42
L’ALIMENTAZIONE ORIGINARIA di GUY – CLAUDE BURGER 1

l'Alimentazione Originaria

Embed Size (px)

DESCRIPTION

nutrirsi ma come? e se provassimo a fare un'esperimento?.... via i preconcetti e le paure... a volte le risposte sono davanti ai nostri occhi, ma non le vediamo.

Citation preview

Page 1: l'Alimentazione Originaria

L’ALIMENTAZIONE ORIGINARIA

di GUY – CLAUDE BURGER

M. MANCA EDITORE

Via P. Pinetti, 91/4 – 14144 Genova

1

Page 2: l'Alimentazione Originaria

GUIDA ALL’ALIMENTAZIONE ISTINTIVA PER PRINCIPIANTI

Poiché la cura istintiva (instincto) è, in primo luogo, una rieducazione alimentare, ecco qualche consiglio sullo svolgimento dei pasti (repas) nel corso di una giornata a Montramé.

COLAZIONE (petit déjeuner):

Fin dal risveglio (“ad libitum”, ma preferibilmente non troppo tardi per mantenere un buon ritmo nittemerale) passate a Blanche de Castille dove troverete bottiglie di differenti acque minerali naturali e gasate (plates et gazeuses). Gustatene alcune per scegliere la più gradevole (agréable) al vostro palato. Se ne beva fino a soddisfare la sete, poi prendete un bastone di cassia nello stesso posto. Poiché la cassia è spesso conservata con altri prodotti odoranti il suo odore è sempre un segno d’arresto (arrêt), soprattutto se sembra nauseante, in realtà, al contrario ne avete un gran bisogno... aprite il bastoncino con lo schiaccianoci e raccoglietene le rondelle con un cucchiaino: si eviterà di sporcare le mani o la tavola. Succhiate (Suez) le rondelle nere e sputate (recrachez) i semi e le membrane dure. La cassia ci aiuterà meglio di qualsiasi altra cosa a drenare le tossine. Il primo giorno, succhiatene al massimo 5 rondelle; aumentate a 10 il giorno dopo, ma rispettando sempre l’arresto istintivo che può apparire fin dalla prima rondella (come bruciore “brôlure” o pizzicore “picotement” in bocca o in gola “gorge”). La nausea (nausée) o il disgusto (écoeurement) non sono necessariamente segni di arresto.

Si può bere acqua e cominciare a succhiare rondelle di cassia subito dopo, ma e meglio non bere dopo la cassia, oppure attendere almeno un buon quarto d’ora.

La cassia è un drenante molto efficace; se ne può succhiare anche durante il giorno evitando di prenderla durante la digestione: 1 o 2 ore dopo i pasti.

PRANZO (déjeuner):

Gli altri pasti si prendono nella sala da pranzo del DUC D’ORANGE. L’esperienza ci ha suggerito di proporre due sequenze: la prima di frutta fresca (fruit frais), la seconda di frutta secca oleosa (oléagineux) fin dalle 12:15. Forse sarete un po’ sorpresi e disorientati o meravigliati per le varietà di frutta presentate. Nessun problema, l’odorato vi guiderà. Capita, a volte, che sentiate un odore delizioso appena entrati in sala da pranzo; è il caso più facile, non si fa altro che gustare il frutto che profuma (sent bon); ma nella maggior parte dei casi, siete nell’imbarazzo della scelta:

1. Tutto ha un buon odore: chiudete gli occhi (o chiedete una mascherina adeguata “bandeau”) ed annusate uno dopo l’altro i frutti; selezionate quelli che vi fanno salivare e che vi soddisfano gradevolmente. Eliminate i frutti dagli dori qualsiasi o sgradevoli. Attenzione : un odore forte non è necessariamente buono ed un odore debole non è per forza da scartare; quel che conta è la qualità dell’odore. Quando avete selezionato 2 o 3 varietà di frutta, passatela sotto il naso una dopo l’altra finché un odore non cancelli gli altri due: il frutto è scelto. Allora ne mangiate finché sembra buono al palato (palais), e

2

Page 3: l'Alimentazione Originaria

conserva il gusto pieno del primo boccone (buchée); appena si nota una differenza, nel senso di un deterioramento del sapore (saveur) o della consistenza, di un disagio (désagrément) qualsiasi (bruciatura “brūlure”, pizzicore “picotement”, amaro “amertume”), di un problema di deglutizione (tosse “toux”, singhiozzo “hocquet”, inghiottire di traverso “avvaler de traverse”) o ancora una sensazione di pienezza “réplétion”, di nausea ecc., si tratta dell’arresto istintivo; il corpo ha ricevuto la dose sufficiente del frutto che è stato appena consumato. Passate ad un altro frutto scelto nello stesso modo. Ricominciate la scelta per 3 o 4 specie di frutta, non di più. Non ritornate mai ad un frutto già consumato nel corso del pasto! Vi causerebbe dei sovraccarichi (surcharges) inutili.

2. Non sentite niente o non granché: E’ possibile far uscire il profumo di un frutto grattandolo oppure alzando leggermente la buccia vicino al picciolo. Inutile mutilare il frutto tagliandolo in ogni senso! Se l’odorato non percepisce alcun odore gradevole in un frutto, significa che non dovete mangiarne in questa occasione. Del resto è normale che l’organismo, ancora sovraccaricato dall’alimentazione cotta o mista (mélangée) e condita (assaionnée) consumata fino ad ora, non sia attirato molto dagli alimenti crudi per i quali la barriera istintiva funziona fin dal primo pasto.

3. Avete un problema di odorato (mucose infiammate, raffreddore “rhume”, anosmia). Se la mancanza di odorato persiste, è ammissibile gustare e sputare subito dopo.

NOTA BENE: per permettere un arresto corretto con gli agrumi, in gran parte molto selezionati, dunque un po’ troppo facili da mangiare, tagliate le arance e i pompelmi all’”equatore”, poi ancora una volta se lo desiderate, e mordete dentro, ma non pelateli! Dopo la frutta fresca, vi si presenterà una scelta di semi oleosi (oléagineaux), e di frutta secca come il tamarindo, le castagne e le carrube. Per sentire il profumo di una noce si può agitare leggermente il cesto e soffiarci dentro: se l’odore gradevole liberato assomiglia a quello di un vecchio sacco o a polvere, significa che non ne avete bisogno. Al contrario, ogni odore gradevole può essere un richiamo (appel) istintivo anche se non corrisponde affatto all’odore tradizionale del frutto in oggetto (es. mandorla con odore di cioccolato).

Non consumate che un tipo di semi oleosi per pasto.

CENA (diner):

verso le 18:45 vi invitiamo ad un pasto di proteine, ortaggi, frutta, miele che danno spesso ai principianti incertezze più serie del pasto di mezzogiorno.

Innanzi tutto ricordatevi che non siete affatto obbligati a mangiare proteine (o qualsiasi altra cosa); al contrario, la regola è di non mangiare che quel che vi sembra gradevole. Come per la scelta di mezzogiorno, fate passare sotto il naso pesci, molluschi, carni, semi oleosi o germinati (graines oléagineuses ou germes ), uovo (in questo caso gustatelo poiché il guscio dà spesso odori parassiti). Si raccomanda di chiudere gli occhi o di chiedere una mascherina per evitare alla mente di intervenire inducendo un disgusto a causa dell’aspetto in abituale degli alimenti. Fin dal momento in cui il gusto di una proteina diventa insipido (fade), troppo salato, pastoso (pateux),

3

Page 4: l'Alimentazione Originaria

amaro, troppo dolce (trop sucré), o semplicemente meno gradevole del primo boccone, se siete presi da un eccesso di tosse, o se inghiottite di traverso si tratta di un arresto istintivo.

Prendete soltanto un tipo di proteina per pasto.

In seguito, passerete agli ortaggi (legumes). Fatevi coraggio, procedete come per la frutta e le proteine: annusate (sentez) ogni radice grattando leggermente la buccia, respirate profondamente le verdure (l’insalata odora di rosa quando se ne ha bisogno, e di tabacco quando non bisogna mangiarla). Se non ce nulla che profuma, cercate di gustare e di sputare, non rischiate il sovraccarico come con certa frutta; gli ortaggi non sono così facili al gusto: l’arresto istintivo si verificherà senza esitazione. Non meravigliatevi se date solo qualche boccone; all’inizio il vostro sovraccarico in minestre, patate fritte, ortaggi al forno, vi impedisce di trovare un gusto delizioso negli ortaggi in natura, a volte per parecchie settimane... ma perseverate.

