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MARIANA KALACHEVA Mariana Kalacheva è una giovane pit- trice bulgara (Plovdiv, 9/6/1977) www.kalacheva.com; eclettica e polie- drica. Ricca di talento e con una forte inventiva che le permette di affrontare temi reali con toni burleschi, ironici, Mariana sa trasformare scene assoluta- mente normali in un gioco per cui l’osservatore non può fare a meno di sorridere Il dipinto Daisies (Fig. 1) del 2009, ri- porta due grandi margherite su cui poggiano due ragazze che, curiosa- mente vestite con i colori delle api, stanno giocando a farsi dondolare dagli steli flessibili: sembra che le stesse ragazze siano due api in pro- cinto di ripartire dopo aver fatto “bot- tino” di nettare. La stessa artista dice; “In realtà, non avevo un motivo pre- ciso per dipingere queste due ragazze come api, ma solo due motivi gene- rici. Il primo è il mio interesse per le relazioni tra l'uomo e la donna che io elaboro con particolari protagonisti; il secondo è che mi piace tutto ciò che riguarda le api”. MARIO LEGA Questo dipinto, La sciamatura (Fig. 2), anch’esso tratto dal testo pre- cedentemente citato (A scuola dall’ape di Renzo Barbattini e Giuseppe Bergamini L’uomo e l’ape L’ape nell’arte naïf (2 a parte) Il viaggio “l’ape nell’arte” continua con “l’ape nell’arte naïf”. Il fenomeno naïf è vastissimo e non ha confini nel mondo, per cui non si può parlare di “stile” (come la pittura figurativa, informale, astratta, surreale, ecc.), ma è più corretto riferirsi a una sorta di “esigenza spontanea” in chi si mette a dipingere: ciò che l’artista naïf fa, lo fa per la propria soddisfazione nell’aver creato qualcosa, non certo per aver prodotto un’opera da far vedere agli altri. Questo è il vero senso del pittore naïf, è una sensazione emotiva che scaturisce spontaneamente più che da un’ispirazione ragionata. Oggi la pittura naïf rappresenta un settore, cosiddetto ”di nicchia”, dell’arte, che non è vincolato al mercato ufficiale dell’arte in genere 5/2012 37 Apitalia Fig. 1 Fig. 2

L'ape nell'arte Naif 2

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Page 1: L'ape nell'arte Naif 2

MARIANA KALACHEVAMariana Kalacheva è una giovane pit-trice bulgara (Plovdiv, 9/6/1977)www.kalacheva.com; eclettica e polie-drica. Ricca di talento e con una forteinventiva che le permette di affrontaretemi reali con toni burleschi, ironici,Mariana sa trasformare scene assoluta-mente normali in un gioco per cuil’osservatore non può fare a meno disorridere

Il dipinto Daisies (Fig. 1) del 2009, ri-porta due grandi margherite su cuipoggiano due ragazze che, curiosa-mente vestite con i colori delle api,stanno giocando a farsi dondolaredagli steli flessibili: sembra che lestesse ragazze siano due api in pro-cinto di ripartire dopo aver fatto “bot-tino” di nettare. La stessa artista dice;“In realtà, non avevo un motivo pre-ciso per dipingere queste due ragazze

come api, ma solo due motivi gene-rici. Il primo è il mio interesse per lerelazioni tra l'uomo e la donna che ioelaboro con particolari protagonisti; ilsecondo è che mi piace tutto ciò cheriguarda le api”.

