28
le città visibili film festival 13 > 23 dicembre 2010 Palazzo delle Esposizioni Cinema Trevi - Cineteca Nazionale q u i n t a e d i z i o n e londra

LeCittàVisibili film festival 2010 - Londra

Embed Size (px)

DESCRIPTION

catalogo completo

Citation preview

Page 1: LeCittàVisibili film festival 2010 - Londra

le città visibili film festival13 > 23 dicembre 2010

P a l a z z o d e l l e E s p o s i z i o n iCinema Trevi - Cineteca Nazionale

q u i n t a e d i z i o n e

londra

Page 2: LeCittàVisibili film festival 2010 - Londra

Palazzo delle EsposizioniSala CinemaVia Milano 9A, Romawww.palazzoesposizioni.it

Ingresso libero fino a esaurimento di posti

Metrometro A (fermata Repubblica)metro B (fermata Cavour)

Autobus40 - 64 - 70 - 71 - 117 - 101 - H (FERMATA Nazionale/Palazzo Esposizioni)

informazioni

in copertina > Blow-upin questa pagina > Ipcresspagina 1 > Anni ‘40

14 > 23 dicembre 2010

13 dicembre 2010serata inaugurale

Cinema Trevi - Cineteca NazionaleVicolo del Puttarello, 25 - Roma (Fontana di Trevi)tel. 06.6781206www.csc-cinematografia.itwww.lafarfallasulmirino.it

Intero 4 euroRidotto e studenti 3 euroTessera 10 ingressi 20 euro

Metrometro A (fermata Barberini)

Autobus52 - 61 - 62 - 63 - 71 - 80 - 95 - 116 - 119 - 175 204 - 492 - 590 (FERMATA Via del Tritone)62 - 63 - 81 - 85 - 95 - 119 - 160175 - 492 - 628 (FERMATA Via del Corso)

Page 3: LeCittàVisibili film festival 2010 - Londra

le città visibili film festival

13 > 23 dicembre 2010P a l a z z o d e l l e E s p o s i z i o n iCinema Trevi - Cineteca Nazionale

q u i n t a e d i z i o n e

londra

Page 4: LeCittàVisibili film festival 2010 - Londra

2

UN EVENTO PROMOSSO DA

CENTRO SPERIMENTALE DI CINEMATOGRAFIAPresidente Francesco AlberoniDirettore Generale Marcello FotiCINETECA NAZIONALEConservatore Enrico MagrelliDIFFUSIONE CULTURALE/CINEMA TREVI Responsabile Laura ArgentoProgrammazione Domenico Monetti, Luca PallanchAccesso alle collezioni Juan F. Del Valle, Anthony Ettorre, Maria Coletti, Annamaria LicciardelloComunicazione Silvia TarquiniRevisione e movimento copie Simonetta Quatrini, Mario ValentiniCINEMA TREVIDirezione sala Laura BartolettiProiezioni Barbara Pullerà, Christian Saccoccio, Giorgio SimoniFOTOTECAResponsabile marketing Antonella Felicioni Responsabile archivio Rosalba Ilari

ASS. CULT. LA FARFALLA SUL MIRINOAndrew Arrigo, Carlo Benedetto, Adriano Ercolani,Stefano Finesi, Alessio Maliandi, Luca Persiani, Massimiliano Rossi

IN COLLABORAZIONE CON

BRITISH FILM INSTITUTESenior curator Fiction Films Nigel AlgarAssistant Programme Coordinator Simon DuffyBooking Sales Officer Andrew YoudellArchival Bookings Fleur BuckleyBFI Mediatheque Simon McCallum

BRITISH COUNCIL Cultural Manager Alison DriverProgrammes Assistant Marina Machelli

FONDAZIONE CINEMA PER ROMA

AZIENDA SPECIALE PALAEXPO - PALAZZO DELLE ESPOSIZIONI

Page 5: LeCittàVisibili film festival 2010 - Londra

3

SI RINGRAZIANO

ICO - Independent Cinema OfficeAmministratore Sarah Rutterford

HOLLYWOOD CLASSICSFestivals and Single Screenings Geraldine Higgins Marketing Coordinator Alistair Leach

TAMASA DISTRIBUTION Laurence Berbon

CINEMA SENZA BARRIERE

RAGGIO VERDE Piero Clemente, Barbara Bialkowska

CINETECA DI BOLOGNA Andrea Meneghelli

CINETECA GRIFFITH (GENOVA) Massimo Patrone, Alba Gandolfo

LAB 80 FILM (BERGAMO) Angelo Signorelli, Dario Catozzo

CINETECA LUCANA (POTENZA) Gaetano Martino

TEODORA FILM (ROMA) Vieri Razzini, Cesare Petrillo

BIM DISTRIBUZIONE (ROMA)

EMME CINEMATOGRAFICA (ROMA) Gianluca Scarabotti, Donato Solaro

Consulenza per la programmazioneSimon Duffy

Grafica e impaginazioneTereza Jerhotová

TraduzioniMarta Persiani

Si ringraziano inoltre per il prezioso aiutolo staff di Fondazione Cinema per Roma e di Palazzo delle Esposizioni, Isabelle Boscher, Bruno Boschetto, Antonio Coppola, Alberto Farina,Franca Farina, Paolo Ferro, Enrico Magrelli, Giona A. Nazzaro, AnnalauraPalma, Angelo Pianizzola, Mauro Regis, Carla Scura, Carla Vestroni

Page 6: LeCittàVisibili film festival 2010 - Londra

Giunto alla quinta edizione, Le Città Visibili Film Festival si presenta aun appuntamento ormai impossibile da rimandare. Capitale dai millevolti, modello difficilmente uguagliabile nella sua capacità di produrre

cultura integrando gli stimoli più diversi, Londra è finalmente la protagonistadella retrospettiva di quest’anno, e con essa oltre trenta titoli d’eccezione,scelti lungo un secolo di cinema. Come in ogni edizione, infatti, il festival inizia il suo percorso dall’epoca delmuto, attraverso rari film delle origini, come quelli contenuti nell’eccezionaledocumentario antologico The Big Smoke, presentato in anteprima, o classiciceleberrimi come The Lodger- A Story of the London Fog, di Alfred Hitchcock,di cui ricorre quest’anno il trentennale della scomparsa. Sempre di Hitchcock,sarà proiettata la versione muta di Blackmail, restaurata dal British Film Insti-tute e accompagnata dal vivo al pianoforte dal M° Antonio Coppola, secondoun appuntamento ormai tradizionale della manifestazione. L’evento, soste-nuto dalla Fondazione Cinema per Roma, inaugurerà il festival e si svolgerà aPalazzo delle Esposizioni.Il programma vuole inoltre focalizzarsi su un periodo decisivo come la se-conda metà degli anni Cinquanta, che videro Londra al centro della nuovaonda del Free Cinema, fucina di autori come Richardson, Reisz e Anderson.Per l’occasione, verrà anche riproposto integralmente il primo programmadel Free Cinema del 1956, introdotto al pubblico dall’italiana Lorenza Mazzetti.Leggendaria figura di artista multiforme e cosmopolita, Mazzetti fu allora trai firmatari del manifesto del movimento e autrice del film più importante delgruppo, Together.Altri punti di forza della rassegna saranno l’esplorazione del profondo rinno-vamento dei costumi avvenuto nel corso degli anni della Swinging London,e quella della nascita di un nuovo drappello di autori (Frears, Leigh, Loach)che segnerà a fondo la stagione della cosiddetta British Renaissance.Le rarità da riscoprire (l’Hammer tardivo Barbara il mostro di Londra, il piccologioiello Refuge England dell’ungherese Robert Vas, Anni ’40 di John Boorman,il primo film di un allora sconosciuto Christopher Nolan, Following) si alter-neranno come sempre a titoli popolari di grande impatto (The Elephant Man,Un lupo mannaro americano a Londra), fino ad arrivare ai nostri giorni conLondon River di Bouchareb, presentato in una proiezione speciale per nonudenti e non vedenti realizzata in collaborazione con Cinema Senza Barriere.

La rassegna è promossa dal Centro Sperimentale di Cinematografia–CinetecaNazionale e dall’Associazione Culturale La Farfalla sul Mirino, in collaborazionecon British Film Institute (Londra), British Council (Roma), Fondazione Cinemaper Roma, Azienda Speciale Palaexpo e Palazzo delle Esposizioni. Si ringraziano inoltre Cinema Senza Barriere, Cineteca Griffith (Genova), Cineteca di Bologna, Lab 80 Film (Bergamo), Independent Cinema Office(Londra), Hollywood Classics (Londra), Il Raggio Verde, Teodora Film e BIMDistribuzione.