Dopo il cesto degli ortaggi, che può contarne fino ad una quarantina... vi si propongono dei meloni e degli avocados, ambedue a metà fra la frutta e gli ortaggi. L’avocado non libera quasi nessun odore, perciò potete gustarlo: se il boccone vi sembra cremoso, dolce o profumato, inghiottite; se al contrario, vi sembra di masticare una pasta senza gusto che s’incolla ai denti, sputare senza scrupoli, è meglio sputare che sovraccaricare il corpo...(state tranquilli, qui nulla va perso, gli animali lo recupereranno). Quanto al melone, il suo odore vi guiderà facilmente. Non dimenticate di masticare i semi per aiutare l’arresto istintivo a manifestarsi. Con questo frutto, le quantità di cui avete bisogno sorpassano a volte la capacità del vostro stomaco. Non è grave, continuerete la cura al prossimo pasto, l’organismo saprà attendere.

Infine, avrete diritto ad un piccolo “dessert” (per ricordarvi i menu tradizionali) sotto forma di un tipo di frutta o di miele o di datteri, a scelta; per questa sequenza, sopprimiamo la frutta esotica per lasciare il posto d’onore, una volta al giorno, alla frutta locale e permettervi di apprezzarne la diversità. Si raccomanda di restare nella fase luminosa (phase lumineuse), soprattutto con il miele e i datteri che hanno tendenza a mantenere infiammazioni. Il miele in favo vi permette di trovare un arresto più netto del miele in barattolo.

Non restate a tavola se non avete più fame. Rischiereste di sciupare il buon equilibrio del pasto mangiando distrattamente, o parlando col vicino! I pasti troppo lunghi sono sconsigliati. Se un giorno vi capita di mangiare delle ostriche, dei frutti della passione o altro per due ore, non credetevi obbligati a fare il giro ancora di tutto quello che si presenta in tavola. Un solo tipo di alimenti in gran quantità è spesso molto più proficuo al lavoro di “detossinazione” o di ricostruzione che una diversità d’ortaggi, frutta, proteine. E non dimenticate che la tavola è già un artificio un po’ facile dove si è tentati di sovraccaricarsi. Mangiando molto, si iperattivano le proprie reazioni, mangiando poco, ci si equilibra spesso meglio. La regola che bisogna applicare : non andate verso l’alimento, lasciate l’alimento venire da voi (tranne per gli ortaggi). Per terminare la serata, una buona ora e mezza dopo la fine della cena, potete andare a Blanche de Castille a bere, se avete sete, e cercate della cassia da consumare come al mattino fino all’arresto istintivo. A questo proposito, se avete già evacuazioni molto frequenti nella giornata (più di cinque), frenate ragionevolmente e non dimenticate di provare la carruba nel pasto di frutta. È

4

Page 5: l'Alimentazione Originaria

anche possibile preparare rondelle di cassia in un vaso per farsene una riserva da portare in camera. Vi può essere utile in caso di insonnia, di dolori, o altre difficoltà notturne.

Queste indicazioni vi sembreranno forse difficili d a mettere in pratica, ma state tranquilli, un neonato è in grado di applicarle senza errori... è sufficiente dimenticare tutto quello che si sa, e ogni motivo di angoscia e di aver fiducia nella saggezza del proprio corpo che dorme in ognuno di noi; non chiede che d’esprimersi, sta in noi saperla ascoltare.

5

Page 6: l'Alimentazione Originaria

Da INSTINCTO magazine, gennaio 1988, n. 1

PRANZO

1. Cominciate provando la frutta: se la risposta olfatto – salivazione è nettamente positiva, deliziatevi, applicando le regole abituali. Se la prima varietà scelta vi ha riempito, non continuate: è la soluzione migliore. Ma se l’istinto ve lo suggerisce, continuate, senza accumulare troppo... Se superate regolarmente tre alimenti per pasto, potete dedurne che non avete messo ancora in funzione il vostro istinto.

2. Se nessun frutto fosse sufficientemente profumato, provate le verdure. Dopo averne consumato un certo numero, provate i semi oleosi, ma non obbligatevi a mangiarne e limitativi di preferenza ad una sola specie.

3. Se nessun prodotto precedente è risultato attraente provate l’odore delle proteine animali. Prendetene soltanto se sono veramente attraenti (salivazione!) e limitatevi ad una sola specie animale.

CENA

a. Per prima cosa provate le proteine animali e vegetali, e se non siete attratti chiaramente da nessuna di esse, passate alle verdure, di cui potrete sceglierne un numero lasciato alla libertà istintiva, e poi eventualmente alla frutta.

b. Se l’istinto porta a consumare una proteina vegetale, (semi oleosi, funghi, semi germinati, ecc.) limitarsi ad una sola specie; si è liberi relativamente alle verdure, ma evitarne la sequenza dolce.

c. Se assumete una proteina animale, sopratutto se si tratta di carne o pesce, in modo meno tassativo per i frutti di mare, evitate le verdure, che contengono comunque 7% di glucidi, e sopratutto la frutta che ne contiene 12% in media. E se in ogni caso, niente è attraente, saltate il pasto.

6

Page 7: l'Alimentazione Originaria

Punti essenziali della pratica:

- Scegliere sempre con l’odorato, lasciando all’istinto il tempo di funzionare;- Portare un alimento in bocca soltanto con la salivazione all’olfatto;- Sputare il primo boccone se non è “luminoso”;- Fermarsi al primo fastidio, sia al livello del palato che dello stomaco (al primo segnale di

pienezza);- Non cercare un secondo alimento che in caso di insoddisfazione;- Non assumerlo che in presenza di stimolo olfattivo manifestato, e soltanto se c’è

salivazione automatica;- Risputare il primo boccone se non è “luminoso”;- Essere particolarmente critici con i prodotti selezionati, le carni animali non mature, il miele

in vasetto, ed evitare i prodotti di origine dubbia;- Stare in guardia quando appaiono i minimi fastidi digestivi, che possono segnalare grossi

problemi molecolari, e ricordarsi dei criteri di una digestione efficiente: pienezza, leggerezza, omogeneità, trasparenza, calore, post-gusto (sapore gradevole durante la digestione)

7

Page 8: l'Alimentazione Originaria

L’alimentazione dell’uomo di NEANDERTHAL in aiuto al mondo ammalato.

NOTE TEORICHE DI ANOPSOLOGIA DI GUY – CLAUDE BURGER

“nella natura originaria, quel che è buono per il palato è buono per il corpo, e quel che è cattivo

per il corpo è cattivo per il palato. Basta obbedire alle attrazioni naturali: è la legge del piacere”.

Da esperienze distanti, per cammini diversi, siamo arrivati a Montramé per praticare un esperienza

alimentare profondamente radicata e nuova, perché è semplicissima e straordinariamente

efficace, ma anche nel nostro mondo molto difficile: è più facile delegare ad altri, ai tecnici.

La mente, troppo complicata, ha paura. L’uomo moderno troppo cerebrale, non rispetta più la

natura, ha dimenticato la sua origine (e la storia è il sintomo di questa antica malattia).

A Montramè siamo invitati ad ascoltare il corpo nei suoi effettivi bisogni alimentari, senza che altri

decidano ciò di cui abbiamo o non abbiamo bisogno: una ricerca possibile, se hai il coraggio di

essere sincero con il tuo corpo.

Crediamo in questa esperienza, desideriamo che altri, nel nostro paese, abbiano la possibilità di

conoscerla: per capire la crisi del nostro tempo e il senso del nostro cammino.

Ottobre 1987. Alfeo e Sergio

ANOPSOLOGIA (assenza di cibi preparati)

8

Page 9: l'Alimentazione Originaria

Note del corso d’introduzione di GUY – CLAUDE BURGER

BASI TEORICHE

1. Un alimento è detto originario se non è modificato da alcun artificio proprio dell’intelligenza concettuale: alimento quale è dato direttamente dalla natura, quale un animale può procurarsi nel suo biotopo naturale.

2. Si possono dividere in cinque classi principali gli artifici che hanno permesso all’uomo di trasformare il cibo:a. La denaturazione termica: cotture diverse, tipi di essicazione a caldo, congelamento,

surgelazione, irradiazioni, ecc.;b. la denaturazione meccanica: miscelatura, condimento, sovrapposizione, estrazione,

macinatura, pressatura, frullatura, ecc.;c. l’uso del latte animale e dei suoi derivati;d. la chimica: concimi, pesticidi, coadiuvanti, prodotti sintetici, farmaci ecc.;e. la selezione artificiale e certe tecniche di coltura o di allevamento.

3. Come vedremo più avanti, l’ organismo umano non sembra adattato geneticamente agli alimenti non originari. In occasione del ritorno integrale agli alimenti originali, si constata infatti la rimessa in funzione di un istinto alimentare estremamente preciso, che si esprime principalmente con le modificazioni delle percezioni olfattive e gustative, o “alliestesie”, manifestazioni situate nella zona oro-naso-faringea, che non bisogna confondere con le sensazioni di pienezza o di disgusto.

4. L’esperienza permette allora di enunciare la legge del istinto alimentare: ogni alimento originario attraente all’odorato e al gusto è utile all’organismo; il contrario: un originario nocivo o inutile è repellente all’odorato e o al gusto.

