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News n°6 Trimestrale informativo dell’Istituto Clinico Città Studi 1 È quanto si possono permettere i pazienti del reparto di Ortopedia e traumatologia diretto dal dottor Nicolò Castelnuovo, milanese, che ha prestato la sua collabo- razione in grandi ospedali: S. Raffaele, Pini, Galeazzi. Ancora in cammino Dottor Castelnuovo come si è sviluppato il suo per- corso professionale Ho iniziato questa professione come traumatolo- go per poi passare, giunto all’Istituto Clinico Città Studi, ad occuparmi anche dell’implantologia delle protesi, branca che avevo avuto modo di approfon- dire nei dieci anni di attività condotti all’Ospedale Galeazzi. Nel periodo di specializzazione mi sono occupato anche di medicina sportiva e sono stato medico di pista degli azzurri di sci. Come ha organizzato il suo lavoro in ICCS Quando ho iniziato la mia attività all’Istituto Clinico Città Studi mi sono reso conto che un gran numero di miei pazienti erano anziani con tutte le comor- bidità che l’età avanzata comporta. Per questi motivi non è raro che queste persone non godano di grande considerazione nel sistema dell’assistenza ospedaliera. Io, al contrario, ho pensato di far divenire questo reparto attrattivo per gli anziani che presentano anche patologie importanti. Così ho assunto nel mio staff, oltre agli ortopedici, una geriatra. L’anno scorso l’età media dei pazienti che avevano subito un’operazione nel mio reparto è stata di 89 anni. Un record… Probabilmente sì, anche se ci tengo a sottolineare che un’altra nostra eccellenza è la sopravvivenza dei pazienti con rottura di femore, spesso anziani. Questo dato migliora se si opera entro le 48 ore. Noi riusciamo ad operare l’80% dei nostri pazien- ti in questo periodo di tempo. Il restante 20% non lo operiamo solo perché sono pazienti che hanno la necessità di particolari accertamenti prima dell’intervento. Ovviamente rispettando questo pro- tocollo gli esiti delle operazioni sono in massima parte positivi. Esiste qualche problema specifico in questi casi Giungono da noi, provenienti dal Pronto Soccorso, pazienti di ogni età con evidenze di piccola trauma- tologia o fratture di omero, femore e tibia. Il peri- colo pubblico numero uno, in questi casi, sono le infezioni e il trattamento di queste ultime, quando si palesano, nelle fratture esposte e periprosta- tiche. Su questi temi ho messo a punto un manuale che spero prima o poi di pubblicare.

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News n°6Trimestrale informativo dell’Istituto Clinico Città Studi

1

È quanto si possono permettere i pazienti del reparto di Ortopedia e traumatologia diretto dal dottor Nicolò Castelnuovo, milanese, che ha prestato la sua collabo-razione in grandi ospedali: S. Raffaele, Pini, Galeazzi.

Ancorain cammino

Dottor Castelnuovo come si è sviluppato il suo per-corso professionaleHo iniziato questa professione come traumatolo-go per poi passare, giunto all’Istituto Clinico Città Studi, ad occuparmi anche dell’implantologia delle protesi, branca che avevo avuto modo di approfon-dire nei dieci anni di attività condotti all’Ospedale Galeazzi. Nel periodo di specializzazione mi sono occupato anche di medicina sportiva e sono stato medico di pista degli azzurri di sci.

Come ha organizzato il suo lavoro in ICCSQuando ho iniziato la mia attività all’Istituto Clinico Città Studi mi sono reso conto che un gran numero di miei pazienti erano anziani con tutte le comor-bidità che l’età avanzata comporta.Per questi motivi non è raro che queste persone non godano di grande considerazione nel sistema dell’assistenza ospedaliera. Io, al contrario, ho pensato di far divenire questo reparto attrattivo per gli anziani che presentano anche patologie importanti. Così ho assunto nel mio staff, oltre agli ortopedici, una geriatra. L’anno scorso l’età media dei pazienti che avevano subito un’operazione nel mio reparto è stata di 89 anni.

Un record…Probabilmente sì, anche se ci tengo a sottolineare che un’altra nostra eccellenza è la sopravvivenza dei pazienti con rottura di femore, spesso anziani.

Questo dato migliora se si opera entro le 48 ore. Noi riusciamo ad operare l’80% dei nostri pazien-ti in questo periodo di tempo. Il restante 20% non lo operiamo solo perché sono pazienti che hanno la necessità di particolari accertamenti prima dell’intervento. Ovviamente rispettando questo pro-tocollo gli esiti delle operazioni sono in massima parte positivi.

