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AREA DI ORIENTAMENTO DELLA CLASSE 2D ANNO SCOLASTICO 2010-2011 LICEO SCIENTIFICO TECNOLOGICO “GALILEO GALILEI” BOLZANO
LACQUA NELLARTE AREA DI ORIENTAMENTO DELLA CLASSE 2D
ANNO SCOLASTICO 2010-2011
LICEO SCIENTIFICO TECNOLOGICO GALILEO GALILEI
BOLZANO
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Brochure elaborata dagli alunni della classe 2D Supervisione del progetto dellinsegnante di Italiano prof.ssa Antonella Stoppari
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LIMPORTANZA DELLACQUA
Il tema dell'acqua nell'arte molto affascinante, ma anche complesso. L'acqua l'elemento essenziale alla vita e
quindi da sempre, fin da quando l'uomo ha cominciato a rappresentare il mondo attraverso l'arte, l'acqua stata
una protagonista delle sue immagini. Dai graffiti rupestri dove si rappresentavano i luoghi, in cui l'acqua era
presente, fino alle sculture contemporanee in cui l'acqua la materia che si "modella" per creare la scultura
stessa.
L'acqua, per, oltre ad essere fondamentale per sopravvivere, assume molti significati nelle rappresentazioni
artistiche degli uomini. L'acqua diventa simbolo di molti concetti che piano piano l'umanit ha formulato nei
secoli. Ad esempio, una delle prime idee che vengono associate all'acqua proprio "la vita": l'acqua come fonte
di vita. Quindi in molti quadri l'acqua rappresentata come sorgente di vita e fertilit.
GLI STATI DELLACQUA
Circa il 70% del nostro Pianeta ricoperto d'acqua.
L'acqua l'unica sostanza che si trova in natura, a temperatura ambiente, contemporaneamente nei tre stati di aggregazione: solido, liquido e gassoso. L'acqua allo stato solido si trova sotto forma di ghiaccio, neve, grandine, brina. Nello stato solido le particelle sono molto vicine le une alle altre, non sono libere di muoversi e di spostarsi e sono disposte secondo un perfetto ordine geometrico.
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L'acqua allo stato liquido si trova sotto forma di pioggia e rugiada, ma soprattutto forma fiumi, mari e oceani, che ricoprono appunto la parte prevalente della superficie terrestre.
Nello stato liquido le particelle possono spostarsi, ma entro certi limiti: se una particella si sposta il suo posto viene subito preso da un'altra.
L'acqua allo stato gassoso si trova nell'atmosfera sotto forma di nebbia, vapore acqueo, nuvole.
Nello stato gassoso le particelle possono muoversi liberamente, perch non formano legami chimici tra loro.
Lo studio scientifico condotto su tale elemento basilare per la nostra stessa esistenza, e che da sempre ha
affascinato i pi svariati artisti ed esponenti della cultura mondiale, ci ha suggerito il tema della nostro Progetto
di orientamento. Il nostro percorso attraverser le tappe pi significative della Storia dellArte, non solo italiana,
nel tentativo di fissare attraverso le immagini i modi pi suggestivi in cui lacqua nei suoi diversi stati abbia
ispirato pittori, scultori, fotografi del panorama mondiale della cultura.
Un progetto artistico, il nostro, per
meditare sullacqua come
patrimonio dellumanit; lacqua
come un bene, una risorsa, un
problema che pu generare
conflitti.
Unazione artistica che vuole
sensibilizzare il pubblico: un muro
simbolico per mostrarci lincubo di
chi lacqua non pu godere
dellacqua come bene comune, per
soprusi o per colpa delluomo che
blocca il fluire naturale dei fiumi.
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L'acqua nell'arte allo stato liquido
Nel mondo antico, non solo in quello indoeuropeo, ogni cosa era
abitata da presenze divine e in primo luogo l'acqua, fonte di vita per
eccellenza. Per gli Ebrei il mondo ebbe origine nell'attimo in cui Dio
separ le acque inferiori da quelle superiori; prima di tale atto
creativo "lo spirito di Dio aleggiava sulle acque". Per Ismaele "la terra
stessa posa sulle acque e le acque sulle nubi".
Per i cristiani l'acqua assurge a simbolo di purificazione e nuova vita,
come si pu notare nel battesimo. Eredita, cos, simboli presenti non
solo nel Vecchio testamento ma anche nei culti pagani. Nel Corano si
legge: "Abbiamo separato il cielo dalle terre e per mezzo dell'acqua
abbiamo fatto scaturire ogni forma vivente". Per gli Egizi la fonte di
ogni vita il Nilo, venerato come sorgente del mondo. Fu
personificato nel dio Hapi, rappresentato come un uomo grasso dai
grandi seni e con una corona di piante di papiro, simbolo di fertilit.
Per i Sumeri e gli Assiro-Babilonesi vari dei presiedono alle acque:
Apsu (dio sumero delle acque dolci), Nun (personificazione
dell'acqua), Ea (dio dell'acqua per gli Assiro-Babilonesi.
Presso gli egizi, inoltre, l'acqua
sinonimo di due grandi
entit: il Nilo, l'acqua delle
inondazioni, e il Nun, l'acqua
della vita. Il Nun infatti era
l'oceano primordiale da cui
erano nate tutte le forme di
vita.
Secondo la mitologia greca,
tutte le acque, salate o dolci,
discendevano da Oceano, figlio
maggiore di Urano e Gea, e
appartenevano ad un unico
sistema di acque sotterranee.
La cosmogonia pi antica,
testimoniata da Omero, vedeva
in Oceano un grande fiume che circondava la
Terra e dava origine a tutti i corsi d'acqua. In
epoca post-omerica, con i primi viaggi oltre
le colonne d'Ercole, Oceano fu visto come
grande mare universale.
Afrodite che emerge dal mare (dal Trono Ludovisi ). L'opera datata al V secolo a.C., tra il 460 e il 450 a.C. L'interpretazione pi accreditata ritiene che essa rappresenti la nascita di Venere (Afrodite) dalla spuma del mare a Cipro. Ancora Afrodite
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in questo dipinto murale di Pompei, che si crede basato sulla Venere Anadiomene di Apelle, trasportata a Roma in et imperiale, dallo Imperatore Augusto.
La divinit
acquatica
fondamentale,
tuttavia,
Poseidone,
presente gi
presso i Micenei.
Oltre a
Poseidone, una
corte di numi
domina sulle acque, secondo i Greci: Glauco, Nereo, Ioreo, Proteo, Tritone.
Arte romana. Per i Romani
Poseidone diviene Nettuno
e il fiume divino per
eccellenza il Tevere.
Tevere, Scultura romana, inizi II secolo
Esposizione dei Gemelli sulle rive del Tevere, affresco,
Fregio dipinto dellEsquilino, Roma, Et augustea
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Scene di navigazione con
imbarcazione su uno
sfondo marino riccamente
popolato di pesci e Scene
di lotta tra un polpo,
unaragosta e una murena,
dal complesso scavato
presso il Porto fluviale di
San Paolo, Lungotevere,
Roma, II secolo d.C.;
lacqua marina resa nella
trasparenza con grande
freschezza di tocco,
accoglie la fauna marina
definita con stile naturalistico e
immediatezza pittorica.
Ville romane presso il mare (affresco, Pompei).
Questi edifici erano tanti che al geografo greco Strabone, approdante dal mare, diedero limpressione di tutta una sola ed estesa citt. (cfr.: Geografia, V). Ma allo splendore segu la rovina. Nel 62 o 63 d. C., durante il dominio di Nerone, un violento terremoto faceva crollare in gran parte Ercolano, come Pompei, e arrecava gravi danni a Nocera, Stabia, Napoli, Pozzuoli.
Le ville, come ci documentano
affreschi vedutistici rinvenuti negli scavi, sinnalzavano presso il mare o su ameni balsi, disponevano di grandi terrazze, verande, belvedere, alcove verso l'ampia veduta del golfo, avevano portici e Corridoi, giardini e boschetti adorni di statue e fontane. Ebbe anche limperiale famiglia Giulio-Claudia una villa in herculanensi pulcerrima posta presso il mare, a vista
dei naviganti, come ci informa Seneca, De ira III, 21.
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Lacqua diviene simbolo di purificazione ed
elemento sacrale a partire dal Tardo-Antico e
nellAlto Medioevo, quando assume importanza
centrale nei soggetti raffigurati, come nella resa
stilizzata ma efficace, del Battesimo del Signore
in una visione fantasiosa di un codice miniato di
Isfahan (Iran).
Nel mosaico del Battistero degli Ariani di Ravenna, la figura di Cristo completamente nudo rappresentata immersa nelle acque del Giordano, personificato nella figura seduta di sinistra; l'acqua sale fino alla cintura e talvolta fino alle spalle, disegnando attorno al suo corpo una cupola ovoidale simile a una campana liquida: il corso del fiume rappresentato secondo le regole di una prospettiva infantile, dove le linee si alzano invece di fuggire. La sua fluidit indicata da ondulazioni parallele, che striano la campana d'acqua, come fossero piccole increspature, e dai pesci che nuotano nell'elemento liquido. L'acqua tuttavia non trasparente, infatti ha la funzione di nascondere la nudit. Il Battista vestito con una tunica in
pelo di cammello, che allude alla sua vita nel deserto; egli in piedi sulla sponda del fiume e impone la sua mano sulla testa del Salvatore; prima del XII secolo non lo si vede mai
versare l'acqua lustrale.
L'iconografia del battesimo per immersione comporta, inoltre, delle figure allegoriche come la personificazione del Giordano, il dragone vinto e un monumento commemorativo, la croce acquatica.
Intanto nell'arte occidentale tra il IX e X secolo scompare l'iconografia dell'immersione nel Giordano, poich comincia a diffondersi la pratica del battesimo per infusione o aspersione; mentre primitivamente il battesimo doveva essere ammi-nistrato dentro l'acqua corrente e vi-va di un fiume, ci si accontentati pi tardi di un'acqua morta, imprigionata dentro un recipiente a forma di calice, come un fiore reciso in un vaso.
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Giotto, Cappella degli Scrovegni, 1303-1305, Padova
La rappresentazione del Battesimo si trova di conseguenza radicalmente trasformata, tuttavia nella Cappella degli Scrovegni essa ancora del tipo per immersione, con una simmetrica divisione dei gruppi dei partecipanti e la figura di Dio Padre al centro. Gi Taddeo Gaddi opta per una commistione tra le due tipologie, con il Cristo inginocchiato nel Giordano e il Battista che versa sul capo dell'acqua da una coppa.