Associazione Culturale “La Farfalla Sul Mirino”

4

Page 7: LeCittàVisibili film festival 2010 - Londra

lunedì 13 dicembre P

alazzo d

elle

Esp

osizio

ni - Sala C

ine

ma

5

Blackmail

21.00 Evento speciale

La giovane Alice White accetta di farsi ritrarre da unpittore, ma quando questo prova a usarle violenza,lo uccide con un coltello. Un pregiudicato assistealla scena e recupera un guanto della ragazza conl'intenzione di ricattarla. Frank Webber, fidanzato diAlice e detective di Scotland Yard, scopre ben prestola verità, ma fa in modo che gli indizi portino al ri-cattatore, destinato a una drammatica fuga. In oc-casione del 30° anniversario della scomparsa diHitchcock, Le Città Visibili sceglie come eventoinaugurale lo splendido restauro curato dal BritishFilm Institute di uno dei suoi capolavori giovanili,girato all’epoca sia in versione muta che sonora e

qui proposto nella prima, considerata generalmente migliore e dotata di una maggiore fluidità di mon-taggio e di soluzioni narrative (lo stesso Hitchcock considerò sempre il muto come la forma più puradi cinema). Ad accompagnare questo gioiello di suspence di incredibile modernità sarà il pianofortedel Maestro Antonio Coppola, secondo una formula che il festival propone ogni anno con grande suc-cesso. Attivo da 35 anni come realizzatore di colonne sonore per il muto nei festival di tutto il mondo,Coppola collabora anche con numerose cineteche e università come consulente e conferenziere edè uno dei maggiori esperti internazionali del settore.Copia restaurata proveniente da British Film InstituteAccompagnamento dal vivo al pianoforte: M° Antonio CoppolaEvento realizzato in collaborazione con Fondazione Cinema per Roma Ingresso libero fino a esaurimento posti

Id., GB, 1929, b/n, 84’

Regia: Alfred Hitchcock; soggetto: dalla pièce diCharles Bennett; sceneggiatura: A. Hitchcock,Benn W. Levy; fotografia: Jack E. Cox; scenografia:C. Wilfred Arnold; montaggio: Emile de Ruelle; in-terpreti: Anny Ondra, Sara Allgood, Charles Paton,John Longden; produzione: British InternationalPictures (BIP); 35mm v.o. sott.italiani

Nella versione muta di Blackmail, Hitchcock ha un approccio più sperimentale e cambia spessola posizione della cinepresa all’interno della stessa scena, cercando di evitare la staticità diun’impostazione teatrale. Infatti, a causa delle limitazioni tecniche della registrazione delsuono, ancora agli albori - soprattutto riguardo al posizionamento del microfono - la versionesonora non ha la stessa libertà. In ogni caso, Hitchcock era ansioso di usare il suono in modocreativo e una scena del film è diventata particolarmente famosa. Alice ha accoltellato a mortel’uomo che ha cercato di violentarla. A casa, la mattina dopo, i genitori le raccontano del delittodurante la colazione, parlandone senza sosta. Quando il padre le chiede di tagliare una fettadi pane, Alice diventa sempre più agitata, finché il coltello le cade di mano. Hitchcock distorceil dialogo per evocare il tumultuoso stato emotivo di Alice, in modo che l’unica parola che sidistingue, in crescendo, sia “coltello”. È certamente un effetto molto potente. Ma se si guardala scena senza sonoro, seguita poi dalla versione muta, vediamo che quest’ultima, girata comele altre in modo diverso, è più interessante. Basti pensare all’ombra della mano di Alice che siallunga lentamente sul pane prima di afferrare il coltello, per percepire un effetto nuovo: forsemeno sorprendente, ma più profondamente inquietante e spiazzante.

Mark Duguid, Hitchcock’s Style, BFI Screenonline

a proposito di Blackmail

Page 8: LeCittàVisibili film festival 2010 - Londra

6

martedì 14 dicembre

Darling

Cin

em

a Tr

evi

- C

ine

teca

Naz

ion

ale

17.00

Regia: John Schlesinger; soggetto: J. Schlesinger, Frederic Raphael, Joseph Janni; sceneggiatura: F. Raphael; fotografia: Kenneth Higgins;

scenografia: David Folkes; costumi: Julie Harris; musica: John Dankworth; montaggio: Jim Clark;interpreti: Julie Christie, Dirk Bogarde, Laurence Harvey, José Luis de Villalonga, Roland Curram,Basil Henson; produzione: Joseph Janni Production; 35mm vers.italianaDopo un matrimonio fallito, la giovane modella Diana Scott usa il suo sex-appeal per una rapida scalata sociale, seducendo un giornalista televisivo, quindi un ricco uomo d’affari, infine un nobile italiano. Ma tale disinvoltura comporterà un prezzo alto da pagare. Ritratto caustico della Swin-ging London, sottratta per una volta ai luoghi comuni della cultura pop e raccontata nel suo strisciantecinismo sociale, con uno stile spesso vicino al realismo del primo Free Cinema. Grande successo all’epoca e ben tre premi Oscar, per la protagonista, una straordinaria Julie Christie, la sceneggiaturadi Frederic Raphael e i sofisticati costumi di Julie Harris.

Id., GB, 1965, b/n, 100’

Georgy, svegliati Georgy Girl, GB, 1966, b/n, 99’

Regia: Silvio Narizzano; soggetto: tratto dal romanzo di Margaret Forster; sceneggiatura: M. Forster, Peter Nichols; fotografia: KennethHiggins; scenografia: Tony Woollard; costumi: Mary Quant; musica:Alexander Faris; montaggio: John Bloom; interpreti: James Mason, Alan Bates, Lynn Redgrave, Charlotte Rampling, Bill Owen, Clare Kelly; produzione: Columbia Pictures Corporation, EvergladesProductions; 35mm vers.italianaMalgrado sia goffa e ingenua, Georgina possiede un fascino discreto che fa colpo sugli uomini. Unricco magnate, datore di lavoro dei genitori, le propone addirittura di sposarlo, ma lei preferisce intrecciare una tresca con Jos, marito della sua coinquilina, la bella Meredith. Quando questapartorisce una bambina, però, il “ménage à trois” si fa sempre più complicato. Commedia briosa e spregiudicata, frutto esemplare dello spirito anticonformista dell’epoca, ha uno dei suoi punti di forzanel cast formidabile, che include il veterano James Mason, una giovane Lynn Redgrave (sorella di Vanessa, qui al suo primo ruolo importante) e una splendida Charlotte Rampling. Da segnalare la canzone dei Seekers Georgy Girl, diventata un hit e candidata all’Oscar, e i costumi disegnati daMary Quant, grande sacerdotessa della moda londinese degli anni Sessanta.Copia proveniente da Cineteca Griffith

Darling

19.00

Page 9: LeCittàVisibili film festival 2010 - Londra

7

martedì 14 dicembre 21.00

a seguire

Cin

em

a Trevi - C

ine

teca N

azion

ale

Incontro con Lorenza MazzettiModeratore: Enrico Magrelli

Together GB, 1956, b/n, 52’

Regia: Lorenza Mazzetti; soggetto e sceneggiatura: Denis Horne; fotografia: Hamed Hadari, Walter Lassally; montaggio: John Fletcher, Lindsay Anderson; musica: Daniele Paris; interpreti: Michael Andrews, Eduardo Paolozzi, Valy, Denis Richardson, CeciliaMay; produzione: Harlequin Productions, BFI Experimental Film Fund;35mm v.o. sott.italiani

Momma Don’t Allow GB, 1956, b/n, 22’

Regia: Karel Reisz, Tony Richardson; soggetto e sceneggiatura: K. Reisz, T. Richardson; fotografia: Walter Lassally; musica: Chris Barber Band; montaggio: John Fletcher; interpreti: Chris Barber, RonBowden, Jim Bray, Lonnie Donegan, Pat Halcox; produzione: BFI Experimental Film Fund; 35mm v.o. sott.italiani

O Dreamland GB, 1956, b/n, 11’

Regia: Lindsay Anderson; soggetto e sceneggiatura: L. Anderson; fotografia: John Fletcher; produzione: BFI Experimental Film Fund;16mm v.o. sott.italiani

Il 5 febbraio del 1956, presso il National Film Theatre di Londra, venivaproiettato il primo programma di film raccolti sotto la definizione di FreeCinema, accompagnato da un manifesto che esprimeva gli obiettivi del

movimento. Primo fra tutti: nessun film può essere troppo personale, le immagini parlano da sé. A rivendicare questo approccio diretto alle cose, semplice e poetico al tempo stesso, erano quattro giovani registi destinati a un futuro luminoso: Lindsay Anderson, Karel Reisz, Tony Richardson e l’italiana Lorenza Mazzetti. Reisz e Richardson avevano ricevuto i fondi per il loro Momma Don’tAllow dal neonato Production Fund del BFI, mentre Anderson aveva già girato O Dreamland in pienaindipendenza qualche anno prima, senza aver mai avuto l’occasione di mostrarlo. Lorenza Mazzetti erauna studentessa di belle arti, che grazie al suo primo cortometraggio tratto da La metamorfosi di Kafka,era riuscita a ottenere un finanziamento dal BFI. Il suo film, Together, è il più ambizioso e riuscito del gruppo, e arrivò a conquistare un premio a Cannes lo stesso anno, portando alla ribalta un movimento che, in anticipo sulle nuove onde europee, indicava la strada del cinema del futuro.Copie provenienti da British Film Institute - Ingresso libero fino a esaurimento posti

Nata A Firenze, Lorenza Mazzetti è testimone da adolescente dellosterminio della sua famiglia putativa a opera delle SS. Negli anni ‘50si trasferisce a Londra, dove sopravvive facendo la cameriera, fino aquando riesce a entrare alla Slade School of Art. Dopo il mediome-traggio K, riceve un finanziamento dal BFI per girare Together, chela trasforma ne “l’italiana che inventò il Free Cinema”. Malgrado ilsuccesso, torna in Italia, e attingendo ai tragici ricordi dell’infanzia,scrive il romanzo Il Cielo Cade: vincitore a Viareggio, tradotto in 12lingue, il libro diventa un best seller, di cui Lorenza firma anche unseguito, Con Rabbia. Già regista televisiva per Cesare Zavattini, con-ferma il suo eclettismo dirigendo a lungo il Puppet Theatre diCampo De’ Fiori. Oggi Lorenza si dedica soprattutto alla pittura ediverse mostre le vengono dedicate in tutta Italia.

a proposito di Lorenza Mazzetti

Page 10: LeCittàVisibili film festival 2010 - Londra

8

I critici del tempo (...) erano d’accordo nel dichiarare Together il più originale, il più innovativofra i film visti nel primo programma del Free Cinema. Lorenza Mazzetti non ha dietro di sé latradizione del documentario inglese a cui rifarsi o da cui distanziarsi, il suo intento, e quindi ilsuo stile, vanno al di là del registro documentaristico: si potrebbe dire che il film ha uno sguardodoppio, personaggi e luoghi sono reali e metaforici. «È un film di due mondi, quello che noi ve-diamo e quello che simbolicamente i sordomuti proiettano in una visione pressoché kafkiana;un mondo fatto di ansia, di solitudine, senza speranza…» (Gavin Lambert ). Tragica e vitale è la visione della Mazzetti: i due sordomuti sono figure a prestito per metterein scena un sentimento della vita, l’esclusione come una condizione umana latente. La registaaveva già lavorato sul tema dell’estraniamento nel corto K, realizzato l’anno prima quando erastudentessa alla Slade School, prestigiosa scuola d’arte di Londra, tratto da La Metamorfosi diKafka. Il film le aveva procurato l’interessamento di Denis Forman, direttore del British Film In-stitute, e l’assegnazione di una somma del British Film Institute Experimental Fund per un se-condo film. La contiguità di ispirazione fra i due film è profonda, si esplicita anche nella sceltadi Michael Andrews, allora studente di pittura alla Slade, come protagonista in entrambi . Lo af-fianca in Together lo scultore Eduardo Paolozzi, scelta che ha una sua lapidaria forza visiva.

