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Rivista mensile specializzata 2012 n.288 Anno XXXVI ISSN 0394-0896 PUBBLICAZIONE DELLA MEDIA AGE SRL MILANO TEL. 0243910135 FAX 0243999112 E-MAIL: INFO@MONITOR-RADIOTV . COM I NTERNET: WWW. MONITOR-RADIOTV . COM RADIO TELEVISIONE VIDEO MULTIMEDIA POST-PRODUZIONE AUDIO ALTA FREQUENZA Latest news about broadcasting: www.monitorradio.tv Le ultime notizie del broadcast: www.convergenza.tv La diffusione audio nello studio televisivo Sky Sport la stagione 2012/2013 Introduzione alla tv digitale quinta parte La diffusione audio nello studio televisivo Sky Sport la stagione 2012/2013 Introduzione alla tv digitale quinta parte

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La rivista italiana del broadcast

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Rivista mensile specializzata • 2012 • n.288 • Anno XXXVI • ISSN 0394-0896

PUBBLICAZIONE DELLA MEDIA AGE SRL • MILANO • TEL. 0243910135 • FAX 0243999112 • E-MAIL: [email protected] • INTERNET: WWW.MONITOR-RADIOTV.COM

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La diffusione audionello studio televisivo

Sky Sportla stagione 2012/2013

Introduzione alla tv digitalequinta parte

La diffusione audionello studio televisivo

Sky Sportla stagione 2012/2013

Introduzione alla tv digitalequinta parte

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MonitoR Magazine 288

anno 36° - n.288 - 2012ISSN 0394-0896

MediaAge srl viale S. Michele del Carso, 13

20144 Milano - Italy sede legale: via Jacini 4, 20121 Milano

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Siti internethttp://www.convergenza.tv (in italiano)http://www.monitorradio.tv (in inglese)

La Media Age srl è iscritta al Registro Nazionaledella Stampa al n. 2636 vol. 27, foglio 281 dal28.6.89 - MONITORRADIO TELEVISIONE è re -gistrata al Tribunale di Milano n. 880 del20.12.1988. Dir. resp. Enrico Callerio. Mano scrittie foto originali, anche se non pubblicati, non sirestituiscono. Non è permessa la riproduzione ditesti e foto senza l’autorizzazione scrittadell’Editore. Progetto grafico: Ago, Bollate (MI).Stampa: Cooperativa Grafica Bergama sca,Almenno S. Bartolomeo (BG).

Abbonamenti: la rivista è diffusa e venduta so loin abbonamento annuale. Il costo annuale è di 40,00 EURO da versare convaglia postale intestato a Media Age srl, viale SanMichele del Carso 13 - Milano, oppure inviare unassegno bancario non trasferibile allo stesso indi-rizzo. Arretrati 6,00 EURO l’uno da allegare allarichiesta anche i francobolli.Foreign subscription: annual 80,00 EURO (80,00US$) or equivalent via International Money Orderor cheque to Media Age srl, via Stefano Jacini, 4- I - 20121 Milano Italy. CREDIT CARDS subscription call (+39)0243910135 or fax (+39) 0243999112. Cardsaccepted: VISA - MASTER-CARD - EUROCARD -AMERICAN EXPRESS. Airmail rates on applica-tions.

Lo staffDirettore responsabile: Enrico CallerioCondirettore tecnico: Mauro BaldacciDirettore editoriale: Enrico OlivaPubblicità: Giulio Reina

Hanno collaborato: Rolando Bertini, Dario Monferini, AlbertoPellizzari, Maria Ronchetti, Mauro Scaioni

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4 La diffusione audio nello studio televisivo

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Introduzione alla tv digitale:quarta parte

dal blog Mixer:Effetto farfalla

The biggest IBC ever

Grass Valley:telecamere a prova di futuro

Quantelsi reinventa

Phabrixtutto sotto controllo

Sky Sport, una ricca stagione 2012/2013

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Con la definizione studio monitor omonitor da studio, si indica un sistemadi diffusori audio, con caratteristichemeccaniche ed elettroniche, adatteper un ambiente di produzione/elabo-razione musicale come uno studio diregistrazione, di editing sia audio siavideo. Dovendo funzionare in unambiente di lavoro, oltre alle doti difedeltà di riproduzione, il sistemadeve avere ottima tenuta alla potenza,nonché una robustezza meccanicaelevata, dato il particolare luogo in cuideve lavorare.

Tipologie

Le casse acustiche da studio si divido-no in varie categorie vediamo quali:

* Near field: monitor per l’ascolto adistanza ravvicinata. Usati in ambientipiccoli che hanno dimensioni ridotte,la dimensione massima del woofer nonsupera gli 8”. La distanza di ascolto ègeneralmente al di sotto dei 150 cm esono solitamente bi-amplificati (2-way).* Mid field: monitor concepiti per stan-

ze di medie dimensioni. Solitamenteaccoppiate alle near field per avere unparagone di ascolto, hanno una poten-za più elevata rispetto alle near, wooferpiù grande e risposta in frequenzamaggiore per permettere un ascoltopiù distinto. La distanza di ascolto vadai 150 ai 200/250cm. In questa cate-goria si trovano principalmente cassetri-amplificate o comunque a tre vie(3-way).

* Main monitor: grossi monitor dalpeso di molto elevato presenti neiprincipali studi di registrazione, sonomonitor utilizzati principalmente perl’ascolto dei vari volumi degli strumen-ti musicali in fase di mixaggio e percontrollare le frequenze più basse(attorno ai 20Hz, minima frequenzaudibile dall’orecchio umano). Le mainmonitor sono spesso incassate dentroil muro (flush) per evitare ogni proble-

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La diffusione audionello studio tvLa diffusione audio nello studio tv

Scegliere e posizionare le casse per una regia televisiva o audionon è facile. Vediamone i principi fondamentali.

di Mauro Scaioni

Struttura base di un altoparlante a cono

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ma di diffrazione e controfase dovutaal rimbalzo delle onde sonore sul muroposteriore, problema che affligge lenear e i mid non perfettamente posi-zionati, e rivolte verso il fonico. Sonospesso dotati da più woofer di 18” e disvariati tweeter per un range di fre-quenza assolutamente completo elineare su tutto lo spettro sonoro.Hanno potenze intorno ai 1.000W RMSe il loro prezzo supera le decina dimigliaia di euro/dollari fino a toccare i100.000 dollari.

Le caratteristiche principaliLe caratteristiche principi che devonodistinguere un monitor da studio sonole seguenti:* una risposta in frequenza il più linea-re possibile: il monitor non deve colo-rare il suono in alcun modo, ovveronon deve né accentuare né attenuarealcuna frequenza contenuta nelsegnale di ingresso. Maggiore è lalinearità maggiore sarà il realismo delsuono rispetto alla fonte;* una localizzazione stereofonica delsuono il più precisa possibile;* un spettro di frequenza riproducibileil più ampio possibile;* una risposta ai transienti il più reali-stica possibile;

Monitoraggio

Il monitoraggio, per essere valido edefficace, deve avvenire all’interno diuna stanza acusticamente trattata, conl’operatore posizionato correttamenterispetto alle casse: la sua testa deveformare genericamente un triangoloequilatero parallelo al pavimento, lecasse devono essere ruotate dunquedi 30 verso il centro e all’altezza delleorecchie di chi le utilizza.È sconsigliato, laddove non diversa-mente indicato, poggiare i monitordirettamente sul pavimento, infattisolitamente questo, oltre a peggiora-re la localizzazione stereofonica, com-promette il corretto funzionamentodei e componenti delle casse, in parti-colare quelle amplificate, nelle quali, ilcalore prodotto dall’amplificatoredeve essere smaltito in modo adegua-to.

Il monitor da studio

Le due sospensioni (spider e surround- sia bass-reflex sia sospensione pneu-matica -, nel caso del tweeter è pre-sente solo il secondo) vincolano lalibertà di movimento dell’equipaggiomobile su un solo asse, permettendol’escursione anche in presenza diampie sollecitazioni (in gamma bassale vibrazioni della membrana possonoprodurre spostamenti nell’ordine dialcuni cm, in woofer di dimensioni ele-vate).Le frequenze più profonde, da circa 20Hz verso l’estremo inferiore, produco-

pato sul diaframma mediante proces-si chimici o incollato seguendo geo-metrie particolari. In alcuni casi lamembrana stessa può essere l’ele-mento conduttivo, come avviene inalcuni diaframmi in alluminio. Il grup-po magnetico non è più di formarotonda, dunque, ma viene realizzatocon barre di neodimio (la ferrite non èin grado di generare un campo abba-stanza potente) poste in adiacenzadella membrana.

La sua progettazione

Il classico altoparlante elettrodinami-co si presenta come un dispositivo

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Struttura interna di un mid-tweeter.

Foto di un tweeter ad alte prestazioni con cupola in titanio

no grandi movimenti delle membrane(si può immaginare che per generarevibrazioni di ampia intensità è neces-sario eccitare una notevole massa diaria), mentre salendo di frequenza lospostamento diventa quasi impercet-tibile (ecco il motivo per cui i midran-ge hanno sospensioni più piccole, e itweeter soltanto il surround cioè unpiccolissimo movimento sufficienteperò a generare il suono necessario).I trasduttori a nastro utilizzano unatecnologia molto simile, con alcunesostanziali diversità: la bobina mobilenon è più avvolta su un supporto cilin-drico, ma distesa sulla membranastessa. Il conduttore può essere stam-

