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CENTRO FISIOKINESI RICCIONE MASTER CERTIFICATE COMPLETE REFLEXOLOGY LA RIFLESSOLOGIA PARTE INTEGRANTE NEL PROCESSO DI CAMBIAMENTO APPLICATA AI PRINCIPI DELLA PSICOBIOLOGIA PER LA PROMOZIONE DEL BENESSERE Tesi di: Antonio Nuzzachi Anno Formativo 2016/2017

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CENTRO FISIOKINESI RICCIONE

MASTER CERTIFICATE

COMPLETE REFLEXOLOGY

LA RIFLESSOLOGIA

PARTE INTEGRANTE NEL PROCESSO

DI CAMBIAMENTO APPLICATA AI PRINCIPI

DELLA PSICOBIOLOGIA PER LA

PROMOZIONE DEL BENESSERE

Tesi di:

Antonio Nuzzachi

Anno Formativo 2016/2017

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MASTER CERTIFICATE

COMPLETE REFLEXOLOGY

La riflessologia

parte integrante nel processo

di cambiamento applicata ai principi della psicobiologia

per la promozione del benessere

A cura di

Antonio Nuzzachi

Data di Presentazione

9 febbraio 2016

Firma del Candidato

______Antonio Nuzzachi_______

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Coloro che meglio raggiungono le proprie aspirazioni

non sono sempre i più abili, bensì i più determinati

nel riscoprire la straordinaria luce che è in essi,

con dedizione ed autodisciplina.

Antonio Nuzzachi

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INDICE Ringraziamenti 9

Sintesi 10

Introduzione 11

1. La Riflessologia 14 1.1 Il piede visto dal riflessologo 17 -Le regole d’oro per un piede sano 20 -La terapia zonale 21 - Le zone del corpo 22 -Mappa generale delle zone riflesse 24 1.2 I sette Chakra 26 1.3 I diversi tipi di riflessologia 27

1.4 L’aspetto critico scientifico 28 1.5 La tecnica 32

-Tabelle trattamento 33 -Stimolazione-sedazione-rilassamento 35 -Fase apertura trattamento 36 -Fase chiusura trattamento 37 - Tabella riassuntiva principali zone riflesse 38

2. La relazione con il Cliente 41 2.1 L’empatia 42 2.2 L’importanza di ascoltare 43 2.3 La Programmazione Neuro Linguistica 47 COACHING E RILASSAMENTO

In un programma relativo allo stile di vita che considera tutti gli aspetti di essa che, tramite le risorse del cliente,

possono condurre a un miglioramento della sua qualità. 3. Il Coaching 50 3.1 Il Coach 53 3.2 La definizione dell’obiettivo 57 3.3 Il primo passo per lo sviluppo personale 59 3.4 Il primo secondo per lo sviluppo personale 61 3.5 Il primo terzo per lo sviluppo personale 61 3.6 La focalizzazione 62

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4. Il Rilassamento Distensivo Progressivo 66 4.1 Concentrazione e meditazione 67

4.2 La concentrazione passiva 68 4.3 L’omeostasi 69 4.4 Aspetti pratici e preparatori 71 4.5 Training 73

5. La gestione del tempo 78 5.1 La tecnica delle 4 Liste 83 5.2 Il metodo ABCD 85 5.3 La tecnica di priotizzazione 87 5.7 Migliorare l’autostima 88

5.8 Training 89

Conclusioni 98 Il Coach 99 Bibliografia 101 Sitografia 162 Legislazione e chiarezza 103

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La volontà è la forza motrice che ci spinge

verso il cambiamento. A noi è dato il potere di migliorare anche emotivamente, ma

per ottenere questo necessitiamo del giusto tempo da dedicare a noi stessi e agli altri.

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Ringraziamenti

Ringrazio il Centro Fisiokinesi di Riccione per la preparazione didattica e la disponibilità dimostrata. Ringrazio il Presidente e Direttore didattico UNIPSI, Dr. Guido Alberto Morina per la formazione e le citazioni scientifiche ad indirizzo psicobiologico che hanno contribuito a chiarire ed arricchire questa Tesi. Un particolare ringraziamento e tutti coloro che si impegnano con costanza e determinazione nel raggiungere il proprio benessere in un cammino all’insegna della consapevolezza.

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Sitesi

Nella presente Tesi si esporrà come la Riflessologia, una pratica di medicina

alternativa consistente nella stimolazione, tramite un particolare massaggio o tocco,

di zone del corpo chiamate punti riflessi, sia parte integrante nel processo di

cambiamento.

Per zona riflessa si intende un punto della superficie corporea su cui, secondo le teorie

dei riflessologi, si proietterebbe un determinato organo collocato anatomicamente,

lontano da tale punto. Agendo su questi punti si avrebbe la possibilità di condizionare

positivamente l'organo corrispondente; per questo motivo la riflessologia rientra nel

settore delle medicine complementari ed è considerata una tecnica olistica di

guarigione. I fautori di questa pratica sostengono che si possano curare anche

particolari stati d'animo (stress, ansia, ecc.) attraverso il massaggio. Le teorie

riflessologiche non hanno riscontro nelle conoscenze dell'anatomia e della fisiologia

moderna e non si hanno finora conferme sperimentali attendibili, condotte secondo

il metodo scientifico (Wikipedia).

In questa tesi si vuol far riferimento alla riflessologia come parte integrante nel

processo di cambiamento applicata ai principi della psicobiologia per la promozione

del benessere, ad un’attività di consulenza e ad un programma specifico per la

gestione dello stress ed il miglioramento della propria autostima. Durante il percorso

di crescita il Cliente impara a formulare gli obiettivi in modo chiaro e definito. Tale

metodo consente di orientare il suo percorso di crescita verso la presa coscienza della

propria vita attuando un cambiamento, migliorandone la qualità, la gestione del

tempo, neutralizzandone i fattori stressanti e migliorando il proprio livello di

autostima, al fine di un generale benessere psico-fisico, in un percorso, da parte del

Riflessologo-Consulente, orientato verso la continua ricerca scientifica.

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Introduzione

Come sarebbe affascinante attingere al nostro potere interiore ogni volta che

ne sentiamo il bisogno, ma forse ancor di più, scoprire come ogni nostro

pensiero crei un ponte tra la nostra volontà e la realtà circostante.

Capita spesso di ritrovarci attanagliati da credenze che limitano il nostro

potenziale e così facendo, sabotare ogni nostro buon proposito o, ancor

peggio, il nostro cammino verso il successo.

Si, il successo, ma quale significato ha per te?

Avere tanti soldi? Possedere una vettura di lusso? Gestire le persone con cui

lavori?...

No, caro lettore, il successo è molto di più di tutto questo, è come una luce

che, una volta accesa nel tuo animo, risplende di bellezza propria e dona

alla tua persona e a chi ti sta accanto, un volto nuovo, quello della tua

scintilla primordiale.

E come possiamo raggiungere il successo se in noi alberga sempre la paura,

l’incertezza, l’indecisione, come un freno che limita il naturale cammino

verso la scoperta di noi stessi e delle nostre risorse?

Forse i nostri ricordi, il nostro passato, le persone che ci hanno

accompagnato fin ad oggi ci hanno sempre insegnato, a volte per proteggerci

che ogni cambiamento, se non ben valutato, causerebbe solo disordine e

incertezza e la frase che meglio riassumerebbe questo è:

Non lasciare la strada vecchia…

per quella nuova!

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Ma una strada, prima di diventare vecchia, non era nuova, ancora da

scoprire?

Certo, nessuno vuol essere spropositato nelle scelte di vita, ma la paura, il

timore di agire è spesso più logorante che il cammino verso una meta, un

obiettivo.

Forse la paura di agire affonda le sue origini nella nostra infanzia, nei

primissimi giorni della nostra vita, quando i nostri genitori nel prenderci

tra le loro braccia, ci trasmettevano sicurezza o incertezze per i giorni a

venire.

In fondo la comunicazione ha mille sfaccettature e, soprattutto da piccoli,

noi filtriamo con un linguaggio Universale ogni cosa che l’esterno ci

trasmette: i movimenti, il tono delle voci, lo stesso respiro di chi ci

abbraccia…

Così, strada facendo, passo dopo passo, costruiamo la nostra persona, le

nostre abitudini, le nostre decisioni e le nostre incertezze.

Nasce ad un certo punto l’esigenza di divenire consapevoli del nostro modo

di vivere, del tempo che dedichiamo alle nostre richieste, ma a quelle più

autentiche, non ai capricci, quelle che, una volta accontentate, risvegliano

in noi il desiderio e la passione nel continuare in questo straordinario

cammino che si chiama…vita!

Questa Tesi vuol essere un valido strumento per “sbrogliare” i nodi che spesso

incontriamo nel raggiungere i nostri obiettivi e abituarci con un

allenamento (Training) costante a divenire consapevoli delle straordinarie

potenzialità insite in ognuno di noi, attraverso la riflessologia ed il

rilassamento applicati ai principi della psicobiologia e della Naturopatia

Scientifica.

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Prima di iniziare qualsiasi cammino, ricordiamoci di aver

portato con noi due capienti zaini:

quello dell’entusiasmo

e quello della passione.

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La Riflessologia

1. (Dispense Centro Fisiokinesi: Master Complete Reflexology).

La reflessologia ebbe origine in Cina circa 5000 anni fa., questo ovviamente non

giustifica da sé l’efficacia e la teoria sulla quale si base questa tecnica.

La reflessologia è un’arte gentile, una scienza affascinante e una forma estremamente

efficace di massaggio del piede. La reflessologia è un trattamento "olistico", un

termine derivante dal greco holos, che significa "intero"; quindi considera l’individuo

come un’entità che comprende corpo, mente e spirito. I reflessologi non isolano la

malattia per tentare di eliminare i sintomi, né agiscono in modo specifico su di un

organo o un apparato che presenta dei disturbi, ma piuttosto operano sulla persona

Lo scopo della reflessologia è di far scattare i meccanismi che portano all’omeostasi,

cioè ad uno stato di equilibrio e armonia. Il passo più importante verso il

raggiungimento di questo obiettivo è di ridurre la tensione ed indurre il rilassamento.

Il rilassamento rappresenta il primo passo verso la normalizzazione, perché quando il

corpo è rilassato, il processo di guarigione può avviarsi; con un massaggio

professionale sui nella sua interezza, allo scopo di farle raggiungere uno stato di

equilibrio e armonia.

La reflessologia può essere considerata come una revisione, una "messa a punto" del

corpo e dal momento che non si può sostituirlo con uno nuovo, come accade con le

auto, sembra logico prendersi cura di quello che si ha. Il reflessologo non guarisce ma

aiuta a riportare in equilibrio tutti i sistemi corporei stimolando le zone meno attive e

calmando quelle eccessivamente attive, senza interferire con le parti che funzionano

in modo adeguato.

Negli U.S.A il dott. Fitzgerald (1872-1942) si può considerare il fondatore della della

Terapia Zonale Riflessa.

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Dopo di lui alcuni medici (E. Bowers, G. Starr White, J Sheley Riley ) praticarono la

terapia della zona tra il 1915 ed il 1930.

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Consapevolezza, empatia, motivazione, costanza…sono solo

alcune delle straordinarie capacità insite in ognuno di noi per

poter attuare il meraviglioso processo di cambiamento e di

benessere del proprio stile di vita.

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1.1 La riflessologia plantare : il piede visto dal riflessologo (tratto da http://www.anagen.net)

Nel grande contesto delle medicine naturali che vanno sotto la denominazione di "medicina alternativa" o "altra medicina", una delle più attuali e conosciute è certamente la "riflessologia".

Riflessologia, una parola nuova, letteralmente potrebbe definirsi "scienza dei riflessi", intesi come zone corrispondenti e riflesse di determinati organi del corpo umano collocati altrove.

E' stato infatti accertato che dagli organi interni partono linee di riflesso che arrivano alla superficie corporea e che in molti casi, in presenza di sofferenza di detti organi, possono addirittura manifestarsi con mutamenti della tensione dell'epidermide.

Si può quindi affermare che tutto il corpo umano è sede di punti riflessi sui quali è possibile agire per alleviare dolori e tensioni; esistono però zone in cui le concentrazioni nervose sono più massicce, queste zone sono collocate nelle parti più periferiche del corpo: la testa, le mani e i piedi che costituiscono i "terminali" di quel meraviglioso computer che è il nostro organismo.

Nell'uomo esiste una carica di energia vitale, che scorre continuamente attraverso canali ancora abbastanza misteriosi e che rappresenta la condizione primaria per una buona salute. Ogni ostacolo, ogni interruzione che si viene a creare nel fluire di questa energia, costituisce la causa di un mutamento dell'equilibrio fisiologico e un pericolo per la funzionalità dell'organismo.

E' chiaro che se il percorso di un condotto di energia viene intasato e quindi ostruito, questa energia non riuscirà più a raggiungere il suo punto di arrivo. Di conseguenza, se dalla centrale non arriverà più la corrente, l'impianto collegato al filo interrotto subirà un arresto.

Allo stesso modo, se un organo smette di ricevere nella giusta quantità quell'apporto di energie di cui necessita, viene compromesso nella propria funzionalità; è quindi di capitale importanza che nessun blocco si venga a formare nei condotti energetici.

Uno dei sistemi più antichi, atti a ripristinare e a stimolare questo flusso, è costituito sicuramente dal massaggio, che nasce come gesto primitivo, istintivo, e che non ha controindicazioni.

L'uomo evoluto ha in seguito trasformato la sua gestualità in qualcosa di più preciso e mirato, scoprendo via via metodologie diverse che lo hanno portato a tecniche raffinate ed efficacissime atte a recare sollievo e ristoro a moltissime affezioni dell'organismo.

Le origini di queste tecniche vanno ricercate in epoche antiche, a civiltà ormai dimenticate ma che hanno lasciato tangibili testimonianze della loro grande saggezza e della necessità di insegnare all'uomo a prendere coscienza di sé stesso e delle sue infinite risorse.

Negli ultimi decenni si è registrata una forte tendenza a riportare alla luce teorie che sembravano superate e, proprio in antitesi al progresso della scienza, della tecnica e della chimica, sono riemerse antiche forme di medicina naturale che hanno il pregio di adeguarsi alla grande legge di Ippocrate: "primo non nuocere".

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Sotto la voce riflessologia vanno quindi catalogate tutte quelle medicine che agiscono sui punti di riflesso del corpo umano, quali l'agopuntura, la neuralterapia, lo shiatzu, l'auricoloterapia, ecc. oltre, ovviamente alla riflessologia del piede.

Tutti sanno che un piede sano è determinante per avere una bella andatura, un atteggiamento disinvolto, una colonna vertebrale diritta e un'espressione serena.

Il mal di piedi induce infatti a modificare i modo di camminare e molte volte imprime sul volto delle contrazioni dovute alla sofferenza.

Questo tutti lo sanno, ma al contrario, non tutti sanno, o stentano a credere, che il male ai piedi ha causa e effetti molto più complessi, o meglio, i piedi costituiscono uno dei punti di maggior concentrazione di quelle zone riflesse di cui abbiamo parlato in precedenza.

La riflessologia del piede, come viene praticata ai nostri giorni, nasce da una evoluzione storica che trae origine da forme di massaggio in uso presso i popoli antichi (sembra che i cinesi la praticassero oltre 3000 anni fa).

E' difficile stabilire attraverso quali meccanismi lo scienziato il Dr. William Fitzgerald, che riuscì a dimostrare a livello scientifico quello che per secoli era a livello empirico, divenne il padre della moderna riflessologia plantare. Si sa per certo che, osservando il lavoro di certi sciamani pellerossa che operavano straordinarie guarigioni attraverso la stimolazione dei punti riflessi dei piedi e delle mani, iniziò una serie di prove che lo portarono a scoperte sempre più convincenti.

Dall'esame del piede si può trarre anche una diagnosi delle malattie e considerazioni sul carattere e le abitudini di vita.

