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TU SEGUE A PAGINA IV Analisi MASSIMIANO BUCCHI UNIVERSITA’ DI TRENTO Quattro idee per la scienza a scuola A CURA DI: VITTORIO SABADIN GABRIELE BECCARIA REDAZIONE: ALDO LAMANNA MARCO SODANO CONSULENZA: PIERO BIANUCCI [email protected] www.lastampa.it/tuttoscienze/ TUTTOSCIENZE D’ accordo, come tutti i risultati di test, quelli di «Pisa» - lo studio dell’Ocse che misura le competenze de- gli studenti di 57 Paesi e vede l’Italia al 36˚ posto - non andranno presi alla lettera. Ma sovrappone- teli a una mappa degli in- vestimenti in ricerca e sviluppo, e con qualche significativa eccezione (gli Usa su tutti), avrete una coincidenza quasi perfetta. Investimenti in ricerca e preparazione degli studenti vanno nel- lastessadirezione. Al primo posto della graduatoria «Pisa» - Pro- gramme for internatio- nal student assessment - c’è la Finlandia (3,5% del Pil investito in ricerca e sviluppo) e tra i primi il Giappone (3,1%). Perché non si può fare ricerca senza le competenze e le competenze non si rinno- vano senza una ricerca e un’innovazione solida. Il dato sull'Italia non do- vrebbe, purtroppo, stupi- re: è in linea con altri indi- catorichecivedonopoco dietro la Spagna e poco davanti a Portogallo e Grecia. Che cosa si può dire, dunque, che vada oltre la mera constatazione dello stato della nostra istru- zione, le dichiarazioni sempre prevedibili dei politici, l’individuazione di responsabili più o me- no plausibili (per autore- voli commentatori la col- pa è, nientemeno, di Har- ry Potter) e che possa contribuire ad individua- re, forse, non delle solu- zioni, ma uno o più per- corsi costruttivi di rifles- sioneediintervento? NUMERO 1311 MERCOLEDÌ 6 FEBBRAIO 2008

[NAZIONALE - I] LASTAMPA/TUTTOSCIENZE/01 …

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Pagina Fisica: LASTAMPA - NAZIONALE - I - 06/02/08 - Pag. Logica: LASTAMPA/TUTTOSCIENZE/01 - Autore: MARGAL - Ora di stampa: 05/02/08 21.36

I Un embrione umano natoda tre genitori: è stato realizza-to all’università di Newcastle.BONAZZI PAGINA IV

I Dov’è il bosone di Higgs,che dovrebbe spiegare l’Univer-so? Un prof ha una teoria.DE PRETIS PAGINA V

I Stavolta Atlantide è in SudAmerica: ecco la teoria dell’ar-cheogeologo inglese Jim Allen.STABILE PAGINA VII

I La strategia spaziale ameri-cana è da rivedere: un meetinga Stanford spiega perché.AVINO PAGINA III

Momentodecisivo

Unbaciosvelamoltissimodinoistessi

eavolteanchetroppo

GABRIELE BECCARIA

Siamo avvertiti: mai baciare acuor leggero, si rischia. Eppu-re molti superficialoni non cipensano e non ci ha pensatonemmeno uno zoologo avven-tato che, di fronte a uno showdi effusioni, si è avvicinato a unesuberante bonobo e si è trova-to il vortice della sua lingua inbocca, invischiato da un istan-te all’altro in una storia d’amo-re ben più che multietnica.

Il primatologo Frans deWaal, della Emory University,che ha preso ogni precauzioneper tutelare la privacy dell’unoe dell’altro, ride e non si stupi-sce: bonobo e umani sono gene-ticamente vicinissimi e condivi-dono tanti appetiti, compresala passione per il sesso. L’in-contro fatale allo zoo dimostra- dice lui - che è l’istinto ance-strale a incollare labbra controlabbra. E’ una teoria opposta aquella dell’antropologa Helen

Fisher della Rutgers Universi-ty, convinta che l’immensa va-rietà fisica e simbolica com-pressa nella parola bacio è inrealtà un comportamento ac-quisito: il 10% dell’umanità,comprese alcune tribù finlan-desi e vecchi mandarini cinesi,ne snobba con testardaggine ipiaceri, considerandoli irrile-vanti o indecenti.