5. Si può dedurre questa legge direttamente dalle leggi dell’evoluzione: un animale che fosse spinto dal suo istinto a consumare piante tossiche o a mal equilibrare la sua alimentazione si metterebbe in stato di inferiorità e si farebbe eliminare dalla selezione naturale. L’istinto alimentare dunque ha dovuto perfezionarsi nel corso del tempo, come ogni altra funzione.

6. Bisogna notare però che quest’evoluzione si è svolta a contatto con gli alimenti originari: non è sorprendente quindi che i meccanismi alliestetici siano confusi dagli alimenti non originari, troppo recenti perché il nostro codice genetico abbia avuto il tempo di adattarvisi. L’esistenza di una programmazione innata dell’istituto alimentare si verifica per esempio nei neonati, immediatamente capaci di selezionare e di dosare correttamente gli alimenti (originari).

7. A prima vista l’insieme delle manifestazioni “alliestesiche” può sembrare abbastanza strano ma si può dimostrare che fa parte di un tutto coerente (con sua finalità) che conduce spontaneamente a un equilibrio nutrizionale ottimo, caratterizzato dalla normalizzazione del processo infiammatorio (scomparsa del dolore) e dalla perfetta regolarizzazione calorica, ponderale, vitaminica, minerale ecc.

9

Page 10: l'Alimentazione Originaria

8. Durante il consumo un alimento può diventare inutile e nocivo ,non appena il bisogno dell’ organismo è soddisfatto: si osserva infatti che il gusto cambia bruscamente ( tal volta da un boccone all’ altro )o che appaiono diverse sensazioni sgradevoli ( gusto acido, acre, astringente, pungente, bruciante, amaro, consistenza aspra, secca, appiccicosa, ecc.). chiameremo questo cambiamento arresto istintivo .

9. L’odorato e il gusto non sono sensi come gli altri: sono l’espressione dell’ istinto alimentare, come dimostrano le strutture neuro-fisiologiche del bulbo olfattivo e dell’ ipotalamo che può modulare l’influsso nervoso trasmesso dalla corteccia in funzione dei dati del metabolismo. Il profumo e il sapore di un alimento non sono dunque dei dati oggettivi come il colore e la consistenza al tatto (la banana odora di gomma e diventa aspra sulla lingua appena il bisogno è soddisfatto, mentre il colore resta sempre giallo!).

10. L’odorato e il gusto non svolgono lo stesso ruolo. L’odorato attrae l’animale selettivamente verso l’alimento che gli è necessario; il gusto stimola in seguito la masticazione e la degustazione, poi inibisce il processo appena il bisogno è soddisfatto, o il potenziale digestivo rischia di essere oltrepassato. D’altra parte si noterà che l’odore di un alimento scompare quasi completamente appena comincia la masticazione; l’odorato interviene solo per fare rigettare un alimento o una sua parte, difettosa, marcia, ammuffita, ecc.

Riassumendo:

ODORATO = ATTRAZIONE + SELEZIONE

GUSTO = STIMOLAZIONE + LIMITAZIONE

11. L’arte culinaria consiste nel fare apparire gli alimenti migliori che al naturale. Ora, un alimento che non sembra attraente allo stato naturale non corrisponde, in virtù della legge dell’istinto alimentare, ai bisogni dell’organismo. Rendendolo più gradevole, l’artificio culinario forza la barriera dell’istinto. In altri termini, la cucina consiste nel far mangiare quel che non si deve mangiare.

12. Man mano che l’organismo si sbarazza dei sovraccarichi e dei disturbi metabolici indotti dall’alimentazione preparata, i diversi richiami istintivi diventano più chiari e più intensi. I gusti originari di frutti, verdure, carni, ed altri prodotti naturali si rivelano e danno un piacere non paragonabile a quello che si provava all’inizio. In fin dei conti, l’alimentazione originaria appare come una forma di gastronomia più ricca e più soddisfacente della gastronomia culinaria.

13. Dal punto di vista antropologico, si può considerare l’arte culinaria come il risultato di una specie di cortocircuito tra l’intelligenza e l’istinto: l’intelligenza permette di trasformare i dati esteriori per ottenere il piacere a volontà, ma l’istinto viene ingannato. Il piacere acquisito con l’artificio, “prendendo alla sprovvista” i dati genetici del nostro sistema nervoso, in realtà è solo un’illusione dei sensi, e porta a un sovraccarico progressivo dell’organismo che abbassa poco a poco il livello di piacere, in palese, in palese contraddizione con lo scopo ricercato. Questo sovraccarico rende sgradevole soprattutto gli alimenti originari (coi quali i meccanismi alliestetici

10

Page 11: l'Alimentazione Originaria

funzionano correttamente, cosi che il piacere può essere ottenuto solo con gli alimenti cucinati: la cucina costituisce dunque una specie di trappola nella quale l’umanità sarebbe caduta in seguito allo sviluppo dell’intelligenza concettuale.

14. Nella natura originaria si trova lo schema seguente (che, come la legge dell’istinto dalla quale deriva direttamente, è in realtà una conseguenza delle leggi dell’evoluzione):

BUONO = BUONO

CATTIVO = CATTIVO

Tutto quello che è buono per il palato è buono per il corpo e tutto quello che è cattivo per il corpo è cattivo per il palato. Ne risulta uno stato di armonia, visto che basta lasciarsi andare alle attrazioni naturali: è la legge del piacere.

Con l’artificio culinario, si può rendere buono per il palato ciò che è cattivo per il corpo. Bisogna allora non fidarsi del piacere, resistere alla tentazione. Inoltre, “l’intossicazione” dell’organismo e i sovraccarichi dovuti alla forzatura della barriera istintiva fanno si che gli alimenti originari sembrano cattivi o causano nausea, così che lo schema precedente risulta completamente ribaltato:

BUONO = CATTIVO

CATTIVO = BUONO

L’espressione dell’istinto alimentare è conflittualizzata, il piacere conduce all’errore, bisogna stabilire delle regole e intervenire con la volontà per limitare i guasti. È quel che succede, da una parte, con i disturbi dovuti all’alimentazione ordinaria (obesità, malattie cardio-vascolari, ecc.) e dall’altra, con il posto occupato dalla dietetica, la ricerca dei menù giornalieri, i regimi dietetici, ecc

15. La legge dell’istinto alimentare permette anche di dare una definizione precisa della nozione di golosità. Come si è visto con l’alimentazione originaria, la golosità non esiste: non ci può essere nello stesso tempo piacere e nocività (se l’alimento è buono, è utile; se è nocivo è piacevole). È dunque necessario fare intervenire un artificio per eludere la legge dell’istinto: infatti l’alimento cucinato potrà sembrare buono anche se è nocivo. La golosità si definirà dunque come la ricerca del piacere al di là del bisogno, ed implica il ricorso all’artificio culinario. Dal punto di vista filosofico, si noterà che la golosità così definita (piacere + golosità) non esiste nella natura originaria. È appannaggio dell’homo sapiens e della sua intelligenza concettuale e porta ad uno stato di sovraccarico, di dipendenza e di patologia,che può spiegare perché sia stata considerata come uno dei sette peccati capitali.

16. Basta introdurre sul tavolo originario un solo alimento denaturato perché il consumo (che l’istinto non riesce a limitare) provochi sovraccarico e gli altri alimenti (coi quali l’istinto funziona, visto che sono originali) perdano il sapore normale (si ha l’impressione di “cadere” nell’alimento denaturato). Il livello generale di piacere si abbassa notevolmente, cosa che provoca un sentimento di frustrazione. Si avrà dunque voglia di ristabilire un livello di piacere più

11

Page 12: l'Alimentazione Originaria

soddisfacente ricercando altri artifici culinari. Questo permette di spiegare lo sviluppo del fenomeno culinario a partire da una prima cottura, anche accidentale, (processo statisticamente inevitabile con il dominio e la padronanza del fuoco). Si capisce anche perché l’alimentazione originaria darà il piacere necessario per evitare ogni sentimento di frustrazione solo se praticata al 100%: ogni eccezione indurrà un aumento del livello di “tentazione” che può esercitare l’ambiente culinario.

17. L’analisi dell’istinto alimentare permette di affrontare il problema dietetico in modo particolarmente semplice ed efficace. Invece di valutare dall’esterno i bisogni dell’organismo (ciò che implica rischi di una diagnosi che incappa nella straordinaria complessività del fenomeno nutrizionale e nella valutazione che si produce inevitabilmente nel corso del tempo), basta ubbidire al piacere olfattivo e gustativo, espressione dell’istinto che si trova in relazione diretta coi bisogni reali del corpo e può seguirne le variazioni imprevedibili e a volte quantitativamente sorprendenti. L’anopsoterapia non è un “regime dietetico”, non implica alcuno obbligo ne alcuna interdizione contro natura; tende alla soppressione degli artifici che possono eludere i meccanismi alliestetici (o porre dei problemi insolubili all’insieme del metabolismo). Al sistema valutazione-prescrizione sostituisce la funzione naturale interrogazione-ubbidienza.

