16
#21 Intervista a Bersani EDIZIONE POLITECNICO dicembre 2006 Viaggio ad Amsterdam Università di Monaco Professioni: l’Ingegnere e l’Architetto LANTERNA PERIODICO UNIVERSITARIO DEI GRUPPI STUDENTESCHI DI SINISTRA /politecnico/cattolica/bicocca/bocconi/statale

Lanterna 21

Embed Size (px)

DESCRIPTION

Il numero 21 del Lanterna, il giornalino universitario de La Terna Sinistrorsa

Citation preview

Page 1: Lanterna 21

#21

Intervista a Bersani

EDIZIONE POLITECNICO

dicembre 2006

Viaggio adAmsterdam

Università di MonacoProfessioni: l’Ingegnere e l’Architetto

LANTERNAPERIODICO UNIVERSITARIO DEI GRUPPI STUDENTESCHI DI SINISTRA /politecnico/cattolica/bicocca/bocconi/statale

ALAL

Page 2: Lanterna 21

EDITORIALE

2

Cos’è il Lanterna? Cosa sono queste pagine che scorrono tra le vostre mani? Non me lo sono chiesto la prima volta che l’ho letto, appena sbarcato in un’università nuova, una

città nuova, una vita nuova. Sono passati 5 anni da allora ed oggi ho la fortuna di poter contribuire alla sua esistenza, ma nonostante questo solo adesso mi pongo queste domande.Lanterna non è solo un giornalino, non è solo un insie-me di articoli ed una grafica. E’ molto di più. E’ l’oppor-tunità, offerta dal Politecnico (che finanzia interamen-te il progetto), di esprimere le nostre idee e soprattutto di divulgarle presso il popolo studentesco che potrà decidere, grazie alla sua maturità intellettuale, se cor-rispondano o meno al suo modo di pensare. Il Lanter-na tangibile è dunque completamente dipendente dal-l’Università, mentre l’altro Lanterna, quello costituito dalle idee e dai concetti, dipende esclusivamente da noi, dalle firme in calce agli articoli, dalla redazione, dalla Terna Sinistrorsa. Finanziatore e autore sono due figure com-pletamente indipenden-ti, recita il fondamento della libertà di stampa.Noi siamo consci di ciò, siamo orgogliosi che il Politecnico abbia deci-so di concederci questa opportunità, assai rara nel panorama univer-sitario Italiano. Siamo consapevoli della re-sponsabilità che ci as-sumiamo ogni volta che ci accingiamo a scrive-re, pubblicare e distri-buire le nostre idee.Ma il concetto di Lan-terna non si ferma qui. Lanterna è anche accet-

Lanterna come opportunità di comunicazione. Considerazioni da redattore.

di Daniele Ellero

LANTERNA #21 - POLITECNICO

Appunti su Lanternatare critiche, sia positive che, soprattutto, negative, proporre confronti e accendere dibattiti: confronto e dibattito, sinonimi di democrazia.I contenuti sono comunque molto diversificati, e ac-canto ad articoli di attualità o commento trova molto spazio l’informazione più “pratica” agli studenti, della quale si cerca sempre di dare però una comunicazione più completa, arricchita da commenti e osservazioni personali. Anche negli articoli non propriamente tecni-ci, si può comunque ritrovare un filo conduttore dato dall’esperienza universitaria, che non li estranea dal contesto generale di un periodico studentesco.Ogni volta che si va in stampa, sempre incrociamo le dita affinché Lanterna sia gradito dagli studenti; per ora è sempre stato così. Vedere i ragazzi che lo sfo-gliano in università, che ci vengono a chiedere infor-mazioni o che ci propongono commenti è la miglior soddisfazione per il lavoro. Loro hanno capito cosa è Lanterna.

“Cos’è il Lanterna? Cosa sono queste pagine che scorrono tra le vostre mani?“

Page 3: Lanterna 21

ESTERI

3

All’interno dell’oceano di regolamenti che governano il Politecnico ve ne è uno molto interessante: non tutti infatti sanno che l’ate-neo mette a disposizione per ogni studente

130€ da spendere nell’intero corso di studi per viaggi d’istruzione.Questo anno, tra le varie iniziative organizzate dai gruppi studenteschi, 52 studenti del Poli hanno avu-to l’opportunità di andare ad Amsterdam; il viaggio, a cui ho preso parte anche io, ha avuto inizio il 28 settembre, giorno della partenza in pullman. Già a Milano abbiamo fatto le prime amicizie, aiutati anche dall’espansiva accoglienza offertaci da alcuni rappre-sentanti della Terna.Ed eccoci in Olanda!Arrivati al paesino di Noordwijk abbiamo preso parte ad una visita guidata, organizzata esclusivamente per noi, all’ESA ESTEC (ESA: European Space Agency, ESTEC: European Space Research and Technology Centre) centro dell’Agenzia Spaziale Europea in cui vengono collaudati i veicoli spaziali, durante la quale abbiamo potuto osservare alcuni Shuttle e gli apparati che ne verificano la resistenza alle temperature estre-me a cui dovranno resistere e alle vibrazioni ed ai ru-

mori cui sono sottoposti durante il lancio in orbita.Abbiamo inoltre visitato un museo aerospaziale nel quale ha attirato molta attenzione una navicella real-mente andata nello spazio; emozionante l’idea di ave-re a portata di mano un oggetto che è stato così lonta-no da noi, incredibile l’idea che fosse così angusto! Usciti dall’ESA abbiamo avuto 3 giorni per visitare Am-sterdam; nella capitale olandese, anche se il tempo è molto variabile e assolutamente imprevedibile, il mez-zo di trasporto più comune è nientemeno che la bici.Le caratteristiche principali della città sono la rete di canali che la attraversa e le case tipiche del XIV seco-lo, spesso parzialmente inclinate ed appoggiate l’una all’altra; molto belli sono anche i famosissimi mulini a vento, concentrati soprattutto in una zona immersa tra prati e pascoli, a circa 30 Km a nord dal centro, Zaanse Schans.

