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www.OrtoPerTutti.it - Coltiva il tuo cibo, Ricicla i tuoi oggetti, Riappropriati del tuo tempo libero -
L’arte di coltivare l’aglio
Riccarda Pisano ________________________________________________________________________________
CopyRight 2014/2015 www.ortopertutti.it 1
L’arte di coltivare l’aglio
la coltivazione amatoriale dell’aglio
10 passi per coltivare l’aglio in maniera intensiva
le malattie dell’aglio:prevenzione e lotta biologica
Modulo 2
Come coltivare l’aglio
In maniera intensiva
Autrice: Riccarda Pisano
Sito web: www.OrtoPerTutti.it
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L’arte di coltivare l’aglio
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Indice
Il semplice piano in 10 passi per coltivare l’aglio in modo intensivo…………..3
Primo passo: la rotazione della coltura……………………………………………………5
Secondo passo: la scelta della varietà da coltivare……………………………………6
Terzo passo l’analisi del terreno……………………………………………………………..7
Quarto passo: la concimazione……………………………………………………………….8
Quinto passo: la semina……………………………………………………………………….10
Sesto passo: densità d’impianto……………………………………………………………12
Settimo passo: attenzione alla semina…………………………………………………. 13
Ottavo passo: il diserbo……………………………………………………………………….14
Nono passo: la raccolta………………………………………………………………………. 15
Decimo passo: la conservazione………………………………………………………….. 17
Conclusioni…………………………………………………………………………………………18
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L’arte di coltivare l’aglio
Riccarda Pisano ________________________________________________________________________________
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Il semplice piano in 10 passi per coltivare
l’aglio in modo intensivo
La coltivazione dell’aglio per trarne un
reddito è differente dalla coltivazione
amatoriale.
Se coltivi l’aglio in modo intensivo devi
avere determinate accortezze per
riuscire ad ottenere un’abbondante
produzione, con teste grosse, di forma
regolare e con un notevole numero di bulbilli.
Teste che per le loro caratteristiche, sia fisiche che di sapore e di
profumo, devono avvicinarsi in modo ottimale alla varietà che hai
scelto in modo da spuntare un prezzo maggiore per la loro alta
qualità.
Ricorda che l’aglio estero, in special modo quello cinese, è un
concorrente agguerrito ed è possibile batterlo e vendere la tua
produzione a un buon prezzo solo puntando ad una qualità molto
elevata.
Tieni presente che l’aglio ha bisogno di un clima temperato quindi
la sua collocazione deve essere in un’area soleggiata perché si
possa ottenere un’alta resa dalla coltivazione.
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L’arte di coltivare l’aglio
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In questo capitolo ti svelo come coltivare l’aglio non in modo
amatoriale, ma intensivo.
Questo esempio si riferisce alla coltivazione di aglio bianco nelle
regioni settentrionali dove l’aglio è frequentemente coltivato in
modo non solo amatoriale ma intensivo in special modo nell’Emilia
Romagna e in Veneto.
Mazzi di aglio messi a seccare in campo
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Primo passo: la rotazione della coltura
L’aglio viene considerato una coltura di rinnovo e quindi non
bisogna coltivare nello stesso appezzamento aglio ogni anno.
In genere si coltiva in successione a una coltura cerealicola e a
colture proteiche.
Le più adatte sono quelle che evitano il diffondersi dei nematodi,
fra i più pericolosi parassiti dell’aglio, come la soia, la barbabietola
da zucchero e tutti i cereali.
La rotazione dovrebbe essere triennale meglio se quadriennale per
evitare che si insidino nel terreno rischiose forme fungine o di
parassiti. Aglio bianco polesano
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L’arte di coltivare l’aglio
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Secondo passo: la scelta della varietà da coltivare
Richiedi “spicchi da seme” di una varietà che
già si coltiva in zona e avrai fatto la scelta
migliore per quanto riguarda la varietà da
coltivare.
Questo perché si è già abituata con successo al
clima e al terreno del posto e quindi si sa già come si comporterà e
i problemi che eventualmente potrebbe avere.
Il primo anno scegli le migliori teste da seme che ti è possibile
acquistare, dal secondo anno in poi conserverai le teste migliori e
procederai a farti da solo la semenza.
