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LE UNITÀ DI CSR NELLE GRANDI IMPRESE ITALIANE a cura di MARIO MOLTENI, MATTEO PEDRINI, STEFANIA BERTOLINI

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LE UNITÀ DI CSR NELLE GRANDI IMPRESE ITALIANE

a cura diMARIO MOLTENI, MATTEO PEDRINI, STEFANIA BERTOLINI

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Le unità di CSRnelle grandi imprese italiane

a cura diMARIO MOLTENI, MATTEO PEDRINI, STEFANIA BERTOLINI

Milano, Febbraio 2015

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© CSR Manager NetworkVia Appiani 1220121 Milano - ItalySito: www.csrmanagernetwork.it

Edizione realizzata da:EDUCatt - Ente per il Diritto allo Studio Universitario dell’Università CattolicaLargo Gemelli 1, 20123 Milano - tel. 02.7234.22.35 - fax 02.80.53.215e-mail: [email protected] (produzione); [email protected] (distribuzione)web: www.educatt.it/libriAssociato all’AIE – Associazione Italiana Editori

ISBN: 978-88-6780-752-9

Gruppo di lavoro ALTIS-CSR Manager Network:Stefania Bertolini, Mario Molteni, Matteo Pedrini, Fulvio Rossi.

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Indice

Gli attori della CSR 5

Le unità dedicate (78,6%) 5Le unità abbinate (10,7%) 5Le unità ospitate (10,7%) 5

Il livello di riporto 6

La collocazione organizzativa 6

L’evoluzione della collocazione organizzativa 7

Alcuni casi di unità di CSR 8

Assicurazioni Generali 8Eni 8Fiat Chrysler Automobiles (FCA) 10Hera 10Pirelli 10Telecom 10

Le dimensioni delle unità organizzative 11

Un approfondimento: le imprese all’interno del Dow Jones Sustainability Index (DJSI) 11

Le tendenze in atto 12

A. L’intensificarsi dei cambiamenti per una crescente rilevanza 12B. Una convergenza bipolare 12C. L’influsso delle ristrutturazioni 13D. Denominazione e influsso strategico 13

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Per capire il ruolo che i temi di CSR (o sostenibili-tà) assumono nella strategia delle imprese italia-ne spesso si ricorre a domande dirette rivolte agli esponenti del top management. È ovvio che il peri-colo di distorsione delle informazioni così raccoltesia ampio, perché le dichiarazioni, si sa, tendonoa dilatare i fatti ed enfatizzarne i lati positivi. Un indicatore certamente più fedele del fenomeno è dato dall’evoluzione dell’unità organizzativa cui è affidata la responsabilità delle politiche di CSR (lac.d. unità di CSR). Prestare attenzione alla sua col-locazione organizzativa, al suo grado di vicinanzacon il vertice aziendale (il c.d. livello di riporto) e alle sue dimensioni può meglio indicare la sua ri-levanza per la strategia delle aziende. Anche la suastessa denominazione può essere considerata unsegnale delle aspettative nei confronti di quest’u-nità e delle “parentele tematiche” che si stabilisco-no nell’impresa.I risultati di seguito presentati sono frutto di una ricerca realizzata nel dicembre del 2014 che haraccolto dati da ventotto tra le imprese italiane dimaggiori dimensioni che,anche se da tempi diver-si e con intensità differente, sono oggi impegnate sui temi della sostenibilità1. Dall’analisi condotta emergono risultati e tendenze indicativi del ruoloriconosciuto all’unità di CSR da parte delle grandiimprese italiane.

Gli attori della CSRSebbene dalla ricerca risulti un panorama di unitàdi CSR con caratteristiche eterogenee, dall’analisicondotta emerge l’esistenza di tre tipici profili cheabbiamo sinteticamente nominato come unità de-dicate, abbinate e ospitate (cfr. Figura 1). Le unitàdedicate e abbinate vedono le tematiche di CSR presidiate formalmente da una funzione azien-dale, nel primo caso con la costituzione di unanuova unità che si occupa esclusivamente dellagestione dei temi sociali e ambientali, nel secon-do caso attribuendo tali responsabilità a una fun-zione aziendale già esistente. In entrambi i casi, il vertice aziendale ha quindi ritenuto opportunoformalizzare le responsabilità di CSR includendole stesse anche nella denominazione dell’unità. Leunità ospitate, al contrario, non vedono un’effet-

1 Nella ricerca sono state prese in considerazione le seguenti azien-de: A2A; ACEA; Assicurazioni Generali; Atlantia; Autogrill; CNH; Edi-son; Enel; ENI; ERG; Fiat Chrysler Automobiles; Finmeccanica; Hera; Italcementi; Intesa San Paolo; Lavazza; MPS; Pirelli; Saipem; Salini; Snam; Solvay; Telecom Italia; Terna; Ubi Banca; Unicredit; Unipol; Yoox.

tiva formalizzazione delle responsabilità di CSR,ma le stesse sono prerogativa di un manager/col-laboratore di una funzione già esistente senza cheil titolo di questa faccia riferimento alla CSR o alla sostenibilità. Ma passiamo ad affrontare nel detta-glio i tre tipi di unità.

