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Letti e riletti

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Coordinamento editorialeLeandro del Giudice

RedazioneGiovanni Cascavilla

Progetto grafico e copertinaAnna Bartoli

ISBN 978-88-8103-786-5

© 2015 Edizioni DiabasisDiaroads srl - vicolo del Vescovado, 12 - 43121 Parma Italia

telefono 0039.0521.207547 – e-mail: [email protected]

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Letti e RilettiLeggere oggi i classici della sociologia

GianlucaMaestriGiuseppe Padovani

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Letti e RilettiA cura di

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Avvertenza

PARTE PRIMA

PER LA SOCIOLOGIA

LA RAPPRESENTAZIONE SOCIALE IN ÉMILE DURKHEIM

SUL SENSO DELLA SOCIOLOGIA IN MAX WEBER

PARTE SECONDA

NEO-REINCANTI SOCIOMEDIALI

PROVE ETNICHE DI BIOPOLITICA

ATTRAVERSO MARX DI MICHEL HENRY

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Avvertenza

Ciò che unisce i diversi saggi che compongono questo libroè l’idea che i classici della sociologia siano letti una volta e chedebbano essere riletti una seconda, una terza… dal momentochemuta con la lettura delle loro opere l’interesse conoscitivoche porta ad essi ed oltre essi.

Sono, infatti, i classici che hanno fissato il senso della ricercasociologica in stretto rapporto al cambiamento delle societàoccidentali avviate alle trasformazioni dellamodernità. È sem-pre meglio attingere direttamente da una lettura delle loroopere il senso dello spazio concettuale da Essi aperto alla ri-cerca su cui le sociologie successive sono inevitabilmente ri-tornate, per argomentare criticamente nuovi presupposti pernuove forme e temi dell’analisi sociologica. La sociologia clas-sica ha delineato l’orientamento attraverso il quale viene co-struito l’oggetto della ricerca e l’orientamento delimita eprecostituisce il dominio, la concettualizzazione e la metodo-logia conseguente: è a partire da quello che nella seconda partevengono approfonditi alcuni temi e luoghi problematici dellaodierna ricerca sociologica.

Nota. Pur essendo il testo il frutto di un lavoro congiunto tra gliautori, ai fini della valutazione della qualità scientifica la ripartizionedelle responsabilità e dei contenuti è la seguente:GiuseppePadovani,Parte prima – Gianluca Maestri, Parte seconda.

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PARTE PRIMA

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Per la sociologia

INTRODUZIONE

Potremmo riprendere o ripetere, volendo, l’esperimentoche Raymond Boudon suggerisce all’inizio della sua operaLa logica del sociale (1980), di sfogliare le riviste specializ-zate di sociologia per verificare di che cosa s’interessamag-giormente la sociologia, convinti di poter così circoscrivere«la classe dei fenomeni sociali di pertinenza di questa disci-plina»1. Ma resteremmo delusi e disorientati dall’eteroge-neità degli argomenti che vi troveremmo trattati! In effettitroveremmo che, grosso modo, la sociologia s’interessa atutto ciò che riguarda la vita in società degli uomini e,quindi, il nostro esperimento non ci aiuterebbe affatto a de-limitare il campo degli interessi della sociologia.In effetti tutto ciò che riguarda la vita dell’uomonon può

che riguardare anche la sua vita sociale e pertanto qualsiasifenomeno sociale può divenire oggetto di studio della di-sciplina. Tuttavia la sociologia non accosta i fenomeni so-ciali e i problemi della convivenza sociale come se questicostituissero in sé l’oggetto di studio della sociologia, che,del resto, li condivide con altre scienze. Essa, invero, si ri-volge a questi a partire da unamaniera particolare di inten-derli in qualità di oggetto. Lo stesso Boudon, ad esempio,considera i fenomeni sociali come «fenomeni di aggrega-zione», vale a dire come fenomeni che presentano determi-nate caratteristiche che consentano di ri-conoscerli comeoggetto di analisi della sociologia. E questo modo di inten-

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dere e di accostare i fenomeni si ripercuote inevitabilmentesulla costruzionedelle teorie e sulla spiegazionedeimedesimi.Non diversamente pensava Èmile Durkheim nel ricordare

cheoccorremuoveredaun’idea«chiaradi ciò che forma il do-miniodella scienza», sottolineandochetalecompitoè tantopiùurgente se si ponemente al fatto che

la sua sfera di azione [della scienza sociale] può essere estesa alloinfinito non essendovi fenomeno che non si svolga nella società apartire dai fatti fisico-chimici sino ai fatti veramente sociali. Oc-corre adunque isolare accuratamente questi ultimi fatti, mostrareciò che ne forma l’unità, affinché non si riduca la sociologia a nonessere se non un titolo convenzionale applicato ad una aggrega-zione incoerente di discipline separate2.

