of 62 /62
L’ACQUA NELL’ARTE – AREA DI ORIENTAMENTO DELLA CLASSE 2D – ANNO SCOLASTICO 2010-2011 LICEO SCIENTIFICO TECNOLOGICO “GALILEO GALILEI” BOLZANO ____________________________________________________ Brochure elaborata dagli alunni della classe 2D Supervisione del progetto dell’insegnante di Italiano prof.ssa Antonella Stoppari

L'acqua nell'arte

Embed Size (px)

DESCRIPTION

AREA DI ORIENTAMENTO DELLA CLASSE 2D ANNO SCOLASTICO 2010-2011 LICEO SCIENTIFICO TECNOLOGICO “GALILEO GALILEI” BOLZANO

Text of L'acqua nell'arte

  • LACQUA NELLARTE AREA DI ORIENTAMENTO DELLA CLASSE 2D

    ANNO SCOLASTICO 2010-2011

    LICEO SCIENTIFICO TECNOLOGICO GALILEO GALILEI

    BOLZANO

    ____________________________________________________

    Brochure elaborata dagli alunni della classe 2D Supervisione del progetto dellinsegnante di Italiano prof.ssa Antonella Stoppari

  • 2

    LIMPORTANZA DELLACQUA

    Il tema dell'acqua nell'arte molto affascinante, ma anche complesso. L'acqua l'elemento essenziale alla vita e

    quindi da sempre, fin da quando l'uomo ha cominciato a rappresentare il mondo attraverso l'arte, l'acqua stata

    una protagonista delle sue immagini. Dai graffiti rupestri dove si rappresentavano i luoghi, in cui l'acqua era

    presente, fino alle sculture contemporanee in cui l'acqua la materia che si "modella" per creare la scultura

    stessa.

    L'acqua, per, oltre ad essere fondamentale per sopravvivere, assume molti significati nelle rappresentazioni

    artistiche degli uomini. L'acqua diventa simbolo di molti concetti che piano piano l'umanit ha formulato nei

    secoli. Ad esempio, una delle prime idee che vengono associate all'acqua proprio "la vita": l'acqua come fonte

    di vita. Quindi in molti quadri l'acqua rappresentata come sorgente di vita e fertilit.

    GLI STATI DELLACQUA

    Circa il 70% del nostro Pianeta ricoperto d'acqua.

    L'acqua l'unica sostanza che si trova in natura, a temperatura ambiente, contemporaneamente nei tre stati di aggregazione: solido, liquido e gassoso. L'acqua allo stato solido si trova sotto forma di ghiaccio, neve, grandine, brina. Nello stato solido le particelle sono molto vicine le une alle altre, non sono libere di muoversi e di spostarsi e sono disposte secondo un perfetto ordine geometrico.

  • 3

    L'acqua allo stato liquido si trova sotto forma di pioggia e rugiada, ma soprattutto forma fiumi, mari e oceani, che ricoprono appunto la parte prevalente della superficie terrestre.

    Nello stato liquido le particelle possono spostarsi, ma entro certi limiti: se una particella si sposta il suo posto viene subito preso da un'altra.

    L'acqua allo stato gassoso si trova nell'atmosfera sotto forma di nebbia, vapore acqueo, nuvole.

    Nello stato gassoso le particelle possono muoversi liberamente, perch non formano legami chimici tra loro.

    Lo studio scientifico condotto su tale elemento basilare per la nostra stessa esistenza, e che da sempre ha

    affascinato i pi svariati artisti ed esponenti della cultura mondiale, ci ha suggerito il tema della nostro Progetto

    di orientamento. Il nostro percorso attraverser le tappe pi significative della Storia dellArte, non solo italiana,

    nel tentativo di fissare attraverso le immagini i modi pi suggestivi in cui lacqua nei suoi diversi stati abbia

    ispirato pittori, scultori, fotografi del panorama mondiale della cultura.

    Un progetto artistico, il nostro, per

    meditare sullacqua come

    patrimonio dellumanit; lacqua

    come un bene, una risorsa, un

    problema che pu generare

    conflitti.

    Unazione artistica che vuole

    sensibilizzare il pubblico: un muro

    simbolico per mostrarci lincubo di

    chi lacqua non pu godere

    dellacqua come bene comune, per

    soprusi o per colpa delluomo che

    blocca il fluire naturale dei fiumi.

  • 4

    L'acqua nell'arte allo stato liquido

    Nel mondo antico, non solo in quello indoeuropeo, ogni cosa era

    abitata da presenze divine e in primo luogo l'acqua, fonte di vita per

    eccellenza. Per gli Ebrei il mondo ebbe origine nell'attimo in cui Dio

    separ le acque inferiori da quelle superiori; prima di tale atto

    creativo "lo spirito di Dio aleggiava sulle acque". Per Ismaele "la terra

    stessa posa sulle acque e le acque sulle nubi".

    Per i cristiani l'acqua assurge a simbolo di purificazione e nuova vita,

    come si pu notare nel battesimo. Eredita, cos, simboli presenti non

    solo nel Vecchio testamento ma anche nei culti pagani. Nel Corano si

    legge: "Abbiamo separato il cielo dalle terre e per mezzo dell'acqua

    abbiamo fatto scaturire ogni forma vivente". Per gli Egizi la fonte di

    ogni vita il Nilo, venerato come sorgente del mondo. Fu

    personificato nel dio Hapi, rappresentato come un uomo grasso dai

    grandi seni e con una corona di piante di papiro, simbolo di fertilit.

    Per i Sumeri e gli Assiro-Babilonesi vari dei presiedono alle acque:

    Apsu (dio sumero delle acque dolci), Nun (personificazione

    dell'acqua), Ea (dio dell'acqua per gli Assiro-Babilonesi.

    Presso gli egizi, inoltre, l'acqua

    sinonimo di due grandi

    entit: il Nilo, l'acqua delle

    inondazioni, e il Nun, l'acqua

    della vita. Il Nun infatti era

    l'oceano primordiale da cui

    erano nate tutte le forme di

    vita.

    Secondo la mitologia greca,

    tutte le acque, salate o dolci,

    discendevano da Oceano, figlio

    maggiore di Urano e Gea, e

    appartenevano ad un unico

    sistema di acque sotterranee.

    La cosmogonia pi antica,

    testimoniata da Omero, vedeva

    in Oceano un grande fiume che circondava la

    Terra e dava origine a tutti i corsi d'acqua. In

    epoca post-omerica, con i primi viaggi oltre

    le colonne d'Ercole, Oceano fu visto come

    grande mare universale.

    Afrodite che emerge dal mare (dal Trono Ludovisi ). L'opera datata al V secolo a.C., tra il 460 e il 450 a.C. L'interpretazione pi accreditata ritiene che essa rappresenti la nascita di Venere (Afrodite) dalla spuma del mare a Cipro. Ancora Afrodite

  • 5

    in questo dipinto murale di Pompei, che si crede basato sulla Venere Anadiomene di Apelle, trasportata a Roma in et imperiale, dallo Imperatore Augusto.

    La divinit

    acquatica

    fondamentale,

    tuttavia,

    Poseidone,

    presente gi

    presso i Micenei.

    Oltre a

    Poseidone, una

    corte di numi

    domina sulle acque, secondo i Greci: Glauco, Nereo, Ioreo, Proteo, Tritone.

    Arte romana. Per i Romani

    Poseidone diviene Nettuno

    e il fiume divino per

    eccellenza il Tevere.

    Tevere, Scultura romana, inizi II secolo

    Esposizione dei Gemelli sulle rive del Tevere, affresco,

    Fregio dipinto dellEsquilino, Roma, Et augustea

  • 6

    Scene di navigazione con

    imbarcazione su uno

    sfondo marino riccamente

    popolato di pesci e Scene

    di lotta tra un polpo,

    unaragosta e una murena,

    dal complesso scavato

    presso il Porto fluviale di

    San Paolo, Lungotevere,

    Roma, II secolo d.C.;

    lacqua marina resa nella

    trasparenza con grande

    freschezza di tocco,

    accoglie la fauna marina

    definita con stile naturalistico e

    immediatezza pittorica.

    Ville romane presso il mare (affresco, Pompei).

    Questi edifici erano tanti che al geografo greco Strabone, approdante dal mare, diedero limpressione di tutta una sola ed estesa citt. (cfr.: Geografia, V). Ma allo splendore segu la rovina. Nel 62 o 63 d. C., durante il dominio di Nerone, un violento terremoto faceva crollare in gran parte Ercolano, come Pompei, e arrecava gravi danni a Nocera, Stabia, Napoli, Pozzuoli.

    Le ville, come ci documentano

    affreschi vedutistici rinvenuti negli scavi, sinnalzavano presso il mare o su ameni balsi, disponevano di grandi terrazze, verande, belvedere, alcove verso l'ampia veduta del golfo, avevano portici e Corridoi, giardini e boschetti adorni di statue e fontane. Ebbe anche limperiale famiglia Giulio-Claudia una villa in herculanensi pulcerrima posta presso il mare, a vista

    dei naviganti, come ci informa Seneca, De ira III, 21.

  • 7

    Lacqua diviene simbolo di purificazione ed

    elemento sacrale a partire dal Tardo-Antico e

    nellAlto Medioevo, quando assume importanza

    centrale nei soggetti raffigurati, come nella resa

    stilizzata ma efficace, del Battesimo del Signore

    in una visione fantasiosa di un codice miniato di

    Isfahan (Iran).

    Nel mosaico del Battistero degli Ariani di Ravenna, la figura di Cristo completamente nudo rappresentata immersa nelle acque del Giordano, personificato nella figura seduta di sinistra; l'acqua sale fino alla cintura e talvolta fino alle spalle, disegnando attorno al suo corpo una cupola ovoidale simile a una campana liquida: il corso del fiume rappresentato secondo le regole di una prospettiva infantile, dove le linee si alzano invece di fuggire. La sua fluidit indicata da ondulazioni parallele, che striano la campana d'acqua, come fossero piccole increspature, e dai pesci che nuotano nell'elemento liquido. L'acqua tuttavia non trasparente, infatti ha la funzione di nascondere la nudit. Il Battista vestito con una tunica in

    pelo di cammello, che allude alla sua vita nel deserto; egli in piedi sulla sponda del fiume e impone la sua mano sulla testa del Salvatore; prima del XII secolo non lo si vede mai

    versare l'acqua lustrale.

    L'iconografia del battesimo per immersione comporta, inoltre, delle figure allegoriche come la personificazione del Giordano, il dragone vinto e un monumento commemorativo, la croce acquatica.

    Intanto nell'arte occidentale tra il IX e X secolo scompare l'iconografia dell'immersione nel Giordano, poich comincia a diffondersi la pratica del battesimo per infusione o aspersione; mentre primitivamente il battesimo doveva essere ammi-nistrato dentro l'acqua corrente e vi-va di un fiume, ci si accontentati pi tardi di un'acqua morta, imprigionata dentro un recipiente a forma di calice, come un fiore reciso in un vaso.