Le unità dedicate (78,6%)Nella maggior parte dei casi (ventidue aziendesulle ventotto analizzate) si è in presenza di un’u-nità organizzativa che si occupa esclusivamentedella gestione della CSR. Tali unità assumono le denominazioni più varie, quali ad esempio: “Fun-zione Corporate Social Responsibility”, “Funzionesostenibilità”, “Group sustainability”, “Sostenibi-lità” o “Sustainable development department” o“Team sostenibilità”. Non si osserva quindi unaconvergenza rispetto ai titoli utilizzati per deno-minare la funzione e tantomeno nell’utilizzo del termine CSR o sostenibilità. Delle unità dedicate,infatti, otto hanno un titolo che include il termineCorporate social responsibility (o CSR), mentre tre-dici richiamano il termine sostenibilità (o sustaina-bility) e solo una presenta entrambi i termini.

Le unità abbinate (10,7%)In altri casi (tre aziende su ventotto analizzate)nella denominazione dell’unità organizzativa le parole CSR o sostenibilità compaiono a fianco di quelle di un’altra funzione aziendale già rico-nosciuta e radicata. La scelta, in questo caso, è quindi di disporre di una funzione con ambito diresponsabilità più ampio che, estendendo la pro-pria area di competenza anche alle attività di CSR,presenta un titolo di funzione in cui appare unaparola che richiama i termini CSR o sostenibilità al suo interno. Prevalentemente la funzione “amica”della CSR è quella dell’Internal Auditing, scelta ef-fettuata da due aziende, mentre in un caso si è os-servato l’abbinamento con la funzione di Gestionedell’Innovazione.

Le unità ospitate (10,7%)Esiste, infine, la strada seguita da tre aziende in cuiè presente un collaboratore (o addirittura un team di lavoro) impegnato nei temi inerenti la sosteni-bilità, ma che opera all’interno di una funzioneche non ha la CSR e/o la sostenibilità nel proprionome. Nei tre casi, il ruolo è attribuito a manager collocati in differenti funzioni: in un caso si trattadi un collaboratore attivo nella struttura del CFO,

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in un secondo caso si tratta di un intero team di la-voro inserito nella funzione di Pianificazione e daultimo è il caso di un CSR manager operante nellafunzione Health, Safety and Environment.

Figura 1 - I tre tipi di unità di CSR

Il livello di riportoEntrando in merito al collocamento organizzativodell’unità di CSR, un indicatore esplicativo dellarilevanza della CSR per il vertice aziendale è datodal livello di riporto (cfr. Figura 2). Si può infattipresumere che a una più elevata prossimità al ver-tice aziendale corrisponda una maggiore capacitàdi influenzare i processi di pianificazione strate-gica.A riguardo è interessante osservare come, se siprendono in considerazione le unità di CSR chehanno trovato una formalizzazione in azienda(unità di CSR dedicate e abbinate), sia possibile riscontrare l’esistenza di alcune tendenze condi-vise. Tra le venticinque unità di CSR formalizza-te, cinque hanno un collocamento organizzativodi primo riporto rispetto al vertice dell’azienda,rispondendo direttamente al Presidente, all’Am-ministratore Delegato o al Country manager. Diqueste, tre appartengono alla categoria delle unitàdi CSR abbinate e due sono unità di CSR dedicate. Tra le unità di CSR formalizzate diciassette si col-locano a un riporto di secondo livello rispetto alvertice aziendale, mentre le restanti tre presenta-no un riporto di terzo livello. Emerge, quindi, unatendenza a collocare le unità di CSR formalizzateprevalentemente a un secondo livello di riporto.È interessante, inoltre, segnalare come tutte leunità di CSR abbinate presentano un diretto ri-porto al vertice aziendale, tanto da far supporrel’esistenza di una relazione diretta tra la decisio-

ne di abbinare le tematiche di CSR a una funzione esistente e la capacità di influenzare le decisionistrategiche. La soluzione che prevede unità di CSRabbinate permette al CSR manager di beneficiaredella capacità di influenzare i processi decisionali dell’azienda della funzione “amica”.Se si focalizza l’attenzione sulle unità di CSR ospi-tate, quindi non formalizzate, emerge al contra-rio una tendenza a collocare i responsabili della CSR a un livello di riporto maggiore (in alcuni casianche a un quarto livello rispetto al vertice azien-dale). Il mancato riconoscimento formale dell’u-nità di CSR emerge, quindi, come un fattore cheinevitabilmente allontana i temi della sostenibilitàdalla “cabina di regia” dell’azienda, indicando unaminor possibilità dei responsabili della CSR di in-teragire con il vertice aziendale.