L'infusione avviene generalmente con una conchiglia o una coppa nell'arte italiana, con una brocca in quella tedesca, mentre nella scuola dei Paesi Bassi, con Memling, fra le dita che il Battista lascia colare dal cavo della sua mano qualche goccia d'acqua sulla testa di Cristo.
Lacqua ancora protagonista nel Miracolo della sorgente, la quattordicesima delle ventotto scene del ciclo di affreschi delle Storie di San Francesco della Basilica superiore di Assisi, attribuiti a Giotto. Dipinta verosimilmente tra il 1290 e il 1300, raffigura lepisodio appartenente alla serie della Legenda maior (VII,12) di San Francesco: "Salendo il beato Francesco sopra un monte in groppa all'asino di un povero uomo a causa di
un'infermit, e invocando il detto uomo, che si sentiva
morir di sete, un poco d'acqua, ne cav da una pietra: la
quale n prima v'era stata, n poi fu vista."
Lacqua sgorga dal paesaggio roccioso ancora
bizantineggiante delle rocce sporgenti. Di grandiosa
eloquenza l'inedito gesto dell'uomo che si sporge per bere l'acqua, con il piede che realisticamente piegato nella spinta del corpo.
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Primo Rinascimento. Trasparenze celestiali in Masolino da Panicale a Castiglione Olona del 1435. Nella pittura italiana del Rinascimento l'immagine del battesimo di Cristo non ha niente in comune con l'arte religiosa; infatti, come le Nozze di Cana sono per Veronese il pretesto per raffigurare il fasto di un banchetto, il battesimo non diventa altro che una scena di bagno, con attorno a Cristo dei bei corpi nudi di catecumeni che si divertono, si svestono e rivestono al-l'aria aperta: il sacramento lascia il posto a un bagno nel Tevere o
nell' Arno. Questa nuova concezione appare dal XV secolo negli affreschi attribuiti a Masolino, a Masaccio, a Ghirlandaio e a Signorelli, fino a Raffaello, che la introduce nei suoi affreschi delle Logge Vaticane.
Nel Battesimo di Cristo (tempera su tavola 1440-1460, National Gallery, Londra) di Piero della Francesca, commissionato dall'abbazia camaldolese di Sansepolcro, citt natale e residenza del pittore, come tavola centrale per un polittico che probabilmente decorava l'altare maggiore, la composizione trova il centro dellinteresse nel Cristo centrale; la struttura si basa sullasse centrale e da esso si sviluppa equamente da destra a sinistra. La profondit resa piuttosto realisticamente e le colline, molto dettagliate sullo sfondo, accentuano questa sensazione. La linea perlopi curva, come testimoniano il corso del fiume e le colline sullo sfondo. Lilluminazione frontale e diffusa, cos da essere realistica senza creare ombre che nascondano parti dl corpo del Cristo. I colori usati sono tersi, tanto da creare piacevoli contrasti tra le vesti, la trasparenza del cielo e dellacqua benedetta e dello sfondo. Il colore steso con una pennellata precisa, che definisce i particolari pi lontani con grande realismo.
Ovviamente, l'acqua, che cos trasparente, semplice e ricca di vita, diventa anche il simbolo della "purezza". Non un caso che nella religione cristiana il battesimo si compia con l'acqua. Ci avviene a proposito di questopera sublime di Piero della Francesca. Il pittore rappresenta con l'acqua la purezza di Ges. L'acqua nel rituale del battesimo, infatti, purifica la persona dal peccato originale.
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Nella Rinascenza, lacqua diviene inoltre protagonista di soggetti profani, come in questopera icona del Rinascimento italiano, spesso assunta come simbolo della stessa Firenze e della sua arte. La Nascita di Venere un dipinto a tempera su tela di lino di Sandro Botticelli, databile al 1482-1485 circa, conservato nella Galleria
degli Uffizi a Firenze. Faceva forse anticamente pendant con l'altrettanto celebre Primavera sempre di Botticelli, con cui condivide la provenienza storica, il formato e alcuni riferimenti filosofici. La tela rappresenta una delle creazioni pi elevate dell'estetica del pittore fiorentino, oltre che un ideale universale di bellezza femminile, incarnato da Venere che avanza leggera, fluttuando, su di una conchiglia lungo la superficie del mare increspato dalle onde. Venere nuda e distante come una splendida statua antica viene spinta dal vento fecondatore del soffio di Zefiro, che simboleggia lamore come energia vivificante, come forza motrice della natura. E la nudit della dea sicuramente rappresenta la bellezza spirituale che indica la purezza, la semplicit e la nobilt danimo. La prospettiva data proprio dal colore dellacqua, che si schiarisce in lontananza, lacqua che in questo dipinto rappresenta in modo emblematico lorigine della vita.
Ed ancora lacqua quale sorgente di vita solo apparentemente in ombra nellimponete tela cinquecentesca
di Tiziano, Vecellio Amor sacro e Amor profano, ad assumere rilevante importanza: lidentificazione dei due
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personaggi femminili, infatti, in Venere e Proserpina avvalorata dalla presenza della sarcofago-fontana, in cui
l'amorino miscela l'acqua, trasformando la morte in vita, entrambe connotate dai simboli delle scene scolpite.
Tiziano ritorna, pi tardi, al tema della Venere Anadiomene
(1520, olio su tela, National Gallery), rappresentazione della
nascita della dea dalle acque del mare di Cipro. A differenza
della Venere di Botticelli, quella di Tiziano direttamente
immersa nelle acque marine, secondo il soggetto, gi
presente nella descrizione in Plinio di un dipinto di Apelle, con
cui spesso i pittori del Rinascimento si erano cimentati. La
conchiglia, di dimensioni ridotte, tuttavia ancora presente a
lato del corpo nudo di Venere. Ella si scioglie i capelli,
probabilmente intenzionata a lavarli nelle acque mosse di
quel mare nel quale immersa fino a met coscia. Lo sguardo
tende lontano, la testa leggermente piegata contornata da
un cielo grigio melanconico di nuvole. Non piove, ma si
percepisce lalito di quello stesso vento fecondatore della
Nascita di Venere.
Ancora Venere, ancora lacqua del mare nell'opera di
Alexandre Cabanel, La nascita di Venere (in basso), pittore
nemico del Naturalismo e dellImpressionismo, che porter
alle estreme conseguenze, nel 1863, il processo iniziato dai
classici di Maniera, attraverso la resa della sensualit della
dea che si riflette nellincresparsi voluttuoso delle onde del mare.
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Il tema profano dellacqua, nonostante i
rigori della Controriforma, registra ancora
largo impiego anche nella pittura del
Seicento. Esemplare questa
interpretazione del mito di Narciso di
Michelangelo Merisi da Caravaggio, che
con mirabile resa naturalistica degli effetti
di trasparenza dellacqua riproduce il
fanciullo chino sullo specchio liquido che
indugia nel contemplare lungamente la
propria immagine, mentre Nemesi gli
sussurra allorecchio con voce fredda:
Rimarrai qui per sempre, Narciso; rimarrai
qui per leternit a contemplare il tuo volto
pi bello di quello di tutte le ninfe e di tutte
le dee. Nessun cuore di donna soffrir pi
per la tua bellezza che ora hai conosciuto.
Questo era il significato del vaticinio di
Tiresia.
E Narciso rimase l per sempre, piegato
sullacqua, incapace di staccarsi dalla
visione della propria immagine, alla stessa
stregua del fiore che ne incarna la bellezza.
Trasformazioni del tema dellacqua nel mito. Le creature del mare e delle acque custodiscono il confine tra acqua del tempo e acqua senza tempo, figure che conoscono il destino perch sono il presente e il futuro. Esseri che ammaliano e distruggono, custodi benevoli dei riti di passaggio (matrimonio, adolescenza, parto, morte), ma anche orribili mostri e femmine infeconde (Scilla, Sirene, Idra, Gorgoni) posti a tutelare il trascendente dalla temerariet della mente umana. Il valore femminile delle acque cupe ritorna a far udire agli dei il suono del suo fluire uterino e rigeneratore. Tra i riti collegati allacqua delle religioni abramitiche, limmersione del battesimo resta il pi simbolico ed evocativo per la rigenerazione delluomo nuovo e rappresenta lo spazio al di l in cui reincontrarsi e riscrivere il proprio destino.
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Lapporto della Scultura
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Anche la scultura ha regalato alla celebrazione di questo fondamentale elemento lacqua opere di
grande magnificenza. Esempi, significativi ne sono la celeberrima Fontana dei Quattro fiumi di Piazza
Navona a Roma, opera seicentesca (1651) di Gianlorenzo Bernini, e la Fontana della Barcaccia, del
medesimo autore, gi completata nel 1629.
Londra, Fontana di Trafalgar Square, Delfini e umani
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La Fontana dei Quattro fiumi sorge al centro della piazza, nel punto in cui fino ad allora si trovava un beveratore, una semplice vasca quadrata per labbeveraggio dei cavalli. Si compone di una base formata da una grande vasca ellittica a livello della pavimentazione stradale, sormontata da un grande gruppo marmoreo, sulla cui sommit si eleva un obelisco egizio, imitazione di epoca romana. Le statue in marmo bianco che compongono la fontana hanno una dimensione maggiore di quella reale. I nudi rappresentano le allegorie dei quattro principali fiumi della Terra, uno per ciascuno dei continenti allora conosciuti, sono rappresentati come dei giganti in marmo che siedono appoggiati sullo scoglio centrale in travertino: il Nilo, il Gange, il Danubio e il Rio della Plata, opera di artisti diversi.
La Fontana della Barcaccia invece situata in Piazza di Spagna, ai piedi della scalinata di Trinit dei Monti.
