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Vercelli 15 marzo 2017 - Anno 90° - N°3 Mensile dell’Unione Interprovinciale degli Agricoltori di Vercelli e Biella Spedizione in abbonamento postale 70% - Filiale di Vercelli - Gratuito agli associati - Pubblicazione autorizzata dal Tribunale di Vercelli in data 23.3.1966 n. 7 Riso: l’import selvaggio mette in ginocchio la nostra risicoltura Si è svolto a Milano, il summit dei Pro- duttori Europei di Riso, per la prima vol- ta riuniti ad un tavolo unico a Milano per discutere dello stato attuale del mercato e dei pericoli che si nascondono nel pros- simo futuro. A pesare, nel quadro tratteggiato dai risi- coltori europei è soprattutto la presenza ingombrante dei produttori extraeuropei, asiatici soprattutto che, grazie a una serie di politiche di agevolazione commercia- le ( su tutte la mancanza di dazi) , occupa oggi una fetta imponente del mercato ri- sicolo europeo. “La maggior parte delle importazioni nell’UE - hanno spiegato i produtto- ri - non paga dazio, in virtù di accordi bilaterali/multilaterali e di concessioni unilaterali. In particolare a pesare sul- la bilancia commerciale sono le impor- tazioni dai così detti PMA, paesi meno avanzati, su tutti la Cambogia”. La volontà dell’UE di sostenere la risi- coltura in questi Paesi ha avuto come in- diretta conseguenza quella di penalizzare i produttori europei che, seppure esporti- no più di quanto importano, si trovano a competere con un avversario imponente, per dimensioni e produzioni e agevolato, per quel che riguarda le norme (anche sui fitofarmaci le disposizioni sono diverse, e più permissive in Asia rispetto a quelle dei Paesi UE). Il risultato delle politiche di sostegno ai Paesi Meno Avanzati è commercialmen- te imponente: oggi le importazioni dai PMA coprono il 27% dell’import UE totale e nel 2026 tali importazioni arri- veranno a coprire il 50% dell’import UE totale. Un quadro per reagire al quale i Paesi europei produttori di riso (Italia, Spagna, Portogallo, Grecia, Francia, Bulgaria e Ungheria) si sono incontrati a Milano per condividere una piattaforma comune che è stata presentata ai Ministeri dell’Agri- coltura dei rispettivi Paesi con l’obietti- vo di aprire un tavolo con la Commissio- ne europea per la revisione delle norme oggi in vigore sulla importazione di riso dagli Stati extra comunitari. Cinque e precise le richieste alla Com- missione europea: 1) Il riconoscimento effettivo della qua- lifica di “sensibilità” del comparto riso, che consentirebbe di non appli- care concessioni alle importazioni di riso da Paesi extra comunitari; 2) La rimozione degli ostacoli, veri o presunti, che impediscono l’effettiva applicazione della “clausola di salva- guardia” nei confronti delle importa- zioni dai Paesi Meno Avanzati; 3) La fissazione di regole reciproche sia tra gli Stati membri dell’UE sia tra i gli Stati membri dell’UE e i Paesi Terzi, sia in ambito fitosanitario sia in ambito commerciale, per favorire un mercato trasparente nel rispetto dei diritti sociali e dei lavoratori; 4) Il mantenimento della qualifica di “specificità” del settore riso nell’am- bito della prossima pianificazione del- la Politica Agricola Comune. 5) L’attuazione di campagne promozio- nali finanziate con fondi comunitari per incrementare il consumo di riso coltivato nell’Unione europea. Ora attendiamo che la Commissione si pronunci sul documento e risponda con azioni concrete a un grido d’allar- me lanciato da un’intera filiera in forte sofferenza. Ma le richieste all’Europa non sono finite: il prossimo, importante, obiettivo sarà l’inserimento dell’indica- zione obbligatoria in etichetta dell’ori- gine del riso. “Una forma di tutela fon- damentale per i consumatori - ricorda Confagricoltura - che devono conoscere l’origine della materia prima e sceglie- re se acquistare un riso proveniente da paesi extraeuropei, dove ci sono regole fitosanitarie e produttive diverse. Quel- la sull’etichettatura potrebbe essere una battaglia tutta italiana, così da identifi- care il riso Made in Italy e inserirlo nel paniere di eccellenze che vengono pro- dotte nel nostro paese”.

Mensile dell’Unione Interprovinciale degli Agricoltori di ...Riso: l’import selvaggio mette in ginocchio la nostra risicoltura Si è svolto a Milano, il summit dei Pro-duttori

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Vercelli 15 marzo 2017 - Anno 90° - N°3

Mensile dell’Unione Interprovinciale degli Agricoltori di Vercelli e BiellaSpedizione in abbonamento postale 70% - Filiale di Vercelli - Gratuito agli associati - Pubblicazione autorizzata dal Tribunale di Vercelli in data 23.3.1966 n. 7

Riso: l’import selvaggio mette in ginocchio la nostra risicolturaSi è svolto a Milano, il summit dei Pro-duttori Europei di Riso, per la prima vol-ta riuniti ad un tavolo unico a Milano per discutere dello stato attuale del mercato e dei pericoli che si nascondono nel pros-simo futuro.A pesare, nel quadro tratteggiato dai risi-coltori europei è soprattutto la presenza ingombrante dei produttori extraeuropei, asiatici soprattutto che, grazie a una serie di politiche di agevolazione commercia-le ( su tutte la mancanza di dazi) , occupa oggi una fetta imponente del mercato ri-sicolo europeo.“La maggior parte delle importazioni nell’UE - hanno spiegato i produtto-ri - non paga dazio, in virtù di accordi bilaterali/multilaterali e di concessioni unilaterali. In particolare a pesare sul-la bilancia commerciale sono le impor-tazioni dai così detti PMA, paesi meno avanzati, su tutti la Cambogia”.La volontà dell’UE di sostenere la risi-coltura in questi Paesi ha avuto come in-diretta conseguenza quella di penalizzare i produttori europei che, seppure esporti-no più di quanto importano, si trovano a competere con un avversario imponente, per dimensioni e produzioni e agevolato, per quel che riguarda le norme (anche sui fitofarmaci le disposizioni sono diverse, e più permissive in Asia rispetto a quelle dei Paesi UE).