La collocazione organizzativaPassando all’analisi del collocamento organiz-zativo delle unità di CSR, è possibile ottenere si-gnificative indicazioni sul contributo che il verticeaziendale si attende dall’attenzione ai temi socialie ambientali. La direzione alle dipendenze di cui è collocata l’unità di CSR è un indicatore degli obiet-tivi attesi dal vertice.

Figura 2 - Il livello di riporto dell’unità di CSR rispetto al Vertice aziendale

Non considerando i cinque casi in cui le unità diCSR sono di primo riporto al vertice aziendale, incui la prossimità al vertice fa intendere un ruolodell’unità di CSR nella definizione delle strategie,la maggioranza dei casi (ventidue aziende su ven-totto), vedono la funzione di sostenibilità dipen-dente da una direzione aziendale (cfr Figura 3). Inconsiderazione della grande varietà di funzioni da

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cui dipendono le Unità, abbiamo proceduto a unloro raggruppamento che consentisse di evitare diprendere in considerazione varianti solo formali.Abbiamo perciò identificato cinque tipi di colloca-mento organizzativo alle dipendenze di altrettantitipi di funzioni:• risk management, in cui sono state ricondotte

le sei aziende con unità di CSR dipendenti da funzioni che hanno nel loro nome le parole “audit”, “risk management”, “compliance” e “HSE”. Tale collocamento segnala l’interes-se del vertice a orientare l’impegno sociale e ambientale dell’azienda verso il contempera-mento delle attese degli stakeholder allo sco-po di contenere i rischi a carico dell’azienda. L’esistenza di un insieme di aziende che con-cepisce la CSR come un elemento del sistema di risk management aziendale è ulteriormenteconfermata dalla presenza delle due aziende che presentano funzioni di CSR abbinate alla funzione di internal audit;

• CFO, a cui appartengono tutte le unità collo-cate alle dipendenze del responsabile dell’a-rea finanza amministrazione e controllo (tre casi osservati). Si può ipotizzare che le unità di CSR appartenenti a questa categoria abbia-no come primario obiettivo l’integrazione del-la valutazione delle performance non finanzia-rie nei processi di pianificazione e controllo e la redazione di un bilancio di sostenibilità. Obiettivo della sostenibilità in questo caso è quindi di promuovere la rendicontazione non finanziaria come elemento distintivo della co-municazione aziendale indirizzata al mondo finanziario tradizionale e a quello della finan-za responsabile;

• affari istituzionali, a cui appartengono le cin-que unità di CSR che rispondono a una dire-zione in cui compaiono, da sole o combinate con altre denominazioni, le titolazioni “affari istituzionali”, “public affairs” o “stakeholder relations”. In questo caso, lo specifico collo-camento organizzativo sembra sottendere un orientamento dell’unità di CSR al governo del-le relazioni con gli stakeholder, fornendo una chiave di interpretazione che coinvolge tutte le funzioni aziendali e offrendo un supporto metodologico per un corretto coinvolgimento dei differenti interlocutori;

• comunicazione, a cui aderiscono i sei casi in cui il collocamento organizzativo dell’unità di CSR è alle dirette dipendenze della funzione di comunicazione. Anche in questo caso tale

collocamento organizzativo pare un segnaledell’intenzione del vertice di riconoscere all’u-nità di CSR un ruolo nella promozione dell’im-magine dell’azienda come responsabile, ricer-cato anche attraverso l’avvio di forme evolutedi filantropia;

• altre direzioni, a cui convergono le funzioni diCSR che rispondono a collocamenti organiz-zativi non osservati in un significativo nume-ro di aziende, e quindi nell’insieme residua-li. Sono i casi in cui l’unità di CSR rispondeal Chief Operating Officer o al direttore dellerrisorse umane. Questo collocamento rispon-de a logiche specifiche della singola aziendache intende quindi interpretare la sostenibili-tà come impegno riferito alla produzione, inquesto caso con una generale attenzione agliaspetti ecologici, o come una dimensione del-la relazione con i lavoratori, e quindi con unaforte caratterizzazione verso il welfare.

Figura 3 - La dipendenza organizzativa dell’unità di CSR

L’evoluzione della collocazione organizzativaPer quanto concerne la collocazione organizza-tiva, non possiamo accontentarci di una foto-grafia. Molto più esplicativo è tentare di com-prendere i cambiamenti di posizione che sonoavvenuti nel tempo all’interno dell’organigram-ma aziendale.L’analisi dei cambiamenti evidenzia una forteinfluenza di eventi importanti a livello azienda-le sul collocamento organizzativo dell’unità diCSR. Ai cambiamenti organizzativi sembra, in-fatti, conseguire un cambiamento di obiettiviattribuiti all’unità di CSR che, non avendo unconnaturato collocamento in un organigramma

