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1 N N i i d d o o d d I I n n f f a a n n z z i i a a P P r r o o s s e e c c c c o o P P R R O O G G E E T T T T O O E E D D U U C C A A T T I I V V O O A A N N N N O O S S C C O O L L A A S S T T I I C C O O 2 2 0 0 1 1 2 2 - - 2 2 0 0 1 1 3 3

Nido d’Infanzia Prosecco - Trieste Scuola - Home I MODI DELL’EDUCARE “L’asilo nido è teso a rispettare i ritmi biologici individuali del bambino. Perciò l’organizzazione

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L’asilo nido nato negli anni settanta come servizio soprattutto per le

donne lavoratrici è diventato nel corso degli anni un servizio socio-

educativo di supporto concreto alle famiglie. E’ un ambiente dove il

personale educativo necessita di una alta preparazione culturale

pedagogica e didattica.

A garanzia di questi requisiti tutto il personale degli asili nido della

Regione F.V.G usufruisce ormai da anni di una formazione permanente.

Il nido è un luogo di vita e di crescita per i bambini e le bambine che

imparano insieme ad altri adulti a condividere esperienze, emozioni,

sentimenti e relazioni.

Il nido è un luogo del vivere quotidiano pensato per stare bene insieme

dove si sperimentano giochi e apprendimenti nel rispetto dei diritti e dei

bisogni di ciascuno.

Il nido è un luogo di cura e di pensiero dove ogni bambino è pensato e

presente nella mente degli adulti che si prendono cura di lui, dove i

genitori possono condividere i loro pensieri, vedere adulti esperti

interagire e giocare con i propri figli, manifestare dubbi, incertezze,

ansie ed essere ascoltati.

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CONDIZIONI PER L’EDUCAZIONE

- OSSERVARE, PROGETTARE, VALUTARE, DOCUMENTARE –

Tutto ciò che avviene all’interno del servizio, è intenzionalmente

educativo, ed è volto allo sviluppo cognitivo e relazionale dei piccoli. Da ciò

deriva la necessità di progettare-programmare le attività.

L’osservazione continua dei bambini rende evidenti i loro interessi,

permette di programmare le proposte educative; i progetti vengono

elaborati durante tutto l’anno scolastico, strutturati sulle indicazioni dei

bambini.

L’efficacia dei progetti educativi si desume dai risultati ottenuti e dal

punto di vista della qualità percepita dalle famiglie.

Lo scambio delle documentazioni relative alle attività svolte dai figli

all’interno del nido rappresenta un momento importante per lo sviluppo del

processo di partecipazione del genitore alle attività extrafamiliari del

bambino.

Gli strumenti messi in opera dalle educatrici a questo scopo sono:

1. la programmazione scritta

2. il diario quotidiano

3. cartelloni con foto in occasione di eventi particolari (feste,

compleanni, gite, passeggiate)

4. cartelloni con foto che documentano attività e giochi svolti dai

bambini

5. elaborati dei bambini individuali o collettivi

6. opuscolo che illustra e spiega le attività e i giochi dei bambini.

7. video

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I MODI DELL’EDUCARE

“L’asilo nido è teso a rispettare i ritmi biologici individuali del bambino. Perciò l’organizzazione della giornata, è strutturata in modo da rispettare, per quanto possibile, le differenze individuali. Si passa progressivamente dal tempo individuale, stabilito dai propri ritmi biologici o dalle proprie abitudini di casa, alle regole dell’istituzione”. /Borghi 1992) - LE RELAZIONI-

Al nido le educatrici possono gestire in maniera individualizzata o nella

situazione di piccolo gruppo molti degli eventi e delle attività in cui è

impegnato il bambino durante la giornata; possono intrattenere

conversazioni o situazioni di gioco individualizzate, o assistere con un

ruolo di promozione, sostegno ed espansione le interazioni, le attività e i

giochi di coppia o di piccolo gruppo dei bambini; possono dare a ciascun

bambino il proprio tempo e dirigere contemporaneamente altre situazioni

o eventi (l’entrata di una coppia madre-bambino e sostegno al gioco di un

piccolo gruppo di bambini); possono stare ad una distanza dal bambino o

dal gruppo. Tale distanza permette l’osservazione dei contesti una

modalità di rapporto molto diversa dal “lasciar fare” o dall’intervenire in

maniera direttiva.

