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ANNO 3 - SUPPLEMENTO AL N.3 - MAGGIO/GIUGNO 2012 - PERIODICO DELLA FONDAZIONE COSTRUIAMO IL FUTURO - DIRETTORE RESPONSABILE: ANGELO FRIGERIO “Altre norme sono particolarmen- te significative e, forse, sono state poco commentate per la loro bontà intrinseca: mi riferisco alla previsio- ne di un fondo equivalente al 5 per mille dell’Irpef che, su decisione dei singoli contribuenti, servirà sostan- zialmente a finanziare la ricerca, lo sviluppo e la beneficenza. Rappre- senta un principio assolutamente nuovo introdotto, per ora, soltanto per un anno per ovvi motivi di bilan- cio; ma ci auguriamo possa essere mantenuto anche in futuro”. Era il 13 dicembre 2005 quando, nell’au- la di Montecitorio, l’allora vicemi- nistro Giuseppe Vegas pronunciava queste parole. Un augurio che, allora, sembrava quasi un’utopia. Non tutti, infatti, condividevano lo spirito di quella “novità fiscale” introdotta in modo sperimentale dal ministro Giulio Tremonti. C’erano resistenze ideo- logiche da parte degli statalisti duri e puri, che guardavano con sospetto alla libertà concessa ai contribuen- ti. Ma anche chi era d’accordo sul principio poneva obiezioni su una misura che, secondo loro, mostrava la “concezione residuale e caritate- vole” che il governo aveva del wel- fare. Solo il 5 per mille? Briciole. Insomma, c’erano tutti gli elementi per pensare che non ci sarebbe stato un seguito. Non era quello che pensava l’Inter- gruppo parlamentare per la sussidia- rietà che, non a caso, aveva insistito per introdurre quelle norme nella Finanziaria. Erano, per noi, la rea- lizzazione di una concezione sussi- diaria del fisco che permetteva di valorizzare e sostenere una miriade di associazioni e realtà più o meno piccole che quotidianamente, (...) Editoriale Una concezione sussidiaria del fisco Maurizio Lupi La Lombardia introduce una “sussidiarietà circolare” Giulio Boscagli: “Le istituzioni devono riconoscere il ruolo pubblico del terzo settore”. Il Terzo settore rappresenta da sempre una risorsa decisiva per il nostro paese, capace di rispondere alle esigenze e alle problematiche che emergono dalle nostre comunità. Abbiamo incontrato Giulio Bosca- gli, assessore alla Famiglia, Conciliazione, Integrazio- ne e Solidarietà Sociale di Regione Lombardia per capire come il non profit ha accolto la decisione del governo di inserire nella delega fiscale la stabilizza- zione del 5 per mille e come la Regione intende pro- seguire nel sostegno delle organizzazioni lombarde. Dopo anni di lavoro il governo è riuscito a stabiliz- zare il 5 per mille. Come ha accolto questa notizia? La scelta del Governo di inserire la stabilizzazione del 5 x mille nella delega fiscale è un importante rico- noscimento da anni atteso, uno strumento apprezza- to e utilizzato da oltre 15 milioni di contribuenti, ma soprattutto uno esempio autentico di sussidiarietà. Questa notizia è sicuramente una boccata d’ossigeno per tutto il mondo del non profit e del volontariato, un esempio di partecipazione popolare. Come incide il 5 per mille sulla vita delle realtà associative, in particolare di quelle lombarde? Da una parte c’è sicuramente il lato economico, sempre più importante di fronte ai tagli che sono sta- ti fatti a livello nazionale sulle politiche sociali, dall’al- tra la possibilità per una realtà di farsi conoscere, di creare un legame stretto con i cittadini, mettendo in mostra il proprio lavoro e le attività che attraverso il 5 per mille vengono