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abbastanza semplice nella costruzionee nel funzionamento; è sufficienteperò scendere un poco in profonditànell’analisi per scoprire che questepoche parti possono interagire secon-do modalità complesse e difficilmenteprevedibili, e che ogni componentedeve essere dedicato a un particolaretipo di utilizzo, seguendo in sede distudio e realizzazione alcune regolestringenti, nonché aggiungendoesperienza e di sensibilità personale.In effetti i parametri oggi più comune-mente utilizzati per descrivere le carat-teristiche di un altoparlante sono statiformalizzati soltanto nei primi anni set-tanta, quando questi dispositivi veni-vano già utilizzati diffusamente in dif-ferenti tipologie di applicazioni.Molti parametri determinanti nonvenivano analizzati approfonditamen-te, e l’approccio alla progettazioneera poco tecnico e soprattutto nonstandardizzato.Fu il paziente ed esaustivo lavoro dianalisi di Richard Thiele e NevilleSmall a definire la classica tavola deiparametri oggi familiarmente detta diT/S (Thiele/Small), che descrive lecaratteristiche per i segnali dell’alto-parlante elettrodinamico e vienecomunemente utilizzata dalle caseproduttrici nei datasheet degli alto-parlanti.Per ora sarà sufficiente immaginare i

parametri di Thiele Small - ricavatimediante l’analisi della curva di impe-denza dell’altoparlante - come unafotografia molto accurata delle rela-zioni che si sviluppano tra il gruppomagnetico, la bobina mobile, la mem-brana. Se ne ricavano indicazioni sullapredisposizione del componente adun determinato tipo di carico acustico(bass reflex o cassa chiusa, linea di tra-smissione o tromba, dipolo o doppiocarico reflex), sul tipo di carico elettri-co presentato all’amplificatore dipotenza, sulla qualità dei materiali uti-lizzati.Questi parametri hanno rappresenta-to per circa trent’anni la cartina di tor-nasole dell’altoparlante elettrodinami-co, ed ancora oggi mantengono unvalore assoluto; nuove tecnologieperò si sono poi sviluppate negli ulti-mi anni, e la diffusione di sistemi di

calcolo molto potenti e versatili a uncosto sempre minore ha favorito losviluppo e la diffusione di nuovi stru-menti di analisi e misura. La simulazio-ne ad elementi finiti permette oggi diprevedere con ottima approssimazio-ne il comportamento di un gruppomagnetico o di un particolare profilodi membrana, e diversi produttori disoftware dedicano energie allo svilup-po di programmi di calcolo espressa-mente dedicati alla progettazioneelettroacustica. Un cenno deve essereinfine dedicato allo strumento KlippelAudio Analyser, che ha permesso perla prima volta di analizzare il compor-tamento dinamico degli altoparlantielettroacustici, aprendo lo spazio anuove frontiere dell’analisi e dello svi-luppo. Wolfgang Klippel, tecnico digrande valore, esperienza e intuito, hasviluppato sul finire degli anni novantaun sistema di misura PC based che uti-lizza un laser, sensori di corrente e ten-sione e permette di osservare il com-portamento di un altoparlante elettro-dinamico durante l’applicazione digrandi segnali.Cosa succede al mio woofer duranteescursioni di parecchi millimetri (oaddirittura cm), con grandi potenze iningresso, e come si modificano duran-te la riproduzione del ciclo di unaonda acustica i parametri classici, soli-tamente misurati in posizione di ripo-so? L’analisi del comportamento dina-mico permette di osservare l’altopar-lante da nuovi punti vista, ed aggiun-gere ai classici parametri di T/S unanotevole quantità di dati in più.Resta ad ogni modo una base solidadi estrema soggettività, che affida unvalore determinante all’aspettoumano della progettazione; la psicoa-custica è una materia assai complessa

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Diffusori da studio a due vie

Andamento dell’impedenza in funzione della risposta in frequenza in un altoparlante

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e per molti versi ancora inesplorata.Nonostante oggi la tecnologia di pro-gettazione ed analisi sia estremamen-te raffinata e potente, molte sceltevengono ancora compiute affidandosia prove di ascolto e test comparativi.Alcuni progettisti utilizzano esclusiva-mente alcuni specifici materiali e geo-metrie, altri si dimostrano più propen-si a sfruttare ogni tipo di tecnologiaoggi a disposizione; non esiste ancorauna regola chiara e precisa su cosa siagiusto impiegare per ottenere uncomponente di alto valore, o un testche indichi senza ombra di dubbio ilmateriale migliore per lo specificoimpiego.Questo significa anche che non è pos-sibile stabilire a priori che un determi-nato diffusore avrà particolari dotisonore determinate da un utilizzo dialcuni materiali o tecnologie di produ-zione; è però possibile indicare alcunecaratteristiche associabili a determina-ti materiali e geometrie costruttive.

I materialiIl primo e più evidente elemento diogni altoparlante è la membrana; esi-stono molti materiali utilizzabili perrealizzare membrane di woofer,midrange e cupole di tweeter, ognunodotato di caratteristiche precipue.Ogni progettista di altoparlanti sognadi avere a disposizione un materialeleggerissimo, rigido, smorzato, eco-nomico e semplice da produrre, bello

da vedere e stimolante per gli addettidel marketing e della promozione,spesso impegnati ad elaborare nuovee roboanti sigle ed acronimi bizzarriper descrivere i propri prodotti.Ovviamente questo materiale non esi-ste, ma resta una amplissima libertà discelta, in grado di soddisfare quasiogni esigenza.

La buona vecchia cellulosa impregna-ta viene ancora impiegata con succes-so da molti produttori, anche in lineedi punta. Ha dalla sua caratteristichedi ottima linearità di emissione e natu-ralezza nel suono, che permettono diutilizzarla in diffusori di ogni tipologiae impostazione timbrica. Membranein cellulosa possono essere leggere,abbastanza rigide e ben smorzate,possono venire modellate negli stam-pi secondo profili di ogni tipo e utiliz-zabili per grandi tagli come per picco-li componenti. Se ben trattate si dimo-strano resistenti nel tempo e affidabili.I materiali plastici, nei vari polimericompositi in cui si possono presenta-re, sono parimenti assai diffusi.Possono essere formati per stampood iniezione, con l’addizione di variesostanze smorzanti (Mica, Talco, fibredi ogni tipo...).Abbastanza leggeri, smorzatissimi,non eccellono in rigidità, e si dimo-strano assai indicati per la realizzazio-ne di altoparlanti che non debbanoavere una banda passante estrema-mente estesa su frequenze alte (ottiminei sistemi multivia, ad esempio), sem-plificando il compito di filtrarne l’emis-sione per realizzare incroci con altri

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Curve di risposta ottenute con un complesso sistema di misura basato su Kippel Audio Analyser.

La bobina mobile di un altoparlante immersa nelle sue espansioni polari del magnete di Controllo

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componenti del diffusore acustico. Ilsuono di questo materiale è in effettigeneralmente morbido e controllato,tanto che spesso viene utilizzato inabbinamenti a trasduttori a cupolarigida o metallica, che vi conferisconouna più vibrante ricchezza armonica (eil pensiero corre subito a tutte le rea-lizzazioni Genelec, vero e propriostandard del monitoraggio in studio).Sono economici e possono assumereogni tipo di profilo e di spessore.La seta trattata, con le sue molte diffe-renti possibilità di combinazioni (sipossono difatti realizzare misti conqualsiasi altro tipo di tessuto, e condifferenti trattamenti impregnanti),resta ancora oggi il materiale principeper la realizzazione di cupole deitweeter. Leggera, smorzata, lineare,ha un suono naturale e scevro di riso-nanze indesiderate. Nei tweeter acupola permette di ottenere pratica-mente ogni tipo di suono: giocandocon la tipologia e quantità di tratta-mento smorzante del tessuto, con lapossibilità di utilizzare del ferrofluidonel traferro (un denso fluido ferroma-gnetico che favorisce la dissipazionetermica della bobina mobile e smorzala risposta acustica e l’impedenza delcomponente) con la realizzazione dicamere posteriori di smorzamentoacustico, è possibile passare da unsuono frizzante e aperto sull’estremoacuto (sempre con una buona dose di

naturalezza) ad un timbrica raffinata eprecisa, delicata nelle tessiture armo-niche e ben il suono dei tweeter piùsmorzato.I materiali a base di fibra oggi sonomeno utilizzati che in passato: le fibredi vetro, di kevlar, o di altro tipo, risul-tano abbastanza costose e delicate daprodurre, ma hanno parecchie virtù:sono rigide, leggere, se ben trattatepossono risultare molto smorzate, eprodurre un suono dinamico e armo-nicamente ricco, senza incorrere in

risonanze problematiche. Occorre sot-tolineare che si tratta di materiali com-plessi da trattare, soprattutto se sidesidera ottenere costanza di presta-zioni in fase di produzione. Difficiledunque generalizzare, in questo caso,ma impossibile non pensare alle bel-lissime membrane in fibra di kevlar svi-luppate dalla B&W e dalla KRK,entrambe caratterizzate dal bel coloregiallo vivo, dal suono ricco e cromatico.Le membrane metalliche hanno alcunipregi molto evidenti: estrema rigiditàe leggerezza, innanzitutto, ma anchela possibilità di essere stampatesecondo ogni profilo possibile.Risultano però abbastanza delicate edhanno la tendenza a produrre risonan-ze: nell’applicazione per tweeter èpossibile spostare la risonanza princi-pale in banda ultrasonica, ma nei mid-woofer risulta spesso abbastanzacomplesso filtrarne le componentisgradite (che tendono poi a protrarsifastidiosamente nel tempo). Bellissimigli altoparlanti Monitor Audio, azien-da inglese che di questo materiale hafatto il proprio marchio di fabbrica, eassolutamente affascinanti i dispositiviAMD (Amplitude Modulation Devices)sviluppati dalla Boston Acoustics perassorbirne le risonanze: dei veri e pro-pri risuonatori meccanici cilindrici cheoperano tagli selettivi assorbendoenergia a determinate frequenze, pro-

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Uno studio di registrazione di grandi dimensioni che fa uso di diffusori Genelec

I woofer della Boston Acoustic fanno spesso uso di speciali risuonatori per il controllo del suono.

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prio come una risuonano le cannedegli organi.Ultimamente godono di ottima fama imateriali ceramici per la realizzazionedi midwoofer e i sintetici, come il dia-mante (ovviamente generato in labo-ratorio mediante complessi procedi-menti), per le membrane dei tweeter.Rigidissimi, leggeri, molto reattivi ecromaticamente ricchi, generano peròparecchie risonanze spurie che posso-no risultare difficili da controllare insede di filtraggio e messa a punto deldiffusore. E rendono complessa la rea-lizzazione di profili particolari, a voltenecessari per ottenere pattern di dis-persione omogenei e regolari. Tra icostruttori più importanti che utilizza-no questa tecnologia è senza dubbioAccuton, azienda specializzata nellaproduzione di membrane in ceramicaper i midwoofer e diamante sintetizza-to per i propri tweeter. Avalon utilizzaquesti altoparlanti nei propri diffusoridi punta, come i rigorosi MixingMonitor, dedicati agli studi di registra-zione più raffinati ed esigenti. Infineun cenno ai materiali compositi, sand-wich di differenti strati: leghe di allu-minio e schiume poliuretaniche, fibredi kevlar e cellulosa, fibre di kevlar ealluminio strutturato a nido d’ape (echi più ne ha più ne metta...); non sitratta quasi mai di novità assolute: giànegli anni sessanta la Leak producevadei magnifici diffusori che utilizzavanodei coni compositi in polistirolo e allu-minio e sfoggiavano prestazioni dialtissimo livello e un suono estrema-mente affascinante.Ovviamente anche in questo caso èestremamente difficile astrarre le qua-lità particolari di questo tipo di tecno-logia, che può produrre materialimolto differenti per caratteristiche