-INSEGNARE AD APPRENDERE Lo stile e le strategie delle educatrici sono dirette a promuovere i gesti

della messa in gioco “faccia a faccia” fra adulto e bambino, con il contatto

e la manipolazione corporea, i giochi di coppia, le routine conversazionali

che coinvolgono un oggetto, una circostanza, un evento (le chiacchere

prima della colazione o del pranzo, il commento al racconto di una storia).

E’ inoltre compito delle educatrici guidare le attività finalizzate

all’acquisizione di determinate competenze di tipo senso-percettivo,

psicomotorio e cognitivo, in ogni caso qualunque proposta di attività o di

situazione di esperienza, non viene strutturata in maniera chiusa, ma con

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la disponibilità ad accogliere gli stimoli e le provocazioni dei bambini,

scegliendo un ruolo di assistenza nelle situazioni sia di gioco libero che

guidato, intervenendo soprattutto in caso di necessità, quale la contesa di

un oggetto, un contrasto o un’interazione conflittuale che non riesce a

risolversi in modo positivo, o il vagare solitario di un bambino.

INSERIMENTO

Possiamo definire l’inserimento all’asilo nido un evento importante nella

vita del bambino e dei suoi genitori, è qualcosa d’inatteso e di nuovo che

cambia la sua percezione del mondo, creandogli nuovi punti di riferimento.

L’inserimento è un’esperienza che scatena emozioni più o meno intense e

particolari in chi lo sta vivendo; proprio per questo si dà tanta attenzione

a questo delicato momento di transizione che non può essere quindi

proposto in modo casuale e superficiale.

Nel nostro nido l’inserimento avviene in gruppo: tutti i bimbi nuovi lo

iniziano insieme nella seconda settimana di settembre.

L’obiettivo dell’inserimento nei confronti del bambino:

• Favorire il distacco dai genitori • Favorire la conoscenza del nuovo ambiente • Favorire la conoscenza degli educatori • Favorire l’inserimento nel gruppo dei pari

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L’obiettivo dell’inserimento nei confronti dei genitori:

• Favorire un distacco graduale dal figlio • Favorire la conoscenza del nuovo ambiente, dell’organizzazione della giornata al nido, delle scelte pedagogiche

• Favorire un atteggiamento di collaborazione con gli operatori del nido

L’obiettivo dell’inserimento nei confronti degli operatori:

• Favorire la conoscenza attraverso l’osservazione dei singoli bambini e dei loro rapporti con i genitori

• Favorire gradualmente lo spostamento dell’interesse dei bambini dai genitori a se stessi a ai coetanei

• Favorire un atteggiamento di collaborazione con i genitori

Modalità di attuazione

L’adattamento del bambino al nuovo ambiente è pensato e programmato, il

suo percorso di ambientamento viene favorito dall’inserimento di gruppo,

infatti, a settembre i bambini nuovi vengono accolti in un gruppo di circa

12-14 bambini, questa modalità aiuta sia il gruppo di bambini che il gruppo

di genitori che si sostengono a vicenda.

La durata dell’inserimento è di due settimane, ci possono essere delle

variazioni legate al comportamento del bambino, alle sue reazioni al nuovo

ambiente.

Il periodo d’inserimento è indispensabile alle educatrici per la conoscenza

dei nuovi bambini e delle loro abitudini, per questo oltre ad utilizzare un

colloquio individuale con i genitori, che avviene quasi sempre a casa del

bambino, si fa anche uso di una scheda che i genitori compilano per

descrivere il loro bambino.