Una 5 giorni in Olanda per visitare il centro spaziale europeo e la città di Amsterdam

di Paola Puglisi

LANTERNA #21 - POLITECNICO

Viaggio ad Amsterdam

Per chi decidesse di recarsi ad Amsterdam consiglio anche il museo Van Gogh che raccoglie una delle più grandi collezioni mondiali del pittore olandese.Infine non si possono tralasciare le due mete che ren-dono la città una tra le più liberali ed eclettiche di tutta Europa: i coffeeshop, nei quali è possibile acquista-

re droghe leggere scegliendole da un vero e proprio menù, e i quartieri a luci rosse.Dopo aver visto questi luoghi con i miei occhi, posso assicurare che nella città, nonostante la politica non proibizionista, non regna affatto il caos più assoluto come molti pensano, ma al contrario un’atmosfera pa-cifica, tranquilla e cordiale; realtà assai diversa della nostra frenetica Milano…Poiché è impossibile raccontare in un così breve ar-ticolo tutte le mie impressioni, consiglio a tutti coloro che amano viaggiare, di visitare questa città.Ringrazio tutti i ragazzi con cui ho trascorso questi fantastici giorni ed in particolare Gabriele Piersan-ti, organizzatore del viaggio, per averci dato questa grande opportunità!

“... nonostante la politica non proibizionista, non regna affatto il caos più assoluto ...“

“... non tutti sanno che il Poli mette a disposizione per ogni stu-dente una quota da spendere per viaggi d’istruzione ...“

Page 4: Lanterna 21

ECOLOGIA

4

Siamo i più grandi utilizzatori di carta, noi studenti, o almeno credo. Lo studio, senza questo supporto diventerebbe impossibile; difficile immaginare un mondo senza libri,

senza giornali e senza carta su cui scrivere quando e dove ci pare, difficile per i tanti che come me che ragionano solo con una penna in mano. La carta è stata da sempre il mezzo prin-cipale per trasmettere il sapere, per co-municare fatti importanti e lo è tuttora. Il suo processo di produzione inizia dalla cellulosa, ricavata dal legno; la necessità per una popolazione sem-pre più ampia di scrivere e leggere (e quindi far uso di carta) ha provoca-to l’abbattimento smodato di alberi, che hanno un ruolo fondamentale all’interno dell’ecosistema terrestre: producono ossigeno e regolano il clima. Il caso di “foresta sofferente” che i media riportano più frequentemente è quello della foresta Amazzonica che vede ridurre drasticamen-te di anno in anno i suoi confini, ma ci sono altre foreste meno note ugual-mente in pericolo, come quelle mille-narie del continen-te asiatico.A fronte di ciò mol-ti dei prodotti usa e getta che sono sul mercato sono derivati dall’abbat-timento (spesso illegale) di foreste millenarie che di-ventano tovaglioli, fazzolettini, carto-

di Laura Turconi

LANTERNA #21 - POLITECNICO

Lanterna si ricicla

ni per il latte, guide telefoniche.Un utilizzo più appropriato della carta e lo sfrut-tamento delle tecnologie disponibili per il suo rici-claggio permetterebbero di soddisfare la domanda attuale con l’utilizzo di altre fonti (quali ad esempio la silvicultura).

Per questi motivi abbiamo deciso di fare la nostra parte e da questo numero il Lan-

terna verrà stampato su carta riciclata al 100%: non vogliamo una carta nobi-le, derivata da antiche foreste, ci ba-sta che sia funzionale al suo scopo di diffondere idee.Il processo di produzione della carta

che avete in mano è certificato “Angelo Blu”, un’etichetta rilasciata dal ministe-

ro dell’ambiente tedesco quando l’intero ciclo di vita del prodotto è caratterizzato

da un ridotto impatto ambientale, se il prodotto è conforme a tutti gli aspetti di protezione ambientale (contenuto di sostanze pericolose, emissione di in-

quinanti, rumore, risparmio di ener-gia, materie prime e acqua) e se ri-spetta gli standard di sicurezza (tute-la della salute).Certamente non saremo noi a sal-vare la foresta amazzonica con questa scelta, speriamo però che essa rappresenti un piccolo passo importante nel-l’ambiente univer-sitario.

Da questo numero il lanterna verrà scritto su carta riciclata al 100%

Page 5: Lanterna 21

ROMA

5

L’attività del Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari è proseguita in questi mesi, con-centrando la propria attenzione, come tutto il mondo universitario, sulla struttura della finan-

ziaria 2007.Grandi temi all’ordine del giorno, i finanziamenti alle università (FFO), il finanziamento integrativo per il di-ritto allo studio (che permette agli studenti bisognosi e meritevoli di ottenere borse, posti letto, servizio men-sa) e l’approvazione della nuova Agenzia Nazionale per la valutazione dell’Università.Fino alla definitiva approvazione della Finanziaria sarà molto difficile districarsi nel tema economico in quanto le prospettive cambiano di giorno in giorno con note-vole fluidità. Il sottosegretario Modica si è dimostrato, comunque, disponibile presentandosi nella seduta del 7 novembre in Consiglio per discutere con gli studenti dei temi più caldi e ribadendo che nella pur generale difficoltà economica che prevede restrizioni per tutti i ministeri, alcuni di essi non risulteranno meno finan-ziati dello scorso anno perchè strategici: università, scuola, ambiente e sanità i prescelti.

Nel dibattito con l’On. Modica sono emersi tra gli altri alcuni temi economici e didattici

>> Sottolineati alcuni effetti distorcenti della legge Bersani che prevede tagli alle spese intermedie degli atenei e degli enti per il diritto allo studio, abbiamo chiesto di intervenire cancellando gli stessi in fase di stesura della finanziaria;

>> Sottolineando che in maniera irragionevole non si e’ ancora proceduto alla distribuzione del Fondo Inte-grativo per il Diritto allo Studio dell’anno accademico 2005-06 abbiamo chiesto di procedere quanto prima alla ripartizione così da non lasciare migliaia di stu-denti bisognosi senza aiuti;

>> Abbiamo espresso un parere sulle nuove classi di laurea.