La scienza del bacio è recen-

te e frulla genetica e gossip.Ma, per quanto sospettabile difatuità, vanta meriti a ripetizio-ne. Mentre fa litigare creativa-mente gli scienziati, svela areeumbratili del nostro essere, aldi là delle approssimazionipseudopsicologiche. Stabilitoche ogni incontro intimo indu-ce lo scambio di 250 coloniebatteriche (secondo gli inquie-tanti calcoli di Arthur Bryan

del Baltimore College), in ununico «evento» appassionato -rivelano le ultime ricerche Usa- si genera una cascata di mes-saggi neuronali e chimici daglieffetti globali su organismo epsiche: sensazioni tattili multi-ple, tempeste emozionali, ecci-tazione sessuale e scambi di da-ti preziosi (con velocità da pc)sulla compatibilità geneticatra due individui e perfino sul-la loro futura storia sentimen-tale e su quella della progenie.

Ad attivare l’autostrada in-formativa sono i feromoni, giu-ra la biologa Sarah Woodleydella Duquesne University: in-dividuati in animali e piante,questi messaggeri chimici sem-brano funzionare alla grandeanche negli umani. Sono i «mo-tori» degli ormoni e si fanno«annusare» tra potenziali part-ner, guidandone le scelte e ren-dendole meno cieche di quantocreda qualche poeta ingenuo.

Se l’evoluzione spinge al ba-

cio, le conseguenze generanoassuefazione: le labbra sonol’area più popolata di termina-zioni nervose e della dozzina dinervi del cranio se ne accendo-no cinque, mentre la cortecciasomatosensoriale processa idati corporei propri e altrui euno stuzzicante cocktail chimi-co - analizzato da Wendy Hilldel Lafayette College - modulauna serie di interruttori com-portamentali: stress, motiva-zione, stimolazione sessuale. Itest dimostrano che un baciocoinvolge le stesse zone cere-brali toccate dalla cocaina, co-me la tegmentale ventrale.

Le confessioni strappatedai sondaggi confermano chequasi il 60% degli americani eil 66% delle americane ha vissu-to una rivelazione: spesso è ba-stato il primo «schiocco» perdecidere se continuare o scap-pare. Per gli scienziati è l’enne-simo indizio che frantuma le il-lusioni dell’amore.

FISICA

La particelladi Diosi fa beffedei ricercatori

SPAZIO

Luna addioE’ megliosaltare suun asteroide

TUTTOSCIENZE

SEGUE A PAGINA IV

AnalisiMASSIMIANO BUCCHIUNIVERSITA’ DI TRENTO

Quattro ideeper la scienzaa scuola

MEDICINA

L’embrioneè sanocon un papàe due madri

MISTERI

L’IndianaJonesche ha trovatoAtlantide

A CURA DI:VITTORIO SABADINGABRIELE BECCARIAREDAZIONE: ALDO LAMANNAMARCO SODANOCONSULENZA: PIERO [email protected]/tuttoscienze/

Lo sapevi che?Attratti dai sistemi immunitari

RICERCHE USA: SI SCATENANO TEMPESTE DI MESSAGGI NEURONALI E CHIMICI CHE SVELANO IL NOSTRO VERO IO

Due Dna a fior di labbraIl grande segreto dell’amoreSono i geni a ordinarci di baciare: così troviamo il partner migliore

TUTTOSCIENZE

I I baci sono fondamentali,ma c’è un’altra arma decisivanei meccanismi della seduzio-ne: gli odori. La psicologa ame-ricana Rachel Herz ha pubblica-to il saggio «The scent of desi-re», in cui analizza i segnali ol-fattivi e chimici (consci e incon-sci) che maschi e femmine si

scambiano continuamente eche - secondo le sue scoperte -sono alla base della scelta delpartner più compatibile dalpunto di vista biologico. Alcu-ni odori, in particolare, sono le-gati a una sequenza di 100 ge-ni del sistema immunitario co-nosciuti come MHC.

