Nadar Antologia Degli Scritti

Embed Size (px)

DESCRIPTION

Nadar, pseudonimo con cui è conosciuto Gaspard-Félix Tournachon (Parigi, 6 aprile 1820 – Parigi, 21 marzo 1910), è stato un fotografo, giornalista, caricaturista ed aeronauta francese. È noto soprattutto come pioniere della fotografia.

Citation preview

  • Antologia degli scritti

    di Nadar

    Storia dellarte Einaudi 1

  • Edizione di riferimento:in Nadar, testi di Nadar, Jean Prinet e AntoinetteDilasser e Lamberto Vitali, Einaudi, Torino 1973

    Storia dellarte Einaudi 2

  • Indice

    Parigi sotterraneaNelle Catacombe e nelle Fogne 4

    Charles-Pierre Baudelaire 27

    George Sand 37

    Il pittore della vita moderna 44

    Storia dellarte Einaudi 3

  • Parigi sotterraneaNelle Catacombe e nelle Fogne

    (Primi tentativi di fotografia a luce artificiale)

    Quattro volte allanno, signora, allo scoccare del mez-zogiorno, pu capitarle di assistere a un appuntamentomolto strano..., preso sovente molti mesi in anticipo, fraquattro o cinquecento persone che non si conoscono.

    Si vedono una a una o per due, per tre, per quattro,convergere allora stabilita dai boulevards un tempofuori porta e da rue dEnfer oggi Denfert-Rochereau verso una sorta di Tempietto con le colonne doriche,dove vigilava il dazio dellantica barriera. Costoro,appartengano alluno o allaltro sesso, portano tutti inmano un pacchetto come segno di riconoscimento. Moltibrandiscono, non senza contenuta fierezza, una lanter-na che uno o due hanno perfino attaccato allocchiello,come una decorazione.

    Gli uni ostentano un portamento grave e perfino rac-colto; gli altri brillano di una gaiezza un po troppoestroversa per non sembrare voluta. Tutti hanno la par-ticolare fisionomia, misteriosa e un po presuntuosa, dipersonaggi ai quali sia stata affidata una missione segre-ta e non senza importanza. Del resto non ci capita tuttele mattine loccasione di essere solenni.

    Dalla porta del Tempietto, scompaiono luno dopolaltro, sotto terra.

    Gli eletti vanno a visitare le Catacombe. Le diverseamministrazioni pubbliche alle quali hanno sollecitato,con un vocabolario assai rispettoso, un favore che

    Storia dellarte Einaudi 4

  • appartiene di diritto a tutti e non si rifiuta a nessuno,approfittano delloccasione delle regolamentari quattrovisite annuali per sbarazzarsi a infornate di questi sol-lecitatori senza ambizioni.

    Lei non conosce le Catacombe, signora. Mi permet-ta di farle da guida. Prenda il mio braccio e... seguiamogli altri!

    Nel cortile dattesa un po trasandato nel quale ci tro-viamo ora, la compagnia gi numerosa circonda il pozzoe soprattutto quella specie di piccola postierla di pietradalla quale scenderemo fra breve. Abbiamo intorno anoi i diversi esemplari del tipo Curioso: il curioso insa-ziabile e il curioso indifferente, persino disdegnoso, ilserio, il beffardo, leloquente e il taciturno. Ecco, spe-cie rara, il Parigino al quale Parigi familiare, che cono-sce sulla punta delle dita il suo Museo dartiglieria e peril quale la fabbrica dei Gobelins non ha segreti, accan-to al vero Parigino autoctono che da unocchiata alla suaParigi solo quando gli capita un visitatore della provin-cia. Ecco ancora come complemento il pubblico specia-le che si abbona al Pre La Chaize illustr, lo stessoche una volta comperava Les Ruines di Volney e LesNuits dYoung, nei tempi eroici in cui leggevamo ditutto, persino Young e Volney. Ecco infine linevitabi-le torma degli Inglesi escursionisti.

    gente necessariamente un po mista che fa prestoa familiarizzarsi col vicino; nulla pi della vicinanza delpericolo accorcia le distanze e spinge alla fraternit.Ognuno si prepara, accendendo la propria lanterna. Lerisate che scoppiano qua e l, piuttosto forzate, e qual-che viso attonito testimoniano, a gloria del corso di let-teratura di Nol e Chapsal, che non tutti hanno anco-ra dimenticato lo sventurato mortale smarritosi nellecatacombe e per colmo di pena messo in versi dallaba-

    Nadar - Antologia degli scritti

    Storia dellarte Einaudi 5

  • te Delille. Questaltro ardimentoso che i compagniattorniano ha portato prudentemente, quasi dovessesvernare, due libbre di candele, un pane di quattro lib-bre e una provvista di cioccolata; un attimo di rifles-sione e, se appena ritenesse di averne il tempo, corre-rebbe a raddoppiare le munizioni. Ma non giurerei cheil burlone che a voce pi alta degli altri si fa beffe delnostro prudente pellegrino non nasconda, se si frugas-se bene in fondo alle sue tasche, qualche gomitolo dispago, in ricordo di Teseo, luomo del labirinto. Il clas-sico eterno.

    Eppure lei non dubita, signora, lei altrettanto corag-giosa quanto un uomo dico coraggiosa , che in que-ste visite regolamentari possa esserci lombra dun peri-colo. In fila indiana, i nostri escursionisti, contati allin-gresso per essere ricontati alluscita, debbono soltantosfilare in perfetta sicurezza seguendo il limitato itinera-rio che loro riservato nellossario, sotto la sorveglian-za dei guardiani che vigilano a ogni falsa uscita. Tuttadiversa, naturalmente, potrebbe essere senza tali pre-cauzioni la conclusione dellimpresa per questo immen-so groviglio di cave romane dal quale la nostra Luteziausc fra il iii e lviii secolo e che si ripiegano in millemeandri sui due lati della Senna, da Vaugirard a Cha-renton, da Passy a Mnilmontant.

    Ma la postierla si aperta. Tutti si inabissano lenta-mente per la stretta e ripida scala a chiocciola. Le piacesapere che questo ingresso, il pi frequentato, uno deisessanta che annoverano le Catacombe di Parigi e chela scala ha novanta gradini? Immagino che queste stati-stiche non la interessino pi di quanto interessano me.

    Non so daltronde, per cominciare, chi potrebbe inca-ricarsi di enumerare esattamente i sei o sette milioni di

    Nadar - Antologia degli scritti

    Storia dellarte Einaudi 6

  • scheletri lasciatici qui da pi di dieci secoli, miniera ine-splorata di fosfato di calcio e di nitrato di potassio.

    Eccoci finalmente in fondo allinterminabile e sdruc-ciolevole scala. Seguendo i primi della nostra fila india-na, seguiti dagli altri, avanziamo faticosamente in unastretta galleria dalle pareti sgocciolanti e la cui voltaopprimente fa curvare i pi alti. La monotona proces-sione si prolunga e, a renderla pi sgradevole in questeviscosit, lodore fumoso della fila di candele ne forserimasta qualcuna indietro? si condensa e si rappren-de nel lungo corridoio privo daria.

    Ma lo spazio si allarga intorno a noi. Ci appare unaporta: sopra liscrizione:

    memoriae majorumai due lati:

    has ultra metas requiescunt,beatam spem expectantes.

    Ci siamo. Entriamo nellossario.

    Fra i pilastri di pietra sommariamente squadrati,venuti a proposito per preservare la parte meridionaledi Parigi dagli smottamenti che troppo spesso vi acca-devano, sono disposte in ordine perfetto si direbbelimmenso cantiere di un meticoloso mercante di legna-me tutte le ossa raccolte, in particolare dopo il 1785,nei cimiteri soppressi, nelle antiche chiese e negli scaviche, sotto il secondo Impero, hanno sconvolto da cimaa fondo gran parte del suolo parigino. Dai Cesari e dalleinvasioni normanne fino agli ultimi borghesi e contadi-ni estratti nel 1861 dal cimitero di Vaugirard, tutti colo-ro che sono vissuti e si sono spenti a Parigi dormono qui,vili moltitudini e grandi uomini acclamati, santi cano-nizzati e criminali giustiziati in place de Grve. Nella

    Nadar - Antologia degli scritti

    Storia dellarte Einaudi 7

  • confusione ugualitaria della morte, un re merovingioosserva leterno silenzio accanto ai massacrati del set-tembre 92. Valois, Borboni, Orleans, Stuart finisconodi marcire alla ventura, perduti fra gli storpi della Cortedei Miracoli e i duemila della religione mandati amorte nella notte di San Bartolomeo.

    Ma lannientamento dellessere umano non ancoracompleto, il livellamento delleternit esige altro anco-ra: quegli scheletri alla rinfusa sono essi stessi disgrega-ti, sparpagliati in modo che mai pi si ritroveranno perpresentarsi insieme al Giudizio dellultimo giorno. Peropera di speciali manovali addetti tutto lanno a questoservizio, costole, vertebre, sterni, carpi, tarsi, metacar-pi e metatarsi, falangi, ecc., tutte le ossa pi piccole sonocompresse, pigiate in masse pi o meno cubiche sotto lecripte a mo di imbottiture come si dice qui e sorrettesul davanti da teste scelte fra le meglio conservate: quel-lo che noi chiamiamo le facciate. Larte degli sterratoricombina le filze di crani con femori disposti in croce incomposizioni simmetriche e variate, e i nostri decoratorifunebri ci si mettono dimpegno, in modo da renderelaspetto interessante, quasi gradevole, dice, evidente-mente affascinato, il buon Dulaure, che Paul Fassy, nelsuo studio interessantissimo sulle Catacombe, ha qual-che motivo di definire parziale.

    Ad esempio, i crani che compongono la facciatadavanti alla quale noi passiamo provengono da rue de laVille-Levesque, dove furono gettati tutti insieme partedei giustiziati del 1793. Fra di loro, non c dubbio, sitrova Philippe-Egalit, duca di Orleans. Qual ?...

    Fu solo il caso a scegliere, per scolpirlo qui, quel ver-setto del primo libro di san Luca, fatale come una sen-tenza:

    deposuit potentes de sede et exaltavit humiles?

    Nadar - Antologia degli scritti

    Storia dellarte Einaudi 8

  • accertato che sono tutti l nei loro frammentimescolati: santa Genoveffa e Mirabeau, Marat conNicolas Flamel e la sua sposa, san Vincenzo di Paolae il cardinale Dubois, Margherita di Borgogna con il Pre-vosto Marcel, Perrault, larchitetto narratore, il mare-sciallo dAncre, Voiture, Cassini, Benserade, san Mede-rico, Gauthier Garguille, Malherbe, Gassendi, Philippede Champaigne, Lulli, Rabelais, Commines, ecc. Fre-degonda, forse intrecciata a mademoiselle de la Valli-re e a mademoiselle de Scuderi dal disordine di qualcheburlone, riposa fra Pichegru e labate Santeuil.

    la sfilata dei grandi nomi di Francia come dei pic-coli. Non c una delle nostre vecchie famiglie che nonpossa rivendicare l qualcuno dei suoi, Conde e Conti,Soyecourt e Vendome, Larochefoucault, Crqui, Rohan,Montmorency, Villars, Blacas, Brancas, Noailles, DuLau, La Trmolle, Nicola, Luxembourg, Mol, ecc.che giacciono qua e l, e ogni traccia ne implacabil-mente cancellata dallinnumerevole ingombro dei piumili, degli anonimi, i Durand, Legrand, Petit, Lema-tre, Berger, Lenoir o Leblanc.

