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LOOK BOOK 01 Paesi, città, chilometri, cultura, arte, persone, incontri e curiosità. COLLEZIONE ONE 01 2014 collezione mopbike.com

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Look Book Christiania - MOPBIKE.com Un viaggio in camper di quasi 5000 chilometri di cui 500 in bicicletta per vivere alcune città europee in piena libertà. Danimarca, Germania, Repubblica Ceca, Slovacchia e Austria. Be ECOlogic!

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LOOK BOOK 01Paesi, città, chilometri, cultura, arte, persone, incontri e curiosità.

COLLEZIONE ONE

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c o l l e z i o n e

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introduzione

La bicicletta...la mia passione

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introduzione

“Un viaggio in camper di quasi 5.000 chilometri di cui 500 in biciclettra poter vivere alcune città europee in piena libertà.Danimarca, Germania, RepubblicaCeca, Slovacchia e Austria.Be ECOlogic”

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premessa

Ho voluto scrivere questo diario per raccontare qualcosa del mio viaggio in camper-bicicletta. Ho

riportato i passaggi di cui sono riuscito a documentare qualcosa grazie ai percorsi, alle visite e agli incontri . Questo documento non ha nessuna valenza storica,

non vuole sostituirsi ai libri e il sottoscritto non è responsabile se sono stati riportati dati errati o

mendaci.....

vuole essere uno scritto che dipinge il mondo dal punto di vista di un amante della bicicletta e della vita

all’aria aperta.

Massimo Ottavio Pavan

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DANIMARCA

1. CopenaghenKØBENHAVN

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DANIMARCA

Copenaghen: una città a due ruote

Nella capitale danese è stata avviata la realizzazione di un sistema di 26 “maxi piste ciclabili” che dovranno connettere comodamente il centro cittadino con tutti i quartieri decentrati, con l’obiettivo di ridurre drasticamente il bisogno di una mobilità veicolare in qualche modo inquinante. Ciò nell’ottica del progetto di arrivare a essere una città “neutrale” in tema di emissioni di CO2.

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COPENAGHEN

Copenaghen, che in danese significa Porto dei Mercanti, da piccolo villaggio di pescatori e centro portuale dell’era vichinga, oggi è la capitale della Danimarca con oltre un milione di abitanti e punto di riferimento per l’intera Scandinavia.Copenhagen mantiene ancora molto del suo antico fascino e le sue dimensioni compatte la rendono ideale per essere visitata in bicicletta, ma attenzione agli indigeni.

“Visitare la città in bicicletta da turista non è sempre semplice; i cittadini, oserei quasi dire i ciclisti, hanno andature medie di tutto rispetto, d’altro canto loro usano la bicicletta come principale mezzo urbano. Esiste un codice stradale che può aiutare a non farvi investire o tamponare un locale ciclomobilista; Mano sinistra esposta con un ra-pido movimento verso l’esterno significa che il biker ha intenzione di svoltare a sinistra, la stessa cosa vale per la mano destra. Braccio predominante (dipende se uno è mancino…) alzato al cielo rappresenta lo stop, avrà intenzione quindi di fermare la corsa. Attenzione però che i movimeneti sono molto rapidi ed è facile non vederli.”

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DANIMARCA

Copenaghen: il ponte ciclabile ad alta velocità

Non esiste strada a Copenhagen cui non vi sia corsia preferenziale per le biciclette. Costeggiano i marciapiedi e hanno semafori a loro dedicati.

Biciclette ovunque lungo le strade, parcheggiate ad ogni angolo e stazioni di servizio per le due ruote a disposizione per tutti.

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COPENAGHEN

Sono soltanto 230 metri di ciclabile, eppure la nuova Cykelslangen di Copenhagen è riuscita a salire alle cronache internazionali. Le ragioni di tanto interesse sono molteplici, a cominciare dall’aspetto architettonico pensato dallo studio Dissing+Weitling che ha progettato la sopraelevata dall’andamento sinuoso che attraversa la zona portuale della Capitale danese. Più pratiche le ragioni che hanno indotto l’amministrazione della località nordica a commissionare il lavoro: rendere più sicura la zona dividendo i percorsi di pedoni e ciclisti, con i primi che possono passeggiare in tranquillità sulle banchine e i secondi che possono pedalare in sicurezza godendosi la vista dal nuovo

ponte. Un’opera resa necessaria dall’incremento del “traffico” nell’area che ha portato il transito quotidiano di ciclisti a superare quota 12.500 e quello di pedoni a crescere in modo esponenziale per raggiungere il quartiere di tendenza Vesterbro, la zona “in” Islands Brygge o il Mercato del Pesce.

