, la mappa del rischio79

17/02/2015 La Repubblica - Torino

Boeti: "Non si può perdere il Cto"80

17/02/2015 La Repubblica - Palermo

Nicole, il ministero accusa la clinica privata e il 118 "Doveva andare a Messina"81

17/02/2015 La Repubblica - Palermo

Bisturi e ricoveri, il rischio ospedale: brutti voti alla Sicilia82

17/02/2015 La Repubblica - Palermo

Elisoccorso, inchieste e sospetti trenta viaggi fuori dall'Isola "Ma non trasportiamosolo vip"

84

17/02/2015 La Repubblica - Torino

Sos delle case di riposo: "La Regione ci deve un milione per le rette"86

18/02/2015 La Repubblica - Bari

Bimbi maltrattati meno abusi sessuali ma sono in aumento i casi di incuria87

18/02/2015 La Repubblica - Bari

Muore d'infarto al pronto soccorso autopsia su una donna di 45 anni88

18/02/2015 La Repubblica - Napoli

"Prodotti agricoli sani non chiamiamola più la Terra dei fuochi"89

18/02/2015 La Repubblica - Napoli

Scotti: "Ora evitiamo l'effetto psicosi"90

18/02/2015 La Repubblica - Napoli

Ma i medici si difendono "S'è fatto di tutto per salvarla"91

18/02/2015 La Repubblica - Palermo

Ambulanze nel caos elisoccorso a metà tutti i buchi dell'emergenza92

18/02/2015 La Repubblica - Torino

"Dalla legge di stabilità possono arrivare i fondi per Città della Salute"94

18/02/2015 La Repubblica - Genova

Visite private per i primari diaspora nel Pd95

18/02/2015 La Repubblica - Milano

Milano ha perso 611 posti letto d'ospedale in soli due anni97

Page 6: Ordine dei Farmacisti di Salerno

18/02/2015 La Repubblica - Milano

"Sanità pubblica in crisi, subisce la concorrenza"99

18/02/2015 La Stampa - Torino

"Il dottore assente 830 giorni? Siamo pochi per controllare"100

18/02/2015 QN - Il Resto del Carlino - Reggio Emilia

Le farmacie: il Ddl concorrenza favorisce i colossi101

18/02/2015 QN - Il Resto del Carlino - Reggio Emilia

Ipertensionee diabete, la farmacia verifica che il cliente segua la terapia102

18/02/2015 Il Gazzettino - Treviso

Lega e Fi fanno pace ora tutti con Marcon103

18/02/2015 Il Gazzettino - Venezia

Farmacisti sul piede di guerra: «No alle medicine con ricetta nei centri commerciali»104

18/02/2015 Il Gazzettino - Udine

L'aspirina "solidale" fa di nuovo il pieno105

18/02/2015 QN - Il Giorno - Milano

Rapina in farmaciaBottino 350 euro106

18/02/2015 Il Mattino - Caserta

Distretto 13, parte il piano di restyling107

17/02/2015 Il Secolo XIX - Genova

MONTALDO VERIFICHI COME CURIAMO I MALATI108

18/02/2015 Il Secolo XIX - Genova

Primari, passa il liberi tutti ma Pd e giunta si spaccano109

18/02/2015 Il Secolo XIX - Genova

Quel feeling con i politici dei cento camici bianchi111

18/02/2015 Il Secolo XIX - Genova

Cinque regioni schierate per l'esclusiva Toscana e Umbria sono le capofila112

18/02/2015 Il Secolo XIX - Genova

Montaldo: «È la prima volta che voto contro il mio partito »113

18/02/2015 QN - La Nazione - Empoli

Lotta allo spreco dei farmaciRaccoglierli è salvare una vita115

18/02/2015 QN - La Nazione - Livorno

«Se riportiamo i conti in attivonon dovremo vendere le farmacie»116

PROFESSIONI

Page 7: Ordine dei Farmacisti di Salerno

18/02/2015 Profilo Salute - Farmacia Futura

PRONTI PER L'INFLUENZA118

18/02/2015 Profilo Salute - Farmacia Futura

MENOPAUSA, NON SOLO SOIA120

18/02/2015 Profilo Salute - Farmacia Futura

LA "RIVOLUZIONE" DELLA RICETTA ELETTRONICA122

PERSONAGGI

18/02/2015 Il Sole 24 Ore

I professionisti: «Basta penalizzare il lavoro autonomo»124

18/02/2015 ItaliaOggi

Partite Iva contro il governo126

17/02/2015 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Nazionale

Tessere false del vecchio Pdl in 30 vogliono i danni dal Cav127

17/02/2015 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Nazionale

Venerdì 20 Professioni ed Europa un dibattito128

18/02/2015 L' Adige

Sei sindaci su 10 si ripresentano129

18/02/2015 La Liberta

Stasera il ministro Madia finisce sotto il "torchio" di Radio Shock131

17/02/2015 Taranto Oggi

TAVOLA ROTONDA DEL COMITATO UNITARIO PROFESSIONI TARANTO132

17/02/2015 Taranto Sera

Il ruolo e il futuro delle professioni nella società civile133

Page 8: Ordine dei Farmacisti di Salerno

IN PRIMO PIANO

2 articoli

Page 9: Ordine dei Farmacisti di Salerno

I VOLONTARI DELLA 'SACRO CUORE' ALLA RACCOLTA DEL FARMACO Sabato scorso, presso la farmacia Tarantino, in viale Magna Grecia 104/E, i volontari della Parrocchia Sacro

Cuore hanno partecipato alla XV Giornata Nazionale di Raccolta del Farmaco, organizzata dalla Fondazione

Banco Farmaceutico in collaborazione con Federfarma, con il sostegno del FOFI (Federazione Ordini

Farmacisti Italiani) e il patrocinio dell'AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco). Grazie all'impegno dei volontari e,

ancor più, alla grande disponibilità della titolare della farmacia, la dott.ssa Anna Paola Tarantino, e grazie alla

sensibilità dei collaboratori, sono stati raccolti 362 farmaci, pari al 10% delle donazioni di tutta la provincia di

Taranto. I medicinali saranno affidati per la distribuzione alla parrocchia Sacro Cuore di via Dante e

all'Associazione no profit Amici di Manaus di Taranto. In tutta Italia sono state raccolte 360 mila confezioni di

farmaci di automedicazione, senza prescrizione medica, che saranno devoluti a 1638 enti caritatevoli su tutto

il territorio italiano. Grazie alla generosità degli italiani, quest'anno verranno aiutate più di 400 mila persone in

difficoltà economiche.

18/02/2015 17Pag. Taranto Oggi

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 18/02/2015 9

Page 10: Ordine dei Farmacisti di Salerno

DDL CONCORRENZA/ Coro di critiche alla bozza Mise da Federfarma alle Regioni Liberalizzazioni? Chissà... Conad: «Nei corner rigore e qualità» - Parafarmacie: «Stop ai privilegi» A parte Gdo e parafarmacie, il Ddl Concorrenza predisposto dal ministero dello Sviluppo economico lascia

insoddisfatti proprio tutti. Il coro del dissenso è praticamente unanime: da Federfarma alle Regioni, da

Federanziani ai grossisti, dal Pd al Nuovo centrodestra. Il Ddl sarà discusso in Consiglio dei ministri il 20

febbraio. Intanto le polemiche non hanno tregua. «Consentire l'acquisto di medicinali con ricetta medica nei

supermercati - ha scritto Federfarma in una lettera al presidente del Consiglio Matteo Renzi - e permettere un

aumento indiscriminato del numero delle farmacie in brevissimo tempo distruggerebbe il servizio

farmaceutico, togliendo la farmacia a 20 milioni di italiani che risiedono nelle zone più disagiate del territorio,

aree rurali e periferie abbandonate, dove la farmacia rappresenta spesso l'unico presidio sanitario». Per

Federfarma la partita sarebbe tutta sbilanciata a favore della Gdo. «Infatti, nel giro di pochi mesi - continua

Federfarma - si avrebbe la chiusura di moltissime farmacie, fagocitate dalla grande distribuzione. Con il

risultato che il cittadino avrebbe a disposizione un minor numero di punti di accesso al farmaco, peraltro

gestiti con logiche commerciali e speculative, collocati unicamente nelle zone commercialmente più

redditizie». Ma la Grande distribuzione non ci sta e giudica gli attacchi subiti come «corporativi». Lo dice a

chiare lettere Francesco Pugliese, ad di Conad. Su 350 corner esistenti in Italia, Conad ne conta 89 e

prevede di arrivare a breve a 100. I clienti sono 3,5 milioni e i farmacisti impiegati sono 350. «Mi

sorprenderebbe - dichiara Pugliese - che il Governo Renzi non rispettasse gli impegni assunti su

modernizzazione e liberalizzazioni. Gli attacchi verso la Gdo sono ingiustificati: nei nostri corner lavorano

farmacisti, rispettiamo tutte le regole di sicurezza e qualità. Non capisco quindi perché non dovremmo poter

distribuire anche farmaci di fascia C con ricetta. I nostri clienti sono soddisfatti e sulla competizione l'Italia

deve cambiare». Nella disputa, dopo settimane di silenzio, è sceso in campo anche il Pd con il suo

responsabile della sanità, Federico Gelli, deputato Pd e renziano doc, componente della commissione Affari

sociali della Camera. «L'ipotesi di liberalizzare le farmacie - spiega il deputato - può essere utile a patto che si

traduca in una legge equilibrata che garantisca la salute e i bisogni delle persone e non penalizzi i territori più

deboli». «Sono poi contrario - prosegue Gelli - alla ipotizzata vendita dei farmaci di fascia C, quelli che

necessitano di ricetta, all'interno delle parafarmacie e quindi anche nella grande distribuzione. In tutti i Paesi

del mondo - conclude Gelli - i medicinali con ricetta sono venduti solo in farmacia per motivi sanitari e per la

sicurezza del paziente». Anche le Regioni si schierano sul fronte del no. A intervenire, l'assessore alla Salute

del Veneto, Luca Coletto, coordinatore degli assessori alla Salute, e il presidente del Comitato di settore

Sanità delle Regioni Claudio Montaldo (Liguria). Montaldo sottolinea che il numero delle farmacie è già in

aumento a seguito delle misure del Governo Monti e che la proposta del ministro Guidi «è palesemente in

contraddizione con il Patto per la Salute». «Appoggiamo le obiezioni di Federfarma - spiega Coletto - perché

al solo scopo di agevolare la grande distribuzione, si rischierebbe di privare i cittadini di un servizio sanitario

efficiente e capillare sul territorio, visto che l'ulteriore liberalizzazione successiva agli interventi degli scorsi

anni metterebbe in pericolo le farmacie dei piccoli centri». A dare man forte alle farmacie interviene anche il

segretario della Federazione degli Ordini dei farmacisti, Maurizio Pace. «Nel servizio farmaceutico - sottolinea

- non esistono più né rendita né posizione. Se si parla di rendita, ma sarebbe meglio dire profitti da lavoro, i

margini della farmacia si sono ridotti costantemente dal 2001 per molti fattori, dall'introduzione del generico

all'istituzione della distribuzione ausiliaria». Respinge le critiche ai mittenti il presidente della Federazione

nazionale parafarmacie italiane, Davide Gullotta. «Come era ampiamente prevedibile - dichiara - la crociata di

chi, mascherandosi dietro la parola bene comune, lavora da sempre esclusivamente nell'intento di preservare

all'infinito i propri privilegi è già cominciata». Nelle parafarmacie, ricorda Gullotta, vigono gli stessi requisiti di

sicurezza e controllo per i farmaci previsti nelle farmacie, oltre al fatto che nelle stesse parafarmacie lavorano

farmacisti (abilitati e inscritti all'ordine professionale), molti dei quali in passato erano a loro volta dipendenti,

17/02/2015 9Pag. Il Sole 24 Ore Sanità(tiratura:40000)

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 18/02/2015 10

Page 11: Ordine dei Farmacisti di Salerno

direttori e in alcuni casi anche proprietari di farmacia. «Con queste premesse bisogna leggere anche le

recenti sentenze della Corte costituzionale ed europea che», conclude Gullotta, «non escludono affatto la

vendibilità della fascia C in parafarmacia: escludono bensì l'incostituzionalità della legge e rimandano la

questione al legislatore italiano». © RIPRODUZIONE RISERVATA Rosanna Magnano

17/02/2015 9Pag. Il Sole 24 Ore Sanità(tiratura:40000)

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 18/02/2015 11

Page 12: Ordine dei Farmacisti di Salerno

SANITÀ NAZIONALE

43 articoli

Page 13: Ordine dei Farmacisti di Salerno

Partite Iva, stop al rincaro dei contributi Bloccato l'incremento dell'aliquota del 27,7%, prorogato il regime dei minimi per tutto il 2015 Si allungano itempi per il pagamento a rate delle imposte, riaperti gli uffici dei giudici di pace Avvocati e farmacisti Slitta al2017 la riforma dell'esame di abilitazione degli avvocati Per due anni titolarità delle farmacie con la solaiscrizione all'albo Antonella Baccaro ROMA Il decreto Milleproroghe va verso la fiducia alla Camera, nella cui Aula ieri è approdato dopo il

passaggio in commissione che ne ha cambiato il volto. Tra le nuove norme introdotte, l'attesa proroga a tutto

il 2015 del vecchio regime dei minimi per le partite Iva, il passo indietro circa le nuove norme che,

modificando la legislazione sull'emittenza televisiva, avrebbero aumentato il canone di concessione per Rai e

Mediaset, la miniproroga degli sfratti. Il decreto va convertito entro il 3 marzo e deve ancora tornare al

Senato.

Un coro di consensi ha accolto la norma che consente ai titolari di partite Iva che guadagnano fino a 30 mila

euro di scegliere tra il vecchio regime di tassazione al 5% e quello forfettario, introdotto dall'ultima legge di

Stabilità, al 15%. Stop per il 2015 anche all'aumento dell'aliquota contributiva del 27,72% per gli autonomi

iscritti alla gestione separata dell'Inps, introdotto con la legge di Stabilità. La misura costa 120 milioni l'anno

per il triennio 2015-2017. L'aliquota salirà al 28% nel 2016 e al 29% nel 2017.

Ha fatto molto discutere anche il passo indietro sulla norma che avrebbe fatto aumentare, rispetto al 2013, i

canoni di concessione delle frequenze di Rai e Mediaset, e che era stata interpretata come un atto di

rappresaglia nei confronti di Silvio Berlusconi, all'indomani della rottura del patto del Nazareno. Ieri il

capogruppo del Pd in commissione Vigilanza Rai, Vinicio Peluffo, ha spiegato che la scelta risponde «solo a

criteri tecnici e non politici» e che «il tema non verrà derubricato ma rimandato a un provvedimento ad hoc

perché è necessario intervenire per una revisione complessiva per i contributi in materia di frequenze tv».

La proroga degli sfratti alla fine è arrivata ma solo per 4 mesi: una soluzione-ponte per i nuclei più bisognosi,

da valutare da parte del giudice, per consentire il «passaggio da casa a casa».

Si riaprono i termini per chiedere un piano di rate per i debiti con il fisco. Chi è decaduto fino a fine 2014 può

fare la richiesta entro il 31 luglio. Niente azioni esecutive per chi accede a un nuovo piano. Ottengono una

proroga gli incentivi per arginare la "fuga dei cervelli" o agevolarne il rientro, per i prossimi due anni.

Fino al 30 luglio i sindaci, anche le unioni di Comuni, potranno chiedere la riapertura degli uffici dei giudici di

pace soppressi per effetto del riordino. Slitta al 2017 la riforma dell'esame di abilitazione degli avvocati,

mentre per due anni la titolarità delle farmacie si potrà ottenere con la sola iscrizione all'albo, salvo che per le

2.600 nuove sedi oggetto del concorso straordinario.

Molto contestata la norma che cancella le sanzioni per le Regioni che abbiano sforato il patto di Stabilità

interno anche nel 2014, destinando ai pagamenti dei debiti della P.a. una quota superiore al 50%

dell'obiettivo del patto. Nella norma rientrerebbe la Regione Lazio.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Che cosa cambia nel MilleproroghePartite Iva Le partita Iva che guadagnano fino a 30 mila euro potranno scegliere per tutto l'anno in corso tra il

nuovo regime dei minimi (previsto nella Stabilità) con l'aliquota forfettaria al 15%, e il vecchio regime al 5%,

con il limite fino a 5 anni o al raggiungimento del 35esimo anno d'età. Bloccato al 27,72% l'aumento previsto

dell'aliquota contributiva Inps per le partite Iva.

Sfratti Sugli sfratti il governo ha deciso una sorta di «mini proroga» di quattro mesi. Il giudice infatti potrà

«disporre la sospensione dell'esecuzione» dello sfratto «fino al centoventesimo giorno dall'entrata in vigore

della legge di conversione», per consentire il «passaggio da casa a casa». Misura insufficiente per

l'associazione degli inquilini Sunia.

18/02/2015 13Pag. Corriere della Sera(diffusione:619980, tiratura:779916)

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/02/2015 13

Page 14: Ordine dei Farmacisti di Salerno

Frequenze tv E' stata giudicata inammissibile in sede di esame in commissione la norma che riportava i

contributi per l'utilizzo delle frequenze televisive terrestri per il 2014 ai livelli del 2013, attribuendone la

determinazione al ministero dello Sviluppo economico. Il tema non verrà derubricato ma rimandato a un

provvedimento ad hoc e sistematico, ha spiegato Vinicio Peluffo (Pd).

Giudici di pace Via libera all'emendamento dei relatori che consente agli enti locali di chiedere il ripristino

degli uffici dei giudici di pace soppressi per effetto del riordino. Secondo l'Unione nazionale dei giudici di

pace, la norma in questione potrebbe portare alla riapertura di 200-250 uffici, dei 500 che erano stati chiusi in

seguito alla decisione di riorganizzare la materia.

Cartelle Equitalia Si riaprono i termini per chiedere un piano di rate per gli eventuali debiti che siano stati

maturati con il Fisco. Chi è decaduto fino a fine 2014 può fare la richiesta entro il 31 luglio. Niente azioni

esecutive per chi accede a un nuovo piano. Ottengono una proroga anche gli incentivi per arginare la "fuga

dei cervelli" o agevolarne il rientro, per i prossimi due anni.

18/02/2015 13Pag. Corriere della Sera(diffusione:619980, tiratura:779916)

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/02/2015 14

Page 15: Ordine dei Farmacisti di Salerno

Sanità Epatite C, nuovi farmaci gratis Lorenzin : «È una rivoluzione» Margherita De Bac ROMA Costano un'enormità perché sono il frutto di una ricerca d'avanguardia. Ma cambieranno la vita a

migliaia di malati con epatite C e, alla lunga, porteranno un risparmio al Servizio sanitario nazionale i farmaci

di ultima generazione capaci di eliminare il virus nell'80% dei casi. Quattro molecole che in Italia verranno

date gratuitamente a chi ne ha bisogno, come ha annunciato il direttore dell'Agenzia italiana del farmaco,

Luca Pani.

Il primo, sofosbuvir (di Gilead), è entrato nel nostro prontuario lo scorso ottobre. Entro questa settimana sarà

disponibile il secondo, il simeprevir, prodotto vicino a Latina da Janssen. A ruota sono attesi gli altri due.

Stanno poi per tagliare il traguardo della trafila regolatoria altre tre molecole capaci come le «sorelle» di

rivoluzionare le strategie terapeutiche contro un'infezione che distrugge il fegato ed è causa di complicanze

potenzialmente mortali, la cirrosi, il tumore. Ecco perché in prospettiva il pacchetto dei salvavita è un

risparmio in termini di ricoveri, trapianti, assistenza ai pazienti cronici. Circa un miliardo all'anno è la stima dei

costi.

Lo stanziamento specifico che garantisce queste pillole è contenuto nella legge di Stabilità. Un miliardo e

mezzo che dovrebbe consentire di trattare a carico della sanità pubblica circa 15 mila pazienti l'anno. Era uno

degli obiettivi dichiarati a caldo dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin quando entrò nel governo: «Siamo

a una svolta epocale. È come passare dalla radio a internet».

Le associazioni, come l'Epac, però non abbassano la guardia e vigilano affinché le nuove cure vengono date

davvero. Ci sono criticità in Campania, Calabria e Sicilia. Alcune regioni tardano a indicare l'elenco dei centri

prescrittori.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

18/02/2015 21Pag. Corriere della Sera(diffusione:619980, tiratura:779916)

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/02/2015 15

Page 16: Ordine dei Farmacisti di Salerno

Le inchieste Genova, neonato muore in sala parto A Catania l'autopsia della piccolaNicole A.G. Si sarebbe chiamato Matteo il neonato morto due giorni fa all'ospedale Villa Scassi di Sampierdarena

(Genova) dopo un cesareo d'urgenza. Il corpo di Matteo è ora a disposizione dell'autorità giudiziaria. Un caso

che va ad aggiungersi alle morti di altri quattro bambini avvenute nei giorni scorsi a Napoli, Catania e Trapani.

A Napoli, in particolare, s'è creata la psicosi dei genitori dei piccoli ricoverati al Pediatrico Santobono dove ieri

è spirata un'altra bimba, Maria Liliana Siniscalchi, 14 mesi, figlia di Carolina Sepe, uccisa da un vicino di casa

nel 2013 che sparò contro la sua famiglia (Maria Liliana era nata mentre la mamma era in coma). Nello

stesso ospedale venerdì mattina era morta Rosa Buonomo, otto mesi, dimessa il giorno prima (è indagato il

medico che ha firmato le dimissioni di Rosa). A Ragusa, prima dell'autopsia di Nicole, il papà Andrea Di

Pietro ha dato ieri l'ultimo saluto alla neonata deceduta in ambulanza perché nessuno degli ospedali di

Catania aveva un posto libero. La mamma, colta da malore a casa, è stata ricoverata in ospedale.

Sempre ieri, Rosario Crocetta, presidente siciliano, ha sospeso l'attività del reparto di ostetricia della clinica

Gibiino dove era nata Nicole.

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Il fattoVenerdì sera Aldo Naro (foto ), 25 anni, da poco laureato

in Medicina, muore per emorragia cerebrale dopo una rissa

in discoteca

a Palermo Diversi testimoni descrivono

ai carabinieri l'aggressore Ieri un 17enne

del quartiere Zen di Palermo si è presentato dicendo di aver sferrato lui

il calcio mortale

18/02/2015 22Pag. Corriere della Sera(diffusione:619980, tiratura:779916)

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/02/2015 16

Page 17: Ordine dei Farmacisti di Salerno

Sanità Farmacie e cooperative alleate nei servizi Più servizi ai cittadini attraverso le farmacie: è l'intento alla base del protocollo firmato ieri tra Federfarma -

l'associazione delle farmacie - e FederazioneSanità, ossia le cooperative sanitarie della Confcooperative che

si occupano di assistenza. Il presupposto, dicono però i firmatari, è che il governo garantisca un buon livello

di assistenza farmaceutica. Il protocollo è anche una replica all'offensiva della grande distribuzione nella

vendita di farmaci.

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18/02/2015 33Pag. Corriere della Sera(diffusione:619980, tiratura:779916)

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/02/2015 17

Page 18: Ordine dei Farmacisti di Salerno

OGGI RELAZIONE FINALE AL SENATO Dall'affaire-Stamina dura lezione al Parlamento Gilberto Corbellini La Commissione Igiene e Sanità del Senato approverà oggi la relazione predisposta dai senatori Cattaneo e

D'Ambrosio Lettieri, «a conclusione dell'indagine conoscitiva su origine e sviluppo del cosiddetto caso

Stamina». Mentre i giudici a Torino meditano se chiudere il processo contro Vannoni e soci con un

patteggiamento, le conclusioni dei lavori della Commissione consegnano al Paese una preziosa e istruttiva

disamina degli errori e degli equivoci che hanno trascinato per anni una vicenda di ciarlataneria e abusi ai

danni di pazienti indifesi. Continua pagina 23

Continua da pagina 1

Una lezione che dovrebbe contribuire a evitare che casi analoghi si ripetano. Di come ha avuto inizio e si è

svolto l'affaire Stamina, che per l'ennesima volta ci ha esposti internazionalmente al ridicolo, si sa quasi tutto.

Per cui non ci si aspettano novità particolari. Sarà interessante rileggere, nero su bianco, i passaggi di alcune

audizioni, benché già ascoltate. In senso sia positivo sia negativo. Così come sarà il caso di rintuzzare alcune

letture fuorvianti della vicenda.

In senso positivo, le audizioni più interessanti sono state quelle del direttore generale dell'AIFA, Luca Pani, e

del generale dei NAS Cosimo Piccinno. Se il caso Stamina non ha causato una devastazione morale ed

economica della medicina e della sanità in Italia, lo si deve alla loro strategia di applicare rigorosamente la

legge e difendere le regole della buona ricerca, di schierarsi in difesa di un metodo trasparente e controllato

per accertare i fatti e di non aver avvallato losche manovre che cercavano di usare il caso Stamina per

portare sotto il controllo del Centro Nazionale Trapianti trattamenti (non-provati) a base di cellule e tessuti

coltivati. Un ulteriore merito di Pani e Piccinno è stato di essersi rivolti a scienziati italiani qualificati, come

Paolo Bianco, Elena Cattaneo, Michele De Luca e Giuseppe Remuzzi, che nella fattispecie erano anche tra i

più quotati internazionalmente, per mettere ancor più in chiaro l'inesistenza di basi scientifiche e cliniche,

riuscendo così ad arginare meglio gli aggressivi appetiti degli squali che s'aggiravano intorno a un atteso

pasto.

Tra le audizioni imbarazzanti, spiccano quella dell'ex-ministro della salute Renato Balduzzi e quella del

Presidente del comitato etico provinciale degli Spedali Civili di Brescia, Francesco De Ferrari. Il comitato etico

bresciano si è piegato a pressioni esterne e interne all'ospedale, fraintendendo le comunicazioni dell'AIFA e

non controllando la validità del consenso informato, che non poteva essere tale visto che nessuno sapeva

cosa contenesse la brodaglia Stamina. Un pessimo esempio sul piano dell'integrità etica, ma istruttivo delle

disfunzioni che possono colpire i comitati etici.

Dall'audizione dell'ex-ministro Balduzzi, oggi componente del Consiglio Superiore della Magistratura, emerge

come nella vicenda egli non abbia mai avuto il governo della situazione, facendosi condizionare prima

dall'opinione pubblica e poi dalle pressioni di chi voleva portarsi via il controllo sulle procedure di sviluppo e

uso dei trattamenti a base di cellule e tessuti coltivati.

Si è sentito dire nel corso delle audizioni e in diversi interventi, soprattutto di esponenti politici di sinistra, che

la scienza avrebbe avuto delle responsabilità nella vicenda Stamina, perché non parlerebbe abbastanza alla

società. È del tutto legittimo criticare gli scienziati, e spesso lo meritano. Ma non in questa vicenda dato che

chi conosce i dettagli, come anche l'ex Ministro, sa bene quanto hanno fatto, dapprima a fari spenti e

direttamente con la politica e con le istituzioni e quanto si siano spesi poi mediaticamente e

internazionalmente prima di chiunque altro e al di là di quanto sia mai accaduto prima. Non ha fatto argine

invece l'Ordine dei medici insieme a tutti quei medici che hanno abdicato al loro ruolo permettendo che il caso

Stamina si trascinasse per anni, e quindi facendosi asfaltare da Vannoni e Andolina. Qual è l'utilità di un

codice deontologico, se poi gli Ordini non intervengono quando dei loro iscritti iniettano un preparato segreto

(per ammissione degli stessi somministratori), cioè trasgrediscono la prima e più elementare regola dell'etica

18/02/2015 1Pag. Il Sole 24 Ore(diffusione:334076, tiratura:405061)

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/02/2015 18

Page 19: Ordine dei Farmacisti di Salerno

medica?

Un contributo importante, la relazione lo potrà dare anche sulla effettiva natura dei cosiddetti trattamenti

"compassionevoli". Il termine "compassionevole" è improprio per definire un trattamento che deve rispettare

le regole della buona pratica clinica, dove vige l'obbligo di non peggiorare la condizione del paziente e il

vincolo di agire sulla base di aspettative ragionevoli circa gli effetti del trattamento. Per questo, sulla scia del

lavoro svolto negli Stati Uniti dall'FDA, si parla di trattamenti non ripetitivi e gratuiti, che siano già stati studiati

a livello sia preclinico sia clinico, e per i quali esista quindi una documentazione che attesti gli effetti osservati.

Dalle agenzie della scorsa settimana si è capito che la relazione chiederà la soppressione di una parte del

decreto-legge Balduzzi (Dl 25 marzo 2013, n. 24 convertito in legge 57/2013). Richiesta opportuna, e giusta

critica alla politica complice di un grave deragliamento. I lavori della Commissione sul caso Stamina hanno

messo in luce anche la necessità di una revisione del Dm cosiddetto Fazio-Turco, che governa l'uso

individuale e non ripetitivo di medicinali per terapia avanzata, su cui pure è intervenuto il 21 gennaio scorso il

decreto ministeriale del ministro Lorenzin in attesa di pubblicazione, e l'esigenza di introdurre anche

nell'ordinamento italiano dei criteri per selezionare in modo appropriato i consulenti tecnici in ambito

giudiziario.

Se la vicenda Stamina dunque si conclude, rimane al Parlamento il compito di trarre un lezione e fare in

modo che malati e loro familiari possano sentirsi protetti dalle istituzioni contro i ciarlatani. Prima di tutto

facendo in modo che non abbia da accadere che la prosecuzione di un trattamento inutile e pericoloso o la

sperimentazione di un imbroglio possano essere messi ai voti e autorizzati per via politica.

© RIPRODUZIONE RISERVATA Gilberto Corbellini

18/02/2015 1Pag. Il Sole 24 Ore(diffusione:334076, tiratura:405061)

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Page 20: Ordine dei Farmacisti di Salerno

Salute. Prodotto in Italia per tutto il mondo A Latina il farmaco contro l'epatite C Roberto Turno l'appello

L'amministratore delegato

di Janssen Italia, Scaccabarozzi: «È una follia pensare di tagliare le risorse alla farmaceutica»

Il nuovo superfarmaco contro l'epatite C prodotto in Italia per tutto il mondo. E investimenti che lievitano sul

nostro Paese. Janssen, la costola farmaceutica del colosso multinazionale Usa Johnson&Johnson, raddoppia

la scommessa sull'Italia. Nel suo stabilimento di Latina, città a sud di Roma, comincerà a produrre entro una

settimana il nuovo farmaco contro l'epatite C, il simeprevir. Confermando in pieno il piano di sviluppo

industriale che prevede nuovi investimenti per 80 mln di euro in cinque anni e portando così il suo impegno

finanziario nell'impianto modello italiano a quota 180 mln di euro nel giro di dieci anni.

Un investimento, quello di Latina, fortemente sostenuto presso la casa madre dall'ad di Janssen Italia,

Massimo Scaccabarozzi, che è presidente di Farmindustria. «Sono diversi i fattori che concorrono a rendere

l'Italia un Paese competitivo e a richiamare investimenti, come nel caso dello stabilimento di Latina», ha detto

ieri Scaccabarozzi nel presentare le scelte dell'azienda alla presenza della ministra della Salute, Beatrice

Lorenzin. Senza però rinunciare a chiedere «azioni politiche incisive per migliorare l'accesso ai nuovi farmaci

, con un rapido accesso al mercato e il giusto riconoscimento dell'innovatività», ha proseguito Scaccabarozzi.

Un richiamo neanche troppo velato a evitare nuovi tagli alla spesa farmaceutica pubblica che sono allo studio

delle regioni in conseguenza del colpo di forbici dei fondi alle regioni imposto dalla legge di stabilità per il

2015a : «È una follia pensare di tagliare le risorse alla farmaceutica», ha sottolineato l'ad di Janssen. Per

inciso, il nuovo incontro tra Governo e regioni è in calendario proprio per domani, con posizioni per niente

concilianti tra palazzo Chigi e i governatori.

«L'Italia può diventare il primo hub farmaceutico d'Europa», ha dichiarato per parte sua il ministro italiano

della Salute, Beatrice Lorenzin, nel rilevare che il 2015 «può diventare l'anno magico per gli investimenti

farmaceutici in Italia».

Fatto sta che nel farmaceutico i risultati dell'export dall'Italia viaggiano in crescita a doppia cifra, con un

significativo +20% nel confronto dicembre 2013-dicembre 2014, e con una incremento annuo del 6%. Un

primato, quello dell'export, che vede il polo a sud di Roma, dove c'è lo stabilimento Janssen di Latina, al

primo posto in Italia con oltre 7,2 mld di euro. Dati che con la produzione del superfarmaco contro l'epatite C

sono destinati a crescere ancora: quest'anno si stima una produzione di 5 mld di pillole, mentre appena

cinque anni fa se ne producevano 1,8 mld. Tutta benzina in più per l'export. La speranza è che lo sia sempre

più per la crescita dell'economia italiana e per l'occupazione.

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18/02/2015 17Pag. Il Sole 24 Ore(diffusione:334076, tiratura:405061)

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/02/2015 20

Page 21: Ordine dei Farmacisti di Salerno

Liberalizzazioni, braccio di ferro nel governo Il ministero della Salute punta allo stralcio dal ddl delle misure sulla vendita dei farmaci di fascia C neisupermarket Palazzo Chigi pronto all'affondo sui notai: cancellato l'obbligo per alcuni passaggi burocratici,comprese le fusioni societarie Rc auto, costi ridotti per chi monta la scatola nera, ma anche per chi ripara imezzi dai carrozzieri segnalati VALENTINA CONTE ROMA. Il ministero della Salute vorrebbe uno stralcio delle norme più controverse, a

partire dalla vendita dei farmaci di fascia C nelle parafarmacie. Il ministero dello Sviluppo economico non

intende cedere e si prepara a presentare, venerdì prossimo sul tavolo del Consiglio dei ministri, il disegno di

legge tutto intero, dunque una lenzuolata di liberalizzazioni come non se ne vedeva dai tempi di Bersani e

Monti. Il ddl concorrenza però rischia di inasprire il clima politico (Ncd in fibrillazione) e di risvegliare tutte le

lobby pronte a dare battaglia in Parlamento.

Da settimane, quasi tutti i giorni, Federfarma, associazioni italiane ed europee delle farmacie, lo stesso

ministro Lorenzin tuonano contro le parafarmacie, reputano «insostenibile» la norma sui farmaci, insinuano

che non è possibile arrivare ad offrire gli psicofarmaci nei corner dei supermercati. Da un paio di giorni, anche

i notai si sentono nel mirino («Se andiamo dal notaio meno volte non è un problema», anticipa Renzi). Si

sapeva che il ddl puntava ad allargare le maglie e il numero di accesso alla professione. Non anche di ridurre

gli atti notarili, escludendoli ad esempio nelle compravendite di piccoli immobili o proprietà, come i garage,

nella costituzione di alcune società (srl, ad esempio) e nella messa a punto di atti straordinari (come le fusioni

societarie). Anche gli avvocati aspettano il testo per capire se il governo tirerà dritto con l'abrogazione dei

parametri per il compenso, l'obbligo di preventivo anche se non richiesto, la liberalizzazione della consulenza

stragiudiziale. Il settore elettrico teme il programma di uscita scansionata dal regime di maggior tutela (e forse

anche il commissariamento del gestore Gse). Ma questo preoccupa anche i consumatori, se si tradurrà in

aumento delle tariffe. Le norme sull'Rc auto (stralciate dopo polemiche e strepiti dal Destinazione Italia di

Letta, qui riprese) puntano a ridurre i costi per chi monta la scatola nera, ma anche per chi ripara i mezzi dai

soli carrozzieri indicati dalla compagnia. Introducono il tutor per scovare i furbetti e soprattutto danno

mandato al governo, senza passaggio parlamentare, di riscrivere le tabelle per i risarcimenti ai maxi lesionati

(storia vecchia, le compagnie vorrebbero abbassarli). Confesercenti parla già di «accanimento sui piccoli

commercianti», dopo 8 deregulation in 5 anni, con interventi flop che non hanno rilanciato i consumi. Si

riferisce alla norma per aumentare le pompe di benzina («ma la reteè la più polverizzata d'Europa»)ea quelle

per vendere i giornali anche in bar, supermercati, benzinai e librerie («ma nel 2014 le edicole hanno chiuso al

ritmo di 4 al giorno»). Insomma, tutti contro tutti.

Farà discutere anche il possibile ingresso dei privati nel trasporto pubblico locale, la cancellazione del limite

di sconto al 15% sui libri (legge Levi), la maggiore trasparenza nella vendita di polizze abbinate a mutui e

finanziamenti, l'ampliamento dell'uso della Scia, l'eliminazione di vincoli per il cambio di operatore telefonico,

televisivo e di servizi Internet.

Foto: AL TIMONE Il ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi

18/02/2015 28Pag. La Repubblica(diffusione:556325, tiratura:710716)

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Page 22: Ordine dei Farmacisti di Salerno

IL CASO/ LA DENUNCIA DI ALTROCONSUMO: RECLAMI PER IL PASSAGGIO TRA OPERATORI INAUMENTO DEL 6,7% Dai telefoni al gas, cambiare utenza è un salasso E per la voltura di una fornitura elettrica, senza cambiare gestore, si pagano quasi 90 euro AGNESE ANANASSO BOLOGNA. Tra i nodi che dovrebbe sciogliere il ddl concorrenza c'è anche quello dell'abbattimento dei costi

di disdetta dei contratti di telefonia o di energia. Un problema che non è riuscito a risolvere il decreto Bersani

del 2007 ma che grava sulle tasche dei cittadini. Basti pensare che per una semplice voltura di elettricità

(senza cambiare gestore) si pagano fino a 90 euro e per disdire un contratto di telefonia fissa si pagano

almeno 40 euro, a cui si aggiungo spesso altri costi occulti. Tra i disservizi più segnalati dalle associazioni di

consumatori c'è ancora la doppia fatturazione. E se non si paga si viene perseguitati dalle società di recupero

crediti. Può succedere anche che la pratica di migrazione venga bloccata dal fornitore uscente, impigliata in

una presunta incongruenza tecnica.

L'utente resta così in balia delle aziende e a poco servono le sanzioni imposte dalle Authority.

L'unica cosa che si può fare è verificare, prima di firmare i contratti, i costi di disattivazione e che le

promozioni non nascondano costi imprevisti. Come segnalato in un'inchiesta inedita di Altroconsumo sulla

telefonia fissa, anticipata a Repubblica : con Fastweb Super Jet per esempio non si paga niente per

l'attivazione ma se si recede prima di 24 mesi bisogna pagare 119 euro; con Tiscali Tutto Incluso Light si

pagano anche 345 euro se si recede dopo un mese. «Con i provider niente è "per sempre" - avvertono gli

esperti- eccetto che possono cambiare le condizioni da un momento all'altro, costringendoci ad accettare

prezzi superiori, per non pagare le penali di disattivazione. Un balzello permesso dalla legge, che ostacola il

passaggio ad altri operatori». Altroconsumo ha segnalato nell'ultimo anno una crescita dei reclami per cambio

gestore del 6,7%. Per confrontare le offerte si possono usare i comparatori online sui siti di Agcom e Aeegsi

ma anche di Altroconsumo.it, Sostariffe.it, Taglialabolletta.it etc. Nel settore dell'energia la concorrenza in

Italia nonè ancora matura, come evidenziato dall'Autorità: «I consumatori sono ancora poco informati per cui

auspichiamo che si trasformi l'idea di cancellare il mercato tutelato da giugno in un percorso guidato per

rendere l'utente più consapevole. Lo zoccolo duro nell'energia resta quello degli oneri amministrativi, dei bolli,

dei "contributi fissi" e delle spese commerciali». Nelle telecomunicazioni, dopo l'entrata in vigore del decreto

Bersani, l'Agcom ha stabilito delle linee guida e avviato un'attività di verifica sui costi dichiarati da ogni

operatore. «I costi di recesso per le pay tv di Sky e Mediaset sono sui 10 euro; per la telefonia la media è di

40 - fa sapere l'Autorità. - Diverso è il caso delle promozioni: in base a una decisione giurisprudenziale, se

l'utente recede dal contratto prima del termine, l'operatore può addebitare il valore degli sconti usufruiti. A

volte però dietro gli sconti potrebbero nascondersi degli abusi. Vi porremo rimedio con un provvedimento ora

in fase di consultazione pubblica, per azzerare i costi di disdetta una volta rispettata la durata del contratto.

Tutto questo potrebbe essere superato dall'approvazione del ddl sulla concorrenza, che potrebbe agire

proprio sui costi di recesso».

I PUNTI RCAUTO Sconti sulle polizze a chi installa la scatola nera e a chi si rivolge alle sole carrozzerie

indicate dalla compagnia.

Il governo cambia le tabelle dei risarcimenti LIBRI E GIORNALI Salta il tetto massimo di sconto del 15% sui

libri e sarà possibile acquistare quotidiani e riviste anche in bar, librerie, benzinai, supermercati NOTAI E

AVVOCATI Più posti per aspiranti notai, ma anche meno atti notarili. Obbligo di preventivo per gli avvocati e

parametri abrogati per i loro compensi TELEFONO E TV Eliminati i vincoli per il cambio di operatore

telefonico, tv e di servizi internet, il contratto non durerà più di dodici mesi FARMACI DI FASCIA C Il ddl

prevede la possibilità per parafarmacie e corner nei supermercati di vendere farmaci di fascia C, quelli a

totale carico del paziente PER SAPERNE DI PIÙ www.sviluppoeconomico.gov.it www.altroconsumo.it

18/02/2015 28Pag. La Repubblica(diffusione:556325, tiratura:710716)

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/02/2015 22

Page 23: Ordine dei Farmacisti di Salerno

Foto: IL PRESIDENTE Angelo Marcello Cardani guida l'Authority delle Tlc

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/02/2015 23

Page 24: Ordine dei Farmacisti di Salerno

Lettere Commenti & Idee La fine di Daniel e la responsabilità Giorgio Rovesti giorov1@tin. it SCRIVO a proposito della morte del piccolo Daniel, avvenuta a Trapani per sospetta (ma quasi certa)

meningite. Sono un pediatra milanese e ho lavorato per 40 anni nella divisione dediatrica di un ospedale del

centro. Prima di prendersela coi medici ospedalieri, che, in presenza di febbre elevata senza altri sintomi in

periodo di epidemia influenzale, hanno solo consigliato terapia antipiretica, provereia chiedere al pediatra,

chiamato nel pomeriggio dai genitori a domicilio, con quale criterio può aver ipotizzato una diagnosi di

Rosolia, in un bambino, peraltro già vaccinato, che presentava macchie al torace e febbre altissima. A

quell'ora forse si era ancora in tempo a salvare il piccolo Daniel dalla forma più aggressiva di meningite,

chiamata Sepsi Meningococcica, che col passare delle ore non lascia scampo.

Questa considerazione interessa soprattutto l'aggiornamento dei medici privati o di base, che, invece di

frequentare corsi astratti su malattie rare per conseguire i famosi Ecm (che mi risulta nessun ente controlli

mai), dovrebbero essere invitati a partecipare periodicamente all'attività dei Pronto soccorso o dei reparti di

degenza ospedalieri, dove in pochi mesi si impara molto di più che in tanti anni di Università.

18/02/2015 30Pag. La Repubblica(diffusione:556325, tiratura:710716)

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Page 25: Ordine dei Farmacisti di Salerno

tutto SCIENZE &salute / FARMACOLOGIA/1 Perché curiamo tanto e si guarisce poco Inventare medicine sta diventando sempre più difficile, ma adesso si aprono nuove strade Cambiareparadigma e rischiare STEFANO RIZZATO Inventare pillole che guariscano e non si limitino a curare i sintomi. Raccogliere la sfida della

farmacoresistenza e combattere i batteri capaci di aggirare gli antibiotici. Smettere di cercare il farmaco

perfetto per arrivare prima a cure che funzionano. Sono questi i grandi obiettivi che la ricerca farmaceutica ha

sul tavolo. Perché migliorare i processi che portano dal laboratorio alla somministrazione si può. A patto che

tutti lo vogliano, dalle aziende ai pazienti. È questo che Maurizio D'Incalci e Lisa Vozza spiegano nel saggio

«Come nascono le medicine» (Zanichelli). Un trattato per mostrare quanto il viaggio di una nuova cura sia

difficile: «Chi insegue certezze potrebbe non ottenere l'effetto desider a t o : l a scienza dei farmaci è

soggetta a risultati incerti e provvisori». La strada è tutt'altro che rettilinea. Il primo passo è trovare tra le

cellule maligne il bersaglio biologico giusto, capire come colpirlo, quale sostanza usare e in che dosi. Poi

bisogna testare la cura: in laboratorio, isolando le cellule tra provette e fiasche (cioè in vitro). E poi farlo su

modelli animali: un passo che gli autori definiscono «indispensabile» - al di là di polemiche e

strumentalizzazioni - per valutare se il farmaco possa essere tossico per un organismo. Se tutto va bene, si

passa alla penultima, lunga, tappa: quella della sperimentazione clinica, su pazienti «veri». Con tre gradini.