Il piede, una parte un po’ trascurata del nostro corpo, può rivelare molte cose di noi, del nostro carattere e della nostra salute.

Un buon massaggio al piede può procurare benessere in tutto l'organismo, ma può anche curare vere e proprie malattie, acute o croniche oltre che cellulite, stanchezza, gonfiori, vene varicose, ecc.

Il Dr. Fitzgerald disegnò una mappa delle varie zone del piede corrispondenti a determinati organi interni e riuscì a dimostrare che, massaggiando tali zone, si ottiene una migliore irrorazione sanguigna anche negli organi in sintonia.

Con il massaggio si possono ottenere risultati stimolanti o calmanti, secondo la necessità; per esempio, si possono stimolare la funzione intestinale, digestiva, la circolazione del sangue, oppure attenuare un dolore o calmare uno stato di eccitazione nervosa.

Il Dr. Fitzgerald scoprì anche che palpando accuratamente e con una certa energia il piede si può diagnosticare lo stato di salute dell'intero organismo, poiché il piede duole nei punti corrispondenti agli organi ammalati (il piede praticamente fa da centrale del corpo).

Un dolore sordo rivela una malattia cronica, un dolore pungente rivela una malattia acuta.

Da allora si è fatta molta strada e questa tecnica terapeutica si è arricchita della esperienza di diversi ricercatori.

Si sono pubblicati manuali e libri che insegnano anche a praticare l'auto-massaggio al piede, come prevenzione e cura di diversi mali.

In Italia, a Milano, è nato qualche anno fa un centro specializzato nello studio e nell'applicazione della riflessologia del piede l'"INTERNATIONAL TSOU CENTER" (tsou in cinese significa arti inferiori) che ha il merito di avere apportato innovazioni nel metodo sino ad oggi praticato dalle varie scuole.

Gli specialisti di questo centro, oltre a curare i pazienti, tengono periodicamente corsi di teoria e pratica per chi desidera apprendere l'arte del massaggio zonale. Ma non è tutto: il piede ci parla attraverso la sua forma,

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il colore, l'odore, la struttura delle dita e la loro posizione, l'aspetto delle unghie, l'inspessimento della pelle, la localizzazione di eventuali calli e duroni, le sporgenze ossee e gli avvallamenti e non ultimo le "rughe".

Abbiamo riscontrato che il piede destro corrisponde alla parte più razionale di noi, mentre il piede sinistro corrisponde all'irrazionale, all'affettività, alla istintività. Se ne deducono alcune interessanti considerazioni; per esempio, se una persona è affetta da alluce valgo più marcatamente nel piede sinistro significa che ha problemi di tipo affettivo; se nel destro vuol dire che è gravata da problemi di tipo razionale.

Chi ha il secondo dito del piede sinistro più lungo dell'alluce, spesso è sofferente di cuore, vive in modo iperattivo, con emotività, ama vestire di colori scuri e nel cibo preferisce i sapori amari.

Queste e altre piccole o grandi cose può dirci un semplice dito del piede.

La possibilità di liberarsi da certi tipi di costrizione aiuta l'uomo a trovare se stesso. Togliersi le scarpe e correre sull'erba, o camminare su un sentiero a piedi nudi, è di primaria importanza, dato che l'azione permette di entrare in contatto con la madre terra e di attingere energia che consentirà di riattivare la circolazione e il flusso delle forze vitali all'interno dell'individuo.

È consigliabile adoperare appositi strumenti finalizzati all'automassaggio (pettini, rulli, palle da tennis, ecc.). qualsiasi oggetto che stimoli il massaggio sulla pianta del piede può essere usato per localizzare i punti di riflesso per l’autotrattamento.

Per irrobustire la pianta dei piedi si possono svolgere i seguenti esercizi:

Marciare a punte arricciate sul suolo accidentato (pietre, scalini, asperità) Raccogliere e appallottolare con le dita dei piedi un foglio di carta Raccogliere e deporre in un recipiente, sempre con le dita dei piedi, birilli di vetro Camminare sulla corda tesa sotto la pianta dei piedi

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LE REGOLE D'ORO PER UN PIEDE SANO

NO – I ripetuti pediluvi in acqua troppo calda NO – Portare sempre calzature con tacco alto NO – Portare sempre lo stesso paio di scarpe SI – Il pediluvio quotidiano SI – L'uso di saponi neutri e prodotti specializzati di comprovata efficacia SI – Tagliare spesso le unghie soprattutto al fine di evitare inconvenienti tipo unghia incarnita SI – Adeguare il tacco alle esigenze personali (mai troppo alti) SI – Alternare calzature con tacchi di diverse misure (l'ideale sarebbe sostituirle ogni 2 ore, ma anche un paio al mattino ed uno al pomeriggio può essere sufficiente) SI – Scegliere calzature di pianta comoda, della propria misura (non più grandi poiché il piede sarebbe sottoposto a sfregamenti, non più piccole perché il piede sarebbe troppo costretto)

La riflessologia è basata su principi analoghi a quelli dell'agopuntura: esistono linee di energia che collegano i piedi e le mani alle varie parti del corpo; di conseguenza l'intero organismo può essere curato operando sulle zone riflesse presenti nei piedi' e nelle mani. Le linee di energia della riflessologia sono diverse dai meridiani dell'agopuntura, ma entrambi i metodi traggono evidente origine dalle antiche terapie cinesi.

Il primo documento riguardante una terapia nella forma oggi nota come riflessologia è stato trovato in una tomba egizia risalente al 2330 a. C.: un dipinto murale rappresenta un terapeuta che tiene tra le mani e massaggia la pianta del piede di un paziente. Si è scoperto che in passato la riflessologia era conosciuta da alcune tribù primitive dell'Africa e anche dai pellerossa.

La documentazione relativa alla riflessologia, come viene oggi intesa e applicata, è opera degli studi e delle sperimentazioni del dottor William Fitzgerald e di Eunice Ingham.

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LA TERAPIA ZONALE

Verso il 1913 il dottor William Fitzgerald, un otorinolaringoiatra americano, cominciò a praticare un metodo curativo che in seguito venne chiamato terapia zonale. L'interesse per i trattamenti basati sulla pressione era nato in lui con la lettura dei lavori di alcuni medici europei impegnati in questo campo già nel Cinquecento; probabilmente era venuto a conoscenza di tali lavori mentre esercitava la professione a Vienna.

Fitzgerald notò che l'intensità del dolore provato dai suoi pazienti – affetti da uno stesso disturbo e sottoposti a uno stesso lieve intervento – variava notevolmente. Scoprì che quanti avvertivano un leggero dolore producevano un effetto anestetico su di sé esercitando una pressione su certe parti del corpo. In alcuni casi imitò i pazienti per provocare a sua volta tale effetto.

Sviluppando ulteriormente le ricerche, Fitzgerald fu in grado di stabilire un sistema formato da dieci zone del corpo, la cui importanza derivava dal fatto che ciascuna zona aveva un collegamento energetico con determinate aree, consentendo a un'area di influire su un'altra area compresa nella medesima zona.

Ad esempio, se si esercita una pressione su un'area inserita nella zona riguardante l'orecchio, si ottiene un effetto anestetico sull'orecchio. Nella vita quotidiana, molti applicano inconsapevolmente la terapia zonale: digrignano i denti se sentono dolore (pressione esercitata sulle zone dei denti) o si afferrano ai braccioli quando sono seduti sulla poltrona del dentista per cercare di alleviare il dolore (pressione esercitata sulle zone delle mani).

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1.3 LE ZONE DEL CORPO

II dottor Fitzgerald stabilì una mappa del corpo, suddividendolo in dieci zone longitudinali.

Come indicato nella figura 1, una linea mediana verticale attraversa completamente il corpo; alla sua destra e alla sua sinistra si contano cinque zone, ciascuna in relazione con le dita delle mani e dei piedi:

la zona 1 inizia dal primo dito della mano (pollice), risale lungo il braccio sino al cervello e scende poi al primo dito del piede (alluce);

la zona 2 inizia dal secondo dito della mano (indice), risale lungo il braccio sino al cervello e scende poi al secondo dito del piede;

la zona 3 inizia dal terzo dito della mano (medio), risale lungo il braccio sino al cervello e scende poi al terzo dito del piede;

la zona 4 inizia dal quarto dito della mano (anulare), risale lungo il braccio sino al cervello e scende poi al quarto dito del piede;

la zona 5 inizia dal quinto dito della mano (mignolo), risale lungo il braccio sino al cervello e scende poi al quinto dito del piede.

Queste zone longitudinali sono di larghezza regolare e suddividono il corpo sia davanti sia dietro. Vanno intese come sezioni del corpo e non come linee sottili (quali sono i meridiani dell'agopuntura).

La descrizione delle varie zone può tuttavia essere fatta anche all'inverso, ossia ogni zona inizia da un dito del piede, risale sino al cervello e scende poi lungo il braccio sino a un dito della mano.

L'importanza delle dieci zone longitudinali consiste nel fatto che qualsiasi parte del corpo si trova in una zona determinata ed è collegata a un'altra dal flusso energetico esistente nella zona stessa; quindi le due parti possono influire l'una sull'altra. La conferma di ciò è data ad esempio dai disturbi renali, che possono rivelarsi con disturbi dell'occhio, giacchè rene e occhio sono posti nella medesima zona (figura 2).

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L'applicazione pratica della terapia zonale rende possibile il trattamento di una parte del corpo esercitando una pressione su aree accessibili poste nella medesima zona della parte stessa.

II dottor Fitzgerald usò ogni tipo di strumento per ottenere tale pressione: mollette da'bucato, pettini di metallo, elastici, fasce elastiche e sonde metalliche. Le mollette da bucato erano fissate alla punta di un dito, i pettini venivano stretti nella mano,'le fasce elastiche erano avvolte intorno a un dito; ciò esercitava una pressione sulle zone della mano, le quali influivano beneficamente su una parte del corpo posta nella medesima zona.

Durante il trattamento di terapia zonale si opera principalmente sulle mani e sulle sue dita, ma in alcuni casi si agisce sulle dita dei piedi, sulle caviglie, sui polsi, sui gomiti o sui ginocchi. È stato stabilito che la pressione deve variare da un minimo di un chilogrammo a un massimo di dieci chilogrammi, per un tempo oscillante dai trenta secondi ai cinque minuti (in taluni casi anche più a lungo). Se l'area trattata diventa blu, non bisogna sottovalutare questo segnale d'allarme, bensì togliere immediatamente il mezzo costrittore e massaggiare l'area per riportare la circolazione a livelli normali.

Questo metodo viene usato per curare tutta una serie di disturbi quali emicranie, problemi dell'occhio, cisti mammellari, fibromi e difficoltà respiratorie. Il dottor Fitzgerald parlò anche dell'esistenza di dieci zone nella lingua e nella bocca, in aggiunta alle dieci zone longitudinali di cui si è già detto.

Le ricerche del dottor Fitzgerald vennero accolte con grande scetticismo dalla maggior parte dei suoi colleghi, ma alcuni di questi, dopo una sperimentazione diretta che diede ottimi risultati, divennero fedeli sostenitori del metodo. Fu il dottor Edwin Bowers, un giornalista medico, a proporre che la metodologia venisse chiamata terapia zonale. L'impegno in questo campo fu continuato da altri medici americani, tra cui ricordiamo il dottor George Starr White, il dottor Joe Riley e la moglie Elizabeth Riley, tutti autori di lavori sull'argomento.

Il dottor Riley introdusse la definizione di «lavoro a uncino», il quale implica che le mani del terapeuta siano «uncinate» a una parte del corpo al fine di «manipolarne» l'area; essa viene usata sia per i tessuti sia per le articolazioni. La riflessologia si avvale ancora, seppur con lievi modifiche, di questa teoria.

Eunice Ingham, un'allieva del dottor Riley nel campo della terapia zonale, fu la più importante pioniera della riflessologia nella forma moderna. Dopo la lettura dei lavori del dottor Fitzgerald e dei suoi colleglli, capì che l'intero organismo può essere curato esercitando una pressione sulle zone riflesse che si trovano nelle mani e nei piedi.

Sterilità Incapacità di procreare da parte dell'uomo o della donna o di entrambi a causa di piccole imperfezioni. Gli squilibri ormonali oppure i disturbi delle ghiandole legate alla riproduzione vi giocano sempre unaloro parte. ZRD: testicoli, prostata od ovaie, tube di Falloppio, utero. ZRI: ipofisi, tiroide, sistema linfatico.

Stipsi L'evacuazione ritardata o difficile delle feci è provocata dallo scarso tono muscolare degli intestini, a sua volta causato da una dieta povera di fibre, dalla mancanza di esercizio fisico, dalla stanchezza o dall'ansia. ZRD: intestino crasso. ZRI: intestino tenue, ghiandole surrenali, plesso solare, fegato, parte inferiore della colonna vertebrale.

Tensione (e stress) Una grossa percentuale delle affezioni che ci colpiscono va addebitata alla tensione o allo stress. L'organismo è in grado di fronteggiare un certo stress; l'odierno stile di vita, che ci costringe a rimanere costantemente sotto pressione, non ci permette però di soddisfare sempre e appieno le esigenze del corpo, e così ci ammaliamo. La tensione danneggia ogni organo o apparato del corpo, giacché è all'origine di cefalee, problemi digestivi, mal di schiena, dolori del collo, squilibri mestruali e ormonali, allergie. La capacità di rilassarsi è essenziale per il benessere dell'organismo: attenua o elimina infatti ogni disturbo causato dalla tensione. ZRD: quelle delle regioni colpite. ZRI: plesso solare, ghiandole surrenali, ipofisi.

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Tensione muscolare Causata da affaticamento o da movimenti inconsueti di un muscolo, crea temporaneamente dolore e disagio. Il trattamento riflessologico aiuta il recupero, ma è anche necessario tenere il muscolo a riposo. ZRD: quelle della regione colpita, massaggio diretto sulla zona collegata. ZRI: plesso solare, ghiandole surrenali, paratiroidi.

Suddette patologie (sterilità, stipsi, tensione e stress, tensione muscolare) ottengono un beneficio tramite la riflessologia plantare, stimolata dal massaggio in opportune zone del piede va ad agire nei vari organi stimolandone il funzionamento e ripristinandone l’equilibrio.

MAPPA GENERALE DELLE ZONE RIFLESSE

(0) ipofisi (pituitaria) (1) testa in generale (2) seni frontali (3) tronco cerebrale, cervelletto (4) epifisi (5) tempia, trigemino (6) naso (7) nuca (8) occhi (9) orecchi (10) spalla (11) trapezio (12) tiroide (13) paratiroidi (14) polmoni, bronchi (15) stomaco (16) duodeno (17) pancreas (18) fegato (19) cistifellea (20) plesso solare (21) surrenali (22) rene (23) uretere (24) vescica (25) intestino tenue (26) appendice (27) valvola ileo-cecale (28) colon ascendente

(29) colon trasverso (30) colon discendente (31) intestino retto (32) ano (33) cuore e circolazione (34) milza (35) ginocchio (36) ovaie, trombe di Falloppio/testicoli (37) basso ventre (38) anca (39) ghiandole linfatiche della testa e del torace (40) ghiandole linfatiche dell'addome (41) cisterna linfatica toracica, trachea (42) orecchio interno (43) seno (44) diaframma (45) tonsille (46) mascella inferiore (47) mascella superiore (48) laringe (49) inguine (50) utero/prostata (51) vagina/pene, uretra (52) intestino retto (53) vertebre cervicali (54) vertebre dorsali (55) vertebre lombari (56) vertebre sacrali e coccigee (57) circolazione

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1.2 I sette chakra

Questo massaggio può nascere dal contatto fisico e dalla percezione dei contorni del corpo a mano a mano che si impara a distinguere attraverso il tatto i muscoli, le ossa e i tessuti che lo compongono. Imparare a conoscere il corpo, a percepire le diverse tensioni ed energie che in esso si sviluppano e accorgersi di riuscire a curarsi e ad aiutare un altro essere umano procura un’intensa sensazione di gioia. A tutto questo, si aggiunge la soddisfazione di verificare in modo tangibile i risultati del proprio massaggio quando si sentono i muscoli che si rilassano sotto le dita e ci si rende conto che la partecipazione emotiva e il contatto fisico possono favorire e incentivare il processo di guarigione nella persona che riceve il massaggio.

