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DIOGENE 72 N. 28 Settembre 2012 QUESTIONI CHE CONTANO crive Schopenhauer in Il mondo come volontà e rappresentazione: “Ogni innamoramento, per quanto voglia mostrarsi etereo, ha la sua radice solo nell’istinto sessuale, anzi è in tutto e per tutto sol- tanto un impulso sessuale determinato, specializzato in modo prossimo e rigo- rosamente individualizzato. Partendo da questa affermazione, con- sideriamo ora il ruolo importante gio- cato dall’amore sessuale, in tutti i suoi gradi e le sue sfumature, non soltanto nei drammi e nei romanzi, ma anche nel mondo reale, nel quale esso, insieme con l’amore per la vita, si mostra come il più forte e attivo di tutti i motivi, si impadronisce della metà delle forze e dei pensieri dall’umanità più giovane, rappresenta lo scopo ultimo di quasi tutti gli sforzi umani, svolge una nociva influenza sugli affari più importanti, in- terrompe di continuo le più serie occu- pazioni, mette talvolta in imbarazzo anche le più grandi intelligenze, non esita a penetrare, disturbando, tra gli ac- cordi degli uomini di Stato e tra le ri- cerche dei dotti, è capace di introdurre le sue letterine amorose e le ciocche di capelli nei portafogli ministeriali e nei manoscritti filosofici, ordisce ogni giorno le trame più complicate e cat- tive, scioglie i vincoli più stretti, con- duce a sacrificare a volte la vita o la salute, la ricchezza, il rango e la felicità, anzi priva di coscienza l’onesta e rende traditore il fedele, si mostra dunque ovunque come un demone nemico, im- pegnato a capovolgere, imbrogliare ed abbattere tutto. Considerando ciò, siamo indotti ad esclamare: perché tanto chiasso, perché tanto spingere, tumultuare, tanta ango- scia e pena? Perché una cosa così insi- gnificante dovrebbe avere un peso così importante e recare di continuo di- sturbo e imbroglio nella vita umana ben regolata? Ma allo studioso serio lo spirito verità discopre, a poco a poco, la risposta: non si tratta di una piccolezza. Lo scopo ul- timo di ogni rapporto di amore, è in re- altà più importante di ogni altro scopo della vita umana, e perciò ben degno della profonda serietà, con cui ciascuno lo persegue. Tutto ciò, infatti, che me- diante di esso viene deciso, non è niente di meno che la composizione della prossima generazione. Le dramatis per- sonae, che compariranno, quando noi saremo spariti, vengono qui determi- nate nella loro esistenza e nella loro struttura. Come l’essere, l’existentia, di quelle per- sone future viene in generale determi- nato dal nostro impulso sessuale, così la loro essenza, l’essentia,viene determi- nata dalla scelta sessuale nel sua appa- gamento, cioè dall’amore sessuale, essendo in tal modo fissata irrevocabil- mente da tutti i punti di vista. Ecco la chiave del problema: impare- remo a conoscerla, nell’applicazione, più esattamente, quando esamineremo L’illusione dell’amore L’amore è da sempre stato considerato misterioso e incomprensibile, tanto che, come conseguenza di questa ineffabilità, molti filosofi l’hanno definito illusorio e ingannatore. Da Platone ai giorni nostri, proponiamo un’analisi della questione utilizzando come intermediario un passo di Schopenhauer. S K Agnetti Benedetta K Bertolini Nicolò K Facchinelli Davide Classe III, Liceo Scientifico San Benedetto, Parma.

L'illusione dell'amore

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di Agnetti Benedetta, Bertolini Nicolò, Facchinelli Davide - Classe III, Liceo Scientifico San BenedetVincitori del primo premio del premio di filosofia "Le questioni che contano" indetto da Loescher Editore.to, Parma.