Il metodo più economico per acquistare i bulbi da seme è sceglierli
direttamente in campo, quando raccolgono l’aglio, scegliendo le
teste più grosse che contengano dai 10 ai 12 bulbilli.
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Terzo passo: l’analisi del terreno
I suoli migliori dove coltivare questa bulbosa sono terreni sciolti e
sabbiosi, con un buon drenaggio, con una buona fertilità e ricchi di
sostanza organica.
Il terreno deve avere una salinità bassa e un pH medio, quello
ottimale è compreso fra i 6,5 e i 7,5.
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Quarto passo: la concimazione
L’aglio non va seminato in un terreno concimato da poco con
concime organico perché questo lo predispone a malattie.
Prima di iniziare la coltivazione dell’aglio e di concimare è
importante analizzare il terreno per vedere di quali elementi
necessita e quali invece sono già presenti in quantità sufficiente.
Le informazioni che ti darò qui sono indicative adattale a seconda
della composizione del terreno dove vuoi impiantare la coltura.
Concimazione azotata
L’azoto interviene sullo sviluppo dell’apparato fogliare, incide sul
numero degli spicchi per bulbo e sulla quantità degli zuccheri.
Se l’azoto è in eccesso provoca l’abbassamento della sostanza
secca.
La dose standard da apportare per una coltivazione dalle 7 alle 11
t/ha, è pari a 110 kg per ettaro.
Concimazione fosfatica
Gli effetti di tale concimazione sono molto simili a quelli che ti ho
descritto per l’azoto, escludi le conseguenze per quanto riguarda il
numero degli spicchi.
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La quantità da apportare ad una coltivazione di aglio con una
produzione compresa fra le 7 e le 11 t/ha è indicativamente pari a:
- 75kg per ettaro se il terreno ne contiene già normalmente
- 100 kg per ettaro quando invece ne scarseggia
- 50 kg per ettaro quando la dotazione è già elevata
Concimazione potassica
Il potassio incide in modo positivo sul peso dei bulbi e di
conseguenza sulle rese per ettaro.
La quantità, per una produzione fra le 7 e le 11 t/ha, è di:
- 130 kg in caso di terreni che ne possiedono normalmente
- 180 kg quando invece ne scarseggiano
- 70 kg in caso di terreni che ne posseggono in dose elevata
Questa concimazione si mette sul terreno prima di eseguire le
opportune operazioni meccaniche che lo predispongono per la
semina.
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Quinto passo: la semina
Se decidi di coltivare l’aglio bianco,
che è quello più comunemente
coltivato, sappi che la semina
avviene da metà settembre sino al
30 di novembre.
Per quanto riguarda le altre varietà
ti consiglio di leggere quello che ho
scritto su ogni singola varietà e di
appoggiarti ai vari consorzi che la tutelano.
Il dato che ti ho indicato per la semina dell’aglio bianco è riferito al
territorio dell’Emilia Romagna, una delle regioni più adatte per la
coltivazione di questa bulbosa.
Per quanto riguarda l’esatto periodo della semina molto dipende
dalla zona quindi per reperire questo dato ti consiglio di appoggiarti
al consorzio locale che saprà darti le indicazioni più adatte.
Tieni presente che per quanto riguarda la semina diretta in campo,
l’aglio per germinare ha bisogno che la temperatura sia almeno di
5° C.
Nel suo primo periodo vegetativo la pianta usa esclusivamente le
sostanze di riserva contenute nello spicchio.
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Quindi più grande e sviluppato sarà il bulbillo più facile e rapido
sarà il germogliamento, più vigorose le piante e di conseguenza più
grandi e di alta qualità le teste che andrai a raccogliere.
Un’altra spiegazione del motivo per cui è importante usare bulbilli
grandi e ben formati è che i bulbilli racchiudono il patrimonio
genetico e quindi lo ripetono nelle generazioni future.
Un altro particolare da non trascurare per avere un’abbondante
produzione di aglio di ottima qualità è che i bulbilli hanno bisogno di
un periodo di freddo per produrre ottime piante.
Quindi i risultati migliori si ottengono quando si conservano i bulbilli
da seme a una temperatura di 10°C per almeno 30 giorni.
Fai attenzione perché temperature più basse predispongono i bulbi
a una anticipata germinazione e a formare teste malformate.
Inoltre prima si semina, compatibilmente con le condizioni della
zona dove intendi mettere la coltivazione, e con più facilità otterrai
belle teste grosse con numerosi spicchi.