Quello della regista italiana è uno sguardo estremo, che la distanzia dai registi dei primi film delFree Cinema, più interessati a parlare della società e del suo rapporto con l’individuo. L’insiemedei loro film, guardati da una certa distanza, sembra avere un interesse prevalente per lo svagodella classe operaia (O Dreamland) e ancor più per il modo in cui i giovani si associano per stareinsieme e divertirsi (pensiamo a Momma Don’t Allow ma anche a We Are the Lambeth Boys).Si comincia a sentire l’atmosfera degli anni ’60, e il senso di comunità che Lindsay Andersoncelebra in Everyday Except Christmas è già sfiorato dalla nostalgia. Diverso è il cinema di Lo-renza Mazzetti: l’individuo è al centro, non il gruppo, intorno c’è il mondo ma l’individuo è soloe il suo isolamento non è mitigato da alcuna appartenenza a una comunità, né da forme diaggregazione compensative: non c’è la sala da ballo di Momma Don’t Allow o l’agghiaccianteparco giochi di O Dreamland e neppure la statuetta di Eros a Piccadilly di Nice Time a creareaggregazione. Persino la marginalità di un immigrato al suo primo giorno in Inghilterra in Re-fuge England, appare più come un frutto di circostanze che una condizione dell’esistere.

«Nel periodo dopo la guerra la gente voleva dimenticare, divertirsi, c’era una allegria voluta, matanti portavano dentro gli orrori che avevano visto» (Mazzetti). Outsider nel documentarismodel Free Cinema, i personaggi di Together troverebbero dei compagni in quella galleria di pro-tagonisti creati dai grandi registi del neorealismo tra il dopoguerra e la prima metà degli anni’50. In quegli anni De Sica, Rossellini e Antonioni mettono in scena storie di personaggi checamminano fuori da dimore perdute, sospinti, per vicende drammatiche, ai margini della co-munità. Pensiamo a Ladri di Biciclette e Umberto D, pensiamo al personaggio di Karen inStromboli del ’49, pensiamo alla protagonista di Europa ’51, pensiamo ad Aldo de Il Grido, dipochi mesi successivo a Together. C’è molto camminare, errare, nelle storie di questi perso-naggi. Cammina Karen nel labirinto dei vicoli di Stromboli, cammina Irene nelle periferie dellacittà, camminano i personaggi di De Sica in una Roma ostile, cammina Aldo lungo il greto neb-bioso del Po, camminano i personaggi della Mazzetti in spazi derelitti e quelle sequenze incampo lungo sono momenti emblematici dell’estraniamento dei personaggi. In questi momenti l’East End è lo scenario metafora della condizione umana, acquista unaqualità psichica con i suoi alti muri, i suoi vuoti, i suoi desolanti sventramenti e le due figureche vi transitano sono a loro volta lo specchio del destino di esclusione e della separatezza cheè stata la storia di questa parte di Londra. «Molti film partono da una storia e approdano allafine a un’altra meta, che è il difficile atto di guardare il mondo, un atto di cultura, di riflessione.I luoghi non sono funzionali alla storia, ma è questa che serve a farci meglio vedere quelli»(Sandro Bernardi, Il paesaggio nel cinema italiano). Together vede l’East End, non lo docu-menta: la visione cha ha mosso il film entra in contatto con la quintessenza del luogo.

Carla Vestroni, tratto da L’East End metafora dell’esclusione in Together di Lorenza Mazzetti, Cinemasessanta, aprile-giugno 2009

a proposito di Together

Page 11: LeCittàVisibili film festival 2010 - Londra

mercoledì 15 dicembre

Family Life

17.00

Regia: Ken Loach; soggetto: David Mercer, dal suo originale televisivoIn Two Minds; sceneggiatura: D. Mercer; fotografia: Charles Stewart;

scenografia: William McCrow; costumi: Daphne Dare; musica: Marc Wilkinson; montaggio: RoyWatts; interpreti: Sandy Ratcliff, Bill Dean, Grace Cave, Malcolm Tierney, Hilary Martin, Michael Rid-dall; produzione: EMI Films, Kestrel Films; 16mm vers.italianaJanice ha un rapporto conflittuale con la propria famiglia, ottusa e autoritaria, e, dopo essere stata costretta ad abortire, precipita in un profondo stato di nevrosi. Incapaci di comprendere le ragioni deidisagi della figlia, i genitori la affidano a un ospedale psichiatrico, dove finirà per essere sottoposta al-l’elettroshock. «Il caso di Janice è esemplare per quel che concerne la lotta di un individuo contro ilsistema sociale. Per impedire a un individuo di diventare un sovversivo, di rimettere in discussionetutto un sistema, la società possiede delle armi feroci. Le due più efficaci sono la famiglia e la psichiatriatradizionale» (Loach). Girato con un stile semi-documentaristico che ne amplifica la forza polemica,Family Life è uno dei film più duri (emotivamente e politicamente) e più riusciti del regista.Copia proveniente da Cineteca Griffith

Id., GB, 1971, col., 108’

Following

21.00

Regia: Christopher Nolan; soggetto e sceneggiatura: C. Nolan; fotogra-fia: C. Nolan; scenografia: Tristan Martin; musica: David Julyan;

montaggio: Gareth Heal, C. Nolan; interpreti: Jeremy Theobald, Alex Haw, Lucy Russell, John Nolan,Dick Bradsell, Gillian El-Kadi; produzione: Next Wave Films; 35mm vers.italiana

Per ritrovare l’ispirazione, uno scrittore inizia a pedinare delle persone scelte a caso per le strade di Lon-dra. Il gioco si fa serio quando incontra un ladro professionista che lo introduce nel mondo del crimine.Ancora lontano dai fasti hollywoodiani di Batman Begins e Inception, Nolan dirige il suo primo lun-gometraggio con un budget minimo, girando in 16mm e lavorando nei weekend con un cast formatoper lo più da amici. Il risultato, un noir ricco di atmosfera, riuscì comunque a impressionare la criticae i festival internazionali, anche grazie a quella scelta di un montaggio non cronologico che diverràuno dei segni distintivi del regista, lanciandolo definitivamente con il successivo Memento. Copia proveniente da Cineteca di BolognaIntroduce il film Adriano Ercolani

Id., GB, 1998, b/n, 69’

Irina PalmId., B/GB/DE/FR, 2007, col., 103’

Regia: Sam Garbarski; soggetto e sceneggiatura: Martin Herron, Philippe Blasband, S. Garbarski; fotografia: Christophe Beaucarne; sce-nografia: Véronique Sacrez; costumi: Anushia Nieradzik; musica:Ghinzu, Philippe Malempré; montaggio: Ludo Troch; interpreti: Marianne Faithfull, Miki Manojlovic,Kevin Bishop, Siobhan Hewlett; produzione: Entre Chien et Loup; 35mm v.o. sott.italiani

Maggie è una tranquilla signora che si trova in un disperato bisogno di denaro per le cure mediche delnipotino. Quando a offrirle un lavoro è il proprietario di un locale sexy di Soho, Maggie non può tirarsiindietro, e dopo l’imbarazzo iniziale finisce per trasformarsi nella mitica “Irina Palm”, donna dalle manid’oro per cui i clienti fanno la fila… Commedia di culto, tenera e irriverente, che deve gran parte dellasua riuscita alla protagonista, Marianne Faithfull, già icona musicale della Swinging London, poi artistadalle mille vite, sempre nel segno della trasgressione e dell’anticonformismo. Copia proveniente da Teodora Film Distribuzione

Cin

em

a Trevi - C

ine

teca N

azion

ale

9

19.00

Page 12: LeCittàVisibili film festival 2010 - Londra

giovedì 16 dicembre

Belle speranze

17.00

Regia: Mike Leigh; soggetto e sceneggiatura: M. Leigh; fotografia:Roger Pratt; scenografia: Diana Charnley; costumi: Lindy Hemming;

musica: Andrew Dickson; montaggio: Jon Gregory; interpreti: Philip Davis, Ruth Sheen, Edna Doré,Philip Jackson, Heather Tobias, Lesley Manville; produzione: British Screen Productions, ChannelFour Films, Portman Productions; 35mm vers.italiana