timbriche. La Eton, rinomata aziendatedesca fondata nel 1983, è senzadubbio uno dei produttori più specia-lizzati nell’utilizzo di sandwich a nidod’ape con fibre impregnate: i suoiwoofer con membrane in Exaconesono utilizzati anche nei modelli dipunta della Adam, in abbinamento adoriginali tweeter planari.Il progettista di altoparlanti ha dunquepiccole e curiose manie: spesso siritrova a stropicciare tra le dita unfoglio di carta, ascoltandone il suono,o dimostra un subitaneo ed intempe-stivo interesse per la ricchezza armoni-ca della carta di alluminio da cucina, oper la leggera rigidità del polistirolodelle vaschette per alimenti. La mem-brana però è soltanto una parte del-l’altoparlante: sarebbe un grosso erro-re sottovalutare il contributo di tutti gli

altri componenti nella determinazionedelle caratteristiche soniche.Procediamo dunque con l’analisi. Ilgruppo magnetico fornisce l’energiache viene tradotta in suono, e deveessere ben ottimizzato per creare uncampo simmetrico e la giusta densitàdi induzione (né troppa, né troppopoca). Contribuisce inoltre a determi-nare il valore di induttanza della bobi-na mobile, e ne mantiene la correttatemperatura di esercizio.Questo componente può esseremolto semplice ed economico, comeanche estremamente complesso ecostoso. Il materiale ferromagneticopiù diffuso e utilizzato è oggi la ferrite,stabile ad alte temperature, abbastan-za potente ed economica.Il neodimio, nella varie formule reperi-bili, è decisamente più potente ecostoso, e permette di compattare ledimensioni ed il peso dei gruppimagnetici. Viene quindi utilizzatosempre più spesso per i tweeter (è unretaggio del settore car stereo: lo svi-luppo di tweeter in neodimio perl’ambiente automotive ha aumentatoprogressivamente la produzione diquesto tipo di materiale, abbassando-ne drasticamente i costi). All’internodelle due piastre polari possono esse-re utilizzati anelli e schermature inrame o alluminio, con funzione di

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Membrane ceramiche a nido d’ape della Accuton

Tweeter con membrana ceramica della Avalon.

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linearizzazione (statica e dinamica)dell’impedenza della bobina mobile.Questi dispositivi non si vedono dal-l’esterno ma contribuiscono in mododeterminante ad ampliare la bandapassante dell’altoparlante e control-larne i tassi di distorsione. Ovviamenteaumentano i costi di produzione, cherendono possibile utilizzare questi ele-menti solo in componenti costosi eassai raffinati. E’ importante sottoli-neare che il gruppo magnetico costi-tuisce anche un elemento determi-nante per il raffreddamento dellabobina mobile, e realizza spesso unvero e proprio circuito dove l’ariaviene pompata dal movimento dellamembrana, sempre per mantenerecostante la temperatura di eserciziodella bobina (se la temperatura dellabobina sale la resistenza dell’avvolgi-mento aumenta, diminuisce la poten-za erogata dall’amplificatore e con leil’SPL (il livello del suono) del sistema. E la bobina mobile? Deve avere avvol-gimenti compatti e ben ottimizzatinella geometria, e determina in primaistanza il dato della banda passantedell’altoparlante (vale a dire quantol’altoparlante estende la gamma utiledi frequenze riproducibili).Può essererealizzata in rame smaltato (la soluzio-ne più comune ed economica), in allu-minio ricoperto di rame (più leggero eperformante), a volte addirittura inargento. Può avere sezione circolare,quadrata, rettangolare, esagonale,per compattare al massimo la struttu-ra degli avvolgimenti.Anche il cestello svolge una funzionemolto importante: le vibrazioni indot-

te nella bobina mobile debbono tra-sformarsi esclusivamente in suono, edè importante che non vengano assor-bite dal cestello. La corretta centratu-ra dell’equipaggio mobile nel gruppomagnetico deve essere mantenutaanche dopo trasporti e spostamentidei diffusori non proprio delicati. E ilprofilo della parte posteriore delcestello non deve essere acustica-mente ingombrante, per evitare diprodurre riflessioni sul lato posterioredel cono, che ne perturberebbero l’e-missione (non poco, non si tratta diuna aspetto secondario: lo sviluppo diun cestello acusticamente ottimizzatoassorbe notevoli energie in un repartodi R&D).Per non parlare poi dellesospensioni: il suono di un surround ingomma è totalmente differente daquello di un surround in foam o in tela

trattata, così comelo smorzamentomeccanico che nederiva e il contribu-to complessivo allamassa dell’equi-paggio mobile. Neimonitor da studio omastering il mate-riale più utilizzato èsenza dubbio lagomma, che assicu-ra un eccellentesmorzamento e unanotevole affidabilitàe costanza di pre-stazioni. Il foam, puravendo caratteristi-

che soniche di assoluta eccellenza (è ilmateriale che meno contribuisce adaggiungere carattere sonico ad unaltoparlante) ha problemi di affidabili-tà nel tempo. Le nuove formulazionidovrebbero assicurare una vita assaipiù lunga.La tela trattata viene utilizzata soprat-tutto in componenti Pro, per applica-zioni di PA: è difatti molto leggera epermette di ottenere un suono dina-mico e brillante, per piccole escursio-ni (carichi a tromba o grandi diametridi emissione). Nei subwoofer di ridot-te dimensioni, con necessità di per-mettere alte escursioni all’equipaggiomobile non potrebbe essere utilizzata(in questi casi la gomma è il materialeprincipe).

Conclusioni

Descrivere ed analizzare in modo chia-ro ed esaustivo il funzionamento e lecaratteristiche dell’altoparlante elet-trodinamico per applicazioni in studionon è semplice, e ci rendiamo contodi quanti spunti siano soltanto accen-nati, di quanti approfondimentipotrebbero essere possibili. Si trattadi un dispositivo affascinante, dovel’elettronica incontra l’acustica, la flui-dodinamica, il magnetismo. Unoggetto complesso e delicato che inultima analisi deve poter soddisfare lostrumento di misura più raffinato eselettivo che esista: il nostro udito.

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1Woofer con membrana a nido d’ape Exacon prodotto dalla Eton

Struttura di una sospensione in foam

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Architettura di una reteDVB-T

Il primo quesito da porsi quando sideve pianificare una nuova rete DVB-T è quello più naturale: “quanti pro-grammi possono essere trasmessi nelbouquet”?A questa domanda non esiste unarisposta univoca, ma è bene elencaredelle linee guida generali che servo-no a dimensionare il bouquet con cri-terio.Si è già visto nel capitolo precedenteche il bit-rate massimo dipende forte-mente dalla copertura desiderata,perciò se si tende ad ottenere unacopertura estesa anche con un bassonumero di trasmettitori si è costrettiad utilizzare una modalità DVB-T abit-rate relativamente basso. Se inve-ce si dispone di un numero elevato di

trasmettitori sul territorio di coperturasi possono utilizzare le modalità DVB-T a più alto bit-rate poiché si riesce adavere un segnale sufficientementealto su tutto il territorio di copertura.Supponiamo ad esempio di averdeterminato il giusto compromesso edi aver trovato che la modalità DVB-Tadatta al nostro caso (ipotizziamo dioperare in UHF) sia:

IFFT = 8k;costellazione = 64QAM;FEC = 2/3;intervallo di guardia = 1/32.

Dalla tabella 5 si trova che il bit-ratemassimo di questa modalità DVB-T èpari a 24.13Mbit/s.Per ricavare il numero di programmimassimo da inserire nel bouquet sideve conoscere il bit-rate di ciascun

programma. A questo punto si puòoperare in due modi: il primo, sempli-ce e rapido ma poco ottimizzato, con-siste nello stabilire un bit-rate ugualeper tutti i programmi del bouquet. Ilsecondo, più efficiente e professiona-le, consiste nell’assegnare a ciascunprogramma il bit-rate più adeguato inbase al contenuto medio del pro-gramma stesso. Il metodo più sempli-ce è quello di assegnare a ciascun pro-gramma un bit-rate che consenta diottenere una buona qualità indipen-dentemente dal contenuto. Ad esem-pio, se si assegna un bit-rate di4.5Mbit/s a ciascun programma siottiene sicuramente (in MPEG2) unaqualità PAL (standard definition) sod-disfacente sia per programmi “lenti”come news e documentari, sia perprogrammi “veloci” come eventisportivi o musicali.

Introduzionealla Tv Digitale TerrestreIntroduzione alla Tv Digitale TerrestreIl primo quesito da porsi quando si deve pianificare una nuova rete DVB-T è quello piùnaturale: “quanti programmi possono essere trasmessi nel bouquet”?A questa domanda non esiste una risposta univoca, ma è bene elencare delle lineeguida generali che servono a dimensionare il bouquet con criterio.

di Marco Fiore

Quinta Parte

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In questo caso si otterrebbe un bou-quet da 5 programmi con una qualitàsicuramente buona su tutto il palinse-sto giornaliero.Un metodo per ottimizzare le risorse èinvece quello di considerare che con-tenuti come eventi sportivi hannobisogno, a parità di resa visiva, di unbit-rate più elevato rispetto a conte-nuti meno dettagliati e meno dinamicicome notiziari o Dunque, se una parti-ta di calcio ha bisogno di almeno4.5Mbit/s per una resa visiva soddisfa-cente, un notiziario o un talk showpossono essere trasmessi anche con2Mbit/s senza arrecare disturbo allavisione. Se si vuole trasmettere, adesempio, un bouquet con 2 canalisportivi, 3 canali dedicati alle news e 2canali con contenuto vario, è possibileallocare nello stesso bouquet i 7 pro-grammi se si assegnano 5Mbit/s a cia-scun canale sportivo, 2Mbit/s a cia-scun canale news e 4Mbit/s a ciascunodei due programmi con contenutovario.Un altro metodo, senza dubbio piùefficiente ma molto più oneroso eco-nomicamente, consiste nell’uso diencoder a bit-rate variabile e di unmultiplexer statistico. Gli encoder e ilmultiplexer operano analizzando intempo reale la complessità del conte-nuto video su ciascun programma esono in grado di adattare dinamica-mente il bit-rate assegnato a ciascunencoder. Il risultato è la assegnazionedi banda proporzionale alla comples-

sità di ciascun contributo, eliminandogli ‘sprechi’ di bit-rate per contenutistatisticamente poco dettagliati omolto statici. A spese di un investi-mento iniziale più oneroso, si riescead ottenere un bouquet con più pro-grammi grazie ad un uso ottimizzatodelle risorse di banda.Un utilizzo più efficiente della banda èpossibile utilizzando degli encoderMPEG4 invece di quelli MPEG2. Gliencoder MPEG4, come già analizzatoin precedenza, consentono di rispar-miare più del 50% del bit-rate su cia-scun programma e quindi, a parità dibit-rate complessivo, si avrebbe a dis-posizione un numero di programmialmeno doppio sul bouquet.La codifica MPEG4, ad oggi più costo-

sa dell’MPEG2, viene attualmente uti-lizzata da alcuni paesi europei edextra-europei, specialmente per offri-re contenuti ad alta definizione agliutenti. I risultati sono tecnicamenteincoraggianti, ma il costo più elevatodei ricevitori compatibili allo standardMPEG4 sta posticipando la transizionedall’MPEG2 all’MPEG4 e quindi oggiquasi tutte le reti DVB-T europee sonobasate sullo standard MPEG2.Un’altra scelta che è possibile effet-tuare nella pianificazione di una reteDVB-T è quella di operare in moda-lità MFN (Multi Frequency Network)o SFN (Single Frequency Network).Una rete MFN è una rete multi-fre-quenza nella quale, analogamente aquanto accade nelle reti analogiche,le frequenze di due qualsiasi trasmet-titori adiacenti (aventi cioè una zona dicopertura comune) devono essere dif-ferenti.Le reti a singola frequenza (SFN) sonoil modo migliore per implementarereti DVB-T con una efficienza spettralemolto elevata. Il ricorso tipico alle retiSFN avviene per la costruzione di retiDVB-T medio-piccole per aree metro-politane o regionali.Una rete di portata nazionale MFNDVB-T può essere implementata inmodo efficace per mezzo di numerosereti SFN regionali, ognuna operantesu una diversa frequenza.Il principio di base delle reti SFN è chetutti i trasmettitori della rete debbanoirradiare simultaneamente gli stessidati alla stessa esatta frequenza.Quindi gli apparati headend (cioè