MARIO LEGAQuesto dipinto, La sciamatura(Fig. 2), anch’esso tratto dal testo pre-cedentemente citato (A scuola dall’ape

di Renzo Barbattini

e Giuseppe Bergamini

L’uomo e l’ape

L’ape nell’arte naïf (2aparte)

Il viaggio “l’ape nell’arte” continua con “l’ape nell’arte naïf”. Il fenomeno naïf è vastissimo e non ha confini nel mondo, per cui non si può parlare di “stile”(come la pittura figurativa, informale, astratta, surreale, ecc.), ma è più corretto riferirsi a unasorta di “esigenza spontanea” in chi si mette a dipingere: ciò che l’artista naïf fa, lo fa per lapropria soddisfazione nell’aver creato qualcosa, non certo per aver prodotto un’opera da farvedere agli altri. Questo è il vero senso del pittore naïf, è una sensazione emotiva chescaturisce spontaneamente più che da un’ispirazione ragionata.Oggi la pittura naïf rappresenta un settore, cosiddetto ”di nicchia”, dell’arte, che non è vincolatoal mercato ufficiale dell’arte in genere

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Fig. 1 Fig. 2

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TITOLO AUTORE EDITORE PREZZO

• Api e miele - Dall’alveare alla cucina Giovanni Bosca Edizioni L’Arciere 16,00• Apicoltura da manuale Gianfrancesco Minetto Mulino Don Chisciotte/Zelig 10,00• Apicoltura tecnica e pratica - NOVITÀ - A. Pistoia Edizioni L’informatore agrario 26,00• Apipuntura Federico Grosso TIP.LE.CO. 15,50• Apiterapia Bodog Beck Nuova IPSA Editore 10,50• Calendario delle semine 2012 Maria e Matthias K. Thun Editrice Antroposofica 11,00• Cenni introduttivi

per la selezione sull’ape ligustica C. Benassi, M. Leporati, Ist. Naz. di Apicoltura 3,50M. Valli, M.A. Vecchi, M. Lodesani

• Come usare la propoli Anastasia Zanoncelli Edizioni Del Baldo 3,00• Cosa fanno le api tutto il giorno nell’alveare? Eleonora de Sabata De Agostini 11,50• Cucina e salute col miele varesino D. Cozzi, R. Prando, Macchione Editore 15,00

L. Colombo• Curarsi con tutti i prodotti delle api T. Cherbuliez, R. Domerego Edizioni Red! 13,50• Disciplina fiscale dell’apicoltura Giuseppe Imbrogno Melitense editore 6,00• Diventare apicoltore Alfonso Crivelli Edizioni Arterigere 12,00• Dolci e liquori al miele. Ricettario Anastasia Zanoncelli Edizioni Del Baldo 3,00• I mieli uniflorali incontrano Claudio Modesti Gruppo Editoriale Geronimo 15,00

i formaggi tradizionali italiani• Il miele - 90 ricette dolci e salate Bibliotheca Culinaria 24,00• Il ronzio delle api Jürgen Tautz Springer 29,00• Impollinazione entomofila Giancarlo Ricciardelli D’Albore Melitense Editore 16,00• In cucina con il miele. Ricette agrodolci Anastasia Zanoncelli Edizioni Del Baldo 3,00• L’analisi sensoriale dei mieli M. Gonnet, G. Vache F.A.I. 10,00• L’idromele Roger A. Morse F.A.I. 10,00• La produzione del miele in favo Roger A. Morse F.A.I. 12,00• La regina delle api Fratelli Grimm Edilibri 8,50• La vita sociale delle api Mario Spinetti F.A.I. 10,00• Le api Alberto Contessi Edagricole 39,50• Le api G.A. Herrera, M.A. Gallo, F.A.I. 32,00

V. Tanara, P.A. Matthioli• Le api Rudolf Steiner Editrice Antroposofica 14,00• Le api per l’impollinazione Danilo Frediani F.A.I. 10,00• Manuale pratico del produttore di pappa reale Alain Caillas F.A.I. 10,00• Osservando la porticina di volo dell’arnia H. Storch Ediz. Europee di Apicoltura 12,00• Strategie di sopravvivenza delle colonie di api Hans Wille F.A.I. 10,00• Tecniche di controllo degli alveari Michele Campero F.A.I. 5,00 (3,50 per gli abbonati)• Terapia del miele Anastasia Zanoncelli Edizioni Del Baldo 3,00