18. Da quello che precede risulta che l’apparato istintivo non è manifestamente adattato agli alimenti assunti: bisogna allora domandarsi se il resto dell’apparato nutrizionale è adattato a loro. In seguito alla selezione naturale, ogni specie si adatta ai dati del suo biotopo. Però, un tale adattamento richiede molte generazioni; il codice genetico varia molto lentamente nel corso del tempo (meno di 1% in sei milioni di anni da quando i nostri antenati si sono distinti dagli scimpanzé ), e la cucina risale soltanto ad una diecina di migliaia di anni, un’età molto recente rispetto al tempo biologico. Ora, ogni nuovo dato alimentare introdotto dall’artificio concettuale può porre un nuovo problema al metabolismo e indurre conseguenze patologiche. Per ogni artificio culinario, c’è da domandarsi:

- se un adattamento genetico è stato o sarebbe stato necessario;

- se un tale adattamento è possibile;

- se ha avuto il tempo di realizzarsi.

Questa domanda, apparentemente occultata dalla ricerca medica, è di una gravità estrema, perché si trova al centro stesso del problema della salute del mondo. La prognosi di ogni malattia dipende dal terreno, e il terreno dipende inevitabilmente dalla nutrizione; dunque la malattia dipende dalla nutrizione (anche se non si sa ancora con quali meccanismi). Bisognava dunque porre il problema dell’adattamento prima di “avventurarsi” nella ricerca di terapie che rischiano altrimenti di perdere l’essenziale, e che infatti si dimostrano disarmate di fronte a molte malattie (i tre quarti della popolazione muore di malattie neoplastiche o cardio-vascolari, che non sono necessariamente previste dalla natura).

19. Gli alimenti non originari introducono nell’organismo delle molecole alle quali gli enzimi programmati dal codice genetico non hanno alcuna ragione di essere adattati. Queste “molecole

12

Page 13: l'Alimentazione Originaria

non originarie” possono risultare dalle reazioni chimiche inerenti alla preparazione culinaria o essere portate da alimenti che non facevano parte dello spettro alimentare originario dell’uomo (come il latte animale). Alcune fra esse non potranno essere metabolizzate normalmente, resteranno bloccate a un certo livello di trasformazione e si accumuleranno nell’organismo; provocando una lenta “intossicazione culinaria”. Si troveranno sia nelle masse circolanti (sangue, linfa), sia immagazzinate nei vacuoli cellulari o nelle zone interstiziali (amilosi), nei grassi, o ancora incorporato nelle strutture cellulari e tissulari (membrane, collageno, dentina, trabecolazione ossea, ecc.).

20. Gli studi attuali sul metabolismo non hanno ancora preso in considerazione queste molecole anormali, le cui trasformazioni costituiscono una specie di metabolismo paradossale (non previsto dal codice genetico), che chiameremo “parabolismo”. Alcune fra queste sostanze potranno provocare disturbi di ogni specie (tanti disturbi quante sono le classi di sostanze o di funzioni nell’organismo). In altri termini, l’intossicazione culinaria darà luogo ad una “patologia molecolare” che potrà costituire la causa parziale o totale di molte malattie.

21. La nozione di intossicazione come è concepita dalla medicina si riferisce sia a sostanze chimiche, sia ad intossicazioni alimentari dovute ad una contaminazione accidentale, ad una fermentazione, ad un sovraccarico, o ad un’intolleranza qualunque e, nei casi patologici, ad una eccedenza dei residui del metabolismo normale. Le medicine non ufficiali danno più importanza al fattore alimentare, ma sembra che attualmente, sia da un lato, sia dall’altro, non si siano ancora distinte chiaramente le tossine originarie e le tossine non originarie. Infatti, certe molecole presenti negli alimenti originari sono tossiche, come pure certi residui del metabolismo: però queste molecole sono esistite da sempre, così che il nostro codice genetico sa programmarne l’eliminazione per vie normali (disintossicazione). Tutt’altra cosa è per le molecole di cui non è prevista la programmazione e che dovranno farsi eliminare da ogni specie di meccanismi imprevisti (emuntori suppletivi) e per periodi molto più lunghi. Parleremo in questo caso di tossine non originarie di origine culinaria, e di “detossinazione”.

22. Quantità molto piccole di sostanze parassiti sono sufficienti a volte per provocare gravi disturbi (venti milionesimi di grammo per la tossina del botulismo); dunque non sarà facile scoprire queste tossine non originarie, che possono essere presenti in ogni meccanismo vitale, di cui si conosce la complessità. Di fronte all’operosità che regna in questo campo, è stato possibile rimediare alla mancanza di mezzi analitici ricorrendo al senso dell’odorato. L’esperienza mostra infatti che ogni sostanza che emette l’organismo esalando un odore anormale dipende da un processo patologico. È il caso di numerose sostanze di origine culinaria, di cui si riconoscono, dopo un certo tempo di “detossinazione”, gli odori caratteristici nel sudore, l’urina, le feci, l’alito, il sebo, il cerume, ecc., ciò che permette nello stesso tempo di interrompere correttamente i malesseri che possono essere legati a questi meccanismi di alimentazione (concomitanza tra sintomi ed odori).

23. Tutta la medicina è cresciuta senza tenere conto della presenza di sostanze parassiti di origine culinaria nell’organismo. È dunque lecito riconsiderare l’insieme della nosologia in funzione di questo postulato che da una causa precisa all’adulterazione del “terreno”. In virtù del principio di

13

Page 14: l'Alimentazione Originaria

omeostasi (tendenza dell’organismo a ristabilire spontaneamente il suo equilibrio e le sue integrità), è lecito aspettarsi che esistano certi processi di “detossinazione” destinati a eliminare almeno una parte di queste tossine non originarie. Tali processi si accompagneranno a sintomi diversi che la medicina, nell’ignoranza di questa patologia molecolare, prenderà per altrettanti sintomi morbosi. Bisogna dunque aspettarsi di trovare, fra l’insieme delle malattie, un corto numero di “malattie utili” o processi di “detossinazione” (o, ancora, “ortopatie”), destinate a ristabilire la salute. Una simile confusione è estremamente carica di conseguenze, poiché tutte le terapie che si propongono di guarire queste “malattie” non fanno altro in realtà che interrompere processi voluti dall’ organismo in uno stato di “intossicazione” che crescerà con gli anni e darà luogo a vere malattie e a invecchiamento prematuro. Allo scopo di determinare quali malattie possono essere classificate tra quelle ortopatie ci si potrà riferire ai seguenti criteri :

a. Bilancio positivo: dopo la convalescenza, una “malattia utile” dovrà lasciare un miglioramento del terreno, che si manifesterà per esempio con la diminuzione dei sintomi di malattie vere.

b. Programma: un processo programmato dall’organismo si svolgerà in un ordine che si ritroverà negli altri individui.

c. Convergenza spontanea: un tale processo dovrà evolvere spontaneamente verso la guarigione, per quanto fattori imprevisti, come un’alimentazione non originaria, non vengano ad eludere il programma in corso.

d. uscita di materia: si osserverà l’eliminazione di sostanze sotto forma di catarri, diarree, urine cariche, sudorazione, emorragie, pus, odori anormali, ecc.

e. proporzionalità: il lavoro di “detossinazione” sarà tanto più lungo, intenso frequente, quanto più l’intossinazione sarà stata importante, ammesso che l’organismo non sia entrato in uno stato di “tolleranza” in seguito ad un eccesso di “intossinazione” (cg. 31).

f. Trasmissibilità: è utile alla specie che un programma di “detossinazione” messo all’opera da un individuo possa trasmettersi ad altri, così certe malattie utili potranno essere “contagiose”.

g. Rilancio: un processo destinato ad eliminare una classe di tossine avrà tendenza ad intensificarsi appena si rimetterà nel sangue una certa quantità delle stesse tossine (per esempio a seguito di una eccezione alimentare).

h. Curabilità: un tale processo potrà essere interrotto con una relativa facilità da vari interventi suscettibili di disturbare l’organismo nel suo lavoro, interruzioni che verranno scambiate per altrettante “guarigioni”.

24. l’esperienza sembra mostrare che la maggior parte delle malattie cosiddette infettive soddisfano i criteri precedenti, ammesso che l’alimentazione rispetti rigorosamente le norme definite dall’”anopsoterapia”. Pertanto bisogna riconsiderare la concezione classica del virus e del batterio, che non potranno più essere considerati come degli agenti necessariamente patogeni. Il virus reca infatti alla cellula un frammento di DNA o di RNA che sembra intervenga, secondo l’osservazione macroscopica, come una specie di complemento di programma che si aggiunge al codice genetico e gli permette di eliminare diverse classi di tossine non previste all’origine e precisamente delle molecole non originarie. Il batterio sembra non essere utilizzato dall’organismo

14

Page 15: l'Alimentazione Originaria

(che ne controlla perfettamente la moltiplicazione nelle condizioni di un’alimentazione originaria) al fine di disporre, per “interposta persona”, di enzimi capaci di degradare ugualmente delle molecole non originarie o i loro derivati indesiderabili, che escono dalle competenze dei suoi propri enzimi (adattati a priori alle molecole originarie).