La fase 1, che coinvolge un gruppo ristretto - tra 20 e 80 soggetti di volontari sani. La fase 2, con qualche

decina di volontari. La fase 3, che richiede migliaia di pazienti, diversi anni e milioni di euro. In media,

dall'inizio della sperimentazione clinica allo sbarco in farmacia passano otto anni. Anche per colpa dell'ultimo

gradino: l'autorizzazione della nuova sostanza o molecola da parte delle autorità del farmaco. Per avere il via

libera il nuovo medicinale si trasforma in un faldone di migliaia di pagine, a beneficio di Fda (negli Usa) ed

Ema (nell'Ue). Ma basta un dubbio sulla sicurezza del farmaco per annullare anni di ricerche e tornare alla

casella di partenza. È qui che il meccanismo s'inceppa, spiega Vozza: «Dietro all'incredibile mole di dati ci

sono malati in cerca di soluzioni, disposti anche ad avere un farmaco imperfetto, e che magari non abbia

costi inaccessibili. L'ossessione sulla sicurezza assoluta è a volte eccessiva e la società deve chiarirsi le idee

su questo. A partire dai cittadini, che pretendono medicinali senza difetti. Fino alle aziende, che non

accettano il rischio di cause o danni d'immagine». La questione è tutt'altro che teorica. La corsa al farmaco

perfetto allunga fino alla paralisi i tempi per una cura. E spesso dissuade i laboratori dal prendere direzioni

più di frontiera e rischiose. «Gli antibiotici che usiamo correntemente - prosegue Vozza - oggi non verrebbero

mai autorizzati. E ora che c'è il problema della farmacoresistenza si fatica a fare ricerca su versioni

aggiornate che siano efficaci contro i batteri. Ma il problema è serio e servono incentivi a chi fa questo tipo di

studi, come per fortuna inizia a succedere». M a n o n s e m p r e l e scelte della ricerca sono in linea - per

contenuti e tempistiche - con le esigenze della società. Tanto che oggi si cura moltissimo, ma si guarisce, in

fondo, poco. «È vero, i medicinali che guariscono sono molti meno di quelli che curano i sintomi, e lo sono

sempre stati - conferma la biologa -. A vederla in modo cinico si potrebbe pensare a una scelta esplicita dei

produttori. Che hanno più interesse a fare farmaci da assumere a vita piuttosto che medicine risolutive. Ma la

verità è che c'è anche e soprattutto una questione di difficoltà scientifica». Nonostante le scoperte sulla

genetica e tecnologie in grado di scovare ogni minuscolo fenomeno nella più piccola porzione di materia,

restano sconosciuti i meccanismi alla base di molte malattie. Per capire come neutralizzare i tumori o i

disturbi neurodegenerativi - forse i fronti più urgenti - serve prima di tutto individuare con esattezza i

meccanismi che li innescano. «Siamo milioni di volte più avanti rispetto a 50 anni fa - conclude Vozza - ma

non possiamo perdere di vista l'immenso "nonsapere" che ci resta davanti».

M. D'Incalci L. Vozza Medico e biologa RUOLI : IL PRIMO È DIRETTORE DEL DIPARTIMENTO DI

ONCOLOGIA DELL'ISTITUTO MARIO NEGRI E LA SECONDA È «CHIEF SCIENTIFIC OFFICER»

18/02/2015 21Pag. La Stampa(diffusione:309253, tiratura:418328)

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/02/2015 25

Page 26: Ordine dei Farmacisti di Salerno

DELL'AIRC

18/02/2015 21Pag. La Stampa(diffusione:309253, tiratura:418328)

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/02/2015 26

Page 27: Ordine dei Farmacisti di Salerno

tutto SCIENZE &salute / BENESSERE «La cultura del sonno si impara» Nasce il primo sito made in Italy ANNA MARTELLATO n Nasce in Italia il primo sito web dedicato al «buon riposo» per promuovere la cultura del sonno. Si chiama

InFormaSonno (www.informasonno.it), dall'omonima associazione, ed è dedicato ai 13 milioni di italiani che

soffrono di cattivo sonno, con ripercussioni sulla salute, qualità di vita e sicurezza stradale. Ma anche a coloro

che i disturbi del sonno li sottovalutano, tanto che il 73% non si è mai rivolto al medico. Nonostante questo, si

spendono al­ meno 500 milioni in sonniferi e, cosa più grave, i colpi di sonno alla guida causano circa mille

morti e 120mila feriti all'anno. Insonnia, gambe senza riposo, apnee: «Sono malattie che alterano, disturbano

e distruggono il sonno. E, se non dormi di notte, prima o poi dormirai di giorno», spiega Gianluca Rossato,

neurologo e responsabile del Centro della medicina del Sonno dell'ospedale Sacro Cuore di Negrar (Verona),

dove è stato presentato il progetto, avvallato dall'Associazione Italiana di Medicina del Sonno. «È la disinfor­

mazione sul riposo e le sue malattie che ci ha spinto a creare InFormaSonno: alcune sono importanti fattori di

rischio per patologie a livello cardiovascolare, come infarto e ictus». Un portale sì, ma interattivo, con test di

autodiagnosi che possano aiutare i pazienti e i curiosi a capire i disturbi per parlarne con il medico di famiglia

o prenotare una visita presso i centri del sonno (quelli accreditati sono una quarantina). E per chi volesse

consigli in tempo reale c'è Dormilio, una sorta di Virgilio alias il dottor Rossato in persona. Nel portale è poi

presente una sezione enciclopedica sulle malattie del sonno, WIKIsonno, che fornisce informazioni chiare sui

diversi disturbi, su come fare diagnosi e sulle possibili terapie.

18/02/2015 22Pag. La Stampa(diffusione:309253, tiratura:418328)

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Medicina Epatite C, arriva la nuova cura un miliardo per i farmaci Re.Ma. Medicina Epatite C, arriva la nuova cura un miliardo per i farmaci Servizio a pag. 22 Una vera rivoluzione per

i malati di Epatite C. Quattro sono i nuovi farmaci già approvati e altri tre sono in arrivo, tutti garantiscono la

guarigione nella quasi totalità dei casi. Dopo il Sofosbuvir, il primo di nuova generazione arrivato in Italia,

entro la settimana sarà disponibile anche una seconda molecola innovativa. E, particolare importantissimo,

c'è la garanzia che questi medicinali salvavita per migliaia di malati saranno gratuiti grazie a un fondo da un

miliardo di euro. Non solo: il ministero della Salute ha nei giorni scorsi inviato i Nas nelle Regioni per

verificare lo stato di erogazione dei farmaci a fronte dei ritardi denunciati. E ora le associazioni dei malati,

EpaC, annunciano che le Regioni che non garantiranno i nuovi medicinali verranno segnalate all'autorità

giudiziaria. Importanti criticità sono state rilevate in Calabria, Campania e Sicilia dove, secondo le

associazioni, «non sono stati ancora nominati i centri autorizzati alla dispensazione dei farmaci innovativi».

L'annuncio della seconda molecola d'avanguardia, Simeprevir, è stato dato nella sede dell' azienda italiana

produttrice, la Janssen Italia a Latina, durante un evento cui hanno partecipato il ministro della Salute,

Beatrice Lorenzin, il direttore generale dell'Agenzia italiana del farmaco (Aifa), Luca Pani, oltre al presidente

di Farmindustria e presidente Janssen Massimo Scaccabarozzi e il governatore del Lazio Nicola Zingaretti. E

con il farmaco - che sarà prodotto in Italia per il mondo intero - arriveranno anche nuova occupazione e

investimenti: 80 milioni di euro dal 2016 al 2021. Ma soprattutto, si apre una nuova era per migliaia di malati:

in combinazione con il Sofosbuvir, quella in arrivo è la prima terapia combinata orale, senza interferone, che

ha dimostrato una percentuale di guarigione dal virus nel 90% dei casi. IL FRONTE ECONOMICO Una svolta

inimmaginabile fino a pochi anni fa, come ha sottolineato la stessa Lorenzin: «Oggi nel mondo della

farmaceutica è come passare dall'era della radio a quella di internet; quindi è necessario ripensare i modelli di

sostenibilità economica per poter garantire l'accesso ai farmaci innovativi a tutti i cittadini, ma il fatto è che

invece il ministero dell'Economia e tutti gli altri continuano a lavorare utilizzando modelli di riferimento

vecchi». «In Italia ci sono oggi oltre 300mila pazienti noti con epatite C, ma quelli stimati sono 1,5 mln, che

generano un costo complessivo per il Ssn di oltre un miliardo di euro all'anno. Per questo - ha avvertito

Francesco Mennini, dell'Università Tor Vergata di Roma, direttore del Centro per la valutazione economica -

l'introduzione di nuovi farmaci può diventare un elemento importante anche dal punto di vista economico».

Con una ambizione per il futuro: «che il nostro hub farmaceutico - ha concluso Lorenzin - diventi il primo

d'Europa e non più il secondo».

1,5 mln Gli italiani colpiti da epatite C I pazienti attualmente trattati o in osservazione dal servizio sanitario

sono solo poco più di trecentomila

2/3 Delle persone che sono colpite da epatite C, se curati nei tempi corretti, guariscono o rallentano il

progresso dell'infezione

40-50% Delle infezioni da epatite C diventa cronica e una parte degenera in cirrosi. Che è al primo posto tra

gli effetti della malattia

Foto: Dopo il Sofosbuvir presentata la molecola d'avanguardia Simeprevir FONDO DI UN MILIARDO PER LA

TERAPIA E CONTROLLI DEI NAS LE ASSOCIAZIONI: RITARDI IN CAMPANIA, CALABRIA E SICILIA

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Page 29: Ordine dei Farmacisti di Salerno

Chi viene colpito dal cancro, oltre agli interventi e alla chemio, deve affrontare anche lo stravolgimento dellapropria immagine Per aiutare i pazienti ad avere un aspetto curato e a star bene con se stessi, è natal'Associazione professionale di estetica oncologica: i primi 75 operatori formati con il sostegno dell'Istituto diVeronesi. Perché la guarigione passa anche per la psiche I TRATTAMENTI La bellezza contro il male Carla Massi Non solo operazione, radioterapia, chemio. Non solo dolore. Ma anche l'immagine di sé senza capelli, la pelle

macchiata, le unghie rovinate, il viso gonfio, le cicatrici. Il cancro è anche questo, un drammatico effetto

"estetico". Uno stravolgimento del profilo oltre che dell'organismo e della psiche. L'accudimento davanti allo

specchio sta diventando, insieme alle terapie mediche, funzionale alla ripresa e alla ricostruzione. Un

tornado, negli ultimi anni, è riuscito a cancellare la convinzione che i danni al viso o alla pelle fossero un

fastidio marginale, figlio solo di leggerezza e vanità. Una sorta di inevitabile "accessorio" al cammino di chi è

stato colpito dal cancro. Di chi ha attraversato interventi e chemio con la paura di perdere pezzi di sé. Come

la forza di specchiarsi. Ecco perché è nata Apeo (Associazione professionale di estetica oncologica),

dall'unione di Dermophisiologique ed Essence Academy. I cui utili sono devoluti a cause benefiche nel

settore dell'oncologia. L'obiettivo è insegnare ad esperti di bellezza e cosmesi come effettuare i trattamenti su

un paziente in terapia antitumorale. Ad ogni stadio della malattia. LE RELAZIONI O vviamente, la cura resta

esclusivo appannaggio dei medici, degli infermieri e di tutte le figure sanitarie che si occupano di chi ha un

tumore. Condizione, purtroppo, molto diffusa nel nostro paese. La bellezza "sconfigge" il male? No, dicono gli

oncologi, ma aiuta a non restarne vittime e a riscoprire le energie per combattere. Estetiste ed estetisti, ne

sono stati appena formati 75 con il sostegno medico-scientifico dell'Istituto europeo di oncologia di Umberto

Veronesi, hanno il compito di affrontare gli effetti secondari a livello della pelle, quelli che hanno un

particolare impatto con la vita di relazione. Che sia al lavoro come in casa. TRUCCHI E SMALTI Parola

d'ordine: aver cura di sé e stare bene nella propria pelle. Sei ancora un corpo, non solo una persona malata.

Questo significa declinare nella versione oncologica tutto ciò che fa bello e aiuta a riconoscersi. Dai

trattamenti sulle zone macchiate, alla scelta di prodotti e smalti senza formaldeide, al trucco, al massaggio.

«Qualcuno - commenta Umberto Veronesi - guarda con un po' di sufficienza questa nostra iniziativa. Si tratta

di medici che sono concentrati solo sulla guarigione fisica, mentre sappiamo che la malattia può colpire

qualsiasi organo ma viene elaborata dal cervello. Non possiamo, perciò, ignorare l'aspetto psicologico, il

trauma psichico che i pazienti subiscono. Dobbiamo capire come possiamo alleggerirlo. Il ruolo delle estetiste

in oncologia sarà sempre più importante. Se una paziente è seguita bene, ma anche un po' cullata da

persone che le sono vicine e la seguono nei dettagli, godrà di una ripresa più che accettabile in termini di

qualità della vita» . IL FAZZOLETTO L a caduta dei capelli come tabù. La scelta personale del farsi vedere

con un fazzoletto legato in testa, come Emma Bonino, restare a testa nuda o coprire con una parrucca?

Scelte da "sentire" dicono gli esperti, non solo copertura di qualcosa che manca. «Nelle mie lezioni spiega

Florence Didier psicologa e psicoterapeuta dell'Istituto europeo di oncologia - aiuto le estetiste a

comprendere gli effetti sulla psiche dei pazienti. Dalla diagnosi alle conseguenze estetiche, come la perdita di

capelli, che possono favorire la depressione». Perché anche una cute lesionata può costringere i medici a

interrompere le terapie. Perché anche la perdita delle ciglia e sopracciglia diventa una sfida. Come il pallore,

le occhiaie, l'aumento o la perdita di peso, le ulcere. Per questo sono state perfezionate le tecniche

linfodrenanti, i trattamenti nutrienti e riepitelizzanti, il trucco correttivo, la manicure . LA TOSSICITÀ «La

nostra intenzione non è assolutamente quella di sovrapporci in alcun modo alle competenze cliniche - fa

sapere Ambra Redaelli fondatrice dell'Apeo con Loretta Pizio - Dobbiamo affrontare sia i danni diretti della

malattia che gli effetti secondari della terapia chirurgica, chemio o radio. Possiamo contribuire a proteggere la

cute dalla tossicità, a risolvere inestetismi e a lenire irritazioni. Le estetiste preparate a trattare le persone in

cura oncologica potranno però lavorare con i sanitari durante tutto il ciclo. Sia prima che dopo i cicli

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Page 30: Ordine dei Farmacisti di Salerno

farmacologici. Senza mai voler "giocare al medico"».

Foto: Gli esperti di cosmesi lavorano a stretto contatto con i medici

Foto: AI MALATI SI SPIEGA COME AFFRONTARE LA PERDITA DEI CAPELLI, LENIRE LE IRRITAZIONI E

SCEGLIERE I PRODOTTI

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LA RICERCA Regina Elena, nuovi marcatori per terapie alla testa e al collo Un team di ricercatori dell'Istituto nazionale tumori Regina Elena di Roma, guidato da Giovanni Blandino, ha

sviluppato nuovi marcatori che individuano preventivamente tumori aggressivi come quelli della testa e del

collo. Una proteina (la p53 mutata) blocca l'attività di "rammendo" del dna danneggiato. La p53 mutata forma

infatti un complesso oncogenico con un fattore inibitorio che impedisce la sintesi di due proteine importanti

per la riparazione del dna. Questo favorisce trasformazione e mantenimento del tumore. Il lavoro è stato

pubblicato sulla rivista Oncotarget. «L'accumulo di mutazioni nei geni è una caratteristica chiamata instabilità

genomica ed è comune a molti tipi di tumore. La p53 è una proteina ad attività oncosoppressoria, spiegano i

ricercatori del Regina Elena - e cioè controlla che le fasi di duplicazione delle cellule avvengano per

mantenere integra l'informazione genica». «Nel nostro lavoro - spiega Silvia Di Agostino, autrice dello studio -

abbiamo identificato un complesso oncogenetico chiave. Il meccanismo è stato confermato in una casistica di

nostri pazienti con tumori testa-collo. Faringe, laringe e cavità orale. «Lo studio - evidenzia Ruggero De

Maria, direttore scientifico del Regina Elena - offre l'opportunità di sviluppare nuovi specifici marcatori tumorali

diagnostici e predittivi ».

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Page 32: Ordine dei Farmacisti di Salerno

La scuola A lezione per sei mesi Il progetto dell'Associazione professionale di estetica oncologica (http://esteticaoncologica.org) è riservato

alle estetiste già diplomate. Si tratta di un corso di specializzazione di 6 mesi (20 ore). Le lezioni sono tenute

da medici oncologi, nella maggior parte dell'Istituto europeo di oncologia di Milano, fisioterapisti, podologi,

psico-oncologi e infermieri. Le materie principali: del corso: Cenni sulla malattia oncologica per l'estetista;

Effetti cutanei della chemioterapia: cosmetologia ed estetica applicata; Ascolto empatico della persona in

trattamento oncologico a fini di benessere - manicure e pedicure durante la cura, make-up correttivo; La stasi

linfatica: valutazione degli inestetismi; Il linfodrenaggio personalizzato; Il massaggio decontratturante

muscolare personalizzato. Le estetiste sono destinate a lavorare in sinergia con i medici prima, durante e

dopo il ciclo di trattamenti.

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IL CONVEGNO Diagnosi precoce e rinforzo cornea: terapie innovative salvano la vista Antonio Caperna Tr apianto di cornea, utilizzo delle cellule staminali, traumatologia corneale e complicanze post-chirurgiche.

Ma anche la sovrapposizione di diversi metodi terapeutici per modellare la cornea nei punti in cui è

danneggiata. Sono le nuove tecniche per salvare l'occhio danneggiato dal cheratocono, una malattia a

decorso progressivo caratterizzata da assottigliamento e incurvamento. Se ne parlerà da domani al 21

febbraio all'università Cattolica - Policlinico Gemelli a Roma, durante il congresso della Sitrac (Società italiana

trapianto di cornea). Il cheratocono si manifesta nell'adolescenza. Si presenta con un astigmatismo che

aumenta fino a non esser più correggibile, l'unica possibilità è la sostituzione della cornea. «E' possibile però

evitarlo, se la diagnosi viene fatta precocemente e se si esegue un trattamento di rinf o r z o d e l l a c o r n e

a d e t t o "cross-linking". La cornea viene imbibita di una sostanza, la riboflavina, poi attivata con il laser -

spiega Aldo Caporossi, direttore della Clinica oculistica del Gemelli e presidente del congresso - Questo

blocca il cheratocono» «L'esame della topografia corneale - aggiunge Severino Fruscella oculista segretario

Sitrac - è in grado di evidenziare la malattia negli stadi molto iniziali». Nuove tecniche anche per il trapianto di

cornea: in particolare per il cosiddetto "lamellare". Non viene sostituita tutta la cornea, ma soltanto la lamella

patologica. Tra le cause principali del trapianto della cornea che in Italia riguarda circa 6000 persone l'anno le

malattie congenite, traumi dovuti ad incidenti, esiti di infezioni .

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Da quello d'acacia, antinfiammatorio, a quello di agrumi dalle proprietà sedative. Uno studio svedese rivela:con i suoi 13 batteri è in grado di neutralizzare i microrganismi nocivi come lo Stafilococco aureoALIMENTAZIONE Il miele, antibiotico naturale Francesca Filippi Quest'anno sugli scaffali dei negozi troveremo solo il 50% del miele di acacia, castagno e agrumi prodotto in

Italia. Colpa del cattivo tempo, dei conseguenti furti dei alveari ancora in buone condizioni. Ma soprattutto per

un insetto killer delle api - Aethina tumida - che mangia il miele, il polline e, come se non bastasse, la covata,

annientando la popolazione di api o costringendola ad abbandonare l'alveare. Questo coleottero ha devastato

gran parte degli allevamenti nazionali, aprendo la strada a produzioni straniere («Due barattoli su tre

contengono prodotto proveniente da Cina, Romania e Argentina» è l'allarme della Coldiretti) non in grado di

competere con la tradizionale alta qualità del nostro miele. L'anagrafe delle api italiane, appena istituita dal

Ministero della Salute, vuole proteggere proprio la bontà del prodotto Made in Italy. Operatori delle Asl,

aziende e allevatori potranno ora accedere all'anagrafe per registrare l'attività, comunicare una nuova

apertura, specificare la consistenza degli apiari e il numero di arnie o le movimentazioni per compravendite.

LE QUALITÀ Una tutela in più per un prodotto che, secondo una ricerca svedese dell'università di Lund,

quando è fresco ha composti microbici attivi capaci, quasi come un antibiotico, di neutralizzare batteri nocivi

per il nostro organismo. I composti microbici (perossido di idrogeno, acidi grassi e altre componenti

anestetiche) provengono dallo stomaco delle api. In laboratorio, sono stati individuati nel miele, 13 batteri

"amici" in grado di neutralizzare l'attività di microrganismi nocivi, in particolare dello Stafilococco aureo che

spesso è resistente ai normali trattamenti antibiotici. LE TIPOLOGIE Tredici le qualità più note di miele da

utilizzare come sostegno alla salute. Quello di acacia (antinfiammatorio per la gola, disintossicante e

leggermente lassativo); di agrumi (proprietà sedative e antispastiche); di castagno (un buon alleato della

circolazione sanguigna, per i reni e il fegato); di timo (combatte influenza e affezioni delle vie respiratorie); di

tiglio (proprietà sedative, calmanti ed espettoranti); di abete (utile contro bronchite, faringite, asma e

influenza); di eucalipto (antiasmatico, calmante della tosse ed espettorante). Agisce sulla tosse secca e su

quella grassa. Riesce a mitigare l'irritazione della mucosa e allevia il fastidio che spinge proprio a tossire. Gli

effetti benefici del miele per le ulcere gastriche e le gastriti si possono spiegare con la sua azione

antiinfiammatoria ed antibatterica, così come sull'effetto inibitore che può avere sull'acidità dei succhi gastrici.

Il vantaggio del miele è rappresentato dal fatto che, già in natura il prodotto si presenta predigerito e, dunque,

non richiede da parte dell'organismo umano che lo assume nessuno sforzo per la sua assimilazione.

Foto: NON SOLO TOSSE Gli effetti benefici del miele anche su ulcere gastriche e gastriti

Foto: UN INSETTO KILLER HA DIMEZZATO LA PRODUZIONE: ISTITUITA L'ANAGRAFE DELLE AZIENDE

DELLE API ITALIANE

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Page 35: Ordine dei Farmacisti di Salerno

Il caso Il direttore Aifa : «Pillola dei 5 giorni solo dietro ricetta per le minorenni» «Il parere del Consiglio superiore di sanità arriverà a marzo e subito dopo ci sarà la delibera dell'Aifa» relativa

alla decisione europea di eliminare la ricetta medica per la dispensazione della pillola dei 5 giorni dopo. A

dirlo Luca Pani, direttore generale dell'Agenzia italiana del farmaco (Aifa). Secondo Pani sarebbe necessario

mantenere l'obbligo di prescrizione «perlomeno per le minorenni». «Come ho già detto - ha ribadito - la mia

opinione personale è che la priorità è la salute della donna, e in particolare delle minorenni. Penso che il test

di gravidanza richiesto in Italia e in nessun altro Paese al mondo non abbia un grande significato, però

l'assenza della prescrizione per le minorenni la vedo problematica. Occorre far ragionare le giovani su simili

eventi ed evitare che questo contraccettivo d'emergenza venga utilizzato come una caramella dopo la

discoteca».

18/02/2015 23Pag. Il Messaggero(diffusione:210842, tiratura:295190)

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Page 36: Ordine dei Farmacisti di Salerno

UN'INDAGINE DEI MEDICI ONCOLOGI Le nuove frontiere dell'immunoterapia: controllerà molte celluleneoplastiche PINTO Anche il melanoma viene bloccato per un lungo periodo Si è aperta una nuova era nel trattamento dei tumori che sta modificando le aspettative di sopravvivenza.

Grazie all'immunotarget-terapia, la cura che utilizza il sistema immunitario per combattere le cellule tumorali.

Il melanoma ha rappresentato il modello per la sua applicazione, ora questo approccio rivoluzionario si sta

estendendo con successo a molti tipi di tumore, come quelli del polmone e del rene. E i pazienti conoscono

l'importanza della nuova arma. Infatti oltre il 90% dei pazienti con melanoma in trattamento dà una definizione

appropriata di farmaco immuno-oncologico. L'80% ritiene che queste terapie siano efficaci e più tollerate

rispetto agli altri trattamenti anti-cancro. E il 98% è consapevole che possano presentare effetti collaterali, ma

diversi dalla chemioterapia. Sono i risultati principali del primo sondaggio sull'immuno-oncologia mai

realizzato in Italia, promosso dall'Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) lo scorso gennaio, che

ha coinvolto sia i pazienti che i clinici. «Grazie al suo meccanismo d'azione, questo approccio terapeutico

innovativo riesce a limitare e fermare la malattia per un lungo periodo», spiega il professor Carmine Pinto,

presidente nazionale AIOM e direttore dell'Oncologia medica dell'Azienda ospedaliero-universitaria di Parma.

Il 70% degli oncologi medici utilizza l'immunotarget-terapia nella pratica clinica della cura del melanoma e in

studi clinici. È unanime il parere degli esperti sulle potenzialità terapeutiche che ne possono derivare: per la

totalità dei camici bianchi grazie allo sviluppo di questi farmaci nei prossimi cinque anni si otterrà un

miglioramento della pratica clinica. Siamo di fronte ad una novità dell'oncologia del terzo millennio. LC

18/02/2015 27Pag. Il Giornale(diffusione:192677, tiratura:292798)

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Page 37: Ordine dei Farmacisti di Salerno

MEDTRONIC Con 88mila addetti presenti in 160 Paesi Il gigante della biomedica La strategia dell'Hospital Solutions ottimizza le risorse dell'assistenza Luigi Cucchi L'assistenza sanitaria sta per subire una accelerazione sul piano dell'innovazione tecnologica ma soprattutto

dell'organizzazione. Obiettivo: più efficacia per aggiungere più anni alla vita del paziente, ma anni di qualità.

La perdità di autonomia va ritardata. «Questo processo va attuato con costi inferiori. La spesa sanitaria non

deve esplodere e raggiungere livelli insopportabili per l'economia di tutti i Paesi occidentali»,afferma Luigi

Frattini, presidente e amministratore delegato di Medtronic Italia, la consociata italiana con duemila addetti

dopo la fusione del gigante mondiale della biomedica con sede a Minneapolis, presente in 160 Paesi con

88mila dipendenti e 27 miliardi di dollari di ricavi. Da più di sessant'anni, Medtronic è leader nel campo delle

tecnologie mediche innovative, della ricerca, dello sviluppo, produzione e distribuzione dei sistemi

biomedicali: dal pacemaker ai registratori di elettrocardiogrammi ai più sofisticati defibrillatori impiantabili. «

Medtronic - precisa Frattini - ha ora completato l'acquisizione di Covidien, una operazione di 49,9 miliardi di

dollari, con l'obiettivo di creare insieme un vero cambiamento. La nuova società, Medtronic plc, quotata a

New York , punta alla crescita dell'assistenza sanitaria, fornendo risposte alle esigenze di un numero sempre

crescente di pazienti, in più modi e in più luoghi in tutto il mondo. Da anni offriamo opzioni terapeutiche

all'avanguardia: dalla prevenzione della morte cardiaca improvvisa, allo scompenso cardiaco e alla

fibrillazione atriale oltre al monitoraggio remoto del paziente cardiopatico portatore di dispositivi elettronici.

Recentemente abbiamo sviluppato la strategia Hospital Solutions, proponiamo ai medici e manager

amministrativi soluzioni organizzative mirate ad aumentare l'efficienza dei reparti ospedalieri, garantendo un

risparmio a parità di prestazioni erogate. Anche in Italia abbiamo compiuto numerose acquisizioni. Lo scorso

agosto abbiamo rilevato per 350 milioni di euro la NGC Medical (NGC), una società italiana specializzata

nella gestione delle sale operatorie di oltre trenta ospedali e che ora sta sviluppando la sua attività anche

all'estero». Da anni Medtronic si è affermata anche nella divisione cardiovascolare. Un settore in forte

espansione è quello della neuromodulazione che realizza dispositivi medici impiantabili per il trattamento del

dolore e di alcune patologie neurologiche, del pavimento pelvico e della motilità gastrica. Ne sono

dimostrazione la stimolazione cerebrale profonda per il trattamento dei disturbi del movimento derivati da

malattie croniche come il Parkinson, stimolazione spinale per il dolore, le pompe di infusione di farmaco per il

dolore oncologico e per la spasticità e gli stimolatori sacrali per l'incontinenza. Occupa una posizione di rilievo

all'interno di Medtronic anche la divisione dedicata al diabete con i microinfusori di insulina ed i sistemi di

monitoraggio continuo del livello del glucosio di ultima generazione.In costante crescita è la divisione delle

tecnologie chirurgiche nell'area della neurochirurgia, otorinolaringoiatria e dei sistemi di navigazione

intraoperatori. «Nei Paesi occidentali sono pochi gli ospedali privi delle sofisticate soluzioni Medtronic. Siamo

passati dalla fornitura di device, alla offerta di approcci innovativi di biomedicina, alla gestione totale delle più

innovative sale operatorie, alla ottimizzazione delle risorse. Un impegno costante per aiutare i pazienti a

tornare ad una vita piena ed attiva. Ogni anno sono 9 milioni le persone che nel mondo traggono beneficio

dai dispositivi realizzati dai ricercatori di Minneapolis».

Foto: FRATTINI Abbiamo completato l'acquisto di Covidien, operazione di 49,9 miliardi di dollari, offrendo

soluzioni innovative ospedaliere

18/02/2015 27Pag. Il Giornale(diffusione:192677, tiratura:292798)

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Page 38: Ordine dei Farmacisti di Salerno

Sanità in Puglia, assolto Vendola IL FATTO non sussiste: Nichi Vendola ieri è stato assolto dalla Corte d'appello di Bari. La procura lo

accusava di abuso d ' ufficio per aver premuto su Lea Cosentino, all'epoca direttore generale dell'Asl di Bari -

anch'ella assolta - affinché riaprisse i termini di un concorso e favorire Paolo Sardelli al ruolo di primario nel

reparto di chirurgia toracica nell'ospedale San Paolo di Bari. All'indomani dell'assoluzione in primo grado, il

settimanale Panorama pubblicò una fotografia che ritraeva Vendola seduto allo stesso tavolo di Susanna de

Felice, il giudice che l'aveva assolto: " Quell'assoluzione - commenta il leader di Sel e presidente della

Regione Puglia - è stata trasformata in una condanna dai mass media, usando strumentalmente una

fotografia che raccontava una presenza occasionale a un compleanno molti anni prima del processo " . La

giudice fu accusata di non essersi astenuta, mentre in realtà aveva correttamente chiesto al capo del suo

ufficio - che l'autorizzò - se fosse il caso di presiedere il processo. " Non mi sono difeso mai difeso dal

processo - conclude Vendola - ma solo nel processo " . E ieri è arrivata l'assoluzione definitiva.

18/02/2015 7Pag. Il Fatto Quotidiano(tiratura:100000)

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/02/2015 38

Page 39: Ordine dei Farmacisti di Salerno

MILLEPROROGHE, I SOLITI FAVORI E (TANTE) RETROMARCE DAL RIPRISTINO DEL VECCHIO REGIME DEI MINIMI PER LE PARTITE IVA, AL BLOCCO DI SOLIQUATTRO MESI AGLI SFRATTI. CONCESSIONI, REGALO ALLE AUTOSTRADE I SALVATAGGI Per icostruttori anticipo aumentato per gli appalti pubblici. E Venezia evita il default. Il governo mette la fiducia Carlo Di Foggia La toppa più grande è sulle partite Iva, con la proroga del vecchio regime dei minimi (e lo stop alla crescita

dei contributi Inps). Ma c'è anche il cerotto sul blocco degli sfratti (120 giorni solo per i casi più gravi) e tante

piccole compensazioni attese da aziende indebitate e fornitori della Pa. Per finire ai non pochi regalini

confermati, autostrade in testa. Il decreto Milleproroghe arriva in aula alla Camera - dove il governo ha

chiesto la fiducia - con le modifiche approvate in notturna nelle commissioni Bilancio e Affari Costituzionali.

Salvo imprevisti (M5S e Fi annunciano battaglia) giovedì verrà approvato. Il testo, blindato, passerà poi in

Senato. Il tempo stringe (il testo scade il primo marzo). ANDIAMO con ordine. Quello sulle partite Iva è un

dietrofront clamoroso, arrivato dopo le proteste a oltranza dei freelance. Cosa è successo? Solo poche

settimane fa il governo aveva abolito il vecchio regime " dei minimi " , quello riservato a chi ha meno di 35

anni e guadagna fino a 30 mila euro lordi (può durare 5 anni e l ' aliquota sul reddito è solo il 5%),

introducendone uno nuovo dal 2015: niente limiti di tempo ed età, ma la soglia per beneficiarne scende a 15

mila euro e l ' aliquota triplica (15%). In questo modo, i redditi bassi sono penalizzati e si paga di più. Non a

caso negli ultimi due mesi del 2014 il Tesoro ha registrato un boom di nuove partite Iva. Adesso, con un

emendamento di Scelta civica viene prorogato il vecchio regime per il 2015. Bloccato - almeno per quest ' an

no (con emendamento M5S) anche il contestato aumento dell ' aliquota per i contributi previdenziali dal 27,72

al 29,72% (per la legge Fornero dovrà arrivare al 33 nel 2019). Le due misure avrebbero portato a rincari del

380%. Piccolo dietrofront anche sul blocco degli sfratti. Il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi si era battuto

per bloccare la consueta proroga (va avanti da 31 anni), per la gioia di costruttori e proprietari immobiliari

colpiti dal crollo dei prezzi. Secondo i sindacati degli inquilini sarebbero a rischio 30 mila famiglie (50 mila

secondo i Comuni). Il ministero ne ha invece stimate solo tremila. E così arriva una mini-proroga di 4 mesi,

solo per consentire un passaggio " da casa a casa " . Resta fuori la gran parte dei soggetti coinvolti (circa il

92%, quelli che rischiano lo sfratto per morosità). Ieri è arrivato il plauso di Confedilizia. Piccola proroga

anche per chi vuole rateizzare il debito con Equitalia: potrà farlo fino a luglio prossimo (a oggi l ' hanno fatto in

2,6 milioni, per 28,4 miliardi). Al capitolo delle richieste delle imprese - nella fattispece i costruttori - va ascritto

anche il ricco aumento dal 10 al 20% degli anticipi sugli appalti che la Pa paga ai suoi fornitori. ACCO N T E

N TAT I anche i Comuni. Quello di Venezia, per dire, può festeggiare per un emendamento ad hoc: le

sanzioni per aver sforato il patto di stabilità passano da 60 a 17 milioni (il debito si ferma così a 52 milioni,

evitando, per ora, il default). L'Anci, invece, ha chiesto e ottenuto di spostare al primo settembre l'obbligo di

dotarsi delle centrali uniche d'acquisto. È la più sbandierata delle misure della spending review - quella che

dovrebbe chiudere migliaia di stazioni appaltanti (ognuna con un suo prezzario), riducendo gli sprechi - mai

attuata e ora di nuovo posticipata. Le Regioni, invece, potranno prorogare i contratti dei precari. Ci sono poi i

regalini. Resta infatti la norma che permette all'Aifa, l ' Agenzia del farmaco di aggirare la spending review e

salvare quattro dirigenti. Così come il regalo nel regalo ai signori delle autostrade: si danno altri sei mesi di

tempo (fino al 30 giugno) per presentare la richiesta di integrazione fra diverse tratte. Cioè il meccanismo,

previsto dallo Sblocca-Italia, che permette di prorogare automaticamente (e senza gara) le concessioni. Un

regalo da 16 miliardi, destinato ai gruppi Gavio (in ottimi rapporti con il premier), Benetton e Toto. Due giorni

fa il presidente dell'Autorità anticorruzione, Raffaele Cantone ha criticato la norma, auspicando una revisione,

mentre l'Ue è pronta a sanzionare l'Italia. Se così fosse, i concessionari per legge potranno rivedere al rialzo i

pedaggi (già lievitati dell'1,3%). Resta anche lo stop alle sanzioni (si pagherà il 2%) per le Regioni che hanno

sforato il patto di stabilità per pagare i debiti ai fornitori. Norma cucita sul Lazio.

18/02/2015 9Pag. Il Fatto Quotidiano(tiratura:100000)

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/02/2015 39

Page 40: Ordine dei Farmacisti di Salerno

Foto: Il Milleproroghe è arrivato alla Camera Ansa

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/02/2015 40

Page 41: Ordine dei Farmacisti di Salerno

Epatite C, ritardi nella distribuzione del nuovo farmaco ARRIVA IL NUOVO farmaco per l ' epatite C. Ma già ci sono ritardi in tutta Italia. La distribuzione è lentissima

e tre regioni non hanno ancora neanche indicato i centri di somministrazione del nuovo farmaco: Calabria,

Campania e Sicilia. Il sofosbuvir, il nome del nuovo costosissimo farmaco anti epatite inserito nel sistema

sanitario italiano ormai a gennaio, sta arrivando con difficoltà anche nelle altre regioni. Tanto che è stato

istituito un tavolo di lavoro permanente dal ministro della salute Beatrice Lore n z i n . EpaC Onlus ieri ha

sottolineato come " le recentissime ispezioni dei NAS, finalizzate a verificare l ' effettiva erogazione dei nuovi

farmaci ai pazienti, hanno rilevato importanti criticità. Calabria, Campania e Sicilia le regioni che

incredibilmente non hanno ancora provveduto a nominare i centri autorizzati alla dispensazione dei farmaci

innovativi, ma anche in altre regioni sono stati riscontrati rallentamenti anomali di natura burocratica, a nostro

avviso decisamente poco giustificabili " .

18/02/2015 15Pag. Il Fatto Quotidiano(tiratura:100000)

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Page 42: Ordine dei Farmacisti di Salerno

Braccio di ferro sulle liberalizzazioni Nel ddl compravendite senza notai. Il nodo farmaci al supermercato Venerdì in Cdm il pacchetto concorrenzadel ministro Guidi. Misure anche su Rc auto, energia e professioni. Palazzo Chigi media NICOLA PINI Bracci o di ferro a due giorni dal varo del disegno di legge sulla concorrenza, il provvedimento

proliberalizzazioni firmato dal ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi. Ministri, partiti e lobby si

scontrano sulle proposte che andranno al vaglio del Consiglio dei ministri di venerdì. Nel ddl che il Mise ha

già trasmesso a Palazzo Chigi ci sono una serie di norme de-regolatorie su farmaci e notai, Rc auto e porti,

energia e contratti telefonici. Un pacchetto atteso dalla Commissione Ue ma che potrebbe ancora subire

rilevanti modifiche (o rinvii) sui punti controversi. Il più eclatante riguarda forse il nuovo intervento sulla

distribuzione dei farmaci. Le bozze del ddl circolate nelle scorse settimane indicavano diverse opzioni:

un'accelerazione dell'accesso al mercato dei farmaci generici, l'aumento del numero delle farmacie sul

territorio e, soprattutto, la possibilità di acquistare i farmaci di fascia C (quelli con obbligo di ricetta medica ma

a carico del paziente, finora riservati alle sole farmacie tradizionali) anche nella parafarmacie e nei corner dei

supermercati. Una possibilità di cui si parla già da tempo ma che il ministro delle Salute Beatrice Lorenzin ha

bocciato definendola «non sostenibile dal punto di vista tecnico». Più che probabile, quindi, che questa

misura non passi. Federfarma contesta alla radice la necessità di un nuovo intervento su un settore sul quale,

ricorda il presidente Annarosa Racca, sono già intervenuti il decreto Bersani e poi il governo Monti nel

«Cresci-Italia» del 2012 che ha disposto l'apertura di 3.000 nuove farmacie, con un aumento del 15%. «Che

senso ha adesso andare oltre», quando «non c'è ne ssun Paese Ue dove si possano vendere i medicinali

con ricetta fuori dalla farmacie?», chiede Racca. Al contrario il presidente della Fnp Davide Gullotta sollecita il

governo a «valorizzare la professione e il ruolo delle parafarmacie» e invita ad andare avanti con la

liberalizzazione che già in passato «non ha tolto lavoro alla piccole farmacie ma solo agevolato i

consumatori». Anche per quanto riguarda i notai c'è in ballo un nuovo aumento del loro numero (dopo le 500

unità in più disposte dal governo Monti). Un'altra opzione ventilata dal premier Matteo Renzi («se andiamo dal

notaio meno volte non è un problema») è quella di abolire l'obbligo dell'atto notarile, in taluni casi da

precisare, per piccole compravendite immobiliari (ad esempio per i box) e per la costituzione di società.

Ancora, sul tavolo del Cdm c'è l'azzeramento dei costi per chi cambia operatore della telefonia, internet e Tv,

il superamento del regime di maggior tutela per le bollette di gas e luce con il passaggio di tutti i consumatori

al mercato libero e una serie di misure per agevolar e la riduzione delle tariffe Rc auto quando l'utente accetta

determinate condizioni (come l'installazione della scatola nera sull'auto). Nel pacchetto originario previste

anche norme pro-concorrenza per i porti e i servizi di trasporto pubblico locale. Venerdì si vedrà quali

passeranno e come. Fermo restando che il ddl dovrà superare poi il vaglio del Parlamento.

Le ipotesiFARMACI Ricette al supermercato? Tra le misure esaminate la possibilità di acquistare i medicinali di fascia

C anche nelle parafarmacie e nei corner della grande distribuzione. Ma il ministro Lorezin è contraria

NOTAI Più studi aperti, meno atti Il governo vorrebbe aumentare il numero dei professionisti in rapporto agli

abitanti. Via libera alle compravendite immobiliari minori anche senza il visto notarile? TELEFONIA Nessuna

penale in uscita L'obiettivo è azzerare i costi di passaggio da un operatore a un altro per gli abbonati ai servizi

di Tlc. Nel testo anche un intervento per ridurre i costi della Rc auto e per i contratti di fornitura dell'energia

18/02/2015 9Pag. Avvenire(diffusione:105812, tiratura:151233)

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Page 43: Ordine dei Farmacisti di Salerno

GENOVA Bebè morto in sala parto Anche qui si indaga (D.Framb.) È stata aperta un'inchiesta per omicidio colposo, al momento contro ignoti, dal pm Sabrina Monteverde per la

morte di un bimbo appena nato all'ospedale Villa Scassi di Genova. Decesso avvenuto dopo un parto

cesareo effettuato d'urgenza su una donna di 33 anni, genovese, che aveva peraltro vissuto una gravidanza

regolare e senza particolari problemi. La magistratura ha ora predisposto l'autopsia sul piccolo cadavere per

stabilire le cause della morte, per ora inspiegabile. Secondo i primi accertamenti la donna è stata condotta in

sala parto all'alba ed avrebbe deciso di sottoporsi ad anestesia epidurale. A quel punto le complicazioni, con i

medici che hanno deciso il taglio cesareo in urgenza. La donna era stata ricoverata la sera precedente al

parto. Da rilevare che Ginecologia del Villa Scassi è ritenuta un'eccellenza nel contesto della sanità

genovese.

18/02/2015 12Pag. Avvenire(diffusione:105812, tiratura:151233)

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Page 44: Ordine dei Farmacisti di Salerno

Sicilia. Autopsia sul corpicino di Nicole AIl saluto del papà La Regione blocca l'accreditamento per i parti alla clinica in cui è nata la piccola ( Ale. Tu. ) utopsia sui corpi dei due bambini morti in circostanze tutte da chiarire in Sicilia e relazioni degli ispettori

ministeriali in arrivo, come confermato dal ministro Beatrice Lorenzin. Proseguono le inchieste giudiziarie e

amministrative sui due casi di malasanità che hanno causato un terremoto politico, facendo traballare le

poltrone dei vertici aziendali e dell'assessorato regionale alla Salute. La vicenda che ha colpito molto

l'opinione pubblica è quella della piccola Nicole Di Pietro, la neonata venuta alla luce in una clinica privata

catanese e morta in ambulanza tra Catania e Ragusa, prima di raggiungere un reparto di terapia intensiva,

dopo il rifiuto di ricovero in tre ospedali catanesi. Ieri pomeriggio l'autopsia sul corpicino della piccola

nell'obitorio dell'ospedale Paternò Arezzo di Ragusa. Un esame indispensabile per raccontare la verità su

quanto successo la notte del 12 febbraio. Il papà della bimba, Andrea Di Pietro, giunto assieme ai consulenti

della Procura di Catania, ha voluto dare un tenero saluto alla sua bambina, rimasta in vita appena tre ore.

L'inchiesta giudiziaria è coordinata dal procuratore di Catania, Giovanni Salvi. In questo momento sono nove i

sanitari indagati. E l'assessorato regionale alla Salute ha deciso di sospendere l'accreditamento con il

sistema sanitario, limitatamente ai ricoveri per parto, della casa di cura Gibiino di Catania, dov'è venuta alla

luce Nicole. «Le motivazioni del provvedimento - si legge in una nota dell'assessorato alla Salute guidato da

Lucia Borsellino - risiedono, tra l'altro, nelle incongruenze emerse nelle scelte di gestione del rischio clinico

della casa di cura». Ieri pomeriggio autopsia anche sul corpo del piccolo Daniel Cesanello, morto all'ospedale

Sant'Antonio Abate per sospetta meningite fulminante, ma che prima era stato dimesso pur presentando la

febbre a 40. Gli indagati sono due medici del reparto Pediatria che hanno visitato il bimbo nei due ricoveri e

altri due medici in servizio al Pronto soccorso.

18/02/2015 12Pag. Avvenire(diffusione:105812, tiratura:151233)

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Page 45: Ordine dei Farmacisti di Salerno

Malasanità Napoli, muore un'altra bimba Caos all'ospedale Santobono Maria Liliana, 2 anni, era nata dalla madre in coma Nuova inchiesta: venerdì era toccato alla piccola Rosa Ilpadre della bambina denuncia: «Ricoverata nel reparto sbagliato». Allarme tra i genitori dei pazienti: nondimettete i nostri figli VALERIA CHIANESE iorni amari di piccole vite perse nel labirinto di una sanità sofferente di fretta, di debiti e di burocrazia, in

cronica emergenza. S'allunga l'elenco dei piccoli che non ce l'hanno fatta a superare malattia e ostacoli. E

tocca ancora all'ospedale pediatrico Santobono di Napoli finire la bufera, lì dove appena venerdì scorso era

morta la piccola Rosa, dimessa nonostante le sue gravissime condizioni e per cui un medico è indagato.