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aziendale, emerge come più soggetta a cambia-menti rispetto alle funzioni aziendali più conso-lidate.Si osservano, infatti, casi di aziende che hannovisto negli anni il passaggio della funzione disostenibilità tra più di una direzione o il caso diaziende che hanno spostato la CSR da unità diriporto all’Investor relations a una dipendenzadiretta dalla presidenza o dalla funzione internal audit alla funzione compliance a seguito di un’o-perazione di acquisizione o fusione. Dall’analisidelle dinamiche di evoluzione è comunque pos-sibile affermare l’esistenza di una tendenza ver-so una progressiva formalizzazione delle unitàdi CSR (cfr. Figura 4), con una conseguente tra-sformazione delle unità ospitate in abbinate odedicate. Il processo sembra inoltre non rever-sibile, tanto che non si sono osservati casi diunità di CSR inizialmente formalizzate che ven-gono successivamente eliminate. I dati raccolti,però, più che portare a una generalizzazione ciconsentono di offrire alcuni interessanti minicasi relativi ad alcune delle imprese italiane piùimportanti.

Figura 4 - La crescita del tasso di formalizzazione delle unità di CSR nel tempo

Alcuni casi di unità di CSRAssicurazioni GeneraliIn Assicurazioni Generali la funzione Responsabi-lità Sociale d’Impresa nasce nel 2004 all’internodella Ragioneria Centrale per occuparsi quasi invia esclusiva della redazione del Bilancio di So-stenibilità. Negli anni, la denominazione è variatain Bilancio di Sostenibilità di Gruppo e Responsa-bilità Sociale d’Impresa, successivamente Corpo-rate Social Responsibility e, infine, nel settembre2014 è divenuta Group Social Responsibility (cfr. Figura 5).

Con un organico di sette persone, è colloca-ta nella Group Communications & Public Affairsnell’Head Office del Gruppo, attraverso cui ripor-ta al CEO.Dopo un paio d’anni dalla creazione, l’unità è diventata una funzione distinta posta all’interno del Financial Reporting, iniziando ad occuparsi, oltre che di rendicontazione, anche dello svilup-po di politiche, linee guida e strumenti per l’im-plementazione della CSR all’interno del Gruppo. Dal 2008 al 2012 è stata in staff al Direttore Ge-nerale e CFO; prima di arrivare all’attuale collo-cazione, la CSR è stata poi per un breve periodo in staff al Group CEO e successivamente nella funzione HR.Tra i principali compiti in carico alla funzione c’è la gestione delle relazioni con gli stakeholder esterni, tra cui le agenzie di rating di sostenibi-lità.

Figura 5 - La collocazione dell’unità di CSR di Assicurazioni Generali

EniIn Eni la funzione di Corporate Social Responsibilityesiste dal 2001, all’epoca a diretto riporto del Direttore Relazioni Istituzionali e Comunicazione.

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Nel 2006 tale funzione è stata oggetto di un radicale cambiamento nell’organizzazione interna assumendo il nuovo nome di Sostenibilità, alle dipendenze dirette del nuovo Direttore Relazioni Istituzionali e Comunicazione, primo riporto dell’Amministratore Delegato (cfr. Figura 6).Da giugno 2014, in Eni il Senior VP Sostenibilità risponde direttamente al Chief Services and Stake-holder Relation Officer, a sua volta dipendenza di-retta del CEO. Nello stesso anno viene istituito il Comitato “Sostenibilità e Scenari” all’interno del CdA. La funzione Sostenibilità assicura la condi-visione, la trasversalità e l’integrazione con tutte le strutture aziendali e nei processi interni, per rispondere al committment del vertice azienda-le, consentire una visione d’insieme e persegui-re un alto livello di performance complessiva, in un’ottica di lungo periodo.L’organizzazione interna è di tipo matriciale, in quanto ciascun responsabile ha in carico la ge-stione di uno o più processi ed è anche referente interno di alcune delle aree tematiche ESG, assi-curandone l’aggiornamento continuo, la promo-

zione degli obiettivi e delle attività ad esse corre-late e la loro rappresentazione agli stakeholder.Le attività in capo all’unità sono articolate in dueblocchi principali:• Pianificazione e Reporting di Sostenibilità:

presidio dei processi interni relativi al goalsetting e alla redazione della sezione di Pia-no Strategico riguardante la sostenibilità edelaborazione del reporting di sostenibilità;

• Rapporti con gli stakeholder e con le comuni-tà locali: presidio delle relazioni con gli stake-holder di sostenibilità, della partecipazione ainetwork nazionali e internazionali di sosteni-bilità, dei progetti per il territorio.

La Sostenibilità interagisce con tutte le funzioneaziendali attraverso dei referenti individuati for-malmente in ciascuna funzione per l’attuazionedei processi di pianificazione, reporting, comu-nicazione interna e esterna di sostenibilità, perla risposta agli indici, e per l’attuazione delleazioni e dei progetti di sostenibilità che sono dicompetenze delle specifiche funzioni.