LIBRI PER BAMBINI• L’Ape Maia e le sue avventurose storie De Agostini 8,90• Contacolori con l’Ape Maia De Agostini 5,50

DVD• I segreti del miele - dal fiore al vasetto, la storia del miele Italiano Melitense editore 18,00

VHS• Accertamento qualitativo del miele F.A.I. 18,00• Non solo miele - apicoltura tra ecologia ed economia F.A.I. 18,00• Varroa destructor - tre tecniche naturali per il controllo del parassita Melitense editore 15,00

Titolo Quantità Prezzo Unitario

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TOTALE .................................

cognome ......................................................................................................... nome ...................................................................................................................indirizzo .............................................................................................................................................................................................................................................cap......................................... località.............................................................................................................................................. prov.............................tel................................................................. fax............................................................. email .............................................................................................codice fiscale/partita IVA .....................................................................................................

Al costo totale dell’ordine sarà aggiunto l’importo del prezzo di spedizione calcolato in base alle tariffe postali vigenti.Il coupon deve essere inviato a: Melitense editore srl, - Via Alfredo Fusco 85 - 00136 Roma - Fax 06.35346727 - Email [email protected] articolo 13 dlgs 30/06/2003 n. 196. I dati personali da lei forniti saranno opportunatamente trattati da Melitense Editore srl, con sede in Roma, via Alfredo Fusco 83/85, sia manualmente che ricorrendo a mezzi informaticiper gestire il rapporto di abbonamento. Sua facoltà sarà di rivolgersi ai sottoscritti per far valere i diritti contemplati dall’articolo 7 dlgs 30/06/2003 n. 196: Titolare del trattamento, Responsabile del trattamento, Legale rappresentante.

• Melitense Editore - Fax 06.35346727 - www.melitense.it • Email [email protected]

• La Biblioteca dell’Apicoltore •• La Biblioteca dell’Apicoltore •

CF o P.IVA sono dati indispensabili per la corretta evasione dell’ordine

Page 3: L'ape nell'arte Naif 2

di M. Palo) è stato realizzato per unvecchio catalogo LEGA (Costruzioniapistiche). Si tratta di una miniaturariprodotta, all’inizio degli anni ‘80 delsecolo scorso, sul frontespizio del ca-talogo stesso.Il soggetto iniziale è stato ripreso dauna cartolina di auguri natalizi, diforma orizzontale cui l’artista ha ag-giunto il prato in primo piano, gli al-veari e la famiglia contadina cheassiste alla sciamatura. Com’è noto, lamoltiplicazione della colonia d’api av-viene attraverso il fenomeno dellasciamatura. La magica atmosfera creata dall’artistatrasforma il momento della sciama-tura, cui assistono stupiti i personaggiin primo piano, in un evento affasci-nante e “misterioso” allo stesso tempo.Di questo dipinto, infatti, colpiscel’armonia del colore caldo che rende lascena luminosa anche se lo sfondo èun paesaggio invernale! Questa collo-cazione temporale dell’avvenimento,però, non è corretta: è, infatti, nellastagione primaverile (ma per varie ra-gioni può accadere anche durante ilperiodo estivo) che una parte della co-lonia, con la vecchia regina, si allon-tani per dare origine ad una nuovacolonia. La sciamatura quindi, è un fe-nomeno legato all’istinto di conserva-zione e di propagazione della specie.Le linee delle arnie richiamano e pro-seguono quelle della casa come a indi-care che api e persone convivono inuna stessa famiglia tanto che la scia-matura è seguita da tutti i componenticome un evento molto importante!