Lunedì mattina è toccato alla piccola Maria Liliana, 14 mesi, la bimba nata a dicembre 2013 da una donna in

coma irreversibile. La sua mamma, Carolina Sepe, di appena 25 anni, era stata ferita a morte da un vicino di

casa, Domenico Aschettino, che nell'agosto 2013 a Lauro (Avellino) fece fuoco per futili motivi, uccidendo

anche il padre e la nonna di Carolina. Una vicenda che aveva commosso l'Italia. La piccola soffriva di crisi

respiratorie e trascorreva lunghi periodi di cura al Santobono, dove era arrivata anche lo scorso primo

febbraio in condizioni gravissime: i medici avevano diagnosticato una broncodisplasia e disposto il ricovero

nel reparto rianimazione. Il decesso è avvenuto nel reparto dov'era stata trasferita dopo la terapia intensiva.

L'esito di un errore secondo il padre, Giampiero Siniscalchi, che ha presentato immediatamente una

denuncia sostenendo che sua figlia non avrebbe dovuto essere ricoverata con altri bambini affetti da malattie

respiratorie. Così, ecco che sul Santobono è stata aperta una nuova inchiesta, coordinata dal procuratore

aggiunto Luigi Frunzio e dal sostituto procuratore Sergio Amato. Il procedimento, per l'ipotesi di reato di

omicidio colposo, per ora è contro ignoti: le cartelle cliniche della piccola sono già state sequestrate e nei

prossimi giorni sarà affidato ai consulenti l'incarico per l'autopsia. L'azienda ospedaliera si difende

sottolineando che il caso di Maria Liliana, «fatto salvo ogni approfondimento che gli organismi competenti

riterranno di disporre, rientra nel doloroso novero dei decessi di pazienti gravissimi, che sono purtroppo

eventi non straordinari in ospedali dove si concentrano i trattamenti di situazioni di tale alta complessità». Gli

accessi al pronto soccorso del presidio pediatrico sono a livelli altissimi a causa del picco influenzale: 20mila

da gennaio. E Maria Liliana era nata - ricordano dal Santobono - con taglio cesareo indotto al quinto mese di

gestazione, in condizioni di «grave prematurità». Magistrati del pool "Reati colpe professionali" al lavoro

anche sul caso della morte, venerdì mattina, di Rosa Buonomo, 8 mesi, ricoverata l'8 febbraio, ancora al

Santobono, per difficoltà respiratorie. L'inchiesta è per omicidio colposo e sotto accusa è il pediatra che ha

firmato le dimissioni della piccola giovedì mattina, facendo ritornare Rosa a casa, a Ponticelli, periferia est di

Napoli, sulla scorta di valori clinici ritenuti nella norma, e costringendo i genitori a correre in Pronto soccorso a

distanza di 24 ore, quando ormai le condizioni della piccola erano irrecuperabili. A causare il decesso della

piccola, secondo l'autopsia praticata dalla commissione medica nominata dalla Procura, sarebbe stata

un'infezione polmonare. L'inchiesta punta ora ad accertare la diagnosi e la terapia adottata durante la

degenza in ospedale. Intanto al Santobono i genitori dei piccoli pazienti non vogliono che i figli siano dimessi.

Mentre un altro bambino, Mario, 19 mesi, operato di tumore al cervello, aspetta che la Regione gli procuri

un'ambulanza attrezzata che lo porti all'istituto Besta di Milano per la terapia di chemio e radio.

18/02/2015 12Pag. Avvenire(diffusione:105812, tiratura:151233)

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/02/2015 45

Page 46: Ordine dei Farmacisti di Salerno

FUORILUOGO Canapa medica in Toscana, nuove evidenze Francesco Muser Un diritto per essere tale deve essere esigibile, tanto più se si tratta di un diritto legato alla salute. Ebbene, in

Italia la canapa ad uso terapeutico è per molti malati ancora un miraggio. Occorre affrontare un percorso a

ostacoli per ottenere una prestazione resa legittima da due decreti ministeriali. Il primo del 18 aprile 2007 che

inseriva nella Tabella II, sezione B, della legge sugli stupefacenti fra le sostanze ad uso terapeutico il Delta-9-

tetraidrocannabinolo e il Dronabinolo, consentendo la vendita di prodotti sintetici come il Sativex; l'altro del

ministro Balduzzi, del febbraio 2013, che aggiungeva i medicinali a base di cannabis di origine vegetale.

Molte regioni hanno approvato leggi per tradurre queste novità legislative in linee operative, ma le resistenze

degli apparati burocratici che devono predisporre i regolamenti attuativi, i ritardi delle Asl motivati con la

preoccupazione dei costi da sopportare (e non ultimo i boicottaggi per ragioni ideologiche) hanno fino ad oggi

frenato l'accesso a questi farmaci, ben al di sotto del target di pazienti poten zialmente interessati. La

Regione Toscana si è mossa per sbloccare l'impasse. L'11 febbraio scorso, il consiglio regionale ha votato

alcune modifiche importanti alla legge di tre anni fa, proposte dalla consigliera Monica Sgherri. La cannabis

potrà essere prescritta prescrizione anche dai medici di base, con oneri a carico del Servizio sanitario

regionale, sulla base di un piano terapeutico redatto da uno specialista. I far maci potranno essere

somministrati a domicilio e saranno forniti dalla farmacia ospedaliera. Per ridurre il costo dei farmaci impor tati

dall'estero, si è dato incarico alla giunta regionale di avviare azioni sperimentali o specifici progetti pilota per

la produzione dei farmaci stessi. Quest'ultima disposizione dovrebbe accelerare l'avvio della produzione di

medicinali cannabinoidi da parte dell'Istituto chimico militare di Firen ze, già individuato allo scopo dalle

ministre Pinotti e Lorenzin. Sono di particolare interesse i risultati di uno studio condotto dall'Azienda

Ospedaliera di Pisa sui pazienti trattati con cannabis terapeutica nella terapia del dolore nell'ospedale di S.

Anna, nei tre anni successivi all'approvazione della legge toscana. I dati sono stati presentati dal dottor Paolo

Poli, direttore dell'unità operativa compe tente, in sede di audizione di esperti presso la Commissione sanità

del Consiglio regionale della Toscana. Innanzitutto, lo studio ha evidenziato l'esistenza di critiche e resistenze

di parte del mondo sanitario all'utilizzo di cannabinoidi nella cura del dolore cronico, oncologico e non.

Emerge anche che il materiale vegetale pre senta notevoli vantaggi rispetto al Thc sintetico. Non solo le

infiorescen ze prodotte in Olanda (utilizzate nello studio) derivano da piante con profi lo genetico stabile, per

cui forniscono un prodotto con un contenuto di principio attivo costante; rispetto ai far maci a base di Thc

sintetico, «l'infio l'infiorescenza secca permette di sfruttare le proprietà terapeutiche di un intero

fitocomplesso, di cui il Thc è solo uno dei costituenti», si è detto nell'audizione. Ben 327 pazienti sono stati

trattati e monitorati: dopo tre mesi di trattamento, si constata un buon risultato sul dolore, un miglioramento

della qualità del sonno rispetto agli effetti delle benzodiazepine e si riscontrano minimi effetti collaterali.

L'unico aspetto negativo è il costo della terapia, che nella prima versione della legge regionale era ancora a

carico del paziente. E' uno studio importante, che avvalora le proprietà benefiche della cannabis e mina i miti

del terrorismo anti cannabis. Con buona pace dei buchi nel cervello! (dossier sulla canapa medica su

www.fuoriluogo.it)

18/02/2015 14Pag. Il Manifesto(diffusione:24728, tiratura:83923)

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/02/2015 46

Page 47: Ordine dei Farmacisti di Salerno

Presentati sette nuovi farmaci che garantiscono la guarigione senza interferone: saranno gratuiti Epatite C svolta per la cura FONDO DI UN MILIARDO PER LA TERAPIA E CONTROLLI DEI NAS LE ASSOCIAZIONI: RITARDI INCAMPANIA, CALABRIA E SICILIA MEDICINA IL FRONTE ECONOMICO Una vera rivoluzione per i malati di Epatite C. Quattro sono i nuovi

farmaci già approvati e altri tre sono in arrivo, tutti garantiscono la guarigione nella quasi totalità dei casi.

Dopo il Sofosbuvir, il primo di nuova generazione arrivato in Italia, entro la settimana sarà disponibile anche

una seconda molecola innovativa. E, particolare importantissimo, c'è la garanzia che questi medicinali

salvavita per migliaia di malati saranno gratuiti grazie a un fondo da un miliardo di euro. Non solo: il ministero

della Salute ha nei giorni scorsi inviato i Nas nelle Regioni per verificare lo stato di erogazione dei farmaci a

fronte dei ritardi denunciati. E ora le associazioni dei malati, EpaC, annunciano che le Regioni che non

garantiranno i nuovi medicinali verranno segnalate all'autorità giudiziaria. Importanti criticità sono state

rilevate in Calabria, Campania e Sicilia dove, secondo le associazioni, «non sono stati ancora nominati i

centri autorizzati alla dispensazione dei farmaci innovativi». L'annuncio della seconda molecola

d'avanguardia, Simeprevir, è stato dato nella sede dell' azienda italiana produttrice, la Janssen Italia a Latina,

durante un evento cui hanno partecipato il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, il direttore generale

dell'Agenzia italiana del farmaco (Aifa), Luca Pani, oltre al presidente di Farmindustria e presidente Janssen

Massimo Scaccabarozzi e il governatore del Lazio Nicola Zingaretti. E con il farmaco - che sarà prodotto in

Italia per il mondo intero - arriveranno anche nuova occupazione e investimenti: 80 milioni di euro dal 2016 al

2021. Ma soprattutto, si apre una nuova era per migliaia di malati: in combinazione con il Sofosbuvir, quella in

arrivo è la prima terapia combinata orale, senza interferone, che ha dimostrato una percentuale di guarigione

dal virus nel 90% dei casi. Una svolta inimmaginabile fino a pochi anni fa, come ha sottolineato la stessa

Lorenzin: «Oggi nel mondo della farmaceutica è come passare dall'era della radio a quella di internet; quindi

è necessario ripensare i modelli di sostenibilità economica per poter garantire l'accesso ai farmaci innovativi a

tutti i cittadini, ma il fatto è che invece il ministero dell'Economia e tutti gli altri continuano a lavorare

utilizzando modelli di riferimento vecchi». «In Italia ci sono oggi oltre 300mila pazienti noti con epatite C, ma

quelli stimati sono 1,5 mln, che generano un costo complessivo per il Ssn di oltre un miliardo di euro all'anno.

Per questo - ha avvertito Francesco Mennini, dell'Università Tor Vergata di Roma, direttore del Centro per la

valutazione economica - l'introduzione di nuovi farmaci può diventare un elemento importante anche dal

punto di vista economico». Con una ambizione per il futuro: «che il nostro hub farmaceutico - ha concluso

Lorenzin - diventi il primo d'Europa e non più il secondo». Re.Ma.

1,5 mln2/3

40-50% Delle infezioni da epatite C diventa cronica e una parte degenera in cirrosi. Che è al primo posto tra

gli effetti della malattia Gli italiani colpiti da epatite C I pazienti attualmente trattati o in osservazione dal

servizio sanitario sono solo poco più di trecentomila Delle persone che sono colpite da epatite C, se curati nei

tempi corretti, guariscono o rallentano il progresso dell'infezione

Foto: Dopo il Sofosbuvir presentata la molecola d'avanguardia Simeprevir

18/02/2015 15Pag. Il Mattino(diffusione:79573, tiratura:108314)

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/02/2015 47

Page 48: Ordine dei Farmacisti di Salerno

Il caso Il direttore Aifa : «Pillola dei 5 giorni solo dietro ricetta per le minorenni» «Il parere del Consiglio superiore di sanità arriverà a marzo e subito dopo ci sarà la delibera dell'Aifa» relativa

alla decisione europea di eliminare la ricetta medica per la dispensazione della pillola dei 5 giorni dopo. A

dirlo Luca Pani, direttore generale dell'Agenzia italiana del farmaco (Aifa). Secondo Pani sarebbe necessario

mantenere l'obbligo di prescrizione «perlomeno per le minorenni». «Come ho già detto - ha ribadito - la mia

opinione personale è che la priorità è la salute della donna, e in particolare delle minorenni. Penso che il test

di gravidanza richiesto in Italia e in nessun altro Paese al mondo non abbia un grande significato, però

l'assenza della prescrizione per le minorenni la vedo problematica. Occorre far ragionare le giovani su simili

eventi ed evitare che questo contraccettivo d'emergenza venga utilizzato come una caramella dopo la

discoteca».

18/02/2015 16Pag. Il Mattino(diffusione:79573, tiratura:108314)

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/02/2015 48

Page 49: Ordine dei Farmacisti di Salerno

Studio choc dei pediatri Nel Meridione muoiono il 30% di bambini in più CLAUDIA OSMETTI Sempre più casi di malasanità che riguardano i bambini. Sempre più il Sud nell'occhio del ciclone. E la

Società Italiana di Pediatria avverte: nel Meridione la mortalità infantile è il 30% più alta che nel Nord Italia.

Insomma, nascere in un ospedale di Palermo non è lo stesso che nascere in uno di Milano. (...) segue a

pagina 18 segue dalla prima (...) Già, sotto questo punto di vista le cronache dell'ultima settimana sono

impietose. Due le bambine di pochi mesi (Rosa e Mariaviviana) morte a Napoli, nello stesso policlinico, a

causa di problemi respiratori. E non solo. La procura di Catania ha aperto un'inchiesta - nove gli indagati per

omicidio colposo - per la morte della piccola Nicole, la neonata che ha perso la vita su un'ambulanza, in un

disperato viaggio verso Ragusa perché tutti e tre gli ospedali della sua città non avevano un posto disponibile

nei loro reparti di terapia intensiva. E poi il caso di Daniel, deceduto venerdì scorso a Trapani all'età di

appena due anni: i medici del pronto soccorso gli hanno dato una tachipirina, pensando che la sua fosse

semplice influenza. Invece era una (sospetta) meningite: anche qui indaga la Procura. Certo, l'elenco è di

quelli terribili. Anche perché in questa lista ci sono bambini di pochi mesi, piccoli che (magari)si sarebbero

potuti salvare con qualche accortezza in più, bimbi che (forse) avrebbero avuto più speranze se fossero nati

pochi chilometri più a nord. «I bambini dovrebbero essere tutti uguali, ma quelli che nascono nel Meridione

hanno meno possibilità: la disparità regionale in fatto di cure è un dato che ripetiamo da tempo», conferma

Mario De Curtis, direttore dell'Unità Terapia intensiva neonatale all'ospedale Umberto I della capitale. E

aggiunge: «Quello che è successo a Catania potrebbe tranquillamente succedere a Roma: oggi nel Lazio

mancano 20 posti di terapia intensiva neonatale a causa di un rimpallo di responsabilità tra la Regione e i

direttori generali delle aziende ospedaliere». Appunto. E dire che il tasso di mortalità infantile nel Belpaese è

sensibilmente inferiore alla media europea ed è quasi la metà rispetto a quello statunitense. Ma da Roma in

giù c'è poco da esser contenti.Se a Firenze ogni bambino che nasce viene sottoposto a uno «screening

neonatale metabolico allargato» (un test, cioè, che permette di diagnosticare qualcosa come oltre 40 malattie

rare), nelle regioni meridionali lo stesso esame viene fatto - per obbligo di legge - solo per tre patologie, ossia

ipotiroidismo congenito, fibrosi cistica e fenilchetonuria. Tradotto, non ci vuole una laurea in medicina per

capirlo, significa che i bambini della Toscana vantano una prevenzione circa 40 volte più approfondita. Non è

poco, anzi. Nel Lazio e in Sicilia non va meglio: qui non tutti gli ospedali consentono lo screening allargato e

la situazione varia da istituto a istituto. Un terno al lotto. Altro capitolo dolente quello dei vaccini. Nel 2014

solamente in Puglia, in Basilicata, nel Veneto e in Toscana i più piccoli hanno potuto beneficiare

(gratuitamente, s'intende) di quello contro il meningococco B, il virus che può portare la meningite. Nelle altre

zone d'Italia niente, a eccezione di qualche Asl che ha offerto il servizio ai soggetti a rischio. Non tutte hanno

potuto però (problemi di budget, come sempre): così ci si è trovati col paradosso di avere trattamenti diversi

anche all'interno della stessa Regione. Ancora. Nel nostro Paese 15mila minori hanno bisogno di cure

palliative, cioè di assistenza totale perché colpiti da una malattia terminale. La legge 38 del 2010 obbliga le

Regioni a dotarsi di una rete territoriale per garantire questi trattamenti, ma solamente cinque, tra cui il

Veneto, ce l'hanno. Così, complici la mancanza di organico e le ristrettezze economiche, per alcuni di quei

bambini malati la soluzione è trasferirsi. Come hanno fatto (oramai parecchi anni fa) i genitori del piccolo

Lorenzo, due mesi e un tumore all'encefalo. In Puglia, dov'era nato, non aveva speranze: fu proprio il primario

dell'ospedale di Taranto a consigliare curatevi-a-Firenze-andate-via. E ha regalato al bimbo cinque anni di

vita.

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/02/2015 49

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Secondo decesso al Santobono Napoli, stroncate 2 bimbe in 2 giorni Problemi respiratori fatali per la piccola nata da madre in coma. La polizia acquisisce le cartelle PEPPE RINALIDI È la classica tragedia nella tragedia, una di quelle che per raccontarle non sai da che parte cominciare. È

morta la figlia di Carolina Sepe, nata prematura dalla madre in coma. Non una storia figlia dei ghiribizzi della

biologia ma il frutto di attimi folli e violenti, di male assoluto, con un uomo che stermina a fucilate un'intera

famiglia, riducendo la giovane donna incinta in fin di vita: sua figlia in qualche modo riuscirà a venire alla luce,

lei morirà dopo 5 mesi ma, alla fine, se ne andrà anche la piccola. La bambina è morta nel momento e nel

posto meno «opportuni», almeno in queste ore, all'ospedale «Santobono» di Napoli, eccellenza della

pediatria e della neonatologia, da qualche giorno funestato da un caso di cronaca imbarazzante seppur molto

di là dal chiarirsi: parliamo del decesso della bimba di 8 mesi dimessa dalla struttura con referto medico

favorevole ma poi morta alcuni giorni dopo in casa. C'è già un'indagine aperta della procura con rituali

indagati. Intanto l'ospedale si trova di nuovo alla ribalta per un altro fattaccio, potenziato dalle circostanze che

l'hanno preceduto. La figlia di Carolina nacque nel dicembre del 2013 al quinto mese di gravidanza,

suppergiù la 24esima settimana se si considera il calendario medico tradizionale: non è impossibile

sopravvivere a quell'età, tanti i casi di bambini di poche manciate di etti che dopo cure delicatissime riescono

a farcela. Ma ce ne sono anche tanti altri che non ce la fanno, per mille ragioni, ognuna diversa e a sé. Nel

caso nostro la faccenda si complicava ancor di più perché la madre si trovava in stato di coma da altrettanti

cinque mesi in seguito ad una sparatoria. Nell'agosto precedente a Lauro, provincia di Avellino, un tal

Domenico Aschettino aveva imbracciato il fucile scaricandolo addosso alla famiglia di Carolina, uccidendone

anche nonna e papà. Furono ore infernali, la cronaca locale -e non solo- si fece rovente. Carolina fu

trasportata in fin di vita in ospedale, dove vi rimase intubata fino al 4 gennaio successivo, quando morì. Il 13

dicembre aveva dato alla luce la figlia, riuscita a superare le terribili crisi di quel percorso fino al primo

febbraio di quest'anno, quando è stata nuovamente ricoverata. Soffriva di disturbi respiratori, rivela il

quotidiano Roma , e necessitava di ulteriori ricoveri e cure. Finché non è successo qualcosa, cerca di capire

la polizia tornata nuovamente al Santobono per l'acquisizione delle relative cartelle cliniche. Il papà della

piccola avrebbe già sporto una querela. La verità arriverà dall'autopsia ordinata dagli inquirenti. Per i funerali

ancora tutto in alto mare.

Foto: Carolina Sepe, madre della bimba

18/02/2015 18Pag. Libero(diffusione:125215, tiratura:224026)

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Page 51: Ordine dei Farmacisti di Salerno

MILLEPROROGHE, EMENDAMENTI OK Retromarcia sulle partite Iva, vecchi minimi ma solo nel 2015 Slitta a fine giugno il blocco degli sfratti. Venerd ì il Cdm MICHELE LOMBARDI ROMA. Partite Iva, ritorno al passato ma solo per il 2015. Il governo ha dato il suo ok agli emendamenti del

decreto Milleproroghe che ripristinano per l'anno in corso l'aliquota di favore del 5% sui ricavi fino a 30 mila

euro l'anno di professionisti imprese individuali e commercianti. Stop anche all'aumento dei contributi Inps

che restano inchiodati per un anno al 27% invece di salire al 29% e poi al 33% nel 2018. Ma non c'è solo

questa retromarcia rispetto alla legge di stabilità nel provvedimento approdato ieri sera in aula alla Camera,

che il governo ha blindato con il voto di fiducia per riuscire a convertirlo in legge entro il 3 marzo (c'è bisogno

di una seconda lettura al Senato). Proroga blocco sfratti Varata una mini-proroga di 4 mesi per il blocco degli

sfratti, sospesi fino a luglio. Prorogata fino al 30 giugno la possibilità per i Comuni di chiedere la riapertura

degli uffici dei giudici di pace soppressi con la riforma. Ma ora l'attesa è per il Consiglio dei ministri di venerd ì

, che affronterà un ricco menù di misure su catasto, fattura elettronica (stop allo scontrino di carta dal 2017) e

imprese senza contare i decreti attuativi del jobs act con il riordino dei contratti "flessibili". In più, è pronto

anche il disegno di legge sulle liberalizzazioni (farmacie, notai, trasporto locale), inviato dal ministro dello

Sviluppo, Federica Guida, al premier Matteo Renzi, che avrà l'ultima parola sulle misure proposte. Le partite

Iva Il vecchio regime dei minimi è stato "congelato" per tutto il 2015. O meglio: ai contribuenti viene concessa

la possibilità di optare per il regime fiscale più favorevole rispetto alle nuove regole previste dalla legge di

stabilità. Regole che penalizzano soprattutto i giovani professionisti per i quali la soglia è stata abbassata a

15 mila euro (quella dei commercianti è di 40 mila euro) con un prelievo del 15% senza più vincoli d'età. Con

la proroga rimane in vigore anche il regime complementare ai vecchi minimi: aliquota del 20% fino a 30 mila

euro ma senza limiti d'età. Bloccato per il 2015 anche il rincaro dei contributi Inps dal 27 al 29% ma i

versamenti saliranno al 28% nel 2016 e al 29% nel 2017. Il regime fiscale delle partite Iva, stando agli

annunci di Renzi, dovrebbe però essere modificato dal governo nella riunione di venerd ì con un altro decreto

che alza la soglia dei ricavi per i professionisti al 20% e forse taglia l'aliquota del 15% (al 10-12%) ma a

partire dal 2016. Ma il via libera potrebbe slittare perché - secondo fonti governative - la norma con le relative

coperture sarebbe ancora in fase di elaborazione presso gli uffici del Tesoro. Contanti, stop al bollo Il governo

ci ha ripensato sull'ipotesi di tassare con un'imposta di bollo il contante sopra i 200 euro versato in banca da

commercianti e professionisti. Una misura pensata per favorire tracciabilità e uso della moneta elettronica.

Scartata anche l'idea di concedere sconti Iva sugli acquisti effettuati con carte di credito o carte prepagate

mentre per i commercianti era previsto un credito d'imposta sugli incassi realizzati con la moneta elettronica.

Farmacie e notai Nonostante le polemiche, il ministro Guidi ha inviato a Renzi un pacchetto di misure sulla

concorrenza che non risparmia farmacie, notai e operatori telefonici. Su farmaci rimane la proposta di

allargare la vendita dei medicinali di fascia C (con ricetta medica e a carico del cittadino) nelle parafarmacie e

in appositi corner dei supermercati con la presenza di farmacisti. In cambio, le parafarmacie avranno l'obbligo

di apertura notturna. Saranno inoltre sfoltiti gli atti (anche alcuni passaggi di proprietà) per i quali oggi è

richiesto il notaio. Azzerate o quasi le spese per chi decide di cambiare operatore telefonico e recede dal

contratto. Agenzia unica lavoro In arrivo dal 2016 anche l'Agenzia unica per le ispezioni del lavoro che

accorperà le funzioni di Inps, Inail e ministero con un risparmio di 26 milioni ottenuto eliminando 85 uffici e

varie direzioni. I sindacati sono già sul piede di guerra. [email protected] © RIPRODUZIONE

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Foto: Cinquestelle a colloquio: Alessandro Di Battista e Luigi Di Maio

18/02/2015 6Pag. Il Secolo XIX(diffusione:103223, tiratura:127026)

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Page 52: Ordine dei Farmacisti di Salerno

Prodotto da Janssen Latina Arriva un nuovo farmaco per combattere l'epatite C Biraghi a pagina 12 «Cosa c'è di nuovo?». La concezione della ricerca, sempre viva nel belga Paul Janssen,

l'inventore di farmaci più prolifico di ogni tempo, è racchiusa in questa domanda che rivolgeva

quotidianemente ai suoi collaboratori. Ieri nel «suo» stabilimento farmaceuticoazienda farmaceutica del

Gruppo Johnson & Johnsondi Borgo San Michele, a Latina, avrebbe avuto una risposta esaltante: avviamo

una nuova èra nel trattamento dell'epatite C e proseguiamo con il piano di sviluppo industriale, che prevede

investimenti pari a 80 milioni di euro dal 2016 al 2021. Entro questa settimana, infatti, sarà disponibile anche

in Italia il Simeprevir, un farmaco antivirale di nuova generazione per il trattamento dell'HCV. Con l'arrivo del

Simeprevir (a novembre si è concluso l'iter negoziale con l'AIFA) che potrà essere associato ad altri antivirali,

si può parlare finalmente di una terapia solo orale, senza interferone, di alta efficacia e tollerabilità ed

utilizzabile, quindi, anche nelle categorie più difficili finora, «orfane» di terapia. In Italia ci sono oggi oltre 300

mila pazienti con epatite C e patologie correlate che generano un costo complessivo per il Sistema sanitario

nazionale di oltre un miliardo di euro all'anno. La patologia, inoltre, causa il maggior numero di decessi tra le

malattie infettive trasmissibili ed è la prima causa di trapianto di fegato nel mondo. Muoiono ogni anno più di

20 mila persone per malattie croniche del fegato, dove l'epatite C risulta unica causa o concausa nel 65% dei

casi. Il Semprevir ha dimostrato una percentuale di guarigione dal virus nel 90% dei casi. L'arrivo della nuova

opzione terapeutica è stato annunciato in occasione dell'evento «Investire in salute per rilanciare

l'economia», che si è svolto nello stabilimento Janssen di Latina, con la partecipazione del ministro della

Salute, Beatrice Lorenzin, il direttore generale dell'Aifa, Luca Pani, e il governatore della Regione Lazio,

Nicola Zingaretti. Il polo di Latina è stato scelto come centro di produzione a livello mondiale del nuovo

farmaco e negli ultimi 5 anni ha ricevuto investimenti per 100 milioni di euro che hanno portato a un

ampliamento del sito e a un aumento della capacità produttiva che è più che raddoppiata, passando da 1,8

miliardi di compresse nel 2010 ai 4 miliardi nel 2015. «Questo è l'anno magico per gli investimenti in Italia,

perché importantissime linee di produzione di farmaci innovativi vengono realizzate negli impianti italiani ha

sottolineato il ministro Lorenzin - Questo dimostra che l'hub farmaceutico italiano è un hub mondiale su cui

dobbiamo puntare, ed è uno degli elementi per la competitività del Paese». Il Lazio come la Lombardia,

infatti, sono le due regioni a più forte vocazione farmaceutica, e questo, secondo il ministro, «dimostra che

non è tanto la locazione geografica che conta quanto la capacità di creare dei distretti. Il mio obiettivo è

stabilizzare i budget e dare certezza agli investimenti in Italia, perché la mia ambizione è che il nostro hub

farmaceutico diventi il primo d'Europa e non più il secondo». Janssen (Gruppo Johnson & Johnson con 5 suoi

farmaci nella lista Oms dei «farmaci essenziali per l'umanità») è, quindi, un elemento importante all'interno

del polo farmaceutico del Lazio Meridionale come ha illustrato il direttore Luca Russo: «Il sito produttivo

pontino, nato nei primi anni '80, oggi si sviluppa su 136 mila mq., vanta una storia di innovazione e

competitività che da sempre sono un punto chiave della nostra attività, ha visto un ampliamento di 3.000

metri quadrati, con un incremento dell'occupazione di circa 300 persone, arrivando agli attuali 650

collaboratori, oltre a 250 nell'indotto». Janssen Latina vanta anche una spiccata vocazione all'export,

aumentato quest'anno del 20%: solo il 15% del prodotto è rivolto al mercato italiano, il restante è indirizzato a

più di 100 Paesi tra cui Giappone e Usa, primo mercato di destinazione. «Diversi sono i fattori che

concorrono a rendere l'Italia un Paese competitivo e a richiamare investimenti, come in questo caso ha

ribadito Massimo Scaccabarozzi, presidente e amministratore elegato di Janssen Italia e Presidente di

Farmindustria - Ma se vogliamo favorire questa crescita sono necessarie azioni politiche incisive che vadano

nella direzione di migliorare l'accesso ai nuovi farmaci, con un rapido accesso e il giusto riconoscimento ai

nuovi farmaci innovativi, e al tempo stesso rendere più efficienti le procedure, in modo da valorizzare la

presenza industriale nel Paese. Infine va riconosciuto un approccio nuovo da parte delle Istituzioni Governo e

18/02/2015 1Pag. Il Tempo(diffusione:50651, tiratura:76264)

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Page 53: Ordine dei Farmacisti di Salerno

importanti Regioni - di maggiore attenzione e sensibilità verso le imprese del farmaco. È fondamentale

riconoscere che i farmaci sono uno strumento di efficienza per tutto il sistema di Welfare e vanno valutati per i

risparmi che generano per il SSN e la spesa socio-assistenziale». Pane per i denti del governatore Zingaretti

che ha parlato di tagli nefasti per la sanità: «Non se ne rendono conto cosa vuol dire, stiamo vivendo

un'enorme contraddizione insieme al ministro. Cioè 3,7 miliardi di tagli contenuti nell'ultima legge di legge

bilancio, a cui si sommano 1,2 miliardi di altri tagli di altri governi, a cui si sommano 700 milioni per il 2015-

2016, per finanziare i famosi 80 euro. Per un totale di 5,7 miliardi: è evidente che la battaglia che stiamo

conducendo è giusta, che se restano queste le poste in discussione, si può anche parlare di efficientamento

della spesa, ma 5,7 miliardi di tagli di trasferimenti alle regioni significano, tagli alla sanità. E l'efficienza non

c'entra nulla con una quantità di tagli che non puoi certo assorbire in 12 mesi». E allora anche il Simeprevir, il

superfarmaco anti epatite C oltre che una aiuto per i pazienti diventa un «driver» economico.

Latina Il nuovo farmaco per l'epatite C prodotto da Janssen è stato presentato ieri nello stabilimento di Latina

(Borgo San Michele) alla presenza del ministro della Salute Beatrice Lorenzin, del governatore Nicola

Zingaretti, di Massimo Scaccabarozzi, Presidente e Amministratore Delegato di Janssen Italia e Presidente di

Farmindustria, (nella foto a destra) Luca Pagni, direttore generale Aifa, Massimo Colombo professore

ordinario di gastroenterologia di Milano e Francesco Saverio Mannini dell'Università di Tor Vergata e Enrica

Giorgetti direttore generale di Farmindustria Janssen Latina è considerato il sito produttivo più innovativo nel

mondo (a destra Foto Tonino Mirabella)

18/02/2015 1Pag. Il Tempo(diffusione:50651, tiratura:76264)

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Page 54: Ordine dei Farmacisti di Salerno

Autonomi, contributi al 27% Aumenteranno al 28% nel 2016 e al 29% nel 2017. Torna in vita per un anno il vecchio regime dei minimi.Riaperti i termini per rateizzare le cartelle Equitalia DI CRISTINA BARTELLI E VALERIO STROPPA Stop all'aumento dei contributi per le partite Iva senza cassa.E ritorno, in parte, al regime dei minimi pre legge

di Stabilità 2015. L'aliquota contributiva, secondo quanto prevede il decreto milleproroghe all'esame della

Camera, resta per i lavoratori iscritti alla gestione separata Inps del 27% anche per il 2015. L'aumento sarà

graduale: del 28% per il 2016 e del 29% per il 2017. Riaperti anche i termini per rateizzare le cartelle di

Equitalia. Bartelli-Stroppa a pag. 25 Stop all'aumento dei contributi per le partite Iva senza cassa. E ritorno, in

parte, al regime dei minimi pre legge di Stabilità 2015. Nel primo caso l'aliquota contributiva resta per i

lavoratori iscritti alla gestione separata Inps del 27% anche per il 2015, e l'aumento sarà graduale del 28%

per il 2016 e del 29% per il 2017. Le novità per il regime dei minimi è la possibilità per le piccole partite Iva di

continuare ad avvalersi del meccanismo agevolato previsto dal dl n. 98/2011. Chi ha un fatturato fi no a 30

mila euro annui potrà quindi scegliere se utilizzare il nuovo regime previsto dalla legge di Stabilità 2015, con

deduzione forfetaria e imposta sostitutiva del 15%, oppure del vecchio, con deduzione analitica dei costi e

imposta al 5% (in questo caso però con il limite dei cinque anni o fi no al raggiungimento dei 35 anni d'età).

Inoltre la dichiarazione Iva autonoma a far data dall'anno di imposta 2015, prevista sempre nella legge di

Stabilità 2015, rinvia il suo debutto all'anno di imposta 2016, dichiarazioni 2017. Sono queste alcune delle

novità previste dagli emendamenti inseriti in commissione bilancio della camera e affari costituzionali al

decreto legge mille proroghe, che è stato esaminato ieri dall'aula e su cui arriva la richiesta di fi ducia da parte

del governo. Ritorna la reintegrazione al 70% per tutto il 2015 per i contratti di solidarietà dando la

precedenza a quelli stipulati nell'anno 2014. Sul fronte fi scale una altra novità in arrivo riguarda la

collaborazione dei comuni ai risultati della lotta all'evasione. La possibilità di trattenere nelle casse comunali il

100% di quanto recuperato rimane fi no al 2017. Novità anche per il registro del sistri le cui sanzioni si

applicheranno a far data dal primo aprile prossimo. Infi ne per i partiti politici arriva una proroga alla

preparazione e compilazione del rendiconto. Avranno tempo fi no al 31/1/2015.

Milleproroghe: le novità degli emendamenti Voluntary disclosure Rateazioni Equitalia Partite Iva Imposta

municipale secondaria Contratti di solidarietà Sicurezza antincendio Patto di stabilità nelle regioni Regime dei

minimi Fondo di garanzia Dichiarazione Iva in forma autonoma Requisiti dei centri di assistenza fi scale Caf

Esame di stato per avvocati Cervelli in fuga Prorogate fi no al 31 dicembre 2017 le agevolazioni fi scali per il

rientro dei ricercatori esteri Partecipazione dei comuni alla lotta all'evasione L'esame di stato per la

professione di avvocato si terrà con le vecchie norme per altri quattro anni Per i capitali detenuti in paesi

black list che fi rmeranno entro il 2 marzo 2015 accordi di collaborazione fi scale con l'Italia, le sanzioni sul

monitoraggio fi scale (quadro Rw) seguiranno gli stessi termini dell'accertamento. Si pagherà dunque su

cinque anni e non più su dieci Riaperti i termini per la rateazione delle cartelle Equitalia: potranno richiederla

anche i contribuenti già decaduti dal benefi cio della dilazione prima del 31 dicembre 2014. Richieste entro il

31 luglio 2015 In deroga alle disposizioni della legge n. 190/2014, viene prorogata a tutto il 2015 la facoltà di

optare per il vecchio regime dei minimi previsto dal dl n. 98/2011 (ricavi massimi pari a 30 mila euro annui e

imposta sostitutiva al 5%) Slitta di un anno l'avvio della dichiarazione Iva autonoma introdotta in legge di

Stabilità 2015. Se ne riparlerà a partire dall'anno di imposta 2016, cioè dalle dichiarazioni presentate nel 2017

Slitta al 2016 l'introduzione dell'imposta comunale che dovrà sostituire la tassa o il canone per l'occupazione

di spazi ed aree pubbliche (Tosap/Cosap), l'imposta comunale sulla pubblicità e i diritti sulle pubbliche affi

ssioni Per l'anno 2014 sono valide le delibere comunali in materia di tassa rifi uti (Tari) adottate entro il 30

novembre 2014, in deroga alla scadenza ordinaria. I comuni che non hanno deliberato entro tale data

procedono alla riscossione della Tari sulla base delle tariffe 2013. Le eventuali differenze tra il gettito

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Page 55: Ordine dei Farmacisti di Salerno

acquisito secondo le previgenti tariffe e il costo del servizio saranno recuperate nel 2015 Niente sanzioni per

le regioni che non hanno rispettato il Patto di Stabilità interno anche nel 2014, incluse quelle che hanno

destinato al pagamento dei debiti commerciali verso privati una quota dell'obiettivo del patto di stabilità

superiore al 50% dello stesso I criteri richiesti ai Caf per ottenere l'autorizzazione all'invio della dichiarazione

precompilata si applicano con riferimento al triennio 2016-2018 Anche nel triennio 2015-2017 ai comuni sarà

riconosciuto il 100% delle maggiori somme accertate e riscosse dall'Agenzia delle entrate a seguito delle

segnalazioni qualifi cate anti-evasione inoltrate dai municipi Bloccato l'aumento contributivo per le partite Iva

senza cassa. Per i lavoratori iscritti alla gestione separata Inps l'aliquota contributiva sarà del 27% anche per

il 2015, del 28% per il 2016 e del 29% per il 2017 Fonti rinnovabili Libretto di centrale per gli impianti termici

civili prorogato fi no al 31 dicembre 2015 Province e città metropolitane I contributi da versare entro il 30

aprile dovranno essere versati entro il31 maggio Agenzie fi scali Le procedure per il concorso dei dirigenti

delle agenzie fi scali è prorogato al 31/12/2015 Tirocinanti della giustizia Fissata al 30 aprile 2015 la data di

conclusione dei periodi di perfezionamento concessi a coloro che avevano già completato un tirocinio

formativo presso gli uffi ci giudiziari Partiti politici accesso al 2 per mille Il rendiconto dei partiti politici potrà

essere presentato al 31 gennaio 2015 Ritorna la reintegrazione al 70% per tutto il 2015 per i contratti di

solidarietà dando la precedenza a quelli stipulati nell'anno 2014. I paletti sul fondo di garanzia per le pmi non

si applicano fi no al 31 dicembre 2015. Sono fatte salve le garanzie eventualmente concesse L'istanza sulla

sicurezza antincendio dovrà essere predisposta entro il 7 ottobre 2016 e si applica a enti e privati interessati

entro 8 mesi dalla data di entrata in vigore del mille proroghe Beni culturali I comuni che vogliono presentare

progetti per il turismo hanno tempo fi no a settembre 2015 Assegni ricerca La durata complessiva dei rapporti

di lavoro è prorogata di due anni Farmacie Ad esclusioni delle sedi oggetto di concorso straordinario l'effi

cacia dei requisiti della titolarità della farmacia è differita al 31 dicembre 2016. Fino a tale data è richiesta

l'iscrizione all'albo farmacisti Gare Gli anticipi contrattuali negli appalti della p.a. salgono al 20% Smaltimento

rifi uti Proroga fi no al 31 dicembre 2015 del divieto di smaltimento dei rifi uti Sanzioni Sistri Le sanzioni

relative al Sistri si applicheranno a decorrere dal 1° aprile 2015 Concessioni fi nanziamenti Gli erogatori di

piccoli prestiti possono continuare a concedere fi nanziamenti senza essere iscritti all'albo fi no al 31

dicembre 2018 «Mini-proroga» per 4 mesi del blocco degli sfratti Il giudice può disporre la sospensione

dell'esecuzione» dello sfratto «fi no al centoventesimo giorno dall'entrata in vigore della legge di

conversione», per consentire il «passaggio da casa a casa».

Foto: Il decreto sul sito www.italiaoggi.it/ documenti

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Page 56: Ordine dei Farmacisti di Salerno

pharma Dompé, una finestra digitale sulla biofarmacia italiana La struttura ha lanciato il proprio canale YouTube, operazione che fa seguito a quella avvenuta nel 2014 deisuoi due portali, Dompe.com e Dompetrials.com Va bene spiegarsi, discutere, lasciare correre la lingua, inventare salti mortali dialettici. poi però arriva il video

risolutore e non ce n'è per nessuno. dompé, ha annusato l'aria e si è costruito il suo canale Youtube. e così,

la celebre azienda biofarmaceutica italiana, dopo il lancio dei portali dompe.com e dompetrials.com nel 2014,

sceglie di proseguire il percorso verso l'innovazione sul web inaugurando una vera e propria finestra digitale

sulla realtà aziendale. la scelta della piattaforma di social video più utilizzata al mondo (conta oggi un miliardo

di utenti unici al mese) non è casuale: secondo cisco, il traffico video su rete globale raggiungerà il 69 per

cento entro il 2018, e Youtube è già il secondo motore di ricerca più utilizzato e il terzo sito più visitato al

mondo, dopo google e facebook. sul canale, una serie di playlist hanno il compito di guidare l'utente

garantendo l'estrema fruibilità dei contenuti video, suddivisi in base ai diversi ambiti di attività. con il lancio del

nostro canale su Youtube abbiamo voluto dare un altro segnale forte della nostra presenza sul campo

dell'innovazione digitale, a livello globale", spiega eugenio aringhieri, a.d. dell'azienda.

18/02/2015 23Pag. DailyNet(diffusione:15000, tiratura:15000)

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/02/2015 56

Page 57: Ordine dei Farmacisti di Salerno

IL TESTO APPROVATO IN COMMISSIONE Milleproroghe, graziate tv e partite Iva CONGELATA LA RIFORMA DEI MINIMI, SFRATTI RIMANDATI tonomi, che prevede l'ampliamento dello scaglione minimo a 20mila euro per l'adesione ai minimi (ma con

l'aliquota al 15 per cento) e la facoltà per alcune partite Iva (sicuramente i pensionati) di decidere se pagare o

meno i contributi previdenziali sui redditi più bassi. Si è detto non poco soddisfatto il presidente dell'Istituto

nazionale tributaristi (Int) e vicepresidente vicario di Confassociazioni, Riccardo Alemanno. «Ha vinto», ha

detto, «una protesta civile 2.0, perché la rete ha evidenziato e dato il giusto risalto anche in termini numerici

di quanti cittadini erano colpiti dall'aumento dell'aliquota della gestione separata e dal penalizzante nuovo

regime dei minimi forfetizzati». Tutto questo è avvenuto in una giornata altamente surreale, come quella che

ieri ha visto l'approvazione del Milleproroghe in commissione Affari istituzionali e Bilancio. Se dalla scorsa

settimana le opposizioni di Forza Italia e Cinquestelle avevano provato a rallentare il provvedimento in ogni

modo con il loro "Aventino", nella notte tra ieri e lunedì si è registrata una seduta fiume e molto produttiva in

commissione. E proprio la minoranza si è data più da fare per sistemare tutte le pendenze ancora aperte. In

serata poi il governo ha ottenuto la chiusura anticipata della discussione in Aula, prologo della richiesta di

fiducia a Montecitorio, anche perché il testo deve essere approvato in via definitiva al Senato entro il 3 marzo.

Nel testo sono entrati il rifinanziamento del fondo per le Pmi, la possibilità per gli imprenditori dell'Emilia colpiti

dal Sisma di rimborsare con più tempo i mutui per ristrutturare i loro capannoni e, soprattutto, la moratoria

sulle rateizzazioni dei tributi pregressi con Equitalia e una proroga di quattro mesi sugli sfratti. Su quest'ultimo

provvedimento il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi ha fatto sapere che «saranno agevolate le

categorie più deboli». Molto critica invece la Cgil. «La mini proroga di quattro mesi del blocco degli sfratti per

le famiglie svantaggiate», si fa sapere da Corso d'Italia, «non è una risposta adeguata all'emergenza abitativa

che migliaia di persone vivono nel nostro Paese. Occorre sospendere le esecuzioni fino al passaggio da casa

a casa: solo così il governo dimostrerà di non voler mettere in strada anziani, malati terminali, nuclei con

minori e portatori di handicap». In conclusione, «rimandare di quattro mesi l'attuazione degli sfratti sarebbe

assolutamente insufficiente anche per attuare quei provvedimenti che, secondo l'esecutivo, potrebbero

risolvere il problema alle famiglie che dal primo gennaio scorso non possono più usufruire della proroga del

blocco». Cassato l'aumento dei canoni sulle frequenze deciso in un primo momento per Rai e Mediaset.

