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LAORE SARDEGNA TECNICO: IVO PORCU 1 Raccolta e Tempo balsamico Essiccazione - Distillazione delle piante aromatiche ed officinali

L'essiccazione e la distillazione delle piante aromatiche ed officinali

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Page 1: L'essiccazione e la distillazione delle piante aromatiche ed officinali

LAORE SARDEGNA

TECNICO: IVO PORCU 1

Raccolta e Tempo balsamico

Essiccazione - Distillazione

delle piante aromatiche ed officinali

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TECNICO: IVO PORCU 2

Tempo Balsamico Il Tempo balsamico è il momento migliore per la raccolta delle specie aromatiche in

quanto i costituenti “principi attivi” sono maggiormente contenuti negli organi della pianta. E’ bene che la raccolta venga effettuata in caratteristici momenti della giornata e varia a seconda della specie e delle parti da raccogliere.

Raccolta degli organi ipogei

Radici di piante annuali: vengono raccolte, in genere, insieme alla parte aerea, prima della fioritura (generalmente in primavera).

Radici di specie bienni: vengono raccolte dopo la caduta delle foglie e l’avvizzimento del fusto, in genere, alla fine del 1° anno di vita, nel tardo autunno.

Radici di specie perenni: vengono raccolte nel tardo autunno, dal 2° fino al 5° anno di vita, scegliendo radici di qualche anno, in cui si è avuto un accumulo dei principi attivi, trascurando nel contempo quelle più vecchie spesso legnose e poco attive.

Radici di alberi e arbusti: vengono raccolte da piante che hanno raggiunto il completo sviluppo.

Rizomi, tuberi e bulbi: vengono generalmente raccolti da pianta di 2-3 anni, dopo il disseccamento della parte aerea. Fa eccezione il rizoma di felce maschio (in piena vegetazione: in estate), la valeriana (durante o poco dopo la fioritura. I bulbi, bulbo-tuberi e rizomi da piante a fioritura estiva-autunnale, si raccolgono nel periodo di riposo prima della fioritura e non in primavera.

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TECNICO: IVO PORCU 3

Tempo Balsamico La raccolta degli organi ipogei deve essere effettuata secondo la

seguente metodologia: scavare il terreno con strumenti adatti; fare attenzione a non rompere e ammaccare gli organi; ricoprire la buca prodotta; eliminare la terra attraverso lo scuotimento ed il raschiamento

degli organi con l’ausilio di spazzole e stracci; evitare il lavaggio, soprattutto nelle radici contenenti saponine e

mucillagini; il lavaggio deve essere limitato a casi particolari (terreni argillosi o fangosi);

eliminare, con appositi tagli, barbe, radichette, base dei fusti (al di sopra del colletto), gemme, parti guaste o alterate.

scegliere gli esemplari migliori, più sani e flessibili; preparare il materiale per l’essiccazione (es. taglio longitudinale

dei materiali più grossi).

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TECNICO: IVO PORCU 4

Tempo Balsamico Raccolta degli organi epigei Turioni: (es. asparago, rusco), vengono raccolti ancora teneri, prima che

compaiano le fibre legnose. Gemme: (es. pino, pioppo), vengono raccolte in prossimità della schiusura. Piante erbacee: vengono in genere raccolte all’inizio della fioritura, allorchè si

raggiunge il completo stadio vegetativo. Alcune si raccolgono prima della fioritura (melissa, parietaria), altre in frutto (erba morella). Le erbe si raccolgono in giornate belle ed asciutte, prive di rugiada, si recidono, mediante falcetto o coltello curvo, alcuni centimetri dal suolo, si privano delle zone indurite, dei rami troppi grossi, delle foglie secche o ingiallite o malate, nonché delle parti intaccate. Si trasportano in ceste, disposti in mazzi, senza pressare il materiale.

Fusti: la raccolta è limitata quasi esclusivamente al fusto della dulcamara, che viene raccolto dopo il 2°-3° anno, dalla primavera a tutto l’autunno, anche dopo la caduta delle foglie.

Cortecce: (di rami e radici) – per le piante di quercia, sambuco, dafne, melograno, alla ripresa vegetativa visto che in primavera la pianta è ricca di linfa e con cellule particolarmente turgide e quindi di facile decorticazione. Va effettuata con coltelli di osso o acciaio inox, evitando quelli in ferro, che reagendo con i tannini della corteccia, danno luogo all’annerimento dei tessuti.

