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LO SPAZIO NELLA SCULTURA E L’IDEALE NEL QUOTIDIANO DONATO DI NICCOLÒ DI BETTO BARDI DONATELLO

LO SPAZIO NELLA SCULTURA E L’IDEALE NEL QUOTIDIANO … · Con lui emerge un nuovo naturalismo, che coniuga alla statuaria dell’antica Roma una nuova concezione dello spazio prospettico,

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Page 1: LO SPAZIO NELLA SCULTURA E L’IDEALE NEL QUOTIDIANO … · Con lui emerge un nuovo naturalismo, che coniuga alla statuaria dell’antica Roma una nuova concezione dello spazio prospettico,

L O S PA Z I O N E L L A S C U LT U R A E L’ I D E A L E N E L Q U O T I D I A N O

D O N AT O D I N I C C O L Ò D I B E T T O B A R D I

D O N AT E L L O

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Conoscenze: Conoscere le opere di Donatello ABILITÀ Riconoscere le diverse componenti della scultura di Jacopo della Quercia. Individuare le diverse tecniche utilizzate Saper leggere le opere di Donatello individuando temi, tecniche e caratteri stilistici. Individuare le diverse tecniche utilizzate.

COMPETENZE Saper leggere le opere utilizzando la terminologia appropriata. Riconoscere e spiegare aspetti iconografici e simbolici. Riconoscere e analizzare i caratteri stilistici, le funzioni, i materiali e le tecniche utilizzate.

COMPETENZE SPECIFICHE Comprendere l’evoluzione della scultura di Donatello nelle diverse fasi della sua attività. Comprendere la valenza formale ed espressiva della tecnica dello stiacciato. Individuare gli aspetti prospettici delle opere di Donatello. Comprendere i caratteri dello stile di Donatello tra classicismo, realismo ed espressionismo drammatico.

OBIETTIVI MINIMI Riconoscere e saper descrivere almeno tre opere di Donatello. Riconoscere la tecnica dello stiacciato.

OPERA CHIAVE :

San Giorgio Banchetto di Erode David Monumento equestre al Gattamelata

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Con lui emerge un nuovo naturalismo, che coniuga alla statuaria dell’antica Roma una nuova concezione dello spazio prospettico, ma è l’impianto psicologico delle sue sculture che lo pone come visione anti-classica. Egli rende la sua opera piena di pathos, tensione drammatica interiore inquietudini, talvolta tragica e disperata a un senso della caducità del corpo umano e dell’esistenza. Donatello è un riferimento per l’arte occidentale perché a questi moti dell’anima, inserisce anche un’elemento erotico o di profondo eroismo che certamente lo allontanano dalla compostezza ed austerità dei modelli classici. E’ innovatore, E’ un viaggiatore, E’ il perno della cultura settentrionale e quella centrale, Inventa lo stiacciato.

Un bassorilievo realizzato con una tecnica che consente di sfruttare i riflessi di luce permessi da un rilievo dallo spessore bassissimo. Come Brunelleschi, Donatello si forma come orafo nella bottega del Ghilberti . E’ contemporaneo a COSIMO IL VECCHIO. Il suo esordio è con il DAVID una scultura elegantissima goticheggiante

Donatello (1386- 1466).

Il David marmoreo di Donatello è una scultura a tutto tondo della fase giovanile del grande artista. Risale al 1408-1409, è in marmo bianco e misura 191 cm di altezza, con una base di 57,5x32 cm. l David è a grandezza naturale è raffigurato come vittorioso, subito dopo la sconfitta del gigante Golia, la cui testa, con la pietra ancora conficcata al centro della fronte, si trova ai suoi piedi, e con la fionda appoggiata sulla chioma. Le braccia sono sproporzionatamente lunghe, ma sono presenti già elementi ripresi dal repertorio classico, come alcuni dettagli anatomici realistici: le mani, il torso, più evidenziato che nascosto dalla giubba, la testa, incoronata di amaranto (simbolo profano). L'espressione è vacua, ma la posa e l'atteggiamento sembrano esprimere la fierezza consapevole della propria elezione divina del personaggio. Lo spostamento del peso sulla gamba destra, con il busto in torsione verso il lato opposto, denota la volontà di creare un maggiore effetto dinamico, ma risente ancora di qualche incertezza. Questo schema venne poi portato a perfezione formale nel San Giorgio (1415-1417).