Durante l’inserimento anche i genitori hanno la possibilità di conoscere chi

si occuperà del loro bambino, avviando un rapporto di fiducia e

collaborazione indispensabili per il benessere di adulti e bambini.

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Organizzazione dell’intervento

L’inserimento ha la durata di due settimane, tale periodo può variare a

seconda di esigenze particolari del bambino e viene concordato con la

famiglia.

Nella prima settimana si da modo a bambino e genitore di conoscere il

nido come contesto ambientale e relazionale, a metà settimana viene

proposta una riunione per preparare i genitori alle modalità del primo

distacco.

Nella seconda settimana il bambino frequenta il nido ancora con un

familiare ed inizia a sperimentare il primo distacco per un arco di tempo

breve che giorno per giorno si allunga, introducendo a metà settimana il

pranzo.

Nella terza settimana si consolida la permanenza al nido e rispettando i

tempi ed i bisogni di ogni singolo bambino, verrà proposto il sonno per

quelli che hanno scelto la permanenza per l’intera giornata.

Colloquio a casa

Il primo colloquio con la famiglia viene proposto a casa e due educatrici si

recano in visita a casa del bambino : è importante che lui/lei sia presente

durante l’ incontro.

Il colloquio a casa vuole essere uno scambio di informazioni sul bambino

nella sua totalità, sui comportamenti e sulle scelte educative della

famiglia anche rispetto l’esperienza di frequentare il nido.

Inoltre, permette, di aprire un dialogo e di costruire una relazione nido –

famiglia che porterà a condividere percorsi e strategie educative.

Questo avviene solitamente nella seconda settimana di inserimento e

sempre prima che il bambino si fermi a dormire al nido.

Per il bambino vederci nel suo ambiente familiare, tra le sue cose ed i

suoi giochi, vedere come i suoi genitori ci accolgono, lo rassicura e gli da’

quella fiducia necessaria per affrontare il suo percorso d’ambientamento.

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Per noi vederlo nel suo contesto familiare, ci consente di avere più

elementi e strategie per sostenerlo emotivamente.

Nelle riunioni collegiali, tutti gli educatori si confrontano sulle esperienze

fatte nelle visite, in modo che tutto il gruppo di lavoro conosca lo

svolgimento di ogni colloquio e sia in grado di affrontare in modo coerente

le richieste del bambino, i bisogni delle famiglie ed il modo di relazionarsi

con entrambi.

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PARTECIPAZIONE DELLE FAMIGLIE La famiglia protagonista assieme al nido dell’azione educativa

Per le famiglie partecipare agli eventi del nido, ritagliando uno spazio da

dedicare al proprio bambino, a se stessi, a tutti gli altri adulti e bambini,

diventa un’occasione speciale ed indispensabile per condividere

l’esperienza educativa che lo stesso bambino vive a casa e al nido

Il dialogo tra queste due entità diverse, la loro positiva interazione

rappresenta la forma di sostegno migliore ad uno sviluppo armonico delle

potenzialità infantili.

I genitori sono sollecitati e stimolati nel condividere con gli educatori del

nido e con gli altri genitori l’esperienza di educare i propri figli.

I bambini dall’altra parte, fin dalla primissima età, hanno una

straordinaria capacità di leggere le differenze che caratterizzano

situazioni diverse; essi sono capaci di adattarsi alle differenze, sanno

sfruttare positivamente e costruttivamente le situazioni.

E’ compito degli adulti, genitori ed educatori, creare insieme continuità in

un contesto capace di accogliere, sostenere ed accompagnare il bambino

nel suo percorso di crescita.