    Quel frammento che il suo piede, signora, ha appe-na urtato, quel rottame senza nome, uno dei suoinonni, una nonna forse. E ha amato, ed stato amato...

    Quale vanit umana, quale orgoglio potrebbe regge-re davanti a questa ineluttabile promiscuit finale dellenostre polveri, quando, ieri, la mascella di un cardinaleRichelieu circolava fra i rigattieri inseguita in ogni suamossa dai cronisti mentre, documenti alla mano, miaffermava uno degli eruditi pi seri, la Cappella Espia-toria, pellegrinaggio venerato degli ultimi fedeli, nonconterebbe alcuna vestigia delle reliquie di Luigi XVI,ma invece le ossa detestate di un Robespierre? Qualibrevetti di nobilt, quali titoli, quali cartulari, qualisigilli? Cercala, la tua gloriosa matricola, in quei cumu-li di cumuli infiniti, povero sciocco!

    Nadar - Antologia degli scritti

    Storia dellarte Einaudi 9

  • stato deciso, da qualche anno in qua, di distingue-re le ossa a seconda della provenienza. Iscrizioni lapi-darie indicano che un mucchio proviene da Picpus, unaltro dal convento dei Cordiglieri o dal Mercato degliInnocenti. Le iscrizioni si alternano con versetti latinidella Bibbia e con frasi francesi, per lo pi maldestra-mente tratti da una selezione tenace fra i nostri poetiminores, Lemierre, Ducis, il gi citato Delille e altriCampistrion.

    Una piccola polla dacqua limpida e sempre allo stes-so livello nella sua vasca di pietra serve dasilo a cinqueo sei pesciolini portati dal capriccio dun operaio delluogo, che ve li presenta con certo orgoglio. Suppongoche, con le tenebre quasi perpetue, quei pesci sianoprossimi a diventare ciechi, come le specie dalla capacitvisiva atrofizzata che si trovano nei laghi sotterranei egli insetti cavernicoli. Sotto la sorgente:

    SICUT UNDA DIES NOSTRI FLUXERUNT.

    Ecco, per certo, uno di quei pensieri profondi ai qualiBourdaloue e neppure Prudhomme troverebbero mododi dire no.

    Pi oltre, ma fuori dallossario, c un pozzo moltolargo e profondo, nel quale si tentati irresistibilmentedi penetrare scendendo dai larghi gradini. Ma, attenti!Lacqua talmente limpida che non la si percepisce senon al tatto, e io maccorgo che il bagno ai piedi geli-do: ne ho fatto lesperienza.

    A fianco, due esempi di scultura architettonica,tagliata nel tufo:

    QUARTIER DE CAZERNE (sic)PORT SAINT PHILIPPE 1777,

    Nadar - Antologia degli scritti

    Storia dellarte Einaudi 10

  • dicono le iscrizioni dellartista. Questi lavori di pazien-za che non faranno sfigurare il colonnato del Louvre,sono dovuti agli ozi di un veterano di nome Decure che,a quanto sembra, aveva scelto quel luogo come suo riti-ro e che la tradizione locale fa morire l, vittima dellasua imprudenza, sotto una frana.

    Ecco ancora, per non dimenticare nulla, una pesan-te tavola anchessa tagliata in pietra massiccia, sullaquale la stessa tradizione vuole che Carlo X abbia fattouno spuntino.

    Su alcuni cippi le epigrafi testimoniano che in que-staltro luogo sono riunite le vittime del

    combat au chateau des thuileries (sic)le 10 aoust 1792

    poi, qui, quelle dei combats de la place de grve, delhtel de ville, de lhtel de brienne et de la ruemeslay, les 28 et 29 aoust 1788 e, pi oltre, quel-le del combat a la manufacture de reveillon, le 28aoust 1789.

    Unaltra epigrafe colpisce ancor pi nella sua conci-sione lapidaria:

    d.m.ii et iiiseptmbre.

    mdccxcii

    Una pietra tombale, la sola che troviamo qui raccol-ta fra tante altre migliaia di maggior interesse, si ergeancora per informarci in prosa e in versi che copr ilcorpo di Franoise Gellain, sposata Legros, la qualefavor levasione di Latude.

    Nadar - Antologia degli scritti

    Storia dellarte Einaudi 11

  • Ecco il sarcofago detto Tombeau de Gilbert, dalquale Gilbert manca. Ma non dovrebbe essere moltolontano.

    Ed ecco laltare provvisorio dove, ritengo, almenouna volta allanno, una messa regolamentare deve esse-re celebrata per tanti defunti, cattolici, ugonotti, ebreio perfino maomettani, sempre aspettando la cappellaspeciale che non cessava di richiedere il ci-devant libel-lista Timon de Cormenin, gi funesto ai profittatoridellantica lista civile.

    Qui la via sbarrata. Un enorme cumulo di ossa, unammasso la cui cima sembra sfondare la volta, viene dalpozzo di rue de la Tombe-Issoire (o pi semplicementeTombissoire?) In questi pozzi sono via via scaricati[1867] tutti i resti umani esumati nei cimiteri soppressie nei lavori di sterro compiuti per aprire nuove strade,giacch neppure la morte pu garantirci dallespropria-zione. Gli uomini dellossario li ammucchiano nei duetombarelli e, quando questi siano colmi, li spingonodavanti a s verso le volte ancora vuote in attesa dellaloro imbottitura.

    Accanto al cumulo, una piccola bara nuova di zecca.Un foglio, inchiodatovi di recente, scritto a mano, ciinforma che i resti in essa contenuti sono stati scelti edestinati a essere sepolti altrove. La decomposizioneprodotta dalla tomba non ha lasciato molto da conser-vare: proprio un feretro da bambino.

    Ma come! fra tanti esseri, un tempo cos cari, sol-tanto uno evocato! La nostra piet familiare anchessa,dunque, si estingue?

    Davanti allabbandono definitivo e universale, noncera modo per gli ordinatori di questa necropoli in cuitutto si perde, persino il ricordo dei padri nella memo-ria dei figli, di sostituire uno dei distici dei loro Chene-doll delezione col grido straziante che esce come unsinghiozzo dal petto del salmista:

    Nadar - Antologia degli scritti

    Storia dellarte Einaudi 12

  • O voi che foste miei amici, abbiate piet di me!

    E ancora ossa e ancora epigrafi, sempre scelte nelrepertorio dei minores e dei minimi accademici... Nonne ha abbastanza, signora? Il pittoresco qui si esauriscepresto, gli aspetti non sono variati, e continueremmo agirare su noi stessi senza vedere di pi. Questa parolamisteriosa Catacombe eccita di per s una curiosit,che risalendo a tempi lontani, ha avuto tutto il tempodi maturare. Non tutti hanno la disponibilit, locca-sione o lidea di scendere qui: furono quindi ragionisufficienti per venirci. Ma, come me, lei ha gi consta-tato che basta compiere qualche passo in questi sotter-ranei e la curiosit presto soddisfatta. uno di queiluoghi dove tutti vogliono essere andati e dove nessunotorner.

    Risaliamo dunque questa scala che alla nostra impa-zienza sembra ancora pi interminabile che alla discesa:ed ecco laria soave dellesterno, ecco la luce, il sole, laVita, che respingono dietro di noi come un sogno peno-so, peggio ancora, fastidioso, il ricordo di questa escur-sione funebre.. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

    Noi, ora, ridiscendiamo per lavorare.Chiederemo al nostro obiettivo di fare a meno della

    luce diurna per rendere quello che con noi vede:tenteremo il primo esperimento sotterraneo di fotografiaa luce artificiale, che ha gi cos ben sostituito la lucesolare nel nostro laboratorio di ritratti.

    Ma, qui giunti, necessaria qualche spiegazione.

    La maggior parte delle operazioni che oggi eseguia-mo correntemente, con assoluta facilit, sembrarono,

    Nadar - Antologia degli scritti

    Storia dellarte Einaudi 13

  • alla vigilia del primo esperimento, qualcosa dimpossi-bile, persino una sfida al buon senso.

    Come nei miei tentativi di fotografia aerostatica,allora cos vivacemente combattuta e negata dai picompetenti, cos trovai pi di un contraddittore quan-do cercai di supplire alla luce diurna con lilluminazio-ne artificiale, tuttavia suggerita in tutti quei casi in cuila luce del sole manca o insufficiente. Concepita lidea,mi misi allopera.

    La prima fonte di luce che ci si offri per le nostre ope-razioni fu lelettricit e in talune circostanze il magne-sio Ma a quel tempo (1858) lelettricit era ancora benlontana dalle facili applicazioni pratiche verso le quali sisarebbe presto avviata a passi da gigante. Non avevamoi preziosi accumulatori portatili, n i generatori ausilia-ri di Gaulard, n tutte le altre agevolazioni attuali, ederavamo costretti a tutte le ingombranti scomodit dellapila Bunsen. Non cera scelta.

    Feci dunque installare da un elettricista esperto, inuna parte coperta della mia terrazza in boulevard desCapucines, cinquanta elementi medi che, come speravo,si rivelarono sufficienti a fornirmi la luce richiesta. Sor-volo sugli inconvenienti e le difficolt dellinstallazionee delle manipolazioni, tutti di poco conto a paragonedegli ostacoli che dovevo incontrare pi tardi nel por-tarli fuori.

    La mia prima applicazione della luce artificiale appar-teneva di diritto al ritratto, innanzi che mi avventuras-si nelle imprese progettate allesterno.

    Cominciai naturalmente lesperimento in anima vili,sulla mia umile persona e sui miei aiutanti di laboratorio.

    Per quanto mediocri e perfino orribili fossero leprime lastre, la voce del tentativo si era diffusa nelnostro microcosmo fotografico nel quale ognuno teneva

    Nadar - Antologia degli scritti

    Storia dellarte Einaudi 14

  • locchio puntato sul vicino e subito fui invitato a dareun saggio alla Presse scientifique, circolo e giornaleche allora aveva sede in rue Richelieu, accanto alla fon-tana di Pradier, lo scultore piacevole ma sconclusionatodi cui Preault diceva: Ogni mattina parte per Atene eogni sera torna in place Breda.

    Trasportato immediatamente in rue Richelieu tuttoil mio ingombrante armamentario, ottenni diversi nega-tivi fra gli altri il gruppo del presidente e dei suoi dueassessori al loro scrittoio negativi dai quali, sedutastante, tirai le positive con la mia luce elettrica.