Dal punto di vista clinico, riportiamo qualche altro esempio tratto dall'esperienza degli operatori di riflessologia:

l'unghia incarnita dal lato della scarpa segnala la tendenza a sofferenza della milza e dello stomaco; l'unghia incarnita dalla parte opposta indica tendenza a malattie di fegato; l'inspessimento delle unghie corrisponde a una scarsa funzionalità renale e, nel carattere indica una

persona paurosa con sonni agitati; la presenza di callosità sotto il secondo e terzo dito rivela catarro broncopolmonare e catarro

provocato da sinusite; verruche o funghi (prodotti da sudore acido) indicano che la dieta è troppo ricca

Con sette o otto massaggi ben praticati, si possono ottenere validi risultati anche su malattie croniche. Ed in ogni caso si ottiene una eliminazione delle tossine, necessaria per chi ha già assunto molti medicinali.

Dunque l'uso della calzatura Sakem è un ottimo sostitutivo e coadiuvante del massaggio zonale.

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1.3 I diversi tipi di riflessologia(http://www.iobenessere.it/)

La riflessologia viene utilizzata come abbiamo visto da moltissimo tempo, in tutto il mondo e nei più disparati campi. Proprio queste sue caratteristiche hanno permesso la formazione di molte e diverse scuole di pensiero: ognuna di queste tratta punti del nostro corpo diversi, come mani o piedi o orecchie, ma sempre con i principi comuni della riflessologia. Trattare parti e punti diversi del corpo per ottenere le reazioni fisiologiche ed energetiche desiderate, il principio base è sempre quello. Ecco che così nascono molte tipologie di riflessologi, tutte molto valide. Riflessologia plantare La riflessologia plantare è forse quella più famosa, più conosciuta e più applicata. Il massaggio viene effettuato su tutto il piede fino alla zona malleolare, anche se principalmente viene trattala la pianta del piede: è qui infatti dove si concentrano la maggior parte degli organi. La riflessologia plantare è probabilmente la tecnica più antica e a oggi si contano centinaia di scuole diverse che insegnano a migliaia di studenticome applicarla tutti i giorni sugli altri. Se non avete mai provato, ma avete voglia di avvicinarvi alla riflessologia vi consiglio caldamente di provare proprio con riflessologia plantare. Riflessologia della mano La riflessologia palmare o della mano, come è facile intuire lavora sulle mani del cliente: un massaggio molto rilassante che ottiene i suoi risultati migliori quando affiancata da quella plantare. Risulta un ottimo aiuto come autocura: conoscere i punti esatti da trattare sulla propria mano può salvarvi in caso di mal di stomaco durante una cena, di mal di schiena quando siete al cinema e in molti altri casi. Riflessologia facciale Il viso è una parte molto importante nell’indagine energetica: si possono capire tantissime cose di una persona e dello stato in cui si trova il suo organismo semplicemente osservandone il volto. Oltre a questa sua peculiarità molto importante, le mappe facciali vengono utilizzate per un trattamento simile alle altre riflessologie. Riflessologia auricolare In questo caso il massaggio viene effettuato alle orecchie, nelle quali secondo questa tecnica è racchiuso tutto il corpo in posizione fetale con la testa nel lobo. Ciò che rende differente e per certi versi più complicata la riflessologia auricolare è che i punti da trattare risultano molto piccoli e per individuarli e trattarli correttamente è necessaria una certa esperienza. Provate a prendete fra le dita il lobo del vostro orecchio, massaggiatelo per poi passare su tutto il bordo esterno. http://www.iobenessere.it

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1.4 L’aspetto critico scientifico

Ho voluto sottolineare in questo capitolo l’aspetto critico funzionale nei confronti

della riflessologia, orientando la stessa, verso la sua utilità con un approccio

psicobiologico.

L’approccio classico nei confronti della riflessologia si esprime sotto un profilo

analogico e pseudo scientifico basandosi su linee (immaginarie), ma orientate verso

la guarigione.

Sarebbe straordinario ed allo stesso tempo efficacemente utile sperare come queste

zone, queste linee, da sole, una volte sollecitate, attuassero un equilibrio

omeostatico.

Pur cercando un riscontro scientifico su questa tecnica, l’approccio al momento più

plausibile potrebbe essere considerato quello psicobiologico.

La psicobiologia è una disciplina che basa le proprie ricerche sullo studio del

comportamento, dei processi mentali emozionali, in stretta relazione con le basi

biologiche

Ruolo importante è quello dell’osservazione e studio del sistema nervoso che si

attivano in relazione agli aspetti psicologici.

Definizione Treccani

psicobiologia Disciplina originatasi dalla psicologia e insieme dalla neuroanatomia e neurofisiologia con lo scopo di individuare e descrivere

i meccanismi che sono alla base del comportamento degli esseri viventi considerati come unità integrata dell’individuo con il suo ambiente

naturale.

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Importante l’effetto che la tecnica può produrre, con

l’instaurarsi di un rapporto empatico con

l’Operatore/Consulente, a livello psicobiologico attraverso un

effetto rilassante e positivo per raggiungere uno stato

di benessere.

Questo non vuole assolutamente mettere la riflessologia sotto

una luce poco credibile, anzi, valorizzare la sua azione

psicosomatica e far emergere le capacità empatiche di chi

interviene nella relazione d’aiuto.

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R I F L E S S O L O G I A P L A N T A R E S T U D I S C I E N T I F I C I ?

Riflessologia plantare studi scientifici? Un nostro lettore, folgorato sulla via di Damasco dagli straordinari risultati terapeutici donati

all’umanità dalla riflessologia plantare, ci segnala che: “Ho scoperto che ci sono degli studi che

atestano che la riflessologia abbia avuto degli effetti su diabete di tipo 2.Queste ricerche sono

publicate su Pubmed http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/26444161

Poiché è la norma, in naturopatia e omeopatia, il riferimento a studi scientifici privi di ogni

affidabilità, che non provano quello che dovrebbero provare, e che rivelano spesso, al contrario di

quello che vorrebbero i seguaci delle medicine alternative, effetti inesistenti di cure e farmaci

alternativi, si osservi come per valutarli correttamente, è assolutamente indispensabile conoscere la

statistica, l’analisi dei dati, la metodologia della ricerca scientifica.

Lo studio citato è un singolo e unico studio che non riguarda per nulla la cura del diabete, ma solo

l’alleviamento di alcuni lievi disturbi ad esso legati, relativi al benessere dei piedi. Come tale, ha solo

il significato di precedente, e nient’altro, anche perché le persone trattate erano 21, numero

assolutamente insufficiente per dare ai risultati una significatìvità statistica. Non ci sono, quindi, studi

che riguardino la riflessologia e ne abbiano confermato l’utilità, più di quanto può essere effettuato

con un normale massaggio plantare, cosa che si fa da millenni senza chiamare in causa energie e

meridiani.

Il confronto tra i due gruppi, infatti, non è stato fatto tra pazienti trattati con normali massaggi e

pazienti trattati con tecniche riflessologiche, per cui è evidente che il campione sottoposto a massaggi

riflessologici ha avuto più benefici dell’altro cui i massaggi non sono stati fatti. Ma questo non

dimostra nulla circa le proprietà specifiche della riflessologia, e mostra soltanto come massaggiando

i piedi le persone abbiano un beneficio.

Riflessologia plantare studi scientifici? Il trial, quindi, non dimostra nulla, tantomeno la possibilità di

cura del diabete, dal momento che il massaggio allevia solo alcuni sintomi, ma non cura per nulla la

malattia. Non è quindi vero che ci sono degli studi che attestano che la riflessologia abbia avuto effetti

sul diabete di tipo due, ma che esiste un solo studio, condotto su un campione non rappresentativo e

privo di significato statistico, che mostra un miglioramento della condizione di benessere dei piedi di

alcuni pazienti ospedalizzati, dovuto al massaggio dei loro piedi.

Se si pensa cdi dedicare la propria vita ad alleviare i disturbi che affliggono i piedi di persone malate,

riteniamo che l’aspirazione sia nobile e rispettabilissima, ma si consideri che ogni tecnica

manipolativa è di competenza di personale sanitario abilitato, per cui non vediamo alcun motivo di

frequentare una scuola triennale di riflessologia, dal momento che, a parte la tecnica di massaggio del

piede (acquisibile in non più di un’ora) la riflessologia si fonda su presupposti religiosi e di fantasia

(le energie taoiste yin e yang, i percorsi dei meridiani) che sono privi di ogni fondamento, di utilità e

di significato terapeutico, e non aggiungono nulla, quindi, a quello che può essere un buon massaggio

plantare effettuato da un fisioterapista o da una estetista.

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Dedicare anni della propria vita allo studio di percorsi e punti energetici di pura fantasia, di

collegamenti improbabili tra distretti corporei e logge energetiche, di illusori trasferimenti e

manipolazioni di energie di cui non si sa nulla, non ci sembra un buon modo di spendere la nostra

breve esistenza.

dr. Massimo Invernizzi

http://www.naturopatiatorino.org/riflessologia-plantare-studi-scientifici.html

.

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1.5 La Tecnica

Utilizzo principale del pollice

Attraverso un approccio psico-corporeo che ha come obiettivo la

distensione ed il rilassamento, attuando un cambiamento e una

risposta antagonista allo stress

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TABELLE TRATTAMENTO

.

TECNICA Una serie di piccole stimolazione ravvicinate esercitate principalmente con il polpastrello

del pollice

ZONA

procede sulla zona da trattare con un movimento “a lombrico”.

ESEMPIO

UTILITA’ Queste movimento trasmette

impulsi alle zone nervose mettendosi in

sintonia con i ritmi naturali del corpo.

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COME

PREPARARSI

AMBIENTE ADEGUATO

ABBIGLIAMENTO COMODO

POSIZIONE

SEDUTA / SDRAIATA

DURATA

TRATTAMENTO)

20/40MINUTI

FREQUENZA 1 /SETTIMANA

X ¾ SETTIMANE

SUCCESSIVAMENTE 1OGNI 15/20 GG

ACCORGIMENTI

• Non trattare mai una persona affetta di patologia grave senza avere l’autorizzazione del medico curante. • Non trattare la zona di IPOFISI, TIROIDE, UTERO, OVAIE durante i nove mesi di gravidanza agire sempre sotto controllo medico. • Presenza od il sospetto di trombosi; il rischio è che possa muoversi danneggiando, ostruendone il circolo sanguigno, altri tessuti. Le trombosi possono essere eventi concomitanti a traumi in soggetti predisposti * I trombi sono agglomerati di cellule del sangue in una rete di proteine della coagulazione. • Fare attenzione nelle persone diabetiche insulino-dipendente, dopo il trattamento bisogna far controllare il livello di glicemia prima di prendere una pastiglia o puntura di insulina. • Non lavorare la zona IPOFISI, TIROIDE, UTERO, OVAIE nei primi giorni del ciclo mestruale se la persona soffre di un flusso molto abbondante. • Appendicite acuta • Ulcera gastrica • Diverticolite acuta • Usare soltanto manovre di rilassamento in soggetti estremamente agitati o nervosi.

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STIMOLAZIONE – SEDAZIONE - RILASSAMENTO

Benefici • RECUPERA l’armonia fisica e psichica dell’organismo. • STIMOLA al massimo le difese immunitarie dell’organismo. • HA UN ALTO POTERE di rigenerazione delle cellule in virtù della sua azione rivitalizzante del Sistema Ghiandolare. • DA MAGGIORE VIGORE a tutto il corpo e migliora l’aspetto fisico delle persone. • AGISCE come mezzo di eliminazione delle tossine, migliorando lo stato della pelle e del tono muscolare. • MIGLIORA la circolazione e ossigenazione sanguigna favorendo una migliore respirazione. • È INDICATO per tutte le età incluso bambini ed anziani.

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FASE APERTURA TRATTAMENTO

NOME

ESERCIZIO

MOVIMENTO RESPIRAZTORIO

ZONA TRATTATA

ENTRAMBI I PIEDI

TRATTAMENTO INSPIRAZIONE: TRAZIONE

ESPIRAZIONE: RILASCIO

UTILITA’ COMPLETO RILASSAMENTO

FAVORIRE LA RESPIRAZIONE

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FASE CHIUSURA TRATTAMENTO

NOME ESERCIZIO MOVIMENTO DI POMPA

ZONA TRATTATA

ENTRAMBI I PIEDI

TRATTAMENTO ESTENDERE E RILASCIARE

L’AVAMPIEDE

pollice sul plesso solare e il medio

sul terzo dito.

UTILITA’ POLLICE SUL PLESSO SOLARE E

IL MEDIO SUL TERZO DITO.

CONTROINDICAZIONI NON VA EFFETTUATO SU

PERSONE IPERTESE E CON

PROBLEMI CARDIOCIRCOLATORI

.

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TABELLA RIASSUNTIVA PRI NCIPALI ZONA RIFLESSE

… innumerevoli massaggi e manipolazioni e “tecniche dolci” di manipolazione, si tratta o di

innocue tecniche di rilassamento muscolare, o di manipolazioni vere e proprie, mascherate

sotto nomi esotici per eludere le disposizioni di legge in materia (che, lo ricordiamo, ne

consentono la pratica solo a personale abilitato a seguito di percorso accademico, e non di

corsi privati). Non mancano poi, le tecniche che pretenderebbero di curare praticamente

ogni malattia, le quali, praticate da personale non qualificato che ha seguito corsi brevi e

superficiali, si stanno estinguendo da sole, prima ancora di aver destato l’attenzione di

coloro che sono preposti a perseguire i massaggiatori non autorizzati…

…Fisioterapisti e terapisti della riabilitazione, quindi, sono gli unici professionisti che possono

praticare questo tipo di manipolazioni con finalità terapeutiche. ricordiamo che osteopati e

chiropratici, invece, non possono esercitare la loro attività se non regolarmente abilitati

come medici o fisioterapisti….

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Zona

riflessa

Posizione Funzione

Plesso

solare

Raggiungere uno stato di rilassamento perché può diminuire

livelli di stress e nervosismo, indurre

una respirazione profonda e regolare

Colonna Vertebrale

La zona della colonna vertebrale è senza ombra di dubbio la zona

più ampia, più stimolata, più recettiva, più trasmissiva e direttamente collegata con tutte le zone diriflesso del

piede.

Apparato Urinario

Il trattamento di tutte queste zone favorisce l’eliminazione delle scorie

(sostanze tossiche) e prepara l’intero organismo a riequilibrare le sue

funzioni.

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Vista (Giallo) Udito (Blu)

Equilibrio:Il punto di riflesso si trova dorsalmente su ambedue i piedi tra i metatarsi del 4 e 5 dito. lingua si trova in ambo i piedi sulla articolazione fra la 1 e 2 falange del 1 dito.

Apparato Digerente

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La relazione con il Cliente

1. Premessa

Prima di definire l’obiettivo e le strategie necessarie per un cambiamento e

conseguentemente un miglioramento, è necessario evidenziare come la relazione con

il Cliente sia di rilevante importanza, sia sul piano della formazione stessa, che su

quello etico e professionale.

Nella relazione con il Cliente, al fine di orientare il lavoro di Consueling psicobiologico

verso l’autonomia stessa del Cliente verso i metodi e le strategie in merito, è

necessario rendere consapevole la persona riguardo le proprie capacità e la propria

motivazione.