L’amore (e la politica) ai tempi della Thatcher: Cyril e Shirley sono una coppia di socialisti vecchio stile,alle prese con i piccoli problemi quotidiani, nonché con la sorella di lei, casalinga sposata a un rozzocommerciante che la tradisce regolarmente, e con i nuovi vicini yuppies. Senza dimenticare una vec-chia madre conservatrice sempre più bisognosa di cure... «I miei film trattano in realtà di cose comeil lavoro, la sopravvivenza, avere un genitore anziano, se è una buona idea avere dei bambini, di problemi di cui tutti si preoccupano. L’elemento di classe è presente semplicemente in quanto sonofilm inglesi» (Leigh). Dietro un tono apparente di commedia, il regista riesce come pochi a raccontareil profondo disagio sociale dell’Inghilterra degli anni Ottanta, con rabbia e tenerezza.Copia proveniente da Cineteca Lucana

High Hopes, GB, 1988, col., 112’

The Big Smoke: Films From A Lost London (1896-1945)

2009, GB, b/n, col., 82’

documentario antologico a cura di BFI National Archive, London’sScreen Archives, Imperial War Museum (all’interno del progetto TheStory of London, promosso dall’Ufficio del Sindaco di Londra); musica: James Pearson, RonnieScott’s All Stars; distribuzione internazionale: Independent Cinema Office; digibeta v.o. sott.italiani“Big Smoke” è uno dei tanti nomignoli di Londra, protagonista assoluta di quest’opera soprendente edi inestimabile valore: una cavalcata attraverso 50 anni di storia della città grazie al recupero di filmatirari e curiosi, per lo più dell’epoca del muto, pescati nei maggiori archivi cittadini e capaci di restituireuna Londra che ormai non esiste più. Si parte dagli albori del cinema (nel 1896, quando ancora era re-gina Vittoria) con le immagini del Blackfriars Bridge girate da uno dei pionieri britannici della settimaarte, Robert Paul, e si arriva fino al metraggio amatoriale girato da un soldato americano durante i fe-steggiamenti per la fine della Seconda Guerra Mondiale. Tra le tante chicche incluse nel film, vale lapena menzionare l’esilarante corto fantascientifico The Fugitive Futurist e le celebri immagini dellacittà bombardata girate a colori da Rosie Newman.Per gentile concessione di British Film Institute e Independent Cinema Office (Londra)Anteprima italiana

Belle speranze

19.00

Cin

em

a Tr

evi

- C

ine

teca

Naz

ion

ale

10

Page 13: LeCittàVisibili film festival 2010 - Londra

Regia: Humphrey Jennings, HarryWatt; sceneggiatura e voce fuoricampo: Quentin Reynolds; fotogra-fia: Jonah Jones; montaggio: JackLee, Stewart McAllister; produ-zione: GPO Film Unit; 35mm v.o.

giovedì 16 dicembre

21.00

London Can Take It 1940, GB, b/n, 9’

Nel settembre del 1940 iniziava ilBlitz di Londra: la Germania nazistabombardò la città per 76 notti con-secutive, continuando fino al mag-gio dell’anno successivo e provocando un tragico bilancio di migliaia di vittime e di edifici distrutti.Nella ricorrenza del 70° anniversario dell’evento, viene proposto un programma speciale che iniziacon London Can Take It, uno dei titoli più famosi prodotti dalla GPO Film Unit, la divisione cinemato-grafica delle poste inglesi diretta per anni dal grande documentarista John Grierson. Vi lavorarono re-gisti eccellenti come Alberto Cavalcanti, Paul Rotha, Len Lye e lo stesso Humphrey Jennings, che firmacon Harry Watt questo breve e straordinario film di propaganda a sostegno della resistenza della po-polazione contro i bombardamenti. «I soggetti dei film di Jennings furono, almeno in superficie, quelliconsueti; eppure la sua maniera espressiva fu sempre personale e lo divenne via via sempre di più. Unostile che prevedeva il rapporto più stretto possibile con il contenuto - con quell’aspetto cioè, dei temiaffrontati, che la sua particolare visione delle cose lo conduceva a sottolineare. Uno stile, diciamo,poetico. E in realtà si potrebbe ragionevolmente sostenere che Humphrey Jennings è l’unico veropoeta che il cinema britannico abbia mai prodotto» (Lindsay Anderson).Copia proveniente da British Film Institute

Blitz a Londra (1940)

Anni ‘40

Regia: John Boorman; soggetto e sceneggiatura: J. Boorman; fotogra-fia: Philippe Rousselot; scenografia: Anthony Pratt; costumi: Shirley

Russell; musica: Peter Martin; montaggio: Ian Crafford; interpreti: Sebastian Rice-Edwards, GeraldineMuir, Sarah Miles, David Hayman, Sammi Davis, Derrick O’Connor; produzione: Columbia PicturesCorporation; 35mm vers.italianaLa dichiarazione di guerra del 1940, l’inizio dei bombardamenti su Londra, le discese notturne nei rifugi, il razionamento, gli incendi: la Seconda Guerra Mondiale rivive attraverso gli occhi del piccoloBill, che non ne percepisce il dramma quanto piuttosto la grande opportunità di nuove e eccitanti avventure. D’altra parte, quale bambino non sarebbe felice di trovare una mattina la scuola distruttadalle bombe? Al patriottismo di London Can Take It viene affiancata questa rievocazione ironica e impertinente degli anni della guerra, che pur descrivendone appieno il dramma, si avvale di una leg-gerezza dello sguardo di valore inestimabile. Attingendo ai propri ricordi personali, Boorman gira unadelle sue opere migliori, purtroppo poco conosciuta in Italia (malgrado le otto candidature agli Oscardell’epoca) e assolutamente da riscoprire.

Hope and Glory, GB/USA, 1987, col., 113’

a seguire

Cin

em

a Trevi - C

ine

teca N

azion

ale

11

Page 14: LeCittàVisibili film festival 2010 - Londra

Cin

em

a Tr

evi

- C

ine

teca

Naz

ion

ale

venerdì 17 dicembre

I trafficanti della notteNight and the City , GB, 1950, b/n, 96’

Regia: Jules Dassin; soggetto: dal romanzo omonimo di Gerald Kersh; sceneg-giatura: Jo Eisinger; fotografia: Max Greene; scenografia: C.P. Norman; costumi:Oleg Cassini; musica: Franz Waxman; montaggio: Nick DeMaggio; interpreti: Ri-chard Widmark, Gene Tierney, Googie Withers, Hugh Marlowe, Francis L. Sulli-van; produzione: Twentieth Century-Fox Productions; 16mm v.o. sott.italiani

Harry Fabian vive di sotterfugi nel giro delle scommesse londinese, sognando la grande occasione. Questa gli arriva nelle fattezze di un giovane wrestler di cuiriesce a diventare promotore, programmando l’incontro dell’anno. La malavita organizzata, però, glimette subito i bastoni fra le ruote, costringendolo a una drammatica fuga. Dopo aver rivoluzionato ilnoir con Città nuda, Dassin si sposta da New York a Londra (anche perché prossimo a finire nella listanera del maccartismo) e firma uno dei suoi film migliori: teso, disincantato, con un ritmo perfetto euna magnifica fotografia notturna, che sfrutta al meglio la scelta, all’epoca controcorrente, di girare tuttigli esterni per le strade delle città.

Tra i titoli presentati nel corso degli anni Cinquanta all’interno dei celebri programmi del Free Cinemaal National Film Theatre, spiccano questi tre film diretti dalla coppia Tanner e Goretta e da due deifondatori del movimento, Anderson e Reisz. I primi due, originari della Svizzera, riuscirono a ottenere240 sterline dal BFI per un breve film dedicato al sabato sera di Piccadilly Circus, ispirandosi, oltre cheall’estetica del Free Cinema, all’À Propos de Nice di Vigo, e iniziando entrambi una lunga carriera chedura tuttora. Anderson dedica un’opera più matura al leggendario mercato di Covent Garden, aperto“tutti i giorni fuorché a Natale”: il risultato è un capolavoro di quella poesia del quotidiano cara al regista, che ottenne grandi riscontri internazionali, anche alla Mostra di Venezia. Prodotto comequest’ultimo grazie alla sponsorizzazione della Ford Motor Company, We Are the Lambeth Boys è in-fine il ritratto di un gruppo di teenagers dell’Alford House Youth Club, pedinati nella vita di tutti i giorni,tra speranze, frustrazioni e momenti di svago. Dopo il successo del film, Reisz potrà esordire nel lungometraggio con uno dei suoi titoli più amati, Sabato sera, domenica mattina.Copie provenienti da British Film InstituteIntroduce i film Carla Vestroni

Nice Time GB, 1957, b/n, 17’

Regia: Alain Tanner, Claude Goretta; soggetto e sceneggiatura: A. Tan-ner, C. Goretta; fotografia: John Fletcher; musica: Pete Ashton Quintet;produzione: British Film Institute Experimental Film Fund; 35mm v.o.sott.italiani

Every Day Except Christmas GB, 1957, b/n, 40’

Regia: Lindsay Anderson; soggetto e sceneggiatura: L. Anderson; fo-tografia: Walter Lassally; montaggio: John Fletcher; musica: DanieleParis; interpreti: Alun Owen (narratore); produzione: Graphic Films,Ford Motor Company; 35mm v.o. sott.italiani

We Are the Lambeth Boys GB, 1959, b/n, 52’

Regia: Karel Reisz; fotografia: Walter Lassally; montaggio: John Fletcher; musica: John Dankworth; interpreti: John Rollason (narra-tore); produzione: Graphic Films, Ford Motor Company; 35mm v.o.sott.italiani

19.00

17.00

12

Page 15: LeCittàVisibili film festival 2010 - Londra

venerdì 17 dicembre

I giovani arrabbiati

21.15

Regia: Tony Richardson; soggetto: dalla pièce Look Back in Anger diJohn Osborne; sceneggiatura: Nigel Kneale, J. Osborne; fotografia:

Oswald Morris; scenografia: Peter Glazier; costumi: Jocelyn Rickards; musica: Chris Barber; mon-taggio: Richard Best; interpreti: Richard Burton, Claire Bloom, Mary Ure, Edith Evans, Gary Raymond,Donald Pleasence; produzione: Orion, Woodfall Film Productions; 35mm vers.italianaJimmy gestisce un banco al mercato e impiega il tempo libero come trombettista jazz. Irrequieto e fa-cile agli scoppi d’ira, litiga spesso con la moglie Alison, che, rimasta incinta, sceglie infine di abbando-narlo. Jimmy si consola con l’amica di lei, Helena, la cui presenza aveva contribuito alla rottura tra idue, ma finirà per tornare sui suoi passi. Primo lungometraggio del Free Cinema ad avere una distri-buzione regolare, il film riprende la pièce Ricorda con rabbia di John Osborne, allestita tre anni primadallo stesso Richardson, e segna l’arrivo sullo schermo delle idee degli “angry young men” e della poe-tica del “kitchen-sink”, quel realismo carico di indignazione che sparigliò la cultura inglese dell’epoca.Richard Burton era allora già una star a Hollywood e contribuisce al film con una prova di straordinariadurezza e intensità.