  • 8

    Giotto, Cappella degli Scrovegni, 1303-1305, Padova

    La rappresentazione del Battesimo si trova di conseguenza radicalmente trasformata, tuttavia nella Cappella degli Scrovegni essa ancora del tipo per immersione, con una simmetrica divisione dei gruppi dei partecipanti e la figura di Dio Padre al centro. Gi Taddeo Gaddi opta per una commistione tra le due tipologie, con il Cristo inginocchiato nel Giordano e il Battista che versa sul capo dell'acqua da una coppa.

    L'infusione avviene generalmente con una conchiglia o una coppa nell'arte italiana, con una brocca in quella tedesca, mentre nella scuola dei Paesi Bassi, con Memling, fra le dita che il Battista lascia colare dal cavo della sua mano qualche goccia d'acqua sulla testa di Cristo.

    Lacqua ancora protagonista nel Miracolo della sorgente, la quattordicesima delle ventotto scene del ciclo di affreschi delle Storie di San Francesco della Basilica superiore di Assisi, attribuiti a Giotto. Dipinta verosimilmente tra il 1290 e il 1300, raffigura lepisodio appartenente alla serie della Legenda maior (VII,12) di San Francesco: "Salendo il beato Francesco sopra un monte in groppa all'asino di un povero uomo a causa di

    un'infermit, e invocando il detto uomo, che si sentiva

    morir di sete, un poco d'acqua, ne cav da una pietra: la

    quale n prima v'era stata, n poi fu vista."

    Lacqua sgorga dal paesaggio roccioso ancora

    bizantineggiante delle rocce sporgenti. Di grandiosa

    eloquenza l'inedito gesto dell'uomo che si sporge per bere l'acqua, con il piede che realisticamente piegato nella spinta del corpo.

  • 9

    Primo Rinascimento. Trasparenze celestiali in Masolino da Panicale a Castiglione Olona del 1435. Nella pittura italiana del Rinascimento l'immagine del battesimo di Cristo non ha niente in comune con l'arte religiosa; infatti, come le Nozze di Cana sono per Veronese il pretesto per raffigurare il fasto di un banchetto, il battesimo non diventa altro che una scena di bagno, con attorno a Cristo dei bei corpi nudi di catecumeni che si divertono, si svestono e rivestono al-l'aria aperta: il sacramento lascia il posto a un bagno nel Tevere o

    nell' Arno. Questa nuova concezione appare dal XV secolo negli affreschi attribuiti a Masolino, a Masaccio, a Ghirlandaio e a Signorelli, fino a Raffaello, che la introduce nei suoi affreschi delle Logge Vaticane.

    Nel Battesimo di Cristo (tempera su tavola 1440-1460, National Gallery, Londra) di Piero della Francesca, commissionato dall'abbazia camaldolese di Sansepolcro, citt natale e residenza del pittore, come tavola centrale per un polittico che probabilmente decorava l'altare maggiore, la composizione trova il centro dellinteresse nel Cristo centrale; la struttura si basa sullasse centrale e da esso si sviluppa equamente da destra a sinistra. La profondit resa piuttosto realisticamente e le colline, molto dettagliate sullo sfondo, accentuano questa sensazione. La linea perlopi curva, come testimoniano il corso del fiume e le colline sullo sfondo. Lilluminazione frontale e diffusa, cos da essere realistica senza creare ombre che nascondano parti dl corpo del Cristo. I colori usati sono tersi, tanto da creare piacevoli contrasti tra le vesti, la trasparenza del cielo e dellacqua benedetta e dello sfondo. Il colore steso con una pennellata precisa, che definisce i particolari pi lontani con grande realismo.

    Ovviamente, l'acqua, che cos trasparente, semplice e ricca di vita, diventa anche il simbolo della "purezza". Non un caso che nella religione cristiana il battesimo si compia con l'acqua. Ci avviene a proposito di questopera sublime di Piero della Francesca. Il pittore rappresenta con l'acqua la purezza di Ges. L'acqua nel rituale del battesimo, infatti, purifica la persona dal peccato originale.

  • 10

    Nella Rinascenza, lacqua diviene inoltre protagonista di soggetti profani, come in questopera icona del Rinascimento italiano, spesso assunta come simbolo della stessa Firenze e della sua arte. La Nascita di Venere un dipinto a tempera su tela di lino di Sandro Botticelli, databile al 1482-1485 circa, conservato nella Galleria

    degli Uffizi a Firenze. Faceva forse anticamente pendant con l'altrettanto celebre Primavera sempre di Botticelli, con cui condivide la provenienza storica, il formato e alcuni riferimenti filosofici. La tela rappresenta una delle creazioni pi elevate dell'estetica del pittore fiorentino, oltre che un ideale universale di bellezza femminile, incarnato da Venere che avanza leggera, fluttuando, su di una conchiglia lungo la superficie del mare increspato dalle onde. Venere nuda e distante come una splendida statua antica viene spinta dal vento fecondatore del soffio di Zefiro, che simboleggia lamore come energia vivificante, come forza motrice della natura. E la nudit della dea sicuramente rappresenta la bellezza spirituale che indica la purezza, la semplicit e la nobilt danimo. La prospettiva data proprio dal colore dellacqua, che si schiarisce in lontananza, lacqua che in questo dipinto rappresenta in modo emblematico lorigine della vita.

    Ed ancora lacqua quale sorgente di vita solo apparentemente in ombra nellimponete tela cinquecentesca

    di Tiziano, Vecellio Amor sacro e Amor profano, ad assumere rilevante importanza: lidentificazione dei due

  • 11

    personaggi femminili, infatti, in Venere e Proserpina avvalorata dalla presenza della sarcofago-fontana, in cui

    l'amorino miscela l'acqua, trasformando la morte in vita, entrambe connotate dai simboli delle scene scolpite.

    Tiziano ritorna, pi tardi, al tema della Venere Anadiomene

    (1520, olio su tela, National Gallery), rappresentazione della

    nascita della dea dalle acque del mare di Cipro. A differenza

    della Venere di Botticelli, quella di Tiziano direttamente

    immersa nelle acque marine, secondo il soggetto, gi

    presente nella descrizione in Plinio di un dipinto di Apelle, con

    cui spesso i pittori del Rinascimento si erano cimentati. La

    conchiglia, di dimensioni ridotte, tuttavia ancora presente a

    lato del corpo nudo di Venere. Ella si scioglie i capelli,

    probabilmente intenzionata a lavarli nelle acque mosse di

    quel mare nel quale immersa fino a met coscia. Lo sguardo

    tende lontano, la testa leggermente piegata contornata da

    un cielo grigio melanconico di nuvole. Non piove, ma si

    percepisce lalito di quello stesso vento fecondatore della

    Nascita di Venere.

    Ancora Venere, ancora lacqua del mare nell'opera di

    Alexandre Cabanel, La nascita di Venere (in basso), pittore

    nemico del Naturalismo e dellImpressionismo, che porter

    alle estreme conseguenze, nel 1863, il processo iniziato dai

    classici di Maniera, attraverso la resa della sensualit della

    dea che si riflette nellincresparsi voluttuoso delle onde del mare.

  • 12

    Il tema profano dellacqua, nonostante i

    rigori della Controriforma, registra ancora

    largo impiego anche nella pittura del

    Seicento. Esemplare questa

    interpretazione del mito di Narciso di

    Michelangelo Merisi da Caravaggio, che

    con mirabile resa naturalistica degli effetti

    di trasparenza dellacqua riproduce il

    fanciullo chino sullo specchio liquido che

    indugia nel contemplare lungamente la

    propria immagine, mentre Nemesi gli

    sussurra allorecchio con voce fredda:

    Rimarrai qui per sempre, Narciso; rimarrai

    qui per leternit a contemplare il tuo volto

    pi bello di quello di tutte le ninfe e di tutte

    le dee. Nessun cuore di donna soffrir pi

    per la tua bellezza che ora hai conosciuto.

    Questo era il significato del vaticinio di

    Tiresia.

    E Narciso rimase l per sempre, piegato

    sullacqua, incapace di staccarsi dalla

    visione della propria immagine, alla stessa

    stregua del fiore che ne incarna la bellezza.

    Trasformazioni del tema dellacqua nel mito. Le creature del mare e delle acque custodiscono il confine tra acqua del tempo e acqua senza tempo, figure che conoscono il destino perch sono il presente e il futuro. Esseri che ammaliano e distruggono, custodi benevoli dei riti di passaggio (matrimonio, adolescenza, parto, morte), ma anche orribili mostri e femmine infeconde (Scilla, Sirene, Idra, Gorgoni) posti a tutelare il trascendente dalla temerariet della mente umana. Il valore femminile delle acque cupe ritorna a far udire agli dei il suono del suo fluire uterino e rigeneratore. Tra i riti collegati allacqua delle religioni abramitiche, limmersione del battesimo resta il pi simbolico ed evocativo per la rigenerazione delluomo nuovo e rappresenta lo spazio al di l in cui reincontrarsi e riscrivere il proprio destino.

  • 13

    Lapporto della Scultura

    ____________________________________________________________________________________________

    ___________________________________________________________________________________________

    Anche la scultura ha regalato alla celebrazione di questo fondamentale elemento lacqua opere di

    grande magnificenza. Esempi, significativi ne sono la celeberrima Fontana dei Quattro fiumi di Piazza

    Navona a Roma, opera seicentesca (1651) di Gianlorenzo Bernini, e la Fontana della Barcaccia, del

    medesimo autore, gi completata nel 1629.

    Londra, Fontana di Trafalgar Square, Delfini e umani

  • 14

    La Fontana dei Quattro fiumi sorge al centro della piazza, nel punto in cui fino ad allora si trovava un beveratore, una semplice vasca quadrata per labbeveraggio dei cavalli. Si compone di una base formata da una grande vasca ellittica a livello della pavimentazione stradale, sormontata da un grande gruppo marmoreo, sulla cui sommit si eleva un obelisco egizio, imitazione di epoca romana. Le statue in marmo bianco che compongono la fontana hanno una dimensione maggiore di quella reale. I nudi rappresentano le allegorie dei quattro principali fiumi della Terra, uno per ciascuno dei continenti allora conosciuti, sono rappresentati come dei giganti in marmo che siedono appoggiati sullo scoglio centrale in travertino: il Nilo, il Gange, il Danubio e il Rio della Plata, opera di artisti diversi.

    La Fontana della Barcaccia invece situata in Piazza di Spagna, ai piedi della scalinata di Trinit dei Monti.