La sua realizzazione comport il superamento di alcune difficolt tecniche, dovute alla perdurante bassa pressione dell'acquedotto dell' Acqua Vergine in quel particolare luogo, che non permetteva la creazione di zampilli o cascatelle. Il Bernini tuttavia risolse l'inconveniente, ideando la fontana a forma di barca semisommersa in una vasca ovale posta leggermente al di sotto del piano stradale, con prua e poppa, di forma identica, molto rialzate rispetto ai bordi laterali pi bassi, appena sopra il livello del bacino. Al centro della barca un corto balaustro sorregge una piccola vasca oblunga, pi bassa delle estremit di poppa e prua, dalla quale fuoriesce uno zampillo dacqua che, riempita la vasca, cade allinterno della barca per
tracimare poi, dai bordi laterali bassi e svasati, nel bacino sottostante. Lacqua sgorga da altri sei punti (tre a poppa e tre a prua): due sculture a forma di sole con volto umano, che gettano acqua verso altrettante conche allinterno dellimbarcazione, e quattro fori circolari (due per parte) rivolti verso lesterno, simili a bocche di cannone. Oltre ai due soli, completano le decorazioni due stemmi pontifici, con la tiara e le api, simbolo araldico della
famiglia del pontefice (i Barberini), alle estremit esterne della barca, tra le due bocche di cannone. Era la prima volta che una fontana veniva concepita interamente come unopera scultorea, allontanandosi dai canoni della classica vasca dalle forme geometriche. Secondo una versione popolare molto accreditata, la sua particolare forma potrebbe essere stata ispirata dalla presenza sulla piazza di una barca in secca, portata fin l dalla piena del Tevere del 1598 (nel cui ricordo il papa potrebbe aver commissionato lopera), ma si anche avanzata
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lipotesi che quel luogo fosse anticamente utilizzato come piccola naumachia. In entrambi i casi il nome Barcaccia richiama una vecchia imbarcazione prossima allaffondamento. Pi verosimilmente, era chiamata barcaccia quel tipo di imbarcazione che, nellantica Roma, veniva usata per il trasporto fluviale di botti di vino, e che, molto simile all'opera berniniana, aveva appunto le fiancate particolarmente basse per facilitare limbarco e lo sbarco delle botti stesse.
La settecentesca Fontana di Trevi (1732-1762), progettata da Nicola Salvi e adagiata su un lato di Palazzo Poli, oltre ad essere la pi grande ed una fra le pi note fontane di Roma, rappresenta un riuscito connubio di Classicismo e Barocco. La storia della fontana strettamente collegata a quella della costruzione dell'Aqua Virgo, acquedotto Vergine, che risale ai tempi dell'imperatore Augusto, quando Marco Vipsanio Agrippa fece arrivare l'acqua corrente fino al Pantheon ed alle sue terme.
L'opera impostata secondo un progetto che raccorda influenze barocche, e ancor pi berniniane, al nuovo monumentalismo classicista. Il Salvi riprende l'idea di fondo di Bernini, e del papa committente, cio quella di narrare, tramite architettura e scultura insieme, la storia dell'Acqua Vergine. Il tema dellintera composizione il mare. Questa inserita in unampia piscina rettangolare dagli angoli arrotondati, circondata da un camminamento che la percorre da un lato allaltro, racchiuso a sua volta entro una breve scalinata poco al di sotto del livello stradale della piazza. Il Salvi ricorse al sistema della scalinata per compensare il dislivello tra i due lati della piazza.
La scenografia dominata da una scogliera rocciosa, che occupa tutta la parte inferiore del palazzo, al cui centro sotto una grande nicchia, delimitata da colonne, che la fa risaltare come fosse sotto un arco di trionfo si erge una grande statua di Oceano che guida un cocchio a forma di conchiglia trainato da due cavalli alati, a loro volta guidati da altrettanti tritoni. Lacqua sgorga dalle rocce in diversi punti sotto il carro di Oceano va e a riempire tre vasche, prima di riversarsi nella piscina maggiore. Le tre vasche non facevano parte del progetto originario del Salvi, ma furono aggiunte a seguito delle modifiche apportate dopo la morte dello scultore. Altra modifica sostanziale riguard i soggetti delle due statue laterali, che rappresentavano inizialmente Agrippa e la Vergine Trivia.
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Lacqua nella Pittura del Romanticismo.
John Constable, La baia di Weymouth, National Gallery 1816
Mi stato spesso consigliato di considerare il cielo come un lenzuolo bianco appeso dietro agli oggetti. Certo, non bene che il cielo sia troppo invadente, ma se fosse inesistente sarebbe ancor peggio.
(J.Constable)
John Constable, classe 1776, rampollo di buona famiglia borghese dotato, secondo le fonti, di bellezza, eloquenza e stile, si istru pittore prima per passione e poi per mestiere, trovando nel cielo e nei paesaggi pianeggianti del Kent la sua fonte di ispirazione primaria. Ai ritratti di amorini, di ninfe danzanti e di eroi greci dalle movenze tragiche e dalla fisionomia dei nobili dellepoca, egli preferiva la terra bruna dei campi appena
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solcati dallaratro e il fluire silenzioso delle acque, intente ad approfondire il proprio corso e a riposare in stagni adombrati e circondati da canneti.
John Constable, Il carro da fieno, 1821,
conservato alla National Gallery. Il
dipinto rappresenta uno scorcio della
valle dello Stour (Suffolk), vicino al
mulino di Flatford, con un carro
immerso nel fiume. Esso rispecchia in
pieno i canoni del Romanticismo, con
una natura partecipe ai sentimenti
dell'uomo, essa stessa capace di
rasserenare o terrorizzare l'uomo.
L'opera mostra la maturit dell'artista
nel bilanciare le masse e i valori tonali,
bloccando quasi l'ora, il giorno, la
stagione e, forse, i pensieri dell'uomo.
L'opera emana una maestosit e una tranquillit nella mirabile resa del clima e dell'umidore dellatmosfera. I
colori ben dosati nelle varie tonalit di verde, l'acqua al centro della tela d un senso di appagamento interiore
per la calma che riflette, gli uccelli sparsi, il cagnolino sulla riva abbaia al padrone e il cielo sorgente di luce che
governa su ogni cosa.
John Constable Wivenhoe Park, 1816
Constable ama, altres, parlare di s come di pittore scienziato, e pennellata dopo pennellata imprime sulla
tela scampoli di realt intrisi delle sue conoscenze di geologia, botanica e meteorologia. Lavvicinamento
allessenza profonda della realt e la ricerca di una possibile dimensione trascendente si traducono nella
scientificit della pittura e nel considerare i quadri veri e propri esperimenti volti allindagine empirica della
Natura e con essa specialmente dellacqua e della vasta fenomenologia che le accompagnano.
Terra, aria, acqua e fuoco, in solitudine o in unione gli uni con gli altri, offrono forma e consistenza alla Verit
della Natura.
18
Nella produzione pittorica di Constable
sono gli elementi freddi a predominare
incontrastati attraverso i numerosi ritratti
di nuvole e cieli talvolta sovrastanti il
mare. Si tratta di cieli per lo pi senza
stormi, acque rese vive dallincresparsi
delle onde pi che dalla spuma delle scie
di barche e dagli ormeggi sulla riva. Le
nubi si mostrano come gli occhi gentili
dellaria e manifestano il silenzio e la
quiete nelle giornate limpide, quando i
venti interessano gli strati pi alti
dellatmosfera o, al contrario,
impersonano lo sguardo torvo e
corrucciato delle tempeste e delle piogge
che si abbattono violente, proprio come
in questa Rainstorm over the sea
(Tempesta di pioggia sopra il mare, a sx).
Assolutamente innovativo, pur nel
panorama dellarte romantica, lo stile di
William Turner: le sue opere del periodo
della maturit sono caratterizzate da
un'ampia variet cromatica e da una
suggestiva tecnica di stesura del colore.
Soggetti molto adatti a stimolare
l'immaginazione del pittore si rivelano i
naufragi, gli incendi (come l'Incendio
del parlamento inglese, verso lAbbazia di Westminster, del 1834, un avvenimento a cui Turner corse ad
assistere di persona e che immortal in una serie di
schizzi ad acquerello), le catastrofi naturali e i fenomeni
atmosferici come la luce del sole, le tempeste, la
pioggia e la nebbia. Era affascinato dalla violenta forza
delle acque marine, come si pu vedere in Scialuppa
di salvataggio e uomini (1840), a dx.
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Turner, al contrario di Constable, va oltre il dato
oggettivo e propone uninterpretazione pi libera
della natura. I suoi paesaggi sembrano infatti
dissolversi nella luce e nei colori e le terrificanti
potenze delle forze naturali, che il pittore riproduce
nelle sue opere, sembrano evocare catastrofi
imminenti, mettendo in risalto la fragilit della
condizione umana.
Per esempio, nel dipinto intitolato Onde che si
infrangono contro il ventodel 1835 circa, in cui
vediamo il mare, sconvolto
dalla tempesta in una
giornata di forte vento
impetuoso, con le onde che si
riversano su un piccolo lembo
di spiaggia in un inarrestabile
moto, possiamo notare come
il pittore, sempre affascinato
da queste grandi forze
naturali, voglia comunicarci,
che il paesaggio possa
diventare anche espressione
di uno stato danimo, un
riflesso non soltanto di ci
che l artista percepisce con gli occhi, ma soprattutto uno specchio dei sentimenti che prova, delle emozioni che
lo agitano intimamente. In questo dipinto, sentiamo
la potenza e la forza distruttiva degli elementi
scatenati, che coinvolgono il cielo, il mare ed il
piccolo lembo di spiaggia con sterpi ed alghe.
Lassenza di ogni traccia di vita umana, ancora
presente seppure a margine nella marina
sconvolta di Bamborough Castle (sopra), esprime
anche la solitudine nella quale lartista si immerge,
come pure nelle pacate e impalpabili
rappresentazioni del Bacino di San Marco, verso la Salute, a Venezia, in cui lacqua ancora il leit motiv.
20
La pittura del Secondo Ottocento dOltre
Oceano.
Grande formato e afflato romantico si
ritrovano pure nei dipinti delle Cascate del
Niagara, (1867), del pittore americano
Frederic Edwin Church, in cui lacqua nella
sua forza prorompente precipita in uno
scroscio fragoroso, sollevando vapori
nellimpatto con le rocce sottostanti.
James Abbot McNeill Whistler, altro artista
americano, interpretando con grande
originalit il tema dellacqua, d invece vita ad
una serie di dipinti in cui tenta una sintesi e
insieme un confronto tra la cultura orientale e
quella occidentale: le composizioni che ne
scaturirono sono ancora fedeli alle regole della
prospettiva, ma i colori sono utilizzati in
maniera nuova, pi vicina al cromatismo
bidimensionale delle stampe giapponesi.