D’a c c o r d o ,

come tutti irisultati ditest, quellidi «Pisa» -

lo studio dell’Ocse chemisura le competenze de-gli studenti di 57 Paesi evede l’Italia al 36˚ posto -non andranno presi allalettera. Ma sovrappone-teli a una mappa degli in-vestimenti in ricerca esviluppo, e con qualchesignificativa eccezione(gli Usa su tutti), avreteuna coincidenza quasiperfetta. Investimenti inricerca e preparazionedegli studenti vanno nel-la stessa direzione.

Al primo posto dellagraduatoria «Pisa» - Pro-gramme for internatio-nal student assessment -c’è la Finlandia (3,5% delPil investito in ricerca esviluppo) e tra i primi ilGiappone (3,1%). Perchénon si può fare ricercasenza le competenze e lecompetenze non si rinno-vano senza una ricerca eun’innovazione solida. Ildato sull'Italia non do-vrebbe, purtroppo, stupi-re: è in linea con altri indi-catori che ci vedono pocodietro la Spagna e pocodavanti a Portogallo eGrecia.

Che cosa si può dire,dunque, che vada oltre lamera constatazione dellostato della nostra istru-zione, le dichiarazionisempre prevedibili deipolitici, l’individuazionedi responsabili più o me-no plausibili (per autore-voli commentatori la col-pa è, nientemeno, di Har-ry Potter) e che possacontribuire ad individua-re, forse, non delle solu-zioni, ma uno o più per-corsi costruttivi di rifles-sione e di intervento?

NUMERO 1311

I

MERCOLEDÌ 6 FEBBRAIO 2008

Pagina Fisica: LASTAMPA - NAZIONALE - IV - 06/02/08 - Pag. Logica: LASTAMPA/TUTTOSCIENZE/04 - Autore: MARGAL - Ora di stampa: 05/02/08 22.30

GILBERTOCORBELLINIUNIVERSITA’ LA SAPIENZA - ROMA

Perché ci ammaliamo? Co-me mai le malattie e il caricodi disfunzioni che provoca-no nelle popolazioni cambia-no con il tempo, in modi chedipendono fortemente daicontesti ecologici? Perchéaumentano i disturbi menta-li e non si debellano le malat-tie infettive? Perché è cosìdifficile adottare stili di ali-mentazione e comportamen-ti che ci aiutino a evitare ma-lattie croniche come il diabe-te, gli infarti o il cancro? Perquali ragioni il rischio di am-malarsi e il decorso di unamalattia, nonché la rispostaai trattamenti, sono diversia seconda delle origini etni-che, ma anche da un pazien-te all'altro?

Sono domande che circo-lano all'interno di un gruppo,

ora in espansione, di medici,genetisti e antropologi, per iquali la medicina si basa suspiegazioni della salute e dellamalattia, e su metodi che sonoincompleti. La medicina è riu-scita a capire «come» è fatto e«come» funziona e si ammala ilcorpo umano. Ma non si è qua-si mai chiesta «perché». Fino-ra ha trascurato che le nostrecaratteristiche anatomiche e fi-siologiche, incluso il comporta-mento, si sono plasmati, sottola pressione della selezione na-

turale, in un ambiente diversoda quello attuale. E senza ba-sarsi su un «disegno intelligen-te»! Come dimostra il fatto chesiamo pieni di difetti anatomicie fisiologici - la selezione natu-rale lavora alla cieca e conquello che si trova - da cui di-

scendono le difficoltà e i rischidel parto, il mal di schiena o leemorroidi. Ma anche il cancro,visto che proprio la non ottima-le efficienza dei meccanismi diriparazione delle alterazioni,cui va incontro il Dna nei pro-cessi di replicazione cellulare,consente l'insorgere delle neo-plasie. Cancro che, peraltro,elude i trattamenti utilizzandodelle strategie evolutive di na-tura darwiniana. Vale a diresfruttando quegli stessi proces-si di selezione che consentonoai parassiti di sviluppare la re-sistenza ai farmaci.