    La sua realizzazione comport il superamento di alcune difficolt tecniche, dovute alla perdurante bassa pressione dell'acquedotto dell' Acqua Vergine in quel particolare luogo, che non permetteva la creazione di zampilli o cascatelle. Il Bernini tuttavia risolse l'inconveniente, ideando la fontana a forma di barca semisommersa in una vasca ovale posta leggermente al di sotto del piano stradale, con prua e poppa, di forma identica, molto rialzate rispetto ai bordi laterali pi bassi, appena sopra il livello del bacino. Al centro della barca un corto balaustro sorregge una piccola vasca oblunga, pi bassa delle estremit di poppa e prua, dalla quale fuoriesce uno zampillo dacqua che, riempita la vasca, cade allinterno della barca per

    tracimare poi, dai bordi laterali bassi e svasati, nel bacino sottostante. Lacqua sgorga da altri sei punti (tre a poppa e tre a prua): due sculture a forma di sole con volto umano, che gettano acqua verso altrettante conche allinterno dellimbarcazione, e quattro fori circolari (due per parte) rivolti verso lesterno, simili a bocche di cannone. Oltre ai due soli, completano le decorazioni due stemmi pontifici, con la tiara e le api, simbolo araldico della

    famiglia del pontefice (i Barberini), alle estremit esterne della barca, tra le due bocche di cannone. Era la prima volta che una fontana veniva concepita interamente come unopera scultorea, allontanandosi dai canoni della classica vasca dalle forme geometriche. Secondo una versione popolare molto accreditata, la sua particolare forma potrebbe essere stata ispirata dalla presenza sulla piazza di una barca in secca, portata fin l dalla piena del Tevere del 1598 (nel cui ricordo il papa potrebbe aver commissionato lopera), ma si anche avanzata

  • 15

    lipotesi che quel luogo fosse anticamente utilizzato come piccola naumachia. In entrambi i casi il nome Barcaccia richiama una vecchia imbarcazione prossima allaffondamento. Pi verosimilmente, era chiamata barcaccia quel tipo di imbarcazione che, nellantica Roma, veniva usata per il trasporto fluviale di botti di vino, e che, molto simile all'opera berniniana, aveva appunto le fiancate particolarmente basse per facilitare limbarco e lo sbarco delle botti stesse.

    La settecentesca Fontana di Trevi (1732-1762), progettata da Nicola Salvi e adagiata su un lato di Palazzo Poli, oltre ad essere la pi grande ed una fra le pi note fontane di Roma, rappresenta un riuscito connubio di Classicismo e Barocco. La storia della fontana strettamente collegata a quella della costruzione dell'Aqua Virgo, acquedotto Vergine, che risale ai tempi dell'imperatore Augusto, quando Marco Vipsanio Agrippa fece arrivare l'acqua corrente fino al Pantheon ed alle sue terme.

    L'opera impostata secondo un progetto che raccorda influenze barocche, e ancor pi berniniane, al nuovo monumentalismo classicista. Il Salvi riprende l'idea di fondo di Bernini, e del papa committente, cio quella di narrare, tramite architettura e scultura insieme, la storia dell'Acqua Vergine. Il tema dellintera composizione il mare. Questa inserita in unampia piscina rettangolare dagli angoli arrotondati, circondata da un camminamento che la percorre da un lato allaltro, racchiuso a sua volta entro una breve scalinata poco al di sotto del livello stradale della piazza. Il Salvi ricorse al sistema della scalinata per compensare il dislivello tra i due lati della piazza.

    La scenografia dominata da una scogliera rocciosa, che occupa tutta la parte inferiore del palazzo, al cui centro sotto una grande nicchia, delimitata da colonne, che la fa risaltare come fosse sotto un arco di trionfo si erge una grande statua di Oceano che guida un cocchio a forma di conchiglia trainato da due cavalli alati, a loro volta guidati da altrettanti tritoni. Lacqua sgorga dalle rocce in diversi punti sotto il carro di Oceano va e a riempire tre vasche, prima di riversarsi nella piscina maggiore. Le tre vasche non facevano parte del progetto originario del Salvi, ma furono aggiunte a seguito delle modifiche apportate dopo la morte dello scultore. Altra modifica sostanziale riguard i soggetti delle due statue laterali, che rappresentavano inizialmente Agrippa e la Vergine Trivia.

  • 16

    Lacqua nella Pittura del Romanticismo.

    John Constable, La baia di Weymouth, National Gallery 1816

    Mi stato spesso consigliato di considerare il cielo come un lenzuolo bianco appeso dietro agli oggetti. Certo, non bene che il cielo sia troppo invadente, ma se fosse inesistente sarebbe ancor peggio.

    (J.Constable)

    John Constable, classe 1776, rampollo di buona famiglia borghese dotato, secondo le fonti, di bellezza, eloquenza e stile, si istru pittore prima per passione e poi per mestiere, trovando nel cielo e nei paesaggi pianeggianti del Kent la sua fonte di ispirazione primaria. Ai ritratti di amorini, di ninfe danzanti e di eroi greci dalle movenze tragiche e dalla fisionomia dei nobili dellepoca, egli preferiva la terra bruna dei campi appena

  • 17

    solcati dallaratro e il fluire silenzioso delle acque, intente ad approfondire il proprio corso e a riposare in stagni adombrati e circondati da canneti.

    John Constable, Il carro da fieno, 1821,

    conservato alla National Gallery. Il

    dipinto rappresenta uno scorcio della

    valle dello Stour (Suffolk), vicino al

    mulino di Flatford, con un carro

    immerso nel fiume. Esso rispecchia in

    pieno i canoni del Romanticismo, con

    una natura partecipe ai sentimenti

    dell'uomo, essa stessa capace di

    rasserenare o terrorizzare l'uomo.

    L'opera mostra la maturit dell'artista

    nel bilanciare le masse e i valori tonali,

    bloccando quasi l'ora, il giorno, la

    stagione e, forse, i pensieri dell'uomo.

    L'opera emana una maestosit e una tranquillit nella mirabile resa del clima e dell'umidore dellatmosfera. I

    colori ben dosati nelle varie tonalit di verde, l'acqua al centro della tela d un senso di appagamento interiore

    per la calma che riflette, gli uccelli sparsi, il cagnolino sulla riva abbaia al padrone e il cielo sorgente di luce che

    governa su ogni cosa.

    John Constable Wivenhoe Park, 1816

    Constable ama, altres, parlare di s come di pittore scienziato, e pennellata dopo pennellata imprime sulla

    tela scampoli di realt intrisi delle sue conoscenze di geologia, botanica e meteorologia. Lavvicinamento

    allessenza profonda della realt e la ricerca di una possibile dimensione trascendente si traducono nella

    scientificit della pittura e nel considerare i quadri veri e propri esperimenti volti allindagine empirica della

    Natura e con essa specialmente dellacqua e della vasta fenomenologia che le accompagnano.

    Terra, aria, acqua e fuoco, in solitudine o in unione gli uni con gli altri, offrono forma e consistenza alla Verit

    della Natura.

  • 18

    Nella produzione pittorica di Constable

    sono gli elementi freddi a predominare

    incontrastati attraverso i numerosi ritratti

    di nuvole e cieli talvolta sovrastanti il

    mare. Si tratta di cieli per lo pi senza

    stormi, acque rese vive dallincresparsi

    delle onde pi che dalla spuma delle scie

    di barche e dagli ormeggi sulla riva. Le

    nubi si mostrano come gli occhi gentili

    dellaria e manifestano il silenzio e la

    quiete nelle giornate limpide, quando i

    venti interessano gli strati pi alti

    dellatmosfera o, al contrario,

    impersonano lo sguardo torvo e

    corrucciato delle tempeste e delle piogge

    che si abbattono violente, proprio come

    in questa Rainstorm over the sea

    (Tempesta di pioggia sopra il mare, a sx).

    Assolutamente innovativo, pur nel

    panorama dellarte romantica, lo stile di

    William Turner: le sue opere del periodo

    della maturit sono caratterizzate da

    un'ampia variet cromatica e da una

    suggestiva tecnica di stesura del colore.

    Soggetti molto adatti a stimolare

    l'immaginazione del pittore si rivelano i

    naufragi, gli incendi (come l'Incendio

    del parlamento inglese, verso lAbbazia di Westminster, del 1834, un avvenimento a cui Turner corse ad

    assistere di persona e che immortal in una serie di

    schizzi ad acquerello), le catastrofi naturali e i fenomeni

    atmosferici come la luce del sole, le tempeste, la

    pioggia e la nebbia. Era affascinato dalla violenta forza

    delle acque marine, come si pu vedere in Scialuppa

    di salvataggio e uomini (1840), a dx.

  • 19

    Turner, al contrario di Constable, va oltre il dato

    oggettivo e propone uninterpretazione pi libera

    della natura. I suoi paesaggi sembrano infatti

    dissolversi nella luce e nei colori e le terrificanti

    potenze delle forze naturali, che il pittore riproduce

    nelle sue opere, sembrano evocare catastrofi

    imminenti, mettendo in risalto la fragilit della

    condizione umana.

    Per esempio, nel dipinto intitolato Onde che si

    infrangono contro il ventodel 1835 circa, in cui

    vediamo il mare, sconvolto

    dalla tempesta in una

    giornata di forte vento

    impetuoso, con le onde che si

    riversano su un piccolo lembo

    di spiaggia in un inarrestabile

    moto, possiamo notare come

    il pittore, sempre affascinato

    da queste grandi forze

    naturali, voglia comunicarci,

    che il paesaggio possa

    diventare anche espressione

    di uno stato danimo, un

    riflesso non soltanto di ci

    che l artista percepisce con gli occhi, ma soprattutto uno specchio dei sentimenti che prova, delle emozioni che

    lo agitano intimamente. In questo dipinto, sentiamo

    la potenza e la forza distruttiva degli elementi

    scatenati, che coinvolgono il cielo, il mare ed il

    piccolo lembo di spiaggia con sterpi ed alghe.

    Lassenza di ogni traccia di vita umana, ancora

    presente seppure a margine nella marina

    sconvolta di Bamborough Castle (sopra), esprime

    anche la solitudine nella quale lartista si immerge,

    come pure nelle pacate e impalpabili

    rappresentazioni del Bacino di San Marco, verso la Salute, a Venezia, in cui lacqua ancora il leit motiv.

  • 20

    La pittura del Secondo Ottocento dOltre

    Oceano.

    Grande formato e afflato romantico si

    ritrovano pure nei dipinti delle Cascate del

    Niagara, (1867), del pittore americano

    Frederic Edwin Church, in cui lacqua nella

    sua forza prorompente precipita in uno

    scroscio fragoroso, sollevando vapori

    nellimpatto con le rocce sottostanti.

    James Abbot McNeill Whistler, altro artista

    americano, interpretando con grande

    originalit il tema dellacqua, d invece vita ad

    una serie di dipinti in cui tenta una sintesi e

    insieme un confronto tra la cultura orientale e

    quella occidentale: le composizioni che ne

    scaturirono sono ancora fedeli alle regole della

    prospettiva, ma i colori sono utilizzati in

    maniera nuova, pi vicina al cromatismo

    bidimensionale delle stampe giapponesi.

    Nei suoi Notturno, lo

    stretto di Solent, del 1866,

    conservato al Gilcrease

    Museum di Tulsa, e in

    Harmony in Blue and

    Silver: Trouville, del 1865

    (Gardner Museum, Boston,

    MA, USA, sotto), Whistler

    restituisce unimmagine

    della superficie dellacqua

    delle sue marine, in cui va

    ad anticipare per esiti certe

    esperienze estetiche

    dell'Astrattismo. Ci

    avviene per effetto delle

    linee che definiscono in

    fasce piatte e placide,

    sovrapposte, lorizzonte

    in cui quasi si fondono il

    mare, il cielo e i corsi

    appiattiti delle basse

    distese sabbiose.