Look Back in Anger, GB, 1959, b/n, 98’

Cin

em

a Trevi - C

ine

teca N

azion

ale

I giovani arrabbiati

13

La forza di un personaggio come quello di Jimmy Porter, nel primo lungometraggio di Richar-dson, sta nel suo essere costruito fondendo perfettamente le inquietudini personali con i pro-cessi storici che portano al corto circuito di una coscienza tanto più impotente quanto piùcolta e sviluppata. In tutti gli eroi di Richardson, e non solo in Jimmy Porter, c’è un “voltarsi in-dietro”, un sentimento costante del perduto. È nella costellazione del perduto che va inscrittoad esempio anche l’uso del jazz come forma di liberazione che fa a meno del pensiero e del-l’ideologia. Il risentimento politico che agita il cinema di Richardson è rivolto in primo luogocontro la latitanza di una sinistra retorica e snob, di un’idea democratica adagiata su se stessae sui propri presunti successi (una democrazia di quelli che “fanno tra pasti al giorno”, comedicono davanti alla tv Colin Smith e il suo amico, proletari, in Gioventù, amore e rabbia). Questaè, in fondo, anche l’accusa latente lanciata dal cosiddetto kitchen-sink: il lavello della cucinacon i piatti sporchi è la chiave per un’entomologia dello squallore di una condizione talmentefrustrata, da non consentire più di dominare neanche i gesti quotidiani della propria vita.

Serafino Murri, Tony Richardson, lo stile di un “anti-autore”, in Dal Free Cinema alla BritishRenaissance. 1956-1996 (Lithos editrice)

a proposito de I giovani arrabbiati

Page 16: LeCittàVisibili film festival 2010 - Londra

sabato 18 dicembre C

ine

ma

Tre

vi -

Cin

ete

ca N

azio

nal

e

…E la terra prese fuoco

17.00

Regia: Val Guest; soggetto e sceneggiatura: Wolf Mankowitz, V. Guest;fotografia: Harry Waxman; scenografia: Scott Slimon; costumi: Beatrice

Dawson; musica: Stanley Black; montaggio: Bill Lenny; interpreti: Janet Munro, Leo McKern, EdwardJudd, Michael Goodliffe, Bernard Braden; produzione: Pax Films; 35mm vers.italiana

La Terra è in pericolo a causa degli esperimenti nucleari di russi e americani: uscita dalla sua orbita,inizia ad avvicinarsi al Sole e l’unico modo per salvarla è una nuova esplosione che rimetta il pianetanella giusta traiettoria. Tra gli attacchi di panico della popolazione, l’incertezza dei governi e i disastrinaturali che si susseguono, a raccontare la storia è il giornalista londinese Peter Stenning, sempre piùdisilluso sul futuro dell’umanità. Divenuto celebre con la serie di Quatermass, prodotta dalla Hammer,Val Guest gira un gioiello di fantascienza apocalittica, per certi versi sinistramente premonitore (il sur-riscaldamento climatico), per altri calato in pieno nelle ossessioni della guerra fredda. Ancora godibi-lissimo, anche negli ingenui (ma efficaci) effetti speciali.Copia proveniente da Cineteca Griffith

The Day the Earth Caught Fire, GB, 1961, b/n, 98’

Il pensionanteThe Lodger: A Story of the London Fog , GB, 1926, b/n, 80’ (20fps)

Regia: Alfred Hitchcock; soggetto: dal romanzo The Lodger di MarieBelloc Lowndes; sceneggiatura: Eliot Stannard; fotografia: Gaetano diVentimiglia; scenografia: C. Wilfred Arnold, Bertram Evans; montaggio:Ivor Montagu; interpreti: Ivor Novello, Marie Ault, Arthur Chesney, June Howard Tripp, MalcolmKeen; produzione: Gainsborough Pictures; 35mm v.o. sott.italiani

Londra è in preda al terrore per le gesta di un assassino seriale che uccide solo ragazze bionde. Quandoa casa dei signori Bunting si presenta un nuovo inquilino dall’aria misteriosa, la figlia Daisy e il suo fi-danzato, ispettore di Scotland Yard, iniziano a sospettare che sia proprio lui l’autore degli omicidi. Male cose non stanno affatto come sembrano. Considerato il primo capolavoro di Hitchcock e uno deisuoi film più riusciti del periodo inglese, Il pensionante è una fucina di invenzioni visive che hannomantenuto intatto il loro fascino, anche grazie al ritratto avvolgente di una Londra presentata in tuttoil suo potenziale oscuro. Una curiosità: fu il primo film di Hitchcock firmato con una sua apparizione,secondo una trovata che diventerà un leggendario marchio di fabbrica di tutti film successivi.

19.00

14

Speravo, durante la lavorazione, che nessuno potesse dire, vedendo il mio film terminato:Blow-up è un lavoro tipicamente anglosassone. Ma, nello stesso tempo, desideravo che nes-suno lo definisse un film italiano. Originariamente la storia di Blow-up avrebbe dovuto essereambientata in Italia, ma mi resi quasi subito conto che sarebbe stato impossibile localizzare inqualche città italiana la vicenda. Un personaggio come quello di Thomas non esiste realmentenel nostro paese. Al contrario l’ambiente nel quale lavorano i grandi fotografi è tipico dellaLondra dell’epoca in cui si svolge la narrazione. Thomas, inoltre, si trova al centro di una seriedi avvenimenti che è più facile ricollegare alla vita londinese che non a quella di Roma o di Mi-lano. Egli ha optato per la nuova mentalità che si è creata con la rivoluzione della vita, del co-stume, della morale in Gran Bretagna, soprattutto tra i giovani artisti, pubblicisti, stilisti o tra imusicisti che fanno parte del movimento Pop. Thomas conduce un’esistenza regolata comeun cerimoniale e non a caso afferma di non conoscere altra legge che non sia l’anarchia.

Michelangelo Antonioni

a proposito di Blow-up

Page 17: LeCittàVisibili film festival 2010 - Londra

sabato 18 dicembre C

ine

ma Tre

vi - Cin

ete

ca Nazio

nale

Blow-up

21.00

Regia: Michelangelo Antonioni; soggetto: M. Antonioni, dal raccontoLas babas del diablo di Julio Cortazar; sceneggiatura: M. Antonioni,

Tonino Guerra; dialoghi inglesi: Edward Bond; fotografia: Carlo Di Palma; scenografia: AsshetonGorton; costumi: Jocelyn Rickards; musica: Herbie Hancock; montaggio: Frank Clarke; interpreti:David Hemmings, Vanessa Redgrave, Sarah Miles, John Castle, Jane Birkin, Veruschka von Lehndorff;produzione: Bridge Films; 35mm v.o. sott.italianiUn fotografo londinese di moda crede di scoprire, ingrandendo una foto scattata per caso in un parco,il cadavere di un uomo e una mano che impugna una pistola. È avvenuto davvero un omicidio?Quanto è labile il confine tra realtà e illusione? «Il mio problema per Blow-up era quello di ricreare larealtà in una forma astratta. Io volevo mettere in discussione “il reale presente”: questo è un punto es-senziale dell’aspetto visivo del film considerato che uno dei temi principali della pellicola è: vedere onon vedere il giusto valore delle cose» (Antonioni). Capolavoro del regista, tra i pochi capaci di tenereinsieme una complessa riflessione filosofica e un apparato formale estremamente seducente, ampli-ficato dall’ambientazione negli eccessi (stilistici, sessuali, musicali) della Swinging London. Palma d’Oroal Festival di Cannes.Per gentile concessione di Hollywood Classics - Copia proveniente da British Film Institute

Id., GB/IT/USA, 1966, col., 111’

I vinti (Episodio inglese)IT, 1952, b/n, 37’

Regia: Michelangelo Antonioni; soggetto: M. Antonioni, Suso CecchiD’Amico, Diego Fabbri, Turi Vasile; sceneggiatura: S. Cecchi D’Amico, M.Antonioni, D. Fabbri, T. Vasile, Giorgio Bassani, Roger Nimier; fotografia:Enzo Serafin; scenografia: Gianni Polidori, Roland Berthon; musica: Giovanni Fusco; montaggio:Eraldo Da Roma; interpreti dell’episodio inglese: Peter Reylonds, Patrick Barr, Fay Compton, EileenMoore; produzione: Film Costellazionemm; 35mm v.o. sott.italiani

Ispirato a una storia vera, l’episodio inglese de I vinti ha per protagonista Aubrey, un giovane aspirantescrittore capace di uccidere una donna pur di vendere la storia a un giornale e diventare famoso. «Èl’episodio inglese del film quello che del trittico apparve allora, e risulta tuttora, il più compiuto e il piùdenso (...). Il protagonista si collega, indirettamente, all’Edmund del rosselliniano Germania anno zero:Aubrey è un Edmund sopravvissuto alle rovine che lo circondano. Ma se le porta dentro come un pae-saggio distrutto per sempre, che sopravvive soltanto all’insegna della distruzione: e pratica, con ormairassegnato cinismo, la crudeltà del mondo di cui è prodotto e della storia di cui è figlio» (Miccichè).

