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RIMOLDI STEFANO – 2 anno Media Design Corso: Regia Televisiva Formato web: Mash-Up Artista: Eclectic Method L’audio-video è diventato oggi una sperimentazione artistica e uno spazio ludico partecipativo che coinvolge e guida lo spettatore in un percorso di scoperta e fruizione di nuovi spazi e scenari. Lo sviluppo del video come forma artistica e in rapporto alle sue potenzialità come strumento sociale di condivisione e connessione si è potuto espandere grazie alla nascita di piattaforme user generated content (YouTube), i video blog e le prime televisioni online (Vimeo). Dagli anni ’80 ad oggi, un numero crescente di artisti hanno sperimentato la contaminazione di immagini con complesse architetture sonore. Alcuni di questi lavorano a livello collettivo, altri singolarmente. In quest’ultimo caso gli artisti sono capaci di lavorare sia sulla componente audio che su quella video. Il primo formato web su cui mi voglio concentrare è il mash-up video. Si tratta di una forma di remix audiovisivo che consente di selezionare e rielaborare attraverso operazioni di montaggio alcuni frammenti di videoclip preesistenti. Prima di incominciare a trattare il tema del mash-up è bene capire da che cosa è nato e quali sono state le cause del suo successo (dalle perfomance live al videoclip, dal videoclip al mash-up). Gli anni ’80 sono gli anni in cui il successo del videoclip contribuisce a trasformare in modo radicale le forme tradizionali del concerto dal vivo. Il videoclip ha avuto successo grazie al predominio dell’elettronica nelle fasi di produzione e postproduzione comportando degli stravolgimenti degli equilibri nel campo dell’industria discografica. Questo ha fatto si che la musica del piccolo schermo si imponesse come fenomeno di massa, costringendo i musicisti ad adeguarsi ad un nuovo stile che si stava trasformando e a sperimentare l’utilizzo di frammenti di videoclip. A partire dagli anni ’90, grazie alle nuove forme della musica elettronica, si assiste a una rielaborazione del rapporto tra la perfomance dal vivo e le sequenze del videoclip. Il live non può più fare a meno del video. Si viene a consolidare la pratica del remix come un fenomeno di massa con espressività ed estetica sia dal punto di vista di chi la produce sia da chi lo consuma. Nella metà degli anni ’90 si afferma la figura del vj segnando così la nascita del mash- up video. Inizialmente questa forma di remix nasce come una sperimentazione considerata illegale perché utilizza sequenze di videoclip distorcendone il significato iniziale senza rispettare il diritto di autore. Il mash-up trova espansione soprattutto nei club e successivamente nel web e in particolare in YouTube, considerato una sorgente di tendenze pop, che ha permesso al mash-up di potersi evolvere in modo indipendente e facendo si che entrasse poi a far parte dell’industria musicale e televisiva, presentandosi come una forma espressiva capace di adattarsi a canali di diffusione e a contesti di fruizione differenziati.

Mash up - Eclectic Method

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mash-up video, una forma di remix audiovisivo che consente di selezionare e rielaborare attraverso operazioni di montaggio alcuni frammenti di videoclip preesistenti.

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Page 1: Mash up - Eclectic Method

RIMOLDI STEFANO – 2 anno Media Design Corso: Regia Televisiva Formato web: Mash-Up Artista: Eclectic Method L’audio-video è diventato oggi una sperimentazione artistica e uno spazio ludico partecipativo che coinvolge e guida lo spettatore in un percorso di scoperta e fruizione di nuovi spazi e scenari. Lo sviluppo del video come forma artistica e in rapporto alle sue potenzialità come strumento sociale di condivisione e connessione si è potuto espandere grazie alla nascita di piattaforme user generated content (YouTube), i video blog e le prime televisioni online (Vimeo). Dagli anni ’80 ad oggi, un numero crescente di artisti hanno sperimentato la contaminazione di immagini con complesse architetture sonore. Alcuni di questi lavorano a livello collettivo, altri singolarmente. In quest’ultimo caso gli artisti sono capaci di lavorare sia sulla componente audio che su quella video. Il primo formato web su cui mi voglio concentrare è il mash-up video. Si tratta di una forma di remix audiovisivo che consente di selezionare e rielaborare attraverso operazioni di montaggio alcuni frammenti di videoclip preesistenti. Prima di incominciare a trattare il tema del mash-up è bene capire da che cosa è nato e quali sono state le cause del suo successo (dalle perfomance live al videoclip, dal videoclip al mash-up). Gli anni ’80 sono gli anni in cui il successo del videoclip contribuisce a trasformare in modo radicale le forme tradizionali del concerto dal vivo. Il videoclip ha avuto successo grazie al predominio dell’elettronica nelle fasi di produzione e postproduzione comportando degli stravolgimenti degli equilibri nel campo dell’industria discografica. Questo ha fatto si che la musica del piccolo schermo si imponesse come fenomeno di massa, costringendo i musicisti ad adeguarsi ad un nuovo stile che si stava trasformando e a sperimentare l’utilizzo di frammenti di videoclip. A partire dagli anni ’90, grazie alle nuove forme della musica elettronica, si assiste a una rielaborazione del rapporto tra la perfomance dal vivo e le sequenze del videoclip. Il live non può più fare a meno del video. Si viene a consolidare la pratica del remix come un fenomeno di massa con espressività ed estetica sia dal punto di vista di chi la produce sia da chi lo consuma. Nella metà degli anni ’90 si afferma la figura del vj segnando così la nascita del mash-up video. Inizialmente questa forma di remix nasce come una sperimentazione considerata illegale perché utilizza sequenze di videoclip distorcendone il significato iniziale senza rispettare il diritto di autore. Il mash-up trova espansione soprattutto nei club e successivamente nel web e in particolare in YouTube, considerato una sorgente di tendenze pop, che ha permesso al mash-up di potersi evolvere in modo indipendente e facendo si che entrasse poi a far parte dell’industria musicale e televisiva, presentandosi come una forma espressiva capace di adattarsi a canali di diffusione e a contesti di fruizione differenziati.