  • 21

    Intorno alla met

    dellOttocento, in Francia si

    afferma il Realismo,

    attraverso la pittura di

    Gustave Courbet. E ancora

    lacqua a fare da

    protagonista, ma stavolta le

    vedute marine di Courbet

    perdono ogni enfasi

    emozionale di impronta

    romantica; il pittore

    soprattutto attento a

    restituire il dato realistico,

    senza implicazioni

    sentimentali, senza alcuna

    idealizzazione che riconduca

    allo stato danimo con cui

    lartista si pone innanzi al

    paesaggio e agli elementi

    atmosferici, che in Paysage

    de Mer riproduce, tuttavia, con una freschezza quasi epidermica, quella delle acque appena increspate dalla

    brezza marina, che ne nebulizza gli umori.

    In Veduta del

    Mediterraneo presso

    Maguelonne, del 1858,

    Courbet raffigura uno

    scorcio di spiaggia con gli

    scogli in primo piano e un

    mare calmo, dalle acque di

    un intenso cobalto, privo di

    presenze umane e di

    qualsiasi drammaticit.

    Spettacolare risulta altres

    il modo in cui la tela

    dipinta: il colore steso in

    larghe strisce con una

    spatola, lascia in alcuni

    punti tratti di tela non

    dipinta.

    La pittura realistica di

    Courbet preparer la strada agli impressionisti francesi del secondo Ottocento e del loro precursore e maestro

    ideale: Edouard Manet.

  • 22

    Nel dipinto di Manet Il molo di

    Boulogne-sur-Mer, del 1868, motivo

    centrale sono i due pontili, alla foce

    della Liane, sostenuti da una fitta rete di

    pali che si specchiano nellacqua del

    mare, resa in primo pano in un blu-

    verdastro straordinario, ancor pi

    acceso per contrasto con le figure al

    centro, dipinte proprio come le

    imbarcazioni con poche e morbide

    pennellate dai toni grigio perlacei.

    Sebbene lopera di Manet sia spesso

    associata alla spontaneit

    dellImpressionismo, la genuinit di

    questo dipinto ingannevole e la

    freschezza delle marine, in genere, cela

    un lungo processo di ritocchi e di

    ricercatezza.

    Il dipinto fu infatti realizzato in

    atelier, sulla base degli schizzi a

    matita fissati dallartista nel suo

    taccuino.

    La Grenouillre, di Claude Monet lo stagno delle rane, uno stabilimento balneare di Bougival, vicino a Parigi, le rapide e decise pennellate che accostano le differenze tonali e cromatiche realizzano una superficie liquida dinamica ed evidenziano i contrasti di luce e di ombra, ma l'eccesso di nero utilizzato da Monet

    impedisce ancora di ottenere trasparenza delle ombre; lo sfondo, malgrado l'intensa colorazione verde-oro del fogliame, manca di vibrazioni luminose e non riesce ad raccordarsi in una visione unitaria con la centralit del dipinto.

    Impression soleil levant (1872), invece

    da considerarsi il manifesto

    dellImpressionismo. Monet realizza il

    dipinto totalmente en-plein-air, ossia di

    getto, all'aria aperta, senza disegno

    preparatorio. Il quadro rappresenta il porto

    di Le Havre all'alba, come suggerito dal

    titolo stesso. Sullo sfondo appaiono le

    industrie, mentre in primo piano si staglia

  • 23

    una barca di pescatori, che stanno tornando dalla pesca notturna. Nell'acqua elemento dominante unitamente

    al cielo di guizzano pesci scuri; il riflesso del sole presenta un grado di luminosit quasi anomala, a differenza di

    quanto si verifica in natura. Si tratta per di una caratteristica che sembra conferire un carattere fantastico e

    soprannaturale a tutta la rappresentazione, che travalica la pura resa realistica.

    In Vela sulla Senna ad Argenteuil (1873), certamente Turner ad aver suggerito a Monet come dissolvere la forma mediante il colore, fondendo acqua e cielo cos da annullare l'orizzonte, rendendo ombre e navi partendo dallo stesso grigio dello sfondo. Il paesaggio, divenuto nell'immediata impressione visiva dellartista un insieme di forme vaghe, trasmette all'osservatore un'emozione suggestiva e indefinita.

    Il cammino che porta Claude Monet da una visione di impianto descrittivo e naturalistico fino alla dissoluzione del dato di natura nella materia pittorica, costituita dal binomio luce/colore,

    dunque rappresentato dalla Senna. Fiume che, fin da certe prove degli anni Sessanta del XIX secolo, resta come un vero filo rosso entro la sua opera, segnandone molto spesso le svolte pi importanti e decisive. Sar quindi lungo questo corso dacqua che egli dar vita a tanti dei suoi quadri pi celebri, procedendo verso uninteriorizzazione dellimmagine, quasi che la natura e il paesaggio sorgessero in lui dalla visione interiore.

    Dopo la lezione di Boudin, in Normandia, davanti al mare di Le Havre, Monet inizia quel lungo canto disteso ai lati, e fin dentro, le acque della Senna. Dalle prime descrizioni del fiume, nei pressi della foce, tra Le Havre

    Claude Monet, Il ponte di Argenteuil, 1874

    e Honfleur, fino alla contaminazione con lacqua del mare: e proprio questo spazio indistinto, che fiume e mare insieme, oggetto di alcuni tra i primi quadri. Poi il fiume che attraversa Parigi, nella musicalit affollata del rigoglio fiorito della gente che invade le strade, fino alla identificazione di quel fiume con la natura, con il suo splendore. Fino alla serie celebre, tra 1896 e 1897, dedicata ai Mattini sulla Senna, a dx, quando la visione partecipata del reale sta gi

  • 24

    virando entro il territorio della dissoluzione delle forme fattesi realt della non realt.

    Monet giunge addirittura a deviare il corso del fiume per

    creare, nella sua mente prima ancora che nella realt,

    lartificio della natura. Le ninfee, dunque, lo stagno, il Ponte

    giapponese del Giardino di Giverny saranno la

    trascrizione nuova di ci che nei decenni precedenti la

    Senna aveva rappresentato per lui, con tutti i mutamenti

    importanti che gi nellultimo decennio del XIX secolo

    intervengono. Lidea di Monet, di deviare il corso del fiume

    per costituire lartificio della natura, si concretizza quindi

    nella resa quasi evanescente dei soggetti pi celebri: i ponti

    giapponesi, le ninfee. E la visione sfuma, trascolorando

    negli effetti luministici, evocati attraverso uniridescenza

    madreperlacea dellelemento acqua, che annulla la

    percezione soggettiva del dato

    naturale. E anche lultima traccia di

    paesaggio acquatico affonda, quasi

    scompare, inabissandosi. N acqua, n

    cielo, n orizzonte intervengono per

    puntellare la composizione, densa. Lo

    spazio liquido ci viene incontro. Non

    esiste pi profondit di sguardo, non si

    vede pi niente, ogni cosa si perde,

    nulla pi si distingue. Solo un vibrare di

    luci e colori, in unilluminazione diffusa

    che blandisce qualsiasi ombra. E

    questo il tempo del mondo. Questa

    storia, proprio questa, finisce qui,

    finisce cos. (Marco Goldin) La Senna

    si spegne in queste finali acque

    stagnanti, trasformata nella luce di un

    divenire che tempo e

    spazio insieme. Ecco perch

    occorre indicare anche l

    acqua di Giverny, il

    giardino privato dellartista,

    come ulteriore spazio di una

    grandezza pittorica che

    aveva gi toccato vertici

    sublimi.

    Sono proprio questi gli anni in cui Monet d il meglio di s, quelli che si concludono con le grandi serie; scompaiono i contrasti di tono, che si mutano in passaggi tonali ottenuti non fondendo ma accostando le tinte, fra le quali ora bandito il nero, ma le ombre vengono ricavate accentuando l'intensit del tono oppure con i complementari. Nelle

  • 25

    Ninfee, l'acqua in quanto elemento della natura diviene soggetto del quadro. Monet si proclama cos emblematico maestro della rappresentazione dell'acqua.

    Questi fiori delicati galleggiano

    nell'acqua che riflette i loro colori e le

    nuvole nel cielo. Il risultato un

    incredibile immagine di luci e colori che

    lascia senza fiato. L'acqua , quindi, la

    protagonista del quadro per le sue

    speciali caratteristiche fisiche

    (trasparenza, riflesso, mutevolezza

    della forma).

    Esiti totalmente diversi, in cui nella

    rappresentazione di stagni e ninfee

    prevale lintonazione mitologica, sono

    quelli tardo-ottocenteschi di John

    William Waterhouse, pittore

    britannico di et

    vittoriana,

    appartenente alle

    ultime manifestazioni

    dello stile dei

    Preraffaelliti. La

    produzione di

    Waterhouse pu

    essere raggruppata per

    temi entro due filoni

    principali: le opere di

    ispirazione classica e le

    opere di ispirazione

    medievale, tra cui

    spiccano Ofelia e La

    Signora di Shalott,

    oltre ad altri dipinti di

    ispirazione shakespeariana. Il tema della donna che si

    strugge per amore, ricorre nei dipinti di Waterhouse: non

    a caso un altro dei suoi soggetti ricorrenti Ofelia

    nell'atto di raccogliere fiori, poco prima che le

    acque placide del lago laccolgano nellabbraccio

    John William Waterhouse, Hylas and the Nymphs, 1896, Manchester City

    Gallery

  • 26

    della morte. Il dipinto unisce il tema femminile a quello dell'acqua, un'associazione che insieme a quella con

    lelemento floreale tipica della pittura simbolista, in generale, e dei preraffaelliti, in particolare.

    Tornando a Monet, egli dipinge anche il mare: la

    sua vastit, lidea che dellinfinito e, tuttavia,

    anche della prossimit vi sinscrive. Sono le tele di

    Bordighera, (1884), Mediterraneo (1888) e il coevo

    Cap dAntibes Mistral, fresche vedute in cui la pennellata vibrante anima le onde increspate dalle sferzate

    del maestrale.

    I Neo-impressionisti Signac e Seurat

    sviluppano sulla fine del secolo la tecnica

    del pointillisme, che della pittura di getto

    impressionista oramai poco conserva se

    non la ricerca luministica. Signac

    affascinato dalla luminosit delle opere

    impressioniste ma cerca, al di l

    delleffetto atmosferico vibrante ed

    effimero, di costruire lo spazio con

    esattezza, come si pu evincere da un

    altro dipinto a tema marino: Saint

    Tropez. Il temporale,(in basso a dx) del

    1895. Seurat, in cui il tema dellacqua spesso

    presente, invece pare discendere la luce da Piero

    della Francesca. Per lui in pittura non c nessuno

    spazio per la casualit. Essa tensione verso

    unesattezza senza concessioni. Egli certamente

    impregnato sino al midollo di luce impressionista,

    ma come se lavesse sottratta da una parte al

    tempo, dallaltra alla meteorologia. Cos trasforma, o

    meglio trasfigura, limpressionismo in un fatto

    zenitale. La luce, colta daprs nature viene riportata

    alla sua radice. Diventa veicolo di un qualcosa che ha

    a che fare con lassoluto, tutto avvolge nella miriade

    di micro particelle pulviscolari, tutto ingloba: cielo,

    acqua, vapori evanescenti. Il metodo scientifico nella

    stesura dei colori, su cui si indaga sino alla nausea,

  • 27

    la via con cui Seurat si sottrae al felice soggettivismo dei suoi fratelli maggiori impressionisti. Egli cerca

    unoggettivit che gli faccia fare il balzo aldil di tutto ci che transitorio, che lasci travalicare nel surreale, nel

    metafisico, come ne Il Canale di Gravelines: di sera, del 1890, o ne La Baignade Asnire (1883), tra i grandi

    quadri dellOttocento, c la vocazione allassoluto di Seurat, nella fissit vibrante delle liquide trasparenze.