Figura 6 - La collocazione dell’unità di CSR di Eni

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Fiat Chrysler Automobiles (FCA)Il Team di Sostenibilità di FCA è l’evoluzione dell’Unità creata nel 2008 nell’ambito del GroupControl. Il team svolge un ruolo chiave nella dif-fusione della cultura della sostenibilità all’internodel Gruppo e favorisce il processo di miglioramen-to continuo, contribuendo alla gestione dei rischi,all’ottimizzazione dei costi, al coinvolgimentodegli stakeholder e alla valorizzazione della repu-tazione del Gruppo. Interagisce inoltre con i re-sponsabili della gestione operativa delle principaliaree (ad es. ambiente, energia, innovazione, risor-se umane, ecc.) all’interno dei segmenti operati-vi e delle regioni del Gruppo, collaborando nella definizione delle aree di intervento. Il team di So-stenibilità, supportato ove necessario da Investor Relations, gestisce inoltre i rapporti con le agenzie di rating e con i Social Responsible Investors.Il Team riporta al Chief Audit Officer & Sustainability, il quale – per quanto riguarda la sola parte di so-stenibilità – riporta direttamente al CEO. Il Team di Sostenibilità, composto da 8 persone, coordina a livello di Gruppo la raccolta dati e le iniziative in ambito realizzate da team impegnati sui temi del-la sostenibilità con competenze regionali (NAFTA,LATAM, APAC).Per FCA la sostenibilità è un modo di fare impresa che coinvolge tutti i livelli dell’organizzazione, dal top management a tutti i dipendenti.Il Group Executive Council viene aggiornato rego-larmente sull’andamento dei progetti e sulle per-formance del Gruppo relativamente alle tematichedi sostenibilità. Il Comitato Nomine, CorporateGovernance e Sostenibilità (un sottocomitato del Consiglio di Amministrazione) valuta le proposterelative agli indirizzi strategici in tema di sosteni-bilità, all’occorrenza esprime pareri al Consigliodi Amministrazione ed esamina il Bilancio di So-stenibilità annualmente redatto. Tutti i dipendenti con responsabilità in progetti e iniziative di so-stenibilità sono valutati annualmente anche perle loro performance in materia. La centralità delcommitment verso la sostenibilità è testimoniato da questo modello di impegno distribuito.

HeraIn Hera, la funzione organizzativa CSR è stata co-stituita nel 2005 ed è diventata direzione nel 2009.La collocazione in organigramma non è cambiata negli anni e la vede in staff direttamente all’Ammi-nistratore Delegato (vedi figura 7).

Attualmente, l’organico della funzione comprendedieci persone di cui tre dedicate alla gestione delsistema Balanced Scorecard interno che includetra gli indicatori le performance di carattere socia-le e ambientale conseguite dal Gruppo.

Figura 7 - La collocazione dell’unità di CSR di Hera

PirelliIn Pirelli la CSR si affaccia nell’organigramma nel 2006. Nel 2011 viene creata una direzione ad hoc,l’attuale Direzione Sustainability, Risk Governance and Corporate Reputation che riporta direttamente al Presidente e ha tre bracci: Group Sustainabili-ty, Risk Officer e Group Reputation. Il Direttore si coordina direttamente con il Presidente del Grup-po e siede nello Steering Committee Sostenibilità (composto dal top management e presieduto dal Presidente). Riferisce inoltre al comitato consi-liare “Controllo, Rischi, Sostenibilità e Corporate Governance”, composto dai soli consiglieri indi-pendenti.Le risorse gestite direttamente sono tre central-mente, ma con costante coordinamento operativocon tutte le direzioni centrali. Inoltre, tutti i Paesi hanno un CEO responsabile della Sostenibilità na-zionale, con riporto funzionale alla Direzione So-stenibilità di gruppo.

TelecomTelecom Italia inizia ad occuparsi di sostenibilitànel 1997 con la creazione di una struttura dedicatae la pubblicazione del primo rapporto sociale. Nel 2001 viene creata la funzione Group Sustainabilitycon riporto diretto al CFO. Negli anni seguenti la Funzione viene spostata nella Direzione ExternalRelations (2009) e successivamente nella Direzio-ne AFC, a riporto del Responsabile della Funzione Investor Relations (2013). Nel 2014, a seguito di un’importante riorganizzazione, viene costituital’attuale Funzione CSR, posta alle dirette dipen-

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denze del Presidente. La Funzione CSR conta circa40 risorse, distribuite nelle varie strutture che lacompongono come appresso evidenziato:• Sustainability Reporting, Monitoring & Relation-

ship (33% del totale risorse),• Institutional Web & Social (33% del totale risor-

se),• Sustainability Projects (19% del totale risorse),• Organizzazione Eventi di Sostenibilità (15% del

totale risorse).