    Le prime lastre risultavano dure, con effetti contra-stati, i neri opachi, stagliati senza particolari in ciascunviso, le pupille o spente per eccesso di luce o violente epuntute, come due chiodi.

    Per completare lopera, occorreva una seconda fontedi luce ammorbidita, che frugasse le parti in ombra.Provai i lampi al magnesio; ma non avevamo ancora lelampade cos opportunamente inventate in seguito eluso del magnesio, senza parlare del fumo, presentavamolti inconvenienti.

    Tentai di smorzare la luce ponendo un vetro smeri-gliato fra lobiettivo e il modello, ma ci non potevadarmi grandi risultati; poi, pi praticamente, disposidei riflettori fatti con stoffa bianca, e infine un doppiogioco di grandi specchi che rinviavano a intermittenzail fascio luminoso sulle parti in ombra. Riuscii cos ariportare il mio tempo di posa alla media diurna e allafine potei ottenere delle lastre a eguale rapidit e di valo-re del tutto equivalente a quello delle lastre ottenuteogni giorno nel mio laboratorio.

    Non mi soffermerei su questi tentativi e sul susse-guirsi di brancolamenti suggeriti dal pi elementaresenso pratico se non avessimo visto, appena pochi anni

    Nadar - Antologia degli scritti

    Storia dellarte Einaudi 15

  • fa, due fotografi, dei quali uno ben noto, disputarsi conviolenza davanti ai tribunali la priorit di procedimen-ti applicati e divulgati molti anni prima della loro ten-zone.

    La permanenza, ogni giorno al tramonto, di quellaluce allora poco in uso fermava la folla sul boulevard:attirati come falene dal chiarore molti curiosi, amici oindifferenti, non sapevano trattenersi dal salire la scalaper rendersi conto di quello che vi succedeva.

    Quei visitatori di ogni classe, alcuni noti o persinocelebri, erano accolti nel migliore dei modi: essi ci for-nivano gratuitamente una riserva di modelli disposti alnuovo esperimento.

    Fu cos che in quelle serate fotografai fra gli altriNiepce de Saint-Victor G. de La Landelle, GustaveDor, Albric Second, Henri Delaage, Branicki, i finan-zieri E. Pereire, Mirs, Halphen, ecc., e infine il miodirimpettaio e amico, il professor Trousseau.

    La possibilit di fotografare a luce artificiale eraormai acquisita: ora si trattava di passare allauspicataapplicazione.

    Il mondo sotterraneo offriva un campo infinito dioperazioni non meno interessante della superficie ter-restre. Ci preparavamo a penetrare, a rivelare gli arca-ni delle caverne pi profonde, pi segrete.

    Ma senza andare subito tanto lontano e per comin-ciare dal principio, una prima occasione si presentavasotto i nostri stessi piedi: le Catacombe di Parigi, senzaavere nei loro ricordi la solennit di insegnamenti delleCatacombe romane, hanno le loro confidenze da farcie, soprattutto, toccava a noi riconoscere lammirevole

    Nadar - Antologia degli scritti

    Storia dellarte Einaudi 16

  • lavoro umano compiuto nella rete delle nostre Fogneparigine.

    Finora, percorrendo le Catacombe, ci siamo limitatia indicare assai sommariamente la nostra procedura ope-rativa le cui vere difficolt appariranno soprattutto nel-lemuntorio metropolitano.

    Per procedere con ordine, compiamo dapprima unaperlustrazione e cerchiamo di fare il rilievo dei luoghi.

    Al chiarore delle lanterne e, di quando in quando, allaluce vaga che cade dagli spioncini appositamente libe-rati dalla maschera esterna per le visite degli escursio-nisti, distinguiamo una galleria senza fine, cemento epietra molare rossa. Si direbbe che lumidit arruggini-sca la pietra.

    Un marciapiede stretto fiancheggia a destra e a sini-stra un canale pi profondo che largo: questa colata diun liquido impuro, dallepidermide spessa, orlata daogni lato da una bordura di rotaie su cui circolano i pic-coli vagoni destinati al servizio e al trasporto dei visita-tori. Sotto la direzione dellimpiegato al quale toccafare gli onori di casa, quattro uomini addetti ai convo-gli con alti stivali regolamentari, due da una parte, duedallaltra, faranno per noi funzione di locomotiva, lamano gi tesa sulle sbarre dappoggio del vagoncino.

    Si noti lirreprensibile gentilezza di questi operai ras-segnati, sotto di noi, ai lavori pi umili: la loro educa-zione darebbe talvolta dei punti ai funzionari, piccoli egrandi, delle nostre amministrazioni pubbliche.

    Abbiamo appena preso posto sul vagoncino che unlungo squillo di tromba risuona sotto le volte a mo disegnale di partenza, per essere ripetuto a lunghi inter-valli davanti a noi, via via che procediamo, da altri suo-

    Nadar - Antologia degli scritti

    Storia dellarte Einaudi 17

  • natori ai loro posti. I nostri quattro uomini ci hanno gispinti in avanti: eccoci partiti sulle nostre rotaie contutta la velocit di quelle otto gambe, con un brontoliodi tuono che tuttavia non ci impedisce di udire n ilrombo sordo delle vetture che circolano sopra le nostreteste, n il fracasso delle lastre che ricadono dietro di noiluna dopo laltra sugli spioncini appena superati.Lungo tutta la linea che dobbiamo percorrere, sopracome sotto, vigila su di noi la consegna.

    ormai tempo di accorgerci che fu saggio premunircidi un abbigliamento supplementare. Latmosfera umidache attraversiamo di gran carriera si presto fatta geli-da: potrebbe diventare micidiale.

    Andiamo tanto in fretta che abbiamo appena il tempodi distinguere, nelle scritte smaltate del Municipio, let-tere bianche su fondo azzurro, i nomi ripetuti delle stra-de pubbliche sotto le quali stiamo scivolando.

    Un enorme tubo di ghisa di un metro di diametro,sostenuto da solide mensole e per di pi agganciato aramponi solidamente sigillati ci tiene ininterrotta com-pagnia per tutta la lunghezza del muro. la conduttu-ra principale delle Acque della Citt. Basterebbe unasemplice fessura, fortunatamente impossibile e, per losquarcio istantaneo prodotto dalla pressione, noi sarem-mo senza scampo inghiottiti.

    Di quando in quando una cascata immonda precipi-ta alla nostra sinistra o alla nostra destra da un canalepredisposto: un gruppo di fognaioli al lavoro, al nostroarrivo, si allinea contro il muro e, muto, ci guarda pas-sare. A destra e a sinistra lasciamo alle nostre spalle grannumero di gallerie trasversali, arterie e arteriole di quel-la vasta rete di circolazione di cui tutti i vasi messi insie-me non misurano meno di sessanta leghe.

    Nadar - Antologia degli scritti

    Storia dellarte Einaudi 18

  • Qui attraversiamo una spessa nuvola di nebbia cheoffusca il riflettore posto sul davanti del nostro vagonee la lanterna di cui munito il primo uomo della nostrasquadra: questo significa che sopra le nostre teste unbagno pubblico o un lavatoio liquida le operazioni dellamattina. Pi lontano un odore ci assale, che potrebbeessere piacevole se non fosse cos violento: passiamosotto il laboratorio di un profumiere. Questo odore, unricordo di gelsomino rovinato dal pasciul (uno deglipseudonimi dellorribile muschio artificiale di cui il tede-sco estrae il fetore dal carbon fossile), sar il solo che cisar stato dato di accertare in tutto il nostro percorsolungo lo scaricatoio degli infiniti putridumi di una gran-de capitale, grazie alla ventilazione perfetta e al sistemadi paratoie mobili, vagoni o battelli, che mantengono inquelle cloache unevoluzione permanente: il circulusdel fango. Eppure non bisogna troppo fidarsi; il veleno,anche se latente, non per questo meno veleno. Ilmicrobo ha qui i suoi stati, regna e governa.

    Ma lontano, molto lontano davanti a noi, appare unpunto luminoso che avanza con il fracasso dun tifone:di l risuona il segnale delle trombe. Un altro convoglioviene verso di noi e non c doppio binario. Se ci fossecollisione, un deragliamento in mezzo a quelle ignomi-nie sarebbe orribile! Per fortuna, al nostro contro-appel-lo, il nemico rallenta la marcia. Ci siamo arrivati, per ledisposizioni prese, proprio su un angolo di deviazione:il nostro vagone piega a destra su di una piattaformagirevole, e noi riprendiamo a gran velocit il nostro iti-nerario.

    Neppure un topo: voglio dire soltanto che non nevedemmo affatto. Sono propenso a credere che la solle-citudine amministrativa li inviti a nascondersi, in occa-

    Nadar - Antologia degli scritti

    Storia dellarte Einaudi 19

  • sione di queste visite pubbliche, per non turbare lasuscettibilit delle persone nervose.

    A qualche crocicchio la nostra strada si allarga ina-spettatamente, in ampie cupole. Poich questi anfitea-tri, piuttosto smisurati, non mi sembrano davvero desti-nati a conferenze o concerti, non mi pare temerarioammettere lipotesi di alcune previsioni strategiche.Certo, ognuno di questi Colossei clandestini offrirebbe,in talune eventualit, punti molto vantaggiosi per con-centrazioni di forze, alla stessa guisa che il complessodella rete sotterranea apre una miniera belle prontacon le sue mille gallerie sotto ogni punto della capitale...

    Questo piano concepito dallImpero, il colpo di ful-mine che distrusse lImpero non gli lasci il tempo direalizzarlo; si capisce meno come mai i capi della Comu-ne senza via di scampo, disperati, decisi a tutto, nonabbiano utilizzato un s formidabile mezzo di distru-zione via via che entravano le truppe, come molti pre-vedevano, fiduciosi [Lettera di Nadar (da Parigi) a LouisBlanc (a Versailles), maggio 1871].

    Ma non tutti i nostri destini si sono compiuti...

    Intanto, proseguiamo sempre e la volta, il cui gelidosudore cade a gocce via via pi frequenti, si schiacciasempre pi su di noi e le pareti strette si fanno ancorapi strette. Di tanto in tanto, avvertiti dal grido deinostri conducenti, dobbiamo chinare la testa, soprat-tutto sotto le grosse putrelle trasversali il cui ferrovischioso e corroso piange lagrime di ruggine. Gli alti sti-vali dei nostri uomini battono rumorosamente nel liqui-do schifoso, sui marciapiedi sommersi. La strada scen-de, scende ancora; linondazione sale; essi affondano finsopra il ginocchio, fra poco lacqua arriver alla cintu-

    Nadar - Antologia degli scritti

    Storia dellarte Einaudi 20

  • ra, corrono sempre, e tutto intorno a noi gronda, formapozzanghere, stilla, gocciola, trasuda. Il luogo divenutodecisamente sinistro; per i pesanti miasmi che fluttua-no, le nostre lampade impallidite sembrano venir meno,essere l l per spegnersi. Al malessere succede il brivi-do, al brivido subito langoscia: siamo a uno dei crocic-chi pi lugubri dellipogeo, nelle vecchie fogne, la dovenessuno che non fosse stato del mestiere, appena ses-santanni fa, mai avrebbe osato penetrare. Intorno a noinon sono altro che condotti, canali di scolo, pali, sifo-ni, tubi di scarico, un groviglio informe di sentine e dibudelli da sfidare limmaginazione di un Piranesi:

    Cest le noir rendez-vous de limmense nant...