“Il nuovo ponte ciclabile di color arancio e con le righe di mezzeria bianche mi ha ricondotto subito a una sorta di pista, non a caso proprio in questo tratto le velocità medie dei danesi si elevano e il disappunto nei confronti della mia velocità a volte era palese.”

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DANIMARCA

Copenaghen: un’altra “Copenaghen” chiamata Christiania

Pedersen vende modelli molto strani ma tutti estremamente comodi e maneggevoli, richiesti anche oltreoceano. Possedere una di queste bici è quasi un privilegio a Copenaghen, sia per il prezzo, sia per la limitata produzione. Tra le più apprezzate c’è la versione familiare: una bicicletta con un contenitore davanti capace di accomodare bambini, animali e capienti buste della spesa. Insomma una bicicletta tuttofare, diffusissima in città.

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COPENAGHEN

Christiania, nota anche come Città Libera di Christania è un quartiere autogestito di Copenaghen fondato nel 1971 da un gruppo di hippie. Si è costituito all’interno di una base navale dismessa occupando ex edifici militari all’epoca abbandonati. La legge danese in quest’area non entra ma il governo ora ha chiesto agli occupanti di riscattare l’area. Christiania vuole rappresentare l’ideale moderno dell’autogestione e anarchia e a sentire gli abitanti sembra che funzioni. Ci sono locali, bar, negozi (anche di biciclette), teatro, attività culturali, atelier, cinema e anche una radio.

Christiania è anche famosa per la legalizzazione delle droghe leggere; in questo “stato”, infatti, l’hashish viene venduto da chioschetti in ogni angolo e camminando nelle viuzze il profumo è inconfondibile; assolutamente vietata però la vendita e il consumo di droghe pesanti.

“E’ assolutamente vietato fare fotografie e quindi si consiglia di non entrare con la macchina fotografica e seguire le indicazioni dei cartelli Do’s and Don’t posti all’ingresso. Io non lo sapevo ma mi hanno detto che non scherzano! Inoltre è assolutamente vietato corre-re perchè crea panico a causa del passato in cui la polizia faceva delle incursioni per pestare la gente”

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DANIMARCA

Copenaghen: il Teatro dell’Opera

L’architetto Henning Larsen quando ha progettato l’opera aveva 81 anni.

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COPENAGHEN

Il Teatro dell’Opera di Copenaghen - inaugurato nel 2005 - è il teatro nazionale, tra i più moderni del mondo nonchè tra i più costosi mai costruiti; Cinquecento milioni di dollari e oltre 3 anni di lavori.

L’area in cui è stato eretto è minimale, contornata dai tipici edifici navali a mattoni e sembra quasi sia stato appoggiato con delicatezza sul molo.

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DANIMARCA

Copenaghen: il David di Michelangelo danese

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COPENAGHEN

Un pezzo d’ Italia invidiato dal mondo intero: il David di Michelangelo. Girando per le strade e i porticcioli di Copenaghen mi vedo apparire in lontananza una maestosa statua: sogno o son desto. Ed ecco che girovagando ho trovato una delle oltre venti riproduzioni sparse per il mondo. Ci sono copie disseminate un po’ ovunque. Firenze conserva però l’originale dal 1872 presso la Galleria dell’Accademia, anno in cui la scultura fu tolta dal basamento davanti Palazzo Vecchio a due passi dal Duomo.

Alto 4 metri e 10 centimetri, il David è considerato, quasi all’unanimità, la sintesi della perfezione e della bellezza.

Statisticamente la domanda più frequente che la gente si pone difronte al corpo scultoreo del David è: “come mai avrà il pene così piccolo?”La risposta ve la do la prossima volta.

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DANIMARCA

Copenaghen: la sirenetta delle fiabe

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COPENAGHEN

La Sirenetta è forse il simbolo della Danimarca o per lo meno di Copenaghen; resa famosa dalla fiaba di Andersen anche se prima è stata scritta la fiaba (1837) e poi la statua. Infatti, l’opera fu comissionata nel 1909 dal figlio del fondatore della Carlsberg innamoratosi dopo aver visto un’interpretazione musicale a teatro.Il simbolo di Copenaghen è stato vittima negli anni da diversi atti di vandalismo. Nel 1964 alcuni artisti segarono la testa, mai più ritrovata; nel 1984 fu la volta del braccio destro, riconsegnato due giorni dopo; nel 1990 un’altro atto che portò alla decisione di

rimpiazzarla con una nuova sirenetta. Nel 1998 fu decapitata nuovamente ma questa volta venne riconsegnata e riposizionata. Più volte imbrattata di vernice nel 2003 venne addirittura sradicata dal suo piedistallo di roccia.