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Q U E S T I O N I C H E C O N T A N O

crive Schopenhauer in Il mondocome volontà e rappresentazione:“Ogni innamoramento, perquanto voglia mostrarsi etereo,ha la sua radice solo nell’istinto

sessuale, anzi è in tutto e per tutto sol-tanto un impulso sessuale determinato,specializzato in modo prossimo e rigo-rosamente individualizzato. Partendo da questa affermazione, con-sideriamo ora il ruolo importante gio-cato dall’amore sessuale, in tutti i suoigradi e le sue sfumature, non soltantonei drammi e nei romanzi, ma anchenel mondo reale, nel quale esso, insiemecon l’amore per la vita, si mostra comeil più forte e attivo di tutti i motivi, siimpadronisce della metà delle forze edei pensieri dall’umanità più giovane,rappresenta lo scopo ultimo di quasitutti gli sforzi umani, svolge una nocivainfluenza sugli affari più importanti, in-terrompe di continuo le più serie occu-pazioni, mette talvolta in imbarazzoanche le più grandi intelligenze, nonesita a penetrare, disturbando, tra gli ac-cordi degli uomini di Stato e tra le ri-cerche dei dotti, è capace di introdurrele sue letterine amorose e le ciocche dicapelli nei portafogli ministeriali e neimanoscritti filosofici, ordisce ognigiorno le trame più complicate e cat-tive, scioglie i vincoli più stretti, con-duce a sacrificare a volte la vita o lasalute, la ricchezza, il rango e la felicità,anzi priva di coscienza l’onesta e rendetraditore il fedele, si mostra dunque

ovunque come un demone nemico, im-pegnato a capovolgere, imbrogliare edabbattere tutto. Considerando ciò, siamo indotti adesclamare: perché tanto chiasso, perchétanto spingere, tumultuare, tanta ango-scia e pena? Perché una cosa così insi-gnificante dovrebbe avere un peso cosìimportante e recare di continuo di-sturbo e imbroglio nella vita umana benregolata? Ma allo studioso serio lo spirito veritàdiscopre, a poco a poco, la risposta: nonsi tratta di una piccolezza. Lo scopo ul-timo di ogni rapporto di amore, è in re-altà più importante di ogni altro scopodella vita umana, e perciò ben degnodella profonda serietà, con cui ciascunolo persegue. Tutto ciò, infatti, che me-diante di esso viene deciso, non è nientedi meno che la composizione dellaprossima generazione. Le dramatis per-sonae, che compariranno, quando noisaremo spariti, vengono qui determi-nate nella loro esistenza e nella lorostruttura. Come l’essere, l’existentia, di quelle per-sone future viene in generale determi-nato dal nostro impulso sessuale, così laloro essenza, l’essentia,viene determi-nata dalla scelta sessuale nel sua appa-gamento, cioè dall’amore sessuale,essendo in tal modo fissata irrevocabil-mente da tutti i punti di vista. Ecco la chiave del problema: impare-remo a conoscerla, nell’applicazione,più esattamente, quando esamineremo

L’illusione dell’amoreL’amore è da sempre stato considerato misterioso e incomprensibile, tantoche, come conseguenza di questa ineffabilità, molti filosofi l’hanno definitoillusorio e ingannatore. Da Platone ai giorni nostri, proponiamo un’analisidella questione utilizzando come intermediario un passo di Schopenhauer.

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K Agnetti BenedettaK Bertolini NicolòK Facchinelli Davide

Classe III, Liceo Scientifico San Benedetto, Parma.

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i gradi dell’amore, dall’inclinazione pas-seggera sino alla passione più violenta,riconoscendo, così, che la loro diffe-renza deriva dal grado della individua-lizzazione della scelta. L’estasi incantevole, che coglie l’uomoalla vista di una donna di bellezza a luiconveniente e che gli fa immaginarel’unione con lei come il sommo bene, èproprio il senso della specie, che rico-noscendo chiaramente impresso in essail suo stampo, vorrebbe con essa perpe-tuarlo. Da questa decisa inclinazioneverso la bellezza dipende la conserva-zione del tipo della specie: perciò essoagisce con così gran forza. L’uomo è dunque in ciò guidato real-mente da un istinto, che tende al mi-glioramento della specie, anche se siillude di cercare soltanto un accresci-mento del proprio godimento. Dovun-que infatti l’istinto consiste in un agirecome secondo un concetto finale, ep-pure del tutto senza esso. La natura lointroduce, quando l’individuo agente èincapace di comprendere lo scopo, o èal contrario a seguirlo. Quindi la verità assume qui, come inogni istinto, l’aspetto dell’illusione, peragire sulla volontà. È una voluttuosa il-lusione che inganna l’uomo, quandocrede di trovare nelle braccia di unadonna bellezza a lui gradita un maggiorgodimento, che in quelle di un’altra; odanche quella, che lo convince ferma-mente, che esclusivamente il possessodi un unico individuo gli procura unastraordinaria felicità. Ecco perché egli si illude di spenderefatica e sacrificio per il suo proprio go-dimento, mentre ciò avviene soltantoper la conservazione del tipo normaledella specie o addirittura perché possagiungere all’esistenza una determinataindividualità, che può provenire solo daquesti genitori. Conformemente all’esposto caratteredella cosa, ogni innamorato, dopo il go-dimento finale raggiunto, prova unastrana delusione e si meraviglia, che ciòche ha così ardentemente desideratonon dia nulla di più di ogni altro appa-gamento sessuale; tanto che egli ormainon si vede più spinto verso di esso.L’appagamento al contrario avvienepropriamente solo per il bene della spe-cie e non cade perciò nella coscienza

