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1 L’Autotrazione Lombare di Lind- Natchev: Descrizione del Metodo Lind - Natchev’s Autotraction: the method Guido Brugnoni Dipartimento di Scienze Radiologiche, Ortopediche, Riabilitative Università degli Studi di Siena Indirizzo Autore: Prof. Guido Brugnoni Via Fatebenefratelli, 19 . Milano 20121 Tel: 02 655 4303 Fax: 02 659 0810 E-mail: [email protected] Parole Chiave: Autotrazione, lombosciatalgia, ernia discale, stenosi lombare. Key words: Autotraction, lumbagosciatica, disc herniation, lumbar stenosis Riassunto: Scopo di questo lavoro è descrivere il metodo di “Autotrazione” per il dolore lombare ideato da G. Lind e perfezionato da E.Natchev di Stoccolma. Dopo la descrizione del letto di trattamento, delle sue funzioni e della sua evoluzione nel tempo, vengono descritte: modifiche apportate alla diagnosi e al trattamento; un esempio di trattamento; indicazioni e controindicazioni. Vengono anche proposte alcune ipotesi sui meccanismi d’azione.

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L’Autotrazione Lombare di Lind- Natchev: Descrizione del Metodo

Lind - Natchev’s Autotraction: the method

Guido Brugnoni

Dipartimento di Scienze Radiologiche, Ortopediche, Riabilitative

Università degli Studi di Siena

Indirizzo Autore:

Prof. Guido Brugnoni

Via Fatebenefratelli, 19 . Milano 20121

Tel: 02 655 4303 Fax: 02 659 0810

E-mail: [email protected]

Parole Chiave:

Autotrazione, lombosciatalgia, ernia discale, stenosi lombare.

Key words:

Autotraction, lumbagosciatica, disc herniation, lumbar stenosis

Riassunto:

Scopo di questo lavoro è descrivere il metodo di “Autotrazione” per il dolore

lombare ideato da G. Lind e perfezionato da E.Natchev di Stoccolma. Dopo la

descrizione del letto di trattamento, delle sue funzioni e della sua evoluzione nel

tempo, vengono descritte: modifiche apportate alla diagnosi e al trattamento; un

esempio di trattamento; indicazioni e controindicazioni. Vengono anche proposte

alcune ipotesi sui meccanismi d’azione.

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Summary:

The aim of this work is the description of the “Autotraction” method to treat low

back pain and sciatica”, created by G. Lind and revised by E. Natchev in

Stockholm. After the description of the treating bed, of its functions and its

evolutions in time, the following are described: modifications of the diagnosis and

of the treatment; an example of treatment; indications and contraindications.

Some hypothesis on the pain relief mechanism are also proposed.

Nel 1974 Gertrud Lind fece oggetto di una tesi (1 ) un nuovo metodo di

trattamento delle lombo-sciatalgie di origine disco-radicolare da lei inventato e

denominato “Autotraction”. Questo metodo si valeva di un apposito lettino di

trattamento il cui piano era diviso in due parti, che potevano alzarsi e abbassarsi ciascuna di circa 15°; la parte craniale poteva anche ruotare su un asse longitudinale, di circa 10°. I movimenti dei piani del letto, mosso manualmente, servivano per trovare una posizione totalmente antalgica del paziente ivi disteso, supino, prono o su un fianco. A questo punto il paziente, fissato al letto mediante una cintura lombare, si tirava con le braccia e/o si spingeva con le gambe su due sbarre di apposita forma, situate alle due estremità del letto, mentre l’operatore muoveva i piani del letto, verso una “controposizione” opposta a quella iniziale, effettuando una mobilizzazione bidimensionale. Le sedute, da 10 a 15, duravano circa 1 ora e i pazienti, trasportati a casa in ambulanza, dovevano stare a letto fino a 10 giorni e poi riprendere l’attività portando un corsetto.

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E.Natchev nel 1984 (2) costruì un tavolo (fig.1) mosso da un sistema elettro- idraulico e il cui piano poteva sollevarsi da 0 a 90° permettendo cosi anche un trattamento in trazione per gravità e un carico graduale, alla fine della seduta, mentre il paziente segnava il passo su una piattaforma. Le altre caratteristiche erano identiche, ma questo letto permetteva di evitare gli inconvenienti del primo. Il paziente non necessitava più di riposo, né di corsetto (salvo casi particolari) e il letto era molto maneggevole senza fatica per l’operatore. L.Tesio (3) nel 1996 ha costruito un nuovo letto mosso solo elettricamente, con le stesse caratteristiche ma senza la possibilità di sollevarsi e quindi di usare la trazione per gravità, e ha denominato questo metodo “Trazione lombare attiva” (TLA). Questo metodo utilizza l’esercizio di “tirarsi“ del paziente durante i movimenti del letto, ma soprattutto nella pausa tra un movimento e l’altro. Dal 1985 (4,5,6,7,8) abbiamo iniziato a utilizzare il letto di E.Natchev. Sin dall’inizio appariva evidente che il metodo aveva alcuni difetti: 1) La diagnosi: oltre a un esame neurologico, e a una diagnosi generale di indicazione del trattamento che doveva anche convalidare la natura benigna dell’affezione, questa si limitava a cercare la posizione antalgica con alcuni movimenti del rachide o prove sul letto. Abbiamo quindi introdotto nella diagnosi la semeiotica di Medicina Manuale (9) che ci permette di valutare l’interessamento dalle varie strutture che possono dare origine al dolore; nonché il grado di irritabilità o di acuzie del dolore; e di decidere quindi se e come impiegare questo metodo, e/o quali altre terapie usare.