realizzate. Questo secondo punto è sicuramente il più importante perché da la possi- bilità di comprendere che l’attenzione agli altri non è responsabilità di pochi, un’iniziativa educativa im- portante che pone al centro la persona e il suo ruolo all’interno della società. Il Terzo settore meritava questo riconoscimento. Perché? Quali sono dal suo punto di vista gli elemen- ti positivi del lavoro svolto dal mondo del non profit? La grandezza del Terzo settore sta nel suo non esaurirsi nella generosità individuale, ma nell’avere in sé una valenza e un ruolo pubblico determinante che sta a noi istituzioni riconoscere e valorizzare. È quanto Regione Lombardia ha sempre fatto. L’isti- tuzione nel 2008 del Tavolo di Consultazione perma- nente è stato insieme il riconoscimento di quanto da sempre le associazioni e gli enti non profit fanno in Lombardia e il punto di partenza per un cammino comune di riforma. In questo periodo di crisi la solidarietà assume un’importanza sempre maggiore. Esistono iniziative nate per fronteggiare le difficoltà che stiamo viven- do? Come sostenere in modo ancora più incisivo tali iniziative divenute ormai essenziali per le nostre co- munità? Regione Lombardia ormai da anni ha messo in campo normative per sostenere e accompagnare le realtà del Terzo settore, basta pensare alle numerose iniziative nate e proseguite in questi ultimi 13 anni grazie al bando della Legge Famiglia. Nell’attuale le- gislatura abbiamo avviato una profonda riforma del- le linee guida del Terzo Settore facendo in modo che si realizzi una ancora più stretta collaborazione tra privati e organizzazioni non profit così da superare l’esiguità delle risorse. Il provvedimento, inoltre, re- alizza una semplificazione e informatizzazione delle procedure e istituisce un osservatorio che monitori i rapporti di collaborazione tra Enti non profit e Pubblica Amministrazione con l’individuazione del- le esperienze più innovative e replicabili come best practice. L’obiettivo è quello di introdurre il concet- to di “sussidiarietà circolare”: il mondo del profit e del non profit alleati con la Pubblica Amministrazio- ne per rispondere ai bisogni delle persone e delle famiglie in un momento di grave crisi. Con questa riforma siamo stati in grado di acquisire e valorizzare risorse e capacità progettuali del non profit e met- terle in sinergia con le disponibilità di società profit in modo da operare con ancor maggiore efficacia superando le criticità determinate dalla ristrettezza delle risorse. Carlotta Borghesi L’intervista: parla l’assessore regionale alla Famiglia, Conciliazione e Solidarietà Sociale Imprese cooperative ed economia sociale: intervista a Giuseppe Guerini Le foto di associazioni e volontari premiati dalla prima edizione nel 2003 fino a quella del 2011. Il presidente di Federsolidarietà spiega come il terzo settore può dare nuovo slancio alla crescita. alle pagine II e III a pagina IV Costruiamo il Futuro News - Supplemento a Mediastore Italia - Anno 14 - n.7 - 15 maggio 2012 - Poste Italiane SpA - Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 - Conv. in L. 46/2004 - Art.1 Comma 1 - LO/MI - Registrazione al Trib. di Milano n.536 del 12 agosto 1999 - Editore: Frimedia S.r.l. - Stampa: Bellavite - (Missaglia) - Redazione: Palazzo di Vetro, C.so della Resistenza, 23, 20821 Meda (MB) -Tel. 0362/600463-4-5 - Fax 0362/600616 Giulio Boscagli SEGUE A PAGINA 4 PREMIO COSTRUIAMO IL FUTURO si ringraziano SPECIALE non profit 10 anni di Premio Costruiamo il Futuro