Alla base del Consueling psicobiologico vi è la relazione, costituita da rispetto, fiducia

e stima reciproci che uniscono professionalità ed empatia, non dipendenti dal

risultato finale o dal raggiungimento degli obiettivi.

Durante gli incontri con il Cliente, è stata data molta importanza sia all’approccio di

carattere elogiativo che empatico, quest’ultimo considerato anche sotto il profilo del

linguaggio non verbale.

L’approccio utilizzato con il Cliente è sempre stato di carattere elogiativo,

valorizzandone i risultati ottenuti e rendendo consapevole egli stesso delle proprie

risorse e delle aree di miglioramento.

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2.1 L’empatia L’empatia è la focalizzazione del mondo interiore dell’interlocutore, è la capacità di

intuire cosa si agiti in lui, quale sia il suo reale stato d’animo in una determinata

situazione, al di là di quello che esprime verbalmente.

L’empatia permette di stabilire relazioni basate sulla fiducia e di “mettersi nei panni”

degli altri. Uno dei comportamenti che facilita i rapporti costruttivi, consiste

nell’astenersi dal giudicare gli altri e di sforzarsi di comprendere il punto di vista altrui

(se non addirittura condividerlo).

L’ empatia,, designa un atteggiamento verso il Cliente caratterizzato da uno sforzo di

comprensione intellettuale dell'altro, escludendo ogni attitudine affettiva personale

(simpatia, antipatia) e ogni giudizio morale. Nell'uso comune, è l'attitudine ad essere

completamente disponibili per un'altra persona, mettendo da parte preoccupazioni

e pensieri personali. Si tratta di essere disponibili ad una relazione di qualità basata

sull'ascolto non valutativo, dove ci si concentra sulla comprensione dei sentimenti e

bisogni fondamentali dell'altro.

La comprensione empatica consiste nell’immedesimarsi nell’interlocutore per

comprendere il suo punto di vista, senza assumerlo come proprio, ma mantenendo

l'autocontrollo: un infermiere che si calasse nei panni del malato lasciandosi

sopraffare dal dolore per le sue sofferenze, renderebbe il malato emotivamente più

abbattuto invece di offrirgli un sostegno.

Personalmente ho constatato, anche in campo socio-sanitario, l’importanza

dell’empatia come la capacità di “leggere fra le righe”, di captare le spie emozionali,

di cogliere anche i segnali non verbali indicatori di uno stato d’animo e di intuire quale

valore rivesta un evento per l'interlocutore, senza lasciarsi guidare dai propri schemi

di attribuzione del significato.

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2.2 L’importanza di ascoltare

Ascoltare significa dimostrare capacità di porre attenzione alla comunicazione del

proprio interlocutore. L’ascolto deve essere aperto e disponibile non solo verso l’altro

e quello che dice, ma anche verso se stessi, per ascoltare le proprie reazioni, per

essere consapevoli dei limiti del proprio punto di vista.

Il Coach, ascoltando attivamente il Cliente, produce un atteggiamento positivo e di

apertura verso di lui in modo da permettere la creazione di un rapporto di fiducia,

premessa indispensabile per un percorso di crescita e di realizzazione degli obiettivi.

Questo atteggiamento professionale - empatico crea un ambiente sereno e piacevole,

aiutando il Cliente a riscoprire le proprie risorse e capacità al fine di orientarle

attivamente nel processo di Coaching.

Il Coach si attiva nell’ascolto lasciando lo spazio al Cliente senza invaderlo, ascoltando

anche il silenzio, le pause, i desideri, dando anche la possibilità alla persona di

ascoltarsi.

Sorge spontanea la domanda relativa al significato del verbo “ascoltare”.

Ascoltare significa permettere al Cliente di ascoltare ciò che dice esternamente e il

suo dialogo interno.

Dal dialogo interno ed esterno, la persona che comunica trasmette non soltanto a chi

ascolta, ma anche a se stessa i desideri, le emozioni, le paure, le vibrazioni interne.

Nella fase di ascolto il Cliente viene aiutato dal Coach a riconoscere i suoi bisogni,

rendendosi consapevole del potenziale insito in lui al fine di ottenere il meglio dalle

opportunità.

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Università Popolare di Scienze della Salute Psicologiche e Sociali (UNIPSI)

l’arte e la scienza della qualità della vita

Liberarsi del passato per costruire, nel presente, il proprio futuro.

Il Counseling è una disciplina e una forma di terapia autonoma all’interno dell’ampia categoria delle Scienze umane, psicologiche e sociali, che opera secondo i principi, su contenuti, con regole, modalità e scopi differenti da quelle del Counseling tradizionale psicologico, del supporto psicologico e della psicoterapia.

Ci sono molti modi diversi di intendere il Counseling. Quello più diffuso è quello insegnato dalle scuole di Counseling tradizionale e consiste in una forma di psicoterapia breve rivolta alla cura di problemi e disturbi psicologici secondo il tradizionale approccio medico allopatico, e non può essere praticato se non da psicologi e psicoterapeuti abilitati, anche se viene insegnato dalle scuole tradizionali di Counseling psicologico a chiunque. Il modo che propone la Scuola Superiore di counseling psicobiologico si fonda invece su un impianto teorico e metodologico autonomo che rende tale disciplina l’unica a poter essere esercitata professionalmente e legalmente, in quanto rivolta alla cura della persona nella sua totalità e non alla cura dei suoi disturbi. Esistono anche altri modi di intendere il Counseling, legati a una visione filosofica, esoterica o magica tendente alla spiritualità, i quali sono privi di un metodo terapeutico, e si limitano alla celebrazione di testi scritti perlopiù da filosofi, psicologi, medici e psichiatri nello scorso secolo, i quali vengono a costituire il cosiddetto indirizzo della scuola. Essi sono privi di significato e di valore terapeutico (si pensi alla psicosintesi dello psichiatra Assagioli, celebrata solo in Italia da pochissime scuole ad orientamento spirituale, totalmente inutile sul piano professionale) e hanno il solo scopo di mantenere in vita idee e concetti ormai obsoleti e superati dalla ricerca neuroscientifica e da quella delle scienze della salute, psicologiche e sociali. Ciò che rende il Counseling psicobiologico l’arte, e insieme la scienza della qualità della vita e del vivere meglio sta proprio nel fatto che esso si rivolge alla ricerca del miglioramento della salute e del benessere in senso globale e secondo l’approccio biopsicosociale; prescindendo, quindi, totalmente, da ogni riferimento alla prospettiva patogenetica: esso non è rivolto, in altre parole, a curare malattie, disturbi o alterazioni psichiche, e neppure si limita a fornire un supporto psicologico o una qualche forma di assistenza ai fini della risoluzione di un problema contingente (come è d’uso nella pratica del supporto psicologico o del counseling tradizionale). Al contrario, esso aiuta il cliente a liberarsi dal condizionamento del passato e a dare un significato positivo alla sua vita nel presente e nella prospettiva futura. Per questi motivi e per quelli enunciati nel corpus teorico e pratico della disciplina e sviluppati nella Scuola triennale di Counseling psicobiologico, esso si configura legittimamente come una forma di terapia non medica e non psicologica ma, appunto psicobiologica, che necessita di una regolamentazione autonoma dello studio, della pratica e della ricerca nell’ottica della salutogenesi e non della patogenesi. Il presupposto filosofico e ideologico consiste nella convinzione, razionalmente e scientificamente supportata, che la qualità, il benessere e la salute di ciascuno possano essere mantenute e migliorate (al di là dei casi patologici di competenza di altre categorie professionali) solo rivolgendo la propria attenzione e la propria consapevolezza al bene, e non al male, al presente e al futuro della vita di ogni persona anziché, come in psicoterapia, nella ricerca, emersione o rimozione di traumi appartenenti al passato e nella ossessiva ricerca del male.

Per il Counseling psicobiologico il passato serve solo a insegnare qualcosa, non a ritornarvi, e non deve condizionare la persona: è la persona che deve avere appreso dal suo passato tutto ciò che le può essere utile per migliorare il proprio futuro. Se non l’ha fatto, il ruolo del Counselor psicobiologico sta proprio nell’aiutare il cliente a svolgere questo preliminare compito fondamentale ma in maniera rapida ed efficace.

Ciò significa, in pratica, che il Counseling psicobiologico indaga nel passato della persona soltanto allo scopo di farne emergere il significato sotto il profilo esistenziale e per apprendere da esso ciò che le esperienze della vita hanno potuto insegnarle. Non si tratta, quindi, di andare alla ricerca nel passato, preferibilmente infantile, della persona, degli specifici traumi legati a ricordi ed esperienze che si ritiene possano essere la causa fondamentale dei suoi disturbi. Ciò perché, come si è detto, il counseling psicobiologico non si occupa di malattie, alterazioni e disturbi psicologici ma si occupa della persona nella sua globalità. Quindi, esso cercherà di trarre, insieme con il cliente, dalla sua esperienza, solo gli insegnamenti che possono essergli utili per migliorare la qualità della sua vita. Il counseling psicobiologico, quindi, è orientato verso il futuro sulla base del presente, non del passato. Esso considera,

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in particolare, l’assistenza psicologica e psicoterapeutica fondamentalmente inutili, se non controproducenti, nella maggior parte dei casi in cui esse vengono utilizzate, e cioè non per risolvere problemi patologici in sinergia con un intervento medico e farmacologico, ma quando queste forme di terapia vengono utilizzate per mantenere il cliente o paziente all’interno della dimensione del suo passato, scandagliandolo e parcellizzandolo in mille particolari. Il tipo di approccio che il Counseling psicobiologico rifiuta, in altri termini, quello psicoterapeutico, costringe infatti il cliente ossessivamente a dare un senso alla sua vita solo in relazione al male e al condizionamento dei suoi traumi infantili, e non delle qualità e risorse che esso si è conquistato per meritarsi una migliore qualità della vita.

Secondo il Counseling psicobiologico è assolutamente dannoso per la salute psichica del paziente che questo sia sottoposto a un programma di psicoterapia dal quale esso possa emergere, di solito dopo molti anni di sottoposizione a questa forma di cura, con l’unica, fondamentale conclusione che la sua vita è stata condizionata da uno o più eventi ai quali ha reagito in maniera patologica. Lo scopo di tutti questi anni, in conclusione, sarebbe soltanto quello di essersi liberato di un qualche condizionamento senza però avere la minima idea di quali siano gli strumenti e le risorse che gli appartengono e che possano consentirgli da quel momento in poi di vivere meglio. La conclusione delle innumerevoli sedute di supporto psicologico e di psicoterapia, in altre parole, è normalmente soltanto quella di dare al cliente e al paziente la ferma convinzione che la sua vita è stata guidata dal male e che il bene è rappresentato dal deus ex macchina del terapeuta. Il significato del termine “psicobiologico” applicato a questa forma di Counseling, sta nella considerazione, scientificamente supportata, che la vita di tutti gli esseri umani, nessuno escluso, è condizionata dal suo passato (genetico, ambientale o epigenetico e personale) e che tutti gli eventi, i fatti, le esperienze negative che appartengono al passato di ciascuno, pur essendo tutte assolutamente uniche e irripetibili, possono essere tutte ricondotte a pochissimi elementi universali: le emozioni e la loro elaborazione in sentimenti e stati d’animo, e bisogni e aspettative che ci accomunano tutti nella necessità del loro soddisfacimento e perseguimento.

Inutile, quindi, nella stragrande maggioranza dei casi (cioè non quelli chiaramente patologici) dedicare anni della vita di una persona a costringerla a rivangare un passato che il suo inconscio ha cercato di nascondere. Inutile perché qualunque sia il trauma che emerge da queste faticose, dolorose, dispendiose e inutili ricerche, la conclusione non può essere che quella che anche questa persona, come tutte, ha subito le conseguenze negative legate agli imperativi psicobiologici: la mancanza di sufficiente affetto, comprensione e protezione, l’attaccamento e l’accudimento, l’appartenenza a un gruppo, la cooperazione e la competizione, la stima e l’autostima, il rispetto e la realizzazione del sé.

È su questi aspetti universali che il Counseling psicobiologico lavora, e ciò solo allo scopo di rendere il cliente consapevole dell’universalità di tutti gli aspetti della sua sfera psicobiologica ed esistenziale: tutti abbiamo sofferto nel nostro passato, seppur in maniere diverse quantitativamente e qualitativamente, per gli stessi identici motivi. Ma limitarsi a riconoscerli, a identificarli, a descriverli in maniera dettagliata nei loro antecedenti e nelle loro conseguenze non serve a nulla, perché l’unica cosa che serve è essere consapevoli del fatto che il male di vivere ci accomuna tutti ma che ognuno di noi è un individuo speciale, il cui compito è quello di far emergere e sviluppare le qualità positive (non gli aspetti negativi del proprio passato) per migliorare la qualità della propria vita e di quella di coloro che ci circondano.

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Ascoltare non significa pretendere di capire e consigliare

chi vuol essere ascoltato.

Ascoltare significa porsi con un atteggiamento attivo, ma allo

stesso tempo non invasivo, senza tralasciare le parole, il modo di

comunicare e di trasmettere, il timbro della voce e le emozioni,

di chi parla, poiché nel parlare emerge anche un’altra

voce … quella dell’anima.

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2.3 La Programmazione Neuro Linguistica

Comprendere la “mappa del mondo” dei nostri interlocutori senza pregiudizi è una

delle chiavi che permette la “costruzione di un ponte” tra due sponde opposte: questo

genere di comportamento non significa “spersonalizzarsi”, ma adattarsi

momentaneamente agli altri per creare un “terreno comune”.

La Programmazione Neurolinguistica (PNL) è una disciplina nata negli anni settanta in

America fondata da Richard Bandler (matematico) e linguista John Grinder (linguista).

La PNL viene definita come lo studio dell’esperienza soggettiva : ciò che accade ad un

individuo a livello soggettivo e come egli rappresenta la sua realtà.

Il comportamento di ogni persona è un insieme di fattori nei quali i cinque sensi

(udito, olfatto, vista, gusto, tatto) interagiscono e ne codificano i segnali esterni ed

interni: le rappresentazioni sensoriali sono infatti le basi del linguaggio

dell’esperienza soggettiva.

La PNL è composta da 3 elementi:

- Programmazione, dove è possibile modificare i programmi mentali costruiti da

ognuno di noi;

- Neuro, in cui i programmi sono posti in modo tale da modificare le

configurazioni neurali;

- Linguistica, dove è possibile orientare positivamente o no il raggiungimento dei

nostri obiettivi attraverso la formulazione del nostro linguaggio.

Il linguaggio permette di comunicare con noi stessi e con gli altri, interagendo

empaticamente o meno secondo il nostro schema comunicativo.

Secondo la PNL qualsiasi cosa accade in una singola parte dell’uomo, questa si

rifletterà in tutto il sistema.

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Agendo su un’area della propria vita, l’azione porterà delle modificazioni in altre aree,

ecco perché l’importanza di agire positivamente nel proporre un obiettivo, poiché già

dal primo passo effettuato si formerà una scia che, positivamente, influenzerà i passi

successivi.

Qualsiasi comportamento si attui, agirà come un programma o insieme di programmi

che modificheranno le configurazioni neurali.

Da qui l’importanza anche della comunicazione non verbale, che trasmette a chi

percepisce, e sa leggere, ciò che accade nei processi neurali che ne influenzano il

comportamento.

Ogni individuo, attuando un comportamento, trasmette un’intenzione positiva, cioè

la risposta migliore che può dare in un determinato momento.

Anche nel gestire lo stress ogni persona attua un sistema, per esso positivo, ma che

con il tempo danneggia il proprio equilibrio psico-fisico. Da qui il cambiamento che

apporterà una inversione di tendenza al fine di ottenere una risposta o un

atteggiamento differente nel proprio stile di vita, atto al raggiungimento

dell’obiettivo, inteso come uno stato generale di benessere.

Ogni azione parte da una intenzione positiva.