Nei suoi Notturno, lo
stretto di Solent, del 1866,
conservato al Gilcrease
Museum di Tulsa, e in
Harmony in Blue and
Silver: Trouville, del 1865
(Gardner Museum, Boston,
MA, USA, sotto), Whistler
restituisce unimmagine
della superficie dellacqua
delle sue marine, in cui va
ad anticipare per esiti certe
esperienze estetiche
dell'Astrattismo. Ci
avviene per effetto delle
linee che definiscono in
fasce piatte e placide,
sovrapposte, lorizzonte
in cui quasi si fondono il
mare, il cielo e i corsi
appiattiti delle basse
distese sabbiose.
21
Intorno alla met
dellOttocento, in Francia si
afferma il Realismo,
attraverso la pittura di
Gustave Courbet. E ancora
lacqua a fare da
protagonista, ma stavolta le
vedute marine di Courbet
perdono ogni enfasi
emozionale di impronta
romantica; il pittore
soprattutto attento a
restituire il dato realistico,
senza implicazioni
sentimentali, senza alcuna
idealizzazione che riconduca
allo stato danimo con cui
lartista si pone innanzi al
paesaggio e agli elementi
atmosferici, che in Paysage
de Mer riproduce, tuttavia, con una freschezza quasi epidermica, quella delle acque appena increspate dalla
brezza marina, che ne nebulizza gli umori.
In Veduta del
Mediterraneo presso
Maguelonne, del 1858,
Courbet raffigura uno
scorcio di spiaggia con gli
scogli in primo piano e un
mare calmo, dalle acque di
un intenso cobalto, privo di
presenze umane e di
qualsiasi drammaticit.
Spettacolare risulta altres
il modo in cui la tela
dipinta: il colore steso in
larghe strisce con una
spatola, lascia in alcuni
punti tratti di tela non
dipinta.
La pittura realistica di
Courbet preparer la strada agli impressionisti francesi del secondo Ottocento e del loro precursore e maestro
ideale: Edouard Manet.
22
Nel dipinto di Manet Il molo di
Boulogne-sur-Mer, del 1868, motivo
centrale sono i due pontili, alla foce
della Liane, sostenuti da una fitta rete di
pali che si specchiano nellacqua del
mare, resa in primo pano in un blu-
verdastro straordinario, ancor pi
acceso per contrasto con le figure al
centro, dipinte proprio come le
imbarcazioni con poche e morbide
pennellate dai toni grigio perlacei.
Sebbene lopera di Manet sia spesso
associata alla spontaneit
dellImpressionismo, la genuinit di
questo dipinto ingannevole e la
freschezza delle marine, in genere, cela
un lungo processo di ritocchi e di
ricercatezza.
Il dipinto fu infatti realizzato in
atelier, sulla base degli schizzi a
matita fissati dallartista nel suo
taccuino.
La Grenouillre, di Claude Monet lo stagno delle rane, uno stabilimento balneare di Bougival, vicino a Parigi, le rapide e decise pennellate che accostano le differenze tonali e cromatiche realizzano una superficie liquida dinamica ed evidenziano i contrasti di luce e di ombra, ma l'eccesso di nero utilizzato da Monet
impedisce ancora di ottenere trasparenza delle ombre; lo sfondo, malgrado l'intensa colorazione verde-oro del fogliame, manca di vibrazioni luminose e non riesce ad raccordarsi in una visione unitaria con la centralit del dipinto.
Impression soleil levant (1872), invece
da considerarsi il manifesto
dellImpressionismo. Monet realizza il
dipinto totalmente en-plein-air, ossia di
getto, all'aria aperta, senza disegno
preparatorio. Il quadro rappresenta il porto
di Le Havre all'alba, come suggerito dal
titolo stesso. Sullo sfondo appaiono le
industrie, mentre in primo piano si staglia
23
una barca di pescatori, che stanno tornando dalla pesca notturna. Nell'acqua elemento dominante unitamente
al cielo di guizzano pesci scuri; il riflesso del sole presenta un grado di luminosit quasi anomala, a differenza di
quanto si verifica in natura. Si tratta per di una caratteristica che sembra conferire un carattere fantastico e
soprannaturale a tutta la rappresentazione, che travalica la pura resa realistica.
In Vela sulla Senna ad Argenteuil (1873), certamente Turner ad aver suggerito a Monet come dissolvere la forma mediante il colore, fondendo acqua e cielo cos da annullare l'orizzonte, rendendo ombre e navi partendo dallo stesso grigio dello sfondo. Il paesaggio, divenuto nell'immediata impressione visiva dellartista un insieme di forme vaghe, trasmette all'osservatore un'emozione suggestiva e indefinita.
Il cammino che porta Claude Monet da una visione di impianto descrittivo e naturalistico fino alla dissoluzione del dato di natura nella materia pittorica, costituita dal binomio luce/colore,
dunque rappresentato dalla Senna. Fiume che, fin da certe prove degli anni Sessanta del XIX secolo, resta come un vero filo rosso entro la sua opera, segnandone molto spesso le svolte pi importanti e decisive. Sar quindi lungo questo corso dacqua che egli dar vita a tanti dei suoi quadri pi celebri, procedendo verso uninteriorizzazione dellimmagine, quasi che la natura e il paesaggio sorgessero in lui dalla visione interiore.
Dopo la lezione di Boudin, in Normandia, davanti al mare di Le Havre, Monet inizia quel lungo canto disteso ai lati, e fin dentro, le acque della Senna. Dalle prime descrizioni del fiume, nei pressi della foce, tra Le Havre
Claude Monet, Il ponte di Argenteuil, 1874
e Honfleur, fino alla contaminazione con lacqua del mare: e proprio questo spazio indistinto, che fiume e mare insieme, oggetto di alcuni tra i primi quadri. Poi il fiume che attraversa Parigi, nella musicalit affollata del rigoglio fiorito della gente che invade le strade, fino alla identificazione di quel fiume con la natura, con il suo splendore. Fino alla serie celebre, tra 1896 e 1897, dedicata ai Mattini sulla Senna, a dx, quando la visione partecipata del reale sta gi
24
virando entro il territorio della dissoluzione delle forme fattesi realt della non realt.
Monet giunge addirittura a deviare il corso del fiume per
creare, nella sua mente prima ancora che nella realt,
lartificio della natura. Le ninfee, dunque, lo stagno, il Ponte
giapponese del Giardino di Giverny saranno la
trascrizione nuova di ci che nei decenni precedenti la
Senna aveva rappresentato per lui, con tutti i mutamenti
importanti che gi nellultimo decennio del XIX secolo
intervengono. Lidea di Monet, di deviare il corso del fiume
per costituire lartificio della natura, si concretizza quindi
nella resa quasi evanescente dei soggetti pi celebri: i ponti
giapponesi, le ninfee. E la visione sfuma, trascolorando
negli effetti luministici, evocati attraverso uniridescenza
madreperlacea dellelemento acqua, che annulla la
percezione soggettiva del dato
naturale. E anche lultima traccia di
paesaggio acquatico affonda, quasi
scompare, inabissandosi. N acqua, n
cielo, n orizzonte intervengono per
puntellare la composizione, densa. Lo
spazio liquido ci viene incontro. Non
esiste pi profondit di sguardo, non si
vede pi niente, ogni cosa si perde,
nulla pi si distingue. Solo un vibrare di
luci e colori, in unilluminazione diffusa
che blandisce qualsiasi ombra. E
questo il tempo del mondo. Questa
storia, proprio questa, finisce qui,
finisce cos. (Marco Goldin) La Senna
si spegne in queste finali acque
stagnanti, trasformata nella luce di un
divenire che tempo e
spazio insieme. Ecco perch
occorre indicare anche l
acqua di Giverny, il
giardino privato dellartista,
come ulteriore spazio di una
grandezza pittorica che
aveva gi toccato vertici
sublimi.
Sono proprio questi gli anni in cui Monet d il meglio di s, quelli che si concludono con le grandi serie; scompaiono i contrasti di tono, che si mutano in passaggi tonali ottenuti non fondendo ma accostando le tinte, fra le quali ora bandito il nero, ma le ombre vengono ricavate accentuando l'intensit del tono oppure con i complementari. Nelle
25
Ninfee, l'acqua in quanto elemento della natura diviene soggetto del quadro. Monet si proclama cos emblematico maestro della rappresentazione dell'acqua.
Questi fiori delicati galleggiano
nell'acqua che riflette i loro colori e le
nuvole nel cielo. Il risultato un
incredibile immagine di luci e colori che
lascia senza fiato. L'acqua , quindi, la
protagonista del quadro per le sue
speciali caratteristiche fisiche
(trasparenza, riflesso, mutevolezza
della forma).
Esiti totalmente diversi, in cui nella
rappresentazione di stagni e ninfee
prevale lintonazione mitologica, sono
quelli tardo-ottocenteschi di John
William Waterhouse, pittore
britannico di et
vittoriana,
appartenente alle
ultime manifestazioni
dello stile dei
Preraffaelliti. La
produzione di
Waterhouse pu
essere raggruppata per
temi entro due filoni
principali: le opere di
ispirazione classica e le
opere di ispirazione
medievale, tra cui
spiccano Ofelia e La
Signora di Shalott,
oltre ad altri dipinti di
ispirazione shakespeariana. Il tema della donna che si
strugge per amore, ricorre nei dipinti di Waterhouse: non
a caso un altro dei suoi soggetti ricorrenti Ofelia
nell'atto di raccogliere fiori, poco prima che le
acque placide del lago laccolgano nellabbraccio
John William Waterhouse, Hylas and the Nymphs, 1896, Manchester City
Gallery
26
della morte. Il dipinto unisce il tema femminile a quello dell'acqua, un'associazione che insieme a quella con
lelemento floreale tipica della pittura simbolista, in generale, e dei preraffaelliti, in particolare.
Tornando a Monet, egli dipinge anche il mare: la
sua vastit, lidea che dellinfinito e, tuttavia,
anche della prossimit vi sinscrive. Sono le tele di
Bordighera, (1884), Mediterraneo (1888) e il coevo
Cap dAntibes Mistral, fresche vedute in cui la pennellata vibrante anima le onde increspate dalle sferzate
del maestrale.