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Page 1: Magazine Costruiamo il Futuro maggio 2012

ANNO 3 - SUPPLEMENTO AL N.3 - MAGGIO/GIUGNO 2012 - PERIODICO DELLA FONDAZIONE COSTRUIAMO IL FUTURO - DIRETTORE RESPONSABILE: ANGELO FRIGERIO

“Altre norme sono particolarmen-te significative e, forse, sono state poco commentate per la loro bontà intrinseca: mi riferisco alla previsio-ne di un fondo equivalente al 5 per mille dell’Irpef che, su decisione dei singoli contribuenti, servirà sostan-zialmente a finanziare la ricerca, lo sviluppo e la beneficenza. Rappre-senta un principio assolutamente nuovo introdotto, per ora, soltanto per un anno per ovvi motivi di bilan-cio; ma ci auguriamo possa essere mantenuto anche in futuro”. Era il 13 dicembre 2005 quando, nell’au-la di Montecitorio, l’allora vicemi-nistro Giuseppe Vegas pronunciava queste parole.Un augurio che, allora, sembrava quasi un’utopia. Non tutti, infatti, condividevano lo spirito di quella “novità fiscale” introdotta in modo sperimentale dal ministro Giulio Tremonti. C’erano resistenze ideo-logiche da parte degli statalisti duri e puri, che guardavano con sospetto alla libertà concessa ai contribuen-ti. Ma anche chi era d’accordo sul principio poneva obiezioni su una misura che, secondo loro, mostrava la “concezione residuale e caritate-vole” che il governo aveva del wel-fare. Solo il 5 per mille? Briciole. Insomma, c’erano tutti gli elementi per pensare che non ci sarebbe stato un seguito. Non era quello che pensava l’Inter-gruppo parlamentare per la sussidia-rietà che, non a caso, aveva insistito per introdurre quelle norme nella Finanziaria. Erano, per noi, la rea-lizzazione di una concezione sussi-diaria del fisco che permetteva di valorizzare e sostenere una miriade di associazioni e realtà più o meno piccole che quotidianamente, (...)

Editoriale

Una concezione sussidiaria del fisco

Maurizio Lupi

La Lombardia introduce una “sussidiarietà circolare”Giulio Boscagli: “Le istituzioni devono riconoscere il ruolo pubblico del terzo settore”.

Il Terzo settore rappresenta da sempre una risorsa decisiva per il nostro paese, capace di rispondere alle esigenze e alle problematiche che emergono dalle nostre comunità. Abbiamo incontrato Giulio Bosca-gli, assessore alla Famiglia, Conciliazione, Integrazio-ne e Solidarietà Sociale di Regione Lombardia per capire come il non profit ha accolto la decisione del governo di inserire nella delega fiscale la stabilizza-zione del 5 per mille e come la Regione intende pro-seguire nel sostegno delle organizzazioni lombarde.

Dopo anni di lavoro il governo è riuscito a stabiliz-zare il 5 per mille. Come ha accolto questa notizia?

La scelta del Governo di inserire la stabilizzazione del 5 x mille nella delega fiscale è un importante rico-noscimento da anni atteso, uno strumento apprezza-to e utilizzato da oltre 15 milioni di contribuenti, ma soprattutto uno esempio autentico di sussidiarietà. Questa notizia è sicuramente una boccata d’ossigeno per tutto il mondo del non profit e del volontariato, un esempio di partecipazione popolare.

Come incide il 5 per mille sulla vita delle realtà associative, in particolare di quelle lombarde?

Da una parte c’è sicuramente il lato economico, sempre più importante di fronte ai tagli che sono sta-ti fatti a livello nazionale sulle politiche sociali, dall’al-tra la possibilità per una realtà di farsi conoscere, di creare un legame stretto con i cittadini, mettendo in mostra il proprio lavoro e le attività che attraverso il 5 per mille vengono realizzate. Questo secondo punto è sicuramente il più importante perché da la possi-bilità di comprendere che l’attenzione agli altri non è responsabilità di pochi, un’iniziativa educativa im-portante che pone al centro la persona e il suo ruolo all’interno della società.

Il Terzo settore meritava questo riconoscimento. Perché? Quali sono dal suo punto di vista gli elemen-ti positivi del lavoro svolto dal mondo del non profit?

La grandezza del Terzo settore sta nel suo non esaurirsi nella generosità individuale, ma nell’avere in sé una valenza e un ruolo pubblico determinante che sta a noi istituzioni riconoscere e valorizzare. È quanto Regione Lombardia ha sempre fatto. L’isti-tuzione nel 2008 del Tavolo di Consultazione perma-nente è stato insieme il riconoscimento di quanto da sempre le associazioni e gli enti non profit fanno in Lombardia e il punto di partenza per un cammino comune di riforma.