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TECNICO: IVO PORCU 5

Tempo Balsamico Raccolta degli organi epigei Foglie: vengono in genere raccolte quando i fiori stanno per spuntare o

quando questi sono appena abbozzati. Per alcune specie come la melissa si preferisce anticipare la raccolta sino ad un mese prima della fioritura, in altre come la malva, sia spetta che termini la fioritura. Dall’eucalipto si raccolgono le foglie falciformi, che risultano più aromatiche. I rametti fogliati si raccolgono in primavera ad esempio il rosmarino. Le foglie devono essere raccolte in giornate asciutte, per evitare che fermentino ed anneriscano.

Fiori: la raccolta dei fiori avviene in genere all’inizio o poco prima dell’antesi, comunque prima che questi vengano fecondati. Alcuni fiori devono essere raccolti in boccio per vari motivi: 1 - non perdere il profumo (arancio, rosa); 2 – evitare la disorganizzazione da post-maturazione (biancospini, capolini di composite); 3 – evitare una degradazione dei principi attivi desiderati.

Sommità fiorite: (parte terminale dei rametti fogliati con infiorescenze e fiori) – in genere si raccolgono all’epoca della fioritura in cui le foglie contengono gli stessi principi attivi o le essenze contenute nei fiori (es. labiate) ed anzi il loro contenuto aumenta con la fioritura.

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TECNICO: IVO PORCU 6

Tempo Balsamico Raccolta degli organi epigei Frutti: i frutti secchi deiscenti si raccolgono a maturità completa, cioè

a completo sviluppo del pericarpo e dei semi. Per questo ci si basa sul particolare colore che tipicamente distingue il frutto maturo. I frutti indeiscenti vengono raccolti in epoche diverse a seconda della zona in cui sono concentrati i principi attivi; per esempio nelle ombrellifere in cui in genere interessa il pericarpo e non tanto il seme, si raccolgono prima della completa maturazione no essiccazione. I frutti carnosi che continuano a maturare anche dopo distaccati dalla pianta, si raccolgono immaturi. I frutti che devono essere utilizzati o essiccati subito, si raccolgono completamente maturi.

Semi: i semi dei frutti secchi vengono raccolti quando i frutti sono completamente maturi; i semi molto piccoli non si raccolgono isolatamente, ma insieme ai rametti dell’infiorescenza che vengono essiccati naturalmente in modo che si abbia il distacco mediante battitura o trebbiatura. Attraverso apposita setacciatura vengono ripuliti dal materiale estraneo.

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TECNICO: IVO PORCU 7

Tempo Balsamico La raccolta degli organi epigei deve essere effettuata secondo la seguente

metodologia: Può essere effettuata in qualsiasi tempo ed in qualsiasi ora della giornata

anche se è sicuramente consigliabile evitare quando il terreno è bagnato. Evitare la raccolta di esemplari o parti guaste, ammuffite, marcescenti,

avvizzite e malate in genere. La parti erbacee devono essere deposte in ceste, in sacchi (traspiranti),

senza pressare. I rizomi e le cortecce ed i semi, ed in generale il materiale meno delicato,

possono essere deposti anche in sacche di tela. In generale è bene evitare sacchi di plastica per favorire la traspirazione

delle biomasse fresche. Le varie specie e le varie parti raccolte vanno ben separate e distinte. Contrassegnare subito la specie raccolta con cartellini identificativi: specie,

parte raccolta, luogo, data, ora, località o ambiente di raccolta. Limitare i fenomeni fermentativi delle biomasse fresche raccolte, evitando

pressature nei recipienti di raccolta. Ripulire e fare la cernita del materiale raccolto, e provvedere subito

all’essiccazione o alla distillazione delle specie aromatiche.

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TECNICO: IVO PORCU 8

Tempo Balsamico Mese Pianta

Gennaio Bergamotto

Febbraio Abete bianco, Abete rosso, Carrubo, Cipresso, Lichene

islandico.

Marzo Asparago, Borsa di pastore, Bosso, Cappero, Fumaria,

Genziana, Nocciolo, Olivo, Olmo, Pesco, Pino silvestre,

Pioppo, Prugno, Quercia, Salice rosso, Viola mammola.

Aprile Acero, Agrifoglio, Ailanto, Betonica, Betulla, Biancospino,

Calendula, Carciofo, Castagno, Centocchio, Crescione,

Efedra, Fitolacca, Fragola, Frangola, Frassino, Lentisco,

Manna, Mentastro, Noce, Ontano, Ortica, Rovo, Salice

bianco, Tamerici, Tarassaco, Tiglio, Valeriana, Viola del

pensiero.