Durkheimpensaai «fatti sociali» che sonooggettodella so-ciologia e che in quanto tali sonodistinti da altri tipi di «fatti»che, pur avvenendonella società, nonperquesto sonoassuntiin qualità di oggetto dalla sociologia, perché non ne soddi-sfano i requisiti. Georg Simmel (1858-1918), a sua volta, simuove nella stessa ottica e denuncia il modo di argomentaredi coloro che a partire dalla constatazione che «tutto l’ope-rareumano si compienella società, enessunopuò sottrarsi al-l’influenza di essa; fece apparire come una naturaleconseguenza che tutto ciò che non era scienza della naturaesteriore dovesse essere scienza della società». Per costoro,continua Simmel:

la sociologia si presentò quindi come un campo abbracciante ognicosa, un campo in cui l’etica e la storia della civiltà, l’economia po-litica e la scienza delle religioni, l’estetica e la demografia, la politicae l’etnologia si trovarono insieme, semplicemente perché i loro og-getti appartenevanoalla società: la scienzadell’uomoera così scienzadella società3.

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Sia Durkheim che Simmel condividono la prospettivache non si dà sociologia semplicemente a partire da quelliche comunemente sono ritenuti i fatti o i fenomeni sociali.Simmel, a sua volta, solleva il problema se si possa dare unascienza generale della società. AncheW. Dilthey, partendoda una serie di considerazioni simili, si chiede se sia possi-bile una sociologia generale o se siano possibili solo socio-logie speciali a seconda del variare dei fenomeniconsiderati, fino a chiedersi se una sociologia generale in findei conti non si dissolva nelle scienze umane. Egli respingel’idea che si possa dare una scienza generale della sociologiache organizzi in un tutto sintetico i diversi e molteplici fe-nomeni sociali. Sarebbe, a suo giudizio, come ammettereche «siccome nella natura certi processi fisici, chimici e bio-logici sono congiunti e si svolgono entro il medesimomondo fisico materiale, allora si devono necessariamentefondare in una sola scienza»4.Invero le scienze particolari della natura tendono a ri-

durre le leggi generali a leggi di ordine più generale tantoche una scienza generale della natura si delinea come una«prospettiva problematica, non il punto di partenza». Allostesso modo non è possibile pretendere che i fenomeni so-ciali siano fenomeni collegati gli uni agli altri e perciò stessoriducibili sotto leggi generali – cosa che non è neppure pos-sibile per le scienze della natura – e, in ogni modo, questaprospettiva dovrebbe costituire eventualmente un punto diarrivo e non già di «partenza».Non è, dunque, possibile allasociologia darsi fin dal suo momento costitutivo uno sta-tuto di scienza sintetica generale della totalità sociale. Dil-they rigetta l’appellativo di scienza alla sociologia nellamisura in cui essa si presenti come «una scienza sola» e sidefinisca come sintesi di «tutto ciò che de facto ha luogo

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nella società umana […] Il principio presente alla base di talesintesi sarebbechequantoaccadeneldecorso storicodella so-cietà umana, si debba necessariamente raccogliere nell’unitàdi un medesimo oggetto»5. Dilthey pensa alla sociologia diComte,diStuartMill, di Spencer,diSchäffle,diLilienfeld, se-condo i quali, avendo la sociologia quale oggetto la «convi-venza sociale umana», questa debba includere come suepartianche«ilDiritto, ilCostume, laReligione».PerDilthey, invece,nonsidàun’unica scienza sociale,madiverse scienze sociali o,meglio, discipline sociali o scienze dello spirito.Egli riconosce come valido il tentativo di Simmel che,

nell’intendere quale oggetto della sociologia la «forma so-ciale» che permane la stessa nella variazione, apre un nuovo«campod’indagine scientifico». Rispetto a Simmel,Diltheynota che la «forza connettiva» della forma sociale delle di-verse associazioni non va tuttavia ricercata solo nei corri-spondenti «momenti psichici» degli individui in essecoinvolti, ma anche nei rapporti che derivano dalla naturadell’associazione stessa, quale è il caso della comunanza,della famiglia, del rapporto generazionale, ecc.La sociologia di Comte e di Spencer, che non delinea il