L’uomo possiede dei filtri che cancellano, generalizzano, deformano le informazioni

dell’ambiente circostante e tali filtri sono influenzati dalle percezioni sensoriali: da

questo è possibile affermare che la verità di una persona è soggettiva alla propria

percezione della realtà.

Secondo la PNL, l’eccellenza di un individuo è influenzata dalle proprie convinzioni

che possono essere limitanti o potenzianti.

Nel raggiungere un obiettivo è fondamentale abbattere le credenze limitanti che

ostacolano lo stesso, agendo positivamente su quelle potenzianti.

Le convinzioni perciò, possono limitare o ampliare la nostre realtà.

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Attraverso la PNL è possibile ampliare la nostra

realtà che è soggettiva.

Lo studio della PNL permette di integrare le relazioni, migliorandole, sia sul piano

professionale che umano.

L’importanza del saper ascoltare (ascolto attivo) si basa sull’empatia e

sull’accettazione. Esso si fonda sulla creazione di un rapporto positivo, caratterizzato

da ’’un clima in cui una persona possa sentirsi empaticamente compresa’’ e,

comunque, non giudicata.

Per realizzare con successo un obiettivo, esistono dei metodi efficaci, cui il pensiero

positivo, processo che emerge spesso nel Consueling psicobiologico e che orienta

l’obiettivo ad essere ben formato.

IL COACHING E IL RILASSAMENTO In un programma relativo allo stile di vita che considera tutti gli aspetti di essa che,

tramite le risorse del cliente, possono condurre a un miglioramento della sua qualità.

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Il Coaching

1. Definizione

Il Coaching è definito come un processo intenzionale e pianificato che ha l’obiettivo

di aiutare le persone a imparare e migliorare le proprie competenze attraverso

l’esperienza quotidiana, utilizzando metodi, strumenti e programmi specifici.

Il processo di Coaching consente una consapevole crescita del cliente (Coachee), in

quanto la persona arriva a focalizzare in maniera più efficace gli obiettivi da

raggiungere e ad attuare le strategie da porre in atto.

Il Coaching è una metodologia di allenamento basato sulla relazione tra un

professionista, il Coach, il quale, tramite le proprie competenze professionali, offre

metodi e strumenti efficaci di sviluppo alla persona che vuole apprendere nuove

abilità, svilupparsi o agire meglio in un dato ambito rispetto a quanto ha fatto o fa

abitualmente.

Nel processo di Coaching si osserva “lo stato attuale del cliente” cioè la situazione di

partenza, e si definiscono, in accordo con il Coachee, le strategie da porre in atto per

raggiungere “lo stato desiderato”, ovvero il raggiungimento dell’obiettivo.

Nel Coaching il presupposto fondamentale è la conoscenza e la consapevolezza di sé,

delle proprie risorse e delle aree che si intendono migliorare.

Fare Coaching significa avere un progetto di crescita mirato che, attraverso la presa

di coscienza delle proprie risorse, attua un cambiamento al fine di ottenere il

raggiungimento degli obiettivi.

Il Coaching offre alla persona un valore aggiunto.

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Tale progetto viene realizzato supportando il Coachee, ricorrendo a strumenti atti a

facilitarne il compito da svolgere, portando i risultati a livelli elevati di performance.

Nella presente Tesi rientra la presa di coscienza per migliorare il proprio stile di vita,

intervenendo, come obiettivo da raggiungere, sulla gestione dello stress, la

promozione del benessere psico-fisico ed il miglioramento della propria autostima.

L’approccio che include il Coaching è di carattere elogiativo. Esso si basa sul

riconoscimento di ciò che è giusto, che funziona, che è desiderato e quindi

fondamentale per arrivare all’obiettivo. L’approccio elogiativo prevede alcune

domande formulate in modo da permettere al Cochee stesso di intravedere, nelle

risposte, una forma chiarificatrice, costruttiva e di feedback.

Il Coaching è un metodo che ha come scopo principale quello di aiutare le persone a

migliorarsi, permettendo loro di apprendere quelle tecniche, metodi e modalità che

permettono di:

risolvere i problemi nelle aree di sofferenza o insoddisfazione;

comprendere ed essere consapevoli delle caratteristiche e potenzialità che

ognuno ha;

individuare con chiarezza i propri obiettivi;

comprendere chiaramente quali sono i mezzi e le modalità più efficaci per

raggiungerli;

migliorare il proprio stile di vita, sia nelle proprie relazioni che nel benessere;

ampliare le proprie possibilità di scelta e di azione;

ascoltarsi, svilupparsi e realizzarsi meglio;

raggiungere uno scopo, un sogno, una passione latente del nostro essere;

migliorare la gestione del proprio tempo, ridurre lo stress ed osservarne

miglioramenti nella propria autostima;

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affrontare con maggior sicurezza i cambiamenti e le “crisi”;

osservare i cambiamenti positivi nel percorso di crescita ed attuare interventi

per orientarli sempre meglio verso l’obiettivo da raggiungere;

aumentare la propria capacità di vision.

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3.1 Il Coach

Il Coach è uno “specialista del cambiamento”, una figura professionale che, come un

partner, segue il Coachee, utilizzando specifici strumenti in un processo di crescita

personale e professionale.

Il Coach possiede la professionalità e le strategie utili per insegnare, formare, e

supportare il Coachee, ma senza una specifica linea d’azione orientata al

raggiungimento di un obiettivo chiaro e definito, anche i metodi più strategici non

hanno efficacia. Il Coach, infatti, prende in considerazione le caratteristiche del

Coachee e lo guida al raggiungimento dei suoi obiettivi, ma tenendo sempre presente

che l’azione e la decisionalità sono caratteristiche uniche del Coachee.

Le informazioni che il Coach ascolta dal Coachee, hanno una valenza importantissima

poiché permettono, al Coachee stesso, di divenire consapevole delle proprie richieste

e di orientarlo verso una linea di azione ben precisa.

La persona stessa vede nel Coach un professionista che lo aiuta nell’intraprendere

azioni verso un obiettivo chiaro e specifico.

Il Coach mette in atto le proprie competenze ottenute da una specifica formazione al

fine di facilitare la persona da assistere, verso il raggiungimento dei propri obiettivi.

Il Coach mira a promuovere nel Coachee il senso di consapevolezza al fine di ottenere

un maggior sviluppo delle sue risorse e potenzialità, apportando così un cambiamento

orientato ad un miglioramento dello stile di vita, del benessere e dello sviluppo

personale.

Il Coach consentirà al Coachee stesso di divenire consapevole del proprio linguaggio,

al fine di apprendere come il modo stesso di formulare un obiettivo, le credenze e le

convinzioni, siano fondamentali nella realizzazione dello stesso, e nel plasmare la

realtà.

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Appare chiaro come la famiglia di origine e/o acquisita, costituisca uno dei pilastri sui

cui ruotano le nostre convinzioni, così come il contesto sociale e scolastico formi la

persona nei suoi costrutti mentali e di azione.

Il Coach ne facilita il cambiamento, la persona è accompagnata portando la stessa a

focalizzare, in maniera più efficace, gli obiettivi da raggiungere e le conseguenti

strategie da porre in atto.

Le azioni che il Coach compie insieme al Coachee sono:

scoprire e chiarificare l’obiettivo che si desidera raggiungere;

scoprire le risorse interiori che possono essere utili al raggiungimento

dell’obiettivo;

accompagnare il Coachee dallo Stato attuale, allo stato desiderato;

utilizzare gli strumenti necessari per il raggiungimento degli obiettivi;

essere consapevoli delle proprie credenze limitanti e potenzianti.

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Coach è un professionista che aiuta il Coachee nell’intraprendere azioni verso un obiettivo chiaro e specifico.

Il Coach mette in atto le proprie competenze ottenute da una specifica formazione al fine di facilitare la persona da assistere verso il raggiungimento dei propri obiettivi.

IL COACH SFIDA

Coach stimola il Coachee a scoprire le proprie ambizioni, stimolandolo e rendendolo consapevole delle sue risorse e capacità.

IL COACH SOSTIENE

sostegno, inteso come metodo per renderlo consapevole, sia delle sue potenzialità che degli eventuali problemi che dovessero presentare.

IL COACH VALORIZZA

Il Coach aiuta il Coachee a valorizzare le sue risorse e rendendo evidenti le verità insite in lui.

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Il Coach valorizza

Il Coach aiuta il Coachee a valorizzare le sue risorse e rendendo evidenti le verità insite

in lui.

Il percorso di cambiamento è un cammino fatto insieme ed il Coachee scopre le

risposte che già possiede al fine di orientare al meglio il suo percorso di crescita.

Tra Coach e Coachee nasce un confronto che permetterà una maggior chiarezza nelle

proprie risorse e capacità.

Il Coach sostiene

Durante il percorso con il Coachee vi è un approccio di sostegno, inteso come metodo

per renderlo consapevole, sia delle sue potenzialità, che degli eventuali problemi che

dovessero incontrarsi durante il percorso, affrontandoli con gli strumenti adeguati,

sia per la gestione dello stress che per il miglioramento dell’autostima.

È possibile, durante il percorso di cambiamento, che il Coachee si scoraggi o si senta

meno motivato.

Nella presente Tesi viene spesso sottolineata l’importanza del Coach come sostegno

motivazionale e positivo per il cliente, al fine di combatterne eventuali paure e scarsi

livelli di autostima.

Il Coach sfida

Il Coach stimola il Coachee a scoprire le proprie ambizioni, stimolandolo e rendendolo

consapevole delle sue risorse e capacità.

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3.2 La definizione dell’obiettivo

Nel processo di Coaching si spiega al Cochee di pensare ad un obiettivo come ad

un desiderio scritto con l’inchiostro dell’ambizione e costruito sulle fondamenta

dell’azione.

Pensare ad un obiettivo come qualcosa che ha un senso grazie ad un perché, ed è

realizzato attraverso un come.

Un obiettivo deve essere:

1.Concreto.

Il traguardo che si vuole raggiungere deve essere chiaro ed oggettivo (un obiettivo

deve essere definito e ben formato).

Ogni volta che si definisce un obiettivo, bisogna cercare di far coincidere il “cosa” con

un oggetto o un numero.

È importante evitare parole vaghe (migliorare, di più, etc.) o legate ad emozioni (stare

meglio, essere felice).

2. Definito nel tempo.

Un obiettivo senza scadenza non è un obiettivo, rimane solo una buona intenzione.

Quando si definisce un obiettivo bisogna sempre definire entro quando lo si vuole

raggiungere.

3. Quasi raggiungibile.

Un obiettivo deve essere quasi raggiungibile. Quando si fissa un obiettivo, bisogna

“aver paura”, timore di non poterlo raggiungere. Questo genererà quella tensione

positiva che permetterà di superare i limiti e crescere. Come in un allenamento in

palestra, un muscolo cresce solo quando fa male.

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Per impegnarsi in modo sistematico giorno dopo giorno, c’è bisogno anche del …

… “Perché”

La prima domanda da tener presente dopo aver scritto l’obiettivo è:

“Perché voglio raggiungere questo obiettivo?”,

“Quali sono le motivazioni che mi spingono?”.

Aggiungendo almeno 10 perché subito dopo aver definito l’obiettivo.

… “Come”

La prima azione che si intende fare oggi per iniziare ad inseguire l’obiettivo e le

tappe intermedie (milestones) che si intende superare prima di arrivare al traguardo

finale.

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3.3 Il primo passo dello sviluppo personale

Il primo passo per definire in modo preciso un obiettivo, ed orientare così le proprie

risorse interiori e gli strumenti adatti è “fai chiarezza dentro di te”.

Far chiarezza dentro di sé significa proiettare il proprio focus attentivo verso una

meta, un bersaglio: questo permetterà di evidenziare la concretezza dell’obiettivo

stesso.

Il Coachee, definendo il desiderio di gestire il proprio stress e migliorare il suo stile di

vita prende anche consapevolezza del suo tempo e del suo modo di vivere, orientando

la sua mente ed il suo corpo in un percorso di crescita verso il benessere.

La visione dello stesso obiettivo prende forma divenendo non più astratta, ma

concreta ed ecco che, insieme al Coach, il Coachee ne definisce i tempi, cercando di

quantificare il tempo in cui si desidera raggiungere lo stato di benessere ed il

miglioramento della propria autostima.

La definizione del tempo permetterà di osservare i primi risultati in un arco di tempo

a medio o breve termine, fin a giungere alla completezza della performance in un

lasso di tempo maggiore.

Il modo con cui si affrontano le piccole cose, i primi passi, determinerà il modo con

cui si affronteranno le grandi cose, i grandi traguardi.

Occorre far chiarezza dentro di sé: mettere a fuoco ciò che uno si prefigge di volere,

ponendo e definendo gli obiettivi in positivo (es. cosa voglio) e non sul negativo

(es. cosa non voglio).

Così facendo, orientando positivamente il pensiero verso la positività dell’obiettivo,

sarà lui stesso a spingersi verso il Coachee, attraendolo.

Particolare attenzione si è data nel porre attenzione a ciò che veramente appassiona

e che scaturisce entusiasmo, scrivendo su carta gli obiettivi.

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Oltre a focalizzarsi sull’obiettivo, bisogna arricchire lo stesso con emozioni, creare una

visione ricca di stimoli, ricordando che sono i nostri pensieri che attraggono e

determinano il nostro mondo esteriore.

Forse uno dei segreti più importanti della nostra esistenza, una delle scoperte più

fenomenali, è che noi diventiamo quello a cui pensiamo per la maggior parte del

tempo.

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3.4 Il secondo passo dello sviluppo personale

Il secondo passo per crescere e sviluppare se stessi, e costruire una personalità di

successo, è “trova e usa gli strumenti”, anche seguendo l’esempio di persone

positive e di successo, prendendo spunto dal loro comportamento.

Scegliere gli strumenti, le strategie migliori è fondamentale per la realizzazione degli

obiettivi.

Si può imparare un comportamento, uno stile, un atteggiamento positivo da una

persona che eccelle nel suo campo (quello nel quale anche Tu vuoi eccellere).

Nella presente Tesi, un altro strumento utilizzato per la gestione dello stress ed il

miglioramento dell’autostima è stato il RDP.

3.5 Il terzo passo dello sviluppo personale

Il terzo passo, fondamentale per crescere e sviluppare su stessi, per costruire una

personalità di successo, è “risolvi i conflitti interiori”, le insicurezze.

Poiché dalle credenze limitanti, dai conflitti di insicurezza dentro di noi nasce e si

nutre la sfiducia, la bassa autostima, l’insicurezza, alimentando così l’indecisione,

è importante domandarsi il motivo per il quale si desidera una cosa, se si possiedono

tutti gli attrezzi e le strategie necessarie e perché non si raggiunge l’obiettivo.

È importante scoprire dove siano le credenze che limitano il raggiungimento

dell’obiettivo e confrontarlo con i veri valori e con ciò che è veramente importante,

il nostro bene.

Al termine del raggiungimento dell’obiettivo prefissato, bisogna condividere con gli

altri il successo, fare in modo di trasmettere quello che si è raggiunto ed imparato ad

un'altra persona o gruppo di persone, per far accrescere l’autostima.

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3.6 La focalizzazione La focalizzazione è la capacità di far convergere in un punto la nostra attenzione.

Essa ha la caratteristica di permettere al Coachee di individuare i metodi e gli

strumenti al fine di raggiungere l’obiettivo, senza però distogliere l’attenzione dagli

equilibri della sua vita.

Al fine di non lasciare un sogno solo come una buona intenzione, si aiuta il Coachee a

trasformare le sue richieste ed i suoi desideri in realtà, concretizzandoli e focalizzando

la sua attenzione all’obiettivo prefissato.

La concentrazione assume un ruolo ben preciso nel processo di Coaching poiché essa

è la capacità di focalizzare l’attenzione su di un compito, in questo caso la gestione

dello stress ed il miglioramento dell’autostima, per un certo periodo di tempo,

dando il giusto valore e la giusta priorità all’obiettivo stesso.