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quelli che generano il bouquet) situatipresso lo studio di produzione e tutti itrasmettitori della rete necessitano diun segnale di riferimento tempo/fre-quenza comune per sincronizzare idati (Transport Stream) e le frequenzedi uscita (oscillatori locali).Questa sincronizzazione viene imple-mentata per mezzo del segnale GPS,disponibile simultaneamente in tutto ilmondo.Presso lo studio, un dispositivo chia-mato SFN Adapter collegato a unricevitore GPS deve essere situatosubito a valle del multiplexer alloscopo di inserire un segnale di sincro-nizzazione (chiamato MIP, MegaframeInitialization Packet) nel TS ASI. Il TSviene quindi distribuito a ogni sito ditrasmissione per mezzo di una rete di

distribuzione molto accurata che si facarico dell’assoluta integrità del TSoriginale. Si è già fatto notare in pre-cedenza, a questo proposito, che iponti digitali terrestri di Elettronikaoffrono la funzionalità “SFNTransport” dedicata a questa applica-zione molto delicata.Ogni trasmettitore DVB-T deve esserefornito di un ricevitore GPS per esseresincronizzato con tutti gli altri trasmet-titori della rete e per compensareautomaticamente il ritardo di propa-gazione della rete di distribuzione,come illustrato nella figura 9.Il risultato di questa sincronizzazioneglobale è che nelle aree coperte dapiù di un trasmettitore l’interferenzarisultante risulta perfettamentecostruttiva. Il requisito aggiuntivo per

consentire tale condizione è che ladistanza tra ogni trasmettitore dellarete e quelli adiacenti sia inferiore alladistanza coperta dal segnale duranteil valore dell’ Intervallo di Guardiaselezionato (vedi tabella 4).Dunque l’uso della rete GPS è fonda-mentale per la sincronizzazione di unarete SFN fino al punto da far conside-rare la rete GPS il fondamento stessodi una SFN.Attualmente questa considerazionecorrisponde a verità, ma recentemen-te sono in fermento una serie di studiinteressanti su reti di sincronizzazionealternative al GPS, in modo da poterimplementare una rete SFN ‘GPS-free’. La spinta a questi canali di ricer-ca deriva dall’impossibilità di rice-vere il segnale GPS in alcune posta-zioni in cui la banda utilizzata dalsegnale GPS è interferita da altrisegnali (più o meno leciti) e anchedalla osservazione che il GPS è unsistema militare statunitense e nume-rosi operatori televisivi preferirebberoessere indipendenti da questo siste-ma.Al termine della fase di progettazionee pianificazione di una rete DVB-T, ilpasso successivo è l’installazione deitrasmettitori per una valutazione con-creta della copertura del segnaleirradiato. Al di là di rari casi di situa-

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zioni geografiche eccezionalmentefavorevoli, esiste sempre un certonumero di zone d’ombra, cioè areeraggiunte da un segnale troppo de-bole per poter essere correttamen-te decodificato dai ricevitori DVB-T.La copertura delle zone d’ombraviene implementata per mezzo diapparati di ripetizione di potenzamedio-bassa chiamati ripetitori (otransposers, in inglese) quando la fre-quenza del segnale trasmesso è diver-sa da quella del segnale ricevuto ogap fillers quando il segnale irradiatoviene trasmesso alla stessa frequenzadi quello ricevuto.Ovviamente, in caso di rete MFNentrambi i tipi di apparati possonoessere utilizzati (dopo aver valutatoquale sia la soluzione ottimale perogni località) per coprire le zoned’ombra, mentre per le reti SFN i gapfiller sono l’unica so luzione consentita.Il gap filler viene di solito installato sumontagne o colline in una posi zionetale da ricevere un segnale di intensi-tà soddisfacente, con l’antenna ditrasmis sione progettata con unosche-ma di irradiazione utile a coprire otti-mamente la zona d’ombra.In figura 10, a titolo esemplificativo, èriportato un esempio di una rete SFNoperante in banda UHF che presentauna zona d’ombra generata da unacollina, sulla quale viene installato ilgap filler.Il problema tipico di una installazionedi gap filler, per intrinseche causestrutturali, è l’inevitabile accoppia-mento RF tra il segnale irradiato dal-l’antenna di trasmissione e quello rice-vuto dall’antenna di ricezione. Se illivello di accoppiamento è troppo ele-vato, la situazione diviene pericolosain quanto il ritorno dall’antenna tra-smittente a quella ricevente può por-tare a un feedback positivo che puòfacilmente danneggiare l’hardwaredell’apparato.Se il gap filler è installato nell’ambitodi una rete SFN, come nel caso illu-strato in figura 10, il problema peg-giora in quanto, oltre al ritorno dal-l’antenna di trasmissione, l’antennaricevente capta anche gli echi prove-nienti dagli altri trasmettitori dellarete. La soluzione a questo problemastrutturale è l’uso di un Digital EchoCanceller nella sezione di elabora-

zione digitale del gap filler.Riassumendo, la progettazione di unarete di trasmissione DVB-T è - in ognicaso - dominata da considerazioniriguardanti la massimizzazione dellacopertura del territorio di riferimento,con l’obiettivo di ottenere, con laminima potenza trasmessa, il massimodella probabilità di ricevere e decodi-ficare correttamente il segnale nellazona di interesse.Il problema della massimizzazionedella copertura risulta ancora piùcomplesso negli ultimi tempi, dopol’ufficiale adozione di uno standardper la Mobile TV, denominato DVB-H,che rappresenta un miglioramentodello standard DVB-T nel campo dellaricezione mobile. Il modello di riferi-mento di una rete DVB-H è un InternetService Provider (ISP) che invia conte-nuti video e audio all’operatorebroadcast di rete e all’operatore radio

di una rete telefonica mobile.Attraverso queste operazioni, il conte-nuto viene trasmesso all’utente finalein possesso di un terminale telefonicocompatibile DVB-H.Si comprende facilmente che, se sivuole assicurare continuità di ricezionead un terminale mobile, anche in con-dizioni di ricezione indoor, la copertu-ra richiesta tende al 100% del territorioed esige valori di campo più elevatirispetto al caso di ricezione unicamen-te fissa.Elettronika offre agli operatori TV unaccurato ed estremamente professio-nale servizio di pianificazione di rete,con l’ausilio di software di simulazionee di network planning, in modo daprevedere con elevata accuratezza lacopertura sul territorio di una datarete DVB-T (o DVB-H), evitando spia-cevoli sorprese dopo la installazionee la messa in opera dei trasmettitori.

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Uno dei vantaggi più evidenti dellatransizione alla TV Digitale per glioperatoritelevisivi è quello di poterespandere l’offerta oltre il limite clas-sico dei programmiaudio-video offertinel palinsesto analogico.La TV Digitale, grazie alle profonde

Applicazioni ad alto valore aggiuntointerazioni fra hardware e software,consente di offrire all’utente finale unainteressante serie di applicazioni adalto valore aggiunto, suscitando nelcliente un rinnovato interesse verso ilmezzo televisivo e generando per l’o-peratore nuove opportunità di busi-

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ness, finora impossibili con la tecnicaanalogica.Una delle possibilità più remunerativeper gli operatori televisivi è senzadubbio quella del Sistema di AccessoCondizionato (CAS), ovvero la tecnicadi criptare uno o più programmi perproteggerli da una visione non auto-rizzata, un modello già utilizzato datempo nella piattaforma satellitare enoto anche come Pay-TV.Agli utenti viene richiesto di pagare uncanone mensile o annuale per ottene-re l’accesso ad un particolare canale(pay-per-channel) o, in alternativa, unimporto per un singolo programma(pay-per-view).Anche se un sistema di criptaggiototalmente sicuro non è pensabile, ilDVB Project ha sviluppato un sistemadi scrambling “comune”, supportatoda tutti i produttori di sistemi di acces-so condizionato. Le specifiche di que-sto sistema non sono pubblicate, inmodo da rendere più difficile il lavorodei “pirati” che cerchino di decifrare isistemi di criptaggio.La procedura utilizzata per lo scram-bling è illustrata in figura 11, a partiredagli apparati utilizzati nella rete ditrasmissione.Lo “scrambler” è l’apparato che effet-tua il criptaggio dei dati, che puòessere realizzato a livello di PES(Packetised Elementary Stream) o alivello di TS (Transport Stream), aven-do cura di non includere i byte di sin-cronizzazione fra i dati criptati per non

compromettere l’aggancio da partedei sistemi di ricezione.Come si può notare dalla figura, loscrambler (può essere anche internoal multiplexer) viene inserito a valledel multiplexer e questo accorgimen-to consente di intervenire su uno o piùprogrammi contenuti nel bouquetsemplicemente andando a modificarele informazioni contenute nelle tabelledi sistema del TS, ed in particolarmodo nella CAT (Conditional AccessTable).Lo scrambler è connesso, general-mente mediante una connessioneEthernet di tipo TCP/IP, con un ServerCAS (Conditional Access System) eSMS (Subscriber ManagementSystem). La sezione CAS del server èquella che genera i codici di criptag-gio dei programmi, aggiornandoliperiodicamente per rendere il sistemail più possibile immune da hacking. La sezione SMS del server si occupadella gestione degli utenti finali, distri-buendo agli utenti abilitati (in posses-so di una smart card legittimata) i per-messi di accesso ai servizi criptati. Ciòavviene gestendo un database deiclienti autorizzati, aggiornato in real-time in base ai pagamenti effettuati alfornitore dei servizi.Molto spesso, quando l’emittenteTV si trova a dover gestire sistemiPay-TV differenziati, con il controllocontemporaneo di clienti ad abbona-mento mensile e clienti di tipo pay-per-view, il sistema di gestione dei

clienti diventa piuttosto complesso, eil server SMS viene coadiuvato da unulteriore server dedicato (�billing ser-ver�) che si occupa di gestire automa-ticamente i vari tipi di clienti in undatabase di complessità superiore.E’� possibile però, per network televi-sivi di dimensioni inferiori, utilizzaresistemi di criptaggio con una gestionedei clienti molto semplificata, facendoricorso a scratch cards (i cosiddetti�grattini�) vendute ad esempio nelletabaccherie, che contengono un codi-ce da inviare al provider mediante unmessaggio SMS con il cellulare. Inquesto modo l�investimento necessa-rio per implementare un sistema diaccesso condizionato viene ridotto alminimo e può essere in seguitoaggiornato ad un sistema di comples-sità superiore aggiungendo degli ele-menti alla rete esistente.Tecnicamente, il sistema di descram-bling (de-criptaggio) è fondato su duetipi di messaggi che vengono inviati aidecoder all�interno della rete. GliECM (Entitlement Control Messages,generati dal server CAS) informano ilricevitore sulle operazioni da effettua-re per poter decodificare il segnalecriptato e gli EMM (EntitlementManagement Messages, generati dalserver SMS) sono utilizzati dal decoderper verificare in tempo reale se l’u-tente ha il permesso di accesso alprogramma selezionato.Esistono sul mercato diverse soluzioniper il criptaggio dei programmi televi-