ANDREY LIPATOVAndrey Lipatov è nato nel 1960 a Ko-lomna (Russia) in una famiglia di mili-tari, e dal 1966 ha vissuto a Kirovograd(Ukraina) dove è deceduto nel gennaio2010 (www.andreylipatov.com.ua).Ingegnere, ha lavorato come progettistain un’industria di pompe idrauliche.Autodidatta, dal 1993 si è dedicatocompletamente e per professione allapittura. Fin dal 1998 è stato membrodell’Associazione Ukraina degli Artistidi Art-Folk. Le sue opere sono stateesposte in molti paesi europei e del sudAmerica.Egli è stato un abile pittore naif che si èmisurato, a volte, con soggetti d’estremaessenzialità grafica. N’è esempio Saladedel 2008 (Fig. 3), una natura morta,ma non troppo, per la presenza diun’ape che sembra dubbiosa dove an-dare a posarsi. Ne scaturisce un sim-bolismo dove gli elementi sono statiposti in equilibrio non casuale e ilgioco dei colori nella loro apparenteelementarità dona all’immagine unarassicurante sensazione di staticità.

SYLVIE MARCELQuesta pittrice è nata a Marsiglia nel1960 e opera a Cuges-les-Pins, localitàsituata nel dipartimento delle Bocchedel Rodano della regione della Pro-venza-Alpi-Costa Azzurra (Francia)(www.sylviemarcel.com).Nel 2000 ha realizzato, per il padreapicoltore, il poetico dipinto Miel delavande (Fig. 4) nel quale riporta l’at-mosfera della sua magnifica terra, coni suoi affascinanti colori e le sue pre-

giate essenze. Lei stessa scrive: “In pri-mavera, dopo aver “smelato” (o “smie-lato”) per raccogliere miele dirosmarino, ottenuto dalle fioriturenelle nostre colline, si faceva “nomadi-smo” trasportando gli alveari in loca-lità alpine dell’Alta Provenza,soprattutto verso campi di lavandadella Valensole. Il paesaggio rappresen-tato nella tela non è del tutto veritiero,ma in realtà è un “mix” di ricordi edimmaginazione. Però le arnie di miopadre erano proprio come quelle raffi-gurate, con una grossa pietra sul tettocontro le forti folate di vento. Io aiu-tavo mio padre tenendo l’affumica-tore“. Il pittore Zoppi, grande amicodi Syilvie così dice: “L’opera di SylvieMarcel, la si potrebbe racchiudere in-teramente in un flacone di buon e pre-giato profumo. Lei, nata nellasplendida terra di Provenza ne ha as-sorbito tutta la sua essenza, tutti i suoicolori, tutta la sua dolcezza e tutto ilsuo candore. I villaggi, i personaggi delluogo, le piante, la lavanda sono glielementi fondamentali per la sua pit-tura; questi elementi sono applicatisulla tela con grande sapienza e minu-ziosità dei particolari. Quando si osserva un’opera di Sylviesembra di sentire gli aromi e i profumidella sua terra, e nello stesso tempo siavverte un delicato procedere dellavita scandita dalla famiglia, dal lavoroe dai momenti di gioia. Nello speci-fico del dipinto Le miel de lavande, siracchiude il senso “da certosino” dellacura della lavanda, ma nel contempole arnie, tutte in fila lungo il muro,

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Fig. 3 Fig. 4

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rappresentano parte integrante dellavita degli apicoltori e delle api, che daun fiore profumato ottengono ilmiele, altrettanto profumato, di la-vanda”.

AMPARO MUÑOZQuesta pittrice spagnola (Valencia,6/5/1975) ha realizzato nel 2009 il di-pinto riportato in Fig. 5. Questa piccola opera s’intitola Apicul-tura naïf e per la sua elaborazioneAmparo Muñoz è ricorsa quasi esclu-sivamente alla sua immaginazione, in-troducendo alcuni elementi reali qualile arnie e le tute, con tanto di ma-schera, degli apicoltori (in uso in tanteparti del mondo, dove si attua un’api-coltura razionale). L’opera fa principalmente riferimentoal miele (potrebbe essere di rosmarino,di eucalipto, di lavanda, di zagara,etc.) e, infatti, la sua dolcezza si ritrovain tutto l’insieme della composizione.Questo dipinto è tutto una dolcezza! La tecnica è molto primitiva e ciòcontribuisce a renderlo ancora più“dolce”. Le arnie sembrano pasticcini,le piante zucchero filato. Tutto è a strati, tutti gli elementi deldipinto sono “farciti”. Anche il solesembra una ciambella. I due apicoltorisembrano personaggi sbarcati da un