a seguire

15

Michelangelo Antonioni

Page 18: LeCittàVisibili film festival 2010 - Londra

domenica 19 dicembre C

ine

ma

Tre

vi -

Cin

ete

ca N

azio

nal

e

Idolo infranto The Fallen Idol, 1948, b/n, 95’

Regia: Carol Reed; soggetto: dal racconto di Graham Greene The Ba-sement Room; sceneggiatura: G. Greene, Lesley Storm, William Tem-pleton; fotografia: Georges Périnal; scenografia: Vincent Korda, JamesSawyer; musica: William Alwyn; montaggio: Oswald Hafenrichter; interpreti: Ralph Richardson, Mi-chèle Morgan, Sonia Dresdel, Bobby Henrey, Denis O’Dea, Jack Hawkins; produzione: London FilmProductions; 35mm vers.italiana

Philippe, giovane figlio di un diplomatico, nutre una devozione sconfinata per il maggiordomo Baines,che ricambia volentieri l’affetto del ragazzo. Quello che Philippe non sa è che Baines ha un’amante,Julie, ed è in procinto di separarsi dalla moglie, anche lei impiegata all’ambasciata. Quando quest’ul-tima rimane uccisa e la polizia inizia a sospettare di Baines, Philippe si ritrova nella scomoda posizionedi testimone. Tratto da un racconto di Graham Greene, qui anche sceneggiatore, è uno dei film più celebri di Carol Reed, capace di costruire con pochi elementi una fortissima tensione psicologica e avvincere lo spettatore dall’inizio alla fine. Come per la Vienna de Il terzo uomo, altro titolo indi-menticabile del regista, le immagini notturne di Londra, in un bianco e nero scolpito, lasciano il segno.

17.00

Repulsion

19.00

Regia: Roman Polanski; soggetto e sceneggiatura: R. Polanski, GérardBrach; fotografia: Gilbert Taylor; scenografia: Seamus Flannery; musica:

Chico Hamilton; montaggio: Alastair McIntyre; interpreti: Catherine Deneuve, Ian Hendry, John Fra-ser, Yvonne Furneaux, Patrick Wymark; produzione: Compton Films; 35mm v.o. sott.italiani

Carol vive a Londra con Hélène, la sorella maggiore, e lavora in un istituto di bellezza. Le visite frequentidi Michael, l’amante della sorella, accentuano sempre più la sua nevrosi e le sue ossessioni legate alsesso, precipitandola in un abisso allucinatorio che lentamente finirà per trasformarla in un’assassina.Nel suo primo lungometraggio girato fuori dalla Polonia, Polanski mette in scena un percorso scioc-cante nella psiche di una donna disturbata, il cui risultato è un thriller visionario che lascia a boccaaperta per la sua intensità emotiva e le sue molteplici invenzioni espressive. Grazie alla sua bellezzaalgida e fragile, la Deneuve è perfetta nel ruolo della protagonista. Orso d’Argento al Festival di Berlino.Copia proveniente da Lab 80 Film

Id., GB, 1965, b/n, 105’

Repulsion

16

Page 19: LeCittàVisibili film festival 2010 - Londra

domenica 19 dicembre C

ine

ma Tre

vi - Cin

ete

ca Nazio

nale

21 .00

Regia: Sidney J. Furie; soggetto: dal romanzo omonimo di Len Deighton; sceneggiatura: W.H. Canaway, James Doran; fotografia: Otto Heller; scenografia:Ken Adam; costumi: Muriel Dickson; musica: John Barry; montaggio: Peter R.Hunt; interpreti: Michael Caine, Nigel Green, Guy Doleman, Sue Lloyd, GordonJackson; produzione: The Rank Organisation; 16mm vers.italiana

Agente del controspionaggio inglese, Harry Palmer vede affidarsi una delicata missione che coinvolgela scomparsa di uno scienziato, finito oltre la cortina di ferro. Rapito egli stesso da un’organizzazionecriminale, viene sottoposto al lavaggio del cervello, ma riuscirà comunque a far luce su un complessocaso di doppio gioco. Primo di una serie di tre film con protagonista la spia inventata dallo scrittoreLen Deighton: ironico, insubordinato e donnaiolo, l’agente Palmer è incarnato con humour e perfettoaplomb da Michael Caine, in uno dei ruoli che lo hanno reso un’icona della Londra degli anni Sessanta.Rivisto a distanza di anni, Ipcress non può non apparire come alternativa più adulta e sofisticata aicoevi film di James Bond.

The Ipcress File, GB, 1965, col., 109’

Ipcress

17

Io tengo al realismo in tutto. Più racconto storie incredibili, più sento che è necessario renderlein modo realistico. È quello che ho fatto in Repulsion. Ed era molto difficile, perché il tema al-l’origine era molto dozzinale e stupido. Ho fatto un tour de force, avevo voglia di farlo. Ma il tourde force consisteva in questo: rendere la storia plausibile, realistica. E ci sono riuscito. Giacchého fatto il film e l’ho fatto bene. Tremendamente bene! Dite tutto quel che volete: tutto è gros-solano, bestiale, stupido in questo film; la storia la si potrebbe raccontare anche in modo grot-tesco. Sarebbe facile. Io invece l’ho raccontata in modo plausibile e con una sorprendentemotivazione psicologica. Il risultato è che è divenuta vera. Questo è meno facile... Inoltre, tuttigli psichiatri lo trovano vero, il film, e sono sorpresi. È anche per questo che ne sono fiero. InIl coltello nell’acqua, il realismo era differente. Tutta era fondato sull’ambiguità, le piccole ironie,una sorta di cinismo in penombra, ma è facile fare questo. Realizzato da un dilettante o rea-lizzato su modello commerciale, il film sarebbe in ogni caso piaciuto. Si sarebbe detto che erasemplice, gentile, discreto, senza essere emozionante... Con Repulsion almeno, non si può direquesto, e la cosa mi piace. Con Il coltello nell’acqua, che cosa rischiavo? Al massimo di anno-iare. Il che non è molto grave... Mentre con Repulsion quel che affrontavo era il rischio del ri-dicolo. Ed era duro, maledettamente duro da superare!

Roman Polanski, da un’intervista con Michel Delahaye e Jean-André Fieschi, Les Cahiers duCinéma 175, 1966 (cit. in Roman Polanski, di Stefano Rulli e Flavio De Bernardinis, Il Castoro)

a proposito di Repulsion

Page 20: LeCittàVisibili film festival 2010 - Londra

martedì 21 dicembre C

ine

ma

Tre

vi -

Cin

ete

ca N

azio

nal

e

London River

17.00

Regia: Rachid Bouchareb; soggetto e sceneggiatura: R. Bouchareb, ZoéGaleron, Olivier Lorelle; fotografia: Jérôme Alméras; scenografia:

Jean-Marc Tran; costumi: Karine Serrano; musica: Armand Amar; montaggio: Yannick Kergoat; interpreti: Brenda Blethyn, Sotigui Kouyaté, Francis Magee, Sami Bouajila, Roschdy Zem, Marc Baylis;produzione: 3B Productions; 35mm vers.italiana Londra, 7 luglio 2005. Quattro esplosioni provocate da altrettanti attentatori suicidi colpiscono il sistema dei trasporti cittadino, causando oltre cinquanta morti. Temendo per la sorte dei rispettivi figli,Elisabeth, una donna di mezza età che vive in un paesino di campagna, e Ousmane, un africano trapiantato a Parigi, partono alla volta di Londra. Il destino li farà incontrare, spingendoli a condividereuna drammatica ricerca. Francese di origine algerina, Bouchareb intreccia con rara sensibilità la storiadi due persone profondamente diverse (una bianca e l’altro nero, una cattolica e l’altro musulmano),che inevitabilmente si erge simbolo della possibilità di un dialogo fra culture distanti. Eccezionale la prova dei due protagonisti.Proiezione speciale audiocommentata in cuffia per non vedenti e sottotitolata per non udentiIn collaborazione con Cinema Senza Barriere - Copia proveniente da BIM Distribuzione

Id., GB/FR, 2009, col., 87’

Refuge England 1959, b/n, 27’

Regia: Robert Vas; soggetto e sceneggiatura: Laszlo Marton, R. Vas; fotografia: Walter Lassally, Louis Wolfers; montaggio: R. Vas; interpreti:Tibor Molnár, Bill Collins, Abdul Hamid Khan, Leonard Ryland; produ-zione: British Film Institute Experimental Film Fund; 16mm v.o. sott.italiani

La storia, di disarmante semplicità, è quella del primo giorno a Londra di un esule ungherese, fuggitodal suo paese dopo la repressione della rivolta del ’56. Tutto quello che ha è un biglietto con un indirizzoincompleto, ma la ricerca alla fine darà i suoi frutti. Fortemente autobiografico (lo stesso regista era unrifugiato ungherese), il film è un piccolo capolavoro, capace, con pochi gesti perfetti, di commuoveresenza retorica, raccontando l’eterno smarrimento degli esuli e la speranza sempre viva di un nuovosenso di appartenenza. Presentato con successo nel sesto programma del Free Cinema del 1959.Copia proveniente da British Film Institute

18.45

MoonlightingId., GB, 1982, col., 87’

