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Anno I. TOSlflO, 6 Aprile 1902 fi. 12. LA,STAMPA « ^ _. Automobilismo « Ciclismo Alpinismo - Areostatiea Nuoto - Canottaggio - Yachting Ippica - Atletica « Scherma Oinnastisa ~ Caccia - Tipi » Podismo Giuochi Sportivi - Varietà ^t^- SPORTIVA SVj-r-LXS Ssce ocrni domenica in 16 pagine illustrate. (Conto corrente colla Posta). DIRETTORI : NINO G. OAIMI E AW. GORIA-GATTI - REDATTORE-CAPO : GUSTAVO VERONA Ili CAJVlPlOriATO DI FOOT-BALtli ipi FHAplCIA: Un eolpo di sorpresa. ABBOflAJVrEflTI A n n o I v 5 = EJstero !.. IO Un numero espirato Cani. 10 - Estero Cent. 2 0 DIREZIONE E JUVUHIfìISTRflZIONE TONINO - piazza Solferino, 2 0 - TORINO <—TEUEFONO 11-36 > IflSEpZIOfil Per trattative rivolgersi presso l'Amministrazione del Giornale iiiiiliiiiiiiitiiiimiiiiiiniii nnmniiiimit t imnnminiiui mitim Hmi;;HinMnntiniiinninl

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Anno I. TOSlflO, 6 Aprile 1902 fi. 12.

L A , S T A M P A « ^ _ .

Automobilismo « Ciclismo Alpinismo - Areostatiea

N u o t o - C a n o t t a g g i o - Y a c h t i n g

Ippica - Atletica « Scherma O i n n a s t i s a ~ C a c c i a - Tipi » P o d i s m o

Giuochi S p o r t i v i - V a r i e t à ^ t ^ - S P O R T I V A SVj-r -LXS Ssce ocrni domenica in 16 pagine illustrate. (Conto corrente colla Posta).

DIRETTORI : NINO G. OAIMI E AW. GORIA-GATTI - REDATTORE-CAPO : GUSTAVO VERONA

Ili CAJVlPlOriATO DI FOOT-BALtli ipi FHAplCIA: Un eolpo di sorpresa.

ABBOflAJVrEflTI A n n o I v 5 = E J s t e r o ! . . I O

Un numero e s p i r a t o Can i . 10 - Estero Cent. 2 0

DIREZIONE E JUVUHIfìISTRflZIONE T O N I N O - piazza Solferino, 2 0 - TORINO

<—TEUEFONO 11-36 >

I f l S E p Z I O f i l Per trattative rivolgersi presso

l 'Amministrazione del Giornale iiiiiliiiiiiiitiiiimiiiiiiniii nnmniiiimit t imnnminiiui mitim Hmi;;HinMnntiniiinninl

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Sa Scuola di Zor di Quinto

(*) Le due iliustiazioni che ri produciamo rap-presentano, la prima.una discesa ripidissima su cui si esercitano gii ufficiali su pendenze del 40 e 50 per cento, la seconda un salto fatto da un cavallo, che in questa discesa all'altezza di oltre 5 metri dal piano, spiccava un salto, lancian-dosi nel vuoto e andando a cadere , fortuna-tamente senza disgrazie, sul piano sottostante.

N. d. R.

(Fot. Sbisà - Roma), S. M. il Re alle corse di Tor di Quinto.

Il viorno 20 del mese di marzo ebbe termine alla Scuola di T o r di Quinto il corso di equitazione di campagna cogli esami della 2» Sezione (gennaio-marzo), esami che acquistarono quest'anno un'impor-tinza particolare, perchè ad essi presenziava una missione francese venuta in Italia per vis tare la Scuola di cavalleria, composta del tenente-colonnello Gillet, comandante in 2" la Scuola di Saurnur, del m 3 gg iore De Contady e del capitano Blaque-Bela'r, istruttori a detta Scuola, e che hanno fama di essere tra i migliori cavalieri della Francia.

Oltre a questi assisterono agli esami l'ambascia-tore di Francia, l'ambasciatore degli Stati Uniti, l'ad-detto austro-ungarico, l'addetto g e r m a n i o ed i prin-cipi di Coburgo.

Come è noto, gli esami sono ogni anno presenziati da S. M. il Re, ed anche quest'anno, a lode dell'in-faticabile maggiore cav. Amilcare Giacometti, diret-tore della Scuola, ufficiale e sportsman emerito, il cui nome è famigliare agli appassionati di corse e di concorsi ippici, i giovani sottotenenti mantennero alte le tradizioni di quell'istituto che accreditò immen-samente la nostra cavalleria all'estero, procacciandole fama indiscutibile di abilissima ed ardita.

tenente Noseda Cesare e dagli istruttori tenenti Ceresoli Giovanni, Ranconi Macchiavelli Luigi, e Cappe l lo Pompeo .

Annesso alla Scuola di Tor di Quinto vi è un campo di corse, ove i sottotenenti vengano esercitati a compiere deg'i sleeple-chase, e dove hanno mezzo di esercitare sè stessi ed i cavalli agli ostacoli prima di affrontarli nell'aperta campagna.

* * *

Gli ufficiali portano con sè un so ' o cavallo di propret i , ricoverato nel'e scuderie di T i r di Quinto, ed a loro vengono assegnali dalla Scuoa due cavalli scelii fra i migliori per mezzi e per resistenza.

Gli ufficiali allievi prendono parte in corpo alle caccie a cavallo; ottima d sposi / iute che o l r : ad essere proficua di eccellenti lisulLti per l'equitazione, rende l'istruzione più diver-tente e fa acqu stare in pari tempo ;1 giovane sottotentnte la passione per questo utiiistimo esercizio sportivo.

Tenente RAMOGNINI.

La Scuola di T o r di Quinto, complemento a quella di Pine-rolo, è una scuola di equitazione di campagna in tut a l'estensione della parola.

A d essa si sona chiamati in due riprese gli uffi-ciali che hanno frequentato il corso diPinerolo, dopo il periodo delle manovre: la prima dall'ot-tobre al dicem-bre, la seconda dal gennaio al marzo.

L'edificio del l'istituto comple-mentare sorge sopra un poggio e si vede in di-stanza da Roma

(Fot. SbisA - Roma). S. M. il Re ed il Maggiore ((Incorniti I.

„ , „ „ , . „ _ anche dalla errovia parch i vada alla capitale dall'Alta Italia, caratteristico per la formi e per la tinta rossiccia.

La campagna romana ondulata, accidentata, celle sue imponenti macerie, colle sue staccionate fisse di divisione, è adattabilissima per esercitare l'ufficiale all'ostacolo e ad una equitazic ne ardita in terreno vario: i risultati ottenuti dal corso complementi re dimostrano ch'esso ha risposto pienamente allo scopo per il quale fu istituito.

A T o r di Quinto predomina nell'istruzione una corrente essenzialmente moderna, mediante la qui.le si ottennero e si ottengono dai cavalli e dai cavalieri frutti un tempo insperati.

La Scuola di T o r di Quinto, che segna l'inizio dell 'evoluzione dal vecchio al nuovo sistema di equi-tazione, fu istituita l 'anno 1891 dal Ministero della guerra, quando comandava la Scuola di cavalleria il colonnello Avogadro di Qu-'nto, l'ex-aiutante di campo di S. M. Umberto I, ed attuale ispettore della caval-leria, e venne chiamato alla Scuola quale istruttore il marchese di Roccagiovine.

L'istituto andò crescendo man mano d'importanza specalmente sotto il colonnello L. Berta, cavaliere ottimo ed appassionato, intenditore profondo di ca-valli, il quale diede un frrte impulso alla razionale scuola di campagna, affidando la direzione del corso al colonnello Pugi e l'istruzione al capitano Savoi-roux, ai tenenti Caprilli e Fattori, veri campioni; ed i risultati furono subito registrati a Roma, ai reggi-menti, sui campi di corse e sui concorsi ippici, utili gare queste atte a mantenere viva ed alta la passione nell'ufficiale.

Attualmente è diretta dal maggiore Giacometti, coadiuvato dal capitano Figarolo di Groppello, dal

Agli esumi ili Tor di Quinto: Discesa ripidissimo (•).

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Cieli WANDERER I In loti ma l'c s » Tedesca premiata co! GRAND PRIX cri/'€sposizione .Mondiale di parigi 1900. - La preferita dai principi delia Casa imperiale e detta Confederazione germanica.

TORINO Rappresentante per l'Italia E U Q E N I O P d S C H E T T / 1 Via Pietro Mieea, 1S.

D © ^ i a n i o o i i p p i c h e : m I T H D I H

Galoppo: R o m a « T r o t t o : JVIilano

Il Ora a Premio Internazionale di Trotto

Il pubblico è accorso numeroso alla prima giornata alle Capannelle, che fu favorita dal bel tempo.

Il programma non può a meno di riuscire interes-sante: la prima corsa « Premio Scuderie » (ita. 1200)

Alla terza giornata non mancherà il successo : s' disputeranno, tra le altre corse, L '« Omnium » ed il « Premio Tevere » riservato ai puledri di due anni.

H E N R Y .

Lisippo, Fosforo, Dixma, Favora II, Landò oltre che l'austriaco Meregduda.

Il Premio dei « Gentlemen drivers » fu disputato da soli quattro cavalli e la vittoria rimase a Candida, trottatrice elegante e assai resistente: dietro ad essa finivano in ordine Carina li, Albis e Shadeland Tiptoe.

Anche la seconda giornata di corse al Trotter venne allietata da una giornata bellissima e da un pubblico numeroso.

Il programma assai interessante si svolse da prima colla corsa di classe, « Premio Lodi », ove Le Dernier, s crificato dilla partenza nella terza prova, doveva

accontentarsi della seconda moneta, mentre la prima era vinta da Lisippo che, a vero dire, si è fatto un veloce e serio trottatore.