proprio senso a partire dai fenomeni, riconduce i fenomenireligiosi, artistici e di costume allo stesso principio che pre-siede alla formazione della società.Dilthey, invece, respingeproprio questo tentativo e lo qualifica come metafisico. Asuffragio della sua posizione se ne esce con questa argo-mentazione: «Se potessimo immaginarci la Terra abitata daun unico individuo, costui, nel corso di una vita che bastasseper un simile sviluppo, svilupperebbe queste funzioni da sestesso in perfetta solitudine»6.Questa immagine capovolgeil senso di quella di Pascal-Comte secondo la quale occorre,invece, trattare tutto lo sviluppo dell’Umanità come se fosse

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quello di un unico individuo. Per Comte quelle funzioni sisviluppano solo tra gli uomini di modo che considerarel’uomo in sé, isolato dagli altri, sarebbe una pura astrazione.Questi primi passi della sociologia cimostrano come la di-

scussionevertesse intornoal senso chedeve aprire i fenomeniall’indagine sociologica e comequella si arenasse tutte le volteche si pretendeva di attingere direttamente dai fatti il sensodella sociologia.Di questo lavoro critico delle varie posizionidisciplinari assunte sul pianodelle diverse dottrine è partico-larmenteconsapevoleSimmelneldelineare l’oggettodi studiodella sociologia e il suo corrispondente statuto scientifico:

Allo stesso modo [della società], si può ripetere che le uniche re-altà propriamente dette sono sempre e soltanto gli individuiumani. Ma di questo passo non si ottiene nulla. La società non èuna sostanza e, di per sé, non è nulla di concreto; è un evento, è lafunzione dell’“agire e patire”, è il destino e la forma cui ciascunova soggetto per via degli altri. La percezione diretta ci rivela sol-tanto la presenza di individui e di uno spazio vuoto che invaria-bilmente li separa. È questa una osservazione sulle cuiconseguenze avremomododi tornare più avanti.Ma se è vero che,in base ad essa, le uniche «esistenze» in senso stretto sono gli in-dividui, è anche vero che l’accadere, la dinamica dell’agire e pa-tire – con cui questi individui si trasformano a vicenda – continuaa darsi come qualcosa di «reale» e di indagabile. Dalla totalità odall’immediatezza esperibile dei fenomeni, ogni scienza isola unaserie o una dimensione particolare, servendosi di volta in volta diun determinato concetto. L’operato della sociologia non è menolegittimo di quello di altre scienze, visto che anch’essa scomponele entità individuali, le ricompone con un concetto adeguato e, cosìfacendo, cerca risposta ad interrogativi di questo tipo: che cosa ac-cade fra gli uomini?7.

Il concetto di «evento» sottolinea che si può parlare delsociale solo quando due o più individui si relazionano reci-procamente e danno luogo a formedi associazione per imo-tivi più svariati8.

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LA GINESTRABiblioteca per un individualismo solidale

Da due secoli, di fronte alla crisi delle rassicuranti comu-nità naturali e all’accelerazione dei processi di individualizza-zione, filosofi e pensatori sociali si sono posti il compito dicostruire teorie nelle quali la coesione della società non con-fliggema va di pari passo con la cura di sé di individui emanci-pati. La collana La ginestra documenta l’esistenza di questatradizione di individualismo solidale attraverso i testi di autoriclassici e contemporanei.

Titoli pubblicati:

Georg Simmel, Friedrich Nietzsche filosofo moraleRalph Waldo Emerson, Società e solitudinePierre Leroux, Individualismo e socialismoZygmunt Bauman, Individualmente insiemeÁgnes Heller, La bellezza della persona buonaHarry G. Frankfurt, Catturati dall’amoreGustav Landauer, La rivoluzioneTheodor W. Adorno, La crisi dell’individuoFriedrich D.E. Schleiermacher,MonologhiJohn Dewey, Individualismo vecchio e nuovoCharles Taylor, La democrazia e i suoi dilemmi

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Questo librodedicato ai classicidella sociologiaviene stampato

nel carattere Simoncini Garamonda cura di PDE Spa

presso lo stabilimento di LegoDigit Srl - Lavis (TN)nell’aprile dell’anno

duemilaquindici

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