“Effetto sfinge. La visione della statua per la prima volta mi ha fatto la stessa impressione della sfinge. Aspettativa disattesa per la posizione e dimensione. Comunque è sempre una bella sirena”

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DANIMARCA

Copenaghen: la Cittadella

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COPENAGHEN

Kastellet è la cittadella fortificata riedificata nel 1660 a causa dei gravi danni provocati dall’assedio svedese di Copenaghen. Ha una forma pentagonale molto precisa, attorniata da un fossato anch’esso stellare, da alberi di salici ed edifici ben ordinati dai caratteristici tetti rossi. Durante la Seconda Guerra Mondiale i Nazisti vi stabilirono il loro quartier generale; Oggi è sede dell’amministrazione del Dipartimento della Difesa e il suo parco pubblico che la circonda è uno dei luoghi preferiti dalla gente per andare a passeggiare o correre.

Al suo interno sono presenti vari edifici tra i quali la prigione, famosa per aver tenuto incarcerato per trentadue anni il pirata inglese John Norcross il quale aveva pianificato di rapire il giovane principe ereditario che sarebbe poi diventato re Cristiano VI.

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GERMANIA

2. AmburgoHAMBURG

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GERMANIA

Amburgo: Amburgo la città dei ponti

Amburgo è la città con più ponti al mondo - circa 2.300. La maggior parte di essi attraversa i numerosissimi canali (chiamati Fleete) che si diramano dai laghi artificiali Außenalster e Binnenalster.

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AMBURGO

nell’Unione Europea.Amburgo deve il suo nome al primo edificio permanente nella zona, un castello costruito a protezione di un battistero, a sua volta costruito nell’810 su ordine dell’imperatore Carlo Magno.Lo spirito fortemente marittimo che la contraddistingue continua a forgiarne l’evoluzione, visibile soprattutto nell’area della cosidetta Hafen City, il cantiere esistente più grande d’Europa.Durante la seconda guerra mondiale Amburgo fu sottoposta ad una serie di devastanti raid aerei. Le incursioni alleate mediante il maximum use of fire voluto da Churchill raggiunsero il culmine con gli attacchi su Dresda e Amburgo, che insieme a Tokyo e ai bombardamenti atomici rappresentano il più alto livello distruttivo mai sperimentato dalle armi.

È la seconda città più popolosa della Germania, dopo la capitale Berlino, ed è anche la città non-capitale più popolosa dell’Unione Europea. Il suo porto è il maggiore della Germania e il secondo

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GERMANIA

Amburgo: Hafen City

Questa gigantesca elica ricorda la petroliera ‘Maaskerk’ di fronte al Maritime Museum di Amburgo.La nave è stata costruita nel 1929 e ha navigato negli anni ‘50 (demolita nel 1953) per la VNS.

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HafenCity Hamburg è un progetto di urbanistica, dove i vecchi magazzini portuali di Amburgo sono stati sostituiti con uffici, hotel, negozi, edifici ufficiali, e zone residenziali. Quando sarà completamente sviluppato, sarà la patria di circa 12.000 persone e il luogo di lavoro di circa 40.000, per lo più in complessi di uffici.

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Amburgo: Der Spiegel

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AMBURGO

Der Spiegel in tedesco significa lo specchio e non a caso si chiama così il maggior settimanale tedesco famoso per il suo giornalismo investigativo. Der Spiegel è uscito con il primo numero nel 1947 e oggi vende una media di oltre un milione di copie alla settimana. La rivista è famosa per le sue denunce aggressive e forti nei confronti della mala gestione del governo e ricerca di scandali - facendo del giornalismo investigativo il suo cavallo di battaglia. Purtroppo, la rivista è anche riconosciuta per essere stata - troppe volte - palesemente anti-italiana attraverso sfottò pesanti: negli anni

‘70 rappresentava il nostro paese mettendo in copertina spaghetti e una p38, oggi considera Schettino il prototipo del modello culturale italiano. Non poche polemiche hanno alimentato questi atteggiamenti verso l’Italia.

Der Spiegel ha il record di essere stata la prima testata online; nel 1994 infatti è nato Der Spiegel Online lanciato un giorno prima del Time.