altro pianeta in-tenti all’assaggiodi quest’assorti-mento di leccor-nie!Indubbiamentela pittura dellapittrice presentaun tratto estre-mamente sem-plice e ingenuo. Il dipinto è sicu-ramente sponta-neo dal punto divista pittorico, matratta un temareale che laMuñoz ha sicura-mente visto nellarealtà e riportatosulla tela.E’ gradevole lafreschezza del dipinto, il suo candore ela sua spontaneità. Gli alberi, inventati e con colori nonnaturali, denotano una certa fantasiadell’artista; gli apicoltori, uno “rosso” el’altro “rosa” sono stati rielaborati dallamente della pittrice che ha ritenutodonare loro quei colori. Le api - con solo quattro zampe sic! -sono abbastanza grandi, tanto da sem-brare dei piccoli pupazzetti in volo; il

sole e le nuvole sono dipinte in modomolto infantile: il tutto ha, quindi, unalone di genuinità. Genuinità che ca-ratterizza il modo di dipingere di Am-paro Munoz. Questa pittrice non ha un sito webpersonale ma è ospitata dai seguentiportali d’arte: www.artenaïf.com, www.articite.fr www.artecomunicarte.com.

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L’uomo e l’ape

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Fig. 5

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LIDIA PAPICNotizie approfondite su questa pittriceargentina (nata a Buenos Aires, Argen-tina nel 1951) si possono ritrovare inwww.calidonaïf.com.ar; della sua riccaproduzione pittorica si riporta il di-pinto del 2009 dal titolo La abejareina en su trono (Fig. 6).Lidia Papic ha inquadrato tutto iltema in esagoni, così come sono le cel-lette dei favi, nei quali ha inserito leapi collocando al centro l’ape reginaseduta sul trono. Si può affermare cheil pensiero dell’artista nel concepire ildipinto fosse ben preciso; si notano,infatti, api bottinatrici al lavoro e altreinattive, come un voler umanizzare ilconcetto globale di “ape”. Le bottina-trici sono al lavoro su fiori di pianteerbacce tipiche dei giardini e dei prati,quali la margherita (Leucanthemumvulgare), la lavanda (Lavandula angu-stifolia), la rosa selvatica (Rosa spp.,

specie visitate soprattutto per il pol-line) e la digitale (Digitalis lanata e D.grandiflora).E’ doverosa una precisazione ento-mologica. Le api bottinatrici sonorappresentate come dotate di cestino“al braccio”; la stessa Lidia Papic cosìscrive: “Todas las flores que pintépueden sacar para fabricar la miel”.Con ogni probabilità anche lei è in-corsa nell’errore che le api bottina-trici raccolgono il nettare dei fiorivisitati utilizzando una struttura delcorpo esterna allo stesso.La cosiddetta “via del miele” (dalnettare del fiore al semimiele deposi-tato nelle cellette apposite dei favi) è,invece, del tutto interna al corpodelle api. Esse, infatti, suggono conl’apparato boccale il nettare, materiaprima per produrre il miele. Grazie ad osservazioni al microscopiosi è notato che la superficie esterna

delle tibie poste-riori è legger-mente concava,liscia e circon-data da una fran-gia di lunghesetole ricurve. Queste aree, de-nominate cestellesono utilizzate peraccumulare pol-line: d’altra partequesto nome puòtrarre facimentein inganno!

Richiama, infatti, cavità a mo’ di saccoo il cestino.

