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L’ ECO DELLA SCUOLA SEDE CENTRALE INFANZIA VAZIA PRIMARIA VAZIA INFANZIA CAMPOLONIANO INFANZIA VILLA REATINA ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE VILLA REATINA DIRETTORE RESPONSABILE GIUSEPPINA BIANCONE REDATTORI: MARIA LUISA IACUITTO MIRELLA IMPERATORI

O DELLA SCUOLA - icaldamerini.it · O DELLA SCUOLA SEDE CENTRALEVILLA REATINA INFANZIA VAZIA PRIMARIA VAZIA INFANZIA CAMPOLONIANO ... Dopo i personaggi delle fiabe, la com-pagnia

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L’ ECO DELLA SCUOLA

SEDE CENTRALE

INFANZIA VAZIA

PRIMARIA VAZIA

INFANZIA CAMPOLONIANO

INFANZIA VILLA REATINA

ISTITUTO

COMPRENSIVO

STATALE

VILLA REATINA

DIRETTORE RESPONSABILE

GIUSEPPINA BIANCONE

REDATTORI:

MARIA LUISA IACUITTO

MIRELLA IMPERATORI

Compagnia amatoriale

“Lo Staff della Peppa”

Nella nostra scuola

LE AVVENTURE DI PEPPA PIG ispirato al cartone animato inglese Peppa Pig creato e diretto da Neville

Astley e Mark Baker

Ecco la magia del teatro: non ci sono

professionisti, ma senza imbarazzi e

timori ci si butta sul palcoscenico, e ma-

gari qualcuno scopre di avere delle doti

nascoste...

Dopo i personaggi delle fiabe, la com-

pagnia porta in scena uno dei cartoni

animati più amati dai piccoli: la simpa-

tica maialina Peppa Pig e i suoi amici!

Pagina 1

DIRITTO AL GIOCO

L’ECO DELLSCUOLA

Pagina 2

SE IO FOSSI UN GATTO

Io desidererei essere uno degli animali più elegan-

ti e affettuosi… il gatto. Con i suoi occhi dolci, i

suoi colori stravaganti e la capacità di poter esse-

re un grande “coccolone” e, allo stesso tempo, un

“cacciatore eccellente”! Vorrei, inoltre, vivere in

una casa, accudito, tranquillo; vorrei anche un

grande giardino, pieno di fiori e erba, dove poter

correre libero, in piena tranquillità. Se così fosse

trascorrerei giornate intere a rincorrere gomitoli

di lana, palline da tennis o finti topini con campa-

nellini all’interno. Ma soprattutto giocherei con le

farfalle dei colori più variopinti, le rincorrerei, le

acchiapperei e le lascerei andare!!! Mi divertirei

un mondo…

Poi entrerei in casa e mi farei le unghie sul diva-

no, oppure mordicchierei la biancheria, o sempli-

cemente mi nasconderei in un secchio! Quante ne

combinerei… Ma purtroppo questa non è la real-

tà… Bé, comunque vorrei tanto essere un gatto

per sentire su pelle l’ebbrezza della libertà, o an-

che il divertimento che proverei giocando con una

di quelle bellissime farfalle…..

Paolessi Federico V B

Se io fossi ... Io vorrei essere una farfalla viola , fucsia e bianca,mi pia-

cerebbe vivere in un fiore grandissimo con dentro del net-

tare morbido che fa da letto.

Vorrei che il fiore si aprisse solo quando lo vorrei io e che

mi facesse scendere, poggiandosi, delicatamente,su un

tappeto di foglie scricchiolanti. Trascorrerei le mie giornate, a sfiorare con le mie ali, fiori

e fiumi.

Succhierei più nettare possibile e immaginabile.

Metà , giornata, la dedicherei a trovare con le mie amiche

farfalle,il fiore con il nettare più dolce, così che potesse

essere tutto per noi. A me piacerebbe tanto essere una farfalla,perché la sola

idea di avere le ali,e pensare che potrei volare nel cielo

infinito,mi rende allegra e gioiosa.

Anche se so che non accadrà mai, sognare e fantasticare

fa bene.

Gaia Mattei 5B Villa Reatina

Pagina 3

SE IO FOSSI UNA SCOIATTOLINA

Se dovessi decidere cosa essere direi: una scoiattolina!

Piccola, graziosa, veloce e libera! Ecco, soprattutto libera di vivere godendo delle meraviglie del bosco.

Sarei un animaletto socievole, vivrei in una famiglia con una mamma, un papà e tanti fratelli e sorelle con

cui condividere momenti felici e spensierati e potrei godere dell'aiuto di una comunità più grande.

Mi alzerei all'alba, vedrei il sole sorgere e il bosco risvegliarsi sotto i primi raggi tiepidi di sole. Potrei mira-

re stupita i fiori tinteggiati di colori stupendi, tappeti di foglie multicolore e sentirei profumi freschi del mu-

schio, della terra e dei funghi. Udirei i canti melodiosi degli uccelli e potrei osservare gli altri abitanti del

bosco fare scorte di cibo per l'inverno e lottare per la sopravvivenza. Un piccolo mondo magico, dove ci

sono poche regole ma dove regna la pace, l'amicizia, la fratellanza e il rispetto tra le diverse specie. Mi pia-

cerebbe tanto vivere con la mia grande famiglia su un albero di quercia maestoso, con molti rami, foglie e

frutti, nel mezzo del bosco incantato, circondato da altri alberi dove vivono altre famiglie felici e serene.

Trascorrerei le mie giornate in compagnia dedicandomi ai giochi, alle corse a perdifiato, ai voli spericolati

sui rami degli alberi e a cercare bacche e frutta secca con cui nutrirmi. Mi divertirei un mondo a fare dispet-

ti ai ragni, alle lucertole e ai piccoli animaletti... ne combinerei delle belle: sarei sempre in cerca di nuove

avventure e nuovi posti da scoprire.

Darei anche una sbirciatina al mondo umano; visiterei gli orti vicini; mi intrufolerei nelle case dei contadi-

ni, nelle loro ricche dispense, magari per scoprire le loro abitudini e per giocare un po o solo per assaporare

nuove e insolite delizie. Sarei una scoiattolina un po’ birichina, ma felice di vivere all'aria aperta sempre e

costantemente immersa nella natura meravigliosa coinvolta in una vera vita comunitaria con tanti amici

simpatici con cui crescere serena, felice e libera.

Chiara Messina

tissimi ed indimenticabili; le

foglie scricchiolanti sono a

terra, mentre molte altre ca-

dono con una bellezza ed ele-

ganza paragonabile soltanto

ad un gatto o anche ad una

farfalla dai mille colori, sì,

dai mille colori, proprio come

la suggestiva "macchia" os-

servata da lontano: ho avuto

l'occasione di osservare un

vero e proprio paradiso di

tranquillità e colori dei più

impensabili tipi. (Federico)Mi

è capitato di vedere il bosco,

ricordo che dagli alberi, con

un leggero venticello, le foglie

cadevano, formando un mor-

bido tappeto e quando le cal-

pestavo sentivo il loro

DETTAGLI D’AUTUNNO

"chiacchierio". (Alessandro

e Gabriele)

Mi è capitato di osservare il

bosco in autunno, ricorso

che le foglie cadute dagli

alberi avevano formato un

morbido cuscino e gli alberi

maestosi e altissimi mi

sembravano guardassero in

alto, aspettando con ansia

l'arrivo della stagione suc-

cessiva. Una leggera brezza

aveva fatto cadere anche

l'ultima foglia appesa a un

ramo: l'autunno era vera-

mente arrivato!! (Chiara)

Un bosco d'autunno: ricordo

un tappeto di foglie di mille

colori, mille castagne, ghian-

de e noci e uno scoiattolo che

sembrava un morbido cuscino

da accarezzare. (Gioele)

Nel bosco ci sono tanti alberi

tristi e tanti cespugli; per ter-

ra vedo un morbido tappeto,

ma la cosa che mi stupisce di

più sono le foglie perché sono

tutte sparpagliate di mille

colori, sembra un paesaggio

fantastico! (Rayane)

Ho avuto modo più volte di

osservare il bosco in questa

stagione e i ricordi sono mol-

Se io fossi...

Se io fossi un lupo potrei vedere in modo diverso. Mi piacereb-

be essere un lupo di color bianco ,con sfumature nere .Vivrei in

un branco vicino alle montagne , così di notte potrei ululare alla

luna . Starei vicino sia a delle querce , perché di solito lì vivono

molte specie volatili, sia vicino ad uno stagno per ammirare il

mio sguardo di giorno in giorno. Diventerei amico di un gat-

to,di una volpe,di altri lupi come me per condividere la mia vita

con degli amici che mi sopportino nel momento del bisogno.

Scenderei dalla montagna alla città per giocare con dei bambini

e fare acrobazie con la palla per farli divertire. Scaverei una

grotta per trovare minerali ed oro. Ma la cosa che mi piacerebbe

di più fare , è ululare alla luna ,per far rispecchiare il mio carat-

tere e per far vedere il mio aspetto con occhi diversi. Ecco per-

ché mi piacerebbe essere un LUPO !!!

Mattia VB

Pagina 4

Ho osservato il bosco in autunno molte

volte; mi ricordo di quel vento leggero

che faceva cadere le foglie in procinto

sull'orlo di un ramo, con le foglie che

formavano quasi un arcobaleno che non

finiva mai! Si sentiva il mormorio delle

foglie "chiacchierine" che sembrava par-

lassero tra loro, le bacche erano rossa-

stre e i rami scheletriti facevano un po'

paura!! (Federica)

In autunno le foglie cadevano delicata-

mente e formavano un tappeto di mille

colori; alberi spogli sembravano che

chiedessero aiuto e castagne che cade-

vano una ad una. (Paolo)

Ricordo un lungo, morbido, colorato tap-

peto di foglie, alberi che sembravano dei

piccoli scheletri intrecciati tra loro che

cercavano di proteggere le loro amiche

"chiacchierine", le foglie. (Aurora)

Ho osservato il bosco quando sono andata in gita.

Ho osservato che il tronco degli alberi diventa più

scuro rispetto a quando è primavera e che le foglie

cadono silenziose sull'erba, di colore verde cupo.

Sul suolo ho avuto modo di vedere frutti accesi che

cadono dai cespugli: hanno sfumature verdi tenere

e gli animali hanno il colore del bosco, come se

"succhiassero" queste sfumature dalla natura.

(Valeria)

Il bosco mi ha colpito molto; le foglie erano all'orlo

della loro fine; mentre cadevano, venivano cullate

dal vento che assomigliava ad una madre che culla

il suo piccolo. mentre camminavo sotto ai miei pie-

di sentivo lo scricchiolio delle foglie. Gli alberi era-

no scheletrici senza una foglia, qua e là c'erano al-

beri di noci e di castagne. Gli animali mangiavano

i tipici frutti del bosco: castagne, noci, nocciole, e si

preparavano al letargo. (Giulia)

Mentre osservavo il bosco in autunno mi ricordo

che l'ambiente era stupendo; c'era un lieve venti-

cello che faceva danzare foglie di mille colori. Il

suolo era rivestito da un mantello di foglie scric-

chiolanti e qua e là c'era qualche castagna. Mentre

mi giravo attorno vedevo alberi scheletrici e alberi

di noci che alzavano i rami al cielo. (Gaia)

Qualche giorno fa ho osservato il lungo

sentiero che porta all'asilo con tutte fo-

glie colorate a terra e sopra la mia testa

gli alberi quasi spogli, con poche foglie

verdi ancora sui rami. (Luis)

Ho osservato alberi dai mille colori, con

tantissime sfumature e uno scoiattolino

che assomiglia ad un dolce gattino ad

accarezzare. Quei ricordi saranno custo-

diti nella mia mente finché vivrò.

(Davide)

Sì, ho avuto modo di osservare l'autunno; ricordo

che le foglie cadevano spensierate formando un

tappeto morbido, mentre gli alberi sembravano

scheletri disperati che fluttuavano nella nebbia.

(Mattia)

Le foglie cadute formavano un tappeto di colori

bellissimi, gli alberi sembravano dei lampioni con

quella miriade di foglie tutte colorate, ma sfumate

dal chiaro allo scuro. (Lorenzo)

Era una giornata di fine novembre quando mio pa-

dre mi portò in un bosco. Grazie a questa gita ho

potuto notare la bellezza dell'autunno; alberi spogli

e le foglie cadute a terra formavano un tappeto di

mille colori come il giallo, il rosso, l'arancione e il

marrone. Tutta la natura era sfumata! (Alessio

Immagini

D’autunno

Pagina 5

Un pomeriggio d’ autunno

Domenica sono andata, con la mia famiglia, a fare una pas-

seggiata al santuario di Fonte Colombo.

Dietro al santuario di San Francesco, c’è un scalinata che

porta a un boschetto.

Scesi giù dalle scale, siamo arrivati in una strada sterrata in

mezzo a tanti alberi.

Ero rimasta a bocca aperta, così ho esclamato: - Che meravi-

glia!-.

Era come entrare in un mondo fantastico dove animali e

piante vivono in armonia.

Ogni passo che facevamo si sentiva lo scricchiolio delle foglie

chiacchierine.

Gli alberi sembravano grattacieli colorati, che ad ogni soffio

di vento leggero, perdevano una foglia.

Ma, ad un certo punto abbiamo sentito un rumore venire da

dietro un cespuglio di bacche rosse papavero, era un uccelli-

no, che vedendoci è scappato via.

Andando avanti siamo arrivati alla fonte delle colombe: una

grande fontana dove San Francesco aveva visto tante colom-

be che bevevano dalla sorgente.

Lungo la strada c’erano dei ricci di castagne e io e mio fratel-

lo li abbiamo raccolti per sentire come erano fatti e poi abbia-

mo fatto la gara a chi li lanciava più lontani.

Dopo un’ora di cammino ormai stanchi, con le gambe a pezzi,

siamo tornati al piazzale del Santuario.

Abbiamo visitato il chiostro con un piccolo pozzo al centro e

la piccola chiesa.

Dopo aver fatto qualche foto, siamo tornati a casa.

Federica Nobili VB

Due suggestive immagini del

Santuario di Fonte Colombo

RIETI

Bambina con valigia

Valeria Tcaciu VB

Pagina 6

Testo e disegno di Giulia Sciamanna

Conosco un posto fantastico e immagino …

A volte mi reco nella mansarda dei miei nonni, tutto intorno è

il caos, tavole da parquet, attrezzi, addobbi di ogni tipo. Se

non pive apro la scala a “libro”, salgo e mi affaccio dal lucer-

naio. Quando, con un piccolo binocolo, guardo aerei e stelle,

che immagino ufo e esco con la fantasia da quell’ambiente ed

entro in uno tutto mio! Immagino di essere in una base

“ufologa”; poi vado al computer che controlla le “telecamere

impiantate dentro e fuori casa e, da lì, immagino che le luci

emanate dalla piscina siano accese da una “grande navetta”

atterrata nel campo lì davanti. È che i lampioni del condomi-

nio, dalla telecamera sfocati, immagino che siano una banda

di pirati fantasma, che abbiano eluso le difese della “base”.

Infine immagino che una squadriglia di caccia della NATO li

respinga.