La Finanziaria? Ancora tutta da valutare, però l’Agenzia per la Valutazione dell’Università…

di Alessio Campi

LANTERNA #21 - CENTRALE

Aggiornamenti dal CNSU

Si è dibattuto sulla necessità per gli studenti di veder riconosciuti i crediti acquisiti nel caso di trasferimento all’interno della stessa classe. Il nuovo decreto obbliga l’ateneo che riceve lo studente a riconoscere almeno il 50% dei crediti. Il CNSU ha chiesto il riconoscimento di almeno il 70 % dei crediti di base e caratterizzanti.Nei prossimi anni, nella laurea triennale si potranno sostenere al massimo 20 esami. Il CNSU ha espresso totale soddisfazione per questa nuova norma speran-do che non si voglia aggirarla con interventi nei singoli atenei.

Tutto questo in attesa di poter valutare in che modo verrà istituzionalizzata la nuova Agenzia di Valutazio-ne e quali poteri le saranno realmente garantiti. Da lì potrebbe realmente passare il futuro dell’Università italiana.

“Il nuovo decreto obbliga l’ate-neo a riconoscere almeno il 50% dei crediti...“

Page 6: Lanterna 21

ESTERO

6

In questi ultimi mesi ho avuto modo di constatare, seppur indirettamente, il funzionamento dell’univer-sità tedesca e, più precisamente, la Ludwig Maximi-lian Universitaet di Monaco di Baviera. Una persona

a me molto cara, iscritta presso tale ateneo, ha collabo-rato a imbastire questa sorta di “intervista doppia” sul-la condizione effettiva dei sistemi universitari italiano e tedesco.

Una comparazione fra l’università di Monaco e le università italiane

di Mauro Candiloro Università Statale

LANTERNA #21 - CENTRALE

UNIVERSITA’ ITALIANA

I l sottoscritto ha la notevole fortuna di poter sban-dierare una laurea tr iennale in Lettere Moderne, conseguita “col massimo dei voti” (come scrivo in ogni curriculum, come se servisse a qualcosa!), i l cui unico, piccolo difetto è la massima inuti l i tà: son certo che le case editr ici a cui ho mandato i l mio CV abbiano potuto attutire non poco dal pro-prio bi lancio le spese per la carta igienica…Voi direte:”Eh certo…devi fare ancora la specia-l ist ica stupidone” e io vi dico:” Certo! E infatt i mi sono iscritto a quella cosa chiamata “special ist i-ca” e così f inalmente potrò grosso modo dare una seconda volta esami già dati, o ben che vada, af-frontare quell i da me scartati nel tr iennio, quan-do ero ancora inconsapevole del fatto che me l i avrebbero comunque fatt i fare!”La differenza tra me e un laureato tedesco in letteratura ital iana sta nel fatto che io conosco a fondo materie fondamentali come la Geografia, quando lui invece forse non saprà neanche dove stia Milano, ma di sicuro saprà come lavorare nel proprio campo…E allora, perché non ripensare l ’università i tal ia-na, di cui certo va apprezzata la profonda forma-zione teorica che ri lascia (almeno nel mio caso), in termini di reale special izzazione e formazione al lavoro, non l imitandosi soltanto a fare gl i ora-coli del Bingo (3+2, 1+2+2, y², 4-4-2…)?

STRUTTURAUNIVERSITA’ TEDESCA

I l famoso model lo “3+2” presenta la sua enne-sima var iante, seppur minima, in terra tedesca: innanzi tut to i l percorso universi tar io è calcolato sui semestr i e prevede una durata legale com-presa tra i sei e i nove semestr i , per iodo entro i l quale lo studente tedesco è tenuto a concludere i propr i studi . La cosiddetta “ laurea tr iennale” deve quindi es-sere presentata tra i l quarto e i l sesto semestre. Fin qui dunque la di fferenza è tut ta terminolo-gica. Ma andando ad indagare più da vic ino, s i scopre che i corsi di laurea, almeno per quanto r iguarda le mater ie umanist iche (oggetto di que-sta anal is i ) , hanno una strut tura del tut to diver-sa, di chiara matr ice anglosassone: al momento del l ’ iscr iz ione lo studente può scegl iere effet t i -vamente a che grado di studi arr ivare, inqua-drando par iment i l ’offerta lavorat iva:1-I l Bachelor, del la durata di sei semestr i , nel quale lo studente affronta nei dettagl i una sin-gola mater ia.2-I l Diplom, del la durata di nove semestr i , che consente una special izzazione effet t iva sul la s ingola mater ia.3-I l Magister, del la durata anch’esso di 9 seme-str i , nel quale lo studente scegl ie una mater ia pr incipale più due mater ie secondarie (esempio: Spagnolo, Francese e Fi losof ia), avendo mas-sima l ibertà di scel ta sul la mater ia secondaria. L’esame f inale del Magister prevede un esame

Università a confronto

Page 7: Lanterna 21

“Dimenticatevi le lunghe code, i sistemi informa-tici appiedati, sclerosi e nevralgie. “

scr i t to ed uno orale per la mater ia pr incipale e un esame orale per c iascuna mater ia secondaria.A di fferenza di un corso di laurea i ta l iano, ad esempio quel lo in Lettere (par lo con cognizione di causa), è enorme la possibi l i tà di andare se-r iamente a fondo in una mater ia, tanto da poter spendere i l propr io bagagl io nel mondo del lavoro. Questo però a scapito forse di una maggior am-piezza di informazioni global i che può dare l ’uni-versi tà i ta l iana.

Diment icatevi le lunghe code, i s istemi informatic i appiedat i , sclerosi e nevralgie patr ie: benvenut i nel regno del la perfezione e del r igore!Cronometro al la mano: sette minut i sette per ot-tenere un documento di v i ta le importanza, ma so-prattut to, Udite! Udite! , c inque sportel l i su cinque apert i sempre!!Eddai, v i svelo l ’unico ma considerevole di fet to: per iscr iversi agl i esami occorre andare in sede, chè dal web non si puote… mannaggia a voi !