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Amburgo: la nuova via dello shopping

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AMBURGO

Una nuova via dello schopping vicino alla Piazza del Municipio Un investimento di 250 milioni di euro per rivalorizzare il palazzo storico sede di banche e vuoto da anni. E’ stato completamente svuotato, e la vista dei lavori è incredibile. Il progetto prevede un parcheggio pubblico sotterraneo di 5 piani, un’area commerciale e residenziale e un punto pedonale per unire le due parti del centro. Lo scopo è quello di migliorare e aumentare il flusso pedonale in questa zona.

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GERMANIA

3. BerlinoBERLIN

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GERMANIA

Il 4 novembre 1989, la piazza ospitò una folla di un milione di persone che dimostrando contro il regime della Germania est diede vita alla più grande manifestazione antigovernativa nella storia del Paese.

Berlin: Alexanderplatz

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BERLINO

In origine era un mercato di bestiame, ed era perciò denominata Ochsenplatz (“piazza dei buoi”); le fu dato nome Alexanderplatz in onore di una visita dell’Imperatore russo Alessandro I a Berlino il 25 ottobre 1805.La piazza divenne importante nel tardo XIX secolo con la costruzione di una stazione e dei mercati generali: Alexanderplatz divenne così una delle maggiori zone commerciali della città, e tale rimase fino al 1940-45, quando i bombardamenti la danneggiarono gravemente. La piazza è stata soggetta a numerosi riaggiustamenti nella sua storia; tra i più recenti, negli anni sessanta, fu allargata, in un’ottica di

riqualifica del centro urbano attuato dalla Repubblica Democratica Tedesca. La piazza ospita anche l’Hotel Park Inn, la struttura abitabile più alta della città, e l’Orologio del Tempo del mondo, una struttura che ruota continuamente mostrando l’ora nelle varie zone della Terra.A seguito della riunificazione tedesca, Alexanderplatz è stata gradualmente modificata, con il rinnovamento di molti degli edifici che la circondano. Nonostante la costruzione di linee di tram, ha mantenuto il suo carattere socialista, per la presenza della “Fontana dell’Amicizia tra i Popoli” (Brunnen der Völkerfreundschaft).

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GERMANIA

La zona pedonale lungo il fiu-me Sprea è un punto di incon-tro per i giovani berlinesi, una sorta di mini spiaggia. Ottimi momenti per l’aperitivo.

Berlin: l’Isola dei musei

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BERLINO

Il Monbijoubrücke conduce al quartiere Mitte e attraversa il fiume Sprea. L’attuale ponte è stato costruito nel 20esimo secolo con le due braccia a cavallo del fiume e si basa sulla sommità dell’Isola dei Musei.Durante la Seconda Guerra Mondiale la parte settentrionale è stata fatta saltare con la dinamite. Negli anni sostituita da un ponte in metallo provvisorio, con l’abbattimento del muro di Berlino, solo nel 2006 è avvenuta la definitiva ricostruizione e ristrutturazione. L’Isola dei musei, Museumsinsel, è la parte settentrionale dell’isola della Sprea, al centro di Berlino (quartiere Mitte). I musei dell’isola

furono costruiti nell’arco di un secolo (1822-1930), su un’area precedentemente paludosa, e parzialmente occupata da attività industriali e portuali.Per l’immensa importanza culturale ed artistica, l’Isola dei musei è stata dichiarata dall’UNESCO patrimonio dell’umanità, nel 1999.

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GERMANIA

Berlin: la Porta di Brandeburgo

La rete delle piste ciclabili è molto sviluppata. Solitamente queste occupano una fascia del marciapiedi, in genere su entrambi i lati della strada, segnalate dal colore rosso del-

le linee sul marciapiede. Esse si sviluppano tanto al centro quanto nelle zone boschive e periferiche, dato anche il dif-fusissimo uso della bicicletta come mezzo di locomozione,

spesso sostitutivo dell’auto-mobile. Le biciclette hanno inoltre accesso su tutti i mezzi pubblici cittadini, con una piccola maggiorazione sul biglietto o sull’abbonamento.

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BERLINO

Simbolo di Berlino universalmente riconosciuto, la Porta di Brandeburgo è stata costruita nel 1788 da Carl Gotthard Langhans, il quale si è ispirato al’Acropoli di Atene e ai suoi propilei, le colonne d’entrata.Durante la guerra fredda era circostanziata dal muro nella Berlino Est, diviso dal 1961 al 1989.Oggi si possono ancora vedere i segni del muro abbattuto appunto nel’89.