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sivi e i set-top box DVB-T general-mente non supportano tutti i sistemiesistenti sul mercato, ma solo unaparte di essi, dichiarata fra le specifi-che tecniche. Se da un lato esiste que-sta differenza fra i vari modelli di set-top box disponibili, dall�altro essi sonodotati di una interfaccia standarddenominata Common Interface. La Common Interface è una interfac-cia hardware e software standardizzataper la decodifica dei segnali digitalitelevisivi e radiofonici a pagamento.Tutti i decoder etichettati come“Common Interface” dispongonotipicamente di uno o due slot (fessure)nei quali vanno inseriti i moduli CAM(Common Access Module) compatibi-li con i sistemi di codifica più diffusi trale Pay-TV. Ogni modulo CAM è dota-to al suo interno anche di uno o duelettori di smart card per alloggiare letessere di abbonamento ai servizi Pay-TV.Una delle caratteristiche della mag-gior parte dei decoder DVB-T presen-ti sul mercato è quella di essere dota-ti di un modem telefonico. Molti sonoanche etichettati con la sigla “MHP” esi distinguono dai decoder più sempli-ci ed economici denominati “zapper”.La presenza del modem e del marchioMHP (Multimedia Home Platform)sono indici di un’altra fondamentaleapplicazione ad alto valore aggiuntodella TV Digitale, l’interattività.Si è visto fino a questo momento che,nella TV digitale, i segnali audio e

video sono acquisiti, trasmessi e pre-sentati come una sequenza di valorinumerici e si è descritta sommaria-mente la tecnica di elaborazione diquesti segnali in ciascuna sezionedella rete che va dallo studio di pro-duzione all’utente finale. Tuttavia, finoa questo punto, si è considerata sol-tanto la distribuzione dei segnali digi-tali in un’unica direzione e cioè quellache va dal provider televisivo verso l’u-tente finale. Come accade nel mondodel web, anche nell’ambito della TVDigitale si desidera sempre più chel’utente interagisca con il fornitore dicontenuti o addirittura che contribui-sca egli stesso alla creazione dell’in-formazione trasmessa.Per consentire questo livello di interat-tività, è necessario che l’utente dis-ponga di un canale di ritorno che gli

consenta di inviare dei dati dal luogoin cui guarda il programma verso il for-nitore dei servizi.Il decoder utilizzato per fruire di servi-zi interattivi ha una architettura similead un piccolo computer, con un pro-cessore a bordo dotato di un sistemaoperativo (tipicamente una JavaVirtual Machine) e di sufficientememoria di sistema. Il principio dibase dei servizi interattivi è che que-sto tipo di decoder può anche esegui-re delle applicazioni scaricando deifile dal canale a radiofrequenza edeseguendoli su comando dell’utentefinale. Il fornitore di servizi, dunque,può inserire all’interno del bouquetDVB-T dei file (corredati da una seriedi tabelle descrittive) che compongo-no una o più applicazioni interattiveche verranno eseguite sui ricevitoricompatibili con la piattaforma di inte-rattività utilizzata.In ambito europeo la piattaformastandard per l�interattività è la MHP(Multimedia Home Platform), una piat-taforma software aperta basata suapplicazioni Java, completamentedocumentata per gli sviluppatori diapplicazioni. Con il termine �serviziinterattivi�, in realtà, viene indicata unaintera gamma di offerta di servizi cherichiede diversi livelli di interattività fral�utente e il fornitore di servizi. Il livellominimo di interattività, detto interatti-

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Approfondimento tecnico:www.mhp.org

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vità locale, si sviluppa tutto all’internodel decoder dell�utente. Per questotipo di interattività i dati vengono tra-smessi e memorizzati nel decoder e leapplicazioni reagiscono agli input del-l’utente senza la necessità di comuni-care con il provider attraverso il cana-le di ritorno.

La vera tv interattiva

La vera TV interattiva (detta anche iTV)prevede però un livello elevato diinterattività con il fornitore di servizi,come votare per uno dei partecipantiad un gioco televisivo o acquistaredella merce su un canale di shoppingtelevisivo. Per questo tipo di interatti-vità l’utente ha bisogno del canale diritorno per inviare i suoi dati e, nelcaso dell’acquisto di merce, saràanche necessario ricevere una notificadi pagamento dal provider una voltainviata la somma richiesta.Si comprende facilmente che la TVinterattiva assomiglia molto ad uncomputer collegato ad internet e per-tanto la varietà di applicazioni chepossono essere offerte all’utente fina-le spazia dai servizi di pubblica utilità,ai giochi, alla comunicazione persona-le con altri utenti e tutto ciò che la fan-tasia degli sviluppatori sarà in gradodi concepire su un sistema totalmenteaperto. Gli esempi riportati in figura12 rappresentano solo alcune idee, lepotenzialità della piattaforma MHPsono davvero infinite e senza dubbiodopo lo switch-off del sistema analo-

gico assisteremo allo sviluppo diapplicazioni sempre più utili ed inte-ressanti.Le applicazioni interattive sono tipica-mente realizzate e gestite da aziendespecia lizzate (software houses) cheforniscono il flusso digitale al providertelevisivo, il quale si occupa di alloca-re una frazione della banda (bit-rate)del bouquet DVB-T alle applicazioniinterattive e di rendere disponibile uningresso ASI del multiplexer per iniet-tare le applicazioni nel TS.La frazione di banda richiesta dalleapplicazioni interattive è generica-mente trascurabile rispetto a quellanecessaria per i programmiaudio/video, solitamente un contribu-to di 1-2Mbit/s è sufficiente peraggiungere al bouquet tre-quattroapplicazioni interattive di media com-plessità. In figura 13 è illustrato unoschema a blocchi in cui si evidenzianogli elementi di rete che devono essereconsiderati quando si voglionoaggiungere delle applicazioni interat-tive MHP ad un bouquet DVB-T.Gli elementi denominati �MHP Editorand Publisher� e �MHP Server� sonotipicamente localizzati presso la sededella azienda ideatrice delle applica-zioni interattive. Per la creazione delleapplicazioni non è necessario cono-scere a fondo il linguaggio Java, esi-stono piattaforme software (chiamateAuthoring Tools�) simili a quelle checonsentono di creare siti web per larete internet, le differenze fondamen-tali consistono nei formati grafici e

nelle impostazioni di visualizzazione.Una volta generato il flusso dati,l�MHP Server provvede ad instradarlo(mediante un collegamento IP) versola sede della emittente TV, dove vienericevuto da un apparato chiamatoMHP Carousel Generator, posizionatosubito a monte del multiplexer.

Il sofware del set-top-box

Il Carousel Generator ha la funzione ditrasformare il flusso IP in un flusso ASIgestibile dal multiplexer e serve agenerare al proprio interno dei flussidi dati strutturati secondo il protocol-lo DSM-CC (Digital Storage MediaCommand and Control) per poterinteragire con il sistema operativo deiset-top box nella gestione dei serviziinterattivi. Il Carousel Generator vienespesso utilizzato anche per inviare agliutenti finali i software per l’aggior-namento periodico dei set-top box.Fra le applicazioni interattive più inte-ressanti, su cui gli esperimenti attualisono maggiormente concentrati, cisono senza dubbio quelle legate aservizi di pubblica utilità. Ad esempiodiversi enti locali della PubblicaAmministrazione stanno attualmentesperimentando servizi al cittadinoquali consultazione di archivi anagrafi-ci, prenotazione di esami clinici, paga-mento di imposte, il tutto utilizzando ilsolo telecomando del decoder digita-le.I servizi interattivi sono potenzialmen-

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te il vero punto di forza della TVDigitale Terrestre rispetto alla tradizio-nale TV analogica, alle emittenti tele-visive è lasciato il compito di sviluppa-re questo enorme potenziale per offri-re servizi sempre più attraenti e fideliz-zare in tal modo l’audience verso ilproprio network, con un notevoleritorno in termini di opportunità dibusiness.Negli ultimi due-tre anni la TVDigitale ha anche aperto le sue porteverso la cosiddetta �Mobile TV�, cioè laTV ricevuta su un telefono cellulare inqualsiasi punto e a qualsiasi ora (any-where and anytime), anche mentre cisi sta spostando a piedi o con varimezzi di trasporto.