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SAN GIOVANNI EVANGELISTA

1409-1411

Donatello, nel suo evangelista reagì al manierismo tardo-gotico, non solo riallacciandosi alla nobile compostezza della statuaria antica ma ricercando brani di autentica umanità e verità. Il santo è rappresentato seduto, con il tipico attributo del libro tenuto in piedi su una gamba dalla mano sinistra. Il panneggio crea forti effetti di chiaroscuro, con ampie pieghe, soprattutto nella parte inferiore, che accrescono il senso del volume delle membra sottostanti, senza nasconderle e senza lesinare su giochi lineari tardogotici. Le spalle sono curve, le braccia sono abbandonate e inerti, il busto è semplificato geometricamente secondo una calotta semicircolare. Grande risalto è dato alle potenti mani, scolpite basandosi su un accurato studio dal vero. La testa, barbuta e con una folta capigliatura ricciuta, scatta verso destra con uno sguardo fisso e intenso, creando un senso di energia trattenuta tipico delle migliori opere di Donatello, come il San Marco e il San Giorgio, scolpite proprio in quegli anni. Le folte sopracciglia sono lievemente aggrottate e l'espressione contratta e concentrata è sottolineata anche dalla profonda ruga orizzontale sulla fronte e dalla bocca serrata, in uno schema forse ispirato da una testa di Giove Capitolino.

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CantoriaL A C A N T O R I A

P E R L A C AT T E D R A L E D I S A N TA M A R I A D E L F I O R E

La Cantoria, realizzata tra il 1433 e il 1439 per i coristi della Cattedrale di Santa Maria del Fiore, reca traccia di un nuovo viaggio a Roma.

Si tratta di un’imponente balconata marmo sulla quale si disponevano i coristi per accompagnare le celebrazioni liturgiche. La Cantoria di Donatello è gemella di quella alla quale Luca Della Robbia stava lavorando già da un paio d’anni e che era collocata nella parete di fronte . Il tema di entrambe le opere è il gioioso Salmo 150, nel quale tutti sono invitati a lodare Dio con canti, musiche e danze. L’impostazione che l’artista conferisce alla propria opera è assolutamente innovativa, anche se la struttura, sorretta da cinque ornatissimi mensoloni di gusto classicheggiante, riprende per forma e dimensioni quella del Della Robbia. Nella balaustra, però, pur partendo egualmente da uno spunto di derivazione classica (il fregio continuo di età ellenistica), Donatello inventa uno spazio prospettico nuovo entro il quale far muovere i vari personaggi. Tale spazio è delimitato anteriormente da un’agile serie di colonnette binate incrostate di mosaici policromi e, posteriormente, dal piano di fondo del bassorilievo, superiormente concavo e anch’esso variamente punteggiato di tesse-re policrome e dorate Entro questi due precisi limiti spaziali si svolge lo sfrenato corteo dei putti danzanti , la gioiosa vivacità dei quali non trova riscontro in nessun’altra rappresentazione scultorea precedente . La scena, alla cui realizzazione hanno contribuito – tranne che peri volti – anche vari aiuti del maestro, ha, nel suo complesso, poco di religioso e le ali, che dovrebbero qualificare i putti come esseri spirituali, sono bimbi festosi dal movimento convulso.

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S A N G I O R G I O

La statua è commissionata nel 1416 per il Tabernacolo esterno di Orsanmichele a Firenze.

San Giorgio è il protettore dell’Arte fiorentina dei Corazzai e degli Spadai.

• Il volto, sereno e consapevole, esprime fermezza morale.

• Le sopracciglia contratte e la fronte aggrottata rivelano un’inquietudine interiore.

• Il corpo è solido e le gambe divaricate danno stabilità alla figura.

• Il busto è leggermente ruotato rispetto all’asse centrale e la testa volge di lato.

• La postura è resa con grande naturalezza.

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Il monumento equestre al Gattamelata è una statua in bronzo di Donatello, situata in piazza del Santo a Padova. Eretta in onore del condottiero della repubblica veneta Erasmo da Narni, detto il Gattamelata, risale dal 1446 al 1453 e misura 340x390 cm, con lo zoccolo di base di 780x410 cm. Si tratta della prima statua equestre di grandi dimensioni fusa dai tempi dell'antichità ed una delle prime opere scultoree dell'epoca moderna svincolate da un'integrazione architettonica (come ad esempio il sottostare in una nicchia): l'opera si propone infatti come forma autonoma, che si rapporta nello spazio con il suo solo volume, senza altri limiti. Riferimento a Marco Aurelio

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La crudeltà e l’insensatezza umane sono nel cuore della

scena.

Erode si ritrae con le palme delle mani aperte in un gesto di orrore.

In primo piano, in ginocchio, il servo offre al sovrano la testa mozzata del Battista.

Tra il 1423 e il 1427 Donatello collabora al fonte battesimale del Duomo di Siena con una formella in bronzo dorato che raffigura il Banchetto di Erode.

I L B A N C H E T T O D I E R O D E

S u l l o s f o n d o s i svolge una scena lontana nello spazio e nel tempo.