La struttura di SRM&R, in particolare, si occupadi: reporting/monitoring, partecipazione ai diversitavoli di lavoro nazionali e internazionali, gestione delle membership; relazione con gli stakeholder;rapporti con le agenzie di rating di sostenibilità.

Le dimensioni delle unità organizzativeIl numero di addetti delle unità di sostenibilitàvaria profondamente tra le imprese osservate. I raffronti non sono in effetti molto significativi, inquanto abbiamo visto come la natura ed il colloca-mento organizzativo siano ampiamente differenti.Generalmente parlando, si tratta di unità che van-no da una sola persona a casi più complessi con oltre quaranta persone coinvolte (cfr. Figura 8).

Figura 8 - Le dimensioni delle unità organizzative

Da una prima analisi emerge come oltre il 45%delle aziende analizzate abbia tra due e quattro persone dedicate alla CSR, includendo tra essi an-che il responsabile dell’unità. Oltre un quarto delleaziende intervistate ha previsto al proprio internoun’unità organizzativa di CSR con un numero diaddetti compreso tra cinque e nove. Il progressi-vo ampliarsi delle attività sociali e ambientali che caratterizza le aziende impegnate nella sosteni-bilità, sembra quindi aver favorito l’affermarsi di

funzioni che coinvolgono un significativo numerodi addetti.Rifacendoci ai tre profili delle unità di CSR iden-tificati nel presente testo (dedicate, abbinate eospitate), come facilmente prevedibile, l’analisievidenzia come le aziende che adottano un’unitàabbinata o ospitata abbiano una dimensione me-diamente contenuta (due/tre persone in due casie tre persone in un caso), mentre le unità dedica-te abbiano una dimensione superiore alle quattropersone.È da tenere inoltre in considerazione come spes-so le unità di CSR si avvalgano di collaboratoripart-time formalmente collocati in altre funzioniaziendali o di responsabili della sostenibilità pres-so filiali locali che svolgono anche una secondafunzione aziendale. Ad esempio, in uno dei casiidentificati è presente un’unità centrale di CSR incui lavorano dieci persone, ma allo stesso tempoall’interno della struttura del Gruppo è prevista lacollaborazione di circa quaranta persone che ope-rano attorno ai temi della sostenibilità nelle diffe-renti filiali dello stesso.

Un approfondimento: le imprese all’interno del Dow Jones Sustainability Index (DJSI)Per le grandi imprese impegnate sui temi dellasostenibilità, l’inclusione nell’ambito del DJSI co-stituisce un obiettivo non trascurabile. Tale inclu-sione rappresenta un segnale che l’impegno nellasostenibilità è ormai sistematico, in linea con leesperienze internazionali più evolute.Tra le ventotto imprese analizzate erano presentitutte le aziende italiane ad oggi incluse all’internodel DJSI2. È interessante notare come le aziendeinserite secondo tale indice presentino alcuni trat-ti comuni:• innanzitutto sono tutte dotate di un’unità or-

ganizzativa dedicata alla CSR che, nella mag-gior parte dei casi, riporta in seconda battutaal CEO, afferendo direttamente alla funzioneAffari Istituzionali;

• tra le aziende analizzate sono quelle che dapiù tempo hanno un’unità impegnata sui temidella sostenibilità, tanto che ben otto aziende

2 Abbiamo considerato tutte le aziende del nostro campione inclusenegli indici Dow Jones Sustainability. L’elaborazione copre perciòla totalità delle italiane incluse nell’indice (Atlantia; Enel; ENI;Finmeccanica; Intesa San Paolo; Pirelli; Snam; Telecom Italia; Terna;UniCredit) oltre a CNH e FCA.

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hanno istituito un’unità di CSR dedicata primadel 2007;

• infine, presentano mediamente un organicopiù ampio dedicato alla CSR rispetto alle azien-de non incluse nell’indice, con una media diundici persone impegnate nella CSR contro lamedia di quattro.

È quindi possibile concludere come le aziendeincluse nell’indice presentino unità organizzati-ve generalmente più strutturate rispetto alle altreaziende analizzate. Non è comunque possibilecomprendere se è stata l’inclusione nell’indice afavorire la formalizzazione della funzione di CSR o se è solo grazie all’avvenuta formalizzazione chele aziende hanno potuto rientrare nel suddetto in-dice.

Le tendenze in attoQuale è stata l’evoluzione della collocazione orga-nizzativa nelle imprese da più tempo impegnatesu temi di sostenibilità? Quali sono le tendenze inatto relativamente alle unità di CSR? Quale ruolo i temi della CSR assumono nella strategia delle im-prese italiane?I dati emersi dalla ricerca non permettono certodi dare una risposta univoca a tali quesiti, ma ècomunque possibile identificare alcune tendenze.