Ricezione in mobilità

La ricezione mobile è senza dubbio unobiettivo tecnologicamente comples-so, viste le notevoli difficoltà esistentinel ricevere un segnale in movimento,in ambienti chiusi, in ambiti cittadinimolto popolati, con un dispositivo ali-mentato a batteria e in presenza divarie sorgenti di interferenza.Il DVB Project ha ideato una estensio-ne dello standard DVB-T, denominataDVB-H (Digital Video BroadcastingHandheld), che risolve le difficoltà tec-niche legate alla ricezione mobile peroffrire all�utente finale una soddisfa-cente esperienza visiva in automobileo in treno, ma anche in casa o al risto-rante.Lo standard DVB-H è stato ideato in

modo da essere compatibile con lostandard DVB-T. Ciò significa in prati-ca che una rete DVB-T già esistentepuò essere sempre aggiornata(mediante apparati aggiuntivi) perpoter trasmettere dei programmiverso i telefoni cellulari compatibiliDVB-H utilizzando gli stessi trasmetti-tori e le stesse frequenze.Un operatore che desideri costruireuna rete dedicata unicamente al DVB-H può comunque farlo anche senzainviare programmi DVB-T sulla stessafrequenza. In questo modo si otten-gono senza dubbio prestazioni miglio-ri in termini di copertura e di qualitàdell�immagine sui programmi della TVMobile, dato che è possibile dedicaretotalmente una data banda ai serviziDVB-H, senza condividerla con pro-grammi DVB-T pre-esistenti.La tecnica del DVB-H è basata sullagenerazione di un flusso IP che tra-smette contenuti video (a risoluzioneridotta perché destinati a schermi pic-coli) codificati con lo standard H.264 inmodalità multicast e sul successivoincapsulamento di questo flusso IPall�interno di un Transport Stream informato standard MPEG-2.Inoltre, la tecnica di trasmissione DVB-H prevede l�emissione del segnaleutile non continuamente nel tempo,ma ad intervalli regolari denominati�time slices� (letteralmente �fette ditempo�).I telefoni compatibili DVB-H demodu-lano il segnale soltanto durante i timeslices attivi (consentendo così una

durata estesa della batteria) edestraggono il flusso IP incapsulato nelTS. Un software di playout del tuttosimile a quelli per guardare la TV suinternet viene utilizzato sul telefonocellulare per visualizzare il programmaDVB-H prescelto ed un sistema opera-tivo a bordo del telefono gestisce glieventuali servizi interattivi presenti sulprogramma stesso.

La rete DVB-H

In figura 14 è illustrata schematica-mente, a titolo di esempio, una reteche trasmette soltanto tre programmiDVB-H. Il percorso di segnale indicatodalle frecce realizza una rete DVB-HSFN, che è la più utilizzata per la TVMobile perché consente all’utente dinon perdere il segnale quando transi-ta da una cella ad una immedia -tamente adiacente (cell handover).In figura 14 sono presenti numerosielementi di rete, di seguito è riportatauna breve descrizione della funzionedi ciascuno di essi.

- MPEG-4 Encoder: codifica il videoin MPEG-4 (H.264) e l�audio in AAC eproduce il segnale su IP in uscita. Ènecessario un encoder per ogni servi-zio DVB-H da trasmettere;

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Approfondimento tecnico:it.wikipedia.org/wiki/DVB-H

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- ESG Server: aggiunge la ElectronicService Guide (ESG) al flusso trasmes-so. L’ESG permette ai cellulari DVB-Hdi agganciarsi ai servizi disponibili e didecodificarli;

- CAS Server: aggiunge l’informazio-ne di Accesso Condizionato (chiave dicriptaggio) al flusso trasmesso. Il CASconsente la ricezione solo da parte diutenti autorizzati (gestione di smartcard);

- Ethernet Switch: combina i flussi IPgenerati dagli encoder, dal server ESGe dal server CAS;

- IP Encapsulator: trasforma il flussoIP proveniente dallo Switch Ethernetin un Transport Stream MPEG-ASI egestisce il time slicing e le caratteristi-che MPE-FEC DVB-H. Aggiunge inol-tre le tabelle SI come da standardETSI;

- SFN Adapter + GPS Receiver: perla sincronizzazione della SFN (se è pre-vistala modalità SFN);

- Trasmettitore DVB-T/H: per la mo-dulazione COFDM e la trasmissioneRF;

- Ricevitore DVB-H: telefono cellularecon chipset per ricezione DVB-H inte-grato e capacità di de-criptaggio.L�operazione di de-criptaggio neces-sita di una SIM con una applicazione

software pre-caricata che consente laricezione dei soli servizi DVB-H tra-smessi dall�operatore che distribuiscela SIM.

Un rapido sguardo al futuro

Mentre il mondo della TV è attual-mente rivoluzionato dalla transizioneal DVB-T, gli esperti del DVB Projectstanno già pensando a come sarà ilfuturo della TV Digitale in Europadopo il definitivo spegnimento dellaTV analogica.Come è accaduto per lo standard perla TV satellitare, per il quale è statodefinito lo standard DVB-S2 di secon-da generazione, anche per la TV digi-tale terrestre il DVB Project ha stabili-to la necessità di uno standard diseconda generazione.

Il DVB-T2 è infatti un nuovo standardper il broadcasting digitale terrestre.Dopo una accurata analisi tecnica ecommerciale, il DVB Project ha infatticoncluso che un nuovo standard ènecessario per fornire al canale terre-stre una superiore capacità di traspor-to e una migliore robustezza, princi-palmente (anche se non esclusiva-mente) per le trasmissioni in alta defi-nizione verso ricevitori fissi eportatili.I risultati positivi ottenuti con lo stan-dard DVB-S2 nell’apportare una capa-cità trasmissiva superiore al canalesatellitare (circa 30% di payload in piùrispetto allo standard DVB-S parità dilarghezza di banda a radiofrequenza)sono stati la fonte di ispirazione perl’avvio dei lavori sul DVB-T2.I punti chiave che hanno guidato nelladefinizione del nuovo standard sonoriassumibil nelle seguenti considera-zioni:- il DVB-T2 deve poter riutilizzare isistemi di antenna già utilizzati con ilDVB-T;- il DVB-T2 deve fornire servizi a ricevi-tori mobili e portatili;- il DVB-T2 deve essere in grado di for-nire un incremento di payload almenodel 30% rispetto al DVB-T a parità dicondizioni;- il DVB-T2 deve offrire delle presta-zioni superiori in reti SFN rispetto alDVB-T;- il DVB-T2 deve fornire un meccani-smo per differenziare la protezioneofferta a diversi servizi all’interno dello

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Approfondimento tecnico:DVB BlueBook A112en.wikipedia.org/wiki/DVB-T2www.dvb.org/technology/dvbt2/index.xml

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stesso bouquet, ad esempio proteg-gendo maggiormente un canale dedi-cato alla ricezione mobile rispetto adaltri canali pensati per la ricezionefissa;- il DVB-T2 deve essere flessibile in fre-quenza e in larghezza di banda;- il DVB-T2 deve possibilmente offrireun sistema per ridurre il fattore dipicco del segnale in modo da richie-dere amplificatori meno lineari e ridur-re in tal modo i costi di trasmissione.A Giugno 2008 il DVB Project haemesso il suo documento ufficiale chedescrive il nuovo standard ed èattualmente in attesa di ratifica daparte dell’ETSI.Da un punto di vista strettamente tec-nico, le nuove caratteristiche dellostandard DVB-T2 sono riassumibilinelle seguenti:- schemi di FEC (Forward ErrorCorrection) a prestazioni più eleva-te;- costellazione 256QAM;- costellazioni ‘ruotate’;- modalità IFFT 1k, 16k e 32k;- intervallo di guardia pari a 1/128;- larghezze di banda pari a 1.7MHz e10MHz;- configurazioni multiple di antenne;- multiplexing flessibile con supportomulti-encapsulation per la gestione diservizi multipli all’interno dello stessobouquet;- codifica MPEG-4 per audio e videocon supporto HD.Ovviamente per la ricezione del futurostandard servirà un nuovo decoder edunque l’utente finale sarà costrettoad una nuova spesa per aggiornarsialla novità. Siamo però ancora aglialbori del nuovo standard e le condi-zioni tecniche e commerciali dellatransizione allo standard DVB-T diseconda generazione saranno definitenel corso degli anni a venire.l passaggio alla TV Digitale è senzadubbio la seconda rivoluzione che hainvestito il mondo della televisione,dopo l’introduzione del colore.Il DVB-T2 probabilmente non rappre-senterà la ‘terza rivoluzione’ ma avràun impatto tecnico-commercialenotevole, come promettono gliesperti del DVB Project.

(le precedenti puntate sono state pubblicate suinumeri 284, 285, 286 e 287 di MonitoR)

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Effetto farfalla“Può il batter d’ali di una farfalla inBrasile provocare un tornado in Texas?”era il titolo di una conferenza tenuta daEdward Lorenz nel 1972. La rispostaovvia è che sì, certamente qualsiasi even-to apparentemente privo d’importanzaha le sue conseguenze dalle valenzeimprevedibili; e quando a battere le ali èuna farfalla che svolazza tra i fiorellini diCupertino e si chiama Apple, c’è dascommettere che qualche tornado primao poi arriverà in Texas e anche più lontano.

Alcuni dotti analisti americani hanno recentemente notato che i ragazzi diApple, zittizitti quattiquatti ma neanche tanto, hanno brevettato una tecnologiaatta a rimuovere elementi indesiderati dagli stream audio. Non che tutte leosservazioni degli analisti americani siano da prendere per oro colato – anzi, ilpiù delle volte scrivono in evidente stato di ubriachezza e di solito succede l’e-satto contrario di quanto prevedono. Ma la cosa, in questo caso, può avere lapotenzialità di generare sul serio grossi cambiamenti.Anche perché la mossa di Apple è da correlare con altri dati. Per esempio: nel2015 è previsto negli Stati Uniti, per una questione di obsolescenza dei veicoli,un boom nelle vendite di automobili: in pratica, si rinnoverà buona parte delparco auto. E sulle auto nuove vengono montati, di serie, dispositivi dotati disoftware come iHeartRadio, TuneIn o Pandora per la ricezione di programmiradiofonici in stream. Pare che fra tre anni, in pratica, tutte le auto circolanti inUSA saranno internet-enabled e la modalità stream passerà al primo posto perquanto riguarda la ricezione broadcast.Ne siamo così sicuri? Ci crediamo? E se fosse vero, quando succederà inEuropa? Non siamo sicuri di nulla, naturalmente, ma vale la pena di prendere inconsiderazione lo scenario.L’ ipotetico scenario, dunque, è quello della Rete come veicolo primario per ladiffusione dei contenuti broadcast. E di un’opzione che permette all’utente dieliminare elementi indesiderati: una piccola app che magicamente tappa labocca a quei dementi che mi parlano come se fossi uno scemo che deve beretanta acqua minerale per fare la pipì o che mi urlano belinate sperando che iomi fermi al distributore dove mi regalano un pupazzetto. Io questi deficientinon li sopporto e spenderei volentieri un paio di euro, o anche qualcosa in più,per eliminarli dalla mia vita e dai miei spostamenti in auto. Ipotizzo che oltre ame esistano qualche altra decina di milioni di persone disposti a comprare lalibertà dalla pubblicità cretina e, en passant, dalla pubblicità in genere.Dal punto di vista dei broadcaster, si tratta di uno scenario assolutamente apo-calittico. Quasi inconcepibile. Disastroso. La fine di un modello di business cheha funzionato e sta funzionando da sempre. La fine dei fatturati milionari. Lafine della pacchia. La fine dei fatturati. Il fallimento. La fine della radio?