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2) Il trattamento Il tavolo di Natchev, che permette dei trattamenti in trazione per gravità associata a movimenti del letto, ci ha consentito di adeguare la terapia, che all’inizio non era ben sistematizzata, ai reperti semeiologici utilizzando una progressione di strategie, che combinano variamente l’originaria autotrazione con la trazione per gravità fissa o con movimenti, con diversi esercizi fatti dal paziente sul letto e con le manipolazioni vertebrali nei casi in cui queste siano indicate. Con una diagnosi ben posta e una attenta scelta della strategia terapeutica sono praticamente sufficienti una o due modalità di esercizio per seduta. Esempio di trattamento Paziente con lombo-ischialgia Sx in fase acuta da ernia discale laterale 4°-5° L o 5°L- 1°S, con lieve o marcato atteggiamento antalgico convesso a Sx, e limitazione dolorosa della flessione del tronco. Il paziente viene posto sul letto, sul fianco Sx (fig.2); il letto assume una posizione tale da proteggere l’atteggiamento antalgico del paziente. Per poter iniziare il trattamento il paziente deve essere completamente senza dolore. Con un test si decide se utilizzare la trazione attiva o quella passiva per gravità. Nel primo caso mentre il paziente si tira con le mani per qualche secondo, si fa muovere il letto verso una posizione opposta (fig 3) a quella precedente. Se insorge il dolore si ritorna alla posizione precedente senza conseguenze negative e si riprende il trattamento in un’altra posizione o nella seduta successiva. Di seduta in seduta, i movimenti dei piani della tavola provocano, nelle condizioni suesposte, modificazioni evidenti e durature sul dolore e sulla mobilità del rachide dorso-lombare, fino a una completa scomparsa della sintomatologia dolorosa e dei segni obbiettivi.

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Ci sono naturalmente altre posizioni e modalità di trattamento da utilizzare secondo i reperti diagnostici, per esempio le posizioni supina o prona, l’uso di uno o di ambedue gli arti inferiori per spingere sulla sbarra (fig: 4-5) Sono necessarie da 4 a 8 sedute bi- o tri -settimanali della durata di 1 /2 ora circa, senza ricorrere al riposo a letto, né agli antinfiammatori, salvo in qualche caso per i primi giorni; le stenosi lombari possono richiedere fino a 12 sedute e più di un ciclo di cura. Indicazioni e controindicazioni Le indicazioni sono: -Lombalgie e/o sciatalgie o cruralgie senza o con segni radicolari o della dura madre, causate da: -Protrusione ed ernia discale ai livelli 3/4 L, 4/5 L, 5 L-1-S, ritenuta o espulsa o migrata. -Stenosi canalare lombare associata a no a protrusione o a ernia discale. -Postumi di intervento di discectomia lombare. -Artrosi somatica o articolare, spondilolisi e olistesi Le controindicazioni sono: tumori, spondilodisciti, fratture, scoliosi strutturali, sciatica paralizzante, sindrome della “cauda equina” o il suo sospetto. Ernie espulse e/o migrate, spondilolisi od olistesi e dolore lombo sciatico in gravidanza sono patologie che possono essere trattate solo in certi casi e da operatori esperti. Meccanismo d’azione Non ci sono elementi obbiettivi che permettano di comprendere i meccanismi neurofisiologici che stanno alla base dei promettenti risultati che la letteratura

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riporta e che possiamo confermare; si possono solo valutare le seguenti ipotesi sul modo d’azione: 1- Meccanico: cambiamento di volume o di forma dell’ernia discale: non è dimostrato (10).

Mobilizzazione delle articolazioni posteriori: molto dubbio, poiché i movimenti sono pochi e molto limitati.

2- Riflesso: Teoria del “Gate Control”. 3- Vascolare: drenaggio delle vene epidurali, in cui la stasi ematica potrebbe essere un elemento causale del dolore lombare (11) 4- Un lavoro di neurofisiologia (12) dimostra obbiettivi miglioramenti della forza

muscolare, dei PES, della termografia, nei pazienti con lombosciatica trattati con Autotrazione.