Il risultato delle politiche di sostegno ai Paesi Meno Avanzati è commercialmen-te imponente: oggi le importazioni dai PMA coprono il 27% dell’import UE totale e nel 2026 tali importazioni arri-veranno a coprire il 50% dell’import UE totale.Un quadro per reagire al quale i Paesi europei produttori di riso (Italia, Spagna, Portogallo, Grecia, Francia, Bulgaria e Ungheria) si sono incontrati a Milano per condividere una piattaforma comune che è stata presentata ai Ministeri dell’Agri-coltura dei rispettivi Paesi con l’obietti-vo di aprire un tavolo con la Commissio-ne europea per la revisione delle norme oggi in vigore sulla importazione di riso dagli Stati extra comunitari.

Cinque e precise le richieste alla Com-missione europea:1) Il riconoscimento effettivo della qua-

lifica di “sensibilità” del comparto riso, che consentirebbe di non appli-care concessioni alle importazioni di riso da Paesi extra comunitari;

2) La rimozione degli ostacoli, veri o presunti, che impediscono l’effettiva applicazione della “clausola di salva-guardia” nei confronti delle importa-zioni dai Paesi Meno Avanzati;

3) La fissazione di regole reciproche sia tra gli Stati membri dell’UE sia tra

i gli Stati membri dell’UE e i Paesi Terzi, sia in ambito fitosanitario sia in ambito commerciale, per favorire un mercato trasparente nel rispetto dei diritti sociali e dei lavoratori;

4) Il mantenimento della qualifica di “specificità” del settore riso nell’am-bito della prossima pianificazione del-la Politica Agricola Comune.

5) L’attuazione di campagne promozio-nali finanziate con fondi comunitari per incrementare il consumo di riso coltivato nell’Unione europea.

Ora attendiamo che la Commissione si pronunci sul documento e risponda con azioni concrete a un grido d’allar-me lanciato da un’intera filiera in forte sofferenza. Ma le richieste all’Europa non sono finite: il prossimo, importante, obiettivo sarà l’inserimento dell’indica-zione obbligatoria in etichetta dell’ori-gine del riso. “Una forma di tutela fon-damentale per i consumatori - ricorda Confagricoltura - che devono conoscere l’origine della materia prima e sceglie-re se acquistare un riso proveniente da paesi extraeuropei, dove ci sono regole fitosanitarie e produttive diverse. Quel-la sull’etichettatura potrebbe essere una battaglia tutta italiana, così da identifi-care il riso Made in Italy e inserirlo nel paniere di eccellenze che vengono pro-dotte nel nostro paese”.

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Spesometro 2017 e liquidazioni IvaLo spesometro annuale per il 2016 si ag-giunge alle nuove scadenze per lo spe-sometro semestrale 2017 e la comunica-zione delle liquidazioni Iva: una tabella serrata di appuntamenti. Una tabella di marcia impegnativa quel-la del 2017 per comunicare l’elenco dei clienti e fornitori 2016 e 2017 - vecchio e nuovo spesometro - a cui si aggiunge la comunicazione trimestrale delle liqui-dazioni Iva.Ricordiamo che lo spesometro annua-le (il vecchio elenco clienti/fornitori) per il 2016 andrà presentato entro il 10 aprile 2017 dai contribuenti Iva mensili e entro il 20 aprile 2017 per quelli trimestrali.Dal 2018 lo spesometro anziché annuale sarà trimestrale; solo per il 2017 è previ-sto l’invio semestrale che dopo la pubbli-cazione del decreto Milleproroghe avrà le seguenti scadenze:• 1° semestre 2017 entro il 18 settembre

2017 (invece del 25 luglio)• 2° semestre 2017 entro il 28 febbraio

2018 (invece dei due invii trimestrali)Le liquidazioni Iva invece dovranno es-sere trasmesse trimestralmente in via te-lematica, anche per chi è a credito. Sono esonerati da questo adempimento i soggetti passivi Iva non obbligati alla presentazione della dichiarazione annua-

le Iva o all’effettuazione delle liquida-zioni periodiche (nella tabella il nuovo scadenziario).La buona notizia è l’abolizione della Co-municazione annuale Dati Iva sostituita dalla presentazione della dichiarazione Iva del 2016 entro il 28.2.2017.

Le scadenze dopo il Milleproroghe, una tabella serrata di appuntamenti fino ad aprile 2018

Riforma della pac post 2020: inizia il dibattitoEmergono divergenze sugli strumenti da adottare per la semplificazione della politica e il finanziamento della Pac

Si ritorna a parlare della futura politica agricola comune. Il COPA-COGECA ha favorevolmente accolto le dichiarazioni del Commissario europeo per l’agricoltura, Phil Hogan, (nella foto) condividendo il fatto che la Pac del futuro vada finanziata adegua-tamente e che la semplificazione della politica agraria sia un elemento fonda-mentale. Quando però si passa ad esaminare quali strumenti mettere in campo per consen-tire agli agricoltori di gestire responsa-bilmente i mercati agricoli, emergono le divergenze. È il ritorno del dualismo “primo o se-condo Pilastro”, dove a quest’ultimo, rafforzato - pare di leggere nel pensiero di Hogan - andrebbe riservato un ruolo maggiore per gestire i rischi e facilitare il ricambio generazionale. COPA, in una sua nota, ha invece sotto-lineato che non serve una riforma della pac, ma soltanto dei cambiamenti laddo-

ve le cose non funzionano. Vogliamo una pac che sostiene gli agricoltori perché siano competitivi e sostenibili a livello ambientale, sociale ed economico. Una Pac che stabilizzi il reddito degli agricoltori e dia loro l’opportunità di in-vestire nelle più recenti tecnologie. Occorre mantenere l’attuale struttura della Pac, con entrambi i pilastri già esi-stenti, che si è dimostrata funzionale per il raggiungimento di questo obiettivo e per i consumatori, fornendo loro derrate alimentari sane, nutrienti e di qualità, a prezzi accessibili. E senza le oscillazioni dei mercati mon-diali. Per il COPA un punto es-senziale è la semplificazione, eliminando la estrema com-plessità delle regole, a co-minciare dal Greening. I pagamenti diretti, per i quali gli agricoltori devono rispettare stringenti norme ambientali, forniscono al-

tresì stabilità e certezza per gli agricolto-ri rispetto alla volatilità dei mercati. Per questo vanno mantenuti e non so-stituiti da altri strumenti ancora tutti da inventare.