Adoro volare con la fantasia ed oltre a divertirmi credo che

mi aiuti a rendere la giornata più divertente, anche se poi de-

vo tornare alla realtà.

Federico Prolessi VB

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A pochi giorni dalla Giornata mondiale dell’infanzia e dell’adolescenza, dopo aver partecipa-

to, con il “baby-consiglio” dell’Istituto comprensivo, alla speciale seduta in Municipio nella

quale il Consiglio comunale ha approvato i nuovi regolamenti cittadini relativi ad alcuni aspetti

tra cui il diritto al gioco e la gestione delle mense, la scuola di Villa Reatina ha voluto celebrare

tale ricorrenza, con una manifestazione propria, dal titolo: “la parola ai bambini”. Nella pale-

stra del plesso scolastico, si sono radunati, assieme ai ragazzi componenti il baby-consiglio,

tutti gli alunni della scuola primaria con gli insegnanti, la dirigente scolastica Paola Testa, il

presidente del consiglio d’istituto. Sono intervenute anche la presidente del comitato provin-

ciale Unicef Mirella Lizzi e l’assessore comunale alle Politiche sociali Stefania Mariantoni.

In questa occasione, i bambini hanno voluto riflettere, con il loro linguaggio, sull’importanza

dei diritti dei minori, attraverso canti e poesie, allestendo poi una mostra con tutti i lavori rea-

lizzati a scuola su tale tematica.

Pagina 12

MATTEO

Buongiorno a tutti e benvenuti. La giornata di

oggi è la prima tappa di un percorso “sui diritti

dell’infanzia e dell’adolescenza,che ci ha impe-

gnato e continuerà ad impegnarci nel corso

dell’anno. In particolare noi ragazzi del Baby

Consiglio, il 20 novembre, nella giornata interna-

zionale dedicata ai bambini, siamo stati invitati a

partecipare ad un Consiglio comunale straordina-

rio, per l’approvazione di due importanti provve-

dimenti : Gioco in città e Commissione mensa

scolastica. Un’esperienza unica per noi, che ab-

biamo vissuto con impegno, responsabilità ed

emozione. Ora Vaccarella Federica Baby assesso-

re alla sport vi illustrerà brevemente il primo

regolamento approvato proprio il 20 novembre

scorso.

MATTEO

Oggi tutti noi alunni di questa scuola, a

modo nostro, abbiamo voluto ricordare con

canti e poesie, che ogni bambino ha dei

diritti inviolabili e fondamentali, ricono-

sciuti dalla Convenzione internazionale,

tutti però dobbiamo impegnarci ogni gior-

no perché c’è ancora tanto da fare. Non

dobbiamo mai smettere di pensare anche a

tutti quei bambini che sono “meno fortuna-

ti” di noi, che vedono i loro diritti violati

ogni giorno. Se osservate bene, potrete

leggere anche le nostre riflessioni, le fila-

strocche, i disegni, che ognuno di noi è

riuscito ad elaborare con impegno e sensi-

bilità. Ringraziamo tutti per l’attenzione e

la partecipazione.

Vorrei invitare il sindaco della nostra città

e la Presidente provinciale dell’Unicef

professoressa Lizzi a condividere con noi

questo momento.

FEDERICA

Con l’approvazione del primo regolamento

” gioco in città” il Comune di Rieti si è

impegnato a rendere Rieti, una città più “a

misura di Bambino”, vivibile in tutti gli

spazi pubblici e condominiali . Così , il

gioco è più conforme all’art. 31, noi ragazzi

e bambini ci sentiamo protetti , liberi di

correre, socializzare e vivere la nostra crea-

tività. E’ tutto perfetto, ma abbiamo presen-

tato anche le nostre proposte per rendere

ancora migliore la vita in ogni angolo della

nostra città:

- più aree verdi;

- parchi più controllati e puliti;

- recuperare le vie e le piazze attraverso il

gioco e l’animazione di strada, con la colla-

borazione di gruppi di associazioni di vo-

lontariato;

-individuare una piazza che, liberata da

auto e motori, il sabato pomeriggio o la

domenica, venga utilizzata per giochi, feste

e incontri, coinvolgendo una alla volta tutte

le piazze della città;

- sistemare nei vari quartieri cassette postali

dove noi potremmo inviare proposte, segna-

lazioni, critiche o apprezzamenti, in relazio-

ne alla vita dei nostri quartieri;

- creare centri ricreativi dove ci sono edifici

abbandonati, In alcuni quartieri della nostra

città , con l’ausilio di associazioni di volon-

tariato, per permettere a noi giovani di stare

insieme e svolgere attività ricreative.

La città diventa così luogo dove tutti pos-

sono esprimersi senza alcuna discriminazio-

ne.

La garanzia e la promozione dei nostri

dsingoli cittadini.

Con il canto che state per ascoltare i nostri

compagni delle classi quarte e quinte, vo-

gliono ricordare e sottolineare che i nostri

diritti sono inviolabili, ma non dobbiamo

dimenticare che nel mondo ci sono ancora

oggi bambini e bambine ai quali sono nega-

ti anche i diritti fondamentali: quello alla

vita, alla salute, alla famiglia. C’è quindi

ancora molto da fare iritti è possibile solo e soltanto se realizzate

con la condivisione di tutti: bambini, fami-

glia, scuola, enti locali, associazioni e

ALESSANDRA

Avere una famiglia, una mano che guida e inco-

raggia, un posto tranquillo dove vivere, giocare,

imparare… questo è “DIRITTO DI OGNI BAM-

BINO” in qualsiasi parte del mondo. Le parole

della poesia che state per ascoltare, recitata dai

bambini delle classi Quinte, vengono dalla penna

di una grande persona, Madre Teresa di Calcutta,

esempio e modello di umiltà e di coraggio…per

tutti noi..ascoltiamola con attenzione.

ALESSANDRA

Avete mai pensato da dove vengono i

palloni e le bambole con cui giocate? E le

scarpe nuove e belle con le luci colorate?

Se ascoltate con attenzione, i nostri com-

pagni delle classi terze ve lo diranno.

AURORA

Ogni bambino e bambina di questa terra ha il

diritto di vivere in un mondo sicuro e tranquillo,

un mondo dove non ci sia violenza e guerra.. un

mondo dove regni la PACE.. la pace è sempre in

ognuno di noi.. tutti devono impegnarsi affinché

non resti solo una grande speranza ma diventi

realtà. I bambini delle classi seconde cercheranno

di ricordarlo a tutti noi, con le loro voci.

AURORA

Ora tutti insieme vi salutiamo con le note di un canto

simbolo non solo di gioia ma anche di unità . Grazie

per averci ascoltato e per aver dato oggi “la parola

ai bambini”.

26 NOVEMBRE

MANIFESTAZIONE

UNICEF

Pagina 13

I diritti dei bambini, a scuola una mostra di lavori

Come in milioni di altre scuole sparse nei 193 Paesi aderenti alla Convenzione Internazionale sui Diritti

dell’Infanzia e dell’Adolescenza - lo strumento normativo internazionale più importante e completo in

materia di promozione e tutela dei diritti dell'infanzia- anche l’Istituto Comprensivo di Villa Reatina ha

offerto momenti di riflessione, lasciando aperto il cancello per tutta la giornata a famiglie e cittadini.

L’invito degli insegnanti è stato

quello di visitare una piccola

esposizione di lavori e cartelloni

realizzati dai ragazzi durante le

lezioni dedicate alla conoscenza

degli irrinunciabili diritti elen-

cati nella “Carta”, approvata

dall'Assemblea Generale delle

Nazioni Unite il 20 novembre

del 1989 a New York, ed entra-

ta in vigore il 2 settembre 1990

(in Italia il 27 maggio 1991 con

la legge n. 176).

La Convenzione tutela, fra molti altri, il diritto alla vita (art. 6), il diritto alla salute e alla possibilità di beneficiare del servizio sanita-

rio (art. 24), il diritto ad esprimere la propria opinione (art. 12) e ad

essere informati (art. 13).

I bambini hanno diritto al nome, tramite la registrazione all'anagrafe subito dopo la nascita, nonché alla nazionalità (art.7), hanno il dirit-

to di avere un'istruzione (art. 28 e 29), di giocare (art. 31) e di esse-

re tutelati da tutte le forme di sfruttamento e di abuso (art.34.)

A scuola l’ingresso è stato indicato dal logo dell’UNICEF.

Pagina 14

Pagina 15

ANCORA UNO SCORCIO DEI NOSTRI LAVORI

Diritto al gioco classe IB Diritto ad avere una famiglia IB I nostri diritti

I B

Pagina 16

Sabato 6 e Domenica 7 si è aperto il 1° Fe-

stival della Coralità Scolastica e Parroc-

chiale Ispirato alle Canzoni della Natività

e Natalizie, sotto la Direzione Artistica di

Francesco Rinaldi che ha visto la parteci-

pazione di 700 coristi esaminati da una

Giuria composta dai Docenti del Liceo Mu-

sicale di Rieti, Elena Trippitelli, Ruggero

Russi e dalla Cantante Lirica Silvia Co-

stanzi.Hanno partecipato anche le classi

2^A, 2^B, 3^A e 3^B accompagnate dalle

loro insegnanti

Pagina 17

Pagina 18

E' Natale ogni volta che sorridi ad un fratello e gli tendi la

mano. E' Natale ogni volta che rimani in silenzio per ascol-

tare l'altro. E' Natale ogni volta che riconosci con umiltà i

tuoi limiti e la tua debolezza.

Il mio più bel regalo di Natale sarà vedere il sorriso sul tuo volto da bambina e

i tuoi occhi splendere davanti all'albero che ho addobbato per te!

E’il periodo natalizio e quest'anno abbiamo realizzato un

albero diverso ed originale,fatto con le bottiglie di plastica

riciclate! Nella foto, albero di Natale

Pagina 19

INFANZIA CAMPOLONIANO. INFANZIA VILLA REATINA,

PRIMARIA VILLA REATINA 20 DICEMBRE 2014 ORE 11.00

Questo nostro primo saggio di Nata-

le si è potuto realizzare grazie alla

collaborazione e alla buona volontà

di tantissime persone. Il Concerto è

il punto d’incontro di tanti alunni

che oggi suonano e cantano insieme,

tutto questo grazie ad un progetto di

alfabetizzazione musicale che la no-

stra scuola porta avanti da tanto

tempo, pensato per poter creare già a

partire dai primi anni della scuola

dell’infanzia, un filo conduttore che

ci unisca, un percorso coinvolgente di

crescita alla scoperta dei suoni e de-

gli strumenti Musicali, da

quest’anno arricchito dall’apertura

del corso ad indirizzo musicale.

Infanzia Campoloniano e Villa Reatina

Classi prime, seconde e terze di Villa Reatina

NATALE 2014 SECONDARIA DI PRIMO GRADO

20 dicembre ore auditorium Varrone

Ore 16.00 ore 18.00

h 16.00 Auditorium Varrone

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LA SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO

PRESENTA

Il Gioco degli Scacchi:

Stimolo per la Formazione Intellettuale

“Gli Scacchi sono il gioco intellettuale per eccellenza. Senza far uso di strumenti casuali (come i dadi o la roulette), che inquinerebbero la contesa, due intelletti vengono contrapposti in una situazione così

complessa che nessuno dei due può sperare di comprenderla completamente. Tuttavia, il gioco è suffi-

cientemente analizzabile, di modo che ciascuno può sperare di sconfiggere l’altro. Il gioco è tanto pro-

fondo e sofisticato che ha permesso la nascita di giocatori professionisti ed ha sopportato senza esaurirsi, oltre 200 anni di partite e di studi analitici intensivi. Tali caratteristiche rendono gli scacchi un’arena pri-

vilegiata per i tentativi di meccanizzazione. Se si potesse sviluppare un giocatore artificiale vincente, si

potrebbe affermare di aver penetrato il nucleo dell’attività intellettuale umana.”

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Scrittura creativa La scrittura creativa è ogni genere di scrittura che vada al di là della normale scrittura professiona-

le, giornalistica, accademica e tecnica. La scrittura creativa include romanzi, racconti e poemi. Nata in

molti paesi come manifestazione spontanea di giovani scrittori, è diventata un fenomeno di costume,

anche con buoni risultati editoriali e con il fiorire di scuole di Scrittura creativa. Anche la scrittura per

il cinema e il teatro rientra nella scrittura creativa, ma viene generalmente insegnata in corsi a parte.

La rondine che si vantava tanto

Una mattina una rondine ed una cornacchia si incon-

trarono al lago per bere un po’ d’acqua fresca.

La rondine voleva bere per prima, ma anche la cornac-

chia era molto assetata.

Iniziarono a litigare e allora la rondine disse: “ La più

bella fra di noi potrà bere per prima quando vorrà!”.

La cornacchia sapeva che avrebbe perso la sfida per-

ché la rondine era molto bella e se ne vantava: “ Vin-

cerò io! Guarda che belle le mie piume bianche e ne-

re!”.

Il giorno prima della gara la rondine stava passeggian-

do in un campo fiorito, quando, dietro di lei, si presen-

tò un cane molto grande che la inseguì.

La rondine prese subito il volo, ma il cane, mordendola

sulla coda, le staccò qualche piuma. Adesso era davve-

ro brutta!

Passò tutto il resto della giornata a trovare un modo

per farsi più bella e vincere la gara.

Alla fine trovò un barattolo di vernice azzurra, come il

cielo, e se la rovesciò sopra. Adesso sì che era bella!

Quando si presentò alla gara, tutti la votarono. Sfortu-

natamente cominciò a piovere e lei tornò brutta e con

le piume tutte stropicciate.

Nessuno la volle più come amica e imparò una grande

lezione: bisogna accettarsi per come si è ed essere se

La rana e la mosca

In un giorno d’estate, una rana stava sal-

tando fra una linfa e un’altra, in cerca di

qualche insettino da potersi pappare .

Poco tempo dopo incontrò una mosca che

svolazzava fra i fili verdi dell’erba , cosi,

vedendola bella pasciuta , prese

l’iniziativa di inoltrarsi fra i fili d’erba del

prato

e afferrarla con la lingua, inghiottendo-

la .

Ma proprio mentre stava allungando la

lingua , un ragno le saltò addosso,

bloccandola .

La mosca , essendo assistita alla scena ,

inizio a ronzare nell’orecchio del ragno

liberando la rana.

Quest’ultima allungo la lingua e mangiò

il ragno con l’aiuto della mosca .

Subito dopo quest’ultima le disse:

“ alcune volte puoi ricevere aiuto anche

da un esserino piccolo e insignificante

come me “.