Barbetta, il giovane trainer-drioer di Le-gnago, raccoglieva un secondo successo nella corsa susseguente, « Premio Ponte Seveso », con quell'eccezionale prodotto italiano che è Arlecchino. Quantunque questo cavallo do-vesse rendere dai 52 agli 80 metri ad avver-sari come Dixma, Curzio e Fosforo, dopo 600 metri egli aveva guadagnato tutta la distanza che lo separava dagli altri concorrenti per arrivare indisturbato.

Curzio fece pure delle buone corse sì da doverlo oggi classificare, dopo Arlecchino, il miglior cavallo italiano attualmente in treno.

Clara Madison vinse facilmente la seconda e terza prova dell'handicap Gentlemen-riders, arrivando seconda nel primo heat, causa un prolungato errore in partenza.

Il campo più numeroso di queste due prime giornate di corse venne fornito dal « Premio Andrea Doria », ove tredici partenti scesero in pista. Il lotto non comprendeva, certo, sog -getti di valore, se se ne eccettui la vincitrice Ida, una figlia di Amber, assai ammirata per la serietà e classicità deila sua andatura.

ha messo di fronte due vincitori, Aliante e Barsac. La vittoria fu pel puledro dei sigg. Cacace-Ravaschieri, il vincitore di Palermo che aveva Brockbank in sella; dietro ad essi si trovavarono Pergola e Hattira.

Il « Premio Albano » (hp disc. L. 3000, m. 2000), che è quasi sempre stato vinto da buoni cavalli (Fitz Hampton, Meleagre, Arnaldo, Beppina, Ennio II, ecc.), ha portato in pista alcuni dei nostri tre anni che nel-l'annata non erano ancora comparsi in pubblico. È stato October Brown (kg. 51 l/2 da T h e Cellarer e Oc-tober) della Razza Casilina, il vincitore, che lasciò dietro di sè Montalbano (49), Mini (55 \J}), Grifone (47), Etruria (50), Varisella (45) ; October Bro-um, il miglior puledro che si trovi nella scuderia T . Rook, tra gli altri, aveva a due anni occupato il terzo posto nel « Criterium Internazionale » di Milano dietro Euro e Isabella.

Il « Grand Steeple Chtse Nazionale » (L. 6000, m. 4000), dovuto alla munificenza del nostro Augusto Sovrano, riesce sempre una corsa interessantissima. La vecchia Vistola (10 anni), che aveva già vinto la detta corsa nel 1900 pel conte Turati, nel 1901 pel conte Avogadro degli Azzoni, ha anche quest'anno, ancora colia monta dell 'ottimo fantino Daniele Burns, riportata una terza vittoria coi colori del sig. Ragusa.

La cosa non ha nulla di sorprendente, quando si pensi che le corse steeple chase sono lungi da presen-tare l'interesse delle corse pi m e . Q.ueste trovano ogni anno una giovane generazione; il cavallo da steeple all'incontro è una specie di Mathusalem, del quale è difficile prevedere la fine.

Questo steeple di Roma poi ha, dirò, questa specia-lità, di contare per molte annate gli stessi concor-renti, e quindi si capirà .come sia stato vinto tre volte di seguito da Diavoletto, tre volte da Fucino (Diavo-letto vi arrivò due volte secondo) , due volte da Vasco, tre volte da Vistola; ques'a corsa si disputa dal 1883.

Il sig. Ferrati, poiché Tarifa fu distanziata, riportò con Favorian il « Premio Marino » (siepi, L. 1200, m. 3000) precedendo Hecla li e Blaksmith.

Dumroe, passato dalla scuderii Sir Rholand nelle mani del sig. Marcello Orellia, ha riportato facilmente la corsa per gentlemen, battendo Interlaken , Mister Caudla, Raleigh, Alardo.

* » *

Oramai la consuetudine vuole che la domenica di Pisqua sia il giorno d'inaugurazione del meeting trot-tistico di Milano.

E, quantunque il vento soffiasse fortissimo per tutta la giornata, il sole e una temperatura più che primave-rile bastò acchè l ' ippodromo di Piazza Doria pigliasse l'aspetto delle grandi occasioni e fosse popolato da numerosi spettatori.

Lo sport fu dei più interessanti e la corsa interna-zionale, quantunque decisa in due prove, offerse fasi veramente emozionanti. Vincitore fu Royal Baron, uno splendido modello di cavallo trottatore, ora in una condizione perfetta. Guidato abilmente da Gerini, Royal Baron aveva facilmente ragione di potenti av-versari quali erano Abnet, Colonel Kuser, Bonnatella e Domerà, trottando la prima prova (1800 m.) in 2' 35" ' / . e la seconda in 2' 33", ossia in ragione di 2' 17" 3/s il miglio inglese e di 1' 25" il chilometro. Abbiamo, anzi, voluto prendere privatamente l'ultimo mezzo giro (450 m ) e il cronografo ha segnato 39" */5.

La vittoria di Royal Baron fu una sorpresa, giacché i più si fidavano di Bonnatella e di Domerà: la prima non riusci a prendere che due terze piazze; la se-conda, affidata di recente a Lamma, si trovò squili-brata dal continuo cambiamento di guida impostole dalla sua proprietaria, e non potè fare altro che arri-vare ultima in entrambe le prove.

Ida, dopo tre prove, si aggiudicò il « Premio Cre-mona » , corsa della classe terza, battendo un lotto fortissimo di trottatori formato da Torquato, Malakite, Le Dernier, Brighella, Giorgina, Edvige, Frejus e Ape.

Il totalizza'ore diede in questa corsa ottimi divi-dendi, giacché la vittoria della cavalla del signor Leopoldo Vaccari non era preveduta.

Gare assai emozionanti si ebbero nella condizio-nata « Premio Bergamo ». Curzio dimostrò ancora una volta la sua alta qualità di trottatore aggiudican-dosi dopo tre prove la prima moneta e trottando un heat in 1 ' 29" 2/B al chilometro. Nessun altro concor-rente seppe resistere ai suoi attacchi fulminei, e sì che il lotto dei suoi avversari comprendeva quasi tutti i migliori trottatori italiani attualmente in treno:

E, ora, ci incomberebbe l 'obbligo di dire qualche parola sull'VIII « Gran Premio In-ternazionale » del Trotter Italiano che si di-sputerà domenica, 6 aprile.

Il favorito, naturalmente, è Duca Herschel, il vincitore del « Premio di Verona » , ove, dicesi, abbia fatto una passeggiata di salute; in quella corsa stabili i! suo record in 1' 35", record rispettabilissimo per un tre anni all'i-nizio della stagione.

Ubaldo e Ulano, entrambi della Scuderia Ambrosiana, hanno essi pure i loro validi e numerosi sostenitori : il primo arrivò secondo a Verona dietro Duca Herschel e abbiamo potuto constatare come la sua forma in questo

(Fot. Folli, Milano). October Jirown, 111. b., nato in Italia nel 18911, da The Cellaler e October

Proprietario: ltazza Casilina - Vincitore del Premio Albano a Roma.

frattempo sia venuta migliorandosi. Ulano non è in-feriore al suo compagno di scuderia e con esso for-merà un ambo ben difficile a superarsi.

La prova di Verona ha fatto perdere ad Uragano il posto di primo favorito nel nostro Gran Premio : il nuovo astro sorgente (Duca Herschel) e la corsa fornita, che non soddisfece gli intelligenti, fecero sì che oggigiorno questo figlio di Joktan sia assai di-menticato dagli scommettitori.

Ugo, Umberto, Urgenza dovrebbero pure avere serie pretese per le piazze, sempre in base ai precedenti risultati e ai progressi di condizione fatti in questi g i o r n i . GIOVANNI GALLEANI.

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Al Velodromo Umberto I di Torino

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La batteria OIsotti-Ferrari-Del (hot. cav. A. Fasta).

1 prezzi d'entrata sono i seguenti: Palchi (indistin-tamente), L. i ; parterre, 0,50; terzi posti, L. 0,25.

Un palco sarà riservato agli invitati un altro ai giornalisti i quali usufruendo della tessera già rila-sciata dal Ciclisti Club avranno libero accesso al Velodromo.

Un groppo di Audax Novaresi.

Domenica 30 marzo si è chiusa la prima serie di riunioni indetta dal nostro Ciclisti-Club e che ebbe complessivamente un esito lusinghiero e soddisfa-cente.

Un tempo indiavolato e un vento fortissimo mise a dura prova la buona volontà del pubblico non molto numeroso che presenziava le gare.

Nota prevalente di questa ultima giornata era l'in-tervento dei corridori romani Galadini, Tabacchi e Fortuna, tre nuove reclute del professionismo che facevano qui il loro debutto.

E questo debutto non poteva essere migliore. In-fatti Galadini batteva avversari come Brusoni e Ci-sotti nella sua batteria e Tabacchi, entrato nella se-mifinale, riesciva, s:-ppando, a battere campioni come Momo, Bixio e Galadini, arrivati in quest'ordine dietro il giovane corridore romano, che presentiamo ai nostri lettori.

Coraggio e avanti, amici, chi ben comincia... può finir bene se continua a lavorare, e ora che avete fatto il primo passo su questa strada, sappiate an-dare avanti.

pubblico, con ragione, non risparmiò i fischi. Dato l'infelice servizio di allenatori, Jaeck dimostrò una resistenza e una buona volontà davvero lodevoli, e riuscì a coprire i 20 km. in 46' 48", battendo di tre giri Cisotti e di 4 Brusoni, che sconcertato e seccato non fu mai in gara.

Ed ora il Velodromo si è chiuso per aprirsi do-menica 6 aprile per la giornata popolare dì corse ciclistiche e podistiche indette dal nostro giornale e di cui parliamo in altra parte del giornale.

La nostra giornata popolare 400 pieeoli sportsmen in pista

Il match a tre: Brasonl-Jaech-Cisotti (Fut. cav. A. l'asta).

Momo, come sempre, si dimostrò il corridore più forte del lotto e sempre uno dei più valorosi nostri campioni del pedale. La sua volata, resistente e for-tissima, sembra aver acquistato in rapidità, e ormai si può dire di lui che se riesce a partire a mezzo giro arriva primo al traguardo chiunque gli stia in-nanzi o dietro.