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GERMANIA

Berlin: in memoria alla Shoah

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BERLINO

2.711 stele di calcestruzzo grigio posizionate ad altezze diverse. Questo è il Memoriale dell’Olocausto situato nel quartiere Mitte di Berlino. L’opera, progettata da Peter Eisenman e Buro Happold, ha lo scopo di commemorare le vittime della Shoah. Con una superficie di 19.000 metri quadrati ricoperti da questi blocchi larghi ciascuno 2.375 m e alti 90 centimetri, l’impatto è forte. Le stele sono disposte in modo ortogonale l’un l’altra e ciò che varia è l’altezza da 0.2 a 4 metri in un piano variabile. Lo scopo del progettista è quella di disporre le stele in modo da disorientare, l’idea di creare un sistema ortogonale e teoricamente ordinato “deve far

perdere il contatto con la ragione umana in un’angosciante solitudine”.

“A volte questi blocchi di cemento monumentali sono usati da parte dei turisti come tavole e sedie per i loro banchetti....”

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GERMANIA

4. DresdaDRESDEN

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GERMANIA

Dresda: una città ricostruita

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DRESDA

Dresda (in tedesco Dresden, ascolta) è una città della Germania con mezzo milione di abitanti, capitale della Sassonia. Centro d’arte d’importanza internazionale, alcuni l’hanno definita la “Firenze sull’Elba”, il suo fiume.Dresda in epoca recente è stata famosa per due ragioni; per essere stata rasa al suolo durante la seconda guerra mondiale e successivamente ricostruita e per l’importanza - strategica ed economica - raggiunta durante il periodo delle due Germanie (1945-1990).La seconda guerra mondiale ha visto Dresda protagonista di uno dei più massicci bombardamenti aerei. Tra il 13 e 14 febbraio del ‘45

la Royal Air Force britannica e la United States Army Air Force statunitense, attaccarono la città tedesca radendo al suolo un’area di 15 chilometri quadrati

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GERMANIA

Dresda: una città ricostruita

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DRESDA

Furono distrutte 24.866 case del centro su un totale di 28.410, 14.000 case, 72 scuole, 22 ospedali, 19 chiese, 5 teatri, 50 edifici bancari e assicurativi, 31 magazzini, 31 alberghi, 62 edifici amministrativi, industrie, e altre costruzioni, tra cui il comando principale della Wehrmacht. Durante i bombardamenti perirono, secondo le stime più affidabili, fra 18.000 e 25.000 persone.

Nel periodo postbellico, Dresda è stata uno dei più importanti centri industriali della Repubblica Democratica Tedesca e interesse del KGB, stato esistito tra il 1945 ed il 1990, anno della riunificazione tedesca.

Dresda aveva un’area vicina al fiume Elba inserita tra i vari patrimoni dell’umanità dell’UNESCO. Nel 2009, in seguito alla costru-zione di un ponte a quattro corsie, il Waldschlösschen, le è stato tolta l’appartenenza all’United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization (UNESCO).

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Dresda: il museo Zwinger

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DRESDA

Lo Zwinger è uno dei principali monumenti di Dresda. Costruito agli inizi del 1700 per volere di Augusto II di Polonia, detto il Forte, è un complesso architettonico in stile barocco che incanta il visitatore al suo ingresso.Sorto su una preesistente fortezza medievale, dal quale ne prende il nome - Il termine “Zwinger”, significa all’incirca “fortificazione inframurale” (ovvero “fra le mura cittadine”) o “castello concentrico” - è un capolavoro barocco adibito in parte a museo; vittima anch’esso dal bombardamento alleato del ‘45 venne ricostruito negli anni ma anche lo Zwinger nel 2009 subì la decisione di depennare

Dresda dalla lista dell’Unesco a seguito della costruizione del nuovo ponte sull’Elba.

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GERMANIA

Dresda: l’Olivetti dell’Est

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DRESDA

La Robotron è stata la più grande azienda produttrice di elettronica della Germania dell’Est e si trovava a Dresda con più di 67.000 dipendenti. Produceva televisori, radio, macchine da scrivere, minicomputer, computer e grandi server, la maggiorparte dei quali esportati in Unione Sovietica.

Putin e la Robotron

(Il Corriere della Sera)“Mentre il Muro cadeva e la vita dei tedeschi dell’Est cambiava per sempre, Vladimir Putin era occupato notte e giorno a distruggere dossier, a cancellare le tracce di tutte le comunicazioni, a bruciare documenti nella sede del Kgb di Dresda. Il giovane colonnello si occupava di «spionaggio politico»: reclutare fonti, ottenere informazioni, analizzarle e trasmetterle a Mosca. A Dresda c’era un’importante fabbrica elettronica, la Robotron, e Putin teneva d’occhio gli

stranieri che andavano a visitarla. Si dice, ma lui non l’ha mai confermato, che poco prima della caduta del Muro, ebbe il compito di assoldare una rete di agenti che avrebbero dovuto fungere da quinta colonna dell’Urss nella Germania riunificata.”

