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LUIGI PIRANDELLO

Luigi pirandello · 2018. 4. 2. · LUIGI PIRANDELLO-PRINCIPALI DATI BIOGRAFICI 1867 •Pirandello nasce a Girgenti, l’attuale Agrigento, in Sicilia, da una famiglia di ricchi proprietari

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  • LUIGI PIRANDELLO

  • IL CONTESTO STORICO-CULTURALE: LA

    CRISI DELLE CERTEZZE

    Siamo all’inizio del ‘900, un secolo che si apre con

    una serie di eventi e scoperte che mettono in crisi

    le certezze acquisite a fine ‘800 con il Positivismo

    e la II Rivoluzione Industriale: gli uomini

    sperimentano sulla propria pelle che le scoperte

    scientifiche e tecnologiche non erano state usate

    per migliorare la vita dell’uomo, ma per

    distruggerla. Si pensi alla Prima Guerra

    mondiale.

  • La crisi delle certezze è determinata anche

    dall’attività di due scienziati, che operano proprio

    a inizio ‘900:

    IL CONTESTO STORICO-CULTURALE: LA

    CRISI DELLE CERTEZZE

    Teoria della relatività.

    Lo spazio e il tempo sono grandezze relative.

    Albert Einstein

    Scoperta dell’inconscio.

    È la parte oscura e inaccessibile della personalità umana, una parte capace di condizionare le azioni umane senza che gli uomini riescano a controllarla con un atto di volontà.

    Sigmund Freud

  • In un mondo dominato dalla

    relatività e dalla mancanza di

    certezze scientifiche, anche

    la letteratura tende a modificarsi.

    Gli autori fanno emergere nelle

    proprie opere tutte le incertezze tipiche

    di questa epoca.

    I personaggi dei romanzi scritti in

    questo periodo sono uomini molto

    diversi dai personaggi della

    letteratura precedente: non

    sono più eroi, ma uomini pieni di

    contraddizioni e, perciò,

    estremamente veri.

    IL CONTESTO STORICO-CULTURALE: LA

    CRISI DELLE CERTEZZE

  • Tra gli autori più importanti di questa fase

    ricordiamo soprattutto:

    IL CONTESTO STORICO-CULTURALE: LA

    CRISI DELLE CERTEZZE

    ITALO SVEVOLUIGI

    PIRANDELLO

  • LUIGI PIRANDELLO - PRINCIPALI DATI BIOGRAFICI

    1867

    • Pirandello nasce a Girgenti, l’attuale Agrigento, in Sicilia, da una famiglia di ricchi proprietari.

    1891-1894

    • Pirandello si laurea a Bonn, dopo aver studiato prima a Palermo, poi a Roma. Si stabilisce a Roma e si sposa con Maria Antonietta Portulano.

    1903

    •La famiglia di Pirandello subisce un grave dissesto finanziario in seguito all’allagamento di una miniera che possedeva. La notizia provocò un crollo nervoso della moglie, già ossessionata da una gelosia patologica. La convivenza con la moglie costituì per Pirandello un tormento continuo che, secondo molti, può essere visto come l’inizio della sua visione del matrimonio come ‘trappola’ che imprigiona e soffoca l’uomo.

  • 1904• Pirandello pubblica il suo romanzo più celebre,

    IL FU MATTIA PASCAL.

    1915

    • Pirandello comincia a dedicarsi al teatro, per il quale scriverà per il resto della vita. Il successo internazionale arriverà nel 1921 con ‘Sei personaggi in cerca d’autore’.

    1934• Pirandello vince il Premio Nobel per la

    letteratura.

  • IL PENSIERO

    L’umorismo

    La trappola

    La maschera

  • L’UMORISMO

    L’umorismo è un testo scritto nel 1908, nel quale

    Pirandello espone alcuni punti essenziali della

    sua poetica. In particolare egli spiega, attraverso

    un esempio, la differenza tra ‘comico’ ed

    ‘umoristico’.