Stare insieme, fare insieme, condividere attività e giochi, cibo,

esperienze, opinioni, capacità, amicizie al di fuori del proprio contesto

familiare, riconoscersi negli altri sentendosi sostenuti e compresi, tutto

questo attraverso varie iniziative:

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• Primo incontro di gruppo con i nuovi accolti • Primo colloquio individuale a casa del bambino • Colloqui individuali al nido a metà percorso • Laboratori a tema • Giornate dedicate ai nonni

• Giornate dedicate alle mamme e ai papà con aperture al nido • Cene o pranzi al nido organizzata insieme a tutte le famiglie • Gita con le famiglie • Uscite e passeggiate che possono essere organizzate durante l’anno • Un pomeriggio di fine ottobre con i bambini che sono andati alla scuola dell’infanzia

• Il “presta libro”: in giorni prefissati si prestano alle famiglie i libri della biblioteca del nido.

L’integrazione delle bambine e dei bambini diversamente abili.

I N idi d’Infanzia accolgono le bambine ed i bambini diversamente abili

avendo cura di creare un ambiente rispondente ai bisogni dei singoli

considerati sempre in relazione ai gruppi d’appartenenza. Tali bisogni

trovano risposta, innanzitutto, attraverso l’incremento del personale

educativo all’interno delle strutture: un educatore viene aggiunto in

supporto all’èquipe, garantendo così, di norma, l’intervento sul singolo in

sintonia con il contesto ambientale e relazionale che va connotato e

percepito in termini di unitarietà, di continuità e di condivisione di tutto il

gruppo Nido. Tutto il personale educativo è quindi direttamente coinvolto

nell’opera di integrazione del bambino all’interno del gruppo di coetanei e

partecipa all’elaborazione della comune programmazione educativa e

didattica.

Sono previste azioni di prevenzione ed interventi mirati, in sinergia con i

Servizi Sociali e Sanitari del Territorio, per affrontare in rete le

problematiche connesse alla prevenzione e riduzione dell’handicap ed al

sostegno, cura e riabilitazione dei bambini che presentano forme

conclamate di deficit.

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Un piano specifico d’intervento viene elaborato in accordo con la famiglia,

in base all’esito dei rapporti con i Servizi coinvolti, provvedendo alla

costante verifica e valutazione dello stesso,

partendo dall’assunto che ad ogni bambina e ad ogni bambino vanno

offerte uguali opportunità educative e formative di crescita e sviluppo

delle proprie potenzialità, senza alcuna distinzione di genere, di sesso, di

appartenenza etnica, religiosa o culturale, i Nidi d’Infanzia promuovono,

rendendola parte integrante del progetto educativo, la valorizzazione

delle differenze e la promozione dell’integrazione dei bambini in

situazione di svantaggio socio-ambientale e culturale, attraverso il

rispetto di un programma di azioni.

Il nido, preposto alla cura e all’educazione delle bambine e dei bambini

frequentanti, ha come finalità e obiettivi “la prevenzione contro ogni

forma di emarginazione derivante da svantaggio psico-fisico e sociale,

tutelando e garantendo in particolare il diritto all’inserimento dei

bambini/e disabili o in situazioni di disagio relazionale e socio-culturale”

(Art. 2 Regolamento Nidi d’Infanzia del Comune di Trieste),

coerentemente alla Legge Regionale n. 20 del 18 agosto 2005, “…il sistema

integrato assicura: …. Il lavoro in continuità con i servizi sociali e sanitari

presenti sul territorio”, dove per sistema integrato s’intende un sistema

che tenda a garantire risposte unitarie e coerenti alla complessità dei

bisogni dei bambini e delle bambine e delle loro famiglie mediante la

messa in rete dei servizi socio-educativi per la prima infanzia.

La continuità orizzontale mette in rete il lavoro con tutte le Istituzioni

(pubbliche, private) che sono chiamate a intervenire sul minore

contemporaneamente alla sua frequenza nell’istituzione Nidi d’Infanzia (la

famiglia, Servizi Sociali, U.OB.A, Distretti Sanitari, Ospedale Infantile e

tutte le altre agenzie presenti sul territorio coinvolte nel percorso di

crescita dei bambini e delle bambine).