(La Repubblica)“Di più, è stato lui a guidare sul campo il tentativo del Kgb di rubare all’ Occidente i segreti della rivoluzione informatica, attraverso i contatti fra gli scienziati della Robotron (la fabbrica di Dresda che riforniva di computer tutto il blocco sovietico) e giganti come

la Siemens e l’ Ibm. Alla fine degli Anni ‘ 80, i rapporti segreti diretti a Mosca concludevano che l’ impresa era impossibile, perché, al contrario dell’ atomica, l’ informatica era troppo variegata, dispersa, galoppante per essere catturata da una spia. Un rimpianto che Putin si porta ancora dietro.”

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GERMANIA

5. ChemnitzKamjenica

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GERMANIA

Chemnitz conserva ancora un’atmosfera tipicamente sovietica, al punto che alcune volte si dubita di essere ancora in Germania.

Chemnitz: un salto socialista

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CHEMNITZ

Chemnitz è una cittadina della Germania dell’Est con circa 250.000 abitanti. Dal 1953 al 1990 venne rinominata Karl-Marx-Stadt.Chemnitz è stata la culla dell’industrializzazione e oggi un importante centro culturale, economico e tecnologico ed è simbolo del modernismo. Molti giovani studiano all’università della tecnica.Chemnitz ha preso il premio come “History city of the Reunification”, dopo la caduta del muro di Berlino ha investito milioni di euro per ritrovare e ridare una sua identità slegata dall’aurea socialista sovietica che ha ereditato.

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GERMANIA

6. Zwickau

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L’Augusto Horch Museum, merita assolutamente una visita, anche per chi di motori non è proprio appassionato.

Zwickau: il genio dei 4 anelli

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ZWICKAU

Zwickau è una piccola città con 90.000 abitanti sconosciuta ai molti ma per il mio viaggio meta importante; nel 1904 un certo August Horch qui ha fondato la sua prima fabbrica di automobili con marchio Horch e cinque anni dopo divenne Audi. Ed ecco che il museo si trova proprio nella vecchia fabbrica dell’Audi dei primi ‘900 con tanto di ricostruzione del reparto produttivo e di assemblaggio, il primo distributore di benzina (Standard), l’ufficio di Horch e tanto altro. La cura, gli esemplari e le esposizioni sono davvero stupefacenti. Ah, non dimentichiamoci che c’è anche la mitica Trabant!

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REPUBBLICA CECA

5. LitomericeLitoměřice

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REPUBBLICA CECA

Litomerice: una città non per le biciclette

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LITOMERICE

Litoměřice è una città della Repubblica Ceca, capoluogo del distretto omonimo, nella regione di Ústí nad Labem ed è sede vescovile cattolica.La città è situata alla confluenza dei fiumi Elba - proveniente da Dresda - e Ohře, e proprio lungo uno di questi fiumi si trova l’area verde che ospita il campeggio dove ho dormito.LItoměřice è una delle città più belle della Repubblica Ceca. Il centro storico, fatto di vie e piazze, è colorato dalla varietà degli stili dei

palazzi e delle case: gotico, barocco e rinascimentale. Il centro storico è “protetto” ancor oggi da grand parte della fortificazione gotica conservata come allora.

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REPUBBLICA CECA

7. Terezin

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REPUBBLICA CECA

Terezin: una città fantasma

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Terezin

Terezin o più tristemente conosciuta con il nome tedesco di Theresienstadt è una cittadina a 60 chilometri a nord di Praga nata alla fine del XVII secolo come città-fortezza e sfruttata dai nazisti come campo di concentramento durante la secondo guerra mondiale.La città è costituita da due parti distinte: la “grande fortezza” e la “piccola fortezza”. Durante la grande guerra la piccola fortezza fu utilizzata come prigione; molte migliaia di deportati dalla Russia vi vennero rinchiusi dall’impero Austo-Ungarico. Ma è la grande fortezza a essere oggi un museo e testimonianza della follia nazista. La Gestapo, infatto, utilizzò l’area come campo di concentramento.