I nostri pensieri creano la nostra realtà!

Noi plasmiamo la nostra realtà esteriore sulla base del mondo

interiore del pensiero.

Questa affermazione potrebbe suonare strana per alcuni, ma, se ci soffermassimo sul

nostro stile di vita, potremmo constatare come i nostri stati d’animo, il nostro modo

di agire, il nostro parlare, il nostro stesso carattere, dipendano da uno stato interiore,

dal nostro pensare più profondo.

Noi, oggi, siamo dove i nostri pensieri ci hanno portato, dove la nostra concentrazione

o focus costante si è indirizzata.

La nostra concentrazione, spesso non consapevole, produce una serie di reazioni che

orientano le circostanze della vita esteriore.

Significa che la mente sarà portata a fare attenzione, nel mondo esteriore, alle cose

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su cui si è fissata interiormente. La nostra mente, focalizzandosi su una determinata

cosa, produce accadimenti nel mondo esteriore che sono così orientati al suo focus.

Quando piace una vettura, ad esempio, non si pensa ad altro, la si desidera così tanto

che, diciamo per caso, ogni volta che si esce, si inizia a vedere solo quella. Magari

prima non ci si badava, ma l’ attenzione è così in linea con il nostro desiderio che “la

si vede ovunque”. Ecco perché è possibile focalizzare la nostra mente, i nostri pensieri,

su qualcosa che si desidera intensamente ed iniziare a vederne i risultati nel mondo

esteriore.

Però, come per ogni cosa, bisogna crederci!

Questo concetto fa parte di quel processo relativo alla creazione consapevole della

realtà a partire dal nostro pensiero. Tale processo è legato al concetto della pratica

ed ovviamente, soprattutto le prime volte, necessita di impegno, al fine di

apprenderne i costrutti e osservarne i risultati.

Un’ altra cosa importante da non dimenticare è la gratitudine.

Si dovrebbe imparare ad essere grati per tutto ciò che si possiede, e in ogni momento,

cercare di sforzarsi al fine di essere felici: se ognuno riuscisse ad immedesimarsi nella

felicità, lei stessa ci seguirebbe, poiché lo stesso Universo la manifesterebbe in ciò che

si accinge a fare.

Spesso si sente una frase : “io sono così, che ci posso fare … è il mio carattere”,

giustificando ogni azione dietro lo scudo dell’abitudine ad un comportamento.

Il carattere di ognuno di noi è invece influenzato da ciò che pensiamo ed i pensieri

interagiscono con le nostre azioni. Un carattere nobile non dipende da favori e non è

legato al caso, bensì è il risultato naturale di uno sforzo continuato nel giusto pensare

e l’effetto che ne produce è un nobile carattere.

Se si crede che una cosa sia vera, essa ci sembrerà tale in funzione di forti convinzioni

sulla realtà.

Questo principio di azione psicologica nasce dal fatto che i pensieri, attraverso il

sistema attivante reticolare, influenzano le percezioni e quindi i comportamenti.

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Una persona, orientata alla convergenza di tutte le sue risorse verso la riuscita e la

realizzazione di un suo obiettivo, dovrà anche prendere in considerazione il suo

dialogo interno. Tale aspetto influenzerà positivamente o negativamente i suoi

risultati.

Il dialogo interno comprende sia le sue credenze limitanti che quelle potenzianti, le

quali porranno le basi per un percorso di crescita orientato verso il successo o meno.

Quindi sarà vitale per il Coachee districarsi tra azioni interiori consapevoli e

inconsapevoli, pensieri positivi e negativi, decisioni e dubbi, sistemi di pensiero

orientati all’azione e intensità del coinvolgimento cognitivo.

Da non sottovalutare anche la formulazione delle frasi, che hanno il potere di

orientare positivamente i pensieri, al fine di aumentare il senso di autoefficacia ed

incrementare le sensazioni motivanti.

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Il Rilassamento Distensivo Progressivo

4.Definizione Il Rilassamento Distensivo Progressivo è una tecnica la cui caratteristica fondamentale

è quella della graduale concentrazione sulle differenti parti del corpo: i piedi, i

polpacci, le gambe, l'addome, le braccia, le mani, il collo e i muscoli del viso.

Durante la pratica è opportuno soffermarsi un momento di più sulle parti corporee

che sono più cariche di tensione, accettando passivamente ogni distrazione esterna e

ponendoci con un atteggiamento di indifferenza verso il risultato ottenuto mentre la

sensazione di tensione tenderà a dissolversi sempre più, gradualmente si proseguirà

in questa sorta di "Inventario Corporeo". L'intera pratica dura dai 5 ai 10 minuti, ma

questo parametro e soggettivo.

Fermarsi …per andare avanti…

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Master Certificate Complete Reflexology Pagina 67

4.1 Concentrazione e meditazione

La concentrazione è la base della meditazione in tutte le sue forme.

I due termini però non si identificano, infatti il rapporto che intercorre tra

concentrazione e meditazione è quello che c’è tra mezzo e fine, e tra processo e

risultato finale.

Una differenza tra concentrazione e meditazione risiede nel fatto che, mentre la

prima è una facoltà psichica che può anche essere semplicemente utile nella vita

quotidiana nello svolgimento di azioni comuni come leggere, scrivere, dipingere, la

meditazione si accompagna sempre a un contenuto spirituale, più elevato e allo

stesso tempo più impegnativo.

La meditazione nella sua accezione più elevata, è rivolta al progressivo miglioramento

della sfera spirituale, con tutte le responsabilità, le difficoltà e la presa di

consapevolezza che questo comporta.

Nell’affrontare la meditazione è consigliabile abbandonare ogni consapevole

desiderio e tensione dirette al conseguimento di un fine prefissato.

L’unica cosa da fare è concentrarsi sul supporto meditativo prescelto con la stessa

disposizione d’animo con cui si osserva qualcosa per la prima volta. La concentrazione

deve essere perseguita come obiettivo in sé e per sé, con distacco e assoluta assenza

di aspettative.

In psicologia, la concentrazione è considerata un tipo particolare di attenzione,

selettivamente orientata, che richiede un focus talmente specifico da escludere

qualsiasi stimolo esterno o interno che causi distrazione. L’attenzione dedicata

all’oggetto prescelto è totale. Questo tipo di attenzione consente di ottenere un

maggior grado di efficienza nelle nostre attività quotidiane e maggiori probabilità di

fissare nella memoria i più minuti particolari. Grazie alla concentrazione alleniamo la

mente a una maggiore acutezza e chiarezza, dandole l’opportunità di guardare dentro

se stessa (introspezione) e di analizzare i contenuti psichici.

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4.2 La concentrazione passiva

Dobbiamo ricordare che il RDP svolge un’azione tale da permettere all’organismo di

adattarsi al cambiamento e mutare certe costanti vitali interne. Mi permetto di

accennare il concetto di “omeostasi” (Bernard), cioè la condizione di stabilità interna

che deve mantenersi anche al variare delle condizioni esterne attraverso meccanismi

di autoregolazione.

L’autogenia (Schultz) è quella naturale capacità dell’organismo di attivare le proprie

risorse di recupero e autoregolazione, l’esperienza autogena è l’attenzione interna.

Al fine di ottenere questo è importante sottolineare il ruolo della concentrazione

passiva e l’importanza del “fermare il fare”. Quest’ultima esercita un effetto potente

a livello psicosomatico e la modifica degli effetti muscolari.

La concentrazione passiva ha come caratteristica la sospensione del giudizio, cioè

ascoltare senza intervenire.

È importante soffermarsi sul processo di concentrazione che su uno scopo specifico.

Lo stadio della concentrazione passiva corrisponde al periodo della concentrazione

sulle formule, permettendo un contatto mentale sulla zona del corpo interessata.

Durante lo stadio della concentrazione passiva possono avvenire fenomeni di scariche

autogene considerante un’espressione dell’ adattamento omeostatico.

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4.3 L’Omeostasi

L’omeostasi è la capacità di un organismo di mantenere costanti le condizioni

chimico-fisiche interne anche al variare delle condizioni ambientali esterne.

Il concetto di omeostasi, quindi, spiega la “costanza dell'ambiente interno” e serve

da fondamento teorico della fisiologia delle regolazioni corporee.

L’omeostasi quindi è intesa come equilibrio dinamico, alla ricerca delle condizioni più

favorevoli per il mantenimento della vita autonoma.

Legge generale dell’omeostasi: “La probabilità che una variazione del valore

appropriato di una costante fisiologica provochi una malattia, lesione o morte, è

direttamente proporzionale alla grandezza della variazione ed alla sua durata ed

inversamente proporzionale alla tolleranza dell’organismo alle variazioni di quella

costante.”

E=

N=valore appropriato della costante N=variazione di questa costante

T=Durata Rg=Tolleranza genetica ad oscillazioni della costante

Ra=Tolleranza acquisita che può essere positiva o negativa

(N+N)T

Rg+Ra

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È importante sottolineare che nell’imparare il RDP, la persona viene addestrata alla

tecnica, ma è lei stessa che genera la distensione.

Il funzionamento spontaneo dell’organismo che si percepisce attraverso processi di

attenzione interna viene definito “esperienza di autogenia”.

È meglio evitare di fare l’esercizio subito dopo aver mangiato a causa della naturale

sonnolenza che sopraggiunge dopo i pasti, o la sera tardi, dopo una giornata di lavoro

durante la quale ci siamo stancati in modo eccessivo: in fase di apprendimento della

tecnica è preferibile scegliere un momento della giornata in cui si è freschi e ben

disposti verso l’esercizio.

Sempre in fase di apprendimento, è preferibile mantenere il luogo scelto per il

rilassamento: una volta trovato il luogo più confortevole è consigliabile non

cambiarlo.

L’esercizio del RDP deve essere eseguito almeno una volta al giorno: molti autori

consigliano di farlo due o tre volte al dì, ma la frenesia moderna e gli impegni di

ciascuno di noi rende sicuramente un po’ difficile rispettare tale tabella di marcia.

Pur sapendo che il RDP prevede la completa autonomia degli esercizi mi sono

permesso di condurre il RDP come tecnica di rilassamento guidata.

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4.4 Aspetti pratici e preparatori Prima di esporre ed istruire il Coachee alle posizioni, occorre dare importanza alle

caratteristiche dell’ambiente in cui esso deve esercitarsi, agli aspetti pratici e

preparatori (non imposti ma consigliati e spiegati) al RDP, esse sono pertanto:

- togliere gli occhiali ed eventuali altre protesi che possono dar fastidio durante

l’esercizio;

- spegnere il telefonino e staccare la spina del telefono fisso in modo da creare

un ambiente indisturbato;

- togliere le scarpe, la cintura se è troppo stretta e l’orologio se dà fastidio.

- abbassare la luce e contribuire alla creazione di un ambiente rilassato e privo

di stimoli e fattori di distrazione.

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COME PREPARARSI

SCEGLIERE AMBIENTE ADEGUATO

ED ABBIGLIAMENTO COMODO

POSIZIONE

SEDUTA /

SDRAIATA

DURATA

TRAINING

(ALLENAMENTO)

1/ 2 / 3 VOLTE

AL GIORNO

DURATA

ESERCIZIO

10 / 15 MINUTI

ACCORGIMENTI

Nel caso in cui si riscontrassero

difficoltà nell’eseguire la tecnica,

la durata dell’esercizio dovrebbe

decrescere a 1–2 minuti, dando

importanza anche alla fase

conclusiva dell’esercizio.

Soffermarsi sulla concentrazione

passiva (indifferenza totale verso il

risultato).

Annotare su un quaderno le

sensazioni riguardo l’esercizio

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4.6 Training

Compila i seguenti punti descrivendo le caratteristiche del tuo respiro (es .affannato, tranquillo,

sereno…)

1. Ascolto il mio respiro mentre mi dirigo verso una meta (es. vado al lavoro)

…………………………………………………………………………………………………………

…………………………………………………………………………………………………………

…………………………………………………………………………………………………………

2. Ascolto il mio respiro mentre mi dirigo senza una meta ( es. una passeggiata )

…………………………………………………………………………………………………………

…………………………………………………………………………………………………………

…………………………………………………………………………………………………………

3. Ascolto il mio respiro mentre compio una operazione abituale (es. scrivo al computer)

…………………………………………………………………………………………………………

…………………………………………………………………………………………………………

…………………………………………………………………………………………………………

esercizio

4. Ascolto il mio respiro mentre mi trovo in una situazione di riposo (es. guardo la tv sul divano)

…………………………………………………………………………………………………………

…………………………………………………………………………………………………………

…………………………………………………………………………………………………………

Scrivi le tue considerazioni riguardo questo esercizio

…………………………………………………………………………………………………………

…………………………………………………………………………………………………………

…………………………………………………………………………………………………………

…………………………………………………………………………………………………………

…………………………………………………………………………………………………………

…………………………………………………………………………………………………………

…………………………………………………………………………………………………………

…………………………………………………………………………………………………………

…………………………………………………………………………………………………………

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Aree del corpo maggiormente tese

esercizio

Compila i seguenti punti descrivendo le caratteristiche del tuo corpo, della tua mente (es.corpo

rigido/rilassato, mente agitata/rilassata, libera…)

1. Ascolto il mio corpo, la mia mente mentre mi dirigo verso una meta (es. vado al lavoro)

…………………………………………………………………………………………………………

…………………………………………………………………………………………………………

…………………………………………………………………………………………………………

2. Ascolto il mio corpo, la mia mente mentre mi dirigo senza una meta (es.una passeggiata)

…………………………………………………………………………………………………………

…………………………………………………………………………………………………………

…………………………………………………………………………………………………………

3. Ascolto il mio corpo, la mia mente mentre compio una operazione abituale (es. scrivo al

computer)

…………………………………………………………………………………………………………

…………………………………………………………………………………………………………

…………………………………………………………………………………………………………

4. Ascolto il mio corpo, la mia mente mentre mi trovo in una situazione di riposo (es. guardo la tv

sul divano)

…………………………………………………………………………………………………………

…………………………………………………………………………………………………………

Scrivi di seguito le tue considerazioni riguardo questo esercizio.

…………………………………………………………………………………………………………

…………………………………………………………………………………………………………

…………………………………………………………………………………………………………

…………………………………………………………………………………………………………

…………………………………………………………………………………………………………

…………………………………………………………………………………………………………

CERVICALE

TRA GLI

OCCHI

COLLO

SPALLE

AVAMBRACCI

STOMACO

POLPACCI

PIEDI

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Esempio di RDP

Chiusura degli occhi e contatto mentale Concentrazione passiva (indifferenza

totale verso il risultato.

Chiudo gli occhi.

comincio a fare 3 respirazioni profonde :

(inspiro dal naso, trattengo qualche istante, espiro lentamente dalla bocca).

Sono calmo e rilassato, perfettamente calmo e rilassato.

Mi lascio andare, mi lascio andare sempre di più.

Il mio corpo e la mia mente sono disponibili a questo momento di pace e

tranquillità.

Ogni parte del mio corpo è disponibile.

Sento i miei muscoli che si stanno lentamente e piacevolmente rilassando.

Concentrazione sull’area interessata.

Si rilassano i piedi e le dita dei piedi si rilassano i polpacci e le cosce, si

rilassano il bacino e i fianchi, anche la schiena lentamente si sta rilassando.

Sono rilassate le mani e le braccia, si rilassano le spalle, il collo e il viso. Le

spalle diventano calde e morbide.

Spalle completamente calde e morbide.

Si rilassano la fronte, gli occhi, le guance e la bocca.

Tutto il mio viso è profondamente rilassato.

La mente è distesa, sgombra, rilassata.

Mi lascio andare sempre di più.

La mia mente rimane distaccata e leggera.

Quando ritieni opportuno…riapri gli occhi

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Compila i seguenti punti al termine dell’esercizio.