Esiste qualche problema specifico in questi casiGiungono da noi, provenienti dal Pronto Soccorso, pazienti di ogni età con evidenze di piccola trauma-tologia o fratture di omero, femore e tibia. Il peri-colo pubblico numero uno, in questi casi, sono le infezioni e il trattamento di queste ultime, quando si palesano, nelle fratture esposte e periprosta-tiche. Su questi temi ho messo a punto un manuale che spero prima o poi di pubblicare.

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Ma non vi occupate solo di fratture negli anziani, par-liamo delle protesi e di quali sono le domande più fre-quenti che le pongono pazienti che utilizzeranno una protesiI pazienti chiedono quanto dura una protesi, quest’ultima può durare anche 50 anni se si evitano tensioni eccessive. Giocare a calcio con la protesi al ginocchio crea un logoramento non da poco. Oltre questi eccessi i pazienti, giovani e di tutte le età, chiedono di poter ottenere l’efficienza precedente anche con la protesi.

Per rispondere a questa fondamentale esigenza si utilizzano da qualche tempo protesi monocompar-timentali che permettono d’intervenire risparmian-do ossa e legamenti.In questo caso, per esempio il ginocchio, ritorna ad offrire al paziente quasi la stessa percezione del ginocchio naturale. Per comprendere quanto sia la soddisfazione del paziente si applica un indice, che tradotto approssimativamente dall’inglese, valutase il paziente si è dimenticato entro un anno dell’intervento. In Italia la media è del 15% dato ab-bastanza basso. All’Istituto Clinico Città Studi la me-dia è del 35% che è garanzia di notevole esperienza.

Riusciamo così ad ottenere un buon risultato funzio-nale per il paziente.

Se per gli operati all’anca il 90% dimentica di avere una protesi, in quelli operati al ginocchio con inter-vento totale il 60-70% non ricorda l’operazione. Con l’intervento monocompartimentale l’obiettivo “for-get” è del 90%.

Ma questo intervento, complesso, deve essere eseguito da chirurghi esperti. L’esperienza viene va-lutata dal numero di interventi monocompartimen-tali che vengono realizzati a fronte di quelli totali.

to di ricovero o coltivando aspettative diverse da quelle che poi si concretizzano.

Serve pazienza, grande capacità di mediazione e comprensione ma purtroppo il tempo che pos-siamo dedicare a questo tipo di relazioni è poco. L’importante, come sottolineavo, nonostante tutto ciò, è mantenere l’alto livello qualitativo del servizio, elemento questo che ci è riconosciuto anche dagli indicatori della Regione Lombardia.

Quali sono i giorni di maggior affluenzaIl venerdì e il lunedì e ora anche la domenica pomeriggio quando la fine della giornata festiva e l’avvicinarsi della nuova settimana creano angoscia o il timore di non poter raggiungere l’ospedale nei giorni di lavoro. Accanto a queste considerazioni di carattere statistico ve ne sono altre che impongono al Pronto Soccorso uno sforzo organizzativo non in-differente.Apriamo la porta dell’ufficio dove ci eravamo ri-fugiati, fuori decine di persone attendono di es-sere visitate secondo i codici di gravità che le con-trassegnano. Ronsivalle bisbiglia una parola di conforto ad una paziente e poi scompare nel fondo del corridoio, inghiottito dalla sua “strada”.

Dott. Nicolò CastelnuovoResponsabile Ortopedia, traumatologia, chirurgia ortopedica elettiva

Dott. Andrea RonsivalleResponsabile Pronto Soccorso

Nel quartiere di Città Studi ci sono diversi punti di ritrovo ma uno è particolare. Si tratta del Pronto Soc-corso dell’Istituto Clinico Città Studi che svolge la sua fondamentale attività di soccorso e cura per persone che hanno subito incidenti o che accusano malori.

A capo di questi medici e infermieri in prima linea, come recitava il sottotitolo della fortunata serie te-levisiva E. R. ideata dallo scrittore americano Mi-chael Crichton, vi è Andrea Ronsivalle che lascia il suo affollato reparto per descrivere la sua “fron-tiera”. Dirige il Pronto Soccorso dell’ICCS dal 2006 dopo diverse esperienze in grandi ospedali mila-nesi pubblici e privati e con un trascorso profes-sionale internazionale, in Argentina.“Siamo medici di strada” esordisce Ronsivalle, e lo dice con affetto nei confronti di entità imprecisate, ma si comprende che, nonostante le difficoltà, le reazioni spesso eccessive degli accompagnatori dei pazienti, egli non potrebbe che dirigere il Pronto Soccorso. Sta in trincea e ci sta benissimo.