    Ci sono livelli diversi, piani diversi nella melma flui-da. Il cunicolo ha il suo orgoglio e le sue precedenze. Ilpoco di spazio strozzato che resta fra pietra e acqua siostruisce ancora di cose innominabili, conturbanti, econtende il posto allacquerugiola. Catene enormi, tuttecorrose, tirano su una parte pi alta dellarco, e sem-brano farsi pi pesanti per affrettare il crollo; quellepulegge saldate dallossidazione non furono forse collo-cate da un seviziatore misterioso per qualche tortura ter-ribile? Fra gli storti pilastri, il muro infiltrato, lebbro-so e quelle mostruose ferraglie, il nostro vagone strega-to non pu pi avanzare di un passo: avr la possibilitdi retrocedere?... il Baratro. E sempre, sotto, sopra,davanti, dietro, dappertutto, lacqua, quellacqua mar-cia, infame, con tutte le sue voci: muggiti, singhiozzi,inzaccheramenti, sputi, borborigmi...

    Finalmente retrocediamo; lorrore scomparso e,liberi da questi spaventi, procediamo per una serie

    Nadar - Antologia degli scritti

    Storia dellarte Einaudi 21

  • nuova di strade, ora diritte ora curve. Sulla svolta di unatangente, ci fermano.

    Scendiamo dal nostro carrello e, fatti pochi passi, citroviamo sotto larco di una volta principale, sul bordodi un ampio canale. il fiume ultimo che raccoglie tuttiquesti affluenti, la sintesi suprema di tutta la nostravita parigina, il Grande Collettore.

    Una tozza piccola barca di forma quadrata ci accoglie,e unultima squadra che dovr limitarsi a camminare,data la pesantezza del convoglio ci traina pesante-mente sul sordido flusso. Tracciamo in quello spessoreun largo solco mentre, sotto la nostra spinta, lazione delnostro furgone mobile porta avanti al traghetto la melmadel fondo dirigendola verso la Senna ammorbata.

    Nella storia delle fogne, scritta con la penna genialedel poeta e del filosofo, dopo una descrizione che hasaputo rendere pi commovente di un dramma, VictorHugo racconta che in Cina non c contadino che, tor-nando dallaver venduto i suoi ortaggi in citt, nonriporti il pesante carico di un doppio secchio pieno diquei preziosi fermenti. Il libro tanto interessante e docu-mentato di Simon, che abit in Cina per lunghi anni,ricorda questo fatto consueto confermatomi dallautorestesso.

    Noi, invece, mandiamo in Per le nostre navi perchci riportino con grandi spese quello che qui gettiamo viasdegnosamente, frettolosi di sbarazzarcene, mentre Bar-ral, nella sua Trilogie agricole, valuta a quaranta milionidi ettolitri di grano ci che la nostra agricoltura perdeannualmente in concimi naturali. Tutti i nostri econo-misti agrari, tutti i competenti, i Boussingault, i Liebig,i Grandeau, non smettono di protestare ogni giornocontro una cos incomprensibile follia. Ma ci si guardabene dallascoltarli, ancor meno dal sentirli, e la nostra

    Nadar - Antologia degli scritti

    Storia dellarte Einaudi 22

  • insondabile stupidit umana si ostina a perdere, nellasola Parigi, centinaia di milioni allanno per avvelenarei nostri pesci...

    stato detto e ridetto che in ogni ordine di cose noicontinueremo a camminare a testa in gi, anche se non il modo pi comodo.

    Ma, per concludere, torniamo alla nostra impresasotto terra.

    Dai brancolamenti dei nostri primi tentativi in labo-ratorio, un esperto avr subito intuito quali difficolt ciaspettassero in ambienti del tutto impreparati a rice-verci.

    Il primo dei nostri impedimenti era lingombrantebagaglio delle pile distribuite successivamente su uno odue carrelli. Tutti gli espedienti tentati, sfruttati, fini-rono per fallire di fronte alla strettezza di alcune diquelle vie sotterranee, in taluni luoghi strozzate cometane di talpe...

    Fu necessario decidersi a lasciare quella parte delnostro materiale allesterno, sulla strada pubblica, dadove avrebbe comunicato con noi attraverso qualcunodei piccoli crateri municipali, pozzi di Catacombe o poz-zetti di Fogne. Lo avremmo trasportato dalluno allal-tro di quegli orifizi a seconda delle nostre operazioni sot-terranee.

    La sorveglianza di un personale attento non riuscivasempre a proteggere in modo adeguato larmamentariodalla curiosit, dallindiscrezione dei passanti che face-vano ressa. La folla dappertutto scomoda, importuna,e se la fama dei perdigiorno parigini non usurpata, non

    Nadar - Antologia degli scritti

    Storia dellarte Einaudi 23

  • perch qui siano pi infantili che altrove li abbiamotrovati per lo meno altrettanto sciocchi in tutte le citte borgate di tutti i paesi senza eccezione ma perchParigi fornisce loro un pubblico pi fitto.

    La lontananza del generatore di luce non facilitava lanostra azione. Ogni momento incespicavamo nelle len-tezze delle sistemazioni o delle modifiche, negli inter-valli forzati della manipolazione o in qualche accidenteimprevedibile. Molte volte, dalle nostre tane dove iltempo era gi tanto lungo si diventa vecchi qui!diceva un aiutante fummo costretti a inviare per stra-de poco rapide un messaggero per informarci di qualcheimprovviso arresto che ci costringeva a ricominciarepenosamente unoperazione gi poco facile, proprio nelmomento in cui toccava la fine.

    In taluni punti, la distanza fra le bocche di comuni-cazione ci imponeva uno sviluppo esagerato dei fili con-duttori e, senza parlare di tutti gli altri inconvenienti edifficolt, ad ogni spostamento dovevamo tentare empi-ricamente i tempi di posa. Ora, avvenne che per qual-che lastra furono necessari fino a diciotto minuti. Sitenga presente che ci servivamo ancora del collodiomeno rapido delle lastre Lumire.

    Avevo ritenuto opportuno animare con un personag-gio alcune di queste immagini, non tanto per amore delpittoresco quanto per indicare la scala delle proporzio-ni, precauzione troppo spesso trascurata dagli esplora-tori e la cui dimenticanza talvolta ci sconcerta. Per unaposa di diciotto minuti, mi sarebbe stato difficile otte-nere da un essere umano limmobilit assoluta, inorga-nica. Cercai di girare lostacolo con dei manichini chevestii da manovali e collocai alla belle meglio nellamessa in scena; questo particolare non complic il nostrocompito.

    Ma non saprei dire quante volte il nostro lavoro fuinterrotto, bloccato, da una causa o dallaltra. Ora gli

    Nadar - Antologia degli scritti

    Storia dellarte Einaudi 24

  • acidi indeboliti non erano sufficientemente rinnovati enoi dovevamo restare con larma al piede in quegliambienti poco gradevoli, sospendendo ogni operazione.Due volte, dovetti cambiare il manipolatore che garan-tiva la fornitura della luce. Dobbiamo anche raccontarela nostra delusione, la nostra collera, quando dopo diver-si tentativi su un punto difficile, nel momento in cui,prese tutte le precauzioni, eliminati o aggirati tutti gliostacoli, loperazione decisiva stava per giungere allafine, allimprovviso, proprio agli ultimi secondi di posa,una nuvola che si alzava dal canale veniva a velare lanostra lastra. Quali imprecazioni partivano allora con-tro la bella signora o il bravo signore sopra di noi che,senza sospettare la nostra presenza, sceglieva proprioquel momento per cambiare lacqua della vasca dabagno!

    Dobbiamo calcolare che quel tristo mestiere, perfogne e catacombe, non dur per noi meno di tre mesiconsecutivi. Al mio peggior nemico, se mai ne ho uno,non augurerei un trimestre di simile villeggiatura. Avevodato pi di quanto potessi sopportare e avevo toccato ilfondo della mia pazienza. Mi fermai, con un rimpiantotuttavia, giacch lopera non era ancora cos completacome lavevo ideata. Ma, a parte la tensione nervosa, erorichiamato nel mio laboratorio da altre necessit moltopi urgenti dopo unassenza cos prolungata.

    Insomma, riportai cento lastre, per la maggior partebuone, alcune cos perfette come se fossero state impres-sionate sub Jove, sub sole. Mi erano costate care, ad ognimodo, ma non rimpiangevo nulla.

    Mi affrettai a offrire le prime cento prove alle colle-zioni della Citt di Parigi, tramite leminente ingegne-re delle nostre costruzioni sotterranee, il signor Bel-grand: il nostro lavoro testimoniava la sua gloria. Qual-

    Nadar - Antologia degli scritti

    Storia dellarte Einaudi 25

  • che mese pi tardi, mi fece lonore di chiedermi unaseconda collezione e io ebbi di nuovo il piacere di far-gliene omaggio.

    Da Quand jtais photographe, Paris 1900.

    Nadar - Antologia degli scritti

    Storia dellarte Einaudi 26

  • Charles-Pierre Baudelaire

    Rifuggo dalle orazioni funebri come dalle finte lagri-me, sapendo che vi sono certe tombe su cui dovrebbepassare laratro, come vi sono certe statue, in questosecolo di statue, il cui collo invoca la corda.

    Ma ai nostri morti che dimentichiamo tanto in fret-ta, ai morti come ai vivi, se dobbiamo loro soltanto laverit, paghiamo almeno il nostro debito.

    Non lecito n possibile tacere di fronte a taluniattacchi contro luomo che non pu pi rispondere: eccoperch io reco qui la mia testimonianza a colui del qualetanto si parla e che fu cos poco conosciuto.

    La prima volta che lincontrai, nel 1843 o nel 1844,veniva verso di noi per il quai dAnjou, non lontano dal-lhtel Pimodan, dove allora abitava. Sia labito che ilportamento mi sembrarono stravaganti. Pantaloni neriben tesi sugli stivali di vernice, un camiciotto azzurro,rigido nelle sue pieghe nuove, come unica acconciatura,i lunghi capelli neri naturalmente ricciuti, la biancheriadi tela splendente e rigorosamente non inamidata, qual-che pelo sotto il naso e sul mento, e un paio di guantirosa freschissimi...