Abbiamo notato una bellissima volata di Ferrari che batteva Dei e Cisotti, in uno stile che ricorda i migliori giorni del corridore di Roverbella.

Bixio fece il « mangia fanciulli » nella consolazione vincendo facilmente davanti a Montano, Daneo e Scuri; un buon lotto di corridori junior dei quali il primo è qualchecosa più che una buona promessa.

Deplorevole l'insufficiente servizio degli allenatori match a tre dei 20 km. fra Jaech, Brusoni e Cisotti.

Già la Stampa Sportiva ha biasimato questa impre-parazione del servizio allenatori che è dannosa alle corse e all'automobilismo. Non ritorneremo sull'ar-gomento che per constatare che l'infamia durava e il

Brusonl-Momo I due caiupioui della riunione del Velodromo (Fot. cav. A. Pasta).

La Stampa Sportiva ha rivolto dapprima l'invito a tutti i giovani cultori delle corse ciclistiche e podi-stiche per una giornata di sport popolare ed ha avuto

la fortuna di veder rispondere al suo invito oltre 400 concorrenti.

Assicuratosi così un numero di corridori che mai forse prima d'ora venne raggiunto, e quindi potendo offrire uno spettacolo genia'e e in-teressante, rivolge ora invito al pubblico perchè accorra domenica, 6 aprile, al nostro Velodron o Um-berto I a presenziare questa testa di giovani, incoraggiandoli col suo plauso a cimentarsi in queste nobili e sane gare fisiche, da cui coi mu-scoli esce migliorato e fatto p ù forte lo sp'rito e il carattere.

Lo spettacolo incomincierà alle ore 13 e i 400 piccoli concorrerti irregimentatiper categorie e batterie, si disputeranno i numerari prtmi da noi messi a loro disposizione.

I ciclisti sono 138 e vennero di-visi in 13 batterie, e cioè 5 della prima categoria e 8 della seconda. 11 primo arrivato di ogni batteria

correrà nella finale. La gara d'onore sarà disputata fra i primi due della prima categoria e i primi tre della seconda, opportunamente distanziati.

I podisti sono 262 e vennero divisi in 17 batterie, e cioè 3 della prima categoria, 10 della seconda e 4 della terza. Nella finale della prima e della terzi correranno 11 I" ed il 2° di ogni batteria. Nella finale della seconda solo i primi arrivati. Nella gara d'onore il 1" della prima e della terza e il i° e 2" dell 1 seconda.

In ordine di mer'to ogni premiato avrà diritto di scegliere un oggetto fra tutti quelli da noi offerti, e la Giuria ne farà l'assegnazione, riservandosi il Comitato farne consegna dopo 15 giorni per dar tempo a chi intendesse sporgere reclamo contro qualcuno dei premiati che avessero taciuto di premi già vinti o superato i limiti d'età fissati.

I premi da noi messi a disposizione dei concorrenti sono:

Una bicicletta nuova offerta dal Ci-clisti Club di Torino.

Una mantellina impermeabile per viaggio.

Un costume per ciclista offerto dalla ben nota Ditta Magazzino Svizzero, Sar-toria Foà di Torino.

Un costume per ciclista offerto dalla Sartoria Cagli di Torino.

Un paio scarpe fine per ciclista da farsi su misura dalla Spett. Manifattura Pellami di Torino (dono).

Una maglia e paio calze da scegliersi nel Gran-dioso Magazzino della Ditta Carlo Guarnieri di To-rino (dono).

Una borsa da viaggio con nécessaire donato dalla rappresentanza generale della Casa Darracq in Italia.

3>ue Ritratti in grande a! naturale dei due vin-citori offerto dalla premiata fotografia del cav. Ales-sandro Pasta di Torino.

ferretto per ciclista novità offerto dalla Cap-pelleria Cavallito di Torino.

ferretto per ciclista, frustino, ecc., offerto dal Magazzino inglese vedova Jourdan.

Un calamaio in porcellana offerto dalla Ditta Gay Vassallo Robeit e C. di Torino.

Sei bottiglie Caluso offerte dal Bar Filiberto Bianco.

Oggetti di profumeria offerti dal Profumiere sig. Demarchi di Torino.

Quattro Bottiglie liquori offerte dalla ditta G. Viale e C. (Caffè degli Specchi).

2>ue B°Uiglie liquori offerti dalla ditta Gabutti. Assegneremo inoltre due medaglie oro, piccole,

I l iioo professionista Tabacrlii (Fot. cav. A. Pa ta).

tre vermeil (una dulie quali con contorno è offerta dal sig. M. L. Mina, Presidente dell'Unione Pedestre Italiana), e un'altra dal s'g. Ernesto Rolando, Pre-sidente del Club Juventus di Pavia, nonché medaglie d'argento e di bronzo.

Le corse incomincieranno alle ore 13, e saranno rallegrate dalla musica del R. Patronato. Durante lo svolgimento delle gare dei piccoli sportsmen si dispu-terà il penultimo match di eliminazione pel campio-nato italiano di foot-ball. Il « Crikft Foot-Ball Club » di Genova si incontrerà col Club Torinese.

I prezzi d'ingresso saranno veramente popolari, per cui chi ama assistere ad una vera gara di sport, do-menica si troverà al Velodromo di corso Re Umberto

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L a t e n t a t o n e c i g l i a b i c i c l e t t a D co le amirezze che ebbi dalla bicicletta perchè

credo di recare un conforto a chi le ha provate, e perchè spero d'indurre qualcuno a scansarle o a li-berarsene, prendendo que l'unica via per cui vi si riesce.

P - r varii anni, primi che l'uso della bicicletta si divu'gasse, il nuovo esercizio non fu pei me che uno spetta colo piacevole, quantunque, soffermandomi troppo spesso ad ammirare un corridore che mi 'veniva in-contro, rischiassi molte volte di essere mandato al-l 'Ospedale M uriziano da un altro che mi a-rivava alle sp die.

Ma neanche per sogno pensavo che quella potesse diventar per me una tentazione. La prima tentazione l'ebbi nella saletti dei rinfreschi del Consiglio comu-nale, dove intesi un consigliere arcimaturo, molto ecc tato, che diceva piano a un suo collega poda-groso : — Credi a me : dolori artritici, reumi, cefa-lalgie, disappetenza, insonnia, tutto sparisce come per incanto. — Pensai : — Quale sarà la ricetta porten-tosa ? — Quando capii che era la bicicletta, dissi tra m e : — E se fosse v e r o ? Costui non è un amante cieco de'le novità : tutt'altro. Parla di certo per espe-rienza. E se fosse proprio la cura rotatoria quella che mi dovesse rigenerare ? — Fui tentato la seconda volta sul corso Margherita. C'era un vecchio d'aspetto de-crepito, un vero scheletro vestito, convalescente, si vedeva, d'una grave malattia ; il quale si sforzava di mandare avanti un triciclo con le sue povere gambe di locusta, e avanzava a stento, con la lentezza degli incappati di Dante, presentando con 11 sua persona e con la sua macchina un così pietoso spettacolo di impotenza bambinesca, che molti curiosi s'erano fer-mati di qua e di là ad osservarlo, sorridendo, come uno che si provasse a risolvere un problema di di-namica assurdo. Percorsi dieci metri in non men di un minuto, egli si trovò con la ruota anteriore contro una rotaia di tranvai : l ' impedimento enorme l 'arrestò: tentò invano più volte di superarlo. Uno spettatore impietosita lo spinse leggermente di dietro: la mac-china passò e riprese il suo andamento di tartaruga inferma, seguitata a passi lentissimi dai curiosi esi-larati. U n i p'età, un ludibrio. Eppure nei piccoli occhi socth'usi di quel vecchio, sempre fissi sul timone, che non vedevano null'altro dintorno, luccicava un senti-mento di compiacenza, un barlume quasi di vanità e di baldanza giovanile, e come la fede in un'efficacia miracolosa di quella parodia di ginnastica, che, pure facendomi compassione, mi diedero delle predicate maraviglie del ciclismo un'idea più grande che non avrebbe fatto qualunque più ammirabile S 'ggio di svel-tezza e di forza. Se un esercizio simile, pensai, può dare un tal god mento a questo misero avanzo umano, che non deve dare ad un uomo , che sia ancora un uomo ?

* * *

Cosi mi si aperse il periodo delle tentazioni se-grete, con le quali principiarono a un tempo le ten-tazioni es'eriori di tutti quelli che fanno prop ganda

d'ogni cosa nuova. Come non sentirai tentati quando siine o sette volte la sett matta ci si doni inda: — Perchè non va, o non andate, o non vai in bici.letta? — Ci fu della buona gente che se la p ese veramente di p tto, c ome p . r salvarmi l'anima, proponendomi un maestro, assicurandomi il segreto del t rocinio, offrendo ni l 'accompagnatura nelle pr me es ursloni. Ricevetti anche de le lettere d'ami.i lontani, che cer-a v a n o di tirarmi al ciclismo, diventato la loro p s-sione sovrana, con q tattro facciate di esortazioni calorose. Ne ebbi anche da ptrecchi, che, per toc-carmi nel vivo, ricorrevano al pungolo della critica letteraria. Mi scrisse uno : — Vedresti quanto se ne avvantaggerebbe il tuo stile: ci sono anche nel'e tue pagine migliori certi ristagni del l 'ondi dell 'eloquio, che non ci sarebbero più. — Un a't-o mi scrisse:

Se ella pedalasse, la sua mente si Crebbe ad ab-bracciare una maggior quantità di cose ad un tempo, ella riuscirebbe p ù stringatamente sintetico nel-l 'espressione del suo pensiero... — Queste osserva-

zioni, lo confesso, mi fecero molto pensare. Sul serio, io cominciai a dirmi, ogni volta che inciampavo in una difficoltà: — Forse... se questa mattina avessi pe ia lato ! — E ogni volta che, non visto, potevo esaminare a mio c o m o d o una bicicletta appoggiata ad un muro, mi sentivo fo"zato, come dall'attrazione di un frutto proibito, ad afferrarla, a palparla, a met-ttria ti ta ed in moto, a domandarle come a una forma dotata di senso e di coscienza, se era propria

Durante la finale (lei Campionato ili Francia. Iti presa.

vero che ella avesse la virtù di ridare alla maturità qualche ora della giovinezza, di disperdere nell'aria le malinconie che le saltavano sul dorso, di riportare a casa il cavaliere con l'animo e col sangue rifatto; e i ltmpeggiamenti che m ndavano le sue sottili membra d'acciaio mi parevano sguardi di consenso, sorrisi di promessa, ammicchi d'invito amoroso a tentar l'avventura.