Sofia Angelucci 1° B

Pagina 27

VORRESTI A VOLTE NON AVERE AMICI,

PERCHE’…

L’amicizia , è un valore molto importante nella

mia vita, infatti non riesco ad immaginare quale

immenso piatto deserto possa essere l'esistenza

di un ragazzo della mia età senza amici. Molto

spesso siamo portati a definire “ amici” tutte

quelle persone con le quali abbiamo dei rapporti

frequenti, con cui scambiamo quattro chiacchie-

re, e non ci rendiamo conto che in realtà la mag-

gior parte di costoro sono dei semplici conoscen-

ti. L’amico è ben altro, è colui il quale possiamo

sempre e comunque essere noi stessi, senza fin-

zione, senza interesse, che conosce tutti i nostri

pregi ma anche i nostri difetti e nonostante ciò

non ci chiede di cambiare; una persona, alla

quale sentiamo di poter confidare i nostri pen-

sieri, i segreti più intimi senza timore di essere

giudicati. L’amicizia per me è la chiave della

vita, la quale ci porta alla strada dell’amore e

nella quale impariamo ad amare noi stesse e gli

altri. A volte mi è capitato di desiderare di non

avere amici, specie quando vedo che c’è un inte-

resse non sincero verso i miei confronti, quasi

ad usarmi e questo mi infastidisce, perché mi fa

capire che la persona che si spaccia “ amica “

non è sincera. Lo noto anche fra i miei compagni

di classe, alcuni sono veri amici , altri invece si

spacciano solo per avere i compiti, per poterli

copiare, e siccome che io non sono cattivo, sono

molto generoso, cerco sempre di aiutare e li la-

scio stare. Anche se capisco che il loro non è un

comportamento serio e sincero verso di me, è

solo un modo per potermi usare perché gli faccio

comodo, ed è in queste situazioni che non vorrei

avere questi amici. Chiudo questo mio lavoro

con una poesia all’amicizia, quella vera, che ho

scritto in un momento particolare della mia vi-

ta.

GLI AMICI SONO ANGELI SILENZIOSI CHE

CI AIUTANO A RIMETTERCI IN PIEDI

QUANDO LE NOSTRE ALI NON SANNO PIU’

COME FARE A VOLARE.

La volpe e la tigre

C’ era una volta una volpe dal pelo rosso.

Un giorno,mentre passeggiava tra i bo-

schi ,incontrò una tigre. La tigre era gelosa

del folto manto della volpe e voleva rovinar-

glielo. Così, saltando nel fango la ricoprì di

schizzi. La volpe le disse: “Non ti rendi conto

del tuo comportamento? Anche tu hai un

bellissimo pelo e sporcarlo a qualcun’ altro

non serve.” La tigre capì di aver sbagliato, si

scusò e lasciò in pace la povera volpe. Ap-

prese che la gelosia non è mai d’ aiuto e che

bisogna essere felici di quel che si ha.

Pagina 28

Guardandomi attorno …

Il Sud dell’Italia ha sempre avuto delle problematiche

che risalgono a tempi lontani.

Sostanzialmente le motivazioni sono due: geografiche e storiche. Il primo è legato alla lontananza dal cuore indu-

striale e finanziario d’Europa, concentrato più o meno

nella Rurh tedesca che ovviamente è più vicina al Nord Italia.

A questo si aggiunge la scarsità delle infrastrutture: i

servizi sono insufficienti e mal gestiti. Basti pensare agli ospedali, con i casi di malasanità, o al degrado ambienta-

le, con la costruzione selvaggia, che rovina i paesaggi o

alla carenza di discariche con la conseguente “invasione”

di rifiuti in città come Napoli. A questo si aggiunge l’emigrazione di tanti giovani qua-

lificati che, non trovando un lavoro adeguato alla loro

preparazione, vanno in altre città, per lo più al Nord se non addirittura in altri Stati. È soprattutto però

l’infiltrazione della malavita organizzata nella vita eco-

nomica e politica che ha rappresentato, e rappresenta tuttora, il principale freno alla crescita economica del

Meridione; infatti le estorsioni di denaro, le minacce e

gli appalti truccati hanno rallentato e sfavorito la crescita

economica. Proprio un dossier del Censis ha messo in evidenza che,

senza la criminalità organizzata, l’economia meridionale

potrebbe raggiungere quella del Nord Italia in un paio di decenni. Forse il problema del Mezzogiorno non è legato

solo alla mancanza di risorse, quanto piuttosto agli inve-

stimenti sbagliati; lo Stato difatti si è sempre preoccupa-

to di dare grosse somme di denaro, senza però prendere in considerazione le reali necessità e le reali potenzialità

di quelle aree.

Secondo me, si dovrebbero potenziare le infrastrutture sociali, attraverso un rilancio del settore terziario, in par-

ticolare quello turistico.

L’Italia Meridionale, appunto, è ricca di storia e di bel-lezze naturali. Perché non valorizzare il patrimonio arti-

stico, incrementando il turismo in città d’arte come Na-

poli, Palermo, Matera … o rilanciare il turismo balnea-

re? Le spiagge e il mare del Sud non hanno nulla da invidia-

re alle coste del Nord, anzi …

Questo permetterebbe la nascita di strutture che impie-gherebbero molte persone, forse così si eliminerebbe

anche il lavoro nero, che è tanto radicato nel Mezzogior-

no e la micro criminalità che inghiotte molti giovani, in quanto si aprirebbero nuovi settori lavorativi per tutti,

giovani e meno giovani …

SSIG, classe III B: Giulia Reginaldi

UNO SGUARDO

AL SUD Nel suo diario, Anna Frank affermava: “Chi è

felice farà felice pure gli altri, chi ha coraggio e

fiducia non sarà mai sopraffatto dalla sventura”.

Riflettendo su questa affermazione, mi rendo conto quanto sia profonda, soprattutto conside-

rando il momento e la condizione che stava vi-

vendo. È proprio vero che “chi è felice farà felice pure

gli altri”. Vedere infatti un sorriso sulla bocca

di un amico o di una persona cara, influenza il nostro stato d’animo e ci fa iniziare bene la

giornata. A me capita, ad esempio, la mattina

quando mia madre mi viene a svegliare.

Lei è sempre sorridente e allegra quando entra nella mia camera, mi chiama con dolcezza, mi

dà un bacio, apre le persiane e così io, anche se

assonnata, non posso non alzarmi con il buonu-more. E anche durante la giornata avere accanto

persone felici è rassicurante e ci fa sentire me-

glio! Donare un sorriso non costa niente, ma fa felice

chi lo riceve. Quindi penso proprio che, come

credeva Anna Frank, la felicità possa essere

contagiosa, con la nostra allegria possiamo aiu-tare chi ci sta vicino.

Non sono molto d’accordo, invece, con la se-

conda parte della sua affermazione “chi ha co-raggio e fiducia non sarà mai sopraffatto dalla

sventura”.

La sua stessa vita, infatti, mi ha dimostrato che

questo non è vero. Lei era ottimista, era corag-giosa e aveva fiducia che prima o poi sarebbe

potuta uscire dal suo nascondiglio e avrebbe

potuto condurre una vita normale e invece … la sventura l’ha sopraffatta. In che modo? Portan-

dola nei campi di concentramento, patendo il

freddo, la fame, le privazioni, la separazione dai suoi cari e, infine, trovando la morte.

Lei era una ragazza davvero coraggiosa che

aveva affrontato in modo positivo la sua “nuova

vita” nel nascondiglio, accettando con forza un tipo di vita di molto inferiore a quella che aveva

condotto fino a quel momento, ma il destino

non ha avuto pietà e la sventura ha avuto la me-glio …

Sarà sempre così, o è stato solo un caso? Non

so, non ho abbastanza esperienza per rispondere con certezza a questa domanda. Per il momento

il mio atteggiamento nei confronti della vita è

positivo, pieno di fiducia e di ottimismo.

SSIG, classe III B: Giulia Reginaldi

Pagina 29

Prova di creatività: partendo dalla stessa situazione iniziale … tanti racconti diversi!

Loredana detta La Molesta navigava in internet e sgranocchiava, chattava con gli amici e si ingozzava di pata-

tine fritte, senza un pensiero al mondo.

- Che schifo. Sei veramente disgustosa - disse una voce. Molesta alzò la testa dallo schermo. Chi aveva parlato? Era sola nella sua stanza. Si leccò le dita guardandosi

intorno, perplessa.

- BLEAH!!! Non osare toccarmi adesso! Tieni la tua saliva lontana dal MIO schermo! Molesta fissò di nuovo lo smartphone, che stava vibrando tutto. Era apparsa una specie di faccia schiacciata

contro il vetro, dall'interno.

- Ma... sei un video? Come fai a vedermi? Sei su Whatsapp? - chiese lei. - Macché Whatsapp! Sono l'upgrade del software e ho tre desideri inclusi - rispose la faccia. - Ma non so se te

li meriti. Quelle dita unte... insomma, questo è un TOUCH, potresti anche evitare!

- Quindi sei una specie di genio del telefonino? - chiese ancora Molesta, interessata.

- Mi piace che mi chiami genio - rispose il telefonino, vibrando d'orgoglio - Ho anche una fantastica App per imparare l'inglese. Oppure i tre desideri. Cosa scegli?

- Di sicuro i tre desideri! - esclamò Molesta, già pensando a cosa poteva ordinare.

- Te lo dico da amico: i tre desideri vanno sempre a finire male. Invece con l'inglese ti garantisci un futuro. Sei sicura della tua scelta? - sondò il genio con un sospiro.

- Sicurissima! Voglio esprimere tre desideri, subito!

- Come vuoi. Sappi però che non posso far apparire oggetti, tipo una friggitrice nuova, e non posso resuscitare i morti. Ora vai a lavarti le mani. E sgrassami lo schermo, per favore …

… continua …

Molesta, dopo aver scelto tra i tre desideri e l’app per imparare l'inglese si mise a pensare quali potessero esse-

re i tre desideri: pensò e ripensò tutta la notte, ma non trovò nessun altra cosa, che non fosse ad esempio una friggitrice nuova, oppure uno smartphone nuovo.

Il giorno dopo, prima d’andare a scuola, chiese al telefono:

- Posso esprimere il desiderio di avere una macchina del tempo, una matita magica e un cappello da mago? Il telefono le rispose:

- No, ti avevo detto che non potevi desiderare gli oggetti!

- Ebbene, preferisci che ti schiacci con il mio sederone?!?

- No no, va bene, esaudirò i tuoi desideri ... Detto questo, dopo un paio di secondi Loredana ebbe i tre oggetti richiesti. Subito provò la macchina del tem-

po, che la portò a quando aveva nove anni, la volta in cui ebbe la prima lite con i suoi genitori; cercò di non

commettere gli stessi errori, ma purtroppo presa dall’impulso, peggiorò la situazione. Allora rinunciò alla macchina del tempo e passò alla matita magica. Cercò di migliorare in ambito scolastico,

e si fece fare i compiti dalla matita, ma il giorno dopo venne interrogata e prese 3 e 1/2 e quindi rinunciò an-

che a quel desiderio. Passò allora al cappello magico. Si accorse però subito che c’era un problema: non poteva scegliere cosa e-

strarre; poteva solo sperare che da quel cappello uscisse il lettore CD, uno smartphone della Apple o la nuo-

vissima felpa della Carlsberg, cose da lei tanto desiderate.

Ciò non accadde, perché dal cappello, estrasse un sasso, una caramella alla susina a cui era pure allergica e solo una misera cover per un tipo di cellulare che tra l’altro non aveva.

Loredana capì che i desideri non le erano serviti a niente e quindi decise di seguire una dieta per diventare più

magra, basata su una colazione fatta di cose dietetiche come i cereali oppure una mela. Si accorse che sulla scatola dei cereali c’era scritto di un certo concorso in Inghilterra a cui potevano partecipare solo le persone

che sapevano parlare benissimo l’inglese.

Allora riaccese lo smartphone e supplicò il genio di imparare l’inglese scaricando la giusta app; all’inizio il genio le disse di no, ma lei lo minacciò di nuovo di schiacciarlo con il suo sederone!

Alla fine fu costretto ad accettare e quindi Loredana cominciò ad imparare l’inglese; dopo una settimana già

sembrava una madrelingua!!!

Arrivò finalmente il giorno del concorso e si recò in aereo a Londra; il concorso. Passò tutti gli esami e vinse un lavoro da hostess nella compagnia di aerei più famosa la mondo. Così diventò famosa, e non solo, sposò un

americano che aveva incontrato in un aereo, ma ebbe anche tanti figli e cani, una villa fantastica e grandissi-

ma, e, in poche parole realizzò tutti i suoi sogni! SSIG, classe II A: Ludovica Campanelli, Federica Curti, Fabio Di Gabriele

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Loredana, detta la Molesta, tornò dal bagno, dopo essersi lavata le mani unte delle patatine fritte. Si sedette come sempre nella sua amata sedia, e si mise a chattare su Ask con i suoi amici con il suo nuovis-

simo IPhone 6.

Il bellissimo smartphone, sfortunatamente per lei, si bloccò per l’uso eccessivo.

Loredana allora, molto arrabbiata per ciò che le era accaduto, prese il suo IPhone e lo lanciò via. Subito si pentì e desiderò avere a casa sua il suo idolo, Steve Jobs, per aggiustarle il cellulare.

Dopo una mezz’ora circa si vede un fascio di luce blu provenire dalla porta della sua cameretta buia, illumi-

nata solo dal computer. Loredana incuriosita si voltò verso la porta e vide un’ombra di una persona che camminava. Era Steve Jobs!

Per la prima volta in vita sua la ragazzina si commosse.

Preso un po’ di coraggio di gli disse: “Ciao, mi chiamo Loredana e mi piacciono molto gli IPhone, infatti ogni volta che esce un tuo cellulare nuovo lo cambio. Sono una tua fan!

Steve le disse: Hi, “I am happing because you are a my fan!”

Loredana gli rispose: “Oggi il mio IPhone ha smesso di funzionare. Lei sarebbe così gentile da capire quale

sia il problema?” Jobs rispose: “Yes I can!” Steve prese il telefono di Loredana e si mise al lavoro, ma di nascosto installò un

nuovo programma, un nuovo programma malvagio …

Ci mise poco a sistemare il nuovo cellulare di Molesta. Egli le disse: “Questo è il nuovo sistema Apple, creato solo per te, ti presento Icoc, un modello semplice, ma

stai tranquilla che non si bloccherà più!”

Mentre diceva quella frase, sistemò l’apparecchio tecnologico che lo faceva parlare in italiano. Steve restituì quindi il nuovo cellulare a Loredana.

La ragazza disse: “Grazie mille, solo una domanda …” alzò lo sguardo, però Jobs era sparito. Incuriosita

allora accese il nuovo telefono per vedere come funzionasse. La schermata era rossa e c’era una faccia ar-

rabbiata, ma non ci fece caso, solo dopo un po’ la notò. Allora gli chiese con aria sbalordita: “E tu chi sei?”

La faccina della schermata home rispose con aria gentile:

“Sono Icoc, il nuovo upgrade del tuo vecchio IPhone, volevi farmi qualche domanda?” Lei con occhi spalancati disse con una voce tremolante:

“Si, ehm…” mancavano solo due desideri da esprimere.

L’Icoc, magicamente, le lesse il pensiero, e le domandò: “Quali sono i tuoi ultimi due desideri?”

“Avere genitori più affettuosi e un cane” rispose la ragazzina. Il telefono ci pensò e poi esclamò ridendo: “Un desiderio alla volta!”

“Opterei allora per il cane.”

L’Icoc improvvisamente le disse: “Apri la porta della camera e guarda!!” La ragazza aprì la porta e trovò il cane tanto desiderato. Il cane era nero e bianco.

Molesta lo prese in braccio e lo chiamò Gas, ringraziò quindi Icoc per il dono.