Per dare un’ idea del la qual i tà del rapporto tra universi tà e mondo del lavoro, basterebbe sot-tol ineare che persino i l calendario accademico è apposi tamente concepito in modo da lasciare la possibi l i tà al lo studente di avere i l tempo mater ia-le per studiare; di fat t i , o l t re al le fer ie ist i tuziona-l i , sono previste fer ie a metà di c iascun semestre col chiaro intento di non oberare come animal i da soma gl i student i - lavorator i . E qui ve ne sono molt i… molt i quante le possibi l i tà di lavoro che of-f re l ’universi tà stessa in col laborazione con azien-de convenzionate, che non hanno come obiet t ivo quel lo di sfrut tare appieno i l povero studente bi-sognoso di qualche spicciolo (noi i ta l iani ne sap-piamo qualcosa…). È inf ine disarmante vedere l ’organizzazione e la sempl ic i tà del s istema germanico anche in tema di pol i t ica di lavoro giovani le: i l “b ianco” pur issimo è i l colore di ogni lavoro, i l “nero” è pressoché bandito e soprattut to non esistono meccanismi diabol ic i qual i “Co.co.co”, “contrat t i a progetto”, “a r igetto”… bensì un’unica sempl ice forma con-trat tuale, la quale stabi l isce per legge in 20 ore i l l imite di ore di lavoro somministrabi l i a l lo studen-te- lavoratore. Fantascienza? No, sempl icemente un Paese che crede nei giovani…

BUROCRAZIA

LAVORO

Devo anche spendere dei caratteri per par-larne? Chiunque dotato di senno eviterebbe la burocrazia universitaria i tal iana come la peste…

Parola d’ordine che sottendono a stage, colla-borazioni studentesche, lavoretti presso azien-de… è “sfruttamento” sempre e comunque. Non voglio passare per il disfattista di turno, ma la mia seppur piccola esperienza mi ha portato a tale conclusione.Sui giovani non si punta per niente, se non per ammortizzare i costi dei lavori di corvèe.Un Paese che voglia rimanere davvero al pas-so coi tempi che cambiano, dovrebbe evitare di fossilizzarsi in una gerontocrazia stagna, e co-minciare altresì a mettersi nelle mani dei propri figli.

7 LANTERNA #21 - CENTRALE

“Benvenuti nel regno della perfezione e del rigore!“

Page 8: Lanterna 21

8LANTERNA #21 - CENTRALE

POLITICA

Entriamo nell’ufficio del prof. Broglio, Garante degli Studenti della Facoltà di Ing. Industriale del Politecnico di Milano. Il Professore ci ac-coglie e dopo qualche battuta inizia la nostra

intervista.

Professor Broglio, Lei ricopre la carica di Garan-te degli Studenti della nostra facoltà da un anno. Qual è il suo ruolo in definitiva? Ci sono esempi in altre Università a cui si ispira?È una figura ancora in fase di “messa a pun-to”. Come avrete letto dal sito di Facoltà, il mio compito è solamente istruttorio: come delegato del Preside intervengo in seguito ad una segnalazione da parte degli studenti in tutte le situazioni di abuso o disservizio che possono aver subito. Garantisco la difesa della privacy di chi ha presentato la segna-lazione, non mi occupo della difesa, verifico i fatti istruendo - se necessario - una pratica e contatto l’istituzione coinvolta.

L’idea della figura del “garante” è nata su sollecita-zione del Preside. Ho svolto una ricerca in proposito per scoprire che non è un’idea nuova: questa figura è presente in svariate forme in molte università naziona-li ed estere con un campo d’azione notevole che non riguarda solamente i rapporti tra studenti ed università ma svolge anche compiti giuridico-amministrativi. Per questa ragione in alcune sedi il garante è un magi-strato in pensione o una persona di spicco della re-gione. Negli USA è denominato “Ombudsman”, spesso non è un’unica persona ma un ufficio concepito come supervisore delle attività. Quello che si voleva invece nell’ambito della nostra Facoltà era qualcosa di molto più elementare: un ufficio reclami che raccogliesse le lamentele degli studenti. Al termine della ricerca si è

di Terna Bovisa [email protected]

Intervista al garante degli studenti

preso spunto dal garante della Facoltà di Psicologia di Roma – La Sapienza. Per concludere ritengo valga la pena ricorda-re che i vari compiti vi sia anche quello di “ascoltare” e di vagliare l’efficacia della comunicazione tra istituzione e studenti.

Entriamo nel particolare: gli studenti che cosa Le chiedono?

Spesso il mio ruolo viene confuso e mi viene chiesto di tutto, a tema, ma anche fuori tema. Da come comportarsi con i docenti in merito ad esami particolarmen-te ostici, ai motivi dei ritardi delle borse di studio, ai problemi di orari dei corsi. Qual-che mese fa erano molto “in voga” proble-mi sui piani di studio e la prova d’inglese, attualmente invece ancora l’inglese e la “decadenza” sono i temi più caldi. Come dicevo arrivano anche richieste su argo-menti che esulano i miei compiti, tuttavia

non è mia intenzione sbattere la porta in faccia a nes-suno, il mio ufficio è aperto a qualsiasi studente voglia scambiare due parole con me.

Quali sono gli aspetti positivi per uno studente e per la facoltà?Principalmente è quello di alleggerire il lavoro della presidenza e della segreteria studenti. Purtroppo ri-tengo che la figura del garante sia ancora poco co-nosciuta visto che diverse lamentele arrivano ancora direttamente al Preside od agli sportelli della segrete-ria studenti. Inoltre talora gli studenti non si fidano e nonostante la garanzia del rispetto dell’anonimato, te-mendo ritorsioni, una volta sfogati illustrando il motivo della lamentela, mi chiedono di non procedere.