Il succedersi degli archi in prospettiva e con rilievo sempre più basso conferisce notevole profondità.

I partecipanti al b a n c h e t t o i n d i e t r e g g i a n o lasciando un vuoto al centro.

È di forma quadrata, con il lato di 60 cm. Il rilievo è costruito con la tecnica dello stiacciato, eccetto le figure del proscenio, fuse ad altorilievo in modo da creare un più forte stacco con lo sfondo.

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Commissionata da Cosimo de’ Medici, la statua è il simbolo della potenza della famiglia fiorentina dei Medici.

Fusa a tutto tondo intorno al 1440, è la prima statua dopo un millennio a

raffigurare un nudo virile.

Motivi iconografici rari come il copricapo suggeriscono che si tratti di Ermes e Argo. La postura sbilanciata e innaturale riprende i

modi della statuaria di Policleto

Il volto appare pensoso e sembra osservare con distacco la testa mozzata del gigante.

La luce scivola dolcemente su un corpo adolescente e aggraziato.

D AV I D I L ( O M E R C U R I O ) È U N A S C U LT U R A I N B R O N Z O R E A L I Z Z ATA D A D O N AT E L L O A L L ' I N C I R C A N E L 1 4 4 0 . M I S U R A 1 5 8 C M P E R U N D I A M E T R O M A S S I M O D I 5 1 C M E D È C O N S E RVATA N E L M U S E O N A Z I O N A L E D E L B A R G E L L O A F I R E N Z E . O P E R A F O R S E P I Ù

C E L E B R E E A L T E M P O S T E S S O P I Ù AT I P I C A D E L L ' A RT I S TA , È E M B L E M AT I C A D E L L ' I N T E R O Q U AT T R O C E N T O I TA L I A N O , D E N S A D I S I G N I F I C AT I N O N T U T T I C O M P L E TA M E N T E S V E L AT I . D A I T E M P I D E L L ' A N T I C A R O M A È I L P R I M O R I L I E V O A T U T T O T O N D O D I U N

N U D O , I N T E S O C O M E O P E R A A S É S TA N T E , L I B E R A D A E L E M E N T I A R C H I T E T T O N I C I .

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Dal 1447 Donatello inizia a scolpire il grandioso Altare del Santo nella

Basilica di Sant’Antonio a Padova, oggi smembrato e in parte perduto

È la prima Sacra conversazione tridimensionale, realizzata con 29

elementi scultorei tra statue e bassorilievi in bronzo e in pietra

Le statue della Madonna in trono con il Bambino e sei santi, collocate entro

un’architettura colonnata, sono sistemate su un’alta predella decorata

con pannelli bronzei raffiguranti i Miracoli di Sant’Antonio

L’ A LTA R E D E L S A N T O

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Tre volte a botte in stiacciato organizzano

prospetticamente la composizione.

La linea d’orizzonte posta alla base della formella crea una

visuale in sotto in su.

In un punto centrale leggermente

asimmetrico si manifesta il miracolo.

Straordinaria varietà si coglie nelle

espressioni e nei gesti della folla.

I L M I R A C O L O D E L L A M U L A

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La statua lignea, scolpita intorno al 1455/1456 per il Battistero di Firenze, condensa gli estremi risultati

della ricerca artistica di Donatello.

Abbandonato ogni riferimento classico, lo scultore scava nella psicologia della Maddalena, che si rivela

consumata nel fisico e dilaniata nell’animo.

I lunghi capelli la avvolgono come un saio, simbolo di una vita condotta in penitenza.

Non è casuale la scelta del legno che, da materiale umile, si presta a esprimere quella dignità umana che

più interessa al grande scultore.

M A D D A L E N A

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L A P R E D E L L A

Fulcro della composizione è San Giorgio che trafigge il drago

All’antro di roccia fa riscontro un portico rinascimentale visto

in scorcio.

Donatello mette a punto lo stiacciato, un rilievo

bassissimo che conferisce un effetto di chiaroscuro

simile alla pittura.La prospettiva centrale appare per la prima volta su una scultura.

La figura della Principessa è

tratta dai sarcofagi classici.

L’impeto del cavaliere, che realisticamente

stringe con le gambe il ventre del cavallo, è

sottolineato dallo movimento del

mantello.

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I P R O F E T I

Nelle due statue marmoree scolpite per il Campanile di Giotto, Donatello guarda alla statuaria romana e realizza un naturalismo

“integrale”, cioè vero, totale.

Nel Profeta Geremia la caratterizzazione fisionomica della ritrattistica classica ritorna in un volto modellato sul reale.

Anche nel Profeta Abacuc la posa e le pieghe quasi metalliche dei manti conferiscono gravità alla figura.

Emerge un nuova bellezza: la grandezza morale.