All’improvviso il telefono però si arrabbiò e le disse: “Io sono un telefono malvagio e mi impadronirò di tutto ciò che hai!”

Loredana fece un urlo di paura.

I suoi oggetti si illuminarono e fluttuarono verso l’Icoc e sparavano raggi di tutti i colori.

Loredana corse per tutta la casa inseguita dagli oggetti finché non trovò un ostacolo: un muro. Arrabbiatissi-ma emise misteriosamente dal suo corpo un’onda d’urto rossa che distrusse gli oggetti e fece tornare il tele-

fono alla normalità.

Dal nulla comparvero un uomo, una donna e il cane; tornò pure Job, che si scusò con lei per l’accaduto. Le due misteriose persone le rilevarono di essere i suoi nuovi genitori e l’abbracciarono. Nel frattempo il

cane le fece le feste.

Fu così che da quel momento in poi che la ragazzina passò le sue giornate a parlare con i genitori, diventan-do una ragazza ubbidiente, gentile, generosa e non più “fissata” con il cellulare e il computer.

Proprio il contrario di come era prima!

SSIG, classe III A: Maria Rita Aguzzi, Christian Cavallari, Paolo Filippi, Giulia Salvati

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Loredana andò in bagno, si lavò le mani e si guardò allo specchio. Era una ragazza di corporatura robusta e bassa, aveva i capelli lunghi, lisci e con delle ciocche celesti.

Aveva deciso di esprimere i tre desideri, ed era molto convinta. Non aveva ascoltato minimamente il consi-

glio del suo telefono.

Disse ad alta voce: “Vorrei fare sport come tutte le altre ragazze, vorrei vedere più spesso i miei amici al di fuori della scuola e vorrei tanto andare d’accordo con i miei genitori!”

Il genio del telefono rispose: “I tuoi desideri si realizzeranno!”

Dopo qualche giorno Loredana la Molesta pensava che fosse tutta una truffa, ma si accorse che la madre era molto più socievole con lei, perché gli chiedeva sempre di andare a fare spesa con lei, cosa che prima non

era mai successa.

A scuola si metteva sempre d’accordo con i propri compagni per andare a fare delle passeggiate al parco. Ogni giorno andava a fare sport in una palestra a pochi isolati da casa sua, perché pensava che, facendo in

quel modo, avrebbe migliorato il suo aspetto fisico e con la scusa si fece degli amici anche lì.

Loredana si accorse che i desideri si stavano avverando, ben presto si iscrisse a un corso di nuoto.

Lì si fece molti amici, con cui spesso andava a giocare a pallavolo, divertendosi molto. Andando d’accordo con i genitori si sentì più libera, così parlava con serenità con loro e li aiutava a fare le

faccende domestiche.

Loredana non odiava più se stessa, si valorizzava e gli altri non la prendevano più in giro. Era dimagrita molto, e si era fatto un fidanzato, perché il suo comportamento era cambiato ed era diventata

meno sgarbata e più simpatica.

Era apprezzata dai suoi genitori e anche lei li apprezzava di più, perché le davano più attenzione. Studiava molto e prendeva bei voti e aveva una bella pagella e fu promossa con i massimi voti.

In palestra si fidanzò con un ragazzo del suo stesso corso di nuoto; si incontravano tutti i giorni sotto la

scuola, e i due, innamorati, andavano al parco a fare una passeggiata e parlavano della loro vita.

Trascorso del tempo, la Molesta pensò ai suoi cambiamenti: era diventata una ragazza diversa e soprattutto felice!!

Grazie al genio del telefono la sua vita era cambiata e i suoi desideri si erano avverati … disse allora ad alta

voce: “Grazie genio, per avermi dato una mano per migliorare la mia vita!” e il genio del telefono le rispo-se: “Sono contento di averti aiutato!” e il cellulare si spense per sempre.

SSIG, classe IIA: Alessandro Pacifici, Giacomo Paolocci, Francesca Santini, Veronica Sgavicchia

Pagina 32

Dopo che ebbe sgrassato lo schermo, iniziò a pensare ai tre desideri; ci pensò ci ripensò e infine li scelse:

voleva essere la più popolare della scuola, perché rimaneva spesso in disparte; voleva diventare bella, perché

le piaceva un ragazzo, ma lui diceva che è troppo grassa; voleva infine cambiare carattere, perché voleva avere un rapporto migliore con i suoi genitori.

Il giorno dopo allora si mise una minigonna e andò a scuola, ma subito iniziarono a prenderla in giro: le dice-

vano che era bassa, grassa e brutta e anche Alessandro, il ragazzo che le piaceva, la prendeva in giro, insieme ad Alexy, una sua rivale; così lei, per la vergogna, scappò piangendo e si nascose nel ripostiglio della scuola.

Lì prese il cellulare e cercò di contattare il genio dei tre desideri che le aveva parlato il giorno prima. Il ge-

nio, vedendo le chiamate di Molesta, si affacciò sullo schermo e la ragazzina, appena lo vide, fece un balzo

all’indietro e lo smartphone le cadde. Si accorse che era rotto e così si sentì triste e delusa. Uscita da scuola, decise allora di andare a comprare un nuovo telefono per richiamare il genio e comprò

l’IPhone 6; chiamò, ma vide che il genio non appariva, così decise di portare il vecchio telefono in riparazio-

ne. Dopo due giorni riprese il telefono e il genio finalmente apparve. Ne fu tanto felice, forse qualcosa sarebbe

finalmente cambiato! Il giorno dopo andò a scuola tutta speranzosa e, dato che a lei piaceva Alessandro e

non voleva che tutti la prendessero in giro, espresse il primo desiderio: diventare la più popolare della scuola; in modo da non essere più lasciata in disparte. Allora entrò nello stanzino del bidello e lì incontrò il genio

che si era trasformato in un umano; lo stanzino improvvisamente diventò una cabina armadio con tutti gli

abbigliamenti più alla moda! Appena uscì, tutte le ragazze, tra cui Alex, Giusy e Grachi, delle sue compagne,

si inginocchiarono a lei per tutte le cose brutte che le avevano detto e fatto e, subito, le chiesero di regalare loro qualcosa.

Molesta si accorse che tutti i ragazzi le correvano dietro, quindi decise di fare il primo passo Alessandro;

quello però, come la vide, si bloccò e poi corse via. Loredana tornò a casa di nuovo triste e espresse il secondo desiderio; pensava infatti di non piacere ad Ales-

sandro perché era una “cicciona”. Il giorno dopo, quando si svegliò, si accorse di essere diventata bellissima!

Corse subito a scuola e andò da Alessandro e, senza perdere tempo, gli chiese di fidanzarsi con lei! lui rispo-se subito di sì, ma, con il passare del tempo, la ragazzina si pentì sempre di più di essere così bella, perché

era diventata pure fanatica e vanitosa! Decise allora di chiamare il genio per esprimere il terzo desiderio, pe-

rò non si trattava di migliorare il suo rapporto con i genitori, voleva invece diventare di nuovo la persona che

prima, solo con un po’ di grasso in meno! Dopo due chiamate a vuoto, il genio le rispose e, con un po’ di lamenti, l’accontentò. Trascorsa una

mezz’oretta, lei si ritrovò un po’ più magra e pure più gentile con i suoi genitori.

Ne fu molto contenta e il giorno seguente, dopo aver ringraziato il genio, tornò a scuola dove si rifece delle amiche, finalmente vere!

SSIG, classe II A: Emanuele Flammini, Riccardo Graziani, natalia Marrelli, Shantal Marri

Pagina 33

Molesta dopo essersi lavata e le mani e aver sgrassato lo schermo ritornò nella sua cameretta e cominciò a

riflettere su cosa potesse chiedere al genio; girò per tutta casa, pensando e alla fine espresse il primo deside-

rio: “Essere più popolare a scuola”.

Il genio, prima di esaudirlo, le disse che alle altre persone che avevano espresso lo stesso desiderio era anda-ta male; però a Molesta non importò nulla e allora il genio l’accontentò.

La mattina dopo, appena arrivata a scuola, tutte le ragazze e i ragazzi, che prima non sapevano neanche che

esistesse, le rivolsero la parola e la “perseguitarono” per tutto il giorno, tanto che alla fine della giornata Mo-lesta non ne poteva più! Era diventata decisamente troppo popolare! Corse quindi velocemente a casa e si

chiuse dentro con tutti i suoi compagni di scuola fuori dalla porta.

Salì velocemente nella sua camera, prese il telefono e lo accese; comparve subito il genio del telefonino. Gli chiese per quanto sarebbe andata avanti quella storia il genio, ridendo, le rispose:

“Io te lo avevo detto che sarebbe andato a finire male, però tu hai voluto fare di testa tua e questo è quello

che ti meriti! Il desiderio durerà per sempre, questa sarà la tua vita abituale!”

Molesta triste pensò perché avesse espresso proprio quel desiderio: “Ho già dei bei amici che mi vogliono bene ed ora, se sarà questa la mia vita abituale, non li vedrò più!” disse tra sé.

Dopo si ricordò però di avere ancora due desideri a disposizione e che avrebbe provato a sfruttarli nel mi-

gliore dei modi. “Il mio secondo desiderio sarà quello di avere come fidanzato il ragazzo più bello della scuola”.

Il genio l’avvertì nuovamente che con quel desiderio in altri casi era andata a finire male … ma Molesta non

gli diede ascolto. La mattina successiva si truccò e si vestì bene. Appena arrivata a scuola vide per terra dei petali di rosa; se-

guì la scia e alla fine trovò Giuseppe, il ragazzo più bello della scuola! Molesta era felicissima!

Alla fine delle lezioni salutò il suo nuovo ragazzo e si avviò verso casa; appena arrivata, accese il telefono e

vide subito il genio. La ragazzina, ridendo, disse: “Hai visto che non sempre va a finire male!” lo schermo le rispose: “Adesso vedremo …”

Non fece in tempo a dirlo, che il telefono squillò prima una volta, poi due, poi tre, poi quattro, alla fine ritro-

vò nella sua segreteria oltre cinquanta chiamate e ventisette messaggi, così capì che anche quel desiderio le aveva procurato dei problemi. Non si abbatté però e pensò che aveva ancora un desiderio, l’ultimo, e ci a-

vrebbe riflettuto molto. Passò una notte a pensare e a pensare.

Le vennero in mente tutte le cose che aveva fatto con i suoi amici e come era la sua vita prima senza un ra-

gazzo. La mattina successiva accese il telefonino con decisione svegliò il genio e gli disse: “Ora sono sicurissima ecco quale sarà il mio ultimo desiderio: vorrei tornare a quando ci siamo conosciuti!”

Il genio, titubante, esaudì il suo desiderio. D’improvviso Molesta si ritrovò con le mani unte a mangiare pata-

tine e ad un certo punto ricomparve un genio sul suo cellulare dicendole: “Sono un genio e ti metterò davanti a due proposte: tre desideri o un corso di inglese accelerato che ti potrà

dare dei risultati da grande”.

Molesta, senza pensarci due volte, scelse il corso di inglese; il genio esaudì il suo desiderio e Molesta da grande diventò una famosa scienziata.

Così capì che i tre desideri erano inutili e che il corso di inglese gli aveva cambiato la vita. :)

SSIG, classe II A: Lorenzo Di Marco, Giulia Faraglia, Elisa Fasciolo, Andrea Festuccia

Pagina 34

- Aspetta, vado a prendere lo sgrassatore, però appena torno esprimo i desideri – gli disse Molesta, che, men-

tre andava a prendere lo sgrassatore vide i genitori preparare le valigie. Subito allora domandò loro:

- Dove andiamo?

-Tu da nessuna parte, noi partiamo per un congresso dell’Apple, per il nuovo I-Phone 7! - E dove sarebbe questo Congresso? Quanto tempo starete fuori? Ed io, con chi rimango? – chiese loro dispia-

ciuta e preoccupata Molesta.

I genitori le risposero con freddezze: - Abbiamo organizzato tutto, andremo a San Diego per tre mesi, tu resterai a casa da sola ed ogni tanto verrà

tua nonna a controllarti! Quando avrai bisogno di soldi, sono nella cassaforte, il codice lo sai!

Molesta con le lacrime agli occhi replicò: - A me non pensate? Non voglio rimanere da sola tutto questo tempo, voglio venire con voi!

- Le decisioni sono state già prese, fine del discorso!

Molesta, piangendo, andò in camera sua e si buttò sul letto. Il telefono subito le chiese spavaldamente:

-E lo sgrassatore? Guarda che, se non mi pulisci, non realizzerò i tuoi desideri! Molesta disperandosi gli rispose:

- Lasciami stare, tu e i tuoi stupidi desideri!

Il telefono colpito dalla voce arrabbiata della ragazza le disse: - Scusa, non mi ero accorto che stavi piangendo, che succede?

- I miei genitori questa sera partiranno per tre mesi ed io resterò sola - gli spiegò Molesta.

- Mi dispiace, se vuoi puoi esprimere ora il tuo primo desiderio! - Adesso non saprei cosa desiderare, sono troppo triste per pensarci – sussurrò la ragazza.

Mentre parlava però con il telefono, i genitori bussarono alla porta ed entrarono.

- Noi allora andiamo a prendere l’aereo! Non combinare guai! Non fare come al solito la molesta! ci vediamo

fra tre mesi! Uscirono così di casa con le loro valigie ingombranti, mentre la figlia tutta arrabbiata sbatteva la porta.

- Voglio esprimere immediatamente il primo desiderio! - urlò con rabbia.

- Finalmente ti sei decisa! - disse il telefono contento. - A dir la verità non so proprio cosa desiderare, hai qualche consiglio da darmi? - chiese la ragazza calmatasi

un po’.

- Dato che non sai cosa desiderare, potrei esprimere io il tuo primo desiderio! - le propose il telefono.

- NO, NO fermo! – gridò la ragazza, aggiungendo - Tu non ti preoccupare, ci penso io ai miei desideri, anzi mi è venuto in mente cosa desiderare!

- Allora? Non ho tutto il pomeriggio, muoviti, ho delle applicazioni da scaricare!

- Desidero che questa sera alle 22.00 tutti gli abitanti del mio quartiere vengano a casa mia per una mega fe-sta! - disse Molesta con tono arrogante.

- Ne sei davvero sicura? - le chiese il telefono un po’ sbalordito.

- Certo che ne sono sicura, voglio tutto il quartiere! In un batter d’occhio si fecero le 22.00 e arrivarono tantissimi invitati, c’era veramente l’intero quartiere, co-

me aveva richiesto Molesta, forse c’era anche il quartiere vicino! Entrarono tutti immediatamente in casa, i-

gnorando però Molesta, che provò più volte a salutarli e a fare amicizia con loro, ma niente, gli invitati non la

considerarono proprio! La ragazza allora delusa capì che quelli erano venuti solamente per la festa e non per conoscere lei, perciò con molto dispiacere corse in camera sua, si chiuse dentro e lasciò che gli altri si divertis-

sero in sua assenza.

Il telefono incuriosito allora le domandò: - Come mai sei qui? Perché non ti stai godendo la festa?

- Non è la festa che avrei voluto!

- Perché, cos’ha di male? - Nessuno mi considera, nessuno è venuto per me. Puoi annullare il desiderio? - gli rispose piangendo Mole-

sta.