In questo periodo di crisi la solidarietà assume

un’importanza sempre maggiore. Esistono iniziative nate per fronteggiare le difficoltà che stiamo viven-do? Come sostenere in modo ancora più incisivo tali iniziative divenute ormai essenziali per le nostre co-munità?

Regione Lombardia ormai da anni ha messo in campo normative per sostenere e accompagnare le realtà del Terzo settore, basta pensare alle numerose iniziative nate e proseguite in questi ultimi 13 anni grazie al bando della Legge Famiglia. Nell’attuale le-gislatura abbiamo avviato una profonda riforma del-le linee guida del Terzo Settore facendo in modo che si realizzi una ancora più stretta collaborazione tra privati e organizzazioni non profit così da superare l’esiguità delle risorse. Il provvedimento, inoltre, re-alizza una semplificazione e informatizzazione delle procedure e istituisce un osservatorio che monitori i rapporti di collaborazione tra Enti non profit e Pubblica Amministrazione con l’individuazione del-le esperienze più innovative e replicabili come best practice. L’obiettivo è quello di introdurre il concet-to di “sussidiarietà circolare”: il mondo del profit e del non profit alleati con la Pubblica Amministrazio-ne per rispondere ai bisogni delle persone e delle famiglie in un momento di grave crisi. Con questa riforma siamo stati in grado di acquisire e valorizzare risorse e capacità progettuali del non profit e met-terle in sinergia con le disponibilità di società profit in modo da operare con ancor maggiore efficacia superando le criticità determinate dalla ristrettezza delle risorse.

Carlotta Borghesi

L’intervista: parla l’assessore regionale alla Famiglia, Conciliazione e Solidarietà Sociale

Imprese cooperative ed economia sociale:

intervista a Giuseppe Guerini

Le foto di associazioni e volontari premiati dalla prima edizione nel

2003 fino a quella del 2011.

Il presidente di Federsolidarietà spiega come il terzo settore può dare

nuovo slancio alla crescita.

alle pagine II e III

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Giulio Boscagli

SEGUE A PAGINA 4

PREMIO COSTRUIAMO IL FUTUROsi ringraziano

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Costruiamo il Futuro

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II Costruiamo il Futuro Magazine - Maggio 2012

10 anni di Premio Costruiamo il Futuro20

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SPECIALE NON PROFIT

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Costruiamo il Futuro Magazine - Maggio 2012

10 anni di Premio Costruiamo il FuturoIII

2004

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2009

2011

SPECIALE NON PROFIT

Page 4: Magazine Costruiamo il Futuro maggio 2012

IV Costruiamo il Futuro Magazine - Maggio 2012

Imprese cooperative ed economia sociale: intervista a Giuseppe Guerini

“Occorre un nuovo modello che metta al centro la persona”Il presidente di Federsolidarietà spiega come il terzo settore può dare nuovo slancio alla crescita.

Giuseppe Guerini è presidente di Federsolidarietà, l’organizzazione di rappresentanza politico-sindacale delle cooperative sociali e delle imprese sociali ade-renti a Confcooperative. Con un sistema diffuso su tutto il territorio nazionale Federsolidarietà associa più di 5.700 tra imprese e cooperative sociali in Italia. È una realtà di fondamentale importanza, anche dal punto di vista prettamente economico. Per quanto ri-guarda l’aspetto sociale non esageriamo affermando che tiene in piedi il paese. Eppure questo valore rima-ne sommerso e l’immagine del terzo settore è sempre quella di chi chiede la carità. Ma la crisi genera delle esigenze sociali che solo un’attenzione al valore della persona e della relazione può colmare.

Come i vostri aderenti stanno vivendo il momento di crisi attuale? Quali sono le difficoltà e le opportuni-tà, se ci sono, che si trovano di fronte?