Il prof. Broglio della Facoltà di Ingegneria Industriale del Politecnico di Milano ci spiega il suo ruolo: dalla parte degli studenti

Page 9: Lanterna 21

9 LANTERNA #21 - CENTRALE

Quale dovrebbe essere secondo Lei il giusto coor-dinamento tra le figure di garanzia all’interno della facoltà? Come potrebbe migliorare l’attività di noi rappresentanti degli studenti?Il Tutor e il Garante non sono gli unici, ma sicuramente sono un mezzo importante di comunicazione tra stu-denti e Presidenza e di conseguenza con la Facoltà. Come già detto, il Garante informa il Preside di quanto lamentato dagli studenti sollecitandone talvolta un in-tervento. Attualmente i rappresentanti degli studenti, pur presenti, mi sembrano poco partecipi nell’attività dei vari organi, tuttavia avrebbero bisogno di maggiore incentivo istituzionale. La vostra attività non dovrebbe limitarsi alla presenza nei vari organi, ma concentrarsi anche sulla comunicazione, magari sfruttando anche i canali ufficiali del Politecnico.

Crede che il Senato Accademico dovrebbe valutare la possibilità di introdurre la sua fi-gura in tutte le facoltà?Come dicevo, la mia è una figura in via di sperimentazione, penso però che possa essere un buon canale di comunicazione tra studenti e istituzio-ni. È un discorso che potrebbe essere affrontato sotto opportune condizioni.

Ci racconti la sua esperienza, cos’è cambiato rispetto agli anni in cui lei era uno studente, ovvero post ’68?Di tutto. Era proprio un altro sistema di riferimento e poi è sempre difficile

giudicare in modo imparziale il proprio passato. Dal modo di fare gli esami al numero di studenti per clas-se. Oggi sono migliorate tante cose, talvolta però sen-to nostalgia per certi aspetti ormai persi. Erano anche anni in cui si facevano assemblee e occupazioni. Vi furono scontri diretti tra studenti e docenti.

Crede che gli studenti vivano in modo attivo la no-stra facoltà?La mia impressione è che gli studenti non vivano in maniera attiva, ma d’altronde nemmeno ai miei tempi succedeva. L’effetto “ agglomerante” (almeno per al-cuni) del ‘68, è svanito velocemente nel tempo. Dalla mia esperienza direi che il modo di vivere la Facoltà sia funzione di vari fattori tra cui anche il tipo di cor-so di laurea di appartenenza. Ad esempio gli allievi Energetici mi sembrano studenti che vadano oltre lo studio, cercando di creare un gruppo, interpretando maggiormente l’esperienza universitaria.

Come crede si possano migliorare i servizi per gli studenti?In generale cercando di aumentare il rapporto docen-te/studente. Non dobbiamo dimenticare poi le attività extrauniversitarie. In Bovisa, soffriamo ancora dell’as-senza di infrastrutture dedicate allo sport e al tempo libero. Qui siamo ancora gli esploratori, e tanto deve essere ancora realizzato per completare il progetto (chissà quando) della Grande Bovisa.

L’intervista sarebbe conclusa, vuole dirci qualcosa in particolare?Ma voi non avete esami in questi giorni?

Si.E allora buono studio!

Grazie!

Page 10: Lanterna 21

10LANTERNA #21 - CENTRALE

POLITICA

I l Ministro Bersani è un uomo genuino, parla chiaro e senza troppi filtri. Dice le cose che pensa e oltre a dirle, le fa. In questi mesi è stato uno dei membri del governo che più ha operato, il decreto che por-

ta il suo nome è il più noto dei suoi provvedimenti. Ha concesso in esclusiva a Lanterna una lunga intervista sul tema dei giovani.

Cominciamo dal decreto “cittadino consumatore”, la sua croce e il suo orgoglio. Come l’hanno presa i giovani, senza dubbio tra i maggiori beneficiati dal provvedimento?Sono tante le persone che mi fermano per strada o per criticarmi o per sostenermi riguardo quel provve-dimento. Devo dire che, in generale, chi mi incita a proseguire su questa linea sono in effetti i giovani. D’altra parte su tutti i provvedimenti, come questo, che riguardano l’apertura di una società troppo chiusa e l’attacco a certe secolari incrostazioni di interessi, io credo ci sia un consenso diffuso e maggioritario nel paese. E’ evidente che i giovani percepiscono sulla loro pelle più di altri le chiusure corporative di una società troppo conservatrice.

Forse però, speravano fosse l’inizio di un più am-pio piano di liberalizzazioni?Fanno bene a sperare! E devo dire che questa vol-ta il grado di comprensione dell’opinione pubblica di queste questioni è molto aumentata negli ultimi anni.. Soprattutto nel mondo della sinistra. Mi considero un buon termometro, visto che mi trovai nella passata esperienza di governo nel 96/97 ad affrontare proble-mi simili Per il resto però questi temi restano molto difficili perché la formazione delle classi dirigenti e del ceto politico sono spesso legati a dinamiche corpora-tive. Ad ogni modo ho fiducia del sostegno che c’è nel paese a questi provvedimenti, ne ho meno ad esem-pio dei rapporti parlamentari che spero ci consentano

di Luca de Vecchi [email protected]

Bersani: opportunità, libertà e merito

comunque di fare una buona legge di riforma delle profes-sioni. Sarà battaglia politica.

Una battaglia di sinistra?Io l’ho sempre sostenuto. A Firenze, alla conferenza pro-grammatica del mio partito, dissi, un po’ provocatoriamen-te, “liberalizzare è di sinistra”. E devo dire che girando que-st’estate alle feste dell’unità devo dire di averci preso. La gente, la nostra gente, ha ca-pito.Per noi liberalizzare vuol dire aprire i mercati, favorire investimenti, aprire le porte ai giovani, dare attenzione al consumatore, garantendo però clausole sociali e meccanismi di garanzia. Dob-biamo accettare il cambiamento. Come bisogna accet-tare che i giovani all’inizio abbiano meno salario in cambio dell’inserimento nel lavoro. E però non si ca-pisce perché questa regola debba valere per i dipen-denti ma non per i giovani avvocati che per sbarcare il lunario e farsi conoscere potranno fare uno sconto sulla parcella per attirare clienti.