- Non si può annullare, però volendo, potresti utilizzare il tuo secondo desiderio per far terminare la festa.

Molesta ci pensò e ci ripensò e alla fine accettò la proposta. Immediatamente la festa finì e tornò tutto come prima.

- Contenta ora? - le chiese il telefono

- Sì, sono molto contenta che questa brutta festa sia finita …. - disse lei molto sconsolata. - Ricordati che adesso hai solamente un desiderio, pensa bene a cosa desiderare.

- Prima di esprimere l’ultimo desiderio - disse Molesta un po’ insicura - vorrei pensarci un po’ di tempo …

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- Va bene, ma sappi che hai solo tre giorni di tempo, altrimenti svanirà l’opportunità di esprimerlo! - Perché proprio tre giorni? - gli chiese la ragazza molto incuriosita.

- Per istallare il mio software ho impiegato tre giorni, quindi hai tre giorni per esprimere il tuo terzo deside-

rio!

- Tranquillo, ho capito. Cercherò di fare il più presto possibile! - gli assicurò Molesta. Passarono due giorni senza parlare più con il telefono, e la ragazza si accorse che in quell’arco di tempo

tutte le persone a lei più care, i genitori, i compagni di scuola e perfino la nonna, la ignoravano e così decise

quale sarebbe stato il suo terzo desiderio … Il terzo giorno, mentre giocava a “Temple Run”, il gioco si bloccò e il telefono iniziò nuovamente a parlare.

- Ehi, allora ti sei decisa? Oggi è l’ultimo giorno per esprimere il desiderio!

- Sì, ho deciso! Vorrei che qualcuno mi stesse vicino, perché in questi giorni tutti mi hanno ignorata e quin-di vorrei avere accanto una persona a cui importi davvero di me …

- Cosa intendi dire con questo?

- Voglio un vero amico! - affermò con tono deciso Molesta.

- Va bene - le disse il telefono - verrai accontentata; però sappi che, se io faccio apparire un amico, dovrai rinunciare ad usare il telefono fino a quando non sarà andato via!

In un batter d’occhio nella stanza apparve una luce accecante … la voce del telefono svanì … Poi improvvi-

samente la luce sparì e Molesta si trovò davanti un ragazzo al posto del telefono. Rimase quindi per qualche secondo a bocca aperta a guardarlo. Dato che però non reagiva alla sua vista, il ragazzo le disse sorridendo:

- Ciao! Sono Samuele, immagino che tu sia Loredana!

- Sì, sono … sono io … - mormorò balbettando la ragazza ancora sbalordita. Samuele infatti era un ragazzo di media statura, con i capelli ricci e neri un po’ spettinati, gli occhi fra il

marrone e verde, le labbra carnose e aveva un bellissimo sorriso.

- Hai capito chi sono vero? - le chiese Samuele.

- Sei il ragazzo mandato dal mio telefono per farmi compagnia, giusto? - gli rispose Molesta con voce in-certa.

- Giusto! affermò Samuele sorridendo.

- Il telefono che fine ha fatto? - chiese allora la ragazza, dopo essersi accorta che non era più lì, vicino a lei. - Ma come non ci arrivi? Il telefono sono io!

- Come tu? - esclamò Molesta.

- Sì, sono proprio io! - esclamò il ragazzo sorridendole.

Loredana pietrificata gli disse: - Avevo tanto desiderato un vero amico è vero, però avrei voluto che il mio telefono restasse … avresti potuto pure avvisarmi che, facendo apparire te, il telefono sarebbe sparito -

disse Loredana ancora pietrificata.

- A dir la verità io volevo che succedesse proprio questo … - In che senso? - chiese Molesta ora un po’ arrabbiata al ragazzo.

- Il telefono ti stava rovinando la vita, quindi ho pensato di non dirti nulla, altrimenti avresti sicuramente

scelto un altro desiderio - le spiegò Samuele. - Ma chi ti credi di essere? Non puoi prendere decisioni al mio posto, non sei nessuno per farlo! - esclamò

Molesta nervosa.

- Non c’è bisogno che ti arrabbi così tanto! Io l’ho fatto soltanto per aiutarti!

- Non mi importa se volevi aiutarmi! Avresti potuto dirmelo! - Che brutto carattere che hai! Se inizi così, non credo proprio che potremmo diventare amici! disse Samue-

le quasi con astio.

- No aspetta … scusami! Non volevo trattarti male - disse Molesta dispiaciuta. - Non preoccuparti! È normale che tu abbia reagito così … - disse Samuele con dolcezza, baciandola poi

sulla guancia.

Dopo che Samuele e Loredana ebbero fatto pace, iniziarono a conoscersi e, con il passare dei giorni, Mole-sta si innamorò di lui. Un giorno, mentre giocavano alla play-station, suonarono al citofono … - Vado io o

vai tu? - chiese Molesta a Samuele.

- Tranquilla Lory, vado io! - rispose Samuele sorridendo.

- Grazie Samu! - disse Molesta con riconoscenza. Samuele andò ad aprire …

- Chi era alla porta? - chiese Molesta incuriosita.

- Lory è arrivato un pacco per te!

Pagina 36

Molesta spense subito la play-station e andò immediatamente a vedere cosa fosse. - Chissà cos’è - disse Samuele intanto che Molesta, molto incuriosita ma nello stesso tempo un po’ intimo-

rita, apriva il pacco.

- Mamma mia, Samu! Guarda, i miei genitori mi hanno mandato il nuovo I-Phone 7 per provarlo! ah guar-

da, c’è anche una lettera! - Cosa c’è scritto nella lettera? - le chiese Samuele improvvisamente molto triste.

- In poche parole c’è scritto che mi hanno mandato il nuovo I-Phone 7 perché si sono accorti che ero irrag-

giungibile al vecchio telefono … e anche per provare se funziona bene, sono troppo felice Samu! Samuele deluso e dispiaciuto si andò a sedere sul divano con le lacrime agli occhi.

- Ehi Samu, che hai? Che c’è, non ti piace il nuovo I-Phone? – gli chiese la ragazza avvicinandosi preoccu-

pata per la sua espressione. - No no, non è per quello!

- Allora cos’hai? Ho fatto qualcosa che non va? – lo incalzò Molesta.

- Il fatto è che se tu accenderai quel telefono, io sparirò per sempre! Non ci rivedremo mai più!

- Ma Samu! Io non sapevo che usando il telefono tu saresti scomparso! - esclamò Molesta con tono dispera-to.

- È così! Non volevo dirtelo, per non rovinare il nostro rapporto! - mormorò il ragazzo.

- Samu, a me del nuovo I-Phone non importa proprio niente! Sei la persona più speciale della mia vita! Di certo non rinuncerò a te a causa di uno stupido telefono! - affermò Molesta con decisione

- Guarda, che se vuoi che io sia sempre al tuo fianco, non dovrai mai più usare un telefono in vita tua, ce la

farai? Vale davvero la pena rinunciare al tuo amato telefono per me? - le chiese Samuele tra le lacrime. - Il mio amato telefono come dici tu, io non lo amo più! Non mi importa nulla dei telefoni, io ora e per sem-

pre avrò bisogno solo di te! – affermò con convinzione Molesta.

- Prima che tu prenda una decisione così importante per te, voglio che tu sappia che io in questo mese, da

quando ci conosciamo, mi sono innamorato di te! -le rivelò timidamente Samuele. Molesta, arrossendo, sorrise e disse: - Samu, anche io sono innamorata di te! Ora più che mai voglio che tu

sia per sempre al mio fianco!

Samuele, rassicuratosi, sorridendo si avvicinò a lei e la baciò dolcemente. Subito dopo quel tenerissimo bacio, apparve magicamente il vecchio cellulare di Molesta.

- Samu, ma questo significa che tu non scomparirai più? - chiese Loredana turbata e preoccupata.

- No! Questo significa che il telefono è uscito dal mio corpo e quindi che sono diventato completamente

umano! - esclamò urlando di gioia il ragazzo. Molesta contentissima abbracciò forte Samuele, si baciarono di nuovo e con grande gioia per entrambi, il

loro bellissimo rapporto da amici si trasformò in un rapporto da fidanzati, molto innamorati l’uno dell’altra.

E Molesta finalmente non fu più molesta, ma fu per tutto il resto della sua vita solo Loredana …. SSIG, classe III A: Alaimo Giorgia; Benvenuti Matteo; Ferrante Alessio; Marinelli Angelica

Pagina 37

Tra fantasia e realtà …

Una sera, verso la mezzanotte, mentre dormivo, sentii dei rumori molto forti e strani, mai pensai

che fossero i vicini di casa che facevano un po’ di

confusione. Dopo un po’, mi riaddormentai tran-quillamente, non ero preoccupata né minimamen-

te spaventata ... Mi impaurii molto però quando,

dopo circa due o tre ore, sentii di nuovo gli stessi rumori, non potevano essere i vicini, perché or-

mai sicuramente dormivano. Erano le tre in punto

quando mi alzai dal letto per andare a vedere se ci

fosse qualcuno in casa, forse mamma e papà che stavano facendo rumore.

Allora passai davanti alla porta della loro camera

e li vidi dormire tranquillamente. A quel punto ero davvero spaventata, perché non riuscivo a

capire chi fosse a produrre quei rumori. Avevo

paura di andare in cucina, perché pensavo che

qualcuno avesse preso i coltelli per uccidere me e la mia famiglia e poi rubare tutto. Avevo però

anche paura di tornare a letto e fare finta di nien-

te, non avrei potuto più riaddormentarmi. Non sapevo proprio cosa fare, decisi allora di svegliare

mamma e papà. Li chiamai e li richiamai, ma loro

non mi sentivano, perché dormivano profonda-mente; alla fine però, si svegliarono e non credet-

tero a quello che io gli dicevo, perché non aveva-

no sentito alcun rumore. Mio padre comunque si

alzò e controllò tutta la casa. Io, invece mi infilai nel letto con mia madre che era impaurita quanto

me. Mentre papà girava per la casa, io e mamma

ci addormentammo. La mattina dopo lui ci raccontò che non c’era nes-

suno e che dopo aver cercato dappertutto, anche

nei balconi, era dovuto andare a dormire nella mia cameretta, perché io avevo preso il suo posto

nel “lettone”.

Quindi avevo sognato tutto, sia le voci che i ru-

mori, per fortuna! SSIG, classe III A: Maria Rita Aguzzi

Mi ricordo un episodio di circa due o tre anni fa,

quando mi sono spaventato durante la notte per

alcuni rumori sospetti provenienti dalla mia ca-

mera.

Ero appena andato a letto, quando, intorno alle

undici, mi svegliai per un frastuono proveniente

da sotto il mio letto. All’inizio pensavo che fos-

sero i miei genitori al piano di sotto a sparecchia-

re, ma poi mi accorsi che stavano nella camera

da letto; sentii che il rumore proveniva da sotto il

mio letto e si spostava da una parte all’altra della

camera e poi da sopra la sedia della scrivania.

Avevo una terribile paura e, dato che avevo an-

cora paura dei mostri, pensai che fosse un mo-

stro!

Ero terrorizzato … non sapevo cosa fare … ero

paralizzato per la paura. Alla fine il rumore finì e

vidi una sagoma nella penombra. Sentii

all’improvviso qualcosa o qualcuno sopra il letto,

saltai per la paura, accesi la luce e vidi che era la

mia gatta Minù che voleva solo le carezze!

Quando la riconobbi mi misi a ridere e non di-

menticai mai più quell’episodio.

SSIG, classe II A. Giacomo Paolocci

Pagina 38

Un giorno a scuola mancava un insegnante e

quindi con le mie amiche ci eravamo unite in

gruppo per parlare di cose spaventose, di cose

cioè che avevamo visto noi oppure i nostri paren-

ti e amici.

Appena una delle mie amiche incominciò a par-

lare di un avvenimento che le era successo, ini-

ziai a sentirmi strana … come se fossi fantasma.

L’ansia mi saliva in gola e non riuscivo a parlare

né a strillare per chiedere aiuto. Incominciai a

girovagare per la stanza e a cercare di parlare, ma

niente da fare non ci riuscivo; allora provai a toc-

care qualcuno in modo tale che si girasse e mi

vedesse. Provai due, tre volte ma niente da fare.

Mi rifugiai allora in un angoletto e piansi, ero

disperata, che tristezza … Passò una mezz’oretta

o forse un ora, non sapevo che ora si fosse fatta,

ma per me era come se fosse passato un anno.

Poi però scoprii di avere un potere: potevo mi-

metizzarmi; quindi provai a farlo in una porta; e

ci riuscii! e da quel momento mi divertii a tra-

sformarmi o mimetizzarmi in un oggetto. Che

bello!

E da quel momento in poi non volevo più diven-

tare un umana.

Suonata la campanella però, per mia sfortuna e

misteriosamente, ritornai umana e raccontai tutto

alle mie amiche e ai miei amici, quanto mi ero

divertita!

SSIG, classe II A: Giulia Morlacchetti

Sono un fantasma, mi piace spaventare le perso-ne, soprattutto quelle che si vantano di non aver

paura dei fantasmi. Mi diverto molto!

Un tempo vivevo vagando per la Terra per tro-

vare una dimora fissa, alla fine trovai una casa abbandonata, dove non abitava nessuno; entrai e

mi accorsi che c’erano mobili non molto antichi,

ma per lo più moderni. C’era un po’ di polvere, ma visto che ero un fantasma, non mi dava fasti-

dio.

Per mia sfortuna l’agenzia immobiliare della città la voleva vendere, mi feci quindi coraggio e

mi preparai per apparire di notte e fare il mio

primo scherzo.

Arrivarono i nuovi inquilini, vidi che per fortuna erano solo due persone che non davano fastidio

a nessuno … tranne a me! Si fece notte, mentre

cenavano, io andai nella stanza vicina e comin-ciai a materializzarmi: avevo il corpo bianco, la

faccia pallida e volavo.

Oltrepassai la parete della sala da pranzo, emisi un ululato; i due inquilini gridarono e quello a

capotavola mi indicò, scappando a gambe leva-

te; la stessa cosa fece l’altro. Non diedero fasti-

dio per tutta la notte. Il giorno dopo la casa era deserta, perché nel bel mezzo della notte i due

avevano fatto le valigie e se ne erano andati.

Passai molti giorni senza essere disturbato, per-ché ero solo; di giorno vagavo per le stanze sen-

za materializzarmi, perché la luce del sole mi

dava fastidio. Sentivo, però, la mancanza di spa-

ventare le persone. Una notte al piano di sotto sentii un rumore di

passi e la porta aprirsi: mi materializzai e volai a

vedere. Era l’agente immobiliare con un

“acchiappafantasmi”! Senza pensarci due volte,

sbattei tutte le porte e le finestre, feci cadere un vaso e, quando le nuvole fecero vedere la luna

piena, emisi un ululato ed infine apparvi davanti

a loro.

Non si spaventarono, ma successe il contrario: si misero a ridere. L’agente immobiliare mi disse

che non avrebbe venduto la casa, ma l’avrebbe

affidata a me, a patto che ogni domenica sera avessi trasformato la mia futura casa, in una casa

fantasma, attrazione per i giovani. Io avrei dovu-

to spaventare le persone. Se non avessi accettato sarei stato preso “dall’acchiappafantasmi” e sa-

rei stato messo in un recipiente dal quale non

sarei potuto uscire.