Poco prima della semina “sgrana” le teste manualmente per
ottenere i bulbilli da semina e elimina tutti i bulbilli non
perfettamente sani, che presentano anomalie o che sono sotto
calibrati.
I sementieri accettano come “aglio da seme” solo i bulbi superiori
ai 70 mm e il peso di un bulbillo da seme non deve essere inferiore
a 1 grammo.
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Sesto passo: densità d’impianto
L’aglio può essere seminato sia manualmente che meccanicamente
con seminatrici pneumatiche.
In pieno campo la profondità d’impianto è di 5-6 cm con i bulbi
distanti fra loro sulla fila dai 12 ai 15 cm.
Si consiglia una distanza fra le file di 30-33 cm.
Per seminare un ettaro d’aglio occorrono mediamente dai 7 agli 8
quintali circa di aglio secco.
La resa varia in base a molti fattori, in special modo incide la
varietà, la grossezza degli spicchi e la coltivazione ottimale,
indicativamente si va dagli 80 ai 120 ql. per ettaro.
Le varietà migliori di cui ho fatto esperienza sono il “bianco
piacentino” e il “rosso di Sulmona”.
Il primo ha un’ottima produttività dai 90 ai 120 ql/ha, il secondo
spunta un prezzo che è leggermente superiore ma è difficile
ottenere buoni calibri (teste grosse) con questa varietà.
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Settimo passo: attenzione alla semina
La semina dell’aglio è, con la raccolta, la parte più faticosa e lunga
di tutta la coltivazione.
Per grosse quantità si ricorre a una seminatrice meccanica che
però presenta il difetto di non riuscire a seminare tutti gli spicchi
posizionati correttamente.
L’aglio va piantato in verticale con la parte appuntita in alto così
germina con facilità e si ottengono teste qualitative.
Se invece lo spicchio viene piantato capovolto, quindi la parte
appuntita rimane sotto, le teste crescono con un calibro minore,
spesso malformate quindi scarsamente commerciabili.
La semina a mano sinora si è rivelata l’unica strada per poter avere
un buon raccolto con gli spicchi posizionati a una distanza regolare
e correttamente piantati.
Purtroppo la semina manuale è lenta e laboriosa ecco perché per le
prime volte non conviene seminare più di un ettaro di aglio.
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Ottavo passo: il diserbo
Il controllo delle erbe infestanti assume un ruolo molto importante
nella coltivazione dell’aglio.
Oggi si tende giustamente a ridurre al minimo l’uso di pesticidi a
vantaggio di tecniche alternative.
Una tecnica che è già stata usata con successo è l’uso del calore
per distruggere le malerbe (pirodiserbo).
Il mezzo meccanico che consente di utilizzare questa tecnica è stato
impiegato in coltivazioni biologiche con successo.
A questa macchina possono essere abbinati degli elementi
sarchiatori che migliorano la sofficità e l’arieggiamento del terreno.
Se l’appezzamento coltivato ad aglio non è molto esteso la
soluzione migliore consiste nella sarchiatura fra le file, nel
rincalzarlo in primavera durante il periodo di crescita e nell’uso
della zappa sulle file per stroncare così le malerbe.
Pirodiserbo
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Nono passo: la raccolta
La raccolta deve avvenire in un lasso
breve di tempo e se di aglio ne devi
raccogliere tanto potrebbe essere un
problema.
Il momento della raccolta rappresenta
un altro passaggio delicato di questa
coltivazione.
Tieni presente che la raccolta si esegue a mano, togliendo l’aglio dal
terreno e lasciandolo legato a mazzi di circa 4 kg (30 bulbi) nel
campo al sole per un periodo che può variare dai 5 ai 10 giorni.
Se puoi contare su una famiglia numerosa che ti dia una mano sei
fortunato ma se devi pagare della manodopera gli utili per te si
assottigliano e di parecchio.
La pianta, dal momento che le foglie iniziano a seccarsi, va raccolta
al massimo in 15 giorni (tempo permettendo).
Per effettuare il raccolto di un ettaro di aglio ci vogliono, all’incirca,
almeno 30 giornate lavorative di una persona.
La raccolta, in base alle varietà, avviene da metà giugno sino a
tutto luglio e varia a seconda della commercializzazione.