    COMICO UMORISTICO

  • L’UMORISMO

    Vedo una vecchia signora, coi capelli ritinti, tutti unti non si sadi quale orribile manteca, e poi tutta goffamente imbellettata eparata d’abiti giovanili. Mi metto a ridere. Avverto che quellavecchia signora è il contrario di ciò che una vecchia rispettabilesignora dovrebbe essere. Posso così, a prima giunta esuperficialmente, arrestarmi a questa impressione comica. Ilcomico è appunto un avvertimento del contrario. Ma se orainterviene in me la riflessione, e mi suggerisce che quellavecchia signora non prova forse nessun piacere a pararsi cosìcome un pappagallo, ma che forse ne soffre e lo fa soltantoperché pietosamente s’inganna che parata così, nascondendocosì le rughe e la canizie, riesca a trattenere a sé l’amore delmarito molto più giovane di lei, ecco che io non posso piùriderne come prima, perché appunto la riflessione, lavorando inme, mi ha fatto andar oltre a quel primo avvertimento, opiuttosto, più addentro: da quel primo avvertimento delcontrario mi ha fatto passare a questo sentimento delcontrario. Ed è tutta qui la differenza tra il comico el’umoristico”.

  • L’UMORISMO

    • Se io vedo una vecchia signora vestita e truccata in maniera non adatta alla sua età, avverto che lei è il contrario di ciò che una vecchia signora dovrebbe essere.

    • Questo avvertimento è il comico, che suscita in me la risata.

    L’avvertimento del contrario

    • Se però rifletto, capisco che quella signora soffre a mostrarsi così e lo fa solo per trattenere l’amore del marito più giovane.

    • La riflessione mi fa passare dal comico all’umoristico, cioè il sentimento del contrario, che suscita un riso amaro.

    Il sentimento del contrario

    • Tutte le opere di Pirandello si basano su questo elemento, cioè la capacità di vedere la realtà da diverse prospettive.

    • Nei suoi testi tragico e comico, riso e serietà si mescolano continuamente, per far emergere le continue contraddizioni che caratterizzano il mondo e i rapporti umani.

    L’umorismo

  • LA MASCHERA

    Il concetto di ‘maschera’, centrale nelle opere di Pirandello, nasce da una convinzione essenziale: la vita è un movimento incessante di trasformazione, per cui niente e nessuno è lo stesso di ciò che era un attimo prima.

    Anche l’uomo fa parte di questo continuo processo di trasformazione, però, per affermare la propria identità nel mondo, tende a fissarsi in una personalità che crede coerente ed unica: LA MASCHERA.

    In realtà però, la convinzione di possedere una sola personalità è un’illusione, poiché noi ci trasformiamo continuamente con la vita.

  • LA MASCHERA

    L’uomo, perciò, si fissa in quella maschera, credendo di essere in quel modo anche agli occhi degli altri.

    Il problema è che, oltre alla maschera che egli stesso si è dato, ha anche le maschere che gli altri intorno a lui gli attribuiscono.

    Questo perché ognuno interpreta la realtà secondo il proprio soggettivo punto di vista. Non esistono verità assolute valide per tutti, ma tante verità quante sono le persone. L’uomo perciò entra in crisi, perché credeva di essere UNO, ma scopre di essere CENTOMILA per gli altri, perciò si sente NESSUNO.

  • LA MASCHERA

    L’unico strumento per togliere la maschera è l’umorismo, cioè la

    capacità di cogliere il sentimento del contrario, andando oltre l’apparenza.

    Quando i personaggi pirandelliani arrivano a comprendere il

    meccanismo della maschera, reagiscono in due modi:

    Con l’accettazione umoristica della

    maschera.

    Con la ‘filosofia del lontano’.

  • LA MASCHERA

    Il personaggio sta al gioco, accetta la maschera che gli è stata data e guarda gli altri con umorismo.

    Esempio: Chiarchiaro della novella “La patente”

    ACCETTAZIONE DELLA

    MASCHERA Il personaggio non accetta la maschera e reagisce con l’immaginazione e la follia.

    Esempio: VitangeloMoscarda del romanzo “Uno, nessuno e centomila”

    FILOSOFIA DEL LONTANO

  • LA TRAPPOLA

    Le maschere imposte all’uomo dagli altri sono

    percepite come trappole, un carcere nel quale

    l’individuo si agita tentando inutilmente di

    liberarsi. Due sono le realtà in cui la trappola si

    manifesta con più forza: la famiglia e il lavoro.

  • LA TRAPPOLA

    FAMIGLIA

    LAVORO

    Entrambe intrappolano l’uomo, perché gli impongono

    di interpretare un ruolo e non gli permettono di

    assecondare la continua trasformazione. Chi, per

    esempio, è stato sempre un bravo impiegato, non potrà mai sbagliare poiché tutti

    noteranno la differenza. E’ il caso della novella IL TRENO

    HA FISCHIATO.