*

Per un po' di tempo, non di meno , mi fu fac le il cacciare le tentazioni con arte e con imago. — N o —

dicevo — l 'uomo sulla bicicletta non è bel lo : egli ci fa col corpo un angolo d fantoccio rotto in due. Ha ragione il dot or Verga nel suo sonetto milanese: dai fi nchi in su è un sarto gobbo, dai fianchi in giù un arrotino impazzato. Tu.t'al più son tollerabili i ragazzi e i giovinetti snelli. Ma gli uomini attempati e adiposi! La sproporzione fra quei gran co.pacci e le due p ' c . o l e ruote dai raggi tenuiss nr , che riescono all 'occhio anche più delicate in confronto della mole sovrapposta e pare le si debbano infrangere sotto il sedere, dà ai cavalieri l'apparenza di elefanti seduti in tilbury. Un uomo di pelo bianco, poi, con quel giocattolo fra le ginocchia, mi fa pensare ai vecchi chinesi bamboleggianti che girano per le vie di P e -kino col cervo volante. — E ripensavo a quante volte m'ero diver'itn di certi grosri padri di famiglia che avevo visto t t a s c o m r e per le vie col cappe lo cal-cato fino agli orecchi e i calzoni rimboccati fino alle polpe, annaspando con le gambe come naufraghi, soffiando come foche inseguite, con gli occhi dilatati

da una espressione improvvisa di terrore all'apparir di un ostacolo, e con la palandra enfiata dal vento, che parevano otri sbalzellanti sul dorso d ' in cane in fuga, e facevan voltar le ragazze con un sorriso che diceva: — Q u e l o li non ruba dei cuori nella sua corsa, no di certo! — E ripetevo a me stesso: — Eh, non c'è casi, tu non saresti mica più seducente di loro. — E concludevo: — Ah noi Io non sarò mai uno di quegli otri. — E cos'i rispondevo ai ten-tatori insistenti. Mi opponevano qualche volta: — Ma lei può pedalare in campagna. — E io ribattevo: — Non vogl io divertire neppur la campagna. Ca-pisco: siamo in tempi gravi, nei quali sarebbe opera di buon cittadino il fare quanto si può per ricreare la società oppressa da tanti pensieri e da tanti af-fanni; ma di fare questo sacrificio al bene pubblico non me la sento. M'immagina lei a suonare la cor-netta per via Garibaldi? Ma riderebbe anche la gente che va a pagar la tassa di ricchezza mobile. Andiamo, il mio tempo è passato.

* ' ' *

Ma la prova dura venne poi, quando si comincia-rono ad accoppiare con la streghetta amici e cono-scenti dell'età mia, sotto i miei occhi. Alcuni me lo annunciarono; parecchi tacquero, ma li colsi in fla-grante l'un dopo l'altro per le stiade e per i corsi ; a più d'uno non strappai di bocca la confessione che molto tempo dopo della caduta nel peccato. Ci ca-scarono quasi tutti, anche di quelli che ero mille miglia lontano dall'immaginar capaci di dar quel tuffo: professori calvi, canuti, panciuti e anche scri-gnuti, colonnelli giubilati, sottoprefetti in riposo, se-natori con la colonna vertebrale sbilenca, c o m m e n -datori fatti a palla, cavalieri inflessi dai reumi, bar-bierie grigie, gambe a A', occh'ali verdi, scarpe di panno. Provai allora la malinconia che prende i ce-libi incaponiti quando vedono anche i loro amici an-nosi accostarsi al settimo sacramento e sentono farsi il vuoto intorno a sè. La bicicletta mi rubava delle care compagnie, allontanava da me delle antiche amicizie. Uno di quelli che mi fece più colpo fu il mio editore Emilio Treves . Poi il mio buon amico Daghetto, — ottonaio e consigliere provinciale, che una sera mi passò accanto di volo , sorridendomi, come per dirmi in doppio senso: —• Tu rimani in-dietro, tardigrado! — Uno degli ultimi che scopersi fu lo scultore Tabacchi ; lo vidi in un tranvai con un braccio al co l lo : gli domandai come si fosse fatto male ; mi rispose: — L'è nagotla — ; insistetti, e al-lora mi confessò pudicamente che era cascato da quell'affare. — Anche tu! — esclamai con vero ram-marico. — Si anche lui ! Rimanevo dunque io quasi solo a pestar la terra e i lastroni; tutta la mir ge-nerazione vo'ava. E quello che m'avviliva di più era che quasi tutti quei pedalatori SumisecoLri, quando mi trovavan per la strada, rallentavano la corsa, pi-gliando degli atteggiamenti di giovani cavalieri, don-dolandosi sulla sella col busto indietro, con un braccio solo sul manubrio e l'altro ciondoloni, e mi saluta-vano con un sorriso di compatimento, con l'aria di rassicurarmi che m'avrebbero conservato la loro vispa amiciz'a nonostante la grande differenza d'età che ci separava: anche quelli che, nell 'andare a piedi, pa-reva che reggessero l'anima con la dentiera. E avevo un bel cercare di consolarmi osservando che facevano

una magra fi-gura: m ' ind i -spettivo ad un modo , poi hè, insomma, e a come buri a-e un v e c c h i o cucco che balla con una bella ragazza: sarà r idicolo , ni a che gii, ne im-porla? è beato.

F a q u e s t i ebbi un perst-cutor. , che non n o m i n o p e r paura eli' egli ricominci la persecuzione

per rapp-esa-glia: un pezzo grosso di un'Amministrazione pub-blica, il più florido dei miei coetanei, non c'è che dire ; al quale pare che il tempo faccia delle grazie invece di tirargli dietro degli scapaccioni. Costui, dopo avermi dato molti consigli inutili, mi pre-e a perseguitare quando mi vedeva sulla piattaforma d'un tranvai. S'avvicinava con la bicicli tta e mi diceva forte : •— Se tu provassi che delizia! Ci scriveresti un libro — e poi via come un falco, e a capo d'un minuto, rifatta la strada, tornava a dirmi: — Vedi come andresti più presto per i tuoi affari! — Il caso me lo cacciava quasi sempre alle spalle quando an-davo a fare una passeggiata a piedi fuor di porta. Un giorno, sulla strada della Venetia, mi sentii ac-canto un frullo e una voce : — Deciditi! — Era lui, già lontano un trio di pistol \ Un'altra ve Ita, sul via'e di Stupinigi, mi passò accosto c o m e un colpo di vento, d icendo: — Quando? — p ireva che s'appost .sse alla porta di casa mia per vedermi uscire, raggiungermi a mezza strada e lanc ;armi la sua frecciata passando.

Durante la finale ilei Campionati il! Francia : I n lei cullai d'arresto.

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A volte, quando passeggiavo in città prima della co-lazione, con lo stomaco per traverso, egli mi vedeva coi suoi occhi di lince d'in fondo a un corso, mi veniva incontro fulminando, smontava, fresco, roseo, con gli occhi sfavillanti, e mi diceva: — Che brutta cera hai stamattina I Non ti risolverai dunque mai a far la gran cura? Vedi , io ho la salute d'un pesce e l'appetito d'un bufalo. — Mi faceva inverdire dalla stizza. Quante volte gli augurai che gli si crepasse la camera d'aria! Una sera, per co lmo, allo svolto di corso Siccardi in via Cernaia, andò a un filo che non mi buttasse a terra col suo strumento. — Ah , cane ! — gridai alla sua schiena fuggente — tu vuoi dunque farmi convertire al ciclismo dal dottor Carle?

E fu quella la volta che mi sentii più fortemente tentato a decidermi, pensando che, se ero destinato a morire in bicicletta, sarebbe stato sempre meglio far la fine del cavaliere caduto che quella del fante pestato, e che in tal modo , se non altro, avrei la-sciato la spina d'un rimorso nell'anima del mio tormentatore.

* » *•

E prima e durante queste ebbi le tentazioni irri-tanti della letteratura. Fu primo lo Zola, nel suo Paris, con quelle g ioconde corse di Pietro e di Maria portati via « dall'ebbrezza della velocità fulminea » nell'ombra dei boschi di Poissy ; poi il Guerrini con quelle pagine fresche come ruscelli, nelle quali dice la voluttà delle gite fatte col figliuolo da Bologna a Fi-renze «nelle promesse dell'alba, nel trionfo dei meriggi e nella pace dei tramonti » ; poi quello sbalorditolo Oriani col suo maraviglioso viaggio di poeta, di dotto e di diavolo da Faenza a traverso l 'Appennino, per il Casentino e per vai di Chiana, fino a Siena e a Pistoia, che mi trasportò con sè « dietro dalla coppa » come Caco centauro il suo drago; poi quel mago del Mae-terlink con la descrizione incantevole della corsa « in cui la via fatta è un continuo arrivo e ogni lembo di terra prende la forma adorabile della meta e si ritrova a distanza di una giornata di marcia la medesima ora in ogni luogo :> e persino Giambattista Giorgini col suo stupendo carme In byciclettam, che mi fece chiuder la Rivista d'Italia con dispetto, dicendo : — Anche tu, senatore ottuagenario, mi tormenti in la-

tino! — E non parlo del vespaio di bozzetti, di poesie, di racconti, d'articoli di giornali illustrati, tutti intesi a glorificare quelle due maledette ruote, che mi ca-scavano ogni giorno sott'occhio, e che leggevo , a malgrado mio, attirato da una virtù odiosa e prepo-tente del soggetto, come un passero dalla civetta. E il peggio era che li leggevo, benché a controvoglia, con la curiosità così tesa, che tutti i termini tecnici e le immagini e le frasi allettataci mi si stampavano nella mente come cose desiderate e cercate, e quelle letture mi facevano pullulare nel capo cento argo-menti di lavoretti d'arte su quell'idea, d'amori peda-lati, di gelosie insel la , di rapimenti in tandem: fan-tasie, tentazioni artistiche acute, che, dopo un momento d'eccitazione, lasciavo cascare con rincrescimento, con-siderando che per quanti sforzi d'immaginazione e di stile avessi fatti, il lettore ciclista si sarebbe sempre accorto da qualche lacuna e da qualche nota falsa ch'io non avevo attinto alla sorgente viva dell'esperienza, e avrebbe picchiato il pugno sulla mia prosa, escla-mando : — Costui non ha pedalato!