TERMINE ADEMPIMENTO

28 febbraio 2017 Dichiarazione annuale IVA relativa al 2016

10 o 20 aprile 2017 Spesometro relativo al 2016

31 maggio 2017 Comunicazione liquidazioni Iva I trimestre 2017

18 settembre 2017 1° Spesometro 2017: comunicazione fatture emesse e ricevute I semestre 2017

18 settembre 2017 Comunicazione liquidazioni Iva II trimestre 2017

30 novembre 2017 Comunicazione liquidazioni III trimestre 2017

28 febbraio 2018Comunicazione liquidazioni IV trimestre 2017Spesometro 2017: Comunicazione fatture

emesse e ricevute 2 semestre 2017

30 aprile 2018 Dichiarazione annuale IVA relativa al 2017

Come novità segnaliamo che quest’anno, per la prima volta, non è più possibile in-viare la dichiarazione Iva con il Modello Unico ma è obbligatoria la presentazione autonoma entro il 28 febbraio 2017. A partire dal 2018 la scadenza passerà al 30 aprile.

Phil Hogan, Commissario europeo per l’agricoltura

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Il sovescio di erbai autunno-vernini, tec-nica antica per incrementare la fertilità del terreno, è stato introdotto per la prima volta in risaia con le Misure agroambien-tali del 1992 (Reg Ue 2078); ultimamen-te ha trovato un incentivo a sé stante nei PSR 2014-2020 delle Regioni Piemonte e Lombardia, come impegno facoltativo alle Misure 10.1.1 (produzione integra-ta), 10.1.2 (biodiversità nelle risaie) e 10.1.3 (agricoltura conservativa). Tuttavia, affinchè la sua realizzazione si

traduca effettivamente in una utilità per la risaia, occorre seguire regole agro-nomiche ben precise, che riguardano la dose di seme, la specie più adatta e l’e-poca di interramento. Regole che l’Assessorato agricoltura ha codificato in una sua circolare del 16 feb-braio scorso. In particolare ha specificato che, per l’o-perazione 10.1.2, la coltura da sovescio deve essere mantenuta almeno fino alla fine di febbraio, invece per le operazioni

10.1.1 e 10.1.3, tenuto conto dei tempi di preparazione del terreno, la coltura da sovescio deve essere mantenuta in cam-po almeno fino al 10 marzo.La Regione ha altresì provveduto ad integrare le indicazioni circa le dosi orientative di semente che deve essere utilizzata per la realizzazione degli erbai autunno-vernini da sovescio, attestata dalla documentazione di acquisto e che deve essere adeguata alla superficie og-getto dell’impegno facoltativo.

Occorre seguire regole agronomiche precise, come la dose del seme, la scelta della specie e il momento opportuno

Tecniche ottimali per il sovescio in risaia

IMPEGNI FACOLTATIVI AUTUNNO-VERNINI

10.1.1PRODUZIONE INTEGRATA

10.1.2BIODIVERSITÀ NELLE RISAIE

10.1.3AGRICOLTURA CONSERVATIVA

MISURA 11AGRICOLTURA

BIOLOGICA

Erbai autunno-vernini da sovescio X X X

Sommersione invernale delle risaie X X X

Mantenimento stoppie in campo nel periodo invernale X

Bene il corso per periti estimatoriMa c’è l’incognita dei pagamenti di AGEA sull’assicurazione agevolata

La stima dei danni da avversità atmosferi-che all’uva da vino, al mais, al pomodoro, all’actinidia e al riso richiede professiona-lità e competenza, considerato che non c’è solo la classica grandine, ma anche tutte le altre avversità previste dal Piano Assicura-tivo Agricolo Nazionale 2017. Per questo ha avuto successo il terzo corso per periti estimatori che si è svolto a Vercelli, presso l’Istituto tecnico agrario. Ma su tutto que-sto c’è un’ombra, l’attuazione pratica del PAAN, ora entrato nella Gestione del Ri-schio del PSRN, la cui risoluzione, nono-stante i proclami ottimistici di ASNACODI e di AGEA, sembra assai lontana. A tal fine il direttore del Condifesa Vercelli Due, Paolo Guttardi, proprio in occasione

del corso ha lanciato l’allarme. O si cambia registro o il sistema implode. A determinare questa situazione ci sono le complessità burocratiche e le procedure complesse, dalla Manifestazione di interes-se al PAI, dalla Domanda di Sostegno fino alla Domanda di Pagamento, in una sequen-za di pratiche da presentare al Sistema in-formatico Nazionale (SIN) tramite i CAA. Con la complicità di sistemi informatici che non si parlano si è arrivati a non riuscire a presentare un gran numero di PAI. Mentre Agea complicandosi la vita con i controlli e gli incroci di dati, ha intasato il sistema: ri-sultato, a tutt’oggi gli agricoltori attendono ancora il pagamento dei contributi sui certi-ficati assicurativi del 2015.

Con una potenza installata di circa 1.200 MegaWatt, l’Italia è uno

dei principali produttori di biogas in agricoltura. Quarta nel mondo dopo Germania, Cina e Stati Uniti. Passata l’era dei grandi impianti ali-mentati con colture ad hoc e sottopro-dotti, sta emergendo un notevole inte-resse da parte delle aziende agricole zootecniche verso la realizzazione di impianti di biogas di piccole dimen-sioni (al massimo 50 Kw di potenza elettrica). I vantaggi ambientali sono innegabili. Per questo Confagricoltura Piemonte ha chiesto che questo tipo di impianto sia inserito nella griglia degli inve-stimenti finanziabili dalle operazioni 4.1.1 e 4.1.2 i cui bandi sono di immi-nente apertura.