5- Propriocettivo: l’autotrazione è in realtà un esercizio di rieducazione sensitivo-

motoria potente che combina un movimento quasi isometrico e una

compressione e/o trazione, a movimenti passivi del rachide molto precisi,

dosabili e indolori, in modo tridimensionale.

Poiché è ormai accertato da tempo (13) che ci sono molti casi di ernie discali e lombari asintomatiche, si può ipotizzare che una modificazione stabile dei patterns motori automatici del rachide possa porre fine a un “conflitto” tra strutture mobili interdipendenti, causa del sorgere di un focolaio algogeno responsabile del dolore e dei segni clinici, che visibilmente regrediscono con il trattamento.

Risultati Il nostro obbiettivo in questo articolo è di far conoscere il metodo nelle sue linee essenziali; i risultati delle nostre ricerche saranno esposti in studi successivi.

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La letteratura riporta risultati positivi dal 30% al 90% di casi (14, 15, 16, 17, 18, 19) pur essendo ancora relativamente scarsa(20). Conclusioni: Per la sua semplicità di esecuzione ambulatoriale, non invasività, innocuità, possiamo ritenere che l’autotrazione possa e debba essere sempre utilizzata nei casi indicati, prima di ricorrere all’intervento chirurgico o ad altri metodi invasivi come la nucleoaspirazione, la nucleolisi, la termocoagulazione intradiscale. Una diagnosi “di trattamento” più precisa rispetto al passato e la sistematizzazione dei trattamenti permettono ora a un medico esperto di patologia vertebrale di apprendere questo metodo rapidamente e in modo efficace. Bibliografia 1. Lind G. Auto-traction Treatment of Low-back pain and sciatica: Thesis. University of Linkoping, Sweden, 1974. 2. Natchev E. A Manual on Auto-traction Treatment for Low Back Pain: Tryckeribolaget i Sundvall AB, Stockholm, 1984. 3. Tesio L, Merlo A, Raschi A. Trazione lombare attiva. Rassegna fisiopatologica e clinica. Linee-guida per il trattamento. Ric Riabil 1996;1:1-28. 4. Brugnoni G. L’Autotrazione di E.Natchev: prime riflessioni sul metodo. AHI Convegno: “Riabilitazione e Sport”. Mazzé (TO). 16 maggio 1987. 5. Brugnoni G, Guicciardi E. Trattamento delle lombo-ischialgie col metodo di

Autotrazione di E. Natchev. AHI. 18° Congresso O.T.O.D.I.Verona, 5-6 giugno. 1987.

6. Brugnoni G, Leuci C. The method of Autotraction in Manual Medicine. Journal

of Manual Medicine 1989; 3: 97. 7. Brugnoni G. Autotraction et lombosciatalgies chez les footballeurs. Medicine

du Sport 1999; 4:10-12.

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8. Brugnoni G, Teyssandier M.J. Autotraction: une methode originale de traitement des lombosciatiques. Annales de Readapt et de Med. Physique. 2000; 7: 338.

9. Brugnoni G, Groppi M. Proposta di cartella clinica standardizzata di medicina manuale. La Riabilitazione 2000; 1: 27-32.

10. Gillstrom P, Ericson K, Hindmarsh T. Computed Tomography Examination of

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11. Tesio L, Bassi L, Luccarelli G. Compressione nervosa e flogosi nella

patogenesi delle lombosciatalgie: nuove ipotesi per un meccanismo unitario. Atti Dell’VIII Congresso Nazionale Dell’Associazione Italiana di Neuroradiologia. 1989; 53-60.

12. Knutsson E, Skoglund C, Natchev E. Changes in voluntary muscles strength,

somatosensory transmission and skin Temperature concomitant with pain relief during autotraction in patients with Lumbar and sacral root lesions. Pain 1988; 33:173-179.

13. Wiesel SW, Tsourmas N et Al. A study of computer assisted tomography. I.

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14. Gillstrom P, Ehrnberg A. Long-term Results of Autotraction in the Treatment

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15. Ljunggren AE, Weber H, Larsen S. Autotraction versus Manual Traction in

Patients with Prolapsed Lumbar Intervertebral Discs. Scand J Rehab Med 1984; 16 : 117-124.

16. Gillstrom P, Ericson K, Hindmarsh T. Autotraction in Lumbar Disc Herniation.

A Myelographic Study before and after Treatment. Arch Orthop Trauma Surg 1985; 104: 207-210.

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Auto-traction Treatment. Journal of Manual Medicine 1984; 1: 39-42. 19. Tesio L, Luccarelli G, Fornari M. Auto-traction treatment in lumbar disc

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20. Tesio L, Luccarelli G, Fornari. L’auto-trazione vertebrale Lind-Natchev per

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le lombo- sciatalgie nell’ernia del disco lombare. Rivista di Neuroradiologia 1989; 2 (Suppl.1): 79-84.