ALEJANDRO PINZONNato a Charalá (Dipartimento di San-tander, Colombia) il 26/2/1971 e ope-rante a Bogotá (alejandropinzon1.blogspot.com), appartiene alla schiera deimoltissimi artisti naif dell’America la-tina. Alcune caratteristiche sono co-muni nei lavori di questi artisti, qualil’ambientazione del quadro che proiettail fruitore dell’opera nella ricca naturadi quel continente, con un’estrema va-rietà di colori e specie vegetali. La ripe-titività di questi dettagli prendeprepotentemente possesso dei quadri erelega spesso l’uomo a figura di secondopiano. E’ quindi la natura a “farla dapadrone” e l’uomo sembra trovare inessa il suo piccolo spazio vitale…Alejandro Pinzon nei suoi dipinti ri-chiama, oltre che la flora e la fauna delsuo Paese anche la ricchezza del po-polo colombiano quanto a tradizionie colture. Le sue opere sono notevoliper la gamma di colori presente: la ta-volozza, infatti, non manca dei coloriforti e decisi. Le case basse dei villaggicolombiani ben s’intonano ai coloridel luogo; è da rimarcare la bellezzadei tetti di queste case, le cui tegolehanno colori diversi l’uno dall’altro,quasi a intonarsi ai colori delle piantevicine. Alejandro Pinzon conserva la sempli-cità del suo popolo; nel 2010 ha realiz-zato Abejas (Api) (Fig. 7).

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Fig. 7Fig. 6

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In questo lavoro è rappresentata unascena popolare; tutto il dipinto è cir-condato da fiori con alcune api botti-natrici, simbolo del lavoro dellapopolazione rura le colombiana. Le api sono ben riprodotte, impe-gnate nel loro lavoro, e conferisconoal dipinto un “sapore” unico; probabil-mente l’artista ha dipinto, oltre che leapi, anche la cornice sulla stessa tela.

ALESSANDRA PLACUCCIAlessandra Placucci, pittrice e illustra-trice, è nata il 18 giugno 1958 a Ce-sena, città ove vive e lavora. E’ “nata”come illustratrice, specie per tematichelegate all’infanzia e si è scoperta “pit-trice naïf ” di recente: solo da pochianni, infatti, frequenta la “grande fami-glia naïf ”, esponendo i suoi lavori amostre nazionali e internazionali. Informazioni in proposito si possonotrovare nel sito www.aplacucci.it.Le sue opere sono caratterizzate dallacostante presenza di piccoli personaggi.

Nei suoi lavoriAlessandra rap-presenta la gioia ela spensieratezzadell’infanzia: hauno stile gioioso esolare che in-fonde ottimismoe le sue opere sidistinguono perla loro freschezzae innocenza. Ilm e r a v i g l i o s otempo della fan-ciullezza e dellaspensieratezza èsempre presentenei suoi dipinti,osservando i qualinoi tutti ritor-niamo un pocoragazzi, in quelbel tempo serenoe senza pensieri…I suoi personaggi,sempre sorri-denti, sprigio-nano tutta la loro

felicità e il loro ardore nel fare anche lecose più semplici. Ci sono personaggiche possono volare trainati da unombrello, altri che si dondolano sulramo di un albero, ma tutti hanno incomune la loro contentezza. I bambini delle tele rappresentanol’umanità, noiuomini. Ognuno di noiha dentro di sé -come scriveva ilPascoli - il fan-ciulletto che amagiocare e credenella fantasia. Con un pizzico difantasia, tutto èpossibile, anchevolare con gliombrelli. Tutti gliadulti, spesso serie inquadrati, ra-zionali e compas-sati, dovrebbero