Questo campo di concentramento serviva da collettore per raccogliere e trasferire i prigionieri verso il campo di sterminio di Auschwitz. Tra il 1941 e 1945 transitarono 140.000 prigionieri di cui 33.000 perirono a Terezin causa le inumane condizioni. Circa 88.000 delle persone prigioniere furono deportate verso il campo di concentramento di Auschwitz ed altri campi di sterminio. Alla fine della guerra le persone sopravvissute furono 17.247.

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REPUBBLICA CECA

Terezin: una città fantasma

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Terezin

Terezin fu usata anche come mezzo di propaganda - falsa - da parte dei nazisti. A fronte delle pressanti richieste del governo danese, fu permesso alla croce rossa internazionale di visitare il campo al fine di smentire le voci relative ai campi di sterminio. In quel frangente vennere immediatamente deportati ad Auschwitz 7.500 ebrei giudicati “impresentabili”. Finti negozi e locali vennero eretti in modo da dimostrare la situazione di benessere degli ebrei di Theresienstadt. Le camere - solo quelle che ospitavano i danesi e fatte visitare - erano state riverniciate e gli occupanti non erano più di tre per stanza. Inoltre gli ospiti vennero deliziati da un concerto musicale ad opera dei

bambini del campo. La manipolazione e deformazione della realtà da parte dei tedeschi ebbe un tale successo da spingerli a girare un film propaganda a Theresienstadt nel 1944. Tutti i protagonisti del film, finite le riprese vennero deportati; Terezin: Un documentario sul reinsediamento degli ebrei

Oggi ormai ci vivono solo vecchi e non c’è un cambio generazionale. La sensazione che si prova ad attraversare quelle vie e l’unica piazza del ex-ghetto è di desolazione a aridità umana. Forse perché conosco la storia e non posso non ricostruirmi nella mente tutte quelle immagini viste e raccontate dai bambini come dagli adulti.

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SLOVACCHIA

6. BratislavaPozsony

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SLOVACCHIA

La salita al castello di Bratisalva senza cambio è ...una bella salita. Meglio fare una piccola pausa.

Bratislava: deve fare ancora strada

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BRATISLAVA

Bratislava, capitale della Slovacchia, ha una popolazione di circa 460.000 abitanti. Storia di divisioni: nel 1919 divenne parte della Cecoslovacchia. Nel 1938 venne dichiarata la Repubblica Slovacca e lei capitale. Nel 1945 ci fu la riunificazione e tornò la Cecoslovacchia, gli abitanti tedeschi di Bratislava espulsi e molti ungheresi evacuati in Ungheria. Nel 1968 la Cecoslovacchia divenne una federazione e Bratislava fu la capitale della Repubblica Socialista Slovacca. Nel 1993, dopo la scissione della Cecoslovacchia, il primo gennaio Bratislava divenne capitale della nuova Repubblica Slovacca.

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SLOVACCHIA

Bratislava: il Castello

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BRATISLAVA

Bratislava come ogni città che si rispetti ha un castello; costruitio nel 913 in cima di una collina rocciosa, ovviamente, domina con la sua posizione la città e il fiume Danubio che scorre poco lontano. Da qui, dicono, che nelle giornate terse si può raggiungere con lo sguardo Vienna. Le sue quattro torri sono il simbolo della città tanto da trovarle raffigurate anche nei centesimi di euro. Oggi il Castello è sede rappresentativa del Parlamento slovacco.

Dal castello si può scendere al quel che resta del quartiere ebraico, demolito quasi tutto per far spazio al Ponte Nuovo. Quel poco che rimane è però uno scorcio romantico e caratteristico.

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SLOVACCHIA

Bratislava: la parte storica

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BRATISLAVA

La Città Vecchia di Bratislava è un luogo incantevole; viuzze, vie, piazze e palazzi rinascimentali perfettamente conservati. Dopo il periodo grigio comunista l’area grazie a importanti restauri ha ripreso il suo splendore. Interamente pedonale, si raccoglire intorno alla Piazza Principale dove nei secoli si sono svolti mercati, rivolte ed esecuzioni. Ricca di locali, bar, caffè, ristoranti e negozietti, la “Staré Mesto” - città vecchia appunto - è il luogo di ritrovo per i turisti ma anche per giovani e anziani locali. Girovagando qua e la si trovano delle bizzarre statue di bronzo, diventate parte delle attrazioni della città.