Io accettai e ogni domenica sera tengo il mio show, divertendomi un mondo!

SSIG, classe II A: Giacomo Paolocci

Pagina 39

Ok. Credo che sia andata così: sono saltata in aria. Boom, boom un’esplosione, e Cassina Dixon, tredici anni,

è finita a brandelli … Non sono più la persona che ero prima e non so il perché … Anzi, forse, adesso ricor-

do …

Mi trovavo nella casa abbandonata dietro la scuola. Dovevamo incontraci alle 16.00 in punto con un gruppo di amici ma, come al solito erano in ritardo. Gironzolavo intorno alla casa aspettando impaziente il loro arri-

vo, ma stufa di aspettare dopo un po’ decisi di entrare.

Il soffitto di travi marce stava cadendo a pezzi, uno strato di ragnatele ricopriva il pavimento e si sentivano strani rumori provenire dal piano di sopra. Sono salita a controllare e delle ombre si muovevano sulla parete.

All’inizio ho avuto paura, ma poi ho pensato che fosse tutto frutto della mia immaginazione. Al piano di so-

pra c’era un tavolo rotto, le porte non c’erano e tutto il legno era morso dalle termiti. Camminavo per il corri-doio e ad un certo punto ho sentito un brutto rumore, molto strano, non saprei come descriverlo. Ho provato

così tanta paura da sobbalzare. Poi quei rumori sono terminati, c’era silenzio poi … BOOM, BOOM, BOOM

… un gran frastuono.

Sono stata scaraventata a terra, il pavimento del secondo piano si è sfondato e con una caduta di oltre 2 metri sono finita al piano terra, sovrastata dalle macerie e ho chiuso per un momento gli occhi. All’inizio sentivo

un fortissimo dolore … poi più nulla.

Quando ho riaperto gli occhi mi sentivo stranamente leggera, come se stessi fluttuando, non mi sentivo più me stessa, anzi era possibile che non fossi proprio più una persona. Mi guardavo intorno, ero circondata da

polvere e macerie. Sentivo in lontananza delle voci, come un’eco che urlava il mio nome. A quel punto mi

sono resa conto che si trattava dei miei amici: Roberto, Michela, Giorgia e Gaia erano lì e mi cercavano. So-no corsa all’uscita e quando li ho visti, li ho chiamati più volte ma stranamente non mi sentivano. Vedevo

Giorgia e Michela che piangevano abbracciate, Roberto che diceva a Gaia di correre a chiedere aiuto, mentre

continuava a chiamarmi. Avevano trovato fuori nel giardino il mio zainetto ed erano sicuri che fossi dentro la

casa crollata. Mi sono avvicinata e visto che Luca continuava a non sentirmi, ho bussato alla sua spalla, ma la mia mano

attraversava il suo corpo. Mi sono sentita invasa da una sensazione di gelo e terrore. Ero morta, ne ero con-

vinta … ero diventata un fantasma. Sono corsa nella casa e sul pavimento c’era un corpo disteso, ricoperto di macerie … era il mio.

Ero disperata, pensavo a cosa sarebbe successo, mi sono seduta vicino al mio corpo in attesa di non so nem-

meno io cosa.

A un certo punto sono arrivati i soccorsi, i vigili del fuoco si sono fatti spazio tra le macerie, continuando a gridare di fare attenzione, perché da un momento all’altro sarebbe crollato tutto.

Hanno trovato il mio corpo disteso, gridando che ormai non c’era più nulla da fare, non respiravo … ma uno

dei medici era convinto che forse c’erano ancora speranze e quindi ha cominciato a soccorrere quel piccolo corpicino e il suo cuore che all’interno non si era ancora del tutto fermato.

Siamo andati in ospedale, io sempre lì vicino a me stessa, nessun altro poteva vedermi e sentivo il dottore

che mi aveva trovata che continuava a dire: “Forza ragazza … ce la puoi fare!!!” Avrei voluto tanto farcela, tornare dai miei genitori, dai miei amici. Continuavo a pensare che avrei potuto

fare tante cose nella mia vita e non farla finire in una casa abbandonata. Se solo avessi aspettato i miei amici

e fossi stata più prudente!

Ma ormai era troppo tardi! A un certo punto ho cominciato a sentirmi sempre più leggera, non vedevo più le mie mani, le mie braccia …

mi stavo dissolvendo … poi più nulla. Sono caduta nel buio e nel silenzio.

All’improvviso sento una voce dolce che mi dice:” Cassina, Cassina … svegliati tesoro, svegliati! Ce l’hai fatta! Ora sei fuori pericolo!”. E’ la mia Mamma!

SSIG, classe III B, Roberto Grassi, Giorgia Tolomei, Gaia Tomassetti, Michela Vitale

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C’era una volta un pollo. Questo pollo veniva chiamato dagli altri polli il “pollo scarso”. Viveva in una fattoria

piena di mucche, cavalli, cani, maiali e papere.

Un giorno il “pollo scarso” voleva rilassarsi un po’, e

quindi decise di farsi una passeggiata. Andò a visitare le mucche. Con le mucche fece amicizia,

e lo stesso fece con i cani, maiali e le pecore.

Decise di fare amicizia anche con i cavalli. Il pollo, appe-na entrato nelle stalle, vide una pony che per lui era stu-

penda, affascinante ... insomma si era innamorato! Ci

fece amicizia e passò tutto il giorno con lei, perché dopo 2 giorni sarebbe dovuta partire per un gara. Il pollo, dopo

aver saputo quella dispiacevole notizia, si intristì. Fece un

patto con la pony e le disse:

“Io sono molto innamorato di te”. “Facciamo un patto” gli propose allora la pony

“Se dovessimo allontanarci l’uno dall’altro, giuriamoci di

ritrovarci e di raccontarci sempre tutto”. Il pollo disse: “Sì ok, lo giuro”. La pony fece altrettanto.

I due passarono così tutto il tempo insieme. Quando la

pony dovette partire, il pollo di nascosto si infilò vicino a lei, e, una volta arrivati, si fece scoprire dalla sua amata.

La pony tutta contenta fece assistere il pollo alla sua gara

e in suo onore la vinse pure!

I due ritornarono a casa felici e vissero per sempre insie-me.

Gli oggetti e le persone care …

Il mio oggetto preferito è il pigiama!

Che sia estivo o invernale, amo il pigiama non per quello

che è, ma per quello che rappresenta: il riposo! Non che

io sia pigra, magari a volte … ma non sempre. La pigrizia è la scusa che uso per evitare di fare alcuni

lavori che mi richiedono mamma e papà!

Ma torniamo al pigiama: mi piace perché è comodo, sem-pre pulito e profumato.

E’ caldo e morbido in inverno, fresco e leggero in estate.

Quando mi sveglio il mattino, odio togliermelo di dosso, perché è caldo e mi fa venire voglia di tornare a letto per

qualche altro minuto, per godere dell’ultimo tepore delle

coperte … insomma, si capisce allora perché la mattina

faccio sempre tardi a scuola? SSIG, classe III A: Loredana Messina

Sono particolarmente affezionata ad un vec-chio pelouche che tengo nel mio letto.

Era di mia madre, glielo avevano regalato

quando lei era piccola perché, come me, aveva

paura di dormire da sola, poi lei lo ha regalato a me.

Quando ero piccola non mi piaceva molto, ma

da qualche anno è diventato “una specie di a-mico”.

Quando sono arrabbiata o c’è qualcosa che non

va bene (quasi tutti i giorni) gli confido le mie preoccupazioni e tutte le cose che non dirò mai

a nessuno.

Essendo “vecchio” non è molto bello, è un ca-

ne con delle lunghe orecchie di colore marrone, con il pelo tutto arruffato, ormai più che un

cane sembra una pecora, ma non potrei fare

mai a meno di lui, anche se sto crescendo … SSIG, classe III A: Maria Rita Aguzzi

Io sono molto affezionato al mio Ninten-

do 3ds.

L’ho ricevuto al compleanno l’anno scor-

so; è di colore bianco, ha due fotocamere,

una interna e una esterna, può fare i video,

può registrare la voce, creare pupazzi e si

può navigare in Internet.

Ho comprato due giochi per usarlo: uno

dei Pokèmon e un altro di gare automobi-

listiche.

A me piace moltissimo perché l’ho desi-

derato tanto e contavo i giorni per averlo

… ho pregato molto i mie genitori per a-

verlo, ma ne è valsa proprio la pena!

Per me rappresenta un vero divertimento,

perché si può collegare con altri Nintendo

e io posso giocare con altri amici on-line,

senza uscire di casa! Insomma oltre ad

essere bello è pure comodo soprattutto

d’inverno, quando non mi va proprio di

uscire e prendere freddo!!!!

SSIG, classe III A: Paolo Filippi

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Una volta ero insieme alla mia famiglia a fare

una passeggiata di sera. Ad un certo punto,

quando stavamo per ritornare a casa, papà e

mio fratello si accorsero che c’era una banca-rella dove vendevano pistole e coltelli.

Papà, Fabio, Mamma e Giada allora si avvici-

narono e io, non accorgendomi che erano an-dati a vedere quella bancarella, rimasi da sola

sul marciapiede; a un certo punto le luci ini-

ziarono a lampeggiare, sentii dapprima un gatto miagolare, quindi un cane abbaiare, poi

però all’improvviso tutte le luci si spensero e

io ero sola con il telefono in mano.

Avevo il mio cuore che batteva a mille. Accesi subito il telefono e provai a chiamare

Mamma, ma, nel mentre, sentii qualcosa che

strisciava sulla mia gamba e mi sentivo anche osservata … che paura! Poi per fortuna Mam-

ma mi rispose e mi accorsi che, come al soli-

to, era solo mio fratello che stava spaventan-do!

Le luci si accesero le luci tornammo tutti in-

sieme a casa, ma che bello spavento presi

quella volta! SSIG, classe II A: Giulia Morlacchetti

Nel “Diario” di Anna Frank a un certo punto si trova scritto: “Chi è felice farà felici anche gli altri,

chi ha coraggio e fiducia non sarà mai sopraffatto dalla sventura”.

Io sono molto d’accordo con quanto da lei detto, soprattutto quando afferma che chi ha coraggio e

fiducia non sarà mai sopraffatto dalla sventura. Secondo me, Anna Frank è stata molto coraggiosa

a fare tale affermazione, considerando la sua situazione e quella di tutti gli ebrei perseguitati come

lei e la sua famiglia.

Spesso mi è capitato di essere abbattuta e triste e molte volte ho pensato che tutte le sfortune capi-

tassero sempre e solo a me. Allora mia madre e mio padre mi hanno fatto capire che abbattersi non

serve a niente e non aiuta a risolvere i nostri problemi, anzi ce ne crea degli altri.

Bisogna reagire positivamente davanti a qualsiasi problema ed ostacolo, anche se non sempre sem-

bra facile farlo. Mia nonna Agostina, che è una persona molto ottimista proprio perché da giovane

ha dovuto superare molti ostacoli, dice sempre che tutto passa nella vita, anche le cose più brutte, e

che solo alla morte non c’è rimedio. Bisogna avere sempre fiducia, e sapersi accontentare di quello

che il destino ci ha riservato. Sembra facile dirlo, ma farlo è molto più difficile.

Sono d’accordo anche con l’altra affermazione di Anna Frank “chi è felice farà felici anche gli al-

tri”, perché penso che se una persona felice possa trasmettere la sua felicità anche con gli altri. Ad

esempio, durante una partita di calcio, quando un membro della squadra segna un goal, non è feli-

ce soltanto lui, ma lo sono anche tutti i componenti della squadra ed anche i suoi tifosi.

Secondo me, poi chi è felice è più disposto ad aiutare gli altri, se si trovano in difficoltà; infatti

nella vita è bene, dopo aver risolto i propri problemi, pensare un po’ anche a chi è in difficoltà,

perché, a ben vedere, per essere veramente felici basterebbe sapersi accontentare di ciò che si ha ...

SSIG, classe III A: Maria Rita Aguzzi

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Big Ben - Big Ben is one of the most famous landmarks in the world. It is the clock tower. The

name Big Ben is often used to describe the clock tower that is part of the Palace of West-

minster. Officially "Big Ben" does not refer to the clock tower but instead to the huge

thirteen ton Great Bell located at the top of the 96-metres high tower. The clock tower is

the focus of New Year celebrations in the United Kingdom, with radio and TV stations tuning to its

chimes to welcome the start of the year.

William and Kate - New symbols of Britain are Prince William and his wife

Kate Middleton. He is the eldest son of Princess Diana and Prince Charles of

Wales, and is next in line for the British throne after his father. On April 29,

2011, he married Kate Middleton, at Westminster Abbey. The couple has a boy,

George, who is the third in line to the throne.

Queen Elizabeth ‘ s title is “Elizabeth the Second, by grace of God of the United Kingdom of Great

Britain and Northern Ireland”. She is queen since 6th February 1952, after her father, King George

VI, died. She celebrated her Golden jubilee (50 years since her accession) in 2002. She is the Head

of State. She is queen of 16 former British colonies, including Australia, Canada, New Zealand, and

Head of the Commonwealth, a multinational body created after the dissolution of the British em-

pire. Buckingham Palace is where the Queen lives.

The Union Jack

English flag Scottish flag Irish flag The Union Jack is the name of the flag of the United Kingdom. It is the combination of three flags : the flag of St. George

(the patron saint of England), the flag of St. Andrew (the patron saint of Scotland) and the flag of St. Patrick ( the patron

saint of Ireland ).The flag was born in 1801.

The British Queen

SCUOLA SECONDARIA di I GRADO di VILLA REATINA

THE BRITISH SYMBOLS by M.Bianchi, B.Boldini, C. Rinaldi Most of the students of our school are very interested in studying English language. Do you know we also study British cul-

ture? In this article we’d like to introduce some of the most famous British symbols.

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London Eye - A very popular tourist symbol is the London Eye, a giant observation

wheel located on the South Bank of the river Thames. It is 135 meter tall. It was

built as part of London's millennium celebrations, in fact it is also known as

the Millennium Wheel.

The Afternoon Tea- The traditional 4 o’clock tea is a small meal, not a drink. Tradi-

tionally consists of tea served with scones with cream and jam (see picture), sandwiches

and assorted pastries. Afternoon tea is not common these days because most adult go

out for work .However, you can have Afternoon tea at the many tea rooms around Eng-

The red Double Decker bus - Red double decker buses are famous all

over the world. You can pay the fee on board. Transports are expensive in

the U.K

David Beckham

he first English player to win league titles in four countries England, Spain, the Uni-

ted States and France. He announced his retirement at the end of the 2012–13 season

and, on 18 May 2013, played the final gDavid Beckham is a symbol because he is one

of the most famous British footballers. He has played for Manchester United, , Real

Madrid, Milan, Paris Saint-Germain, and the England national team . He was tame of

his 20-year career.

British currency - The British currency is the pound sterling. The symbol

is £. They don’t use the Euro. The pound is made up of 100 pence (p) exactly

like the euro is split into 100 cent. The singular pence is “penny”. The symbol

for the penny is “p”; an amount such as 50p is pronounced “fifty pee”. They

have both coins and banknotes. All the coins have HM The Queen’s head on

one side.