* * *

Venne in fine un periodo in cui la bicicletta dominò per modo i miei pensieri durante il giorno, che cad-dero sotto il suo dominio anche i miei sogni. Di-ventai un biciclista del cuscino. Nel sonno mi risal-tavano su tutte le immagini raccolte dalle letture, e non avendo più in quello stato coscienza di ricordare, avevo il pieno e vivissimo inganno della sensazione della corsa. Ah, finalmente! E ci voleva tanto a de-cidersi! Come ho potuto essere per così lungo tempo così mulescamente cocciuto? Sì, avevan ragione. È davvero il senso delizioso dello scioglimento d'ogni legame molesto della vita, della libertà, dell 'oblìo, della dominazione dello spazio, della fuga verso l'infi-nito. Questo fendere l'aria senza quasi sentire il con-tatto della terra dà veramente l'illusione d'esser por-tati via da due grandi ali invisibili; questa carezza violenta della brezza che m'investe e m'entra nelle vene e nell'anima mi pare l'abbraccio appassionato della Gioventù che mi riprenda e mi risusciti; questa sfilata vertiginosa di paesaggi, questa strada che mi fugge sotto come un torrente bianco precipitoso, questi alberi che mi corrono incontro e mi svaniscono dai lati come fantasime travolte da un uragano, questo

volo che mi fa parere intorno tutte le altre creature umane torbide, sonnolente, schiave, che muta tutto attorno a me ad ogni istante, che mi toglie il con-cetto del tempo, che m'inebria d'aria, di luce e di freschezza, che mi fa pensare a lampi e a visioni, che mi fa fremere, sorridere, palpitare e sognare, questa è una vita nuova, una voluttà sovrumana, un rapimento celeste Ma, ahimè! Il risvegliarsi del pedone deluso era miserando, e l 'oppressione quoti-diana della bicicletta ricominciava più dura, e più acre la bile di non sapermi risolvere al passo desiderato e temuto.

* * *

Ora la rinuncia è fatta; ma l 'animo non ancor rassegnato. Ogni volta che la mattina per tempo, già affaticato al primo intoppo della penna, mi stacco da quello che un mio amico definì giustamente il più tristo dei quadrupedi — il tavolino — e affacciandomi alla finestra vedo uno dei sopraddetti commendatori a palla o cavalieri arcati fuggir sulle ruote a traverso la piazza verso lo stradone di Rivoli, col viso levato a bere l'aria primaverile, un senso amaro d'invidia e di rammarico mi trafigge l'anima pigra, e dico a me stesso stizzosamente: — È tardi oramai! Ritorna al tuo imbelle telonio, vecchio deposito... Ah, misera-bile! E il commendatore è già alla Tesoriera!

E la morale è questa: O amici corpulenti e brizzolati, o bianchi per an-

tico pelo, e conoscenti e sconosciuti, che, sebbene giunti all'età ingrata o a quella ingratissima, siete atti ancora a « montare in macchina » e vorreste, ma non volete, o per pigrizia o per vergogna o per spago, rinunziate alla resistenza, chè vi costerebbe una lotta troppo lunga e troppo travagliosa. Saltate in sella con animo risoluto : stenterete a addestrarvi, batterete dei pattoni, farete ridere la cittadinanza ; ma vi salverete da un decennio di tentazioni e di rimpianti che, tutti insieme, vi faranno peggio d'una rottura di costole e v'avviliranno di più della baiata d'un popolo . Seguite il consiglio di questo sconsigliato: — Le mani sul manubrio e l'anima al vento (A . Oriani), o finirete con mordervi le mani e con dar l'anima al diavolo.

Edmondo De Amici».

Durante la finale del Campionato di Francia. Lotta corpo a corpo.

P O O T " B e l a l a

J / Campionato di francia Nel numero 8 della Stampa Sportiva abbiamo esposto

per sommi capi in che cosa consista questo antico gioco italiano del calcio, che oggi si conosce sotto il nome di foot-ball, desiderando contribuire colle nostre modeste forze alla diffusione di uno tra i mi-gl'ori eie-cizi sportivi, che il pubblico italiano ha il orto di non conoscere abbastanza e quindi di non apprezzare giustamente.

Infatti lo sport del foot-ball è uno tra i più sani e interessanti, e l'interesse non è limitato a chi lo

gioca, ma vince facilmente chi assiste, solo che abbia una certi domestichezza col suo funzionamento.

P o c o a poco questa famigliarità va allargandosi anche fra n o i ; ma come siamo lontani dagli entu-siasmi e dalla viva partecipazione degli anglo-sassoni e anche dei francesi che hanno imparato prima di noi a dare una giusta importanza a questo g i o c o !

Infatti, domenica 23 marzo si disputava a Parigi il Campionato di Francia, e un pubblico che era ac-corso a presenziarne la finale al Pare des Princes nulla lasciava da invidiare per numero e eleganza a quello delle grandi giornate ciclistiche. Al Campio-nato di Francia di foot-ball rugby (così chiamasi uno dei due sistemi di giocare il foot-ball), la cui finale si è disputata a Parigi tra la squadra parigina

del Racing-Club e quel'a dello Stade Bordolese; hanno partecipato tutte le squadre di footallers fran-cesi divise in due categorie: quelli della provincia e quelle di Parigi, e in seguito a gare successive di eliminazione sono rimaste in gara queste due che sono tra le migliori di Francia.

La vittoria arrise alla prima con 6 goals a zero, e le illustrazioni che riproduciamo dànno appunto al-cuni episodi della interessante partita.

In Italia pure si sta preparando il Campionato ita-liano che pare si disputerà a Milano il 27 aprile.

Domenica 6 avremo a Torino l 'incontro della squa-dra genovese con quella torinese, e la vincitrice di-sputerà a Milano la finale alla squadra del Milan-Club.

Daremo a suo tempo notizie e illustrazioni.

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L a G l a n d e Q o r s a A u t o m o b i l i s t i c a o h N I Z Z A « I D a b b a z i a

Pochi giorni ancora e poi la lieta carovana attra-verserà veloce l'Italia Superiore, destando, come altra non mai, l'attenzione del pubblico sportivo e di non mezzi Europa.

L'automobilismo abbatterà le frontiere, si andava ripe-tendo già da parecchio tempo, ma un giro motorista, che toccasse tre diverse nazioni, finora non si era ancora avuto, e si deve essere grati al Governo fran-cese che colla sua proibizione delle corse diede oc-casione a questo nuovo ed interessante avvento spor-tivo. Poiché fu dai ruderi della Settimana di Nizza — osteggiata, demolita ed in parte risorta — che nacque l'idea e l'organizztzione di una gara che seguisse in terra libera... al corso delle automobili.

Veramente neppure da noi questa libe/td nova pa-reva a tutta prima dovesse essere facilmente con-cessa, ma grazie all'operosità ed all'intelligenza dei promotori, l'esito assecondò il desiderio di quanti amano l ' incremento ed il progresso del motorismo.

G l i < > f j i ' . ' 111 i z z : i t o c i . Chi siano stati questi promotori attivi e fortunati,

ormai tutti lo sanno e noi non ripresentiamo che an-tiche e care conoscenze riproducendo i profili dei si-gnori barone De Zuylen, A. Gondoin, principe Strozzi, conte Corinaldi e conte Biscaretti di Ruffia.

Sono nomi che rappresentano le attività e le as-sociazioni p ù elette del motorismo francese ed ita-liano : l 'A. C. de France, l 'A. C. de Nice, il Club di Firenze, la Unione Automobilistica Veneta, il Club Automobilisti d'Italia.

Il barone De Zuylen è uno dei più antichi e fer-venti apostoli del nuovo mezzo di locomozione, ed a lui si deve in gran parte l'organizzazione sportiva ed industriale del motorismo in Francia. Regge sin dalla sua origine l 'A. C. de France, che è senza contrasti l 'associazione motorista più potente nella nazione che ha senza dubbio il priorato dell'industria automobi-listica.

P. Gondoin è il presidente dell 'Automobile Club di Nizza ed a lui e alla sua instancabile operosità deve la sua Socifetà il primato che oggi tiene nel mondo automobilistico per iniziative geniali e riuscite.

Oramai la stagione di Nizza è il clou dell'annata automobilistica, di cui è pure l'inaugurazione, e ad essa convergono gli sguardi di tutti i cultori del teujf-teuff, e alle sue prove accorrono i più noti cam-pioni.

Di tutto questo mondo è perno e centro Gondoin, figura simpatici di gentiluomo e di sportman, presi-dente attivissimo e organizzatore solerte e premuroso.

Barone De Z u j l n .

Della parte importante, vital *, presa dal princ pe Strozzi nell'organizzazione della Ni'za-Abbazia non si può dir meglio del nostro confratel 'o « La France Automobile » che sotto il suo ritratto scriveva sem-plicemente: A qui l'on doit les autorisations de la course Nice-Abbazia Noi però sott'altro aspetto aggiunge-remo che pre tipuamente a lui si deve il grande°amore con cui il nostro Re si dedica all 'automobilismo e

l'onore per Firenze di avere una fabbrica di motori per au omobili — i motori « Rondine » — in cui la industria fonda le più liete speranze. Ma S. E. il principe Strozzi non è soltanto un abile organizza-tore, bensì anche un infaticabile ed audace sportman: egli, che primo dei motoristi nel 1899 raggiungeva la cima del S. Gottardo in novembre, oggi condurrà nell'aspra gara della Nizza-Abbazia la sua automo-bile di marca « Rondine ».