    Cos vestito e a capo scoperto, Baudelaire percorre-va il suo quartiere e la citt con passo irregolare, nervosoe cauto nello stesso tempo, come quello del gatto, e sce-

    Storia dellarte Einaudi 27

  • glieva dove mettere il piede come se dovesse stare atten-to a non schiacciare un uovo.

    Anche in quei tempi in cui berretti, panciotti rossi eabbondanti jabots non avevano ancora detto lultimaparola al Quartiere Latino, quando dopo i san-simonia-ni e i bousingots le eccentricit individuali dellabbiglia-mento non facevano pi voltare nessuno, neppure unpassante avrebbe rinunciato a fermarsi di botto e asegnare con un punto interrogativo la scia di Baudelai-re. La stranezza di quel giovane sguardo due punti nerisotto due archi rialzati sarebbe bastata a turbare ilpacifico borghese.

    Ventanni dopo ci si fermava egualmente davanti allaseconda persona di Baudelaire, sia che, a Parigi o aBruxelles, trottasse leggero come un tempo, sia che sim-puntasse meditabondo, sul bordo di qualche marciapie-de. Vedendo quella testa sempre singolare uscire comeda un cornetto dal collo della palandrana invariabil-mente rialzato, il naso vigorosamente lobato fra quei dueocchi che non si dimenticavano pi, le labbra serrate eamare, i capelli inargentati innanzi tempo, ora troppocorti, ora troppo lunghi, peraltro scrupolosamente rasa-to come un prete, il passante si diceva come una volta,ancora imbarazzato e sordamente malcontento:

    Quel tipo non uno come tutti gli altri e non miofratello. Chi ?

    Lopera di Baudelaire, come la sua figura, turbava ilpassante.

    E questo il passante non lo perdona.

    E per passante bisogna intendere tutti o quasi dagli sciocchi ai cattivi, dai malvagi ai babbei, tutti colo-ro che gravitano intorno agli attivi, e strillano, urlano omormorano. Chi potr dire i meschini segreti di alcuniodi? Costui, per esempio, quanto ha dovuto umiliare

    Nadar - Antologia degli scritti

    Storia dellarte Einaudi 28

  • una certa vanit implacabile, meno felicemente servita?Chi si lava malamente le mani perdoner mai a quellemani guantate, e, senza andare pi lontano della suastessa opera, quellingegno, cos aspro ed acre da lace-rare la bocca, non ha forse provocato delle vesciche aimangiatori di pappette?

    Ma in primo luogo, per tutti coloro che di solito nonsi rendono conto che il primo segreto delle nostre gran-di fortune nei loro generi diversi, ripeto delle nostremaggiori fortune, il pi sovente nel perfetto istintodelle probabilit volgari o vili, nel sentimento innato dellivello della stupidit e della bassezza umane, Baudelai-re rimarr uno straniero, e lo straniero, per i barbari, erail nemico.

    Luomo dice pressa poco Goethe che in Fran-cia osi pensare o agire diversamente dagli altri, unuomo di grande coraggio.

    Dopo colui che scriveva il suo libro come una lette-ra ai pochi amici ignoti che aveva nel mondo, insiemecon Stendhal che diceva Scrivo tuttal pi per cin-quanta persone in Europa, Baudelaire, sempre affan-nato nel suo fiero cammino alla ricerca del divinoimprevisto, Baudelaire, avesse anche prodigato centovolte di pi il suo talento pur cos sensazionale, nonsarebbe mai stato quello che si suol dire uno scrittorepopolare. Bisognava sentirlo parlare di Branger!

    Non credeva affatto a quello spirito di tutti che stato inventato per consolare coloro che non hanno lospirito di nessuno e, se qualche ingenuo fosse andato adomandargli, in modo convenzionale, perch i nostricapolavori drammatici siano sempre capiti meglio dalpubblico degli spettacoli gratuiti annuali, si sarebbeaffrettato a rispondere, nella lingua del grande Arago:Forse perch questo non vero.

    Ma perch non lascoltiamo subito, non ce lo dirmeglio egli stesso? Apro quel libriccino, Salon de 1846,

    Nadar - Antologia degli scritti

    Storia dellarte Einaudi 29

  • che dovrebbe essere il breviario di tutti i pittori chesanno leggere. Si parla di Horace Vernet:

    Odio dice quellarte improvvisata al rullo del tam-buro, ecc. come odio lesercito, la forza armata e tutto ciche porta armi rumorose in un luogo pacifico. So che que-stuomo un Francese, che un Francese in Francia unacosa sacrosanta, e persino allestero, da quanto ci viendetto; ma proprio per questo che lodio.

    Nel significato pi comunemente adottato, Francesesignifica vaudevilliste e vaudevilliste un uomo al qualeMichelangelo d le vertigini e al quale Delacroix suscitaunirritazione bestiale, come il tuono a certi animali. Tuttoci che abisso, in alto come in basso, lo fa fuggire pru-dentemente; il sublime gli fa sempre leffetto di una som-mossa, e affronta persino il suo Molire tremando e soloperch lhanno convinto che un autore gaio.

    Pittori di battaglie e ammiratori del genere, soldati,vaudevillistes e guardie nazionali: ecco i Francesi in bloc-co, altrettanti amici ormai conquistati, e il tutto in ventirighe.

    Ah! Baudelaire imprudente, che non fosti maidecorato, Francis Wey avrebbe pur dovuto insegnartiche non cos che si fanno le buone famiglie!

    Ma che cosa ci si poteva aspettare da un fanatico dital fatta? Incurante della tradizione di cui non sapevache farsi, ribelle nato a tutto quanto convenuto e adot-tato, cresciuto nellorrore del facile e del volgare, deci-so a scansare i filistei come la peste e a tenersi alla largada qualsiasi promiscuit, procedette naturalmente sem-pre nella propria forza e nella sua unica libert. Roman-tico forsennato, non si era lasciato irreggimentare nep-pure nellinesperienza della giovinezza, nella grande ora

    Nadar - Antologia degli scritti

    Storia dellarte Einaudi 30

  • della lotta romantica. In una parola, e in questo stava laforza e il fascino di quelloriginale, aveva limmenso, ine-luttabile disprezzo delle maggioranze. E questo disprez-zo delle maggioranze lo spingeva fino al disdegno dellestesse minoranze, di quelle piccolissime maggioranze,tanto poco era democratico da non essere neppure ari-stocratico. Come lanimale Re, voleva cacciare da solo.

    Di qui quellatteggiamento stizzoso ma non astioso:di qui, non ne dubito, quelle simpatie inalberate a suondi fanfara per tutto ci che particolarmente antipati-co alle folle; di qui quelle collere ostentate contro tuttoquanto piace alle folle. Non si sarebbe astenuto dal glo-rificare De Maistre nei suoi lati peggiori, e si vantava disalutare Sanchez. Si irrigidiva contro lemozione nel-larte, mezzo sempre facile e alla portata di tutti, pro-scriveva in massa i sensibili del secolo diciottesimo eaccettava persino Diderot con beneficio dinventario.Quel cuore onesto e buono, quellanimo generoso avreb-be protestato contro se stesso.

    Il suo tentativo nei confronti dellAccademia cheaffront con quella stridente imperturbabilit, con quel-la gelida seriet che metteva nelle pi buffoneschestrampalerie, quel tentativo non fu che unulteriore sfidaallopinione ragionevole e probabile, e quella provoca-zione la fece in piena coscienza, nella completa, sincerae ingenua convinzione della miseria di quella gente e delvantaggio che loro recava.

    Avrei voluto da lui ancora di pi di quanto ci dava...Cos si potr sempre e per lungo tempo chiedere fru-mento alla vigna. Ma il suo obiettivo era unico e esclu-sivo oltre che costante: era lArte! Assai meglio di Nero-ne ha potuto dire Qualis artifex pereo! Baudelaire fuinstancabile, tormentato dallopprimente, snervante sof-ferenza di una perpetua gestazione. Lontano, lontano il

    Nadar - Antologia degli scritti

    Storia dellarte Einaudi 31

  • Nadar - Antologia degli scritti

    Storia dellarte Einaudi 32

    pi possibile dagli altri, sempre ansioso di ricerca, assor-to nel supremo e brutale egoismo della sua fatica, nonsognando che lopera: di qui le sue distrazioni offensi-ve per i nati con la camicia che sanno pensare a tutto,persino a piacere. Spirito sempre inquieto del Meglio,ma assoluto: non sarebbe stato Baudelaire se non aves-se continuamente dogmatizzato; e di primo acchito pas-sava per contegnoso e pedante. Ai pi miti, ha lasciatotalora dei rancori.

    Questuomo apparentemente cos freddo, da gentle-man nato qual era; cos scettico per tante cose, spinge-va fino allammirazione fervida, al gioioso entusiasmo ilsuo rispetto per la cosa ben fatta. Aveva ci che piraro e quindi pi pregevole al mondo la coscienza dellavoro, cio la religione del dovere. Una vita male impe-gnata, giacch era partito col piede sbagliato, e sappia-mo quanto costi, una produzione necessariamente avara,non lo fecero mai scadere n gli fecero dimenticare unsolo istante quanto doveva alla sua opera e a se stesso.Spingeva lo scrupolo sino alla mania. La vita di Baude-laire, come quella di Grard de Nerval, resteranno peri letterati due esempi di dignit professionale, due begliesempi che non serviranno a nulla.

    Debbo aggiungere che, nel campo degli interessi reci-proci, nelle questioni di denaro, per dire questa grossaparola di cui la nostra miseria ha fatto il punto capita-le, aveva una delicatezza, una discrezione infinita, squi-sita?...

    Le sue amicizie come le sue ammirazioni furono illu-stri, scelte fra i pi rari, Delacroix, Hugo, Wagner,Sainte-Beuve, Gautier... lonoravano e lo amavano.

  • Veuillot lha accompagnato fino allultima soglia. Nonparlo daltri, pi modesti, che custodiscono pietosa-mente il suo ricordo.

    Aveva soprattutto quel coraggio poco comune che fas che un galantuomo si opponga alla balordaggine e allavile ferocia di una folla per coprire e adottare luomoinseguito. Ha difeso Wagner e sostenuto Manet, fir-mando ieri lordine del giorno di domani.

    Nello stesso tempo, la sua conoscenza, per megliodire la sua perfetta divinazione della lingua e dei costu-mi anglosassoni, oltre a un fascino tutto personale, loinserivano di diritto in quella compagnia, per noi fran-cesi tanto lontana, di belli spiriti che si chiamavanoRobert Southeyn, Charles Lamb, Coleridge, Thackeray,Dickens, ecc., nobile bohme doltremare, la sua fami-glia morganatica che comincia con Edgard Poe e finiscecon De Quincey. Apparteneva loro, lui che ci ha rac-contato con s toccante eloquenza la morte della piccolaAnn, il bimbo sperduto di Oxford Street, la matrigna.