I Neo-impressionisti Signac e Seurat
sviluppano sulla fine del secolo la tecnica
del pointillisme, che della pittura di getto
impressionista oramai poco conserva se
non la ricerca luministica. Signac
affascinato dalla luminosit delle opere
impressioniste ma cerca, al di l
delleffetto atmosferico vibrante ed
effimero, di costruire lo spazio con
esattezza, come si pu evincere da un
altro dipinto a tema marino: Saint
Tropez. Il temporale,(in basso a dx) del
1895. Seurat, in cui il tema dellacqua spesso
presente, invece pare discendere la luce da Piero
della Francesca. Per lui in pittura non c nessuno
spazio per la casualit. Essa tensione verso
unesattezza senza concessioni. Egli certamente
impregnato sino al midollo di luce impressionista,
ma come se lavesse sottratta da una parte al
tempo, dallaltra alla meteorologia. Cos trasforma, o
meglio trasfigura, limpressionismo in un fatto
zenitale. La luce, colta daprs nature viene riportata
alla sua radice. Diventa veicolo di un qualcosa che ha
a che fare con lassoluto, tutto avvolge nella miriade
di micro particelle pulviscolari, tutto ingloba: cielo,
acqua, vapori evanescenti. Il metodo scientifico nella
stesura dei colori, su cui si indaga sino alla nausea,
27
la via con cui Seurat si sottrae al felice soggettivismo dei suoi fratelli maggiori impressionisti. Egli cerca
unoggettivit che gli faccia fare il balzo aldil di tutto ci che transitorio, che lasci travalicare nel surreale, nel
metafisico, come ne Il Canale di Gravelines: di sera, del 1890, o ne La Baignade Asnire (1883), tra i grandi
quadri dellOttocento, c la vocazione allassoluto di Seurat, nella fissit vibrante delle liquide trasparenze.
Pennellate brillanti e
rigorose linee
ortogonali,
caratterizzano invece
la resa degli specchi
dacqua di Signac.
La ricerca dei pittori
Post-Impressionisti
va poi a conseguire
esiti molto differenti e
originali. Senza
entrare nelle diverse
ipotesi mediche
emesse sulla malattia
di Vincent Van Gogh,
si pu vedere nella
sua opera l'intensa
lotta condotta dallindividuo contro lalienazione dal mondo, da quella societ che produce, con
l'industrializzazione e le sue conseguenze sociali conflittuali, l'asservimento e la distruzione dell'uomo. Vincent
Van Gogh dipinge Notte stellata sul Rodano, uno dei suoi capolavori, in una serata di fine settembre del 1888,
nei pressi della cittadina francese di Arles, sulla riva del Rodano; ha da poco finito di dipingere il paesaggio che si
trova a sud-ovest, una veduta del fiume con le luci del paese sullo sfondo che, all'improvviso, decide di ruotare il
cavalletto. Alle sue spalle, verso nord, si staglia l'Orsa Maggiore, nella volta del cielo, che si riflette nellacqua
prevalente nella stesura pittorica di un livido cobalto, acceso allo stesso tempo, e solcato dai fendenti del
28
riverbero nella luminosit delle pennellate che depone sulla tela in due fasi distinte, intervallate tra loro da una
pausa di qualche decina di minuti.
Con la tecnica divisionista, di quegli anni
Vincent cerca il suo personale approccio al
colore, e allo stesso tempo, nei sobborghi
parigini e presso gli argini della Senna,
ripercorre gli stessi motivi di Signac. In seguito
egli abbandona, a poco a poco, la
frammentazione impressionista e tende a
semplificare la forma e il colore per
concentrarsi meglio sull'unit strutturale della superficie e per
mantenere la caratterizzazione espressiva degli oggetti. In
questa direzione, nella ricerca di uno stile veramente
personale, l'influenza della stampa giapponese, tanto
ammirata e copiata da Vincent Van Gogh, segna una tappa
importante. Se ne ritrova la presenza nel Ponte sotto la
pioggia ad Hiroshige, (in alto a dx), il cui sfondo ancora
naturalistico, in cui una fitta tessitura di pennellate che si
intersecano in un sottile linearismo, che evoca il dato
atmosferico: la pioggia, ma lo sviluppo della scena gi
verticalizzato, in una cornice trompe doeil che anticipa gi i
motivi decorativi delle stampe giapponesi. Anche Paul Gauguin
in Ragazza bretone che fila, risente dellinfluenza del
verticalismo costruttivo, anche nel modo piatto di definire la
distesa blu petrolio del mare sullo sfondo. Egli cercher di
realizzare con Van Gogh un sodalizio nella pittura a Arles, nel
meridione della Francia. Prima del fallimento dellinfausta esperienza, dovuta allincompatibilit di carattere e
allaggravarsi della malattia di Vincent, Gauguin trascorrer quasi un anno a Pont-Aven, dove il suo stile prender
consistenza, giungendo al rifiuto della prospettiva che genera una rappresentazione a carattere irrazionale,
particolarmente adatta all'espressione delle realt spirituali. Su questa strada Paul Gauguin non tarder molto
ad apparire come il pittore simbolista per eccellenza, portavoce dei Nabis (= Profeti), il profeta della costruzione
della tela attraverso il colore steso uniformemente, cio idealizzato.
29
Gli specchi dacqua traslucidi, che riflettono la luce annullando leffetto appiattente della pennellata compatta, sono tra i soggetti prediletti di Felix Vallotton, come Paesaggio a Semur, (a sx) e Fiume in Berville (sotto a dx). Dopo il 1890, Vallotton, rifiutando la resa atmosferica della realt propria dell'Impressionismo, riscontrabile in dipinti come Punts del carico sulla Senna (in basso a sx), lega al gruppo dei Nabis; Nellacqua, (a dx), ne costituisce un chiaro esempio. Dagli allievi e continuatori di Gauguin, Vallotton apprende i canoni fondamentali della composizione bidimensionale e dell'arabesco, ma ne rifiuta le ricerche tipiche del Simbolismo per volgersi ai temi della vita quotidiana.
Nelle opere degli anni dal 91 al 98, lo spazio del dipinto quasi completamente privo di profondit, acqua e
cielo
ripartiscono uno sfondo piatto, dominato dallarmonia dei colori,
vivi e densi, come in
Nudo di donna
nellacqua, in cui
vengono meno
gli effetti di
trasparenza,
tipici
dellelemento
acquatico, e
tutto ci che
resta dello lo
stile impressio-
nistico.
30
Il dipinto Pape Moe, lAcqua misteriosa, con i riferimenti alle simbologie indigene sulla sacralit del tema
dellacqua, collocabile nel periodo Tahitiano di Gauguin (1893), rappresenta la trasposizione delle spiritualit
nabis alla cultura dei primitivi.
Lesperienza artistica del pittore francese, influenzer anche
la ricerca dei Fauves e degli Espressionisti tedeschi. Al
contrario, per Paul Czanne il colore, che prevale sulla linea,
riveste una funzione essenzialmente materialista, come si
pu desumere dal quadro Lago di Annecy (sopra, a sx),
caratterizzato da una pennellata, che si annuncia gi come costruttiva e precorritrice dellavanguardia artistica
del Cubismo. I toni dominanti sono quelli dei blu e
dei verdi, a cui fanno eco tocchi di giallo e di
violetto. Il senso di profondit dato dalla
successione dei piani prospettici, che definiscono il
paesaggio lacustre.
Ne Le Grandi Bagnanti (di lato, a dx) del 1906, di
Cezanne, preannuncia nel soggetto e negli esiti
assolutamente innovativi Les demoiselles dAvignon, di
Picasso, del 1908, manifesto della pittura cubista, in cui
sfondo e figure si compenetrano in cunei geometrici
tridimensionali, tra i quali lelemento naturalistico
acquatico riconoscibile, e riconducibile solo ai toni
sapienti di azzurro che stagliano i corpi volumetrici dei
soggetti femminili, alcuni deformati a maschere
grottesche. Anche i Fauves francesi e gli esponenti
31
tedeschi di Die Brcke cercano nella tecnica graffiante e nel colorismo stridente, pur nella rappresentazione di
soggetti ancora figurativi, la risposta al male di vivere che incombe pesantemente sulluomo del 900: lacqua,
elemento catartico, sembra dare sollievo consolatorio alle figure umane, quasi larve fluttuanti nel dipinto del
pittore Franz Marc Wasserfall (in basso a sx); pi compassata la vista de La Senna a Nanterre (sotto a dx), di
Maurice de Vlaminck.
Una visione assolutamente surrealista invece quella
dellelemento marino e acquatico offerta da Ren Magritte con la sua Sirena invertita, creatura ibrida,
inerte, nella
placida posa, e
ambigua nel suo
volgere lo sguardo
allosservatore,
interrogativo e
inquietante.
Pochi passi dietro
al corpo semi-
umano la risacca
dellonda, nello
estendersi lento e
metafisico
dellazzurro cupo,
che sfuma
allorizzonte nel
chiarore algido del
cielo.
Nel 1912, la madre di Magritte, Adeline, si suicid gettandosi nel fiume Sambre a Chtelet; venne ritrovata
annegata, con la testa avvolta dalla camicia da notte. Ren Magritte non aveva ancora quattordici anni e questo
particolare rimase impresso nella sua giovane mente. Esso riappare, nel corso della sua carriera di artista, in
alcuni suoi dipinti, come il tema dellacqua che d vita a sfondi spesso surreali, metafisici. (Vedi pag. seguente)
32
Nel mondo artistico di Magritte la razionalit sfuma, la
logica si ritira, la mente si offusca e cede il passo ad
accostamenti dissociativi, ossimori pittorici, composizioni
assurde, situazioni in bilico tra lonirico e la pi fervida
fantasia. Ne La condizione umana (a dx), un mare appena
increspato e chiaro e rigenerante si spalanca di fronte ad
unapertura architettonica dalle nitide geometrie.
Immersioni
Simmetrie
speculari
cosa il bello
il bianco il nero
la luna le stelle
il sole, la casetta,
l'albero
l'uomo disegnato
da un bambino
sintesi d'essenza
un segno unico
una faccia tonda
gambe braccia
mani di linee
felici del poi.
E' punta di spillo
su una palpebra:
gridati silenzi,
nettare di fiele,
urla sussurrate
con la coda a
batuffolo
sull'autostrada
corre un coniglio
bianco.
Nuoto
Inseguo certi pesci
coloratissimi
sono io un pesce
con mani e piedi
inefficaci
profondit baratro
e abissi
risucchiano
mi allontano
Comincio a capire
troppo
il mare preme massa
addosso, subito
rientro
indimenticato
sapore
volteggiavo nei flutti.