Il conte Edoardo Corinaldi appartiene a quella vera aristocrazia che comprende come una fortuna cospicua e un nome eccellente creino dei doveri maggiori an-ziché stabilire dei privi'egi.

Giovane d'animo e maturo di studi, nasconde sotto un aspetto modesto una mente aperta e coltissima. Artista delicato, coltiva con passione la musica e i suoi concittadini lo acclamarono recentemente come autore di un'opera Leggenda d'amore, della quale la critica ha riconosciuto segni non dubbi d'un raro va-lore artistico.

Automobi ista entus asta e studioso, fu per parecchi

Conte Edoardo Corinaldi.

anni degno collaboratore del comm. Alberto Rignano nella direzione della fiorente Untone Automobilistica Veneta, e al ritiro di questo i consoci lo vollero — suo malgrado — loro presidente, e in questa sua recente qualità egli si è occupato con vivo interes-samento dell'organizzazione della Nizza-Abbazia.

L 'on. conte Roberto Biscaretti di Ruffia, o sempli-cemente Papà Bisca, come lo chiamano gli amici del m o n d o sportivo, è davvero uno dei capi famiglia del-l 'automobilismo italiano.

Precursore del nuovo sport, quando il solo par-larne sembrava azzardato, l 'on. Biscaretti è passato dal campo del yachting a quello del teuff-teuff il giorno in cui un primo triciclo a motore veniva in Italia, e il Biscaretti primo in Italia lo montava.

Da allora non vi fu riunione in cui egli non abbia figurato, e siccome egli appartiene a quella classe di persone che accettano cariche solo perchè possono essere utili agli altri, e a ottenere questo intento non risparmiano fatiche e lavoro, così di quasi tutte le più importanti riunioni egli fu a capo e tutte seppe condurre a meta felice.

L'automobilismo italiano deve pure all 'on. Bisca-retti l 'aver vinto molte antipatie e l'aver rimosso molti ostacoli burocratici, che spesse volte hanno tentato chiudergli il passo; poiché molte delle sim-patie che Biscaretti godeva e gode c o m e gentiluomo, sono passate alla causa che egli propugnava e la sua influenza politica ben sovente venne messa a servizio della libertà automobilistica.

La Nizza-Abbazia è poi fatica particolare de l l ' ono-revole Biscaretti, e da qualche mese va facendo la navetta sul percorso italiano per assicurare un'orga-nizzazione degna del grande avvenimento.

U' Itinerario.

Dopo prove e studi e consigli e discussioni, l'iti-nerario prescelto fu quello : Ventiiniglia, Cuneo, T o -rino, Aless nd ia, Manto-a, Padova, Udine, Abbazia.

Nè la scelta poteva essere migliore. La ca-rovana prendendo la mossa dalla incante-vole C o m i c h e , salirà nelle aspre gole del Tenda sino a 1312 me-tri sul livello del mare, sboccando d a l n o t o tunnel nel nostro Pie-monte e per Limone, Cuneo, Saluzzo, Pine-rolo scenderà a Tor ino .

La vera corsa contin-uerà a Cuneo e conti-nuerà sino ad Udine: i percorsi Nizza-Cuneo, Udine-Abbazia e vice-versa vennero neutra-lizzati, per cui la caro-vana li farà en ballade.

All'ultima ora, per la categoria touristes, la parte neutralizzata venne accri sciuta ci i tratti per l'andata di Mantova-Padova, per il ritorno di Alessand ia-Torino.

A Padova i gitanti riposeranno per 36 ore e si recheranno a visitare Venezia, ospitalmente accom-pagnati dai motoristi deil 'U. A. Veneta che loro pre-parano ricevimenti cordialissimi.

Da Udine ad Abbazia il percorso si fa di nuovo su strade meno piane, attraversando le pittoresche Alpi Giulie e scendendo infine alla meta del viaggio situata sulle rive del go l fo di Fiume, di fronte alle numerose isole della Dalmazia.

Dopo due giorni di sosta i motoristi rifaranno la stessa strada e si soffermeranno un giorno a Tor ino per ritornare colla ultima tappa a Nizza.

Oli Inscritti.

Sono divisi in due classi : quella vitesse e quella touristes — sommano per ora ad 83. Ogni vettura porterà il proprio numero progressivo d'iscrizione di-pinto in bianco su nero se appartiene alla classe « vi-tesse », ed in rosso su bianco se appart ene alla classe « touristes ».

I motoristi partono nel seguente ordine :

P i a s s e vitesse.

CATEGORIA V — Grandi vetture da Kg. 650 a 1000.

N. Marca C o n d u t t o r e

1 Mercedes — 2 » — 3 » 4 » —

5 » 61 ;> — 28 Serpoilet Rutispanser 29 » Chanbiand

6 Panhard P. Chauchard 31 » De Knift 35 » M. Farntan 52 » Bourbon 70 F.I .A.T. L a n c a 72 Gobron-Brillé Bouchet 73 Mirchand March .nd

Conte Roberto Biscaretti di Ruffia.

6 r a m a i la marca C A f f È DEL VENEZUELA, proprietà esclusiva della 5 6 G I E T À CAFFÈ V E N E Z U E L A , si è fatta larga strada nell' Italia, sicché al 1° Gennaio 1902 già stavano aperte 2 0 Succursal i e nei primi giorni di Febbraio vennero aperte le figliali in M I L A N 6 (palazzo Fratelli B o c c o n i angolo piazza Duomo e Corso Vittorio Emanuele I), e in VENEZIA [$. fantino).

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Vetture leggere da 650 a 1000 Kg.

Principe Strozzi.

CATEGORIA II — Motocicli meno di 200 Kg. N. Marca Conduttore

49 De Dion Osmont 50 » Barde reau 82 Peugeot Peugeot

CATEGORIA I V — Vetture leggere da Kg. 400 a 650. N.

7 8

36 37 51 55 56 65

9 10 11 12 13 16 17 18 19 20 21 23 24 25 26 27 32 40 di 65 66 58 67 69 80

N.

47 84 85

Marca

Panhard

Darracq » » » »

Turcat Nery » » »

S.te L'Automotrice »

Serpollet

Villain Decauville

Rondine G. Richard Aster F.I .A.T.

CATEGORIA I — Marca

Cormier Werner Werner

Conduttore

Pinson Gondoin Teste Berteaux H. Farmann De Marsillac Ferber Jarott Darracq I

» I l >. I l i » IV » V

De Jarconnet

Gasté Popp Barbereau Jame Ettard Pitre Debeaux Villain Cornillean Ulkmann P. Thery Bertolozzi Princ. Strozzi Ed. Roussier U. Arbanese Storero

Monociclette. Conduttore

Cormier Werner Werner

CATEGORIA I I I — N. 14 81 22 39 4 4 7 4 78 79

59 68

77

VettHrelle sino a 400 Kg. Conduttore

Darracq VI » VII

Jouret A n d r a n Bar. de Caters P. Scoffier

Marca

Darracq »

Cotterau Andran Jenatzy Ader Corre — Corre —

Classe touristes. Vetlurelle da 470 a 650 Kg.

Marca Conduttore

Gladiator Gladiator Renault De Ladre Gladiator Mercier

38 42 48 53 54 62

76

Mercedes Panhard Peugeot De Dietriech

Mors Aster

Richy Schiff De Bary Dietriech Turckeim Degrais De Martino

Fraschini

Grandi Vetture di oltre 1000 Kg.

15 3 ° 43 45 46 57 50 7i 83 85

Napier Serpollet Panhard Daimler Panhard Lanza Daimler Germain De Dietriech Panhard

Mayen Serpollet Bar. de Zuylen Gray Diusmore Cav. Tonietti Cav. Lanza Michele Lerches Werner Lerches J. De Turckeim De Bellet

I . e m a r c i l e .

Dalla lista degli iscritti i lettori rilevano nella classe vitesse la posizione delle varie marche che si con-tenderanno la palma del priorato.

La gara sarà nei tipi vetture leggere e vetture pesatiti : fra i primi sono inscritte 8 Panhard, 5 Darracq, 5 Serpollet, 4 Decauville — fra i secondi : 6 Mercedes, 4 Panhard, 2 Serpollet. La lotta va ad essere inte-ressante, come interessante sarà il parallelo fra queste grandi Case che concorrono con numerose macchine, appoggiate da una studiata preparazione di strada, e le Case che modeste e fiduciose si presentano con un'unica macchina.

I c o n c o r r e n t i .

Nel prossimo numero pubblicheremo numerose illustrazioni delle principali macchine coi guidatori che prenderanno parte alla gara. Necessità tipogra-fiche e di tempo ci obbligano a non dare oggi che quello della gran vettura F.I.A.T. (n. 70, Cat. V., Classe Vitesse), montata dai notissimi chauffeurs Vin-cenzo Lancia, guidatore, e Felice Nag^aro accompa-gnatore.

La macchina F.I.A.T. è modello 1902, motore a quattro cilindri di 24 HP, accensione a magnete, ra-diatori ad alveare con ventilatore; pesa in ordine di marcia Kg. 900.

Il nostro servizio d'informazioni.

La Stampa Sportiva non solo ha disposto per avere numerose fotografie dei momenti più interessanti della corsa, ma ha pure organizzato un servizio spe-ciale per avere informazioni telegrafiche da tutti i paesi toccati dalla carovana, e due nostri redattori seguiranro i gitanti su una magnifica e veloce Dar-racq di 12 HP, che cortesemente la Ca 'a ha messo a nostra disposizione.

Le notizie giornaliere verranno immediatamente pubblicate, man mano che giungono, nelle tre edizioni quotidiane del giornale politico « La Stampa » , che sarà così il giornale meglio e più rapidamente infor-mato sui varii particolari dell'andamento della gara. Consigliamo i nostri lettori a voler leggere special-mente l'edizione sera in Torino e la edizione mattino nelle provincie.