Insomma dobbiamo essere interpreti dell’idea che se ci scomodiamo un po’ tutti, tutti siamo più garantiti. E dobbiamo smetterla di essere conservatori. Non è vero che stando fermi si salva quello che va conservato.

A breve tornerò a viaggiare in taxi. In fondo quando ho liberalizzato il commercio sembrava che gli esercenti non avessero più nemmeno da mangiare, adesso sono sempre invitato all’assemblea di Confcommercio.

Questa azione riformatrice secondo lei basterà per risolvere il disagio che i giovani vivono in partico-lare nel mondo del lavoro?

Intervista al Ministro per lo sviluppo economico Pierluigi Bersani

Page 11: Lanterna 21

11 LANTERNA #21 - CENTRALE

Assolutamente no. Questo però sarà il segnale di un paese che pensa al suo futuro e ci sarebbero i “car-buranti ideali” per affrontare anche altre questioni. Ad esempio bisogna agire sulla voglia dei giovani di essere “misurati”, contro quella concezione per cui si va avanti solo con meccanismi “relazionali” o casuali. Bisogna dare la possibilità di dire a un giovane: “guar-

dami, valutami, prova-mi e rispetto a quello che valgo assumimi”. E’ il tema del merito e riguarda l’organizzazio-ne della nostra intera società. E bisogna af-frontare anche l’ecces-siva frantumazione dei corsi di studio nelle uni-versità.

Parliamo ora della finanziaria. C’è una sufficiente attenzione ai giovani?Beh l’effetto prevalen-te è dato dal taglio del cuneo fiscale e dal fatto che abbiamo reso più conveniente per le im-prese assumere a tem-po indeterminato (con-tratto a cui abbiamo

ridotto i contributi) piuttosto che con un contratto pre-cario che dal 2007 costerà di più alle imprese. Ci sono poi le prime misure sul lavoro in senso proprio, dalla questione dei call center ad altri interventi normativi. Poi c’è l’affacciarsi del tema previdenziale. Questo au-mento delle contribuzioni dei lavoratori flessibili è il primo passo per una riforma delle pensioni che andrà affrontata entro marzo.

E si affronterà?Per forza. Altrimenti ci teniamo lo sca-lone della riforma Maroni… tra l’altro anche un sondaggio di Repubblica di qualche settimana fa indicava quella delle pensioni come una delle riforme necessarie al paese. I cittadini capi-scono che la riforma non è un taglio ma la messa in sicurezza del sistema pensionistico che deve garantire an-che ai giovani una pensione degna di questo nome nel momento del loro riti-ro dal lavoro.

Insieme a questo, comunque, c’è l’accordo che si è fat-to sul tfr che accelera il sistema della previdenza inte-grativa che partirà entro i prossimi mesi. Sull’universi-tà siamo riusciti a trasferire delle risorse sulla ricerca. Finanzieremo start-up ad alto contenuto tecnologico, oppure chi deposita brevetti di altro valore scientifico. Oltre a questo siamo intervenuti sulla produzione di centri di eccellenza universitari su cui siamo ancora carenti con l’istituzione di una agenzia di valutazione del sistema. Ma su questo ci sono resistenze perché in Italia non siamo abituati ad accettare la valutazione, così come non lo accetta la pubblica amministrazio-ne. Da Macchiaveli in avanti d’altra parte siamo un paese di individualisti, anarchici, localisti e familisti. Il cittadino non si fida della pubblica amministrazione (e le nega discrezionalità), e lo Stato non si fida del cittadino e lo blinda con normative assurde.

Si potrà fare di più per i giovani?Si soprattutto se smettiamo di pensare ai giovani come a una categoria. Spero che entro dicembre si riesca a trovare un accordo sulle professioni. Stiamo cercando un accordo in consiglio dei ministri... Io cre-do ad esempio che si debba fare un esame di stato che riguardi solo le prestazioni strettamente in esclu-siva che devono essere giustificate e motivate come rarità.

Passiamo all’innovazione. Il Wimax: una tecnologia che permetterà di viaggiare su internet ad altissima velocità, senza fili e con “antenne” con portata di diversi chilometri. Le frequenze sono attualmente di proprietà della difesa. A quando un accordo per venderle ai privati permettendo di aprire il mercato di telefonia fissa e internet e per fare arrivare la “banda larga” anche in regioni dove nessuno mai si avventurerà a scavare fossi per la fibra ottica?Guarda, quest’anno siamo riusciti a mettere in movi-mento per la prima volta le caserme dimesse per piani di valorizzazione urbana. Io spero che riusciremo a

breve a schiodare, con la stes-sa logica, qualche frequenza ai militari. Stiamo perdendo troppo tempo su questo tema, non c’è dubbio. Ma Gentiloni (Comunicazioni) e Parisi (Di-fesa) stanno cercando un ac-cordo.

Molti si chiedono il motivo per cui è tanto apprezzato da Comunione e Liberazione che rappresenta normalmen-