25. invece di lottare contro i microbi a colpi di antibiotici, di vaccini, di asepsi, ecc., il ruolo della medicina sarebbe allora piuttosto di badare a che l’organismo riesca a controllare in modo soddisfacente i processi di “detossinazione” ai quali sono associati, anzi, a ricercare i mezzi per avviare tali processi in modo da ristabilire l’integrità del terreno e prevenire le malattie vere. Allo stato attuale delle cose, gli apparenti successi terapeutici con le malattie infettive potrebbero essere la causa dell’aumento della mortalità dovuta al cancro e alle malattie cardio-vascolari con l’aumento endemico del tasso di tossiemia.

26. Si riconsideri, in particolare, l’interpretazione medica di tre fenomeni il cui significato può darsi solo a partire dal postulato della presenza di materie estranee nell’organismo:

- Il catarro nelle mucose, che permette l’uscita di materie sotto forma di muco anormalmente spesso, attraverso le vie di secrezione normali che servono eccezionalmente da emuntorio per le sostanze indesiderabili;

- Le eruzioni di ogni specie, valvole di sicurezza che lasciano passare le tossine che non possono essere eliminate per altre vie;

- L’infiammazione di cui un effetto è permettere ai globuli bianchi di attraversare le pareti dilatate dei capillari per operare un lavoro di pulizia nei tessuti.

Questi processi dovranno essere rispettati, per quanto non escano dai limiti del “sopportabile”, criterio che sembra sempre osservato nelle condizioni dell’alimentazione istintiva.

27. Le tossine presenti nelle masse circolanti, sopra certe concentrazioni critiche, potranno disturbare parecchie funzioni (senza che si tratti adesso di processo di “detossinazione”), in particolare la digestione, l’assimilazione, l’eliminazione intestinale e renale, la circolazione del sangue, la termogenesi, il lavoro del fegato, dalla vescicola biliare, al pancreas, la crescita dei capelli e delle unghie, le secrezioni sebacee, il sistema endocrino, come pure l’insieme del sistema nervoso. Questi disturbi o malattie funzionali spariscono relativamente presto non appena cessa l’apporto di tossine alimentari; sono facilmente reversibili. Però riappaiono ogni volta che il tasso di tossiemia oltrepassa di nuovo la soglia critica, sotto l’effetto sia di una nuova “intossicazione” alimentare (eccezioni!), sia di una “detossinazione”, il che rimette in circolazione le tossine accumulate anteriormente. Il ritorno di vecchi sintomi di questo tipo permetterà dunque di diagnosticare un processo di “detossinazione”, amenochè non ci sia un alimento difettoso sul tavolo.

28. Al di là di certe soglie, l’accumulazione di tossine potrà indurre la degenerazione di diverse strutture: i vacuoli cellulari invaderanno tutta la cellula ed inibiranno i processi vitali; si formeranno dei calcoli per precipitazione di materie eccessivamente concentrate negli umori, i tessuti presentano delle infiltrazioni adipose o calcaree, la dentina potrà prendere un colore scuro

15

Page 16: l'Alimentazione Originaria

dovuto alle materie apportate dal sangue e diffusesi a partire dalla radice, la trabecolazione ossea sarà anormale, il collageno si infiltrerà di proteine trasversali che altereranno la morbidezza dei tessuti, ecc.. A questi disturbi, molto meno reversibili dei precedenti si aggiungano ancora le degenerazioni dovute alle malattie auto-immuni.

29. L’organismo dispone di una specie di sistema poliziesco destinato a riconoscere e distruggere (alcuni dei quali sono capaci di fabbricare gli anticorpi), e le proteine specializzate nel lavoro di nettezza, il complemento. Anche questo sistema, indispensabile al mantenimento dell’integrità dell’organismo, è adatto geneticamente agli elementi estranei che poteva fornire l’ambiente originario. Non è dunque necessariamente capace di reagire correttamente ne davanti a molecole non originarie, che in parte, potranno cumularsi senza essere disturbate, ne contro cellule cancerose non previste nel suo programma (per esempio cellule cancerizzate dalla penetrazione di una molecola non originaria nel nucleo).

30. Quando il sistema immunologico è stimolato troppo regolarmente da una molecola estranea, si “mette in sciopero”: in tale stato di tolleranza immunologica, l’organismo si lascerà invadere da questo tipo di molecole, che mineranno il terreno in profondità, si introdurranno nelle cellule, si fisseranno sulle membrane, ecc.. Se appare allora per caso una cellula cancerosa, può accadere che le molecole della membrana, che dovrebbero essere riconosciute dal sistema immunologico, entrino a far parte della classe delle molecole “tollerate”, così che la cellula non sarà ne riconosciuta ne distrutta e darà nascita ad un tumore. Per evitare il processo, bisogna che il sistema immunologico esca di tolleranza, cosa che necessita, in particolare, la cessazione di ogni apporto di queste molecole estranee per via alimentare. Però, le altre cellule del corpo segnate con le stesse molecole saranno ugualmente riconosciute come estranee e distrutte, da cui un rapido dimagrimento.

31. Certi virus sembrano incaricati di programmare lo smontaggio o il rinnovamento delle cellule che appartengono a diversi organi particolarmente soggetti ad alterazione (guaina di mielina, calotte articolari,reni, ecc.). Quando queste cellule sono invase da molecole estranee, il sistema immunologico incaricato di “smontarlo” accelerare il suo lavoro, al punto che il processo di cicatrizzazione, che normalmente riesce a sostituire le cellule che sono smontate, non potrà più seguire questo ritmo, soprattutto se l’ attività virale è amplificata da un apporto supplementare di molecole per via alimentare. Ne risulterà un’ apparente auto distruzione, che potrà stabilizzarsi non appena si ritornerà ad un’alimentazione originaria, per fare posto ad una lenta cicatrizzazione. E’ quel che si osserva con le malattie auto-immuni, come la sclerosi a placche, la poliartrite reumatoide, il lupus critomatoso disseminato, ecc.

32. Questa stessa teoria (detta delle tolleranze incrociate) permette ugualmente di spiegare le allergie: quando i tessuti avranno lasciato accumulare molecole estranee di origine alimentare, basterà un fattore apparentemente minimo (granulo di polline, polvere, farmaco, ecc.) per provocare un’uscita di tolleranza più o meno estesa, che si tradurrà con un’infiammazione sproporzionata. Si capisce così come la “detossinazione” che accompagna l’alimentazione originaria permette di guarire le allergie più diverse (l’allergia ai pollini di graminacee sparisce non

16

Page 17: l'Alimentazione Originaria

appena saranno eliminate le tossine apportate con il consumo anteriore di grano cotto sotto forma di pane, pasta, ecc.).

33. Molecole anormali presenti nel sangue possono disturbare il funzionamento dei neuroni e delle sinapsi, sia inibendole, sia aumentando la loro eccitabilità. Gli influssi nervosi, anormalmente amplificati, potranno causare stati d’autoeccitazione o “attaccamento”, modificando l’equilibrio psichico in tutte le sue componenti ed a tutti i livelli secondo i casi, dalla semplice tendenza ossessiva alla schizofrenia: si osserva, infatti, con l’alimentazione istintiva, una decrescenza progressiva del livello di angoscia, di stress, di aggressività, ed anche la sparizione dell’insonnia, dei sogni agitati, dei tic, ecc.. L’istinto sessuale, in particolare, non più inquinato da alcuna eccitazione endogena tende a riprendere spontaneamente la sua funzione originaria, che sembra concernere quel che gli antichi chiamavano erotismo sacro e porta riconsiderare l’insieme della psicanalisi (teoria della meta psicanalisi).

34. La salute non si definirà più come l’assenza di malattie, ma al contrario, come la capacità dell’organismo di agire contro le materie estranee con la presenza di malattie utili, tanto quanto durerà la “detossinazione”. Grazie alla regolazione istintiva delle reazioni alimentari, i segni osservabili dall’esterno restano generalmente minimi (il silenzio degli organi!) o perlomeno senza gravità. Nelle condizioni alimentari tradizionali la tendenza infiammatoria fa apparire i sintomi abituali, cosi che l’assenza di disturbi visibili rivela piuttosto l’assenza di reattività (tolleranza immunologica) e dunque una cattiva salute. Riassumendo, l’assenza di sintomi sarà l’indice sia di un’assenza di “intossinazione”, sia di un’assenza di “detossinazione”. La salute sarà la capacità dell’organismo di mantenere o di ristabilire la sua integrità (codice genetico normale + strutture molecolari normali).