Hanno di che gongolare i farmacisti, dopo che il governo ha annunciato nel piano per la concorrenza la

volontà di liberalizzare anche i farmaci con ricetta. Alla Camera è passato un emendamento del Pd, che

congela per due anni i requisiti per il trasferimento della titolarità delle farmacie. In questo modo resterebbe

ancora in piedi il sistema di vendita delle licenze, mortificando le aspettative dei diecimila farmacisti che

stanno partecipando al concorsone per l'apertura di 2600 nuove sedi. Polemiche anche per la norma che

prevede il pagamento di sanzioni per le Regioni che hanno sforato il Patto di Stabilità interno. Pac atteo Renzi

l'aveva bollato - via Twitter - come un clamoroso autogol. Gli emendamenti al Milleproroghe passato ieri in

commissione alla Camera con i voti di Ncd e Cinquestelle avallati dal governo hanno corretto la misura che

più aveva creato sconcerto nell'ultima manovra: l'aumento dell'aliquota fiscale (dal 5 al 15 per cento) e quella

previdenziale (dal 27 al 31) per gli autonomi con reddito entro i 15mila euro che aderiscono al regime dei

minimi. Gli emendamenti congelano tutte le modifiche al regime precedente fino alla fine del 2015. Ma già

domani in Consiglio dei ministri potrebbe arrivare un provvedimento più generale di riforma per gli au-

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bellezza QUAL E' IL TUO FONDATINTA IDEALE? Ti piace l'effetto pelle nuda o cerchi un trucco sofisticato. Hai problemi di allergie o vuoi nascondere qualcheimperfezione. mini guida per azzeccare la base perfetta valeria colaveccHio scrivile a [email protected] lCom'è «Ha una consistenza acquosa, simile a un siero e per questo si fonde subito con la pelle» spiega

barbara Del Sarto, make up artist. In genere contiene siliconi che mimetizzano all'istante i pori e rendono la

superficie liscia e levigata. I plus «Regala un look nude: il viso sembra senza trucco. ed è così leggero che al

tatto non si sente: ideale se non ami la sensazione coprente del classico fondotinta» dice l'esperta. «In più, si

stende bene anche con i polpastrelli, come una crema». Non fa per te se Hai la pelle secca, perché è privo di

elementi idratanti. e se devi nascondere difetti e discromie. fluido «Versatile perché la sua formula permette

di rispondere a ogni esigenza: può essere idratante, riequilibrante, antiage, liftante» spiega Simone belli,

make up artist l'Oréal Paris. «è anche modulabile. Vuoi una maggiore copertura? Picchiettalo con una

spugnetta inumidita di acqua di rose. Utilizza invece il pennello per un risultato più discreto». I plus «Si stende

con facilità e garantisce un aspetto impeccabile, senza appesantire troppo i lineamenti» spiega l'esperto. Non

fa per te se Hai una pelle molto segnata. In questo caso è meglio puntare su prodotti più corposi, come i

fondotinta in crema che racchiudono un'alta percentuale di attivi nutrienti e liftanti. polvere Com'è «Ha una

formula composta unicamente da minerali naturali, senza conservanti o coloranti artificiali e per questo è

indicata anche a chi soffre di allergie» dice Mario De Luigi, beauty designer. Ma il risultato? Un finish leggero,

naturale e trasparente. «Per l'applicazione ci vuole un pennello a setole corte e a falda larga, detto kabuki.

Utilizzalo con ampi movimenti circolari, partendo dal centro del viso verso l'esterno». I plus è un prodotto

"green" e puoi trovarlo certificato bio al cento per cento. Dona un look acqua e sapone. Non fa per te se «Hai

bisogno di coprire brufoli e rossori o non hai manualità con il pennello: il rischio "faccia polverosa" è in

agguato» consiglia l'esperto. compatto Com'è «In polvere o in crema» spiega Del Sarto. «Il primo è

consigliato alle pelli miste e oleose per la capacità assorbente. Il secondo, realizzato senz'acqua, ha un

ottimo potere coprente ed è quindi indicato per il camouflage, cioè per nascondere discromie evidenti o

angiomi». I plus è molto pratico da tenere in borsa per i ritocchi. Per una stesura più leggera, al posto della

spugnetta, usa il pennello. Non fa per te se «Hai la pelle secca o segnata perché tende a evidenziare aridità e

rughette» spiega l'esperta. stick Com'è «Ha la consistenza di un rossetto, un potere coprente medio-alto e

una formula cremosa perfetta per le pelli più aride» spiega De Luigi. «Aiuta a realizzare make up sofisticati:

basta scegliere due nuance, una più chiara e una più scura, da utilizzare per creare giochi di luce e ombre

che scolpiscono l'ovale». I plus «è un "due in uno": fondotinta e correttore. Comodissimo per i ritocchi al volo

perché si applica direttamente sulla pelle. Ideale sotto gli occhi, nelle zone intorno al naso e alla bocca e per

minimizzare macchie rosse o scure» dice l'esperto. Non fa per te se Non ami un trucco evidente e non spendi

mai più di due minuti allo specchio: lo stick va steso con cura per evitare l'effetto maschera. Corbis (3) -

Alamy

Foto: È adatto alle pelli miste e grasse il fondotinta minerale in polvere original di Bareminerals (31 euro, da

Sephora).

Foto: Ha una tenuta long lasting e una formula illuminate, Teint idéal di vichy (26,50 euro).

Foto: con estratti di tè bianco e semi di moringa True radiance di clarins (39 euro) protegge la pelle dallo

smog.

Foto: diorskin nude air Sérum de Teint di dior (51,07 euro) rende la pelle perfetta senza appesantirla.

Foto: like a doll di Pupa (19,90 euro) ha una texture impercettibile e leggera.

Foto: Halo Hydrating Perfecting Powder di Smashbox (39 euro) si può applicare anche sopra la BB cream.

Newskin di Deborah (17 euro) è arricchito con attivi idratanti e antiossidanti. Cremoso e coprente, Fondotinta

in Stick Multifunzione di Bottega Verde (17,99 euro) è ideale anche per ritoccare il make up. Cocoa Powder

18/02/2015 80Pag. Donna Moderna - Ed. n.9 - 24 febbraio 2015(diffusione:457978, tiratura:556329)

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Page 59: Ordine dei Farmacisti di Salerno

Foundation di Too Faced (32,90 euro, da Sephora) corregge i pori dilatati e assicura una lunga tenuta. Il

fondotinta stick Defence Color Cover di Bionike (24 euro, in farmacia) nasconde tutte le discromie.

18/02/2015 80Pag. Donna Moderna - Ed. n.9 - 24 febbraio 2015(diffusione:457978, tiratura:556329)

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beLLezza ho detto AddIo ALLe macchie Una lettrice ha provato il trattamento laser. Nel bilancio della sua esperienza ci sono molti pro. E qualchecontro testo raccolto da LaUra d'orsi scrivile a dmbellezza@mondadori. Il "baffo" proprio no, non lo tolleravo. Quell'ombra marroncina sopra il labbro che mi si era formata durante la

gravidanza ed era rimasta intatta a distanza di mesi dal parto, mi stava ossessionando. «Ma non si vede»

continuava a ripetermi mio marito. Invece io la notavo eccome, persino sotto al fondotinta. E così, a un certo

punto, ho deciso che dovevo sbarazzarmene. Il consiglio medico «Melasma» sentenzia il dermatologo alla

prima visita. Colpa degli ormoni che hanno alterato la produzione di melanina. «In realtà non è molto esteso

sotto al naso» mi dice il dottore osservando le macchie attraverso un apparecchio che, come una lente

potentissima, mostra sullo schermo del computer il mio viso ingrandito fino al dettaglio. «Casomai, è più

evidente sugli zigomi». Vero. Ma la pelle segnata in quell'area mi disturbava poco: sembrava semplicemente

lentigginosa. A questo punto, lo specialista mi propone un trattamento laser su tutto il viso: dieci sedute a

distanza di una settimana l'una dall'altra. Un bell'impegno, anche economico (ogni trattamento costa 300

euro), ma sono talmente determinata che decido per il sì. Prima di congedarmi, il medico mi consegna la

ricetta di una crema da far preparare al farmacista perché non si trova in vendita. La devo mettere tutte le

sere, ad eccezione di quella che precede e di quella che segue la seduta con il laser. La crema su misura

Acido retinoico, idrochinone, idrocortisone. Sono per lo più sostanze esfolianti, mi spiega il farmacista mentre

mi consegna la preparazione galenica. La applico diligentemente e dopo qualche giorno noto che le macchie

si stanno notevolmente schiarendo. Il dermatologo me lo aveva detto: se il trattamento con il laser mi fosse

sembrato troppo lungo e oneroso, potevo farmi bastare la crema. Ora che vedo l'effetto sono tentata. Però se

voglio cancellare il melasma, la crema non è sufficiente, non va abbastanza in profondità. Decido di

proseguire e dopo una decina di giorni sono sul lettino pronta per la prima seduta. Il dolore imprevisto L'

"arma" che sconfiggerà il mio nemico si chiama Q-swiched 1064, utilizzato a bassa intensità. E meno male,

perché appena mi viene passato sul viso il manipolo, avverto una sensazione molto forte di bruciore.

Pensavo fosse un trattamento soft, invece per me è doloroso. Per fortuna dura al massimo 15 minuti. Il

dottore si sorprende della mia reazione. Dice che di solito il fastidio è sopportabile. Mi propone di abbassare

l'intensità del laser nella prossima seduta, anche se questo ne diminuirà l'effetto. Poi mi dà del ghiaccio da

applicare sul viso per disinfiammare la pelle. Prima di uscire, mi applica una pomata antibiotica e una

protezione solare 50+. Da questo momento in poi, mi raccomanda, dovrò usarla sempre, anche se fuori

piove. Il risultato rapido Esco dall'ambulatorio con il volto molto arrossato, quasi gonfio, e scappo a casa.

Potrei restare così fino al giorno dopo, mi avvisa il medico. Passate poche ore, invece, la situazione inizia a

normalizzarsi. A sera non si vede più nulla. Mi sono allarmata troppo e la volta successiva stringo i denti, e

già mi sembra di avvertire meno bruciore. La pelle inizia a desquamarsi, ma non in maniera eccessiva o

antiestetica e le macchie stanno svanendo. Fatte tre sedute, noto che la cute è più sensibile, e si arrossa

facilmente. È normale, si sta assottigliando. Mi osservo dopo il sesto trattamento: non c'è più traccia di "baffi".

Così decido di interrompere in anticipo le sedute. So che forse sbaglio ma, pensando anche al lato

economico, il risultato ottenuto mi soddisfa in pieno. La lezione preziosa Il dermatologo è stato chiaro: poiché

la causa è ormonale, le macchie non si eliminano definitivamente. E se ci si espone al sole, si ripresentano. Il

trattamento sarebbe da completare e ripetere nel tempo. A distanza di tre mesi il melasma è riaffiorato. Però

ho imparato una regola fondamentale: devo mettere la protezione solare 50+ tutti i giorni, anche d'inverno.

Con la crema, spero di riuscire a tenerlo sotto controllo. Gli effetti collaterali La terapia mi ha riservato una

sorpresa piacevole, anzi due. La leggera peluria sopra il labbro è definitivamente sparita. E la pelle non solo

si è schiarita e uniformata ma si è anche rassodata con un effetto di ringiovanimento notevole: mio marito se

n'è accorto subito. Anche per questo, se le macchie si ripresenteranno in modo evidente, non escludo di

18/02/2015 82Pag. Donna Moderna - Ed. n.9 - 24 febbraio 2015(diffusione:457978, tiratura:556329)

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Page 61: Ordine dei Farmacisti di Salerno

ricorrere di nuovo al laser. Trunk / Contrasto

i rimedi soft nella lotta alle macchie si può contare su due novità. «La prima è un integratore alimentare,

composto da vitamine e fitoestratti ad azione schiarente, come l'arbutina e il gelso bianco» spiega la

dermatologa magda Belmontesi. Completa la formula di white7 (questo il nome del prodotto), un mix di

antiossidanti che aiutano a proteggere dai danni del sole. Se ne prende una compressa al giorno per cicli di

due-tre mesi. La seconda novità è il gel schiarente makula (in farmacia), che non ha azione

fotosensibilizzante e per questo può essere usato anche di giorno. Contiene sostanze che agiscono in

sinergia: sodio esafosfato e niacina ad azione schiarente, più destrano, che potenzia le prime due. Sopra il

gel, che si assorbe subito, ci vuole un elevato fattore di protezione.

1. BB Cream+anti-macchia di Pupa (17 euro) combina make up e skin care: oltre a cammuffare le macchie,

le previene. 2. anti-Spot Serum di Shiseido (82 euro) ha un mix di attivi che agisce sulle cellule pigmentate

come un laser. 3. Comfort Zone absolute Pearl milk (28 euro) è un latte detergente schiarente. 4. defence B-

Lucent drop-on-Focus di Bionike (17,75) è un gel da usare di sera. 5. Pigmentaclar Soin Correcteur

réuniformisant di La roche Posay (26,23 euro) illumina l'incarnato, combatte i segni scuri e protegge dallo

smog.

18/02/2015 82Pag. Donna Moderna - Ed. n.9 - 24 febbraio 2015(diffusione:457978, tiratura:556329)

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Page 62: Ordine dei Farmacisti di Salerno

dm in forma arriva la medicina a piccole dosi Utilizza ormoni e principi attivi a basse concentrazioni. e, grazie alle nuove tecniche, funziona senza dareeffetti collaterali roSSana caVaGLIerI scrivile a [email protected] Meno è, meglio è. È questo il principio della low dose medicine (medicina dei bassi dosaggi) un campo di

ricerca assolutamente nuovo che ha portato in farmacia una serie di rimedi in grado di guarire malattie e

disturbi con un basso dosaggio. Come si ottengono i farmaCi? «Con le tecniche di bioingegneria si creano in

laboratorio le stesse sostanze, per esempio ormoni e citochine, che il nostro corpo produce per regolare i

meccanismi fondamentali della salute, dal sistema immunitario, a quello endocrino o nervoso» spiega Marco

Del Prete, medico e vicepresidente dell'Associazione medica italiana di omotossicologia. «Queste molecole

sono conosciute anche dalla medicina ufficiale, che le utilizza nei farmaci usati per alcune terapie, ad

esempio contro il cancro. è che in questo caso vengono utilizzate a concentrazioni molto basse, le stesse che

si trovano nell'organismo». e principi attivi vengono sottoposti a tecniche di dinamizzazione tipo quelle dell'

omeopatia. Quali sono i vantaggi? Un'azione più mirata e nessun effetto collaterale. E la possibilità di

affiancarle alle cure tradizionali potenziandone l'azione. La validità dei nuovi medicinali è confermata dalle

ricerche scientifiche. Fra queste, quella pubblicata sulla rivista Pulmunary ha dimostrato che nell'asma le

citochine low dose sono risolutive quanto i farmaci normalmente prescritti ad alte dosi. E non danno i loro

effetti indesiderati. Vediamo, allora, per quali altri disturbi i nuovi farmaci sono efficaci. Getty Per contattare

un medico esperto in medicinali low dose clicca su www.medibio.it oppure chiama l'800385014. Per le

malattie autoimmuni Hai dolori dappertutto ma i medici spesso non riescono a venirne a capo. «malattie

come la fibromialgia e la poliartrite sono causate da uno squilibrio del sistema immunitario che aggredisce i

tessuti» spiega Del Prete. « l'infiammazione si può tenere sotto controllo efficacemente con cicli di

interleukina 10 e 4, in gocce sublinguali per 6-10 settimane. Durante le fasi acute, invece, si interviene con

anticorpi low dose come l'anti interleukina 1. Questa terapia, abbinata ad altre cure, per esempio per

riequilibrare l'intestino, dà i primi risultati già dopo un paio di settimane». Per le infezioni ricorrenti Se passi

l'inverno tra continue bronchiti e raffreddori, la medicina low dose ti può aiutare. « anche in questo caso si

usano citochine per regolare la risposta immunitaria, rafforzandola nei confronti di virus e batteri» afferma Del

Prete. La terapia si basa su un pool di citochine in granuli (Citomix): se ne prendono 3-5 al giorno come

prevenzione per almeno due mesi oppure 10 due volte al giorno nella fase acuta. funziona anche con i

bambini, ma a dosi dimezzate. Per i disturbi del ciclo Bastano pochi nanogrammi di ormoni come

betaestradiolo e progesterone per far funzionare il ciclo dall'inizio alla fine. « gli stessi rimedi si possono usare

nella terapia low dose di amenorree da stress, disturbi mestruali, sindrome dell'ovaio policistico, fino ai

problemi di fertilità » spiega l'esperto. La terapia ormonale low dose va seguita sotto controllo medico e

continuata per almeno 3 mesi.

18/02/2015 100Pag. Donna Moderna - Ed. n.9 - 24 febbraio 2015(diffusione:457978, tiratura:556329)

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Page 63: Ordine dei Farmacisti di Salerno

Così i nuovi «Livelli» ridisegnano i servizi Così i nuovi «Livelli» ridisegnano i servizi RELAZIONE ILLUSTRATIVA In attuazione di quanto previsto dall'Intesa Stato-Regioni del 10 luglio 2014

concernente un nuovo «Patto sulla salute», è stato predisposto il presente schema di decreto del Presidente

del Consiglio dei ministri, integralmente sostitutivo del Dpcm 29 novembre 2001 recante «Definizione dei

Livelli essenziali di assistenza». Le caratteristiche principali del provvedimento sono: 1. Il provvedimento è

integralmente sostitutivo del Dpcm 29 novembre 2001 e di numerosi altri provvedimenti attualmente in vigore.

Mentre il precedente decreto aveva un carattere sostanzialmente ricognitivo e si limitava, per la maggior

parte dei sottolivelli, a una descrizione generica, rinviando agli atti normativi vigenti alla data della sua

emanazione, l'attuale provvedimento ha carattere effettivamente costitutivo, proponendosi come la fonte

primaria per la definizione delle «attività, dei servizi e delle prestazioni» garantite ai cittadini con le risorse

pubbliche messe a disposizione del Servizio sanitario nazionale. Per le aree specifiche in cui le prestazioni

erogabili sono elencate in "liste" o "Nomenclatori" (specialistica ambulatoriale, assistenza protesica) i nuovi

Nomenclatori sono inclusi nel provvedimento (in specifici allegati), ed esauriscono la relativa disciplina. Il

rinvio a «quanto previsto dalla normativa vigente» rimane, transitoriamente, solo per alcune aree marginali

(prodotti dietetici ecc.). 2. Sempre per quanto riguarda le liste di prestazioni, i nuovi Nomenclatori presentano

caratteri di forte novità, includendo prestazioni tecnologicamente avanzate ed escludendo prestazioni ormai

obsolete. In particolare, per la specialistica ambulatoriale si è tenuto conto del fatto che numerose procedure

diagnostiche e terapeutiche che nel 1996 avevano carattere quasi "spe#ri#men#tale" ovvero erano eseguibili

in sicurezza solo in regime di ricovero, oggi sono entrate nella pratica clinica corrente e possono essere

erogate in ambito ambulatoriale. Allo stesso modo, per quanto riguarda l'assistenza protesica, sono stati

inseriti tra le protesi o gli ausili erogabili, sia pure nel rispetto delle compatibilità economiche complessive,

numerosi dispositivi tecnologicamente avanzati, di fondamentale importanza per garantire l'autonomia dei

soggetti disabili (si pensi ai supporti informatici per le persone con capacità comunicative molto ridotte). 3.

Nella stesura del Nomenclatore dell'assistenza specialistica ambulatoriale è stata dedicata una particolare

attenzione all'appropriatezza clinica; per numerose prestazioni, in particolare nel settore della diagnostica per

immagini e nel laboratorio, sono state individuate "indicazioni prioritarie" utili a orientare l'attività prescrittiva

dei medici verso un utilizzo appropriato delle stesse; per un numero più ridotto di prestazioni sono state

individuate "condizioni di erogabilità", (analoghe alle Note Aifa) di carattere vincolante ai fini dell'inclusione nei

Lea; è stato introdotto l'obbligo per il medico prescrittore di riportare sulla ricetta la diagnosi o il sospetto

diagnostico. 4. Nelle aree in cui non sono disponibili o proponibili liste chiuse di prestazioni, lo sforzo si è

concentrato nella declinazione delle aree di attività incluse nell'area; sono questi i casi della «prevenzione

collettiva in ambienti di vita e di lavoro» e dell'assistenza distrettuale, in particolare per quanto riguarda

l'assistenza socio-sanitaria. La scelta di evitare, per quanto possibile, il rinvio «alla normativa vigente», ha

imposto di ricavare da tale normativa le specifiche attività e prestazioni di competenza dei rispettivi servizi

(Dipartimenti di prevenzione, Consultori familiari, Sert, Dipartimenti di salute mentale, Servizi di riabilitazione

ecc.) e di riportarle nel testo, sia pure senza carattere di esaustività. Lo schema di provvedimento, dunque,

non introduce nessun ampliamento sostanziale dei Lea, ma si limita a descrivere con maggiore dettaglio e

precisione prestazioni e attività già oggi incluse nei livelli. Per l'area socio-sanitaria, in particolare, si è ritenuto

necessario individuare e descrivere le diverse tipologie di assistenza caratterizzate da diversi livelli di

complessità e impegno assistenziale. Così, l'assistenza domiciliare integrata ai malati cronici non

autosufficienti è stata declinata in 4 livelli di progressiva intensità, (dalle cure domiciliari di "livello base" alle

cure domiciliari a elevata intensità, che sostituiscono la cd. "Ospedalizza#zione domiciliare") e,

analogamente, l'assistenza residenziale ai medesimi pazienti è stata articolata in 3 tipologie in funzione delle

caratteristiche delle strutture e della disponibilità del personale necessario per fornire: trattamenti specialistici

17/02/2015 6Pag. Il Sole 24 Ore Sanità(tiratura:40000)

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/02/2015 63

Page 64: Ordine dei Farmacisti di Salerno

«di supporto alle funzioni vitali», trattamenti "estensivi" di cura, recupero e mantenimento funzionale,

trattamenti estensivi riabilitativi ai soggetti con demenza senile, trattamenti di lungoassistenza. Per ciascuna

area dell'assistenza socio-sanitaria, sono state riportate, senza alcuna modifica, le previsioni dell'Allegato 1C

al Dpcm (e dell'Atto di indirizzo e coordinamento del 14 febbraio 2001) relative alla ripartizione degli oneri tra

il Ssn e il Comune/utente. 5. Si è inteso dedicare una particolare attenzione al tema dell'appropriatezza

organizzativa, anche per dare attuazione alle specifiche previsioni della legge finanziaria. Per questo fine si

propone: a) un aggiornamento della lista dei 43 Drg «potenzialmente inappropriati» in regime di ricovero

ordinario, con l'inclusione degli ulteriori 66 Drg già individuati dall'allegato B) al Patto per la salute 2010-2012,

per i quali le Regioni dovranno fissare le percentuali di ricoveri effettuabili appropriatamente e le misure volte

a disincentivare i ricoveri inappropriati; b) la lista di procedure trasferibili dal regime di ricovero diurno

chirurgico (day surgery) al regime ambulatoriale, già individuate dall'allegato A) al Patto per la salute 2010-

2012, per le quali, analogamente a quanto previsto per i Drg, le Regioni dovranno individuare percentuali di

ricoveri appropriate e misure disincentivanti. Per inciso, la logica di individuazione delle procedure da

trasferire è quella del "pacchetto" che comprende, in un unica prestazione, le procedure pre e post intervento

(visite, accertamenti diagnostici, controlli ecc.); c) l'esplicitazione dei criteri di appropriatezza per tutti i regimi

di ricovero. 6. Si è provveduto all'aggiornamento degli elenchi delle malattie croniche e delle malattie rare che

danno diritto all'esenzione dalla partecipazione alla spesa, con l'introduzione di nuove patologie alle quali si

ritiene di dover garantire particolare tutela ma, contemporaneamente, con la revisione delle specifiche

prestazioni erogabili, alla luce del parere delle Società scientifiche e dell'esperienza maturata in questi anni di

applicazione dei decreti ministeriali n. 329/1999 e 297/2001. Il risultato finale si caratterizza per un più elevato

livello di attenzione a condizioni particolarmente gravi e per una maggiore appropriatezza clinica, a costi

sostanzialmente invariati per il Ssn. 7. Si è provveduto all'aggiornamento del decreto ministeriale 10

settembre 1998 recante «Protocolli di accesso agli esami di laboratorio e di diagnostica strumentale per le

donne in stato di gravidanza e a tutela della maternità» alla luce delle più recenti evidenze scientifiche e in

sintonia con le più recenti Linee guida sulla gravidanza fisiologica. 8. Si è inteso valorizzare il lavoro dei

numerosissimi gruppi interistituzionali (ministero/Assr/Regioni) che nel corso degli ultimi anni hanno lavorato

sui temi attinenti alla definizione dei Lea, per garantire la traduzione operativa degli elaborati prodotti nelle

diverse sedi. In particolare, sono stati assunti nel provvedimento i documenti della Commissione nazionale

Lea, dei "Mattoni del Ssn" (Prevenzione collettiva, Specialistica ambulatoriale, Residenziale e

semiresidenziale, Appropriatezza), del Tavolo interregionale sulle malattie rare, dei gruppi di lavoro per

l'aggiornamento delle malattie croniche esenti, dei Gruppi di lavoro costituiti con la partecipazione di Agenas

e delle Regioni a seguito dell'approvazione del nuovo Patto per la salute. Si illustrano brevemente di seguito i

contenuti dello schema. Lo schema di provvedimento è articolato in 6 Capi: il Capo I identifica i tre livelli

essenziali della «Prevenzione collettiva e sanità pubblica», della «Assistenza distrettuale» e della

«Assistenza ospedaliera», ciascuno dei quali si articola in "attività, servizi e prestazioni"; il Capo II è dedicato

al livello della «Prevenzione collettiva e sanità pubblica»; il Capo III è dedicato all' «Assistenza distrettuale»; il

Capo IV è dedicato alla «Assistenza sociosanitaria»; il Capo V è dedicato al livello della «Assistenza

ospedaliera»; il Capo VI è dedicato all'assistenza specifica a particolari categorie di assistiti. CAPO II

Prevenzione collettiva e sanità pubblica Si segnala, preliminarmente, la modifica della denominazione di tale

livello, attualmente definito come «Assistenza sanitaria collettiva in ambienti di vita e di lavoro». Si è ritenuto,

infatti, che la nuova denominazione potesse rendere più chiara la fisionomia dell'attività, e in particolare:

indicare la missione del livello cioè la salute della collettività; affermare il principio di prevenzione, secondo il

quale i servizi di questo livello privilegiano gli interventi volti a evitare l'insorgenza delle malattie nella

collettività, affiancando sinergicamente gli interventi di prevenzione individuale o clinica attuati in tutti gli altri

livelli di assistenza e in particolare dai medici e dai pediatri di base. a) Le principali attività descritte in questo

livello sono: b) sorveglianza, prevenzione e controllo delle malattie infettive e parassitarie, inclusi i programmi

vaccinali; c) tutela della salute e della sicurezza degli ambienti aperti e confinati; d) sorveglianza, prevenzione

17/02/2015 6Pag. Il Sole 24 Ore Sanità(tiratura:40000)

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/02/2015 64

Page 65: Ordine dei Farmacisti di Salerno

e tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro; e) salute animale e igiene urbana veterinaria; f) sicurezza

alimentare - tutela della salute dei consumatori; g) sorveglianza e prevenzione delle malattie croniche, inclusi

la promozione di stili di vita sani e i programmi organizzati di screening; sorveglianza e prevenzione

nutrizionale; h) attività medico-legali per finalità pubbliche. Lo schema rinvia all'allegato 1 che elenca

puntualmente, per ciascuna attività, i programmi e le prestazioni garantiti dal Ssn. Il provvedimento non

contiene sostanziali novità rispetto alla previsione del Dpcm 2001, salvo una diversa aggregazione delle

attività, una maggiore specificazione dei programmi, una più accentuata attenzione alla «sorveglianza e

prevenzione primaria delle malattie croniche, inclusi gli stili di vita sani e i programmi organizzati di

screening». Tra le vaccinazioni sono inserite le vaccinazioni anti Pneumococco, anti Meningococco, anti

Varicella e anti Papillomavirus Umano (Hpv), limitatamente alle bambine nel 12° anno di vita, già previste dal

Piano nazionale della prevenzione vaccinale 2012 e dal Piano nazionale della prevenzione 2014-2018.

CAPO III Assistenza distrettuale Le principali attività descritte nel Capo III sono le seguenti: 1. assistenza

sanitaria di base, continuità assistenziale, assistenza ai turisti; 2. emergenza sanitaria territoriale; 3.

assistenza farmaceutica erogata attraverso le farmacie convenzionate ed erogata attraverso i servizi

territoriali e ospedalieri; 4. assistenza integrativa: erogazione di dispositivi medici monouso, di presìdi per

diabetici, di prodotti destinati a un'alimentazione particolare; 5. assistenza specialistica ambulatoriale; 6.

assistenza protesica; 7. assistenza termale. 1. Assistenza sanitaria di base, continuità assistenziale,

assistenza ai turisti Sono riportate le principali attività e prestazioni garantite agli assistiti dai medici di

medicina generale e dai pediatri convenzionati; non sono state introdotte innovazioni di rilievo rispetto a

quanto già oggi previsto dal Dpcm 29 novembre 2001 e dagli Accordi collettivi nazionali siglati con le

categorie interessate. 2. Emergenza sanitaria territoriale Anche per questa attività si è fatto riferimento alle

attività e prestazioni già garantite dal Ssn. 3. Assistenza farmaceutica L'attività è stata integrata con

l'assistenza farmaceutica erogata attraverso le farmacie territoriali delle Asl e delle Aziende ospedaliere ai

sensi della legge 405/2001, precedentemente non riportata dal Dpcm 2001. Sono specificate le garanzie in

materia di medicinali "generici" e di farmaci innovativi. 4. Assistenza integrativa Secondo quanto previsto

dalla legge finanziaria per il 2006, è stata trasferita in quest'ambito l'erogazione dei dispositivi medici

monouso (sacche per stomie, cateteri, ausili per incontinenza, medicazioni ecc.) attualmente inclusa

nell'assistenza protesica e disciplinata dal decreto ministeriale 27 agosto 1999, n. 332. Gli elenchi dei

dispositivi erogabili sono contenuti nell'allegato 2). Con una separata Intesa Stato-Regioni, da approvarsi

contestualmente all'intesa sul Dpcm, sono individuati i «Princìpi generali per l'erogazione dei dispositivi

medici monouso», che definiscono le modalità della prescrizione, l'autorizzazione da parte della Asl e le

modalità di acquisto dei dispositivi. In attesa dell'istituzione del Repertorio dei presìdi ortesici e protesici

erogabili a carico del Ssn, previsto dalla legge 23 dicembre 2005, n. 266, si conferma la vigente disciplina che

prevede l'acquisizione dei dispositivi monouso tramite procedure pubbliche di acquisto, ma l'Intesa attribuisce

alle Asl la facoltà di adottare modalità di fornitura diverse a parità di oneri. Si mantiene in quest'ambito anche

la fornitura di ausili per persone diabetiche (le tipologie di ausili erogabili sono, per la prima volta, elencati e

codificati nell'allegato 3) ma si conferma in capo alle Regioni la determinazione dei quantitativi erogabili e

delle modalità di erogazione. Si conferma, infine, la fornitura di prodotti dietetici alle persone con difetti

metabolici congeniti e fibrosi cistica, regolamentata da un decreto ministeriale dell'8 giugno 2001, la fornitura

di alimenti privi di glutine alle persone affette da celiachia e la fornitura di latte artificiale per i nati da madri

con infezione da Hiv/Aids. Si prevede che le Regioni provvedano alla fornitura gratuita di prodotti aproteici

alle persone affette da nefropatia cronica; tale previsione rappresenta il riconoscimento di quanto già oggi la

generalità delle Regioni garantisce ai propri assistiti attingendo a risorse proprie regionali. 5. Assistenza

specialistica ambulatoriale Lo schema rinvia al nuovo Nomenclatore delle prestazioni specialistiche

ambulatoriali (allegato 4) che sostituisce il Nomenclatore di cui al decreto ministeriale 22 luglio 1996. Nella

predisposizione del nuovo nomenclatore si è tenuto conto delle proposte formulate nel corso degli ultimi dieci

anni dalle Regioni, dalle Società scientifiche e da soggetti ed enti operanti nell'ambito del Ssn, relative

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Page 66: Ordine dei Farmacisti di Salerno

all'inserimento di nuove prestazioni (la maggior parte delle quali rappresenta un trasferimento dal regime di

day hospital o day surgery), alla modifica di prestazioni attualmente incluse o alla soppressione di prestazioni

ormai obsolete. Sono confermati le condizioni e i limiti di erogabilità delle prestazioni di densitometria ossea e

di chirurgia refrattiva attualmente previste dal Dpcm 5 marzo 2007, riportati negli allegati 4A e 4B, e sono

introdotte ulteriori condizioni di erogabilità e indicazioni per favorire l'uso appropriato di numerose prestazioni,

in particolare di diagnostica per immagini e di laboratorio. Per quanto riguarda le prestazioni di odontoiatria la

proposta dà attuazione a quanto previsto dall'articolo 9 del Dlgs 502/1992 identificando, per ciascuna

prestazione, i possibili beneficiari: i minori, le persone con vulnerabilità sanitaria e le persone con vulnerabilità

sociale, identificati secondo i criteri esplicitati nell'allegato 4C. Sono chiaramente individuate le prestazioni di

procreazione medica assistita, attualmente erogabili solo in regime di ricovero diurno. Tra le prestazioni di

Genetica viene introdotta la consulenza genetica per coloro che si sottopongono a una indagine genetica utile

a confermare o a escludere un sospetto diagnostico; la consulenza permetterà loro di comprendere

l'importanza e il significato del test al momento dell'esecuzione e le implicazioni connesse al risultato al

momento della consegna del referto e di fornire alla persona il sostegno necessario per affrontare la

situazione, spesso emotivamente difficile. 6. Assistenza protesica Lo schema ridefinisce la disciplina di

erogazione dell'assistenza protesica, oggi contenuta nel decreto ministeriale 332/1999, nei termini seguenti:

ridefinisce il contenuto dell'elenco delle protesi e ortesi "su misura" e dell'elenco degli ausili "di serie"

aggiornando la nomenclatura in relazione alle innovazioni cliniche e tecnologiche intervenute nel corso degli

anni e operando consistenti trasferimenti (carrozzine, protesi acustiche ecc.) dal primo al secondo elenco; i

dispositivi "di serie" vengono a loro volta distinti in due sottoinsiemi a seconda che richiedano o meno la

presenza del tecnico abilitato per l'applicazione o "mes#sa in uso" del dispositivo. Si istituisce, inoltre, un

elenco di "presta#zioni professionali" di adattamento dei dispositivi di serie, remunerate a tariffa; (allegato 5:

Elenco 1 dispositivi "su misura"; Elenco 2A dispositivi "di serie" che richiedono l'applicazione da parte del

tecnico abilitato; Elenco 2B dispositivi "di serie" che non richiedono l'intervento del tecnico abilitato; Elenco

2C prestazioni professionali). Nei nuovi elenchi sono inclusi, tra l'altro, numerosi dispositivi di tecnologia

avanzata per gravissime disabilità, le protesi acustiche digitali, mentre sono esclusi alcuni dispositivi

ortopedici su misura per lievi deformità del piede (plantari e scarpe ortopediche di serie), oggi frequentemente

oggetto di prescrizione inappropriata; identifica i soggetti beneficiari dell'assistenza includendovi i soggetti

che, pur in attesa di accertamento dell'invalidità, abbiano urgente bisogno dell'ausilio, i soggetti affetti da

malattie rare, i soggetti in Adi con disabilità temporanea (laddove le Asl abbiano attivato i servizi per il

riutilizzo degli ausili); limita la previsione dei "tempi minimi di rinnovo" ai soli dispositivi su misura,

aggiornandone la formulazione; rinvia a una separata Intesa Stato-Regioni, da approvarsi contestualmente

all'intesa sul Dpcm, la fissazione dei princìpi generali della procedura di erogazione; ridefinisce i princìpi

generali per l'individuazione degli erogatori di protesi (su misura) prevedendo l'istituto dell'accreditamento a

seguito dell'accertamento di requisiti generali e specifici; conferma la modalità di remunerazione in base a

tariffe predeterminate per gli ausili "su misura"; prevede la facoltà delle Regioni di istituire Registri dei medici

prescrittori, specificamente competenti nell'assistenza protesica; in attesa dell'istituzione del repertorio

conferma la vigente disciplina di fornitura degli ausili di serie tramite procedure di gara; rinvia alla disciplina

regionale numerosi aspetti oggi regolamentati dal Dm 332/1999. 7. Assistenza termale Viene confermata

l'attuale disciplina di erogazione dell'assistenza termale. L'elenco delle patologie che possono trovare effettivo

beneficio nelle cure termali (attualmente oggetto di decreto ministeriale) e la lista delle prestazioni erogabili

sono riportate nell'allegato 9. CAPO IV Assistenza sociosanitaria L'assistenza sociosanitaria, inclusa nel

livello dell'assistenza distrettuale, prevede l'erogazione di percorsi assistenziali integrati nelle seguenti aree:

1. assistenza distrettuale alle persone non autosufficienti; alle persone nella fase terminale della vita; ai

minori, alle donne, alle coppie, alle famiglie; alle persone con disturbi mentali; ai minori con disturbi in ambito

neuropsichiatrico; alle persone con disabilità; alle persone con dipendenze patologiche o comportamenti di

abuso patologico di sostanze; 2. assistenza semiresidenziale e residenziale alle persone non autosufficienti;

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Page 67: Ordine dei Farmacisti di Salerno

alle persone nella fase terminale della vita; alle persone con disturbi mentali; alle persone con disabilità

complesse; alle persone con dipendenze patologiche. 1. Assistenza distrettuale domiciliare e territoriale In

questo ambito, lo schema di Dpcm interviene a caratterizzare e precisare il contenuto dell'attività svolta al

domicilio dell'assistito o nei servizi distrettuali (Consultori familiari, Csm, servizi di neuropsichiatria infantile,

Servizi di riabilitazione, Sert) senza introdurre novità sostanziali rispetto alla situazione attuale. Le principali

precisazioni riguardano: l'articolazione delle cure domiciliari in quattro livelli caratterizzati da un grado

crescente di complessità del bisogno e di intensità dell'intervento assistenziale, espressa in termini di Cia

(coefficiente di intensità assistenziale). Resta confermata la ripartizione degli oneri tra Ssn e utente/Comune

prevista dal Dpcm 2001; la previsione di un'area specifica di cure domiciliari alle persone nella fase terminale

della vita, di elevata intensità assistenziale; la declinazione delle principali aree di attività dei consultori

familiari, dei Csm, dei servizi per minori con problemi in ambito neuropsichiatrico, dei servizi di riabilitazione

per disabili gravi, dei servizi per le persone con dipendenze patologiche (il mutamento della definizione

consente di includere i servizi per il trattamento delle dipendenze da alcool, da fumo, da gioco d'azzardo

patologico ecc. già attivati in numerose Regioni). 2. Assistenza distrettuale semiresidenziale e residenziale

Anche in ambito semiresidenziale e residenziale lo schema definisce e precisa il contenuto dell'attività svolta

a favore delle persone non autosufficienti, delle persone nella fase terminale della vita, delle persone con

disturbi mentali, dei minori con problemi di natura neuropsichiatrica, dei disabili gravi, delle persone con

dipendenze patologiche. In particolare, per quanto riguarda l'assistenza alle persone non autosufficienti, si

prevede l'articolazione dei profili di cura in funzione dei diversi livelli di intensità assistenziale, dando separata

evidenza alla «Assistenza residenziale extraospedaliera a elevato impegno sanitario». Si sottolinea la

necessità di una valutazione multidimensionale preliminare alla presa in carico e alla scelta della tipologia di

struttura idonea a fare fronte alle necessità specifiche della persona, a garanzia dell'appropriatezza. Resta

confermata la ripartizione degli oneri tra Ssn e utente/Comune prevista dal Dpcm 2001 per i diversi tipi di

trattamento. CAPO V Assistenza ospedaliera Le principali attività che costituiscono il livello sono identificate

nelle seguenti: 1. pronto soccorso; 2. ricovero ordinario per acuti; 3. day surgery; 4. day hospital; 5.

riabilitazione e lungodegenza post-acuzie; 6. attività trasfusionali; 7. attività di trapianto di organi e tessuti; 8.

centri antiveleni (Cav). 1. Pronto soccorso Si definisce l'attività del pronto soccorso e si richiamano le

indicazioni sull'attività di triage per la codifica di gravità dei casi e la definizione della priorità di intervento. 2.

Ricovero ordinario per acuti Si definisce l'attività di ricovero ordinario con uno specifico richiamo all'assistenza

al neonato sano e all'esecuzione di procedure analgesiche nel corso del travaglio e del parto naturale

nell'ambito delle strutture individuate dalle Regioni. Per quanto riguarda il neonato, tra gli screening previsti

dalla normativa vigente e dalla buona pratica clinica, si fa esplicito riferimento alla diagnosi precoce della

sordità congenita e della cataratta congenita. In materia di appropriatezza clinica, si demanda alle Regioni

l'adozione di misure volte a disincentivare l'eccessivo ricorso al parto cesareo, nell'ambito di criteri uniformi

concordati a livello nazionale; al fine di incrementare l'appropriatezza organizzativa si assume la lista di Drg a

elevato rischio di inappropriatezza allegata al Patto per la salute 2010-2012 (allegato 6). 3. Day surgery Si

inserisce la definizione di day surgery e si fissano criteri generali per il ricorso a questo regime di erogazione

delle prestazioni. Si individua una lista di prestazioni eseguibili in ambulatorio e ad alto rischio di

inappropriatezza in regime di day surgery e si prevede che le Regioni (analogamente a quanto accaduto per i

ricoveri ordinari) fissino le percentuali appropriate dei ricoveri in day surgery e adottino misure per incentivare

il trasferimento in ambulatorio (Allegato 6A). 4. Day hospital Si inserisce la definizione di day hospital, si

fissano criteri generali e specifici di appropriatezza sia per i ricoveri con finalità diagnostiche sia per quelli con

finalità terapeutiche. 5. Riabilitazione e lungodegenza Si forniscono le definizioni dei ricoveri ospedalieri in

riabilitazione e lungodegenza ricavate dalla normativa vigente e dalla Linee guida sull'attività di riabilitazione.

Anche per quest'area assistenziale si prevedono misure per favorire l'appropriatezza e il trasferimento dei

trattamenti inappropriati in regimi di erogazione a minore impiego di risorse. 6. Attività trasfusionale Si rinvia

alle attività e prestazioni puntualmente elencate dall'articolo 5 della legge 21 ottobre 2005, n. 219. 7. Attività

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Page 68: Ordine dei Farmacisti di Salerno

di trapianto di organi e tessuti Si rinvia alle attività e prestazioni di cui alla legge 1° aprile 1999, n. 91. 8.

Donazione di cellule riproduttive Si include tra i livelli essenziali di assistenza l'attività di selezione dei donatori

di cellule riproduttive, di prelievo, conservazione e distribuzione delle cellule stesse. Si prevede un contributo

a carico delle coppie che usufruiscono della Pma eterologa. CAPO VI Assistenza specifica a particolari

categorie In questo titolo sono elencate le specifiche tutele garantite dal Ssn ad alcune categorie di cittadini

secondo quanto previsto dalla normativa vigente. In particolare: invalidi: si conferma l'erogazione delle

prestazioni garantite prima dell'entrata in vigore della legge 833/1978 (es. secondo ciclo di cure termali, cure

climatiche e soggiorni terapeutici, piccole protesi ecc.); si fa riferimento all'erogazione gratuita dei farmaci di

classe C) agli invalidi di guerra e alle vittime del terrorismo, introdotta dalla normativa in vigore; affetti da

malattie rare: l'elenco delle malattie rare tutelate, allegato al vigente Dm 279/1999 viene integralmente

sostituito da un nuovo elenco (allegato 7) che recepisce la proposta del Tavolo interregionale per le malattie

rare e introduce oltre 110 nuove malattie o gruppi; sono escluse dall'elenco alcune patologie non rare

precedentemente incluse (celiachia, sindrome di Down); affetti da malattie croniche: esenzione dalla

partecipazione alla spesa sanitaria per le prestazioni individuate dal Dm 329/1999. L'elenco delle malattie

croniche tutelate, allegato al vigente decreto viene integralmente sostituito da un nuovo elenco (allegato 8)

che vede l'inserimento di 6 nuove patologie gravi: broncopneumopatia cronica ostruttiva - Bpco (limitatamente

agli stadi "moderato", "medio-grave" e "grave"), rene policistico autosomico dominante, osteomielite cronica,

l'endometriosi (limitatamente agli stadi III e IV), malattie renali croniche, sindrome da talidomide. Sono

incluse, inoltre, alcune patologie attualmente tutelate come malattie rare. Inoltre è stata effettuata la revisione

delle prestazioni garantite in esenzione per numerose patologie, sulla base dell'evoluzione delle conoscenze

scientifiche; affetti da fibrosi cistica: si confermano le previsioni della legge 548/1993; nefropatici cronici in

trattamento dialitico: si conferma il rimborso delle spese di trasporto al centro dialitico, nei limiti e con le

modalità fissate dalle Regioni; affetti da Morbo di Hansen: si confermano le previsioni della legge 126/1980;

soggetti detenuti e internati in istituti penitenziari e minori sottoposti a provvedimento penale: si richiama il

contenuto del Dpcm 1° aprile 2008 che trasferisce al Servizio sanitario nazionale l'assistenza a tali tipologie di

persone; tutela della gravidanza e della maternità: si aggiornano i protocolli, attualmente contenuti nel decreto

ministeriale 10 settembre 1998, in funzione preconcezionale, per la tutela della gravidanza fisiologica, per la

tutela della gravidanza a rischio e per la diagnosi prenatale, sulla base delle più recenti Linee guida; cittadini

italiani residenti in Italia autorizzati alle cure all'estero: si richiamano le previsioni dei Regolamenti Ce n.