dal blog MixeRwww.broadcastingitalia.com

Enrico Oliva

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Certo, al momentosono discorsi quasida bar. Ma le cosesi muovono in fret-ta di questi tempi e

chi avrebbe detto, non molto tempofa, che il business dei telegrammi edei telex sarebbe andato a ramen-go? E’ pronta, l’industria del broad-cast, a convivere con una app chepolverizza gli spot pubblicitari?Esistono armi per combattere unaminaccia potenzialmente mortale diquesto genere?Gli analisti americani sono abituati al“think positive” e a quell’altro irritan-te e poco sincero aforisma “ogni crisiè un’opportunità”, ma direi cheanche loro sono leggermente spiaz-zati al momento di suggerire soluzio-ni. E secondo me ne hanno tutte leragioni: i protezionismi del tipo vieta-re la magica app per legge – in Italiaci si penserebbe immediatamente –sono a tutti gli effetti non-implemen-tabili e pertanto inefficaci e ridicoli.Qualcuno parla di inserimento della

pubblicità all’interno dei programmi,il che naturalmente è fattibile maimplicherebbe comunque una rivolu-zione copernicana nella filosofia dellaproduzione di contenuti: tempi gramiper le emittenti automatizzate “musi-ca-spot-spot-musica” che in Italiaimperversano peggio delle mosched’estate. E questa è una bella cosa.Altri, più sognatori, più utopistici maforse più realistici, affermano che lasoluzione è un’altra: l’unica, dicono, èrendere la pubblicità interessante egradevole in modo che da insoppor-tabile rottura di coglioni si trasformiin valore aggiunto tale da invogliarel’utente a disattivare il silenziatoreper le emittenti in grado di proporrespot che non producano fastidiobensì soddisfazione.Una bella sfida, senza dubbio. Robeda togliere il sonno a parecchi “crea-tivi” che hanno costruito la loro pro-fessione e i loro conti correnti sullaperversa filosofia che ha come postu-lato ”Il consumatore è un cretinodell’età mentale di tre anni”. Questa

aberrazione ha funzionato e in ultimaanalisi è la causa della crisi economi-ca, delle malattie provocate dalleporcherie spacciate per alimenti, del-l’alcolismo, dell’analfabestismo diritorno, della cellulite, della depres-sione cronica e del fatto che a parec-chia gente sembri normale votareper un buffone truffatore. Non si puòandare avanti così.La app ammazzaspot, secondo me, èdel tutto auspicabile. Non ho bencapito su quali principi tecnologici siabasata, ma mi fido: se è stata svilup-pata e brevettata dagli eredi spiritua-li di Jobs, probabilmente funziona efunziona bene. Se contribuirà amigliorare i contenuti del broadcast edi conseguenza a migliorare la quali-tà della vita su questo pianeta, anco-ra meglio. Se porterà alla chiusuradefinitiva di aziende mangiasoldi chetrasmettono musica e spot da scemisenza creare lavoro né cultura, cham-pagne.

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Come ha dichiarato anche MichaelCrimp, ceo dell’IBC, il fatto che si siariusciti ad attirare un numero record divisitatori nonostante la precaria situ-azione economica mondiale è unachiara dimostrazione che, dopo tutto,l’IBC è considerato dagli operatori unappuntamento di rilievo.Se l’incremento del numero di visita-

tori è stato minimo, più consistente èstato l’aumento degli espositori chequest’anno hanno superato quota1.400 rendendo necessario l’allesti-mento di un nuovo padiglione intera-mente dedicato al Connected World,vale a dire la distribuzione del video suInternet o dispositivi mobile. Il numero

di espositori è paragonabile a quellodel NAB di Las Vegas e questo fa sìche il rapporto fra visitatori ed esposi-tori sia quasi di 2 a 1 garantendo quin-di una maggiore possibilità di scam-bio di informazioni.

Segno dei tempi

La crisi economica si è però riflessanell’offerta delle aziende che, salvorare eccezioni, si sono limitate a pro-porre prodotti che di realmente inno-vativo avevano ben poco, preferendoporre maggior risalto sul tema semprepiù sentito della riduzione dei costi diproduzione. Sentire i rappresentanti diaziende come Quantel o Snellsostenere che i loro prodotti non sonopoi così dispendiosi può far sorridere,ma rispetto a qualche anno fa è purvero che anche loro hanno dovutoadattarsi alla mutata situazione delmercato, riducendo sensibilmente iprezzi.

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The biggest IBC everThe biggest IBC ever

È bastato qualche centinaio di presenze in più rispetto ai 50mila dell’anno passato perfar dire agli organizzatori dell’evento di Amsterdam che l’edizione che si è appena con-clusa è stata la più grande di sempre.

di Mauro Baldacci

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Come era già successo al NAB, labolla del 3D si è un po’ sgonfiata:erano ben poche le novità per la pro-duzione e la post-produzione di videoin stereo 3D e anche in questo caso sitrattava per lo più di raffinamenti diprodotti esistenti. Il problema è sem-pre lo stesso: fin quando non sarannodisponibili televisori capaci di visualiz-zare immagini tridimensionali dibuona qualità che non richiedanol’impiego di occhiali è ben difficile cheil 3D possa avere una larga diffusionee non sembra proprio che i tempi pos-sano essere brevi.Più promettente potrebbe essere ilfuturo del video in formato 1080 pro-gressivo a 50 o 60 frame per secondo.Come ha fatto osservare RobertRowe, chief technological officer di

Snell nel corso della conferenza stam-pa, con le tecnologie in uso oggioccorre convertire diverse volte il seg-nale video da progressivo a interlac-ciato e viceversa, partendo dal seg-nale progressivo generato interna-mente dalla telecamera per finire conun segnale progressivo necessario perpilotare il display dei moderni televi-sori.

Il rapporto EBU/SMPTE

Inoltre, secondo un recente studiodell’EBU/SMPTE citato da Rowe, pas-sare dal video 1080i a 25 fps al video1080p a 50 fps non comporta un rad-doppio delle risorse necessarie perl’archiviazione e la distribuzione ma

può anche risultare in una lororiduzione, questo perché i metodi dicompressione correntemente utilizzatigarantiscono una maggiore efficienzaquando si tratta di comprimere mate-riale in formato progressivo.Come conseguenza, per trasmettere ilvideo in formato 1080p a 50 fpssarebbe quindi sufficiente la stessabanda richiesta oggi per la diffusionedel video in HD.Il passaggio dal video interlacciato alprogressivo raddoppiando il framerate significa migliorare sensibilmentela qualità delle immagini in movimen-to, miglioramento che però solo unapiccola parte dei telespettatori puòessere in grado di apprezzare, senzacontare che i film continuano a essereprodotti a 24 fps. In sostanza, il videoprogressivo è un’ottima cosa, ma bendifficilmente può avere lo stessoappeal sul grande pubblico che ha ilvideo in 3D.

La tv a “ultradefinizione”

Sicuramente più di impatto sull’audi-ence può essere un aumento dellarisoluzione delle immagini, la cosid-detta UHDTV con risoluzione di 4K e8K. Proprio questo è ciò che sostieneKatsunory Yamanouchi, il nuovo vicepresidente della divisione europeaProfessional Solutions della Sony, sec-ondo il quale i telespettatori non pos-sono ritenersi soddisfatti della qualitàofferta dal video in HD. In questocaso, il problema maggiore è peròquello della banda necessaria per latrasmissione: utilizzando i codec cor-renti, per garantire una qualitàadeguata in 4K occorre utilizzare circa50 Mbps, valore scelto da Sony per ladimostrazione delle trasmissioni divideo live da satellite visibili presso ilproprio stand e quello della SES,azienda che ha messo a disposizioneun trasponder di uno dei propri satel-liti Astra.Utilizzando il nuovo codec HEVC(High Efficiency Video Codec), attual-mente in avanzata fase di standardiz-zazione, si prevede di poter ridurre ilbitrate a circa 20 Mbps rendendo cosìpossibile anche la trasmissione in dig-itale terrestre, almeno in quei Paesidove l’etere non è così affollato comeda noi.

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A giudicare da quanto si potevavedere allo stand della EBU, ci si puòspingere anche oltre: alcune sequenzeriprese in formato 4K erano addiritturacompresse a un misero valore di 2,5Mbps e la qualità delle immagini nonera poi troppo differente da quellache oggi possiamo vedere sui nostritelevisori HD.Resta il dubbio di quanti possanoessere i telespettatori in grado di per-mettersi un televisore come il Braviada 84 pollici utilizzato da Sony per lepresentazioni, praticamente il minimosindacale necessario per poterapprezzare appieno la risoluzionedelle immagini in 4K: oltre al costo, c’èda considerare l’ingombro non indif-ferente. Nonostante ciò, anche tra ibroadcaster c’è chi è convinto che il4K non sia poi così lontano da venire:la brasiliana Rede Globo ha già utiliz-zato le telecamere F65 della Sony perle riprese in 4K dell’ultimo Carnevale esi sta preparando per riprendere inquesto formato le partite dei campi-onati mondiali di calcio del 2014.

Un altro argomento caldo di questaedizione dell’IBC è stato quello delcosiddetto secondo schermo al qualeera peraltro dedicato il nuovopadiglione del Connected World. Inrealtà, bisognerebbe parlare di secon-di schermi vista la proliferazione di dis-positivi diversi che sono oggi in gradodi visualizzare immagini televisive uti-lizzando standard più o meno propri-etari.

Proprio qui sta il problema: se unbroadcaster volesse raggiungerli tutti,si troverebbe a dover riconfezionare ipropri contenuti in una miriade di for-mati diversi. La soluzione potrebbeessere il formato di compressioneMPEG DASH (Dynamic AdaptiveStreaming over HTTP) al cui sviluppohanno contribuito nomi del calibro diApple, Adobe e Microsoft e vedecoinvolte praticamente tutte le piùimportanti aziende che operano nel

settore dello streaming video. Il for-mato è stato standardizzato alla finedello scorso anno e le Olimpiadi diLondra sono state l’occasione sceltaper il primo test su larga scala realizza-to dalla rete televisiva belga VRT incollaborazione con l’EBU. Quel chenon è ancora chiaro è se si dovrannopagare royalty per l’utilizzo di questonuovo standard, condizione chepotrebbe rappresentare un serio osta-colo alla sua diffusione.