35. L’esperienza mostra che la “detossinazione” si effettua con una velocità paria a quella dell’”intossinazione”, per onde successive che corrispondono alle uscite dei settori di tolleranza indotti dalle diverse classi di tossine, con più intensità generalmente all’inizio (necessita di una buona impostazione). Il miglioramento dello stato generale e la guarigione delle malattie comincia appena il tasso di ”intossinazione” passa sotto la soglia critica, tanto più rapidamente quanto più la malattia è recente. Così, le malattie vere guariscono relativamente presto, mentre i disturbi e le malattie utili si manifestano (in forma semplificata se l’equilibrio alimentare è corretto) fino alla scomparsa delle materie estranee. È

36. È difficile stimare quale dovrebbe essere la longevità originaria dell’uomo, vista l’universalità del fenomeno culinario. La “intossinazione” è certamente responsabile di un invecchiamento patologico che si sovrappone all’invecchiamento programmato geneticamente. Il sistema immunologico investe le cellule troppo “intossinate” e da luogo a microinfiammazioni che aggravano ancora di più la tendenza infiammatoria aumentata dagli squilibri e dalle tossine dell’alimentazione. Assunta negli organi appaiono “buchi” che cellule cicatrizzanti non specializzate riempiono in tal modo che le cellule funzionali vicine sono ancora più stimolate, portando ad un’evoluzione accelerata verso l’insufficienza renale, epatica, cardiovascolare, cerebrale, ecc. (teoria auto-immune dell’invecchiamento). Dalla fine dell’”intossicazione” culinaria,

17

Page 18: l'Alimentazione Originaria

il calo della tendenza infiammatoria blocca questo processo; cellule funzionali si sostituiscono progressivamente a cellule cicatrizzanti (almeno in parte): si produce un ringiovanimento, che si osserva, per esempio, nelle persone anziane che praticano l’istinto-terapia da un certo tempo.

37. Una perdita di peso può significare sia la scomparsa di materie estranee, sia la perdita di materie utili (riserve, cellule lisate, disidratazione). Il passaggio all’istinto-terapia porta generalmente a un calo di peso dovuto in parte alla diminuzione della ritenzione di acqua, causata dal sale da cucina (circa un chilo), e alla scomparsa di sostanze indesiderabili, accumulate sotto l’effetto di tolleranze indotte dall’apporto di molecole in adattate. Non bisogna confondere un simile dimagrimento “voluto” dall’organismo con un dimagrimento patologico provocato dalla denutrizione, da un disturbo metabolico, o da un processo auto-immune che sfugge al controllo genetico. Paradossalmente, la “detossinazione” può accompagnarsi talvolta ad un aumento di peso,sia che l’eliminazione delle tossine si trovi frenata, per esempio,dalla presenza di sostanze estranee eccessivamente concentrate nell’intestino (eccezioni alimentari, stitichezza,detossinazione cellulare troppo rapida ), sia che le tossine in via di eliminazione siano troppo pericolose per il resto dell’organismo (in particolare per il sistema nervoso), nel qual caso potranno essere immagazzinate nelle masse adipose. Può dunque essere sconsigliato forzare il dimagrimento con mezzi violenti (sauna, massaggi, sforzi eccessivi). Alla perdita di peso iniziale succede una ricostruzione della muscolatura ed una stabilizzazione su un peso normale (linea giovanile).

38. Diversi fattori possono stimolare la “detossinazione”,e fare apparire i sintomi corrispondenti : il raffreddamento accelera la termogenesi e mobilita le materie immagazzinate (da cui il catarro delle mucose ); il riscaldamento prolungato accelera gli scambi e provoca la liberazione di certe tossine ; il grande sforzo, gli choc, il riposo prolungato, la mancanza di sonno, ugualmente ; il consumo di un alimento nuovo, come il fatto di forzare l’arresto istintivo con un alimento che risponde particolarmente bene ai bisogni dell’organismo, potranno scatenare un rigetto delle cellule di materie indesiderabili immagazzinate precedentemente, che saranno sostituite dalle molecole adeguate portate dal sangue (legge di scambio ) ; l’esposizione al sole produrrà un infiammazione della pelle e una liberazione delle tossine accumulate nei grassi sottocutanei (dopo un tempo sufficiente di alimentazione originaria, i colpi di sole non provocheranno più ne bruciature, ne le classiche bolle). In ognuno di questi casi l’ondata di “detossinazione” si tradurrà con leggeri malesseri (traspirazione, nausea, sete, ecc.) e potrà scatenare un’ uscita di tolleranza riconoscibile da un cambiamento prolungato dello spettro alimentare (gusti e disgusti) ed anche dell’odore delle materie eliminate (feci, urina, fiato, pelle, ecc.).

39. Una sostanza alimentare può essere assimilata solo se tutte le sostanze che sono necessarie al suo metabolismo sono preseti nell’organismo (legge del minimo). Una proteina vegetale, per esempio, non può sostituirsi ad una proteina animale, perché non contiene abbastanza lisina, uno degli otto aminoacidi indispensabili. L’osservazione dei meccanismi alliestetici sembra infatti confermare l’impossibilità del vegetarismo integrale, ed anche la necessità di ricorrere a sorgenti di proteine sufficientemente varie (uova, frutti di mare, differenti specie di carne e di pesce), almeno per ottenere un optimum terapeutico. Sembra anche che gli aminoacidi non siano i soli in

18

Page 19: l'Alimentazione Originaria

causa e che il problema delle complementarità sia molto più complesso di quanto non lasci pensare la dietetica attuale. C’è da notare che con la cottura questo problema è molto meno apparente: infatti le molecole alimentari, parzialmente smontate dall’agitazione termica, possono “saltare” tappe di metabolismo. È dunque importante variare la scelta disponibile per quanto possibile.

40. Dopo un periodo di istinto terapia stretta, il fatto di mettere la mucosa boccale a contatto di un alimento non originario (masticando qualche istante) o di assorbirne una certa quantità, può scatenare un uscita di tolleranza, sensibilizzando il sistema immunologico dall’esterno. Infatti si possono osservare delle reazioni assai importanti dopo tali stimolazioni (indolenzimento, febbri, odori particolari, ecc.), salvatrici, in caso di malattie neoplastiche, per esempio.

CONSIGLI PRATICI

Perché riesca il passaggio all’istinto-terapia, se è possibile bisogna:

1. Prepararsi psicologicamente a prendere coscienza del problema fondamentale dell’inadattamento genetico all’alimentazione originaria.

19

Page 20: l'Alimentazione Originaria

2. Preparare ugualmente le persone dell’ambiente quotidiano, comunicando preferibilmente un esperimento limitato nel tempo, e facendo attenzione a non colpevolizzare nessuno in relazione alla propria alimentazione.

3. Scegliere in anticipo un giorno per il grande salto.4. Il giorno prima, svuotare gli armadi delle provviste, bomboniere, scatole di biscotti ecc.5. Passare all’alimentazione originaria senza transizione (i passaggi progressivi falliscono in

seguito a squilibri, mancanza di piacere e instabilità della “detossinazione”).6. Fare attenzione alla qualità dell’approvvigionamento: un solo alimento denaturato, anche

indirettamente (carne, uova, ecc.), compromette tutto.7. Prepararsi a resistere alle tentazioni, ogni eccezione fa aumentare il sentimento iniziale di

frustrazione (sovraccarico + perturbazione metabolica = calo del piacere), e può compromettere la “detossinazione”.

8. In caso di reazione intensa dell’organismo, restare nella “fase luminosa” del gusto, non forzare l’arresto istintivo, assicurarsi una scelta sufficiente di verdure (prezzemolo, cavolo, patata, hanno un effetto antinfiammatorio). Attenzione ai prodotti del commercio denaturati dal calore.

9. Non dimenticare di provare la cassia una volta al giorno (o ogni volta che il livello di reazione chiede di essere abbassato), preferibilmente la sera prima di coricarsi (sempre lontano dai pasti). In caso di diarrea, provare la carruba (nel corso dei pasti).

10. Prevedere un periodo d’iniziazione di due o tre settimane (che comprenda un corso d’introduzione di due giorni e seminari giornalieri) in un centro di formazione abilitato, poi farsi seguire regolarmente da un medico ben informato sull’istinto-terapia (diplomato in naturoterapia). Per mantenere un equilibrio corretto, l’esperienza dimostra che bisogna rispettare i punti seguenti.

11. Assicurarsi una scelta sufficiente (tanto più larga quanto più grande è l’urgenza terapeutica) di alimenti conformi alle norme dell’istinto-terapia. Attenzione: la carne, le uova, la frutta essiccata, certi oleaginosi o semi, le olive, il miele, il polline, sono sempre denaturati dal commercio.

12. Prendere solo due pasti al giorno, a mezzogiorno e alle sei, circa. Il pasto di mezzogiorno potrà comportare due sequenze:

- frutti freschi,- frutti essiccati o semi oleaginosi.

Il pasto della sera potrà comportare tre sequenze:- Proteine animali o semi oleaginosi o cereali germogliati,- Ortaggi,- Una specie di frutta o miele o frutti essiccati.