Cominciamo con le opportunità: io credo che in questo momento il grande bisogno che c’è di inve-stire sulla relazione, sulla vicinanza tra le persone e sulla solidarietà sia, per tutte le imprese che fanno del capitale umano e sociale un elemento di forza, una grande occasione per provare a disegnare una prospettiva nuova per l’economia e per la tenuta di un patto sociale di fondo che garantisca la coesione sociale. Occorre capire se un modello che mette al centro il valore della persona, ma anche una dimen-sione di scambio, di maggiore sussidiarietà, possa dare linfa nuova.

Quindi è un momento paradossalmente positivo?Non positivo in maniera scioccamente ottimistica,

ma positivo nel senso che c’è molto da fare e molto da costruire. Questo non significa che non ci siano delle difficoltà, ma all’interno di questi problemi noi possiamo cercare di valorizzare l’esperienza che ab-biamo.

Torniamo alle difficoltà.Sul piano delle politiche la prima criticità consiste

nel fatto che noi vediamo un governo autorevole, fat-to da persone competenti, ma che non si accorgono del valore del terzo settore e dell’economia sociale.

Queste tematiche invece sono centrali in Europa. La commissione europea ha avviato diverse iniziative sul tema dell’economia sociale, e spesso ne parla nei suoi programmi. Michel Barnier, commissario al mer-cato interno, introduce nel suo programma per lo

sviluppo del mercato europeo l’economia sociale e la coesione inidviduati come motori di sviluppo e chia-vi utili per la crescita. Da noi invece si chiude anche l’agenzia per il terzo settore. Economia sociale e im-prese cooperative sono addirittura temi di cui hanno discusso i candidati alle elezioni in Francia. Mentre il nostro governo non ne parla neanche. Non va dimen-ticato tra l’altro che l’Italia è la culla dell’economia so-ciale. Noi ne facciamo risalire la nascita all’esperienza francescana. La stessa legislatura in materia è all’avan-guardia. Eppure questo governo non se ne accorge. Tuttavia va dato atto e va riconosciuto il valore della stabilizzazione del 5 per mille arrivata per azione della politica ed in particolare dell’Intergruppo della sussi-diarietà che si è molto speso da questo punto di vista, mostrando come una buona politica può dare buoni risultati.

Che significato ha per il mondo cooperativo questa normativa?

È molto importante dal punto di vista sociale, non tanto dal punto di vista economico, in questo senso è molto più utile alle grandi organizzazioni di volon-tariato. Per noi è significativo per il legame tra una cooperativa e la comunità in cui lavora. Ci sono alcu-ne piccole realtà cooperative che raccolgono con il 5 per mille cifre in proporzione alla loro dimensione molto importanti. È un elemento capace di recupe-rare quello che si era perso nel rapporto con lo stato, istituendo immediatamente un collegamento diretto tra le imposte che pago e quello che viene fatto da un’organizzazione che si occupa dei problemi della mia comunità. È uno stimolo a pagare le tasse perché è più facile coglierne il senso.

Quali sono quindi gli interventi che chiedete al go-verno?

La più grande difficoltà che hanno le nostre co-operative in questo momento è data dal ritardo dei pagamenti delle pubbliche amministrazioni.

Noi ci auguriamo che le risorse stanziate per far fronte al problema arrivino velocemente.

Inoltre c’è bisogno di lavorare su tante cose: come valorizzare la sussidiarietà, come liberare risorse per le famiglie, che è un tema a noi molto caro e potrebbe essere un volano per l’economia. Facciamo un esem-pio: l’emersione di tutto il lavoro sommerso dell’assi-stenza, si pensi alle badanti ma anche a tanto lavoro sommerso che c’è in campo educativo e assistenziale per i minori. Il problema è che le regole del mondo del lavoro di oggi alimentano il mercato nero. Oc-corrono coraggio e buona volontà da parte di tutti, non è solo responsabilità della politica, ma di tutte le parti in causa, per mettere da parte alcuni limiti ide-ologici e alcune paure. Non possiamo immaginarci di regolarizzare le badanti con i contratti tradizionali. Anche la riforma del lavoro rischia di essere un’occa-sione persa. È come se ci fossero solo il lavoro stabile nella pubblica amministrazione e quello nella gran-de azienda. In realtà sono due fenomeni che hanno numeri importanti ma che sono minoritari in Italia, dove la maggior parte sono piccole imprese e tantissi-me sono le persone che si muovono intorno all’area dei servizi alla famiglia, dell’assistenza. Per questo noi ci chiediamo se questo governo si è accorto che esiste il mondo del terzo settore, che non è solo quello che viene a fare la questua, e gli si concede qualcosa in modo caritatevole, ma che le nostre imprese sono dei piccoli motori dell’economia.