883/2004 e n. 987/2009 Ue, le previsioni in materia di assistenza transfrontaliera di cui alla direttiva

2011/24/Ue del Parlamento europeo e del Consiglio e al decreto legislativo 4 marzo 2014, n. 38, di attuazione

della direttiva stessa, e il disposto della legge 595/1985 in materia di cure di altissima specializzazione

all'estero; cittadini stranieri iscritti al Ssn: si richiama la previsione dell'articolo 34 del Tu sull'immigrazione e i

diritti dello straniero in Italia; cittadini stranieri non iscritti al Ssn non in regola con il permesso di soggiorno: si

richiama la previsione dell'articolo 35 del Tu sull'immigrazione e i diritti dello straniero in Italia. Norme finali e

transitorie L'articolo demanda a successivi appositi Accordi tra Stato e Regioni l'individuazione di criteri per

uniformare le modalità di erogazione di alcune prestazioni rimesse alle Regioni, in specie nell'ambito

dell'assistenza integrativa (dispositivi per diabetici, prodotti aproteici ecc.). L'articolo prevede, inoltre, che

l'entrata in vigore delle disposizioni in materia di assistenza specialistica e di assistenza protesica (e dei

relativi nuovi Nomenclatori) sia subordinata alla preventiva entrata in vigore dei provvedimenti che dovranno

fissare le tariffe per le nuove prestazioni incluse. Considerato che il nuovo elenco delle malattie croniche (all.

8) prevede che vengano erogate in esenzione numerose prestazioni specialistiche incluse in tali nuovi

nomenclatori, e le stesse non saranno immediatamente erogabili per quanto detto al punto precedente, è

stato predisposto un elenco transitorio che individua, anche per le nuove patologie incluse, solo prestazioni

specialistiche già presenti nel Nomenclatore vigente. Tale elenco provvisorio cesserà di operare all'entrata in

vigore del nuovo Nomenclatore. Analogamente, l'entrata in vigore del nuovo elenco delle malattie rare esenti

è procrastinata di sei mesi rispetto all'entrata in vigore del Dpcm, per consentire alle Regioni di individuare i

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Page 69: Ordine dei Farmacisti di Salerno

presìdi della rete delle malattie rare specificamente competenti nella diagnosi e nel trattamento delle nuove

malattie rare e di riorganizzare la rete.l Pubblichiamo in queste pagine il testo della relazione illustrativa dello

«Schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri recante: "Nuova definizione dei livelli essenziali

di assistenza sanitaria"», messo a punto dalla Direzione generale della Programmazione sanitaria. «Abbiamo

messo a disposizione delle Regioni i tecnici del ministero e abbiamo deciso di tenere aperto un tavolo

permanente per aiutarle in questa fase iniziale con un unico scopo: far sì che il Sistema sanitario nazionale

funzioni. Ora sono loro che devono agire per non privare le persone di prestazioni tecnologicamente

avanzate che garantiscono maggiormente la salute e migliorano la qualità di vita». Tra le novità dei Livelli

essenziali riveduti e corretti, l'aggiornamento degli elenchi delle malattie rare e dei pazienti con gravi cronicità,

il rinnovo delle liste di protesi e ortesi "su misura" e degli ausili di serie, lo spostamento in un'ottica di

appropriatezza di una serie di prestazioni dal regime di ricovero all'ambulatorio, l'inserimento di malattie come

la celiachia, l'introduzione della Pma sia eterologa che omologa, percorsi socio-sanitari ben definiti per i non

autosufficienti. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Page 70: Ordine dei Farmacisti di Salerno

MONITORAGGIO AIFA GENNAIO-OTTOBRE 2014 Farmaci ospedalieri : il rosso sfiora il miliardo Ammonta a oltre 956 milioni di euro lo scostamento assoluto a ottobre 2014 della spesa farmaceutica

ospedaliera rispetto al tetto del 3,5% e ci si avvia, secondo le proiezioni a fine anno, verso uno sfondamento

di oltre un punto percentuale che rischia di superare il miliardo di euro. I dati di ottobre rilevano infatti una

spesa di 4,24 miliardi, già pari al 4,52% del Fondo sanitario nazionale. Uno sforamento senz'altro superiore a

quello registrato nel 2013, quando si toccò quota 800 milioni. È quanto risulta dal monitoraggio Aifa della

spesa farmaceutica regionale gennaio-ottobre pubblicato sul sito dell'Agenzia italiana del farmaco. Negli

aggiustamenti di fine anno le stime potrebbero anche cambiare: ci sono infatti alcuni dati oggetto di ulteriore

consolidamento, soprattutto sulla distribuzione diretta. Nell'ultima parte dell'anno, infatti, il dato della

distribuzione diretta dei farmaci di fascia A tende ad aumentare. Nel periodo gennaio-ottobre ammonta a 2,64

miliardi, in aumento del 5,3% rispetto allo stesso periodo del 2013 con una variazione assoluta di circa 133

milioni di euro. Sulla spesa per i farmaci in corsia, le Regioni sono quasi tutte in deficit. La Puglia è quella che

si è spinta più oltre, con un esborso pari al 5,7% del Fondo e uno scostamento assoluto di 138,34 milioni di

euro. A seguire la Toscana, con una spesa pari al 5,6% e un deficit in valore pari a 123,3 milioni di euro. E la

Sardegna che ha speso il 5,2% con uno scostamento di 43,5 milioni. Lo sforamento più contenuto in

percentuale si rileva in Lombardia, che ha speso per i farmaci ospedalieri il 4% del proprio Fondo sanitario.

Le uniche realtà a non sfondare il tetto del 3,5% sono Abruzzo (1,9%), Valle d'Aosta (3,2%) e Trento (3,3%).

Il dato dell'Abruzzo si può spiegare con l'avvio da parte della Regione della distribuzione per conto. Ad

alleggerire il conto totale della spesa farmaceutica pubblica è la convenzionata netta in farmacia, che

continua a scendere a causa delle scadenze brevettuali dei farmaci. Fenomeno che tuttavia dovrebbe

cessare a breve. Nei primi 10 mesi dell'anno ha registrato un calo del 3,4% (-251,17 milioni di euro) rispetto

allo stesso periodo del 2013. La spesa farmaceutica territoriale si attesta all'11,15% del Fsn, con un dislivello

di 182,25 milioni di euro in meno rispetto al tetto dell'11,35 per cento. Secondo le stime Aifa, la spesa

territoriale dovrebbe chiudere l'anno con un avanzo, salvo sorprese sui flussi regionali. A sforare sulla spesa

in farmacia sono solo otto Regioni, quasi tutte al Sud: risale in prima posizione l'Abruzzo (con il 15% del Fsr),

Sardegna (13,7%), Calabria (12,9%), Puglia (12,7%), Lazio (12,6%), Campania (12,5%), Sicilia (11,5%) e

Marche, che sfora di poco (11,4%). Le ricette si sono mantenute pressoché stabili, oltre 509 milioni, a ottobre,

in lieve aumento dello 0,3% rispetto allo stesso periodo del 2013. Andando a vedere il dettaglio dei dati negli

ultimi mesi, si sono rilevati un decremento ad agosto, un incremento a settembre meno marcato del solito e

una diminuzione a ottobre. Un trend che riflette probabilmente gli effetti del decreto legge 90/2014 che

all'articolo 26 prevede la possibilità, in caso di pazienti cronici, di inserire in un'unica ricetta sei confezioni.

Dunque sono diminuite le ricette, ma non i quantitativi dei farmaci prescritti. E la compartecipazione dei

cittadini (ticket fisso per ricetta e quota di compartecipazione sul prezzo di riferimento) ha fatto incassare alle

Regioni 1,24 miliardi di euro, con un aumento complessivo del 4,3 per cento. Ro.M. © RIPRODUZIONE

RISERVATA Spesa farmaceutica ospedaliera (periodo gennaio-ottobre 2014) Regioni Spesa ospedaliera

Scostamento assoluto Inc. % Puglia 356.978.439 138.340.991 5,70% Toscana 332.518.420 123.302.199

5,60% Sardegna 132.108.990 43.550.858 5,20% Umbria 71.108.955 20.953.372 5,00% Emilia R.

329.963.441 82.824.179 4,70% Liguria 122.048.707 30.425.533 4,70% Marche 114.641.810 28.084.650

4,60% Friuli V.G. 89.365.472 21.547.136 4,60% Veneto 349.085.934 80.810.576 4,60% Basilicata

41.041.262 9.297.446 4,50% Piemonte 318.342.569 71.392.418 4,50% Sicilia 344.321.057 76.657.277

4,50% Molise 22.596.793 5.017.747 4,50% Lazio 389.931.303 81.853.316 4,40% Campania 386.923.121

81.062.706 4,40% Bolzano 33.104.104 6.393.260 4,30% Calabria 123.963.124 17.086.197 4,10% Lombardia

613.275.929 73.162.158 4,00% Trento 26.411.532 -1.903.146 3,30% V. d'Aosta 6.363.703 -600.459 3,20%

Abruzzo 40.369.155 -32.892.523 1,90% Italia 4.244.463.819 +956.365.894 4,52% Nota. Con fondino rosa le

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Page 71: Ordine dei Farmacisti di Salerno

Regioni che non rispettano il tetto di spesa

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/02/2015 71

Page 72: Ordine dei Farmacisti di Salerno

VIMERCATE/ Il presidio ospedaliero ha ottenuto il riconoscimento Emram Stage 6 Premiata la «cartella digitale» Gestiti on line 50mila ricoveri e 20mila terapie farmacologiche al giorno L'Azienda ospedaliera di Desio e Vimercate, sin dalla sua costituzione nel lontano 1998, ha sempre creduto e

investito in risorse e tecnologie informatiche con lo scopo di semplificare e rendere più efficaci i processi

ospedalieri attraverso la de-materializzazione della documentazione clinica. La pianificazione oculata di

investimenti in tecnologie informatiche, effettuati con continuità nell'ultimo decennio, ha consentito oggi di

raggiungere un livello di digitalizzazione delle strutture ospedaliere dell'Azienda che rappresenta

un'eccellenza oltre che un reale contributo al miglioramento dei servizi clinici e alla sicurezza dei pazienti. La

completa digitalizzazione della Cartella clinica elettronica in tutti i reparti ospedalieri con totale automazione

dei processi di inquadramento clinico, gestione diari, farmacoterapia, parametri vitali e bisogni assistenziali, la

totale de-materializzazione delle immagini cliniche di area radiologica, cardiologica, endoscopica ed

ecografica, l'implementazione di una architettura software integrata che agevola l'accesso sicuro e in tempo

reale dei dati clinici del paziente, la disponibilità di una infrastruttura tecnologica che permette l'accesso ai

dati in tempo reale e in totale mobilità attraverso l'impiego di tablet Pc al letto del paziente, rappresentano le

caratteristiche principali di un modello di ospedale digitale che oggi è diventato realtà e che ha consentito un

reale cambiamento nella collaborazione tra le diverse professionalità cliniche. Riconoscimento Emram Stage

6. In occasione del Cio summit 2014 organizzato da Himss Europe a Roma lo scorso ottobre l'Azienda

ospedaliera di Desio e Vimercate ha formalmente ricevuto il prestigioso e ambìto riconoscimento

internazionale "Emram Stage 6" che riconosce l'elevatissimo livello di digitalizzazione raggiunto dalle proprie

strutture ospedaliere. Himss (Healthcare Information and Management System Society) è una organizzazione

internazionale no-profit che incentiva il miglioramento dei servizi sanitari attraverso l'utilizzo diffuso

dell'Information Technology. Il modello Emram (Electronic medical record adoption model) misura in modo

oggettivo e condiviso a livello internazionale il grado di diffusione delle tecnologie informatiche presso le

strutture ospedaliere. Le strutture ospedaliere che raggiungono il livello Emram Stage 6/7 rappresentano le

"Best Practice" a livello internazionale sull'applicazione della Cartella clinica elettronica e sull'automazione dei

processi clinici ( http://www.himss.eu/analytics ). L'ospedale di Vimercate è la prima struttura lombarda, la

terza struttura italiana e la seconda struttura pubblica a raggiungere lo "Stage 6": entra, pertanto, a far parte

di un gruppo di lavoro internazionale composto da sole 52 strutture ospedaliere in tutta Europa. Il modello

Emram (Electronic medical record adoption model) viene applicato a livello internazionale per valutare in

modo oggettivo e condiviso l'impatto dell'applicazione delle Cartelle cliniche elettroniche e della

digitalizzazione della documentazione clinica sulle strutture ospedaliere. I sistemi informativi. Seguendo la

metodologia di Emram le Aziende ospedaliere possono pianificare in modo strutturato e organico lo sviluppo

dei propri sistemi informativi e verificare i miglioramenti raggiunti confrontandosi con una scala di valori

organizzata in otto livelli dove lo "Stage 0" rappresenta la base di partenza e lo "Stage 7" rappresenta la

totale de-materializzazione in ogni fase del processo ospedaliero. L'applicazione del modello Emram prevede

non solo la disponibilità di tecnologie informatiche evolute, ma misura il reale impatto di tali tecnologie

sull'organizzazione e i conseguenti benefìci in termini di qualità di servizi clinici offerti e di miglioramento

organizzativo oltre che economico. Assumono, pertanto, particolare rilevanza la disponibilità e l'utilizzo di

tecnologie informatiche in ambiti organizzativi complessi con coinvolgimento di tutti i professionisti e un livello

di diffusione dei servizi capillare. Gli ambiti oggetto di una valutazione analitica secondo il modello Emram

sono i seguenti: Infrastruttura It e servizi di supporto professionale, governo dei servizi It e pianificazione delle

evoluzioni; sistemi informativi clinici e architettura di integrazione; sistemi di misurazione e monitoraggio della

diffusione dei servizi; Cartella clinica elettronica e repository clinico; business intelligence applicata all'area

clinica; continuità operativa e disaster recovery; gestione elettronica degli ordini e prescrizioni;

documentazione medica e sistemi avanzati di supporto decisionale; documentazione infermieristica; processo

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/02/2015 72

Page 73: Ordine dei Farmacisti di Salerno

integrato di prescrizione, preparazione e somministrazione farmaci (Clma); digitalizzazione dell'area di

Terapia intensiva; digitalizzazione dell'area di emergenza-urgenza; sistema di gestione delle immagini

cliniche (Pacs). Per ciascuno degli ambiti di analisi vengono applicati dei criteri di valutazione specifici tutti

volti a verificare l'esistenza di un sistema informativo completo e diffuso che garantisca un livello di servizio

adeguato. I risultati conseguiti. La recente misurazione del livello di applicazione del modello Emram ai

sistemi informativi dell'Azienda ospedaliera di Desio e Vimercate ha prodotto una valutazione di pieno e

solido raggiungimento dello "Stage 6" con già alcuni ambiti riconosciuti formalmente allo "Stage 7" e altri per i

quali è necessario programmare ulteriori miglioramenti. Il livello "Stage 6" rappresenta una eccellenza a

livello europeo e identifica il raggiungimento di una completa digitalizzazione della documentazione clinica in

formato strutturato e la gestione informatizzata dell'intero processo di farmacoterapia, dalla prescrizione

medica con validazione giornaliera alla preparazione automatizzata, fino alla somministrazione sicura

direttamente al letto del paziente (Clam). Sono stati riconosciuti come particolarmente evoluti i seguenti

aspetti dell'architettura dei sistemi informativi dell'Azienda ospedaliera di Desio e Vimercate: sistemi

informativi clinici e architettura di integrazione. L'architettura dei sistemi informativi dell'Azienda ospedaliera di

Desio e Vimercate è basata sulla scelta di alcuni moduli applicativi specifici, dedicati ai principali dipartimenti

clinici, e sulla disponibilità di una piattaforma di integrazione centralizzata che permette il colloquio

automatico tra i diversi sistemi in modalità controllata e coordinata. Tale architettura permette di utilizzare le

migliori soluzioni applicative disponibili sul mercato per ciascuna area clinica e di posizionarle all'interno di

una unica architettura generale che offre agli utilizzatori una visione unitaria e integrata dei dati clinici di

ciascun paziente. Anagrafe unica. Alcuni servizi centralizzati come l'Anagrafe unica degli assistiti e il

repository dei referti, l'esistenza di regole di integrazione ben definite e una gestione centralizzata dei

processi di comunicazione, garantiscono l'integrità logica dell'intero sistema e la disponibilità dei dati clinici in

tempo reale a tutti gli utilizzatori nell'ambito di un unico sistema di gestione clinica. Attraverso tale architettura

sono disponibili inoltre i servizi di firma digitale utilizzati da tutti i sistemi dipartimentali per la produzione di

documenti clinici digitali a valore legale; gli archivi aziendali contengono oltre 12 milioni di documenti digitali

associati in modalità sicura e controllata al Fascicolo sanitario di oltre 1,5 milioni di assistiti. La Cartella clinica

elettronica è utilizzata compiutamente in tutti i reparti dei presìdi ospedalieri di Vimercate, Desio e Seregno.

Gli oltre 500 medici e 1.600 infermieri che sono coinvolti nel processo di diagnosi e cura dei pazienti ricoverati

gestiscono in modalità completamente digitalizzata le seguenti funzionalità: inquadramento clinico all'ingresso

con anamnesi ed esame obiettivo strutturati; inquadramento infermieristico e pianificazione dei bisogni

assistenziali; diario medico, infermieristico e riabilitativo; gestione delle richieste di esami specialistici e

consulenze; prescrizione, validazione e somministrazione della farmacoterapia; pianificazione e rilevazione

dei parametri vitali; pianificazione e rilevazione delle scale di valutazione clinica; gestione del progetto

riabilitativo; funzionalità di visualizzazione integrata di dati clinici. Tali funzionalità, accessibili da tutte le

postazioni di lavoro di tipo tradizionale e da oltre 300 Tablet Pc che consentono di operare in completa

mobilità su rete wi-fi, permettono la gestione informatizzata di circa 50mila pratiche di ricovero ospedaliero

all'anno, con oltre 20mila somministrazioni di farmacoterapie al giorno e oltre 10mila rilevazioni di parametri

vitali al giorno. La cartella elettronica. La Cartella clinica elettronica è integrata al Repository dei referti per

consentire l'accesso automatico a tutti i referti e documenti clinici prodotti dai sistemi dipartimentali.

L'applicazione della Cartella clinica elettronica con tali livelli di diffusione e su realtà multipresidio, ha

realmente permesso di introdurre nella pratica clinica dei significativi cambiamenti tra i quali i principali sono:

maggiore condivisione dei dati clinici strutturati da parte delle diverse figure professionali; accesso ai dati in

tempo reale, in mobilità e direttamente al letto del paziente; perfezionamento e velocizzazione dei principali

processi clinici interni; rivisitazione dei percorsi organizzativi; intensificazione della collaborazione inter-

disciplinare. Documentazione infermieristica. La completa digitalizzazione della documentazione

infermieristica relativa ai pazienti ricoverati garantisce la massima tracciabilità dei percorsi assistenziali e la

condivisione immediata di ciascun aspetto clinico. L'implementazione del piano di assistenza infermieristica

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/02/2015 73

Page 74: Ordine dei Farmacisti di Salerno

secondo il modello delle prestazioni "Canta#relli" assicura lo svolgimento di attività pianificate e coordinate tra

tutto il personale infermieristico, finalizzate a ottenere il massimo risultato di assistenza nei confronti del

paziente. La registrazione sistematica e capillare di scale di valutazione specialistiche per la misurazione

oggettiva di specifiche situazioni cliniche del paziente e la verifica dei diversi livelli di rischio contribuiscono in

modo determinante a garantire il massimo livello di assistenza e ad alimentare la documentazione clinica con

una enorme mole di dati strutturati che consentono di analizzare fenomeni specifici e individuare potenziali

aree di miglioramento assistenziale. Processo integrato. La gestione della farmacoterapia per i pazienti

ricoverati avviene in modalità completamente elettronica in ciascuna delle sue fasi ed è supportata da un

sistema automatico per la preparazione delle dosi singole di farmaci per ciascuna prescrizione di ciascun

paziente. La comunicazione informatica consente di gestire in tempo reale le prescrizioni effettuate dal

personale medico mediante l'accesso a un prontuario ospedaliero dotato di funzionalità di supporto

decisionale per l'individuazione, a esempio, di interazioni tra princìpi attivi e/o di allergie a farmaci. Le

prescrizioni, con validazione quotidiana, vengono comunicate in tempo reale alla farmacia centrale per la

necessaria verifica e per la preparazione delle relative dosi uniche. Un sistema di trasporto automatico

provvede alla consegna delle terapie personalizzate alle diverse aree di degenza negli orari definiti. Il

personale infermieristico provvede alla somministrazione al letto del paziente dopo aver identificato il

paziente stesso e le terapie associate a ciascuna singola prescrizione con lettore di codice a barre e

validazione incrociata in tempo reale. Tale sistema rappresenta di fatto una moderna implementazione di un

ciclo completo e chiuso per la gestione delle farmacoterapie in regime ospedaliero. Il livello di sicurezza del

processo nella sua interezza garantisce la riduzione al minimo dei rischi per il paziente. Infrastruttura di

Business continuity. Per offrire dei livelli di servizio adeguati a supportare una struttura ospedaliera

interamente digitalizzata e per garantire la massima sicurezza e disponibilità dei dati è necessario progettare

e implementare un sistema di "Business continuity" basato su una infrastruttura tecnologica evoluta e su

procedure specifiche per la gestione delle potenziali interruzioni di servizio. Doppio Data center. L'Azienda

ospedaliera di Desio e Vimercate dispone di una infrastruttura tecnologica basata sulla disponibilità di un

doppio Data center dislocato in due strutture fisiche distinte all'interno dello stesso "campus"; tale

impostazione consente di disporre di apparati di rete attivi centrali e di distribuzione totalmente ridondati e

configurati in alta affidabilità, di un sistema di archiviazione dati in configurazione "cluster" con doppia

registrazione in modalità sincrona e di una infrastruttura di virtualizzazione che consente la distribuzione della

potenza di calcolo su entrambi i Data center in modalità attivo-attivo con procedure automatiche di recovery.

L'infrastruttura di archiviazione dei dati dispone, inoltre, di tecnologie software evolute per la gestione di

"copie a caldo" di ciascun database per prevenire eventuali errori applicativi o logici e permette di produrre

delle ulteriori "copie di sicurezza" in modalità asincrona su una infrastruttura di archiviazione disponibile

presso un terzo sito remoto collocato in un differente presidio ospedaliero dell'azienda. Per alcuni servizi

applicativi particolarmente critici quale la Cartella clinica elettronica, è disponibile un ulteriore livello di

sicurezza implementato attraverso dispositivi Tablet Pc dedicati che garantiscono la sincronizzazione di una

copia locale dei dati clinici dei pazienti ricoverati. Tali dispositivi possono essere eventualmente impiegati nel

caso di totale indisponibilità dei database centrali o della infrastruttura di rete per accedere in lettura e in

scrittura in situazioni di emergenza. Sistema di gestione delle immagini cliniche (Pacs). L'Azienda ospedaliera

dispone di un sistema integrato per la gestione delle immagini cliniche in formato digitale che è stato

applicato con successo all'area radiologica con la completa eliminazione delle pellicole, all'area cardiologica

per gli esami ecocardiografici ed elettrocardiografici, all'area endoscopica multispecialistica e all'area

ecografica ginecologica. La digitalizzazione delle immagini cliniche e la relativa attribuzione dei documenti al

Fascicolo hanno consentito la condivisione in tempo reale della documentazione da parte di tutti i servizi e

reparti e la velocizzazione dei processi diagnostici. Il sistema di gestione delle immagini contiene allo stato

attuale oltre 2,5 milioni di studi ed è in continuo ampliamento con l'introduzione di un numero sempre

maggiore di dispositivi specialistici. Pianificare i miglioramenti. L'A#zienda ospedaliera di Desio e Vimercate

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/02/2015 74

Page 75: Ordine dei Farmacisti di Salerno

continua a mantenere alta l'attenzione verso tecnologie innovative che possano portare un beneficio

significativo ai processi ospedalieri. L'attenta pianificazione degli interventi architetturali e degli investimenti,

la continua condivisione degli obiettivi strategici con la direzione aziendale e il confronto con gli operatori

sanitari per recepire al meglio le necessità operative di ciascuno rappresenteranno anche in futuro gli

elementi indispensabili per continuare a garantire un adeguato livello di servizio alle strutture ospedaliere

aziendali. Il progressivo completamento e miglioramento dell'architettura generale dei sistemi informativi

attraverso l'introduzione di nuovi servizi specialistici, l'introduzione di tecnologie che abilitino e stimolino la

crescita della collaborazione professionale e l'introduzione di sistemi strutturati di supporto alle decisioni

cliniche a tutti i livelli rappresentano alcuni dei temi di maggiore interesse per i prossimi anni. In particolare, è

appena stato avviato un progetto sperimentale per l'applicazione reale di uno strumento strutturato di

supporto decisionale che consenta di definire delle regole cliniche codificate e condivise sia a livello locale

che internazionale e di applicarle in modo automatico ai dati strutturati disponibili sulle Cartelle cliniche

elettroniche dei pazienti ricoverati presso le nostre strutture di ricovero. Tale iniziativa, seppure a livello

sperimentale, rappresenta una importante opportunità per una gestione efficace dei percorsi diagnostici e per

l'introduzione di percorsi clinici condivisi. Conclusioni. Il raggiungimento di simili risultati e soprattutto il

mantenimento di un tale livello di innovazione ospedaliera sono possibili unicamente in virtù della costante

volontà della Direzione strategica di pianificare investimenti nelle tecnologie informatiche finalizzate al

miglioramento dei servizi, alla sicurezza del paziente e alla qualità delle cure e grazie alla fattiva e costruttiva

collaborazione di tutte le componenti organizzative e professionali che quotidianamente svolgono il proprio

lavoro con professionalità e dedizione. a cura di Giovanni Delgrossi Maria Adele Fumagalli Paolo Monguzzi

Pietro Caltagirone Marco Bosio © RIPRODUZIONE RISERVATA

17/02/2015 12Pag. Il Sole 24 Ore Sanità(tiratura:40000)

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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/02/2015 75

Page 76: Ordine dei Farmacisti di Salerno

VITA IN FARMACIA

33 articoli

Page 77: Ordine dei Farmacisti di Salerno

«Ci hanno chiesto di tagliare anche gli esami del sangue» Un medico in prima linea: così i costi condizionano la sanità Simona Ravizza «Ormai ci viene chiesto anche di ridurre del 5% gli esami di laboratorio». Claudio Mariani, 59 anni, fa parte

della segreteria dell'associazione di categoria Anaao ed è un medico ospedaliero milanese. «Oggi l'attività

quotidiana dei medici inizia a essere condizionata anche dai calcoli di tipo economico. Ma fino a che punto

tutto ciò è compatibile con la salute dei pazienti?».

L'interrogativo nasce dopo il caso della clinica pediatrica De Marchi raccontato dal Corriere . Sotto Natale

viene chiesto il ricovero di un bimbo egiziano con una grave malattia. I medici capiscono bene che servono

cure particolarmente costose e che l'esito delle terapie è tutt'altro che scontato: e, visto che pochi giorni prima

gli Uffici del Controllo di gestione e programmazione si erano raccomandati di non sforare il bilancio, viene

fatta una riunione. I pediatri si interrogano: il bimbo va accettato? Il da farsi viene deciso per alzata di mano.

L'assessore alla Sanità Mario Mantovani è intervenuto con un monito: «Il diritto alle cure non ha prezzo». Ma

in corsia i medici combattono una battaglia quotidiana contro i tagli e le pressioni (sempre più forti) a

risparmiare. In questo contesto può succedere - come avvenuto in De Marchi - che il medico si fermi a

riflettere sul costo di una cura. «Le risorse economiche a disposizione sono limitate. Per potere curare tutti

bisogna fare delle scelte - spiega Daniele Coen, primario del Pronto soccorso di Niguarda -. La difficoltà sta

nel capire quando è giusto fermarsi. In questo senso è fondamentale la condivisione con i pazienti e lo

sviluppo di linee guida scientifiche di riferimento».

Nessuno nega le cure salva-vita (alla fine anche alla De Marchi il bimbo è stato ricoverato). Ma c'è una terra

di mezzo - fatta di esami da prescrivere, interventi chirurgici da mettere in calendario per un mese piuttosto

che per un altro, ricoveri da fare, giornate di degenza da decidere - ormai sempre più condizionata dai

problemi economici. «I vertici ospedalieri hanno iniziato con il chiedere di fare attenzione ai giorni di ricovero,

poi alla produzione in termini di fatturato, quindi hanno ridotto i posti letto a disposizione - continua Claudio

Mariani -. Il turnover è bloccato. E oggi tra gli obiettivi che determinano il nostro premio di produzione

compare anche quello di ridurre i costi. È l'effetto dei drastici tagli alla Sanità». Sottolinea Coen: «Siamo

stimolati al risparmio di continuo. Veniamo valutati sul raggiungimento del budget e la nostra credibilità nei

confronti dei vertici ospedalieri è condizionata dalla capacità a rispettare i limiti di spesa. Ma ciascuno di noi è

ben consapevole che alla fine deve fare solo il meglio per il paziente».

Medici-equilibristi. E così, nella relazione inviata dal Policlinico-De Marchi alla Regione, si legge: «In reparto

si era discusso del caso clinico e delle possibili implicazioni economiche in relazione al fatto che erano stati

superati i limiti di spesa indicati nella scheda di budget».

@SimonaRavizza

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Le vociDopo il caso della clinica

De Marchi,

si ragiona

su diritto alla salute

ed efficienza economica. Sopra, Claudio Mariani,

medico ospedaliero

dell'associazio-ne Anaao. Sotto, Daniele Coen, primario Ps di Niguarda

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VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/02/2015 77

Page 78: Ordine dei Farmacisti di Salerno

Dalla Terra dei Fuochi all'ospedale Gaslini i viaggi della speranza dei bimbiavvelenati Nel 2013 sono stati 570 i piccoli pazienti arrivati a Quarto dalla Campania, già negli anni '90 dei casi sospettiIL REPORTAGE GIULIA DESTEFANIS SONO viaggi tristi, a volte senza ritorno. Quelli dei bambini della Terra dei Fuochi e delle loro "mamme

resistenti", come le chiamano, verso il Gaslini.

«Ti dicono che la situazione è grave, che è meglio andare a Genova per dare al bambino le cure migliori.

Parti senza pensarci troppo, arrivi magari in piena notte e senza un posto dove dormire».

Marzia Caccioppoli ricorda le notti passate in piedi nei corridoi dell'ospedale ligure, e quelle di tanti altri

genitori come lei fuori in macchina, in attesa di un alloggio di prima accoglienza. Ha perso suo figlio Antonio

di 9 anni e mezzo il 2 giugno 2013, e oggi gira l'Italia - è passata anche da Savona, in un incontro organizzato

da Libera, comunee Fiba Cisl con il Centro studi contro le mafieprogetto San Francesco - a raccontare la lotta

della sua terra e dell'associazione Noi genitori di tutti, 13 mamme e papà con la stessa atroce storia.

Benvenuti nel mondo in cui i bambini muoiono di tumori, avvelenati dai rifiuti tossici che le mafie, per conto

delle aziende del nord, nascondono sottoterra. Un intrigo della peggiore politica, imprenditoria e criminalità

che uccide soprattutto in Campania: le vittime si contano da anni, ma solo nel 2013, con le rivelazioni di

Carmine Schiavone, l'Italia si è accorta di loro. E oggi l'attenzione va a ondate mediatiche: l'ultima di qualche

giorno fa, con le critiche al premier Renzi che ha dirottato sull'Expo 10 milioni previsti per le emergenze della

Terra dei Fuochi. I piccoli malati, nel frattempo, viaggiano silenziosi verso il Gaslini: «Già negli anni '90

ricordo malattie linfoproliferative ed ematologiche strane, rare, in arrivo dalla Campania», dice Carlo Dufour,

responsabile facente funzione dell'Unità operativa di Ematologia del Gaslini. Oggi il filo diretto tra la Terra dei

Fuochi e la Liguria si legge ad esempio nei 570 ricoveri dalla Campania del 2013, che ne fanno la quarta

Regione per provenienza di pazienti.

«Non si può dire che ci sia un collegamento diretto tra lo smaltimento di rifiuti tossici e i nostri dati - spiega il

direttore Scientifico del Gaslini Lorenzo Moretta - Ma in generale l'ospedalizzazione per leucemie è

aumentata del 50%,ei bambini si ammalano certo anche per l'inquinamento ambientale».

Si legge anche, il filo diretto, nel gemellaggio siglato nel 2011 con l'ospedale Santobono di Napoli, che

manda a Genova i casi più gravi. Sospira, mamma Marzia. «Arrivammo in Liguria dopo vari errori negli

ospedali locali. Diagnosticarono ad Antonio un glioblastoma multiforme, l'unico tumore cerebrale che non dà

speranze, e quando l'oncologa del Gaslini mi chiese se vivevo vicino a qualcosa di radioattivo dissi di no. Non

sapevo della Terra dei Fuochi». Eppure il tumore colpisce di solito in età avanzata e in zone inquinate.

«Pensare che ci ero andata ad abitare per scappare dalla città e respirare aria buona... Un giorno vidi Antonio

camminare male, e da lì iniziò il calvario.I mesi genovesi, gli ultimi, sono stati difficili. Io stavo con Antonio,

mentre mio marito, che lavora in prefettura, ha ottenuto un trasferimento temporaneo qui. L'accoglienza al

Gaslini è stata magnifica, le infermiere sono come tate». Poi Antonio se n'è andato.

Marzia torna a Genova spesso. Tina Zaccaria, un'altra "mamma resistente", invece non è più tornata. «Non

ne ho avuto il coraggio- racconta- Ma ancora oggi sento i medici e l'infermiera Elda: il Gaslini è stata una

famiglia».

Sua figlia si chiamava Dalia, a 12 anni ha scoperto la malattiae un anno dopo, nel 2012, «è andata via».

Anche lei gli ultimi mesi li ha passati a Genova, «in un appartamento dell'associazione Abeo ( che ne ha

appena inaugurati di nuovi dedicati ai piccoli pazienti oncologici, ndr ) un mondo sereno e con assistenza 24

ore su 24». «Di storie come le nostre ce ne sono tante», dice Tina.

Non è facile raccontarle. «Lo facciamo perché non ci dimentichiate - conclude Marzia - La Terra dei Fuochi è

un problema di tutti».

17/02/2015 6Pag. La Repubblica - Ed. genova(diffusione:556325, tiratura:710716)

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VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/02/2015 78

Page 79: Ordine dei Farmacisti di Salerno

Neonata morta a Catania la clinica sotto accusa Sanità , la mappa delrischio Gli ispettori del ministero puntano il dito su casa di cura e 118 Indice di mortalità: ecco gli ospedali dell'Isolasegnati in rosso > BRUNO, PALAZZOLO E SPICA GLI ispettori del ministero mettono sotto accusa i medici della clinica Gibiino.

Non avrebbero comunicato la gravità delle condizioni della piccola Nicole alle terapie intensive neonatali di

Catania. Sonoi primi risultati dell'inchiesta di ministero e Regione sulla morte della bambina. Sotto accusa

anche il 118, che non avrebbe contattato il Policlinico di Messina, dove c'era posto. La procura di Catania ha

notificato nove avvisi di garanzia. La morte della bambina ha riacceso i riflettori sulla qualità dell'assistenza in

Sicilia. A tracciare una mappa del rischio è il ministero: nell'Isola ci sono strutture dove si muore fino a quattro

volte di più che nel resto d'Italia per broncopolmonite e ictus.

A PAGINA II

17/02/2015 1Pag. La Repubblica - Ed. palermo(diffusione:556325, tiratura:710716)

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VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/02/2015 79

Page 80: Ordine dei Farmacisti di Salerno

IL VICEPRESIDENTE REGIONALE E IL FUTURO POLO SANITARIO Boeti: "Non si può perdere il Cto" (s.str.) UN OSPEDALE di 850 posti dedicato all'alta complessità e un secondo, più piccolo, riservato alla media

complessità (450 posti) dove adesso si trova il Cto. Il progetto allo studio per la nuova Città della Salute

(presentato domenica sulle pagine di Repubblica) non piace al vicepresidente del Consiglio regionale Nino

Boeti. Il quale ritiene che l'ospedale generalista, di riferimento per i cittadini di Torino sud, debba essere

ricavato nell'ala storica delle Molinettee non al Cto. «I piemontesi - spiega Boeti - non possono permettersi di

perdere il Cto. Un eventuale accorpamento dei posti letto e dei reparti con quelli generici del resto della Città

della Salute rischia di far saltare le specializzazioni che tutta Italia ci invidia». Dove verrebbe riposizionato il

centro grandi ustionati?, si interroga Boeti. Il quale ritiene che il congelamento delle risorsee del personale sia

già costato al Cto la fuga di pazienti verso i privati. Dove finirebbero adesso le specializzazioni di

microchirurgia? Dove ci sarà la chirurgia vertebrale? Secondo il consigliere regionale, medico ortopedico e

nella scorsa amministrazione responsabile regionale della sanità per il Pd, avrebbe più senso riconvertire

un'ala delle Molinette: «Fra l'altro quell'edificio è vincolato dalla Soprintendenza e non può essere abbattuto».

Altra ragione per essere contrari all'ipotesi allo studio è, secondo Boeti, il dimezzamento dei posti letto.

«Attualmente la Città della Salute e della Scienza, sommando la disponibilità dei quattro ospedali, ha 2400

posti letto.

La somma dei due nuovi ospedali arriva a 1200-1300 posti. La sanità piemontese non potrebbe permettersi

questo lusso. Si possono operare dei tagli, ma non del 50 per cento». Fra il 2011 e il 2013 la produzione

chirurgica - sono i dati prodotti dal consigliere democratico - è calata drasticamente. Ben 80mila pazienti sono

andati a farsi operare nel privato, soprattutto in Lombardia. «Una perdita di quasi 100miloni di euro».

17/02/2015 7Pag. La Repubblica - Ed. torino(diffusione:556325, tiratura:710716)

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VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/02/2015 80

Page 81: Ordine dei Farmacisti di Salerno

Nicole, il ministero accusa la clinica privata e il 118 "Doveva andare aMessina" Gli ispettori a Catania: "Venne taciuta la gravità del caso" Nove avvisi di garanzia. Il nonno: "Voglio unfunerale-festa" NATALE BRUNO SALVO PALAZZOLO GLI ispettori del ministero della Salute mettono sotto accusa i medici della clinica Gibiino. Non avrebbero

comunicato con precisione la gravità delle condizioni della piccola Nicole alle unità di terapia intensiva

neonatale di Catania. Eccoli, i primi risultati dell'inchiesta che ministero e Regione stanno conducendo sulla

morte della bambina che non ha trovato un posto adeguato al ricovero.

Sotto accusa c'è anche il 118, che non avrebbe preso contatto con l'unità di terapia intensiva di Messina,

dove c'era posto. La notte fra giovedì e venerdì, Nicole è stata invece caricata su un'ambulanza partita verso

Ragusa. Ma è deceduta a metà strada. I vertici del 118 respingono le accuse: Messina non è nel "distretto"

stabilito dal protocollo di emergenza. La polemica è destinata ad allargarsi, è probabile che il ministero voglia

verificare anche i profili organizzativi della sanità nella Sicilia orientale. Intanto la procura di Catania ha

notificato nove avvisi di garanzia. I provvedimenti, in cui si ipotizza il concorso in omicidio colposo, sono stati

notificati ad Antonio Di Pasquale (pediatra), Giovanni Alessandro Gibiino (anestesista), Maria Ausilia Palermo

(ostetrica-ginecologa), tutti e tre della clinica Gibiino. Avvisi di garanzia anche a due medici rianimatori

intervenuti dopo il parto, Sebastiano Ventura e Adolfo Tomarchio. Sono indagati pure l'operatore del 118

Vincenzo Mirabile, la dirigente del 118 per Catania Isabella Bartoli e i due medici di guardia Salvatore Cilauro

e Alessandro Rodanò, in servizio al Policlinico universitario e al Santo Bambino. Cilauro e Rodanò sono

accusati anche di omissione di atti d'ufficio. Ieri pomeriggio, alla presenza degli avvocati degli indagati, i

pubblici ministeri hanno conferito l'incarico per effettuare l'autopsia di Nicole, che si terrà oggi. Gli ispettori del

ministero e della Regione restano invece a Catania. Ieri, nella sede dei carabinieri del Nas, hanno presieduto

un vertice cui ha partecipato anche l'assessore Lucia Borsellino. Oggi proseguono le verifiche. Sono cinque

gli aspetti al centro dei controlli: la stabilizzazione della neonata, i requisiti della clinica, l'adeguatezza del

mezzo di soccorso per il trasferimento, i protocolli di comunicazione tra la clinica e il 118, la gestione dei posti

letto nelle unità di terapia intensiva neonatale e in quelle di terapia sub-intensiva. Oggi, prima dell'autopsia,

Andrea Di Pietro e Tania Egitto vedranno la loro bambina. È probabile che già domani la salma venga

restituita alla famiglia. Il funerale potrebbe tenersi nel fine settimana.

«Vogliamo che venga moltissima gente in chiesa - dice il nonno della bambina - e anche rappresentanti delle

istituzioni. Non dovrà essere un funerale, ma una festa per Nicole».

Foto: LA TRAGEDIA Fiocco rosa per Nicole a casa dei nonni A destra un elicottero del 118 e, in basso,

Gaetano Marchese

17/02/2015 2Pag. La Repubblica - Ed. palermo(diffusione:556325, tiratura:710716)

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VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/02/2015 81

Page 82: Ordine dei Farmacisti di Salerno

IL DOSSIER Bisturi e ricoveri, il rischio ospedale: brutti voti alla Sicilia GIUSI SPICA DUE bambini morti in tre giorni.

Nicole che ha smesso di respirare durante una disperata corsa in ambulanza da Catania a Ragusa a caccia

di un posto di Rianimazione, Daniel stroncato da una probabile meningite non diagnosticata a Trapani. Due

tragedie che riaccendono i riflettori sulla qualità e la sicurezza degli ospedali siciliani. Perché - a guardare i

dati ministeriali - nell'Isola bisogna augurarsi di non sentirsi male nei posti sbagliati. Le statistiche dell'Agenas,

l'agenzia per i servizi sanitari, dipingono un quadro in chiaroscuro, dove in alcune strutture il rischio di morire

per una broncopolmonite o dopo un intervento al femoreè quattro volte superiore rispetto al resto d'Italia.E

l'Isolaè maglia nera anche per i decessi dopo un intervento di bypass al cuore o di asportazione di un tumore

al cervello.A Roma lo hanno ripetuto fino alla nausea: «Non è una classifica». Eppure, navigando nei 131

indicatori del Programma nazionale sviluppato da Agenas, è possibile tracciare una mappa del rischio.

TROPPI PARTI CESAREI Il vizietto del bisturi è duro a sparire negli oltre 60 punti nascita della Sicilia. Dopo

anni di diktat, molti hanno messo un freno.

Ma sono oltre 30 i reparti di Ginecologia che sforano la media nazionale del 26 per cento. La maglia nera va

alla clinica Lucina di Catania, con il 57 per cento, seguita dall'ospedale Papardo-Piemonte di Messina, con il

54 per cento, e dalla clinica Villa Serena a Palermo (51). Non c'è da stupirsi se anche i rischi aumentino.

A detenere il primato è l'ospedale di Lentini, dove i cesarei che causano complicanze sono il 3,6 per cento

contro lo 0,8 nazionale.

Subito dopo c'è il Civico di Palermo, che con il 3,2 per cento di complicanze è al quindicesimo posto in Italia.

Problemi per il 2,8 per cento delle donne anche a Biancavilla. Del resto, il parto è una delle croci della sanità

in Sicilia. Lo conferma l'ultimo rapporto della commissione Errori sanitari della Camera: «Su 104 episodi di

malpractices al momento della nascita, la metà è concentrata tra Sicilia e Calabria», scrivono i membri della

commissione sciolta nel 2013. Ne faceva parte il parlamentare catanese Giovanni Burtone, che ha dato

battaglia sull'insufficienza di posti di Terapia intensiva neonatale a Catania e ha segnalato almeno tre episodi

di neonati trasferiti d'urgenza in altre città distanti centinaia di chilometri.

LA RISPOSTA AGLI INFARTI Avere un attacco di cuore in una provincia piuttosto che in un'altra può fare la

differenza. Il tasso di mortalità per infarto acuto sfora il 17 per cento al San Vincenzo di Taormina, al settimo

posto in Italia dove la mediaè del 9,2 per cento. Male anche il Policlinico di Catania (14,6) e l'ospedale di

Caltagirone (14,4). Ma sono altri dieci gli ospedali oltre soglia, tra cui quelli di Sant'Agata di Militello, di

Modica e di Canicattì.