13. Annusare uno dopo l’altro ogni alimento della prima sequenza. Rischiarire la superficie degli alimenti di cui l’odore non è percettibile, farvi una tacca o riscaldarli con il soffio (eventualmente assaggiare senza ingoiare); rifare il giro di quelli che sono sembrati più attraenti fino a che uno di loro prende il soppravvento.

14. Mangiare l’alimento scelto fino all’arresto istintivo. Fermarsi ai primi segni di cambiamento del gusto (fase luminosa – fase gradevole) se si desidera evitare o frenare le reazioni di

20

Page 21: l'Alimentazione Originaria

detossinazione; per attivare o scatenare una reazione di detossinazione, si potrà forzare leggermente (fase sgradevole – fase dolorosa). Una sensazione di disgusto annuncia generalmente una “uscita di tolleranza”, e permette di modulare la stimolazione del sistema immunologico (da evitare in caso di malattia auto-immune).

15. Scegliere inseguito nello stesso modo un secondo alimento e consumarlo fino all’arresto istintivo, eventualmente un terzo (con le proteine animali, limitarsi preferibilmente al primo ), poi passare alla seconda sequenza, ecc. fermarsi appena appare una sensazione di pienezza ( rotondità, calore; ogni supplemento non farebbe altro che sovraccaricare la digestione ed indurre uno squilibrio metabolico.

16. Se non si trova niente di buono in una sequenza, passare subito alla seguente. Non è necessario mangiare ogni giorno miele, per esempio, o proteine animali. Se non si trova nessun alimento buono nell’ insieme delle sequenze, digiunare fino al pasto seguente: è talvolta salutare lasciare il tubo digestivo in riposo. Se niente sembra buono per parecchi giorni, non allarmatevi inutilmente: l’organismo ha probabilmente bisogno di un digiuno prolungato (digiuno istintivo). Non dimenticare né l’ acqua né la cassia. Aspettare che un’ attrazione olfattiva indichi quando o con quale alimento smettere il digiuno.

17. Se non si trova niente di particolarmente buono e ne risulta una sensazione di frustrazione (organica e non psicologica), valutare che non manchi un alimento nella scelta disponibile. Non fidarsi delle idee preconcette contro tale o tale prodotto (carne, frutti esotici, ecc.). Fare attenzione che nessuno alimento denaturato per disattenzione su tavolo.

18. Non portare mai in bocca un nuovo0 alimento troppo presto dopo il precedente, per evitare ogni sovrapposizione di gusto. Evitare che un alimento sia contaminato dal succo di un altro (asciugare il coltello). Masticare senza precipitazione e aspettare che il riflesso di deglutizione si manifesti per ingoiare. Non sforzatevi a masticare più del necessario.

19. Non mangiate niente fra i pasti ,perché non farebbe che complicare la digestione e portare alla bulimia. Non prendere niente per la colazione la mattina per non interrompere la “detossinazione” notturna che può dunque prolungarsi fino al pasto di mezzogiorno. Il vuoto allo stomaco e un segno di “detossinazione” intensa e non deve essere confuso con la fame, che si manifesta principalmente con l’odorato.

20. Non confondere la fame e la sete. Ad ogni sensazione d’insoddisfazione tra i pasti , provare a bere acqua. Avere parecchie acque minerali a disposizione, di composizioni differenti, e scegliere ogni volta la migliore. Bere allora fino all’arresto istintivo (gusto spiacevole e deglutinazione difficile). Non bere l’acqua al cloro del rubinetto.

21. Lavare gli alimenti solo in caso di necessità, con acqua non clorata per le parti sottili o fragili. Non mettere mai a mollo i frutti essiccati.

22. Non mangiare mai “a casaccio” ne secondo un’idea o il ricordo che può avere di un alimento. L ‘ alliestesia olfattiva e gustativa è la sola capace ad indicare esattamente e nel tempo i bisogni reali, i dosaggi corretti (talvolta minimi, talvolta enormi), le associazioni inadeguate, ecc.

23. La cassia svolge un ruolo essenziale per la facilitazione e la regolazione dei processi di “detossinazione”. Agisce principalmente a due livelli : attiva l’eliminazione intestinale , permettendo una migliore eliminazione delle tossine del sangue nelle feci; facilita

21

Page 22: l'Alimentazione Originaria

l’eliminazione cellulare, con un’ azione diretta sulla permeabilità della membrana. Se si desidera beneficiare di una buona eliminazione generale limitando il catarro intestinale, non bisognerà diminuire le dosi di cassia,ma provare la carruba nel corso dei pasti (sequenza dei frutti secchi)

24. Si possono distinguere la” reazione di sostentamento” e le reazioni di” eliminazione”: la prima corrisponde all’apporto energetico e ai materiali necessari per mantenere l’organismo nello “stati quo”,( la quantità minima di calorie è più debole che con l’eliminazione ordinaria grazie al miglior rendimento metabolico; la seconda corrisponde a quantità apparentemente smisurate l’effetto delle quali e di provocare il rifiuto delle sostanze inappropriate, accumulate dalle cellule ( bulimia istintiva). Si stimolerà dunque la “detossinazione” ( e probabilmente paradossalmente il dimagrimento) mangiando molto, all’inverso di ciò che succede con l’alimentazione ordinaria.

25. I frutti sono selezionati per essere mangiati crudi, mentre per le verdure lo sono state per essere mangiate cotte perciò, i primi sono relativamente troppo buoni, e i secondi troppo forti allo stato naturale. Questo induce un equilibrio nel funzionamento dell’intestino, che si potrà correggere mangiando una massima quantità di verdure ( fino alla fase sgradevole ) ed una minima quantità di frutta (fino alla fase gradevole).

CASSIA : alimento tratto dall’omonimo arbusto (gonero papilionacee) di effetto lassativo, depurativo e drenante delle tossine.

N.B. : queste note di corso sono solo un promemoria e non sarebbero sufficienti per garantire una pratica corretta dell’istinto-terapia. Da quel che mostrano le percentuali di fallimento si consiglia un periodo di iniziazione che comprenda un corso introduttivo di due giorni e uno stage pratico di tre settimane circa, in un centro specializzato.

CRITERI D’EQUILIBRIO

Un’alimentazione adattata ai dati genetici dell’organismo umano svolgerà un ruolo favorevole per ogni organo ed ogni funzione. Si constaterà infatti un cambiamento più o meno rapido nei diversi settori della salute, in particolare:

1. Benessere generale, buon umore, rilassamento nervoso.

22

Page 23: l'Alimentazione Originaria

2. Assenza di ogni disturbo digestivo, scomparsa del vuoto allo stomaco, nausea, pesantezza, acidità, mal di mare, ecc.

3. Assenza di traspirazione, essudati, seborrea, capelli grassi, ecc.4. Pochi odori corporali (fiato, ascelle, piedi, sesso, feci, ecc.).5. Evacuazioni facili (una o due volte al giorno), feci ben tornite, non sporcanti.6. Sonno profondo e facile, risveglio leggero.7. Crisi di “detossinazione” silenziose o facilmente sopportabili.8. Piacere intenso ai pasti, assenza di sentimento di frustrazione.9. Sete moderata, gusto gradevole dell’acqua.10. Resistenza allo sforzo fisico ed intellettuale.11. Scomparsa del nervosismo, dello stress, delle angosce, dell’irritabilità, della

timidezza,della paura, della vertigine, dei sogni disordinati, ecc.12. Normalizzazione delle funzioni sessuali e delle mestruazioni.13. Diminuzione delle emorragie, delle ecchimosi (lividi), degli ematomi sub inguinali, delle

emorroidi, delle varici, ecc.14. Normalizzazione dei processi infiammatori, scomparsa delle emicranie, angine dolori

dentari, sinusite, colpi di sole, ecc.15. Resistenza alle infezioni (disinfettanti ed antibiotici superflui).16. Scomparsa delle allergie, raffreddore da fieno, orticaria, eczema, asma, ecc.17. Resistenza ai parassiti o eliminazione rapida (ascari, ossiuri, tenia, amibi, toxoplasmi,

malaria, ecc.).18. Trasmissione virale facile, ma controllo spontaneo delle reazioni (assenza quasi totale

dei sintomi ordinari, forma leggera o silenziosa).19. Miglioramento della pelle, scomparsa degli eccedenti di corna, screpolature, calli, peli

eccessivi, ecc.20. Scomparsa del sudore dalle mani o dai piedi.21. Scomparsa della freddolosità, mani e piedi freddi, ecc.22. Miglioramento della chiarezza intellettuale (rapidità, concentrazione, memoria, riflessi,

sensibilità, intuizione).23. Miglioramento o guarigione spontanea di molte malattie, comprese le malattie

neoplastiche ed auto-immuni.