    Di lui si detto tutto, e i pi benevoli fra coloro chenon lo conoscevano affatto hanno persino parlato diMurger a suo proposito: acido nitrico e latticello. Persi-no nella sua morte, altri e fra i migliori, hanno visto unadebolezza e hanno affermato che egli si era convertito.Nulla di tutto questo. Tre mesi prima della morte, glidomandai se davvero poteva credere. Eravamo tutti edue in piedi, appoggiati al davanzale della sua finestrache dominava ampi orizzonti al di l di place de lEtoi-le: lo vedo ancora mentre, per tutta risposta, mi mostrail cielo imporporato al momento del calar del sole e sentoil suo grido estasiato... Certamente egli credeva.

    Ma, al di l della fine del cristiano rassicurato, il suospirito superiore aveva sempre saputo vedere nella morteil legittimo e benefico pagamento della vita, e lavreb-

    Nadar - Antologia degli scritti

    Storia dellarte Einaudi 33

  • be ancor meglio guardata in faccia in quanto aveva avutotutto il tempo di vederla arrivare. Non gli far loffesadi lodarlo per questo. Contro coloro che, fin dal primogiorno di questi due anni crudeli cercavano talvolta didargli la bugiarda speranza di una guarigione impossi-bile, si irritava come di una piet offensiva, di un inco-raggiamento che lo feriva. Anche se non avesse avuto larassegnazione del cristiano e il disprezzo dello stoico,avrebbe fatto posto e accoglienza alla Morte, come allo-spite atteso di ogni uomo bennato.

    Diciamo, infine, che per la sua follia cos univer-salmente proclamata vale lo stesso discorso che per il suopreteso cedimento davanti alla morte. Neppure un atti-mo fino agli ultimi istanti quello spirito straordinaria-mente lucido fu onnubilato. Contro questultima accu-sa faccio appello alla dolorosa indignazione di tutti colo-ro che lamavano e mai labbandonarono. Agli estranei,la sua veemenza di gesti e di interiezioni poteva dareunidea sbagliata, mentre egli era ricco di pensieri chela parola non poteva pi esprimere; ma gli amici invecesapevano ben seguire in un movimento, in uno sguardo,in un grido, le evoluzioni di unintelligenza cos sottile,cos personale, e sino alla fine cos cosciente e padronadi s!

    Il poveretto, infatti, era stato colpito da afasia; perun tiro infernale, o per un castigo misterioso, dovevaessergli riservato questo male strano che colpisce il cer-vello pi sicuro con linesplicabile oblio delle parole.Certo pi di ogni altro egli dovette soffrire nel non rico-noscere pi il significato delle parole, egli chera statocos esigente e minuzioso nello sceglierle con cura fra lepi preziose! Che supplizi raffinati per quellesaspera-to cesellatore al quale fu sottratto il suo sottile stru-mento!

    Nadar - Antologia degli scritti

    Storia dellarte Einaudi 34

  • La piet non corre per le strade, ci diceva ieri Urbach.Sembra sia vero, giacch un supplizio tanto atroce elungo non ha disarmato, davanti a questafflitto, odiindicibili.

    In quanto a coloro che, sulla testimonianza dei sidice, continuerebbero a vedere nellautore condannatodi Fleurs du mal soltanto un cervello eccentrico, morbo-so e pericoloso, chiedo alla loro lealt se colui che hascritto questi versi pu essere stigmatizzato come undepravato e un perverso.

    La servante au grand cur dont vous tiez jalouse,(Dort-elle son sommeil sous son humble pelouse?...)Nous aurions dj d lui porter quelques fleursLes morts les pauvres morts ont de grandes douleurs,Et quand octobre souffle, mondeur des vieux arbres,Son vent mlancolique lentour de leurs marbres,Certes, ils doivent trouver les vivants bien ingratsA dormir, comme ils font, chaudement dans leurs draps,Tandis que, dvors de noires songeries,Sans compagnon de lit, sans bonnes causeries,Vieux squelettes gels, travaills par le ver,Ils sentent sgoutter les neiges de lhiverEt lternit fuir, sans quamis ni familleRemplacent les lambeaux qui pendent leur grill...

    Lorsque la bise chante et siffle, si le soir, Calme, dans le fauteuil elle venait sasseoir Si, par une nuit bleue et froide de dcembre, Je la trouvais tapie en un coin de ma chambre, Grave et venant du fond de son lit ternel, Que pourrais-je rpondre cette me pieuse, Voyant tomber des pleurs de sa paupire creuse...

    Nadar - Antologia degli scritti

    Storia dellarte Einaudi 35

  • Ora, una parola di conclusione.Colui che visse sempre tormentato, arso dalla febbre,

    insoddisfatto e ribelle, questo isterico, questo arrabbia-to, questo licantropo non ha mai fatto male a nessuno enon si neppure degnato di odiare.

    Le Figaro, 10 settembre 1867.

    Nadar - Antologia degli scritti

    Storia dellarte Einaudi 36

  • George Sand

    Alla memoria del nostro amico Armand Barbs

    A te, coraggioso e dolce fratello che dor-mirai sotto la fredda terra dellesilio finquando la nostra Parigi che tu adoravi nonavr avuto il merito di richiamarti peroffrirti le esequie degne di un grande cit-tadino, a te che veneravi e amavi la nostragloriosa amica come ella ti am e ti vener,offro queste righe di eterno saluto...

    N ...

    ... Non perch abbiamo appena ricevuto unaltraferita ferite tutte inguaribili! in questa dolorosa,interminabile serie di lutti pubblici alla quale non riu-sciamo a porre fine da alcuni anni che diventano sem-pre pi lunghi non perch la tomba si chiude su ungenio virile e potente che noi veniamo qui, in questoluogo, a scoprirci con emozione e rispetto.

    perch questa donna, buona fra tutte, eternamen-te arsa dalla sacra sete di Giustizia, am e soffr, comesoffre chiunque ama; e perch ella am soprattutto ideboli e i diseredati, perch sostenne gli oppressi, per-ch esalt gli umili.

    A questanima giusto rendere testimonianza e taletestimonianza diventa un dovere quando colei, che non pi, mantiene, vivi e in piedi davanti alla sua memo-ria, quelli che furono, quelli che restano i suoi nemici piimplacabili, giacch pretendono di parlare in nome di unDio di misericordia e di perdono. Questi cattolici offen-dono, naturalmente, questa cristiana. Non minacciano

    Storia dellarte Einaudi 37

  • gi di venire, nottetempo, a frugare la sua tomba? Vigi-liamo e diamoci il cambio intorno ad essa.. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

    Fenomeno strano! Questo genio potente e fecondoche ci lascia tanti capolavori, sembrava, nella sua sem-plicit e modestia, non avere coscienza di se stesso. Unavegetazione cos fitta ci cresciuta spontaneamente esenza sforzo, in virt di non so quale miracoloso donodi natura. Dalla grande e cara predestinata sbocciava lameraviglia, come larbusto d il fiore e come la boccadella prediletta delle fate bastava che si aprisse perchne uscissero perle, rubini e crisoprazi. Una donna sem-plice e buona, regolata nelle abitudini metodiche dellapropria vita come lorologio di una massaia, modesta,timida, imbarazzata, che amava dirci: Sono una stupi-da! , e questa donna che ci ha dato tante meraviglie.

    Lintero giorno era da lei dedicato alla famiglia, alla-micizia, alle cure della casa, alle umili occupazioni dellamassaia, lavori duncinetto, ricami, marmellate per igiorni di festa. Durante queste ore, della Grande Fati-ca, dellopera che mai sar distrutta, non una parola, nonun ricordo, e forse non una meditazione.

    Scesa la notte, coricati e debitamente addormentatifigli e nipoti nellora della Magia, come una sonnam-bula quella creatura eccezionalmente lucida andava asedersi sotto il paralume, semplicemente rileggeva lul-tima pagina abbandonata alle prime luci dellalba pre-cedente, e, fino alla prossima alba, come il baco da setacontinua il suo filo, ella riprendeva la sua trama e lascia-va scorrere linchiostro, mirabile animale in effetti,animale da capolavori.

    Mai si vide in nessuno, fino a tal punto, lassenza delsenso critico. Tutto quello che altri facevano era ben

    Nadar - Antologia degli scritti

    Storia dellarte Einaudi 38

  • fatto, tutto quello che ella vedeva era bello. Non eracapace di disapprovare. Non esito ad attribuire questadeficienza fin troppo caritatevole alla sua infinita bont.E cos profonda era in lei la mancanza di senso criticochella stessa finiva per avvantaggiarsene. Una voltafatto, rimaneva fedele al suo lavoro, assolutamente inca-pace di correzioni o di modifiche: si provi a chiedere albaco da seta di riannodare il suo filo!

    Un pomeriggio, lavevo pregata di leggerci alcunepagine che vedevo sulla tavola, pronte per il tipografo.Locchio mi era caduto proprio su una delle pi bellecose chella avesse scritto: una malinconica passeggiatanei giardini del Lussemburgo, ai tempi delle demolizio-ni di Parigi. Nulla di pi commovente di quel monolo-go, effuso nel momento di un grande dolore, e la tri-stezza diventava straziante alla fine, quando verso Saint-Sulpice cominciavano a rintoccare le campane della sera.

    Una parola, una sola, caduta chi sa da dove nel belmezzo dellopera, stonava, strideva orribilmente. Richia-mai la sua attenzione su quella parola; ella rilesse, meditun istante:

    Hai ragione, mi disse, spingendo lontano ilfoglietto.

    Deve correggere soltanto quella parola. La cambisubito.

    Non sono capace. Preferisco riscrivere unaltrapagina.

    Impossibile convincerla; e difatti trovai, stampata,una pagina tutta diversa, ancora pi eloquente dellaprima.

    Ho parlato del suo ordine estremo nella vita pratica.Nulla di pi saggio, corretto e metodico di questa esi-stenza tutta regolare che, da lontano, appare ai filisteisbalorditi e diffidenti sotto laspetto delleccitazione e

    Nadar - Antologia degli scritti

    Storia dellarte Einaudi 39

  • del disordine orgiastico. Siamo ben lontani dagli abbi-gliamenti maschili e da tutte le altre leggende borghesi,idiote o velenose.

    Quando aveva voluto lasciare, ben sistemati a casaloro a Nohant, il figlio diletto Maurice e la nuora a leitanto cara, Lina Calamatta, si era trasferita nel piccolovillaggio di Palaiseau vicino a Parigi. Ma un po persafra costruzioni e sistemazioni, con la sua avversioneprofonda per tutte le difficolt materiali, ripieg su Pari-gi, decisa a riparare subito la breccia aperta nel suomodesto patrimonio. Ed eccola, gi vecchia correva,mi pare, il 1864 insieme alla sua fantesca del Berry,ricominciare la vita isolata, consumando ogni sera il suopasto da scapolo dal buono e fedele Magny.

    La ritrovai in rue des Feuillantines, in un apparta-mento da studente, allammezzato, dove pagava 6oofranchi allanno.