Lorenzo Mattotti, Nellacqua, Serigrafie, 2005
33
Possiamo concludere questa prima sezione dedicata allo stato liquido dellacqua
con questa immagine molto emblematica e una citazione tratta da unopera di Gianni
Rodari:
Una parola1, gettata nella mente a caso,
produce onde di superficie e di profondit,
provoca una serie infinita di reazioni a catena,
coinvolgendo nella sua caduta suoni e immagini,
analogie e ricordi,
significati e sogni.
Gianni Rodari, La grammatica della fantasia. Introduzione allarte di inventare storie, 1974,
Ed. Piccola biblioteca Einaudi
Carsten Peter, Fotografie
____________________________________________________________________________________________
1 [o unimmagine, potremmo aggiungere ]
34
L'acqua nell'arte allo stato solido
[]
A chi giovi lardore, e che procacci
Il verno co suoi ghiacci.
[]Giacomo Leopardi, Canto notturno di un pastore errante dellAsia, Canti, XXIII, 1830
Gustave Courbet, La povert nel villaggio
LOttocento un secolo nel quale si assiste allo sterminato canto sulla natura, nelle sue pi splendide e spietate
manifestazioni...
Caspar David Friedrich, Il mare di ghiaccio, Amburgo Kunsthalle, 1824
Ne Il mare di ghiaccio, uno dei suoi quadri pi noti, Friedrich dipinge la banchisa di ghiaccio su ispirazione offerta dalle spedizioni al Polo Nord avvenute per nave nel 1819 e nello stesso anno 1824. Nel Polo, dove si annulla il succedersi dei giorni e delle stagioni, tutto appare dato una volta per tutte, tutto eterno e quest'eternit di ghiaccio, dove la nave, simbolo della stagione della vita umana, imprigionata, non pu sfuggire a quell'eternit che la stessa di Dio. Ma dell'opera si pu dare anche un'interpretazione politica: la nave La Speranza, naufragata nella spedizione polare, simboleggia il naufragio delle speranze della Germania, durante la Restaurazione, esattamente come, nel 1815, la Zattera della Medusa di Gricault stava ad indicare il naufragio della Francia napoleonica.
35
Una fotografia contemporanea, che restituisce unimmagine di grande suggestione del Ghiacciaio Perito
Moreno, in Patagonia (Argentina), che in controtendenza con la condizione della maggior parte dei ghiacciai del
mondo, sta sorprendentemente avanzando. Limmagine evoca la forza superba e la potenza della natura sempre
presenti e vive nelle opere
del pittore romantico.
Una grazia diversa, nel
frastagliamento artistico
delle forme bizzarre,
invece in questa immagine
di Paul Nicklen, Un
piccolo iceberg
trasportato dalla marea
su una spiaggia dell'Isola
Ellesmere, in Canada, la
fotografia stata
pubblicata sulla rivista
National Geographic.
36
Excursus nella storia della pittura dellacqua come neve, ghiaccio,brina.
Dopo questa premessa con cui, partendo da unopera molto significativa di Friedrich, abbiamo voluto
sottolineare la potenza che lacqua sprigiona, quando ad una temperatura di 0 cc. raggiunge lo stato solido,
trasformandosi in ghiaccio, vogliamo ora proporre un breve excursus nella storia dellarte, in cui il tema
dellacqua allo stato solido e nelle sue molteplici forme viene analizzato dai principali pittori.
La neve, ad esempio, uno dei
soggetti ricorrenti nei quadri di
paesaggio e di genere, del pittore
fiammingo Pieter Bruegel il Vecchio, i
quali hanno per soggetto scene ed
eventi tratti dalla vita quotidiana; ne
sono esempi significativi i dipinti:
Paesaggio dinverno con corridore di
ghiaccio, del 1565, Il ritorno a casa
dei cacciatori, (1565), e Censimento
a Betlemme, del 1566.
I paesaggi fantastici del primo periodo
mutano dopo il viaggio effettuato da
Bruegel in Italia, probabilmente nel 1551,
che gli consent di affinare il tratto e
l'impronta paesaggistica, da indirizzare su
temi di caratterizzazione popolare. Quel
che interessa a Bruegel osservare e
descrivere le manifestazioni della vita: la
malinconia della natura morente, la dolce
intimit dellinverno e i fenomeni
atmosferici: laria rarefatta e pallida
dellinverno, con le sue algide nevi e i suoi
ghiacci, la conformazione del suolo, i
monti e le vallate, i campi e le strade, il
mutare della vegetazione col volgere delle
stagioni, il villaggio tranquillo e i suoi
abitanti, le loro fatiche quotidiane, le gioie
e le pene, tutto questo una sola cosa
con la natura e il processo vitale. Si
intende perci come losservazione della
natura, cos profonda in Bruegel,
scaturisse in definitiva da quella
medesima concezione della vita su cui si
fondava la sua nuova pittura dei costumi
popolari, che considerava luomo come un
prodotto della natura, del suolo sul quale
egli vive e di determinate condizioni
ambientali e sociali.
Avercamp Hendrick uno dei primi
pittori paesaggisti della Scuola olandese
37
del XVII secolo, si specializza nei paesaggi invernali del suo paese. Le pitture di Avercamp sono piene di colori e
vivaci, con una attenta dislocazione dei personaggi sulla scena.
Avercamp Hendrick, Paesaggio invernale con pattinatori
Il paesaggio composto da un lago ghiacciato. Si pu notare come luomo si adegui facilmente ai cambiamenti climatici naturali: le navi sono ferme e il ghiaccio costituisce una buona ncora naturale, fino allarrivo della primavera. Le persone (uomini, donne e bambini) ne approfittino, scivolando sul lago ghiaccio, divertendosi o attendendo alle loro faccende e commissioni, con una gioiosa frenesia.
38
Avercamp Hendrick, IJsvermaak, 1608
Il paesaggio raffigurato nel dipinto invernale. Vi viene rappresentata una partita di hockey tra due giocatori con
alcuni passanti attorno ed in mezzo alla disputa. Nel quadro, tuttavia, la scena di genere dai personaggi in
primo piano, alle macchiette sullo sfondo prende il sopravvento sul paesaggio. Il lago ghiacciato offre anche
qui lopportunit per praticare un passatempo divertente.
Nel nostro excursus, bisogna tener conto del fatto che l'iconografia paesaggistica si sviluppa tardi rispetto agli
altri generi di pittura; oltre
allesperienza gi descritta dei
fiamminghi o della pittura
olandese, si deve aspettare il XVIII
secolo per vedere comparire i
primi soggetti raffiguranti la
natura priva della presenza di dei
mitologici, esseri umani o
animali.
La stagione pi florida degli
artisti dell'inverno, capaci di
creare emozioni ricche e difformi
nell'animo, sicuramente quella
del primo Ottocento. Gli artisti
tedeschi Anton Doll (1826-1887),
a sx, Frederik Marinus Kruseman
39
(1816-1882) e Barend Cornelius Koekkoek (1803-1862), vedono l'inverno come un momento di gioia e di
divertimento. Fiumi e laghetti ghiacciati che diventavano piste di pattinaggio, piacciono molto al pubblico e per
questo se ne danno interpretazioni favolistiche, che richiamano ancora gli esiti dei pittori fiamminghi.
Frederik Marinus Kruseman,
Paesaggio invernale con pattinatori
Barend Cornelius Koekkoek, Paesaggio invernale
Tali interpretazioni liriche del paesaggio nivale si addicono
perfettamente alla temperie del Romanticismo inglese che
avr i suoi esiti pi innovativi nella pittura di William
Turner.
Eversen Adrianus, Paesaggio invernale
40
Turner riesce ad immortalare il vortice di una
tormenta di neve che circonda una piccola
nave sul mare, la quale rimane in balia della
forza dei venti. L'artista Franois Rgis Gignoux
(1816- 1882), dipinge le cascate del Niagara in
tutta la loro sfolgorante bellezza quando
d'inverno sono ricoperte dal ghiaccio, senza
per trascurare di dare allo stesso tempo
l'impressione del terrore che la loro grandezza
pu infondere nella stagione pi fredda
dell'anno.
William Turner, Tempesta di neve
Franois Rgis Gignoux, Le cascate del
Niagara dinverno
41
Il tema delle Cascate del Niagara in veste invernale, sar ripreso anche dalla grande pittura Americana dell800. Friederic Edwin Church, ne d un suggestive ritratto nel dipinto Niagara falls and Terrapin Tower", in cui fedelt al dato reale e un acceso cromatismo, rendono le note liriche del soggetto, facendone un brano intenso di pittura emozionata.
La Francia della met del secolo, in cui domina ancora la stagione del Realismo, ci propone invece linterpretazione non idealizzata di Gustave Courbet, nel suo Villaggio in inverno, (a sx): gli esiti di una nevicata che, con la densit del gesso, ha coperto di patina bianca ogni cosa.
L'orfano (La neve)
Lenta la neve, fiocca, fiocca, fiocca,
senti: una zana dondola pian piano.
Un bimbo piange, il piccol dito in bocca,
canta una vecchia, il mento sulla mano,
La vecchia canta: Intorno al tuo lettino
c' rose e gigli, tutto un bel giardino.
Nel bel giardino il bimbo s'addormenta.
La neve fiocca lenta, lenta, lenta.
(Giovani Pascoli)
Alfred Sisley, "Neige Marly"
Neve
Neve che turbini in alto e avvolgi
le cose di un tacito manto.
Neve che cadi dall'alto e noi copri
coprici ancora, all'infinito: imbianca
la citt con le case, con le chiese,
il porto con le navi,
le distese dei prati...
(Umberto Saba)
42
I pittori impressionisti Sisley, Pissarro e Monet, puntando unicamente alla ricerca degli effetti di luce sulla neve, riescono tuttavia a donare ai loro paesaggi innevati una malinconia struggente. Essi fanno vivere altres nelle loro tele il senso di impotenza che la neve, compromettendo la percorribilit delle strade, incute suo malgrado.
Alfred Sisley, Neve a Louvencienne, 1878
Alfred Sisley, The Place du Chenil at Marly-Le-Roi
Camille Pisarro, Vacche a Montfoucault, 1874
43
Claude Monet, La charette
E viene il tempo
E viene il tempo
del corvo nero
sulla neve bianca.
Un'isola di ghiaccio
sopra il fiume
porta il corvo lontano.