Royal guards at London Palaces

- The men in front of Buckingham Palace are the Queen’s

Guards. They have guarded the Queen since 1660. They

have different roles: the Foot guards, the household Cavalry

and the Yeoman Wardens.

Phone box and Pillar box

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FUN FOR KIDS

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FUN FOR KIDS

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Galileo Galilei è nato a Pisa nel 1564 dove ha stu-

diato matematica sotto la guida di Ostilio Ricci, che era sta-

to un allievo di Nicolò Tartaglia, uno dei più famosi mate-

matici del cinquecento.

Egli fu uno dei principali studiosi italiani che ha contribuito

in maniera molto approfondita allo sviluppo della scienza;

Le sue scoperte scientifiche astronomiche sono molto im-

portanti ed hanno contribuito alla nascita della fisica moder-

na avviando al tramonto la fisica Aristotelica.

Sulla questione religiosa Galileo ha sempre dichiarato che

la religione e la scienza possono coesistere perché, la prima

si occupa di questioni morali e nella natura si riconosce la

presenza di Dio.

Nel 1589 Galileo fu nominato lettore di matematica presso

lo studio di Pisa.

Dal 1592 al 1610 visse a Padova, dove ha insegnato mate-

matica e ha scritto alcune opere di Architettura Militare e di

Fisica tra cui il trattato “Le Meccaniche”.

Galileo fu il difensore delle dottrine copernicane che, alla

fine del 1612, furono dichiarate eretiche tanto che Galileo fu

denunciato al Santo Uanche egli credeva che non era la Ter-

ra ad essere immobile al centro dell’Universo

(geocentrismo) ma era il Sole (eliocentrismo).

Il fisico Keplero, successivamente, capì che l’orbita di Mar-

te non è una circonferenza ma una ellisse con il Sole in uno

dei fuochi.

Fra le maggiori scoperte che Galileo fece, confermate dagli

esperimenti, si annoverano il principio di “inerzia dei cor-

pi”.

Scoprì l’alternarsi delle quattro lune di

Giove con conseguenze positive per

l’agricoltura: sapere in anticipo il passag-

gio tra una stagione e l’altra era di fonda-

mentale importanza. Per difendersi com-

pose la lettera a Cristina di Lorena dove

spiegò che la Bibbia si occupa non di que-

stioni scientifiche ma di questioni morali

e religiose.

Galileo, grazie all’apporto del telescopio,

dimostrò che la teoria copernicana non era

un’ipotesi geometrica ma una realtà fisi-

ca: non era il Sole a girare intorno alla

Terra ma la Terra a girare intorno al Sole.

Alla fine del processo Galileo Galilei do-

vette riconoscere la propria colpevolezza

per salvarsi la vita.

Egli morì nel 1642 a Firenze.

Tra le sue più importanti scoperte ricor-

diamo l’isocronismo del pendolo, la bilan-

cia idrostatica, il termoscopio, il telesco-

pio, con il quale scoprì che la Terra girava

intorno al Sole; infatti, Tolomeo, che nac-

que nel II° secolo a.C. in Egitto, credeva

che la Terra era ferma al centro

dell’Universo e che il Sole girasse intorno

ad essa.

Il filosofo greco Aristotele, padre della

filosofia, che era accettato pienamente

dalla Chiesa, fece della sua teoria sulla

centralità della Terra un principio fermo.

A lui segue Copernico che intuì la teoria

Eliocentrica; per la capacità di sopravvi-

venza dell’uomo antico che viveva solo di

agricoltura e pastorizia

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Gli alunni della classe prima sezione C, della Scuola

Secondaria Superiore di primo grado, “Quirino Majorana

di Villa Reatina”, avendo partecipato al Progetto

“Responsabili Studenti Sicurezza” sotto la guida di E-

sperti provenienti dall’”Associazione Cittadinanza Atti-

va” sezione di Rieti, hanno preso coscienza dei pericoli

che possono essere presenti nello spazio circostante, co-

me fronteggiarli o eventualmente denunciare la presenza

di situazioni pericolose presenti nel loro “Spazio vitale”. I

simboli di pericolo che fino a ieri erano disegni astratti,

oggi, grazie a questo Progetto, sono diventati validi ele-

menti di aiuto nella loro esistenza. I ragazzi, entusiasti di

questo Progetto, il giorno 21 Novembre 2014 ricordando

la “Giornata Nazionale della Sicurezza” hanno presentato

ai bambini della Scuola Primaria dello stesso Istituto

Comprensivo, il lavoro svolto, relativo al progetto stesso.

Alle ore 9.10 gli alunni si sono disposti nell’atrio della

Scuola e ognuno ha relazionato con attenzione ed entu-

siasmo circa l’operato, mostrando con orgoglio i cartello-

ni realizzati. Gli alunni “formati” sono stati protagonisti

di dibattiti e interventi mirati. La prof. Iacuitto, la prof.

Scardaoni, la prof. Minichetti, sono le insegnanti coinvol-

te nel Progetto e hanno guidato i ragazzi nel lavoro. Fon-

damentale l’apporto della Responsabile Sicurezza

d’Istituto Antonella Pitoni.

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La Banca d’Italia è tradizionalmente impegna-ta a costituire e diffondere la cultura economi-

ca anche attraverso il coinvolgimento dei citta-

dini in specifiche iniziative didattiche di avvi-

cinamento alle proprie funzioni. Nell’ambito dell’ormai consolidato rapporto di collabora-

zione in essere, la Banca d’Italia e il Ministero

dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (Miur) indicono la 2ª edizione del Premio

“Inventiamo una banconota”, che consentirà

agli allievi delle scuole primarie e delle scuole secondarie di primo e secondo grado, statali e

paritarie, di entrare in contatto e di confrontar-

si con un’attività istituzionale – la produzione

delle banconote – in cui l’Italia costituisce da sempre un punto di riferimento e di eccellenza

a livello internazionale. Per l’anno scolastico

2014-2015, gli studenti e i loro insegnanti so-no invitati a realizzare il bozzetto di una ban-

LA CLASSE II B HA PARTECIPATO

CON LA TEMATICA La cultura del cibo nella società moderna: stili di vita e

scelte alimentari

Il progetto “ALIMENTAZIONE - SALUTE”, inserito da di-

versi anni, nel POF del nostro Istituto, ha finalità, obiettivi,

percorsi e attività che mirano alla formazione dei giovani con-

sumatori

dalla scuola dell’infanzia, all’età adulta e tiene conto dei nessi

che collegano l’agricoltura, l’ambiente,l’alimentazione e la

salute.

Finalità: - Migliorare lo stato di benessere degli individui at-

traverso la promozione di adeguate abitudini alimentari.

Obiettivi:

Incentivare la consapevolezza dell’importanza cibo-salute per

lo sviluppo di una coscienza alimentare personale e collet-

tiva;

Favorire l’adozione di sani comportamenti alimentari;

Promuovere la coscienza del sistema agroalimentare;

Promuovere la trasversalità dell’educazione alimentare sugli

aspetti scientifici, storici, geografici, culturali, antropolo-gici, ecologici, sociali e psicologici legati al rapporto,

personale e collettivo, con il cibo;

Promuovere il concetto di qualità del cibo che, partendo dalla

sicurezza, tenga conto dei valori relativi alla sostenibilità, all’etica, alla stagionalità, all’intercultura, alla territoriali-

tà.

Il percorso si suddivide in quattro momenti significativi:

Io, il cibo nel mio piatto e il mio corpo;

Io, il cibo nella mia giornata, la scuola e la famiglia;

Io, il cibo, la stagione, gli amici e il territorio in cui

vivo;

Io, il cibo e la società, nel mondo e nel tempo.

L’idea di scegliere la tematica sopra elencata(società e cultura),

all’interno del nostro progetto d’Istituto, è nata dall’intenzione

di voler far conoscere al mondo i nostri prodotti locali DOP: il

grano e l’olio per valorizzarne, non solo, il loro valore nutriti-

vo,ma anche il loro valore culturale e interculturale.

Da questa idea di base, si è iniziato un lavoro di classe, si sono

selezionati i lavori e si è scelto quello finale per il concorso.

Il messaggio che vogliamo trasmettere è quello di diffondere la

qualità e la genuinità delle nostre colture al di là della cerchia

delle nostre storiche mura di cinta della nostra città.

LAVORO DI CLASSE

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VAZIA

LA CARTA PESTA

Questa è una delle tante esperienze di laboratorio fatte

dalla classe 2^ di Vazia:”uso della carta pesta”.

La manipolazione di materiale povero e riciclato è una

attività che accompagna ed arricchisce lo sviluppo psi-

co-fisico del bambino.

Toccare, lavorare, trasformare stimola la conoscenza

della realtà concreta.

Con l’esplorazione sensoriale, l’alunno affina la perce-

zione di trasformazioni e la sua creatività così stimola-

ta, lo porta ad avere abilità e conoscenze.

Fasi della lavorazione

Lavoro con la carta pesta

acqua

Evapora con

il calore

Ha un suo

peso

Colla

Attacca

i materiali

Rende dura

la carta

Carta

Se bagna-

ta è pe-

sante

Si spezza

Se si asciuga

è leggera

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Un VetDinosauro a scuola Anche quest’anno ANMVI (associazione nazionale medici veterinari) e la PANINI,

hanno deciso di sviluppare, in 250 scuole primarie nazionali, un fantastico pro-

getto di zooantropologia didattica: “A scuola con VetDinosauro” L’obiettivo dei

progetti di zooantropologia didattica è: educare alla conoscenza , al rispetto degli

animali e all’interesse per la scienza. Il tutto attraverso il supporto giocoso

dell’album Panini e la presenza in classe di un Medico Veterinario che spieghi e

risponda alle domande di ogni partecipante. Il tema di quest’anno è stato : DINO-

SAURI, EVOLUZIONE , BIODIVERSITÀ E DOMESTICAZIONE!

Tre lezioni di un’ora, svolte in classe , in presenza e collaborazione con

l’insegnante costituite da: una fase di spiegazione e una d’interazione diretta con

bambini , attraverso esempi, racconti di esperienze personali e visione di mate-

riale audiovisivo. Il progetto ha preso il via a fine Novembre, presso la scuola pri-

maria di Vazia: S. Matteocci , con la classe III e proseguirà a Gennaio 2015 con le

classi IIIa e IIIb, della scuola elementare di Villa Reatina, sempre appartenente

all’istituto comprensivo Maiorana. La scelta delle classi è stata basata sulla conti-

nuità didattica, per integrare al meglio gli argomenti del progetto con la program-

mazione in corso di storia e scienze. Come per l’anno passato, oltre ad approfon-

dire l'area tematica affrontata, sono stati presi in considerazione tre ordini di O-

biettivi Generali:

1. Educativi: comprendono alcuni aspetti della formazione generale del bambino,

come per esempio aumentare l’immaginazione, incrementare l’autostima, ac-

compagnare il ragazzo verso l’empatia.

2. Didattici: prendono in considerazione le attività che possono migliorare la par-

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o di gruppo. Per esempio migliorare attenzione e concentrazione, creare un centro

d’interesse, favorire l’interdisciplinarietà, rapportare realtà scolastica e domestica.

3. Disciplinari: comprendono alcune conoscenze di base sull’alterità animale e

sull’interazione uomo-animale e conoscenze specifiche secondo il progetto. Inutile

dire che i bambini sono stati attenti, coinvolti e propositivi. Magistrali le loro crea-

zioni per consegne bizzarre quali: “Il mio animale fantastico”, nella quale veniva ri-

chiesto di inventare ed immaginare un animale, con caratteristiche da catalogare

secondo la tassonomia spiegata in classe, o ancora: “Disegna un animale del futu-

ro”, immaginare un nuovo animale, derivato dall’evoluzione dei nostri pet. La pecca

del progetto di quest’anno? Ancor più del passato, è stata di certo la durata. Tre o-

re. Una piccola maratona per un lavoro che meritava ampio respiro. Dinosauri, evo-

luzione, domesticazione: sono argomenti che vanno discussi e sviscerati. La curiosi-

tà dei bambini per queste cose è insaziabile ed è un vero peccato dover chiudere

tutto in fretta. Sperando di poter ripetere anche il prossimo anno, magari con più

tempo a disposizione… un grande abbraccio a tutti i bambini del progetto e alle in-

segnanti della scuola, sempre disponibili e gentili.

Dr.ssa Chiara Boncompagni

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Si è disputata con un enorme successo la Festa della Pallacanestro delle scuole elementari della Provincia

di Rieti organizzata dall’Ufficio scolastico provinciale e dal Coni Point di Rieti. Le scuole aderenti hanno

potuto assaporare il parquet del PalaCordoni con giochi ed esercizi mettendo in risalto il lavoro che

dall’inizio dell’anno stanno svolgendo grazie alle impagabili insegnanti ed ai tutor. In questa mattinata di

sport, fondamentale è stato anche il supporto delle locali società sportive cittadine che hanno inviato dei

loro istruttori per collaborare nella riuscita della festa.

Gi.ga Basket, Small Basket, NPC Willie,Willie Basket hanno voluto manifestare il loro personale sup-

porto in questa festa fortemente voluta dal MIUR e dal CONI provinciale e ripetere il grandissimo successo

avuto in quella del 2014.

Oltre 550 i ragazzi coinvolti con 6 plessi scolastici partecipanti (Antrodoco, Bambin Gesù, Villa Reatina,

Vazia, Cittaducale, Santa Rufina) dislocati tra tribune e campo di gioco hanno espresso appieno i valori

cardine dello sport quali allegria e partecipazione.

Esemplare la grande collaborazione degli istruttori presenti, che hanno mostrato come sempre una grandis-

sima passione e una estrema disponibilità a trasmettere le loro conoscenze tecniche e pacche sulle spalle

anche ai meno praticanti.

“Siamo riusciti a ripetere il successo dello scorso anno – afferma Stefano Cicchetti dello staff tecnico ba-

sket per il Coni di Rieti – quasi raddoppiandone i partecipanti. Mi preme ringraziare tutti gli istruttori che si

sono adoperati con maestria e professionalità nel gestire 550 piccoli atleti. Grazie alla collaborazione e

all’unità di intenti è possibile rilanciare la motricità dei giovani della nostra città, rigenerando nel contempo

questo sport tanto amato dalla cittadinanza”.

Al termine dell’esibizione ogni scuola ha ricevuto dalla coordinatrice Laura Spagnoli una targa ricordo

come attestato di partecipazione. La Fip provinciale, con il delegato Antonio Olivieri, ha pienamente condi-

viso l’iniziativa mettendo a disposizione dell’organizzazione l’assistenza medica. Un ringraziamento

all’Asm, alla Forestale e al Comune di Antrodoco che hanno permesso la riuscita dell’iniziativa provveden-

do spostamento allo spostamento delle scuole.

FESTA DELLA PALLACANESTRO,LE SCUOLE RIEMPIONO IL

PALACORDONI

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Anche gli alunni del biennio di scuola

primaria di Villa Reatina e Vazia, han-

no avuto l’opportunità di gareggiare

all’interno della nostra palestra con

giochi organizzati da insegnanti ed

esperti trascorrendo momenti di puro

divertimento.Il Minibasket in questi

anni è stato certamente accolto con

favore dai Docenti della Scuola Prima-

ria, e si è inserito adeguatamente nelle

programmazioni educative e didattiche

dei Docenti della Scuola Primaria.