Il Nido d’Infanzia è un servizio che sostiene e facilita le famiglie accolte

nella cura e nelle scelte educative attraverso percorsi e progetti

condivisi.

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Gruppi sezione : una sezione mista 27 bambini 14 bambini dai 12 ai 23 mesi

13 bambini dai 24 ai 36 mesi

I bambini non sono suddivisi in sezioni separate

� Spesso i bambini vengono suddivisi in gruppi, in particolare quelli più piccoli ,

che vengono raccolti per attività diversificate

� Sono previsti laboratori trasversali

ORARI DEL PERSONALE EDUCATIVO:

Ci sono quattro educatrici a tempo pieno con il seguente orario:

7.20-13.320: due educatrici

8.30- 1500: un’educatrice

9.00-15.30: un’educatrice

Ci sono due educatrici a part time:

8.30-12.30: un’educatrice

L’altra educatrice part time con il seguente orari0 : 14.30 17.30

Sono sempre presenti due operatori d’appoggio con il seguente orario:

7.30-15.12- 9.48-17.30.

Un coordinatore pedagogico responsabile anche della scuola d’infanzia

integrata e dei nidi d’infanzia Verdenido e Frutti di Bosco.

Inoltre, un’operatrice addetta alla distribuzione dei pasti, in servizio per

una cooperativa appaltata dalla nostra Amministrazione.

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MOMENTI DI CURA O ROUTINES

I momenti dell’igiene personale, dei pasti e del sonno rappresentano

occasioni importanti per il bambino per conquistare la propria autonomia,

e poter sperimentare le proprie potenzialità e i propri limiti, condividendo

le esperienze con i coetanei, confortati dal sostegno di situazioni stabili

entro uno schema prevedibile, cioè la regolarità e, spesso la ritualità dei

momenti di cura, libera i bambini da ansie ed incertezze, strutturando

dentro di loro un senso di continuità.

I tempi, gli spazi e gli oggetti che rendono riconoscibili i diversi contesti

di cura all’interno di una trama di situazioni organizzate sviluppano nei

bambini una capacità di orientarsi attraverso una mappa degli eventi

costruita in base a ciò che ogni momento della giornata è ragionevole

attendersi.

IL SONNO: questo momento è molto delicato per ogni bambino in quanto

è caratterizzato da una situazione conosciuta e rassicurante per un’altra

di cui non si ha una percezione chiara. Questo passaggio ha bisogno di

essere mediato da strategie da gesti sempre uguali e da oggetti

transizionali che offrono la rassicurazione necessaria per lasciargli

andare ( ciuccio, peluche, cd rilassante). Questi gesti rassicurano i

bambini creando dei rituali che rendono questo momento atteso e

piacevole. Anche il risveglio è pensato in modo che in seguito i bambini

possano gestire l’esperienza che vivono attraverso piccoli rituali: la

tranquillità nel rivestirsi, l’abbandono degli oggetti, la preparazione alla

merenda e al saluto.

IL CAMBIO: la qualità della relazione durante il cambio va oltre il

benessere che prova il bambino nel sentirsi accudito. Il legame

gradualmente si amplifica si arricchisce di sensazioni ed emozioni

profonde che favoriscono nel bambino il passaggio dal suo “BISOGNO DI

CURE” al “DESIDERIO DI ESSERE ACCUDITO”.

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IL PASTO: Il pranzo oltre a soddisfare il bisogno della fame viene vissuto

come momento di condivisa convivialità. Nell’aiutare i bambini l’adulto

interviene con i più piccoli perché non hanno ancora raggiunto una

maturazione nell’uso delle posate.

Il lavoro dell’adulto è quello di imparare a contenere l’ansia di “DARE da

MANGIARE” al bambino lasciando più spazio alle sue competenze

garantendo a tutti cura, tempo e tranquillità.