Page 12: Lanterna 21

12LANTERNA #21 - CENTRALE

te posizioni conservatrici nella società…Beh innanzitutto ho un ruolo di governo, e come tale devo ascoltare tutti, nonostante io poi, ovviamente, ab-bia una mia visione e una mia logica nel fare le cose. Poi esiste un altro livello che riguarda il mio percorso politico. Credo che esista un tratto nell’esperienza di CL che vada colto: l’esserci, la presenza nella società. Se vuoi crescere devi vivere all’interno dei problemi. Tra l’altro poco dopo il 68 facevamo liste insieme a loro. A prescindere dalle idee c’era una affinità di me-todo: l’idea di ingaggiarsi nel luogo dove si è, interpre-tando un ruolo di presenza, servizi e organizzazione. La sinistra è nata su meccanismi simili: parlo dei primi passi delle cooperative, del mutuo soccorso, dei centri d’acquisto o dei sindacati. Noi, come sinistra, non nasciamo da meccani-smi statalisti ma da un’idea solidale innestata e vissuta nel mercato. Un autorganizzazione che poi abbiamo trasferito nel governo dei municipi con il welfare. Anche per questo possiamo es-sere una sinistra liberale. Prima la presenza, la partecipazione e poi l’universalismo. Se no facciamo la sinistra da salotto che svanisce in un attimo. E quando racconto queste cose li vedo affascinati perché, immagino, intendono seguire questo stesso processo, seppur a loro modo. Anche perché CL non c’è solo in Lom-bardia dove spesso prevalgono logiche di go-verno che tradiscono un po’ questo spirito…

Concludendo, il Partito Democratico. A Or-vieto, all’assemblea per il PD, c’erano 6 un-der 30 su 500 invitati…Io credo che il problema non sia tanto chi, ma cosa si dice. Ho una preoccupazione: in questo percorso dobbiamo recuperare un elemento che forse si sta trascurando troppo cioè la cultura politica e l’identità. Una analisi del futuro, un progetto, un rischio, una chiamata. Noi stiamo facendo un partito nuovo per il secolo nuovo. Dobbiamo superare le dispute sul ‘900. Oggi le discriminanti per sentirsi di sinistra sono più ampie. I temi sono, la pace e la guerra, il con-flitto di religione, l’ambiente, il governo della globalizzazione, welfare ovvero far da sé e non da soli, le opportunità. Si possono svolgere da destra e da sinistra e ognuno deve trovare il suo modo. Ma la divisione è netta. Bisogna in-somma fare una operazione di cultura politica e anche un passaggio generazionale di grande

generosità. Se manca questo, il processo fa più fatica. E si finisce o in modelli burocratici o in altri generi-camente partecipativi. Due euro, una firma, un regi-stro ed ecco il Partito democratico. Io a questo sono nettamente contrario. Non dobbiamo fare un Partito di una leggerezza insostenibile anche perché, insomma, siamo in un paese in cui c’è la mafia e un modello del genere sarebbe troppo a rischio. Dobbiamo essere un partito con una sua forza anche per trasmettere un certo senso civico. Quello che Berlusconi ha piccona-to negli ultimi anni.

Page 13: Lanterna 21

INTERNI

13

Come è andata la conferenza con l’ordine degli Ingegneri di Milano

di Vincenzo Spallina

LANTERNA #21 - POLITECNICO

Professione Ingegnere

elevati costi di licenza, e poi l’inglese. Su quest’ultimo aspetto,anche quelli dell’Ordine degli Ingegneri sono stati ben chiari:per avere successo bisogna conoscere la lingua inglese e soprattutto le grandi aziende non accettano facilmente dei candidati seppur meritevoli sotto l’aspetto tecnico, ma con scarse conoscenze lin-guistiche.Poco male in fondo. D’altronde se i nostri cugini archi-tetti rendono il mondo più bello, noi ingegneri siamo quelli che il mondo dobbiamo costruirlo e farlo girare più efficientemente con il duro lavoro.

Nel mese di Ottobre, abbiamo organizzato una conferenza dal titolo: “PROFESSIONE IN-GEGNERE”, con la partecipazione di insigni membri dell’Ordine degli Ingegneri.

La conferenza ci ha dato subito una certezza:cari ra-gazzi, o colleghi come spesso ci hanno chiamati quelli dell’Ordine, il mondo al di fuori del Poli non è poi così bello e così felice come spesso si può immaginare.Pensate infatti che a breve, verranno introdotte delle misure relative alla possibilità di fare l’Esame di Sta-to, a dir poco sconvolgenti: c’è il rischio di dover fare prima un tirocinio(la tempistica è da defini-re, ma potrebbe essere dai 6 mesi ad ad-dirittura 2 anni), ovvero la necessità di un periodo di buono e sano precariato peraltro sottopagato, tutto a favore delle aziende che ovviamente ne beneficeranno. Fatto questo si può fare l’Esame di Stato e, se le 3 prove scritte, la cui difficoltà aumen-terà col tempo,e il colloquio orale andran-no come sperato,finalmente,anche per lo Stato saremo riconosciuti degli Ingegneri a tutti gli effetti. Bene,ma il lavoro? Sotto questo aspetto ci sono notizie interessanti. Come recente-mente pubblicato da “Il Sole 24 Ore”, a 5 anni dal conseguimento della Laurea il 96,6 % degli Ingegneri ha un’occupazione e un quarto dei posti di lavoro sono rivolti alla nostra professione pur costituendo il 13% dei laureati. Tuttavia il lavoro dell’ingegnere spesso si riduce a dover applicare una serie di nor-mative dove è scritto cosa dobbiamo fare. Una sorta di macromanuali per ingegneri, da dover rispettare rigorosamente,a tratti anche noiosi, ma necessari per poter rea-lizzare dei progetti e soprattutto farseli ap-provare dopo. Inoltre è fondamentale l’ag-giornamento professionale, la conoscenza di alcuni software specifici peraltro con

Page 14: Lanterna 21

INTERNI

14

Belli e tranquilli, appesi (in tutti i sensi) alla mammella della Madre Facoltà di Architettu-ra, tendiamo a rimandare la fatidica doman-da: cosa mi accadrà fuori di qui?