Maggio Acetosa, Aglio orsino, Altea, Arancio amaro, Asperula,

Bagolaro, Camomilla, Celidonia, Ciliegio, Cineraria, Edera,

Erba Roberta, Erba ruggine, Finocchio marino, Fiordaliso,

Malvone, Prezzemolo, Rosa canina, Sambuco.

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Tempo Balsamico Mese Pianta

Giugno Agrimonia, Amarena, Avena, Bocca di leone, Borragine,

Camedrio, Caprifoglio, Cardo benedetto, Dragoncello,

Erisimo, Eucalipto, Fragola, Lampone, Malva comune,

Malva silvestre, Margherita, Millefoglio, Mirtillo, Mirto,

Nepetella, Ortica bianca, Parietaria, Pervinca, Pesco, Menta

puleggio, Rosmarino, Ruta, Salvia, Timo, Verbasco,

Veronica, Vulneraria.

Luglio Achillea moscata, Alchemilla, Alloro, Altea, Arancio dolce,

Arnica, Artemisia, Assenzio, Bardana, Basilico, Betonica,

Bistorta, Capelvenere, Carciofo, Cardo mariano, Carota,

Centaurea minore, Cetriolo, Cicoria, Coda cavallina,

Corbezzolo, Corniolo, Cotogno, Cumino dei prati, Edera,

Elicriso, Eufrasia, Farfara, Frassino, Genepì, Genzianella,

Iperico, Issopo, Lavanda, Marrubio, Meliloto, Melissa,

Menta piperita, Mentastro, Mentone, Mugo, Origano,

Pimpinella, Salvia desoleana, Salvia sclarea, Santolina,

Tiglio, Verbena.

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Tempo Balsamico Mese Pianta

Agosto Aglio, Alchechengi, Anice verde, Carrubo, Cipolla,

Coriandolo, Finocchio, Fitolacca, Giaggiolo, Girasole,

Luppolo, Maggiorana, Mirtillo, Nocciolo, Noce, Olmaria,

Peperoncino, Piantaggine, Prezzemolo, Prugni, Psillio,

Santoreggia, Sedano, Uva ursina, Vite.

Settembre Aneto, Angelica selvatica, Arnica, Bistorta, Calamo

aromatico, Calendula, Cappero, Cedrina, Cicoria, Ginepro

rosso, Nigella, Ortica, Pungitopo, Quercia, Rosa canina,

Rovo, Tamerici, Tarassaco, Valeriana.

Ottobre Acetosa, Altea, Asfodelo, Asparago, Bardana, Borsa di

pastore, Carlina, Carota, Corniolo, Crespino, Enula, Erba

ruggine, Genziana, Ginepro comune, Giuggiolo, Limone,

Liquirizia, Malva silvestre, Valreriana rossa, Vulneraria,

Zafferano.

Novembre Agrifoglio, Alloro, Finocchio, Nespolo, Olmo.

Dicembre Arancio amaro, Arancio dolce.

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Essiccazione

L’essiccazione è il trattamento attraverso il quale viene eliminata gran parte del contenuto acquoso delle piante, o di una sua parte, in modo da bloccarne la composizione chimica e le proprietà farmacologiche connesse, impedendone l’attività enzimatica, permettendo quindi la trasformazione della pianta in droga;

Attraverso l’essiccazione si evitano fermentazioni, gli

ammuffimenti, e le variazioni di colore ed organolettiche (odore e sapore), che coinvolgono la droga;

L’essiccazione è tanto migliore quanto più è completa, rapida ed eseguita a temperature quanto più contenute. Si è solititi pertanto consigliare di non superare i 40° C e completare l’operazione in 5-10 giorni;

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Essiccazione

Le modificazioni fondamentali che si hanno a seguito del processo di essiccazione sono:

A) perdita di peso: varia a seconda del contenuto acquoso della

pianta; in genere la droga fresca si riduce in quella secca al 20-25% (1/4 - 1/5) del peso iniziale. Si ha maggior perdita nei petali, e poi in successione: foglie, fusti erbacei, radici, rizomi, cortecce e semi.