ricordare di essere stati bambini e,ogni tanto, fare affiorare il loromondo di fiabe e d’incanto ove tuttoè possibile.In Bambini di miele (Fig. 8) sono rap-presentati due gioiosi bambini intentia giocare agli apicoltori; una scenettache dona serenità: colori luminosi,una giornata di sole, bambini felici! Simbolicamente ha immaginato l’al-veare come una piccola fabbrica dovesi lavora e si produce, e simpaticamentee artisticamente ha inserito un piccolocamino che non deve mai mancare inuna fabbrica che si rispetti! Un’annotazione di tecnica apistica: ilbambino a destra dell’alveare è intentoa disopercolare un favo. Come gli apicoltori sanno, quest’ope-razione consiste nel togliere, con unapposito strumento, lo strato costi-tuito dagli opercoli di cera che chiu-dono le cellette contenenti il miele. Ilfavo disopercolato può essere inseritonello smelatore, strumento che graziealla forza centrifuga permette la fuo-riuscita del miele dalle cellette privatedell’opercolo. Chiaramente la disoper-colatura dei favi comporta anche unacerta fuoriuscita di miele dalle cellettecreandosi, quindi, una forte attrazionedelle numerose api bottinatrici. E’ perquesto che tale operazione va fatta alchiuso, non all’aperto, per evitare chele api siano richiamate.

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L’uomo e l’ape

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Fig. 9

Fig. 8

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GRAZIOLINA ROTUNNO CAMPORIQuesta pittrice naïf, nata a Modenail 31/1/1932, è stata invitata allaXXXVI edizione del Premio “CesareZavattini”1, presso le sale del MuseoNazionale delle Arti Naïves (Luzzara -Reggio Emilia - maggio 2004).Nel 1988 realizzò Il cesto della Maria(Fig. 9 a pag. 44), cioè un cestoriempito da Maria con i prodotti di-sponibili in autunno, castagne eacini d’uva. Gli Imenotteri apocriti (api ovespe?) sono sugli acini perché atti-rati dal succo zuccherino che fuorie-sce2; sotto le castagne e l’uva sinotano foglie di castagno, e sullosfondo tanti filari con uva maturapronta da vendemmiare. Tutto il di-pinto è caratterizzato dai toni calditipici dell’autunno con predomi-nanza di un bellissimo giallo-oro chesembra antico.

Al 1991 risale il dipinto Fiori di car-ciofo (Fig. 10) 3: su uno di essi è po-sata un’ape bottinatrice. Lo stessotema è stato ripreso, nel 1997 per unpiatto di ceramica, facente parte diuna serie artistica realizzata dallaBanca Popolare dell’Emilia Romagna(Fig. 11). L’immagine occupa il cen-tro del piatto mentre sul bordo vi èuna serie di api operaie che sembranoquasi soldatini ordinati in attesa di uncomando per avviarsi alla raccolta dinettare dai fiori di carciofo.

BRUNO ROVESTIL’opera Paradiso terrestre (Fig. 12 apag. 46) di Bruno Rovesti, il naïfdenominato “pittore contadino” perle origini povere e rurali, è presentepresso il Museo Nazionale delle ArtiNaïves “Cesare Zavattini” di Luz-zara (RE). Bruno Rovesti è nato a Gualtieri (RE)nel 1907, ha vissuto tutta la sua vita a

Gualtieri dove è morto nel 1987(www.brunorovesti.com). E’ stato un pittore interessante edestremamente istintivo. Il pittore naïfsi caratterizza per la sua “non evolu-zione” pittorica, tutt’al più si assiste auna sorta di maturazione manuale, equindi si può affermare che Rovesti hadipinto il primo quadro nello stessomodo con cui ha dipinto l’ultimo.Contadino di una volta, quando la fa-tica manuale era alla base del viverequotidiano, egli aveva una non indif-ferente dignità e un’autostima dauomo “duro”. Grande sostenitore dellapolitica della destra, la sua personalitàera comunque sensibile, fragile e insta-bile. Era un pittore naïf tipico dei suoitempi; fu fra i pochi (fra cui lo stessoAntonio Ligabue) veri, sinceri, colo-riti, stravaganti e genuini pittori che labassa reggiana, sulle rive del Po, abbiaprodotto dagli anni ‘60 agli anni ‘80del secolo scorso.