1 – Il mio stato di rilassamento è stato

(VALORE DA 0 A 10)

2 – Individua le parti del tuo corpo maggiormente tese durante l’esercizio.

3 – Che cosa ti ha distratto o disturbato durante l’esercizio?

…………………………………………………………………………………………

…………………………………………………………………………………………

…………………………………………………………………………………………

Quali accorgimenti attuerai la prossima volta? In che modo lo risolveresti?

…………………………………………………………………………………………

…………………………………………………………………………………………

…………………………………………………………………………………………

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4 – Ci sono stati pensieri intrusivi? Quali?

…………………………………………………………………………………………

…………………………………………………………………………………………

…………………………………………………………………………………………

5 – Hai visualizzato delle immagini per agevolare lo stato di rilassamento?

…………………………………………………………………………………………

…………………………………………………………………………………………

…………………………………………………………………………………………

6 – Quanto tempo hai dedicato all’allenamento?

SEGNA CON UNA X I GIORNI IN CUI TI SEI

ALLENATO

Lu Ma Mer Gio Ve Sa Do

QUANTE VOLTE TI SEI ALLENATO?

MAI MAI MAI MAI MAI MAI MAI

1VOLTA 1VOLTA 1VOLTA 1VOLTA 1VOLTA 1VOLTA 1VOLTA

2VOLTE 2VOLTE 2VOLTE 2VOLTE 2VOLTE 2VOLTE 2VOLTE

3VOLTE 3VOLTE 3VOLTE 3VOLTE 3VOLTE 3VOLTE 3VOLTE

Nel caso in cui ti fossi allenato con poca costanza, quali accorgimenti attuerai la

prossima volta? In che modo lo risolveresti?

…………………………………………………………………………………………

…………………………………………………………………………………………

…………………………………………………………………………………………

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Master Certificate Complete Reflexology Pagina 78

5.La gestione del tempo

Il senso del tempo è un elemento fondamentale in questa Tesi poiché il Coachee

esprime spesso disagio e stress nel gestire anche le piccole cose.

Rendersi consapevole del proprio tempo e di come gestirlo permette di attuare

sistemi, modelli e strategie atte allo sviluppo della persona stessa, oltre che ad

orientare meglio le proprie risorse.

L’organizzazione del lavoro, dei vari impegni, dei primi passi nella realizzazione di un

obiettivo è un aspetto fondamentale della formazione per la gestione dello stress ed

il miglioramento dell’autostima. Non è possibile immaginare una giornata totalmente

orientata agli impegni senza lasciare altro spazio ai propri bisogni interiori, al riposo,

alla gestione del tempo, al proprio corpo, alla propria mente.

In un lavoro di programmazione di obiettivi, impegnati a progettare noi stessi, non ci

si può permettere di lasciare le cose al caso, anzi, il nostro comportamento è

costantemente orientato e guidato dal modo in cui anticipiamo gli eventi che

seguiranno.

Diventa dunque fondamentale lavorare sulle aspettative e sul modo di affrontare le

conseguenze della propria attività nel futuro, prefiggendosi nei dettagli ciò che si

desidera raggiungere.

Durante il percorso di Coaching, si delucida il Coachee riguardo l’importanza della

gestione del tempo e come alcune metodologie permettano di gestire al meglio le

proprie risorse. Questa presa di coscienza ha permesso al Coachee di divenire

consapevole del proprio stile di vita e di come orientarlo verso una migliore

organizzazione della giornata.

Procrastinare nel compiere uno o più compiti è un atteggiamento assai diffuso e

spreca tempo. Rimandare i nostri impegni non soltanto comporta un accumulo

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ingestibile di cose da fare, ma trasmette alla persona stessa un senso di

irresponsabilità, venendo meno a scadenze anche importanti.

Emerge la sensazione di soffocare dalla quantità di impegni rimandati e questo genera

stress che si somma alla carenza di autostima che ne potrebbe derivare.

Durante l’approccio formativo con il Coachee, si è evidenziata l’importanza delle

priorità, permettendo a lui stesso di considerare quali erano le cose più importanti cui

impegnarsi da subito.

Dopo aver definito con chiarezza gli obiettivi si è data importanza alla priorità ed

evidenziato l’obiettivo principale: gestire lo stress e migliorare l’autostima.

Evidenziato l’obiettivo da raggiungere, per renderlo concreto si è fissata una

scadenza: circa 3 mesi entro la quale raggiungerlo.

Il passo successivo è l’azione, iniziare nel fare qualcosa che orienti verso l’obiettivo,

dedicandosi con tutte le proprie risorse vedendo lo stesso come prioritario.

L’evidenziare come priorità l’obiettivo, permette di dare un’importanza tale da

prestare un’attenzione specifica.

Ecco che emerge l’importanza

della consapevolezza,

della chiarezza,

della priorità,

dell’impegno.

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Descrivi come pianifichi la tua giornata

Coachee

Mattino

………………………………………………………………………………………………………………………

Pomeriggio

………………………………………………………………………………………………………………………

Sera

………………………………………………………………………………………………………………………

Le tecniche utilizzate per gestire meglio il tempo sono state le seguenti:

-La Tecnica delle 4 Liste, dove il principio si basa nel dedicare 10-12 minuti al giorno

al fine di pianificare la propria giornata.

Procedendo da una lista master comprendente tutte le attività da affrontare nel

futuro, si creerà una lista mensile, settimanale, giornaliera al fine di ottenere un

impatto visivo relativo ai vari obiettivi raggiunti.

-La Tecnica di Priotizzazione secondo la quale in una determinata lista di attività da

svolgere il tempo che si dedica ad ognuna di esse potrebbe essere lo stesso, ma alcune

di esse contengono quanto tutte le altre messe insieme.

Questa tecnica rende consapevole chi la applica poiché valorizzano il tempo da

dedicare alle attività più importanti.

Imparare ad affrontare subito le attività più importanti permette al Coachee stesso di

gestire il tempo in modo migliore riducendone anche lo stress.

-La Regola dell’ ABCD secondo la quale associa la lettera A al compito prioritario,

organizzando i vari compiti da svolgere. Evidenziando il compito prioritario è stato

possibile, per il Coachee , organizzare le altre attività sia sul posto di lavoro che nella

vita domestica. Dedicando il giusto tempo alla attività prioritaria, senza interruzioni,

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Master Certificate Complete Reflexology Pagina 81

e, successivamente B, C, D, non solo è possibile gestire il tempo per le attività

lavorative, domestiche, ma l’abitudine nell’organizzare passo-passo la giornata,

permette di ritagliare maggior tempo anche per i momenti di relax e di benessere per

la persona.

Distingui le Priorità

Una soluzione è quella di scrivere su carta gli obiettivi in modo chiaro:

1. Decidi i tuoi obiettivi. Dai loro una priorità. Non utilizzare il tuo tempo per fare

molto bene cose di cui non c’è alcuna necessità.

2. Scrivi su carta l’obiettivo principale, in modo da renderlo concreto e tangibile.

3. Fissa una scadenza entro la quale raggiungere l’obiettivo.

4. Crea una lista con tutte le attività che dovrai completare per raggiungere l’obiettivo

5. Organizza la lista in un piano, creando la priorità e la sequenza delle attività.

6. Fai qualcosa immediatamente. Un piano mediocre eseguito con energia è

certamente meglio di un piano perfetto a cui non segue alcuna azione.

7. Dedicati ininterrottamente all’obiettivo, e non passare ad un’altra attività prima di

averlo raggiunto.

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Master Certificate Complete Reflexology Pagina 82

ATTIVITA’ CHE DEVO FARE

TECNICHE PER LA GESTIONE DELLO STRESS ED IL MIGLIORAMENTO DELL’AUTOSTIMA

VOGLIO E DEVO FARE

MIGLIORARE IL MIO STILE DI VITA SIA PER GESTIONE DELLO STRESS (COMPRESI GLI STATI DI AGITAZIONE)

CHE PER IL LIVELLO DI AUTOSTIMA

VOGLIO MA NON DEVO FARE

PROCRASTINARE

ATTIVITA’ CHE TENDO A FARE

Es.PASSIONE PER LA

LETTUTA DI ARTICOLI SULLA CRESCITA PERSONALE

NON VOGLIO MA DEVO FARE

IMPARARE A DEDICARE

PIU’ TEMPO A ME E AL MIO MIGLIORAMENTO

NON VOGLIOE NON DEVO FARE

PENSARE NEGATIVAMENTE, MA DEVO AFFRONTARE LA

VITA CON POSITIVITA’

Dobbiamo affrontare prima le attività nella colonna a sinistra, sia quelle che vogliamo,

sia quelle che non vogliamo fare. Allo stesso tempo dobbiamo evitare quelle nella

colonna di destra, in particolare, quelle che vogliamo fare, ma non sono importanti.

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Pianifica la Giornata –

5.1 Tecnica delle 4 Liste

Lavora su 4 liste differenti, ognuna delle quali con uno scopo ben preciso:

1. La lista master che include tutte le attività che dovrai affrontare nel futuro.

2. Dalla lista master crea la lista mensile alla fine di ogni mese, per il mese successivo.

3. Dedica un paio d’ore ogni venerdì pomeriggio a creare l’elenco per la settimana

successiva.

4. Trasferisci le attività dalle liste mensili e settimanali in una lista giornaliera delle

attività che dovrai affrontare il giorno seguente.

Durante il giorno, quando completi un’attività, spuntala dalla lista: ti darà un impatto

visivo del traguardo raggiunto.

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5.2 Il metodo ABCD

Il metodo ABCD è una tecnica di prioritizzazione. Contrassegna con una lettera

ciascuna attività nella tua lista master.

A Usa la lettera A se l’attività è estremamente importante. Nell’ambito delle attività

A definisci con A1 l’attività’ più importante, con A2 quella seguente e così

via (A3, A4, ecc.).

B La lettera B definisce un’attività da eseguire. Non iniziare alcuna attività B fino a

quando esistono ancora delle attività A da completare.

C La lettera C determina un’attività che sarebbe bello poter fare, ma che se non è

affrontata, non comporta particolari problemi.

D Le attività di tipo D possono tranquillamente essere eliminate (non fatte) senza

conseguenze. Inoltre valuta se puoi delegare alcune delle attività di tipo B e C. Prendi

l’abitudine di affrontare per prima l’attività’ A1 e di non cominciare altre attività fino

a quando non l’hai completata. In questo modo imparerai a distinguere le vere

priorità da quelle che non lo sono.

Coach Evita lo stress, i ritardi e la cattiva qualità. Affronta un’attività alla volta

partendo da quella più impegnativa.

Prendi l’abitudine di affrontare l’attività più impegnativa per prima. Eviterai di

procrastinare, e allo stesso tempo, una volta eseguito il compito sarai più motivato e

aumenterai la tua autostima.

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A Usa la lettera A se l’attività è estremamente importante. Nell’ambito delle attività

A definisci con A1 l’attività’ più importante, con A2 quella seguente e così

via (A3, A4 ecc).

A1 GESTIRE LO STRESS E MIGLIORARE LA MIA AUTOSTIMA – INIZIARE IL PERCORSO

DI COACHING – ACQUISTARE QUADERNO

A2 ORDINARE LA MIA STANZA

A3 ACQUISTARE UNA POLTRONA PER IL RELAX

B La lettera B definisce un’attività da eseguire. Non iniziare alcuna attività B fino a

quando esistono ancora delle attività A da completare.

B1 DEDICARE IL GIUSTO TEMPO AI MIEI HOBBIES

B2 ACQUISTARE UNA VERNICE RILASSANTE PER LA MIA STANZA

C La lettera C determina un’attività che sarebbe bello poter fare, ma che se non è

affrontata, non comporta particolari problemi.

C FARE UN VIAGGIO

D Le attività di tipo D possono tranquillamente essere eliminate (non fatte) senza

conseguenze. Inoltre valuta se puoi delegare alcune delle attività di tipo B e C. Prendi

l’abitudine di affrontare per prima l’attività’ A1 e di non cominciare altre attività fino

a quando non l’hai completata. In questo modo imparerai a distinguere le vere

priorità da quelle che non lo sono.

D ACQUISTARE UNA VETTURA NUOVA

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5.3 La tecnica di priotizzazione

Sul posto di lavoro

A Usa la lettera A se l’attività è estremamente importante. Nell’ambito delle attività

A definisci con A1 l’attività’ più importante, con A2 quella seguente e così

via (A3, A4 ecc).

A1 RISOLVERE LE SCADENZE

A2 ORDINARE LA MIA SCRIVANIA E MANTENERE L’ORDINE

A3 ACQUISTARE CATALOGHI A SCOMPARTI

A4 ETICHETTARE CON ORDINE I VARI DOCUMENTI

B La lettera B definisce un’attività da eseguire. Non iniziare alcuna attività B fino a

quando esistono ancora delle attività A da completare.

B1 CONTROLLARE IL MATERIALE MANCANTE

B2 PROCEDERE CON GLI ACQUISTI CANCELLERIA

C La lettera C determina un’attività che sarebbe bello poter fare, ma che se non è

affrontata, non comporta particolari problemi.

C ACQUISTARE UNA NUOVA SCRIVANIA

D Le attività di tipo D possono tranquillamente essere eliminate (non fatte) senza

conseguenze. Inoltre valuta se puoi delegare alcune delle attività di tipo B e C. Prendi

l’abitudine di affrontare per prima l’attività’ A1 e di non cominciare altre attività fino

a quando non l’hai completata. In questo modo imparerai a distinguere le vere

priorità da quelle che non lo sono.

D ACQUISTARE UNA VETTURA NUOVA

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5.7 Migliorare l’autostima

L’autostima ha delle ripercussioni su tre importanti aspetti della vita, essi sono: il

proprio modo di presentarsi agli altri, la facilità con cui si passa all’azione per

realizzare i propri obiettivi ed il modo di reagire a successi e insuccessi della vita.

È fondamentale essere consapevoli del fatto che la stima che abbiamo di noi stessi

influenza il nostro comportamento e la nostra efficienza sul lavoro, questi, a loro

volta, influenzano i risultati che otteniamo in ogni ambito della vita. Pertanto la stima

che abbiamo di noi stessi influenza e determina i risultati che otteniamo.

L’utilizzo di frasi negative tende a farci focalizzare maggiormente su ciò che si vuole

evitare e non su ciò che si vorrebbe raggiungere. È importante comunicare con noi

stessi valutando attentamente le parole che si utilizzano: occorre imparare a parlare

a noi stessi in modo affermativo e positivo, utilizzando un linguaggio che possa

supportare l’obiettivo da raggiungere.

Occorre esercitarsi a mettere in pratica alcune tecniche per migliorare il nostro

atteggiamento, imparando a sorridere degli eventi senza prendere troppo sul serio la

vita. Quando la situazione diventa troppo pesante, è utile utilizzare il senso dello

humour ed esporre l’aspetto divertente della circostanza. Oppure focalizzarsi sugli

aspetti positivi e mantenendo ai margini quelli negativi concentrandosi sugli elementi

favorevoli: si avrà meno tempo per pensare a quelli sfavorevoli.

Quando ci si sbaglia, servirebbe prendersi del tempo per smaltire rabbia e delusione

e poi riprovarci: fallire fa parte del normale corso delle cose.

Si semplifica la vita, non prendendo impegni poco importanti, creandosi momenti di

svago e non procrastinare le cose importanti, oppure portando a termine relazioni

interpersonali negative, anche se si tratta di amici “storici”. Altri aspetti da ricordare

possono essere l’affrontare sfide e cambiamenti come opportunità di miglioramento,

non aspettare l’approvazione degli altri e diventare responsabile delle nostre azioni.

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Migliorare il nostro aspetto e il nostro benessere fisico contribuirà a dare una spinta

positiva al nostro atteggiamento, magari acquistando vestiti eleganti (meglio uno

buono che 4 scadenti !!), andare a correre …

Studiare e prepararsi prima di affrontare una sfida o un’attività. Aumenterà il tuo

senso di controllo della situazione.