A. L’intensificarsi dei cambiamenti per una crescente rilevanzaInnanzitutto si può notare come negli ultimi annisiano più numerosi i cambiamenti che hanno in-teressato le unità di CSR delle aziende analizza-te rispetto a quanto osservato precedentemente. Basti considerare come nelle aziende analizzatenegli ultimi dieci anni siano stati osservati ven-totto cambiamenti di collocamento organizzativoriguardanti l’unità di CSR, di cui otto avvenuti nelquinquennio 2004-2009 e venti nel quinquennio a noi più vicino. Gli ultimi anni hanno dunque vistole unità di CSR sempre più coinvolte in riorganiz-zazioni che ne hanno progressivamente modifica-to la natura delle attività svolte e la relazione con il vertice aziendale, dando vita ad anni turbolentie di continuo cambiamento per i CSR manager.I cambiamenti sono stati caratterizzati da due ten-denze. Innanzitutto, una progressiva vocazione ariconoscere formalmente le unità di CSR che, soloin un limitato numero di aziende (tre su ventotto),non hanno ancora trovato un riconoscimento at-

traverso la costituzione di un’unità organizzativadedicata o abbinata. In seconda battuta, i cambia-menti osservati hanno rappresentato per tali unitàorganizzative, la possibilità di un avanzamentodi responsabilità all’interno dell’organizzazionee, con alcune specificazioni di seguito illustrate,l’occasione di procedere verso una progressivaistituzionalizzazione della CSR in azienda. A se-guito dei cambiamenti sono state collocate, adoggi, cinque unità di CSR alle dirette dipendenzedel vertice aziendale e altre sette che, seppur col-locate ad un secondo livello di riporto al vertice,sono all’interno di direzioni che hanno nella lorodenominazione parole chiave, quali sostenibilità o CSR. Se si considerano congiuntamente tali casiè possibile osservare come in dodici aziende su ventotto analizzate (circa il 44% dei casi), il verticeaziendale abbia optato per avere alle proprie diret-te dipendenze un’unità organizzativa che richiaminella propria titolazione termini inerenti alla CSRo alla sostenibilità.

B. Una convergenza bipolarePur con molte approssimazioni, si registra unasorta di assestamento nella collocazione orga-nizzativa degli addetti alla sostenibilità. Se al mo-mento della costituzione di un’unità di CSR dedi-cata il posizionamento è stato assai vario, neglianni più recenti si registra una generale tendenzaa convergere attorno a due poli:• una prima soluzione è per così dire più di natu-

ra tecnica. In tal caso, la sostenibilità è in vario modo collegata – talvolta essendo abbinata tal-volta essendo subordinata – alle attività di con-trollo e gestione dei rischi, di internal auditingo di HSE (E Health, Safety and Environment). L’attenzione alle problematiche sociali e am-bientali promossa dall’unità di CSR è quindi vista come un elemento di gestione dei rischi aziendali e, in sintesi, un modo per evitare l’insorgere di problematiche di carattere so-ciale e ambientale che possano danneggiare l’operatività aziendale;

• la seconda soluzione è legata al mondo della comunicazione, delle relazioni pubbliche e del-le relazioni istituzionali. In questo caso, l’uni-tà di CSR si fa carico di promuovere e rendere noti all’esterno l’impegno dell’azienda verso lasocietà e verso la tutela dell’ambiente naturale, collocandosi tra le attività di carattere istituzio-nale e spesso alle dipendenze del Presidente dell’azienda. In tal modo emerge una sottinte-

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sa responsabilità dell’unità di CSR per comuni-care e dialogare con gli stakeholder aziendali.

Questa distinzione dipende anche da scelte dellesingole aziende e dalla concezione di CSR adottata dal vertice aziendale. Dall’analisi non emergono,infatti, significative tendenze che accomunano le aziende di un settore – per cui la soluzione comu-nicazione o tecnica non sembra essere legata alla natura del business – quanto a un’interpretazio-ne originale e volontaria del modo di considerare le problematiche sociali e ambientali da parte delvertice aziendale.A riguardo è interessante osservare il verificarsi di una forte correlazione tra il genere del responsa-bile della CSR identificato dall’azienda e il polo incui si colloca l’unità di CSR. Nelle aziende analiz-zate, nel caso di presenza di un’unità di CSR lega-ta al mondo della comunicazione, delle relazionipubbliche e delle relazioni istituzionali, al vertice della funzione è stata identificata una donna nella quasi totalità dei casi. Nel caso invece di unità diCSR di natura tecnica le unità sono dirette preva-lentemente da uomini.