Dottor Ronsivalle perché medici di stradaAbbiamo un bacino d’utenza molto ampio nella zona 3 di Milano che comprende Città Studi con circa 200 mila persone. Afferiscono al nostro Pronto Soc-corso soggetti che hanno problemi fisici e psichici che vivono o che percorrono alcuni centri nevralgici della città come le stazioni Centrale e Lambrate, la tangenziale, via Padova, viale Monza e il centro di via Corelli.

Quindi credo che sia comprensibile la metafora del-la strada che entra nel Pronto Soccorso con tutte le vicende umane e sanitarie, più o meno gravi più o meno risolvibili, che dalle vie del nostro quartiere giungono fino a noi. Incidenti stradali e casalinghi, esiti di risse, problematiche cardiovascolari, piccoli e grandi traumi e poi soprattutto anziani e grandi anziani con polipatologie, fratture o in stato confu-sionale.

Quante persone passano in un anno dal Pronto Soc-corso ICCSCirca 34mila ed ogni giorno vediamo circa 94/96 persone con picchi di 130/140. Ma oltre questi nu-meri va sottolineato che il Pronto Soccorso ha mo-dificato molto le proprie caratteristiche. Se sino a qualche tempo fa era una specie di anticamera per i reparti, ora è un vero e proprio reparto di tratta-mento e cura.

È evidente quindi che anche le professionalità di chi vi opera si siano affinate (infermiere di Triage, medico d’urgenza, traumatologo, etc.). Il moderno Pronto Soccorso è organizzato con protocolli, si opera attraverso linee guida specialmente per le patologie tempo dipendente (rete Stroke, IMA e sepsi ), il che implica valutare i pazienti entro tempi che favoriscano gli eventuali interventi chirurgici o terapeutici.

La pressione che spesso il Pronto Soccorso subisce a causa del numero di pazienti presenti non deve mai incidere sulla qualità dei nostri interventi che deve sempre restare alta.

Quali sono i maggiori problemi che deve affrontareSoffrivamo di problemi strutturali in special modo quando l’affluenza era eccessiva ed i reparti non erano in grado di accogliere nuovi pazienti, con la nuova logistica ormai definitiva potremo far fronte anche ai picchi di presenze. Come del resto anche tutti gli altri PS-DEA (Pronto Soccorso-Diparti-mento d’emergenza e accettazione) della rete metropolitana con cui ci riuniamo periodicamente. Frequentemente siamo investiti dall’emotività dei familiari dei pazienti che accompagnano un mala-to, avendo predisposto mentalmente un proget-

Il pronto soccorso di un City Hospital

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Indirizzo Redazione: Via Montebello 27, 20121, MilanoDirettore Responsabile: Claudio Rossetti, email: [email protected] di pubblicazione e periodicità: Anno 2, numero 6, trimestraleProgetto grafico: www.beestudio.netStampa: Villa Italo Tipolitografia S.r.l., Via Giancarlo Puecher, 5, 23844 Sirone LCNumero di registrazione: Autorizzazione Tribunale di Milano n. 243 del 26/07/2017

Patata americanaLa patata americana detta anche “batata” è entrata ormai a pieno titolo nei nostri

menu e nelle nostre diete. L’associazione americana CSPI (Center of Science in the

Public Interest) l’ha inserita al primo posto tra i vegetali più importanti per la nostra

salute. Con apporto di antiossidanti, vitamine minerali e fibre fa bene al cuore. È fonte

di vitamina D, concentrato di vitamina A e buona fonte di vitamina C. Ottima per

prevenire l’influenza.

CacaoMangiando cioccolato fondente ad alta concentrazione di cacao al 70%, secondo gli

studi dell’università californiana di Loma Linda, si ottengono benefici per il poten-

ziamento delle difese immunitarie e della memoria grazie alla presenza nel cacao dei

flavonoidi.

QuinoaPriva di glutine è ideale per chi soffre di celiachia. L’importante presenza di magnesio

in questo frutto ad altro contenuto proteico permette di alleviare le emicranie.

Curiosità

Il Pronto Soccorso si rinnova.

Sono iniziati i lavori di rimodula-zione logistica del Pronto Soccor-so. L’obiettivo di questo interven-to è quello di offrire ai pazienti un’area di attesa e di visita ac-cogliente che migliori la privacy dei malati e il confort degli ac-compagnatori.

Lo sapevate che...