Regia: Jerzy Skolimowski; soggetto e sceneggiatura: J. Skolimowski; fotografia: Tony Pierce-Roberts; scenografia: Tony Woollard; costumi:Jane Robinson; musica: Stanley Myers; montaggio: Barrie Vince; in-terpreti: Jeremy Irons, Eugene Lipinski, Jirí Stanislav, Eugeniusz Haczkiewicz, Edward Arthur, DenisHolmes; produzione: Michael White Productions; 35mm vers.italianaTre operai polacchi e il loro caposquadra arrivano a Londra per rimettere a nuovo l’appartamento diun ricco compatriota. Le scadenze sono rigide e quando in Polonia i militari di Jaruzelski decretano lalegge marziale, il caposquadra fa di tutto per nascondere la notizia ai compagni e non interrompere i lavori. Considerato il miglior film di Skolimowski girato all’estero, Moonlighting (espressione ingleseper indicare il lavoro nero) «è una storia semplice, raccontata con ritmo incalzante, quasi a suspense.Un film amarissimo e angoscioso nel fondo, ma con risvolti di un umorismo caustico, un film politicopiù di tanti altri che affrontano direttamente problemi politici» (Morandini). Alla critica feroce nei con-fronti del proprio paese, il regista affianca infatti un ritratto senza sconti dell’Inghilterra thatcheriana,tra razzismo diffuso, abusi quotidiani e indifferenza.

a seguire

18

Page 21: LeCittàVisibili film festival 2010 - Londra

martedì 21 dicembre

My Beautiful Laundrette

21.00

Regia: Stephen Frears; soggetto e sceneggiatura: Hanif Kureishi; foto-grafia: Oliver Stapleton; scenografia: Hugo Luczyc-Wyhowski; costumi:

Lindy Hemming; musica: Ludus Tonalis; montaggio: Mick Audsley; interpreti: Daniel Day-Lewis,Saeed Jaffrey, Roshan Seth, Gordon Warnecke, Derrick Branche, Rita Wolf; produzione: ChannelFour Films, SAF Productions, Working Title Films; 35mm vers.italianaNella comunità pakistana di Londra, Omar lavora all’autolavaggio dello zio, sognando di avviare un’attività in proprio. Quando si presenta l’opportunità di aprire una lavanderia, coinvolge un amico di infanzia, Johnny, che diventa suo compagno negli affari e nella vita: l’impresa ha successo, ma la coppia dovrà scontrarsi con molti pregiudizi. Girato originariamente in 16mm per la tv (la leggendariaChannel 4), il film venne poi distribuito nelle sale e accolto da un inaspettato successo planetario, diventando una delle opere simbolo della cosiddetta British Renaissance degli anni Ottanta. Oltre all’apporto fondamentale di Kureishi, che ottenne una candidatura all’Oscar per la sceneggiatura,vanno ricordati almeno l’interpretazione di un giovane e già grande Daniel Day-Lewis e la regia defilatama puntuale di Frears.Con una introduzione di Carla Scura (autrice del libro Dove comincia il tempo – La Londra di fine millennio nel cinema e nella letteratura)

Id., GB, 1985, col., 97’

Cin

em

a Trevi - C

ine

teca N

azion

ale

19

Moonlighting

Cinema senza barriere, progetto ideato nel 2005 da AIACE, Eva Schwarzwald, Romano Fatto-rossi, è un servizio culturale permanente che consente alle persone con disabilità dell’udito edella vista di condividere cinema di qualità con chi non vive gli stessi problemi. La città di Mi-lano, prima in Italia (seguita poi da Roma e Bari), si è fatta promotrice di questo modo total-mente nuovo di vivere la cultura che, attraverso il prodotto cinema, diventa trait d’union tra ilmondo dei normodotati e quello dei diversamente abili, insieme in un luogo, insieme a goderedi un’opera, con le stesse opportunità per poterne parlare e per confrontarsi. Cinema senzabarriere è quindi: andare al cinema insieme. Stessa sala. Stesso film. L’intervento tecnico è cu-rato da Raggio Verde con la consulenza dell’ENS (Ente Nazionale Sordi-Onlus) per la parte deisottotitoli, e dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti di Milano per il commento audio,che, trasmesso in cuffie a raggi infrarossi, descrive, senza coprire i dialoghi e i rumori importanti,le azioni e gli stati d’animo, i colori e i paesaggi.

a proposito di Cinema Senza Barriere (proiezione London River)

Page 22: LeCittàVisibili film festival 2010 - Londra

mercoledì 22 dicembre C

ine

ma

Tre

vi -

Cin

ete

ca N

azio

nal

e

Barbara il mostro di Londra

17.00

Regia: Roy Ward Baker; soggetto: ispirato al romanzo di Robert LouisStevenson The Strange Case of Dr. Jekyll and Mr. Hyde; sceneggiatura:

Brian Clemens; fotografia: Norman Warwick; scenografia: Robert Jones; costumi: Rosemary Bur-rows; musica: David Whitaker; montaggio: James Needs; interpreti: Ralph Bates, Martine Beswick,Gerald Sim, Lewis Fiander, Susan Brodrick, Dorothy Alison; produzione: Hammer Film Productions;35mm vers.italianaRivisitazione ironica e orrorifica del celebre romanzo di Robert Louis Stevenson, il film vede il dottorJekyll trasformarsi, grazie alla sua pozione, in una donna bellissima e malvagia, che se ne va per la cittàa uccidere fanciulle innocenti per ricavarne gli ormoni necessari a sopravvivere. La produzione Ham-mer garantisce alla pellicola l’eleganza delle ambientazioni e della fattura, ma a fare la differenza èl’originalità del gioco delle ambiguità sessuali, ai limiti del kitsch, sapientemente alternato ai momentidi tensione. Un piccolo classico, divertente e paradossale, da riscoprire.Copia proveniente da Cineteca Griffith

Dr Jekyll & Sister Hyde, GB, 1971, col., 94’

The Elephant Man Id., USA, 1980, b/n, 124’

Regia: David Lynch; soggetto: dal libro di Frederick Treves The ElephantMan and Other Reminiscences; sceneggiatura: Christopher De Vore,Eric Bergren, D. Lynch; fotografia: Freddie Francis; scenografia: StuartCraig; costumi: Patricia Norris; musica: John Morris; montaggio: Anne V. Coates; interpreti: AnthonyHopkins, John Hurt, Anne Bancroft, John Gielgud, Wendy Hiller, Freddie Jones; produzione: Brook-sfilms; 35mm vers.italiana

Londra 1884. Affetto da una grave malattia che ne deforma violentemente il volto, John Merrick è co-stretto a esibirsi come fenomeno da baraccone, finché viene salvato da un medico, Frederick Treves,che prova a reinserirlo nella società. Ma ad attendere Merrick sono nuove umiliazioni e la consapevo-lezza dell’impossibilità di una vita normale. Anche grazie a otto candidature all’Oscar, The ElephantMan ha avuto il merito di rivelare al mondo il talento di David Lynch, che, rinunciando solo in parte alcarattere visionario tipico del suo cinema, firma una parabola straziante sulla diversità, a cui dà corpoun cast d’eccezione (svettano su tutti un giovane Anthony Hopkins e un irriconoscibile John Hurt neipanny di Merrick). La Londra che fa da sfondo al film, quasi dickensiana nella sua crudeltà, è fotografatamagnificamente dal veterano Freddie Francis.

19.00

20The Elephant Man

Page 23: LeCittàVisibili film festival 2010 - Londra

Cin

em

a Trevi - C

ine

teca N

azion

alemercoledì 22 dicembre

Un lupo mannaro americano a Londra

21.15

Regia: John Landis; soggetto e sceneggiatura: J. Landis; fotografia: Robert Paynter; scenografia: Leslie Dilley; costumi: Deborah Nadool-

man; musica: Elmer Bernstein; montaggio: Malcolm Campbell; interpreti: David Naughton, JennyAgutter, Griffin Dunne, John Woodvine, Lila Kaye; produzione: American Werewolf Inc., The Guber-Peters Company, Lycanthrope Films, PolyGram Filmed Entertainment; 35mm vers.italiana

Due giovani studenti americani, Jack e David, sono in viaggio in Inghilterra e si ritrovano di notte inuna brughiera desolata. Un lupo sbrana Jack e ferisce David, che viene ricoverato in un ospedale lon-dinese: la guarigione è rapida, ma degli strani sogni fanno capire al ragazzo che ad aggredirlo non èstato un lupo, bensì un licantropo, ed egli stesso è destinato a trasformarsi al prossimo plenilunio. Unodei film più amati di Landis, che trova un equilibrio miracoloso tra horror, commedia e romanticismo(l’amore di David per l’infermiera Alex). Da antologia il violentissimo finale a Piccadilly Circus e indi-menticabile il make-up elaborato da Rick Baker per la sequenza della trasformazione, a buon dirittopremiato con l’Oscar.Copia proveniente da Cineteca di BolognaIntroduce il film Alberto Farina

An American Werewolf in London, USA/GB, 1981, col., 97’

21

Merrick, oltre a essere costantemente passivo, invece di rivendicare la propria mostruositàaspira a una sola cosa: la normalità, una normalità benpensante e borghese. (...) Ma proprioquesta buona volontà nell’esser-simile, “dormire come tutti”, “prendere il tè come tutti”, risultapiuttosto conturbante. Se può irritare la remissività di Merrick, non si può criticarlo perché nonsi ribella, anzi, perché nel suo unico momento di rivolta pretende di essere come tutti gli altri:“a human being”. Perché, soprattutto nei paesi dove imperversa il razzismo, è proprio questalegittima rivendicazione di milioni di persone, avere il sacrosanto diritto, che gli altri hanno, diessere il Signore o la Signora qualunque. Si tratta quindi di un gesto commovente, non perchémoralmente esemplare, ma perché vero. (...) The Elephant Man non fa di John Merrick unavittima sacrificale (alla Quasimodo), poiché muore nel suo letto, né un ribelle prometeico. Edè forse questo ad avere dato fastidio: il non-rispetto di una tradizione, in fin dei conti conte-stabile, che rifiuta al diverso il diritto all’anonimato della normalità.