Biogas, spazio ai mini impianti

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Con la legge di conversione del Decre-to Legge numero 244 del 30 dicembre 2016 (legge 27 febbraio 2017 numero 19) sono state previste numerose proro-ghe per diversi adempimenti che inte-ressano il settore agricolo.In particolare il provvedimento, nel confermare le scadenze già disposte con il Decreto Legge numero 244/2016, ha concesso più tempo per acquisire l’abilitazione all’uso delle macchine agricole e per alcuni adempimenti sul-la prevenzione incendi, che rivestono un’occasione importante per il settore agricolo in quanto consentono di com-pletare il percorso di adeguamento ai nuovi obblighi. Confagricoltura ha fortemente sostenu-to queste richieste nella consapevolezza del forte impatto che questi due obbli-ghi hanno avuto nel settore agricolo. Ciò detto si evidenzia la necessità di sollecitare le imprese a regolarizzarsi entro le nuove scadenze previste dal “milleproroghe 2017” in quanto diffi-cilmente si potrà sostenere la richiesta di ulteriori proroghe.Non viene, invece, prevista alcuna pro-roga per quanto riguarda la “revisione delle macchine agricole”, situazione che desta molta preoccupazione in re-lazione alla scadenza fissata al 31 di-cembre 2017 per effettuare la revisione per i trattori immatricolati prima del 31 dicembre 1973.Di seguito una descrizione delle proro-ghe per il settore agricolo con alcune considerazioni.

Introdotto in sede di conversione, vie-ne disposto lo spostamento dell’entrata in vigore dell’Accordo CSR 53/2012 in materia di abilitazione all’uso del-le macchine agricole dal 31 dicembre 2015 al 31 dicembre 2017. In particolare, viene previsto lo slitta-mento, dal 12 marzo 2017 al 31 dicem-bre 2018, della data entro cui devono es-sere effettuati i corsi di aggiornamento di cui al punto 9.4, Allegato A dell’Ac-cordo, ovvero i corsi di aggiornamento per i lavoratori agricoli che possono dimostrare di avere esperienza biennale alla data del 31 dicembre 2017.Con la proroga disposta con il Millepro-roghe 2017 ne consegue che vengono riviste le scadenze entro cui procedere al completamento della formazione pre-vista dall’Accordo CSR 53/2012. Si auspica che tale ulteriore tempo a

disposizione consentirà anche alle Am-ministrazioni di dare risposta ai chiari-menti che sono stati avanzati da Confa-gricoltura.

Introdotto in sede di conversione, pre-vede lo spostamento della data dal 7 ot-tobre 2016 al 7 ottobre 2017 entro cui i soggetti delle cd. “nuove attività” ai sensi del Decreto del Presidente della Repubblica 151/2011 devono adeguarsi alla normativa in materia di prevenzio-ne incendi.Con riferimento alle “nuove attività soggette” al D.P.R. 151/2011, la mo-difica dell’articolo 5, comma 11 ter e 11 quater, interviene nell’articolato del comma 2 dell’articolo 38 del decreto legge 21 giugno 2013, numero 69 (de-creto del fare), convertito con modifica-zioni dalla legge 9 agosto 2013, n. 98, prorogando al 7 ottobre 2017 la data precedentemente fissata al 7 ottobre 2016.Ne consegue che a partire dal 28 feb-braio 2017 è in vigore il differimento al 7 ottobre 2017 del termine per l’as-solvimento degli adempimenti prescritti dagli artt. 3-4 del D.P.R. n. 151/2011, da parte dei soggetti (enti e privati) respon-sabili delle c.d. nuove attività.Si sottolinea che la proroga ha una di-versa impostazione a seconda della classificazione delle c.d. nuove attività.• Per le attività classificate di tipo A,

occorrerà presentare la SCIA (segna-lazione certificata di inizio attività) secondo quanto previsto dall’art. 4 del D.P.R. n. 151/2011 entro il 7 ot-tobre 2017.

In tale ambito, per quanto riguarda il settore agricolo, rientrano soprat-tutto i contenitori distributori mobili di gasolio di capienza tra i 6 mc ed i 9 mc (si ricorda che i depositi di ca-pienza geometrica sino a 6 mc non sono tenuti agli adempimenti previ-sti dal regolamento di cui al Decreto del Presidente della Repubblica 1º agosto 2011, n. 151 - Decreto Legge 91/14).

• Nel caso invece delle c.d. nuove attività classificate nel tipo B e C, in relazione a quanto previsto dal comma 11 quater della Legge Mil-leproroghe 2017, fermo restando la scadenza al 7 ottobre 2017 per gli adempimenti di cui all’articolo 4 del Decreto del Presidente della Repub-blica numero 151/2011 (in particola-re presentazione della SCIA), si do-vrà presentare, entro il 1 novembre 2017, la documentazione prevista dall’articolo 3 del Decreto del Pre-sidente della Repubblica 151/2011 (istanza al Comando provinciale per l’esame dei progetti di nuovi impian-ti o costruzioni nonché dei progetti di modifiche da apportare a quelli esi-stenti, che comportino un aggravio delle preesistenti condizioni di sicu-rezza antincendio).

Da una prima lettura incrociata del comma 11 ter e 11 quater sembra emergere che la scadenza di cui te-nere conto in via definitiva è solo quella del 7 ottobre 2017 in quanto la scadenza del 1 novembre 2017 per le attività propedeutiche all’otteni-mento della SCIA è successiva alla scadenza finale di chiusura del pro-cedimento posta al 7 ottobre 2017.

Il provvedimento ha concesso più tempo per acquisire il patentino trattori e per adempire alla prevenzione incendi

Milleproroghe: trattori e incendi

Patentino macchine agricole

Prevenzione incendi

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In questi giorni gli Organismi Paga-tori stanno ancora ultimando le veri-fiche circa la sussistenza, in capo ai beneficiari della domanda pac 2015 del requisito di “agricoltore attivo”; al riguardo è intervenuta AGEA Coor-dinamento a dettare le ulteriori istru-zioni con la circolare numero 9282 del 3/02/2017.Questa nuova definizione, che si ag-giunge alle altre casistiche del Col-tivatore Diretto e dello IAP (Im-prenditore Agricolo Professionale), quest’ultimo codificato dal Decreto Legislativo numero 99/2004 sia per le persone fisiche che per le società, è stata introdotta dall’Unione europea con la riforma della pac del 2013. E, nella intenzione del legislatore co-munitario doveva servire per selezio-nare, tra i beneficiari degli aiuti diretti e degli aiuti previsti dal PSR i “veri agricoltori”. Ovvero evitare di erogare gli aiuti pac a coloro che non svolgono alcuna atti-vità agricola, se non quella necessaria per accedere al contributo comunita-

rio, le cosiddetta “rendita pac”.Intenzione lodevole, ma che nella re-altà dei fatti si è rivelata una vittoria di Pirro. La normativa comunitaria declinata dall’Italia con i Decreti ministeriali di attuazione, ha previsto regole che hanno messo in crisi sia i CAA che gli stessi Organismi Pagatori.