Le analisi in chiave evoluti-va dei problemi della medicinapresuppongono che l'organi-smo non sia una macchina co-struita a partire da un proget-to, ma come qualcosa di indivi-duale e singolare in ragionedella sua storia evolutiva (filo-genetica) e personale (ontoge-netica); e assumono che granparte delle nostre caratteristi-che fenotipiche servissero persopravvivere come cacciatori-raccoglitori nella savana delPleistocene. L'invenzione dell'agricoltura e le trasformazioniindustriali delle condizioni divita hanno consentito di risol-

vere molti problemi, a comin-ciare dalla disponibilità di cibo.Ma il metabolismo continua aessere tarato per fare fronteall'alternarsi di periodi di ab-bondanza e di scarsità di cibo.Oppure per una vita meno se-dentaria. Per cui ci piacciono i

cibi ricchi di calorie, che perònon sono più scarsi, e quindi nemangiamo troppi.

Anche i modi di riprodursisono cambiati. Facciamo i figlipiù tardi e di meno. Questocomporta che una donna occi-dentale vada incontro media-mente a 400 ovulazioni. Con-tro 150, quando le donne parto-rivano almeno 5-6 volte figli vi-vi e allattavano in media per 2anni. La situazione aumenta ilrischio di malattie dell'appara-to riproduttivo. Anche alcunemalattie mentali, come la de-pressione, sono verosimilmen-te la conseguenza di condizionidi vita che oggi scatenano informe eccessive risposte com-portamentali, come l’ansia e latristezza, che nel contesto direlazioni interpersonali menofrenetiche e numerose rispon-devano a dinamiche per unamigliore coesione sociale.

Insomma, la battuta del ge-netista Theodosius Dobzhan-sky che nulla ha senso in biolo-gia, se non alla luce dell'evolu-zione, vale anche per la medici-na. E gli approcci evoluzionisti-ci possono migliorare la capaci-tà dei medici di curare e di pre-venire le malattie.

MARIACHIARA BONAZZI

Il primo embrione con duemadri e un padre, creato daun team inglese dell'Univer-sità di Newcastle, potrebbespianare la strada alla scon-fitta definitiva di una cin-quantina di malattie eredita-rie, fra cui la distrofia musco-lare e alcune forme di epiles-sia. La tecnica messa a puntoda Doug Turnbull, neurologocon anni di esperienza clini-ca, punta a combinare la fer-tilizzazione in vitro con la chi-rurgia cellulare per elimina-re i difetti del Dna mitocon-driale, trasmessi per via ma-terna. La speranza è arriva-re a una terapia che entro treanni permetterebbe alleprossime generazioni di nonereditare più queste malat-tie talora fatali.

Turnbull ha effettuatocon successo un trapianto dimitocondri, spesso definiti la«centrale energetica» dellecellule. Per l'esperimento gli

scienziati hanno usato 10 em-brioni gravemente anormali,scartati da alcune coppie chesi erano sottoposte alla fe-condazione artificiale. Entropoche ore dalla creazione de-gli embrioni in vitro il nucleocontenente il materiale gene-tico di madre e padre è statorimosso e trasferito dentrol'ovulo di una donatrice sa-na, il cui Dna era stato per lamaggior parte asportato inmodo che l'unica informazio-ne genetica residua fosseproprio il meccanismo cheregola la produzione dei mi-tocondri. Gli embrioni hanno

cominciato a svilupparsi nor-malmente, ma sono stati di-strutti entro sei giorni.