B) variazione della colorazione: in genere si verificano delle decolorazioni per cui spesso i fiori diventano giallicci, le foglie grigiastre, gli organi contenenti tannini ossidando imbruniscono o diventano rossicci;

C) variazione dell’odore: in genere l’odore si affievolisce, soprattutto nelle specie aromatiche, a volte diventa più intenso o compare un profumo (es. valeriana, vaniglia), a volte si modifica (es. meliloto).

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Essiccazione

L’essiccazione dei prodotti è un processo piuttosto complesso, in sintesi: l’aria entra nel prodotto ad una temperatura

superiore a quella del prodotto stesso e con basso contenuto di umidità;

durante il passaggio nella biomassa cede calore ed assorbe acqua uscendo così a temperatura inferiore, teoricamente a quella di saturazione

(umidità pari al 100%).

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Essiccazione

Su queste considerazioni di carattere generale, si può effettuare un dimensionamento di massima di un impianto di essiccazione o, meglio, verificare la rispondenza dell’impianto stesso (in termini termo -tecnici ed operativi) alle esigenze aziendali, calcolando:

La quantità di acqua da asportare

la quantità di calore necessario per la vaporizzazione dell’acqua presente nel prodotto

la conseguente quantità d’aria necessaria le caratteristiche del ventilatore

le caratteristiche dello scambiatore di calore.

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Essiccazione

L’essiccazione può essere effettuata o sfruttando la temperatura ambientale, oppure quella artificiale. Si distingue pertanto:

effettuata a calore naturale:

effettuata al sole (parziale – totale);

effettuata all’ombra (all’aperto – in ambienti aerati).

effettuata a calore artificiale:

tradizionale (stufe, essiccatoi);

liofilizzazione.

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Essiccazione

In ogni caso il materiale da essiccare va sempre disteso in strati sottili su superfici adatte: solai, telai, cannucci, reti in plastica, stuoie, ed altro ancora, che possono essere disposte anche su più piani sovrapposti (se all’ombra) oppure in mazzetti.

Resa

Con l’essiccamento si ha una notevole perdita di peso che varia principalmente a seconda della parte essiccata del vegetale. Così con i petali, contenendo l’80-90% d’acqua, danno un rendimento del 10-12%, mentre all’estremo opposto abbiamo le cortecce che rendono il 50-605 ed i semi con l’80-90%.

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Essiccazione naturale al sole

L’essiccazione naturale al sole di tipo totale si applica ai frutti carnosi (fichi, uva, ecc.), funghi, semi, cortecce ed organi sotterranei (radici, rizomi, tuberi, alcuni bulbi), a volte anche ai fiori (in questo caso si ricoprono con un foglio di carta per evitare i raggi diretti del sole). Non si applica sulle parti erbacee (foglie, fusti);

L’essiccazione parziale: tecnica più frequente, per poi proseguirla all’ombra; in questo caso l’essiccamento è più rapido. Nel periodo estivo e per le parti di pianta delicate l’esposizione al sole deve essere brevissima, per evitare modificazioni dei principi attivi e decolorazioni.

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TECNICO: IVO PORCU 18

Essiccazione naturale all’ombra

E’ praticata nella stagione estiva, nelle regioni a clima caldo asciutto;

Il materiale disteso su strati sottili, la notte va ricoperto, per evitare che l’umidità notturna possa compromettere o allungare l’essiccazione;

Questa pratica va effettuata in ambienti aerati, dotati di aperture regolabili;

Gli ambienti più adatti sono i granai, solai, capannoni e simili, esposti possibilmente a Sud o Est;

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TECNICO: IVO PORCU 19

Essiccazione a calore artificiale

Disidratazione: è la pratica che consente l’essiccazione dell’erba fresca (75-80% di umidità) ponendola a contatto con aria fortemente riscaldata;

Essiccazione: l’essiccazione a calore artificiale viene effettuata in forni, stufe, essiccatoi o locali ad aria condizionata, muniti di una sorgente artificiale di calore controllato e regolabile, oltre ad un sistema di ventilazione, per rinnovare l’aria riscaldata;

L’essiccazione inizia a 20-25° C. per poi essere portata sino a 35-40°C., evitando di cuocere le erbe con temperature superiori, ad eccezione delle radici di genziana o di china in cui su può arrivare a 60-80°C.