In pratica, per definire un agricoltore “agricoltore attivo”, vengono conside-rate, alternativamente:A) l’iscrizione all’INPS del beneficia-

rio nella sezione coltivatori diretti i Imprenditori agricoli professionali;

B) L’entità dei pagamenti diretti nell’anno precedente la domanda;

C) La presenza della partita IVA con

codice Ateco “agricoltura” e pre-sentazione della dichiarazione an-nuale;

D) Rapporti tra proventi agricoli ed extra agricoli;

E) Rapporto tra l’aiuto pac e il reddito extragricolo.

F) Presenza, nell’oggetto sociale del-le persone giuridiche, dell’attività agricola.

In pratica un ginepraio di regole e deroghe che hanno nel concreto, am-pliato la platea dei beneficiari, e co-munque rallentato e complicato enor-memente il lavoro dei CAA e degli OP, senza raggiungere risultati signifi-cativi in termini di risparmio di risorse finanziarie. La solita risposta “populista” ad uso delle masse.Nel regolamento “omnibus” di cor-rezione della pac, in discussione a Bruxelles, dovrebbe essere previsto un aggiustamento di rotta sulla defini-zione dell’Agricoltore attivo con una maggior elasticità da parte degli Stati membri.

L’intenzione era quella di indivuduare i “veri agricoltori”, ma si è finiti in un ginepraio di regole

Il rebus dell’Agricoltore attivo

Le novità introdotte hanno rallentato i lavori di verificasenza fornire vantaggi

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Cresce il numero delle aziende condotte dagli under 35. In Piemonte nel Registro Imprese sono iscritte 3.770 realtà giovanili, ovvero il 6,9% del totale del settore (54.522) e l’8,9% delle imprese regionali di tutti i comparti under 35. “Tra il 2000 e il 2016 è diminuito del 30% il numero delle aziende agricole. Però nel 2016 c’è stato un incremento delle imprese under 35 del 23,8%, un segnale importante, riconducibile all’a-pertura dei bandi dedicati del Program-ma di Sviluppo Rurale”. Il percorso positivo potrebbe proseguire

nel 2017, al riguardo la Regione Pie-monte, con la Determinazione Dirigen-ziale numero 169 del 23 febbraio 2017 ha approvato il bando per l’operazione 6.1.1 - Premio di insediamento giovani under 40.Importante, sarà allora l’obbligatorio Piano Aziendale allegato alla doman-da, che descrive il progetto di sviluppo proposto per l’azienda agricola oggetto di insediamento, progetto di sviluppo comprendente sia investimenti materiali nell’azienda che attività di crescita per-sonale e professionale del giovane.Un intervento che dà ossigeno ad un

settore che ha bisogno di ricambio ge-nerazionale, ma che è alle prese con una politica lenta ed una burocrazia pesante, non al passo con i tempi, spesso orientata da una visione dell’agricoltura bucolica, dove piccolo è bello, specie se bio e a chilometro zero.Dell’agricoltura che piace ai giovani, quella dove emergono le idee e gli obiet-tivi, più che la caccia ai contributi, se ne è parlato nei giorni scorsi all’annuale con-vegno di Confagricoltura Torino, svolto-si all’Istituto agrario di Lombriasco. Una sede ideale per parlare dell’importanza della innovazione e della formazione.

Il trend positivo degli under 35 potrebbe proseguire anche nel 2017 grazie al nuovo premio di insediamento

Bando insediamento Giovani

Per crescere le imprese devono poter investireSostenere il settore deve essere un’opportunità per la crescita economica del Paese

Le imprese agricole hanno bisogno di crescere. E per fare questo sono necessa-ri investimenti a sostegno dei quali molte sono le novità fiscali ed economiche in essere.Un’analisi dettagliata di queste misure è stata fatta nel corso del convegno or-ganizzato a Treviglio, in provincia di Bergamo, da Confagricoltura Plus (la struttura nazionale dedicata alle imprese di maggior rilievo) e SDF (Same Deutz Fahr) - Farming Tecnology since 1927, a cui hanno partecipato il presidente di Confagricoltura Mario Guidi; il vice-presidente del Consiglio di sorveglianza di SDF Francesco Carozza; il direttore generale per gli incentivi alle imprese del ministero dello Sviluppo economi-co Carlo Sappino; il responsabile del marketing di SDF Vanni Ferrari; il re-sponsabile dell’area fiscale di Confagri-coltura Nicola Caputo; l’amministratore delegato di Pria Ruggero Targhetta e la responsabile della Sicurezza sul lavoro di Confagricoltura Gloria Chiappini.Dal dibattito è emerso come il settore agroindustriale rappresenti un comparto chiave per l’economia italiana, su cui il nostro Paese mostra un elevato livello di competitività rispetto agli altri part-ner europei. Il tessuto imprenditoriale agroindustriale italiano, inoltre, appare distribuito, diversamente da quanto av-viene in altri settori, in modo più unifor-me sul territorio nazionale. Focalizzare una politica di sostegno mi-rata al settore è dunque un’opportuni-tà per la crescita economica del Paese. Coerente con la policy europea e con strategie di riequilibrio economico-ter-

ritoriale, nell’ottica di un rafforzamento dei comparti più virtuosi.Gli obiettivi di politica industriale, in questo senso, dovrebbero seguire tre di-stinte direzioni. Il consolidamento degli strumenti già esistenti: accesso al credito (attraverso una rivisitazione che renda più efficace ed efficiente il Fondo nazionale di Ga-ranzia), sostegno agli investimenti in macchinari e impianti (nuova legge Sa-batini), supporto gli investimenti produt-tivi strategici (nuovi Contratti di Svilup-po); incentivi alla ricerca (Fondo per la crescita sostenibile). Sono indispensabi-li, poi, il supporto agli operatori econo-mici idonei nel processo di ampliamento e consolidamento delle proprie attività e transizione verso l’industrializzazione.