E il corvo canta -cra-
io solo sono nero
in questo mondo bianco
D'estate vorrei essere
bianco come un gabbiano
sull'azzurro del mare,
ma su questo mondo candido
-cra-cra- io solo sono nero.
(Elisabeth Borchers)
Nevicata
Lenta fiocca la neve pe 'l cielo cinereo: gridi,
suoni di vita pi non salgon da la citt,
non d'erbaiola il grido o corrente rumore di carro,
non d'amor la canzon ilare e di giovent.
Da la torre di piazza roche per l'aere le ore
gemon, come sospir d'un mondo lungi dal d.
Picchiano uccelli raminghi a' vetri appannati: gli,
amici
spiriti reduci son, guardano e chiamano a me.
In breve, o cari, in breve tu calmati, indomito
cuore
gi al silenzio verr, ne l'ombra riposer. Claude Monet, La gazza, 1868 69 (Giosu Carducci)
Claude Monet, Neve
Walter Elmer Schofield, Morning Light, (a sx)
44
J. Felix Bouchor, Soleil et neige
Vincent Van Gogh, Paysage enneig
Neve
Neve che turbini in alto e
avvolgi
le cose di un tacito manto.
Neve che cadi dall'alto e noi
copri
coprici ancora, all'infinito:
imbianca
la citt con le case, con le
chiese,
il porto con le navi,
le distese dei prati...
(Umberto Saba)
Paul Gauguin, Neve in Rue Carcel
45
Paul Gauguin, Villaggio bretone sotto la neve, 1894
Ho camminato tra quelle
case. Ho incontrato donne e
uomini fuori dalluscio,
mentre guardavo lontano. E i
loro occhi altro non erano
che una profonda nostalgia.
Forse per questo sono
tornato a quelle strade di
terra, dove arriva forte
lodore del mare. Dove la
neve dinverno copre tutti i
segni, non lascia tracce n
sentieri. N suono la sera. La
notte si confonde nella neve,
ne resta rischiarata un po. Non notte del tutto ma neppure giorno nella notte. Paul Gauguin, Parigi in neve
E una luce che non si conosce altrimenti, e di cui ho adesso nostalgia.
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Ho dipinto la neve. La notte di Natale e un presepio sollevato dal mondo. Solo due donne a guardare. Non so
dire se sia Bretagna o Tahiti. Se io
abbia dipinto a memoria o il
presente. ()
Ma adesso sono attaccato
strenuamente, pieno di
malinconia, a questo filo che
dallaltra parte del mondo, in una
notte di neve, qualcuno sta
tirando per me. La neve viene
nella notte, copre ci che deve
coprire, nulla che non sia bianco.
() Ho dipinto il bianco della
neve, e fuori della mia porta
corre un cavallo bianco. Ma
Paul Gauguin, La notte di Natale, 1894
non lo stesso colore del bianco. Il mio sangue
forte lodore del mare. ()
Ho dipinto la neve come se il mio corpo, che riposer tra
poco sotto questa terra, sotto una luce morbida di colori
accesi, sotto poche pietre, potesse invece essere preso da
quella terra. Terra e neve, neve e luce, luce e vento. Vento
e silenzio.
Cenere che a ogni ritorno della primavera si levi dai campi,
da cui la neve se ne parte, e vada sospesa verso il mare a
incontrare un volo disteso di gabbiani. (Marco Goldin,
Lontano il
mondo)
Impastato di quella terra coperta di neve, dove arriva
Alfred Sisley, Neve a Louvenciennes, 1874 - 1878
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Paul Fischer, A street scene in winter, Copenhagen 1901
Claude Monet, Bouleverd de Capucines, 1873
Giaculatoria alla neve
Che miracolosa la Natura!
Dunque, non d luce la neve? Immacolata
e misteriosa, tremula e silenziosa,
mi sembra che silenziosamente preghi
mentre scende.... Oh nevicata!:
la tua imponderabile e glaciale eucaristia
oggi del peccato di vivere mi assolva
e faccia che, come tu, la mia anima giri
fulgida, bianca, silenziosa e fredda.
Claude Monet, Villaggio di Sandviken, 1895
(Amado Nervo)
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La danza della neve
Sui campi e sulle strade silenziosa e lieve
volteggiando, la neve
cade.
Danza la falda bianca
nell'ampio ciel scherzosa,
poi sul terren si posa,
stanca.
In mille immote forme
sui tetti e sui camini
sui cippi e sui giardini,
dorme.
Tutto d'intorno pace,
chiuso in oblio profondo,
indifferente il mondo
tace.
(Ada Negri)
Giovanni Segantini, Ritorno dal bosco
Edvard Munch, Notte bianca, 1901
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Il nostro percorso tra puri e incontaminati paesaggi Marc Chagal, Sopra Vitebsk, 1914
nivali termina con un fugace sguardo allarte
contemporanea e dAvanguardia, con
lomaggio ad uno dei suoi pi poetici e originali
interpreti: Marc Chagal.
In Sopra Vitebsk, quel cielo normalmente
cos variopinto si fa sobrio su Vitebsk. Non ci
sono galli, n sposi volanti, n esseri con corpi
umani e volti animaleschi. Chagall incomincia
da qui il suo peregrinare, da Vitebsk, dove
nato. Il peregrinare suo, come quello di
ciascuno, inizia dalla situazione contingente
che data da vivere, dal proprio popolo, dalla
propria cultura, che nessuno pu scegliersi, ma che data misteriosamente. Sembra che il suo ebreo errante
esca volando da quella che forse una chiesetta, luogo fisico che ricorda il senso religioso, quello cio che
relega luomo alla sua origine e al suo destino. Quelluomo, proiezione, forse, di quello oramai adulto Chagall
di ventisette anni, porta con s la sua storia, la storia tragica del suo popolo e la storia dellumanit intera. Egli
inizia il suo viaggio apparentemente solo, ma portando invece con s tutti e il tutto, con quella compassione che
il fondamento della pace, poich nasce dal misterioso e comune destino umano. Egli pu allora volare sui tetti,
guardare la realt secondo una prospettiva nuova, realista e ideale allo stesso tempo, in quel silenzioso bianco
della neve che lascia che luomo contempli la sua grandezza e la sua miseria, senza timore e con semplicit.
Dentro una palla di neve, racconta in chiave simbolica la
dimensione pi intima, celata attraverso la creazione di
unopera. In questo caso il soggetto un uomo che tiene in
mano una palla di neve, la fa muovere tra le mani e tutto
improvvisamente prende vita, come se egli stesso si trovasse
improvvisamente allinterno della sfera, galleggiando in
unaltra dimensione, tra creature marine e pescatori di altri
mondi. La sfera nelle mani delluomo, identifica la chiave di
lettura della dimensione umana, che prende vita nellatto
creativo, quando tutte le immagini che illustrano la poetica
dellautrice, diventano realt, rivelando intimamente la
coscienza dellartista.
Alessandra Carloni, Dentro una palla di neve, 2010
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La brina
Claude Monet, La brina
La malattia della moglie Camille, ed in seguito la sua morte, mettono fine ad una fase pittorica di Claude Monet. Infatti, in numerose opere realizzate dall'artista tra il 1880 ed il 1881 si rileva un nuovo tocco innovativo a vaste pennellate con leggere e distanziate picchiettature. Monet non impiega pi la ragione nel descrivere il soggetto, la brina, e per portare sulla tela le percezioni momentanee provocate dalla vista di un paesaggio, ma ogni apporto di colore viene dettato esclusivamente dalla sensazione che accompagna la sua mano.
Ed ora un documento che testimonia la ritrosia dellopinione del pubblico tradizionale verso lo stile approssimativo dei pittori impressionisti. Uno scrittore, Louis Leroy, per il giornale "Le Charivari", accompagn un ipotetico pittore delle Beaux-Arts ad una loro mostra e scrisse ci che dal titolo appariva una satira: "Esposizione degli Impressionisti". Pazientemente, con aria assolutamente ingenua, l'ho guidato davanti a "Il campo arato (brina)" di Pissarro. Alla vista di quel paesaggio stupefacente il brav'uomo credette che le lenti dei suoi occhiali fossero sporche. Camille Pissarro, Il campo arato (o Brina)
- "Che cosa diavolo ?" - "Della brina su solchi arati a fondo" - "Questi, solchi? Questa, brina? Ma sono raschiature di tavolozza buttate uniformemente su una tela sporca. Non ha n capo n coda, n cima n fondo, n davanti n dietro." - "Forse. Ma l'impressione c'".
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Plinio Nomellini, Sole e brina, 1906 - 1910
Nella tela rappresentato il faticoso lavoro dei contadini
della Versilia, gi indaffarati al sorgere del sole. Essa
riprende una tema gi affrontato da Plinio Nomellini,
nel corso del primo decennio del Novecento, con dipinti
nei quali emerge vivo linteresse dellautore a sviluppare
il tema del lavoro dei campi in un vasto e quasi
sovrastante contesto naturale.
Nomellini fu inoltre coinvolto in prima persona dalla
passione per le tematiche sociali che caratterizz i
maggiori protagonisti del Divisionismo italiano tra la fine
degli anni Ottanta e l'inizio degli anni Novanta
dell'Ottocento, nel quale grande rilievo aveva la
raffigurazione del lavoro e dei lavoratori.
Nelle opere degli anni Dieci, alle quali appartiene anche
Sole e brina, tuttavia non emerge quel carattere di
Nanni Menetti, Brina leggera, 2009
Laszlo' Mednyansky, Alberi coperti di brina
denuncia, si direbbe quasi protestatario, nota
dominante delle opere precedenti, ma nella quiete di
Torre e del Lago e della Versilia, lautore porta avanti
con convinzione una ricerca che punta all'inserimento
naturale della figura all'interno di un paesaggio che
investito di valenze emozionali e simboliche.
un difficile equilibrio tra una raffigurazione
naturalistica, coloristicamente intensa, ed una
interpretazione onirica, simbolica della stessa, al quale,
in qualche modo, anche Sole e Brina non sfugge. Il
pittore utilizza punti, tratti, virgole, macchie di colore
con una libert espressiva che misura delle sue grandi doti esecutive.