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TECNICO: IVO PORCU 20

Essiccazione attraverso la deumidificazione

“Sistema di essiccazione che condiziona l’ambiente di essiccazione

anziché il prodotto”

(con questo sistema si producono ottime qualità di essiccati )

l’azienda deve disporre di un locale possibilmente non umido che possa essere

isolato il più possibile con l’ambiente esterno per quanto riguarda gli scambi di

aria;

le piante da essiccare vengono disposte in strato sottile (10-12 cm) su graticci;

quantitativo di prodotto caricabile per m2 di graticcio, non può superare 3-4 kg/m2;

il deumidificatore deve avere le seguenti caratteristiche: potenzialità (litri/24 ore)

in condizioni ideali di funzionamento. M3 di aria trattata in un ora ed indicazione

delle dimensioni in m3 per il quale il deumidificatore è consigliato. Range ideale di

funzionamento: temperatura 6-12 ° C (max 32° C). Umidità minima 30-40%.

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Stabilizzazione

I tre tipi di essiccazione visti, avvengono a temperature che variano dai 30 ai 60° C.. Tali temperature non sono sufficienti a denaturare gli enzimi, che quindi vengono inibiti temporaneamente.

Con questa tecnica si devono inibire gli enzimi, il metodo più usato è quello di P. Goris, che sfrutta i valori dell’alcool etilico. La droga viene posta in autoclave dove vengono immessi i vapori di etanolo prodotti da una caldaia e lasciata per 1-5 minuti, a seconda del materiale da stabilizzare.

Dopo di che le droghe vegetali vengono seccate ad aria calda ed imballate.

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TECNICO: IVO PORCU 22

Liofilizzazione

Si tratta di una ultraessiccazione sotto alto vuoto, previa frantumazione e possibilmente polverizzazione per macinazione delle biomasse, in particolari condizioni di temperatura (basse) e previo congelamento (surgelato).

L’acqua presente, extra ed intracellulare, viene eliminata per sublimazione, passando dallo stato di ghiaccio a quello di vapore.

Il materiale liofilizzato, si conserva in contenitori ermetici, e può durare anni.

E’ un prodotto solubilissimo nell’acqua, facilmente utilizzabile nei preparati galenici.

E’ sicuramente il sistema migliore di conservazione, unico inconveniente è dato dall’alto costo energetico.

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LAORE SARDEGNA

TECNICO: IVO PORCU 23

Surgelazione

E’ riservata a quelle droghe che con il calore anche

moderato perdono i principi attivi. Il metodo è assai

poco utile nel commercio al minuto, mentre è

vantaggioso per le grandi industrie.

La droga viene rapidamente raffreddata a -30° C., e

conservata poi a –20° C., in contenitori impermeabili

per evitare la sublimazione dell’acqua.

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LAORE SARDEGNA

TECNICO: IVO PORCU 24

Essiccazione

L’essiccazione quindi è una pratica molto importante per

assicurare una migliore presentazione del prodotto

erboristico, e di conseguenza ottenere un maggior valore

aggiunto per il produttore agricolo.

Richiede sempre un’attenzione particolare, attrezzature

idonee e tanta esperienza nel settore specifico.

Inoltre tale operazione rappresenta un’utilità per

l’acquirente, in quanto facilita lo stoccaggio e meglio

risponde alle esigenze dell’industria estrattiva.

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TECNICO: IVO PORCU 25

Impiantistica ed attrezzature per l’essiccazione

Essiccazione ad armadio, lavorazione essiccato,

certificazione confezionamento.

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LAORE SARDEGNA

TECNICO: IVO PORCU 26

Impiantistica ed attrezzature per l’essiccazione

Impianto di essiccazione a cabina con

carrelli grigliati che consentono rapidi

tempi di carico e scarico. Impianto di

essiccazione a

cabina, con

deumidificazione.

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LAORE SARDEGNA

TECNICO: IVO PORCU 27

Impiantistica ed attrezzature per l’essiccazione

Taglierina a ghigliottina Per la preparazione del taglio tisana. Per ottenere prodotti a dimensione variabile si usa la taglierina a taglio incrociato.

Richiesto dall’industrie aromatico - essenziere e farmaceutiche.

Taglio: 1- 3 cm

Droga contenente la

polvere derivante dal

taglio

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TECNICO: IVO PORCU 28

Impiantistica ed attrezzature per l’essiccazione

Vaglio oscillante sovrapposto

Per la setacciatura e la calibratura delle droghe secche

e per l’eliminazione dei corpi estranei.

Normalmente abbinato ad impianto per aspirazione polveri.

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TECNICO: IVO PORCU 29

Impiantistica ed attrezzature per l’essiccazione

Setaccio

Per la setacciatura e la calibratura delle droghe secche

e per l’eliminazione dei corpi estranei.