IL PERICOLO ICTUS L'ospedale dove in Sicilia si muore di più per ictus è il Vittorio Emanuele di Gela, dove

non ce la fanno tre pazienti su dieci. Una percentuale che porta la struttura al quinto posto in Italia, dove la

media è dell'11,6 per cento. Male anche il Muscatello di Augusta (28 per cento)e l'ospedale di Acireale (23),

rispettivamente al settimo e all'undicesimo posto nazionale. Mortalità doppia anche all'Umberto I di Siracusa

(21 per cento), all'ospedale di Erice, a Sant'Agata di Militello, Marsala e Ragusa. Ma anche grandi centri

come il Garibaldi di Cataniae il Papardo di Messina non sono da meno, con il 15 per cento. sponsabilità, la

politica facciamola su altro - dice - nessuno ha chiesto le dimissioni della Borsellino, nessuno le ha chiesto di

ritirarle, per cui ognuno faccia le sue valutazioni. Questoè uno di quei casi che non ti fanno dormire la notte,

non vedo come si possa essere indifferenti, non la buttiamo in politica, non lo capirebbero le famiglie

coinvolte. Vedere anche le foto della madre con quella felicità non può lasciare indifferenti. La questione non

è trovare colpevoli ma risolvere criticità del sistema». L'INSIDIA BRONCOPOLMONITE L'ospedale Vittorio

Emanuele di Gela ha il primato in Italia per mortalità a un mese dal ricovero per broncopolmonite: non ce la fa

il 41,3 per cento dei pazienti, contro l'8,7 nazionale. Troppe morti anche a Sciacca, che con il 28,3 per centoè

settima in Italia,ea Villa Sofia a Palermo, nona con il 27,1 per cento. Fuori media anche il San Giovanni di Dio

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Page 83: Ordine dei Farmacisti di Salerno

di Agrigento, il Santa Marta e Santa Venera di Acireale, l'ospedale di Sant'Agata di Militello e quello di

Augusta.

FEMORE, RECORD SICILIANO È l'ospedale dei record. Negativi. Con il 16,2 per cento di morti l'Umberto I

di Enna è maglia nera in Italia per mortalità a un mese dall'intervento al femore. Al terzo posto c'è il Sant'Elia

di Caltanissetta (14,6), al quarto l'ospedale di Acireale (13,6). Più morti rispetto alla media anche a Ragusa

(11,5), al Policlinico di Palermo (11,4), al Piemonte di Messina (10,5), a Noto e a Marsala.

IL RISCHIO BYPASS Se nell'Isola si distinguono eccellenze di portata nazionale come l'Ismett e Villa Maria

Eleonora, lo stesso non si può dire per le cardiochirurgie pubbliche. Al Policlinico Vittorio Emanuele di

Catania muore il 6,5 per cento di pazienti dopo un intervento di bypass al cuore.

Una percentuale che fa schizzare la struttura catanese al terzo posto in Italia dopo due ospedali campani.

Sfora la media del 2,4 per cento anche la clinica Morgagni di Pedara (5,3). GLI INTERVENTI AL CERVELLO

Primato negativo anche per la mortalità a un mese dall'asportazione di un tumore al cervello. Con l'8,8 per

cento di pazienti morti, l'ospedale Rodolico di Catania è primo in Italia. Segue Villa Sofia con il 7,9 per cento e

il Sant'Elia di Caltanissetta con il 6,4. Sfondano il tetto nazionale del 2,7 anche il Civico di Palermo (6 per

cento), il Policlinico Giaccone (5,8), il Cannizzaro di Catania, il Papardo-Piemonte (4,6) e il Policlinico di

Messina (4,2).

PER SAPERNE DI PIÙ pti.regione.sicilia.it www.salute.gov.it

Foto: CATANIA Il Policlinico Vittorio Emanuele è terzo in Italia per decessi dopo l'intervento di by-pass

Foto: ENNA L'ospedale Umberto I è primo in Italia per numero di morti dopo la frattura del femore

Foto: Sulla sanità ci sono molti interessi che si muovono, come dimostrano gli attacchi che arrivano da Ncd e

dal dicastero Lucia è impegnata per avere verità e giustizia

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VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/02/2015 83

Page 84: Ordine dei Farmacisti di Salerno

Elisoccorso, inchieste e sospetti trenta viaggi fuori dall'Isola "Ma nontrasportiamo solo vip" La procura e l'assessorato indagano sul direttore del 118 "Ero grave, ad Alghero perdevano tempo". L'équipe:"Falso" L'appalto prevede voli occasionali "in regioni limitrofe". Pazienti trasferiti da Taranto e Lagonegrocome pure da Malta e Tunisia GIOACCHINO AMATO UN' INDAGINE interna dell'assessorato regionale alla Salute, l'apertura di un fascicolo da parte della procura

di Palermo. Il caso del direttore della centrale operativa del 118 di Palermo, Gaetano Marchese, che ha

ottenuto di farsi trasferire da Alghero all'Ismett dall'elisoccorso siciliano solleva dubbi e un vespaio di

polemiche.

L'attenzione adesso si concentra su quella trentina di voli che ogni anno gli elicotteri della società Inaer, su

ordine delle sale operative del 118, compiono fuori dalla Sicilia fino a Malta e persino in Tunisia. Ma anche su

un altro caso sospetto, con il parente di un politico messinese trasportato in elicottero da Messina a Palermo

per una rinoplastica. Casi che stridono con le tragiche notizie di disservizi e morti sospette che coinvolgono

proprio il 118e il servizio di soccorso affidato agli elicotteri.

I voli dell'elisoccorso siciliano fuori dalla regione sono previsti dal capitolato tecnico dell'appalto redatto

dall'assessorato alla Salute.

«È facoltà delle centrali operative - si legge - disporre interventi anche in regioni limitrofe e con carattere di

occasionalità e limitatamente alle basi di Palermo e Lampedusa su tutto il territorio nazionale ovvero al di

fuori del territorio nazionale», il tutto senza differenze nel prezzo del servizio. Di questi casi, spiegano sia dal

118 che dall'assessorato, se ne verificano da 20 a 30 all'anno. Ultimi, i trasporti di pazienti da Lagonegro,

Taranto, Cagliari, Lamezia Terme e anche da Malta e Tunisia. Per la maggior parte si tratta di casi di grave

insufficienza respiratoria trattati all'Ismett, unica struttura di tutto il Meridione a essere dotata del polmone

artificiale Ecmo.

Ma i punti controversi stanno proprio su chi e perché ha preso la decisione del trasporto. In pratica il direttore

Marchese ha deciso per sé stesso, cosa che a un comune cittadino non è possibile. Lo conferma la società

Inaer Aviation Italia Spa, che ha vinto l'appalto del servizio nell'estate del 2013: «La chiamata è giunta nella

notte del 15 gennaio - spiega una nota - dalla centrale operativa del 118 di Palermo con le consuete modalità

e a cui è seguita l'attivazione dell'elicottero di stanza nella base di Palermo». Marchese, ancora ricoverato in

Cardiologia all'Ismett, si difende ma ammette: «Ho chiesto l'intervento dell'Ismett perché nell'ospedale di

Alghero dove ero stato trasferito solo dopo tre ore dal mio arrivo mi è stata fatta una Tac, il mio caso era stato

sottovalutato dall'équipe di Alghero. Ho solo, da medico, tutelato la mia salute, come quella dai tanti pazienti

trasportati e salvati dal 118».

Ma da Alghero la risposta non si fa attendere. «I soccorsi prestati al direttore Gaetano Marchese sono stati

corretti, prestati tempestivamente e conclusi con una diagnosi chiara di aneurisma all'aorta, che imponeva la

necessità di essere immediatamente sottoposto a un intervento chirurgico d'urgenza - scrive l'assessore alla

Sanità della Regione Sardegna, Luigi Arru - In sala operatoria a Sassari tutto era già pronto. Ma il dottor

Marchese ha scelto di tornare in Sicilia, perdendo ore preziose visto che è stato operato solo sei ore più tardi.

La nostra diagnosi è scritta nero su bianco, così come tutti gli orari sono registrati elettronicamente». Così

partono l'ispezione dell'assessorato alla Salute, con il direttore Sebastiano Lio che ha disposto l'esame di

tutte le registrazioni di quella notte in sala operativa, e l'inchiesta della procura dopo che l'aggiunto Dino

Petralia ha ricevuto una ricostruzione della vicenda da parte dei carabinieri. Cgil e Cisl parlano di «abuso di

potere e possibile peculato», mentre il capogruppo di Forza Italia all'Ars, Marco Falcone, attacca: «Per la

piccola Nicole nessun elicottero si è alzato in volo».

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Page 85: Ordine dei Farmacisti di Salerno

Il caso arriva anche in Parlamento con due interrogazioni al ministro Lorenzin. E a Messina spunta anche un

altro caso.A denunciarloè il vice segretario del sindacato medici Cimo, Angelo Collodoro: «Più di un anno fa

un parente di un politico è stato trasferito con l'elisoccorso da Messina a Palermo nonostante ci fossero tre

reparti di chirurgia attrezzati per l'intervento, dietro pressioni politiche. Su questa vicenda l'autorità giudiziaria

ha aperto un'inchiesta».

«Il paziente è stato inviato in codice rosso ma non era da codice rosso - aggiunge - come da referto del 118

"trauma non commotivo vigile".

Poi è stato operato in anestesia locale e ricoverato in un reparto di degenza normale, il giorno dopo è stato

sottoposto a un intervento estetico di rinoplastica e dopo due giorni dimesso».

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VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/02/2015 85

Page 86: Ordine dei Farmacisti di Salerno

IL CASO/2 ALLARME SUI RIMBORSI 2014 Sos delle case di riposo: "La Regione ci deve un milione per le rette" Gianfala, presidente di Api sanità lancia l'allarme: "Negli ultimi mesi le insolvenze sono cresciute: per alcuneaziende valgono il 10% del fatturato" (e. v.) PER la sanità piemontese si apre un altro fronte. le aziende che forniscono assistenza sociosanitaria e che

fanno parte di Api Sanità Torino lanciano l'allarme sulla crescita delle insolvenze negli ultimi mesi.

«Fenomeno che per troppo tempo è stato trascurato - dice Antonino Gianfala, presidente della categoria che

riunisce un centinaio di strutture di accoglienza per anziani -, e che adesso ha assunto dimensioni e livelli

preoccupanti, soprattutto dal punto di vista sociale oltre che economico».

L'ammontare delle rette non pagate nel 2014 sfiora ormai, solo nell'area della ex provincia di Torino, il

milione. Api Sanità ha registrato casi di singole strutture di assistenza che hanno accumulato somme non

pagate per 100-200mila euro. In molte situazioni, l'ammontare dei crediti di questo tipo arriva al 10 per cento

del fatturato.

Ancora Gianfala: «E' evidente che questa situazione deve essere presa in mano dalle Istituzioni (ente

pubblico, servizi sociali e tribunali). Sappiamo bene i problemi che la sanità regionale e in genere i bilanci

pubblici stanno affrontando, ma è necessario porre attenzione anchea questi aspetti prima che diventino

ingovernabili». Il presidente di Api sanità ha affrontato la questione con Domenico Ravetti, presidente IV

Commissione del Consiglio Regionale. «Abbiamo presentato una serie di proposte - spiega- che hanno

soprattutto l'obiettivo di favorire una migliore regolamentazione del settore: condizione imprescindibile per

garantire il mantenimento di adeguati livelli di assistenza ai non-autosufficienti». Api Sanità ha chiesto in

particolare «maggiori controlli sulle liste d'attesa, un arbitrato super partes peri contenzioni fra Asle strutture,

garanzie sul diritto di libera scelta del presidio da parte degli utenti, il controllo sull'effettiva realizzazione

dell'applicazione dell'uniformità tariffaria su tutto il territorio regionale, una migliore programmazione dei posti

letto a livello regionale, la revisione delle modalità di valutazione delle Unità valutazione geriatrica».

Foto: La sede dell'Api di Torino in via Pianezza

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Page 87: Ordine dei Farmacisti di Salerno

Il disagio Bimbi maltrattati meno abusi sessuali ma sono in aumento i casi di incuria Il centro Giada opera nel Giovanni XXIII Si occupa anche della cura dei genitori Dal 2 febbraio 2009 al 31dicembre 2014 l'équipe Giada ha individuato 541 minori in condizioni di rischio Cinque differenti patologie MARA CHIARELLI ALORO piace essere definiti un "ospedale", un ospedale di eccellenza se vogliamo dirla tutta, all'interno della

sanità pubblica. Sono il "Gruppo interdisciplinare assistenza donne bambini abusati", raccolto nell'acronimo

Giada,e che ha sede all'interno dell'ospedale pediatrico Giovanni XXIII di Bari: 50 operatori specializzati, tra

medici, infermieri, assistenti sociali (e persino un tecnico informatico) che dal 2005 si occupano a Bari di

diagnosi precoce sugli esiti della violenza sui bambini e, di conseguenza, del trattamento psicologico e

medico più adeguato. Dal 2009 sono finanziati dalla Regione Puglia (con progetti annuali) e rispondono ad un

vuoto assistenziale, nell'ottica di offrire a chi ne ha bisogno una sanità migliore. Cinque anni di studie

statistiche, i cui risultati danno già all'occhio meno avvezzo la dimensione di un fenomeno sommerso, ma del

quale se ne distinguono sempre di più le fattezze: dal 2 febbraio 2009 al 31 dicembre 2014, su un totale di

2.798 minori arrivati al Servizio di psicologia della Asl barese, l'équipe Giada ne ha individuati 541 in

condizioni di abuso o a rischio. Di questi, 135 solo nel 2014, praticamente il 25 per cento del totale. E, tra le

fasce di età più esposte, la percentuale maggiore (il 47 per cento) è quella che va dai 6 agli 11 anni.

La restante parte si divide tra i più piccoli, da0a5 anni (il 27 per cento) e la fascia adolescenziale, tra i 12 e

18 anni (26 per cento). Una condizione che si manifesta soprattutto in famiglie con status socio-economico

basso (il 59 per cento), ma anche medio (il 34 per cento). C'è però un dato che in particolare allarma gli

operatori, e cioè quello che si riferisce ad una delle 5 tipologie di violenza: se negli ultimi anni è

fortunatamente calata la percentuale di abusi sessuali, dal 12 al 7 per cento del totale, sale invece la

"patologia delle cure", dal 39 al 44 per cento. Una categoria che racchiude i pochi casi di "sindrome di

Muncchausen per procura" (affligge genitori per lo più madri e li spinge ad arrecare un danno fisico al figlio o

ad un familiare disabile per farlo credere malatoe attirare l'attenzione su di sé), l'incuria fisica e soprattutto la

crescente incuria emotiva (la trascuratezza emozionale). Alta e stabile anche la percentuale dei bimbi

sottoposti a "violenza assistita", cioè l'essere costretti ad assistere a violenze nei confronti di uno dei genitori

o di un altro familiare stretto: il 27 per cento. I dati, appena pubblicati, sono il frutto di un lavoro che Maria

Grazia Foschino, psicologa e responsabile scientifico di Giada (per la Asle per la Regione Puglia) definisce

un «osservatorio sul disagio. Dal 2005 - racconta - d'intesa con l'allora direttore generale della Asl, abbiamo

cambiato l'organizzazione interna, formando gli operatorie individuano due referenti, un medico e un

infermiere, in tutti i reparti di pediatria. Questo perché ci siamo accorti che, fino ad allora, non eravamo stati in

grado di individuare in alcune patologie dei piccoli degenti i segni di eventuali violenze subite». «Da qui -

aggiunge Maria Grazia Foschino - la necessità di aiutare quelle famiglie maltrattanti, attivamente o perché

non protettive, che non sono in grado di esprimere una richiesta di aiuto». L'équipe di Giada, con un progetto

pilota unico in Italia, ha così costituito una rete, alla quale hanno aderito tutte le Asl della regione. LA

SCHEDA L'AVVIO Dal 2005 si occupano a Bari di diagnosi precoce sugli esiti della violenza sui bambini IL

GRUPPO Sono 50 operatori specializzati, tra medici, infermieri, assistenti sociali (e persino un tecnico

informatico) RESPONSABILE Maria Grazia Foschino, psicologa e responsabile scientifico di Giada

Foto: INTERVENTI Sono stati formati gli operatori sanitari e individuati due referenti, un medico e un

infermiere

Foto: FOTO: LAPRESSE

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VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/02/2015 87

Page 88: Ordine dei Farmacisti di Salerno

Muore d'infarto al pronto soccorso autopsia su una donna di 45 anni (g.d.b.) E'STATA la direzione sanitaria dell'ospedale "Vittorio Emanuele II" di Bisceglie a disporre d'urgenza, come da

prassi in questi casi, l'autopsia sul cadavere di Antonella Cervino, una donna di 45 anni morta domenica

scorsa 15 febbraio in circostanze ancora misteriose all'intero del pronto soccorso. La signora, secondo

quanto si è appreso, sarebbe essere arrivata, apparentemente senza alcun problema, al pronto soccorso del

nosocomio trasportata da un'ambulanza del 118 da Trani, città di cui era originaria. Secondo quanto riferito

da fonti sanitarie la donna avrebbe riferito ai medici di avvertire forti dolori allo sterno e al braccio ma pochi

minuti dopo il suo ingresso nel reparto il suo cuore avrebbe cessato di battere. I familiari di Antonella Cervino,

che a Trani gestiva una tabaccheria con il marito proprio al centro della città, non hanno sporto denunciae sul

caso non risulta aperto alcun un fascicolo in procura a Trani.

L'autopsia dovrà stabilire quale sia stata la causa della morte e se si sia fatto di tutto per evitare la tragedia. I

risultati dell'esame autoptico dovranno servire anche ad escludere eventuali responsabilità dei medici, sia

quelli del 118 che del pronto soccorso, che hanno visitato la donna prima che morisse.

Foto: COINVOLTO il sindaco di Brindisi Mimmo Consales assolto da alcune imputazioni

Foto: I SOCCORSI La donna di Trani è arrivata in ambulanza all'ospedale ma è morta poco dopo

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VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/02/2015 88

Page 89: Ordine dei Farmacisti di Salerno

IL MINISTRO DELL'AMBIENTE GIAN LUCA GALLETTI "Prodotti agricoli sani non chiamiamola più la Terra dei fuochi" ANTONIO FERRARA «NON chiamiamola più Terra dei fuochi». Il ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti prova a rompere

l'immagine di un'agricoltura campana associata ai campi avvelenati da quintali di rifiuti tossici interrati negli

ultimi decenni tra l'indifferenza generale. Galletti vuole ribaltare l'idea che vede l'intera area tra Napoli e

Caserta ridotta a un unico, solo spazio avvelenato.

«Posso dire con tranquillità che i prodotti che vengono da lì sono prodotti sani: chi dice il contrario dice una

falsità». Il ministro dell'Ambiente ricorda come l'area tra Napoli e Caserta sia stata divisa in cinque fasce, in

base alla legge del 2014 che ha disposto le indagini sulla Terra dei fuochi. «Di queste zone - precisa Galletti -

solo 15 ettari di terreno, se coltivati, producono colture pericolose per la salute. Giovedì scorso ho firmato un

decreto interministeriale insieme con il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina e il ministro della

Salute Beatrice Lorenzin, nel quale abbiamo interdetto la produzione in quella zona. Il resto delle aree sono

sane, così come lo sono i prodotti: lo dice la scienza - aggiunge il ministro - e spero che la scienza sia

esatta». Poi l'annuncio dell'avvio dei lavori del comitato interministeriale sulle bonifiche.

Cancellare la Terra dei fuochi, bonificare le aree realmente pericolose, intervenire su quei 15,78 ettari, oltre

157 mila metri quadrati di terreno, che sono pari al 36,7 per cento del territorio ad uso agricolo esaminato nei

primi 57 Comuni della Campania oggetto dell'analisi. Una percentuale assai limitata di territorio regionale. Il

testo sottoscritto dai tre membri del governo Renzi individua i terreni che possono essere destinati alle

produzioni agroalimentari, i terreni che possono essere destinati solo a determinate produzioni, e i campi che

non possono essere destinati all'agricoltura, ma esclusivamente a colture diverse in considerazione delle

capacità depurative. Infine, nel decreto vengono indicate le aree che non possono essere utilizzati per la

produzione agroalimentare o pastorale.

I risultati delle analisi dirette nei primi 57 comuni restituiscono una realtà sostanzialmente divisa in tre parti.

Le analisi dicono che un terzo dei terreni, cioè 15,53 ettari (pari al 36,1 per cento) sono idonei alle produzioni

agroalimentari, un terzo non lo è, mentre i rimanenti 11,6 ettari, pari al 27 per cento, sono suoli che in

determinate condizioni si possono utilizzare per determinate produzioni.

La Campania resta comunque la regione con il maggior numero di processi (141) per il nuovo reato di

combustione illecita di rifiuti introdotto con il decreto per la Terra dei fuochi. «Si tratta di dati ancora parziali

ma significativi», ha spiegato il ministro della Giustizia Andrea Orlando in audizione alla commissione

parlamentare sui rifiuti. In un anno, tra gennaio 2014 e 2015, in tutta Italia sono stati iscritti 261 procedimenti

penali, «94 sono su soggetti identificati - ha detto Orlando - mentre gli indagati sono 136, 8 le misure

cautelari, 27 gli imputati rinviati a giudizio». La quota più alta dei procedimenti riguarda la Campania, seguita

da Lazio (69 casi), Calabria (34) e Sicilia (17).

I RISULTATI

In queste zone solo 15 ettari di terreno, se coltivati, producono colture pericolose per la salute

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VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/02/2015 89

Page 90: Ordine dei Farmacisti di Salerno

IL PRESIDENTE DELL'0RDINE DEI MEDICI: "COSÌ SI RISCHIA DI INGENERARE DUBBI SULSANTOBONO" Scotti: "Ora evitiamo l'effetto psicosi" «È IMPORTANTE evitare che si crei un effetto psicosi, la tragica scomparsa a distanza di pochi giorni l'una

dall'altra delle due piccole pazienti in cura al Santobono non deve mettere in ombra l'eccezionale lavoro

svolto ogni giorno da tutto il personale del polo pediatrico napoletano». Parla così Silvestro Scotti, presidente

dell'ordine dei medici, intervenendo sui due drammatici avvenimenti, diversi tra loro, ma che «ora rischiano di

generare in maniera ingiustificata paure e dubbi nell'utenza dell'ospedale pediatrico».

«Senza voler esprimere giudizi su quanto accaduto, compito che spetterà alla magistratura - sottolinea

Scotti-è importante rassicurarei cittadini non solo sulla fiducia che questa istituzione nutre nelle

professionalità del territorio, ma anche sull'attenzione - massima - che quest'Ordine ha nel vigilare nel rispetto

delle proprie attribuzione, sulla sicurezza di tutti i presidi cittadini e provinciali. Attenzione condivisa dalla

direzione del polo pediatrico che nona caso ha risposto con sollecitudine all'incontro promosso sulle

tematiche della gestione dell'emergenza legata alla sindrome influenzale». Da qui l'appello del presidente ai

mezzi di informazione «affinché evitino di cercare "facili clamori", e ai medici tutti affinché contribuiscanoa

rinsaldare quel rapporto di fiducia chi assistee chiè assistito. Rapporto che non deve mai vacillare». Una linea

sposata anche dal presidente del gruppo Forza Italia del consiglio regionale, Gennaro Nocera: «È giusto e

più che legittimo raccontare tragedie e storie di grande dolore, ma queste meritano rispetto e attenzione.

Cavalcarle, come accaduto, per una delle nostre migliori eccellenze,è sicuramente sbagliato.

Sono più che vicino ai genitori delle due piccole pazienti decedute in questi giornie ritengo che gli eventuali

errori e i relativi responsabili vadano perseguiti con fermezza. Quello che, però, bisogna evitare è che

l'assalto mediatico all'ospedale pediatrico possa generare psicosi, come giustamente osservato dell'Ordine

dei medici, e fare il gioco di chi ha interesse a distruggerlo, ad annientare un'eccellenza creando peraltro un

grave danno alla Campania. Giù le mani dal Santobono - conclude Nocera - che è una garanzia per i nostri

piccoli».

Non mettere in ombra l'eccezionale lavoro svolto ogni giorno dal personale dell'ospedale vitiamo l'assalto

mediatico.

Quell'ospedale è una garanzia per i nostri piccoli

Foto: PRESIDENTE Silvestro Scotti presidente dell'Ordine dei medici di Napoli

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VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/02/2015 90

Page 91: Ordine dei Farmacisti di Salerno

Ma i medici si difendono "S'è fatto di tutto per salvarla" "Fin dalla nascita lottava con problemi gravissimi: aveva tredici mesi e pesava appena cinque chili" ANTONIO DI COSTANZO «LA BAMBINA era da tempo una nostra paziente, abbiamo fatto di tutto per salvarla, ma fin dalla nascita

lottava con problemi gravissimi. Aveva 13 mesi ma pesava appena cinque chili ed è stata colpita da una

broncopolmonite». I medici del Santobono, finiti di nuovo nella bufera per una bambina di pochi mesi morta,

sono addolorati, ma convinti di aver fatto tutto il possibile. Le condizioni di Maria Liliana, la bimba nata dalla

mamma in coma, erano state da sempre critiche, lunedì si sono aggravatea causa di una broncopolmonite. Il

papà ha presentato un esposto, e la sezione reati colpe professionali, guidata dal procuratore aggiunto Luigi

Frunzio, ha aperto, da prassi, un fascicolo, come è stato fatto anche per il caso di Rosa, otto mesi appena,

deceduta il giorno dopo le dimissioni. Gli specialisti del reparto di rianimazione, dove si lavora a ritmi forzati

per curare i piccolissimi pazienti e dare una speranza ai genitori dei casi più gravi, sono profondamente

addolorati per la fine di Maria Liliana e amareggiati per la notizia di un esposto da parte del padre.

Nell'ospedale del quartiere Vomero-Arenella, guidato dal direttore generale Annamaria Minicucci, si sentono

assediati. Accusati ingiustamente dai parenti dei pazienti. E vittime di una psicosi collettiva che, dopo quanto

avvenuto, alimenta l'astiosità dei genitori. «Arrivano con il coltello tra i denti come se noi fossimo i nemici»,

confessa un camice bianco del pronto soccorso. Di conseguenza anche le dimissioni dei bambini, che fino a

pochi giorni fa, avrebbero avuto il via libera a tornare a casa, sono bloccate dalla paura e dall'insistenza dei

parenti. E l'ospedale rischia il collasso. «Siamo esasperati - dice un altro medico - registriamo 400 accessi al

giorno. Lavoriamo senza sosta, senza fermarci un istante». Inevitabili anche le accuse ai tagli del personale e

al ridimensionamento degli altri presidi pediatrici che hanno lasciato il Santobono come unico grande

ospedale della regione.

Per quanto riguarda Maria Liliana, al Santobono ricordano che era nata da una donna in coma irreversibile,

con taglio cesareo indotto al quinto mese di gestazione. Quando è venuta alla luce la bimba pesava 650

grammi. Una grave prematurità, insomma, e un quadro clinico difficilissimo. Il parto era avvenuto al

Cardarelli, poi, la bimba era stata presa in cura dal polo pediatrico, dove più volte era stata portata dal papà

in questi difficili mesi.

"La bambina- fanno sapere dall'ospedale - era stata ricoverata per complicanze respiratorie della gravissima

situazione di base. Dopo l'iniziale e lieve miglioramento si è instaurata un'ipossiemia refrattaria ai trattamenti,

con subentranti crisi di desaturazione".

La bambina è morta "malgrado la ventilazione meccanica ad alte concentrazioni di ossigeno e la terapia

farmacologica".

L'amara conclusione del Santobono, che ieri ha preferito però non diffondere un comunicato ufficiale, è che il

«caso rientra nel doloroso novero dei decessi di pazienti gravissimi, che sono purtroppo eventi non

straordinari in ospedali nei quali si concentrano i trattamenti di situazioni di tale alta complessità». Se questaè

la verità lo stabilirà l'inchiesta aperta dalla Procura. PER SAPERNE DI PIÙ www.santobonopausilipon.it

www.giustizia.it

Foto: DIRETTORE Annamaria Minicucci, direttore generale dell'ospedale Santobono.

Un'altra inchiesta sulla morte di una bimba di 13 mesi

18/02/2015 5Pag. La Repubblica - Ed. napoli(diffusione:556325, tiratura:710716)

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Page 92: Ordine dei Farmacisti di Salerno

Ambulanze nel caos elisoccorso a metà tutti i buchi dell'emergenza Elipiste di grandi ospedali di notte restano a luci spente, ambulanze bloccate nelle piazzole Sotto accusa lamancata attivazione del servizio di trasporto neonatale e materno IL DOSSIER GIUSI SPICA ELIPISTE di grandi ospedali che di notte restano a luci spente, reparti di Rianimazione neonatale con la metà

dei letti previsti per mancanza di culle e camici bianchi, ambulanze bloccate per ore nelle piazzole degli

ospedali perché al pronto soccorso mancano le lettighe per sbarellare i pazienti. E poi soldi, tanti soldi spesi

per servizi mai partiti, come i cinque milioni stanziati dalla Regione per mettere su la rete di trasporto sicuro

per mamme e neonati. Un aspetto sul quale anche gli ispettori inviati dal ministro vogliono spiegazioni. Nella

Sicilia travolta dalle inchieste, con due bambini morti in meno di 72 ore, dietro il banco degli imputati, oltrea

medicie operatori, ci sono anchei buchi nella mappa dell'emergenza. Perché ne sono convinti gli ispettori che

indagano sul caso della neonata morta in un'ambulanza privata - qualcosa non funziona come dovrebbe nella

catena dell'assistenza. L'ELISOCCORSO A METÀ Nei cieli siciliani volano gli elicotteri più costosi d'Italia,

eppure a Catania viaggiano solo dall'alba al tramonto. Una scelta dell'assessorato alla Salute, spiegano dalla

Inaer Aviation che ha vinto il maxi-bando da 170 milioni 899 mila euro per otto anni per aggiudicarsi il servizio

nell'Isola.

Il costo non ha pari in Italia: la Regione spende per sei elicotteri 21 milioni all'anno contro gli 11 dell'Emilia

Romagna che ne possiede quattro o i sette milioni che la Valle d'Aosta sborsa per tre mezzi più uno

d'emergenza. ma tant'é. L'elipista dell'ospedale Cannizzaroè autorizzata solo dalle 8 alle 18 e in caso

d'emergenza l'elisoccorso può decollare o atterrare solo all'aeroporto civile di Fontanarossa. Ma per la piccola

Nicole si è scelto il trasporto in ambulanza da Catania a Ragusa. Una scelta dettata anche da folli procedure

che prevedono di cercare il letto in via prioritaria nella macroarea Catania-Siracusa-Ragusa anziché nella più

vicina Messina, dove quella notte c'erano sette posti liberi. Anche su questo fronte l'assessorato ha allo

studio una revisione dei protocolli.

AMBULANZE SOTTO ACCUSA Sotto accusa c'è poi la mancata attivazione del servizio di trasporto

neonatale e materno in emergenza (Stene Stam). Un progetto che prevede ambulanze attrezzate, èquipe

specializzate e una rete tra le strutture pubbliche e private delle province. L'assessorato nel 2011 ha

stanziato alle dieci aziende capofila ben cinque milioni di euro (470 mila ciascuno) più 300 mila euro alla

Seus per attrezzare le ambulanze e comprare le cullette. Eppure a tre anni di distanza sono partite solo

Palermo e Messina. A Catania, dove l'ospedale capofila è il Santo Bambino, nulla ancora è stato fatto. La

piccola Nicole è stata trasportata su un mezzo privato, su decisione della clinica Gibiino dove è nata. Ma

anche la Seus, che avrebbe dovuto attrezzare i mezzi, si è fatta trovare impreparata. Non è un mistero che

l'azienda ha al momento altre grane da risolvere: le dimissioni del direttore generale Angelo Aliquò, seguite

da quelle del direttore sanitario Bernardo Alagna, dopo un braccio di ferro andato a vuoto per far cambiare lo

statuto dell'azienda e dotarla di figure di dirigenti è solo l'ultimo terremoto che ha scosso la partecipata già

travolta dallo scandalo degli imboscati e dei dipendenti condannati al volante.

PRONTO SOCCORSO, L'ANELLO DEBOLE Sono la croce della sanità siciliana, l'anello debole della filiera:i

pronto soccorso dove la gente aspetta ore al triage e giorni nelle aree di osservazione breve prima di trovare

un posto in un reparto. Scrive la commissione errori sanitari della Camera, nella sua ultima relazione datata

2013: «Persone visitate e poi mandate a casa con leggerezza, ma morte poco dopo, pazienti deceduti dopo

aver atteso per ore prima di essere visitati, ambulanze prive di defibrillatori». E proprio dalla Sicilia arriva il

maggior numero di casi, con nove episodi su 34 segnalati. «Se si tagliano i posti letto e le ambulanze sono

fuori uso perché le barelle vengono utilizzate come letti, ovviamente chi attende l'arrivo del 118 rischia di non

vedere i soccorsi arrivare per tempo», scrive la commissione. Nel Palermitano il record va a Villa Sofia, con

un'attesa media per le ambulanze di un'ora e sei minuti e picchi fino a 4-5 ore, segue il Buccheri La Ferla

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VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/02/2015 92

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(un'ora e due minuti), il Civico e il Cervello con 48 minuti, e infine il Policlinico (37 minuti).

Così per assicurare il servizio la Seus è ricorsa ad ambulanze private. Costo in più per le casse della

Regione: 240 mila euro.

Foto: L'ASSESSORE Lucia Borsellino assessore regionale alla Sanità

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"Dalla legge di stabilità possono arrivare i fondi per Città della Salute" Del Favero, direttore dell'Istituto superiore della Sanità : "E' urgente però che la Regione decida in tempirapidi" L'ex manager delle Molinette: "Io sponsor? Chiamparino e Saitta non ne hanno bisogno" "Sul projectfinancing ho dubbi anch'io. Ma ci sono altre formule per finanziare un'opera" SARA STRIPPOLI «NON so dire se saremmo arrivati all'obiettivo di aprire il cantiere della Città della Salute di Torino se la giunta

Cota non fosse caduta. Conosco però bene il valore della squadra che guida il Piemonte e la sua sanità per

immaginare che la meta possa essere raggiunta».

Angelo Del Favero è stato per due anni il direttore generale della Città della Salute. Chiamato da Cota a

dirigere una delle aziende più grandi d'Europa ai tempi della fusione dei quattro ospedali.

Negli ultimi mesi era impegnato ad individuare percorsi per trovare i fondi per la Città della Salute. Ha

lasciato il suo incarico prima del tempo perché chiamato a Roma come direttore generale dell'Istituto

superiore di sanità, organo tecnico scientifico del ministero della salute.

Del Favero, oltre ad essere stato due anni alla Città della Salute, lei è anche considerato persona vicino al

ministro Beatrice Lorenzin. Che possibilità hanno le Regioni di vedersi finanziare opere di edilizia sanitaria?

«È noto che la legge di stabilità ha previsto, pur con qualche punto interrogativo, oltre 2 miliardi di

finanziamento per l'edilizia sanitaria. Si sa inoltre che la Conferenza della Regioni pone fra le sue priorità gli

investimenti ritenuti urgenti per ammodernare il sistema sanitario regionale. È dunque ragionevole

immaginare che in tempi brevi ci sarà la possibilità di attingerea nuovi fondi.

La prospettiva che si apre è concreta». Quanto contano i tempi? «A mio parere è urgente che la Regione,

per impegnare dei finanziamenti, assuma decisioni che consentano di disporre il progetto e il piano finanziario

propedeutico». Quanto urgente? «Prima possibile».

Che caratteristiche deve avere un'opera che ha chance di essere finanziata? «Dev'essere un'opera

estremamente innovativa perché la Città della Salute rappresenta uno dei grandi poli della sanità nazionale.

Ho conosciuto da vicino la sanità della Città della Salute e della Scienza, e so che il livello della clinica e della

ricerca della scuola di medicinaè tale da meritare assolutamente di poter disporre di infrastrutture moderne

all'altezza di quello che fanno». Pensa che in questo momento il Piemonte abbia bisogno di sponsor? «Il

presidente Chiamparimo è il presidente della Conferenza delle Regioni. E l'assessore alla sanità Saitta e il

direttore regionale Moirano conoscono benissimo il funzionamento del sistema. Gianpaolo Zanetta è un

ottimo manager. Sanno benissimo come muoversi. Naturalmente, per tutto quello che rientra nelle mie

possibilità, sono prontoa dare una mano. Se dovessi curarmi, peraltro, verrei a Torino alla Città della Salute».

Nel frattempo il sito è cambiato ancora e ora si parla di Fiat Avio. Lei che ne pensa? «A suo tempo era stata

data una precisa indicazione strategica da parte dei vari enti. C'era un protocollo d'intesa che privilegiava il

recupero del sito esistente. Ma sono d'accordo che con un'area libera sin dal principio i costi di realizzazione

possono esser inferiori e forse anche l'esecuzione più rapida».

Parliamo dei fondi, un tema a cui si era dedicato nell'ultimo periodo. Quali possono essere le soluzioni?

«Anche io nutrivo serie perplessità sul sistema project financing. Si tratta di individuare altre formule, il

leasing in costruendo con cui hanno costruito il palazzo della Regione potrebbe essere una soluzione, ma ci

sono altre forme di finanziamento pubblico-privato. Naturalmente nel caso in cui i fondi nazionali non coprano

tutto il costo. Un aspetto è anche cosa si vuol fare della vecchia area. Risorse per la parte regionale possono

arrivare di lì». MOLINETTE Angelo Del Favero, direttore generale dell'Istituto superiore della Sanità,è stato

prima manager delle Molinette.

Conosce bene il progetto di Città della salute. E spiega come si può finanziarlo SU REPUBBLICA

L'INCHIESTA Da domenica Repubblica dedica servizi al tema PE SAPERNE DI PIÙ Altre notizie e immagini

su torino.repubblica.it

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VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/02/2015 94

Page 95: Ordine dei Farmacisti di Salerno

Visite private per i primari diaspora nel Pd Due assessori uscenti votano contro la giunta Lo strappo di Montaldo: "Legge per i più forti" E c'è chi lovorrebbe candidato anti-Paita AVA ZUNINO E'QUASI drammatico il finale di partita del centrosinistra della Regione, che ieri mattina in Consiglio è andato

a pezzi pur di garantire ai primari degli ospedali pubblici la libertà di fare attività privata: cade il vincolo

dell'esclusiva e d'ora innanzi potranno lavorare e operare sia negli ospedali che nelle cliniche e negli studi

privati, indifferentemente.

Per farsi visitare (o operare) dallo stesso medico, sarà gratuito in ospedale e a pagamento in clinica o nello

studio. A questa riforma, che cade nell'ultimissimo scorcio di legislatura, hanno detto "no" due assessori

pesanti come il vicepresidente della giunta e responsabile della Sanità, Claudio Montaldo, e quello al Bilancio

e alla Formazione, Pippo Rossetti, tutti e due Pd.

Hanno bocciato la legge consiglieri regionali che di professione fanno i medici e sono stati eletti nel Pd e nel

centrosinistra come Franco Bonello e Andrea Stimamiglio.

E poi ancora Alessandro Benzi della sinistra e Antonino Oliveri del Pd. Si è astenuto un altro dem, Giancarlo

Manti. Franco Bonello ha fatto una lunga e accorata arringa, smontando le ragioni addotte dal Pd paitiano

che con Valter Ferrando (medico pure lui, primario del San Martino in aspettativa) ha voluto e sostenuto la

legge contro il vincolo dei primari a lavorare solo nel pubblico. «VORREI che mi fosse spiegato come si farà

ad ottenere un incremento di pazienti negli ospedali pubblici mentre i primari fanno la libera professione», ha

detto tra l'altro Bonello.

Votano invece con un "si" convinto i consiglieri di Fi e di Ncd, in totale sintonia con un provvedimento di

iniziativa consiliare, partorito tra Valter Ferrando e Nino Miceli, i paitiani di ferro, e ovviamente sostenuto dal

presidente Claudio Burlando e dall'assessore e candidata alla presidenza della Regione Raffaella Paita. Ma

anche nel centrodestra si misura qualche defezione: Raffaella Della Bianca resta in aula ma non partecipa al

voto e Aldo Siri della Lista Biasotti ha preso la parola per annunciare il suo no: «Occorreva rilanciare

l'intramoenia perché quello era un modo per dare un servizio ai cittadini - ha detto Siti - Sono vicino a chi nel

Pd rappresenta ancora questi valori».

Loro, i Pd e gli altri della sinistra, sono stretti all'angolo. Le facce sono scure. Questo provvedimento non

riescono a digerirlo e non nascondono quanto faccia male, sotto il profilo politico, essere costretti a smontarlo

pezzo a pezzo in aula quando si fa parte della stessa maggioranza. A fine seduta diventa scuro pure il volto

del capogruppo pd Nino Miceli, che con un paio di emendamenti era convinto di aver portato a casa la

mediazione massima possibile: l'astensione di assessori e consiglieri Pd in disaccordo. Invece hanno votato

"no". L'assessore Rossetti non parla in aula, ma a seduta conclusa spiega così il suo voto contrario: «Ho

votato contro perché rincorriamo dei problemi e ci rincorriamo tra noi senza capire la strategia. Questo

svincolo dei primari dall'esclusiva poteva anche starci, ma dentro ad un processo di pianificazione di sistema.

Noi, invece di fermarci e decidere dove si vuole andare, abbiamo fatto uno spot per i primari». Ferrando,

relatore di maggioranza, in apertura di seduta lo dice chiaro dove vuole arrivare la nuova legge: «Si auspica

di ottenere un incremento di pazienti nelle strutture pubbliche liguri, le quali sono dotate di eccellenze in

grado di soddisfare le esigenze che il servizio richiede». Aggiunge che è anche «il tentativo di abbattere le

liste di attesa, recuperando le "fughe" extra regione di professionisti e pazienti».

La replica di Bonello è al veleno: «E' falso che sei primari lavoreranno nelle strutture private, si ridurranno le

liste di attesa. E' pure falso che si recuperino le fughe: questi primari avranno tanti pazienti ma non vedo il

nesso con le fughe. Non è dando la possibilità ai primari di esercitare extramoenia, che si riorganizza la

sanità. Bisogna pensare al malessere diffuso nei nostri ospedali dove i medici sono emotivamente sfiniti, oggi

in particolare quelli dell'emergenza. Gli organici sono all'osso. Mancano le risorse. E noi la priorità abbiamo

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VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/02/2015 95

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voluto darla alla libera professione dei primari invece di impegnarci perché l'intramoenia possa essere

esercitata in modo adeguato. E politicamente abbiamo diviso il Pd e fornito al centrodestra una opportunità

che non perderà: una sorta di Patto del Nazareno alla Ligure su un atto per interessi corporativi che non

risolve i problemi dei pazienti e della sanità». Stimamiglio non è da meno.

Dice: «Abbiamo perso tempo per questa legge salva-primari quando i pronto soccorsi sono stracolmi».

L'attività intramoenia, vale a dire quella privata consentita finora ma nelle corsie stabilite da Asl e aziende

sanitarie «garantisce tariffe "calmierate" ed è ovvio che questa sarà una legge contro i cittadini liguri, perché

chi svolgerà attività privata aumenterà le tariffe».

L'opposizione di centrodestra invece tranne rare eccezioni è schierata per il "si". Roberto Bagnasco di Fi

dice: «Sicuramente questa legge non risolve il problema delle fughe, ma dà la possibilità ai cittadini di

scegliere, dunque non è a favore dei primari ma dei cittadini che oggi sono obbligati ad andare fuori regione

per farsi curare dai medici migliori». E alla fine della seduta Marco Melgrati, il capogruppo di Fi, tira le somme

e chiede «le dimissioni dell'assessore Montaldo».

IN PRIMO PIANO

VIA LIBERA I primari non sono più vincolati all'obbligo di lavorare solo nel pubblico

LE ECCEZIONI Il vincolo di esclusiva rimane in vigore solo per i capi dei dipartimenti

I CONCORSI Nella scelta dei primari a parità di punteggio avrà la precedenza chi sceglierà l'esclusiva

L'INTRAMOENIA Resta una delle opzioni possibili per i primari, come il lavoro esclusivo in ospedale

IN PRIMO PIANO

LA SPACCATURA Il Pd nella votazione si divide: votano contro 4 tra assessori e consiglieri

LA MAGGIORANZA I consiglieri che approvano la legge appartengono al Pd, a Fi e al Nuovo Centrodestra

LA LISTA BIASOTTI Ha due consiglieri è si è divisa a metà: Siri ha votato contro e Pellerano ha votato a

favore GLI ASTENUTI Giancarlo Manti del Pd si è astenuto Raffaella della Bianca non ha partecipato al voto

Foto: LA COPPIA "SCOPPIA" Claudio Burlando e Claudio Montaldo insieme sui banchi del consiglio

regionale Il feeling non c'è più

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VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/02/2015 96

Page 97: Ordine dei Farmacisti di Salerno

Milano ha perso 611 posti letto d'ospedale in soli due anni A causa della spending review del 2012 Il dg Asl: ora però offerta qualificata I medici: il territorio non è prontoMolti sono stati trasformati in day hospital o chirurgia ambulatoriale A gennaio ospedali intasati e con attesedi ore per chi aveva bisogno di ricovero ALESSANDRA CORICA CALCOLATRICE alla mano, sono 611 letti. Che negli ospedali milanesi c'erano nel 2012, e ora non ci sono

più. In virtù della trasformazione in posti di day hospital o chirurgia ambulatoriale, per i piccoli interventi come

il tunnel carpale o la cataratta, per rientrare negli standard nazionali di 3,7 posti letto ogni mille abitanti,

imposta nel 2012 dalla spending review. E con la prospettiva di potenziare la medicina del territorio. La

fotografia è quella scattata dai Dpcs, i documenti di programmazione dall'Asl di Milano. Se in quello di

quest'anno, con i dati del 2014, i posti nelle strutture che fanno capo a corso Italia sono 10.535, in quello di

due anni fa erano 11.146. L'anno scorso, 11.075. Una riduzione notevole. «Ma in base alla popolazione del

territorio - spiega il dg di corso Italia, Walter Locatelli - rispettando il tasso del 3,7 dovrebbero esserci 6.290

posti. Per questo, i numeri attuali dicono che negli anni l'offerta si è qualificata, è diventata più appropriata».