Vettura F.I.A.T. ila 24 HP, montata ila! sig. Lancia e dal signor Felice Jiazzaro, inscritti alla Nlzza-Abliazia iFut Conte).

Le Mercedes hanno motori di 40 HP, più leggeri del tipo 1901. 11 volante del motore serve da venti-latore allo apparecchio di raffreddamento. Le ruote anteriori hanno un dispositivo speciale. La Casa co-struttrice delle Mercedes ha fatto lungo il percorso un vero impianto di rifornimento e riparazioni ; a Cuneo ed Udine le macchine potranno venire verificate e riparate da provetti aggiustatori mandati dalla Casa.

Le Panhard sono del modello Paris-Berlin, allege-rito di circa 200 kg., con riduzioni sulle molle e sugli assali: l'assale anteriore è portato molto avanti : motore Centaure di 40 HP.

Le Darracq saranno condotte dai noti ed ottimi corridori Marcellin, Baras, Gabriel, Edmond, che avrà una nuova 4 cilindri, Papillon e Guillaume. La vet-tura di Marcellin ha 40 HP di forza.

La industria italiana è rappresentata dalle marche Rondine (principe Strozzi), e F.I.A.T (Storero), nelle vet-ture leggere : Marchand (Marchand) e F.I.A.T (Lancia Vincenzo) nelle grandi vetture.

Nella classe touristes vi saranno poi la macchina Lanza, montata dal suo ideatore e costruttore cava-liere Michele Lanza, e l'Aster, costrutta a Milano dalla Casa Fraschini e Isotta.

LaT* e O R S T * S O S P E S A !

Mentre il nostro giornale sia per andare in macchina ci giunge l'infausta nuova che il Prefetto di Cuneo ha proibito la corsa.

Ci sembra tanto enorme e ingiustificato il proposilo di rimangiarsi alla vigilia della corsa da parte del Go-verno un permesso spontaneamente dato a suo tempo, che vogliamo credere si tratti d'una sola minaccia, e che i buoni uffici tosto iniziali dagli Aulomobil Club d'Italia e di Francia riesciranno facilmente a scongiurare. Speriamo quindi che allorché il nostro giornale uscirà al pubblico, la nube che tenta oscurare l'orizzonte si sia dileguata.

In caso contrario sarebbe davvero il caso di invocare una nube pel nostro viso d'italiani che dovrebbe arrossire di fronte al mondo intero dell'infelice figura riservataci dal procedere del Patrio Governo.

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a l l ' A g e n z i a I t a l i a n a d e i P n e u m a t i o i M i c h e l i n O r i g i n a l i •F- I L I A . I T O — F o r o E o n a p a i t e , 22. -ULm.ero ST — IH-OE I L A N O

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Giovedì 27 Marzo si è inaugurata

la pigliale di Zorino d e l l a , I D i t t a ,

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I S O T T A F R A S C H I N I e C . , Rappresentanti per l'Italia delle Case : R J E A A U I i T F r è r e s , d i B i l l a n c o u r t - ^ ^ J ^ Z L Ì L S J S L S ^ S 0 1 0

a i G i c a f a a ^ l Ì A n i f i l - M o t o r i d a 6 ' / „ 9 H P a u n c i l i n d r o , i m . » « - J T i - M m ^ V a l . b e v a l i M a i » • M o t o r i d a 8 e 1 9 H P a d u e c i l i n d r i c o n r e g o l a t o r e .

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Teli IV. — (.nm<le bracco (K. C. I . , n. 391).

Silva » ai suoi prodotti, non altrimenti come fece il Korthals dei suoi spinoni.

Il canile di Regona è uao fra i più importanti d'Italia sia per l'allevamento, sia per l'ammaestra-mento che il proprietario impartisce personalmente ai suoi prodotti. Tant'è che, ad ogni Mostra, ad ogni prova sul terreno, il Silva raccoglie sempre nuova e sempre abbondante messe di allori. 11 solo Faust, cane di fama, conta al suo attivo altre venti premi ed altri ne mieterà in avvenire ove lo stesso pro-prietario non lo dichiari fuori concorso.

Figlia di Faust e di Sbitra è la cucciolona Aura offerta in dono dalla Stampa Sportiva,

Altri bei tipi di detto canile furono Teli IV e Leo II di cui offro l'effigie ai lettori. E fra i premiati alla Esposizione indetta lo scorso anno a Milano dal Ken-nel Club Italiano noto con piacere, altre a Faust, Brill, Alba, Sbirra, Astro, Bello, Elsa, Ebro,Lola, Sara, ecc.,

tutti ottimi soggetti di grandi bracchi o di bracchi leggeri di manto bianco arancio. Ma anche il mantello roano e marrone è coltivato dal Silva che pos-siede due tipi encomiabili in Help e Dido.

Il segreto per conservare la o m o g e -neità del tipo sta un po' nella unità del-l'indirizzo generale, un poco nella tenacia dei propositi, ma un poco altresì in una speciale accortezza, dote che il buon papà Silva possiede largamente e che applica volontieri ogni qualvolta essa non de-generi in malizia o vada a nocumento del prossimo.

Nessuno più di lui sa conservare al suo allevamento quanto gii conviene meglio , e non v'ha danaro che gli paghi que 1 tipo di cui sa aver bisogno.

Q i a n d o presenta il suo cane al ring non lo abb ndona mai drila mano... nè da un occhio, poiché l'altro è sempre rivo'to alla Giuria di cui pare sappia in-vestigale l'intimo pen-iero. Sul campo delle prove ragion ' , discorre coll 'allievo, ma i ragionamenti e le discorse sono non pel cane ma per la Giuria, cui egli in bel modo vuol far rilevare i pregi del soggetto od assottigliarne le mende, accarezzandolo al down c ome p .r com-pensarlo della splendida ferma. . o per (renarne i bollenti spiriti.

* *

In poche parole, papà Silva insegna, ed è da augurarsi che gli allevatori facciano sotto di lui buona scuola, perchè è soltanto percorrendo la via da lui seguita, che si può giungere a risultati serii e praticamente profittevoli.

I . d i T O R A Z Z O .

mezz'ora di caccia; nel possedere lo sperone, almeno doppio, ecc . ; esagerazioni codeste che rendevano il grande bracco un cane praticamente quasi impossibile, deteriorandone l'estetica così da rendere grottesca la veramente splendida maestà delle forme. Il tipo del grande bracco « Silva » non pecca di queste ri-dicole esagerazioni; è un cane quadrato ma non tozzo, di forme complesse ma non pesante, di aspetto bo-nario ma non gof fo , dalla fronte rugosa ma non eccessivamente raggrinzita. Il cav. Silva scartò dalla sua produzione le aberrazioni, limitando certe carat-teristiche di razza a quanto era necessario per con-servare il tipo ed eliminando così il ridicolo ed il superfluo. Iu questo m o d o egli ottenne quella o m o -geneità che a parer mio è il vanto migliore della sua produzione, omogeneità quale auguro egli possa mantenere in tale grado da dare, non solo in Italia, ma anche all'estero, il nome di « Bracchi itaFani

31 Canile di Regona La Slampa Sportiva offrì ai suoi' abbo-

nati, fra gli altri premi, un cane da caccia proveniente dal canile di Regona, appar-tenente al sig. cav. Francesco Silva di Pizzighettone.

Nel mondo e nofilo non v'ha chi non conosca personalmente papà Silva — tipo di gentilhomme campagnard — cui la neve caduta su la chioma nulla toglie di quella vigori ì tipica di coloro che vi-vono alla campagna. Egli è amante ap-passionatissimo delle cinofilia, cui dedica le p ù amorose cure, tutta la sua non comune intelligenza che sprizza da due occhietti b gi penetrantissimi, tutta la sua costanza, virtù indispensabile a chi si de-dica alio allevamento.

Ignoro l 'epoca in cui papà Silva ri-dusse a canile propriamente detto il suo allevamento di bracchi italiani: so però che — di padre in figlio — si trasfuse nella famiglia Silva il sacro ardore ve-natorio, ed usando una frase nuovissima potrei affermare che la origine dei brac-chi Silva si perde nella notte dei tempi.

Come fossero quei bracchi in allora è tanto più difficile constatare al g iorno d'oggi, in quanto il Sriva volle tenace-mente costituire un tipo suo proprio, fisso ed uniforme che portasse l'impronta del suo canile non altrimenti che se ogni prodotto avesse tanto di etichetta sulla fronte. Mi si assicura da chi conobbe i primi campioni appartenuti alla casa Silva che gli attuali sono « eulì quantum mutati ab illis » ; cosa che, data la incontestabile intelligenza del cavaliere Francesco, di-mostra ch i egli si creò nella fantasia un tipo di bracco, quale doveva essere prossimo alla perfezione, e procedette nel suo allevamento avendo di mira quell'unico obiettivo. L'esperienza acquisita nei lunghi e diatu-ni tentativi, la diligenza della selezione, una fede costante nel voler unificare il tipo della sua razza ed infine l'aiuto di un po' di fortuna portarono oggi il cunrie S Iva al disopra de'la babilonia che esisteva, non sono ancora molti anni, nello allevamento delle razze nazionali.

Egli no i è imbevuto di quelle utopie che affer-mano essere stato l'antico grande bracco un cane pesantissimo, il cui merito principale di bellezza do-veva essere una soverchia abbondanza di pelle rag-grinzita sulla faccia e flosciamente cadente ai lati d . l le labbra; doveva consistere nello avere le pal-peb-e inferiori pendenti e fatte a ventola, sì da rac-cogliere i semi delle erbe e da essere acciecato dopo

Ottica . AMTURO AMBROSIO f i s i c a p Q f Q g r a f ì a TORINO - Yia Roma, 2 - TORINO

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Ua p r f r p a p r o v a UFFrcraT^ d^TF " p o d i s t i c o „ dr Domenica, 23 marzo, ebbe

luogo in Roma la prima prova ufficiale pel 1902 degli ade-renti a questa Associazione, che a si.uiglianza dell'Audax Ciclistico è sorta per riunire i bersaglieri del podismo, ossia coloro che in un certo numero di ore compiono un dato per-corso.