Normalmente abbinato ad impianto per aspirazione polveri.

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TECNICO: IVO PORCU 30

Impiantistica ed attrezzature per l’essiccazione

Mulino per polveri

Per ridurre la droga secca in polvere, molto richiesta dall’industria farmaceutica per la preparazione di compresse, ecc.

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TECNICO: IVO PORCU 31

Impiantistica ed attrezzature per l’essiccazione

Confezionamento e stoccaggio

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LAORE SARDEGNA

TECNICO: IVO PORCU 32

Le leggi fisiche e chimiche che regolano la distillazione di piante ed erbe aromatiche od

officinali o parte di esse sono le stesse valide per quelle dei liquidi alcolici. In questo

caso la separazione non avviene fra acqua ed alcool bensì fra acqua e oli essenziali (o

essenze) contenuti nei vegetali.

Cosa stabilisce la legge In Italia l'uso degli apparecchi di distillazione è regolato, dal punto di vista fiscale, da

una serie di norme ben precise che tendono a controllare la produzione, tra l'altro, dei

liquidi alcolici sui quali, come è noto, vengono applicate delle imposte di fabbricazione.

La materia è regolamentata dal Reggio Decreto n° 762 del 25.11.1909 il quale, all'art. 1,

stabilisce, fra l'altro, che chiunque detenga o intende costruire apparecchi atti alla

distillazione, rettificazione o trasformazione degli spiriti o alla concentrazione dei vini e

liquidi alcolici deve farne denuncia all'UTIF. Esso esonera da tale obbligo solo i pubblici

scientifici per distillatori di capacità inferiore ai 20 litri, adoperati esclusivamente a scopi

scientifici. Tuttavia con una circolare del 09.09.1925, per motivi pratici legati al controllo

sulla fabbricazione, si consente che siano esenti dalla osservanza e dall'obbligo di

denuncia i detentori dei piccoli apparecchi di vetro o in metallo, dotati di caldaia di

capacità inferiore ai 3 litri, destinati ad usi diversi dalla fabbricazione degli spiriti.

La Distillazione delle erbe officinali

Page 33: L'essiccazione e la distillazione delle piante aromatiche ed officinali

LAORE SARDEGNA

TECNICO: IVO PORCU 33

La Distillazione delle erbe officinali

Cosa si estrae

Sono molte le piante che contengono, in diversa quantità oli

essenziali. Sono liquidi mobili o vischiosi, più o meno volatili, costituiti

da mescolanze di composti terpenici, molto variabili da specie all'altra.

Ad essi si deve il profumo dei fiori e di altre parti della pianta.

Gli oli essenziali sono prodotti dalle piante e raccolti all'interno di

particolari organelli contenuti nelle cellule vegetali detti vacuoli. La

liberazione del profumo avviene in genere dopo l'essiccamento o lo

spezzettamento o lo schiacciamento, operazioni che favoriscono la

rottura delle pareti della cellula e dei vacuoli con la conseguente

fuoriuscita delle sostanze in esse contenute.

Alambicco a fuoco diretto.

Provoca idrolisi e bruciatura

degli oli essenziali.

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LAORE SARDEGNA

TECNICO: IVO PORCU 34

La Distillazione delle erbe officinali Essenza (olio essenziale)

Con questo termine si definisce generalmente i principi attivi contenuti

nei vegetali, che si possono ricavare per distillazione. Queste sostanze

sono volatali cioè tendono con molta facilità a passare allo stato

gassoso. Nelle piante le cellule che li immagazzinano possono trovarsi

un pò in tutte le parti: nei fiori, ma anche nelle foglie, nelle gemme, nei

semi, nei frutti e persino nel legno e nelle radici. Attualmente il metodo

che consente di ottenere un prodotto di qualità è la distillazione in

corrente di vapore. La materia vegetale da distillare cede al vapore le

sue sostanze volatili che, dopo la refrigerazione, si separano di nuovo e

possono essere raccolte in preziose goccioline: gli olii essenziali.

Nell'acqua di distillazione rimane una piccola parte di estratto che, come

sottoprodotto della distillazione, viene utilizzato come acqua aromatica.

Gli usi degli oli essenziali sono in : Fitocosmesi, Aromaterapia,

Profumeria, Fitoterapia, Alimentare.