Le proposte pratiche, i giochi e le gare

di palleggio, passaggio e tiro hanno

incontrato il consenso di Insegnanti e

bambini.

Il valore educativo del gioco, le dinami-

che di relazione che scaturiscono dalle

situazioni di partita, il rispetto delle

poche ma determinanti regole che ne

sostengono le modalità di realizzazione

sono spesso state tenute lontane dalle

palestre delle scuole, dove il Miniba-

sket ha comunque trovato spazio e di-

gnità.

IL MINIBASKET PER IL BIENNIO DELLA SCUOLA PRIMARIA

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LE STORIE MI AIUTANO A CRESCERE … Tra le attività della Scuola dell’Infanzia un posto speciale è oc-

cupato dalla lettura o dalla narrazione di racconti da parte

dell’insegnante.

La lettura a voce alta sviluppa competenze linguistiche, rafforza

la capacità di mantenere l’attenzione e la concentrazione. I

bambini che godono di una lettura strutturata giungono alla

Scuola Primaria con maggiori capacità e conoscenze.

L’ascolto di storie influenza in modo rilevante lo sviluppo e-

motivo del bambino, offre infinite possibilità emozionali, grazie

alle quali vengono veicolate conoscenze e scoperte. Nelle storie

il bambino si identifica nei personaggi che le animano, diventa

per un pò un eroe o una principessa, riconosce le proprie e le

altrui emozioni, scopre come imparare ad affrontarle e a gestir-

le, sviluppa curiosità e autonomia del pensiero.

Attraverso le attività organizzate che ne conseguono scopre le

proprie potenzialità.

L’insegnante legge una storia, i bambini la raccontano, fanno

domande, si “discute” sul suo significato, sulle emozioni susci-

tate, si rilevano i personaggi e i fatti principali, si rappresenta

attraverso il disegno. A volte le storie si inventano insieme …

Tutto questo in mezzo ad occhi e orecchie attente ...

"Se riesci a far innamorare i bambini di un libro, di due, di tre, cominceranno a pensare che leggere è un divertimento. Così, forse, da grandi diventeranno let-tori. E leggere è uno dei piaceri e uno degli strumenti più grandi e importanti della vita".

(R. Dahl)

"Le favole non dicono ai bambi-ni che i draghi esistono. Perché i bambini lo sanno già. Le favo-le dicono ai bambini che i dra-ghi possono essere sconfitti". (Gilbert Keith Chesterton)

"Non si nasce con l'i-

stinto della lettura

come si nasce con

quello di mangiare e

bere ... bisogna educa-

re i bambini alla lettu-

ra".

(Gianni Rodari)

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E se a Carnevale si racconta una storia di pirati succede che …

… il bambino rappresenta lo schema corporeo, impara a contare, speri-

menta tecniche espressive e l’utilizzo di materiali, collabora con i compa-

gni, “racconta” le proprie fantasie …

Impara divertendosi.

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LE NOSTRE MASCHERE

… Tante impronte di manine per realizzare gli alberi del nostro addobbo!

…. Ed ora via ai festeggiamenti!!

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Vino D.O.C. “Campoloniano”… vendemmia 2014 !!

Nel mese di ottobre le maestre ci hanno proposto una divertentissima esperienza: fare il vino a scuola…che

emozione!!!

…Ed infatti un bel giorno abbiamo trovato nell’aula una grossa cesta d’uva e tutto il necessario per dare il

via al processo di vinificazione. Siete pronti …via al divertimento!!!

(sgranatura) Abbiamo

separato gli acini succu-

lenti dal raspo … li ab-

biamo messi in alcuni

contenitori e …

( pigiatura) a turno, schiacciati con tutte le nostre forze per fare uscire tutto il succo...

(fermentazione) Finita la pi-

giatura abbiamo versato tutto

in un barattolo come se fosse

un tino … e dopo qualche giorno … la nostra

“spremuta d’uva” ha cominciato la

fermentazione … Il mosto bolliva !!

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Svinatura: 1)filtrazione : Per togliere le vinacce e

raccogliere il succo, abbiamo “torchiato”

con mezzi di fortuna: passaverdura, coli-

ni … ma alla fine ce l’abbiamo fatta!!...

2)travaso: e il succo ottenuto lo abbiamo messo in una bot-

tiglia a riposare ancora qualche giorno!!!

Ed infine.. abbiamo imbottigliato

ed etichettato il nostro Vino DOC

“Campoloniano”… vendemmia

Molti giorni sono passati … ripercorriamo e riproduciamo graficamente tutte le fasi della nostra esperienza

IMPARARE PER CRESCERE …GIOCANDO

CON L’ACQUA… “GOCCIA DOPO GOCCIA”

Quest’anno aver aderito al progetto ACQUA ci

ha permesso di realizzare e sviluppare una serie

di attività che hanno toccato tutti i campi di espe-rienza. L’acqua, essendo un elemento di uso quo-

tidiano, coinvolge i bambini nella loro totalità,

contribuisce a soddisfare il loro desiderio di ma-nipolazione, li affascina , offre loro molte possibi-

lità di gioco, di divertimento e la possibilità di

vivere sensazioni piacevoli, di conoscere , di e-

splorare…L’acqua è affettività, emozione, ricor-do, l'acqua è anche chiave per comprendere i fe-

nomeni della natura, i processi vitali.

Filastrocche, canzoncine e poesie hanno arricchi-

to tutte le esperienze.

I nostri piccoli alunni sin dal loro primo giorno di scuola sono stati accolti dal “pesciolino Mario”

personaggio della canzone di Diambrini e ognuno

ha preparato il suo pesciolino con il nome.

Le tre sezioni: delfini, seppie e polipi hanno realizzato su ciascun cartellone l’insieme dei pesci-classe.

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Tutte le mattine ogni bambino, quando entra in classe, cerca e riconosce il pesciolino con il suo nome, lo po-ne sul tabellone-mare delle presenze dove fa bella mostra la balena burlona protagonista di una filastrocca

amata dai bambini. Tutti insieme, in circle-time, contano i presenti e gli assenti e all’uscita ognuno toglie il

suo pesciolino per riporlo in un apposito contenitore.

La canzoncina “la settimana dei pesci” ci ha permesso di realizzare un itinerario settimanale con il quale, com-

prendere i concetti di ieri- oggi-domani, è più facile e divertente. Così giocando i bambini interiorizzano le categorie di spazio e tempo e acquisiscono la modalità del contare

per contare.

L’acqua ha regalato ai piccoli momenti di meraviglia e stupore; hanno sperimentato concretamente lo scio-

gliersi della neve, del ghiaccio, la consistenza, la trasparenza dell’acqua e anche la possibilità di poterla colo-

rare con sostanze e materiali vari. Accompagnati dal sottofondo della canzoncina “L’onda ballerina “ i bambi-ni hanno lasciato cadere gocce d’acqua colorata sul foglio bianco con il contagocce, il “ gocciarello” come

qualcuno lo ha chiamato, per poi utilizzare questa idea a carnevale realizzando la maschera dell’acqua.

CONVERSAZIONE

Dopo l’ascolto della canzone:”L’onda ballerina” si avvia

una conversazione per capire le conoscenze che i bambi-

ni hanno sulla parola…”ONDA”

Che cosa sono le onde?

Riccardo: sono quelle che stanno nel mare

Di cosa sono fatte le onde?

Carola: sono fatte di acqua

Dove possiamo trovare l’acqua?

Francesca: nel mare, in piscina

Jacopo: l’acqua sta nelle bottiglie

Riccardo: nel bagno e in cucina

Marco: io l’ho vista mentre venivo a scuola in macchina,

dentro al ruscello

Carola: nei tubi dei rubinetti

Luca: quando piove nella pioggia

Alessandro: nelle pozzanghere

A cosa serve l’acqua?

CHIARA 4 anni :La bevo quando ho sete

NICOLE 4 anni :Serve a fare la doccia

LUCA5 anni : A nuotare

ERINA 4 anni : mamma ci cucina

ANTONIO 5 anni : Per lavare i piatti

LORENZO 5 anni : Per lavare anche i panni

Di che colore è l’acqua?

È bianca

No, in piscina è azzurra

Anche al mare è colorata blu

L’acqua è bianca come il foglio?

Francesco: no, è trasparente perché vedo dall’altra

Dopo aver constatato che l’acqua è trasparente e non ha

colore proviamo a fare delle “magie” per dare colore

all’acqua.

Riempiamo tre contenitori con acqua , in uno mettiamo

della carta crespa blu, in un altro verde e nel terzo viola.

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L’acqua è bianca come il foglio?

Francesco: no, è trasparente perché vedo dall’altra parte

Dopo aver constatato che l’acqua è trasparente e non ha

colore proviamo a fare delle “magie” per dare colore

all’acqua.

Riempiamo tre contenitori con acqua , in uno mettiamo

della carta crespa blu, in un altro verde e nel terzo viola.

Con grande meraviglia di tutti l’acqua si colora.

Posizioniamo un cartoncino sul pavimento per lasciarci cadere

delle gocce, ci muniamo di contagocce e …via alla caduta delle

gocce.

Che divertimento! Sono tutti entusiasti e sorpresi nel vedere

quella pioggia colorata.

Cosa dicono i bambini durante l’esperienza?

Che bello?

E’ divertente fare le gocce con il “gocciarello”.

Con il contagocce ho tirato su un po’ di acqua colorata di

azzurro, poi ho preso l’acqua di colore verde e poi di colore

viola. Mi piace tanto!

Il contagocce è come il ciuccio ma più piccolo

Ho schiacciato il contagocce e ho lasciato cadere le gocce sul

foglio.

Quelle che abbiamo fatto cadere dall’alto sono dei rotondi

più grandi e intorno sono venuti tanti schizzi.

Guarda! Se cadono su quelle di prima il colore cambia, non

è uguale.

Vedi? Somigliano ai coriandoli.

Prima sono rotonde poi si allungano, si allungano e infine

cadono giù

Così è come la pioggia che cade dal cielo

“I COLORI DELL’ACQUA”

SITUAZIONE DI PARTENZA:

Abbiamo preso tre contenitori (uno di colore blu,uno rosso e

uno bianco) e li abbiamo riempiti d’acqua. I bambini sono

disposti in cerchio e i contenitori vengono collocati al cen-

tro.

Chiediamo ai bambini di osservare bene e poi di descrivere quello che vedono.

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Marco: io vedo l’acqua rossa... l’acqua blu…e l’acqua bianca

Chiara : l’acqua rossa…e blu

Riccardo : l’acqua è rossa

Lorenzo : è blu… rossa e pure bianca

Ins. Siete tutti sicuri di vedere l’acqua blu, rossa e bianca?

Bambini : siiii…

Ins. : Secondo voi, bambini , dove abbiamo trovato l’acqua blu, rossa e bianca?

Francesco 4 anni: al negozio

Jacopo 4 anni: al bar

Serena 5 anni : in bagno c’è

A questo punto vengono distribuiti dei bicchieri vuoti ad alcuni bambini che

vengono poi invitati ad andare in bagno a prendere l’acqua rossa, bianca e blu

Quando tornano ognuno dice di aver preso l’acqua ma non è blu… non è rossa… non è bianca.

I bambini vengono invitati a versare l’acqua presa nelle rispettive vaschette colorate.

Che forma ha l’acqua? Ins. Secondo voi che forma ha l’acqua bambini?

è rotonda

Prendiamo diversi contenitori e proviamo a versarci l’acqua dentro. Le risposte dei

bambini variano a seconda del recipiente in cui l’acqua viene versata

per me è rotonda

è lunga

per me è rotonda, piatta schiacciata

è come il cono gelato ma più grande

è stretta

è un po’ lunga

è a forma ovale

Ins. Perché prima avete detto che ha una forma rotonda poi a cono, poi avete detto che è lunga, poi stretta …

Che forma ha allora l’acqua?

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Indicano i contenitori con le mani e rispondono:

Qua è rotonda perché il vasetto è rotondo

Qua è lunga e stretta perché la bottiglia è lunga e stretta

Qua ha la forma di un rettangolo perché la scatola è a rettangolo

Qua è rotonda e schiacciata perché il piatto è rotondo e basso

Ins. Quindi bambini … che forma ha l’acqua?

La forma di dove la mettiamo

E’ nevicato, i bambini sono entusiasti e raccontano le loro

esperienze in circle-time …

Chi ha messo la neve fuori?

BEATRICE 5 anni: le maestre

ALESSANDRO 3 anni : le bidelle

VERONICA 5 anni e altri bambini : le nuvole

MARCO 5 anni : la neve ce la mette … le nuvole

Diversi bambini: il cielo … mette la neve

SERENA 5 anni : no! La neve cade … dal cielo

Ins. Bene! La neve cade dal cielo, cade dalle nuvole.

Chi ha messo la neve nelle nuvole?

GAIA 4 anni : le montagne

MARTA 3 anni : le piogge

MARCO 5 Anni: io dico che nessuno ha messo la neve dentro le nuvole. L’acqua delle nuvole si è congelata e

sono caduti i fiocchi di neve.

BEATRICE 5 anni: la pioggia ha messo la neve dentro le nuvole

Bene bambini, siete tutti d’accordo che la neve è caduta dal cielo?

Siiiiiiiii …

E siete tutti d’accordo se andiamo a prendere un po’ di neve per giocarci un po’ prima di stabilire cosa era la

neve prima di essere neve?

Siiiiiiii … evviva!!!

I bambini guardano divertiti chi sta prendendo la neve che copre i giochi che sono all’aperto, la ringhie-

ra ,il prato …

Nell’atrio la candida neve è messa a terra su un telo e ognuno può toccare, manipolare, accostare alle guan-

ce, appallottolare… e così costruiscono un piccolo pupazzo di neve.

Che bello! Dice qualcuno, ha per naso un pennarello al posto della solita carota, per occhi ha due pezzetti di

pongo e la bocca …

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Che nome possiamo dargli?

Nevino, esordisce qualcuno. Certo “Nevino” perché è piccolo, fatto con poca neve

Bene ! Ora sistemiamo Nevino in un posto tranquillo all’ingresso e domani quando torneremo a scuola

vedremo se sarà ancora qui ad aspettarci.

L’indomani Nevino non c’è più e al suo posto c’è solo acqua e tutto quello che era il suo abbigliamento.

La neve si è sciolta, è acqua! Aveva ragione Marco. Il freddo ha fatto ghiacciare le goccioline della

pioggia.

Come fa l’acqua ad andare sulle nuvole?

LORENZO 4 anni : con un aereo… hanno messo l’acqua dentro le nuvole

MARTA 3 anni : chiede aiuto a un uccellino

GAIA 3 anni : col vento… quando tira forte

LUCA 5 anni : qualcuno ce la mette con i tubi … dietro al cielo

ANTONIO 5 anni : Con il fumo che va su

MARCO 5 anni : no, il fumo no, l’acqua va su con la nebbia… mi sa

CHIARA 4 anni : Con il sole… il sole asciuga il bagnato e lo mette dentro le nuvole.

Arrivederci al prossimo numero