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NEL GIORNO DELLA MEMORIA PER NON DIMENTICARE...

NEL GIORNO DELLA MEMORIA PER NON DIMENTICARE

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Page 1: NEL GIORNO DELLA MEMORIA PER NON DIMENTICARE

NEL GIORNO DELLA MEMORIA

PER NON DIMENTICARE...

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Oggi quella del conflitto tra identità

e religioni è una questione

fondamentale e da qui ha avuto origine l’idea di sottolineare

il ruolo dei giusti musulmani per

uscire dallo stereotipo dello

scontro tra Ebraismo e Islam

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ينقذ الحياة ينقذ الذيبأسره العالم

“ Chi salva una vita salva il mondo intero”

(Corano, sura 5)

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I giusti dell'Islam

“Uomini giusti in tempi oscuri”

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Chi sono i Giusti dell’Islam?

Musulmani che, al tempo della Shoah, si adoperarono, a rischio

della vita, per gli ebrei perseguitati dal nazismo. Una storia sconosciuta e per molti

anni rimasta sepolta.

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DURANTE LA SHOAH CI SONO STATI DEI MUSULMANI CHE

HANNO SAPUTO DIRE “NO” ALLO

STERMINIO DEGLI EBREI.

RIPARTIAMO DALLE LORO STORIE

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Immagini scorrono, lente.

I volti prigionieri di remotissime galassie.

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Khaled Abdul Wahabarabo tunisino, salvò alcuni ebrei durante la Shoah.

Il giovane faceva da tramite fra la popolazione locale e gli occupanti nazisti e usava questa posizione per ingraziarsi i tedeschi.

Riuscì a salvare diverse famiglie ebree nascondendole nel frantoio della sua fattoria isolata, fino a quando i tedeschi furono cacciati dai britannici quattro mesi più tardi.

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Khaled Abdul Wahab aveva trascorso tanto tempo con la famiglia di una minuta donna ebrea, che incontrava radente

tutti i giorni, nelle strade assolate e polverose. I nazisti l’avevano

catturata per costringerla a prostituirsi. Attraverso estenuanti trattative con gli aguzzini salvò lei

e la sua famiglia. Khaled fu il primo arabo a essere

insignito del titolo di Giusto.

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Il turco Necdet Kent, diplomatico, era stato avvertito che stava per partire un convoglio piombato, recante la scritta 500 kg di carne umana. Kent salì su quel treno. Per evitare incidenti diplomatici col suo Paese, i tedeschi gli offrirono la possibilità di tornare a casa sano e salvo. “Non me ne vado”, fu la risposta, “se non rilasciate tutti i prigionieri”. Li stramazzò col suo eloquio. Vinse lui.

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LE "GIUSTE DELL' ISLAM"

Musulmana albanese, con il marito Besim ospitò due ebrei greci: Jakov e Sandra. Quando i tedeschi andarono casa per casa in cerca di ebrei da deportare, Besim li nascose in un remoto villaggio e la sua famiglia provvide alle loro necessità fino alla liberazione, dopo la quale partirono per Israele.

Merushe, la figlia di Aishe e Besim, è stata invitata nel 1992 per ricevere il premio "Giusti fra le Nazioni" in memoria dei genitori.

Aishe e Besim agirono secondo il besa ("mantenere la promessa"), un codice d'onore che regola la fede islamica nell'interpretazione albanese e implica il prendersi cura della vita di una persona o di una famiglia.

Merushe, la figlia

di Aishe

Aishe Kadiu

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Lime Balla

Musulmana albanese, con il marito Destan salvò la vita ai Lazar, tre fratelli ebrei (venuti al loro villaggio con altri 14 "durante il periodo di Ramadan"). Nonostante fossero poveri, i coniugi Balla li ospitarono per quindici mesi, finchè un loro nipote partigiano non aiutò i tre fratelli a scappare. Quarantacinque anni dopo, nel 1990, due di loro si misero in contatto da Israele con Lime e Destan e due anni dopo diventarono "Giusti fra le Nazioni".

Lime Balla

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Un libro è un abbraccio, come la croce. Tra le pagine di

questi due libri si svolge la parabola di un’umanità densa e vittoriosa in cui Preghiere

ebraiche e musulmane s’intrecciano, dove

s’individuano le orme d’un cammino verso la luce.

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” Per questa ragione abbiamo intimato ai figli d’Israele: chi ucciderà

un uomo innocente dell’altrui sangue e che mai aveva commesso

delitti sulla terra, è come se avesse ucciso tutti gli uomini, e chi salverà anche un solo uomo sarà considerato come se avesse salvato

tutti gli uomini” (Corano, sura 5).

”Adamo è stato creato da solo per insegnarci

che chiunque distrugge una singola vita, per la

Scrittura è come se distruggesse il mondo

intero. E chiunque salva una singola vita è come

se salvasse il mondo intero”

(Bibbia ebraica, 4.5)

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I giusti non hanno bandiera, né

religione. Anche oggi, anche nei luoghi dove

in nome della religione si continua a

morire.

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Lavoro a cura dei ragazzi della II A

Scuola secondaria di I grado di San Cassiano

Ciriolo Giovanni

Ciriolo Rita

Cutrino Andrea

De Blasi Giorgio

De Donno Matteo De Iaco Luigi

De Iaco Marco

De Iaco Simone

Greco Davide

Lazzari Laura

Longo Barbara Mariano Donato

Montagna Matteo

Monteduro Antonio

Negro Andrea

Negro Donato Negro Erica

Petracca Alessandro

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NOI NON

DIMENTICHIAMO