    Pennellate brillanti e

    rigorose linee

    ortogonali,

    caratterizzano invece

    la resa degli specchi

    dacqua di Signac.

    La ricerca dei pittori

    Post-Impressionisti

    va poi a conseguire

    esiti molto differenti e

    originali. Senza

    entrare nelle diverse

    ipotesi mediche

    emesse sulla malattia

    di Vincent Van Gogh,

    si pu vedere nella

    sua opera l'intensa

    lotta condotta dallindividuo contro lalienazione dal mondo, da quella societ che produce, con

    l'industrializzazione e le sue conseguenze sociali conflittuali, l'asservimento e la distruzione dell'uomo. Vincent

    Van Gogh dipinge Notte stellata sul Rodano, uno dei suoi capolavori, in una serata di fine settembre del 1888,

    nei pressi della cittadina francese di Arles, sulla riva del Rodano; ha da poco finito di dipingere il paesaggio che si

    trova a sud-ovest, una veduta del fiume con le luci del paese sullo sfondo che, all'improvviso, decide di ruotare il

    cavalletto. Alle sue spalle, verso nord, si staglia l'Orsa Maggiore, nella volta del cielo, che si riflette nellacqua

    prevalente nella stesura pittorica di un livido cobalto, acceso allo stesso tempo, e solcato dai fendenti del

  • 28

    riverbero nella luminosit delle pennellate che depone sulla tela in due fasi distinte, intervallate tra loro da una

    pausa di qualche decina di minuti.

    Con la tecnica divisionista, di quegli anni

    Vincent cerca il suo personale approccio al

    colore, e allo stesso tempo, nei sobborghi

    parigini e presso gli argini della Senna,

    ripercorre gli stessi motivi di Signac. In seguito

    egli abbandona, a poco a poco, la

    frammentazione impressionista e tende a

    semplificare la forma e il colore per

    concentrarsi meglio sull'unit strutturale della superficie e per

    mantenere la caratterizzazione espressiva degli oggetti. In

    questa direzione, nella ricerca di uno stile veramente

    personale, l'influenza della stampa giapponese, tanto

    ammirata e copiata da Vincent Van Gogh, segna una tappa

    importante. Se ne ritrova la presenza nel Ponte sotto la

    pioggia ad Hiroshige, (in alto a dx), il cui sfondo ancora

    naturalistico, in cui una fitta tessitura di pennellate che si

    intersecano in un sottile linearismo, che evoca il dato

    atmosferico: la pioggia, ma lo sviluppo della scena gi

    verticalizzato, in una cornice trompe doeil che anticipa gi i

    motivi decorativi delle stampe giapponesi. Anche Paul Gauguin

    in Ragazza bretone che fila, risente dellinfluenza del

    verticalismo costruttivo, anche nel modo piatto di definire la

    distesa blu petrolio del mare sullo sfondo. Egli cercher di

    realizzare con Van Gogh un sodalizio nella pittura a Arles, nel

    meridione della Francia. Prima del fallimento dellinfausta esperienza, dovuta allincompatibilit di carattere e

    allaggravarsi della malattia di Vincent, Gauguin trascorrer quasi un anno a Pont-Aven, dove il suo stile prender

    consistenza, giungendo al rifiuto della prospettiva che genera una rappresentazione a carattere irrazionale,

    particolarmente adatta all'espressione delle realt spirituali. Su questa strada Paul Gauguin non tarder molto

    ad apparire come il pittore simbolista per eccellenza, portavoce dei Nabis (= Profeti), il profeta della costruzione

    della tela attraverso il colore steso uniformemente, cio idealizzato.

  • 29

    Gli specchi dacqua traslucidi, che riflettono la luce annullando leffetto appiattente della pennellata compatta, sono tra i soggetti prediletti di Felix Vallotton, come Paesaggio a Semur, (a sx) e Fiume in Berville (sotto a dx). Dopo il 1890, Vallotton, rifiutando la resa atmosferica della realt propria dell'Impressionismo, riscontrabile in dipinti come Punts del carico sulla Senna (in basso a sx), lega al gruppo dei Nabis; Nellacqua, (a dx), ne costituisce un chiaro esempio. Dagli allievi e continuatori di Gauguin, Vallotton apprende i canoni fondamentali della composizione bidimensionale e dell'arabesco, ma ne rifiuta le ricerche tipiche del Simbolismo per volgersi ai temi della vita quotidiana.

    Nelle opere degli anni dal 91 al 98, lo spazio del dipinto quasi completamente privo di profondit, acqua e

    cielo

    ripartiscono uno sfondo piatto, dominato dallarmonia dei colori,

    vivi e densi, come in

    Nudo di donna

    nellacqua, in cui

    vengono meno

    gli effetti di

    trasparenza,

    tipici

    dellelemento

    acquatico, e

    tutto ci che

    resta dello lo

    stile impressio-

    nistico.

  • 30

    Il dipinto Pape Moe, lAcqua misteriosa, con i riferimenti alle simbologie indigene sulla sacralit del tema

    dellacqua, collocabile nel periodo Tahitiano di Gauguin (1893), rappresenta la trasposizione delle spiritualit

    nabis alla cultura dei primitivi.

    Lesperienza artistica del pittore francese, influenzer anche

    la ricerca dei Fauves e degli Espressionisti tedeschi. Al

    contrario, per Paul Czanne il colore, che prevale sulla linea,

    riveste una funzione essenzialmente materialista, come si

    pu desumere dal quadro Lago di Annecy (sopra, a sx),

    caratterizzato da una pennellata, che si annuncia gi come costruttiva e precorritrice dellavanguardia artistica

    del Cubismo. I toni dominanti sono quelli dei blu e

    dei verdi, a cui fanno eco tocchi di giallo e di

    violetto. Il senso di profondit dato dalla

    successione dei piani prospettici, che definiscono il

    paesaggio lacustre.

    Ne Le Grandi Bagnanti (di lato, a dx) del 1906, di

    Cezanne, preannuncia nel soggetto e negli esiti

    assolutamente innovativi Les demoiselles dAvignon, di

    Picasso, del 1908, manifesto della pittura cubista, in cui

    sfondo e figure si compenetrano in cunei geometrici

    tridimensionali, tra i quali lelemento naturalistico

    acquatico riconoscibile, e riconducibile solo ai toni

    sapienti di azzurro che stagliano i corpi volumetrici dei

    soggetti femminili, alcuni deformati a maschere

    grottesche. Anche i Fauves francesi e gli esponenti

  • 31

    tedeschi di Die Brcke cercano nella tecnica graffiante e nel colorismo stridente, pur nella rappresentazione di

    soggetti ancora figurativi, la risposta al male di vivere che incombe pesantemente sulluomo del 900: lacqua,

    elemento catartico, sembra dare sollievo consolatorio alle figure umane, quasi larve fluttuanti nel dipinto del

    pittore Franz Marc Wasserfall (in basso a sx); pi compassata la vista de La Senna a Nanterre (sotto a dx), di

    Maurice de Vlaminck.

    Una visione assolutamente surrealista invece quella

    dellelemento marino e acquatico offerta da Ren Magritte con la sua Sirena invertita, creatura ibrida,

    inerte, nella

    placida posa, e

    ambigua nel suo

    volgere lo sguardo

    allosservatore,

    interrogativo e

    inquietante.

    Pochi passi dietro

    al corpo semi-

    umano la risacca

    dellonda, nello

    estendersi lento e

    metafisico

    dellazzurro cupo,

    che sfuma

    allorizzonte nel

    chiarore algido del

    cielo.

    Nel 1912, la madre di Magritte, Adeline, si suicid gettandosi nel fiume Sambre a Chtelet; venne ritrovata

    annegata, con la testa avvolta dalla camicia da notte. Ren Magritte non aveva ancora quattordici anni e questo

    particolare rimase impresso nella sua giovane mente. Esso riappare, nel corso della sua carriera di artista, in

    alcuni suoi dipinti, come il tema dellacqua che d vita a sfondi spesso surreali, metafisici. (Vedi pag. seguente)

  • 32

    Nel mondo artistico di Magritte la razionalit sfuma, la

    logica si ritira, la mente si offusca e cede il passo ad

    accostamenti dissociativi, ossimori pittorici, composizioni

    assurde, situazioni in bilico tra lonirico e la pi fervida

    fantasia. Ne La condizione umana (a dx), un mare appena

    increspato e chiaro e rigenerante si spalanca di fronte ad

    unapertura architettonica dalle nitide geometrie.

    Immersioni

    Simmetrie

    speculari

    cosa il bello

    il bianco il nero

    la luna le stelle

    il sole, la casetta,

    l'albero

    l'uomo disegnato

    da un bambino

    sintesi d'essenza

    un segno unico

    una faccia tonda

    gambe braccia

    mani di linee

    felici del poi.

    E' punta di spillo

    su una palpebra:

    gridati silenzi,

    nettare di fiele,

    urla sussurrate

    con la coda a

    batuffolo

    sull'autostrada

    corre un coniglio

    bianco.

    Nuoto

    Inseguo certi pesci

    coloratissimi

    sono io un pesce

    con mani e piedi

    inefficaci

    profondit baratro

    e abissi

    risucchiano

    mi allontano

    Comincio a capire

    troppo

    il mare preme massa

    addosso, subito

    rientro

    indimenticato

    sapore

    volteggiavo nei flutti.

    Lorenzo Mattotti, Nellacqua, Serigrafie, 2005

  • 33

    Possiamo concludere questa prima sezione dedicata allo stato liquido dellacqua

    con questa immagine molto emblematica e una citazione tratta da unopera di Gianni

    Rodari:

    Una parola1, gettata nella mente a caso,

    produce onde di superficie e di profondit,

    provoca una serie infinita di reazioni a catena,

    coinvolgendo nella sua caduta suoni e immagini,

    analogie e ricordi,

    significati e sogni.

    Gianni Rodari, La grammatica della fantasia. Introduzione allarte di inventare storie, 1974,

    Ed. Piccola biblioteca Einaudi

    Carsten Peter, Fotografie

    ____________________________________________________________________________________________

    1 [o unimmagine, potremmo aggiungere ]

  • 34

    L'acqua nell'arte allo stato solido

    []

    A chi giovi lardore, e che procacci

    Il verno co suoi ghiacci.

    []Giacomo Leopardi, Canto notturno di un pastore errante dellAsia, Canti, XXIII, 1830

    Gustave Courbet, La povert nel villaggio

    LOttocento un secolo nel quale si assiste allo sterminato canto sulla natura, nelle sue pi splendide e spietate

    manifestazioni...