dell’individuo, il quale qui, animatodalla volontà della specie, serviva conogni sacrificio ad un fine,che non era ilsuo proprio. Ecco perché ogni innamo-rato, dopo il finale compimento dellagrande opera, si trova ingannato: perchéè svanita l’illusione, mediante la qualequi l’individuo fu lo zimbello della spe-cie”.

La risposta di Platone

Fin qui la trattazione di Schopenhauer.Immaginiamo ora come Platoneavrebbe risposto, ad esempio esami-

nando quanto scrive nel Simposio: “Inquanto Eros è figlio di Penìa e di Poros,gli è toccato un destino di questo tipo.Prima di tutto è povero sempre, ed ètutt’altro che bello e delicato, come ri-tengono i più. Invece, è duro e ispido,scalzo e senza casa, si sdraia sempre perterra senza coperte, e dorme all’apertodavanti alle porte o in mezzo allastrada, e dal momento che ha la naturadella madre, è sempre accompagnato dapovertà. Per ciò che riceve dal padre, in-vece, egli è insidiatore dei belli e deibuoni, è coraggioso, audace, impetuoso,

Anonimo, Ritratto di Schopenhauer in età avanzata, circa 1850.

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straordinario cacciatore, intento semprea tramare intrighi, appassionato di sag-gezza, pieno di risorse, filosofo per tuttala vita, straordinario incantatore, prepa-ratore di filtri, sofista. E per sua naturanon è né mortale né immortale, ma, inuno stesso giorno, talora fiorisce e vive;talora, invece, muore, ma poi torna invita, a causa della natura del padre. Eciò che si procura gli sfugge sem-pre di mano, sicché Eros nonè mai né povero di risorse,né ricco”. Tramite queste parolePlatone delinea unammaliante ritrattodell’Eros, il quale èdesiderio di ten-sione verso quel-l ’ u n i c ac o m p o n e n t edell’Iperuranioche ci è con-cesso di cono-scere, laBellezza.Ognuno di noicerca l’amore,perché sa ferma-mente quantospesso amore e feli-cità coincidano. Allostesso modo ognuno dinoi si è chiesto almenouna volta nella vita comemai l’amore possa allo stessomodo portare tanto dolore. Platonetrova la risposta a questo interrogativofacendo riferimento all’anima e alle sueparti. Ogni volta che un uomo si innamora,inizia all’interno della sua anima unalotta fra amore e passione, destinata anon avere né vinti, né vincitori, poichéla perfezione è data dall’equilibrio.Ogni qual volta, però, prende il soprav-vento la parte passionale (anima con-cupiscibile) che mira al solo edesclusivo piacere carnale, l’amore di-venta turpe e deplorevole. Impediscedunque all’anima di elevarsi al mondodelle idee, solo l’amore guidato dalla ra-gione nobilita il cuore dell’uomo do-nandogli pace e felicità. L’uomo, però,è per sua natura attratto dal piacere car-nale, il quale non può essere represso oannientato, in modo semplicistico. Se-

condo Platone il piacere deve essere su-bordinato e controllato dalla ragione.Inoltre la procreazione, in seguito al-l’atto carnale, risulta essere molto di piùche un semplice atto sessuale.