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Fotografia dAutore Brina e ghiaccio
Davidaola, Brina sulle pozzanghere di ghiaccio, Fotografia dautore
i
Davidaola, C brina sullorlo del ghiaccio, Fotografia dautore
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Festival internazionale Sculture di ghiaccio in Belgio
Ogni anno in Belgio si tiene lo Snow & Ice Sculpture Festival: un magico mondo "sotto zero" creato da quaranta
artisti che trasformano il gelo in meravigliose
sculture. Una fiaba di ghiaccio e neve. Un mondo
magico fatto di castelli, animali, personaggi dei
romanzi, tutti venuti dal gelo: il meraviglioso
spettacolo che ogni anno si tiene nella piazza della
stazione di Bruges.
In questa deliziosa cittadina del Belgio prende vita il
festival delle sculture di ghiaccio e neve, che dal 21
novembre fino all'11 gennaio diventa un'attrazione
per grandi e piccini. I visitatori possono ammirare le magnifiche opere degli artisti che, armati di scalpello e
seghe elettriche, grazie a fantasia e abilit, danno unanima al gelo. Per realizzare le loro opere, questi artisti
utilizzano non meno di trecentomila chilogrammi di ghiaccio e
quattrocento tonnellate di neve. I capolavori sono conservati
all'interno di una tenda
termica di 1200 metri
quadrati, a una temperatura
costante di meno cinque
gradi.
I primi giorni di novembre
arrivano i primi camion
refrigerati, che depositano i blocchi di ghiaccio sulla Station Square.
A questo punto entrano in azione bulldozer e gru, che depositano il
materiale sotto la tenda, pronti per
essere trasformati. Al ghiaccio viene
aggiunta la neve. Ben quaranta
professionisti provenienti da Cina,
Canada, Stati Uniti, Svezia, Olanda e
Belgio realizzano in quaranta settimane
ogni meraviglia possibile.
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L'acqua nell'arte allo stato gassoso
Siamo infine giunti a quello che il terzo stato dellacqua, quello aeriforme. Quello, a nostro avviso, pi
seducente e accattivante, ovvero nella condizione in cui essa diviene vapore, nebbia e conferisce alle cose che
avvolge una suadente indefinitezza. Thodore Chassriau, Tepidarium, 1853
Quanto ai vapori,
oggi essi vanno
per la maggiore:
calice di vino
rosso, acqua calda
e bolle profumate,
jazz nell'aria, lume
di candela. Gli
antichi Romani,
tuttavia, avevano
gi il culto del
proprio corpo e
sapevano
prendersi cura di se stessi, in bellezza ma
soprattutto in benessere psichico. E di queste
modalit siamo loro debitori.
In antichit, dopo aver faticato e sudato
abbondantemente, tappa obbligatoria prima di
cena era quella al calidarium. Ci si immergeva in
una vasca di acqua calda, dove il corpo assorbiva
tutta lumidit dei vapori prodotti. Il tepidarium era
il passaggio intermedio per giungere infine al
frigidarium, nel quale, lo dice la parola, la
temperatura pi fresca tonificava le membra,
donando al corpo un rinvigorimento generale,
spesso rafforzato da piacevolissimi massaggi con oli
e unguenti odorosi. Il bagno turco, tema ricorrente
nella pittura del Neoclassicismo, sta a testimoniare
quanto la piacevole consuetudine fosse ritornata in
voga, unitamente alla passione per lOriente,
indotta dai viaggi. J. A. Dominique Ingres, Bagno turco, 1862, (part.)
55
La nebbia, invece, uno temi ricorrenti del Vedutismo pittorico di Francesco Guardi, Ippolito Caffi, Giuseppe
Mentessi e Giovanni Boldini, che trovano in Venezia un soggetto molto fecondo.
Francesco Guardi, La gondola, 1782
Ippolito Caffi, Neve e nebbia a Venezia, 1841
56
Giovanni Boldini, Vista di Venezia, 1895
Giuseppe Mentessi, Venezia; sagrato della Basilica di San Marco
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Breve excursus nella pittura dellacqua come vapore, nebbia, geyser.
Dal Romanticismo al Divisionismo
La nebbia contraddistingue questa tela del pittore romantico Caspar Friedrich, avvolgendo in un'aurea di mistero e di vaghezza il paesaggio, senza lasciare per nulla alla rievocazione o alla supposizione.
Da essa emergono sagome di barche. Si percepisce nell'atmosfera un rischio nascosto, che accresce il senso di perdita dell'orientamento e di sicurezza. Sembra che lartista voglia rappresentare la perdita di una struttura esistenziale una volta sicura, ma ormai scomparsa. Non dato, inoltre, se la barca a vela si stia avvicinando o allontanando dalla riva.
Il pittore non d alcuna possibilit di interpretazione certa, aumentando ancora una volta il senso di indeterminatezza e allo stesso tempo lasciando libero l'osservatore di interpretare autonomamente il quadro.
Caspar David Friedrich, Nebbia, 1807, Vienna, Kunsthistorisches Museum
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Caspar David Friedrich, Viandante sul mare di
nebbia, 1818
Secondo una testimonianza, la figura del
viandante rappresenterebbe uno scomparso
amico del pittore, i monti Rosenberg e
Zirkelstein, in Sassonia. Il viandante,
nell'iconologia cristiana, simboleggia la
transitoriet della vita e insieme il suo
destino ultraterreno; egli raffigurato di
spalle, simboleggiando e mostrando la parte
nascosta e inconscia di noi stessi.
Il viandante osserva un paesaggio costituito
fisicamente da rialti e spuntoni rocciosi, scuri
e inospitali, immersi in un mare di nebbia,
che cela e copre tutto ci che si trova al di
sotto di essa.
La nebbia fa riferimento agli errori della vita
umana che vengono superati dalla fede
cristiana come le rocce emergenti
superano loblio fede che porta a Dio, la
montagna. Ma il dipinto, aldil di ogni
svelamento simbolico-religioso, pu essere
inteso come il manifesto di tutto il primo
Romanticismo: sembra rappresentare l'uomo solo, con i suoi errori, i suoi dubbi e le sue certezze, posto di
fronte alla natura, al mondo, all'infinito.
Caspar David Friedrich, Abbazia nel querceto, 1810
Thomas Kerr Fairless, The Great Geysir South Iceland, 1849
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William Turner (1775-1851) lautore di
questo quadro Pioggia, vapore e velocit,
che dipinse nel 1844. La tecnica particolare
utilizzata dallartista rende il soggetto nello
specifico poco riconoscibile. A sinistra si pu
individuare un ponte ad arcate, che va a
terminare oltre la linea dellorizzonte. A
destra, un altro ponte, sul quale sta
correndo un treno, che sprigiona una grande
quantit di vapore avvolgente tutte le cose.
Il resto aria e luce. Laria pregna di
pioggia e vapore, come spiega il titolo.
Nellestate del 1899, Monet a Londra; pi
di ogni altra cosa, di Londra gli piace la nebbia. Le 41
tele complessive del ciclo testimoniano ancora una
volta l'uscita di Monet dall'impressionismo verso
approdi di visionariet simbolistica: se Il Ponte di
Waterloo (1902), a sx, un grumo di pennellate
monocrome con uno sfondo inquietante di
fabbriche fumose avvolte nella nebbia, l'analogo
tema ripreso nella tela dell'Ermitage di San
Pietroburgo pressoch illeggibile nella
rappresentazione di una nebbia assoluta un manto
misterioso che avvolge tutta la citt conferendole,
una meravigliosa grandiosit.
Joachim Ringelnatz, Geballter Nebel, 1928 Soluzioni molto affini a quella proposta ne Il
Parlamento di Londra, del 1904, in cui Monet scioglie le forme, rendendole impalpabili nella nebbia e diafane
nella luce, per approdare all'espressione di una deliberata visionariet. Decisamente materica, invece, la nebbia
rappresentata in Geballter Nebel dallartista tedesco Joachim Ringelnatz, resa dalle dense pennellate e dalla
contrapposizione dei toni decisi degli arancio dorati, dei neri e dei bianchi.
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Sembra, invece, di sfogliare Le mille e una notte o i romanzi cavallereschi di Re Art, quando si guardano i dipinti
di Mario Scalese, poich ci si immerge subito in un mondo surreale, in cui tutto avvolto da un sottile e
impalpabile biancore, che ora sembra polvere atmosferica, Le nebbie di Avalon (in basso a sx), ora sottile
nebbia, che si mescola e si confonde col bianco della neve, facendo raggiungere allartista esiti da pittura
astratta o quasi informale. Le alchimie dei suoi pensieri, i suoi paesaggi dellanima, spesso nati dalle letture
preferite, si avviluppano in una dimensione onirica, che d vita a momenti di sospensione tra sogno e coscienza,
suscitando sottili emozioni interiori.
Frammenti di edifici, case sbilenche,
fiori, ombrelli sospesi sotto cui si
intuisce appena la presenza umana
intrecciano irreali girotondi nellaria,
fluttuano nello spazio, si incrociano
tra le nebbie, si interpongono in volo
tra vibrazioni e bagliori improvvisi di
luce, creando particolari collages
pittorici, ritagli di paesaggi e
monumenti, che la memoria ha
estrapolato dalla loro originaria unit
e ricostruito in nuovi assemblaggi,
come avviene ne Lalba di Avalon
(in basso a dx).
Le citt non si distinguono: cupole, guglie, campanili si mescolano e volteggiano creando nuove realt urbane,
realt della memoria, realt dellanima.
Solo un profumo di favola emana da molti
dipinti, un cera una volta continuo, che ora
rimanda al mondo arabo ora a certi ricordi
nordici, in cui sembra apparire il fantasma
di Chagall e in cui il biancore artico si
intreccia con la solarit mediterranea,
segnando le tappe di un incantevole
viaggio tutto del suo vissuto, reale e
sublimato.
Il bianco simbolo di luce e di catarsi e
serve ad illuminare la notte e il buio con
improvvisi flash di luna, che si impongono
sulla tela con una diversificata variet di
sfumature, le quali procedono dalla
corporeit, alla levit, alla rarefazione. Per
ottenere tale lieve trasparenza, per
giungere a tale destrutturazione degli
elementi del reale, il colore si sfalda, si
diafanizza, cerca tonalit smorzate,
rasenta il monocromo, nel contempo impreziosendosi. Ma talvolta, questi elementi fluttuanti, improvvisamente,
sinfiammano come per uninattesa esplosione di colore, cromie intense si scaricano sulle tele e gli arancioni, i
blu, i rossi oscurano il resto con la loro forza luminosa.
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