    Caspar David Friedrich, Il mare di ghiaccio, Amburgo Kunsthalle, 1824

    Ne Il mare di ghiaccio, uno dei suoi quadri pi noti, Friedrich dipinge la banchisa di ghiaccio su ispirazione offerta dalle spedizioni al Polo Nord avvenute per nave nel 1819 e nello stesso anno 1824. Nel Polo, dove si annulla il succedersi dei giorni e delle stagioni, tutto appare dato una volta per tutte, tutto eterno e quest'eternit di ghiaccio, dove la nave, simbolo della stagione della vita umana, imprigionata, non pu sfuggire a quell'eternit che la stessa di Dio. Ma dell'opera si pu dare anche un'interpretazione politica: la nave La Speranza, naufragata nella spedizione polare, simboleggia il naufragio delle speranze della Germania, durante la Restaurazione, esattamente come, nel 1815, la Zattera della Medusa di Gricault stava ad indicare il naufragio della Francia napoleonica.

  • 35

    Una fotografia contemporanea, che restituisce unimmagine di grande suggestione del Ghiacciaio Perito

    Moreno, in Patagonia (Argentina), che in controtendenza con la condizione della maggior parte dei ghiacciai del

    mondo, sta sorprendentemente avanzando. Limmagine evoca la forza superba e la potenza della natura sempre

    presenti e vive nelle opere

    del pittore romantico.

    Una grazia diversa, nel

    frastagliamento artistico

    delle forme bizzarre,

    invece in questa immagine

    di Paul Nicklen, Un

    piccolo iceberg

    trasportato dalla marea

    su una spiaggia dell'Isola

    Ellesmere, in Canada, la

    fotografia stata

    pubblicata sulla rivista

    National Geographic.

  • 36

    Excursus nella storia della pittura dellacqua come neve, ghiaccio,brina.

    Dopo questa premessa con cui, partendo da unopera molto significativa di Friedrich, abbiamo voluto

    sottolineare la potenza che lacqua sprigiona, quando ad una temperatura di 0 cc. raggiunge lo stato solido,

    trasformandosi in ghiaccio, vogliamo ora proporre un breve excursus nella storia dellarte, in cui il tema

    dellacqua allo stato solido e nelle sue molteplici forme viene analizzato dai principali pittori.

    La neve, ad esempio, uno dei

    soggetti ricorrenti nei quadri di

    paesaggio e di genere, del pittore

    fiammingo Pieter Bruegel il Vecchio, i

    quali hanno per soggetto scene ed

    eventi tratti dalla vita quotidiana; ne

    sono esempi significativi i dipinti:

    Paesaggio dinverno con corridore di

    ghiaccio, del 1565, Il ritorno a casa

    dei cacciatori, (1565), e Censimento

    a Betlemme, del 1566.

    I paesaggi fantastici del primo periodo

    mutano dopo il viaggio effettuato da

    Bruegel in Italia, probabilmente nel 1551,

    che gli consent di affinare il tratto e

    l'impronta paesaggistica, da indirizzare su

    temi di caratterizzazione popolare. Quel

    che interessa a Bruegel osservare e

    descrivere le manifestazioni della vita: la

    malinconia della natura morente, la dolce

    intimit dellinverno e i fenomeni

    atmosferici: laria rarefatta e pallida

    dellinverno, con le sue algide nevi e i suoi

    ghiacci, la conformazione del suolo, i

    monti e le vallate, i campi e le strade, il

    mutare della vegetazione col volgere delle

    stagioni, il villaggio tranquillo e i suoi

    abitanti, le loro fatiche quotidiane, le gioie

    e le pene, tutto questo una sola cosa

    con la natura e il processo vitale. Si

    intende perci come losservazione della

    natura, cos profonda in Bruegel,

    scaturisse in definitiva da quella

    medesima concezione della vita su cui si

    fondava la sua nuova pittura dei costumi

    popolari, che considerava luomo come un

    prodotto della natura, del suolo sul quale

    egli vive e di determinate condizioni

    ambientali e sociali.

    Avercamp Hendrick uno dei primi

    pittori paesaggisti della Scuola olandese

  • 37

    del XVII secolo, si specializza nei paesaggi invernali del suo paese. Le pitture di Avercamp sono piene di colori e

    vivaci, con una attenta dislocazione dei personaggi sulla scena.

    Avercamp Hendrick, Paesaggio invernale con pattinatori

    Il paesaggio composto da un lago ghiacciato. Si pu notare come luomo si adegui facilmente ai cambiamenti climatici naturali: le navi sono ferme e il ghiaccio costituisce una buona ncora naturale, fino allarrivo della primavera. Le persone (uomini, donne e bambini) ne approfittino, scivolando sul lago ghiaccio, divertendosi o attendendo alle loro faccende e commissioni, con una gioiosa frenesia.

  • 38

    Avercamp Hendrick, IJsvermaak, 1608

    Il paesaggio raffigurato nel dipinto invernale. Vi viene rappresentata una partita di hockey tra due giocatori con

    alcuni passanti attorno ed in mezzo alla disputa. Nel quadro, tuttavia, la scena di genere dai personaggi in

    primo piano, alle macchiette sullo sfondo prende il sopravvento sul paesaggio. Il lago ghiacciato offre anche

    qui lopportunit per praticare un passatempo divertente.

    Nel nostro excursus, bisogna tener conto del fatto che l'iconografia paesaggistica si sviluppa tardi rispetto agli

    altri generi di pittura; oltre

    allesperienza gi descritta dei

    fiamminghi o della pittura

    olandese, si deve aspettare il XVIII

    secolo per vedere comparire i

    primi soggetti raffiguranti la

    natura priva della presenza di dei

    mitologici, esseri umani o

    animali.

    La stagione pi florida degli

    artisti dell'inverno, capaci di

    creare emozioni ricche e difformi

    nell'animo, sicuramente quella

    del primo Ottocento. Gli artisti

    tedeschi Anton Doll (1826-1887),

    a sx, Frederik Marinus Kruseman

  • 39

    (1816-1882) e Barend Cornelius Koekkoek (1803-1862), vedono l'inverno come un momento di gioia e di

    divertimento. Fiumi e laghetti ghiacciati che diventavano piste di pattinaggio, piacciono molto al pubblico e per

    questo se ne danno interpretazioni favolistiche, che richiamano ancora gli esiti dei pittori fiamminghi.

    Frederik Marinus Kruseman,

    Paesaggio invernale con pattinatori

    Barend Cornelius Koekkoek, Paesaggio invernale

    Tali interpretazioni liriche del paesaggio nivale si addicono

    perfettamente alla temperie del Romanticismo inglese che

    avr i suoi esiti pi innovativi nella pittura di William

    Turner.

    Eversen Adrianus, Paesaggio invernale

  • 40

    Turner riesce ad immortalare il vortice di una

    tormenta di neve che circonda una piccola

    nave sul mare, la quale rimane in balia della

    forza dei venti. L'artista Franois Rgis Gignoux

    (1816- 1882), dipinge le cascate del Niagara in

    tutta la loro sfolgorante bellezza quando

    d'inverno sono ricoperte dal ghiaccio, senza

    per trascurare di dare allo stesso tempo

    l'impressione del terrore che la loro grandezza

    pu infondere nella stagione pi fredda

    dell'anno.

    William Turner, Tempesta di neve

    Franois Rgis Gignoux, Le cascate del

    Niagara dinverno

  • 41

    Il tema delle Cascate del Niagara in veste invernale, sar ripreso anche dalla grande pittura Americana dell800. Friederic Edwin Church, ne d un suggestive ritratto nel dipinto Niagara falls and Terrapin Tower", in cui fedelt al dato reale e un acceso cromatismo, rendono le note liriche del soggetto, facendone un brano intenso di pittura emozionata.

    La Francia della met del secolo, in cui domina ancora la stagione del Realismo, ci propone invece linterpretazione non idealizzata di Gustave Courbet, nel suo Villaggio in inverno, (a sx): gli esiti di una nevicata che, con la densit del gesso, ha coperto di patina bianca ogni cosa.

    L'orfano (La neve)

    Lenta la neve, fiocca, fiocca, fiocca,

    senti: una zana dondola pian piano.

    Un bimbo piange, il piccol dito in bocca,

    canta una vecchia, il mento sulla mano,

    La vecchia canta: Intorno al tuo lettino

    c' rose e gigli, tutto un bel giardino.

    Nel bel giardino il bimbo s'addormenta.

    La neve fiocca lenta, lenta, lenta.

    (Giovani Pascoli)

    Alfred Sisley, "Neige Marly"

    Neve

    Neve che turbini in alto e avvolgi

    le cose di un tacito manto.

    Neve che cadi dall'alto e noi copri

    coprici ancora, all'infinito: imbianca

    la citt con le case, con le chiese,

    il porto con le navi,

    le distese dei prati...

    (Umberto Saba)

  • 42

    I pittori impressionisti Sisley, Pissarro e Monet, puntando unicamente alla ricerca degli effetti di luce sulla neve, riescono tuttavia a donare ai loro paesaggi innevati una malinconia struggente. Essi fanno vivere altres nelle loro tele il senso di impotenza che la neve, compromettendo la percorribilit delle strade, incute suo malgrado.

    Alfred Sisley, Neve a Louvencienne, 1878

    Alfred Sisley, The Place du Chenil at Marly-Le-Roi

    Camille Pisarro, Vacche a Montfoucault, 1874

  • 43

    Claude Monet, La charette

    E viene il tempo

    E viene il tempo

    del corvo nero

    sulla neve bianca.

    Un'isola di ghiaccio

    sopra il fiume

    porta il corvo lontano.

    E il corvo canta -cra-

    io solo sono nero

    in questo mondo bianco

    D'estate vorrei essere

    bianco come un gabbiano

    sull'azzurro del mare,

    ma su questo mondo candido

    -cra-cra- io solo sono nero.

    (Elisabeth Borchers)

    Nevicata

    Lenta fiocca la neve pe 'l cielo cinereo: gridi,

    suoni di vita pi non salgon da la citt,

    non d'erbaiola il grido o corrente rumore di carro,

    non d'amor la canzon ilare e di giovent.

    Da la torre di piazza roche per l'aere le ore

    gemon, come sospir d'un mondo lungi dal d.

    Picchiano uccelli raminghi a' vetri appannati: gli,

    amici

    spiriti reduci son, guardano e chiamano a me.

    In breve, o cari, in breve tu calmati, indomito

    cuore

    gi al silenzio verr, ne l'ombra riposer. Claude Monet, La gazza, 1868 69 (Giosu Carducci)

    Claude Monet, Neve

    Walter Elmer Schofield, Morning Light, (a sx)

  • 44

    J. Felix Bouchor, Soleil et neige

    Vincent Van Gogh, Paysage enneig

    Neve

    Neve che turbini in alto e

    avvolgi

    le cose di un tacito manto.

    Neve che cadi dall'alto e noi

    copri

    coprici ancora, all'infinito:

    imbianca

    la citt con le case, con le

    chiese,

    il porto con le navi,

    le distese dei prati...

    (Umberto Saba)

    Paul Gauguin, Neve in Rue Carcel

  • 45

    Paul Gauguin, Villaggio bretone sotto la neve, 1894

    Ho camminato tra quelle

    case. Ho incontrato donne e

    uomini fuori dalluscio,

    mentre guardavo lontano. E i

    loro occhi altro non erano

    che una profonda nostalgia.