Anche perché i dati indicano la vostra occupazione in aumento.

I dati di Unioncamere dicono che 25.000 impre-se hanno chiuso nel primo trimestre del 2012. Nello stesso periodo si registra un saldo attivi di 1000 coope-rative nei registri delle imprese . Stiamo riuscendo a tenere l’occupazione, anzi ad aumentarla. E ci tengo a sottolineare che si tratta di un’occupazione per certi versi pregiata perché la maggior parte sono donne, tanti sono giovani e numerosi sono i casi di soggetti svantaggiati, quindi svolgiamo anche una funzione di tenuta sociale all’interno del paese.

Carlotta Borghesi

(...) sul territorio, rispondevano in maniera efficace ai bisogni dei cit-tadini. Cioè svolgevano a tutti gli ef-fetti un servizio pubblico. Per questo era fondamentale che fossero i citta-dini stessi a decidere se e come de-stinare parte delle loro tasse a questa fitta rete di welfare. Libertà e merito erano le nostre parole d’ordine.Certo, magari il 5 per mille era solo una goccia nel mare, ma quel pri-mo passo rappresentava per noi una vera e propria rivoluzione culturale che andava portata avanti e difesa. Ed è quello che ho fatto assieme, tra gli altri, ai colleghi Luigi Casero, Ugo Sposetti, Vannino Chiti, Ermete Realacci, Maurizio Gasparri, Enrico Letta. Senza arrenderci, anche quan-do i tentativi di cancellare ogni cosa, di ripristinare vecchie logiche stata-liste si sono fatti più insistenti. Oggi i risultati sono davanti agli occhi di tutti. In questi anni sono stati distri-buiti sul territorio oltre 2 miliardi di euro e sono oltre 16 milioni i contri-buenti che annualmente indicano in sede di dichiarazione dei redditi la loro preferenza. E lo fanno indi-cando, nella maggior parte dei casi, opere che conoscono direttamente.Insomma il 5 per mille è stato e continua ad essere uno straordina-rio successo. Ed ora quello che nel 2005 era un semplice augurio, quasi un’utopia, potrebbe finalmente di-ventare una realtà. Il governo Monti ha infatti deciso di stabilizzare il 5 per mille attraverso la delega fiscale. Un gesto che è il frutto del dialogo che l’Intergruppo ha portato avanti in questi mesi con il presidente del Consiglio che non possiamo che rin-graziare per l’attenzione e la dispo-nibilità mostrata.Insomma a fine anno, conclusi spe-riamo senza intoppi tutti i passaggi legislativi, il 5 per mille dovrebbe essere finalmente riconosciuto in modo definitivo come un pilastro del sistema fiscale italiano. Un se-gnale importantissimo, soprattut-to in questo momento difficile per il Paese. Perché siamo e restiamo convinti che la strada per uscire dal-la crisi passi attraverso la valorizza-zione delle risorse umane, anche e soprattutto di quelle che possono sostenere chi in questo momento è rimasto indietro e fatica a riprende-re il cammino.

Maurizio Lupi

SEGUE DALLA PRIMA

Case History: come le associazioni usano il 5 per mille

Offrire ai giovani, attraverso il lavoro e lo studio, la strada per sco-prire che la vita ha un senso e che la realtà è una possibilità positiva. È questo lo scopo per cui è nata l’Associazione In-Presa di Emilia Ver-gani di Carate Brianza, la cui attività riguarda la formazione professio-nale, l’inserimento lavorativo, l’orientamento, il sostegno scolastico e l’aggregazione per giovani in età di obbligo formativo.