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AUSTRIA

7. ViennaWien

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AUSTRIA

Vienna: dalla storia al lifestyle

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VIENNA

I caffè viennesi sono un’istituzione tipica di Vienna che nei secoli hanno avuto un ruolo di primo piano nella cultura viennese. Tale è l’importanza del Wiener Kaffeehaus che nel 2011 viene inserito come “patrimonio culturale immateriale” nell’inventario austriaco dell’ “Agenzia nazionale per il patrimonio culturale immateriale”, una parte di UNESCO. Il caffè viennese è descritto in questo inventario come un luogo “dove si consumano il tempo e lo spazio, ma solo il caffè compare sul conto”. La prima caffetteria di Vienna è stata aperta dal greco Johannes Theodat nel 1685. Scordatevi di prendere un caffè al volo: è tradizione in questi caffè fermarsi anche per ore a

leggere l’immancabile quotidiano magari accompagnato da una deliziosa fetta di torta. E’ un’abitudine che trova la sua origine ai tempi dell’industrializzazione: molti lavoratori dividevano il letto con altri (raramente nelle case, oltre alle camere, c’erano spazi di soggiorno) e questo era l’unico ambiente in cui poter stare da soli prima di andare a dormire. Una pratica dettata dalla necessità che si è trasformata ben presto in piacere.

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AUSTRIA

Vienna: fashion e d’intorni

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VIENNA

Pensare a Vienne significa correre dritti verso la storia, gli Asburgo, il Danubio, il patrimonio storico, artistico e alla tradizione. Ma oggi Wien è anche altro: un luogo di sperimentazione creativa, arte, moda, design. Vienna è una città giovane, alla moda e piena di proposte innovative.

E se parliamo di moda non possiamo evitare il nuovo Golden Quarter, uno dei quartieri più esclusivi della città per lo shopping di lusso.

11.500 metri quadrati compongono il “quartiere dorato” ben incastonato nell’ambiente storico viennese. Qui si possono trovare i migliori marchi della moda mondiale e sicuramente è attrazione per un certo tipo di turismo.

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AUSTRIA

Vienna: la biblioteca infinita

Il memoriale è una costruzione in acciaio e cemento con una base di 10 x 7 metri e un’altezza di 3,8 metri. Rappresenta una biblioteca i cui libri sono indicati sulla parte esterna, ma sono illeggibili. Gli scaffali del memoriale sembrano contenere infinite copie della stessa edizione, che si distinguono per il gran numero di vittime, così come il concetto degli ebrei come “Gente del Libro”.

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VIENNA

La Judenplatz, una vecchia piazza che si trova nel cuore del vecchio ghetto di Vienna, è considerata un luogo del ricordo unico nel suo genere. In questa piazza, infatti, si trovano il monumento commemorativo dell’artista inglese Rachel Whiteread, gli scavi che hanno portato alla luce una sinagoga medioevale ed il museo del giudaismo medioevale, riuniti in un’unica unità commemorativa. Sulle piastrelle incassate nel pavimento intorno al monumento commemorativo sono immortalati i nome delle località in cui persero la vita gli ebrei austriaci durante il dominio dei nazisti. Il memoriale ricorda i 65.000 ebrei austriaci uccisi. Originariamente programmato per

essere terminato il 9 novembre 1996, 58 ° anniversario della Notte dei Cristalli , il completamento è stato ritardato di quattro anni a causa di varie polemiche sia politiche ed estetiche, ma anche battute d’arresto a causa di preoccupazioni per gli scavi archeologici sotto il sito.

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AUSTRIA

Vienna: fine linea

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VIENNA

Il modo ideale e più comodo per scoprire Vienna è in sella a una bicicletta. I 1.200 km di piste ciclabili vengono sfruttati intensamente da cittadini e turisti, anche con city bike che possono essere noleggiate presso 110 stazioni... ma attenti alle multe in centro storico!!!

...

ne so qualcosa.

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EUROPA

PORDENONE (I)

Stroby (DK)

Copenaghen (DK)

Flensburg (D)

Amburgo (D)

Berlino (D)

Dresda (D)

Chemnitz (D)

Zwickau (D)

Litomerice (CZ)

Terezin (CZ)

Bratislava (SK)

Vienna (A)

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EUROPA

Spero che questo viaggio in sella alla mia bicicletta vi sia piaciuto e vi possa aver lasciato qualcosa come tanto ha dato a me.

Se avete domande, di qualsiasi genere, non esitate a contattarmi.

Massimo Ottavio [email protected]

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Copyright: Mopbike - Massimo Ottavio Pavan

Fotografia: Massimo Ottavio Pavan & C.

Source: Wikipedia, Massimo Ottavio Pavan

Stampato in Italia

Settembre 2014

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MOPBIKEVia Lino Zanussi

33170 PordenoneItalia

[email protected]/mopbike

instagram.com/mopbikeitaly

ColCristiania-012014-Ita