    Forse per questo sono

    tornato a quelle strade di

    terra, dove arriva forte

    lodore del mare. Dove la

    neve dinverno copre tutti i

    segni, non lascia tracce n

    sentieri. N suono la sera. La

    notte si confonde nella neve,

    ne resta rischiarata un po. Non notte del tutto ma neppure giorno nella notte. Paul Gauguin, Parigi in neve

    E una luce che non si conosce altrimenti, e di cui ho adesso nostalgia.

  • 46

    Ho dipinto la neve. La notte di Natale e un presepio sollevato dal mondo. Solo due donne a guardare. Non so

    dire se sia Bretagna o Tahiti. Se io

    abbia dipinto a memoria o il

    presente. ()

    Ma adesso sono attaccato

    strenuamente, pieno di

    malinconia, a questo filo che

    dallaltra parte del mondo, in una

    notte di neve, qualcuno sta

    tirando per me. La neve viene

    nella notte, copre ci che deve

    coprire, nulla che non sia bianco.

    () Ho dipinto il bianco della

    neve, e fuori della mia porta

    corre un cavallo bianco. Ma

    Paul Gauguin, La notte di Natale, 1894

    non lo stesso colore del bianco. Il mio sangue

    forte lodore del mare. ()

    Ho dipinto la neve come se il mio corpo, che riposer tra

    poco sotto questa terra, sotto una luce morbida di colori

    accesi, sotto poche pietre, potesse invece essere preso da

    quella terra. Terra e neve, neve e luce, luce e vento. Vento

    e silenzio.

    Cenere che a ogni ritorno della primavera si levi dai campi,

    da cui la neve se ne parte, e vada sospesa verso il mare a

    incontrare un volo disteso di gabbiani. (Marco Goldin,

    Lontano il

    mondo)

    Impastato di quella terra coperta di neve, dove arriva

    Alfred Sisley, Neve a Louvenciennes, 1874 - 1878

  • 47

    Paul Fischer, A street scene in winter, Copenhagen 1901

    Claude Monet, Bouleverd de Capucines, 1873

    Giaculatoria alla neve

    Che miracolosa la Natura!

    Dunque, non d luce la neve? Immacolata

    e misteriosa, tremula e silenziosa,

    mi sembra che silenziosamente preghi

    mentre scende.... Oh nevicata!:

    la tua imponderabile e glaciale eucaristia

    oggi del peccato di vivere mi assolva

    e faccia che, come tu, la mia anima giri

    fulgida, bianca, silenziosa e fredda.

    Claude Monet, Villaggio di Sandviken, 1895

    (Amado Nervo)

  • 48

    La danza della neve

    Sui campi e sulle strade silenziosa e lieve

    volteggiando, la neve

    cade.

    Danza la falda bianca

    nell'ampio ciel scherzosa,

    poi sul terren si posa,

    stanca.

    In mille immote forme

    sui tetti e sui camini

    sui cippi e sui giardini,

    dorme.

    Tutto d'intorno pace,

    chiuso in oblio profondo,

    indifferente il mondo

    tace.

    (Ada Negri)

    Giovanni Segantini, Ritorno dal bosco

    Edvard Munch, Notte bianca, 1901

  • 49

    Il nostro percorso tra puri e incontaminati paesaggi Marc Chagal, Sopra Vitebsk, 1914

    nivali termina con un fugace sguardo allarte

    contemporanea e dAvanguardia, con

    lomaggio ad uno dei suoi pi poetici e originali

    interpreti: Marc Chagal.

    In Sopra Vitebsk, quel cielo normalmente

    cos variopinto si fa sobrio su Vitebsk. Non ci

    sono galli, n sposi volanti, n esseri con corpi

    umani e volti animaleschi. Chagall incomincia

    da qui il suo peregrinare, da Vitebsk, dove

    nato. Il peregrinare suo, come quello di

    ciascuno, inizia dalla situazione contingente

    che data da vivere, dal proprio popolo, dalla

    propria cultura, che nessuno pu scegliersi, ma che data misteriosamente. Sembra che il suo ebreo errante

    esca volando da quella che forse una chiesetta, luogo fisico che ricorda il senso religioso, quello cio che

    relega luomo alla sua origine e al suo destino. Quelluomo, proiezione, forse, di quello oramai adulto Chagall

    di ventisette anni, porta con s la sua storia, la storia tragica del suo popolo e la storia dellumanit intera. Egli

    inizia il suo viaggio apparentemente solo, ma portando invece con s tutti e il tutto, con quella compassione che

    il fondamento della pace, poich nasce dal misterioso e comune destino umano. Egli pu allora volare sui tetti,

    guardare la realt secondo una prospettiva nuova, realista e ideale allo stesso tempo, in quel silenzioso bianco

    della neve che lascia che luomo contempli la sua grandezza e la sua miseria, senza timore e con semplicit.

    Dentro una palla di neve, racconta in chiave simbolica la

    dimensione pi intima, celata attraverso la creazione di

    unopera. In questo caso il soggetto un uomo che tiene in

    mano una palla di neve, la fa muovere tra le mani e tutto

    improvvisamente prende vita, come se egli stesso si trovasse

    improvvisamente allinterno della sfera, galleggiando in

    unaltra dimensione, tra creature marine e pescatori di altri

    mondi. La sfera nelle mani delluomo, identifica la chiave di

    lettura della dimensione umana, che prende vita nellatto

    creativo, quando tutte le immagini che illustrano la poetica

    dellautrice, diventano realt, rivelando intimamente la

    coscienza dellartista.

    Alessandra Carloni, Dentro una palla di neve, 2010

  • 50

    La brina

    Claude Monet, La brina

    La malattia della moglie Camille, ed in seguito la sua morte, mettono fine ad una fase pittorica di Claude Monet. Infatti, in numerose opere realizzate dall'artista tra il 1880 ed il 1881 si rileva un nuovo tocco innovativo a vaste pennellate con leggere e distanziate picchiettature. Monet non impiega pi la ragione nel descrivere il soggetto, la brina, e per portare sulla tela le percezioni momentanee provocate dalla vista di un paesaggio, ma ogni apporto di colore viene dettato esclusivamente dalla sensazione che accompagna la sua mano.

    Ed ora un documento che testimonia la ritrosia dellopinione del pubblico tradizionale verso lo stile approssimativo dei pittori impressionisti. Uno scrittore, Louis Leroy, per il giornale "Le Charivari", accompagn un ipotetico pittore delle Beaux-Arts ad una loro mostra e scrisse ci che dal titolo appariva una satira: "Esposizione degli Impressionisti". Pazientemente, con aria assolutamente ingenua, l'ho guidato davanti a "Il campo arato (brina)" di Pissarro. Alla vista di quel paesaggio stupefacente il brav'uomo credette che le lenti dei suoi occhiali fossero sporche. Camille Pissarro, Il campo arato (o Brina)

    - "Che cosa diavolo ?" - "Della brina su solchi arati a fondo" - "Questi, solchi? Questa, brina? Ma sono raschiature di tavolozza buttate uniformemente su una tela sporca. Non ha n capo n coda, n cima n fondo, n davanti n dietro." - "Forse. Ma l'impressione c'".

  • 51

    Plinio Nomellini, Sole e brina, 1906 - 1910

    Nella tela rappresentato il faticoso lavoro dei contadini

    della Versilia, gi indaffarati al sorgere del sole. Essa

    riprende una tema gi affrontato da Plinio Nomellini,

    nel corso del primo decennio del Novecento, con dipinti

    nei quali emerge vivo linteresse dellautore a sviluppare

    il tema del lavoro dei campi in un vasto e quasi

    sovrastante contesto naturale.

    Nomellini fu inoltre coinvolto in prima persona dalla

    passione per le tematiche sociali che caratterizz i

    maggiori protagonisti del Divisionismo italiano tra la fine

    degli anni Ottanta e l'inizio degli anni Novanta

    dell'Ottocento, nel quale grande rilievo aveva la

    raffigurazione del lavoro e dei lavoratori.

    Nelle opere degli anni Dieci, alle quali appartiene anche

    Sole e brina, tuttavia non emerge quel carattere di

    Nanni Menetti, Brina leggera, 2009

    Laszlo' Mednyansky, Alberi coperti di brina

    denuncia, si direbbe quasi protestatario, nota

    dominante delle opere precedenti, ma nella quiete di

    Torre e del Lago e della Versilia, lautore porta avanti

    con convinzione una ricerca che punta all'inserimento

    naturale della figura all'interno di un paesaggio che

    investito di valenze emozionali e simboliche.

    un difficile equilibrio tra una raffigurazione

    naturalistica, coloristicamente intensa, ed una

    interpretazione onirica, simbolica della stessa, al quale,

    in qualche modo, anche Sole e Brina non sfugge. Il

    pittore utilizza punti, tratti, virgole, macchie di colore

    con una libert espressiva che misura delle sue grandi doti esecutive.

  • 52

    Fotografia dAutore Brina e ghiaccio

    Davidaola, Brina sulle pozzanghere di ghiaccio, Fotografia dautore

    i

    Davidaola, C brina sullorlo del ghiaccio, Fotografia dautore

  • 53

    Festival internazionale Sculture di ghiaccio in Belgio

    Ogni anno in Belgio si tiene lo Snow & Ice Sculpture Festival: un magico mondo "sotto zero" creato da quaranta

    artisti che trasformano il gelo in meravigliose

    sculture. Una fiaba di ghiaccio e neve. Un mondo

    magico fatto di castelli, animali, personaggi dei

    romanzi, tutti venuti dal gelo: il meraviglioso

    spettacolo che ogni anno si tiene nella piazza della

    stazione di Bruges.

    In questa deliziosa cittadina del Belgio prende vita il

    festival delle sculture di ghiaccio e neve, che dal 21

    novembre fino all'11 gennaio diventa un'attrazione

    per grandi e piccini. I visitatori possono ammirare le magnifiche opere degli artisti che, armati di scalpello e

    seghe elettriche, grazie a fantasia e abilit, danno unanima al gelo. Per realizzare le loro opere, questi artisti

    utilizzano non meno di trecentomila chilogrammi di ghiaccio e

    quattrocento tonnellate di neve. I capolavori sono conservati

    all'interno di una tenda

    termica di 1200 metri

    quadrati, a una temperatura

    costante di meno cinque

    gradi.

    I primi giorni di novembre

    arrivano i primi camion

    refrigerati, che depositano i blocchi di ghiaccio sulla Station Square.

    A questo punto entrano in azione bulldozer e gru, che depositano il

    materiale sotto la tenda, pronti per

    essere trasformati. Al ghiaccio viene

    aggiunta la neve. Ben quaranta

    professionisti provenienti da Cina,

    Canada, Stati Uniti, Svezia, Olanda e

    Belgio realizzano in quaranta settimane

    ogni meraviglia possibile.