SE SI VUOLE METTERE IN PRATICA

Rimettere in funzione l’istinto alimentare non è un’operazione così semplice come si potrebbe credere: è necessaria molta intelligenza per sfuggire alle trappole

23

Page 24: l'Alimentazione Originaria

dell’intelligenza! E’ indispensabile una solida informazione teorica e pratica se si vogliono evitare gli ostacoli e le perdite di tempo di chi parte da solo.

Anche i pionieri dell’istintoterapia hanno dovuto sperimentare per anni prima di mettere a punto questa pratica. Comunque troverete nelle pagine seguenti qualche regola che vi basterà – se tutto va bene – per tentare una prima esperienza da tre a cinque giorni, che – per cominciare- vi sarà molto utile sul piano digestivo.

PROGRAMMA RAPIDO IN 25 PUNTI:

Primo giorno

1. Comprate una scelta di prodotti freschi: da cinque a sei varietà di frutta, da cinque a sei tipi di ortaggi, di noci, noccioline, mandorle, noci di cocco, un barattolo di miele (non riscaldato) e bastione di cassia.

2. Non fate colazione, bevete semplicemente dell’acqua minerale che vi sia gradevole.

3. A mezzogiorno disponete la frutta un una o due ceste che metterete in tavola per la prima scelta.

4. Annusate uno per volta un frutto di ogni varietà fino a sentire una netta preferenza.

5. Mordete allora il frutto preferito e mangiatene fino a che il suo gusto cambi o intervenga un fastidio qualsiasi: pizzicore, sapore aspro, acido, amaro, acre, astringente, nausea, ecc. (non fermatevi alla fine di un frutto, non sforzatevi di finirlo).

6. Scegliete eventualmente un secondo frutto come avete fatto in 4 e 5, ed andate ugualmente all’arresto istintivo.

7. Potete ancora ricominciare l’operazione con una terza varietà di frutta (se possiamo no di più). Fermatevi comunque quando non c’è più nulla d’odore piacevole, oppure quando sentite una sensazione di pienezza.

8. Togliete i cesti di frutta e mettete i semi oleosi davanti a voi. Se non percepite il loro odore, provate un seme di ogni varietà, e buttatevi su quello che vi sarà sembrato più delizioso (fino all’arresto istintivo). Se tutti vi sembrano secchi o insipidi, non sforzatevi!

9. Aprite il vostro barattolo di miele: se libera un profumo delizioso, prendetene qualche cucchiaiata; normalmente, fino a non risentirvi più alcun “bouquet” (fermatevi quando vi sembra soltanto dolce, oppure leggermente bruciante).

10. Se tutto è andato bene non risentirete della digestione. Se – per caso – avete una reazione di disintossicazione (emicrania, nausea), succhiate qualche

24

Page 25: l'Alimentazione Originaria

rondella di cassia (senza forzare l’arresto istintivo: leggero pizzicore o riscaldamento della lingua).

11. Il pomeriggio bevete tutta l’acqua che gradite.12. La sera mettete gli ortaggi in un cesto nel modo più appetitoso possibile.13. Scegliete un primo ortaggio come in 4 e 5 e mangiatene fino ad arresto

istintivo (gusto o consistenza sgradevole, ecc.).14. Ricominciate tutta l’operazione per un secondo ortaggio, poi eventualmente

per un terzo.15. Sostituite gli ortaggi con i vostri cesti di frutta e scegliete (sempre come in 4)

una varietà di frutta, fermatevi al cambiamento del gusto. Se nessun frutto profuma veramente saltate alla tappa seguente.

16. Provate ancora con gli oleosi e il miele come in 8 e in 9. Ma soprattutto, non sforzatevi di assumere alcun alimento per paura di non mangiare abbastanza; non fermatevi neppure per paura di mangiare troppo.

17. La sera prima di coricarvi, succhiate da 4 a 5 rondelle di cassia.

Secondo giorno

18. L’indomani, tornate dal vostro fruttivendolo per completare i prodotti mancanti o per rifornirvi in base alla scelta fatta. Procuratevi eventualmente un uovo (di campagna se non conoscete un pollaio di allevamento biologico), qualche tipo di mollusco e qualche pesce (sarete forse già sorpresi dell’effetto che vi faranno).

19. A mezzogiorno provvedete come per il primo giorno.20. La sera cominciate con una sequenza di proteine animali. Per scoprire quel

che vi si adatta meglio, annusate i frutti di mare; se nessuno vi attira, gustate il tuorlo dell’uovo (sputate se non è gradevole). Potete gustare l’albume, se vi è gradevole (ma separatamente). Non forzate, soprattutto, con nessuna di queste proteine animali, fermatevi al primo segno negativo (gusto insipido, pastoso, leggera nausea, ecc.).

21. Continuate la cena come da 12 a 16.22. Quando vi coricate, aumentate la dose di cassia ( a meno che l’intestino non

sia già iperattivo, ma non forzate il leggero pizzicore della lingua o della gola che vi indicherà la dose limite).

Terzo giorno

25

Page 26: l'Alimentazione Originaria

23. Procedete come per questo secondo giorno; se trovate una carne adatta dal vostro macellaio (problema dei più spinosi) aggiungetela alla sera, alla scelta di proteine. La stessa cosa eventualmente i giorni quarto e quinto, ma non andate più in là, altrimenti rischiereste di sbloccare reazioni di disintossicazione che necessitano una regolazione più precisa.

24. Per riprendere l’alimentazione cosiddetta normale, procedete con dolcezza, non fatevi la mangiata del secolo per recuperare i giorni magri!!!

25. In caso di difficoltà (sempre dovuta a un errore) contattate il medico, o meglio, un medico che conosca l’istinto terapia. Per rassicurarvi sappiate che su migliaia di casi che abbiamo seguito, non ci sono mai state maggiori difficoltà alla partenza. Comunque, bisogna aggiungere che tutti i principianti hanno avuto fino ad oggi il “battesimo del crudo” in un ambiente adeguato con i consigli necessari e gli alimenti di qualità richiesta. Le partenze in fretta e furia non hanno mai dato buoni risultati a lungo termine, almeno a nostra conoscenza.

INFORMAZIONI

Partecipate dunque ad una nuova esperienza, che non vi darà che un idea molto insufficiente del piacere che si può provare nell’alimentazione originaria, ma che segnerà comunque la vostra traiettoria gastronomica di un puntino d’inflessione verso un’alimentazione più sana....

26

Page 27: l'Alimentazione Originaria

Il paragrafo, se si vuole mettere in pratica, è tratto dal libro di Guy-Claude Burger: “La guerre du cru”, R. Faloci Editeur, Paris, 1985 (di cui si attende l’edizione italiana).

L’unica pubblicazione in italiano di G. C. Burger è : Burger Dehautval, “L’istinto terapia la micro terapia” Manca Editore, Genova.

La traduzione delle “note Teoriche” è stata curata da M.me Elisa Rucci.

QUALCHE PAROLA SUL CREATORE DEL METODO

Niente è più difficile che liberarsi delle idee preconcette e dei molteplici condizionamenti che costituiscono ciò che si chiama una cultura. Questa provocazione fondamentale, Guy-Claude Burger ha osato farla nel campo tabù dell’arte culinaria. Nato nel 1934, laureato in scienze fisiche e matematiche, violoncellista virtuoso,

27

Page 28: l'Alimentazione Originaria

premiato al concorso di esecuzione musicale di Ginevra abbandona a 26 anni la carriera internazionale che gli si offre per dedicarsi al problema della alimentazione e della malattia.

La realtà è che nel frattempo, è stato colpito da un cancro (un sarcoma linfoblastico della faringe) che gli lascia tenui speranze di sopravvivenza. Giovane padre di famiglia, Guy Claude Burger non si da per vinto: decide di mettere tutto in opera durante gli anni che gli restano da vivere per scoprire la causa delle malattie e delle sofferenze che si rifiuta di considerare come facenti parte della condizione umana. Seguito dalla moglie e dai suoi bambini, e noi, da un numero crescente di persone interessate alle sue idee, tenta allora un esperienza alimentare rivoluzionaria: il ritorno agli alimenti quali ci da la natura, evitando ogni artificio proprio dell’intelligenza umana. Per molto tempo sconosciuto, come tutti i ricercatori d’avanguardia, Guy-Claude Burger gode oggi di una reputazione internazionale. Stabilitosi in Francia da qualche anno dirige il Centro Internazionale d’istinto terapia del Castello di Montramè, dove dà corsi teorici e pratici d’istinto terapia ed anche dei seminari di meta psicanalisi.

Professore incaricato di anopsologia alla facoltà di Parigi, poi alla Sorbonne, alla facoltà di Lille, ecc., chiamato in molti congressi di medicina naturale, è l’autore di un primo libro clamoroso: “La guerra del crudo”, pubblicato nel 1985 dalla casa editrice Roger Faloci.

Da qualche anno, l’istinto terapia conosce un successo crescente nel mondo. È praticata negli Stati Uniti, in Canada, in Messico, nelle Antille, in Nuova Caledonia, in Giappone e nella maggior parte dei paesi Europei.

28