L’Eros porta l’uomo alla ricerca infinitadel Bello, ecco che la procreazione di-venta allora la necessità della compo-nente materiale dell’uomo di lasciareun segno nella storia dell’umanità. Gra-zie alla riproduzione della specie, in-fatti, il mortale porta le generazioni el’umanità verso l’immortale. Questo bi-sogno, insito nell’uomo, dell’immorta-lità e dell’essere ricordato dai posteri èdettato dall’Eros. L’amore, quindi, cheillude l’uomo di felicità, in realtà rac-chiude al suo interno molti altri finipreclusi all’uomo.Eros però è “straordinario incantatore,preparatore di filtri” e, non per un me-schino scherzo del destino, “intento

sempre a tramare intrighi”. La sua Bel-lezza non risiede proprio nell’incapacitàda parte dell’uomo e della ragione, diessere compreso e di essere dominato?L’amore, quando arriva, passa, prende eporta via. Porta via la ragione, le nostrecertezze, sconvolge i nostri piani, mette

in discussione talvolta il nostro carat-tere e noi come persone. Era que-

sto l’amore che spaventavaPlatone, quello che allon-

tana dal Mondo delleIdee, rendendo

l’uomo passionale ei m b r u t t e n d o

l ’ a n i m a .L’amore illude,ci imbrogliadi felicitàquando inrealtà scon-volge inm a n i e r apoco con-venzionaleil nostromondo. Ri-

sulta alloracomprensibile

il ruolo del filo-sofo, il quale

deve innalzare lapropria ragione af-

finché nulla possa per-turbare la quiete a lungo

ricercata. L’uomo è perfettoquando è razionale, ossia

quando è diventato un filosofo de-dito alla purificazione, la quale richiedeun grande coinvolgimento personale. L’amore da sempre illude che la perfe-zione sia invece l’opposto, ossia la ca-pacità di lasciarsi andare alle passioni ecosì poter raggiungere l’appagamentocarnale e spirituale.Colui che dedica gran parte della suaesistenza allo studio dell’amore e dellapassione è Arthur Schopenhauer, ilquale offre una visione profondamentenegativa e particolarmente incentratasull’illusione. Egli ritiene infatti chel’amore carnale e l’attrazione ci indu-cano ad avvicinarci a quella che cre-diamo possa essere l’uomo o la donnaperfetta. Questi si rivelerà, però, in se-guito all’atto sessuale soltanto una“strana delusione”. Il filosofo ci illustra

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Eros alato, coppa ateniese a figure rosse, 470-450 a.C., Museo del Louvre, Parigi.

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la natura come padrona. Parla di unanatura che ci spinge a compiere l’attocarnale in visione di una continuitàumana, della continuità della specie.

La battaglia tra ragione e passione

Ogni uomo si può essere innamorato diuna persona ma per Schopenhauer lafase dell’innamoramento non è altroche una passeggera illusione, un’attra-zione momentanea per la quale gli uo-mini arrivano a compiere anche azionivili, come ad esempio il tradimento ol’adulterio. Tutto questo “incantesimo”illusorio svanirà dopo aver esauritol’estatico piacere. Siamo continuamente attratti dalla bel-lezza, come ci ricorda Schopenhauer,una bellezza che ci attira, ci incatena, cifa fantasticare, ci porta a crederci inna-morati, una bellezza dunque inganne-vole, quasi maligna, che ci troviamoperò a definire necessaria. Essa risultaessere l’unico mezzo per lasciare unatraccia del nostro genoma e in grado didare così senso alla nostra esistenza nel-l’illusione dell’eternità. Capiamo allora che l’uomo è dominatoda un egoismo istintivo e irrefrenabiledi cui nemmeno ci accorgiamo e chenon può, dunque, essere controllato. Peruscire dalla trappola dell’amore ed es-sere veramente libero da questa mali-gnità l’uomo deve raggiungerel’atarassia, l’assenza di passioni, per laquale deve lottare per tutta la vita confatica stremante; siamo stati infatticreati imperfetti ed egoisti e quale piùgrande difficoltà se non quella di libe-rarci del nostro essere?Leggendo le prime righe del testo pos-siamo affermare nihil sub sole novi: ri-troviamo, infatti, una parte interamentededicata all’influenza dell’amore car-nale nella quotidianità dell’uomo, ilquale deve costantemente combatterecon le tentazioni e le distrazioni chequesto ci propone sul piano lavorativo esociale. Questa è una dinamica che ca-ratterizza in maniera significativa la so-cietà di oggi, in cui i valori sono messi indiscussione. Non siamo a contatto concontinui tradimenti da parte dei più alticapi di stato? Il filosofo ci propone unasituazione quanto mai attuale. La cro-naca attuale è costellata da politici ro-vinati dalla loro vita sentimentale,