La scelta di diminuire l'offerta degli ospedaliè legataa quella di potenziare le cure territoriali (medici di

famiglia, poliambulatori), per integrarle con l'ospedale. Un disegno ipotizzato anche dalla bozza di riforma

sanitaria su cui si lavora in Regione.

«Ma che ora è solo sulla carta - attacca Danilo Mazzacane, medico ambulatoriale e segretario della Cisl

medici - Negli ultimi 10 anni non ci sono stati investimenti: io ho le stesse attrezzature del 1986. Il territorio

non è pronto, le strutture intermedie non sono state create: spesso non si sa dove sistemare i pazienti, gli

ospedali sono pieni».

A gennaio gli accessi nei reparti di emergenza milanesi sono stati il 7 per cento in più rispetto allo stesso

periodo del 2014, in contemporanea al picco dell'influenza. Intasati soprattutto da malati con codici verdi o

bianchi, che pur non essendo gravi sono la maggioranza di chi arriva al pronto soccorso. E con attese di ore

per chi ha davvero bisogno di essere ricoverato. «La nostra parte la stiamo facendo - dice Fiorenzo Corti,

segretario lombardo della Fimmg, la federazione dei medici di famiglia - In questo periodo ogni medico, in

media, visita 60 persone al giorno: numeri altissimi». Nel nuovo accordo firmato dai sindacati con la Regione,

però, all'ultimo è saltato l'obbligo per i medici di famiglia di consorziarsi in studi aperti nel weekend.

«Ma in Lombardia - ribadisce Corti - è stato creato un fondo per quei medici di famiglia disposti a lavorare il

sabato fino alle 12. Già mille hanno aderito».

Riduzioni, quelle della rete ospedaliera, che vanno in parallelo alla diminuzione dei ricoveri. Ma che rischiano

di impattare soprattutto sulle strutture pubbliche. Come a Cernusco sul Naviglio, dove il reparto di maternità è

stato chiuso dalla Regione (in base alla riorganizzazione dei punti nascita), per essere accorpato a quello di

Melzo. Una decisione che ha fatto scendere in piazza più di una volta gli abitanti della zona. E che è stata

seguita dall'apertura, a poca distanza, della nuova area materno-infantile al San Raffaele, non più nel

territorio di Segrate ma in quello di Milano. «Il problema dei posti letto - spiega Claudio Carotti, segretario

della Fp Cgil di Milano - è relativo, visto il potenziamento della chirurgia ambulatoriale e del day hospital. La

questione è un'altra: anche ci fossero più letti, il personale resta sempre all'osso. Negli ultimi anni in media il

turn over è stato bloccato al 45 per cento».

I NUMERI 10.535 I POSTI È la dotazione delle strutture milanesi che hanno un contratto con l'Asl di Milano

Nel 2012 erano 11.146 7% LE EMERGENZE È l'aumento degli accessi ai pronto soccorso di Milano a

gennaio, rispetto allo stesso periodo del 2014 15% IL 118 È l'incremento a gennaio a causa del picco

dell'influenza delle richieste al centralino del 118 che ogni giorno sono oltre 1.500 LE FRASI MAZZACANE

«Negli ultimi 10 anni non ci sono stati investimenti Io ho le stesse attrezzature dal 1986. Non sappiamo dove

mettere la gente» CORTI «Noi medici di famiglia stiamo facendo la nostra parte. In questo periodo ciascuno

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Page 98: Ordine dei Farmacisti di Salerno

di noi visita circa 60 persone al giorno» LOCATELLI «In base alla popolazione, i numeri attuali dicono che

negli anni l'offerta si è qualificata, è diventata più appropriata» PER SAPERNE DI PIÙ www.asl.milano.it

Foto: IL CALO I posti letto a Milano sono scesi di 611 unità nel giro di due anni a causa della spending

review, che ha imposto 3,7 posti letto ogni mille abitanti

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Page 99: Ordine dei Farmacisti di Salerno

L'INTERVISTA/ PARLA ALBERTO SCANNI, EX PRIMARIO E DIRETTORE GENERALE DI OSPEDALI " Sanità pubblica in crisi, subisce la concorrenza" "Medicina territoriale e ospedaliera non sono integrate" "Il capitolo organici va rivisto, è troppo in sofferenza" (al. co.) ALBERTO Scanni, primario emerito di Oncologia, ex direttore generale del Sacco e dell'Istituto dei tumori, tra

il 2012e il 2014a Milano sono venuti meno oltre 600 posti letto: cosa ne pensa? «Gli standard per i ricoveri e

per il numero di posti letto sono fatti su misurazioni precise che, tutto sommato, potrebbero essere sufficienti.

Il problema è che poi ci sono situazioni eccezionali che diventano difficili da contenere, come quando nei

pronto soccorso si verifica il pienone».

Come mai? «Perché non esiste una reale integrazione tra medicina territoriale e ospedaliera.

Ognuna viaggia separata, per conto suo, e spesso capita che il pronto soccorso diventi una sorta di

"refugium peccatorum". L'intasamento dei pronto soccorso, la diminuzione dei posti lettoe le difficoltà

riscontrate in queste ultime settimane vivono di questo. Di una mancata integrazione di programmi tra

territorio e ospedale. Le faccio un esempio».

Prego.

«Io guardo alla mia realtà, che è quella delle cure oncologiche. E mi chiedo: perché il follow up del malato

oncologico non può essere fatto dal territorio? E perché il Besta o l'Istituto dei tumori, realtà altamente

specializzate, non hanno un pronto soccorso? Se lo avessero, qualora un malato seguito da loro avesse

un'urgenza, potrebbe andare direttamente lì, e non al pronto soccorso generale».

Ma è un problema che vale per tutte le strutture? «È la sanità pubblica quella in crisi. Anche perché subisce

la concorrenza dei privati. Cosa assurda, peraltro: la sussidiarietà dovrebbe basarsi sull'integrazione tra

pubblico e privato, con i convenzionati che fanno quello che il pubblico non fa. Mettere in concorrenza queste

due realtà non è possibile».

Perché? «Le strutture pubbliche hanno delle regole in più da rispettare. Si pensi all'acquisto di

un'apparecchiatura: per un ospedale pubblico ci vogliono almeno due anni, tra gare e autorizzazioni. Al

privato basta una giornata.

Stessa cosa per le assunzioni: il privato può farle quando vuole, il pubblico no» Nel pubblico i sindacati

lamentano il mancato turn over, che ha ridotto all'osso il personale.

«Il capitolo degli organici va rivisto: ci sono delle situazioni in cui le realtà mediche, sia ospedaliere che

territoriali, soffrono perché non vengono rimpinguate da tempo, in un'ottica di risparmioe budget da rispettare.

Un discorso, quello della spesa, che però in sanità non può essere valido».

Il privato, però, in quanto tale ha anche degli obiettivi diversi.

«Il privato ha delle regole di carattere economico, che sono l'offerta di un prodotto e allo stesso tempo la

ricerca del profitto. Non dico che sia disonesto. L'importante però è che il profitto sia messo a servizio

dell'utenza e dei pazienti».

Foto: IL PRIMARIO EMERITO Alberto Scanni è stato a lungo primario di Oncologia, nonché direttore

generale dell'ospedale Sacco e dell'Istituto dei tumori

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VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/02/2015 99

Page 100: Ordine dei Farmacisti di Salerno

Allo studio il trasferimento delle visite fiscali all'Inps "Il dottore assente 830 giorni? Siamo pochi per controllare" elisa barberis federico genta «Quello del dottor Danaie è sicuramente un caso isolato, ma inserito ad arte nel panorama dei controlli sulle

malattie dei dipendenti pubblici». Le parole sono di Fabrizio Meliga, direttore del Rischio occupazionale

ospedaliero delle Molinette ed ex responsabile della Medicina del lavoro del Cto. Il reparto che ha seguito da

vicino la carriera, o meglio le prolungate assenze, dell'anestesista iraniano arrestato dai carabinieri. Le

verifiche

Raza Hamid Danaie, 56 anni, è in carcere per truffa continuata ai danni del servizio sanitario e falso

ideologico. Il suo piano è fallito, ma quel che stupisce di più è come possa essere riuscito a collezionare 830

giorni di mutua in meno di sette anni. «La spiegazione è semplice - dice Meliga - Fino al 2008, periodo in cui

si sono concentrate la maggior parte delle sue assenze, la legge non prevedeva verifiche automatiche dei

medici per malattie superiori a 60 giorni». Da quella data in poi, è un fatto, la salute dell'anestesista è

migliorata improvvisamente. «Fino al 2012, quando racconta di essere rimasto vittima dell'ennesimo incidente

stradale. Le ferite ci sono davvero: viene operato al braccio sinistro. Ma alle visite di controllo non si

presenterà mai». Il giudizio di non idoneità al servizio viene consegnato alla direzione sanitaria a ottobre.

Quando Danaie era già caduto dalle scale del reparto. Sotto organico

Insomma, non è cosa semplice controllare la buona fede dei dipendenti e il corretto comportamento dei loro

medici di base. Ne sa qualcosa Paolo Simone, direttore sanitario dell'Asl To1. «La nostra struttura complessa

è composta da 16 medici legali. Che oltre a farsi carico delle visite fiscali, si occupano dei certificati, della

vigilanza su studi e cliniche, di patenti, invalidità civili e delle convenzioni con gli altri ospedali, il Comune e la

Regione». Il tempo per i controlli? «È sempre poco. Ecco perché, da gennaio, stiamo valutando seriamente la

possibilità di affidare l'incarico ad un altro ente». Più poteri all'Inps

L'obiettivo è razionalizzare il sistema ed eliminare le prestazioni ingiustificate. E presto potrebbero ricadere

sotto gli incarichi dell'Inps anche le visite fiscali ai dipendenti pubblici. «Una buona idea, visto che da marzo ci

occuperemo già di tutte le visite di revisione, prima effettuate dalle Asl» conferma il coordinatore regionale dei

medici legali dell'Inps, Giuseppe Vitiello. Che fine faranno i "furbi", come l'anestesista delle Molinette? «Sono

impossibili da stanare: senza una segnalazione, solo un controllo a campione sarebbe stato in grado di

smontare il castello di carte che aveva costruito». L'Inps, infatti, non può decidere in modo autonomo di

avviare le verifiche. E chi riesce a eluderle, si divide in due categorie. «Ci sono quelli che sono davvero

impossibilitati, poi migliorano ma non lo dichiarano, e quelli che non sono mai stati invalidi: hanno simulato fin

dall'inizio, magari amplificando l'entità dei disturbi».

18/02/2015 49Pag. La Stampa - Ed. torino(diffusione:309253, tiratura:418328)

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VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/02/2015 100

Page 101: Ordine dei Farmacisti di Salerno

SOS FEDERFARMA CHE PAVENTA UN DISASTRO PER IL SERVIZIO SANITARIO PUBBLICO Le farmacie : il Ddl concorrenza favorisce i colossi MILLE farmacie in tutta l'Emilia-Romagna, culla della «Farmacia dei Servizi». E adesso, questo pezzo di

storia potrebbe saltare, di fronte all'evenienza che il farmaco prenda la strada della grande distribuzione e

delle parafarmacie. E' Domenico Dal Re, presidente di Federfarma in Emilia Romagna, a lanciare l'allarme:

«Il ddl concorrenza, favorendo deliberatamente il capitalismo speculativo delle multinazionali della

distribuzione, rischia di scardinare il modello italiano di servizio sanitario universalistico», un modello che «i

farmacisti difendono». DEL RE, ricorda l'articolo 32 della Costituzione: la Repubblica tutela la salute come

fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività. E spiega: « Il farmacista usa la farmacia come

strumento indispensabile per svolgere una professione sanitaria, quindi il profitto è subordinato alla sua

missione socio-sanitaria, contrariamente a quanto avviene per qualsivoglia esercizio commerciale», dove il

farmacista è solo strumento di una logica puramente economica. In effetti la rete delle farmacie è lo

strumento voluto dallo Stato per dispensare in modo armonico e capillare i farmaci ed è regolamentata da

norme che sono primariamente finalizzate a tutelare la salute pubblica. Tale chiara identità è confermata dalla

Corte Costituzionale, confermata dalla Corte Europea. E' EVIDENTE, secondo Federfarma regionale, che

qualora il farmaco prendesse la strada della grande distribuzione e delle parafarmacie lo Stato perderebbe il

monopolio della distribuzione che oggi si espleta con la concessione alla farmacia, e il cittadino perderebbe

una garanzia costituzionale di tutela della salute pubblica tramite un libero professionista e una capillarità

territoriale (ad esempio le farmacie rurali..). «Non è accettabile che per l'interesse di pochi conclude Dal Re

sia messo seriamente a rischio un diritto di tutti» e ricorda la situazione degli Stati Uniti, «dove il 30% della

popolazione non ha assistenza sanitaria».

18/02/2015 10Pag. QN - Il Resto del Carlino - Ed. reggio emilia(diffusione:165207, tiratura:206221)

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VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/02/2015 101

Page 102: Ordine dei Farmacisti di Salerno

NOVELLARA Ipertensionee diabete, la farmacia verifica che il cliente segua la terapia NOVELLARA ANCHE a Novellara le persone affette da diabete, ipercolesterolemia, ipertensione e

broncopneumopatia cronica ostruttiva potranno trovare un aiuto in farmacia nella gestione della propria

«aderenza alla terapia», grazie al progetto «Un trillo per ricordare» ideato dall'agenzia modenese Fb

Communication e offerto dalla Antica Farmacia Galligani. Grazie a un sistema automatico i pazienti

riceveranno una chiamata, nei giorni e negli orari stabiliti, per verificare se si attengono alle prescrizioni

mediche, assumendo la propria terapia. Le risposte verranno registrate in un database e il farmacista potrà

così verificare, su una pagina web a lui dedicata, se i propri pazienti seguono il trattamento indicato dal

medico curante o in caso negativo decidere, quando necessario, di intervenire per comprenderne le ragioni.

L'obiettivo è la valutazione dell'andamento dell'aderenza terapeutica routinaria nei pazienti.

18/02/2015 19Pag. QN - Il Resto del Carlino - Ed. reggio emilia(diffusione:165207, tiratura:206221)

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VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/02/2015 102

Page 103: Ordine dei Farmacisti di Salerno

VERSO IL VOTO Il centrodestra si compatta Lega e Fi fanno pace ora tutti con Marcon Maria Chiara Pellizzari CASTELFRANCO Mancano 2 mesi alla scadenza per presentare le liste per le amministrative di maggio. Il

fronte dei partiti del centrodestra si ricompatta. «Stiamo costruendo la nostra lista», spiega Gianfranco

Giovine, del Comitato esecutivo Forza Italia. Non correrà più l'ex sindaco Franco Gariboldi Muschietti, eletto

consigliere nell'ultima tornata con 147 preferenze: il suo distacco è legato al ruolo di presidente di Federfarma

. Altri militanti, come Walter Miotto e Gioia Amati, sono confluiti nella civica Castelfranco città aperta del

candidato sindaco Tiziana Milani. Leopoldo Pazzazi è entrato nel gruppo "Castelfranco domani" del candidato

sindaco Gianni Fiscon. Insomma, chi voleva uscire da Forza Italia per imboccare nuove strade le sue scelte

le ha ormai fatte. «Il gruppo è compatto -dichiara Nicola Di Maio, nel direttivo dei forzisti-. L'accordo con la

Lega è naturale, come annunciato dal coordinatore provinciale Amedeo Gerolimetto». Tra i nomi in lista non

mancheranno capisaldi del partito come Gianfranco Giovine e il consigliere Fiorenzo Basso. Intanto anche il

Carroccio sta potenziando la squadra. «La lista marchiata Lega sarà composta da gran parte dei consiglieri

uscenti, con una buona componente di rinnovamento -anticipa il segretario Gianluca Didonè-. Poi la novità:

oltre alla "Casa del Cittadino", in appoggio alla Lega ci sarà anche "la lista del sindaco", una civica in cui

stanno confluendo figure della società civile. Porte aperte agli azzurri». Se Forza Italia aveva annunciato di

voler esprimere un proprio candidato, nessun nome è poi uscito allo scoperto. E ormai si è agli sgoccioli. «Il

candidato scelto dalla Lega, il vice sindaco Stefano Marcon, a noi va bene», filtra dai forzisti. L'unica ad aver

sollevato dubbi dentro il Carroccio era la senatrice Patrizia Bisinella, aperta a vagliare altre ipotesi. Ma poi ha

anche dichiarato: «Mi rimetto alla scelta della maggioranza».Così il cerchio si chiude, e Marcon scalda il

motore: «Puntiamo a essere pronti con le liste per fine febbraio».

Foto: RICONFERME Il Carroccio punta sulla squadra che ha già vinto le amministrative

Foto: DA BATTERE Stefano Marcon ha fatto il vice a Dussin ma è pronto a diventare sindaco

18/02/2015 12Pag. Il Gazzettino - Ed. treviso(diffusione:86966, tiratura:114104)

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VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/02/2015 103

Page 104: Ordine dei Farmacisti di Salerno

DISEGNO DI LEGGE Farmacisti sul piede di guerra: «No alle medicine con ricetta nei centricommerciali» «La proposta del Ministero dello Sviluppo economico di permettere la vendita nei supermercati di farmaci con

ricetta va stroncata sul nascere. Favorire le logiche di profitto delle catene a grande distribuzione

significherebbe far sparire in breve tempo le farmacie sotto casa, con gravi conseguenze per la salute dei

cittadini, per il lavoro di migliaia di professionisti e per l'intero sistema sanitario, dando la mazzata a un settore

già tartassato e in gravi difficoltà». Ad affermarlo è il presidente dell'Associazione titolari farmacie della

provincia di Venezia, Celso Giacomo Pancino (foto), che lancia un appello alla categoria, agli enti e alle

istituzioni per far fronte comune contro il provvedimento che arriverà all'esame del Consiglio dei ministri

dopodomani. «In questo modo si mette a rischio il futuro del primo presidio sanitario sul territorio - continua -

Permettere, come unico Paese al mondo, la vendita di farmaci con obbligo di ricetta medica al di fuori della

farmacia, significherebbe destabilizzare l'attuale servizio e ridurre le garanzie per il cittadino. Significherebbe

trasformare il medicinale destinato alla cura di malattie importanti, in un qualsiasi bene di consumo».

Pancino, preoccupato anche per la riduzione del numero di abitanti per farmacia, prevista dal Disegno di

legge annuale sulla concorrenza e il mercato, che dovrebbe portare all'apertura di un numero rilevante di

nuovi esercizi, conclude: «Il settore sta pagando un prezzo molto alto in questi anni di crisi, senza tuttavia

venir meno al proprio ruolo di presidio capillarmente distribuito sul territorio. La nostra categoria non può

sopportare altri aggravi, né liberalizzazioni che andrebbero invece operate in altri settori. Ci attendiamo

risposte risolutive in tempi brevissimi, la nostra collaborazione è massima».

(A.Spe.)

© riproduzione riservata

18/02/2015 9Pag. Il Gazzettino - Ed. venezia(diffusione:86966, tiratura:114104)

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VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/02/2015 104

Page 105: Ordine dei Farmacisti di Salerno

L'aspirina "solidale" fa di nuovo il pieno UDINE - Comperarsi l'aspirina oggi può essere una spesa che non tutti si possono permettere, perché anche

10 euro a fine mese possono fare la differenza. Ma in questi casi la solidarietà friulana non si fa attendere e

anche quest'anno la Giornata della raccolta del farmaco ha registrato numeri più che positivi.

Tra le giornate di lunedì e sabato le 72 farmacie della provincia che hanno aderito all'iniziativa, ormai

consolidata da diversi anni, hanno raccolto 8.532 pezzi di farmaci da banco, dagli antinfiammatori agli

sciroppi per la tosse, prodotti che oggi molte famiglie fanno difficoltà ad acquistare. «Il dato è positivo»

conferma Gabriele Beltrame, delegato della Fondazione banco farmaceutico per Udine -; i dati sono

sovrapponibili a quelli dello scorso anno e con tre farmacie partecipanti in meno. Molte persone sono venute

da noi solo per acquistare il farmaco da donare anche se non avevano altre necessità personali».

La raccolta non è casuale, ma tutte le farmacie hanno un'indicazione delle necessità da parte degli enti

convenzionati, 49 a Udine, che si occupano poi della distribuzione.

Lisa Zancaner

18/02/2015 1Pag. Il Gazzettino - Ed. udine(diffusione:86966, tiratura:114104)

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VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/02/2015 105

Page 106: Ordine dei Farmacisti di Salerno

Rapina in farmaciaBottino 350 euro RAPINA in farmacia in via Pezzotti alle 13.30, il bottino è di 350 euro. Ad allertare le forze di polizia è stata la

titolare, italiana di 49 anni, rimasta illesa. Nella farmacia hanno fatto irruzione due uomini, presumibilmente

italiani, entrambi con il volto coperto. Uno dei due ha estratto una pistola e l'ha puntata contro la donna per

farsi consegnare l'incasso pari a 350 euro. I due rapinatori sono poi fuggiti a piedi in direzione di viale Tibaldi.

18/02/2015 12Pag. QN - Il Giorno - Ed. milano(diffusione:69063, tiratura:107480)

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VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/02/2015 106

Page 107: Ordine dei Farmacisti di Salerno

I problemi della sanità Distretto 13, parte il piano di restyling Giuseppe Miretto

Maddaloni. Vista da vicino, è una rivoluzione epocale. Parte l'auspicata ristrutturazione del distretto sanitario

13, quello che insieme a Maddaloni serve un bacino di utenti di quasi 100 mila abitanti residenti a Cervino,

San Felice a Cancello, Arienzo, Santa Maria a Vico, Valle di Maddaloni. È dalla fine degli anni '70, e con

insistenza dal 2010 su impulso del direttore del distretto Claudio Marone, che si ragiona sull'adattamento (ad

uso ambulatoriale e di ufficio) di una struttura immobiliare concepita per civili abitazioni, e che a seguito

dell'emergenza post-terremoto fu smembrata in tre grandi unità: la scala C, acquistata dal Comune di

Maddaloni e utilizzata per alloggiare le famiglie disagiate (Parco Giuliana), i vani terranei e alcuni piani della

sezione A e B, oggi sono nella disponibilità dell'Asl e occupati da ambulatori, uffici, archivi, dalla guardia

medica e dalla farmacia distrettuale. Gli appartamenti restanti sono destinati a privati cittadini. Più che

l'ottimizzazione logistica dei servizi promessa da decenni, hanno potuto la «razionalizzazione della spesa, la

valorizzazione del patrimonio immobiliare dell'Asl e la spending review ovvero il taglio dei canoni di locazione

onerosi». Così il commissario straordinario dell'Asl Gaetano Danzi ha firmato il «Piano di razionalizzazione

del distretto 13».

Il tutto, con il placet e la collaborazione operativa del direttore Marone, avverrà in tre mosse. Primo, si parte

dalla ristrutturazione del piano terra (di proprietà esclusiva dell'Asl) e che oggi per circa 500 metri quadrati è

inutilizzato. Secondo, nell'area ristrutturata potranno poi trovare collocazione Poliambulatorio e Cad,

attualmente dislocati al primo e al quarto piano dello stabile. Quest'ultima è una mossa che permette di

centrare due obiettivi: elevare l'accessibilità dell'utenza e eliminare le barriere architettoniche nonché

cancellare i canoni di locazione dei due piani. Insomma, il tempo di completare le opportune e necessarie

ristrutturazioni. Terzo, finirebbe così la convivenza, non sempre facile, tra ambulatori e uffici molto frequentati

all'interno di una ordinaria struttura residenziale. Con una spesa prevista di poco superiore ai 400 mila euro,

si cancelleranno 30 anni di disagi. Finisce così, con l'ottimizzazione delle strutture esistenti, la ricerca

affannosa di sedi idonee. Ricerca che aveva portato anche a valutare un molto ipotetico trasloco del distretto

13 nella prospiciente struttura della caserma Rispoli. A Maddaloni, è finita un'era cominciata proprio con il

dopo-sisma dell'80. Quella della «polverizzazione sul territorio» degli uffici sanitari e comunali. Per effetto del

dissesto finanziario, anche il Comune di Maddaloni ha proceduto al «taglio sistematico» dei canoni di

locazione onerosi. Tanto da ottenere risparmi di quasi mezzo milione di euro all'anno. Sono scomparsae le

sedi distaccate dell'ufficio anagrafe ed elettorale di via Roma, il sontuoso front office di piazza della Pace e le

scuole incredibilmente in locazione, presso il Villaggio dei Ragazzi per 200 mila euro l'anno.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

18/02/2015 30Pag. Il Mattino - Ed. caserta(diffusione:79573, tiratura:108314)

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VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/02/2015 107

Page 108: Ordine dei Farmacisti di Salerno

PUNTI DI VISTA MONTALDO VERIFICHI COME CURIAMO I MALATI ANGELO DE PASCALE A lcune riflessioni "sul campo" riguardo la grave situazione in cui versano oggi i pronti soccorso della nostra

regione. Primo la popolazione invecchia (l'età media dei nostri ricoverati supera gli ottanta anni) e l'aumentare

dell'età media comporta: incremento di patologie croniche, fragilità, solitudine. Secondo è cambiato il

concetto e la percezione di malattia con conseguente maggiore propensione al ricovero. Terzo la modalità del

ricovero prima era il medico curante che dopo aver visitato il paziente decideva il ricovero oggi spesso è lo

stesso paziente che si fa portare al pronto soccorso oppure, se anche chiama il suo medico, si sente dire di

andare al pronto soccorso. Sempre più anziani vivono soli in casa e il ricovero innesca una trattativa coi

familiari al momento della dimissione perché il paziente non può più stare da solo oppure non ci sono familiari

diretti e allora devono intervenire i servizi sociali e tutto ciò allunga i tempi della dimissione. E veniamo alle

motivazioni specifiche. Il taglio dei posti letto certamente ma sicuramente la causa più importante è l'assoluta

mancanza di strutture sul territorio che facciano da filtro tra paziente e ospedale con conseguenti ricoveri

impropri di pazienti che se fossero presenti sul territori strutture alternative (le famose strutture H 24)

potrebbero, con i medici di famiglia, essere curati sul territorio. Quando l'assessore dice che noi medici

ospedalieri ritardiamo le dimissioni "di qualche ora" o peggio che nascondiamo i posti letto o ancora che

dovremmo accelerare le dimissioni per dare i letti al pronto soccorso dovrebbe farsi un giro in un qualsiasi

reparto di medicina, rendersi così conto di quanto accade e pensare a quello che non è stato fatto nella

nostra regione per contenere questa situazione. Certamente non è stato fatto nulla sul territorio, in compenso

sono stati spesi milioni di euro per le sale operatorie di Cairo Montenotte inutili, è stata fatta una gara per i

reflettometri ai pazienti diabetici con risparmi quasi nulli e infiniti disagi a 70.000 diabetici liguri che hanno

dovuto cambiare strumento qualcuno addirittura due volte perché alcuni lotti erano difettosi. Si è costretta

Arte ad acquistare gli immobili della Regione che non si riuscivano a vendere facendola indebitare per coprire

la voragine dei conti della sanità e facendosi bocciare il bilancio dalla Corte dei conti. La dignità dei medici

non può tollerare certe esternazioni e prese di posizione.

Foto: l'autore è dirigente medico endocrinologo al San Martino

17/02/2015 27Pag. Il Secolo XIX - Ed. genova(diffusione:103223, tiratura:127026)

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VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/02/2015 108

Page 109: Ordine dei Farmacisti di Salerno

LA NUOVA LEGGE APPROVATA CON L'AIUTO DEL CENTRODESTRA Primari, passa il liberi tutti ma Pd e giunta si spaccano Decade l'esclusiva con l'Asl. Clamorosi no di Montaldo e Rossetti FACCIA A FACCIA Confronto teso in aulasulla legge anche fra i medici Dem, Ferrando e Bonello ALESSANDRA COSTANTE L'INTERVENTO è riuscito, ma il paziente è morto. I primari hanno ottenuto ciò che hanno chiesto: non sarà

più obbligatorio il rapporto di lavoro esclusivo con il sistema sanitario regionale. Ma su questo risultato il

Partito democratico è andato a gambe all'aria. Una spaccatura profonda attraversa anche la giunta di Claudio

Burlando, terreo ieri tra gli scranni del consiglio regionale. Contro il provvedimento ha votato l'assessore alla

Salute, Claudio Montaldo: la prima volta nella sua vita che si ribella alla disciplina di partito. E anche l'

assessore alle Finanze Pippo Rossetti si è chiamato fuori. Tra i consiglieri Pd hanno votato contro Franco

Bonello e Antonino Oliveri, mentre Giancarlo Manti si è astenuto. Altri no sono arrivati da Alessandro Benzi e

Andrea Stimamiglio (Gruppo misto), e a destra da Aldo Siri (Liste civiche per Biasotti presidente): «Mi sento

vicino a chi difende certi valori». Sedici invece i voti a favore (un'approvazione trasversale tra centrosinistra e

centro destra). E poi i non votanti: Raffaella Della Bianca, contraria, ma «il mio voto sarebbe ininfluente»; e l'

assessore allo Sport Matteo Rossi, che sul testo di legge non ha seguito le indicazioni della maggioranza. A

spaccare il Pd non è stato solo il voto, ma anche le relazioni sulla legge. Dem il relatore a sostegno, il

primario del San Martino Valter Ferrando: «È una modifica di equità: diamo ai primari liguri la possibilità di

lavorare come quelli delle regioni vicine e nello stesso tempo pensiamo di bloccare le fughe dei pazienti».

Dem anche il relatore contro la modifica, il medico imperiese, Franco Bonello: «Cos ì non si riducono le liste

d'attesa, questa è solo la difesa corporativa di una categoria, la tutela di una lobby che non risolve i problemi

della sanità ligure». Che sono altri: «affollamento dei pronto soccorso, medici ospedalieri emotivamente

sfiniti, stress e insoddisfazione del personale paramedico». Un pasticcio nel Pd, culminato con il fallimento

della mediazione costruita nel giorno di San Valentino nella sede democratica di Genova con tutte le anime

del partito, compreso l'assessore Montaldo. Il punto di caduta era questo: la legge iniziale che prevedeva

semplicemente l'abolizione dell'esclusività del rapporto di lavoro dei primari, doveva essere corretta da due

emendamenti e un ordine del giorno. Il modello seguito è stato quello dell'Emilia Romagna: nessuna

esclusività, ma una corsia preferenziale nei concorsi per i primari che si dedicano solo al servizio pubblico e

alla libera professione interna; gli unici a mantenere l'esclusività del rapporto a questo punto restano i capi

dipartimento. Montaldo avrebbe dovuto votare gli emendamenti e l'ordine del giorno e astenersi sul testo di

legge. Invece in aula, dopo aver ascoltato gli interventi degli altri, l'assessore alla Salute ha deciso

diversamente ed ha premuto il tasto rosso: «la nostra gente non ci capirà. E non ci capiranno neppure i 26

mila dipendenti della sanità pubblica che da sei anni non hanno il rinnovo del contratto». Silenzioso per

l'intera seduta del consiglio regionale Sergio Rossetti, assessore alla Salute in pectore della prossima giunta

regionale, alla fine ha votato no esprimendo un giudizio negativo sull'intera operazione : «L'incrinatura in

consiglio regionale è evidente. Ho votato contro perché non si può riformare il sistema sanitario regionale,

che pure ne ha bisogno, partendo da una legge che riguarda solo i primari». Chi festeggia davvero è il

centrodestra, che non ha avuto difficoltà a votare la modifica alla legge sul l'esclusività del rapporto dei

primari: «A questo punto a Montaldo non resta che dare le dimissioni» è stata la chiusa di Marco Melgrati,

capogruppo di Fi. [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA

LE REGOLE OGGII primari devono comunicare all'azienda le tarie delle prestazioni in libera professioneLe tarie concordate con l'azienda non possono essere modificate1 2 3 4

Ogni primario percepisce un' indennità di esclusività di circa 17 mila euro lordi annui

18/02/2015 16Pag. Il Secolo XIX - Ed. genova(diffusione:103223, tiratura:127026)

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VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/02/2015 109

Page 110: Ordine dei Farmacisti di Salerno

5 6 7 8

I primari devono rilasciare al paziente la ricevuta su bollettario intestato all'azienda Ora tutti i primari devono

fare la libera professione per conto dell'ospedale o della Asl di cui sono dipendenti I primari devono indicare

all'azienda dove e quando fanno visite specialistiche e interventi chirurgici. L'azienda autorizza l'intramoenia

Chi non rilascia la ricevuta rischia una denuncia per trua ai danni del Servizio sanitario: i primari (considerati

dirigenti) rischiano il licenziamento Asl e ospedali trattengono una quota della parcella (dal 10% al 40 % per

chirurgia), che utilizzano per coprire costi e acquistare apparecchiature

COSA CAMBIER ÀLe tarie per visite ed esami non sono più fisseLe tarie possono essere modificate senza preavviso1 2 3 4

I primari che optano per l'extramoenia non devono più indicare luoghi e orari della libera professione

5 6 7 8 I primari non hanno più obbligo di esclusiva per la libera professione. Solo i direttori di dipartimento (i

superprimari) devono mantenere l'esclusiva I primari devono comunicare all'azienda che rinunciano

all'esclusiva , altrimenti continuano a fare attività privata per conto dell'azienda. I primari in extramoenia

dovranno lasciare una ricevuta su bollettario personale o della struttura alla quale si appoggiano Chi non

rilascerà la ricevuta, rischierà solo una denuncia per evasione fiscale e non più il licenziamento da parte

dell'ospedale Gli ospedali e le Asl non avranno più una quota consistente , derivata dalla libera professione,

da destinare a investimenti strutturali o investimenti

Foto: I lavori in Consiglio

18/02/2015 16Pag. Il Secolo XIX - Ed. genova(diffusione:103223, tiratura:127026)

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VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/02/2015 110

Page 111: Ordine dei Farmacisti di Salerno

MA IN REGIONE LA MAGGIORANZA DEGLI SPECIALISTI (248) È CONTRARIA ALLA NOVITÀ ILRETROSCENA Quel feeling con i politici dei cento camici bianchi Gli interessi dei medici e il bacino elettorale dei consiglieri: cos ì nasce l'intesa che ha riportato la sanit àindietro di anni AL. COST. CENTO PRIMARI su 348. Ma di quelli "pesanti", che muovono voti, interessi, che fanno opinione. Ci sono

loro dietro la modifica di legge sull'esclusività del loro rapporto di lavoro con la Regione Liguria. Da ora in poi,

da quando entrerà in vigore la modifica legislativa, avranno la possibilità di esercitare la libera professione

come una volta. Libera davvero. Senza controlli della Asl. Senza tariffe "calmierate". Senza prenotazioni

sorvegliate da Asl e ospedali. Per farla semplice: senza l'occhio del servizio pubblico a conteggiare gli introiti

e ad esigere la propria parte (una quota variabile che si aggira in media intorno al 20%). La modifica

approvata ieri dal consiglio regionale riporta le lancette dell'orologio della sanità ligure a prima del 1999, anno

della riforma del ministro Bindi che cercò di stabilire un principio; chi lavora nel pubblico deve farlo sempre,

anche nella libera professione. Correva l'anno 2013. La Regione Liguria stava già esplodendo sotto il peso

delle inchieste per le spese pazze, la campagna elettorale per il rinnovo del consiglio alle porte e, soprattutto,

la legge Tremonti che imponeva il taglio dei consiglieri da 40 a 30 già agitava più di un'ombra. Cos ì i 100

primari hanno trovato terreno fertile. Le loro punte di attacco in consiglio regionale sono stati i savonesi

Alberto Marsella (Percorsi di Liguria) e Nino Miceli, dipendente pubblico il primo, politico di lungo corso con

bacino elettorale soprattutto nella sanità ponentina il secondo. A Genova invece l'interlocutore è stato il

primario e consigliere regionale Valter Ferrando, dal giorno del suo ingresso in via Fieschi protagonista di un

lungo braccio di ferro con Montaldo. Signore delle lobby, Ferrando: dei cacciatori, dei medici, del ponente

genovese. «Io credo davvero che questa legge serva alla sanità pubblica - spiega ora Miceli è difficile dire ad

un primario ortopedico di Santa Corona che a fronte dello stesso lavoro dovrà guadagnare per sempre meno

della metà del suo collega che fa la libera professione ad Albenga, oppure in Piemonte oppure in

Lombardia». E lo stesso pensa Marsella, entusiasta ieri quando sulle macerie del Partito democratico è

comunque riuscito a portare a casa il risultato: «Sono davvero molto contento». Di più, evidentemente lo

saranno i primari firmatari della richiesta iniziale o dell'ultima supplica di domenica sera: gli ortopedici

Santolini, Camera, Chiappale e Mazzola; il chirurgo della mano Rossello; il neurologo DelSette, l'otorino

Africano, l'urologo Conzi, il neonatologo Mazzella, l'ematologo Bacigalupo, il chirurgo plastico Santi, l'urologo

Giberti, l'anestesista Brunetto, il ginecologo Zolezzi. Nomi in ordine sparso, solo una parte di coloro che dal

2013 in poi si sono confrontati con i loro referenti in Regione.

18/02/2015 16Pag. Il Secolo XIX - Ed. genova(diffusione:103223, tiratura:127026)

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VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/02/2015 111

Page 112: Ordine dei Farmacisti di Salerno

La situazione Cinque regioni schierate per l'esclusiva Toscana e Umbria sono le capofila ••• LA LIGURIA è una delle cinque regioni assieme alla Toscana, all'Umbria, alle Marche e alla Valle D'Aosta

che vincola i primari all'esclusiva per la libera professione, mentre l'Emilia Romagna garantisce punteggi (per

i concorsi da dirigenti) ai medici che scelgono l'intramoenia. Negli ultimi tempi si stanno avvicinando altre due

giunte di centrosinistra come la Puglia e il Lazio. La Regione Liguria, guidata dalla prima giunta-Burlando con

Montaldo assessore alla Salute, ha approvato la legge sull'esclusiva nel 2006, dopo che l'allora ministro della

Salute Girolamo Sirchia (centrodestra) aveva cancellato uno dei capisaldi della rifoma Bindi che imponeva ai

primari di lavorare solo per la loro azienda sanitaria. La Liguria spende ogni anno oltre 8 milioni di euro per

pagare l'esclusiva ai 348 primari di Asl e ospedali.

18/02/2015 17Pag. Il Secolo XIX - Ed. genova(diffusione:103223, tiratura:127026)

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VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/02/2015 112

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LO SCONFORTO DELL' ASSESSORE : «IN 30 ANNI NON MI ERA MAI SUCCESSO» L'INTERVISTA Montaldo: «È la prima volta che voto contro il mio partito » «Questa non è una legge di sinistra, cos ì lieviteranno le tariffe » SENZA CONTROLLO «D'ora in poi l'attivitàprivata dei luminari sarà completamente fuori controllo» CONSENSO DIFFUSO «Ho ricevuto moltissimetelefonate e messaggi di sostegno» GUIDO FILIPPI «IN TRENT'ANNI è la prima volta che voto contro il mio partito. Trent'anni sono una mezza vita, venti in

Comune dieci in Regione. Quando ho votato no, mi sono commosso e ho provato una grande amarezza ma

non avevo scelte: volevo essere coerente con quello che è stato fatto in questi dieci anni. Questa legge è

coerente all'impostazione del centrodestra, che non è quella della nostra gente». Perché ha votato contro?

«Le decine di migliaia di persone che lavorano nella sanità ligure sono da sei anni senza contratto, sono

stremati per il blocco del turn over e vedono questa legge come una cosa offensiva. È un regalo fatto a chi ha

più potere». Un regalo elettorale ai primari? Sorride e soffia su una tazza di the caldo. «Renzi ha imposto il

tetto degli stipendi a 240 mila euro per i manager e i dirigenti pubblici. Questi sono tutti sopra e di tanto, mica

di qualche migliaia di euro: lo dico cos ì la gente si rende conto di cosa stiamo parlando. Con i contratti

d'esclusiva che ci sono ora si intensifica il rapporto tra il medico e la sua azienda sanitaria: il primario non può

fare quello che vuole». Perché non si è astenuto? «Non potevo farlo anche se mi ha fatto molto male votare

contro. Miceli le ha provate tutte per comporre la frattura, ma non è bastato. Alla nostra gente dovevo far

capire che non era d'accordo». Dopo il no si è dimesso? «Ho detto a Burlando che era libero di trarre le sue

conclusioni». E lui cosa ha risposto? «Mi ha detto di no. A suo modo». Sorriso sornione. Sta pensando di

candidarsi a presidente della Regione? «No, c'è un candidato del partito. Io non l'ho sostenuto ma rispetto la

scelta della maggioranza». Lascerà il Pd? «No, non è opportuno. Io sono un uomo del partito da una vita: se

poi posso essere utile a dare una mano, io sono qui, come sempre». Ha votato contro anche l'assessore

Rossetti. «Non a caso siamo i due assessori chiave della giunta Burlando. Siamo quelli che conoscono

meglio di altri il sistema sanitario ligure». Anche i direttori generali di Asl e ospedali sono contrari a cancellare

l'esclusiva ai primari. «Si sono battuti anche loro, ma non è servito e questa per la sanità ligure è proprio una

brutta giornata». Chi ha votato a favore sostiene che si ridurranno le fughe dei pazienti in altre regioni. «Non

diciamo sciocchezze. Cosa cambia? Un primario visita un paziente nel suo studio: se è in esclusiva la gente

scappa fuori Liguria? Ma per favore...». Per i pazienti cosa cambia? «Attenzione, bisogna essere chiari: sono

ben pochi e sempre meno i pazienti che possono pagare certe tariffe per essere visitati in privato da ottimi

professionisti. Cambia solo che oggi il paziente sa in anticipo quanto costa una visita. Non sarà più cos ì ».

Aumenteranno i prezzi delle visite? «S ì , anche perché non saranno più controllate e concordate. Cambia la

destinazione dei soldi: ora una parte, come minimo il 5% va alla sanità pubblica, presto solo nelle tasche dei

primari. Per non parlare di tante altre cose». Quali? «Dico solo che ora l'attività privata dei primari è

controllata. Lo stabilisce la riforma dell'ex ministro Balduzzi sulla libera professione. Credo che abbiano capito

tutti...». Alcuni primari sostengono che il "liberi tutti" sia una forma di libertà. «Userei con un po' più di

prudenza la parola libertà. Lo dico anche a tante persone che politicamente mi sono vicine». La Liguria è una

delle cinque regioni che, finora, imponeva l'esclusiva ai primari. «Altre si stanno muovendo, in modi diversi,

per riportare al centro il servizio sanitario pubblico». Quanti primari opteranno per la libera professione

privata? «Pochi, qualche decina al massimo». Questa legge è una "marchetta elettorale" del suo collega di

partito Valter Ferrando? «È peggio, è una scelta estranea al modello sanitario del centrosinistra ed è una

ricerca di consenso che porta ad andare dietro alle istanze di tutti quelli che chiedono qualcosa. Ma noi non

siamo un bancomat. Una cosa mi consola». Cosa? «Ho ricevuto telefonate, sms, mail e messaggi su

Facebook di sostegno. Ho sentito tanto affetto nel giorno del mio primo no». [email protected] ©

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Foto: DIMISSIONI RESPINTE

Foto: A Burlando ho chiesto di trarre le sue conclusioni, lui mi ha fatto capire che potevo restare al mio posto

Foto: NESSUN VANTAGGIO

Foto: Falso anche dire che cos ì si ridurranno le fughe dei pazienti fuori dalla Liguria

Foto: CLAUDIO MONTALDO assessore regionale alla Sanit à

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Lotta allo spreco dei farmaciRaccoglierli è salvare una vita La Asl aderisce alla campagna lanciata dal volontariato UN FARMACO è una risorsa che non va mai sprecata. I medicinali inutilizzati possono salvare una vita nelle

periferie del mondo', dove milioni di persone muoiono ancora per banali malattie perché non hanno accesso

ai farmaci essenziali. Per questo la Asl 11 in collaborazione con le associazioni di volontariato, Misericordia,

Pubblica Assistenza, Croce rossa italiana e Gruppo scout Agesci Empoli, è scesa in campo sostenendo

l'attività del Centro missionario medicinali di Firenze e il progetto «Un farmaco può salvare una vita». IN

QUESTA prima fase di sperimentazione dell'iniziativa verranno installati tre box per la raccolta dei farmaci

inutilizzati alle sedi della Misericordia di Empoli e della Pubblica Assistenza di Fucecchio e all'ingresso

dell'ospedale San Giuseppe in via Boccaccio, a Empoli. «I contenitori spiega Massimo Ghiribelli responsabile

del Centro fiorentino rappresentano un'opportunità, per chi lo desidera, di donare quei farmaci di cui non

necessita ai più bisognosi e, grazie al materiale informativo di cui sono corredati, uno strumento per

conoscere più da vicino i gravi problemi sanitari che affliggono i Paesi più poveri». Non dovranno essere

inseriti nei box farmaci scaduti, flaconi o tubetti già aperti, prodotti da conservare in frigo. Le associazioni e la

struttura ospedaliera si rendono disponibili ad raccogliere anche materiale sanitario non utilizzato come

garze, siringhe, cerotti, ecc. Periodicamente, con un sistema a turnazione, le tre associazioni di volontariato si

occuperanno di ritirare i farmaci lasciati nei contenitori e li consegneranno direttamente al Centro missionario

medicinali. «Il personale sanitario del Centro missionario continua il responsabile della onlus preparerà i

pacchi in base alle specifiche richieste dei beneficiari. Protetti, sigillati con apposito materiale e corredati da

specifica documentazione, anche diplomatica, i pacchi verranno spediti attraverso il servizio postale, corrieri e

anche container alle destinazioni previste. Questa catena di solidarietà conclude Ghiribelli permette ai

donatori di disfarsi gratuitamente di potenziali rifiuti e di ingombri scomodi, evita lo spreco di farmaci e

dispositivi che, se non sono più utili per qualcuno, rappresentano la salute e la vita per molti altri. Infine,

rappresenta una modalità semplice ma preziosa per aiutare chi ne ha bisogno attraverso un sistema sicuro e

affidabile». «E' un'iniziativa a più mani, ma con un unico cuore», ha sottolineato il direttore sanitario dell'Asl

11, Renato Colombai. L' iniziativa ha già avuto buon esito a Firenze dove sono già stati collocati 30

raccoglitori per medicinali presso farmacie, ambulatori e ospedali. La lotta allo spreco è diventata una delle

priorità dell'Asl 11 a partire dal cibo nelle cucine e mense aziendali. «Il progetto anti-spreco dei generi

alimentari vede impegnato il personale di ogni reparto di degenza dell'ospedale empolese nella raccolta di

pane e frutta non consumati spiega la responsabile di Igiene degli alimenti e Nutrizione, Maria Giannotti

Adesso vorremmo allargarlo anche alla gastronomia cotta, partendo dalla raccolta nella mensa dei

dipendenti».