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LAORE SARDEGNA

TECNICO: IVO PORCU 35

La Distillazione delle erbe officinali

TECNICHE DI ESTRAZIONE

Le uniche tecniche di estrazione che danno prodotti adatti e consentiti dalla legge

per un uso terapeutico sono la spremitura e la distillazione in corrente di vapore.

Nell'industria cosmetica e per la preparazione dei profumi si utilizzano oggi in larga

misura essenze estratte dai vegetali con l'impiego dei solventi volatili, in seguito a

loro volta distillati.

Spremitura o pressatura

E' il metodo che si adotta per ottenere gli oli essenziali contenuti nella scorza degli

agrumi. Un tempo eseguita manualmente, questa operazione è oggi affidata ad

apposite macchine (presse idrauliche - torchi), che estraggono contemporanea-

mente il succo dai frutti, e l'essenza dalle scorze.

Torchi inox: Qualunque preparato erboristico che preveda l'infusione delle erbe in

solventi (acqua, alcool, ecc.) necessita alla fine la spremitura delle piante, in

quanto la parte di solvente imbevuta nelle fibre è la più ricca di principi attivi. Allo

stesso modo però dobbiamo evitare che il prodotto che noi otteniamo venga

inquinato da materiali non idonei (vernici, ferro, ecc.), ecco perchè si dovrebbe

usare il torchio in acciaio inox, anche per la facilità di pulizia del torchio in tutte le

sue parti.

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LAORE SARDEGNA

TECNICO: IVO PORCU 36

La Distillazione delle erbe officinali

LA QUALITA' DEGLI OLI ESSENZIALI

La qualità è tra i requisiti più importanti negli oli essenziali.

Un altro, aspetto importante è legato al ciclo vitale della pianta, per cui si parla di

momento balsamico, che sta ad indicare il periodo di massima concentrazione

dei principi odorosi. Questo momento balsamico può variare in relazione alle

diverse parti della pianta (le foglie e i fiori, per esempio) o a seconda dell'ora del

giorno. E' buona norma raccogliere le parti della pianta da distillare alle prime ore

del giorno evitando le giornate molto umide e piovose.

Deterpinazione degli oli essenziali

Una volta prodotte le essenze, non tutte si possono utilizzare allo stato grezzo,

perchè maleodoranti e volte addirittura contenenti sostanze tossiche. E' dunque

essenziale per quanto costoso, procedere a una purificazione per alcuni oli, che

miri a ottenere prodotti stabili, più concentrati, meglio conservabili, soprattutto che

non contengano sostanze irritanti o aggressive come i terpeni, mediante la

deterpinazione.La maggiore o minore accuratezza della purificazione influisce sulla

qualità e quindi sul prezzo dell'essenza, anche perchè nel corso della lavorazione

si perdono consistenti quantità di olio grezzo. In linea di massima è bene diffidare

dei prodotti a prezzo troppo basso.

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TECNICO: IVO PORCU 37

La Distillazione delle erbe officinali

Test di qualità degli oli essenziali

Per verificare la buona qualità di un olio essenziale si eseguono vari tipi di test.

Quelli organolettici, che si affidano cioè a percezione dei sensi (aspetto, colore, e

soprattutto odore), possono in qualche misura essere effettuati anche dal

consumatore. Un modo molto empirico ma efficace di assicurarsi l'olio "giusto" è

quello di non consumare del tutto la confezione di un prodotto sperimentato come

buono e servirsene come, campione, per confronto, al momento del nuovo

acquisto.

I test fisici (densità, solubilità in alcol, indice di rifrazione, ecc.) e quelli chimici

(titolo dei principali costituenti, indice di acidità, ricerca di sostanze estranee,

ecc.)sono invece di competenza specialistica, che vi ricorre il produttore

veramente affidabile.

Conservazione oli essenziali

Il calore, la luce, l'aria e l'umidità possono compromettere la qualità delle essenze.

E' dunque necessario conservarle in recipienti in vetro scuro ermeticamente chiusi

e in un ambiente fresco e asciutto.

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TECNICO: IVO PORCU 38

La Distillazione delle erbe officinali

Distillazione in corrente di vapore

I distillatori in acciaio Inox sono studiati appositamente per l'estrazione di oli

essenziali dalle piante officinali.

Essi funzionano sfruttando il principio della distillazione in corrente di vapore e del

recupero delle acque aromatiche per dare la massima resa in oli essenziali.