E la promozione delle attività di ricerca e sviluppo legate principalmente all’in-novazione di prodotto e di processo, alla sostenibilità, all’agenda digitale, ai temi della salute e del benessere.Accanto a questi strumenti, anche il Pia-no di incentivi Inail che prevede contri-buti per l’acquisto di macchine agricole caratterizzate da soluzioni innovative per l’abbattimento delle emissioni in-quinanti, la riduzione del rischio rumore, il miglioramento del rendimento e della

sostenibilità globale.Molte anche le novità fiscali previste dalla legge di Bilancio 2017 nel Piano Industria 4.0 che vanno dai Superam-mortamenti (incremento dell’aliquota al 140%) e Iperammortamenti (incremento dell’aliquota al 250% per investimenti in tecnologie, digitale e agrifood), al cre-dito di imposta per Ricerca e Sviluppo (aumento della percentuale dal 25% al 50%), a quello per investimenti in start up innovative e ventur capital (incre-mento della detrazione fiscale dal 19% al 30%). Se entro il 2030 si dovrà raddop-piare la produzione agricola, per porre fine alla fame e raggiungere la sicurezza alimentare, garantendo sistemi sosteni-bili, sarà necessario un ingente sforzo di ricerca e innovazione a tutti i livelli. E molti sono gli strumenti europei di supporto in questa direzione: i PSR, Ho-rizon 2020, la Cooperazione territoriale europea, il programma Life. A livello nazionale, invece, il Piano stra-tegico per l’innovazione e la ricerca nel settore agricolo, alimentare e forestale 2014-2020 e il Tavolo tecnico di lavoro per un Piano nazionale per lo sviluppo dell’agricoltura di precisione. E proprio all’agricoltura di precisione guarda con sempre maggiore interesse anche l’industria delle macchine agri-cole, poiché consente un aumento della produttività, la razionalizzazione del lavoro, una riduzione dei costi e un uti-lizzo accurato delle risorse, avvalendo-si di strumentazioni avanzate, dotate di sistemi intelligenti in grado di dosare i fattori produttivi in relazioni alle reali necessità.

Gli obiettivi sono tre:Il consolidamento,il supporto economico,la ricerca e lo sviluppo

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“Il nostro settore rappresenta uno dei pilastri del Paese eppure le istituzioni pensano all’agricoltura così com’era de-cenni fa. La sfida è invertire la rotta, rac-contare davvero cos’è oggi l’agricoltura chiamata a realizzare prodotti di altissi-ma qualità in modo sostenibile per l’am-biente. Ed in questo contesto complesso è necessario stabilizzare il più possibile il reddito degli agricoltori di fronte a mer-cati che presentano una estrema volatilità dei prezzi dei prodotti”.Tratteggiando l’andamento del setto-re maidicolo, gli esperti parlano di una “Caporetto”. La situazione con i mercati dell’Europa dell’Est e dell’America Lati-na, favoriti dal clima e dai costi di produ-zione, non è certo florida. Così in Italia il tasso di autoapprovvigionamento è molto basso, inferiore al 60 per cento con un im-port netto di 5 milioni di tonnellate. È la fine del Mais “Made in Italy” ?“Il mais è e rimane la coltura principa-le per superficie e produzione in tutto il Nord Italia. In anni recenti la superficie coltivata si è ridotta progressivamente, specie in Veneto, a causa di andamenti meteorologici avversi e della diffusa con-

taminazione da micotossine che ne hanno ridotto la redditività”. In cinque anni si sono persi per strada ol-tre 300 mila ettari giungendo ai minimi storici. Occorre puntare sulla qualità e sull’organizzazione dei produttori di fron-te a pochi e grossi operatori. E che le Isti-tuzioni si impegnino a sostenere il settore.Per gli aspetti agronomici c’è la la neces-sità di adottare tecniche di concimazione localizzata alla semina con fertilizzanti fosfo-azotati con micro-elementi per su-perare le difficoltà iniziali di crescita della pianta e raggiungere rapidamente la fiori-tura. Queste sono le premesse per ottenere produzioni maggiori e più elevata sanità (minore contenuto in micotossine: afla-tossine e fumonisine. L’efficienza di que-sta modalità di distribuzione è elevata e quindi permette di promuovere la sosteni-bilità della coltura sia in termini ambien-tali sia economici. Data la presenza diffu-sa di insetti terricoli, tra cui la diabrotica, è opportuno accoppiare questi interventi fertilizzanti con l’applicazione sempre localizzata di insetticidi alla semina, in bassa concentrazione, per assicurare un adeguato investimento colturale di piante.

L’Italia deve puntare maggiormente sulla qualità e sull’organizzazione tra i produttori

Mais: occorre invertire la rotta

Desta curiosità ed interesse l’i-niziativa lanciata dal Mipaaf

sull’assicurazione che copre il ri-schio ricavo per il grano duro e te-nero. Si tratta per ora di uno strumento sperimentale, con il quale il cerea-licoltore può sottoscrivere la poliz-za assicurativa pagando un premio alla compagnia assicuratrice, che usufruisce di un contributo del 65 % da parte del Ministero. Questa polizza è aggiuntiva rispetto alle garanzie tradizionali contro le avversità atmosferiche previste dal PAAN 2017, e copre le riduzioni dei prezzi di mercato, oltre la soglia del 20 % rispetto al prezzo di riferi-mento (media dell’ultimo triennio). In più le Compagnie, a loro tutela, possono accedere ad un fondo di riassicurazione gestito da ISMEA con una dotazione finanziaria di 10 milioni di euro.Sarà quindi interessante, prima di dare un giudizio, e sperando che non sia alla fine solo un gradito re-galo alle Compagnie assicuratrici (come è già oggi il PAAN 2015-2017) attendere di conoscere le condizioni di polizza ed il livello dei tassi di premio. Sperando sempre che le complica-zioni e gli intoppi informatici non ci mettano lo zampino. L’esperienza dei contributi 2015 e 2016 (tutt’ora in alto mare) è illu-minante.