    Larredamento in un brutto reps algerino era pi chemodesto e, come principale ornamento del piccolissimosalotto, un tappezziere avventizio aveva applicato aimuri qualcuna di quelle spaventose mensole con deco-razioni arabe di un gusto atroce, tinteggiate di azzurro,di rosso e di giallo, rivestite di dorature false, sostenentidue o tre terracotte Cabile quanto pi possibile pesan-ti e brutte. Un piccolo uovo di struzzo, che non avevo,neppure la scusante dessere pi grosso di un uovo ditacchina, pendeva, come pezzo principale, con malgiu-stificata pretesa, a guisa di lampadario.

    Avevo il cuore un po stretto. Mai avevo visto lasignora Sand cos gaia:

    Come potr vivere in mezzo a questi orrori? ledissi. I quattro muri nudi sarebbero forse preferibili.Non deve restare qui.

    Se ho capito bene, mi rispose, tu vorresti farmiprendere una casa a credito? Questo mai. Renditi contoche io qui sono felice, libera, lavoro e non devo niente

    Nadar - Antologia degli scritti

    Storia dellarte Einaudi 40

  • a nessuno. Non sai che in vita mia non ho mai dovutoun centesimo ad anima viva e che non potrei vivere unsecondo col pensiero di un debito? Lavoro nella picompleta libert di spirito nella mia povert attuale, che anche un po volontaria; non ti preoccupare. Ma seavessi lombra di un debito, la mia mano si rifiuterebbedi scrivere e inaridirebbe.

    Spingeva fino alladorazione la sua tenerezza per ibambini piccoli, e soprattutto sapeva parlare la loro lin-gua. I forti cercano i deboli, i giganti amano farsi pic-coli, abbiamo visto questa particolare predilezione inHugo come in Barbs. Virt assai rara, come suoceraaveva per la nuora le tenerezze infinite e affettuose diuna madre e, per una grazia particolare e reciproca-mente meritata, la nuora fu per lei una seconda figlia.

    Ma le due nipotine innanzi tutto; per molti annirimarranno fra le leggende del Berry i fasti e le prodi-galit del teatro di marionette di Nohant, altrettantocomplesso e macchinoso quanto la nostra nuova Opera:un mezzo di divago e di educazione morale per le bam-bine, al quale concorrevano con eguale emulazione,come autori, scenografi e macchinisti, la giovane madre,il padre felice e la sublime nonna, assecondati dai for-nitori di tutto il paese.

    Quante volte le carrozze lanciate a tutta velocit cor-sero lontano, allultima ora, per cercare sotto la guida diun messaggero indaffarato il particolare di un costume,un accessorio dimenticato!

    George Sand non soltanto per i suoi aveva questacarica damore: fin troppo ampio e profondo era nel suocuore quellinesauribile tesoro daffetto e di bont che,

    Nadar - Antologia degli scritti

    Storia dellarte Einaudi 41

  • quanto pi se ne elargisce, tanto pi sembra se ne riman-ga ricchi.

    Queste virt familiari daltronde, troppo spessoesclusive e un po facili, in verit, dato che il fariseo stes-so le pratica, potrebbero, talvolta a ragione, essere preseper egoismo, a ben guardare. Il Tedesco, funesto a tutti,vi si consacra pi di ogni altro e il lupo non loro estra-neo.

    Questanima infinitamente radiosa non avrebbepotuto resistere allirresistibile bisogno di dare ancor dipi, e su tutti, i pi grandi come i pi umili, i pi illu-stri come i pi oscuri, riversava a fiotti quella fonte diinesauribile effusione. Le pi elette amicizie di questosecolo le fecero corteo, fianco a fianco, nella pi evan-gelica eguaglianza, con i compagni pi modesti. E chipotr mai dire quello che prodig la sua infaticabilecarit in quel paese dove la chiamavano la Bonne Damede Nohant?

    Come se temesse di non avere mai davanti a s iltempo per amare abbastanza, si affrettava, accoglievatutti, prodigava senza calcolo n misura la borsa e i con-sigli e, dono pi prezioso, il suo tempo. Non era capa-ce di vedere che da questa accessibilit eccessiva, quasimorbosa, sarebbe potuto sopravvenire, come in tutte leesagerazioni, labuso. Intorno a lei, naturalmente, per-fino attraverso il cordone sanitario degli affetti dei fami-liari e di pochi intimi devoti, vecchi e consacrati, face-vano ressa non gi i falsi sedicenti amici (quale mostro,avendola una volta avvicinata, avrebbe potuto non ado-rarla?), ma, in certe ore, le invadenti vanit gonfiate.Anche su di loro colsi un riflesso di quella luce.

    Amici veri che lamavano per lei e non per s ,temendo di aumentare, sia pure di ununit, lo sciameche le ronzava intorno e di trattenere a vantaggio di uno

    Nadar - Antologia degli scritti

    Storia dellarte Einaudi 42

  • Nadar - Antologia degli scritti

    Storia dellarte Einaudi 43

    solo una particella di quel tempo chella doveva a tuttie a tutti apparteneva, si tenevano in disparte, rasse-gnandosi ad amarla soltanto da lontano...

    Alcuni esseri ci sono talmente superiori che ci sem-bra debbano per sempre librarsi al di sopra delle leggigenerali, alla stessa guisa che talune esistenze ci sonocos fraternamente care, cos indispensabili, essenziali,che se per caso ci affiora il pensiero che potrebbero daun momento allaltro venire a mancarci, respingiamo conspavento, con orrore questo pensiero, come unideaempia, abominevole.

    Eppure colpi cos violenti e profondi sono talmentenellordine delle cose che sembriamo quasi non soffrir-ne nel momento in cui ci colpiscono. Come per una fol-gorazione, lanima e il corpo sono rimasti dritti, sbalor-diti, stupefatti.

    Un edificio di ceneri che rimane in piedi fino almomento in cui un dito, una festuca lo faranno crollare...

    Il dolore acre ed eterno, il rimpianto amaro, i ricor-di senza fine, la scossa del singulto verranno sempre allaloro ora...

    Les Droits de lHomme, 13 giugno 1876.

  • Il pittore della vita moderna

    Della generazione che sta rapidamente completandola sua corsa verso la morte, coloro che sanno vedere nonhanno mai dimenticato che a intervalli quasi climateri-ci la Parigi della nostra giovinezza si trovava, talvoltaallimprovviso, dalla sera alla mattina, inondata, som-mersa da un profluvio di disegni bizzarri, direi perfinostraordinari, e inesorabilmente anonimi. Quasi sboccia-ta nella notte, questa germinazione appesa aveva inva-so dallalba lintera citt fino alle pi modeste vetrinedegli ultimi mercanti di immagini. Ma il quartier gene-rale, la sorgente madre era al passaggio Vro-Dodat,presso un certo signor Picot, che doveva saperla lunga.

    Unacutezza di osservazione personale e sorprenden-te di realismo, come fu detto in seguito firmava alposto dellautore ignoto ciascuno di quegli schizzi, river-sati a miriadi da una superba indifferenza con la mati-ta, con il carboncino, con linchiostro, con tutto, talvoltacon strane lumeggiature di acquarello o di guazzo, suqualunque tipo di carta, carta per candele e perfinocarta da imballaggio.

    I soggetti non variavano; ragazze, soldati, cavalieri,carrozze carrozze, cavalieri, soldati, ragazze insom-ma quasi tutto quello che compone la nostra vita moder-na. Naturalmente, erano soprattutto schizzi di ragazze;il cuore poteva non entrarci per nulla, ma centrava lavendita: ragazze di ogni ordine e sottordine, dai palchi

    Storia dellarte Einaudi 44

  • del Theatre Italien e dal viale di Porte Maillot (il Lagonon era ancora stato inventato) ai tuguri malfamati dirue Maubue, di rue de la Calandre e di quella duplicefogna a cielo aperto che era la rue de la Vieille-Lanter-ne, dove una notte di neve il nostro caro e dolce Grardde Nerval simpicc con il famoso laccio della duchessadi Longueville... ragazze di ogni paese vagabonde davan-ti allEterno per luniverso intero, dalle interminabilitdi Oxford Street o di Broadway alle Acque calde diIstanbul e al sobborgo di Scutari, dal Rydeck di Anver-sa alla Porta Capuana di Napoli, per tornare sempre, allafine, ai nostri boulevards della Scuola militare.

    La fattura di quegli schizzi, sapiente e infantile ad untempo, imperativamente richiamava e inchiodava il pas-sante. La goffaggine dello scolaro vi si affiancava allin-solente imperturbabilit del calligrafo: ingenuit diragazza virtuosa e scaltrezze di prosseneta. Ma da tuttaquesta materia, buona, cattiva, folle, assurda, cheprofondit dimpressione! quale risultante di esattezza!quale fascino!

    Si acquistavano quegli schizzi per niente: un francoi grandi, 75, 50 centesimi gli altri, quanti se ne voleva.Per una dozzina ci si metteva daccordo, dai 13 in su siandava quasi a peso. A che prezzo li otteneva dunque ilmercante?

    Qualche anno dopo, Eugne Delacroix, nel suo stu-dio di rue Notre-Dame-de-Lorette, tormentato, osses-sionato dal ricordo di una di quelle piccole immagini cheaveva visto da me, mi diceva: Nadar, vuoi scegliere inquesta cartella due miei disegni in cambio di quella conla testa rotta?

    Nadar - Antologia degli scritti

    Storia dellarte Einaudi 45

  • Via via, nel giro di pochi giorni, uno dopo laltro,tutti quegli schizzi scomparivano; rapida come lultimofilo dacqua bevuto dalla sabbia, lultima immagine sidileguava.

    Poi, dopo qualche mese, talvolta qualche settimana,allimprovviso un rinnovato diluvio di quegli straordi-nari disegni, sempre diversi, sempre uguali... e ancorauna volta, finita la piena, il torrente si inaridiva...

    Chi fa questo? Chi mai pu fare questo? ci doman-davamo, e poich non era possibile trovare, la fantasiacominciava a creare le leggende.

    Alla fine, si scopr chi era il misterioso e inesauribi-le produttore, un perfetto gentleman, che viveva da sin-gleman, straniero nel nome e nello stile sebbene eccel-lente francese e che, sempre in viaggio, a Parigi avevasoltanto un pied--terre. Al momento, il suo piccolo emodesto appartamento era in un pianterreno di ruedAumale, vicinissimo a quellaltro pianterreno dove ilconte di Villedeuil aveva appena fondato il giornaleParis, lundi, mardi... insieme con i suoi cugini deGoncourt.

    Ma ancora un mistero: quel veterano di tutti gli antridella perdizione cosmopolita aveva il verginale pudoredel suo myself, quellartista che si dava tanto da fare pernascondersi quanto gli altri per mettersi in vista, nonriconosceva a nessuno il diritto di nominare colui chenon firmava. Si proibiva dessere artista come un gen-tiluomo daltri tempi si sarebbe proibito di fare com-mercio. Al punto tale che colui che fu sempre e perprimo presente in tutti gli ambienti nel corso di unesi-stenza che ha pi che raddoppiato la media delle nostrevite umane, questo illustre ignoto, questo glorioso ano-nimo avr, da uomo raffinato, percorso la vita sotto la

    Nadar - Antologia degli scritti

    Storia dellarte Einaudi 46

  • maschera e il mantello dei nobili veneziani del Sette-cento.