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NOTE1 Cesare Zavattini (Luzzara, 20/9/1902 - Roma, 13/10/1989), personalità eclettica e celebre (scrittore e giornalista, sceneggiatore cinematografico - collaboratore

di De Sica e Visconti - e pittore, istituì questo premio dedicandolo all’arte di quei pittori che si esprimono con figurazioni estranee agli stili, rispondendo anecessità interiori, attraverso un processo spontaneo come in un “racconto per immagini”, denso di colori sgargianti e di rimandi all’idillio naturalistico.

2 Grazie al MES (microscopio elettronico a scansione) si è vistoco certezza che le mandibole dell'ape hanno il margine arrotondato non tagliente: non possono, perciò, ferire gli acini dell’uva. Le mandibole delle vespe, invece, hanno il margine seghettato e quindi sono in grado di fare lesioni all’epidermide degli acini:perciò l’accusa alle api che esse siano responsabili di ferite agli acini (ma anche all’altra frutta) è infondata e ingiusta. Se si vedono api sui grappoli, esse sonolì a suggere il succo zuccherino che fuoriesce dagli acini lesionati in precedenza dalle vespe (o dalla grandine). Quindi l’apparato boccale (di tipo lambentesucchiante) serve alle api per suggere, i liquidi (ad es. il nettare dei fiori), per fare “trofallassi” (scambio di cibo e di feromoni di “bocca in bocca”) e per la-vorare, con le mandibole, la cera.

3 Cynara cardunculus cardunculus (Compositae) è un’ottima nettarifera e i suoi fiori sono molto appetiti dalle api; tuttavia la sua importanza apistica è molto limitata dalla distribuzione circoscritta e dal taglio precoce anche se produzione esclusiva della laguna di Venezia è il Miele di Fiori di Carciofo Violetto diSant’Erasmo, l’isola più grande della Laguna veneta. E’ caratterizzato da un profumo intenso e un sapore unico, con lievi sfumature amarognole che ricordanoquasi il salmastro della laguna. Il miele è monofloreale, molto pregiato e raro per la particolarità del sapore e la ridotta quantità di produzione.

Fig. 10 Fig. 11

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La sua personalità era caratterizzata dauna completa mancanza di cultura,ma bilanciata da una furbizia e daun’astuzia istintiva, primordiale edegoistica. Per quanto riguarda la pittura, i colorisono assolutamente spontanei, cosìcome escono dal tubetto e sono misce-lati marginalmente, ma quello che ca-ratterizza l’artista è la suaimmaginazione... Ha dipinto Veneziasenza esserci mai stato, dipinge paesi ecittà ideali, paradisi e semplici bosca-glie. Il cielo è sempre scuro, ha dipintoanche numerose alluvioni e distruzioninucleari, quasi ad esorcizzare le suefobie per ciò che lo ossessionava (avevacostantemente paura dello straripa-mento del Po e di una imminenteguerra nucleare).Dipingeva per se stesso, non per glialtri e si firmava: BRUNO ROVESTI PIT-TORE CONTADINO CE, dove CE stavaper celebre…: quasi compiacendosi diessere importante anche se in queglianni quasi nessuno lo conosceva; soloin seguito, infatti, Roversi ebbe un di-screto successo. Un dipinto significa-tivo è Paradiso terrestre dove tra lediverse specie vegetali in fiore si notauna decina di alveari. La scelta del ti-tolo è emblematica per capire a fondo

la personalità dell’artista: il paradiso,per lui, poteva essere semplicementeun vaso di buon miele. In definitivaper il suo periodo storico, Bruno Ro-vesti può essere considerare un naïfperfetto.

Renzo Barbattini*e Giuseppe Bergamini**

*Dipartimento di Scienze agrariee ambentali, Università di Udine

**Museo Diocesano e Gallerie del Tiepolo

Udine

Fig. 12

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L’uomo el’ape

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