Assicurazione ricavi per il grano

Droni e agricoltura di precisioneSuccesso per il convegno organizzato dall’Istituto I.S. Gae Aulenti di Biella

L’Agricoltura conservativa e quella di precisione stanno diventando una real-tà consolidata, anche grazie ai PSR che dedicano loro importanti risorse finan-ziarie con le diverse azioni della Misura 10 specie in Piemonte e in Lombardia. L’innovazione - come da tempo sostie-ne Confagricoltura - è l’unico strumento per rendere le aziende più competitive ed ecologicamente sostenibili. In particolare l’agricoltura di precisione è perfettamente adatta con la produzio-ne integrata, come richiesto dal PAN sull’utilizzo sostenibile dei fitofarmaci. Di questi argomenti se ne è parlato al

convegno organizzato dall’Istituto I.S. “Gae Aulenti” (corso agrario) di Biella lo scorso giovedì 9 marzo. I principali temi trattati hanno spaziato dal telerilevamento alll’acquisizione del-le mappe di vigore, agli strumenti per l’agricoltura di precisione, fino all’utiliz-zo di irroratrici e spandiconcimi con le tecniche di precisione. Uno spazio specifico è stato dedicato, nel corso della sessione pomeridiana, all’utilizzo dei droni per la gestione delle problematiche fitosanitarie in cerealicol-tura, nonché per il lancio di insetti utili e il rilevamento con sensori di calore.

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Grazie al FAI, al Comune di Vercelli e a Confagricoltura Vercelli Biella, la Basilica Sant’Andrea sarà visibile in tutti i suoi dettagli e la sua storia sullo smartphone. Sarà una visita interattiva tra le navate che diventa realtà virtuale, video a 360 gradi e audioguide in italiano ed ingle-se. In pratica entro l’anno i visitatori del gioiello vercellese, che nel 2019 cele-brerà gli 800 anni dalla posa della prima pietra, avranno uno strumento in più per apprendere la storia della basilica e le sue ricchezze. Grazie un’app da scaricare su smartpho-ne e tablet, le navate si trasformano in un grande affresco multi-mediale, con la descrizione dei particolari (il rosone, il presbiterio, le decorazioni rinasci-mentali, le vicende di Guala Bichieri) e video panoramici. Il punto di partenza sarà un pannello in-troduttivo con un «qr code», un codice a barre da scannerizzare che proietterà il visitatore nella «realtà aumentata»: così si chiama il nuovo modo di fruizione.

Il progetto, frutto del lavoro di Paolo Dallera e Paola Lamberti durante la campagna Fai, ha avuto il sostegno an-che di Confagricoltura Vercelli e Biel-la, consapevole che la conoscenza e la

diffusione delle ricchezze architetto-niche e storiche del nostro territorio è indispensabile anche per la promozione delle nostre eccellenze agroalimentari, dal riso al vino.

Grazie alla “realtà aumentata” sarà possibile visitare la basilica vercellese senza perdere alcun dettaglio

Confagricoltura per il Sant’Andrea

Senza titolo-2 1 15/03/17 18:54

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Buone notizie per la zootecnia di mon-tagna. Sono in arrivo gli aiuti comuni-tari previsti dal Regolamento Ue nu-mero N. 2016/1613 della Commissione che prevede delle misure eccezionali per i produttori di latte e gli allevatori degli altri settori zootecnici. È stata infatti emanata la circolare di AGEA numero 19383 del 3 marzo 2017, di attuazione, a sua volta, del Decreto Ministeriale 1° marzo 2017.Gli agricoltori interessati dovranno presentare una apposita domanda ad AGEA a partire dal prossimo 28 marzo ed entro il 17 aprile 2017. Successivamente dovranno presentare un apposita domanda integrativa entro il termine del 21 luglio 2017.Beneficiari sono gli allevatori che pro-ducono latte bovino ubicati nelle zone di montagna, per i quali il Decreto Mi-nisteriale ha stanziato la somma com-plessiva di 17 milioni di euro. L’aiuto - spiega Confagricoltura - è concesso alle aziende ubicate in zone di montagna che nel corso dell’anno 2016 abbiano prodotto latte e lo abbia-no consegnato ad uno o più acquirenti o abbiano effettuato vendite dirette di latte o di prodotti lattieri ottenuto dal latte prodotto in azienda e sarà conces-so che abbiano partorito almeno una volta, presente in azienda al 31 luglio 2016 (bovini registrati ed identificati in BDN). L’importo unitario sarà determinato

dal rapporto tra il plafond nazionale ed il numero di vacche ammissibili al premio.Il provvedimento non dimentica gli allevamenti ovini e caprini per il mi-glioramento della qualità del gregge, con uno stanziamento di 6 milioni di euro, e gli allevatori di suini che mi-gliorano la qualità ed il benessere de-gli allevamenti, ai sensi della Direttiva 2008/120, con uno stanziamento di 8,3

L’aiuto è concesso ai produttori di latte e agli allevatori che presenteranno domanda entro il 17 aprile 2017

Aiuti per la zootecnia di montagna

All’industria interessa ancora il latte piemontese?Confagricoltura: “Purtroppo non c’è disponibilità ad un confronto aperto e trasparente”

Ancora un nulla di fatto al Tavolo del Latte che si è nei giorni scorsi a Tori-no nella sede dell’Assessorato regio-nale all’Agricoltura. “Abbiamo preso atto con dispiacere dell’indisponibilità dell’industria a un confronto aperto e trasparente sul-le proposte della parte agricola per quanto riguarda la definizione di pa-rametri oggettivi e univoci per la va-lorizzazione della qualità del latte dei nostri allevamenti. Alle indicazioni concrete del mondo produttivo - affer-ma in una nota Confagricoltura - l’in-dustria ha risposto con argomentazio-ni generiche, poco attente alla qualità e all’origine del latte dei nostri alle-vamenti”. Per questo motivo Confagricoltura ri-

tiene che, in assenza di nuovi atti con-creti da parte dell’industria, si siano ormai esauriti gli spazi di confronto.