C. L’influsso delle ristrutturazioniSe andiamo a considerare le singole situazioni, al di là della tendenza alla duplice convergenza ap-pena sottolineata, si nota una grande variabilitàdel collocamento all’interno delle singole aziende.Sostanzialmente possiamo osservare come la col-locazione dell’unità di CSR muti a seconda delle più generali esigenze insite nelle ristrutturazioniaziendali, come dimostrato dai casi precedente-mente descritti.Proprio questo fenomeno appare, tra l’altro, unadelle principali spiegazioni dell’intensificazionedei cambiamenti osservati. Com’è noto infatti gliultimi cinque anni, caratterizzati dalla grande pro-lungata crisi economica, sono stati anni di nume-rose e anche profonde ristrutturazioni, che hanno interessato nella sostanza tutte le imprese. In taliristrutturazioni, l’unità di CSR, priva di un collo-camento organizzativo consolidato e condiviso, è stata spesso oggetto di ricollocamento organizza-tivo e, conseguentemente, di una rifocalizzazionedelle attività che competono alla stessa.

D. Denominazione e influsso strategicoPossiamo domandarci per ultimo se è mutata nel tempo la denominazione prevalente della funzio-ne di CSR/sostenibilità e se questa, quindi, è in

procinto di giungere ad una denominazione isti-tuzionalizzata come avvenuto già per altre funzio-ni. Non ci pare, a questo proposito, che ci siano tendenze particolarmente rilevanti. Ad oggi, nonsembra ancora sussistere una convergenza nem-meno rispetto all’utilizzo del termine CSR o soste-nibilità, che vengono utilizzati da un numero pres-soché equivalente di aziende, senza quindi cheuno dei due stia divenendo un titolo caratterizzan-te la funzione. Le aziende utilizzano titolazioni cheriflettono spesso l’approccio che l’azienda vuoleperseguire rispetto ai temi sociali e ambientali.Alla luce dei risultati emersi dall’analisi è possibi-le, dunque, fornire una nuova risposta all’inizialetentativo di comprendere se i temi di CSR e soste-nibilità stiano assumendo un ruolo rilevante nel-la strategia delle imprese italiane. I risultati della presente ricerca sembrano sottolineare come neidiversi ambiti aziendali, la funzione sostenibilitàstia gradualmente assumendo un profilo più chia-ro e definito, ma allo stesso tempo emerge come alla stessa non sia oggi pienamente riconosciutoun ruolo nei processi decisionali del vertice azien-dale. Come spesso avviene, dunque, i dati sugge-riscono due differenti possibili risposte, a seconda che si osservi il bicchiere “mezzo pieno o mezzo vuoto”.Se si osserva la fotografia odierna, dalla ricer-ca emerge un panorama complessivo dove, tra le aziende impegnate attorno alla sostenibilità,meno della metà dispone di un’unità di CSR conun livello di riporto che la metta in condizione diessere presente laddove le decisioni strategichevengono effettivamente prese. Sembrerebbe quin-di delinearsi una situazione in cui le unità di CSRoperano nelle aziende non tanto con un ruolonella generazione e formulazione delle strategie, quanto con attività di carattere tecnico a supporto della fase di implementazione delle stesse e dellarendicontazione degli impatti sociali ed ambien-tali da esse generate. Tale affermazione è con-fermata dal limitato numero di unità di CSR chehanno un riporto diretto al vertice aziendale, dallaconvergenza in atto attorno a due poli, uno di ca-rattere tecnico e uno di comunicazione e relazioni istituzionali, e non da ultimo dall’osservare comeoltre la metà dei casi di riporto diretto al verticesia rappresentato da casi di unità di CSR abbinatea precostituite funzioni.Se si presta, al contrario, attenzione alla dinamicain atto, la ricerca mostra l’esistenza di un progres-sivo cammino di affermazione e istituzionalizza-zione delle unità di CSR nelle aziende italiane. In

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anni passati, i casi di unità di CSR che avevano trovato una formalizzazione in azienda erano as-sai limitati e, certamente, ben lontani dal registra-re un tasso di riconoscimento formale superioreall’80% (delle ventotto aziende analizzate, venti-quattro hanno formalizzato le responsabilità con-nesse alla CSR). In aggiunta, le unità di CSR nellamaggior parte dei casi si collocano a un livello di riporto di secondo livello o superiore rispetto al vertice. Un’approfondita analisi dei singoli casipermette di affermare come il collocamento or-ganizzativo di tali unità sia progressivamente cre-sciuto nell’arco degli anni, segnalando quindi unacrescente riconosciuta importanza alle tematichesociali e ambientali in azienda. Ne emerge quindi una progressiva tendenza ad attribuire crescenteimportanza alla CSR nei processi di pianificazionestrategica delle aziende. Certamente la tendenzaa riconoscere un ruolo sempre più strategico allaCSR sarà direttamente legato alla capacità delleunità di CSR di rendere sempre più chiaro il con-

tributo della considerazione di tematiche sociali e ambientali all’interno dei processi che permetto-no di creare valore.

Mario MolteniProfessore ordinario di Strategia e Politica AziendaleUniversità Cattolica del Sacro Cuore

Matteo PedriniRicercatore di Strategia e Politica Aziendale Università Cattolica del Sacro Cuore

Stefania BertoliniDocente di Economia AziendaleUniversità Cattolica del Sacro Cuore. Segretario CSR Manager Network