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Molti artisti audiovisivi in giro per il mondo lavorano a progetti audio-video partendo da un punto di vista progettuale, metodologico ed estetico che tende ad integrare i tools digitali con strumentazioni analogiche, elettroniche e meccaniche. Questi artisti che lavorano con il digitale eseguono ricerche basando su strumenti analogici come i film sperimentali e il video.

Per osservare da vicino la tecnica del mash-up ho scelto gli Eclectic Method, un collettivo inglese di vj formato da Geoff Gamlen, Ian Edgar e Jonny Wilson specializzato in remix audiovisivi.

Iniziano nel 2002 remixando audio e immagini presi da trasmissioni tv, video musicali e film, e negli anni successivi riescono ad avere successo partecipando ad alcuni festival quali Mtv (Mtv Mash), Blackberry, Apple, Motorola e tanti altri. Agli esordi questi artisti non avevano nessuna esperienza nel campo del djing dal vivo, Geoff Gamlen, era chitarrista, tastierista e produttore di musica dance, mentre Ien Edgar e Jonny Wilson avevano iniziato all’età di 12 anni a sperimentare la tecnica del remixaggio video utilizzando videoregistratori e vinili cercando di mantenere nel tempo sia audio che video. Nasce così il loro metodo che diventerà poi oltre che una pratica, il loro nome identificativo. Il procedimento di realizzazione delle loro perfomance si può distinguere in due parti: una parte live e una parte praticata in studio, dove utilizzano software specifici, ad esempio Sony Vegas per costruire il loro mixaggio audiovisivo. Ho scelto di parlare degli Eclectic Method perché sono stati i primi a praticare la tecnica del mash-up introducendo e sviluppando un loro nuovo metodo oltre che a utilizzare piattaforme come YouTube per condividere i video delle loro perfomance. Importante citare che grazie a questa piattaforma di condivisione gli Eclectic Method hanno avuto la possibilità di collaborare con gli U2 che hanno avuto modo di visionare le loro perfomance e deciso di rilasciare le loro risorse musicali per permettere agli EM di poter realizzare un remix di Vertigo. Di seguito elenco le varie caratteristiche del mash up: - Ciò che attrae lo spettatore non è solo la forma del contenuto ma la forma dell’espressione e l’azione ricombinatoria riproposta all’infinito. - La complessa struttura narrativa si dissocia dalla tradizione narrativa lineare del cinema e di certi video arte più istituzionali. - L’azione del montaggio permette di utilizzare materiali di partenza precedentemente codificati, le canzoni e le immagini scelte sono nel migliore del casi molto noti al pubblico di massa. - la musica è colonna sonora delle immagini a loro volta in grado di descrivere la musica che li accompagna. - utilizzando nuovi canali di diffusione come Youtube il mash-up si è trasformato da un esperimento underground in un fenomeno di massa, completamente open source che favorisce l’evoluzione del linguaggio e della pratica della mutazione audiovisiva. La pratica oltre che essere una forma d’arte diventa una forma di connessione della creatività che permette a tutti di poter usufruire dei materiali video presenti in rete per far nascere nuove idee e nuovi metodi per combinarle e sfruttarle al meglio.

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1 www.eclecticmethod.net/biography/ 2 www.artistsandderelicts.com/?tag=eclectic-method 3 www.soundsblog.it/categoria/mashup 4 http://www.perpetualartmachine.com/ 5 http://www.visitorsstudio.org 6 http://www.chicagoideas.com 7 http://www.digicult.it/digimag/article.asp?id=1392 8 http://wic.library.upenn.edu/multimedia/tutorials/mashup.html 9 http://thecuriousbrain.com/?s=eclectic+method 10 http://howdyinc.com/buzz/?p=106