Michel Chion, David Lynch, Edizioni Lindau, 1995

a proposito di The Elephant Man

Griffin Dunne - sul set

Page 24: LeCittàVisibili film festival 2010 - Londra

giovedì 23 dicembre

Tutti per uno A Hard Day’s Night, GB, 1964, b/n, 87’

Regia: Richard Lester; soggetto e sceneggiatura: Alun Owen; fotografia:Gilbert Taylor; scenografia: Ray Simm; costumi: Julie Harris; musica:The Beatles; montaggio: John Jympson; interpreti: John Lennon, PaulMcCartney, George Harrison, Ringo Starr, Wilfrid Brambell, Norman Rossington; produzione: MaljackProductions, Proscenium Films, Walter Shenson Films; 35mm vers.italiana

Primo film costruito intorno al fenomeno musicale dei Beatles, Tutti per uno racconta una giornata tipodei Fab Four in trasferta a Londra, tra gli inseguimenti delle fan scatenate, i momenti di divertimentocameratesco e la registrazione di uno speciale televisivo. Il tutto condito di surreale humour britannicoe di canzoni epocali, comprese Can’t Buy Me Love, And I Love Her, She Loves You. Nato come sempliceoperazione commerciale, nelle mani di Richard Lester e del quartetto di di Liverpool il film si è trasfor-mato in una miniera di sperimentazioni formali che lo collocano tra gli esiti più alti del cinema dellenuove onde degli anni Sessanta, rendendolo altresì una pietra miliare nella storia dei video-clip e dellamusica filmata.

17.00

22

Tutti per uno

A livello stilistico, A Hard Day’s Night ha tutto ciò che Tony Richardson ha cercato di dare alsuo adattamento di Tom Jones, senza riuscirci. Sul piano tematico, contiene tutto ciò chePeter Brook ha cercato di mettere nella sua versione de Il signore delle mosche, senza riuscirci.Il gusto satirico di Fielding si combina, senza sforzo apparente, con il male primordiale di Gol-ding. (...) Forse si è trattato soltanto di un caso fortunato e il fulmine dell’ispirazione non ricadràpiù nello stesso posto. Resta il fatto che A Hard Day’s Night è diventato il Quarto potere del mu-sical da juke-box, la concretizzazione di tante diverse particelle culturali come i film pop, ilrock and roll, il Cinéma Vérité, la Nouvelle Vague, il Free Cinema, la camera a mano usata conaffettazione, il montaggio frenetico, il culto del preadolescente asessuato, il semi-documen-tario, la spontaneità studiata. (...) Verso la fine del film ho cominciato a capire la mistica dei Bea-tles. La ripresa con la gru di Lester, piazzata di fronte al pubblico da dietro i Beatles stabilisceun’unità emotiva tra coloro che si esibiscono e chi li ascolta. È una bellissima scena di isteriagirata con la tecnica di una profondità di campo baziniana, con un ritmo lento enfatizzato daquel tipo di zoomate che ho sempre deplorato in teoria, ma che ora sono costretto ad ammi-rare in questa loro messa in pratica. Diciamocelo, questo film ha scosso alla base tutte le mieteorie critiche e i miei preconcetti e sono davvero grato ai Beatles per aver ammorbidito inmodo tanto piacevole le mie arterie estetiche che si andavano indurendo.

Andrew Sarris, A Hard Day’s Night, The Village Voice, 27 agosto 1964

a proposito di Tutti per uno

Cin

em

a Tr

evi

- C

ine

teca

Naz

ion

ale

Page 25: LeCittàVisibili film festival 2010 - Londra

Cin

em

a Trevi - C

ine

teca N

azion

alegiovedì 23 dicembre

Sex Pistols - Oscenità e furore

18.45

Regia: Julien Temple; sceneggiatura: J. Temple; musica: The Sex Pi-stols; montaggio: Niven Howie; interpreti: The Sex Pistols, Malcolm

McLaren, David Bowie, Alice Cooper, Brian Ferry, Sting; produzione: FilmFour, Jersey Shore, NitrateFilm, The Sex Pistols Residuals; 35mm v.o. sott.italiani

Vent’anni dopo The Great Rock 'n' Roll Swindle, Temple torna a occuparsi dei Sex Pistols capovolgendoil punto di vista sull’epopea del più celebre gruppo punk del mondo: a raccontare i fatti non è più il con-troverso manager Malcolm McLaren, ma il leader Johnny Rotten e i suoi compagni, che restituisconoalla storia della band tutto il suo devastante impatto sociale e musicale, nonché il suo ruolo in quellache probabilmente è stata l’ultima grande rivoluzione del rock. «La rievocazione della nascita del punksullo sfondo di un’Inghilterra povera e già “thatcheriana” è struggente, mentre le immagini (inedite)della prima tournée americana dei Pistols sono semplicemente sconvolgenti. Chi ha amato la musicapunk adorerà il film; chi sogna di girare, a sua volta, documentari, imparerà come si fa» (Crespi).Copia proveniente da BIM Distribuzione

The Filth and the Fury, USA/GB, 2000, col., 108’

QuadropheniaId., GB, 1979, col., 117’

Regia: Franc Roddam; soggetto: dalla rock opera Quadrophenia degliWho; sceneggiatura: Dave Humphries, Martin Stellman, Franc Roddam;fotografia: Brian Tufano; scenografia: Simon Holland; costumi: JoyceStoneman; musica: The Who; montaggio: Sean Barton, Mike Taylor; interpreti: Phil Daniels, LeslieAsh, Philip Davis, Mark Wingett, Sting; produzione: The Who Films; 35mm vers.italiana

Londra 1964. Con i loro vestiti eleganti, gli scooter italiani d’ordinanza e un infaticabile spirito di ribel-lione, Jimmy e i suoi amici sono orgogliosi di essere Mods, in perenne conflitto con i rivali Rockers,acconciati come i teddy boys americani degli anni Cinquanta. Tra feste, ragazze, droghe e scontri diogni tipo, le due bande arrivano a fronteggiarsi nella “battaglia di Brighton”, che in qualche modo segnerà per Jimmy il passaggio all’età adulta. Basato sull’album omonimo degli Who (qui anche pro-duttori) e meno conosciuto del Tommy di Ken Russell, Quadrophenia è una rievocazione nostalgicae ironica al tempo stesso di un periodo elettrizzante della cultura pop inglese, in cui l’amore per lamusica si legava a un vero e proprio stile di vita. Le location londinesi ruotano intorno al quartiere diShepherd’s Bush, culla storica del movimento Mod fin dai primi vagiti degli anni Cinquanta.Introduce il film Giona A. Nazzaro

20.30

23Quadrophenia

Page 26: LeCittàVisibili film festival 2010 - Londra

Programma

martedì 14 dicembre 17.0019.0021.00a seguire

cinema Trevi - pag. 6

cinema Trevi - pag. 9

cinema Trevi - pag. 10

cinema Trevi - pag. 12

cinema Trevi - pag. 14

cinema Trevi - pag. 16

cinema Trevi - pag. 18

cinema Trevi - pag. 20

cinema Trevi - pag. 22

lunedì 13 dicembre - evento speciale d’apertura a Palazzo delle Esposizioni

mercoledì 15 dicembre 17.0019.0021.00

17.0019.0021.00

17.0019.0021.15

17.0018.4520.30

21.00

17.0019.00a seguire

21.15

17.0018.45a seguire 21.00

17.0019.0021.00a seguire

17.0019.0021.00a seguire

giovedì 16 dicembre

venerdì 17 dicembre

sabato 18 dicembre

domenica 19 dicembre

martedì 21 dicembre

mercoledì 22 dicembre

giovedì 23 dicembre

Blackmail di A. Hitchcock, 90’Accompagnamento dal vivo al pianoforte del Mo A.Coppola

Darling di J. Schlesinger, 100’Georgy, svegliati di S. Narizzano, 99’Incontro con Lorenza MazzettiTogether di L. Mazzetti, 52’Momma Don’t Allow di K. Reisz, 22’O Dreamland di L. Andreson, 11’

Family Life di K. Loach, 108’Irina Palm di S. Garbarski, 103’Following di C. Nolan, 69’

Belle speranze di M. Leigh, 112’The Big Smoke: Films From A Lost London (1896-1945) documentario, 84’London Can Take It di H. Jennings, H. Watt, 9’Anno ‘40 di J. Boorman, 113’

I trafficanti della notte di J. Dassin, 96’Nice Time di A. Tanner, 17’Every Day Except Christmas di L. Anderson, 40’We Are the Lambeth Boys di K. Reisz, 52’I giovani arrabbiati di T. Richardson, 98’

…E la terra prese fuoco di V. Guest, 98’Il pensionante di A. Hitchcock, 80’ (20 fps)Blow-up di M. Antonioni, 111’I vinti (episodio inglese) di M. Antonioni, 37’

Idolo infranto di C. Reed, 95’Repulsion di R. Polanski, 105’Ipcress di S.J. Furie, 109’

London River di R. Bouchareb, 87’Refuge England di R. Vas, 27’Moonlighting di J. Skolimowski, 97’My Beautiful Laundrette di S. Frears, 97’

Barbara il mostro di Londra di R.W. Baker, 94’The Elephant Man di D. Lynch, 124’Un lupo mannaro americano a Londra di J. Landis, 97’

Tutti per uno di R. Lester, 97’Sex Pistols - Oscenità e furore di J. Temple, 108’Quadrophenia di F. Roddam, 117’

pag. 5

Page 27: LeCittàVisibili film festival 2010 - Londra
Page 28: LeCittàVisibili film festival 2010 - Londra

un evento promosso da

in collaborazione con

si ringraziano

progetto grafico > Tereza Jerhotová