Il team non intende dunquealterare radicalmente il Dnadegli embrioni, tant'è vero cheTurnbull, esperto di miopatiemitocondriali, sottolinea: «Ab-biamo solo cambiato la fonteenergetica». Ma proprio ai di-fetti del Dna mitocondriale sidevono malattie terribili, co-me una forma di insufficienzaepatica, episodi ischemici, en-cefalopatia con o senza convul-sioni, cecità, sordità e diabete.Nel Regno Unito è a rischiouno su 5 mila.

Secondo gli scienziati, che

hanno presentato i risultatipreliminari al «Medical Rese-arch Council Centre for Neu-romuscular Diseases» di Lon-dra, i bambini che un giornonascessero con questa tecnicaavrebbero sì elementi geneticidi tre persone, ma il Dna nucle-are che determina le caratteri-stiche personali proverrebbecomunque dalla madre e dalpadre, non dall'ovulo della do-natrice, da cui dipenderebbesolo il normale sviluppo dei mi-tocondri.

A proposito del metodo,Turnbull enfatizza che «que-sta non è clonazione». Un paiod'anni fa, quando il regolatore

britannico della bioetica gliaveva dato la licenza di con-durre il test, lo scienziato ave-va commentato: «Vogliamoaiutare le madri ad avere figlisenza queste anomalie geneti-che. Chi di noi ha figli può im-maginare che cosa meraviglio-sa sarebbe dare loro questapossibilità».

Uno dei collaboratori, Pa-trick Chinnery, aggiunge:«Crediamo che il nostro lavo-ro offra in futuro la speranzadi evitare di trasmettere que-ste malattie ai figli». Ha fidu-cia anche Marita Pohlschmi-dt, della «Muscular DystrophyCampaign» che ha finanziato

la ricerca: «Le miopatie mito-condriali sono malattie com-plesse e gravi e spesso gli spe-cialisti hanno difficoltà a dareuna prognosi precisa».

Alla Camera dei Lord è sta-to presentato un emendamen-to alla proposta di legge per lariforma della normativa sullabioetica che, se approvato, da-rebbe agli scienziati la possibi-lità di usare la tecnica senza ilpermesso del Parlamento, masolo dell’Authority, la «Hu-man Fertilisation and Embryo-logy». Il movimento antiaborti-sta rimane in ogni caso contra-rio: «E’ il primo passo verso ibambini transgenici».

MASSIMIANOBUCCHIUNIVERSITA’ DI TRENTO

Primo. Senza dubbio occor-re intervenire sulla qualitàdell’istruzione e non soltan-to scientifica (i dati negli al-tri test, come ad esempio lalettura, non sono migliori).Partendo tuttavia da un da-to di fatto: gli studenti - e lescuole italiane - non sono tut-ti uguali. Ci sono mediamen-te circa 100 punti di distaccotra i licei e gli istituti tecnicie professionali. Le differen-ze regionali sono estrema-mente marcate: le scuole delNord-Est registrano risulta-ti sopra la media internazio-nale, quelle del Sud molto aldi sotto.

Secondo. Non è soltantoun problema di risorse finan-ziarie. Un dato poco pubbli-cizzato dell’Ocse confrontal’andamento globale dellaspesa in istruzione con i risul-tati degli studenti: la prima ècresciuta del 39% in terminireali a partire dal 2000, i se-condi sono rimasti, sempresu scala globale, sostanzial-mente stabili.

Terzo. Se l’Italia ne escemale, l’Europa non ne esce inmodo particolarmente bril-lante, con una media dell’Uepiù bassa di quella generale.A parte la punta d’eccellenzadella Finlandia, solo l’Esto-nia riesce a entrare nel grup-po di punta (insieme conHong Kong, Canada e Tai-pei), mentre altri peggioranola propria «performance» ri-spetto al 2003.