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ATTIVITA’ GIOCO SIMBOLICO –

Il gioco con gli oggetti e con

i ruoli o simbolico ha una funzione importante nell’organizzazione della

vita psichica infantile poiché, stabilendo punti di contatto tra la fantasia

e la realtà aiuta il bambini a dominare le sue paure di minacce interne ed

esterne e, a trasformare l’angoscia in piacere. Il mondo interno del

bambini ha, infatti, bisogno di integrazione ed equilibrio, il suo Io debole

non è ancora capace di opporsi a pulsioni proibite e angoscianti. Nel gioco

le vicende del mondo interno vengono esternate: il bambino drammatizza

il conflitto ed assume i ruoli che gli consentono di ridurre l’angoscia e di

trovare una soluzione positiva.

Il gioco ha una funzione di liberazione da emozioni negative e,

contemporaneamente, consente di affrontare in maniera personalizzata

problemi di grande complessità (il distacco dalla madre, il bisogno di

autonomia e ancora di simbiosi con il corpo materno, la nascita di un

fratellino, visite mediche ed eventuali ospedalizzazioni). Ogni emozione

dolorosa che il bambino è costretto a sperimentare viene con il gioco di

finzione “digerita” e padroneggiata.

Nel salone del nostro nido un grande spazio è riservato al gioco simbolico.

Lo spazio-casetta con cucina e camera e l’angolo dei travestimenti,

allestiti con i materiali e strumenti che rendono possibili ai bambini lo

scambio delle parti e il rivestire ruoli diversi; lo spazio abbastanza ampio

permette all’adulto di partecipare senza intrusione, di osservare lasciando

fare, di sostenere e amplificare, permettendo al bambino o al gruppo di

bambini di sperimentare fino in fondo le loro emozioni.

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- GIOCHI DI MANIPOLAZIONE

E CON IL COLORE –

Soddisfano il piacere dell’esplorazione e della trasformazione di se stessi

e delle cose.

Il colore, i materiali plastici e quelli naturali diventano strumenti per

scoprire e costruire nuovi modi di esprimersi e di conoscere,

la possibilità di pasticciare con i materiali diversi, concentrandosi nel

piacere che ne deriva libera dalla paura di sporcarsi che oggi più che mai

osserviamo in molti piccoli, paura che inibisce la loro voglia di esplorare, di

sperimentare nuovi equilibri, quella curiosità gioiosa ed entusiasta che è

alla base di ogni forma di espressione artistica.

- LETTURA E RACCONTO DI

STORIE –

“la lettura dei libri rappresenta un’esperienza capace di coinvolgere e motivare i bambini, sia sul versante cognitivo e comunicativo, per la magia dell’entrare in relazione con i simboli, siano essi immagini , parole, che sul piano espressivo, per le emozioni che entrano in gioco ascoltando e raccontando storie di cui spesso i bambini si sentono protagonisti. La condivisione fra bambini e con l’adulto di situazioni di lettura di immagini o vere e proprie storie, costituisce un contesto de relazione ricco, in cui il

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punto di vista di ognuno, diventa elemento di confronto per l’ampliamento e l’arricchimento delle diverse conoscenze personali e delle elaborazioni fantastiche, che spesso diventano pretesti da cui può nascere, ogni volta, una imprevedibile nuova storia” (Aldo Fortunati – Il mestiere dell’educare). Alla lettura individuale o di gruppo viene riservato nel nostro nido uno

spazio raccolto, luminoso con un materasso e comodi cuscini su cui

sedersi. Sull’espositore stanno i libri a disposizione continua dei bambini

per soddisfare la loro curiosità, mentre sulle mensole sono allineati i libri

“importanti”, quelli che per la complessità dell’argomento e per la

delicatezza dell’impaginazione vengono letti ai bambini dall’adulto.

Questi libri si possono anche prendere in prestito per leggerli a casa con

mamma e papà.

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Progetto Teatro, anno scolastico 2009-2010