“Giudichiamo grave l’atteggiamento industriale - precisa Confagricoltura - soprattutto in questo periodo dell’an-no, a poche settimane dal 31 marzo, data in cui si concluderà la campagna lattiero casearia. I rinnovi dei contrat-ti partono dunque in salita e a questo

milioni di euro.Si tratta di una boccata di ossigeno per un settore, quello zootecnico, che negli ultimi anni ha conosciuto momenti di difficoltà di mercato, che hanno com-portato l’abbandono dalla produzione da parte di numerose aziende agricole con il pericolo dello spopolamento di gran parte di un territorio importante anche per gli aspetti di tutela idrogeo-logica di queste zone.

punto è fondamentale che l’industria dica chiaramente se ha ancora inte-resse al latte piemontese di qualità, oppure se ritiene di fare a meno delle nostre produzioni, soprattutto in vista dell’avvio dell’obbligo dell’etichetta-tura d’origine per i prodotti lattiero caseari, che scatterà il prossimo 19 aprile”. Confagricoltura chiede anche un im-pegno più incisivo della Regione nel confronto: il marchio Piemunto vo-luto dall’Assessorato e sostenuto con convinzione dagli allevatori finora ha assicurato ottimi risultati alle industrie che hanno aderito al progetto, sia dal punto di vista dell’immagine, sia sotto l’aspetto commerciale, ma chi produce non ne ha beneficiato in alcun modo”.

Serve un impegno più incisivo anche da parte della Regione

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A Carisio il 21 febbraio 2017 è man-cato il Signor

Sergio Maggiagricoltore, anni 71

A tutta la famiglia Maggi e in parti-colare alla moglie Anna Maria Aliotta con i figli Stefano, Riccardo e Andrea - nostri associati di Carisio Cascina Baraggia, alla sorella Anna Maria Maggi ved. Salini - Vice Presidente ANPA Confagricoltura Vercelli Biel-la, giungano le più sentite condoglian-ze da parte di Confagricoltura Vercelli Biella, ANPA Pensionati Confagricol-tura di Vercelli e Biella, ANGA sezio-ne di Vercelli, Donne & Riso, Condi-fesa Vercelli Due e Consorzio Vendita Risone.............................................................

A Vercelli il 27 febbraio 2017 è man-cato il Signor

Giovanni Greppiagricoltore, anni 86

A tutta la famiglia Greppi e in partico-lare alla sorella Antonietta con i figli Pier Luigi, Adriano e Mario - associa-ti di Caresana Cascina Bellincontro, giungano le più sentite condoglianze da parte di Confagricoltura Vercelli e Biella e dell’ANPA Pensionati Confa-gricoltura di Vercelli e Biella.

LUTTI

La pubblicazione dei piccoli annun-ci nella rubrica “Compro / Vendo” su L’AGRICOLTORE è comple-tamente gratuita per gli Associati dell’Unione Agricoltori. Ogni annuncio verrà pubblicato tre volte, automaticamente, salvo comunicazione di disdetta da parte del diretto interessato.Per informazioni rivolgersi alla Se-greteria dell’Unione Agricoltori in Vercelli - Piazza Zumaglini n. 14 - tel. 0161 250831 fax 0161 56231 E-mail: [email protected]............................................................

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COMPRO/VENDO

Mensile di informazione tecnica ed economicadell’Unione Interprovinciale degli Agricoltoridi Vercelli e Biella.

Anno 90° - N°3 - Spedizione in abbonamento po-stale 70% - Filiale di Vercelli - Gratuito agli as-sociati. Pubblicazione autorizzata dal Tribunale di Vercelli in data 23/3/1966.

Direzione, redazione, pubblicità e amministra-zione: Piazza Zumaglini, 14 - 13100 Vercelli.Tel. 0161 250831 - 215145 - 259345. Fax 0161 56231 - [email protected]: Finagri Srl. Iscritto al Registro Operatori della Comunicazione N. 14903.Direttore responsabile: Paolo Guttardi

Impaginazione e Stampa: Litocopyvercelli - Case Sparse, 202 - Zona A - 13100 Vercelli.Iscritto al Registro Operatori della Comunicazione N. 5161.

Presso la sede di Confagricoltura, è stato sottoscritto il Verbale di Ac-

cordo per il rinnovo del CCNL per i quadri e gli impiegati agricoli per il quadriennio 2016-2019. Con il rinnovo è stato concordato un aumento retributivo del 2,5% in unica soluzione con decorrenza 1° gennaio 2017: altri aspetti salienti riguardano una maggior flessibilità per l’orario di lavoro e lo straordinario, nonchè sono state definite linee guida per favorire l’erogazione, a livello territoriale, dei premi di produzione legati all’aumen-to della produttività, dell’efficienza e della qualità del lavoro.

Accordo per il CCNL impiegati agricoli

Dovevano essere definitivi, ma le sorprese sono sempre dietro l’an-

golo. Agea si appresta a ricalcolare tutti i titoli pac per il 2016, con un ab-battimento lineare di circa il 2%. Questo per reperire le risorse finanzia-rie necessarie a soddisfare per il 2016 le richieste di accesso alla Riserva Nazionale per le fattispecie priorita-rie dei Giovani agricoltori e i Nuovi agricoltori.Insomma la coperta è quella che è: il plafond nazionale per gli aiuti diretti definito per ogni singolo Stato mem-bro con la riforma della pac del 2013. In tale attesa AGEA Coordinamen-to ha invitato gli Organismi Pagatori ad operare un abbattimento dell’aiuto erogabile a titolo di saldo 2016, calco-lato prudenzialmente nel 7%.

Ricalcolo dei titoli pac

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INDENNITÀ DI DISOCCUPAZIONE AGRICOLA

La domanda deve essere presentata entro e non oltre il 31 marzo dell’anno successivo a quello a cui si riferisce l’indennità. Puoi recarti presso il Nostro ufficio di via G. Ferrari n° 11 - Vercelli per la compilazione della domanda di disoccupazione agricola; ci serviranno copia del documento di Identità, codice fiscale, copia contratto e/o buste paga e IBAN. Prendendo appuntamento sari sicuro di ottenere un servizio puntuale e senza file.

Tel. 0161 21.71.33 / 0161 60.03.59

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Ti ricordiamo, inoltre, che sei tra gli obbligati alla presentazione del 730/2017 - redditi 2016, e che il nostro ufficio di via G. Ferrari n° 11 - Vercelli è a tua disposizione per offrirti un servizio serio e professionale. Puoi presentarti agli uffici, siamo aperti:

Lunedì / Mercoledì / Giovedì dalle 08:30 alle 13:00 e dalle 14:30 alle 17:30Martedì / Venerdì dalle 08:30 alle 13:00

IL TUO PATRONATO

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Fiera in Campo 2017