E se la giustificazione di«performance» modeste inItalia è spesso quella della ca-renza di risorse per l’educa-zione e la divulgazione scien-tifica, la Commissione Euro-pea ha speso tra il 2002 e il2006, nel solo ProgrammaQuadro, quasi 30 milioni dieuro in moltissime attività dieducazione e divulgazionescientifica: feste e festivaldella scienza, notti dei ricer-catori, quiz scientifici a pre-mi trasmessi via webcast,perfino gare sportive tra ro-bot, finanziate nell’intento diavvicinare i giovani allascienza e la tecnologia (!). Ini-ziative singolarmente lodevo-li, naturalmente, ma insom-ma: la scienza è dappertutto,fuorché dove davvero ce nesarebbe bisogno, ovvero ascuola.

Quarto: se la scuola devefare la sua parte, altri sogget-ti e istituzioni possono senzadubbio dare un contributo.Un esempio europeo: la Ro-yal Society, la storica accade-mia delle scienze britannica,mette a disposizione in modochiaro e accessibile sul suo si-to Web una serie di strumen-ti concreti rivolti agli inse-gnanti di scienze: videoconfe-renze e materiali da guarda-re e commentare con gli stu-denti, piccoli contributi fi-nanziari per organizzare atti-vità ed esperimenti in colla-borazione con scienziati, rap-porti di ricerca sull’insegna-mento delle scienze ai vari li-velli.

Poca burocrazia, un impe-gno chiaro a monitorare i ri-sultati e un segnale che pergli insegnanti vale spesso piùdi tante linee guida: siamouna delle più prestigiose ac-cademie della scienza, ma viteniamo in considerazione.

Chi è CorbelliniStorico

della medicinaRUOLO: E’ PROFESSOREDI STORIA DELLA

MEDICINAALL’UNIVERSITA’LA SAPIENZA DI ROMA

IL LIBRO: «EBM. MEDICINA BASATASULL'EVOLUZIONE»

LATERZA

SEGUE DA PAGINA I

Senza evoluzionismoè impossibilecapire le causedi molte malattie

Lo sapevi che?Tra passatoe presente

«Epilessia, cecità,

sordità e distrofia

non passeranno più

dalla madre al figlio»

Tre genitori e un embrioneMedicina. Test all’università di Newcastle: la tecnica scongiurerà molte malattie ereditarie“Il micro-trapianto blocca la trasmissione dei difetti che sono contenuti nel Dna mitocondriale”

ANALISI

Impariamodalle ideedella RoyalSociety

Se siamo depressi la colpa è di Darwin

I Claudio Franceschi,Mark Hanson, Gianfranco Pe-luso, Andrea Rinaldi e LewisWolpert: sono i protagonisti,coordinati da Gilberto Cor-bellini, del DarwinDay 2008dal titolo «Medicina in Evolu-zione». L’appuntamento èper sabato 9 ed è stato orga-nizzato a Roma dalla Fonda-zione Sigma-Tau alla Casadel Cinema a Villa Borghesein collaborazione con la rivi-sta «Darwin» e con il Masterdi Scienze della Vita nel gior-nalismo e nei rapporti politi-co-istituzionali dell'Universi-tà La Sapienza.

Nucleo

MALATTIE MITOCONDRIALI

Nucleo

Citoplasma

Mitocondrio

È stato utilizzato un embrione concepito da un uomo sano e da una donna con una malattia di origine mitocondriale

Dall'embrione viene prelevatoil nucleo contenenteil Dna del padree della madre

Questo viene impiantato nell'ovulo di una donatricesana dal quale è stato rimosso il Dna originario, eccetto i geni che controllano lo sviluppo dei mitocondri

Si sviluppa un embrione con il materiale genetico di tre soggetti: Dna dei genitori e Dna del donatore che però influenza solo lo sviluppo dei mitocondri

Esistono malattie genetiche (alcune forme di epilessia, cecità, sordità e distrofia muscolare) che le donne possono trasmettere ai figli. Non sono legate al Dna del nucleo della cellula ma a quello dei mitocondri, strutture che si trovano nel citoplasma

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IV TuttoScienze LA STAMPAMERCOLEDÌ 6 FEBBRAIO 2008