  • LE OPERE

    Le opere di Pirandello si possono dividere in 3

    grandi gruppi.

    I romanzi

    Le opere teatrali

    Le novelle

  • LE NOVELLE

    Pirandello scrive novelle lungo tutta la sua vita. Le organizza poi nel 1922 in un’unica grande raccolta, Le

    Novelle per un anno.

    In base alla tematica e ai personaggi protagonisti, le novelle possono essere divise in 2 blocchi: le novelle

    ‘siciliane’ e le novelle ‘romane’.

    Nelle novelle romane si nota particolarmente la presenza delle due ‘trappole’ dell’uomo: i protagonisti, infatti, sono

    prigionieri di una famiglia soffocante e di un lavoro monotono e meccanico, che mortifica e fa intristire l’uomo.

    E’ il caso del protagonista della novella Il treno ha fischiato.

  • LE OPERE TEATRALI

    Pirandello comincia a scrivere testi teatrali dal

    1910, anche se il vero successo arriva a partire

    dal 1920.

    Uno dei testi teatrali più celebri è senza dubbio

    Sei personaggi in cerca d’autore, con cui egli

    rivoluziona le caratteristiche tipiche del teatro

    dell’epoca, facendosi conoscere anche all’estero.

  • I ROMANZI

    Pirandello ha scritto numerosi romanzi. I più celebri sono:

    “Il fu Mattia Pascal”

    “Uno, nessuno e centomila”

  • Il fu Mattia Pascal

    Novità assoluta nel panorama letterario

    dell’epoca.

    Narrazione in prima persona, quindi il punto di vista è quello del personaggio e non più quello

    del narratore esterno. Si tratta di un punto di vista inattendibile

    perché potrebbe raccontare i fatti come vuole.

    Nuova figura di protagonista: l’antieroe, il contrario dei

    personaggi dei romanzi dell’800. Mattia Pascal incarna la figura

    dell’inetto, colui che è incapace di vivere, non ha certezze, prende

    decisioni per poi pentirsene.

    Pubblicato nel 1904.

  • IL FU MATTIA PASCAL La trama in pochi cenni…

    Mattia Pascal è un giovane costretto a sopportare due trappole: un matrimonio

    senza amore e un lavoro da bibliotecario che non gli

    piace.

    Tutto cambia per un caso fortuito: in treno legge la

    notizia della sua morte. La moglie, infatti, lo riconosce

    nel cadavere di uno sconosciuto.

    Mattia si ritrova così, improvvisamente e

    inaspettatamente, libero dalle trappole.

    Commette però un errore: libero dalla vecchia maschera, non si

    accontenta di vivere libero nel continuo flusso di

    trasformazione della vita. Vuole crearsi una nuova

    identità.

    Si inventa perciò un nuovo nome, una nuova

    ‘maschera’, quella di Adriano Meis.

  • IL FU MATTIA PASCAL

    La nuova identità presenta tutti gli svantaggi della prima, ma ne ha anche

    altri.

    Adriano Meis, infatti, non esiste, quindi non può

    crearsi ‘legami’: si innamora di una ragazza,

    ma non può sposarla.

    Adriano / Mattia, dunque, non riesce a staccarsi dalle

    trappole, dall’avere un’identità valida.

    Stanco, finge il suicidio di Adriano Meis e torna a Miragno, il suo paese.

    Qui le cose sono molto cambiate: la moglie si è

    risposata, perciò lui diventa il ‘fu’ Mattia Pascal. C’è una

    ferita nel nome, che era il simbolo della sua identità e

    della sua persona.

  • IL FU MATTIA PASCAL

    • Uno degli elementi caratterizzanti di questo romanzo è il caso.

    • Per caso Mattia riesce a liberarsi dalla trappola, poiché per caso viene creduto morto.

    Il caso

    • Nel romanzo sono presenti i due elementi fondamentali della poetica pirandelliana.

    • Mattia è vittima di due trappole, la famiglia e il lavoro, ma anche della maschera, cioè dell’identità da cui non riesce veramente a staccarsi.

    Le trappole e la maschera • Nel romanzo è

    presente anche l’umorismo.

    • Una volta compreso il meccanismo della maschera, alla fine del romanzo Mattia Pascal accetta questo meccanismo con umorismo, guardando la vita che continua.

    L’umorismo