capaci di farsi trasportare da un’ecces-siva passione, la quale inevitabilmenteattira l’uomo lontano dai suoi doveri elo riduce a una vita di tradimenti e in-successi. Il dilemma dato dalla battaglia eternafra ragione e passione mette in crisi ogniessere umano, non solo coloro chehanno ruolo di spicco nella nostra so-cietà. Gli adolescenti si pongono nu-merose domande circa l’amore,domande che sicuramente nemmenogli adulti arrivano a ponderare: èun’esperienza nuova, misteriosa e altempo stesso coinvolgente. E così ci sichiede come farsi accettare dal sessoopposto, quale sia l’origine dei proprisentimenti, quanto essi siano veri e puriper non parlare di numerose curiositàsugli aspetti più carnali e intimi di que-sta sua passione. Non ci si chiederà peròdi certo se il sentimento sia un’illusione,uno scherzo della natura atto solo allaprogressione della specie umana.

Sentimenti e salute

Noi ragazzi, nel bel mezzo della buferadi sentimenti che ci travolge, non ab-biamo il tempo, e nemmeno l’interessedi porci quesiti filosofici e ascoltare leteorie perpetrate nei secoli circa la piùmisteriosa e potente di tutte le inven-zioni: l’amore. Eppure il buon sensoporta ognuno di noi a chiedersi cosacomporta l’intrusione, spesso brutale, diquesto sentimento nella nostra vita. Haragione Schopenhauer a considerarlocome qualcosa di traviante e illusorio?Sicuramente è d’obbligo sottolineareche i protagonisti indiscussi in questocampo sono proprio i giovani, per unaquestione più “biologica” che morale.Ma ragionandoci più profondamentel’amore ha ripercussioni sia nel beneche nel male. Le persone impazzisconoper amore, commettono follie e reati, sidistraggono arrivando a godere di que-gli effetti che soltanto una droga riescea eguagliare. E anche al giorno d’oggi al-cune persone (che poi danno origine auno stereotipo piuttosto denigratorio)sembrano vivere l’amore come solafonte di godimento e piacere, trattandol’argomento con superficialità e bas-sezza, e spesso pensando solamente aipropri interessi erotici. Potremmo quindi dire che Schopenha-

uer aveva ragione a condannare inmodo così determinato l’amore dipin-gendolo come un qualcosa di scabroso edoloroso. Ma scommetto che nessuno èpronto ad avvalorare questa tesi. Chi rinuncerebbe ai propri sentimentisolo perché essi sono nocivi alla salute?Nessuno. Eppure sembra proprio quelloche il filosofo sembra invitarci a fare. Inverità non si menziona affatto in que-ste teorie l’estrema esigenza dell’uomoa “condividere la vita” ma si passa solo aelencare le conseguenze, effettivamentenefaste, che l’amore porta. Anche Platone e Sant’Agostino guar-dano in malo modo questo sentimento:da parte di entrambi c’è la concezionedi qualcosa che distoglie dalle attivitàdel pensare, dalla rettitudine, da Dio,che invece che elevare l’uomo lo rendepiù animalesco e brutale. L’idea ribaltatasi nel Medioevo con ilconcetto di amore feudale e nobile, mu-terà avvalorando la teoria dell’amoreche conduce a Dio ed eleva l’anima del-l’uomo. Si può però sostenere che tra idue punti di vista (ossia quello total-mente denigratorio dei grandi filosofi equello di totale elevazione per esempiosostenuto dai grandi poeti stilnovisti)esista una tappa intermedia. L’amoredeve essere vissuto come una normalesensazione con cui condividere la vita,senza lasciarvisi coinvolgere totalmentema senza nemmeno trasformarlo nellaguida dell’anima. È vero che distoglie, allontana, scinde,ma è anche capace di dare all’uomoquelle soddisfazioni immense capaci direndere un giorno qualunque indimen-ticabile, di far fare cose inimmaginabili,di portare lontano nel tempo e nellospazio… Basta solamente trovare, nelmezzo, il giusto equilibrio. E ricollegan-dosi a Schopenhauer si può semplice-mente dire: il mondo non andrebbe piùavanti senza amore. K