Porsi un obiettivo ed avere un atteggiamento più positivo, al fine di avere una

direzione e meno incertezze.

Coach “Adesso ti chiedo di compilare un semplice questionario per comprendere meglio come usi una straordinaria risorsa: l’autostima” Appendici : questionario Discussioni

Coachee Esempio: Dal compilazione del test ho constatato insieme al Coach un basso

livello di autostima, per i seguenti motivi……………………………………………………………………

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Coach Esercitati ad annota in un diario il tuo dialogo interiore; sottolinea la

comunicazione negativa ed esercitati a renderla silente, per poi sostituirla a poco a

poco con frasi positive ed affermative.

DIARIO DEL DIALOGO INTERIORE

FRASE INIZIALE FRASE ATTUALE

FORSE NON RIUSCIRO’ IN QUELLO CHE STO FACENDO

RIESCO NEL MIO INTENTO PERCHE’ NE HO LE CAPACITA’

SONO INADEGUATO DI FRONTE ALCUNE SITUAZIONI

SONO UNA PERSONA CON GRANDI QUALITA’ E SO DIMOSTRARLO

SPESSO MI FACCIO PRENDERE DA STATI DIGITAZIONE

SONO TRANQUILLO E DISINVOLTO NELLE VARIE SITUAZIONI

SPESSO NON MI VALORIZZO MI AMO E MI ACCETTO COSI’ COME SONO, SONO UNA PERSONA

STRAORDINARIA

NON HO TEMPO PER I VARI COMPITI DA SVOLGERE

SO GESTIRE IL MIO TEMPO PERCHE’ HO LE CAPACITA’ E LE RISORSE

SONO A VOLTE NEGATIVO E PESSIMISTA SONO POSITIVO E GIOIOSO

SONO STANCO E STRESSATO SONO CARICO DI ENERGIA E DEDICO IL GIUSTO TEMPO PER RECUPERARE

Discussioni Coachee

…………………………………………………………………………………………………………………………..........

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METODI PER MIGLIORARE L’ AUTOSTIMA

SITUAZIONE ATTEGGIAMENTO

DAVANTI UN EVENTO POCO GRADEVOLE “FACCIO ENTRARE I PAGLIACCI”, IMPARO AD UTILIZZARE IL SENSO DELLO

HUMOUR

DAVANTI AD EVENTI POCO PRODUCENTI MI CONCENTRO SUGLI ELEMENTI FAVOREVOLI: AVRO’ MENO TEMPO PER

PENSARE A QUELLI SFAVOREVOLI

DAVANTI ALLE SITUAZIONI IN CUI CAPITANO DEGLI ERRORI

PRENDO DEL TEMPO PER SMALTIRE RABBIA E DELUSIONE E RIPROVO

DAVANTI A RELAZIONI NEGATIVE TERMINO LE RELAZIONI INTERPERSONALI NEGATIVE

DAVANTI AGLI IMPEGNI E CAMBIAMENTI AFFRONTO SFIDE E CAMBIAMENTI COME OPPORTUNITÀ DI MIGLIORAMENTO

PER IL MIO BENESSERE MIGLIORO IL TUO ASPETTO E BENESSERE FISICO.

COMPRATO VESTITI ELEGANTI (MEGLIO DAVANTI AGLI OBIETTIVI LO RAGGIUNGO CON UN

ATTEGGIAMENTO PIÙ POSITIVO

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Coachee Esempio: Ogni giorno mi impegno nell’evidenziare i lati positivi della

giornata ed elencarne i successi.

Dichiarazioni con la mano al petto

1) Io creo la mia vita ed il mio successo

2) Il modo in cui affronto le più piccole cose determina il modo in cui affronto le grandi

cose

3) Prendo il controllo del mio stato interiore

4) È il mio atteggiamento che determina il raggiungimento dei miei obiettivi

5) Partecipo al gioco della vita per eccellere

6) Ammiro ed imito le persone di successo

7) Merito di guadagnare soldi mentre faccio ciò che amo

8) Le opportunità di successo arrivano sempre sulla mia strada

9) Lavorando, aggiungo valore alla mia vita e a quella di altre persone

10) La mia capacità di eccellere aumenta in me giorno dopo giorno.

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APPENDICI

Definisci l’area di miglioramento (ruota della vita)

4.2 La ruota della vita

100%

LAVORO FINANZE

RAPP. SALUTE

COPPIA

100% 1 100%

FAMIGLIA EMOZIONI

AMICIZIA

DIVERTIMENTO MENTE / SPIRITO

100%

Il Coachee segna il grado di soddisfazione associato ad ogni settore della vita. Il valore è da 0 a 100. Lo stato di equilibrio si ottiene evidenziando la ruota tonda. Per la definizione degli obiettivi si osserverà la diversità nel valore degli spicchi. Identificare con chiarezza

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1) Che cosa ti appassiona?

Coachee ……………………………………………………………………………………..

1) Dove sono adesso ?

Coachee ……………………………………………………………………………………..

2) E dove vorrei essere ?

Coachee ……………………………………………………………………………………..

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Questionario Coaching 1: definire l’obiettivo

1) cosa vuoi cambiare?

________________________________________________________________________________

2) cosa vuoi evitare o smettere di fare?

________________________________________________________________________________

3)Invece di essere…………………………………………………………………………………………..

Voglio essere………………………………………………………………………………………………….

4) Le caratteristiche che vuoi sono

________________________________________________________________________________

________________________________________________________________________________

5) vuoi essere più

Sereno gioioso e spensierato-

spensieato____________________________________________________________________

________________________________________________________________________________

6) se avessi già lo stato tu faresti/saresti______________________________________

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risorse

Definisci il bersaglio concreto (cosa e come specificatamente)

SCRIVI IL TUO OBIETTIVO

…………………………………………………………………………………………………………………………………

Individua almeno 10 buone ragioni PERCHE’ RAGGIUNGERLO

1

2

3

4

5

6

7

8

9

10

BERSAGLIO:COSA

………………………..

QUALI SONO LE RISORSE

…………………………………

…………………………………

…………………………………

…………………………………

…………………………………

…………………………………

…………………………………

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Definisci il tempo in cui vuoi raggiungerlo

Vorrei raggiungere il mio obiettivo in circa………………, facendo ricorso alle tecniche di

Definisci il primo passo (ORA)

Inizierò

Definisci le tappe intermedie

…………………………………………………………………………………………………………………………………

…………………………………………………………………………………………………………………………………

………………………………………………………………………………………………………………………………….

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Conclusioni

Nella presente Tesi ho voluto evidenziare come la riflessologia, una pratica

di medicina alternativa che basa la propria azione su un massaggio zonale basato sui

principi della stimolazione, sedazione, rilassamento, possa essere collocata come

parte integrante nel processo di cambiamento ed applicata ai principi della

psicobiologia per la promozione del benessere,

nell’ottica della salutogenesi e non della patogenesi,

Il Cliente, attraverso la presa di coscienza delle proprie capacità e consapevole degli

strumenti a sua disposizione, si riscopre parte attiva in un processo di cambiamento

intenzionale e pianificato.

Tale processo ha come obiettivo per il Cliente: imparare e migliorare le proprie

competenze attraverso l’esperienza quotidiana, utilizzando metodi, strumenti e

programmi specifici.

Il processo di Coaching consente una consapevole crescita, in quanto la persona arriva

a focalizzare, in maniera più efficace, gli obiettivi da raggiungere e ad attuare le

strategie da porre in atto.

Il Cliente, nella veste di fruitore dell’attività di Counseling Psicobiologico, si ritroverà

a dare una particolare importanza alla sua vita nel presente, orientando il suo sguardo

costruttivo verso il futuro.

L’approccio teorico-pratico con il quale il Consulente si rivolge al Cliente è volto alla

ricerca del miglioramento della salute e del benessere in senso globale e secondo

l’approccio biopsicosociale prescindendo, quindi, totalmente da ogni riferimento alla

prospettiva patogenica (UNIPSI).

Ricordiamo che la riflessologia non ha, a mio avviso, fondamenti scientifici e che

massaggi o manipolazioni debbano essere praticati da personale abilitato, pertanto

lo studio della stessa potrebbe collocarsi come parte integrante di un percorso di

crescita personale e consapevolezza.

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Il Coach

Antonio Nuzzachi, è nato il 20 settembre 1974 ed è da anni uno studioso e ricercatore

delle potenzialità umane, l’insieme di risorse che ognuno di noi possiede per il

recupero psico-fisico, l’accrescimento del proprio benessere e il miglioramento del

proprio stile di vita. Fin dall’adolescenza ha manifestato interesse per le discipline

olistiche, la meditazione, il Coaching, la fitoterapia, la floriterapia, la riflessologia,

l’ayurveda, il pensiero positivo, le tecniche emozionali, la PNL e la fisica quantica.

Ha contempalto e vissuto fin dai primi anni le meravigliose località del Salento ed in

particolar modo Santa Cesarea Terme, Le acque di Santa Cesarea Terme

appartengono al gruppo delle Salso – bromo – iodiche – solfuree – fluorurate e

rappresentano un patrimonio naturale tra i più importanti nell’idrologia medica

perché estremamente attive da punto di vista terapeutico.

Formatosi in campo tecnologico, il suo interesse convergeva verso le straordinarie

potenzialità del corpo umano, del suo equilibrio omeostatico ed in particolare verso

i segnali bioelettromagnetici generati dai neuroni della corteccia cerebrale e come

essi possono essere registrati attraverso strumenti elettronici, mediante due tecniche

che rilevano e misurano l’attività sinaptica (EEG-MEG): elettroencefalografia e

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magnetoencefalografia. Fenomeni che sono strettamente collegati alle leggi fisiche

che costituiscono la base della teoria elettromagnetica.

Formatosi successivamente in campo socio-sanitario, Training Autogeno, Naturopatia

Psicosomatica e Tradizionale, Counseling, Coaching, Mental Training, PNL, una delle

aree di ricerca su cui si è maggiormente focalizzato è la gestione dello stress ed il

miglioramento del proprio stile di vita, secondo un approccio psicobiologico.

Mi definisco semplicemente…

un ricercatore…in continua crescita…

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Bibliografia

CFK, Centro Fisiokinesi Riccione, Dispense e appunti Master Complete Reflexology-

Unità Didattiche, EBooks, 2016;

CUI, Centro Universitario Internazionale, Professional Certificate in Coaching – Unità

didattiche, EBooks, 2011;

Piuchepuoi, Dispense ed appunti Realizzati con la PNL Advanced, Vincenzo Fanelli,

Italo Pentimalli, 2010;

Schultz I.H., Il Training Autogeno – Esercizi inferiori, Feltrinelli, Miano, 1968, ultima

edizione, 2002;

Gonzalez de Rivera, Psicoterapia Autogena 1 parte Training Autogeno di Base,

Edizioni Cortina Torino, 2009;

Gerin Birsa, Dispense Training Autogeno di base, 2010;

Gerin Birsa, Dispense Master in Psicologia dello Sport, concetti di Mental

Training,2010;

Stefano Autieri, Meditazione, come entrare in contatto con il proprio Sé per

raggiungere armonia ed equilibrio interiore, Rusconi Libri s.r.l., 2004;

C.O.N.I. Corpo Movimento Prestazione vol.1, vol.2, Istituto della Enciclopedia Italiana

fondata da G. Treccani, 1984;

Alicia Collins, Vincere lo stress, Armando Curcio Editore, 1985;

Gianni Gargione-Nicola Botta, Vincere la Depressione, Mondo libri, 2007;

Vincenzo Fanelli, Realizzati con la Pnl Advanced, Edizioni PiùChePuoi.it, 2010;

Promise, Riflessologia-il massaggio zonale, Promise Milano, 2002;

Andrea Fredi, Il Codice del Benessere, EFT-Emotional Freedom Techniques, Creative

Commons, 2004.

Antonio Nuzzachi, Viaggio sulle ali della consapevolezza, Youcanprint, 2013

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Sitografia

www.anagen.net

www.naturopatiatorino.org

www.iobenessere.it

www.centrofisiokinesi.com

www.wikipedia.it

www.cui.org

www.piuchepuoi.it

www.crescita-personale.it

www.training-autogeno.net

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LEGISLAZIONE e CHIAREZZA http://www.centrofisiokinesi.com/ la Legge 14.01.2013 n° 4, G.U. 26.01.2013

sancisce chiaramente la possibilità di esercitare la libera professione di operatore olistico o massaggiatore del benessere senza necessità di abilitazione. Va comunque chiarito come sia “obbligo” da parte di chi opera

garantire al proprio cliente la massima professionalità

La pubblicazione di questa Legge impedisce finalmente alle amministrazioni locali di creare ostacoli

all’apertura e conduzione di centri di trattamento olistico e di massaggi benessere

A chi vi dice di rilasciare un attestato riconosciuto dite che…

Ogni attestato rilasciato da scuole pubbliche o private che non sia relativo a percorsi sanitari (fisioterapista) arti ausiliarie (MCB) ed estetiche (estetista) va inteso come di arricchimento della cultura personale e

professionale

Questo significa che ognuno può fare massaggi terapeutici?

No assolutamente! Questa è attività esclusiva dei fisioterapisti, così come il massaggio estetico degli estetisti.

Quindi per lavorare come operatore del benessere o bioenergetico che cosa è necessario avere?

E’ sufficiente aprire una partita I.V.A. presso l’ufficio I.V.A. citando la legge 4 del 26. 01 2013

Che rischi si corrono dal punto di vista legale ad operare in questo modo?

Nessuno se si rispettano le regole: cioè niente massaggi terapeutici e niente massaggi estetici, solo trattamenti benessere.

Mi preme ricordare come il buonsenso ed il rispetto delle regole siano l’unica forma di auto-tutela di chi opera in

questo settore.

Crediamo sia importante ricordare cosa dicono la costituzione, il codice civile ed il CNEL:

Costituzione

ART. 4 – La Repubblica riconosce a tutti il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo

questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere , secondo le proprie possibilità e la propria scelta,

un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale e spirituale della società.

ART. 35 – La repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni…

ART. 41 – L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale, o in

modo di recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana…

Codice Civile

Libro Quinto, Del Lavoro, ART. 2060 – Il lavoro è tutelato in tutte le sue forme organizzative ed esecutive,

intellettuali, tecniche e manuali.

E’ quindi assunto fondamentale della Costituzione e del Codice Civile la tutela del lavoro in TUTTE LE

SUE FORME. Non è necessario un “riconoscimento” ufficiale perchè un lavoro, anche se non regolato da

norme, possa entrare a far parte delle attività lavorative, a patto che esso non crei danno e che contribuisca

al concorso delle spese pubbliche.

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A proposito di ciò ecco cos a dice il CNEL (Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro)

è assunto fondamentale della Costituzione e del Codice Civile la tutela del lavoro in tutte le sue forme, purché non

crei danno e contribuisca al concorso delle spese pubbliche, e non è necessario un riconoscimento ufficiale perché

un lavoro, anche se non regolato da norme, possa entrare a far parte delle attività lavorative”.

Come diventare massaggiatore professionista è probabilmente la prima domanda che si pone chi inizia il suo

percorso di avvicinamento a questa meravigliosa professione.

In questa pagina abbiamo cercato di fare un po’ di chiarezza, muovendoci tra codice civile, sentenze e leggi in

vigore.

L’Italia si è finalmente allineata (in parte) al resto dell’Europa ed ha promulgato una legge (la famosa 4 2013) che

una volta per tutte permette, a chi ha una formazione adeguata, di aprire e condurre il proprio centro in maniera

serena.

Ricordate tuttavia che anche in assenza di una legislazione più precisa le uniche armi utili all’affermazione in

ambito professionale sono la cultura che va acquisita e mantenuta sempre ardente.

Ecco cosa ci muove nel continuare a proporre con gioia e passione corsi di massaggio sempre aggiornati.