18/02/2015 3Pag. QN - La Nazione - Ed. empoli(diffusione:136993, tiratura:176177)

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Page 116: Ordine dei Farmacisti di Salerno

LA POLEMICA L' ASSESSORE RISPONDE AGLI ATTACCHI ON-LINE «Se riportiamo i conti in attivonon dovremo vendere le farmacie » «NON È VERO che dobbiamo vendere per forza del farmacie comunali. La legge non lo impone a

prescindere». L'assessore al bilancio gianni Lemmetti risponde a chi, soprattutto sulle file di facebook, ha

commentato la volontà dell'amministrazione pentastellata di non privatizzare le farmacie comunali. «Dopo tre

anni di bilanci in negativo aggiune Lemmetti la legge prevede la vendita, a meno che non si riesca a riportarli

in attivo entro la fine dell'anno. Stiamo facendo un controllo generale sulla situazione delle nove farmacie

comunali, poi valuteremo». E, come annunciato pochi giorni fa in commissione, l'assessore Lemmetti farà di

tutto per valorizzare questo patrimonio evitando così una svendita mentre la perdita si attesta sui 300mila

euro. Su Facebook Sergio Landi, piddino, aveva scritto: «Marco Cannito ce l'ha messa tutta per far uscire allo

scoperto le intenzioni del M5S sulle Farmacie Comunali. Ma se si esclude non si vende i contorni rimangono

avvolti nell'oscurità» scrive Landi. IL POST PROSEGUE: «E' ammissibile che con risorse pubbliche risicate, il

Comune mantenga un presidio di potere che perde in un settore dove tutti i privati guadagnano? Qualcosa

non torna e la confusione tra Farmacie Pubbliche e Sanità Pubblica è totale e totalmente avvolta nel fumo

dellla ideologia. Se le farmacie Comunali non sono un esercizio commerciale cosa sono? Un poliambulatorio,

un supporto pubblico per i guadagni privati di soggetti che si guardano bene da gestire servizi in perdita per

conto della Asl come il Cup?». Poi l'attacco alla maggioranza: «Il sospetto è che dietro l'ideologia del non si

vende ai privati in realtà si gestisca un bene pubblico offrendo un bel vantaggio proprio ai privati che

diversificano in settori a maggior valore aggiunto e di grande attrattiva per la clientela. Fra un mese è

annunciato un piano. Vedremo prima di segnalare alla Corte dei Conti il danno patrimoniale in essere».

SULLA VICENDA della farmacie comunali, tra l'altro, c'è stata anche l'alzata di scudi di qualche dipendente

che ha lamentato quanto è stato detto in commissione: «Ci sono farmacisti che lavorano qui da decenni

dicono e non prendono più di 2mila euro al mese. E questi sarabbero gli stipendi d'oro?».

18/02/2015 5Pag. QN - La Nazione - Ed. livorno(diffusione:136993, tiratura:176177)

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PROFESSIONI

3 articoli

Page 118: Ordine dei Farmacisti di Salerno

PRONTI PER L'INFLUENZA Come proteggersi e come trattarla nella stagione invernale a cura di francesco rastrelli - francesco.rastrelli@profilosalu Per l'inverno 2014-2015 si prevedono oltre 4 milioni di casi di inuenza. La possibilità di non ammalarsi affatto

c'è: è il vaccino abbinato a comportamenti preventivi. I virus noti, presenti tutto l'anno, sono circa 260 e si

propagano facilmente in caso di continui sbalzi di temperatura. Sono causa, principalmente, di mal di gola

stagionali e raffreddori, ma anche di forme intestinali. Il virus dell'inuenza ogni anno svi luppa delle mutazioni

nelle proteine di superficie, che gli permettono di superare la barriera di immunità di cui si dotano gli individui,

che hanno contratto la malattia in passato o si sono vaccinati. Ciò spiega tre cose: perché l'inuenza può

colpire ripetutamente, perché i virus inuenzali diventano, di volta in volta, resistenti ai vaccini, che devono,

quindi, essere riformulati ogni stagione, e perché è necessario sottoporsi alla profilassi annualmente. Il

vaccino di quest'anno contiene tre tipi di virus inuenzali: il virus A California, il virus B Massachussets e il

virus H3N2 Texas. Non previene malattie causate da altri virus o da virus inuenzali non contenuti nel prodotto

formulato. Per questo l'efficacia, cioè la quota di persone protette, non è mai pari al 100 per cento.

Aumentando il numero di persone vaccinate, però, diminuisce la circolazione del virus e, quindi, il numero di

soggetti suscettibili. È il fenomeno della cosiddetta "immunità di gruppo". La prevenzione ha un ruolo

fondamentale. Ecco di seguito elencate le regole fondamentali per non ammalarsi. - Evitare le fonti di

contagio. La trasmissione del virus può avvenire sia per via aerea, attraverso tosse e starnuti, sia per via

indiretta, mediante il contatto con mani contaminate da secrezioni respiratorie infette. Lo starnuto diffonde a

velocità di oltre 150 chilometri orari goccioline, che arrivano a due o tre metri di distanza. È raccomandabile:

lavarsi le mani con acqua e sapone o con i gel alcolici più volte al giorno, in particolare dopo essersi soffiati il

naso o aver tossito o starnutito; coprire bocca e naso quando si starnutisce o tossisce; evitare di toccarsi

conti nuamente mani e bocca e di strofinarsi gli occhi; non frequentare, per quanto possibile, posti affollati nei

periodi di picco inuenzale; mantenere almeno un metro di distanza dagli interlocutori. - Tenere la testa calda

e asciutta. Indossare il cappello quando si esce e asciugare i capelli con il phon dopo la doccia: il

raffreddamento delle prime vie aeree facilita la penetrazione dei virus a causa della riduzione dell'effetto

barriera delle cellule del tratto respiratorio. - Non fare gli eroi. Se ci si ammala, astenersi da lavoro e sport e

stare a riposo per almeno una settimana: ogni infezione virale riduce la capacità di risposta del sistema

immunitario. L'infezione si propaga con facilità in ambienti caldi, scarsamente umidi e chiusi, come gli uffici,

dove sono presenti persone già infette. L'attività fisica ri duce, nell'immediato, la risposta immunitaria ed

espone a pericolosi balzi di temperatura. - Mangiare spesso e leggero. Gli stati inuenzali generano

inappetenza e, se si mangia meno, è buona regola farlo di frequente. - Bere acqua e spremute. È un ottimo

modo per ripristinare liquidi e sali minerali persi con le copiose sudorazioni ed evitare la disidratazione. Per

rafforzare l'organismo e aiutarlo a combattere le malattie da raffreddamento, si può ricorrere ai cosiddetti

immunostimolanti. Si tratta di farmaci in grado di potenziare il sistema immunitario, rendendolo più forte nei

confronti di attacchi esterni. Si utilizzano anche in associazione al vaccino antinuenzale per potenziarne

l'azione. I più conosciuti sono i lisati batterici, farmaci ottenuti con una speciale lavorazione. In pratica i batteri

vengono centrifugati in modo da ricavarne delle frazioni proteiche, che, se somministrate alla persona,

avrebbero la capacità di stimolare il sistema di difesa. Si trovano sotto forma di compresse, bustine o gocce

ed i dosaggi sono stabiliti dal medico. Solitamente si effettuano cicli di cura di 7/10 giorni al mese per tre-sei

mesi, a partire da ottobre-novembre. Sono consigliati soprattutto alle persone più deboli, che hanno la

tendenza ad ammalarsi spesso. Infine è importante sapere quali sono i farmaci da prendere e quali quelli da

evitare. Sì agli antinfiammatori, antipi retici spray e sciroppi per naso e gola. Gli spray a base di vasocostrittori

sono utili in caso di congestione nasale; collu tori e pastiglie da sciogliere in bocca ad azione disinfettante

18/02/2015 10Pag. Profilo Salute - Farmacia Futura - Ed. n.1 - gen/feb 2015

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Page 119: Ordine dei Farmacisti di Salerno

combattono il mal di gola, mentre per la tosse sono indicati sciroppi sedativi se è secca, uidificanti se è

grassa. Per abbassare la febbre ed allievare gli stati di malessere e dolore, i principi attivi più usati sono

paracetamolo, acido acetilsalicilico, ibuprofene, diclofenac, ketoprofene. Si acquistano in farmacia senza

l'obbligo della ricetta. Sono sconsigliati gli antibiotici. Questi vanno presi solo in caso di sovrainfezione

batterica accertata dal medico. Prenderli senza il suo consenso è inutile e dannoso, perché facilita l'insorgere

di resistenze batteriche. Da evitare anche gli antivirali: bloccano la replicazione del virus, ma non vanno mai

usati in via preventiva e senza prescrizione medica.

Foto: LA POSSIBILITà DI NON AMMALARSI AFFATTO C'è: è IL VACCINO ABBINATO A

COMPORTAMENTI PREVENTIVI

Foto: gLI STATI InFLUEnzALI gEnERAnO InAPPETEnzA E, SE SI mAngIA mEnO, è bUOnA REgOLA

FARLO dI FREqUEnTE Francesco Rastrelli

18/02/2015 10Pag. Profilo Salute - Farmacia Futura - Ed. n.1 - gen/feb 2015

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Page 120: Ordine dei Farmacisti di Salerno

MENOPAUSA, NON SOLO SOIA Molti prodotti "naturali" per alleviare i disturbi a cura di ClaudiO paganOtti - www.paganotti.it Per alleviare i disturbi della menopausa sono stati utilizzati molti prodotti "naturali". I più conosciuti sono i

fitoestrogeni, che sono contenuti, soprattutto, nella soia e nei suoi derivati (farina, latte e tofu), ma anche in

altre piante officinali, che andiamo a conoscere. I fitoterapici sono presenti in farmacia sotto forma di inte

gratori alimentari e non richiedono la ricetta medica: questo comporta il rischio dell'automedicazione, in virtù

del falso mito che ciò che è naturale è sano e privo di effetti collaterali. È, pertanto, meglio rivolgersi al

medico per sapere quali preparati siano più adatti. L'aloe vera è una pianta originaria dell'Africa, presente

nell'America centrale e nel bacino del Mediterraneo. Secondo gli antichi rimedi ayurvedici è un portento per la

risoluzione di alcuni disturbi, che assillano le donne, tra questi anche quelli della menopausa. Il succo di aloe

può causare irritazioni gastroenteriche, potenziare l'effetto della digitale e ridurre l'aggregazione piastrinica. Il

gel può causare dermatiti ed aumenta l'effetto degli antidiabetici orali. Il biancospino è un arbusto diffuso in

Europa. È dotato di un'attività cardiotonica: i avonoidi contenuti possie dono azione vasodilatatrice ed

ipotensiva. Inoltre possiede un discreto effetto sedativo: nelle donne in menopausa, infatti, riduce l'emotività e

migliora il sonno. È ben tollerato, raramente provoca bruciori di stomaco. Può causare ipotensione. Potenzia

l'effetto della digitale e dei vasodilatatori. La cimicifuga racemosa è una pianta tipica del Nord America. È

impiegata per i disturbi della menopausa quali vampate, profuse sudorazioni, ansia, irritabilità e depressione.

Inoltre comporta effetti benefici sul metabolismo osseo e lipidico. Il 5% delle donne lamenta lievi disturbi

gastrointestinali. Controindicata in caso di malattie epatiche e carcinoma della mammella. L'enotera è una

pianta originaria del Nord America diffusa anche in Europa. Allevia i disturbi della fase iniziale della

menopausa. È utile per ridurre rughe e secchezza della cute. Evitare l'associazione con gli antiepilettici.

Potenzia l'azione degli antiaggreganti e anticoagulanti. L'equiseto è una pianta diffusa in tutto il mondo. È

noto per l'azione rimineralizzante, per cui svolge un ruolo nel prevenire e curare l'osteoporosi. Inoltre è un

protettore dell'integrità delle arterie, importante nella prevenzione dell'aterosclerosi. Evitare l'associazione con

antiipertensivi e anticoagulanti. L'iperico o erba di S. Giovanni è una pianta comune nelle campagne italiane.

È indicato nel trattamento delle forme lievi e moderate di depressione grazie al suo effetto antidepressivo. È

particolarmente benefico in donne con sintomi quali impulsività, esaurimento, stanchezza e disturbi del

sonno. A dosaggi elevati causa arrossamento, prurito, bruciore e spesso comparsa di bolle cutanee alla luce

solare. Potenzia l'effetto degli antidepressivi e riduce l'efficacia di teofillina, anticoagulanti orali, digitale e

ciclosporina. La liquirizia è una pianta che cresce nell' Europa meridionale e Asia occidentale. È impiegata in

diverse preparazioni cinesi per il trattamento di sintomi della menopausa. Può causare ipopotassiemia,

ritenzione idrica ed ipertensione arteriosa. È controindicata in caso di ipertensione arteriosa, sovrappeso

corporeo e insufficienza renale. Può interferire con diu retici e cortisonici. La passiora è originaria dell'America

centrale e meridionale, ma è diffusa un po' ovunque. È efficace contro i distur bi della menopausa. Consente

una rilevante diminuzione nella frequenza di vampate, insonnia, ansia, depressione e calo del desiderio

sessuale. Possiede un'azione sedativa, provocando un sonno simile a quello fisiologico ed un risveglio senza

sonnolenza residua. Riduce lo stato generalizzato d'ansia. Non causa farmacodipendenza.. Il trifoglio è una

pianta presente in Italia in 60 specie: la più diffusa è il trifoglio rosso o pratense. Risale alla metà del secolo

scorso la scoperta dell'alta concentrazione di isoavoni presenti nel trifoglio, che possono essere impiegati per

i disturbi della menopausa. Riduce sintomi come vampate, sudorazione, irritabilità e depressione. Sembra

svolgere un effetto protettivo sull'apparato cardiovascolare e osseo. Evitare l'assunzione in caso di tumori

estrogeno-dipendenti (endometrio e mammella). Riduce l'effetto del tamoxifene. La valeriana è una pianta

diffusa in Europa e Asia. È indicata nei disturbi della menopausa. Esercita un'azione sedativa e ipnotica:

riduce il tempo necessario per addormentarsi e migliora la qualità del sonno nelle prime ore della notte,

18/02/2015 32Pag. Profilo Salute - Farmacia Futura - Ed. n.1 - gen/feb 2015

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Page 121: Ordine dei Farmacisti di Salerno

mentre non ha azione nelle ore successive di sonno. Non provoca sonnolenza al risveglio. Se assunta da

donne già in terapia con ansiolitici, è opportuno ridurre la posologia dell'ansiolitico. Effetti indesiderati

frequenti sono nausea e crampi addominali. Trattamenti prolungati sono a rischio di epatotossicità. La vite

rossa è una pianta longeva diffusa nel Mediterraneo. Secondo la medicina popolare è utile nei disturbi della

menopausa. È conosciuta per l'azione protettiva su vasi e capillari. Ha un'azione antiossidante dei processi

dell'invecchiamento cutaneo e di prevenzione delle malattie cardiovascolari. Può causare lievi disturbi

gastrici; la tossicità è scarsa.

I FITOTERAPIcI nOn RIchIEdOnO RIcETTA mEdIcA, mA è SEmPRE mEgLIO RIvOLgERSI AL mEdIcOPER SAPERE qUALI PREPARATI SOnO PIù AdATTIFoto: Specialista in Ostetricia e Ginecologia. Consulente in Sessuologia Clinica. Istituto Clinico "Città di

Brescia"

Foto: Claudio Paganotti

18/02/2015 32Pag. Profilo Salute - Farmacia Futura - Ed. n.1 - gen/feb 2015

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Page 122: Ordine dei Farmacisti di Salerno

LA "RIVOLUZIONE" DELLA RICETTA ELETTRONICA Farmacista sempre meno burocrate e sempre più professionista per i pazienti a cura di clara mottinelli Farmacista - Presidente di Federfarm In molti dicono trattarsi della più grande rivoluzione dietro al bancone dopo l'arrivo dell'industria farmaceutica.

Una volta usciti dal medico, non sarà più necessario conservare con cura quel pezzo di carta rosso da

consegnare al farmacista, ma tutto avverrà tramite internet: il computer del nostro dottore di fiducia

comunicherà direttamente con quello della farmacia. È la "rivoluzione" della ricetta elettronica, partita in

questi mesi a macchia di leopardo in tutta Italia. Se in un momento iniziale gli utenti avranno, comunque, in

mano un promemoria (un foglietto bianco) con indicati i farmaci, il supporto cartaceo è destinato a

scomparire, tranne che per specifiche patologie ed esigenze ben indicate dalla legge, a favore di una

comunicazione tutta informatizzata. Le ricette vengono, infatti, condivise tramite la rete "Siss", il Sistema

informativo socio sanitario della Regione Lombardia, a cui accedono, secondo necessità ed autorizzazioni

diverse, medici, farmacisti, ospedali e Asl. La nuova formula apporta molteplici vantaggi sia per il cittadino

che per il sistema sanitario: migliore qualità dei dati di prescrizione ed erogazione, più rapidità, riduzione di

incomprensioni e contenziosi, contrasto alle contraffazioni, risparmi di processo, da un lato e dall'altro del

bancone farmaceutico i sentimenti, soprattutto nella fase iniziale, sono contrastanti, oscillando tra

l'entusiasmo per questa innovazione e la preoccupazione per il cambiamento. Le variazioni epocali fanno

sempre un po' paura - questo si sa - ma guardano al miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro. In

questo modo il farmacista sarà sempre meno burocrate e più professionista, per dedicare maggiore tempo ai

pazienti. Ma non solo, la ricetta dematerializzata permetterà di ricevere in farmacia informazioni formalmente

corrette, altrimenti il sistema non le accetterebbe, semplificando la gestione quotidiana delle attività,

agevolando il servizio al cittadino e riducendo anche gli adempimenti ed i controlli da parte delle Asl.

Foto: IL COMPUTER DEL NOSTRO DOTTORE DI FIDUCIA COMUNICHERà DIRETTAMENTE CON

qUELLO DELLA FARMACIA

Foto: LA RICETTA DEMATERIALIzzATA PERMETTERà DI RICEVERE IN FARMACIA INFORMAzIONI

FORMALMENTE CORRETTE, ALTRIMENTI IL SISTEMA NON LE ACCETTEREBBE LA nUOvA FORmULA

APPORTA mOLTEPLIcI vAnTAggI SIA PER IL cITTAdInO chE PER IL SISTEmA SAnITARIO Clara Mottinelli

18/02/2015 8Pag. Profilo Salute - Farmacia Futura - Ed. n.1 - gen/feb 2015

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PERSONAGGI

8 articoli

Page 124: Ordine dei Farmacisti di Salerno

Il «manifesto» . L'appello comune I professionisti: «Basta penalizzare il lavoro autonomo» Federica Micardi NON SOLO ALBI

Confprofessioni, Colap,

Confassociazioni, Acta

e Alta partecipazione

chiedono

compensi equi e welfare

Roma

L'unione fa la forza. È questa l'idea che sta alla base del Manifesto delle libere professioni presentato ieri a

Roma, nella Sala Caduti di Nassirya presso Palazzo Madama, da Gaetano Stella, presidente di

Confprofessioni, Angelo Deiana presidente di Confassociazioni, Colap (coordinamento delle libere

associazioni professionali), Alta partecipazione ed Acta, l'associazione dei freelance; nel manifesto vengono

indicati i diritti negati dei professionisti come il welfare, la pensione e l'equo compenso.

«Con questo documento - spiega Stella - vogliamo cominciare un percorso di aggregazione per fare massa

critica del mondo libero professionale». Il problema? «Negli ultimi anni il lavoro autonomo è stato discriminato

e penalizzato dalle norme». Si pensi alla Cassa integrazione, da cui sono stati esclusi i lavoratori degli studi

professionali o gli 80 euro in busta paga sotto un certo stipendio riconosciuti in via esclusiva ai lavoratori

dipendenti.

È di ieri la notizia del blocco per un anno dell'aumento dei contributi per gli iscritti alla gestione separata Inps

e del ritorno ai "vecchi minimi" quale regime fiscale meno penalizzanti per i liberi professionisti. «Un segnale

in controtendenza rispetto a quanto accaduto negli ultimi anni - ammette Stella - e forse qualcosa sta

cambiando» o, forse, è stata semplicemente messa l'ennesima pezza a un errore che, sottolinea la

presidente del Colap Emiliana Alessandrucci, si poteva evitare dialogando con i diretti interessati.

Secondo Deiana il passo indietro del Governo è la dimostrazione concreta che se le professioni si uniscono

riescono a farsi ascoltare, «è però necessario un cambio di passo - aggiunge - bisogna smettere di ragionare

in base alle categorie del novecento e pensare a schemi adatti al mondo di oggi».

«La concessione sui contributi Inps - commenta Francesca Pesce di Acta - ha solo rimandato il problema, è

necessario trovare un modo per quantificare quante sono le professioni liberali perché se noi nelle statistiche

non esistiamo è difficile per il governo capire qual è su di noi l'impatto delle leggi che vengono emanate».

Il mondo delle partite Iva ha bisogno di certezze e «i punti del Manifesto che presentiamo oggi - sottolinea

Rosangela Padula di Alta partecipazione - devono servire a stabilire un livello minimo di welfare e di tutele al

di sotto del quale non si deve più andare». In parlamento ci sono rappresentanti sensibili ai problemi delle

professioni, alcuni di loro erano presenti ieri alla conferenza stampa: i senatori Andrea Mandelli e Cinzia

Bonfrisco della commissione Bilancio, Maurizio Sacconi, presidente della commissione Lavoro, e Valentina

Paris della commissione Lavoro alla Camera. Il mondo delle professioni chiede interventi normativi importanti

e «il fatto che il mondo delle professioni liberali sia complesso e variegato - afferma Paris - non può dare un

alibi alla politica per non affrontare la questione». Tra i nodi da sciogliere c'è sicuramente quello

previdenziale, per il quale Sacconi prevede un'apertura del mondo delle Casse delle professioni ordinistiche

alle partite Iva e una loro aggregazione; anche sec ondo Bonfrisco sul pilastro della previdenza si gioca il

futuro. Come, staremo a vedere.

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18/02/2015 37Pag. Il Sole 24 Ore(diffusione:334076, tiratura:405061)

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PERSONAGGI - Rassegna Stampa 18/02/2015 124

Page 125: Ordine dei Farmacisti di Salerno

Per mancanza di spazio la rubrica

è rinviata a mercoledì prossimo

18/02/2015 37Pag. Il Sole 24 Ore(diffusione:334076, tiratura:405061)

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Page 126: Ordine dei Farmacisti di Salerno

MANIFESTO Partite Iva contro il governo DI BENEDETTA PACELLI Dieci diritti negati al mondo del lavoro autonomo. Un decalogo che ha spinto i rappresentanti del mondo

ordinistico e associativo a presentarsi compatti al mondo della politica e delle istituzioni per presentare il

«Manifesto del lavoro intellettuale». L'iniziativa ribattezzata «Non è un Paese per professionisti» è stata

presentata ieri a Roma da Confprofessioni durante una conferenza stampa a palazzo Madama, alla presenza

di esponenti della politica, tra cui Andrea Mandelli, commissione bilancio del senato, e Maurizio Sacconi,

presidente della commissione lavoro del senato, e che ha visto la partecipazione dei rappresentanti delle

associazioni e delle organizzazioni di rappresentanza dei liberi professionisti, delle partite Iva, dei freelance.

Per la prima volta quindi il mondo delle professioni e del lavoro autonomo si mobilita compatto per protestare

contro le politiche del governo che hanno penalizzato un settore economico composto da oltre 3,5 milioni di

liberi professionisti e lavoratori autonomi. «Adesso il governo ha annunciato che correrà ai ripari per

correggere i suoi errori che si sarebbero potuti evitare se avesse avuto l'umiltà di ascoltare i professionisti»,

afferma il presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella. «Al di là dello spreco di tempo e di energie che

vengono sottratte all'attività legislativa del parlamento, la strategia di Penelope assunta dall'attuale esecutivo

mette a nudo tutti i limiti di una politica sorda e ostinata che asfalta qualsiasi ipotesi di dialogo e

collaborazione». È da questi presupposti che parte una mobilitazione generale per monitorare attentamente

l'attività del governo e del parlamento. I liberi professionisti, le partite Iva e i freelance e si preparano a

elaborare proposte e soluzioni per stabilire che, come recita il Manifesto anche i professionisti devono

usufruire di alcuni diritti: da quello di poter lavorare al diritto di avere un compenso equo e le tutele di welfare,

da quello di poter andare in pensione e soprattutto al diritto di essere parte attiva del tessuto economico e di

contribuire allo sviluppo del Paese.

18/02/2015 29Pag. ItaliaOggi(diffusione:88538, tiratura:156000)

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PERSONAGGI - Rassegna Stampa 18/02/2015 126

Page 127: Ordine dei Farmacisti di Salerno

IL PROCESSO UDIENZA A BARI, TRA GLI IMPUTATI C'È ANCHE IL SENATORE D'AMBROSIO LETTIERI Tessere false del vecchio Pdl in 30 vogliono i danni dal Cav «CITATE BERLUSCONI» Tra gli iscritti a loro insaputa una militante Pd e un nipote del boss Parisi SI RITIENE ESTRANEO Il senatore Luigi D'Ambrosio Lettieri, coordinatore Pdl (oggi Forza Italia) di Bari l

BARI. Per quelle iscrizioni al partito che, secondo l'accusa, sarebbero avvenute a loro insaputa, vorrebbero

essere risarciti direttamente da Silvio Berlusconi. La vicenda delle tessere false dell'allora Pdl è approdata in

Tribunale, a Bari, dove ieri circa 30 iscritti inconsapevoli si sono costituiti parte civile: tra loro una militante del

Pd, un ex ufficiale dell'esercito e persino un nipote (incensurato) del boss Savino Parisi, un trentenne mai

convolto in storie di malavita. Sul banco degli imputati ci sono il senatore Luigi D'Ambrosio Lettieri,

coordinatore cittadino dell'allora Pdl, oltre a un suo stretto collaboratore e a Dario Casalino, ex vicedirettore di

un ufficio postale barese che avrebbe utilizzato i documenti di ignari correntisti per compilare le domande di

iscrizione al partito. Il giudice Michele Parisi il 16 marzo deciderà dunque sulla richiesta di citare come

responsabili civili sia le Poste (a loro volta ammesse come parte civile) sia l'associazione Popolo delle

Libertà, nel frattempo assorbita da Forza Italia, che invece non ha chiesto di costituirsi nei confronti dei tre

imputati cui la Procura di Bari contesta i reati di appropriazione indebita, falso in scrittura privata e la

violazione del codice della privacy. Secondo le indagini condotte dalla Digos di Bari e coordinate dal

procuratore aggiunto Lino Giorgio Bruno, presente ieri in aula, tra ottobre 2011 e febbraio 2012 più di 136

persone si sarebbero ritrovate iscritte all'allora Pdl con una residenza fittizia in via Colaianni 10, a Bari, dove

aveva invece sede l'associazione cattolica Acleppsi. Il tutto sarebbe avvenuto in coincidenza con un

congresso cittadino del partito, quello vinto da D'Ambrosio Lettieri ai danni di una corrente di minoranza che

poi abbandonerà il Pdl: fu proprio uno dei «dissidenti», il consigliere comunale Filippo Melchiorre, a

denunciare il curioso caso dei 136 residenti di via Colaianni, facendo così scattare l'inchiesta giudiziaria. In

parallelo a quello approdato a processo, un secondo troncone di indagini sempre condotto dalla Digos di Bari

riguarda ulteriori 550 tesserati baresi i cui nomi furono acquisiti dai poliziotti direttamente nella sede romana

del partito. Anche per questi sarebbero state rilevate irregolarità simili, tanto che un anno fa la Procura di Bari

ha fatto notificare un avviso di proroga delle indagini a 17 persone: ora si attende che ne venga disposta la

chiusura oppure l'ar chiviazione. In entrambe le vicende, il senatore D'Ambrosio Lettieri si è sempre

dichiarato estraneo ritenendosi invece danneggiato da quanto accaduto. [m.s.]

17/02/2015 7Pag. La Gazzetta Del Mezzogiorno(diffusione:48275, tiratura:63756)

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PERSONAGGI - Rassegna Stampa 18/02/2015 127

Page 128: Ordine dei Farmacisti di Salerno

Venerdì 20 Professioni ed Europa un dibattito «Venerdì 20 febbraio 2015 dalle ore 9.30 alle ore 13 in Taranto, presso l'Aula Magna Giovanni Paolo II,

Piazza Santa Rita - Via Ancona n.91, si terrà la tavola rotonda «Il ruolo ed il futuro delle professioni nella

società civile europea», organizzato dal CUP - Comitato Unitario Professioni Taranto. Il Comitato unitario

delle professioni raccoglie 17 Ordini e Collegi professionali ed ha come obiettivo il conseguimento di un più

efficace coordinamento della presenza istituzionale degli enti rappresentativi delle categorie professionali, lo

sviluppo di iniziative e programmi unitari per la salvaguardia e la promozione dei valori della libertà propri

delle professioni, ed infine la tutela degli interessi morali, giuridici ed economici comuni alle stesse. Nel corso

della tavola rotonda si parlerà di professioni e previdenza, di accesso alla professione e formazione, della

funzione pubblicistica degli ordini professionali e di ordinamento e deontologia professionale. Il presidente del

Comitato unitario delle professioni di Taranto dott. Cosimo Damiano Latorre, presidente dell'ordi ne dei

commercialisti, introdurrà i lavori, che saranno moderati dal giornalista Giuseppe Mazzarino. Relazioneranno

la dott.ssa Marina Calderone, presidente nazionale Cup, il sen. Dott. Luigi D'Ambrosio Lettieri, presidente

dell'Or dine del Farmacisti di Bari, l'avv. Angelo Esposito, Consigliere Nazionale Forense. L'evento,

accreditato presso il CNDCEC, attribuirà 3 crediti formativi.

17/02/2015 32Pag. La Gazzetta Del Mezzogiorno(diffusione:48275, tiratura:63756)

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PERSONAGGI - Rassegna Stampa 18/02/2015 128

Page 129: Ordine dei Farmacisti di Salerno

VAL DI FIEMME L'unico comune in cui non si voterà è Valfloriana andata alle urne lo scorso anno A Panchiàsi parla di Giuseppe Zorzi mentre Ciresa (Carano) nega ogni velleità Sei sindaci su 10 si ripresentano Solo Zanon, Defrancesco e Barbetta hanno deciso di non candidarsi Ancora in dubbio Fabio Vanzetta«Occorre avere lo spirito giusto e una squadra molto coesa» «Problemi di lavoro» precisa Corso «ma anche un sistema elettorale che non condivido e la consapevolezza

di un paese che non partecipa alla vita amministrativa e dove pochi sono disponibili a metterci la faccia.

Vedremo». C'è anche molta curiosità sulle scelte future di Loris Welponer, presidente del consiglio

(protagonista del noto sciopero della fame per la difesa del punto nascite dell'ospedale), e Alfredo Molinari ,

facenti parte del gruppo autonomo ma in pratica all'opposizione, così come di Carmelo Zini , consigliere

storico di Masi, i cui voti nel 2010 furono determinanti per far vincere la coalizione di Silvano Welponer e che

non ha ancora digerito la sua clamorosa esclusione dalla giunta nel 2011. Ricandidano tutti e tre i sindaci

delle «Ville»: a Varena Paride Gianmoena , a Daiano Elvio Partel (con la prospettiva di un'altra lista guidata

da Mattia Zorzi ), a Carano Andrea Varesco. Qui si parla anche di Giorgio Ciresa , già sindaco in passato ed

ora Regolano della Magnifica Comunità di Fiemme. Lui definisce la possibile candidatura a primo cittadino

una «leggenda metropolitana»( tra l'altro, se eletto, dovrebbe dimettersi da Regolano, data la incompatibilità

tra le due cariche), pur dichiarandosi disponibile a «dare una mano, ma in un ruolo secondario» e

confermando in ogni caso che «l'idea sarebbe quella di starmene tranquillo». Situazione ancora di incertezza

per il Comune di Castello/Molina di Fiemme, dove sembra non più prevedibile la candidatura del sindaco

uscente Antonio Barbetta e dove non si ripresenteranno né l'attuale vicesindaco Loris Capovilla né l'attuale

capogruppo di maggioranza Andrea Ventura. Quest'ultimo ribadisce «la necessità di cercare delle soluzioni

che consentano di ritrovare l'intesa in un paese profondamente diviso». Sta discutendo in queste settimane

sul da farsi la lista «Camminando verso il nostro futuro», che non ha ancora individuato un candidato sindaco.

«La situazione» dice il capogruppo uscente Lorenzo Wohlgemuth «non è delle più felici; la popolazione è

diffidente ed occorre avere alle spalle un gruppo forte, per evitare ciò che è successo quattro anni fa, con il

famoso ribaltone che, complice il sindaco, ha mandato all'opposizione la lista che aveva vinto le ultime

elezioni. Qualcosa comunque faremo». Infine Capriana, dove ricandida sicuramente il sindaco uscente

Sandro Pedot , che sta portando a termine questa legislatura, preceduta da due mandati come vice. Di altre

liste non si sente parlare, almeno per ora. Ma è troppo presto per escludere eventuali concorrenti. A

Valfloriana, come è noto, si è votato l'anno scorso, quindi niente urne. la dell'ex Scario Giuseppe Zorzi ,

anche se non c'è ancora nulla di ufficiale. A Tesero non si ripresenta il primo cittadino uscente Franco Zanon

, mentre conferma la volontà di proporsi l'attuale vicesindaco Alan Barbolini, anche se, come ribadisce, «in

attesa della conferma ufficiale del gruppo che ha vinto le elezioni del 2010». L'alternativa dovrebbe essere

quella di Elena Ceschini , giovane consigliera uscente di minoranza, che godrebbe dell'appoggio dell'area

politica Upt e Patt. Ricandidato alla carica di sindaco, all'insegna della continuità amministrativa, è il sindaco

uscente di Cavalese Silvano Welponer, che qualche mese fa sembrava intenzionato a mollare (per problemi

di salute fortunatamente risolti) e che invece, dopo una votazione tenuta al termine di un apposito incontro dei

rappresentanti locali dell'Upt, è stato preferito all'assessore uscente Sergio Finato . Chiaramente deluso

quest'ultimo, «anche se» dice «mi adeguo alla scelta della maggioranza». Per una eventuale ricandidatura

con la lista di appartenenza, si è preso comunque una pausa di riflessione. Non si ripresenterà come

candidato sindaco Franco Corso, che non esclude una sua presenza come candidato consigliere, in uno

schieramento ancora alla ricerca di un leader. sulla opportunità o meno di ricandidarsi il sindaco uscente

Fabio Vanzetta , che sarebbe al terzo mandato. «Devo ancora pensarci bene» sottolinea. «Il momento

attuale non è facile ed occorre una squadra forte e lo spirito giusto». Di altre liste, per adesso, non si sente

parlare, ma non è esclusa qualche candidatura alternativa. A Panchià non ha alcuna intenzione di

ricandidarsi il sindaco uscente Bruno Defrancesco, in amministrazione da vent'anni. Come suon successore,

18/02/2015 38Pag. L' Adige(diffusione:26515, tiratura:32211)

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PERSONAGGI - Rassegna Stampa 18/02/2015 129

Page 130: Ordine dei Farmacisti di Salerno

si parMARIO FELICETTI VALLE DI FIEMME. Sei sindaci in carica intenzionati a ricandidarsi, uno in forse, tre

Comuni che avranno sicuramente un nuovo primo cittadino. E' la sintesi attuale di una situazione

preelettorale che in valle di Fiemme si presenta ancora con diversi punti interrogativi e che si andrà chiarendo

mano a mano che si arriverà alla scadenza di fine marzo, entro la quale dovranno essere presentate le liste

per le elezioni amministrative del 10 maggio. Tra i sindaci che si ricandidano c'è Maria Bosin di Predazzo, che

si è fatta apprezzare in questi anni per la sua preparazione e sensibilità nei confronti del paese ed anche

della valle di Fiemme, nel ruolo di presidente della conferenza dei sindaci. Riproporrà la sua squadra del

2010, fatta eccezione per l'assessore uscente allo sport Roberto Dezulian, che è intenzionato a lasciare, e

(ma non è ancora sicuro) per l'assessore alla sanità Giovanni Maffei, medico di base. Nel gruppo dovrebbe

entrare Andrea Giacomelli, consigliere uscente di minoranza, che per altro in questi cinque anni ha assunto

sempre posizioni molto morbide. Sul fronte opposto, si ripresenterà sicuramente il Partito Democratico con il

consigliere uscente Luca Donazzolo , in ogni caso come consigliere e non come candidato sindaco. «Prima»

dice «vogliamo preparare un programma valido ed un progetto condiviso. Poi penseremo alle persone. Con

la volontà anche di promuovere un significativo ricambio generazionale». A Ziano sta ancora riflettendo

LA MAPPA Silvano Welponer Si ricandida Maria Bosin Si rincandida Paride Gianmoena Si ricandida Elvio

Partel Si ricandida Andrea Varesco Si ricandida Fabio Vanzetta In dubbio Bruno Defrancesco Non si

ricandida Antonio Barbetta Non si ricandida La mappa dei sindaci della Val di Fiemme in vista delle prossime

elezioni amministrative del 10 maggio prossimi. Dei dieci primi cittadini, sei saranno ancora in lizza, uno è in

dubbio e tre non saranno più della partita. 1 Cavalese; 2 Predazzo; 3 Varena; 4 Daiano, 5 Carano; 6

Capriana; 7 Ziano; 8 Tesero; 9 Panchià; 10 Castello Molina 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 Sandro Pedot Si ricandida

Franco Zanon Non si ricandida

18/02/2015 38Pag. L' Adige(diffusione:26515, tiratura:32211)

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PERSONAGGI - Rassegna Stampa 18/02/2015 130

Page 131: Ordine dei Farmacisti di Salerno

a "le invasioni barbariche" su "la 7" Stasera il ministro Madia finisce sotto il "torchio" di Radio Shock Mauro Molinaroli Chissà quale reazione avrà questa sera in diretta il ministro alla Semplificazione e alla Funzione Pubblica

Marianna Madia, di fronte alle domande di alcuni redattori di Radio Shock. La Madia sarà infatti ospite a "Le

invasioni barbariche", il programma ideato e condotto da Daria Bignardi, che porrà di fronte i redattori e al

pubblico un giovane ministro che è alle prese con i temi di grande attualità: la semplificazione e il ruolo

dell'ente pubblico in tempi di tagli alla spesa pubblica. Dopo il successo con Dino Zoff, il direttore della radio,

lo psichiatra Emanuele Guagnini, la segretaria dell'emittente, Maria Luisa Repetti e alcuni tra i pazienti del

Dipartimento di Salute Mentale di Piacenza, Roberto Ghisoni (che a modo suo è già una star) e Daniele

Mastruzzo che ha tutti le potenzialità per affermarsi, siamo certi che ancora una volta riusciranno a ritagliarsi

con le loro domande, uno spazio e una simpatia innata davanti ai teleschermi. A Maria Luisa Repetti spetterà

com'è consuetudine, la domanda shock.

Marianna Madia è figlia del giornalista, attore e politico Stefano Madia Collabora con l'ufficio studi

dell'Agenzia di ricerche e legislazione di Enrico Letta, fondata da Nino Andreatta, ma è tra le prime a

schierarsi con Matteo Renzi; nel giugno 2013 sposa Mario Gianani, produttore televisivo e cinematografico.

È comparsa in un cammeo nel film "Pazze di me", prodotto dal marito, diretto da Fausto Brizzi con Andrea

Mandelli, Loretta Goggi, Chiara Francini, Claudia Zanella, Marina Rocco, Maurizio Micheli, Gioele Dix, Flavio

Insinna, Margherita Vicario, Alessandro Tiberi, Pif ed Edy Angelillo. E c'è da giurarci che su questa piccola

partecipazione, Radio Shock incentrerà scatenerà la propria creatività. Non solo politica e cinema, ma anche

tivù: Marianna Madia ha anche partecipato come ospite della trasmissione "Economix" in onda la notte su Rai

3 e nel 2006 ha firmato anche alcuni servizi di coda per lo stesso programma.

Una puntata in cui Radio Shock potrebbe uscire ancora una volta con professionalità e tempismo, com'era

accaduto con Matteo Renzi, Liliam Thuram e Dario Argento. Con Fabio Volo prepararono le domande poste

poi da Daria Bignardi. Ma la straordinaria avventura di questi ragazzi appartenenti al Dipartimento di Salute

Mentale di Piacenza, sta proprio nel fatto di avere acquisito grazie anche a questa radio che ha una funzione

terapeutica, una spontaneità vera, autentica e le loro domande senza freni, racchiudono qualcosa di

straordinario. A stasera.

18/02/2015

18/02/2015 17Pag. La Liberta(diffusione:30736, tiratura:172000)

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PERSONAGGI - Rassegna Stampa 18/02/2015 131

Page 132: Ordine dei Farmacisti di Salerno

TAVOLA ROTONDA DEL COMITATO UNITARIO PROFESSIONI TARANTO Venerdì 20 febbraio dalle ore 9.30 alle ore 13 in Taranto, presso l'Aula Magna Giovanni Paolo II, Piazza

Santa Rita via Ancona n.91, si terrà la tavola rotonda " Il ruolo ed il futuro delle professioni nella società civile

europea ", organizzato dal CUP - Comitato Unitario Professioni Taranto. Il CUP raccoglie 17 Ordini e Collegi

professionali ed ha come obiettivo il conseguimento di un più efficace coordinamento della presenza

istituzionale degli Enti rappresentativi delle categorie professionali, lo sviluppo di iniziative e programmi unitari

per la salvaguardia e la promozione dei valori della libertà propri delle professioni, ed infine la tutela degli

interessi morali, giuridici ed economici comuni alle stesse. Nel corso della Tavola Rotonda si parlerà di

Professioni e Previdenza, di accesso alla professione e formazione, della funzione pubblicistica degli Ordini

professionali e di ordinamento e deontologia professionale. Il presidente del CUP Taranto dott. Cosimo

Damiano Latorre introdurrà i lavori, che saranno moderati dal giornalista dott. Giuseppe Mazzarino.

Relazioneranno la dott.ssa Marina Calderone, presidente nazionale CUP, il sen. Dott. Luigi D'Ambrosio

Lettieri, presidente dell'Ordine del Farmacisti di Bari, l'avv. Angelo Esposito, Consigliere Nazionale Forense.

L'evento, accreditato presso il CNDCEC, attribuirà 3 crediti formativi.

17/02/2015 11Pag. Taranto Oggi

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PERSONAGGI - Rassegna Stampa 18/02/2015 132

Page 133: Ordine dei Farmacisti di Salerno

La Tavola rotonda Il ruolo e il futuro delle professioni nella società civile TARANTO - Venerdì 20 febbraio dalle ore 9.30 alle ore 13.00 in Taranto, presso l'Aula Magna Giovanni

Paolo II, piazza Santa Rita - via Ancona, si terrà la tavola rotonda "Il ruolo ed il futuro delle professioni nella

società civile europea", organizzato dal Cup - Comitato Unitario Professioni Taranto. Il Cup raccoglie 17

Ordini e Collegi professionali ed ha come obiettivo il conseguimento di un più efficace coordinamento della

presenza istituzionale degli Enti rappresentativi delle categorie professionali, lo sviluppo di iniziative e

programmi unitari per la salvaguardia e la promozione dei valori della libertà propri delle professioni, ed infine

la tutela degli interessi morali, giuridici ed economici comuni alle stesse. Nel corso della Tavola Rotonda si

parlerà di Professioni e Previdenza, di accesso alla professione e formazione, della funzione pubblicistica

degli Ordini professionali e di ordinamento e deontologia professionale. Il presidente del CUP Taranto Dott.

Cosimo Damiano Latorre introdurrà i lavori, che saranno moderati dal giornalista dott. Giuseppe Mazzarino.

Relazioneranno la dott.ssa Marina Calderone, presidente nazionale CUP, il sen. Luigi D'Ambrosio Lettieri,

presidente dell'Ordine del Farmacisti di Bari, l'avv. Angelo Esposito, Consigliere Nazionale Forense. L'evento,

accreditato presso il CNDCEC, attribuirà 3 crediti formativi.

17/02/2015 9Pag. Taranto Sera

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