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Katsunory Yamanouchi, nuovo vice presidentedella divisione europea Professional Solutionsdella Sony

La possibilità di upgrade ai modellisuperiori è solo una delle caratteristi-che peculiari della nuova serie di tele-camere LDX di Grass Valley. La serie sicompone di tre modelli – Premiere,Elite e WorldCam – che condividonola stessa componentistica incentratasu tre sensori CMOS Xensium-FT diterza generazione da 2/3 di pollice.Sarà sufficiente un aggiornamentosoftware per passare dal modellobase, la Premiere che è dotata di usci-te HD-SDI 1080i/720p alla Premiere,che aggiunge il formato 1080/24psf, oalla WorldCam per catturare il videoanche in formato 1080/50p e conser-vando la stessa sensibilità di F12 a

2.000 lux, caratteristica unica per unatelecamera in questo formato. Allefunzionalità tipiche della serie LDK nesono state aggiunte di nuove, comel’ArtTouch per espandere le possibili-tà di trattamento creativo delle imma-gini e la correzione dell’aberrazionecromatica orizzontale e verticale. Particolare cura è stata dedicata agliaspetti ergonomici: il Comfort Padpermette di adattarsi alle diverse con-formazioni delle spalle e la disposizio-ne dei comandi offre un accessoimmediato a tutte le principali funzio-ni. Con la semplice pressione del pul-sante PickMe l’operatore può attrarrel’attenzione del regista mentre grazie

Grass ValleyTelecamere a prova di futuro

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alla funzione Endless Returns è possi-bile selezionare direttamente il canaledi ritorno da una matrice Grass Valley;l’integrazione con i mixer della stessacasa permette poi di richiamare leimpostazioni per le scene e l’interfac-cia Ethernet può essere utilizzata per iltally o il collegamento agli stessi pan-nelli di controllo C2IP utilizzati per letelecamere della serie LDK.“Questa nuova generazione di teleca-mere è stata sviluppata con l’obiettivodi ridurre i costi operativi, una dellerichieste più pressanti di molti clienti”,ha dichiarato Marcel Koutstaal, seniorvice president di Grass Valley. “Ilnostro portfolio di prodotti permetteuna facile collaborazione fra i vari ruolicoinvolti nei processi produttivi,facendo risparmiare tempo e denarodurante ogni fase della produzione. Lanostra volontà è offrire soluzioni cheespandano la creatività dei nostriclienti a un livello che neanche noisiamo in grado di immaginare.”Le telecamere della serie LDX sonogià disponibili a prezzi compresi fra i60mila e i 100mila dollari per un siste-ma completo. www.grassvalley.com/products/ldx_series

Quantel si reinventaPablo Rio (acronimo di Reinvented,Interactive, Open) è la novità diQuantel per la correzione colore e ilfinishing. Proposto come soluzionesoftware-only, Pablo Rio può essereacquistato anche come sistema com-pleto di PC con Windows 7, pannellodi controllo Neo o Neo Nano e unitàdi storage. Gli strumenti offerti per il

trattamento del video con risoluzionefino a 4K o in stereo 3D sono gli stessidei sistemi integrati Pablo e l’imme-diatezza di interazione è resa possibi-le dall’impiego delle più recenti sche-de grafiche NVIDIA Quadro e Teslabasate sulla tecnologia Maximus. La particolarità di Pablo Rio è costitui-ta dal fatto che il sistema può essereletteralmente “confezionato” su misu-ra, dotandolo dell’hardware necessa-rio per l’ingresso e l’uscita del video olimitandosi alla connettività in retelocale. Per quanto riguarda l’archivia-zione del materiale, Pablo Rio puògestire unità NAS o SAN collegate allarete locale e, grazie alla tecnologiasoft-mount, è possibile iniziare a lavo-rare immediatamente senza doverattendere che il materiale sia importa-to nello spazio di lavoro. Tutti i piùrecenti formati video di acquisizione –RED HDRx, Arriraw, Canon EOSCinema, Phantom e Sony F65 – pos-sono essere gestiti direttamente. Anche Pablo Rio potrà poi contare sulmocha Planar Tracker che Quanteloffrirà gratuitamente per tutti i propri

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La Newsletter di MonitoR

ogni settimana nella vostra e-mailwww.monitor-radiotv.com/newsletter

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sistemi di correzione colore e finishingcon la versione 5 del software dalprossimo ottobre. Con mocha PlanarTracker è sufficiente isolare l’elementoda tracciare con una qualsiasi formacurva per generare automaticamenteuna maschera alla quale è poi possibi-le applicare una correzione colore.

PhabrixTutto sotto controllo

Phillip Adams con una delle unità portatili inversione speciale per le Olimpiadi di Londra

La generazione di segnali test in for-mato Dolby E e la loro analisi comple-tano le già estese funzionalità deglistrumenti di test e misura Phabrix.Presente sul mercato da poco più ditre anni, l’azienda inglese Phabrix èriuscita a ritagliarsi una consistentefetta di un mercato grazie all’innovati-vo Phabrix SxA, il primo strumento

compatto e portatile per segnali SD eHD-SDI e, in seguito, anche 3G-SDI.Oltre 3.000 unità portatili sono corren-temente in uso e a queste si è aggiun-ta recentemente la versione SxE (perle misure eye pattern e jitter) e la serieRX di rasterizer modulari per montag-gio a rack, collegabili a monitor coningressi HDMI o SDI. I moduli disponi-bili per la serie RX includono genera-tori, analizzatori con supporto peraudio AES e, altre novità dell’IBC,anche segnali ASI e ottici. La versionehalf rack da 1 RU, RX500, può ospitarefino a due moduli per il controllo e l’a-nalisi di un massimo di 4 canaliSDI/HD-SDI mentre la versione fullrack RX1000 può ospitare fino a 4moduli ed è dotata di un display grafi-co utilizzabile per la selezione dei pre-set. Infine, il rasterizer RX2000 da 2 RUintegra due display a colori orientabiliper facilitare la visione anche da posi-zioni angolate e può anch’esso ospita-re un massimo di 4 moduli. Tra le altrenovità presentate all’IBC per la serie

RX ci sono l’opzione per il controllodel loudness secondo gli standardEBU e ITU, il modulo con doppiogeneratore di segnali test e il moduloper le misure eye pattern e jitter . “Abbiamo riscontrato un interesseconsiderevole per i nostri sistemimodulari di test e analisi da parte deibroadcaster”, ha dichiarato PhillipAdams, amministratore delegato diPhabrix, sottolineando come sia pos-sibile inserire i moduli che servono inqualsiasi momento, aggiungendo cosìfacilmente nuove funzionalità. I prodotti Phaprix sono distribuiti inItalia da Videosignalwww.videosignal.it

Sky Sport, una ricca stagione2012/2103Mentre lo scorso settembre Sky Italia3D, l'unico canale italiano stereosco-pico festeggiava il suo primo com-pleanno, Sky Italia lanciava un palinse-sto di programmi tv molto ricco per lastagione 2012/2013 sui suoi molticanali sportivi.L'offerta sportiva è sicuramente enor-me, con diversi canali HD (Sky Sport1HD, 2HD, 3HD, Sport24, Sport ExtraHD, Super Calcio HD) ed è considera-ta una "stagione senza fine" in gradodi sfruttare tutte le tecnologie piùrecenti ed emozionanti sia in fase diproduzione sia in trasmissione.Tutte calendario per la prossima sta-gione sportiva è stata presentato loscorso agosto a Londra -Durante glieventi dei Giochi olimpici trasmessi inHD su 12 canali da Jaques Raynaud,Massimo Cordone, Marco Pistoni,Fabio Guadagnini e Giovanni Bruno(Sky amministratori), e da GianlucaVialli, Massimo Mauro, LucaMarchegiani, Alessandro Co-stacurta ,Fabio Caressa e Giuseppe Bergomi

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Ray Cross, presidente di Quantel, illustra le strategie dell’azienda inglese

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(ex-calciatori, commentatori oggi diSky Sport).Tanto per dare un'idea della copertu-ra olimpica di Sky, la finale dei 200metri a stile libero è stata seguita da 1milione e 200 mila spettatori medi,pari 5,74% di share e quasi 2 milioni(conteggiati una sola volta) di tele-spettatori (con una visualizzazione del99% sul timing completo dell'evento).Inoltre, la cerimonia di apertura e dichiusura e altri eventi sono stati tra-smessi in 3D stereoscopico, per untotale di 265 ore, 140 dal vivo, lungo i16 giorni dell'evento.Sul social network, Facebook ha vistooltre 530 mila tifosi pubblicare com-menti sulle trasmissioni, mentre oltre500 mila seguaci di Twitterer hannofatto lo stesso, commentando i XXXGiochi Olimpici.A partire dal mese di agosto, il piattoprincipale è ovviamente il calcio e laSerie A nazionale, con le partite prin-cipali almeno una per ogni fine setti-

mana e oltre 900 ore di trasmissione indiretta tra le partite, le analisi appro-fondite e altri programmi come"Diretta gol" (6 in 7 giorni).Come per la precedente stagione, èda notare che 10 partite di Serie A suSKY hanno registrato più di 2 milionidi telespettatori, proprio come ilDerby Inter- Milan (il più seguito conuna media di 3 mln di spettatori eoltre 4 mln conteggiati una sola volta)e Juventus-Milan con una quotarecord di share del 10,3%.Altri ?piatti forti? come "Sky CalcioShow" sono tornati anche in questastagione, ogni Domenica, alle ore 17-20 su Sky Sport 1 HD, con IlariaD'Amico, Massimo Mauro e LucaMarchegiani per approfondire, com-mentare da studio e guardare le inter-viste in diretta dopo partita, e dare unocchio anche al calcio internazionale.E ancora la domenica con "Sky incampo", alle 15, un contenitore ironi-

co di notizie e informazioni gustosecon Alessandro Bonan in onda finoalla fine delle partite pomeridiane.E poi anche "Terzo Tempo" alle ore20.30, con i commenti e le analisi conMario Sconcerti e Roberta Noè, conl'intervento in diretta di spettatori e"Serie A Remix" in onda a mezzanot-te su Sky Sport 1 HD.In questa nuova stagione tv SKY Sportseguirà il campionato di calcio inter-nazionale con 255 partite in direttadella Premier League e 34 incontridella Coppa Libertadores, oltre allesfide della UEFA Europa League afianco di quelle della UEFAChampions League, fino alle sfidefinali nel 2013, alla Amsterdam Arena(per Europa League) e al WembleyStadium di Londra (per la ChampionsLeague).Nel frattempo, su Sky Sport 1 HDFabio Caressa, Paolo Rossi e GianlucaVialli commentano ogni Martedì eMercoledì dalle 19,30 alle 24 tutte lepartite Champions, e il giovedì AnnaBillo, Stefano De Grandis eAlessandro Costacurta svolgono lostesso compito ma per le partite dellaEuropa League.Ogni Sabato e Domenica a mezzanot-te il calcio europeo viene analizzatoanche su Sky SuperCalcio HD.Grazie ad un accordo di tre anni con laLega Calcio, la Serie B italiana (bwin),sarà trasmessa da Sky Italia in tutte le470 partite di Campionato, compresi iPlay Off e i Play Out. Le partite dellabwin saranno disponibili in PPW payper view (e in HD) su vari canali"Calcio" della piattaforma SKY all'in-terno del servizio on demand denomi-nato "Primafila", mentre ogni Sabatouna maratona tv di 4 ore (dalle 14 alle18) consente a tutti gli abbonati deibouquet di Sport Calcio di seguire lapartita di serie B più significativa dellagiornata. Tutti i programmi della bwinsono ovviamente in onda in HD.

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I filmati sul broadcastprima passano da YouTube

youtube.com/monitormilano

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