Un compito impegnativo, che richiede un grande sforzo di risorse umane ed economiche; per questo l’introduzione del 5 per mille non può che essere linfa vitale per questa realtà.

Durante i mesi di marzo e di aprile varie sono state le iniziative poste in essere, per sensibilizzare la popolazione di Carate e di tutta la Brianza sulla possibilità di devolvere a In-Presa il proprio 5 per mille. Gli alunni si sono impegnati personalmente a sensibilizzare gli abi-tanti distribuendo una lettera alle persone che incontravano, nei bar o presso gli esercizi commerciali. “E’ stato un pomeriggio diverso dai soliti perché abbiamo potuto parlare con le persone e raccontare di noi!” hanno affermato i ragazzi. Sabato 31 marzo è stato organizzato un Happy Hour per far conoscere le strutture del Centro, evento al quale hanno partecipato un centinaio di persone. Alcuni alunni han-no accolto ed accompagnato i visitatori nei vari ambienti, altri hanno preparato e servito stuzzichini di vario genere. Nel salone della scuola due ragazzi del corso triennale per operatori della ristorazione hanno raccontato la loro esperienza di accoglienza e di apprendimento.

“Il valore del sostenere quest’opera è che qui è vivente il metodo della carità”, ha detto Francesca Cesana, presidente dell’Associazio-ne “Il lavoro è tutto teso all’affermazione delle persone che vengono ad In-Presa, perché ognuno possa trovare e percorrere la sua strada nella vita”.

Davide BartesaghiAmministratore Delegato di In-Presa

Per La Nostra Famiglia il 5 per mille è una fonte importante di sostegno alle attività riabilitative, di cura e di ricerca, ma è in qualche modo anche un’occasione per misurare il gradimento delle nostre attività rivolte a bam-bini, a ragazzi e alle loro famiglie. La firma dei cittadini per noi è anche un po’ un voto. Grazie ai fondi ottenuti attraverso il 5 per mille è stato possibile migliorare la dotazione dei centri di riabilitazione con nuovi ausili e nuove attrezzature per i minori con disabilità, compiere importanti lavori di ade-guamento strutturale e arredare i nuovi spazi e acquistare alcuni automezzi attrezzati. In questi anni abbiamo anche finanziato diversi progetti di ricerca sull’autismo, su sindromi rare e nel campo dei traumi e delle cerebrolesioni acquisite. La stabilizzazione del 5 per mille permetterà alle organizzazioni di poter programmare meglio le proprie attività di comunicazione oltre a poter pianificare la destinazione delle risorse che saranno prodotte dalle scelte dei cittadini. Ora che è stata ottenuta la stabilizzazione occorre però che vi sia maggiore celerità da parte dell’Agenzia delle Entrate nel comunicare il numero delle scelte e le risorse che queste ultime hanno generato. E’ utile conoscere questi dati prima di intraprendere nuove attività di comunica-zione per la successiva annualità. Ovviamente analoga tempestività dovrà essere data nell’erogazione dei fondi. C’è poi un’ulteriore richiesta a cui le Istituzioni dovrebbero far fronte: fornire i nominativi delle persone che hanno scelto di donare il 5 per mille in modo che le associazioni possano informarli della destinazione della loro quota di imposta destinata con il 5 per mille. Sarebbe un’operazione di trasparenza e di miglioramento del rapporto tra donatore\contribuente e realtà no profit. Per quanto riguarda la destinazione delle risorse occorre premettere che la nostra associazione è presente sia nell’elenco delle organizzazioni onlus che negli enti della ricerca sanitaria in quanto Istituto di Ricerca e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS).

I contribuenti possono così optare per una delle due possibilità.Giovanni Barbesino

Responsabile Comunicazione e Raccolta Fondi

Giuseppe Guerini

FONDAZIONE COSTRUIAMO IL FUTURO

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SPECIALE NON PROFIT

Associazione In-Presa di Carate Brianza5 per mille: un’occasione per parlare di noi

La Nostra Famiglia di Bosisio PariniLa firma dei cittadini è come un voto

Una concezione sussidiaria del fisco