Domanda davvero fatidica, ed ancor più terrificante se si considera il mare di burocrazia che ci attende a braccia aperte.All’esterno della Facoltà, non l’avremmo mai detto, le cose si complicano ancora. Innanzitutto, lo scontro con la Direttiva Europea 85/384, ribadita nelle Linee Guida per le nuove qualifiche 2005/36/EC, è inevita-bile: “gli studi devono essere equilibratamente ripartiti tra aspetti teorici e pratici...per assicurare il raggiun-gimento” dei seguenti 11 punti:

Il futuro degli studenti d’architettura

di Alessandra Chiapparini

LANTERNA #21 - POLITECNICO

Professione Architetto

1) “Capacità di creare progetti...che soddisfino le esi genze estetiche e tecniche”;2) “Adeguata conoscenza della storia e delle teorie dell’architettura...delle arti, tecnologie e scienze uma-ne...attinenti”;3) “Conoscenza delle Belle Arti...”;4) “Adeguata conoscenza in materia urbanistica, pia-nificazione ...”;5) “Capacità di cogliere i rapporti tra uomo e creazioni architettoniche...e il loro ambiente, ...tra...creazioni architettoniche e spazi...in funzione dei bisogni del-l’uomo”;6) “Capacità di capire l’importanza della professione e delle funzioni dell’architetto nella società...”;7) “Conoscenza dei metodi di indagine...del progetto di costruzione”; 8) “Conoscenza dei problemi di concezione struttura-le...e di ingegneria civile...”;9) “Conoscenza adeguata dei problemi fisici e delle tecnologie...della funzione degli edifici in modo da renderli internamente confortevoli...”;10) “Capacità tecnica...di progettare edifici che rispon-dano alle esigenze degli utenti, nei limiti imposti dal...costo e dai regolamenti in materia...”. 11) “Conoscenza adeguata delle industrie, organizza-zioni, regolamentazioni...per realizzare progetti di edi-fici e per l’integrazione dei piani nella pianificazione”.

“...tendiamo a rimandare la fati-dica domanda: cosa mi accadrà fuori di qui?“

Page 15: Lanterna 21

Quanto vi ci ritrovate? Le richieste sembrano un po’ ambiziose.Per ogni classe di Laurea, inoltre, la legge italiana (D.M. 270/2004) prevede tabelle in cui vengono riportate le competenze per i di-versi corsi di studio. Il problema è che tra dettami europei e legge italiana si possono rilevare molte incongruenze, che costringono, una volta conseguita la laurea, a recuperare (non chiedete come) le lacune della formazione ricevuta.

Ma immaginiamo che queste lacu-ne non esistano, per divenire Ar-chitetto con la A maiuscola, cosa si fa? Si fa l’esame di stato, che purtroppo è in fase di riforma insieme agli ordini professionali e attualmente

non ci sono sentenze definitive sul nostro futuro. Una previsione è quella del DPR 5 giugno 2001 n. 328. Si tratta della riforma dell’ordinamento degli albi, ordini e collegi di diverse professioni fra cui quella di architetto. Il regolamento non modifica le competenze riservate a ciascuna professione, ma rivoluziona il panorama delle professioni stesse, poiché le nuove figure pro-fessionali saranno definite da due titoli: laurea e la laurea specialistica. In sostanza, architetti laureati con corso triennale potranno iscriversi agli Ordini ed esercitare la professione con de-nominazione di architetto junior. Essi potranno svolgere attività che richiedono l’applicazione e il know-how di tecniche standardizzate che non necessitano di capacità di innovazione nella risoluzione di problemi. Invece i professionisti specialisti potranno operare con tutte le compe-tenze a loro riconosciute fino ad oggi.

Gli Albi saranno divisi in due sezioni: la A per gli specialisti e la B per i triennalisti. Per en-trambi è previsto l’esame di Stato, costituito da una prova pratica, una orale e una scritta. Per i geometri sarà possibile l’iscrizione all’Albo unico, anche dopo aver conseguito il diploma di scuola superiore, previo un periodo di prati-cantato di 2 anni. Per gli architetti fino ad oggi il tirocinio non era previsto, ma il Consiglio Na-zionale vorrebbe istituirlo. Chiaramente, non sarebbero comprese le circa 450 ore di tirocinio

(o dovremmo chiamarlo lavoro gratuito?) già svolte da uno studente di Architettura nel 3+2.E’ necessario sottolineare la difficoltà nel riconosci-mento delle competenze: come sarà possibile evita-re confusione tra quelle di architetti specialistici e junior? Oltre al fatto che una parte dell’offerta potrà essere soddisfatta da laureati junior, bisogna consi-derare che tra le professioni tradizionali appariranno regolamentate nuove figure come il paesaggista e l’urbanista, accanto all’architetto, complicando ul-teriormente la situazione. Esisteranno quindi rischi di sovrapposizione di competenze sia verticalmente (architetti junior-architetti specialistici) sia orizzon-talmente (architetti-restauratori-urbanisti-paesaggi-sti). Per ora rimane solo un grande punto interro-gativo. Attendiamo, fiduciosi ma non troppo, i nuovi sviluppi.

15 LANTERNA #21 - POLITECNICO

Page 16: Lanterna 21

LAN

TE

RN

A #

21REDAZIONE POLITECNICODaniele ElleroVincenzo SpallinaAlessandra ChiappariniLaura TurconiPaola Puglisi

REDAZIONE CENTRALELuca de VecchiEmanuele CrespiDaniele ElleroLorenzo Spinazzi

INT

ER

AM

EN

TE

FIN

AN

ZIA

TO

DA

L P

OL

ITE

CN

ICO

DI

MIL

AN

Ost

amp

ato

da

“la

mus

ica

mod

erna

s.r

.l.”

Mila

no -

dic

emb

re 2

006

Lanterna è solo una delle tante iniziative e produzioni de “La Terna Sinistrorsa”: il gruppo dei rappresentanti degli studenti del Politecnico di Milano che riunisce tutti gli studenti di sinistra che vogliono vivere l’università in modo attivo e propositivo; se vuoi collaborare contattaci!

[email protected]. 02.2399.2639

RIUNIONI- LEONARDO: tutti i mercoledì alle 18 in interfacoltà (1°piano pad.Nord)

- BOVISA-LAMASA: il martedì alle 18 in L02

- BOVISA-DURANDO: il giovedì alle 17.30 nell’auletta vicino l’ovale

www.ternasinistrorsa.it

grafica: [email protected]: [email protected]

BUONE FESTE!da Lanterna!