Benché il tempo fosse tut-t'altro che favorevole, pure 20 concorrenti si trovarono al traguardo di partenza alla So-cietà Ginnastica Roma, affol-lata da gran pubblico che sa-lutò con applausi la squ'dra dei fuiuri audaces. Il percorso stabilit 1 era il seguente : Rom -Colonna - S. Cesa-eo - Mo te-compatri - Monte Porz i o -Fr -scat -Marino - Castello - Roma, in tutto km. 75, che furono coperti in I3h e 42' comprese due ore di fermata, malgra lo fortissimi acquazzoni e le fre-quenti salite. La fotografia da noi riprodotta, e che dobbiamo alla cortesia del sig. Vincenzo Politi di Roma, rappresenta il gruppo dei forti cammina-tori, durante un alt, dopo aver percorso 65 km.

La marcia fu controllata su tutto il percorso dagli ispettori delle società sportive.

Il servizio s mitario fu disirn-pegna'O dalla pubblica assi-stenza « Croce d'Italia » al comando del sig. Piroli ra-gioniere Luigi.

* * *

Ecco i nomi dei componenti la squadra:

Cav. Fort. Ballerini (segre-tario della Federazione Gin-nastica); Ballerini Ciro, Scar-paccini e Pistarino della Roma ; Sarti, Fini e Leoni dell'Asso-ciazione delia Gioventù; Se-ghettini e Zmgrilli dell'Audace Club; Misini e Bergamini della Lazio; Coccia A. e Coc-cia G. dell'Umberto I; De Si-mone della Stuoli Popolare di G'nnistica; P ronetto del Club Alpino; Gtlvagni della Romana di nuoto; France-schelli della Velocipe iistica romana; Guerrini, Baroni ed Azzali del 30 reggimento ber-saglieri.

Con questa prova la fiorente Sezione romana conta 75 soci.

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Fu ad usura provato dall'uso che l'antisli-ping, come viene fatto da tutti i fabbricanti di coperture per bici-clette, non risponde allo scopo, essendo nel mezzo della coper tura, mentre lo slitta-mento è più facile sui fianchi. Oltre a ciò il continuo uso del freno corrode in poco tempo

„ i i 11 . . . . . 1 rialzi del disegno, ed ecco che a nulla serve l'antisplmg. Ciò non succede Invece colle nostre

M o n o p o i A t i t l s l l p i n g ; disegno Dunlop.

( i j ieenza e s e l u s i v a pev l ' I ta l ia ) perchè le ondulazioni sono ai lati e lo spazio pel freno è liscio ed ingrossato.

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£istino dei Sub-Agenti del sig. Vehrheim, contro cartolina risposta. - Catalogo illustrato Slire 1.

flUT0MOBILISi*\e OSMONT col suo motoc ic lo tenterà,

con un dispositivo speciale il record della Turbie e del chilometro lanciato, spera di fare più di 110 all'ora.

SERPOLLET ha messo a disposizione del sig. Minetti, incaricato del Touring, un automobile per attendere all 'orga-nizzazione dei depositi di rifornimento sul percorso Nizza-Abbazia.

LA G R A N P R O V A nel campo della praticità automobilistica, che la Gazzetta dello Sport aveva bandita, è andata un po' maluccio. Partirono rumorosamente da piazza del Duomo a Milano, arriva-rono sino ai bastioni, dove dovettero pernottare per rianimare il caparbio motore. Ripartiti all ' indomani mattina giunsero sino a Piacenza, ma colà sfor-tunatamente precipitarono in un fosso per l 'imbizzarrirsi di un cavallo. Si eb-bero a lamentare due feriti e la carrozza rimase cosi malconcia da imporre la so-spensione della prova di 5000 chilometri dopo soli 69.

— L A C O N T I N E N T A L ha prefisso i seguenti premi da assegnarsi secondo l'ordine ufficiale d 'arrivo alle vetture munite dei- suoi pneumatici nella cate-goria « vitesse »

Vetture Vett. lenir. Vettnrelle M o t . (65 a 1160) (4 0 a 650) (256 a 400)

al 1"arr. Frs. 2500 2000 1000 al 2» » » 1500 1000 700 al 3» » 800 700 500 al 4" » 500 500 —

al 5° » 400 400 —

al 6» » » 200 200 —

al 7° » » — 150 —

al 8" » » — 100 —

— I CONCORSI per il 1002 deliberati dalla Commissione tecnica dell 'A. C. di Francia sono quelli : dei carburanti, degli accumulatori, delle vetture per servizio cit-tadino, delle vetture per servizio suburbano (de Banliene).

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CICLISMO IL G A R N P R E M I O D I PASQUA. —

Le semifinali del Gran Premio di Pasqua si corsero lunedi, causa il cattivo tempo.

Nel repechage si piazzano Van den Born e Jue. 1" semifinale: 1° Heller, 2" Bonrotte, 3° Arend ; 2" semifinale : 1" Jacquelin, 2° Conelli, 3" Van den Born ; 3" semifinale: 1° Ellegaard, 2° Eros, 3" Jue.

Il premio stranieri venne vinto da Rutt che batteva in finale Arend, Eros e Ellegaard.

LESNA VINCE L A P A R I G I - R O U -B A I X . — 60 partenti radunò quest'anno la Par ig i -Roubaix corsasi con tempo

éw-gv-v:-., : ',1.- • tx, pessimo, stra-H g g H de

ÌPl Lesna par-tito in testa a Par ig i , si mantenne pri-mo durante tutto il per-corso (265 km) arrivando pri-mo al Velo -dromo di Rou-baix dopo ore 10 e 48', ac-colto entusia-sticamente da un pubblico affollatissimo.

Secondo a m •••« « iv g m j n u y fu Watte l ier ; terzo A . Garin, fratello a M. Garin (che vinse già due volte questa classica gara) ; quarto Lepoutre. Tra i concorrenti era pure il vecchio corridore italiano Ambrogio Cantù.

Questa classica corsa si eorse per la settima volta e fu vinta nel 1896 da Fischer, 1897-98 da M. Garin, 1899 Cham-pion, 1900 Bouhours, 1901-02 da Lesna.

IL CONGRESSO D E L L ' I N T E R N A -TIONAL CYCLIST ASSOCIATION. —

Sabato 29 si tenne a Parigi il Con-gresso dell 'I . C. A. al quale sono in-tervenuti i dele-gati del Belgio, Francia, I t a l i a , Spagna, Svizzera, Germania, Porto-gallo, Argentina, Stati Uniti.

Il delegato ita-liano era il signor Pilade Carrozzi dell 'U. V. I., ed era con

lui il geometra Mario Bruzzoni, segre-tario generale dell' I. C. A .

Il Congresso approvò il rendiconto dei campionati mondiali tenuti a Berlino nel 1901 e le date di quelli d ' I ta l ia che si terranno a Roma l'8-12 giugno.

Il Congresso condonò le penalità in-flitte ai corridori Seide, Huber e Auret, e si pronunciò nel conflitto fra l 'Unione Argentina e quella Francese a favore di quest'ultima.

Il Congresso si radunerà a Roma il 7 giugno.

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i p p i c a M A S T E R ROUNDEL. — Un nuovo

pseudon imo è sorto sull 'orizzonte ippico italiano ove i nomi immaginari sono al-l 'ordine del g iorno ; sotto i nuovi colori correranno Roundel e Augusta.

I L P R O G R A M M A D E L L E CORSE D ' A S T I . — Quest'anno il programma delle consuete corse d 'Asti in occasione della fiera di San Secondo, ha preso mag-giori proporzioni mercè l ' intervento della Società d ' incoraggiamento per le corse al galoppo ; 4000 lire in premi verranno de-stinati a questo genere di gare e 3000 lire per le corse al trotto; le due giornate furono fissate per martedì 6 e giovedì 8 maggio .

JOHN H O R A N . — I giornali francesi ci fanno noto che in questi giorni è morto a Chantilly un fantino che ebbe momenti di celebrità sul turf francese, e che per parecchi anni fu anche il campione dei jockeys italiani: John Horan.

Tralasciando la sua carriera sportiva francese, diremo che esso venne in Italia per la prima volta scritturato dal cava-liere C. Calderoni, al quale gli sportemeli italiani debbono riconos"enza, giacché per mezzo suo ebbero campo di applau-dire le migliori cravaches scese da noi. Nella popolare casacca bianco e nera Horan vinse numerosissime corse, tra le quali il Derby del 1894 con Sansonet.to e il Gran Premio del Commercio del 1895 col medesimo cavallo. Scritturato poi da Sir Rholand esso continuò con un entrain ammirevole la serie delle sue brillanti vittorie,riuscendo di nuovo vincitore nel Gran Premio del Commercio del 1897 con Hira e nel Premio Principe Amedeo del 1896 con Pislenhuit.

Horan aveva 44 anni ed è morto per congestione cerebrale.

Corrispondenza Roma, Santini. Si r ivolga al nostro rap-

presentante sig. Leonelli , Galleria Mar-gherita. — Lodi, Caccialanza. Ricevuta cartolina vaglia per i 2 nuovi abbona-

menti. Grazie. — Imola, Campagnoli I nostri corrispondenti dai piccoli centri sono tutti abbonati. — Roma, Audax Podistico. Ricevuto fotografie. Grazie. Andranno in un prossimo numero. — G. Spada. Troppo tardi. A Roma per sua norma abbiamo un rappresentante, l 'avv. F. Leonelli (Galleria Margherita). — No-vara, Caresana. Mandi pure. Tutti i no-stri lettori possono collaborare. Però il nostro corrispondente costì è il signor Scrivani. — Ariano di Puglia, G. Albani. Inviate quota abbonamento e vi favori-remo. — Modena, Baccarani. Troppo tardi. Già provvisti. Il nostro corrispondente è il sig. Giuseppe Mammi. — Genova, Gioachini. Ci mandi un saggio. — Novara, Audax. Grazie. In un prossimo numero. — Arezzo, Ing. Falerai. Grazie notizie e augurii che contraccambio.

AUDASSO P A O L O gerente responsbile.

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