  • 54

    L'acqua nell'arte allo stato gassoso

    Siamo infine giunti a quello che il terzo stato dellacqua, quello aeriforme. Quello, a nostro avviso, pi

    seducente e accattivante, ovvero nella condizione in cui essa diviene vapore, nebbia e conferisce alle cose che

    avvolge una suadente indefinitezza. Thodore Chassriau, Tepidarium, 1853

    Quanto ai vapori,

    oggi essi vanno

    per la maggiore:

    calice di vino

    rosso, acqua calda

    e bolle profumate,

    jazz nell'aria, lume

    di candela. Gli

    antichi Romani,

    tuttavia, avevano

    gi il culto del

    proprio corpo e

    sapevano

    prendersi cura di se stessi, in bellezza ma

    soprattutto in benessere psichico. E di queste

    modalit siamo loro debitori.

    In antichit, dopo aver faticato e sudato

    abbondantemente, tappa obbligatoria prima di

    cena era quella al calidarium. Ci si immergeva in

    una vasca di acqua calda, dove il corpo assorbiva

    tutta lumidit dei vapori prodotti. Il tepidarium era

    il passaggio intermedio per giungere infine al

    frigidarium, nel quale, lo dice la parola, la

    temperatura pi fresca tonificava le membra,

    donando al corpo un rinvigorimento generale,

    spesso rafforzato da piacevolissimi massaggi con oli

    e unguenti odorosi. Il bagno turco, tema ricorrente

    nella pittura del Neoclassicismo, sta a testimoniare

    quanto la piacevole consuetudine fosse ritornata in

    voga, unitamente alla passione per lOriente,

    indotta dai viaggi. J. A. Dominique Ingres, Bagno turco, 1862, (part.)

  • 55

    La nebbia, invece, uno temi ricorrenti del Vedutismo pittorico di Francesco Guardi, Ippolito Caffi, Giuseppe

    Mentessi e Giovanni Boldini, che trovano in Venezia un soggetto molto fecondo.

    Francesco Guardi, La gondola, 1782

    Ippolito Caffi, Neve e nebbia a Venezia, 1841

  • 56

    Giovanni Boldini, Vista di Venezia, 1895

    Giuseppe Mentessi, Venezia; sagrato della Basilica di San Marco

  • 57

    Breve excursus nella pittura dellacqua come vapore, nebbia, geyser.

    Dal Romanticismo al Divisionismo

    La nebbia contraddistingue questa tela del pittore romantico Caspar Friedrich, avvolgendo in un'aurea di mistero e di vaghezza il paesaggio, senza lasciare per nulla alla rievocazione o alla supposizione.

    Da essa emergono sagome di barche. Si percepisce nell'atmosfera un rischio nascosto, che accresce il senso di perdita dell'orientamento e di sicurezza. Sembra che lartista voglia rappresentare la perdita di una struttura esistenziale una volta sicura, ma ormai scomparsa. Non dato, inoltre, se la barca a vela si stia avvicinando o allontanando dalla riva.

    Il pittore non d alcuna possibilit di interpretazione certa, aumentando ancora una volta il senso di indeterminatezza e allo stesso tempo lasciando libero l'osservatore di interpretare autonomamente il quadro.

    Caspar David Friedrich, Nebbia, 1807, Vienna, Kunsthistorisches Museum

  • 58

    Caspar David Friedrich, Viandante sul mare di

    nebbia, 1818

    Secondo una testimonianza, la figura del

    viandante rappresenterebbe uno scomparso

    amico del pittore, i monti Rosenberg e

    Zirkelstein, in Sassonia. Il viandante,

    nell'iconologia cristiana, simboleggia la

    transitoriet della vita e insieme il suo

    destino ultraterreno; egli raffigurato di

    spalle, simboleggiando e mostrando la parte

    nascosta e inconscia di noi stessi.

    Il viandante osserva un paesaggio costituito

    fisicamente da rialti e spuntoni rocciosi, scuri

    e inospitali, immersi in un mare di nebbia,

    che cela e copre tutto ci che si trova al di

    sotto di essa.

    La nebbia fa riferimento agli errori della vita

    umana che vengono superati dalla fede

    cristiana come le rocce emergenti

    superano loblio fede che porta a Dio, la

    montagna. Ma il dipinto, aldil di ogni

    svelamento simbolico-religioso, pu essere

    inteso come il manifesto di tutto il primo

    Romanticismo: sembra rappresentare l'uomo solo, con i suoi errori, i suoi dubbi e le sue certezze, posto di

    fronte alla natura, al mondo, all'infinito.

    Caspar David Friedrich, Abbazia nel querceto, 1810

    Thomas Kerr Fairless, The Great Geysir South Iceland, 1849

  • 59

    William Turner (1775-1851) lautore di

    questo quadro Pioggia, vapore e velocit,

    che dipinse nel 1844. La tecnica particolare

    utilizzata dallartista rende il soggetto nello

    specifico poco riconoscibile. A sinistra si pu

    individuare un ponte ad arcate, che va a

    terminare oltre la linea dellorizzonte. A

    destra, un altro ponte, sul quale sta

    correndo un treno, che sprigiona una grande

    quantit di vapore avvolgente tutte le cose.

    Il resto aria e luce. Laria pregna di

    pioggia e vapore, come spiega il titolo.

    Nellestate del 1899, Monet a Londra; pi

    di ogni altra cosa, di Londra gli piace la nebbia. Le 41

    tele complessive del ciclo testimoniano ancora una

    volta l'uscita di Monet dall'impressionismo verso

    approdi di visionariet simbolistica: se Il Ponte di

    Waterloo (1902), a sx, un grumo di pennellate

    monocrome con uno sfondo inquietante di

    fabbriche fumose avvolte nella nebbia, l'analogo

    tema ripreso nella tela dell'Ermitage di San

    Pietroburgo pressoch illeggibile nella

    rappresentazione di una nebbia assoluta un manto

    misterioso che avvolge tutta la citt conferendole,

    una meravigliosa grandiosit.

    Joachim Ringelnatz, Geballter Nebel, 1928 Soluzioni molto affini a quella proposta ne Il

    Parlamento di Londra, del 1904, in cui Monet scioglie le forme, rendendole impalpabili nella nebbia e diafane

    nella luce, per approdare all'espressione di una deliberata visionariet. Decisamente materica, invece, la nebbia

    rappresentata in Geballter Nebel dallartista tedesco Joachim Ringelnatz, resa dalle dense pennellate e dalla

    contrapposizione dei toni decisi degli arancio dorati, dei neri e dei bianchi.

  • 60

    Sembra, invece, di sfogliare Le mille e una notte o i romanzi cavallereschi di Re Art, quando si guardano i dipinti

    di Mario Scalese, poich ci si immerge subito in un mondo surreale, in cui tutto avvolto da un sottile e

    impalpabile biancore, che ora sembra polvere atmosferica, Le nebbie di Avalon (in basso a sx), ora sottile

    nebbia, che si mescola e si confonde col bianco della neve, facendo raggiungere allartista esiti da pittura

    astratta o quasi informale. Le alchimie dei suoi pensieri, i suoi paesaggi dellanima, spesso nati dalle letture

    preferite, si avviluppano in una dimensione onirica, che d vita a momenti di sospensione tra sogno e coscienza,

    suscitando sottili emozioni interiori.

    Frammenti di edifici, case sbilenche,

    fiori, ombrelli sospesi sotto cui si

    intuisce appena la presenza umana

    intrecciano irreali girotondi nellaria,

    fluttuano nello spazio, si incrociano

    tra le nebbie, si interpongono in volo

    tra vibrazioni e bagliori improvvisi di

    luce, creando particolari collages

    pittorici, ritagli di paesaggi e

    monumenti, che la memoria ha

    estrapolato dalla loro originaria unit

    e ricostruito in nuovi assemblaggi,

    come avviene ne Lalba di Avalon

    (in basso a dx).

    Le citt non si distinguono: cupole, guglie, campanili si mescolano e volteggiano creando nuove realt urbane,

    realt della memoria, realt dellanima.

    Solo un profumo di favola emana da molti

    dipinti, un cera una volta continuo, che ora

    rimanda al mondo arabo ora a certi ricordi

    nordici, in cui sembra apparire il fantasma

    di Chagall e in cui il biancore artico si

    intreccia con la solarit mediterranea,

    segnando le tappe di un incantevole

    viaggio tutto del suo vissuto, reale e

    sublimato.

    Il bianco simbolo di luce e di catarsi e

    serve ad illuminare la notte e il buio con

    improvvisi flash di luna, che si impongono

    sulla tela con una diversificata variet di

    sfumature, le quali procedono dalla

    corporeit, alla levit, alla rarefazione. Per

    ottenere tale lieve trasparenza, per

    giungere a tale destrutturazione degli

    elementi del reale, il colore si sfalda, si

    diafanizza, cerca tonalit smorzate,

    rasenta il monocromo, nel contempo impreziosendosi. Ma talvolta, questi elementi fluttuanti, improvvisamente,

    sinfiammano come per uninattesa esplosione di colore, cromie intense si scaricano sulle tele e gli arancioni, i

    blu, i rossi oscurano il resto con la loro forza luminosa.

  • 61

    BIBLIOGRAFIA

    AA. VV., Capolavori del Museo Van Gogh di Amsterdam, ed. Museo Van Gogh Enterprises B. V., 2009

    AA. VV., LImpressionismo, in Larte nella societ, a cura di Maurizio Calvesi, Fratelli Fabbri editori, 1976

    AA. VV., Monet, in collana Vita dartista, a cura di Claudio Pescio, Giunti Gruppo Editoriale, 2003

    AA. VV., Palazzo Massimo alle Terme, a cura di Adriano La Regina, ed. Electa, 2007

    AA. VV., Paul Gauguin e lavanguardia russa, Catalogo della mostra, Ferrara Palazzo dei Diamanti, ed. Artificio, 1996

    AA. VV., Turner e gli impressionisti. La grande storia del paesaggio moderno in Europa, a cura di Marco Goldin, Catalogo della mostra, Brescia Santa Giulia, ed. Linea dombra libri, 2006-2007

    ARGAN Giulio Carlo, Botticelli, in Grandi tascabili economici, Collezione darte Skira, Newton Compton editori, 1989

    BACCI Mina, Sandro Botticelli, in Maestri del colore, F.lli Fabbri Editori, 1963

    BIANCHINI Maria Adelaide, Masolino da Panicale, in Maestri del colore, F.lli Fabbri Editori, 1965

    BUSSAGLI Marco, Piero della Francesca, in Art Dossier, Giunti Editori

    DI STEFANO Eva, Munch, in collana Art Dossier, Giunti Editori

    GOLDIN Marco, Lontano il mondo, ed. Linea dOmbra Libri, 2005

    GOLDIN Marco, Di Corot e di un cieco. Di Monet, ed. Linea dOmbra Libri, 2006

    LEMAIRE Grard-Georges, Manet, in collana Art Dossier, Giunti Editori

    PALLUCCHINI Rodolfo, Tiziano, in Maestri del colore, F.lli Fabbri Editori, 1977

    RODARI Gianni, La grammatica della fantasia,Introduzione allarte di inventare storie, 1974, ed. Piccola

    biblioteca Einaudi

    SEMENZATO Camillo, Giotto. La cappella degli Scrovegni, in Forma e colore. I grandi cicli dellarte, ed. Sadea/Sansoni, 1965

    WARRELL Ian, Turner, in Art Dossier, Giunti Editori

    SITOGRAFIA

    www.agac.it/liceo05/gruppo3/index3.html

    www.davidaola.it/category/foto-e-arte/