    Soltanto allesplicita condizione che il suo nome nonsarebbe stato pronunciato, egli permise al pi fervido erispettoso dei suoi ammiratori, Baudelaire, di dedicar-gli un lungo e forte saggio: Il Pittore della vita moderna.

    In breve, oggi che le consegne sono tolte, egli si chia-mava Constantin Guys e veniva da una vecchia e buonafamiglia meridionale. Un caso laveva fatto nascere aFlessinga. Aveva cominciato con la campagna di Greciainsieme con Lord Byron, poi durante la Restaurazionesi era arruolato nella cavalleria e, dopo un servizio moltoattivo, aveva lasciato lesercito come sottufficiale deidragoni. Rimase sempre un cavaliere di primordine,con la passione per i cavalli.

    La sua insaziabile curiosit obiettiva laveva spintodappertutto, dallInghilterra allItalia, dalla Spagna aipaesi dOriente. A Londra, dove si ferm ancora pi alungo che a Napoli e a Costantinopoli, la sua grandepredilezione era per le usanze inglesi non fu estraneo,riteniamo, alla creazione dellIllustrated LondonNews e perfino del Punch. Viaggi lunghi anni perlIllustrated come corrispondente, collaborandovi condisegni e appunti. Assistette alle battaglie di Inkermann,di Balaklava, a tutti gli scontri degli eserciti alleati, sem-pre negli avamposti, con glaciale indifferenza al perico-lo, sia per indole che per dandysmo.

    Guys aveva superato la sessantina quando sembrvolersi stabilire definitivamente a Parigi. Parigi, insom-ma, riassumeva il mondo per questo nomade mai sazion stanco, questo io insaziabile del non-io, eterno inve-stigatore, sposo delle folle.

    Nadar - Antologia degli scritti

    Storia dellarte Einaudi 47

  • Abitava una modestissima camera in una soffitta dirue de Provence; viveva l di una piccola pensione chegli passava regolarmente un ricco cugino, Barthlemy,vecchio delegato montagnardo del 1848. Ma i vicini e ibottegai della strada non videro molto spesso il rude vec-chio dalle larghe spalle, i grandi baffi bianchi, il profiloda Palicaro. comprensibile: non si alzava mai se nonquando il sole si corica, per rientrare rigorosamente sol-tanto nelle ore in cui tutti gli altri dormono, spossato manon sazio e solo perch la grande Citt esausta dallastanchezza e invocante grazia non aveva pi nulla damostrargli.

    Ora, dice Colui che dobbiamo sempre citare, coluiche seppe meglio vedere ed esprimere Guys, ora, men-tre gli altri dormono, costui chino sulla sua tavola, edardeggia sul suo foglio di carta lo stesso sguardo chepoco fa fissava sulle cose, si serve della matita, dellapenna, del pennello, fa sprizzare lacqua dal bicchiere alsoffitto, asciuga la penna con la camicia, frettoloso, vio-lento, attivo quasi temendo che le immagini gli sfugga-no, litiga anche se solo e sollecita se stesso. E le coserinascono sulla carta, singolari e pi belle e pi dolci, daunanima entusiasta come quella dellautore.

    Ma Baudelaire non doveva essere il solo innamoratodi questopera agitata, passionale, di cui non pot farea meno di portarsi dietro una grande cartella fin nel suoesilio volontario presso il nostro caro Belga, FlicienRops: opera non dogmatica quanto documentaria, cheda sola riassume la nostra epoca, come insieme i Frago-nard, i Saint-Aubin, i Moreau, i Debucourt, i Sergenthanno riassunto la loro: cugina degli Eugne Lami,incomparabilmente superiore ai De Dreux e che nulla haa vedere con la pittura pedicolare di un Meissonier. Vifu tutta unaristocrazia di nobili ricercatori a caccia diquesta modernit che il transitorio, il fuggevole,il contingente, la met dellArte di cui laltra met le-

    Nadar - Antologia degli scritti

    Storia dellarte Einaudi 48

  • terno e limmutevole tutta la minoranza raffinata,perfettamente al di fuori e al di sopra della Borsa deiquadri e che non acquista firme.

    Evocate il sacro battaglione di quei dilettanti cheebbero lamorosa curiosit, la rabbiosa concupiscenza diquegli incomputabili fogli volanti appena coperti, disper-si a tutti i venti dopo i Baudelaire e i Delacroix, iThophile Gautier, i Saint-Victor, Prault, ClestinNanteuil, Asselineau, Rops, de Goncourt, Manet,Burty, e anche Champfleury per non omettere nessuno,sebbene molti ne tralasci e dei migliori; giuria deiGrandi Elettori dellArte, perdutamente invaghiti del-lopera inafferrabile delluomo senza nome, del genialesconosciuto, di cui tutta la gloria, nata segreta, morrsegreta come visse, e il cui appellativo, rimasto gerogli-fico, non figurer mai ma che importa! nel catalo-go di nessuna pinacoteca.

    Con quale riservatezza, quale discrezione, qualedignit il vecchio Guys sopport, senza mai dire paro-la, la lunga povert via dolorosa degli anni estremi,lui che non aveva mai fatto alcun calcolo, e che avevavissuto tutte le vicissitudini della sua esistenza con side-rale spensieratezza. Quanti appetiti segreti, quanti desi-deri inespressi dovette respingere colui la cui mano erastata sempre aperta... ultimo asceta...

    Trov tuttavia una luce in tutti quei giorni bui ed grata dolcezza ricordarlo.

    In una sera di abbandono pi che raro, si era apertoa uno di noi, certo troppo povero perch Guys si aspet-tasse da quella parte lattuazione del suo sogno.

    Dunque lo soffocava un desiderio, un antico deside-rio accarezzato per tutta la vita, una sete sempre piaspra via via che la morte si avvicinava, e alla fine intol-lerabile: malizia delle cose, contraddizione della sorte,

    Nadar - Antologia degli scritti

    Storia dellarte Einaudi 49

  • lui che tante volte aveva percorso in tutti i sensi Orien-te e Occidente, non aveva mai potuto vedere Flessinga,Flessinga dovera nato, quella Flessinga che lo chiama-va ben altrimenti imperativa e per lui necessaria che,per laltro povero vecchio, Carcassonne e lui moriva,stava per morire, senza aver visto Flessinga...

    Due giorni dopo, Guys aveva fra le mani il suo via-tico per Flessinga e in quel momento, cosa inaudita,si videro due grosse lagrime di gioia scorrere sul marmodi quelle vecchie guance.

    Almeno gli fu concessa quella bella settimana!

    Ultime tristezze. Sette anni fa Guys aveva i suoiottanta anni compiuti, sempre meravigliosamente vigo-roso nonostante ludito e la vista indeboliti, sempretrottante, curioso, fiutante, e sempre irreprensibilmen-te regolare nella sua irregolarit quando un colpo ter-ribile lo blocc.

    Un marted grasso in cui aveva pranzato come tuttii marted in casa dellultimo amico che gli anni gli ave-vano lasciato, non volle che lo accompagnassero fino allasua porta come di consueto, non potendo decidersi a rin-casare cos presto in un simile giorno di festa, volendoin una simile sera vedere ancora. Le strade, piene difolla, sfavillavano, accecavano: mentre attraversava ruedu Havre una carrozza gett a terra Guys fracassando-gli la gamba in due punti.

    Lo trasportarono allospizio Dubois, lospedale che cene ha presi gi tanti...

    Quando arriv, il dottor Se scosse la testa: unaduplice frattura, con complicazioni, a ottantanni! Ilmedico non conosceva Guys; la gamba si rinsald. Fucosa lunga, ma quelleterno peripatetico avrebbe potu-to ancora camminare, se subito avessimo avuto fiducia se soprattutto linfermo avesse avuto le attenzioni di

    Nadar - Antologia degli scritti

    Storia dellarte Einaudi 50

  • una parentela affettuosa, quella tenerezza sempre pre-sente, la tenerezza che vigila, che spia, che cova e chesprona.

    Ma Guys non aveva nessuno. Il vecchio cuginoBarthlemy era morto, e i suoi eredi, lontani da Parigi,si limitavano a passargli con perfetta correttezza la pen-sione del vecchio cugino, come fa di dovere qualunquefamiglia con chi la sua gloria.

    Dei tre amici che gli restavano, il marchese dEtam-pes era morto per primo, M. Coulmann aveva seguito ilmarchese e il terzo fu costretto allimprovviso ad allon-tanarsi da Parigi per qualche dovere che non potevaessere diviso con altri.

    Per lo meno venivano da lui due vedove con pietosaregolarit, poich, come si dice, ci sar sempre unadonna a qualunque capezzale. Ma sette anni sono lun-ghi. Impegni nuovi sopravvengono e simpongono, sop-piantando le prime incombenze. Non c rosario tantobenedetto che non si sgrani. Venne il giorno in cui leultime due visitatrici non comparvero pi...

    Fin dallinizio, la vedova del fondatore dellIllu-strated London News, Mrs Ingraham, non avendodimenticato i servizi resi allopera di suo marito, avevamesso a disposizione dellinfermo lospitalit illimitatadi uno dei suoi cottages. Il povero Guys dovette pi diuna volta rimpiangere che il desiderio di morire in Fran-cia gli avesse fatto declinare lofferta.

    Anche unaltra proposta pi modesta cara a Guys fu respinta...

    Conseguenza di questi due rifiuti spaventoso pen-sarlo fu che per sette anni in tempi assai recenti unuomo buono, socievole per eccellenza, di mente supe-riore e danimo nobile e severo un essere vivo fu con-dannato a rimanere fino allultimo respiro immobile esolo solo per sempre! inchiodato in un letto do-spedale come in una bara anticipata, respinto dalla

    Nadar - Antologia degli scritti

    Storia dellarte Einaudi 51

  • comunione intellettuale, sottratto a ogni commercio,escluso da ogni rapporto umano salvo che con la suainfermiera, sempre in attesa di ci che non veniva mai fino allultimo secondo di tutti i giorni, di tutte lenotti, di tutti i minuti di questi sette atroci anni!

    La promiscuit familiare delle corsie comuni avreb-be reso meno dura lagonia fin troppo lunga di quelmorto vivente.

    Finalmente! da quella prigione dove lo portaronosette anni fa con i piedi davanti, con i piedi davanti loporteranno fuori questa mattina.

    Con tristezza indicibile, cerco se vi sia ancora qual-cuno anche uno solo che si ricordi e voglia seguire,per lultima volta, il Pittore della vita moderna!...

    Le Figaro, 15 marzo 1892.

    Nadar - Antologia degli scritti

    Storia dellarte Einaudi 52