I distillatori sono composti da: - produzione di vapore (caldaia a bassa pressione a gas o a gasolio);

- alambicco in acciaio inox per il contenimento delle piante officinali (completo di

allacci in acciaio inox per l’entrata del vapore, degli spurghi e di un organo per

l’espansione dello stesso vapore);

- cestello in acciaio inox per la preparazione delle erbe;

- coperchio in acciaio inox con chiusura rapida o a morsetto;

- condensatore a fasci tubieri in acciaio inox;

- fiorentina in acciaio inox o in vetro temperato per la raccolta degli oli essenziali.

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TECNICO: IVO PORCU 39

La Distillazione delle erbe officinali COME FUNZIONANO

Dopo aver acceso la caldaia per la produzione del vapore, si inserire la biomassa

vegetale officinale da distillare all’interno dell’alambicco tramite il suo apposito

cestello, quindi si chiude il coperchio e si apre la mandata del vapore dopo aver

aperto gli spurghi. Successivamente si apre l’acqua di raffreddamento e si inizia a

distillare.

Il vapore, salendo, estrae l'olio essenziale dalle piante e lo trascina in alto nel

condensatore in acciaio .

Il prodotto condensato scende nella fiorentina, e, mentre l'olio rimane nella parte

superiore, le acque aromatiche ritornano nella caldaia passando per il tubo di

recupero o si recuperano nella parte bassa della stessa fiorentina.

Il rendimento delle piante officinali in olio essenziale dipende da molti fattori: dal

tipo di pianta, dalla corretta raccolta, dallo sminuzzamento della biomassa

eliminando eventualmente le parti più dure e legnose, dal momento di raccolta

(tempo balsamico) .

Qualsiasi parte della pianta può essere sottoposta a distillazione: è solo necessario

che i prodotti aromatici non subiscano alcuna denaturazione ad opera dell'acqua o

dell'alta temperatura, essendo queste due fasi indispensabili nell'effettuazione

dell'operazione. Il principio della distillazione è basata sulla proprietà di

separazione di due liquidi di diversa densità, capaci di ricondensarsi a differenti

temperature.

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TECNICO: IVO PORCU 40

La Distillazione delle erbe officinali

2,5 gr.1 Kg.assenzio (foglie fresche)

2,5 gr.1 Kg.pino (rami e foglie)

5-10 gr.1 Kg.valeriana (radici fresche)

5-10 gr.1 Kg.rosmarino (cimette fiorite)

5-10 gr.1 Kg.timo

5-10 gr.1 Kg.issopo

5-10 gr.1 Kg.coriandol o (semi secchi)

10-20 gr.1 Kg.sal via

10-20 gr.1 Kg. alloro (foglie secche)

10-20 gr.1 Kg.eucalipto (foglie fresche)

10-20 gr.1 Kg.ginepro (bacche secche)

2,5 gr.1 Kg.basilico (foglie)

1 gr. 1 Kg.citronella (foglie)

30-40 gr.1 Kg.finocchio (semi secchi)

1 gr.1 Kg.cardo (semi secchi)

1 gr.1 Kg.rosa (fiori)

1 gr.1 Kg.aranci o (fiori)

0,1 gr.1 Kg.gelsomino

10 gr.1 Kg.lavanda

2 gr.1 Kg.menta

2 gr.1 Kg.maggiorana

2 gr.1 Kg.rosmarino

resa in olio essenziale biomassa distil lata

(quantità)

pianta officinale

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TECNICO: IVO PORCU 41

La Distillazione delle erbe officinali

1 gr.1 Kg.giaggiolo (rizomi secchi)

1 gr.1 Kg.ruta

1 gr.1 Kg.geranio

1-3 gr.1 Kg.camomilla (capolini)

2,5 gr.1 Kg.melissa

1-3 gr.1 Kg.dragoncello (erba fresca)

2,5 gr1 Kg.origano

2,5 gr1 Kg.maggiorana

2,5 gr.1 Kg.assenzio (foglie fresche)

2,5 gr.1 Kg.pino (rami e foglie)

5-10 gr.1 Kg.valeriana (radici fresche)

5-10 gr.1 Kg.rosmarino (cimette f iorite)

5-10 gr.1 Kg.timo

5-10 gr.1 Kg.issopo

5-10 gr.1 Kg.coriandolo (semi secchi)

resa in olio essenziale biomassa distillata

(quantità)

pianta officinale

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TECNICO: IVO PORCU 42

La Distillazione delle erbe officinali Impiantistica per la distillazione con flusso di vapore ottimizzato, per ottenere oli essenziali

di elevata qualità

Caldaia per la produzione

di vapore