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Abbiamo gli agli verdi o freschi che non subiscono essiccazione ma
che devono essere commercializzati subito dopo la raccolta, come
prodotto fresco, entro un periodo massimo di 5 giorni.
Se superi questo periodo procedi con l’essiccazione come spiegato
più sopra oppure trasporta in azienda l’aglio legato a mazzi che
devono avere un peso massimo di 5 kg (40 bulbi)
Posiziona l’aglio, ben disteso con i mazzi non vicini gli uni agli altri,
sopra dei bancali di legno al riparo dall’umidità e all’aria per un
periodo di tempo variabile dai 10 ai 30 giorni.
Questo è il modo migliore per essiccare l’aglio.
Innanzitutto perché lo si protegge dalle intemperie che possono
danneggiarlo nel campo e poi perché così facendo l’essiccazione
risulta più lenta e tutte le sostanze di riserva della pianta possono
accumularsi nel bulbo.
Mentre si secca puoi procedere alla selezione dei bulbi e a una
pulizia leggera che consiste nel taglio delle radici e nell’eliminazione
del terreno ancora presente vicino al bulbo.
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Decimo passo: la conservazione
Pulito e selezionato l’aglio, quando è ben secco, si inizia la
successiva lavorazione in trecce che devono pesare circa 2 kg a
prodotto stagionato.
Quindi ogni singola treccia sarà formata da 18 a 20 bulbi dipende
molto dal calibro delle teste.
Finita questa operazione si conserva l’aglio per la stagionatura in
un locale ventilato a temperatura costante, con una luminosità
soffusa ma non al buio perché se non c’è luce i bulbi tendono a
germogliare.
Vantaggi: l’aglio così lavorato spunta un buon prezzo.
Svantaggi: se alla raccolta il terreno si presentava umido la pulizia
delle teste e l’eliminazione del terriccio risulta parecchio laboriosa.
Inoltre ci potrebbe essere molto scarto per la pulizia.
Se i bulbi non hanno avuto un buon sviluppo fogliare
l’intrecciamento risulta difficoltoso.
Non ultimo l’aglio necessita di un ambiente grande, asciutto,
ventilato con una temperatura fresca e costante per poter
stagionare correttamente.
Per questa operazione serve tempo, abilità, (per fare rapidamente
una bella treccia ci vuole pratica e perizia) e mano d’opera.
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Conclusioni
Non me la sento di affermare che una
coltivazione come quella intensiva dell’aglio sia
altamente remunerativa.
Dipende molto dal terreno, dalla varietà che
pianti, perché certe varietà spuntano prezzi
migliori di altre, e da quanto sei disposto a
lavorarci.
Inoltre non è una coltivazione, a livello intensivo, che si possa
improvvisare perché occorre prima stabilire lo stato del terreno, se
è troppo umido o carente di sostanze nutritive il raccolto non sarà
abbondante.
Inoltre con questa coltura occorre organizzare la consociazione per
evitare quelle malattie dell’aglio che si ripresentano anno dopo
anno svernando nel terreno.
Per alcune di loro non è possibile far altro che non piantare, per un
certo numero di anni, aglio in quell’appezzamento.
Inoltre c’è la concorrenza di altri stati come la Cina che hanno aglio
di qualità inferiore ma di prezzo molto più basso.
Non ultima cosa da tenere in considerazione è il lavoro che l’aglio
richiede soprattutto per la semina e per la sua raccolta.
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Questi fatti che qui ti ho esposto vanno attentamente considerati
prima di impiantare una coltivazione intensiva di aglio.
Tuttavia se la tua zona è adatta a questo tipo di coltura e vi si
coltiva una varietà di aglio di alta qualità allora vale la pena di
prendere in considerazione la possibilità di piantarlo.
L’Italia importa questo prodotto quindi con un po’ di fortuna e
perizia potresti spuntare un buon prezzo per l’aglio prodotto da te.
In ogni caso ti consiglio prima di piantare di informarti in zona per i
prezzi di vendita del prodotto e di trovare, possibilmente, chi può
ritirare la tua produzione.
Ricorda che l’aglio può essere venduto nel campo o già
confezionato.
Certo quest’ultimo viene venduto ad un prezzo notevolmente
maggiore ma occorre avere un locale fresco e asciutto dove
albergarlo e naturalmente necessita di un’ulteriore lavorazione.
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